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Noinoncifermiamomai ; vièsemprecosacheincalzacosa . . . Dalmomento chenoicifermassimo, lanostraOperacomincerebbe adeperire DONBOSCO ANNOLXXXIII-N .24 DIREZIONEGENERALE :TORINO714 VIAMARIAAUSILIATRICE32 TELEF .22 .117 Crescere LafamigliadeiCooperatori,comeognifami- glia,nonsolovuolvivere,masenteilbisogno dicrescere .Èquestounpuntovitale :seneè parlatoancoraampiamenteneidueConvegni NazionalideiDelegatiIspettorialidel'5 8 e'59 . LaP .U .deveallargarelesuefile,deveaumen- tareisuoiiscritti .LeprevisionidiDonBosco alriguardosonodiunagrandiositàcheimpres- sionaancoroggi,dopoilconsolantesviluppogià presodallaPiaUnione . Dev'esseredunqueimpegnodiogniCentro allargarelacerchiadeisuoiiscritti,naturalmente lavorandoconamoreeconintelligenzaafarco- noscerelanostraTerzaFamiglia .Ènecessario aquestofinestudiareinogniCentrotalepro- blemaeimodipraticidirisolverlo .Esaràtanto utilecheogniCentroabbiaalmenounoZela- torechesioccupiconprogrammaconcretodel- l'incrementodelleiscrizioni,attivitàcheè,come abbiamodetto,vitale . Inquestolavoroconvieneavereinmodopar- ticolareduepreoccupazioni :quelladiportare nellaPiaUnioneelementiqualificati,esene comprendeilperché,nèriescedifficile ;el'altra diintrodurreelementigiovani .DonBosco,met- tendocomecondizioneperessereaccoltinella P .U .lagiovaneetàdi16anni,hasignificatoil suopensiero :averenellaP .U .unaschieradi apostoligiovanilmenteattivienonlasciarsisfug- gireglielementimiglioriebenformatiche IMPEGNO DEL MESE IncrementarenelproprioCentro Pia nontrascurandoglielementigiovaniequalificati EDIZIONEPERIDIRIGENTIDEICOOPERATORISALESIANI esconodallenostrecase .NeiprimissimiRegola- mentidellaSocietàSalesianacheriflettonoevi- dentementeilpensierodelSantoFondatoree diDonRua,èdettocheigiovanidegliultimi corsiche,neabbianoirequisiti,sianoinvitatia iscriversitraiCooperatori .El'esperienzarecente dàtantaragioneataledisposizione .Igiovani chevengonoaconoscerelaP .U .nellasuavera naturasientusiasmanoeabbraccianogenerosa- mentel'idealedelCooperatoreSalesianopor- tandovituttoillorogenerosoefattivoardore . GiovanisocidelleCompagnie,FigliediMaria, checoncludonoilorocorsiscolastici,oratoriani piùferventi,exallievi :quantielementiottimi perportaregiovinezzaevitalitàtralefiledei Cooperatori!S'intendesemprecheogniopera direclutamentodev'esserefattaconcriterioe prudenzaperimmetterenellefilesoloqueisog- getticheneabbianoirequisiti . DiciamodunqueaiDirigenti :l'annosaràben fruttuososeogniCentronel196o(epoiogni anno)avràimpostatotaleattivitàeavràimmesso nelsuosenoelementiqualificatiegiovaniche nequalificanoevitalizzanol'azione . SarebbetantobellochegiàperlaPrimaCon- ferenzaannualesipotessero,conladovutapre- parazione,presentareaDonBosconuoviele- mentiscelti,qualificatiericchidigiovanile entusiasmo .Dirigenti,all'opera! $21

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Noi non ci fermiamo mai ;vi è sempre cosa che incalza cosa . . .

Dal momentoche noi ci fermassimo,

la nostra Opera comincerebbea deperire

DON BOSCO

ANNO LXXXIII -N . 24

DIREZIONE GENERALE: TORINO 714 • VIA MARIA AUSILIATRICE 32 • TELEF. 22.117

CrescereLa famiglia dei Cooperatori, come ogni fami-

glia, non solo vuol vivere, ma sente il bisognodi crescere. È questo un punto vitale: se ne èparlato ancora ampiamente nei due ConvegniNazionali dei Delegati Ispettoriali del '5 8 e '59 .La P. U. deve allargare le sue file, deve aumen-tare i suoi iscritti . Le previsioni di Don Boscoal riguardo sono di una grandiosità che impres-siona ancor oggi, dopo il consolante sviluppo giàpreso dalla Pia Unione .

