Viaggio in Gallura (Egidio Trainito)

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Pochi territori della Sardegna hanno subito una trasformazione così profonda e complessa come la Gallura. In soli 30 anni si è completamente invertito il rapporto tra i territori dell´interno, tradizionale motore dell´economia gallurese, e quelli costieri. La quantità di insediamenti costieri, di porti e porticcioli ha fatto divenire la Gallura capitale del turismo sardo: Olbia è divenuta il primo porto passeggeri d´Italia e l´Aeroporto Costa Smeralda il primo per il traffico privato. Eppure la Gallura resta ancorata alla sua tradizione rurale e alla sua peculiare forma di occupazione del territorio con l´insediamento diffuso. Se ne sta accorgendo anche il turismo che, sempre di più, alterna alla costa sortite nell´interno per gustare la tradizione gastronomica, per respirare l´atmosfera degli stazzi, per farsi ammaliare dalle suggestioni della civiltà nuragica, per scoprire gli scenari del granito, quasi un filo conduttore che tiene insieme naturalmente tutto il territorio.

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Gallura, limiti incerti

Sottili linee solcano le carte geografiche di continenti, stati e regioni; spes-so sono affiancate da una linea colorata. Hanno andamenti bizzarri: a voltesono linee rette, altre fanno percorsi sinuosi. Attraversano fiumi, laghi, cate-ne montuose, spesso incuranti delle divisioni naturali che scandiscono i ter-ritori. Talvolta sembrano ravvedersi e seguono con diligenza ostacoli e bar-riere che la natura frappone tra una terra e l’altra. Sono linee virtuali che avolte si interrompono, dove né il buon senso, né le guerre hanno consenti-to di dar loro vita. Sono i confini: a volte hanno la concretezza del filo spinato, della pietra, delcemento armato o di semplici siepi o di muri a secco. Il più delle volte sonosolo da immaginare. Cambiano nel tempo, con lo scorrere della storia e conl’avvicendarsi delle comunità umane. Il tempo, lo spostamento di genti epopoli, la diffusione delle culture, l’evoluzione della lingua a volte li rendo-no così vaghi che una linea non la si può più tracciare, perché si dilata inmodo diseguale.È il caso della Gallura. In queste pagine, forse in modo arbitrario, si è scel-to di descrivere il territorio compreso nella Provincia Olbia-Tempio: unaspecie di Gallura allargata ad alcuni comuni che storicamente hanno sem-pre fatto da cerniera tra la Gallura, il Logudoro e il Nuorese e in parte com-presi nella regione storica del Monte Acuto. Forse qualche purista storcerà il naso, ma il dato di fatto è che i confini dellaGallura sono cambiati nel tempo e anche se si dovesse scegliere la linguaparlata, il gallurese, come attestato di appartenenza non mancherebbero iproblemi. Se fosse la lingua a guidare dovrebbero essere ricompresi i terri-tori di Viddalba, Santa Maria Coghinas ed Erula e sarebbero esclusi Oschi-ri, Berchidda, Monti e Alà dei Sardi. Ma si dovrebbe anche riconsiderare sesiano galluresi Luras, un’enclave dove si parla il logudorese, La Maddalena,dove diverse influenze hanno prodotto il dialetto maddalenino, e la stessaOlbia, dove si parla un idioma con forti connotazioni logudoresi, a partiredagli articoli determinativi. Anche Golfo Aranci starebbe stretta nell’ambi-to gallurese, considerate le influenze provenienti dal Campidano, da Ponzae dalla Campania. Anche un’analisi storica non dà risultati univoci. A cominciare dal nome, lacui origine è oltremodo incerta. L’ipotesi più accreditata, tanto suggestiva quanto congetturale, è che ilnome derivi da Galil, parola fenicia che indica una regione montuosa.Rimasto questo nome ad indicare le regioni interne fino all’epoca romana,esso sarebbe stato utilizzato dai cartografi romani come toponimo, nell’ac-cezione Galil rura e Gal.rura, cioè terre del Galil, per divenire poi Gallura. La prima certezza è che nella seconda metà dell’XI secolo appare il termineGallurensis, in un’epistola di papa Gregorio VII. La seconda certezza è che le regioni nord-orientali e parte delle orientalidella Sardegna furono comprese nel Giudicato di Gallura, ma non vi è atte-stazione sulla data d’inizio di questa suddivisione, forse a partire dall’VIII

