Egidio Trainito Claudio GrazioliFotografie di Egidio Trainito, Claudio Grazioli, Lina Nieddu, Mario...

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  • Egidio Trainito Claudio Grazioli

    PHOTODIVER

    MANUAL

    In collaborazione con Pino Tessera Fraco Sub

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  • ESA © Worldwide È vietata la riproduzione di questo manuale o di sue singole parti.Product n° M0016

    A cura di Mauro Bertolini

    Progetto formativo, sviluppo, consulenza e revisioni:Mario Romor, Miho Tsuruoka, Enrico Firpo, Adriano Occhi, Giuseppe Gardenghi, Renato Romor, Maria Laura Careddu, Bruna Biagioni, Giovani Casari, Pino Tessera

    Testi di Egidio Trainito e Claudio Grazioli

    Fotografie di Egidio Trainito, Claudio Grazioli, Lina Nieddu, Mario Romor, Pier Pantzalis, Pino Tessera, Erik Henchoz (copertina)

    Illustrazioni di Stefano Trainito e Mario Romor

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  • Indice

    Fotografare sott’acqua 5

    Capitolo unoLa fotografia digitale 7Le caratteristiche del fotosub 8Fisica della luce 11La luce 11La rifrazione 12L’assorbimento della luce nell’acqua 12La sensibilità 13La temperatura di colore 13Il digitale 14Megapixel 15

    Cos’hai imparato? 16

    Capitolo dueIl Sistema Fotografico Subacqueo 18La macchina fotografica 18La custodia subacquea 19Suggerimenti per l’acquisto 22Un pò di tecnica 23

    L’otturatore 23Gli obiettivi 25La lunghezza focale 26Gli aggiuntivi ottici - Il mirino 28Lo schermo LCD 29L’esposimetro - Bracci e staffe 30Il flash elettronico 31Tempo di sincronizzazione 33Numero guida 34Regolazione di potenza 35Angolo di copertura - Messa a fuoco 35Esposizione 37Sensibilità 38Sensore 39Tempo di esposizione/Diaframma 40Sottoesposizione e sovraesposizione 41Filtri/Oblò correttore 42In and Out 43

    Cos’hai imparato? 44

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  • Capitolo trePreparazione della macchina 47Uso del sistema fotografico in acqua 49Suggerimenti su come scattare 55Esposizione con il flash 56Spie e accumulatori 58La scelta dei soggetti 59Sistemi di scrittura delle immagini 61Gestione delle fotografie 63

    Cos’hai imparato? 65

    Capitolo quattroCenni di composizione 67Forme geometriche per migliorare le immagini 70La ricerca dell’equilibrio 73Fotografare con il grandangolare 75Macrofotografia 79Trucchi del mestiere 80Esposizione a forcella 80Evitare errori 80Fotografare di notte 80Come illuminare i soggetti 80Come e con cosa fotografare 82Colori e fotografia 82Colori che “sparano” 83Colori che assorbono la luce 83Colori che scompaiono 84Per cominciare 84Alla ricerca della stabilità 86Le prime fotografie 87Manutenzione e pronto soccorso 88Prevenzione nell’apertura 90Segnali di pericolo 91L’allagamento 91Il pronto soccorso 92

    Cos’hai imparato? 94

    Appendice 97

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  • Fotografare sott’acquaSott’acqua la fotografia si avvale degli stessi principi e del-le stesse attrezzature che si usano a terra: quello che cam-bia è l’ambiente. Cambia soprattutto il mezzo attraverso ilquale passa la luce: l’acqua. L’acqua è 800 volte più densa dell’aria ed è un filtro na-turale alla penetrazione della luce, sia in senso verticale(profondità) sia in senso orizzontale. La maggiore densi-tà comporta anche una pressione ambiente molto eleva-ta, per questo le attrezzature fotografiche che si usano sot-t’acqua oltre ad essere impermeabili devono essere ingrado di rimanere integre e assicurare la tenuta stagna an-che a pressioni da due a cinque volte superiori a quelladell’ambiente aereo (rimanendo nei limitidell’attività subacquea ricreativa).Queste differenze sostanziali condizionano lafotografia come tutte le altre attività che sisvolgono sott’acqua, ma non influenzano ilfascino e la possibilità di catturare immagini.Fare fotografia vuol dire tante cose: può si-gnificare semplicemente la realizzazione deldesiderio di portare a casa un ricordo di séo degli amici durante una vacanza. Può es-sere un modo per dare sfogo alla proprieaspirazioni estetiche, come libera formaespressiva. Può servire a descrivere la natu-ra di un ambiente o la vita degli organismiche lo popolano. Può essere un supporto im-portante alla ricerca scientifica. Qualunque sia lo scopo di chi si avvicina al-la fotografia subacquea prima della tecnicafotografica in senso stretto, prima della fa-miliarità con le attrezzature, ci sono dueaspetti da considerare per un approccio nonsolo corretto ma, soprattutto, più produttivo. Il primo è che per fare buone fotografie è ne-cessario un buon controllo del proprio cor-po, della propria galleggiabilità e del proprioassetto in acqua. Questo non vuol dire chechi è alle prime armi deve attendere chissà quanto tempoper cimentarsi in questa affascinante attività, significa in-vece che parte integrante dell’apprendimento è anche ilmiglioramento delle proprie tecniche subacquee e delcontrollo della propria posizione in acqua. A volte propriola pratica della fotografia subacquea sin da subito aiuta a

    Fotografaresignifica mettere sulla stessalinea di mirala testa,l’occhio e il cuore...fotografare è un modo di capire... è una maniera di vivere.Henri CartierBresson

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  • migliorare sensibilmente le proprie tecniche, a patto chetutto si svolga a poca profondità e in ambienti controlla-ti. In secondo luogo, per fare buone fotografie, è neces-sario conoscere quello che si incontra e, meglio ancora, sa-pere dove trovare quello che si cerca. Si dice che è più facile fare un bravo fotografo subacqueoda un bravo subacqueo piuttosto che da un bravissimo fo-tografo “terrestre” che mal si governa sott’acqua. Ed è ve-ro. Ovviamente per la fotografia subacquea valgono leconsiderazioni e i principi su cui si basa tutta la fotogra-fia in generale. La fotografia è uno dei tanti modi che abbiamo a disposi-zione per rappresentare la realtà e, comunque lo faccia-mo, il risultato non è oggettivo. La fotografia è soggettivi-tà, sia perché ognuno di noi guardando dentro un mirinocerca e vede un’inquadratura diversa, sia perché lo stru-mento stesso implica una visione molto diversa, da quel-la che semplicemente vediamo con i nostri occhi. Questo è ancora più vero sott’acqua, dove i limiti posti dal-l’ambiente costringono all’uso di un parco limitato di at-trezzature e, soprattutto, ad usare quello che si ha in ma-

    no al momento. E sembra una legge inop-pugnabile quella che l’o-biettivo che abbiamo adisposizione non è maiquello che avremmo biso-gno di avere. Così capiterà di avere lamacchina adatta a foto-grafare minuscoli nudi-branchi quando a mez-z’acqua arriverà nuotandoun pesce luna, oppure diavere un obiettivo gran-dangolare quando un pic-colo cavalluccio marinofarà la sua comparsa sullascena. Tutto questo fa par-te del gioco, che però va-le la pena di essere gioca-to fino in fondo. Conl’augurio di buona luce eacque limpide.

    Immagini come questa

    non sono solo un bel

    ricordo, maripagano degli

    errori e degli scoramenti che possono

    prenderci nella fase di

    apprendimento.

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    Capitolo unoLa fotografia digitaleIl progresso tecnologico nel campo dell’elettronica digita-le ha sicuramente modificato in modo radicale il concet-to di “fotografia”. Processi elettronici complessi, calcoli ma-tematici eseguiti in milionesimi di secondo, da piccolimicrochips, hanno sostituito i processi chimici delle pel-licole per riprodurre le immagini. Oggi, a dif-ferenza di una volta, dopo aver fotografato, leimmagini si possono immediatamente vi-sionare sullo schermo a cristalli liquidi del-la macchina, senza attendere il tempo neces-sario per lo sviluppo della vecchia pellicolache necessitava di ulteriori processi e pas-saggi chimici e costi.L’elettronica digitale è stata immediatamenteapprezzata dal pubblico, soprattutto per l’immediatezzadella disponibilità delle immagini. Questa sicuramente èstata la “formula” vincente del digitale. Con una macchi-na analogica, per poter visionare il risultato delle proprieriprese occorreva attendere qualche ora, se non giorni, oaddirittura alcune settimane, se gli scatti appartenevano aduna vacanza in mari lontani. Ma oggi tutto questo è or-mai un lontano ricordo. Il digitale sta velocemente sop-piantando la foto analogica e nei negozi fotografici le pel-licole sono sempre più rare, mentre le schede di memoria,il vero “serbatoio di immagini” della nostra fotocamera so-no sempre più capienti. Oggi non è raro vedere dopo un’immersione, amici sub-acquei attorno ad un tavolo con al centro la macchina fo-tografica appartenente al fotosub del gruppo intenti a vi-sionare e commentare le immagini appena realizzate. Il secondo punto di forza del digitale è dato dalla facili-tà e immediatezza della condivisione delle immaginiche ricordano attimi significativi ed emozionanti dell’e-sperienza appena vissuta. Per esempio, l’incontro conuna manta diviene un momento di confronto, condivisio-ne ed esternazione delle proprie emozioni durante la vi-sione delle riprese che appaiono sullo schermo della mac-china fotografica. Pensa a quanta soddisfazione può provare l’autoredelle foto sentendo i complimenti dei compagni e leloro lodi alle immagini. Spesso è questo il primo approccio con la foto-sub digi-

    Grazie allamodernatecnologia, la fotografiasubacquea è facilmentepraticabile.Basta applicarepocheimportantiregole perportare a casa un bel ricordo.Esempio di fotocameracon flashesterno

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  • tale e, per il fotografo, l’apprezzamento degli altri può es-sere la migliore gratificazione e lo sprone per continuaree migliorarsi. Altro punto di forza della diffusione della foto digitale èla possibilità di elaborare personalmente gli scattieseguiti, correggendo, non solo i colori e la lumino-sità, ma addirittura di tagliare e incollare le immagi-ni a proprio piacimento, creando successivamente unarchivio fotografico digitale. Infine la possibilità di spedi-re via rete i propri scatti ad amici e conoscenti, con la po-sta elettronica o pubblicandoli su un sito web. Ecco allora che la condivisione delle immagini fa nascerenuovi entusiasmi per la foto ripresa subacquea.Questi i principali punti di forza della fotografia subacquea

    digitale:• la foto sub digitale è per tutti ed è al-la portata di tutti, basta avere un brevettosubacqueo e disporre dell’attrezzatura fo-tosub;• i risultati sono immediati e le imma-gini sono subito a disposizione del foto-grafo e degli amici;• le foto possono essere facilmentecondivise con amici o più utenti via in-ternet o reti locali o scambiate con dischettie memorie digitali;• le immagini possono essere elabora-te, modificate, tagliate, incollate, ed è pos-sibile creare un archivio in formato elet-tronico su cd, dvd o memorie digitali (harddisk, pen drive, card, ecc.);• il divertimento è assicurato; tutto ciòappena descritto, accresce il divertimentodell’immersione, e motiva ogni immersionein maniera differente.Il corso ESA Photo Diver è stato pensatoper aiutare a comprendere e a sfruttare ivantaggi della fotografia digitale subac-quea. Contatta un Istruttore ESA.

