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EDITORIALE

II prossimi mesi vedranno finalmente a regime in tutte le regioni italiane il Programma di sviluppo rurale. E’ ormai tempo

che tutto il mondo dell’agricoltura italiana comprenda l’importanza di questo “secondo pilastro” della Politica agricola

europea, troppo spesso, erroneamente, considerato secondario, e che invece è in ogni senso lo strumento del futuro.

Sempre di più, lo sappiamo e dobbiamo sempre ricordarlo, il processo di convergenza diminuirà il peso dei pagamenti

diretti all’agricoltura italiana. Non è domani mattina, ma sul lungo periodo questo avverrà e sarà inevitabile. I contributi

all’agricoltura sono stati per decenni la prima voce di bilancio europea, ma anche questo cambierà man mano che

l’Europa allarga le sue responsabilità. Certo, sappiamo che la produzione agricola in tutta Europa dovrà sempre essere

sostenuta dall’intervento pubblico: noi difenderemo sempre questo principio, e per la verità, da questo punto di vista,

i rischi maggiori sono oramai alle nostre spalle.

E’ passata l’illusione di un unico grande mercato globale, dove gli altri continenti potessero fare da granaio dell’Europa,

una visione, tra l’altro, neocoloniale e ingiusta. L’importanza della produzione di cibo è sempre più evidente, e nessuna

nazione può pensare di trascurarla. L’aumento della popolazione mondiale, tuttora lontano da un auspicabile rallenta-

mento, e la legittima aspirazione di tutti i popoli a migliorare i loro consumi, ci spinge tutti a porci il problema dell’au-

tosufficienza alimentare. Il problema delle risorse idriche e i cambiamenti climatici fanno ritornare importanti la

produzione agricola di un continente, l’Europa, che non è ancora sottoposto a rischi di desertificazione (dovremmo

dire quasi: l’allerta in alcune province siciliane si è già acceso) e che ha ancora buone risorse idriche. Ritorna in auge

anche un problema antico, di sicurezza alimentare: in un mondo dove non sono estinti i pericoli della guerra, i commerci

transoceanici potrebbero subire imprevisti tracolli. Scenari futuribili, certo, che non ci devono far vivere nell’angoscia:

ma mai come oggi fare impresa impone di guardare non solo ai bilanci annuali, ma agli scenari futuri, alla politica, al

clima, alla demografia e alle migrazioni.

Tornando alle cose di casa nostra, quindi, noi ci impegneremo a che il Psr, il programma di sviluppo rurale, sia sempre

più compreso dai nostri associati. L’agricoltura italiana dovrà sempre più essere percepita come il settore trainante dal

punto di vista dell’innovazione scientifica e tecnologica, espressione non soltanto delle nostre tradizioni, ma di un

nuovo modello di sviluppo, modernissimo perché raccoglie le più avanzate istanze dell’ambientalismo, della tecnologia,

della cultura contemporanea che privilegia la qualità della vita e le relazioni sociali. Pensiamo specialmente al Mezzo-

giorno, che negli ultimi anni ha visto una ripartenza dell’emigrazione, e dei più giovani e preparati, dei giovani laureati:

la terra non è, nel 21° secolo, la dannazione da cui fuggire, l’aspra terra sassosa degli avi, ma la prospettiva di futuro.

DOMENICO MAMONE - Presidente dell’Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori

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Domenico MamonePresidente Nazionale UNSIC

Dalla terraal futuro

DOMENICO MAMONE

Presidentedell’UnioneNazionaleSindacaleImprenditorie Coltivatori

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Occupazione:annate e congiuntura

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EDITORIALE

VISTO DALL’ UNSIC

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Dalla terraal futuro

Contratto Collettivo Nazionaledi Lavoro tra UNSIC e UGL

8 UNSIC INFORMA

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Fondo rotativo nazionaleper l’autoimpiegoe l’autoimprenditorialità“SELFIEmployment”

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16 PATRONATO ENASC

19 MONDO AGRICOLO

Le risorse del Programma OperativoNazionale per gli affari marittimie la pesca per il periodo 2014-2020ammontano a 978,1 milioni di euro

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Pantalonee le banche

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18 ENUIP

17 FONDOLAVORO

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L’Italiadei marchi

Pon imprese e competitività2014-2020

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ENUIPverso il 2016

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I nuovi programmidi Fondolavoro

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Integrazione giorni di lavoro agricoloper l'anno 2015

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IUS IURIS

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23 DALLE REGIONI

Speciale Molise.Tutti i bandi per lo sviluppo

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“Nuova Naspi:abbiamo delle obiezioni”.Una lettera di Corrado Rossi,dirigente UNSIC di Parenti (Cs)

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28 LAVORO E PREVIDENZA

Convegno INAIL:“HR & Safety at work. Un legameche crea cultura”

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Emilia Romagna:“Fondo Starter”

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Regione Calabria: Fondo unicoregionale di ingegneria finanziaria– Pubblicazione di nuovi RegolamentiOperativi relativi al “FondoRafforzamento Imprese Esistenti”

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INFOIMPRESAPeriodico

dell’Unione NazionaleSindacale Imprenditori e Coltivatori

Direttore responsabileDomenico Mamone

RedazioneSara Di Iacovo - Francesca Gambini - Fortunata Reggio

Vittorio Piscopo - Luca Cefisi

Progetto Grafico - ImpaginazioneFortunata Reggio

Sede legale e Redazione

Via Angelo Bargoni, 78 - 00153 RomaTel 06 58333803 - Fax 06 5817414

www.unsic.it - [email protected]

Registr. Tribunale di RomaN° 76/2003 del 5/03/2003

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VISTO DALL’ UNSIC

occupazione continua ad es-sere il primo problema eco-nomico e sociale del Paese.