secolo. Mentre appare comunemente accettato il fatto che il Giudicato diGallura abbia termine nel 1288 con la cacciata di Nino Visconti, giudicecon sede in Tempio, da parte dei Pisani. Da quella data le terre di Galluraentrano nelle vicende sarde senza più essere un’entità autonoma.Si torna così alla questione geografica, perché il Giudicato di Gallura com-prendeva un’area ben più vasta degli attuali limiti della Gallura, quali chesi vogliano intendere. Così vengono descritti gli antichi confini nel Dizio-nario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S.M. il Re diSardegna redatto da Casalis e Angius nel 1840: «Questa regione limitavasidal mare cominciando dalla foce del Termo (fiume di Coguinas o Cocina) versogreco al capo Testa, quindi verso sirocco-levante al Capo Ferro da questo versoostro-ostro-sirocco al capo Comino, donde si declinava verso ostro-ostro-libeccioalla Cala Sisina: dentro terra avea i suoi termini col Logudoro nella linea delsuddetto Termo sino a piè del colle che dicono Montacuto, poscia in quella del... l'Elema, e nelle falde occidentali dell’altipiano Bittese e del monte di Olie-na; col regno di Cagliari ne’ monti di Urselè e in Monte-santo di Baunei. Lalunghezza di queste frontiere era di circa miglia 70. Superficie. Così definitii suoi termini computiamo la totale area territoriale della Gallura di circamiglia quadrate 1370. Divisione principale. Distinguonsi due parti: la supe-riore, terminata a libeccio dal Termo, indi dall'alveo delle acque scorrenti perla falda australe del Limbara, e da una retta distesa tra Nulvàra e la estremi-tà meridionale del Montenero e dalla sua appendice, che ha capo in PuntaSantanna: la inferiore comprende tutta la rimanente regione. La prima ritie-ne tuttora il nome antico di Gallura, l'altra ha tanti nomi quanti sono li suoidipartimenti. La Gallura superiore ha di superficie miglia quadrate 703, lainferiore miglia quadrate 667».Questa descrizione di fatto identifica la Gallura superiore del periodo giu-dicale, che aveva mantenuto nel tempo la sua denominazione, con buonaapprossimazione con il territorio della Provincia Olbia-Tempio, conl’esclusione della parte più meridionale comprendente i territori di Buddu-sò, di Alà dei Sardi e parte di quelli di Oschiri e di Monti, che avrebberofatto parte della Gallura inferiore.

Alle pagine 4-5: la risacca scivolasulla spiaggia dell’Isola dei Gabbianiin una giornata di maestrale.

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Thin lines run through the geographical maps of continents, states andregions, often coupled with a coloured line. They follow unpredictable direc-tions, sometimes straight, sometimes winding. They cross rivers, lakes andmountain ranges, often seeming to neglect the divisions created by nature. Attimes, they seem to mend their ways to diligently follow any obstacles andbarriers that nature has devised between one land and another. They are vir-tual lines, occasionally interrupting wherever neither wars nor common senseallowed them to exist.That is how borders are: sometimes as harsh as barbed wire, as stone, ascement – or else, as simple as hedges or drystone walls. More often than not,they just have to be imagined. They change with the passage of time and thealternation of human communities. Time and the movement of peoples, thespreading of cultures and the evolution of languages often blur them to sucha point that a line could no longer be traced, as it would be unevenly dilated.This is Gallura’s case. Maybe in an arbitrary approach, the following pages aimto describe the lands comprised in the province of Olbia-Tempio: a sort ofGallura extended to a few municipalities that, historically, have always actedas a connective tissue between Gallura, Logudoro and Nuoro region, partlycomprised in the historic region of Monte Acuto. A purist might turn up his nose, but the truth of the matter is that the bor-ders of Gallura have changed in time and, even if one was to decide throughthe spoken language, gallurese (Gallurian), problems would still arise. If lan-guage was the leading principle, it would include the areas of Viddalba, SantaMaria Coghinas and Erula, while excluding Oschiri, Berchidda, Monti andAlà dei Sardi. One would also have to consider whether Luras, an enclavewhere logudorese is spoken, is actually part of Gallura, as well as La Maddale-na, a place where different influences generated the local dialect, called mad-dalenino, or Olbia itself, a town whose idiom reveals strong logudorese conno-tations, starting from the very definite articles. Not even Golfo Aranci wouldperfectly fit within Gallura borders, considering its influences originatingfrom Campidano, Ponza and Campania.Not even a historical analysis would give an unequivocal answer, starting withthe name itself, which has rather uncertain origins. The most credited hypoth-esis, as fascinating as conjectural, is that the name derives from Galil, aPhoenician word indicating a mountainous region. This name, then used toindicate the inner areas until the Roman age, would later have been used byRoman cartographers as a place-name, in its acceptation meaning Galil ruraand Gal rura, ‘the lands of Galil’, later to became Gallura. The first real piece of evidence comes in the second half of the 11th century,when the term Gallurensis appears in an epistle by Pope Gregory VII. The second ascertained fact is that the north-eastern and, partly, easternregions of Sardinia were included within the ‘Giudicato’ (local kingdom) ofGallura; yet, there is no certainty as to the beginning and end of this subdivi-sion, which probably began in the 8th century. On the other hand, it is com-