    Le caratteristiche del fotosubFotografare sott’acqua è una attività particolarmente piace-vole, ma maggiormente impegnativa della classica immer-sione ricreativa. Tuttavia, con l’esperienza e con delle par-

    La fotografiadigitale

    permette didocumentare e condividerecon facilità e

    rapidità unincontro

    importantecome quello

    con il dugongo.

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  • ticolari accortezze, imparerai a muoverti a tuo agio tra roc-ce e canyon subacquei, a sfruttare la corrente al meglio, pergiungere sul soggetto nella migliore posizione di ripresa.Vediamo che tipo di caratteristiche deve avere il fotogra-fo subacqueo e cosa deve fare per migliorarsi: • esperienza personale generale di subacquea, per fo-tografare sott’acqua è bene essere padroni dei proprimezzi e avere una buona acquaticità. Possono essere uti-li molte immersioni svolte a poca profondità, dove un pic-colo cambiamento di quota comporta una grande varia-zione di galleggiabilità, tenendo in mano l’apparecchiofotografico. Il corso ESA Hover Diver è un eccellente stru-mento per imparare a gestire le tecniche di controllo del-la galleggiabilità e della posizione in acqua; • massimo rispetto della sicurezza; è necessa-rio rispettare sempre i classici parametri di sicu-rezza: pianificazione corretta, immersione in cop-pia, rispetto dei limiti di profondità, controllodell’aria residua, risalita controllata, sosta di sicu-rezza. La fotografia deve essere un completamen-to all’immersione che va gestita al meglio. Si de-ve costantemente tenere presente il fatto di esserein immersione;• padronanza dell’attrezzatura; conoscere lapropria attrezzatura è sicuramente un vantaggio.Per esempio, se si utilizza una maschera che per-mette al nostro occhio di essere molto vicino al ve-tro, la visione all’interno del mirino della macchi-na fotografica trarrà sicuro beneficio, così comeuna maschera con il corpo in materiale non tra-sparente riduce i riflessi della luce ambiente faci-litando la lettura del mirino e, secondo alcuniesperti, l’avvistamento anticipato dei soggetti (inparticolari pesci e animali pelagici nel blu). È meglio usare pinne poco ingombranti (per age-volare i movimenti in prossimità dei soggetti e pre-venire danni all’ambiente) ma che garantiscanouna buona spinta in caso di necessità. È bene calcolare la quantità di zavorra in modo daavere, come sempre, una galleggiabilità neutra checonsenta, grazie al GAV, di potersi adagiare facilmente e sta-bilmente sul fondo (quando ciò è possibile senza arrecaredanno) per attendere il momento propizio per lo scatto.Ovviamente, per migliorare i risultati, è fondamentale co-noscere molto bene la propria attrezzatura fotosub.Per essere più rapido in immersione e non perdere il mo-

    Il continuoallenamentosul controllodellagalleggiabilità e dell’assetto è moltoimportante per il fotografo subacqueo.

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  • mento dello scatto, puoi allenarti a secco con i pulsanti dicomando della macchina (messa nella custodia subacquea).Visto che il flash esterno, spesso deve essere spostato(brandeggiato) a seconda delle situazioni, allenati a muo-vere le braccia di supporto nelle diverse posizioni, così almomento opportuno sarà più semplice orientare veloce-mente la parabola nella giusta direzione per lo scatto;• conoscenza di base della biologia marina, per indi-viduare più facilmente il soggetto nell’ambiente in cui sitrova. Conoscere il comportamento e le abitudini degli ani-mali che si vogliono riprendere, aiuta e facilita qualsiasi fo-tografo subacqueo. È pressoché inutile cercare un nudi-branco che si ciba di spugne (vacchetta di mare) tra i

    polipi delle gorgonie;• studio del soggetto per trovarsi nellamiglior posizione prima dello scatto.Quando si individua il soggetto da ripren-dere è bene non “tuffarsi a pesce” scattan-do immediatamente, ma studiarlo, avvici-narsi lentamente, valutare come si sviluppala forma da riprendere (orizzontale o ver-ticale?) e orientare la fotocamera di conse-guenza. Cercare (se possibile) un approc-cio con la corrente contro o laterale perprevenire l’arrivo di particelle in sospen-sione che generano le fastidiose macchiebianche rovinando l’immagine; • avvicinamento tranquillo e lento de-gli animali, ma rapidità e precisione di ese-cuzione dello scatto fotografico. I pesci, imammiferi, i rettili e gli uccelli, vanno av-vicinati con cautela e senza modi bruschi,prima di tutto per non arrecare inutile dis-turbo e poi per prevenire la loro fuga conconseguente perdita di ogni possibilità diripresa (meglio evitare di riprendere il sog-getto da dietro). Si deve sempre guada-gnare la giusta posizione per uno scatto fo-tografico avendo cura di non danneggiarel’ambiente con il corpo, le pinne o altre

    componenti dell’attrezzatura. Spesso non è concessa unaseconda possibilità, perché l’animale disturbato dal flash,può fuggire e non farsi rivedere. Per questo, durante il len-to avvicinamento, ci si deve preparare allo scatto miglio-re impostando sulla macchina il diaframma e il tempo epredisponendo il giusto angolo di inclinazione al flash.

    La capacità di individuare

    i soggetti eavvicinarli

    senza arrecare disturbo

    richiede buonaconoscenza

    dell’ambiente e tecnica

    subacquea di alto livello.

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  • Fisica della luceLa luceFotografia significa letteralmente “scrittura con la luce”: in-fatti è la luce che impressiona le sostanze chimiche che ri-coprono la pellicola o che fa in modo che i pixel di unsensore digitale trasmettano il loro messaggio elettrico alcomputer della macchina. La luce è una piccola parte delle radiazioni elettromagneti-che cui sono sensibili l’occhio umano, le emulsioni foto-grafiche delle pellicole e i sensori delle macchine digitali.Le radiazioni luminose nel vuoto e nell’aria viaggiano al-la velocità di circa 300.000 km al secondo. La percezionedelle radiazioni luminose dipende dalla lun-ghezza d’onda. Le radiazioni visibili sono quelle comprese tral’infrarosso e l’ultravioletto.La differente lunghezza d’onda determina nel-l’occhio umano la sensazione dei colori.L’occhio si comporta come se fosse composto da3 tipi diversi di recettori, rispettivamente sensibilia 3 zone dello spettro: rosso, verde e blu.Quando queste 3 zone sono bilanciate, l’occhio ri-ceve una sensazione di luce bianca: quandouna di esse predomina, la sensazione è di lucecolorata in uno dei 3 colori.Quando le 3 zone sono eccitate in modo dis-eguale l’occhio percepisce i colori intermedi.I raggi luminosi che incontrano una superficiepossono essere trasmessi, riflessi o assorbiti.Trasmissione: un oggetto che trasmette (lasciapassare) la luce è detto trasparente.Riflessione: se un oggetto riflette interamen-te la luce appare bianco. Se la riflette solo inparte il colore che assume è dato dall’insiemedelle radiazioni riflesse.Assorbimento: un oggetto che assorbe intera-mente la luce appare nero.Questi ultimi due fenomeni sono ben compren-sibili considerando che la luce è energia e pen-sando a ciò che avviene a due automobili, una bianca euna nera, parcheggiate al sole. L’auto bianca rimane più fresca perché riflette l’energia lu-minosa e quindi non assorbe calore. L’auto nera diventa caldissima, perché assorbe l’energia lu-minosa e la accumula sotto forma di calore.

    Quando la luce colpisce una superficie puòessere riflessa,assorbita o trasmessa.

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  • La rifrazioneLa luce percorre nel minor tempo possibile la distanza chesepara 2 punti: in un mezzo uniforme, perciò, viaggia in li-nea retta.Un raggio di luce, passando da un mezzo meno denso (aria)ad uno più denso (acqua), invece di proseguire in linea ret-ta, devia.Questo fenomeno è chiamato rifrazione: l’acqua è più den-sa dell’aria e in essa la luce viaggia a velocità inferiore(225.000 km/sec). L’acqua per questo ha il potere di ri-frangere la luce, cioè di deviare i raggi luminosi e questa ca-pacità è indicata con un valore numerico, chiamato indicedi rifrazione. L’indice di rifrazione dell’acqua è pari a 1,33.Un effetto facilmente verificabile della rifrazione è che in ac-qua gli oggetti sembrano più vicini e più grandi. Lo stessoeffetto subiscono anche gli obiettivi delle macchine foto-grafiche con la conseguenza che la lunghezza focale degliobiettivi in acqua varia in base al rapporto 1,33.

    L’assorbimento della luce nell’acquaUn raggio di luce che colpisce la superficie dell’acqua vie-ne in parte riflesso. La quantità di luce riflessa dipende dal-l’inclinazione dei raggi: maggiore è l’inclinazione, più lu-ce viene riflessa. La luce non riflessa che penetra sotto la superficie vienegradualmente assorbita: ad 1 metro già il 45% è assorbito;tra i 12 e i 25 metri arriva 1/8 della luce incidente in su-perficie. Il buio assoluto è alla profondità di 500 metri, do-ve nessuna pellicola fotografica è impressionabile. L’assorbimento della luce è selettivo: vengono assorbiteprima le lunghezze d’onda più lunghe e progressivamen-te quelle più brevi. Perciò il primo colore ad essere as-sorbito è il rosso che scompare nei primi 5 metri e pro-gressivamente il giallo, il verde e il blu.L’assorbimento della luce nell’acqua dipende dal percor-so che la luce deve fare, non solo dalla profondità di eser-cizio. Se operiamo ad 1 metro di profondità e ipotetica-mente a 3 metri di distanza dal soggetto, avremo la stessaintensità luminosa del soggetto, come se fossimo ad unaprofondità di 3 metri ma ad una distanza di 1 metro dalsoggetto.Suggerimento: per avere più luce solare da utilizzare sot-t’acqua per le nostre foto, immergetevi nelle ore centralidella giornata, quando il sole è allo zenith. Viceversa al tramonto e all’alba pochissimi raggi arrive-ranno in profondità.

    Assorbimentodei colori.

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  • La sensibilitàLa velocità con la quale un sensore (o una pellicola) vie-ne impressionato da una determinata quantità di luce vie-ne chiamata sensibilità o film speed. In genere minor sensibilità equivale a maggiore contrasto,maggiore nitidezza e maggiore vivacità nella resa del co-lore. Al contrario, con l’aumentare della sensibilità dimi-nuisce il contrasto, aumenta la grana e diminuisce la fedeltàdi riproduzione dei colori. La sensibilità delle pellicole era indicata con due scale equi-valenti, DIN (tedesca) o ASA (americana) oggi raggruppa-te in un unica scala denominata ISO, il cui valore è sem-pre indicato sulla confezione della pellicole o sulleistruzioni delle macchine digitali.Per comodità e per aderenza alla situazione reale, faremoriferimento unicamente alla scala ISO.

