EDUCATORI EGENITORI - provincia.piacenza.it egenitori... · licatoequilibrio tra lavoro e ......
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PROVINCIA DI PIACENZACOORDINAMENTO PEDAGOGICO PROVINCIALE
EDUCATORIE GENITORIA CONFRONTO
Rapporto della ricerca effettuata nei nidid’infanzia della provincia di Piacenza
Anno educativo 2008/2009
PROVINCIA DI PIACENZA
Servizio Sistema Scolastico
cop. libro tanzi 09 scelta 21-01-2010 9:40 Pagina 1
Il nido di infanzianella provincia di Piacenza
Educatori e genitori a confronto
Rapporto della ricerca effettuatanei nidi d’infanzia della provincia di Piacenza
a cura di:
Roberto Maurizioricercatore sociale e formatore
PIACENZA 2008-2009
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L e politiche di sostegno alle famiglie sono un impegno che la Provinciadi Piacenza intende esercitare a pieno titolo, dimostrando l’interesse ad
ascoltare e condividere con i giovani genitori i bisogni e le esigenze che se-gnalano in questo particolare periodo di vita.La ricerca che viene documentata di seguito ha così l’obiettivo di continua-re a tenere vivo l’interesse per i diritti dell’infanzia e l’impegno a sostegnodelle famiglie, attraverso la qualificazione dei servizi per i bambini più pic-coli.Per un Amministratore sono molte le suggestioni che si possono trarre dairisultati, alcune particolarmente urgenti ed attuali. Mi riferisco alla necessitàdi mettere in grado le giovani famiglie di poter accedere ai servizi anchecon adeguate politiche di sostegno economico, tema molto attuale e spi-noso in un periodo di contrazione economica come l’attuale. E’ proprio inquesti momenti che i genitori si sentono maggiormente in difficoltà, il man-tenimento del posto di lavoro, vera garanzia di qualità di vita per sé e per ifigli, è strettamente connesso con la possibilità di poter accedere ai servizi,avere orari di lavoro compatibili con gli impegni di cura e, non ultimo, poterpagare la retta di frequenza ai servizi; mantenendo così un complesso e de-licato equilibrio tra lavoro e genitorialità.Su questi temi emergono le maggiori difficoltà dichiarate sia dai genitori chedalle educatrici. Insieme al sentimento di fatica e solitudine nello svolgimen-to delle funzioni educative, si evidenzia il bisogno di avere orari di lavoro piùcongeniali e flessibili,una maggiore disponibilità a sostegni economici ed unadiversificazione degli orari dei servizi.Tutte questioni di grande rilevanza sociale che indicano la strada che que-sta Amministrazione ha intrapreso e che segnerà l’impegno dell’interomandato.Ringrazio sinceramente tutti coloro che hanno collaborato al lavoro di ri-cerca, i genitori, le educatrici di tutti i servizi ed infine, e particolarmente, ilCoordinamento Pedagogico Provinciale che costituisce per la Provincia lostrumento principale per sostenere la qualificazione dei servizi, attraverso ilcostante monitoraggio che compie sulla loro attività, l’impegno nel legge-re i cambiamenti e la collaborazione al sostegno e al riorientamento alle po-litiche locali per l’infanzia.
Pier Paolo GalliniAssessore provincialealle Politiche sociali
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Introduzione alla letturadi Viviana TanziPedagogista, formatrice del Coordinamento Pedagogico Provinciale
La Ricerca, realizzata dalla Provincia di Piacenza tra gli operatori e le fami-glie dei nidi d’infanzia del territorio allo scopo di indagare la condivisionedei modelli educativi e la corrispondenza ai bisogni degli utenti, fornisceuna grande quantità di informazioni e sollecitazioni per gli amministrato-ri, per i genitori e per gli educatori.Il Coordinamento Pedagogico Provinciale sta riflettendo su questi dati daalcuni mesi e vuole condividere questo lavoro di indagine e rilettura pro-ducendo per il prossimo futuro una serie di appuntamenti formativi per ilpersonale dei servizi ed il territorio provinciale.
La ricerca ha infatti un indubbio valore esplorativo e di indagine per eviden-ziare dati sociali, culturali e politici del contesto; ma per i coordinatori peda-gogici questi dati sono soprattutto il punto di inizio, lo strumento di lavoroprincipale per intraprendere un approfondimento di natura FORMATIVA,senza il quale nessuna azione educativa può dirsi culturalmente condivisa.La ricerca è al tempo stesso fine e strumento di lavoro, che viene e verràutilizzata per rivedere ed approfondire l’agire quotidiano nei servizi.
L’obiettivo è la comprensione dei punti di convergenza e di divergenzadei modelli educativi agiti dalle educatrici dei nidi e dalle famiglie che lifrequentano: sono complementari? Condividono i valori di riferimento? Visono differenze significative?È su quest’ultimo aspetto che occorre confrontarsi maggiormente, perchéla CONOSCENZA deriva e procede dalla DIFFERENZA; è infatti dagli ele-menti di divergenza che si traggono le maggiori informazioni per capire eriflettere.La comprensione dei differenti sistemi di pensiero è fondamentale percorrispondere alle attese di un servizio pubblico come il nido, ma è indi-spensabile adeguarsi sempre ed a tutte le nuove richieste? Ecco una do-manda che da sempre ha accompagnato il lavoro degli operatori sociali.Queste poche pagine, introduttive al testo degli esiti della ricerca, prova-no ad orientare il lettore agli elementi di maggiore interesse, agli snodiche si rivelano dal punto di vista educativo come straordinariamente in-teressanti per continuare a lavorare in uno dei contesti più fecondi di in-novazione educativa degli ultimi anni: il nido.
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Il numero altissimo di persone coinvolte e di questionari restituiti rappre-senta un primo elemento di controtendenza al disinteresse diffuso per lacosa pubblica, un chiaro segnale di partecipazione che avvicina ammini-stratori, genitori ed operatori: una occasione che il Coordinamento Peda-gogico Provinciale non vuole lasciare svanire.
DATI INTERESSANTI: gli educatoriSeguendo il filo delle differenze come fonti di dati interessanti, tra le tan-te sollecitazioni che la ricerca offre nella sua prima parte dedicata alla let-tura dei questionari delle educatrici se ne evidenziano solo alcune, quelleappunto stuzzicanti per la loro disomogeneità. Ovviamente tutto il testoè straordinariamente ricco ma in queste pagine introduttive si procederà‘per balzi’ non potendo dilungarsi troppo.
Le educatrici sia dei nidi pubblici che privati, come della città che dellaprovincia, fotografano le funzioni del nido e le caratteristiche delle fami-glie in modo condiviso: i genitori portano i figli al nido fondamentalmen-te perché lavorano, le principali difficoltà che riscontrano sono la solitudi-ne, la stanchezza, l’incertezza dei genitori. La visione è uniforme, ma vi so-no interessanti differenze nelle percentuali di risposte tra pubblico e pri-vato, tra città e dintorni. Come mai le educatrici del pubblico pensano chei genitori si aspettino soprattutto di essere ben accolti, mentre le educa-trici del privato mettono al primo posto l’esigenza dell’informazione edella condivisione? Ecco una pista interessante di lavoro.
La presenza di famiglie e bambini immigrati viene evidenziata come temarilevante: da un lato si riconosce che porta elementi di complessità im-portanti, dall’altro si ritiene che la principale difficoltà sia di ordine lingui-stico e comunicativo. Poco più avanti le educatrici, chiamate a prefigurar-si il futuro del nido, mettono al primo posto la preoccupazione dell’au-mento dei bambini stranieri, seguita a ruota dalla richiesta di maggioreflessibilità e dalla progressiva privatizzazione.Tuttavia questa tematica dell’immigrazione emerge come criticità sfumata,indefinita, non particolarmente urgente nell’immediato. Si può pensare chesu questo versante non si stia ancora affrontando il tema della differenzaculturale dei modelli educativi che le varie etnie ci portano, come se la curadi bambini molto piccoli sia uniforme ed omogenea tra le diverse culture;eppure l’educazione ha una componente culturale fortissima, che si leggenei comportamenti di cura fin dai primissimi giorni di nascita dei bambini.Come mai non viene segnalato come tema urgente l’accoglienza e la cono-scenza degli atteggiamenti culturali delle famiglie immigrate?
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DATI INTERESSANTI: i genitoriLa seconda parte della ricerca analizza le risposte date dai genitori; anchein questo caso si vanno a sottolineare solo alcuni elementi, tra i tantiemersi, che possono rappresentare una pista di lavoro formativo interes-sante per la loro particolarità.
Tutte le ricerche confermano che i modelli famigliari stanno cambiando;che la relazione all’interno della coppia è caratterizzata da maggiore com-plementarietà dei ruoli; che la donna, lavorando, ha assunto uno spaziosociale molto differente che in passato.Tuttavia la donna che diventa ma-dre è, è stata, resta, e forse resterà, non solo la principale ma praticamentela sola figura di riferimento per il bambino. Le madri si occupano dei figliin modo esclusivo nella misura del 98%, con scarni aiuti paterni, relegati amere funzioni logistiche come il trasporto del bambino al nido: uno sce-nario non molto diverso dal passato, che fotografa una funzione maternaassolutamente sbilanciata rispetto a quella paterna, rintracciabile anchenelle segnalazioni, sia dei genitori che degli operatori, della grande diffi-coltà a separarsi ed a comprendere i limiti e le regole per i bambini. È unoscenario che va emergendo in tutte le riflessioni del nostro tempo e sulquale il personale dei nidi è chiamato ad assumere un compito fino ad orainedito: separare, contenere, dare regole. Tutte funzioni paterne. Siamoconsapevoli dei cambiamenti, ma siamo altrettanto consapevoli di dover-li assumere come nuove funzioni educative all’interno dei servizi? E so-prattutto siamo d’accordo di assumerli?
I genitori danno complessivamente una valutazione altissima del nido co-me servizio educativo, gli riconoscono funzioni di supporto ai bisogni deigenitori e dei bambini, dichiarando di fidarsi della competenza del perso-nale e dell’utilità della loro collaborazione. Dato noto che conferma comequesta istituzione sia tra le prime e più efficaci risposte che lo stato socia-le dà alle famiglie. Tuttavia, poco più avanti nei dati di ricerca, si incontrauna risposta apparentemente incongruente: quando i genitori hanno bi-sogno di un parere e di un confronto su temi educativi si rivolgono pre-valentemente al pediatra (figura autorevolissima nell’universo familiare!)o parlano con gli amici, ricorrendo in misura minima alla consulenza del-le educatrici od al confronto con gli altri genitori del nido. Cosa ci può di-re questa informazione? Come mai, pur avendo a disposizione ogni gior-no professionisti dell’educazione, si portano i propri dubbi altrove?
CONVERGENZESu alcuni versanti le opinioni delle educatrici e dei genitori sono decisa-
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mente conformi: sono dati interessanti da tenere presenti perché rappre-sentano una pista di lavoro certa, su cui il personale ed il CoordinamentoPedagogico hanno già puntato i riflettori.
C’è accordo assoluto sui vissuti di fatica, solitudine e di insicurezza che lefamiglie stanno vivendo; gli impegni di lavoro e di cura sono pesanti, gliorari di lavoro poco flessibili e talvolta difficilmente compatibili con i bi-sogni dei bambini piccoli. Tra le problematiche educative che educatori egenitori indicano come urgenti da affrontare vi sono quelle relative ai ca-pricci, all’aggressività e alla prepotenza dei bambini che paralizzano gliadulti, oltre all’incapacità di rispettare le regole e alla necessità di ade-guarsi ai limiti imposti dalla collettività.Questi temi sono costanti nella vita delle famiglie con bambini piccoli cosìcome nei nidi, attuali da sempre ma oggi forse più pesanti per il venir me-no di una rete sociale e familiare che un tempo aiutava ad alleviare la faticadell’educare. È per questo che tali argomenti devono continuare ad essereil filo conduttore dell’impegno quotidiano nei servizi, con la capacità pro-fessionale di saper affiancare senza sostituire: sfida ancora più impegnativaa causa dei sentimenti di inadeguatezza che evidenziano i genitori.
Anche sugli aspetti di miglioramento del servizio vi è una convergenzachiara e decisa: sia gli operatori che i genitori segnalano come carenti glispazi interni ed esterni del nido, oltre alla necessità di migliorare gliaspetti informativi e comunicativi tra casa e servizio. È evidente chel’ambiente rappresenta un elemento di qualità irrinunciabile: la convin-zione che esso non sia sufficientemente adeguato è un segnale chiarorivolto sia al mondo dell’educazione che agli enti gestori perché si pos-sano trovare le risorse economiche e progettuali necessarie. Così comeè importante mantenere alta la tensione tra istituzioni perché la chia-rezza e la trasparenza delle informazioni sia una garanzia permanentedei servizi, su cui si fonda quel principio di condivisione e comparteci-pazione che ogni atto educativo esige.
DIVERGENZESu alcuni fronti le opinioni di famiglie e personale divergono, mettendo inluce una necessaria differenza di punti di vista che è altresì indispensabi-le mantenere. Vi è uno stereotipo strisciante che infatti serpeggia a voltein questi ambienti: l’educazione richiede uguaglianza di pensieri ed azio-ni. Basandosi su questo assunto si pensa che sia il personale che i genito-ri debbano agire nello stesso identico modo, dimenticando un dato di fat-
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to fondamentale, cioè che le regole del comportamento le detta il conte-sto, non le persone. L’identità di valori educativi non va scambiata conidentità di comportamenti.
Un primo ed interessante elemento di differenza si incontra quando siconfrontano le opinioni delle educatrici e dei genitori sulla scelta di por-tare il figlio al nido: per il personale è assolutamente prevalente la con-vinzione che sia generata dalle necessità lavorative dei genitori, per le fa-miglie invece il bisogno di lavorare si accompagna in egual misura a unaprecisa scelta educativa. In sostanza i genitori ci stanno dicendo a chiarelettere che la necessità non è disgiunta da chiari intenti educativi: si sce-glie ciò che si ritiene più adeguato per il figlio e per sé. Con questa preci-sa ed esplicita convinzione i genitori ci comunicano che chiedono al nidodi essere sia un servizio educativo che sociale e di comunità.
Vi è difformità di pareri anche sul tema delle attese: il personale si pensaingaggiato prevalentemente per offrire benessere relazionale ai bambinied accoglienza ai genitori, le famiglie invece si aspettano soprattutto (pro-babilmente dando per scontato questi aspetti) di poter sentirsi parte nel-l’avventura di crescere un figlio. Si aspettano molto di più che accoglien-za: vorrebbero condivisione, compartecipazione, collaborazione; insom-ma l’affiancamento in una delle imprese più stancanti e significative del-la vita familiare.Particolarmente interessante è la differenza dei punti di vista sul tema dellacura, o meglio dell’idea di cura che nido e famiglia hanno: per le educatriciprendersi cura significa principalmente farsi carico del benessere relaziona-le, dare ascolto e collegare i bisogni personali con quelli del gruppo.Per i genitori la cura è amore, affettività, personalizzazione.Ecco le due facce di una stessa medaglia, perfettamente intrecciate per da-re risposta ai bisogni dei bambini: la forza dell’amore dei genitori serve percrescere e l’energia dell’impegno delle educatrici per stare nel mondo, congli altri. Compiti complementari quindi, non contrapposti. Riconoscimentoreciproco, non squalifica; poiché giustamente i due contesti rispondono alogiche diverse ma indispensabili entrambe: l’investimento personale dimamma e papà, l’investimento professionale delle educatrici.
COME ANDARE AVANTILa ricchezza degli spunti che la ricerca ci consegna è veramente una sfidaad impegnarci ancora, insieme, a rendere migliore il servizio e la culturache lo sostiene.
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La quantità di spunti di lavoro non deve scoraggiare, al contrario è l’occa-sione per trovare nuove aree di confronto e continuare a fare formazioneed innovazione.Alcune provocazioni possono fornire ulteriori stimoli.