Dev'essere dunque impegno di ogni Centroallargare la cerchia dei suoi iscritti, naturalmentelavorando con amore e con intelligenza a far co-noscere la nostra Terza Famiglia. È necessarioa questo fine studiare in ogni Centro tale pro-blema e i modi pratici di risolverlo. E sarà tantoutile che ogni Centro abbia almeno uno Zela-tore che si occupi con programma concreto del-l'incremento delle iscrizioni, attività che è, comeabbiamo detto, vitale .

In questo lavoro conviene avere in modo par-ticolare due preoccupazioni: quella di portarenella Pia Unione elementi qualificati, e se necomprende il perché, nè riesce difficile ; e l'altradi introdurre elementi giovani . Don Bosco, met-tendo come condizione per essere accolti nellaP. U . la giovane età di 16 anni, ha significato ilsuo pensiero: avere nella P. U. una schiera diapostoli giovanilmente attivi e non lasciarsi sfug-gire gli elementi migliori e ben formati che

IMPEGNO

DEL MESE

Incrementare nel proprio Centro

Pianon trascurando gli elementi giovani e qualificati

EDIZIONE PER I DIRIGENTI DEI COOPERATORI SALESIANI

escono dalle nostre case . Nei primissimi Regola-menti della Società Salesiana che riflettono evi-dentemente il pensiero del Santo Fondatore edi Don Rua, è detto che i giovani degli ultimicorsi che, ne abbiano i requisiti, siano invitati aiscriversi tra i Cooperatori . E l'esperienza recentedà tanta ragione a tale disposizione . I giovaniche vengono a conoscere la P . U. nella sua veranatura si entusiasmano e abbracciano generosa-mente l'ideale del Cooperatore Salesiano por-tandovi tutto il loro generoso e fattivo ardore .Giovani soci delle Compagnie, Figlie di Maria,che concludono i loro corsi scolastici, oratorianipiù ferventi, ex allievi: quanti elementi ottimiper portare giovinezza e vitalità tra le file deiCooperatori! S'intende sempre che ogni operadi reclutamento dev'essere fatta con criterio eprudenza per immettere nelle file solo quei sog-getti che ne abbiano i requisiti .

Diciamo dunque ai Dirigenti : l'anno sarà benfruttuoso se ogni Centro nel 196o (e poi ognianno) avrà impostato tale attività e avrà immessonel suo seno elementi qualificati e giovani chene qualificano e vitalizzano l'azione .

Sarebbe tanto bello che già per la Prima Con-ferenza annuale si potessero, con la dovuta pre-parazione, presentare a Don Bosco nuovi ele-menti scelti, qualificati e ricchi di giovanileentusiasmo . Dirigenti, all'opera!

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1~~~~eea~a~n~ a ~rolti~rl~caaeIntroduzione

Come la Chiesa è il Corpo Mistico di Cristo, così la Congregazione Salesiana in seno alla Chiesaè un organismo vivente, il quale per vivere e moltiplicare fecondamente la vita, ha bisogno di cellulesempre nuove e sempre vive . Siamo molte membra - ha detto san Paolo -- della Chiesa, ma un soloCorpo (1 Cor., 12, 20) . E Don Bosco, in una conferenza del 29 ottobre 1872, diceva : « In nessunluogo, come in una Congregazione, si verifica la verità della Comunione dei Santi perchè tutto ciòche fa uno va anche a profitto dell'altro » (Mem . biogr., X, 1086) . Questo è verissimo anche neirapporti tra i Salesiani e i loro Cooperatori: come i meriti delle opere di quelli ridondano su questi,così l'azione di questi sostiene il lavoro di quelli .

Tale cooperazione, di per sè svariatissima nel vastissimo campo e spirito salesiano, urge che sirealizzi e si concretizzi nel problema essenziale e fondamentale delle Vocazioni. Se nella Chiesail fiorire delle vocazioni sacerdotali e religiose, maschili e femminili - come numero assoluto -è consolante, esso resta ancora troppo penosamente al disotto del bisogno e del campo di apo-stolato che offre il mondo intero .

Nè bisogna mai dimenticare che, nell'esplicito pensiero di Don Bosco, Salesiani e Cooperatorinon hanno da pensare soltanto a sè : essi sono parte viva e integrante della Chiesa Cattolica, laquale reclama con più vasta urgenza operai per la vigna del Signore . Se il Divin Redentoredelle anime stabilisce la preghiera come una legge per impetrare da Dio vocazioni : « Pregate ilPadrone delle messe afnchè mandi operai nella sua vigna » (Matt., IX, 38), la Chiesa, sua misticaSposa, grida come Rachele a Giacobbe : « Dammi dei figli, altrimenti muoio! » (Gen., XXX, I) .