    La temperatura di coloreLa qualità della luce non è sempre la stessa, si dice infattiche varia la temperatura di colore della luce. Per essa si in-tende l’intensità della luce espressa in gradi Kelvin (°K). Laluce del sole non velato a mezzogiorno ha una tempera-tura di colore di 5500° K. Se la temperatura di colore ha un valore su-periore si ha una dominante blu: le tempe-rature di colore piu alte, intorno a 7-8000 °K,si hanno, ad esempio, in alta montagna sul-la neve. Se invece la temperatura di colore haun valore inferiore a 5000 °K si va versouna sempre maggiore dominante rossa. Èquello che accade quando si avvicina il tra-monto.I flash delle macchine fotografiche sono ta-rati su una temperatura di colore di circa5000 °K, leggermente più bassa di quella delsole per garantire tonalità di colore più calde.Pertanto utilizzando il flash si ottiene un’illu-minazione simile a quella diurna.Esiste una pellicola specifica da utilizzaresott’acqua, dotata di un filtro arancione cheelimina la dominante blu dell’ambiente ma-rino. Con essa si ottengono buone immaginiin luce naturale solo nei primissimi metri diprofondità. Le macchine digitali consentonol’inserimento di un filtro ottico o digitale cheassolve allo stesso scopo.

    L’assorbimentodella lucedipende sia dal suo percorsoin verticale sia da quelloorizzontale.

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  • Il digitaleOltre alle apparecchiature che utilizzano pellicole consviluppo chimico, sono ormai sempre più diffuse le mac-chine fotografiche digitali e le relative scafandrature per

    poterle utilizzare sott’acqua.Mentre la pellicola è insieme elemento fo-tosensibile e supporto dell’immagine, nel-le macchine digitali queste due funzioni so-no demandate a due diversi dispositivi. La funzione di acquisizione dell’immagineè svolta da un sensore (CCD o CMOS)collocato nella medesima posizione dellapellicola. La funzione di immagazzina-mento dei dati forniti dal sensore è affida-ta ad un chip di memoria o ad altri sup-porti, alcune macchine utilizzano unnormale dischetto, altre un CD, altre me-morie dedicate intercambiabili (SmartFlash, Microdrive, SD, XD, ecc). Insomma una macchina fotografica digita-le funziona più o meno come uno scannere un computer con hard disk abbinati.La continua evoluzione dei supporti di me-moria rende pressoché inutile una descri-zione degli stessi in questo testo, il tuo

    istruttore ti informerà su quelli utilizzati durante il corso.In ogni caso è fondamentale ricordare che le memorie de-vono necessariamente essere compatibili con l’appa-

    recchio fotografico che si intende utilizzaree che è bene verificare con attenzione siale istruzioni della macchina sia quelledella memoria e chiedere informazionial personale qualificato dei punti vendita.Può essere utile recarsi al negozio con lamacchina fotografica in modo da poterprovare (se possibile) il supporto “in di-

    retta”. In caso di dubbio, se non èpossibile effettuare la prova ose le caratteristiche non cor-rispondono, è meglio po-sticipare l’acquisto.

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    Alcuni supporti

    di memoriasono dotati

    di un sistemadi blocco.Prima di

    chiudere lamacchina

    nella custodia,è bene fareuno scatto di prova.

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  • “Megapixel”La funzione che nelle pellicole chimiche viene svolta daigranuli fotosensibili che compongono l’emulsione neisensori digitali viene svolta dai pixel. Il pixel rappresenta l’unità più piccola diun’immagine e il suo nome è l’acronimo di“Picture Elements” (elementi dell’immagi-ne). Le immagini digitali sono composte dapixel affiancati l’uno all’altro, ciascuno conuna determinata tonalità o gradazione cro-matica. Maggiore è il numero di pixel contenutinel sensore e maggiori sono le dimen-sioni di quest’ultimo, maggiore sarà lanitidezza ottenibile e il numero di in-grandimenti possibili ottenendo un’im-magine nitida. La quantità di pixel contenuta in un sen-sore viene indicata in Megapixel, cioè mi-lioni di pixel. Ad esempio un sensore da 5,5 megapixelsignifica che contiene 5.500.000 di pixel. Sesi considera che una buona pellicola ha unequivalente di circa 80 megapixel, ci sirende conto che il livello di definizione ot-tenibile con le pellicole è ancora superiore a quello for-nito dal digitale benché ormai i sensori abbiano superatola soglia dei 16 megapixel. In un’ottica amatoriale, una macchina digitale dotata disensore da 6 megapixel permette di ottenere immagini diqualità elevata, che consente stampe nel formato 18x24cm. con ottimi risultati.

    Due esempi di lettori dischede dimemoria.Prima di partire perun viaggio è bene verificarne lacompatibilità.

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  • Capitolo dueIl Sistema Fotografico SubacqueoIl Sistema Fotografico Subacqueo è essenzialmente composto da:

    • macchina fotografica• custodia subacquea• flash

    La macchina fotograficaSul mercato esistono diverse macchine fotografiche digi-tali, per tutti i gusti e per tutte le “tasche”. Per comodità di sintesi abbiamo suddiviso le fotocamerein 3 categorie, tenendo in considerazione le principali ca-ratteristiche che le distinguono:• le compatte “Inquadra e scatta” (Point-and-Shoot).Sono macchine compatte generalmente di basso costo,complete di tutto, mirino LCD, obiettivo zoom, messa afuoco automatica e flash incorporato. I difetti principali dialcuni modelli di questa categoria di apparecchi fotogra-fici è data dal fatto che alcuni funzionano solo in modali-tà automatica e che non sempre tutti i comandi dellamacchina sono riportati all’esterno, sulla custodia even-tualmente utilizzata;• le compatte evolute (“Full-Featured” ov vero comple-te di tutto). Rac chiudono caratteristiche che possono es-sere sia delle compatte sia delle reflex, rendendole unbuon compromesso dal punto di vista qualità-prezzo.

    Generalmente le caratteristicheprincipali so no: risoluzione piùele vata, registrazione delle imma-gini più rapida, obiettivi di qualitàma non intercambiabili. Sonocomplete di tutto: mirino LCD,obiettivo zoom, messa a fuoco au-tomatica e flash incorporato. Spesso le custodie dedicate a que-sta categoria di apparecchi posso-no montare un aggiuntivo gran-dangolare e consentono l’uso ditutti i comandi permettendo di “la-vorare manualmente” ogni singo-lo scatto, impostando valori a pia-cere ed escludendo tutti gliautomatismi;

    Le principalicategorie di

    macchinefotografiche

    digitali.

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  • • le Reflex SLR (Single Lens Reflex) Sono le vere reginedel mercato, solitamente scelte dai professionisti dell’im-magine e dagli appassionati evoluti che desiderano risul-tati migliori. Hanno la possibilità di intercambiare gliobiettivi (si possono montare grandangolari molto spinti),la risoluzione è più elevata e le immagini vengono regi-strate quasi simultaneamente allo scatto, con importantivantaggi durante le fasi di ripresa. Complete di tutti gli ac-cessori esterni come: custodie dedicate, flash, staffe, brac-cia, oblò (costruiti apposta per la classe dell’obiettivomontato), ecc. Nonostante spesso ci sia anche uno scher-mo LCD, il mirino della macchina è reflex (pertanto “leg-ge” l’immagine attraverso l’obiettivo).

    La custodia subacqueaLa custodia subacquea è una componente fondamentaleche deve essere necessariamente adatta o (ancorameglio) costruita appositamente per il modello dimacchina che si desidera utilizzare. Essa altro nonè che un contenitore stagno e resistente alla pres-sione, con leve e pulsanti esterni, che consento-no il controllo delle funzioni della fotocame-ra. Una custodia non costruita appositamente per lamacchina che si intende usare potreb-be non permettere di alloggiare cor-rettamente la fotocamera e/o non con-sentire il controllo totale dei comandi.Pertanto è necessario scegliere accu-ratamente la custodia verificando chesia adatta alla macchina che si deside-ra utilizzare. Compatibilmente con ilmodello di fotocamera impiegato, èimportante controllare che sulla cu-stodia ci siano le leve e i pulsanti per

    Una compattaevoluta con staffa e braccio per il flash TTL.

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    Uno scafandroper fotocamerareflex con oblò per il grandangolo,doppi bracci e 2 flash.

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  • cambiare sensibilità, tempi di scatto e diaframma, perpassare dalla modalità “automatico” e per effettuare ma-nualmente il bilanciamento del bianco.Le custodie possono essere realizzate in policarbonato,plastica acrilica, plastica lexan, alluminio, carbonioo una combinazione di materiali diversi. Ogni materiale ha caratteristiche diverse, di durezza o diresistenza alla pressione, alla corrosione, ai colpi o aigraffi e presentare pregi e difetti relativi principalmente apeso, ingombro ed eventuale possibilità di subire gli effetti(deformazione) di temperatura e pressione (a 40m di pro-fondità quanto pesa approssimativamente la colonna d’ac-qua su ogni centimetro quadrato della nostra custodia? Piùdi 5 Kg per cm2!). Prova a pensare al sole equatoriale, ma-

    gari a mezzogiorno. Cosa accadrebbe auna custodia abbandonata incautamentetra un tuffo e un altro sulla panca di unabarca? È possibile che per l’alta tempe-ratura la custodia possa deformarsiperdendo la tenuta stagna, con il ri-schio di allagamento e conseguenti dan-ni alla macchina fotografica. Alcune aziende producono custodie su -bacquee in alluminio o in fibra di car-bonio, utilizzate principalmente dai pro-fessionisti per le fotocamere reflex piùevolute. Molti produttori realizzano di-rettamente le custodie dedicate alle fo-tocamere che che commercializzano. Sulmercato sono disponibili anche “custo-die universali”, adatte cioé a più mo-delli di macchine digitali compatte, checonsentono di ovviare ai problemi di in-tercambiabilità, tipici dei modelli dedi-cati. Ovviamente questo tipo di custodiadifficilmente permette il controllo di tut-ti i comandi e in ogni caso è necessarioassicurarsi che sia adatta per la macchi-na che si intende utilizzare.

    Come scegliere la macchina fotografica e la custodia?La versatilità di una macchina fotografica è molto impor-tante ed è data dall’adattamento alle molteplici esigenzedel fotografo e al tipo di custodia che si intende utilizza-re. Un appassionato di foto macro, molto probabilmentenon acquisterà una macchina che non garantisca una

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    Già da questaimmagine

    è facile intuirele differenzedi ingombro e di peso tra

    una compattae una reflex.