Abbiamo visto come le famiglie diano valutazioni molte positive del ser-vizio, tuttavia sia le educatrici che i genitori confermano la grande faticache educare un bambino richiede e come spesso i genitori si vivano comeinadeguati al compito. Nel personale si insinua il pensiero, talvolta ine-spresso e dissimulato, che al nido si sappia come educare un bambino eche la famiglia non sia altrettanto competente.La vera competenza del nido si trova tuttavia nella sua capacità di coe-volvere insieme, nel costruire, sia a casa che al nido, contesti che perse-guono gli stessi valori pur con metodi differenti. Educare è sempre statodifficile, forse oggi ne siamo solo più consapevoli ed i genitori si prendo-no il lusso di dire apertamente quanto sia impegnativo e stancante.
Nel personale vi è inoltre la convinzione che il servizio sia rivolto princi-palmente al bambino il che, essendo piccolo, comporta inevitabilmente ilcoinvolgimento della sua famiglia. Abbiamo visto invece come i genitorisi vivano ancora, e per molto tempo, come entità univoca con il proprio fi-glio: tutti insieme fanno parte del nido, anche se lo vivono in modi e tem-pi diversi.Vuol dire che non si accoglie semplicemente il bambino e la suafamiglia nella delicata fase dell’inserimento, ma che sempre, con ritmi epresenze differenti, il bambino ed i suoi genitori stanno al nido, fisica-mente e mentalmente. Ed allora il tema della partecipazione e della con-divisione è una costante permanente della vita del servizio, nei modi enelle formule che la contemporaneità richiede.Questo e molto altro ancora può diventare oggetto di studio e confrontoper il futuro.
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Tavolo di lavoro del Coordinamento Pedagogico Provinciale.Sede presso il Servizio Sistema Scolastico della Provincia di PiacenzaBorgo Faxhall, Piazzale Marconi .
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I componenti del Coordinamento Pedagogico Provincialenell’anno educativo 2008-2009
Giovanna TanziReferente provincialeServizio Sistema Scolastico - Provincia di Piacenza
Paola GrazioliReferente tecnicoComune di Piacenza
Alessandra BiellaSocietà degli Asili infantili - Mirra
Erika BraceschiFISM
Elena BrugnoniCoop. Oasi
Valentina Chiesa *Coop. Casa Morgana
Elisa DanesiComune di Piacenza e Coop. Mele Verdi
Adriana De LeoFISM
Roberta FerdenziComuni Val d’Arda
Daniela Giorgi Comune di Piacenza
Arianna GuarnieriCoop. Aurora
Bruna LuraghiCoop. Baby Club
Simona Maccagni Coop. Soc. Società Dolce
Laura MarenghiComuni Val Tidone
Valeria Mariani Società Acquelariae Associazione Città Bambino
Claudia Molinaroli Coop. Coopselios
Monica Premoli Coop. Copra
Lorella Re Comuni Val d’Ardae Società Ad personam
Laura Scarani FISM
Carolina SoldatiCoop. Eureka
Valentina SuzzaniCoop. Unicoop
Pier Paolo UghiniCoop. Inacqua
Arlene ZioniCoop. Unicoop
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* sostituita in corso d’anno da Elena Brugnoni
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La vera scoperta non consiste nel cercare nuove terre,ma nell'avere nuovi occhi
M. Proust, scrittore
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Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
Gli intervistati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
EducatoriLe opinioni degli educatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
Questionario per gli educatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45
GenitoriLe opinioni dei genitori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
Questionario per i genitori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71
ConfrontoGenitori ed educatori a confronto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
ConclusioniDalla ricerca alla formazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89
I servizi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91
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Nell’ambito delle iniziative atte a sostenere e qualificare le politiche loca-li per l’infanzia e l’adolescenza, il Servizio Sistema Scolastico della Provin-cia di Piacenza ha promosso una ricca serie di riflessioni e di confronti.
Il Coordinamento Pedagogico Provinciale, organo tecnico consultivo dellastessa Provincia, si è interrogato sulla possibile distanza tra i modelli educa-tivi dei nidi e quelli delle famiglie, distanza che negli anni sembrerebbe di-ventare sempre più rilevante e incidente sui rapporti reciproci.Di qui l’idea di sviluppare un percorso di ricerca per comprendere se e qua-li differenze esistano nei modi di pensare l’educazione tra i genitori e il per-sonale educativo dei nidi. Il Coordinamento Pedagogico Provinciale ha ela-borato il progetto di ricerca, ha costruito gli strumenti d’indagine e ha defi-nito tutti gli aspetti operativi.E’ stato supportato dal dott. Roberto Maurizio, in funzione di formatore - ri-cercatore messo a disposizione dalla Provincia.
Operativamente si sono costruiti due strumenti di rilevazione: uno per leeducatrici e uno per i genitori dei bimbi inseriti nei nidi, con il massimo ditemi e domande identiche per favorire il confronto dei punti di vista. In se-guito si è tradotto il questionario per i genitori in diverse lingue (inglese,francese, spagnolo, albanese, arabo) per favorire anche chi possedeva unascarsa conoscenza della lingua italiana. I questionari sono entrambi di tipomisto, con una serie di domande a risposta chiusa e alcune a risposta aper-ta. Per il trattamento e l’analisi dei dati delle domande chiuse è stato utiliz-zato il software SPSS (Statistical Package for Social Science), mentre nelle ri-sposte alle domande aperte sono stati individuati i temi ricorrenti, poi codi-ficati per permettere una macro analisi. La somministrazione è avvenutanella primavera 2008. L’indagine non è stata di tipo campionario (cioè conun campione rappresentativo), ma censuario (con l’intenzione di raggiun-gere tutte le educatrici e tutte le famiglie).
I temi affrontati nel questionario sono stati numerosi, alcuni riguardantidirettamente la vita dei servizi:- le motivazioni all’inserimento nei nidi,- i vantaggi e gli svantaggi percepiti,- le attese dei genitori, per sé e per i propri figli,- il rapporto tra educatrici e genitori,- le richieste di aiuto da parte dei genitori,- la capacità dei nidi di rispondere alle domande-bisogni dei bambini e
dei genitori,- la valutazione degli orari,
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- gli aspetti da migliorare,- il significato della cura educativa e le differenze tra cura in famiglia e cu-
ra nei nidi,- la presenza di bambini e famiglie straniere,- l’evoluzione del servizio nido,
altri di carattere più generale:- il confronto su alcuni temi educativi,- i bisogni più importanti dei bambini e dei genitori,- le forme di aiuto cui ricorrono i genitori,- come sono percepite oggi le famiglie,- i comportamenti infantili che preoccupano.
Il Rapporto è articolato in quattro parti:- la prima contiene dati riguardanti la descrizione delle caratteristiche
quantitative e qualitative dei gruppi di persone intervistate (genitori eeducatori);
- la seconda è dedicata alla presentazione dei risultati relativi al persona-le educativo dei nidi. Nell’analisi delle risposte, oltre a presentare le fre-quenze1 generali, sono esposti - laddove significativi statisticamente -anche i risultati relativi alla dislocazione territoriale del servizio (Piacen-za o provincia) e alla sua titolarità (pubblica o privata). Non è stato pos-sibile operare altre analisi (ad esempio sull’età delle educatrici o l’anzia-nità di servizio) a causa dell’elevato numero di non-risposte a questespecifiche domande;
- la terza parte illustra i dati raccolti nell’indagine con i genitori. Anche inquesto caso sono indicate le differenze - laddove significative statisti-camente - circa la nazionalità (italiana o straniera), la tipologia del nu-cleo familiare (con entrambi i genitori o con uno solo), la residenza (Pia-cenza città o provincia);
- la quarta è dedicata al confronto tra i dati raccolti nelle domande postea entrambi i gruppi.
Alcune tabelle contengono - a volte - due tipi di percentuali: il termine“percentuale” si riferisce alla percentuale sul totale delle risposte, mentreladdove si indica “percentuale sui casi” si intende la percentuale riferita altotale delle educatrici e/o dei genitori che hanno risposto. La differenza èrilevante per le domande a risposta multipla, quelle per cui educatrici egenitori potevano proporre più risposte.
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1) Col termine “frequenze” s’intende il totale delle risposte date dai soggetti interpellati a ciascunadomanda del questionario.
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Gli intervistatiL’obiettivo del Coordinamento Pedagogico Provinciale è stato sostan-zialmente raggiunto: il questionario è stato riconsegnato, debitamentecompilato, da 209 educatrici (il 96% del totale) e da 906 nuclei familiari(oltre il 70% degli iscritti).
Le educatrici sono tutte di nazionalità italiana.2 Il 74% ha un lavoro atempo indeterminato e il 22% a tempo determinato (il 5% ha altre tipo-logie di contratto); la metà lavora per un ente pubblico, il 41% per unacooperativa, il 9% per un’impresa privata.
L’età media dei genitori partecipanti all’indagine è di circa trentotto an-ni per i padri e di circa trentacinque per le madri.Si tratta di un gruppo composto nell’84% dei casi da genitori entrambiitaliani, nel 10% da genitori stranieri e nel 5% da coppie miste (di cui unodei due è italiano).Le nazionalità più ricorrenti sono quelle dell’Albania, dell’Ecuador, dellaRomania, della Francia e del Marocco. Sono persone arrivate in Italia inmedia da otto anni (i padri) o da dieci anni (le madri).Il numero complessivo dei figli, compresi quelli in età oltre i tre anni, è di1.424, con una media di 1,6 figli per nucleo famigliare.La situazione lavorativa vede i padri con un lavoro a tempo pieno nel74% dei casi, un lavoro senza limitazioni di orario nel 16% dei casi, unasituazione di non lavoro o lavoro occasionale nel 6%. Nelle madri quasiil 50% ha un lavoro a tempo pieno, il 28% un lavoro part-time e il 12%non lavora o ha una occupazione occasionale.Risiede a Piacenza il 46% dei nuclei genitoriali rispondenti. L’elencocompleto delle altre residenze (con relative frequenze e percentuali) èriportato nella tabella della pagina seguente.
2) I dati sull’età delle educatrici e sull’anzianità di servizio non sono proposti, pur se inseriti nel que-stionario, in quanto un quarto delle educatrici non ha risposto a queste domande, rendendo discarso valore statistico il dato medio ottenuto.
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VA %
Fiorenzuola d'Arda 42 8,8Rottofreno 36 7,5Pontenure 33 6,9Podenzano 31 6,5Castelvetro 26 5,5Rivergaro 25 5,2Alseno 21 4,4Borgonovo 20 4,2Caorso 19 4,0Castel San Giovanni 19 4,0Gossolengo 17 3,6Gragnano 17 3,6Carpaneto 16 3,4Monticelli d'Ongina 14 2,9San Giorgio 14 2,9Sarmato 13 2,7Calendasco 12 2,5Vigolzone 11 2,3Agazzano 10 2,1Lugagnano 10 2,1Pianello 10 2,1Ponte dell'Olio 9 1,9Cadeo 6 1,3Cortemaggiore 6 1,3Gazzola 6 1,3Castell'Arquato 5 1,0Travo 5 1,0Roncarolo Caorso 3 0,6Ziano 3 0,6Piozzano 2 0,4San Pietro in Cerro 2 0,4Besenzone 1 0,2Bettola 1 0,2Cinquefrondi* 1 0,2Cremona* 1 0,2Fidenza* 1 0,2Gropparello 1 0,2La Spezia* 1 0,2Morfasso 1 0,2Nibbiano 1 0,2Pecorara 1 0,2Perino 1 0,2Reggiolo* 1 0,2San Rocco al Porto* 1 0,2Sospiro Cremona* 1 0,2Totale 477 100,0
* le località indicate con l’asterisco non sono in provincia di Piacenza, per un totale pari al 2% dei questionari.
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Educatori
Finchè c'è un bambino che nascee c'è qualcuno che lo vede nascere
ci sarà raccontoF. Caggio, pedagogista
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E D U C A T O R I
Le opinioni degli educatori *
I motivi d’inserimento al nido (domanda 10)
Alle educatrici si è chiesto perché ritengono che le famiglie iscrivano il fi-
glio al nido.
Nelle risposte l’accento è posto su tre motivazioni, una delle quali netta-
mente prevalente sulle altre due: il 96% attribuisce la scelta al fatto che i
genitori lavorano e il 37% alla mancanza di figure parentali cui affidare il
bambino. Poco meno della metà delle educatrici ritiene che alla base vi sia
anche una scelta educativa.3
3) Le percentuali indicate nel grafico non vanno sommate insieme, in quanto ciascuna di essa si rife-risce al totale delle educatrici.
* La versione integrale del questionario è riportata alla fine del capitolo.
Per necessitàcollegateal lavoro
Per sceltaeducativa
Per facilitarel'inserimentonella scuola
materna
Per mancanzadi �gureparentali
di sostegno
Per motivieconomici
0
20
40
60
80
100
120
Serie 1 96,1 44,9 5,3 37,7 5,3
I MOTIVI DI INSERIMENTO AL NIDO
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Si è cercato di capire se, nel corso degli ultimi cinque anni, le motivazioni
sono cambiate (domande 11 e 12):
- un quarto delle educatrici ritiene che siano intervenuti cambiamenti rile-
vanti: in particolare ai genitori del passato è attribuita una scelta del nido
meno marcata da esigenze di lavoro (indicata dal 31% delle educatrici) e da
motivazioni educative (indicata dal 26%), ma derivante soprattutto dalla
mancanza di figure parentali a cui affidare il bambino (indicata dal 30%),
- il 58% delle educatrici ritiene che i motivi non siano cambiati: si confer-
mano, quindi, le necessità collegate al lavoro, connesse alla mancanza di
figure parentali che determinerebbero la decisione di inserire il figlio al
nido e, in misura minore, l’espressione di una scelta educativa,
- il 17% delle educatrici dichiara di non poter rispondere in quanto opera
nel settore da meno di cinque anni.
Le attese dei genitori (domanda 13)
Un secondo quesito indagava le opinioni delle educatrici su ciò che i geni-
tori si aspetterebbero di trovare, per sé stessi, nel nido. La metà – come ri-
portato nella tabella 1 – indica l’essere ben accolti. Poco più di un terzo il
sentirsi partecipi e l’essere informati su ciò che accade quotidianamente. Le
educatrici non ritengono che i genitori siano interessati ad altre possibilità
come il poter concordare la propria partecipazione alla vita del servizio o il
poter dare suggerimenti sulle attività da svolgere (segnalate solo dall’1%).
VA % SUI CASI
Di essere ben accolti 100 48,5Di sentirsi partecipi dell’educazione del proprio figlio 73 35,4Di essere informati su ciò che succede nel servizio 72 35,0Di potersi confrontare sui problemi del bambino/a 65 31,6Di poter esprimere preoccupazioni e opinioni 44 21,4Di essere coinvolti e valorizzati 43 20,9Di poter dare suggerimenti sulle attività da svolgere 2 1,0Di poter concordare la partecipazione ad attività del servizio 2 1,0Totale 401
Tab. 1 – Opinione delle educatrici sulle attese dei genitori 4
4) Il totale delle scelte è superiore al numero delle educatrici poiché esse potevano indicare più risposte.
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Le opinioni sono state analizzate anche riguardo a due variabili: il luogo di
collocazione del servizio (Piacenza città o altri comuni) e l’ente gestore del
nido (pubblico o privato).
Le differenze concernenti la prima variabile sono minime perché sia le
educatrici della provincia sia quelle della città condividono l’idea che i ge-
nitori vogliano soprattutto essere bene accolti (52% vs 46%). Inoltre, le
educatrici piacentine ritengono, in misura maggiore di quelle della pro-
vincia, che i genitori si aspettino di potersi confrontare sui problemi del lo-
ro bambino (34% vs 28%).
Le differenze rispetto alla seconda variabile sono più consistenti:
- le educatrici “pubbliche”ritengono che i genitori si aspettino, soprattut-
to, di essere bene accolti (65% vs 35%) e di sentirsi partecipi dell’educa-
zione del figlio (67% vs 34%),
- le educatrici dei nidi privati, rispetto a quelle del pubblico, sottolineano
l’esigenza di essere informati su ciò che succede nel servizio (58% vs
42%) e potersi confrontare sui problemi del bambino (52% vs 47%).