Se persino i senza-Dio mettono su i loro autentici « seminari » per formare i futuri apostolidel regno di Satana, addestrandone ben 7000 all'anno solo in Italia, e in Russia, coll'anno ven-turo, ben 1 .000.000, raccolti in « scuole-internati » sotto la direzione . . . spirituale di 100.000 inse-gnanti-educatori (uno per dieci!), che cosa non si deve fare per riempire i troppo scarsi « quadri »dei Ministri del Regno di Dio?

ra i loro abituali propositi di apostolato, iCooperatori salesiani devono tenere co-stantemente vivo ne loro cuore quello di

cercare vocazioni . Come Dio semina con divinaabbondanza i semi materiali per alimentare lavita corporale . così semina nei cuori le vocazioni,vuole che i suoi fedeli agricoltori le sappianoscoprire e curare perchè, sviluppate e mate-rate. vadano ad alimentare la vita delle anime .

A questo riguardo la parola d'ordine non puòessere quella timida ed evasiva : « Pochi ma buo-ni! » Ma dev'essere quella ardita e fidente delPapa di Don Bosco, Pio XI : « Molti, e ottimi! » .E ciò che già Leone XIII raccomandava -per la nostra Famiglia - a Don Bosco nellasua ultima visita a Ronia, nel 1887: « Siatesolleciti tanto del numero dei Salesiani, quantodella santità di quelli che già avete » (XVIII, 331) .

In pratica bisogna ispirarsi a Don Bosco conzelo e con fiducia . Che cosa non fece il Santoper cercare e coltivare le vocazioni, tanto per

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la sua Congregazione, quanto per tutta la Chiesa?Nel 1866, in una lettera al Vicario Generale diTorino, egli poteva dichiarare che ogni annonella sola Casa di Valdocco, da 50 a 55 giovanidomandavano di abbracciare lo stato ecclesia-stico, e che di questi circa 30 chiedevano diessere aggregati alla diocesi di Torino (VIII,455) . Nel solo 1878, nelle case di Don Boscosbocciarono ben 300 vocazioni ; di questi 185 an-darono per le varie diocesi (XIII, 735) . Ben adiritto dunque, nel 1883, Don Bosco potevadire in merito alle vocazioni: « Io sono con-tento! » (V . 33) . Infatti, egli stesso aveva fattoredigere una statistica sul lavoro da lui svoltoe ne risultava la bella cifra di 2000 sacerdotida lui procurati alle diocesi . Il biografo DonLemoyne, integrando il computo per gli ultimianni del Santo, e calcolando le vocazioni ma-turate dopo la di lui morte ma da lui giàavviate, ne ricavava un totale di 6000 voca-zioni procurate da Don Bosco alla Chiesa, senzacalcolare le vocazioni salesiane o religiose peraltri Ordini .

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I Cooperatori sono chiamati a contribuire atanta opera, e a conservare tanto benemerita efeconda tradizione salesiana . Quindi :

1° Cerchino vocazioni presso i reverendi Par-roci, i quali possono conoscere e segnalare buonielementi, specialmente appartenenti al « Pic-colo Clero », o ad altri gruppi od associazioni.

20 Cerchino vocazioni nell'ambito della pro-pria parentela ; se sono maestri o maestre, fragli alunni migliori . Dove si può, si proiettinofilmine missionarie, si rappresentino bozzettivocazionali, si facciano assistere gli alunni dellescuole a qualche operetta missionaria nei nostriistituti, o almeno si organizzino visite a semi-nari, ad aspirantati e studentati . In un semi-nario d'Italia si fanno affluire ogni anno circa2000 fanciulli, affidati ogni gruppo ad un semi-narista .

30 Cerchino vocazioni presso famiglie di co-noscenti., famiglie cristiane, specialmente nu-merose. Anche qui si può applicare il Vangelo :« Cercate e troverete! » (Matt ., VII, 7) .

I Cooperatori, per questo, siano i primi adessere profondamente persuasi e a persuadere igenitori che cercare vocazioni non è, no, « ru-bare » figli alle famiglie, ma è, come diceva DonBosco, « regalare » loro « il dono più bello cheDio può fare ad una famiglia » (VI, 111) . In-fatti, « quando un figlio abbandona i genitoriper obbedire alla vocazione, Gesù Cristo prendeil suo posto nella famiglia » (IX, 704), e « laMadonna benedice quelle famiglie, che dànno leproprie figlie a questa congregazione » [ delle Figliedi Maria Ausiliatrice) (X, 651) .