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  • qualità di ingrandimento ottimale; per esempio eviterà leottiche con ingrandimenti solo digitali, optando per unaprovvista di ingrandimenti ottici. Inoltre, non tutte lemacchine fotografiche hanno una custodia subac-quea dedicata o l’oblò per l’ottica (obiettivo) preferita, enon tutte hanno un flash che interagisce al meglio con ilsistema fotografico a disposizione. Quindi, prima di ac-quistare una macchina fotografica digitale reflex, è ne-cessario valutare attentamente l’uso che se ne vuole fare,che tipo di riprese si desidera realizzare e quanto sarà uti-lizzata sott’acqua.Quale è più adatta alle nostre esigenze? Sicuramenteogni fotografo, sceglierà, la macchina in base alle proprieesigenze: costo, ingombro, versatilità, interesse, passione.La scelta può essere dettata dalla dispo-nibilità economica o dalle risorse che siintendono dedicare in base all’utilizzoche si farà della macchina fotografica. Unfotoreporter punterà decisamente ad unareflex con più obiettivi e probabilmentesi doterà anche di una compatta da usa-re al volo in casi particolari. Un subacqueo o uno snorkelista che de-sidera fare foto ricordo potrà orientarsiall’a cquisto di una piccola compatta cheunisce costo e ingombri ridotti alla pos-sibilità di documentare le proprie av-venture in acqua e condividerle con gliamici. La scelta in base all’ingombro e alpeso è sicuramente dettata dalla fre-quenza con cui una persona compie lun-ghi viaggi in aereo. Non é comodo viag-giare con delle reflex con più ottiche,dotate di custodie e flash di un certo in-gombro e relativo peso. Molto probabil-mente converrà indirizzarsi verso qual-cosa di semiprofessionale con peso eingombro contenuti, in modo da evitarefatica ed eventuali costi aggiuntivi perl’eccedenza del bagaglio.Sicuramente possiamo accomunare interesse e passione,i “veri motori” che fanno spesso cancellare fatica fi-sica e intoppi di carattere logistico ed economico pur dipoter utilizzare l’ultimo tipo di reflex con una custodia bel-lissima ma pesante e una copia di flash potenti, veloci maaltrettanto pesanti e ingombranti. Quando la motivazione

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    Una compattadigitale è perfetta per ognioccasioneanche per lefoto a “pelo d’acqua”.

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  • è spinta da interesse e passione veri, allora chiunque ri-esce a trascinare chili e chili di attrezzatura qua e là per ilocali degli aeroporti, sugli aerei, sui pulman, sui taxi e sul-le barche. Così come ho fatto per anni, utilizzando come“bagaglio a mano” una valigia a vera prova di bicipite. Nonricordo di essermi mai lamentato per il peso o l’ingombrodella mia “valigetta”, che in verità pochi riuscivano a sol-levare al primo colpo. Ma quello che a qualcuno può sem-brare irrilevante ad altri può sembrare incomprensibile oinsormontabile. A te la scelta!

    Suggerimenti per l’acquistoRisoluzione: grazie alla rapida evoluzione della tecnolo-gia digitale, le fotocamere sono passate da 5/6 Mega Pixela 10/12 Mega Pixel (e oltre). Questo consente di realizzare stampe a livello fotograficodel formato A2 (40x50cm). Sensore: a parità di risoluzione è preferibile un sensorepiù grande. Normalmente sulle fotocamere sono montatisensori delle dimensioni di 1/1,7” e 1/1,8”. In questo ca-so è preferibile scegliere quello da 1/1,7”.Obiettivo: scegliere una macchina dotata di zoom ottico(non a ingrandimenti digitali) e con la focale grandango-lare maggiore. Per esempio: meglio uno zoom 24-72mmche uno 35-105mm.Macro: vista l’enorme quantità di piccoli soggetti molto in-teressanti e spesso molto fotogenici che si incontrano inacqua, è bene dotarsi di una macchina che possa per-mettere anche le riprese in modalità macro.Riprese video: alcune fotocamere consentono ripresevideo in formato HD. Questa ulteriore possibilità di sce-gliere se fare fotografie e/o riprese video nella stessa im-

    mersione, rende ancor più interessante orientare la scel-ta verso questo tipo di fotocamera.Supporto di memoria: il supporto di memoria

    più diffuso e con più capacità è l’SD (SicureDigital) che attualmente può raggiungere lacapacità di 16 GB.Alimentazione: a causa dell’alto consu-mo energetico necessario alla macchinadigitale, è meglio acquistare una fotoca-

    mera che utilizzi batterie al litio. Queste bat-terie hanno una capacità maggiore di quelle

    al Ni-MH e consentono un maggior numero discatti con il flash incorporato alla fotocamera attivato (nor-malmente utilizzato nel 99% degli scatti). È buona norma

    In commercioci sono

    diversi tipi di custodie

    per macchinefotografiche

    digitali. La sceltadipende

    principalmentedal tipo di

    fotocamerache si intende

    usare.

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    it-photodiver_050809_7:Manuale photo diver 5-08-2009 19:51 Pagina 22

  • 23

    Esempio dimacchinafotograficadigitale moltosempliceda usarema di grandiprestazioni

    avere sempre una secondabatteria al litio di riserva e nu-merare entrambe con un pen-narello indelebile, affinché inumeri assegnati consentanol’identificazione immediatadurante l’uso e la ricarica (ro-tazione pianificata).Accessori: è meglio scegliereuna macchina che possa montare un aggiuntivo grandan-golare per riprese ad “ampio respiro”, dotata di una cu-stodia subacquea che permetta la connessione di un flashesterno. Nelle fotocamere compatte, la possibilità di mon-tare un aggiuntivo grandangolare permette di ampliare ilcampo inquadrato e realizzare immagini ad effetto.

    Un po’ di tecnicaLa macchina fotografica più semplice che si possa costruireè una scatola (tipo quelle usate per le scarpe) con un pic-colo foro su uno dei due lati minori, con un tappo, e, sullato opposto all’interno del contenitore, un materiale sen-sibile alla luce come per esempio la pellicola. Su questomodello elementare si basano le macchine fotograficheche usiamo tutti i giorni, comprese quelle che si usano inacqua. Nelle macchine fotografiche, sul corpo, al posto delforo, c’è un obiettivo, cioè un sistema più o meno com-plesso di lenti che consente di far giungere alla pellico-la o al sensore un’immagine il più possibile fedele alla real-tà. Gli obiettivi possono regolare le dimensioni del foroattraverso cui passa la luce con un dispositivo chiamatodiaframma e possono essere allungati o accorciati per lamessa a fuoco di precisione, indispensabile per ripro-durre immagini nitide. Al posto del tappo c’è invece undispositivo chiamato otturatore che si apre per il temponecessario ad impressionare l’immagine e poi si richiude. Dunque il diaframma (f), più o meno aperto, regola laquantità di luce che viene utilizzata, mentre l’otturatorecontrolla il tempo di esposizione alla luce (T).

    L’otturatoreL’otturatore è un sistema meccanico (o elettronico) checonsente di controllare il tempo di esposizione, cioèil tempo in cui la luce raggiunge la pellicola (macchinaanalogica) o il sensore di tipo CCD o CMOS (macchina di-gitale). Con i progressi tecnologici odierni, l’alta sensibili-tà dei materiali consente tempi brevissimi di esposizione.

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  • Una scenacome questa

    può essereriprodotta

    adeguatamentesolo con

    un obiettivomacro.

    In alcune macchine digitali, il sensore ècostantemente esposto alla luce e con-verte in modo continuativo l’immagine ester-na in una quantità variabile di elettroni perogni pixel illuminato. Al momento delloscatto, tutti i pixel si azzerano, cancellandoogni informazione, per poi prelevare lanuova immagine che vi si forma subito do-po. Di solito, questa tecnica è utilizzata conmacchine digitali il cui sensore è di dimen-sioni contenute. Le macchine con senso-ri di dimensioni maggiori e con risolu-zioni più elevate, normalmente sonoequipaggiate con un otturatore mecca-nico. L’otturatore, può essere di due tipi:centrale o a tendina. L’otturatore centra-le consiste in una serie di lamelle compla-nari imperniate su due circonferenze con-centriche che si muovono una al contrariodell’altra. Quando si scatta la foto, si liberail blocco e l’anello interno ruota provocan-

    do lo spostamento delle lamelle verso l’esterno consen-tendo così alla luce di passare dal foro aperto. Unamolla provvede poi alla chiusura delle lamelle. Delle mol-le comandano completamente il sistema, raggiungendo deitempi rapidi di apertura e chiusura dell’otturatore quali1/500° e 1/1000° di secondo. Alcune case costruttrici in-stallano l’otturatore direttamente sull’obiettivo con impor-tanti vantaggi economici relativi alle macchine digitali maa scapito della gestione delle ottiche. L’otturatore a ten-dina, come dice il nome, è costituito da un “sipario” confessura che scorre parallelamente al sensore. Le tendine so-no due, che restano unite sino al momento dello scatto; aquel punto si separano originando una fessura, che è tan-to più larga quanto è più alto il tempo di esposizio-ne impostato, e che scorre di fronte al sensore esponen-dolo alla luce. Questo tipo di otturatore si trova sullemacchine reflex sia analogiche sia digitali e solitamentesi monta all’interno del corpo macchina consenten-do una facile gestione delle ottiche. Il pregio maggio-re di questo tipo di otturatore, è quello di poter otteneredei tempi di esposizione molto brevi rispetto all’otturato-re centrale, infatti si raggiungono tempi quali: 1/4000° disecondo o 1/8000° di secondo. Lo svantaggio principaleinvece risiede nella sincronizzazione con i lampeggiatorielettronici, che si ottiene a 1/125° e in alcuni casi 1/250°.

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  • Gli obiettiviUn obiettivo, come abbiamo visto, è un insieme di lenticon meccanismi di controllo della messa a fuoco e del dia-framma. Ogni obiettivo è caratterizzato da due dati: l’a-pertura massima di diaframma e la lunghezza focale, cioèla distanza tra centro ottico dell’obiettivo e piano focale(piano del sensore o della pellicola). In base alla lunghezza focale gli obiettivi appartengono adiversi gruppi. Vengono chiamati obiettivi normali quellila cui lunghezza focale corrisponde circa alla diagonale delfotogramma. Per convenzione l’ottica normale per il for-mato 24x36 è il 50 mm. Mentre un obiettivo terrestre del-la lunghezza focale di 35 mm in acqua diventa circa 46mm (35 x 1,33, indice di rifrazione dell’acqua), cioè è l’o-biettivo normale per una macchina subacquea. Come ab-biamo già visto, una cosa simile avviene con le fotocameredigitali, dove le minori dimensioni del sensore rendono“normali” ottiche più corte di quelle del formato 24x36.Un obiettivo normale copre un angolo di campo, cioè l’an-golo del cono di luce che viene inquadrato dall’obiettivo,di circa 46°.Le ottiche che inquadrano un angolo di campo più lar-go sono chiamate grandangolari. I grandangolari vannodal classico 35 mm, che copreun angolo di campo di 63°, adottiche molto più spinte con fo-cali da 16 mm che, nel digitale,per equivalersi arrivano al 10,5mm con angoli di campo di180°. Le ottiche che inquadranoil campo più ampio sono i co-siddetti “fish eye” (occhio di pe-sce). I fish eye possono fornireun’immagine circolare con unangolo di campo di 180° e unaforte distorsione. I fish eye più usati, soprattutto infotografia subacquea, copronotutta l’area del fotogramma e for-niscono un angolo di campo di180° sulla diagonale del foto-gramma, che corrisponde a circa165° sul lato lungo. Anche se ladistorsione è minore è comun-que molto visibile.Le ottiche che inquadrano un

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    Solo con un obiettivograndangolareè possibilerenderel’idea delledimensioni di branchi di pesci come questo.