Essere famiglia oggi (domanda 30)
Come avviene per qualsiasi servizio rivolto a persone, l’incontro con gli
utenti è per gli operatori una preziosa occasione per osservare e cogliere
situazioni di vita, bisogni e problematiche.
Le educatrici percepiscono le famiglie odierne come stanche, sole e sen-
za particolari punti di riferimento, nonché in difficoltà nel gestire le ten-
sioni, interne ed esterne, che si trovano ad affrontare:
- la dimensione della stanchezza e dell’affaticamento delle famiglie è sta-
ta indicata dal 77% delle educatrici,
- la dimensione della solitudine e mancanza di reti di riferimento è stata
annotata dal 37%,
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- la dimensione della difficoltà nel gestire tensioni è stata indicata da ol-
tre un quarto delle educatrici.
È segnalata anche una notevole difficoltà delle famiglie ad essere risorsa
per altri, come evidenziato nella tabella 2.
VA % % SUI CASI
Stanche e affaticate dai molti impegni 158 42,5 77,5Sole, con poche relazioni importanti e pochi aiuti 76 20,4 37,3Incapaci di gestire i conflitti e le tensioni interne 53 14,2 26,0Dipendenti dalla disponibilità dei nonni 34 9,1 16,7Condizionate dai media e dalla pubblicità 27 7,3 13,2Aperte e solidali nel dare aiuto ad altri 10 2,7 4,9Accoglienti e capaci di dare sostegnoai propri componenti 9 2,4 4,4Desiderose di essere autonome da tutti 5 1,3 2,5
Totale 342 100,0
Tab. 2 – Opinione delle educatrici sulle famiglie di oggi 5
5) Il totale delle scelte è superiore al numero delle educatrici poiché esse potevano indicare più risposte.
Circa le differenze interne al campione, ne emergono solo rispetto al bi-
nomio pubblico/privato: la metà delle educatrici che operano in enti pub-
blici esprime l’idea di famiglie sole e con poche relazioni e aiuti mentre
quest’opinione è condivisa solo dal 25% delle educatrici dei privati. Que-
ste ultime però in misura più che doppia rispetto alle colleghe del pub-
blico ritengono le famiglie incapaci di gestire i conflitti e le tensioni (35%
vs 16%).
I bisogni dei genitori e dei bambini (domanda 31 e 29)
I bisogni più importanti dei genitori sono individuati dal 70% circa delle
educatrici nella necessità di orari diversi di lavoro, mentre quasi la metà in-
dica l’esigenza di sostegni economici per la cura dei figli, seguita dall’esi-
genza di aperture prolungate dei servizi pubblici (sanitari, pediatra di ba-
se, anagrafe, ecc.) segnalata dal 21% delle educatrici.
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VA % % SUI CASI
Di orari diversi di lavoro 138 40,4 68,7Di sostegni economici alla famiglia per la cura dei figli 99 28,9 49,3Di aperture prolungate di servizi per l’infanzia 42 12,3 20,9Di migliore accessibilità ai servizi pubblici 33 9,6 16,4Altro 23 6,7 11,4Di niente in particolare 4 1,2 3,0Di mezzi di trasporto più efficienti 3 0,9 2,4
Totale 342 100,0
Tab. 3 – Opinione delle educatrici sui bisogni dei genitori oggi 6
6) Il totale delle scelte è superiore al numero delle educatrici poiché esse potevano indicare più risposte.7) Il totale delle scelte è superiore al numero delle educatrici poiché esse potevano indicare più risposte.
VA % SUI CASI
Ricevere cure affettive 125 61,6Socializzare con altri bambini 82 40,4Ricevere cure fisiche 46 22,7Imparare regole di comportamento 35 17,2Imparare ad esprimersi 27 13,3Esplorare l’ambiente 24 11,8Giocare e divertirsi 23 11,3Potersi muovere liberamente 14 6,9Distaccarsi dai genitori 14 6,9Sviluppare la loro creatività 12 5,9Fare esperienze non realizzabili in casa 1 0,5
Totale 403
Tab. 4 – Opinione delle educatrici sui bisogni dei bambini oggi 7
Le educatrici dei nidi di Piacenza pongono l’accento, più delle colleghe
della provincia, sul bisogno di sostegni economici (52% vs 45%) e di orari
diversi di lavoro (73% vs 61%), così come le educatrici dei nidi pubblici ri-
spetto a quelle dei servizi privati (sostegni economici 54% vs 45%; orari
diversi 75% vs 63%).
I bambini, secondo le educatrici, hanno principalmente bisogno di cure affet-
tive e di socializzare con i coetanei,poi, in misura minore,di cure fisiche,di ap-
prendere regole di comportamento, di esprimersi, di esplorare l’ambiente.
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Le educatrici di Piacenza, rispetto a quelle della provincia, sottolineano di
più il bisogno di cure affettive (64% vs 57%), fisiche (26% vs 19%), e di gio-
co e divertimento (22% vs 17%), mentre le educatrici in provincia danno la
precedenza alla socializzazione (54% vs 46%), all’imparare regole di com-
portamento (51% vs 44%), all’imparare a esprimersi (20% vs 18%), al distac-
co dai genitori (14% vs 6%).
Le educatrici dei nidi pubblici pongono maggiormente l’accento sul bisogno
di cure affettive (69% vs 54%), di cure fisiche (26% vs 21%), di gioco e diverti-
mento (28% vs 14%), mentre quelle dei nidi privati rilevano l’esigenza di so-
cializzare (56% vs 42%), di imparare regole di comportamento (51% vs 43%),
di imparare a esprimersi (21% vs 17%) di esplorare l’ambiente (16% vs 9%).
Il rapporto tra educatrici e genitori (domanda 16)
Uno dei temi centrali dell’indagine è rappresentato dal rapporto tra i ge-
nitori e il personale dei servizi.
Sono stati presi in esame diversi aspetti: il rapporto nel suo complesso,
il confronto sulle questioni educative, le richieste di aiuto da parte dei
genitori.
Sul primo punto le educatrici esprimono una valutazione complessiva-
mente positiva: sommando, infatti, le percentuali ottenute da “si sente ri-
conosciuta come educatrice”, “si sente ascoltata”, e “si sente in sintonia
con i genitori” si ottiene una percentuale dell’84%. Non mancano alcu-
ne percezioni critiche, anche se percentualmente rappresentano valori
inferiori: il 12% si sente giudicata e il 4% si sente ignorata.
VA %
Ci sentiamo riconosciuti come educatori 78 39,0Ci sentiamo ascoltati come educatori 53 26,5Ci sentiamo in sintonia 36 18,0Ci sentiamo giudicati come educatori 25 12,5Ci sentiamo ignorati come educatori 8 4,0
Totale 200 100,0
Tab. 5 – Opinione delle educatrici sul rapporto con i genitori
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Le educatrici degli enti pubblici valutano il rapporto con i genitori in ter-
mini di riconoscimento e sintonia più delle colleghe del privato: il 30%
contro il 23% si sente ascoltata e il 41% contro il 37% si sente riconosciu-
ta come educatrice.
Un aspetto su cui le educatrici manifestano elevato accordo tra loro è il tema
delle regole: tutte, infatti, ritengono che debbano essere insegnate ai bambi-
ni e il 95% ritiene che su questo punto vi sia totale sintonia con i genitori.
La domanda aperta sulle regole proposte ai bambini (domanda 35) per-
mette di individuare alcuni temi ricorrenti: su oltre trecento risposte poco
meno della metà concerne il rispetto degli altri. Altri tre temi registrano un
numero di segnalazioni omogeneo (di poco superiore a cinquanta) e rap-
presentano ciascuno il 17% del totale: rispetto della vita comunitaria, delle
cose e degli ambienti e dei tempi e dei ritmi. È inferiore il numero di segna-
lazioni riferito al rispetto di sé e all’accettazione dei limiti (meno del 4%).
VA %
Rispetto degli altri 147 45,5Rispetto della vita comunitaria e familiare 57 17,6Rispetto delle cose e degli ambienti 52 16,0Rispetto dei tempi e dei ritmi 52 16,0Rispetto di sè 12 3,7Accettazione dei limiti 4 1,2
Totale 324 100
Tab. 6 – Le regole che le educatrici cercano di proporre ai bambini
VA %
C’è meno confronto di quanto mi attendevo 97 47,5C’è confronto esattamente come attendevo 80 39,2C’è più confronto di quanto attendevo 27 13,2
Totale 204 100,0
Tab. 7 – Opinione delle educatrici sul confronto con i genitori
A proposito del confronto sulle questioni educative (domanda 15), le edu-
catrici esprimono per il 47% la sensazione che ve ne sia meno di quanto si
aspettassero, mentre il 40% circa ritiene che la realtà combaci con le attese.
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VA % SUI CASI
Sull’eliminazione del pannolino 140 67,0Sui capricci 127 60,8Sull’aggressività dei bambini 117 56,0Sulle regole educative 112 53,6Sull’alimentazione 105 50,5Sul sonno 86 41,1Sul ciuccio 71 34,0Su come comportarsi in caso di nascita di un altro figlio 71 34,0Sul dormire nel letto con i genitori 55 26,3Sulle tappe di sviluppo 51 24,4Sulla salute 47 22,5Sul gioco 40 19,1Sul pianto 39 18,7Sul modo di comunicare dei bambini tra loro 29 13,9Sul rapporto tra fratelli 21 10,0Sul rapporto con i nonni 15 7,2
Tab. 8 – I temi su cui i genitori chiedono consulenza 8
Riguardo al terzo aspetto preso in esame (domande 17 e 18), il 94% dichiara
di aver ricevuto, nel corso dell’ultimo anno, richieste di aiuto dai genitori, so-
prattutto nei nidi fuori Piacenza (97% vs 91%) e, con minore scarto, nei nidi
pubblici (95% vs 92%). I contenuti di queste richieste sono vari: potevano
esserne indicati tre principali, scegliendo da una lista predisposta ad hoc, e
il tema più ricorrente è risultato l’eliminazione del pannolino. A seguire vi
sono i capricci, l’aggressività, le regole educative e l’alimentazione, tutti se-
gnalati da oltre la metà delle educatrici.
Sull’evoluzione quantitativa delle richieste di aiuto il campione si divide qua-
si a metà fra chi coglie un aumento e chi, invece, una stabilità (domanda 19).
VA %
Aumentate 89 46,4Stabili 98 51,0Diminuite 5 2,6
Totale 192 100,0
Tab. 9 – Opinione sulla quantità di richieste di consulenza nel tempo
8) Le percentuali indicate nella tabella non vanno sommate insieme, in quanto ciascuna di essa si riferi-sce al totale delle educatrici.
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L’opinione delle educatrici si ricompatta sull’individuazione dei temi, che
nel tempo si confermano gli stessi: regole, alimentazione, capricci, aggres-
sività sono sempre ai primi posti della graduatoria, seppur con posizioni
variate (domande 20 e 21), mentre cambia notevolmente la posizione del-
le richieste di aiuto rispetto all’eliminazione del pannolino (che secondo
le educatrici, negli anni addietro, era un tema meno importante).
VA %
Sulle regole educative 19 15,0Sull’alimentazione 18 14,2Sui capricci 17 13,4Sull’aggressività dei bambini 14 11,0Sul sonno 12 9,4Sull’eliminazione del pannolino 8 6,3Sul ciuccio 7 5,5Sulla salute 6 4,7Sul dormire nel letto con i genitori 5 3,9Sul rapporto tra fratelli 5 3,9Sulle tappe di sviluppo 5 3,9Sul gioco 5 3,9Sul pianto 3 2,4Su come comportarsi in caso di nascita di un altro figlio 2 1,6Sul modo di comunicare dei bambini tra loro 1 0,8
Totale 127 100,0
Tab. 10 - Temi oggetto di richiesta di aiuto negli anni addietro
Il nido, i bambini e i genitori
Un’altra parte del questionario proponeva alle educatrici di valutare alcuni
aspetti del servizio: in particolare quanto il nido risponda ai bisogni dei bam-
bini e dei genitori, e quanto i suoi orari siano adeguati alle loro esigenze.
Nell’insieme il 72% delle operatrici ritiene che i nidi rispondano “molto”
ai bisogni dei bambini, il 27% “molto” ai bisogni dei genitori.
A fronte di un elenco di ‘bisogni’ già predisposto, le due tabelle seguen-
ti illustrano i risultati riferiti alla capacità dei nidi di rispondere a ciascu-
no di essi. Per ciò che concerne i bisogni dei bambini (domanda 22), le
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risposte delle educatrici propongono un quadro di capacità differenti: a
fronte di una grande capacità di favorire la socializzazione si contrappo-
ne una minore capacità di rispondere al bisogno di movimento.
(valori in percentuale)
POCO-NULLA ABBASTANZA MOLTO
Socializzare con altri bambini 0,0 7,7 91,4
Giocare e divertirsi 0,5 15,8 83,3
Fare esperienze non realizzabili in casa 0,5 21,8 77,7
Cura fisica 1,4 23,6 75,0
Imparare regole di comportamento 0,0 24,9 74,2
Imparare ad esprimersi 0,5 28,2 70,8
Sviluppare la creatività 1,0 28,2 70,3
Distaccarsi dai genitori 2,4 27,8 68,9
Cure affettive 1,4 33,5 64,1
Esplorazione dell’ambiente 0,0 39,7 59,8
Movimento 2,9 45,9 49,8
Tab. 11 – Opinione delle educatrici sulla capacità del nido dirispondere ai bisogni dei bambini
Per ciò che concerne i bisogni dei genitori (domanda 21), le educatrici ri-
tengono che il nido risponda soprattutto alla necessità di confronto tra
i genitori sulle proprie esperienze educative e, in misura decisamente
minore, agli altri bisogni. La criticità maggiore si rileva nell’aiutare a
comprendere proprio la funzione genitoriale.
(valori in percentuale)
POCO-NULLA ABBASTANZA MOLTO
Confrontarsi con altri genitorisulle esperienze educative 10,6 35,7 53,6Acquisire più sicurezza nell’educazione 10,7 63,6 25,7
Conoscere meglio il proprio figlio/a 10,7 65,4 23,9
Conoscere meglio lo sviluppo infantile 13,7 63,7 22,5
Capire meglio cosa significaessere genitori 24,6 65,5 9,9
Tab. 12 – Opinione delle educatrici sulla capacità del nido dirispondere ai bisogni dei genitori
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L’orario del servizio (domanda 26 e 27) è valutato adatto alle esigenze dei
bambini e dei genitori da poco più del 50% delle educatrici. L’assoluta ina-
deguatezza evidenzia valori contenuti ma, osservando la tabella tredici, si
può cogliere che quando ci si riferisce ai bambini la percentuale di educa-
trici è 8,3%, mentre quando ci si riferisce ai genitori la percentuale è 4,9%.
E’ stata proposta anche una domanda aperta relativa ai principali vantag-
gi o svantaggi che le famiglie traggono dal nido (domanda 14).
Sono state raccolte quasi trecento segnalazioni, delle quali il 54% riguar-
da il bambino e il 46%, i genitori:
- per i bambini si ritiene che i vantaggi consistano soprattutto nell’usu-
fruire di una maggiore possibilità di socializzazione con i coetanei e nel
sviluppare indipendenza e autonomia,
- per i genitori si mettono in luce la maggiore condivisione educativa con
le educatrici, la possibilità di confrontarsi tra genitori e la garanzia of-
ferta dalla professionalità del personale.