Uno zelo particolare pongano per cercare vo-cazioni di buoni religiosi Coadiutori, necessarisoprattutto ai nostri tempi. Oggi che così vivosi fa sentire, accanto a quello dei sacerdoti, ilbisogno dell'apostolato dei laici, al religiosoCoadiutore si aprono, come già diceva DonBosco, e molto più di allora, grandi possibilitàdi far del bene a sè e al prossimo (XVIII, 699) .Don Bosco, anche con apposite circolari, facevaciò che raccomandava ad altri: « Teniamoci inrelazione coi Parroci », i quali possono dare pre-ziose segnalazioni di giovani veramente adattie ben dotati, sia tecnicamente che moralmente .Siano, quindi, ragazzi - od anche giovanotti(« figli di Maria ») che hanno già fatto gli studi,

o conseguito un diploma - di « sano criterio »,di « virtù provata », specie per quanto riguardala moralità, e che non vengano per « sistemarsi »,ma con la nobile intenzione di santificarsi e disalvare anime, formando ed educando cristia-namente la gioventù .

Il

Seminare vocazioni

È vero che la vocazione, sia sacerdotale chereligiosa, è una chiamata di Dio, e quindi undono del Signore ; che essa fa parte di un divinopiano di speciale predilezione per l'anima chia-mata a consacrarsi a Dio, come a Sposo divino,per dedicarsi alla salvezza delle anime ; che nes-suno da sè può pretendere a tanto onore, se nonè chiamato da Dio, come Aronne (Hebr ., V, 4) ;ma proprio Aronne fu chiamato da Dio non di-rettamente, bensì per mezzo del suo fratelloMosè. (Esodo, XXVIII, 1-2) .

Gli uomini, dunque, possono essere, e sonospesso, lo strumento con cui Dio chiama allasua sequela e al suo sacerdotale servizio . Moltevolte Dio ha già seminato nei cuori propositigenerosi, il seme della vocazione, ma poi man-cano i ricercatori di perle, mancano i mietitori,che pur avrebbero solo la soddisfazione di racco-gliere dove non hanno seminato (Giov ., IV 37-38) .

I

alla fine del c . m . uscirà la :COLLANA

L . D . C . -TORINO

-TERRONE-SAVARÉ

Quando Dio chiama. (Schemi di con-ferenze)GIOVANNI BARRA

Il prete, l'uomo del misteroSANTE GARELLI

Pionieri di Dio. (Missionari)ADOLFO CARCOIl salesiano è fatto cosìR . UGUCCIONI

Soldati senza divisa . (Coadiutori))T. P. GIUDICI

Per un grande amore . (Figlie di MariaAusiliatrice)

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Quante volte basta una parola, una domandaper scoprire una gemma di vocazione! Si trat-terà, poi, di non perderla di vista .

Altre volte, però, si tratta proprio di seminarevocazioni, o germi di vocazione . Spesso, infatti,un fanciullo, un giovane o una giovane, sonopii, puri, zelanti e generosi: soggetti perfetta-mente idonei, ma forse mai hanno pensato afarsi, rispettivamente, prete o suora, o missio-nari. In tal caso la vocazione non esiste ancoracome l'evangelico « tesoro nascosto nel campo »(Matt., XIII, 44) ; si tratta solo di un terrenofertile, che attende il seminatore, il quale getti ilbuon grano, il germe della vocazione nel solco diun cuore aperto (Matt. XIII, 3, 23) . Ebbene, semedella vocazione, spesso, è il seme della buona parola .

E questa parola i Cooperatori Salesiani pos-sono spargerla e seminarla in molte maniere .Personalmente, un incontro fortuito, o megliouna conoscenza particolare di un giovanettobuono, di una giovane esemplare e devota,intelligente e di spirito attivo, apostolico, sonobuona occasione per una parola semplice, unadomanda amichevole : Che cosa pensi di fare tu,quando sarai grande? Hai mai pensato al tuoavvenire? alla vocazione? a ciò che Dio si aspettada te? Non ti piacerebbe fare del bene alleanime? come Sacerdote? come religioso? comemissionario? Offrire da leggere qualche libro,adatto e attraente, la vita di un Santo, digrandi Apostoli e Missionari ; qualche libro sulleMissioni, qualcuno dei numerosi periodici mis-sionari, il Bollettino Salesiano, e simili : ecco unaltro modo di seminare vocazioni .