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  • campo minore del normale sono chiamate focali lun-ghe o teleobiettivi. I teleobiettivi pìù potenti, quelli chesi vedono per intendersi ai bordi degli stadi di calcio, pos-sono arrivare a 24 ingrandimenti con un effetto di avvici-namento impressionante. Nella fotografia subacquea iteleobiettivi hanno un uso limitato, come ottiche perriprese ravvicinate spesso abbinati alla funzione macro,cioè ad una messa a fuoco a pochi centimetri di distanzadal soggetto per la riproduzione dei soggetti in dimensio-ni reali o addirittura ingranditi sul fotogramma.Le ottiche zoom sono obiettivi a focale variabile conun’escursione che normalmente rimane in un rapporto1x3, ma alcuni modelli arrivano addirittura ad 1x10. Glizoom offrono notevole versatilità nella scelta dell’inqua-dratura, facilitando una più ampia scelta dei soggetti nel-la realizzazione dell’immagine. Quelli con una distanza dimessa a fuoco minima troppo elevata sono quasi sem-pre poco indicati per la fotografia subacquea.Gli obiettivi macro sono obiettivi progettati per ripreseravvicinate mantenendo una elevata assenza di distor-sioni anche alle brevi distanze. La loro capacità di ripren-dere soggetti piccoli dipende dalla minima distanza dimessa a fuoco, che è sempre inferiore ad ottiche della me-desima lunghezza focale, ma non macro. Le ottiche macropossono riprodurre un soggetto fino al rapporto 1:1, cioèil soggetto è impressionato con le stesse dimensioni cheha in natura (dimensioni reali). Con l’uso di lenti addi-zionali apposite si può aumentare il rapporto di riprodu-zione fino a superare il 2:1 (soggetto ingrandito). L’usodi lenti addizionale è consigliato sulle reflex soprattuttocon macrotele in modo da mantenere comunque una di-stanza tra lente frontale e soggetto tale da consentire unabuona illuminazione.

    La lunghezza focale La lunghezza focale e il sensore della macchina sono dueelementi che, apparentemente, non sono attinenti ma chein realtà influiscono entrambi sull’angolo di ripresa.Per capire meglio facciamo un esempio concreto con unobiettivo con lunghezza focale di 15mm, il grandangoloper eccellenza. Usato con una fotocamera analogica (conla pellicola) consente un angolo di ripresa di quasi 94°. Lostesso obiettivo usato con un sensore di tipo 4/3” inqua-dra solo una parte del campo corrispondente al formato24x36 della classica pellicola, con un angolo di campo di60°. Se usato con un sensore da 1/2” l’angolo di ripresa si

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  • riduce ulteriormente a 25°. Con una macchina analogica,per riprendere un angolo di campo di 25° serve un obiet-tivo da 75 mm (un tele), mentre per avere un angolo dicampo di 60° si deve usare un’ottica da 30mm (un “me-dio” grandangolo). Queste equiparazioni sono utili per conoscere la lunghez-za focale equivalente, visto che da molti anni i fotografi di-stinguono i teleobiettivi dai grandangolari utilizzando que-sto valore e non attraverso gli effettivigradi di campo inquadrato. Un obiettivo da 15mm usato su unamacchina digitale con un sensore da4/3” inquadra lo stesso angolo di cam-po di un 30 mm usato con una mac-china analogica con pellicola 24x36mm. Un obiettivo da 15mm usato suuna macchina digitale con un sensoreancora più piccolo del precedente, peresempio da 1/2”, ha la lunghezza fo-cale dell’obiettivo equivalente a quelladi un 75 mm. Per questo motivo le ca-se costruttrici indicano sulle ottiche siala lunghezza focale dell’obiettivo siaquella equivalente all’ottica di una ana-logica a pellicola 24x36 mm (formato

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  • 35 mm). Infatti, accanto all’indicazione della lunghezza fo-cale dell’obiettivo montato, si possono trovare le indica-zioni della “focale equivalente” nel formato 35mm. Se sul-l’obiettivo si trova scritto: 7,1/35 significa che si monta unobiettivo da 7,1 mm e che esso equivale a un 35mm suuna macchina analogica.Altre case riportano le seguenti specifiche tecniche: l.f.7.1mm-21.3mm, f/1.8 to 2.6 (35mm-105mm on 35mm ca-mera). In questo caso significa che si sta usando uno zoomdi lunghezza focale compresa tra 7.1mm-21.3mm, con lu-minosità rispettive di f1.8 e f2.6 e che esso equivale (suuna macchina analogica) ad un 35mm-105mm con lumi-nosità rispettive di f1.8 e f2.6.

    Gli aggiuntivi ottici Gli aggiuntivi grandangolari ampliano l’angolo di cam-po dell’ottica e lo portano a coprire un campo di circa 90°con una qualità ottica accettabile. A compensare la perdi-ta di qualità c’è il vantaggio che questi aggiuntivi posso-no essere montati sott’acqua (anzi ci deve essere l’acquatra la lente della macchina e l’aggiuntivo) consentendo unaversatilità altrimenti non ottenibile.Il sistema montato sott’acqua consente una maggiore ver-satilità d’uso in immersione.Suggerimento: quando, sei sott’acqua e assembli l’ag-giuntivo grandangolare all’oblò della custodia, assicuratiche non restino bolle d’aria tra il vetro dell’oblò e quellodell’aggiuntivo. Per sicurezza, con il palmo della mano,agita l’acqua d’avanti al vetro dell’oblò prima di avvitarlo.Le bolle d’aria imprigionate nella filettatura della ghiera sistaccheranno per dissolversi nell’acqua.In questo modo eviterai le distorsioni dell’immagine cau-sate dall’aria sul vetro.

    Il mirinoAbbiamo già accennato a mirini galileiani e mirini reflex,

    vediamo con più attenzione di cosa si tratta.Innanzitutto il mirino è un sistema di tra-guardi o di lenti che individua il cam-po inquadrato dall’obiettivo. Nelle macchine meno complesse è unsemplice telaio di forma rettangolaremontato sopra la macchina. Il mirino galileiano è invece un mirino

    con lenti che consente di inquadrare uncampo corrispondente a quello che inqua-

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    Esempio diaggiuntivo

    grandangolarecon attacco a baionetta.

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  • dra l’obiettivo, finché si rimane ad una certa distanza dalsoggetto. I mirini galileiani, quando diminuisce la distanza dal sog-getto (di solito al di sotto di 1 metro), soffrono di un er-rore di parallasse, cioè il mirino vede un’inquadratura di-versa rispetto a quella che vede l’obiettivo e in genere nonvede la parte bassa. È un fattore che va sempre conside-rato anche perchè sott’acqua si tende ad avvicinarsi il piùpossibile al soggetto.Il mirino reflex è un sistema complesso di lenti, prismie specchi che consente di osservare il campo real-mente inquadrato attraverso l’obiettivo, permettendocosì una maggiore precisione e un più agevole studio del-l’inquadratura. Occupa più spazio di un mirino galileianoe quindi le macchine reflex sono meno compatte.

    Lo schermo LCDChe cosa è uno schermo LCD o Liquid Crystal Display? Èun dispositivo di visualizzazione piatto e sottile checonsiste di un certo numero di pixel allineati di fronte aun riflettore o fonte di luce. Gli schermi LCD, normalmentechiamati display, possono essere di diverse misure, da unminimo di 1,50 sino a 3 pollici. Sott’acqua, un display piùgrande consente una migliore visione e di conseguenza unmaggior controllo della fotocamera.Quando la fotocamera è impostata sulla funzione di “scat-to”, sul display compariranno le immagini dei sog-getti che stiamo inquadrando e alcuni dati importanti,che possono variare secondo il modello e che possonocomprendere: il numero di scatti disponibili, l’autonomiadella batteria, la modalità impostata,la necessità della luce del flash, iltempo, il diaframma, l’indicazionedella messa a fuoco, ecc.Posizionando la funzione di “vi-sione della memoria” appariran-no tutte le immagini che abbia-mo già registrato in precedenza.Non solo, ma premendo gli oppor-tuni tasti possono comparire, tuttele funzioni raccolte nel menù di ba-se della macchina. Nel menù avre-mo tutte le funzioni che potremmopreimpostare e combinare opportu-namente per raggiungere il migliorrisultato al momento dello scatto.

    Una macchina fotograficadigitalecompattadotata di schermoLCD di buonedimensionipermette di “leggere” al megliol’inquadratura.

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  • L’esposimetroLa quantità di luce disponibile varia nell’arco della giornatae sott’acqua cala rapidamente con l’aumentare della pro-fondità. Pertanto misurare correttamente la quantità di luce è fon-damentale per ottenere immagini con una corretta espo-sizione. La misurazione della luce si effettua con l’e-sposimetro, uno strumento che indica le regolazioni daeffettuare sulla macchina in base alla luce misurata. L’esposimetro può essere un oggetto autonomo, con ap-posita custodia stagna oppure, generalmente, è all’internodella macchina.L’esposimetro incorporato nelle macchine può indicare i va-lori da impostare, oppure può inviare la misurazione alcomputer della macchina che li imposta automatica-mente. Ormai questa seconda modalità è la più diffusa. Gli esposimetri più precisi sono quelli “TTL” (“ThroughThe Lens” ovvero: “attraverso l’obiettivo”) con i quali la mi-surazione esposimetrica avviene direttamente attraversol’obiettivo sul piano del sensore o della pellicola, misu-rando esattamente la quantità di luce che colpirà ta-le zona al momento dello scatto. I sistemi più evolutiper la fotografia subacquea utilizzano questo tipo di espo-simetro.

    Bracci e staffeCome vedremo più avanti nel capitolo sull’esposizione,

    sott’acqua è normale l’uso della luceartificiale che viene fornita da unoo più flash elettronici. Inoltre, sesi desidera fotografare di not-te, è necessario l’uso di una

    torcia o di un faro per illumina-re il percorso e i soggetti da foto-

    grafare. Per maggiore stabilità, macchinesubacquee e custodie di solito vanno impu-

    gnate con due mani e, poiché non ne restano altre, perportare flash e torce sono necessari accessori costituiti dastaffe di sostegno e bracci di supporto. Le staffe si utilizzano di solito con le macchine anfibie esi applicano con una vite all’attacco del cavalletto alla ba-se del corpo macchina e spesso comprendono anche i fo-ri per il collegamento del flash. Alla staffa sono collegatii bracci per il brandeggio dei flash e spesso anche l’attac-co per la torcia di schiarimento. Sulle custodie i bracci sicollegano ad appositi supporti già progettati sul corpo in

    Particolare di sistema

    “bracci e staffe”

    con flash elettonico

    subacqueo.