RISPETTO AI GENITORI RISPETTO AI BAMBINIVA % VA %
Sono adatti 109 53,2 118 57,6
Sono parzialmente adatti 86 42,0 70 34,1Non sono adatti 10 4,9 17 8,3Totale 205 100,0 205 100,0
Tab. 13 – Opinione delle educatrici sugli orari dei nidi
PER I BAMBINI VA %
Maggiore socializzazione 57 35,6Maggiore indipendenza e autonomia 29 18,1Protezione 20 12,5Ambiente adeguato e accogliente 19 11,9Maggiori opportunità per la crescita 15 9,4Possibilità di vivere relazioni educative con altri adulti 9 5,6Possibilità di apprendimento di regole di convivenza 8 5,0Sviluppo della creatività 2 1,3Miglioramento nella comunicazione e nel linguaggio 1 0,6
Totale 160 100,0
Tab. 14 - Principali vantaggi per le famiglie dall’inserimento al nido
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La tabella 15 propone invece gli svantaggi che le famiglie deriverebbero
dalla frequenza al nido. E’ immediatamente visibile la differenza del numero
di segnalazioni: quasi trecento per quanto riguarda i vantaggi, meno di 140
per gli svantaggi. Inoltre questi sono evidenziati più per i genitori che per i
bambini. Il dettaglio, infatti,mostra come per i bambini sostanzialmente è in-
dicata solo la possibilità di maggiore esposizione alle malattie infettive (qua-
si il 70% delle segnalazioni). Per quanto riguarda i genitori, invece, gli svan-
taggi individuati con una certa frequenza sono diversi: la possibilità di non
vivere da vicino (o in diretta) i progressi compiuti dai bambini, la necessità di
adeguarsi agli orari e ai costi talvolta elevati. Tra gli svantaggi per i bambini
si riscontra l’esito negativo del confronto con i coetanei, così come per i ge-
nitori si riscontra l’ansia derivante dal confronto con altri genitori.
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PER I GENITORI VA %
Maggiore condivisione educativa 42 31,3Possibilità di confrontarsi con altri genitori 34 25,4Qualificazione delle operatrici 29 21,6Più tempo per il lavoro 17 12,7Minore fatica 8 6,0Scelta educativa 3 2,2Costi contenuti 1 0,7Totale 134 100,0
PER I BAMBINI VA %
Maggiore esposizione alle malattie 25 69,4Trauma del distacco 4 11,1Pochi posti 2 5,6Esito negativo dal confronto tra pari 2 5,6Crescita di aggressività 1 2,8Cambio delle abitudini 1 2,8Difficoltà di inserimento 1 2,8Totale 36 100,0
PER I GENITORI VA %
Assenza dalla vita del bambino 54 53,4Orari non adeguati 24 23,7Costi elevati 12 11,9Senso di colpa 4 4,0Necessità di supporti per malattie 3 3,0Sviluppo di delega educativa 2 2,0Ansia da confronto tra genitori 2 2,0Totale 101 100,0
Tab. 15 – Principali svantaggi per le famiglie dall’inserimento al nido
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I comportamenti dei bambini che preoccupano le educatrici
(domanda 23)
La lista ricavata dalle risposte a questa domanda aperta è molto ampia e
comprende diciassette tipologie di comportamenti che non è possibile
riunire in macro categorie.
Nel complesso è evidente la centralità del tema “aggressività”, che riguar-
da più del 50% delle indicazioni raccolte. Seguono il tema dell’isolamento
e dell’apatia (quasi il 20% delle segnalazioni), la difficoltà di accettare e ri-
spettare le regole e la relazione con i coetanei (circa l’8%).
Il tema dell’aggressività è al primo posto anche nelle segnalazioni sulle
presunte preoccupazioni dei genitori (domanda 32).
Sono ben 109 su 385, infatti, quelle inerenti questo tema, seguite da
quelle riguardanti il cibo e i capricci. Queste tre voci rappresentano ol-
tre il 57% di tutte le segnalazioni pervenute.
VA %
Aggressività e prepotenze 131 50,4
Isolamento e apatia 51 19,6
Non accettazione delle regole 23 8,8
Capricci 8 3,1
Linguaggio 8 3,1
Difficoltà con il cibo 8 3,1
Iperattività e spericolatezza 8 3,1
Relazione adulto-bambino 7 2,7
Non espressione delle emozioni 6 2,3
Difficoltà nel distacco dai genitori 3 1,2
Difficoltà nel gestire gli insuccessi e il cambiamento 2 0,8
Difficoltà nel sonno 2 0,8
Nervosismo 2 0,8
Eccessiva richiesta di affetto 1 0,4
Totale 260 100
Tab. 16 – Comportamenti dei bambini che preoccupano le educatrici
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La cura di un bambino (domanda 32)
Sono oltre 350 le risposte date alla domanda aperta su cosa significhi avere
cura di un bambino. La tabella diciotto propone tutte le categorie che è sta-
to possibile costruire dalle molte sollecitazioni raccolte. Se si considerano
con attenzione le voci della graduatoria, si colgono due possibili interpreta-
zioni: da un lato emerge l’idea di cura come maggiore attenzione al dare ri-
sposta ai bisogni, anche fisici, alle esigenze e necessità complessive del
bambino; dall’altro, invece, emerge il significato della cura come maggiore
attenzione alla relazione, allo stare a fianco e sostenere la crescita.
Tuttavia alcune delle risposte fornite si avvicinano, potenzialmente, ora al-
l’uno ora all’altro dei due orientamenti: al primo sembra possibile unire, ad
esempio, “comprendere e capire i bisogni”, “dare sicurezza e fiducia”, “dare
cure fisiche” e “dare cure affettive”. Al secondo invece sembra possibile riu-
nire “ascoltare e comunicare”, “rispettare e accogliere il bambino nella sua
globalità”. Il primo orientamento – secondo questa aggregazione – arriva
ad avere circa il 40% delle segnalazioni, mentre il secondo si posiziona in-
torno al 30%. Un secondo aspetto preso in esame è la percezione della dif-
ferenza tra la cura di un bambino in famiglia e la cura in un servizio come il
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VA %
Aggressività 109 28,3Pasto 64 16,6Capricci 45 11,7Sonno 32 8,3Socievolezza nelle relazioni 31 8,1Regole 29 7,5Distacco 22 5,7Emotività 16 4,2Linguaggio 9 2,3Isolamento 8 2,1Non espressione delle emozioni 6 1,6Testardaggine 6 1,6Gelosia 5 1,3Altro 3 0,8
Totale 385 100,0
Tab. 17 – Comportamenti dei bambini che preoccupano i genitori(secondo le educatrici)
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nido d’infanzia (domanda 33). Le 270 risposte fornite a questa domanda
aperta mettono a fuoco quattro aspetti, ognuno dei quali declinato relati-
vamente al nido e all’ambiente familiare:
a) la situazione educativa: le educatrici descrivono la cura del nido come
educazione sociale, centrata sulla vita comunitaria, sulla socializzazione
tra pari, sulle regole di convivenza e sulle routine, mentre descrivono la
cura in famiglia come maggiormente individualizzata in quanto focaliz-
zata su un solo bambino;
b)la relazione educatore - bambino: le educatrici evidenziano la necessità,
al nido, di garantire attenzioni contemporaneamente al singolo bambino
VA %
Rispondere a tutte le esigenze 76 21,4Aiutare a crescere, stare a fianco 45 12,6Ascoltare e comunicare 26 7,3Comprendere e capire i bisogni 23 6,5Rispettare e accogliere il bambino nella sua globalità 19 5,3Amare, dare affetto, voler bene 18 5,1Dare sicurezza e fiducia 18 5,1Dare cure fisiche 16 4,5Dare cure affettive 14 3,9Fare crescere in ambiente sereno 13 3,7Aiutare all’autonomia 12 3,4Rispettare tempi e ritmi 11 3,1Rispettare l’individualità 9 2,5Dare serenità 8 2,2Dare regole 7 2,0Educare 6 1,7Sostenere nell'esplorazione e nel rapporto con il mondo 6 1,7Valorizzare la personalità 6 1,7Essere presenti 5 1,4Proteggere 5 1,4Sviluppare la creatività 5 1,4Aiutare a socializzare 3 0,8Dare attenzione 2 0,6Dare valori 1 0,3Essere responsabili 1 0,3Giocare 1 0,3
Totale 356 100,0
Tab. 18 – Il significato di cura di un bambino
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40
E D U C A T O R I
ed al gruppo, ai ritmi ed ai tempi di ciascuno e di tutti, mentre nella fami-
glia si focalizzano gli aspetti di attaccamento, di centralità del bambino
nel sistema delle relazioni, di maggiore presenza degli adulti,
c) il ruolo educativo dell’adulto: per il nido l’accento è posto sulla professio-
nalità, sulla progettualità, sulle teorie di riferimento, sugli stili educativi di-
versi, sull’obiettività, sulla minore incidenza degli aspetti emotivi, mentre
per la famiglia si sottolinea la rilevanza degli aspetti emotivi, la spontaneità,
la flessibilità, l’elasticità, la maggiore libertà ma anche la possibilità di con-
cedere più vizi, la minore capacità di gestire conflitti, una maggiore ansia,
d)la finalità educativa: le educatrici evidenziano la possibilità di far vivere al
bambino, nel nido, esperienze non proponibili in casa, far vivere rapporti
con più adulti (ciascuno con il proprio stile educativo e relazionale), offri-
re maggiori stimoli allo sviluppo dell’autonomia e la possibilità di ap-
prendere a scegliere;nulla hanno esplicitato circa la finalità educativa del-
la cura in famiglia.
Occorre anche registrare che un 4% delle risposte contesta l’esistenza di dif-
ferenze tra la cura nelle due situazioni perché le ritiene sostanzialmente iden-
Nido Famiglia0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Situazione educativa Relazione educativa Ruolo educativo Finalizzazione educativa
ELEMENTI DELLA CURA EDUCATIVA IN FAMIGLIAE NEL NIDO SECONDO LE EDUCATRICI
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41
E D U C A T O R I
9) Le percentuali sono calcolate esclusivamente considerando le risposte che indicano con precisio-ne la natura delle differenze tra cura nel nido e cura in famiglia.
tiche, e un altro 4% sostiene che è diverso solo il legame affettivo-emotivo
(senza specificare però come concretamente questa differenza si esprima).
Tutte le indicazioni proposte dalle educatrici sono state analizzate e catalo-
gate secondo questo schema e, successivamente, è stato calcolato il valore
percentuale di ciascuna categoria,9 così come espresso nel grafico seguente.
Per quanto riguarda la tipologia di situazione,le educatrici assegnano quasi lo
stesso valore al nido (42%) ed alla famiglia (39%),anche se vi è da rilevare che
mentre nel nido questo è l’aspetto maggiormente valorizzato, nella famiglia
è il secondo (al primo posto è collocato il ruolo educativo).Nel nido le diverse
componenti della cura prima indicate sono tutte presenti, seppur con per-
centuali diverse, mentre nella famiglia prevalgono la dimensione di ruolo e la
componente affettiva.
In famiglia gli aspetti emotivi sembrano avere un’incidenza maggiore sugli al-
tri, più di quanto accada a professionalità e progettualità nei nidi.
La presenza di bambini di altre nazionalità (domanda 37)
Un altro tema di rilevante attualità proposto all’attenzione delle educatrici
riguarda l’inserimento di bambini stranieri. Le opinioni sull’argomento si
Sia l'uno che l'altro59%
Un'opportunità di crescita38%
Un fattoredi criticità
3%
L’INSERIMENTO DEI BAMBINI STRANIERI PER IL NIDO È...
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42
E D U C A T O R I
VA %
Arricchimento tramite il confronto e la socializzazione 83 35,7Arricchimento tramite la conoscenza e lo scambio 61 26,3Accettazione e valorizzazione delle diversità da parte degli adulti 19 8,2Apertura verso il nuovo, lo sconosciuto 18 7,8Accettazione e valorizzazione delle diversità da parte dei bambini 17 7,3Possibilità di evoluzione di sé e della società e di cambiareil proprio punto di vista 14 6,0Possibilità di conoscere nuovi stili di cura e educativi 12 5,2Multiculturalità 5 2,2Favorire la convivenza 3 1,3
Totale 232 100,0
Tab. 19 – Principali fattori di crescita connessi alla presenzadi bambini stranieri
differenziano: il 38% ritiene che costituiscano un’opportunità di crescita per
i nidi, mentre il 58% assegna alla loro presenza una valenza ambivalente.
Si proponeva di specificare sia le opportunità che le criticità tramite una ri-
sposta aperta (domande 38 e 39). Complessivamente sono state raccolte ol-
tre 400 segnalazioni:quelle di carattere positivo sono numericamente mag-
giori di quelle a valenza negativa.
Tra le opportunità che favoriscono la crescita, due sono più frequentemen-
VA %
Difficoltà di dialogo per la differenza linguistica 52 29,2Incomprensioni 38 21,3Divergenze stili educativi 19 10,7Resistenze al cambiamento delle famiglie straniere 16 9,0Pregiudizi e non accettazione delle diversità 12 6,7Difficoltà di integrazione 7 3,9Difficoltà tra famiglie italiane e straniere 7 3,9Problemi organizzativi 7 3,9Presenza massiccia di bambini stranieri 7 3,9Poca preparazione degli operatori 6 3,4Dispersione energie del personale 3 1,7Più tempo al nido dei bambini 3 1,7Smarrimento delle famiglie straniere 1 0,6
Totale 178 100,0
Tab. 20 – Principali fattori di criticità connessi alla presenza di bambinistranieri
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43
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te espresse: la possibilità, grazie alla presenza dei bambini stranieri, di arric-
chirsi attraverso il confronto e la socializzazione (36% delle indicazioni) e il
conoscere scambiandosi esperienze.
Tra i fattori di criticità i più citati riguardano la difficoltà di dialogo dovuta al-
le differenze linguistiche (29% delle segnalazioni) e le incomprensioni (21%).
Il 10% indica divergenze su questioni educative tra servizio e famiglie.
Aspetti dei servizi da migliorare (domanda 28)
Le educatrici segnalano soprattutto due aspetti: gli ambienti interni ed
esterni (quasi la metà delle risposte) e il coinvolgimento dei genitori (più di
un terzo delle risposte).
Un quarto delle operatrici vorrebbe aumentare il personale educativo men-
tre il 22% rileva l’esigenza di migliorare la comunicazione con i genitori.
VA % % SUI CASI
Gli ambienti a disposizione dei bambini 94 18,2 46,1Il coinvolgimento dei genitori 70 13,6 34,3Lo spazio esterno 66 12,8 32,4La possibilità di avere più educatori/trici 54 10,5 26,5La comunicazione tra educatori/trici e genitori 46 8,9 22,5La possibilità di avere meno bambini nel servizio 38 7,4 18,6Le attività per i genitori 35 6,8 17,2La pulizia degli ambienti 33 6,4 16,2Le attività con i bambini 22 4,3 10,8La relazione tra educatori/trici e bambini 19 3,7 9,3La qualità del cibo 19 3,7 9,3Il momento del pasto 5 1,0 2,5Altro 15 2,9 7,4
Totale 316 100,0
Tab. 21 – Opinione delle educatrici sugli aspetti del nido da migliorare
Il futuro del nido (domanda 40)
Alle educatrici è stato posto un ultimo interrogativo in forma aperta circa
i cambiamenti che prevedono imminenti per i servizi. Non tutte hanno ri-
sposto alla domanda: in totale sono 171 su 209 (l’82% del totale) quelle
che si sono misurate con il difficile compito di prefigurare il futuro. Le ri-
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44
E D U C A T O R I
VA %
Aumento dei bambini stranieri 39 22,8Maggiore flessibilità degli orari 39 22,8Privatizzazione 35 20,5Riduzione della qualità 12 7,0Più sezioni lattanti 6 3,5Turn-over 4 2,3Ottimizzazione degli spazi 4 2,3Più consapevolezza dell'importanza dei nidi 4 2,3Più bambini 4 2,3Più domande di iscrizioni 3 1,8Più formazione 3 1,8Più costi per le famiglie 3 1,8Più modalità dell’essere famiglia 2 1,2Maggiore diversificazione dei bisogni dei bambini 2 1,2Meno aggiornamento 2 1,2Più coinvolgimento dei genitori 2 1,2Più nidi 2 1,2Più educatrici giovani 1 0,6Maggiore problematicità dei bambini 1 0,6Maggiore problematicità delle famiglie 1 0,6Aumento di personale 1 0,6Più confronto tra servizi 1 0,6
Totale 171 100,0
Tab. 22 – Cambiamenti futuri nei nidi
sposte - come si può notare dalla lettura della tabella seguente -sono
molte e anche significativamente diverse per contenuto e per numero di
segnalazioni. Le prime tre - insieme - rappresentano oltre due terzi del to-
tale delle segnalazioni e mettono l’accento su tre aspetti: l’aumento dei
bambini stranieri, l’aumento della flessibilità degli orari e la privatizzazio-
ne dei servizi. Gli ultimi due sovente sono proposti come interconnessi
poiché si ritiene che la crescente privatizzazione aumenterà la flessibilità
degli orari per venire incontro alle sempre più differenti esigenze dei ge-
nitori. Il 7% delle educatrici pensa che in futuro la qualità dei servizi ten-
derà a diminuire (sempre in conseguenza al processo di privatizzazione) e
che aumenterà il numero delle sezioni lattanti. Tutte le altre voci non su-
perano la quota di tre segnalazioni ciascuna.