Gl'insegnanti nelle scuole hanno ottima occa-sione di accennare, qualche volta di sviluppareconvenientemente, semplici ma essenziali idee eprincipi sul problema della scelta dello stato :« Non è mai troppo presto - bisogna ripeterecon Don Bosco - pensare al proprio avvenire! »(XII, 32). Ripetiamo poi ciò che Don Boscoscriveva in una lettera ai giovani : « Ritenete chein questo mondo gli uomini devono camminare perla via del cielo in uno dei due stati : ecclesiastico esecolare. Per lo stato secolare ciascuno deve sce-gliere quegli studi, quegli impieghi, quelle profes-sioni, che gli permettono l'adempimento dei doveridel buon cristiano . . . Per lo stato ecclesiastico poisi devono seguire le norme stabilite dal nostroDivin Redentore : « Rinunziare alle agiatezze perla gloria di Dio, e così meglio assicurarsi i gaudidel cielo » (XIV, 125) .

Quante volte, queste o simili parole apronotutto un orizzonte alle giovani menti intornoalle loro future responsabilità e deliberazioni!Per alcuni saranno proprio il seme fecondo che,benedetto da Dio, germoglierà! . . .

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III

Sostenere le vocazioni

A poco gioverebbe cercare o seminare voca-zioni nei solchi da Dio preparati, se poi non siè costanti e premurosi nel coltivare e sostenerele vocazioni sbocciate .

Per tutti quei generosi che possono con-tribuire alla lunga preparazione intellettuale espirituale, e al mantenimento di migliaia e mi-gliaia di vocazioni che la Provvidenza mandaai vari vivai della Chiesa, c'è il mezzo econo-mico nelle forme più svariate . Chi ha beninon manchi di farne parte ad una causa cosìsanta .

Ma di capitale e maggiore importanza è ilseguire e curare le vocazioni ancora in germe,fino al loro trapianto in un terreno adatto, eal loro consolidamento nei Seminari e negli Aspi-rantati religiosi .

I mezzi principali sono noti, e tutti i Coope-ratori s'industriano, con discrezione e con zelo,a metterli in pratica. L'interessamento benevoloe cordiale, sincero e costante, è una forma pre-ziosissima di incoraggiamento indiretto . Diret-tamente, una parola, un buon consiglio può dareanimo a superare talune difficoltà . Raccoman-dare la preghiera assidua per conservare tantotesoro; esortare alla fuga delle cattive compagniee soprattutto alla frequenza costante e regolaredei Sacramenti ; invitare a consigliarsi sullavocazione col proprio Confessore, sono modi vali-dissimi per assicurare la perseveranza . Infine,favorire l'accostamento di buoni soggetti asacerdoti zelanti che ne curino la direzione spi-rituale fino al loro ingresso in seminario o nellacasa religiosa.

Va da sè che i Cooperatori avranno e ter-ranno ben presenti alcuni criteri fondamen-tali . Guarderanno, anzitutto, che le famigliesiano sane, sia fisicamente che spiritualmente emoralmente, dipendendo da ciò molte volte laqualità anche dei figli . Riterranno come unacondizione essenziale, e pregiudiziale la buonacondotta e la moralità del ragazzo stesso odel giovane. « Non si dia mai consiglio ad ungiovanetto qualunque di farsi sacerdote, dice DonBosco, se non è sicuro di conservare l'angelicavirtù » della castità (XVII, 262) . Viceversa, di-ceva ancora il Santo, « ove è moralità e attitu-dine, io sono di parere che si faciliti la via alSacerdozio » (XIII, 258). Egli poi mostravauna speciale predilezione e fiducia nelle voca-zioni povere : « perchè, diceva, fitnno ricco l'Isti-tuto! » (XII, 283) .

Segni positivi, per il nostro Fondatore, sonola propensione, una buona o almeno sufficientecapacità negli studi, l'assidua frequenza ai sa-cramenti, il desiderio illuminato di seguire lavocazione e la volontà di abbracciarla, la retti-tudine d'intenzione di assicurare meglio la sal-vezza dell'anima propria, e non di procurarsiuna sistemazione sociale, di aiutare economica-mente i propri parenti, ecc . Don Bosco voleva«giovanetti fidati, di moralità sicura, amantidella pietà, desiderosi di ritirarsi dal mondo »(XIV, 394), ed escludeva, invece . « certi indi-vidui che saranno buoni, ma rozzi e di cervelloottuso » (XVII, 373) .