monly accepted that the Kingdom of Gallura was terminated in 1288 withthe expulsion of Nino Visconti (a local sovereign or ‘Giudice’, ruling in Tem-pio) by the Pisans. From that date onwards, the lands of Gallura made part ofSardinian history but no longer as an autonomous constituency. Going back to the geographical issue, the Kingdom of Gallura comprised anarea much larger than the current limits of Gallura, regardless of the way theyare considered. These old borders are described in the Geographical, Histori-cal, Statistical and Commercial Dictionary of the States of H.M. the King ofSardinia, edited by Casalis and Angius in 1840: ‘This region bordered the sea,beginning at the mouth of Termo (the river of Coguinas or Cocina) towardsnorth-east at Cape Testa; then, towards south-east/east to Cape Ferro; from thislatter, towards south/south-east to Cape Comino, where it went down towardssouth/south-west to Cala Sisina. Inland, it ended in Logudoro, following the lineof the above-mentioned Termo, as far as the foothills called Montacuto, then theregion of… the Elema, and on the western slopes of the highlands of Bitti and themountains of Oliena; with the kingdom of Cagliari in the mountains of Urselèand in Montesanto of Baunei. The length of these frontiers was about 70 miles. Surface. Having defined the lim-its in this way, the total area of Gallura territories is equal to about 1370 squaremiles. Main division. Two main parts may be identified: the higher finishes tosouth west in Termo, then, from the bed of flowing waters, towards the southernslopes of Limbara and from a straight line stretching from Nulvàra and the south-ernmost tip of Montenero and its end in Santanna Peak. The lower regionincludes all of the remaining area. While the first region still retains the ancientname of Gallura, the other one has as many names as it has districts. Upper Gal-lura has a surface area of 703 square miles, lower Gallura of 667 square miles.’ In fact, such description reflects upper Gallura as it was during the period oflocal kingdoms. It had maintained its name in time, approximately includingthe area of the Olbia-Tempio province, while excluding the southernmostpart, comprising the territories of Buddusò, Alà dei Sardi and, partly, those ofOschiri and Monti, that would have made part of lower Gallura.

Gallura’s uncertain borders

On pages 4-5. The swash slithers on the

beach of the Isola dei Gabbiani on a

Mistral day.

Nord. Le isole dell’Arcipelago di LaMaddalena, in particolare l’isolottode La Presa, sono l’avamposto piùsettentrionale del territorio gallurese.In alto nell’immagine, è separatodall’Isola di Santa Maria da unostrettissimo braccio di mare. SantaMaria è l’unica delle isole esternedell’Arcipelago ad avere un minimolivello di urbanizzazione, mentre LaPresa è deserta. Entrambe le isolesono comprese nel Parco Nazionaledell’Arcipelago di La Maddalena, nelSantuario dei Cetacei e nel ParcoInternazionale delle Bocche diBonifacio.

North. The islands of the Arcipelago diLa Maddalena, particularly the islet of LaPresa, are the most northern outpost ofGallura territory. At the top of thepicture, it is separated from the Island ofSanta Maria by a very narrow inlet. SantaMaria is the only external island of theArchipelago to have a minimal level ofurbanization, while La Presa is deserted.Both of the islands are included in theNational Park of the Arcipelago di LaMaddalena, in the Sanctuary of Cetaceansand in the International Park of Bocchedi Bonifacio.