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L’EDUCAZIONE DEI BAMBINITRA FAMIGLIA E SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA
QUESTIONARIO PER GLI EDUCATORIIl Coordinamento pedagogico dei nidi e servizi per la prima infanzia della Provincia di Piacenza,
nell’ambito di un lavoro di indagine sulla prima infanzia nella nostra provincia, ha pensato direalizzare una ricerca per comprendere meglio i bisogni dei bambini e delle famiglie e per rendere
i servizi sempre più adeguati alle loro esigenze.Si è pensato a tal fine ad uno strumento di rilevazione, il questionario che vi proponiamo, per
raccogliere idee ed indicazioni da parte del personale educativo dei servizi per la prima infanzia.Il questionario è anonimo. I dati saranno utilizzati esclusivamente per questo lavoro d’indagine e
non saranno messi a disposizione di altri. In ogni caso i dati saranno trattati solo in forma aggregata.
Vi ringraziamo anticipatamente per l’attenzione e per il prezioso contributo al lavoro di ricerca.
1
PROVINCIADI PIACENZAServizio sistema Scolastico
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Genitori
Non si può parlare di un infantesenza parlare delle braccia che lo sostengono
D. Winnicott, medico
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Le opinioni dei genitori *
Le famiglie
Sono 906 i genitori che hanno risposto al questionario e lo hanno fatto
sovente insieme (nel 53% dei casi entrambi i genitori, nel 45% solo la
madre, nel 2% solo il padre).
I nuclei familiari risultano variegati: nel 94% sono presenti entrambi i ge-
nitori, nel 4% c’è un solo genitore, nel 2% vi sono altre composizioni (tra
le quali i nuclei ricostituiti). In specifico prevale nettamente la situazio-
ne di genitori coniugati (il 71% del campione) rispetto a quelli convi-
venti (24%).
La gestione dei figli (domande 8, 9, 32)
I nuclei familiari intervistati riescono solo parzialmente a usufruire del-
l’aiuto dei nonni o di altri parenti stretti: il 30% può disporne senza pro-
blemi, il 29% solo in caso di emergenze, l’11% difficilmente per motivi di
distanza. Poco meno di un quarto non ha questo tipo di aiuto.
Tra i genitori italiani la possibilità di ricorrervi senza difficoltà alcuna è
maggiore che tra gli stranieri: 33% vs 7%. Tra i genitori stranieri oltre il
54% non ha parenti vicini.
51
G E N I T O R I
VA %
Genitori coniugati 632 70,7Genitori conviventi 211 23,6Un solo genitore a seguito di separazione 15 1,7Un solo genitore fin dalla nascita del bambino 14 1,6Nuovo nucleo familiare ricostituito (dopo separazione, vedovanza, divorzio) 7 0,8Un solo genitore a seguito di divorzio 2 0,2Un solo genitore vedovo 2 0,2Altro 11 1,2
Totale 894 100,0
Tab. 23 – Composizione delle famiglie
* La versione integrale del questionario è riportata alla fine del capitolo.
libro 2009 21-01-2010 9:34 Pagina 51
I dati raccolti confermano la centralità della figura materna nella cura dei fi-
gli: sono principalmente le madri che si occupano dell’accudimento del
bambino (98%), dei colloqui con le educatrici (97%), delle cure in caso di
malattia (93%), mentre i padri intervengono nel trasporto al nido (il 44%) e
nella custodia in caso di necessità (49%).
I nonni intervengono sia per l’assistenza in caso di malattia (36%) sia per
l’accudimento quotidiano (22%), mentre il ricorso alla babysitter avviene,
quasi esclusivamente, in caso di necessità (12%).
52
G E N I T O R I
La gestione quotidiana dei figli è “abbastanza”difficile per oltre la metà del-
le famiglie. Se si sommano anche quelle che l’hanno definita “molto diffici-
le” il totale raggiunge quota 65%.
Due famiglie su tre, quindi, dichiarano questo disagio.
Sono i genitori italiani,piuttosto che quelli stranieri,a sentirsi più in difficoltà
VA %
Si, senza alcun problema 265 29,8Si, ma solo in situazione di emergenza 258 29,0No, perché abitano lontano o non ci sono più 208 23,4Si, ma limitatamente perché abitano distanti da noi 100 11,2Altro 58 6,5
Totale 889 100,0
Tab. 24 – Possibilità di aiuto dai parenti
Madre Padre Nonni Babysitter Altri
VA % VA % VA % VA % VA %Accudire il bambino (nelle coseche non è in grado di fare da solo) 884 97,6 629 69,4 204 22,5 40 4,4 10 1,1Parlare con le educatrici 878 96,9 282 31,1 42 4,6 2 0,2 1 0,1Assisterlo in caso di malattia 845 93,3 346 38,2 323 35,7 40 4,4 10 1,1Partecipare alle riunioni peri genitori nel servizio 834 92,1 266 29,4 8 0,9 1 0,1 2 0,2Accompagnarlo al nido 783 86,4 403 44,5 121 13,4 20 2,2 7 0,8Custodire il bambino in casodi necessità 642 70,9 442 48,8 502 55,4 110 12,1 60 6,6
Tab. 25 – Partecipazione alla cura del bambino
libro 2009 21-01-2010 9:34 Pagina 52
(12% vs 4%) nonché le famiglie con entrambi i genitori piuttosto che quel-
le monoparentali (12% vs 9%).
Le famiglie oggi: problemi e bisogni (domande 33 e 34)
Anche le altre famiglie sono percepite in difficoltà: alla richiesta di esprime-
re un’opinione sulla condizione delle famiglie di oggi, i genitori ne eviden-
ziano la stanchezza (segnalata da oltre tre quarti degli intervistati) e il sen-
so di solitudine (segnalato da poco meno di un quarto).
Il 21% le vede dipendenti dalla disponibilità dei nonni.
La stanchezza è maggiormente segnalata dalle coppie di genitori e dai ge-
nitori italiani, mentre la solitudine dai genitori soli e dai genitori stranieri.
53
G E N I T O R I
VA %
Abbastanza 471 53,0Poco 256 28,8Molto 110 12,4Nulla 51 5,7Totale 888 100,0
Tab. 26 – Grado di difficoltà nella gestione quotidiana dei figli
VA % DEI CASI
Stanche e affaticate dai molti impegni 658 75,5Sole, con poche relazioni importanti e pochi aiuti 202 23,2Dipendenti dalla disponibilità dei nonni 188 21,6Condizionate dai media e dalle pubblicità 100 11,5Accoglienti e capaci di dare sostegno ai propri componenti 85 9,7Desiderose di essere autonome da tutti 72 8,3Incapaci di gestire i conflitti e le tensioni interne 64 7,3Aperte e solidali nel dare aiuto ad altri 41 4,7
Totale 1.410
Tab. 27 – Opinione dei genitori sulle famiglie oggi
libro 2009 21-01-2010 9:34 Pagina 53
Metà degli intervistati ritiene di aver bisogno di sostegni economici per la
cura dei figli e quasi il 42% di orari diversi di lavoro. Meno dei 20% segnala
l’esigenza di aperture prolungate dei servizi pubblici. Il bisogno di sostegni
economici è espresso più dai genitori soli che da quelli in coppia (68% vs
49%), e più dai genitori stranieri che da quelli italiani (66% vs 47%).
La scelta del nido e le attese dei genitori (domande 10 e 12)
Che cosa ha spinto questi genitori a inserire i figli al nido? I motivi pre-
valenti sono, da un lato, le necessità collegate al lavoro e dall’altro una
precisa scelta educativa. In ordine al primo motivo vi è da rilevare che
esso è stato maggiormente indicato dalle famiglie italiane (82% vs 77%)
e da quelle con entrambi i genitori al lavoro (86% vs 71%), mentre per
quanto riguarda il secondo motivo si rileva una maggior considerazione
da parte dei genitori italiani rispetto a quelli stranieri (64% vs 50%).
54
G E N I T O R I
VA % DEI CASI
Di sostegni economici alla famiglia per la cura dei figli 435 49,8Di orari diversi di lavoro 365 41,8Di aperture prolungate di servizi per l’infanzia 169 19,3Di migliore accessibilità ai servizi pubblici 414 16,1Di niente in particolare 98 11,2Di mezzi di trasporto più efficienti 25 2,9
Totale 1.261
Tab. 28 – I bisogni principali delle famiglie 11
VA % % DEI CASI
Per necessità collegate al lavoro 726 46,4 80,8Per scelta educativa 574 36,7 63,8Per mancanza di figure parentali a cui affidare il bambino 122 7,8 13,6Per facilitare l’inserimento nella scuola materna 94 6,0 10,5Per motivi economici (costo minore rispetto a una baby-sitter) 33 2,1 3,7Per la vicinanza del servizio alla nostra abitazione 15 1,0 1,7
Totale 1.564 100,0
Tab. 29 – Motivazioni alla scelta del nido 12
11) Le percentuali indicate nella tabella non vanno sommate insieme, in quanto ciascuna di essa si ri-ferisce al totale dei genitori.
12) Le percentuali indicate nella tabella non vanno sommate insieme, in quanto ciascuna di essa si ri-ferisce al totale dei genitori.
libro 2009 21-01-2010 9:34 Pagina 54
Sono tre le aspettative che i genitori esprimono con maggiore forza rispet-
to al nido: potersi sentire partecipi dell’educazione del figlio (indicato dal
48% delle famiglie), potersi confrontare sui problemi del figlio (opzione
scelta dal 46%), poter essere informati di ciò che accade nel nido (indicato
dal 38%).
I genitori soli si aspettano soprattutto di potersi confrontare sui problemi
del bambino e di essere coinvolti come genitori, mentre i genitori in coppia
esprimono più l’esigenza di sentirsi partecipi dell’educazione del figlio e di
essere informati. I genitori stranieri hanno espresso, in misura maggiore de-
gli italiani, l’esigenza di sentirsi bene accolti (36% vs 16%), mentre i genitori
italiani desiderano soprattutto potersi confrontare sui problemi del figlio ed
essere informati.
La valutazione del servizio (domanda 13)
Alcune domande chiedevano di valutare il servizio nido sotto diversi aspet-
ti: in primo luogo emerge la convinzione che, globalmente, la frequenza al
nido abbia comportato per il figlio prevalentemente vantaggi (84% dei ge-
nitori), mentre è irrilevante la quota di chi annota in prevalenza svantaggi
(tre nuclei genitoriali, pari allo 0,3%). Sono i genitori italiani a essere mag-
giormente positivi nel giudizio (l’84% vs il 79% di quelli stranieri).
55
G E N I T O R I
VA % DEI CASI
Di sentirci partecipi dell’educazione di nostro/a figlio/a 426 48,4Di poterci confrontare sui problemi del bambino/a 406 46,1Di essere informati su ciò che succede nel servizio 337 38,3Di essere ben accolti 163 18,5Di poter esprimere preoccupazioni e opinioni 131 14,9Di essere coinvolti e valorizzati come genitori 116 13,2Di poter concordare la partecipazione ad attività del servizio 20 2,3Di poter dare suggerimenti sulle attività da svolgere 8 0,9
Totale 1.607
Tab. 30 – Attese dei genitori nei confronti del nido 13
13) Le percentuali indicate nella tabella non vanno sommate insieme, in quanto ciascuna di essa si ri-ferisce al totale dei genitori.
libro 2009 21-01-2010 9:34 Pagina 55
Tra i vantaggi elencati nella domanda aperta complementare (domanda
14), oltre la metà indica la possibilità di socializzazione. Poi si segnalano il
raggiungimento di una maggiore indipendenza e autonomia (16%) e an-
cora, seppur con percentuali inferiori, l’apprendimento di regole di convi-
venza (6%) e maggiori opportunità per la crescita (6%).
Tra gli svantaggi segnalati quello più frequente è rappresentato dalla
maggiore esposizione dei bambini alle malattie infettive.
56
G E N I T O R I
VA %
Prevalentemente vantaggi 748 84,0Sia vantaggi che svantaggi 139 15,6Prevalentemente svantaggi 3 0,3Totale 890 100,0
Tab. 31 – Vantaggi e svantaggi per il figlio
VA %
Socializzazione 558 50,4Indipendenza e autonomia 178 16,1Possibilità di apprendimento di regole di convivenza 63 5,7Opportunità per la crescita 62 5,6Apprendimenti 45 4,1Stimoli nella comunicazione e nel linguaggio 42 3,8Relazioni educative con altri adulti 40 3,6Divertimento 35 3,2Ambiente adeguato e accogliente 17 1,5Serenità 15 1,4Qualificazione operatrici 12 1,1Sviluppo creatività 12 1,1Più tempo per il lavoro 8 0,7Apprendimento di ritmi nella giornata 8 0,7Maggiore condivisione educativa per i genitori con le educatrici 6 0,5Sviluppo capacità motorie 5 0,5Protezione 1 0,1Integrazione sociale 1 0,1
Totale 1.108 100,0
Tab. 32 – I vantaggi per il bambino dalla frequenza al nido
libro 2009 21-01-2010 9:34 Pagina 56
La conferma di questa valutazione positiva è data dal fatto che l’87% sce-
glierebbe ancora il nido anche se avesse altre possibilità. L’alternativa pre-
sa maggiormente in considerazione è l’accudire direttamente il proprio fi-
glio (domanda 23).
La valutazione complessiva data al nido d’infanzia è molto alta: il 73% dei
genitori ritiene l’esperienza del tutto positiva, il 26% la ritiene abbastanza
positiva. Solo lo 0,2% la ritiene abbastanza negativa e l’1% è incerto (do-
manda 24). La valutazione è più positiva tra i genitori italiani (75% vs 59%)
e tra i genitori soli (91% vs 72%).
57
G E N I T O R I
VA %
Maggiore esposizione alle malattie 83 65,9Assenza dei genitori dalla vita del bambino in momenti importanti 15 11,9Trauma del distacco 13 10,3Crescita di aggressività 12 9,5Cambio delle abitudini 3 2,4
Totale 126 100
Tab. 33 – Valutazione sul nido circa gli svantaggi per il figlio
VA %
Si, senz’altro 783 87,5No, se potessimo fare affidamento su un familiare 19 2,1No, se potessimo fare affidamento su una baby-sitter 1 0,1No, se potessimo accudirlo noi genitori 92 10,3
Totale 895 100,0
Tab. 34 – Scegliereste nuovamente il nido?
VA %
Del tutto positiva 654 73,1Abbastanza positiva 229 25,6Né positiva né negativa 10 1,1Abbastanza negativa 2 0,2
Totale 895 100,0
Tab. 35 – Valutazione globale del nido
libro 2009 21-01-2010 9:34 Pagina 57
Anche la valutazione degli orari del servizio (domanda 25 e 26) è tenden-
zialmente positiva: il 69% li ritiene adatti alle proprie esigenze e l’86% li ri-
tiene adatti alle esigenze dei bambini.
Sono più i genitori stranieri a considerarli adatti alle proprie esigenze
(77% vs 68%) e più quelli di Piacenza rispetto al resto della provincia (74%
vs 65%), mentre non vi sono differenze nel ritenerli adeguati alle esigen-
ze dei bambini.