Conclusione

1o Tutti i Cooperatori Salesiani siano pro-fondamente sensibili e compresi della gravitàe dell'urgenza del problema delle vocazioni sa-cerdotali e religiose, salesiane e non salesiane,di fronte alla penuria di sacerdoti nel mondo,all'attacco formidabile del comunismo ateo, allainvadenza del protestantesimo, e alla crescentescristianizzazione della società . (H . Fischer, Piùsacerdoti per la salvezza del mondo . MassimoEditore, Milano, 1952) .

Introduzione

I . cercare le vocazioni

IL Seminare le vocazioni

III . Sostenere le vocazioni

,.\\\\~\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\°

2 0 Tutti i Cooperatori diano generosamente,- concordemente e solidamente - tutto il lorocontributo fattivo, ispirandosi ai pensieri quiesposti, e a quanto possono attingere dallaletteratura salesiana, dai loro convegni e in-contri organizzativi ed animatori dell'azione .

3 0 Tutti poi contribuiscano con fervida ecostante preghiera . Diffondano e invitino a reci-tare la « Preghiera dell'adolescente per il proprioavvenire » (presso L.D.C. per gli adolescenti;presso Ufficio Stampa F.M.A ., Piazza MariaAusiliatrice 35, per le adolescenti) . (Cfr . il pra-tico volume di A. Ciarappa, Sacerdos, Tuderti,Todi, 1929, pp . 1-345. prontuario per . . . procu-rare vocazioni) .

Ogni Cooperatore, ogni Cooperatrice dovrebbeconsiderare come detto a sè ciò che Don Boscodiceva ai Sacerdoti Ex allievi e Cooperatori il30 luglio 1885 : « Io non intendo di indirizzarvimolte parole, ma solamente desidero farvi notareuna cosa importante, la quale vi raccomando diritenere sempre fissa nella memoria : bisognaprovvedere alla deficienza di sacerdoti »(XVII, 490) .

1) La Congregazione è un organismo vivente che ha bisogno di nuovecellule.

2) La cooperazione più necessaria .3) L'esempio dei senza-Dio .

1) Parola d'ordine : Molti e ottimi!2) L'esempio di Don Bosco.3) Dove cercare vocazioni ; necessità di buoni « coadiutori » .

1) È Dio che chiama, ma si serve degli uomini .2) Le vocazioni si possono seminare in molte maniere .3) L'opera degli insegnanti nelle scuole .

1) Con mezzi materiali .2) Seguirle, sostenerle, assisterle spiritualmente .3) Tener presenti i criteri fondamentali e i segni positivi di vocazione .

1) Tutti siano compresi dell'urgenza e gravità del problema .conclusione

2) Tutti diano un contributo fattivo alla sua soluzione .3) II contributo massimo e alla portata di tutti : la preghiera .

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Introduzione

È importante conoscere il pensiero di Gesùriguardo i privilegiati che scelse come collabora-tori durante la vita pubblica e che, dopo la suaAscensione, furono i continuatori della sua opera .

Il concetto di Gesù dovrà diventare nostro .Parlando del suo Precursore dice :

« In verità vi dico che tra i nati di donna nonè sorto uno più grande di Giovanni Battista »

(MATT ., XI, II)

La dichiarazione di Gesù così eloquente siriferisce ai nati del Vecchio Testamento . Nonriguarda la santità personale di Giovanni, mala santità del suo stato . Nessun uomo del VecchioTestamento rivestì una dignità più grande di quellaconferita da Dio a Giovanni Battista . La dignitàdi Giovanni è dunque superiore a quella diAbramo, di Mosè, di Davide ecc .

Quale la ragione ? È ancora Gesù che ce laindica : « E lui quegli del quale sta scritto : - Eccoio mando il mio messo avanti a te, perchè ti pre-pari dinanzi la via » . (LUC ., vii, 27) .

Dunque: l'essere Giovanni l'Inviato da Dioquale araldo del Messia gli conferisce un mini-stero così eccellente, da non trovare l'ugualein tutto il Vecchio 'l'estamento .

Gesù esalta la dignità dei suoi apostoli

Se così grande è la dignità del precursore,che cosa si dovrà dire della dignità degli apostoli,i privilegiati, che Gesù raccolse attorno a sèdurante gli anni della predicazione della BuonaNovella ?