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  • alluminio o in plastica. Il vantaggio di staffe e bracci è an-che quello di consentire in immersione il trasporto del-l’attrezzatura fotografica con una sola mano, lasciando li-bera l’altra per manovrare i comandi del gav. In condizioni che lo richiedano, la macchina con staffa ebracci può essere attaccata con un moschettone alGAV, lasciando libere entrambe le mani.

    Il flash elettronicoI flash per le macchine fotografiche subacquee possonoessere interni ed esterni.Interno: integrato con la macchina (per molti modelli esi-ste la possibilità di esclusione). Sicuramente molto utilesulla terra ferma, ma meno sott’acqua, anzi spesso dan-noso per le immagini ravvicinate o peggio ancora perquelle ambiente. Vediamo perché. Il piccolo flash integratonella nostra macchina spara un lampoorientato frontalmente, generando unrisultato simile all’effetto che si crea quan-do in una notte di fitta nebbia si accendo-no gli abbaglianti dell’auto, ovvero non sivede più nulla. Tutte le particelle in so-spensione tra noi e il soggetto verranno in-vestite dalla luce frontale e saranno ripre-se dalla fotocamera creando “l’effettoneve”, rendendo illeggibile e poco piace-vole la foto. Nel caso in cui sia necessariol’impiego di questo tipo di flash è meglioschermato con del materiale opaco bianco(di solito le custodie sono dotate di appo-siti diffusori) per ammorbidire il lampo, erendere “diffusa” la luce del flash integra-to. Per evitare l’effetto neve è meglio scat-tare foto escludendo il flash o utilizzan-dolo solo per comandare un flash esternomunito di cavo in fibra ottica.Flash esterno dedicato o scafandrato, concavo ottico. Il progresso tecnologico nelcampo digitale ha permesso di costruireflash che funzionano in TTL. La funzione TTL sarà approfondita più avanti, per ora an-ticipiamo solamente che un flash che lavora in TTL con-trolla l’emissione di luce che è interrotta da un appositocircuito quando è stata raggiunta l’esposizione corretta

    Un flash subacqueoelettronicodotato di spie e selettori di modalità e potenza.

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  • in base ai parametri rilevati. In commercio esistono anche“servo flash” da utilizzare come fonte di illuminazioneprincipale, comandata dal piccolo flash integrato nella mac-china. Cosa significa? Il flash principale potrà essere posizionato lateralmente alsoggetto (all’esterno della custodia della fotocamera) e il suolampo sarà comandato dal lampo del flash integrato che sa-rà stato opportunamente schermato. Una semplice copertura di materiale non riflettente (anchedel nastro isolante nero può andare bene) bloccherà il

    lampo emesso impedendo alla luce di inve-stire frontalmente le particelle in sospensio-ne. Tuttavia, il lampo schermato sarà suffi-ciente a dare l’impulso, tramite il cavo difibra ottica al flash esterno, facendolo scatta-re illuminando lateralmente il soggetto in-quadrato. Come vedremo più avanti, per smorzarele ombreggiature nette conviene utiliz-zare due flash esterni, funzionanti nellostesso identico modo.

    In fotografia subacquea il flash elettronicoserve principalmente per: - far risaltare i colori assorbiti dalla colonnad’acqua;- illuminare dove la luce ambiente è insuffi-ciente;- illuminare nelle riprese ravvicinate (macro).Non si deve però credere che l’uso del flashin immersione sia come fuori dall’acqua, do-ve un flash potente può illuminare corretta-

    mente anche una scena piuttosto lontana. Sott’acqua la luce del flash, anche del più potente, non ri-esce ad illuminare un soggetto situato a più di duemetri di distanza. Ciò dipende dalla maggiore densitàdell’acqua rispetto all’aria ed è una delle ragioni che sug-geriscono di avvicinarsi il più possibile ai soggetti.

    Per utilizzare al meglio il flash elettronico sott’acqua bi-sogna conoscere 4 caratteristiche fondamentali:- tempo di sincronizzazione- numero guida- regolazioni di potenza- angolo di copertura.

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    Esempio di diffusore

    in dotazione a una custodia

    per macchine compatte.

    it-photodiver_050809_7:Manuale photo diver 5-08-2009 19:51 Pagina 32

  • 33

    Tempo di sincronizzazioneÈ il tempo di scatto più veloce che si può impostare sul-la macchina fotografica, in modo da illuminare con la lu-ce del flash l’intero fotogramma.Tutti i tempi più lenti del tempo di sincronizzazione o sin-cro X (X è il valore indicato) sono compatibili con l’uso delflash. Nelle macchine fotografiche più semplici la sincro-nizzazione è automatica, al massimo bisogna inserire ilflash con un apposito pulsante. Nelle macchine più complesse, e nelle reflex, la sin-cronizzazione dipende dalla strutturadell’otturatore a tendina che, come ab-biamo visto, è formato da due tendineche scorrono davanti al sensore (o allapellicola nelle macchine analogiche).Prima dello scatto una tendina copre ilsensore e l’altra è avvolta in un rocchet-to: al momento dello scatto la prima ten-dina scorre iniziando a scoprire il senso-re. Con i tempi di scatto veloci laseconda tendina inizia la sua corsa men-tre la prima è ancora in movimento. Tra le due tendine si forma così una fes-sura che scorre sul sensore e attraversola quale passa la quantità di luce desi-derata. Il contatto elettrico che comandalo scatto del flash si chiude quando laprima tendina arriva a fine corsa. Il tempo di sincronizzazione X corri-sponde al tempo con il quale la secon-da tendina parte quando la prima hascoperto tutto il fotogramma e la luceflash è in grado di colpire tutta la super-ficie del sensore. Le reflex hanno la pos-sibilità di operare in automatismo con ilflash e in questo caso la sincronizzazio-ne del flash avviene automaticamente.Ma, come vedremo in seguito, per ottenere risultati foto-grafici più avanzati si opera con regolazioni manuali e inquesto caso non bisogna dimenticare di impostare untempo di scatto pari al sincro X o più lento. L’errore disincronizzazione del flash è facilmente comprensibile osser-vando le foto: se nell’immagine compare una fascia più scu-ra su un lato del fotogramma o se la parte illuminata è solouna sottile striscia del fotogramma, significa che è stato im-postato un tempo più veloce del sincro X.

    Esempio di come la mancatasincronizzazionedel flash può influire sulla foto.

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  • Variazioni del numero

    guida in baseai parametri

    che lo determinano.

    Numero guidaIndica la potenza del flash e corrisponde al diaframmache si deve impostare usando una sensibilità di 100ISO per illuminare correttamente con il flash un sog-getto posto a un metro di distanza. La potenza del flashviene anche indicata in watt, ma il numero guida è il si-stema più pratico perché dà una informazione immedia-ta sul modo di operare. Il numero guida varia con il variare dei parametri chelo determinano: aumenta se aumenta la sensibilità usa-ta e viceversa. Diminuisce se aumenta la distanza dal sog-getto e viceversa. Qui sotto vediamo alcuni esempi di come avvengono que-ste variazioni considerando un flash che ha numero guida

    o f 8 (in acqua), prima variando la di-stanza dal soggetto poi variando la sen-sibilità mantenendo la distanza fissa. Unavolta individuato il numero guida in ac-qua del flash può essere utile fare unatabella simile da portare in acqua in mo-do da poter agire rapidamente sulle im-postazioni. Variando il diaframma cam-bia la profondità di campo, agendo sullasensibilità varia il tempo di esposizione.Normalmente il numero guida (NG) èindicato dal costruttore del flash. Vaposta attenzione al fatto che il numeroguida terrestre è superiore a quello sub-acqueo, che normalmente corrisponde apoco meno di un terzo. Poiché calcolato in laboratorio (aria) enon sott’acqua. Ad esempio, se il nu-mero guida terrestre è 33 quello subac-queo sarà molto probabilmente 11 (co-sì determinato 33 : 3 = 11). Tuttavia il numero guida subacqueo siaquello ricavato con la formula sia quel-lo indicato dal produttore, va verificatoe controllato anche sperimentalmente.Basta effettuare una serie di scatti va-

    riando i parametri e le distanze, riportando su una lava-gnetta le varie combinazioni riferite a un numero se-quenziale e verificare i risultati sulle foto così realizzate.

    Variazioni del n° guida

    NG o f 8 - 1 metro - 100 ISO variando la distanza:

    f 11 - 60 cm - 100 ISO f 8 - 100 cm - 100 ISO f5.6 - 140 cm - 100 ISO

    distanza fissa:f 5.6 - 100 cm - 50 ISO f 8 - 100 cm - 100 ISO f 11 - 100 cm - 200 ISO

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  • Regolazione di potenzaLa potenza erogata dal flash può variare quando si operacon esposizione automatica TTL, ma anche in regolazio-ne manuale è possibile ridurre la potenza. I nuovi flash co-struiti per operare con fotocamere digitali hanno la pos-sibilità di variare manualmente la loro potenza con unminimo di 7 posizioni ognuna con più impostazioni.Vedremo più avanti che la regolazione di potenza è im-portante soprattutto nei flash più potenti, quando è ne-cessario miscelare luce ambiente e luce artificiale inmodalità manuale.

    Angolo di coperturaCorrisponde all’angolo del cono di luce emesso dal flashmisurato in gradi. L’angolo di coperturadeve essere sempre superiore all’an-golo di campo inquadrato dall’obiet-tivo. Un flash che copre un angolo di80° non è adatto ad essere utilizzato coni grandangolari spinti, molto usati in fo-tografia subacquea. I flash più professionali hanno sempreangolo di campo superiore a 100°, men-tre con l’uso di ottiche fish eye è neces-sario combinare la luce di due flash peravere un’illuminazione uniforme delgrande campo inquadrato. L’angolo di copertura può essere au-mentato con l’uso di diffusori solita-mente forniti dal costruttore. Inoltre, il diffusore varia la temperaturadella luce (calore) del flash, rendendopiù calda e morbida l’illuminazione. Lacasa costruttrice fornisce, con le istru-zioni del flash, i valori della temperatu-ra della relativa lampada. Il diffusore ri-duce la potenza del flash, almeno di undiaframma, ma l’esatta entità del calo dipotenza va verificata sperimentalmente.

    Messa a fuocoPerché un’immagine risulti nitida deve essere messa a fuo-co. Per farlo si spostano avanti o indietro le lenti dell’o-biettivo in modo da aumentare o diminuire la distanza delcentro ottico dal sensore. Più un soggetto è lontano piùsi accorcia l’ottica, più un soggetto è vicino più l’ot-

    Formula per calcolare il diaframma

    - NG = Numero Guida- f = DiaframmaNG aria x 1/3 = NG acqua

    NG acqua : distanza = fes.