La completa inadeguatezza degli orari è segnalata da trentuno genitori (il
3% sul totale) per quanto riguarda le esigenze degli adulti e da 11 (l’1%)
per quanto attiene i bambini.
La relazione genitori-educatrici
La valutazione del confronto con le educatrici in merito a questioni edu-
cative (domanda 15) mette in luce una significativa corrispondenza con
le proprie attese: quasi il 68% afferma che il confronto è come ci si aspet-
tava e il 20% che è stato maggiore del previsto. La percentuale dei geni-
tori delusi, sotto questo profilo, è del 12%.
58
G E N I T O R I
VA %
Sono adatti 614 69,1Sono parzialmente adatti 244 27,4Non sono adatti 31 3,5
Totale 889 100,0
Tab. 36 – Adeguatezza degli orari per i genitori
VA %
Sono adatti 772 86,3Sono parzialmente adatti 112 12,5Non sono adatti 11 1,2
Totale 895 100,0
Tab. 37 – Adeguatezza degli orari per i bambini
libro 2009 21-01-2010 9:34 Pagina 58
Quasi la metà delle famiglie intervistate afferma di aver chiesto – nel cor-
so dell’ultimo anno – un consiglio alle educatrici (domanda 17). La quasi
totalità afferma anche che ciò è stato utile. Il 31% al momento non ne ha
ancora avuto necessità, ma non lo esclude per il futuro e il 20% non ne ha
mai avuto bisogno.
La valutazione positiva di questa “consulenza” è espressa maggiormente
dai genitori italiani (47% vs 36%), mentre i genitori stranieri immaginano
maggiormente di poterne usufruire in futuro. Sono i genitori singoli ad
avervi fatto più ricorso (61% vs 46%).
Anche il giudizio sul rapporto con le educatrici (domanda 16) è di segno po-
sitivo: oltre il 60% dei genitori ritiene di sentirsi in sintonia con loro e più del
25% dichiara di sentirsi ascoltato. La quota di chi si sente giudicato, ignora-
to o in soggezione è - complessivamente – inferiore al 2%. I genitori italiani
si sentono maggiormente in sintonia dei genitori stranieri (63% vs 46%) che,
per converso, sono quelli che si sentono più ascoltati (36%).
59
G E N I T O R I
VA %
C’è confronto esattamente come atteso 598 67,7C’è stato più confronto di quanto atteso 172 19,5C’è stato meno confronto di quanto atteso 113 12,8
Totale 883 100,0
Tab. 38 – Valutazione del confronto sulle questioni educative
VA %
Ci sentiamo in sintonia 546 60,8Ci sentiamo ascoltati 229 25,5Ci sentiamo riconosciuti come genitori 110 12,2Ci sentiamo giudicati 7 0,8Ci sentiamo ignorati 4 0,4Ci sentiamo in soggezione 2 0,2
Totale 898 100,0
Tab. 39 – Valutazione del rapporto con le educatrici
libro 2009 21-01-2010 9:34 Pagina 59
Gli argomenti su cui i genitori hanno chiesto consigli (domanda 18) sono
i più vari: prevalgono l’eliminazione del pannolino (tema indicato dal 27%
dei genitori), l’alimentazione (indicato dal 20%), le regole educative (20%)
e i capricci (15%).
Poco più del 55% dei genitori si dichiara preoccupato da alcuni compor-
tamenti del figlio, anche se si tratta di una preoccupazione definita “nor-
male e passeggera” (domanda 21).
60
G E N I T O R I
VA %
Si, ci è servito 413 46,5No, ma potrebbe succedere in futuro 273 30,7No, non ne abbiamo mai avuto bisogno 180 20,3Si, ma non ci è servito 17 1,9No, abbiamo preferito non parlarne con loro 5 0,6
Totale 888 100,0
Tab. 40 – Richieste di aiuto alle educatrici
VA %
Sull’eliminazione del pannolino 242 26,7Sull’alimentazione 181 20,0Sulle regole educative 177 19,5Sui capricci 144 15,9Sul modo di comunicare dei bambini tra loro 122 13,5Sull’aggressività dei bambini 121 13,4Sul sonno 95 10,5Sulla salute 90 9,9Sul gioco 89 9,8Sulle tappe di sviluppo 153 9,8Sul ciuccio 78 8,6Sul pianto 45 5,0Sul rapporto tra fratelli 41 4,5Su come comportarsi in caso di nascita di un altro figlio 38 4,2Sul dormire nel letto con i genitori 25 2,8Sul rapporto con i nonni 8 0,9
Tab. 41 – Argomenti su cui si è chiesto consiglio 14
14) Le percentuali indicate nella tabella non vanno sommate insieme, in quanto ciascuna di essa si ri-ferisce al totale dei genitori.
libro 2009 21-01-2010 9:34 Pagina 60
Le oltre 400 segnalazioni in risposta alla successiva domanda aperta (do-
manda 22) permettono di evidenziare due comportamenti che – più di al-
tri – sono considerati preoccupanti: l’aggressività e le prepotenze (indica-
te dal 29% dei genitori) ed i capricci (indicati dal 21%). Al terzo posto si
pongono i comportamenti ripetitivi ed abituali (8,5%) che i genitori fan-
no fatica a comprendere. Compaiono anche la difficoltà di accettare i “no”
e le regole (6%) e l’eccessiva emotività (6%). Nell’insieme emerge un qua-
dro di preoccupazioni per lo più di matrice relazionale: il conflitto tra ge-
nitore e bambini ma, anche, tra bambino e bambino.
61
G E N I T O R I
VA %
Aggressività 130 29,1Capricci 95 21,2Comportamenti ripetitivi 38 8,5Difficoltà ad accettare il rifiuto e le regole 29 6,5Eccessiva emotività 28 6,3Difficoltà a relazionarsi 26 5,8Sviluppo del linguaggio 17 3,8Gelosia 16 3,6Eccessiva vivacità 16 3,6Paure 8 1,8Altro 8 1,8Egoismo 7 1,6Nervosismo 7 1,6Eccessivo attaccamento a una persona 7 1,6Spericolatezza 6 1,3Indipendenza eccessiva 6 1,3Incapacità di gestire gli insuccessi 3 0,7Imitazione dei comportamenti dei grandi (fumo) 1 0,2
Totale 448 100,0
Tab. 42 – Comportamenti dei bambini che preoccupano i genitori
I bisogni dei bambini (domanda 28)
I genitori indicano come bisogni prioritari del proprio bambino l’imparare
regole di comportamento (indicato dalla metà dei genitori), il socializzare
(indicato dal 41%), il ricevere cure affettive e l’imparare a esprimersi (indicati
da circa un terzo delle famiglie). Per i genitori in coppia i bisogni più impor-
tanti sono socializzare, esprimersi e apprendere regole di comportamento,
mentre per quelli soli sono le cure fisiche e affettive, il gioco e il distacco da
libro 2009 21-01-2010 9:34 Pagina 61
sé. I genitori italiani sottolineano maggiormente il bisogno di cure affettive e
di movimento, mentre i genitori stranieri il bisogno di cure fisiche.
62
G E N I T O R I
VA % DEI CASI
Di imparare regole di comportamento 451 50,7Di socializzare con altri bambini 362 40,7Di cure affettive 333 37,4Di imparare ad esprimersi 290 32,6Di giocare e divertirsi 272 30,6Di sviluppare la creatività 251 28,2Di esplorazione dell’ambiente 142 16,0Di fare esperienze non realizzabili in casa 122 13,7Di movimento 121 13,6Di cura fisica 89 10,0Di distaccarsi dai genitori 62 7,0Altro 1 0,1
Totale 2.496
Tab. 43 – Bisogni più importanti del proprio figlio 15
Oltre il 98% dei genitori ritiene che i bambini debbano, a quest’età, avere
delle regole (domanda 37). Una domanda aperta (domanda 38) ha permes-
so ai genitori di indicare con maggior precisione quali regole essi cerchino
di proporre ai figli. Il tema guida riscontrabile nelle oltre 1200 segnalazioni
raccolte è quello del rispetto: rispetto degli altri (41%), ma anche della vita
comunitaria (29%), dell’autorità (8%), delle cose e degli ambienti (8%), di sé
(6%), dei tempi e dei ritmi (4%).
VA %
Rispetto degli altri 501 40,7Rispetto della vita comunitaria e familiare 360 29,3Rispetto dell'autorità 102 8,3Rispetto delle cose e degli ambienti 99 8,0Rispetto di sè 71 5,8Rispetto dei tempi e dei ritmi 53 4,3Accettazione dei limiti 44 3,6
Totale 1230 100
Tab. 44 – Regole che i genitori intendono proporre ai figli
15) Le percentuali indicate nella tabella non vanno sommate insieme, in quanto ciascuna di essa si ri-ferisce al totale dei genitori.
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63
G E N I T O R I
La cura dei figli (domanda 35)
Al tema della cura è stata dedicata una domanda aperta che ha offerto ai
genitori l’opportunità di specificare cosa intendono per “aver cura di un
bambino”. Al primo posto è risultato il tema dell’amore e dell’affetto (13%),
a seguire una sola voce ha superato anch’essa la quota del 10%: l’aiutare a
crescere stando a fianco del bambino. Si trovano poi definizioni come “oc-
cuparsi di tutto”(9%) e “rispondere a tutte le esigenze del bambino”(8%). La
cura intesa come educazione ha raccolto l’8% delle segnalazioni.
VA %
Amare dare affetto voler bene 156 13,5Aiutare a crescere stare a fianco 134 11,6Occuparsi di tutto dare tutto il possibile 99 8,6Rispondere a tutte le esigenze 97 8,4Educare 97 8,4Essere presenti 80 6,9Comprendere e capire i bisogni 52 4,5Aiutare a raggiungere l'autonomia 41 3,5Dare serenità 37 3,2Dare valori 36 3,1Dare cure fisiche 34 2,9Ascoltare e comunicare 32 2,8Dare sicurezza e fiducia 29 2,5Rispettare e accogliere nella globalità 27 2,3Dare regole 26 2,2Proteggere 26 2,2Mettere al primo posto 20 1,7Dare attenzione essere attenti 18 1,6Dare cure affettive 16 1,4Fare crescere in ambiente sereno 15 1,3Sostenere nell'esplorazione e nel rapporto con il mondo 14 1,2Essere responsabili 14 1,2Rispettare tempi e ritmi 12 1,0Rispettare le individualità 11 1,0Giocare 10 0,9Rendere felici 8 0,7Valorizzare la personalità 4 0,3Sviluppare la creatività 4 0,3Aiutare a socializzare 3 0,3Crescere con 3 0,3Far sentire di far parte 2 0,2
Totale 1157 100,0
Tab. 45 – Significato della cura di un bambino
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Anche ai genitori è stata posta la domanda su quali differenze vi siano tra
la cura di un bambino in famiglia e nel nido (domanda 36).
Sono complessivamente 727 le risposte raccolte: alcune famiglie ritengo-
no che non esista alcuna differenza (quasi il 9%), altre pensano che non sia
possibile confrontare questi due contesti (il 2,5%) o pongono l’accento sul
fatto che le cure nella famiglia e nel nido sono da intendersi come com-
plementari e integrate (4%).
Analizzando in dettaglio le risposte che annotano le differenze, si nota
una concentrazione maggiore di indicazioni simili in riferimento alla cura
in famiglia (segno di una maggior vicinanza di vissuti) ed una maggiore
dispersione delle risposte relative alla cura nei nidi (segno di una mag-
giore differenziazione dei vissuti rispetto al nido).
Per quanto riguarda la cura in famiglia sono sostanzialmente due gli
aspetti che i genitori sottolineano: la forte componente affettiva ed emo-
tiva (il 50% delle segnalazioni riguarda questo aspetto) e l’esclusività del-
la relazione (34%). Si aggiungono alcune difficoltà dovute agli aspetti ap-
pena citati, come ad esempio il voler/dover esprimere - come genitori -
una maggiore finalizzazione di tipo morale nell’educare i figli di quanto
non debbano fare le educatrici in un nido; il rischio di concedere più vizi
in relazione all’esclusività della relazione: il basarsi sulla spontaneità piut-
tosto che sullo studio dell’educazione, cosa che può produrre ansia nel
genitore più di quanto ne produca nelle educatrici.
Riguardo le azioni di cura nei nidi i genitori hanno posto l’accento su più
aspetti: il necessario equilibrio nel dare attenzione al singolo e al gruppo
(23% delle segnalazioni), la maggiore possibilità di socializzazione tra pa-
ri (21%), il contesto di tipo comunitario (18%), la maggiore spinta verso
autonomia e indipendenza (9%), la professionalità degli adulti (6%), la lo-
ro progettualità (2%), il minor coinvolgimento emotivo (4%) e quindi
maggiore distacco e obiettività (5%), la possibilità per il bambino di vive-
re esperienze più varie (8%).
64
G E N I T O R I
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G E N I T O R I
La catalogazione delle risposte è stata svolta secondo lo schema seguen-
te (già proposto nel capitolo dedicato alle educatrici), che mette a fuoco
quattro aspetti:
a) la situazione educativa, che sottolinea gli aspetti di specificità di ciascu-
na delle due situazioni educative;
b)la relazione educatore – bambino, che evidenzia gli elementi caratteriz-
zanti la relazione in famiglia e nel nido;
c) il ruolo educativo dell’adulto, svolto nelle due diverse situazioni educative;
d)la finalità educativa nei due contesti.
I genitori percepiscono i due ambienti in modo molto diverso:
- la famiglia si caratterizza per un’attenzione maggiormente centrata
sul ruolo e sugli aspetti emotivi ed affettivi e, con una minore enfasi,
sulla relazione educativa (intesa come esclusiva e unica),
- nei nidi le attenzioni della cura educativa sono maggiormente bilan-
ciate tra i diversi aspetti considerati e quello più sottolineato riguarda
la situazione sociale e comunitaria.
Nido Famiglia0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Situazione educativa
Relazione educativa
Ruolo educativo
Finalizzazione educativa
ELEMENTI DELLA CURA EDUCATIVA IN FAMIGLIA E NEL NIDO SECONDO I GENITORI
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G E N I T O R I
Tra le difficoltà incontrate nella cura del figlio (domanda 29), al primo po-
sto è la necessità di conciliare i propri tempi di vita con quelli del bambi-
no (la metà dei genitori si è espressa in tal senso). Una quota di poco infe-
riore ha espresso anche difficoltà connesse a dubbi e incertezze di tipo
educativo.
66
Di fronte a queste difficoltà i genitori hanno cercato di trovare principal-
mente al proprio interno le soluzioni e le risposte adeguate (44%). Un
quarto di loro si è rivolto al pediatra, poco meno ad amici con figli, il 15%
a parenti. La quota di chi si è rivolto agli operatori del servizio è di poco
superiore al 15% e quella di chi si è confrontato con altri genitori del ser-
vizio è intorno al 10%. Infine, quasi nessuno si è rivolto a servizi di consu-
lenza psicologica o psico-pedagogica (domanda 30).
I genitori italiani tendono maggiormente ad affrontare da soli le difficoltà
o a confrontarsi con altri genitori del servizio, mentre quelli stranieri indi-
cano in misura maggiore di non aver avuto bisogno di aiuto.
I genitori in coppia cercano prevalentemente di risolvere al proprio inter-
no le difficoltà o si rivolgono ad amici con figli più di quelli soli che ten-
dono maggiormente a utilizzare le educatrici, i parenti, e il pediatra.
VA % DEI CASI
Difficoltà a conciliare i tempi di vita degli adulticon quelli del bambino/a 456 50,3Dubbi e incertezze sulla linea educativa 417 46,0
Dubbi e incertezze rispetto alla crescita fisica 125 13,8
Senso di smarrimento per il futuro del figlio 102 11,3
Dubbi e incertezze sullo sviluppo cognitivo 72 7,9
Senso di solitudine nel prendere le decisioni 60 6,6
Tab. 46 – Difficoltà incontrate nella cura dei figli 16
16) Le percentuali indicate nella tabella non vanno sommate insieme, in quanto ciascuna di essa si ri-ferisce al totale dei genitori.