Ecco come Egli stesso la mette in evidenza :

i. - « Vi ho chiamati amici, perchè vi ho mani-festato tutto quello che ho sentito dal Padre mio »

(Jo ., xv, 15)

Sono amici di Gesù ; dunque a Lui cari, daLui amati. Tanto maggiore è il valore di una

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GESÙESALTA LA DIGNITÀ DEL SACERDOTE

PENSIERI PER LA CONFERENZA MENSILE

amicizia, quanto più grande è la personalità dicolui che la concede . E Gesù è il Verbo incar-nato. . .Perchè amici, formano con Lui una nuova

famiglia, siedono alla sua mensa, lo accompa-gnano ovunque vada, ricevono le sue confidenze .Egli loro manifesta i pensieri della sua mente,i sentimenti del suo cuore, la stessa scienzadivina .

2 . - « A voi è dato di essere messi a parte deimisteri del regno dei cieli »

( MATT., XII, 11)

A differenza degli altri uomini, che vengonogiornalmente in contatto con Gesù, gli apostoliricevono una grazia particolare per cui riesconoad avere una migliore conoscenza di GesùMessia, della sua predicazione, della sua mis-sione. Quante preziose rivelazioni e spiegazionidà loro Gesù nelle conversazioni familiari incasa o in luoghi appartati dalla folla! Il Padre,buono e misericordioso ; la felicità ; il giudiziofinale ; la vita eterna ecc . sono temi che avvin-cono gli animi dei discepoli .

3 . - « . . . siete di Cristo»

(MARC ., IX, +I)

Poichè Gesù li ha invitati a seguirlo ed essiaccettarono l'invito, non appartengono più allafamiglia naturale, che hanno abbandonato, maappartengono a Gesù Cristo . Ciò vuol dire chehanno fatto propri gli interessi di Gesù ed hannomesso a disposizione sua tutto ciò che hanno eche sono. Felice appartenenza quella degli apo-stoli, perchè, se chi serve prende decoro dal-l'autorità del padrone, quale dignità superaquella del Figlio di Dio?

¢ . - « Io vi farò pescatori di uomini » ( MATT, IV, 19)

Ai pescatori del lago ristretto di Genezareth,Gesù promette di aprire le vie del mondo ; essile percorreranno senza sosta per avvicinare gliuomini, annunciare la Buona Novella e convin-cerli a diventare cittadini del regno di Dio . In-dubbiamente non v'è al mondo missione piùsublime, più delicata, più nobile, più degna di

essere compiuta quale quella di conquistare allaverità il consenso di intelligenze e volontà libere,e portarle a Dio .

5 . - « Chi ascolta voi, ascolta me » ( LUC ., x, 16)

Gesù sceglie 72 discepoli per mandarli davantia sè in missione nelle città e villaggi, che vuolevisitare. Dà loro norme precise, particolareggiatesul modo di comportarsi ; indica il tema chedevono trattare ; poi li congeda: «Andate . . . chiascolta voi ascolta me . . . ». E minaccia terribilicastighi a quelle città, che li rigetteranno . Poichè,afferma, « chi rigetta voi rigetta me ; chi poirigetta me rigetta Colui che mi ha mandato» .