    33 x 1/3 = 11NG 11 : 1 m. = f 11

    Formula percalcolare ildiaframma (f)partendo dal numeroguida (NG).

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  • Sequenzadiaframmi (f).

    I valori più bassi

    permettono un maggiore

    arrivo di luceal sensore

    a fronte diuna minore

    profondità di campo.

    tica si allunga allontanandosi. Le ottiche macrosono invece progettate per poter allontanare lelenti molto più delle ottiche normali: l’allontana-mento dal piano focale provoca una perdita di lu-minosità che, nelle macchine automatiche, vieneconsiderata automaticamente, mentre nel caso diuso manuale bisogna tenerne conto per il calco-lo dell’esposizione.Le macchine fotografiche meno complesse sono afuoco fisso, nel senso che l’ottica è regolata sul-l’iperfocale, cioè sul punto nitido più vicino allafotocamera quando è a fuoco anche l’infinito.Per spiegare meglio questo concetto, fondamen-tale nell’uso dei grandangolari e delle macchine amirino galileiano, è necessario introdurre un altroconcetto, quello di profondità di campo. La profondità di campo è la distanza che in-tercorre tra il punto più vicino e quello piùlontano che nell’inquadratura hanno una ni-tidezza sufficiente, che sono cioè a fuoco. Per fa-re un esempio pratico, se con una ottica da 35 mmmettiamo a fuoco ad un metro con diaframma 11,la profondità di campo varia da 80 cm a circa 140cm dal piano del sensore. Usando le stesse rego-lazioni con un 15 mm la profondità di campo va-ria da 40 cm all’infinito. Mentre se utilizziamo unozoom macro la profondità di campo è di pochimillimetri. L’ampiezza della profondità di campo dipen-de dal rapporto di riproduzione del soggetto,

    nel senso che, anche cambiando ottica, se il soggetto vie-ne riprodotto sempre nelle medesime dimensioni la pro-fondità di campo non cambia. In pratica, semplificando,valgono alcune regole molto utili in fotografia subacquea:

    1) La profondità di campo è sempre minore davanti al sog-getto e maggiore dietro al soggetto. La zona di fuoco ni-tido si estende all’incirca per un terzo davanti al soggettoe 2/3 dietro.

    2) La profondità di campo è inversamente proporzionaleal diaframma: diaframmi chiusi (valore numerico alto),più profondità di campo; diaframmi aperti (valorenumerico basso), meno profondità di campo.

    3) La profondità di campo è direttamente proporzionale al-

    Sequenza diaframmi

    meno luce1,422,84

    5,6811162232

    più luce

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  • la distanza del soggetto: soggetto lontano, più profonditàdi campo; soggetto vicino meno profondità di campo.

    4) Nella pratica la profondità di campo è maggiore con igrandangolari, mentre è minore negli obiettivi di media elunga focale.

    Utilizzando le macchine di nuova progettazione e digita-li si ha a disposizione la messa a fuoco automatica o as-sistita che rende più semplice la realizzazione di immagi-ni a fuoco. Anche usando la messa a fuoco automatica èperò necessario tenere sotto controllo la profondità dicampo per ampliare il campo di nitidezza nell’immagine. La profondità di campo può essere utilizzata anche in mo-do inverso, cioè riducendoladeliberatamente con l’uso didiaframmi aperti in modo daisolare il soggetto a fuoco dalresto dell’inquadratura fuorifuoco. Bisogna tenere contoinoltre che, sott’acqua, la rifra-zione fa apparire i soggetti piùgrandi e più vicini e quindiserve un certo allenamento perla valutazione delle distanze. Non bisogna però commetterel’errore di sostituire alla stimauna misurazione della distanzaeffettiva, perché anche la mac-china fotografica subisce l’ef-fetto della rifrazione e quindi ladistanza reale non corrispondea quello che vedrà la macchi-na. La pratica e l’uso della pro-fondità di campo consentonocomunque di azzerare gli er-rori di messa a fuoco, comuniall’inizio.

    EsposizioneLa quantità di luce disponibilein fotografia viene utilizzata va-riando i rapporti tra tre fattori:- sensibilità o film speed (ISO)- tempo di esposizione o T- diaframma o f.

    Un doridedipintofotografatoimpostando la messa a fuocoautomaticasul capodell’animale.Si può notarecome laprofondità di campo sia minorenella parteanteriore.

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  • Saper scegliere come variare i rapporti tra questi tre fattoriconsente di controllare non solo la corretta esposizione, maanche di ottenere effetti controllati nella composizione del-l’immagine, in rapporto alle caratteristiche del soggetto.

    SensibilitàÈ la capacità di una pellicola o di un sensore di formarel’immagine in un dato tempo e con una data quantità diluce. La sensibilità viene indicata sempre sulla confezionedei rullini fotografici e convenzionalmente anche i senso-ri delle macchine digitali sono impostabili secondo gli stes-si parametri. Alla sensibilità della pellicola corrispondono i trattamentichimici per lo sviluppo perciò, usando una pellicola, es-sa va esposta secondo un unico valore di sensibilità cheva impostato manualmente o automaticamente al mo-mento del caricamento.La sensibilità può essere indicata con due scale nu-meriche (ISO o DIN) con valori diversi ma corri-spondenti.La scala ISO (o ASA) è più utile al fine di comprendere ladifferenza tra pellicole di diversa sensibilità: infatti, ogni 3valori la sensibilità raddoppia, cioè basta metà luce per ot-tenere lo stesso effetto. Ciò significa in pratica che, con 100ISO sulla macchina fotografica, verranno impostati gli stes-si parametri che, con metà luce disponibile, vengono usa-ti con 200 ISO. Al contrario, con 50 ISO, per impostare glistessi parametri sarà necessaria una quantità di luce doppia. Si parla di bassa sensibilità con valori fino a 50 ISO, di me-dia sensibilità da 64 ISO fino a 125 ISO e di alta sensibili-tà da 200 ISO in su. Lo stesso discorso vale per il digitale, impostando gli stes-si valori di sensibilità (ISO) sull’apposito selettore dellamacchina.

    Suggerimento: variazione della sensibilità. Se stai utiliz-zando uno zoom al massimo formato del teleobiettivo, ehai impostato la sensibilità ISO in automatico, la fotoca-mera lavorerà con un valore elevato (300/400 ISO).Quando la sensibilità ISO è impostata su un valore eleva-to, il risultato fotografico è caratterizzato da una dominantedi colori sbilanciati dalla presenza di fastidiosi “rumori elet-tronici” che hanno effetto di disturbo sulla qualità del-l’immagine. Per evitare tutto ciò è opportuno impostare gli ISO sul va-lore di 100.

    ISO DIN25 1532 1640 17 50 1864 1980 20100 21125 22160 23200 24250 25320 26400 27

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    Scale dellasensibilità ISO e DIN.ISO e ASA

    sono uguali.

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  • SensoreAttualmente i sensori possono essere di due tipi: CCD oCMOS. Nei CCD le cariche di ogni sensore vengonolette in maniera seriale, una alla volta, per ricavare tut-ti i dati necessari. La lettura dei dati che compongono lafotografia deve essere completamente scaricata nella me-moria della macchina, prima che sia possibile registrareuna nuova l’immagine. Nei sensori di tipo CMOS, ogni elemento viene letto sin-golarmente, e ognuno è raggiungibile per mezzo dispecifiche coordinate (sensori a indirizzamento ascissa-ordinata x-y). Questi sensori, oltre che alla ricezione del-la luce, provvedono anche alla misurazione dell’esposi-zione e all’autofocus. La differenza sostanziale tra i duesistemi è che se i CCD sono più economici e inviano unsegnale molto pulito, pur essendo poco versatili, i CMOSinvece hanno il vantaggio di essere più veloci e di lavo-rare costantemente a basso voltaggio. Per questo, lenuove generazioni di macchine digitali, tendenzialmentemontano i CMOS.La luce raggiunge il sensore, cuore di un sistema di ripresadigitale, tramite un sistema ottico (obiettivo). Va detto, atitolo di inciso, che è diffusa nel settore l’idea che da unobiettivo destinato alla ripresa digitale non sia richiesta lamedesima qualità richiesta da un’ottica destinata alla ri-presa su pellicola, ma questo è assolutamente falso. Tornando al nostro tragitto “luminoso”, le radiazioni cheraggiungono il sensore vengono convertiteda esso in flussi elettrici direttamente propor-zionali alla quantità di luce ricevuta. Si tratta diuno degli elementi più importanti dal punto di vi-sta qualitativo: il sensore deve essere in grado diprodurre una corrente elettrica priva di disturbosia nelle zone più intense (le zone più chiare delsoggetto) sia in quelle più deboli (le zone scure)e uno degli elementi per definire la qualità deisensori sta proprio nell’analisi del loro compor-tamento in questi due estremi. Alcune costruzio-ni prevedono soluzioni per eliminare o ridurre idifetti nella riproduzione dei punti più intensi del-la luce che altrimenti vengono riprodotti sotto for-ma di aloni e non di punti nitidi (difetto deno-minato “blooming”) e per ridurre il “rumore”delle zone d’ombra, che solitamente si ottiene raf-freddando in modo forzato il sensore, oppureusando soluzioni costruttive di altro genere.

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    Mentrel’otturatore è aperto, nellemacchinereflex, si puòosservare il sensorecollocatodietrol’obiettivo.

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  • Tempo di esposizioneIl tempo di esposizione T corrisponde al tempo in cui ilsensore è esposto alla luce attraverso l’apertura dell’ottu-ratore. Il valore del tempo è espresso in secondi e frazio-ni di secondo. Ad esempio, i tempi indicati sul display van-no letti così: 125 = 1 centoventicinquesimo di secondo;250 = 1 duecentocinquantesimo di secondo e così via.Più grande è il numero, più breve è il tempo di esposi-zione e viceversa. Ad ogni scatto di valore del tempo la quantità di luce chegiunge al sensore si dimezza o si raddoppia. Infatti, cia-scun valore indica un tempo doppio del precedente e me-tà del successivo.Ogni scatto di valore del tempo corrisponde a una varia-zione di 3 valori nella scala della sensibilità e a una va-riazione di un valore di f (diaframma).Ciò significa che se il tempo corretto con un dato dia-framma e con la sensibilità impostata su 100 ISO è 1/125°,con 200 ISO il valore del tempo andrà impostato a 1/250°e con una da 50 ISO a 1/60°.Un tempo veloce riduce l’effetto “mosso” nell’immagine untempo lento è necessario in presenza di poca luce.