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67
G E N I T O R I
VA % % DEI CASI
Ne abbiamo parlato solo tra noi genitori 357 30,0 43,8
Ci siamo rivolti al pediatra 204 17,1 25,0
Ci siamo rivolti ad amici con figli 193 16,2 23,7
Ci siamo rivolti ai parenti 124 10,4 15,2
Ci siamo rivolti al personale del servizio 124 10,4 15,2
Non abbiamo avuto difficoltà 85 7,1 10,4
Ci siamo confrontati con altri genitori del servizio 74 6,2 9,1
Altro 16 1,3 2,0
Ci siamo rivolti a servizi pubblici come il Consultorioo Servizio psicologia 14 1,2 1,7
Totale 1.191 100,0
Tab. 47 – Soggetti a cui i genitori chiedono aiuto in caso di difficoltà 17
Il confronto con altri genitori (domanda 31) avviene perlopiù in luoghi
informali, in particolare nelle occasioni di incontro tra amici (54% dei ca-
si), all’uscita dal nido (37%), al giardino (22%). Il venti per cento ha par-
tecipato a incontri nel servizio e l’8% a gruppi informali di genitori. No-
tevolmente inferiore, infine, la percentuale di chi partecipa ad associa-
zioni o gruppi formali.
17) Le percentuali indicate nella tabella non vanno sommate insieme, in quanto ciascuna di essa si ri-ferisce al totale dei genitori.
VA % % DEI CASI
Quando siamo con amici 479 35,5 54,3
All’uscita dal nido 324 24,0 36,7
Al giardino 191 14,1 21,7
Nel corso d’incontri presso il servizio 186 13,8 21,1
Non ci siamo mai confrontati con altri genitori 84 6,2 9,5
In gruppi informali di genitori 75 5,6 8,5
In gruppi formali o associazioni di genitori 12 0,9 1,4
Totale 1.351 100,0
Tab. 48 – Occasioni di confronto tra genitori
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Nidi, bambini e genitori (domanda 19 e 20)
Secondo i genitori il servizio nido risponde complessivamente in modo
adeguato sia ai bisogni dei bambini che a quelli dei genitori. Per quanto ri-
guarda i primi si citano soprattutto le possibilità di socializzare (88%) e di
giocare e divertirsi (87%). Sono messi in evidenza anche l’aiutare a svilup-
pare la creatività (77%) e il fare esperienze non realizzabili in casa (74%).
68
G E N I T O R I
(valori in percentuale)
POCO-NULLA ABBASTANZA MOLTO
Socializzare con altri bambini 1,0 10,2 88,7Giocare e divertirsi 0,5 12,4 87,1Sviluppare la creatività 1,4 21,5 77,1Fare esperienze non realizzabili in casa 5,0 21,2 73,8Imparare regole di comportamento 1,8 25,6 72,6Imparare ad esprimersi 1,5 26,5 72,0Fare movimento 2,4 30,2 67,3Esplorare l’ambiente 4,3 30,8 64,9Distaccarsi dai genitori 5,1 35,6 59,3Ricevere cure affettive 6,1 42,5 51,4Ricevere cure fisiche 8,2 50,3 41,5
Tab. 49 – Capacità dei nidi di rispondere ai bisogni dei bambini
Per quanto riguarda la capacità di dare risposta ai bisogni dei genitori il
34% ritiene che i nidi siano molto capaci di soddisfare il desiderio di co-
noscere meglio lo sviluppo infantile e il 30% di dare maggiore sicurezza
nell’educazione e nella conoscenza del proprio figlio.
(valori in percentuale)
POCO-NULLA ABBASTANZA MOLTO
Conoscere meglio lo sviluppo infantile 14,6 51,3 34,0
Acquisire più sicurezza nell’educazione 18,5 51,3 30,2
Conoscere meglio il proprio figlio/a 20,4 50,6 29,0
Confrontarsi con altri genitorisulle esperienze educative 32,2 40,9 27,0
Capire meglio cosa significaessere genitori 34,7 45,1 20,2
Tab. 50 – Capacità dei nidi di rispondere ai bisogni dei genitori
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G E N I T O R I
Conosceremeglio
lo sviluppoinfantile
Acquisirepiù sicurezza
nell'educazione
Conosceremeglio
il proprio�glio/a
Confrontarsicon altrigenitorisulle esperienze
educative
Capire megliocosa
signi�caessere genitori
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Poco-nulla Abbastanza Molto
BISOGNI DEI GENITORI A CUI RISPONDONO I NIDI
La maggiore inadeguatezza riguarda il bisogno di confrontarsi con altri
genitori e di capire il significato dell’essere padri e madri.
Aspetti da migliorare (domanda 27)
Nell’indicare gli aspetti da migliorare nei servizi, i genitori si sono con-
centrati sugli ambienti: il 36% ha indicato quelli interni e il 35% quelli
esterni. Il 20% ha segnalato l’esigenza di migliorare la comunicazione
con le educatrici e il 13% le attività a loro rivolte.
I genitori in coppia sono quelli che vorrebbero essere più coinvolti,
mentre quelli soli chiedono in percentuale più alta di migliorare le atti-
vità con i bambini.
Ambienti migliori sono più richiesti dagli italiani, migliori relazioni e più
coinvolgimento da quelli stranieri.
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G E N I T O R I
VA % DEI CASI
Gli ambienti a disposizione dei bambini 263 36,2
Lo spazio esterno 254 34,9
La comunicazione tra educatrici e genitori 144 19,8
Il coinvolgimento dei genitori 143 19,7
Le attività per i genitori 93 12,8
La possibilità di avere meno bambini nel servizio 80 11,0
Le attività con i bambini 46 6,3
La qualità del cibo 35 4,8
La relazione tra educatrici e bambini 32 4,4
La pulizia degli ambienti 27 3,7
Il momento del pasto 16 2,2
Altro 193 26,5
Totale 1.326
Tab. 51 – Aspetti da migliorare nei servizi
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L’EDUCAZIONE DEI BAMBINITRA FAMIGLIA E SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA
QUESTIONARIO PER I GENITORIIl Coordinamento pedagogico dei nidi e servizi per la prima infanzia della Provincia di Piacenza,
nell’ambito di un lavoro di indagine sulla prima infanzia nella nostra provincia, ha pensato direalizzare una ricerca per comprendere meglio i bisogni dei bambini e delle famiglie e per rendere
i servizi sempre più adeguati alle loro esigenze.Si è pensato a tal fine ad uno strumento di rilevazione, il questionario che vi proponiamo,
per raccogliere idee ed indicazioni da parte delle famiglie con figli da zero a tre anni.Il questionario è anonimo. I dati saranno utilizzati esclusivamente per questo lavoro d’indagine e
non saranno messi a disposizione di altri.In ogni caso i dati saranno trattati solo in forma aggregata.
Vi ringraziamo anticipatamente per l’attenzione e per il prezioso contributo al lavoro di ricerca.
Il questionario dovrebbe essere compilato da entrambi i genitori ma, se non è possibile, sonosufficienti le risposte di un solo genitore. Si prega di indicare chi ha compilato il questionario1 – Il padre2 – La madre3 – Entrambi i genitoriVi chiediamo di barrare, anche per le successive domande, il numero, ove presente, corrispondentealla risposta scelta.
Nel caso di più figli che frequentano il servizio occorre compilare integralmente unquestionario per ognuno
1
PROVINCIADI PIACENZAServizio sistema Scolastico
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Confronto
Nell'istante in cui si comprende l'estraneo,si perde il bisogno di spiegarlo
P. Hoeg, scrittore
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Genitori ed educatoria confronto
In questo capitolo si propongono alcuni confronti tra le risposte date dal-
le famiglie e dalle educatrici. Le famiglie oggi sono soprattutto:
Le famiglie hanno soprattutto bisogno:
77
C O N F R O N T O
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Stanche ea�aticatedai moltiimpegni
EducatriciGenitori
Aperte esolidali neldare aiuto
ad altri
Sole, conpoche
relazioniimportanti epochi aiuti
Dipendentidalla
disponibilitàdei nonni
Accoglientie capaci di
dare sostegnoai propri
componenti
Incapacidi gestire icon�itti ele tensioni
interne
Desiderosedi essere
autonomeda tutti
Condizionatedai media
e dallapubblicità
CONFRONTO TRA EDUCATRICI E GENITORISU COME SONO LE FAMIGLIE OGGI
Di sostegnieconomici allafamiglia per la
cura dei �gli
Di oraridiversi
di lavoro
Di miglioreaccessibilità
ai servizipubblici
Di apertureprolungate
di serviziper l’infanzia
Di mezzidi trasportopiù e�cienti
Di nientein particolare
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Educatrici
Genitori
CONFRONTO TRA EDUCATRICI E GENITORISUI BISOGNI DELLE FAMIGLIE DI OGGI
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78
C O N F R O N T O
Perché il nido?
La decisione di inserire il proprio figlio al nido avviene in ragione di moti-
vi diversi e i dati raccolti nell’indagine lo confermano, evidenziando quel-
li già messi a fuoco nella pubblicistica sul tema: da un lato l’esigenza con-
seguente al fatto che entrambi i genitori lavorano, dall’altro il desiderio di
offrire al figlio un’esperienza educativa considerata di qualità (o sempli-
cemente diversa). Nel confronto tra i questionari dei genitori e quelli del
personale educativo dei nidi emerge una prevalenza del primo motivo ri-
spetto il secondo anche se le educatrici sembrano sovrastimarne l’impor-
tanza rispetto a quanto dichiarano i genitori (per il 100% delle educatrici
è la motivazione primaria, mentre lo è solo per l’80% dei genitori).
La attese dei genitori
Qualche differenza emerge tra le attese dichiarate dai genitori verso il ni-
do e quelle presunte dalle educatrici:
- le educatrici ritengono che siano l’essere bene accolti e il sentirsi parte-
cipi dell’educazione del figlio,
- per i genitori la cosa più importante è invece sentirsi partecipi dell’edu-
cazione del figlio, poi potersi confrontare sui problemi del bambino e
l’essere informati su ciò che avviene nel servizio.
CONFRONTO TRA EDUCATRICI E GENITORI SULLE ATTESE VERSO IL NIDO
Di essereben accolti
Di esserecoinvolti evalorizzati
Di sentirsipartecipi
dell’educazionedel proprio
�glio
Di poteresprimere
preoccupazionie opinioni
Di essereinformatisu ciò chesuccede
nel servizio
Di potersiconfrontaresui problemi
del bambino/a
Di poter daresuggerimentisulle attivitàda svolgere
Di poterconcordare la
partecipazionead attivitàdel servizio
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
55
60
Educatrici
Genitori
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La relazioni tra educatrici e genitori
Genitori ed educatrici così giudicano il rapporto esistente tra loro:
- oltre il 60% dei genitori dichiara di sentirsi in sintonia con le educatri-
ci e un quarto attesta di sentirsi ascoltato come genitore, mentre è in-
feriore al 2% il totale di chi manifesta difficoltà e criticità nell’essere
accolti o nell’essere ascoltati o di chi si sente giudicato.
- quasi il 40% delle educatrici si sente riconosciuto nel proprio ruolo e
oltre il 25% si sente ascoltato come educatore. Il sentimento di sinto-
nia con i genitori è espresso da poco meno del 20%.
Si tratta di un rapporto nel quale molte educatrici hanno la sensazione
che la quantità di richieste di aiuto da parte delle famiglie sia in aumento
e in cui la metà circa dei genitori dice di aver chiesto consigli nel corso del-
l’ultimo anno.
I contenuti oggetto di particolare attenzione da parte delle famiglie so-
stanzialmente coincidono (seppur con percentuali diverse, ma va consi-
derato che le educatrici dovevano indicare i temi proposti da tutti i geni-
tori, mentre il singolo genitore doveva indicare solo i temi trattati in riferi-
mento al proprio figlio). L’argomento più ricorrente, in entrambe le gra-
duatorie, risulta essere la gestione del pannolino e tutto ciò che concerne
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IL RAPPORTO TRA EDUCATRICI E GENITORI
Ci sentiamoin sintonia
Ci sentiamoascoltati
Ci sentiamoriconosciuti
Ci sentiamoin soggezione
Ci sentiamoignorati
Ci sentiamogiudicati
0
10
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30
40
50
60
70
Educatrici
Genitori
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l’autonomia del bambino nelle funzioni corporali. Le educatrici indicano
inoltre i capricci, l’aggressività, le regole e la socializzazione mentre i ge-
nitori indicano l’alimentazione, le regole, i capricci e l’aggressività.
I bisogni dei bambini e dei genitori
Secondo i soggetti interpellati il nido risponde in modo adeguato a
molti dei bisogni dei bambini.
La tabella seguente riporta la valutazione espressa da genitori e educa-
trici: gli elementi di convergenza sono molteplici, in quanto entrambi ri-
tengono che i nidi soddisfino, soprattutto, il bisogno di socializzazione
tra coetanei, di gioco e divertimento, di sviluppo della creatività, di vive-
re esperienze non realizzabili in casa e di apprendere regole di compor-
tamento. Le educatrici mettono in evidenza anche l’aspetto della cura fi-
sica, all’ultimo posto della graduatoria dei genitori.
(valori in percentuale)
EDUCATRICI GENITORI
Sull’eliminazione del pannolino 67,0 26,7
Sui capricci 60,8 15,9
Sull’aggressività dei bambini 56,0 13,4
Sulle regole educative 53,6 19,5
Sull’alimentazione 50,5 20,0
Sul sonno 41,1 10,5
Sul ciuccio 34,0 8,6
Su come comportarsi in caso di nascita di un altro figlio 34,0 4,2
Sul dormire nel letto con i genitori 26,3 2,8
Sulle tappe di sviluppo 24,4 9,8
Sulla salute 22,5 9,9
Sul gioco 19,1 9,8
Sul pianto 18,7 5,0
Sul modo di comunicare dei bambini tra loro 13,9 13,5
Sul rapporto tra fratelli 10,0 4,5
Sul rapporto con i nonni 7,2 0,9
Tab. 52 – Tematiche oggetto di richieste di consulenza
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Emergono maggiori differenze invece nella valutazione dei bisogni dei
genitori: essi vorrebbero in primo luogo essere eruditi sullo sviluppo in-
fantile e acquisire competenze educative, mentre le educatrici pensano
che desiderino soprattutto occasioni di confronto con altri genitori.
(valori in percentuale)
GENITORI EDUCATRICI
Socializzare con altri bambini 88,7 91,4
Giocare e divertirsi 87,1 83,3
Sviluppare la creatività 77,1 70,3
Fare esperienze non realizzabili in casa 73,8 77,7
Imparare regole di comportamento 72,6 74,2
Imparare ad esprimersi 72,0 70,8
Fare movimento 67,3 49,8
Esplorare l’ambiente 64,9 59,8
Distaccarsi dai genitori 59,3 68,9
Ricevere cure affettive 51,4 64,1
Ricevere cure fisiche 41,5 75,0
Tab. 53 - Bisogni dei bambini a cui risponde il nidosecondo i genitori e le educatrici
CONFRONTO TRA EDUCATRICI E GENITORI SU QUANTOI NIDI RISPONDONO AI BISOGNI DEI GENITORI
Conosceremeglio
il proprio�glio/a
Conosceremeglio
lo sviluppoinfantile
Confrontarsicon altri genitorisulle esperienze
educative
Acquisirepiù sicurezza
nell’educazione
Capire megliocosa signi�ca
essere genitori
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Gli aspetti da migliorare
Qui le opinioni delle educatrici e dei genitori convergono nell’indivi-
duare ambienti e spazi come dimensioni su cui bisognerebbe operare e,
in misura minore, il coinvolgimento dei genitori e la comunicazione.
L’idea di cura
L’ultimo argomento sul quale è possibile operare un confronto è il tema
della cura dei bambini, sondato con due domande aperte.