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Sud. Sull’altipiano di Loelle sidistende un ampio recinto forestale e,proprio dove confinano i territori delComune di Buddusò con quello diBitti, provincia di Nuoro, dai rilievigranitici scendono numerosi rigagnoliche incontrando uno sbarramento diroccia formano un piccolo stagno. Dauno stretto varco zampilla unacascatella ed è proprio lì che ha inizioil corso del Tirso, il maggiore fiumedella Sardegna che, subito dopo,abbandona la provincia gallurese perdirigersi verso sud ovest, fino asboccare in mare nel Golfo diOristano.

South. On the uplands of Loelle, a broadforest enclosure extends. Just at theborders between the territories of themunicipalities of Buddusò and Bitti(province of Nuoro), many rivuletsdescend from the granite rocks, meetingat an obstruction of rocks to form a littlepond. A small waterfall gushes from anarrow passage just where the Tirso, themain river of Sardinia, begins its course.Immediately afterwards, it abandons theprovince of Gallura towards south-west,until it flows into the sea in the Gulf ofOristano.

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Est. Affacciata sul Tirreno, la Galluraha il suo punto più orientalenell’Isolotto di Molarotto. È unoscoglio di granito con pochissimavegetazione. Le rocce dal tipicocolore rosato sono sbiancate dalguano dei marangoni dal ciuffo chenidificano numerosi. Sullo scogliovive anche uno degli animali più rariin assoluto: la lucertola di Molarotto.È una sottospecie della lucertolatirrenica, esclusiva di questo isolotto,caratterizzata dalla livrea molto scura,chiazzata di turchese.Molarotto è compreso in una delledue zone A, a protezione integrale,dell’Area Marina Protetta di Tavolara-Punta Coda Cavallo.

East. Looking onto the Tyrrhenian Sea,the most eastern point of Gallura is theIslet of Molarotto, a granite rock withscarce vegetation. The rocks, of a typicalrosy colour, are whitened by the guano ofMediterranean Shags, which nesteverywhere. One of the rarest animals ofall, the Molarotto lizard, also lives on therocks. It is a subspecies of the Tyrrhenianlizard, exclusive to this island,characterized by a very dark livery spottedin turquoise. Molarotto is included in oneof the two A-zones (integral protection)of the Marine Protected Area ofTavolara–Punta Coda Cavallo.

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Ovest. Il territorio del Comune diBadesi giunge fino alla spiaggia diSan Pietro a Mare, dove sfocia ilfiume Coghinas. È questol’avamposto più occidentale dellaGallura che ha nel corso del fiume ilconfine naturale con l’Anglona e laprovincia di Sassari. La foce delCoghinas è un ambiente mutevoleper il gioco dei sedimenti trasportatia valle che vengono rimaneggiati dalletempeste invernali, trasformandoogni anno il paesaggio e variando laposizione dove il fiume si getta inmare.

West. The territory of the Municipality ofBadesi reaches as far as the beach of SanPietro a Mare, where the river Coghinasflows out into the sea. This is the mostwestern outpost of Gallura; along theriver, it forms a natural border with theregion of Anglona and the province ofSassari. The mouth of Coghinas is achangeable environment due to thesediments that are transporteddownstream, then reshuffled by thewinter storms, transforming the landscapeeach year and varying the position inwhich the river flows into the sea.

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Rilievi granitici nel territorio alconfine tra i comuni di Luogosantoe Arzachena: è il tipico paesaggiodelle zone interne della Gallura,dominate dalla macchia verde scuro,dalla quale emergono svettanti,fessurati e tafonati gli affioramentigranitici.

Granite uplands on the border betweenthe municipalities of Luogosanto andArzachena. This is a typical landscape ofthe inner part of Gallura, dominated bya dark green maquis where outcrops offissured and hollowed granite emerge.

Nel centro storico di Aggius le casesono costruite in conci di granitogrigio, così come la chiesadell’Oratorio del Rosario, che portasull’architrave la data del 1727.

In the historic centre of Aggius the housesare built in grey granite ashlars, as is theChurch of the Rosary’s Oratory, bearingthe date 1727 engraved on its lintel.

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Indice Contents

1 I luoghi dell’uomo 19 2 Gli spazi della natura 103 3 Rocce, sabbia e mare 151 4 Talenti di Gallura 295

1 Man’s places 192 Nature’s spaces 1033 Rocks, sand and sea 1514 Talents of Gallura 295