    DiaframmaIl diaframma o f è il foro regolabile attraverso il quale laluce raggiunge il sensore (o la pellicola) al momento del-l’apertura dell’otturatore. Più grande è il valore numerico del diaframma, più pic-colo è il foro e minore è la quantità di luce che raggiun-ge il sensore.Con un dato tempo di esposizione per ogni valore nu-merico di f raddoppia o dimezza la quantità di luceche giunge al sensore. Ogni variazione di f corrisponde a uno scatto del tempoT o a una variazione di 3 valori della sensibilità.Coppie T e f (Tempo /diaframma)Mantenendo fissa l’impostazione della sensibilità, i valoriche possono variare nell’esposizione sono T e f, ma sem-pre in modo dipendente tra loro. Infatti, per mantenereuna data esposizione se si aumenta il valore di T è ne-cessario ridurre la quantità di luce che passa attraverso ildiaframma, perciò f andrà regolato su un valore inferiore.Per esempio: se l’esposimetro indica che 1/250° f 5,6 è lacoppia di valori corretta per la quantità di luce disponibi-le, anche 1/125° f 8 e 1/500° f 4 saranno valori corretti. Ciòsignifica che per ogni inquadratura esiste una serie di cop-

    Con una data sensibilità,

    i valori chepossono

    variare nellaesposizione

    sono T e f(tempo e

    diaframma)

    Coppie T/f

    f T2,8 1/10004 1/500

    5,6 1/2508 1/12511 1/6016 1/3022 1/15

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  • pie di T e f che consentono di far giungere al sensore lamedesima quantità di luce.Ognuna delle coppie T/f della tabella riprodotta a lato èequivalente alle altre come esposizione, ma cosa cambia? Cambiano due aspetti compositivi dell’immagine: la pro-fondità di campo e la possibilità di fermare soggetti inmovimento o di evitare di avere immagini mosse peril proprio movimento.Della profondità di campo abbiamo già discusso: essa haun importante valore compositivo, infatti, quando è mol-to estesa, aumenta la sensazione di nitidezza e consentedi avere a fuoco soggetti vicini e lontani, se è necessario.Al contrario, una profondità di campo ridotta, accentual’effetto di isolamento del soggetto a fuoco rispetto allosfondo, mettendolo in risalto.

    Sottoesposizione e sovraesposizioneQuando la quantità di luce giunta al sensore è insuffi-ciente per riprodurre in modo corretto la scena inqua-drata, si dice che l’immagine è sottoesposta: essa appa-re più scura con perdita di dettaglio nelle zone scure.Quando la quantità di luce giunta alsensore è troppa, si dice che l’immagi-ne è sovraesposta: essa appare chiaracon le zone illuminate che perdono de-finizione del dettaglio. La sottoesposizione e la sovraesposizio-ne si indicano in valori di stop: si dice,cioè, che l’immagine è sovraesposta osottoesposta di uno stop, oppure di fra-zioni di stop. Per stop si intende lo scat-to di un valore di diaframma o di tempoo di sensibilità. Se un’immagine espostacon la coppia 125 f 8 è sovraesposta diuno stop, si otterrà un’immagine espostacorrettamente usando le coppie 125 f11, oppure 250 f 8. Se invece un’immagine esposta con lamedesima coppia 125 f 8 risulta sottoe-sposta di mezzo stop, l’esposizione cor-retta sarà 125 f tra 5,6 e 8. La sottoesposizione e la sovraesposizio-ne possono essere intenzionali quando,ad esempio, sulla base dell’esperienza sipreferisce realizzare immagini più satu-re o meno sature.

    Un esempio di immaginesovraesposta.

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  • Sistema fotograficosubacqueo

    con oblò sferico.

    Suggerimento: la compensazione dell’esposizione è uti-le quando il contrasto tra il soggetto e lo sfondo è vera-mente alto. Con la compensazione si possono regolare learee troppo scure illuminandole, o regolare le aree trop-po luminose rendendole meno luminose. La fotocameradigitale non può registrare una scala di contrasti molto am-pia, come l’occhio umano. Pertanto l’immagine potrà ri-sultare o troppo scura o troppo chiara. Sarà il tuo gustopersonale ad aiutarti trovare il miglior compromesso, trachiari e scuri. Per rendere l’immagine gradevole puoi in-tervenire sulla macchina a livello della compensazione diesposizione agendo sulle opzioni del menù EV: - EV = im-magine più scura, + EV = immagine più chiara.

    FiltriAccenniamo per vostra conoscenza anche alcune infor-mazioni sull’uso dei filtri. Sott’acqua, i colori così definiticaldi (rosso, arancione, ecc.), vengono assorbiti già nei pri-mi metri. Pertanto, se dovessimo scattare foto subacqueedi giorno, nei soli primi 5 metri (in un mare tropicale), po-tremmo fare a meno del flash, utilizzando un filtro rossoo arancione per togliere le sfumature di blu e verde, masempre e solo senza l’utilizzo del flash. Pertanto i filtri ros-si, posizionati sulla lente dell’obiettivo, contribuiranno al-la miglior riuscita dei colori nelle immagini scattate senzal’utilizzo di fonti di luce alternativa.

    Oblò correttoreMentre le ottiche per le macchine anfibie sono progetta-te per ottenere un angolo di campo definito, usando lereflex in custodia con l’oblò piano l’effetto della rifrazio-ne allunga di fatto la focale del 33%. Per ovviare a questo inconveniente si utilizzano i cosiddettioblò sferici o correttori, che annullano l’effetto della ri-

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    it-photodiver_050809_7:Manuale photo diver 5-08-2009 19:51 Pagina 42

  • Esempio diimmagine “in and out”eseguitacorrettamente.

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    frazione mantenendo la lunghezza focale dell’ottica terre-stre. L’oblò correttore genera un’immagine virtuale, che sicolloca a circa 30 cm di distanza dal piano focale, e per-tanto può essere utilizzato solo con ottiche che abbianouna messa a fuoco così ravvicinata. Nel caso degli zoom,che spesso hanno distanza minima di messa a fuoco su-periore, è necessario l’uso di una lente addizionale, checonsente la messa a fuoco anche con l’oblò correttore.

    In and OutSpesso capita di vedere pubblicate immagini in cui sono in-quadrati sia il fondale marino sia la parte emersa. Sono qua-si sempre realizzate con reflex scafandrate e ci sono due tec-niche per ottenerle. La prima consiste nell’uso di un’otticagrandangolare con un oblò piano, che abbia il vetromolto vicino all’ottica in modo da non creare vignettature.L’ottica va regolata con la messa a fuoco sull’iperfocale conun diaframma più chiuso possibile. La seconda tecnica consiste nell’uso dell’oblò sfericomontando sull’ottica una lente diottrica con solo la me-tà inferiore. In questo modo sarà possibile mettere a fuo-co, in manuale ovviamente, sia l’esterno sia l’ambiente ma-rino. Il n° di diottrie della mezza lente dipende dalledimensioni dell’oblò. In entrambi i casi si ottengono buonirisultati solo quando il fondale è molto luminoso, poco pro-fondo e la differenza di luminosità con l’esterno è poca.

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  • Capitolo trePreparazione della macchina1. Installazione delle batterie Batterie ricaricabili o usa e getta: verifica se le batterie so-no cariche o (se possibile) sostituisci la batteria con dellebatterie usa e getta nuove. Considera sempre che il mo-nitor LCD delle macchine digitali assorbe moltissima ener-gia e che per questo motivo potresti trovarti “senza pila”a metà immersione.

    2. Verifica delle schede di memoriaLe schede di memoria sono inserite all’interno della mac-china fotografica, e possono essere asportate in ogni mo-mento (tranne che in immersione!), per scaricare i daticontenuti. Per comodità e semplicità d’uso organizzati inmodo da poter disporre di più schede di memoria per ognimacchina, magari contrassegnate con un numero. Cosìquando avrai esaurito una scheda potrai sostituirla con unavuota e continuare a scattare anche se non hai modo discaricare le foto sul pc. Le schede di memoria sono mol-to “resistenti” ma vanno trattate con cura e perizia e ripo-ste sempre nella relativa custodia; un danno alla scheda(graffi, umidità, temperature estreme, smagnetizzazione,ecc.) potrebbe significare la perdita di tutte le foto che con-teneva.

    3. AccensioneAccendi la macchina e verifica che lo schermo LCD entriin funzione, prima e dopo l’inserimento nella custodia del-la macchina digitale. Potrebbe sembrare un lavoro inutilema può capitare di aver utilizzato la sera prima la mac-china per fare delle foto esterne, e aver escluso lo scher-mo LCD per risparmiare energia.

    4. Formattazione della scheda dimemoriaSe stai usando una scheda di memo-ria nuova, ricorda di formattarla pri-ma di scendere in acqua. Con i solipulsanti esterni della custodia sub-acquea, potresti non avere accessoal menù di formatizzazione conconseguente impossibilità di me-morizzare (quindi realizzare) le foto.

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    Esempio dialloggiamentodella batteria.È importante verificare lo stato dellabatteria prima di ogniimmersione.

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  • 5. SettaggioSpesso non si considera che la macchina viene utilizzataesternamente con delle funzioni differenti dall’uso subac-queo. Per questo la verifica di routine è una procedura ne-cessaria e non una banale perdita di tempo. Prima di ognituffo verifica: la modalità di scatto (Auto/Prog/Manual), ilflash, se è possibile escludete il pre-lampo, la sensibilità(utilizza basse sensibilità: ISO 100), il tempo di esposizio-ne (se possibile, lungo per la foto ambiente più rapido perla macro e i pesci). Inoltre prepara la funzione del bilan-ciamento del bianco in modalità “M” (Manuale).

    6. Preparazione della custodia subacquea- Controlla pulsanti, ed interno, verifica la pulizia del ve-tro frontale dell’oblo. Non utilizzare liquidi con solventi osaponi con tensioattivi perché potrebbero danneggiare leguarnizioni o intaccare le molecole della struttura della cu-stodia stessa. Le custodie in plexiglass potrebbero diven-tare opache.- Prima della chiusura definitiva controlla gli o-ring, ricor-da di verificare che non ci siano corpi estranei sulla guar-nizione di tenuta: potrebbero causare delle pericolose viad’acqua.

    7. Sistemazione della fotocamera nella custodia- L’inserimento della fotocamera nella sua custodia sub-

    acquea deve avvenire con una certa fa-cilità, se la custodia non si chiude, noninsistere o forzare ma cerca la soluzionedel problema. Potresti aver effettuatoqualche manovra non corretta. Estrai lafotocamera e ricomincia l’operazione, senecessario rileggi le istruzioni della casaproduttrice.- Un suggerimento: inserisci, negli spazivuoti tra la parete della custodia e la fo-tocamera, una bustina di sali di tipo “si-lica gel”. Le piccole bustine che raccol-gono l’umidità e che dovresti aver trovatonell’imballaggio della tua macchina foto-grafica o della custodia. Raccoglierannol’umidità e faranno in modo che il vetrodell’oblo della custodia non si appanni.Spesso il calore sviluppato dalla mac-china accesa, con il freddo dell’acquaesterno, provocano questo inconvenien-

    Immagineingrandita

    in cui si vedeun tratto diguarnizione

    o-ringcontaminatada polvere e

    altri corpiestranei.

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    it-photodiver_050809_7:Manuale photo diver 5-0