Nella tabella seguente sono riproposte tutte le indicazioni raccolte nei
questionari, così come sono state codificate e come già proposte nei pa-
CONFRONTO TRA EDUCATRICI E GENITORI SUGLI ASPETTIDA MIGLIORARE
Il coinvolgimentodei genitori
La comunicazionetra educatori/trici
e genitori
La relazionetra educatori/trici
e bambini
Le attivitàcon i bambini
Gli ambientia disposizione
dei bambini
Le attivitàper i genitori
La puliziadegli ambienti
Lo spazioesterno
La possibilitàdi avere meno
bambini nel servizio
La qualitàdel cibo
Il momentodel pasto
La possibilitàdi avere più
educatori/trici
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50
Educatrici
Genitori
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ragrafi dedicati a questo tema nei capitoli precedenti (vedi pagine 39 e
63).
Nella maggior parte dei casi genitori ed educatori indicano i medesimi
contenuti, a volte anche con la stessa percentuale di frequenza: avviene
così per “aiutare a crescere”,“aiutare a raggiungere l’autonomia”,“dare re-
(valori in percentuale)
EDUCATRICI GENITORI
Aiutare a crescere, stare a fianco 12,6 11,6
Aiutare a socializzare 0,8 0,3
Aiutare a raggiungere l'autonomia 3,4 3,5
Amare, dare affetto, voler bene 5,1 13,5
Ascoltare e comunicare 7,3 2,8
Comprendere e capire i bisogni 6,5 4,5
Crescere con 0,3
Dare attenzione 0,6 1,6
Dare cure affettive 3,9 1,4
Dare cure fisiche 4,5 2,9
Dare regole 2,0 2,2
Dare serenità 2,2 3,2
Dare sicurezza e fiducia 5,1 2,5
Dare valori 0,3 3,1
Educare 1,7 8,4
Essere presenti 1,4 6,9
Essere responsabili 0,3 1,2
Far sentire di far parte 0,2
Fare crescere in ambiente sereno 3,7 1,3
Giocare 0,3 0,9
Mettere al primo posto 1,7
Occuparsi di tutto dare tutto il possibile 8,6
Proteggere 1,4 2,2
Rendere felici 0,7
Rispettare e accogliere il bambino nella sua globalità 5,3 2,3
Rispettare le individualità 2,5 1,0
Rispettare tempi e ritmi 3,1 1,0
Rispondere a tutte le esigenze 21,4 8,4
Sostenere nell'esplorazione e nel rapporto con il mondo 1,7 1,2
Sviluppare la creatività 1,4 0,3
Valorizzare la personalità 1,7 0,3
Tab. 54 – Significato di cura dei bambini secondo i genitori e le educatrici
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gole”,“dare serenità”,“sostenere nell’esplorazione del mondo”. Si differen-
ziano, invece, per altri aspetti:
- le educatrici sottolineano voci quali “rispondere alle esigenze dei
bambini”,“comprendere e capire i bisogni”,“ascoltare e comunicare”,“ri-
spettare il bambino nella sua globalità”,“dare sicurezza e fiducia”,
- i genitori mettono in evidenza altri contenuti: “amare”, “dare affetto”,
“educare i comportamenti”,“essere presenti”,“occuparsi di tutto”.
Alla luce di questi dati è possibile dare una risposta ad uno degli interro-
gativi all’origine della ricerca, ovvero quale livello di condivisione dei mo-
delli di cura esiste tra genitori ed educatrici.
Di fatto le definizioni date delineano una situazione nella quale alcuni si-
gnificati sono condivisi ed altri no: in comune c’è soprattutto l’idea di cu-
ra come affiancamento al processo di crescita, mentre di diverso c’è una
maggiore accentuazione degli aspetti emotivi tra i genitori e degli aspet-
ti metodologici tra le educatrici. I primi infatti usano espressioni come
“amare, esserci, occuparsi”, i secondi ne usano altre come “ascoltare, com-
prendere, rispettare la globalità”.
Anche il “gioco” delle percezioni reciproche conferma le polarizzazioni in-
dicate. Nella tabella seguente sono riportate le percentuali che ciascun
aspetto indagato ha totalizzato nelle percezioni delle educatrici e dei ge-
nitori. Le tendenze sono sostanzialmente identiche, con differenze molto
contenute.
La “cura nel nido”, ad esempio, è vista dalle educatrici come caratterizzata
da un equilibrio tra varie dimensioni, anche se quella comunitaria è la più
marcata. I genitori la descrivono allo stesso modo, con percentuali quasi
sovrapponibili.
Si può cogliere questo dato come indice di una buona sintonia - tra il ser-
vizio e i suoi fruitori - su cosa sia il nido, sulla sua “mission” e sulle sue ca-
ratteristiche sociali ed educative.
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La “cura in famiglia”è descritta dai genitori concentrata soprattutto su due
aspetti: il ruolo educativo (caricato di aspetti emotivi ed affettivi) e la rela-
zione educativa (espressa in termini di centratura sul bambino perché in-
dividualizzata).
Anche le educatrici condividono il peso degli aspetti emotivo-affettivi, ma
ritengono - in misura maggiore dei genitori - più rilevante l’aspetto della
situazione educativa individualizzata. Infine assegnano un valore mag-
giore all’importanza della relazione educativa.
Si può cogliere in questi ultimi dati una discreta sintonia di “visioni”e “per-
cezioni”sulla cura educativa in famiglia, anche se emergono diversi aspet-
ti che richiederebbero approfondimento e scambio tra educatrici e geni-
tori su ciò che caratterizza le cure familiari.
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Il lavoro di ricerca si è rivelato molto interessante nella prospettiva dello
sviluppo della professionalità educativa del personale dei nidi: da un lato
“fare ricerca” offre agli operatori l’opportunità di rivedere il proprio agire
in modo diverso e, dall’altro,“costruire una ricerca” in modo partecipato e
condiviso tra tutti servizi del territorio offre in più l’opportunità di uno
scambio e di un confronto che non sono abituali tra il personale.
PERCEZIONE DELLE EDUCATRICI DEI GENITORI
sulla cura sulla cura sulla cura sulla curanel nido in famiglia nel nido in famiglia
Situazione educativa (educazione socialerispetto all’educazione individualizzata) 42,4 39,2 40,4 35,0
Relazione educativa(attenzione ai bisogni di tutti i bambinirispetto all’attenzione al singolo) 22,1 10,8 23,2 2,2
Ruolo educativo(professionalità e progettualità rispettoa emozioni e spontaneità) 19,2 50,0 19,2 59,4
Finalizzazione educativa (educazione comeproposta di stimoli e sfide da superarerispetto a educazione come vita da vivere) 16,3 17,2 3,4
Totale 100 100 100 100
Tab. 55 – Differenze nelle cura dei bambini in famiglia e nei nidi(valori in percentuale)
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Il lavoro ha offerto elementi di notevole interesse rispetto al tema con-
duttore: sono differenti le famiglie e le educatrici di fronte all’educazione
dei bambini? Certamente la ricerca ha evidenziato un terreno comune
molto rilevante, di condivisione di domande e di orientamenti di fondo,
ma ha messo a fuoco anche alcune differenze nel modo di intendere il
servizio e la cura educativa che meritano approfondimenti soprattutto
nello scambio diretto tra personale educativo e genitori delle singole
strutture.
Inoltre i dati raccolti offrono molti elementi di forte interesse sui modi
nuovi di vivere la famiglia, i servizi educativi ed il rapporto tra famiglia e
servizi, e queste riflessioni potranno essere di grande utilità per la pro-
grammazione locale.
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Conclusioni
I frutti puri impazziscono perchènon conoscono la novità dell'innnesto
J. Clifford, antropologo
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Dalla ricerca alla formazionea cura del Coordinamento Pedagogico Provinciale
Il materiale ottenuto con la ricerca è risultato vasto e prezioso, tale da in-
durre i coordinatori pedagogici ad approfondire alcuni temi attraverso
percorsi di qualificazione. Per quest’anno educativo è stato quindi pensa-
to un piano formativo a due livelli: il primo, ristretto al Coordinamento Pe-
dagogico Provinciale, di approfondimento dei temi prescelti, e il secondo
di coinvolgimento sugli stessi argomenti di tutti gli operatori dei servizi 0-
3 anni del territorio.
Trovare il filo conduttore per continuare il confronto tra le diverse realtà
tuttavia non è stato semplice e si sono vagliate varie ipotesi di “domande
generative”:
• In che modo si può supportare la genitorialità, in equilibrio tra sostitu-
zione delegante, e sostegno/affiancamento?
• I servizi possono/vogliono assumersi la funzione di introdurre i bambi-
ni al valore del limite quando i genitori lo chiedono?
• Quali progetti di accoglienza stanno organizzando i servizi per ricono-
scere le molteplicità e le differenze tra e delle famiglie di oggi?
• Come affrontare le fatiche, i paradossi e gli stereotipi della partecipazione?
Abbiamo riconosciuto che tra i tanti percorsi possibili, la prima tematica è
la più generale perché ricomprende tutte le altre, pertanto è questo il
punto che si è scelto di affrontare.
Nel corso dei mesi si andrà dunque ad approfondire il tema della relazio-
ne con le famiglie, realizzando il progetto:“Sostenere senza Sostituire”
Il progetto prevede tre fasi.
Nella prima analizzeremo alcune problematiche che le educatrici ci se-
gnalano più frequentemente: gli inceppamenti nella comunicazione e le
(false) soluzioni che in realtà mantengono i problemi, ovvero quelle situa-
89
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zioni in cui si avverte maggiormente la fatica del sostenere senza sostitui-
re e che vengono vissute come impegnative, frustranti e poco incisive e
produttive nonostante lo sforzo e l’impegno profuso. Le decostruiremo e
le osserveremo da un punto di vista nuovo, analizzando la discrepanza tra
l’intenzione e l’esito del lavoro.
Sarà questo il primo passo per ricostruire i significati della partecipazione
e per rileggere in quest’ottica i nostri interventi.
Successivamente cercheremo in diverse discipline spunti che possano
fornire teorie interessanti sul tema della partecipazione e della “comunità
liquida”, rileggendoli in una ottica pedagogica.
Infine cercheremo di elaborare e sperimentare concretamente soluzioni
differenti, condividendole con gli operatori e poi monitorando, documen-
tando e valutando gli esiti di queste nuove strade.
Sul piano metodologico le tre fasi verranno affrontate internamente al
Coordinamento Pedagogico con la collaborazione della dott.ssa Viviana
Tanzi, pedagogista, che ci offrirà alcuni spunti per avviare la riflessione e
condividerla poi con le singole équipe.
Complessivamente sono previsti diversi appuntamenti del Tavolo di Coor-
dinamento e due seminari rivolti a tutti gli educatori dei servizi del terri-
torio per restituire il quadro complessivo del lavoro svolto.
Concludiamo sottolineando che si tratta di un percorso dagli esiti non
scontati dato che abbiamo scelto di intraprendere una nuova strada, me-
no accademica e più operativa, nel tentativo di cambiare stereotipi e pa-
radossi che generano problemi anziché soluzioni. Così come la volontà di
coinvolgere tutti i pedagogisti insieme a tutti gli operatori rappresenta
per noi una sfida non facile, se consideriamo il numero delle persone e la
complessità dei contenuti, ma riconosciamo l’indubbio valore di aprire
un confronto inedito.
Ottobre 2009
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I Servizi alla prima infanziache hanno partecipatoalla ricercaLucia Bongiorni Coop. Eureka Agazzano
Comune di Agazzano
Dott. Pier Luigi Rossi Comune di Alseno Alseno
Casa Girasole Società Ad Personam Besenzone
Nido d’infanzia comunale Comune di Borgonovo V.T. Borgonovo V.T.
La casa dei castori Soc. Acquelaria CalendascoComune di Calendasco
Il delfino Comune di Caorso Caorso
Abibò Coop. UnicoopComune di Carpaneto P.no Carpaneto P.no
Tina Pesaro Comune di Castel San Giovanni Castel San Giovanni
Nido d'infanzia comunale Comune di Castelvetro P.no Castelvetro P.no
San Giovanni Parrocchia Croce S. Spirito Castelvetro P.no
Villa Modeo Comune di Fiorenzuola Fiorenzuola d'Arda
Piccolo blu Coop. Mele verdiComune di Fiorenzuola Fiorenzuola d'Arda
Tam Tam Coop. Mele verdi Fiorenzuola d'ArdaComune di Fiorenzuola
Sottomarino giallo Coop. Inacqua Gossolengo
La casa delle rane Soc. Acquelaria Gragnano Tr.
San Giovanni Battista Parrocchia S. Giovanni Battista Gragnano Tr.
Cocco e Drilli Coop. Unicoop Lugagnano V.A.Comune di Lugagnano V.A.
Il nido dello scricciolo Coop. Soc. Società Dolce Monticelli d'OnginaComune di Monticelli d’Ongina
Aquilone azzurro Comune di Piacenza Piacenza
Aquilone giallo Comune di Piacenza Piacenza
Arcobaleno Comune di Piacenza Piacenza
Astamblam Comune di Piacenza Piacenza
Il Pettirosso Comune di Piacenza Piacenza
Girasole Comune di Piacenza Piacenza
Il giardino di Alice Coop. AuroraComune di Piacenza Piacenza
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Girotondo Comune di Piacenza Piacenza
Pollicino Comune di Piacenza Piacenza
Mirra Società Asili Infantili Piacenza
Sant’Eufemia Coop. Sfinge Piacenza
Nido del Facsal Coop. Unicoop Piacenza
Casa Morgana Coop. Casa Morgana Piacenza
Casa Turchina Coop. Casa Morgana Piacenza
Affa la giraffa Coop. Eureka Piacenza
Oasi Coop. Oasi Piacenza
Lilliput Coop. Baby Club Piacenza
Marco Polo Coop. Inacqua Piacenza
Con la testa tra le nuvole Coop. Copra* Piacenza
Il grillo parlante Ditta individuale F. Astori Piacenza
Regina della pace Coop. Regina della pace Piacenza
Immacolata Parrocchia Sacra Famiglia Piacenza
Baby Club Coop. Baby Club Piacenza
L’albero delle fragole Coop. Coopselios Pianello V.T.Comune di Pianello V.T.
Magicabula Coop. Unicoop PodenzanoComune di Podenzano
Giro-Girotondo Coop. Unicoop Ponte Dell'Olio
Pollicino Comune di Pontenure Pontenure
Clara Raggio Asilo infantile Clara Raggio Pontenure
Sole e luna Coop. CoopseliosComune di Rivergaro Rivergaro
La coccinella Comune di Rottofreno Rottofreno
Il nido dello scoiattolo Coop. Città bambino San Giorgio P.no
La stella marina Coop. UnicoopComune di Sarmato Sarmato
I ciottoli della Trebbia Coop. EurekaComune di Travo Travo
* Nel corso dell’a.e. 2008/09 la gestione è passata alla Coop. Coopselios
Alle educatrici e ai genitori dei bambini, che con piena e convinta colla-
borazione hanno compilato il questionario, va il nostro più sentito rin-
graziamento.
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Hanno collaborato alla realizzazione di questa pubblicazione:
Giovanna Tanzi, funzionario del Servizio Sistema Scolastico della Provincia di PiacenzaPaola Grazioli, coordinatrice pedagogica del Comune di Piacenza
in qualità di componenti del Coordinamento Pedagogico Provinciale
e Martina Schiavi , collaboratrice del Servizio Sistema Scolastico della Provincia di Piacenza
Impaginazione grafica:
Studio Etre, Piacenza
Stampa:
Tipolitografia La Grafica, Piacenza
Finito di stampare nel mese di gennaio dell’anno 2010
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Edu
cato
rie
Gen
ito
ria
con
fro
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nn
oed
uca
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2008
/200
9
PROVINCIA DI PIACENZACOORDINAMENTO PEDAGOGICO PROVINCIALE
EDUCATORIE GENITORIA CONFRONTO
Rapporto della ricerca effettuata nei nidid’infanzia della provincia di Piacenza
Anno educativo 2008/2009
PROVINCIA DI PIACENZA
Servizio Sistema Scolastico
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