11 Gesù esalta la dignità dei suoi sacerdoti

Gesù nell'ultima cena pasquale celebrata coisuoi apostoli istituì il Sacramento dell'Eucarestiae, subito dopo, quello dell'Ordine, che conferìagli apostoli stessi. Dopo la resurrezione eprima di salire al cielo, diede ai suoi sacerdoti

~~~~~~~~~~~\\\\\\\\\\\\\\\\\\\~~\\\\\\\\\\~\\\nuovi poteri, che li avrebbero innalzati al di sopradi ogni più alta dignità umana .

i . - « Come il Padre ha mandato me, anch'iomando voi. . . »

(Jo ., XX, 21)

I sacerdoti ricevono da Gesù l'investitura disuoi ambasciatori presso gli uomini di ognitempo e luogo .

2 . - « Andate, dunque, e ammaestrate tutte le genti,battezzandole . . ., insegnando loro a osservare tuttoquanto vi ho comandato»

(MATT., XVIII, 19-20)

I sacerdoti hanno il dovere e il diritto di am-maestrare tutti i popoli, senza eccezione ; nes-suna autorità umana potrà impedire l'eserciziodel ministero della parola . Inoltre è loro compitointrodurre gli uomini nella Chiesa, coll'ammini-strazione del battesimo . Infine devono insegnarea praticare la dottrina del Vangelo .

3 . - « A chi rimetterete i peccati saranno rimessi ;e a chi li riterrete saranno ritenuti» (Jo ., XX, 23)

L un potere divino, che il sacerdote esercita nelsacramento della Confessione . Egli perdona l'offesafatta a Dio (Ego te absolvo!) in nome di Dio .

q. . - « Fate questo per mio ricordo » ( LUC., XXII, 19)

Gesù ha consacrato il pane ; lo stesso farannoi sacerdoti, i quali, con la celebrazione dellaMessa rinnoveranno il sacrificio del Calvariosino alla fine del mondo .

Conclusione

Non esiste sulla terra autorità che abbia poteripiù grandi di quelli conferiti da Gesù al sacer-dote cattolico .

« Se mancassero ad un certo momento i sa-cerdoti dalla faccia della terra, noi saremmo unagenerazione di disperati. Se la malvagità disatana fosse libera non ucciderebbe altro che ipreti, perchè finiti i preti, è finita la speranzadell'umanità » . (ENRICO MEDI, Meditazioni a voce alta) .«Il sacerdote ha egli solo la grande virtù

di distruggere il segno del peccato e di cam-biare la faccia della terra . Egli ha una potenzache non è di questo mondo, ha una forza divina,un segreto miracoloso, con cui si guadagna icuori e rende impotenti le avverse potenze ter-rene e infernali ». (P. ANNIBALE MARIA DI FRANCIA) .

« Il prete è un uomo, ma è da più degli angeli ;è un peccatore, ma rimette i peccati ; è un servo,

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Per richieste del Calendario Rogazionista rivol-gersi a : Direzione Rogate Ergo, via Varallo so, ROMA

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ma il suo Signore gli obbedisce » . (DO-MDìNICO GIU-

LIOTTI, Polvere dell'esilio) .

Don Bosco si trovava a Marsiglia . Venutal'ora di lasciare la città, salì in carrozza nelcortile del Collegio Salesiano, pieno di popolo,che s'inginocchiò aspettando la benedizione. DonBosco, girato intorno lo sguardo e profondamentecommosso, mormorò tra se, in modo peròche qualcuno potè intenderlo : <I Che cosa è maiil prete! . . . » . (Meni . biogr ., XV, 49S).

È un mezzo per diffondere, soprattutto trai fedeli, la conoscenza della grandezza del« Sacerdozio cattolico » . Conoscenza la cuidiffusione si rende quanto mai necessaria aigiorni nostri, in cui altre idee vanno diffon-dendosi nel popolo cristiano, idee di discre-dito e di disprezzo dei ministri del Santuario .E sso, infatti, nel foglietto quotidiano, oltre ilSanto del giorno e una devota giaculatoria,riporta brevi detti o sentenze dei Ss . Padri, deiSommi Pontefici, dei Santi, di pii scrittori, neiquali si afferma la grande dignità, eccellenzaed utilità del Sacerdozio, nello stesso temposi inculca ai fedeli quale deve essere il lorocomportamento e quale stima essi devonoavere per coloro che sono insigniti di questocarattere divino del Sacerdozio di Cristo

a I nostri Dirigenti vi troveranno quindi un pre-zioso sussidio per la Campagna delle Vocazioni

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI TORINO IN DATA 16-2-1049,N .403.- CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICADIRETTORE RESPONSABII.E : SACERDOTE DOTI . PIETRO ZERBINO, VIA MARIA AUSILIArRICE,32 - TORINO (714) . OFFICINE GRAFICHE S.R .l .

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(GINO GIORDANI

Offrì la sua vita per la nostra salvezza

per ordinazioni rivolgersi alla

` OCI€T EDITRICE INTERNAZIONALEC0RSO UGIMA MAARGHe TA,176-C.C .P .2/171TORINO 714

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GESÙ D I A AIRETH

BOLLETTINO SALESIANOPERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI DI SAN GIOVANNI BOSCO

Direzione : via Maria Ausiliatrice, 32 - Torino - Telefono 22-117Al 1° del mese: per i Cooperatori e le Cooperatrici SalesianeAl 15 del mese : per i Dirigenti della Pia UnioneSi invia gratuitamente. Spedizione in abbonamento postale. Gruppo 2"

Facciamo noto ai benemeriti Cooperatori e alle benemerite Cooperatriciche le Opere Salesiane hanno il Conto Corrente Postale con il numero 2-1355 (Torino)sotto la denominazione : Direzione Generale Opere di Don Bosco - Torino 714

Ognuno può valersene con risparmio di spesa, nell'inviare le proprie offerte,ricorrendo all'ufficio postale locale per il modulo relativo

IMPORTANTE - Per correzioni d'indirizzo sì prega d'inviare anche l'indirizzo vecchio .Si ringraziano i Sig . Agenti postali che respingono, con le notificazioni d'uso, i Bollettini non recapitati .

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