Dopo le polemiche dell’estate scorsa,con gli errori sui dati ministeriali, edopo i segnali positivi, i dati Istat dif-fusi a dicembre continuano a mo-strare una realtà in chiaroscuro. Per ilministro del Lavoro Poletti, è miglio-rata la “qualità” dell’occupazione. Di-chiarazione che è suonata un pocotroppo difensiva, in fondo vuol direche sui numeri si sperava di più, e al-lora ci si consola sull’interpretazione.Quello che aumenta sono i lavoratoridipendenti, mentre calano quelli indi-pendenti: i sostenitori della riformadel lavoro (Jobs Act) ritengono che siainiziata la “bonifica” del vasto mondodei falsi professionisti a partita Ivaprecari e poveri, che verrebbero gra-dualmente assorbiti da forme di con-tratto più stabili e trasparenti. Su baseannua, Poletti tiene a far notare cherisultano 410mila disoccupati inmeno (-12,3%) e 75mila occupati inpiù (+0,3%). Il confronto su baseannua è corretto, e indica numeri po-sitivi anche se ancora deboli.Le obiezioni riguardano il breve pe-riodo: se sicuramente fare i confrontisu base mensile è meno rigoroso,perché, come dice Poletti, ci sono leoscillazioni legate a varie circostanze,pure lascia preoccupati che tra set-tembre e ottobre, cioè nel momentodella ripresa dopo le ferie estive,siano stati persi 39mila posti di la-voro. In quel mese, sono continuati sìa diminuire i disoccupati (-13mila), masembra che tornino a salire gli “inat-tivi”, quelli che insomma a cercare la-voro ci hanno proprio rinunciato.Anche la spiegazione ufficiale del rap-porto tra lavori stabili e incerti solleva

obiezioni: perché se dividiamo perfasce di età, vediamo che l’occupa-zione migliora soprattutto nella fasciadegli over 50. E’ un bene, perché in-dica una qualche tendenza a mante-nere nel mercato del lavoro personein un’età delicata, dove la perdita dellavoro può essere una condanna, emagari segnala che qualche precarioa vita ce l’ha fatta finalmente, maanche che molti che in passato anda-vano in pensione prima, ora riman-gono, volenti o nolenti, aggrappati alposto per l’allontanarsi della pen-sione; è quindi un male, perché si di-rebbe che si perpetui il detto che“questo non è un Paese per giovani”,visto che questi ultimi continuano anon riuscire a salire sulla barca,dovei 50 e 60enni non vogliono e non pos-sono fare spazio. Vi è poi la questionedemografica: calano gli occupati gio-vani anche in cifre assolute, sempli-cemente perché si iniziano a sentiregli effetti del progressivo calo dellenascite dagli anni 80 in poi. In questosenso, l’immigrazione è stata fonda-mentale nel bilanciare gli effetti nega-tivi sul monte contributivo Inps. La

crescita degli inattivi riguarda an-ch’essa i giovani, i famosi e famigeratiNEET (acronimo inglese per dire “néin educazione, né impiegati, né in for-mazione”). Il programma europeodella Garanzia Giovani doveva essereuna soluzione strategica, ma in Italiala GG non decolla, per molti motivi, dicui il più grave è nella debolezza strut-turale della rete di agenzie per il la-voro sul territorio, che dovrebberofare da intermediari tra giovani e im-prese, ma sono sottodimensionati ri-spetto ai modelli europei.Infine, può bastare il Jobs Act, in unasituazione in cui l’agricoltura e il turi-smo hanno difficoltà (embargo allaRussia e paura del terrorismo), e incui l’industria italiana non riesce, sto-rico problema, a investire in ricerca esviluppo, con i loro 190 euro per abi-tante, contro una media europea di356? La mancanza di innovazione tec-nologica è probabilmente il vero li-mite alla creazione di nuove impresee nuovo lavoro, come dimostra ancheche i nuovi occupati si concentranonelle fasce meno attraenti dal puntodi vista retributivo.

Occupazione:annate e congiuntura

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terribili avvenimenti accaduti inquesti giorni che hanno portatonel cuore dell’Europa la devasta-

zione che fino ad ora eravamo abi-tuati a leggere solo in Medio Orienteo in Africa, suscitano nei nostri animisolidarietà e commozione. Faremmoun torto ai tanti morti se non ricordas-simo anche le stragi perpetrate inKenya e in Libano. Dopo la solidarietàdoverosa, e la commozione pro-fonda, ecco che altri sentimenti affio-rano: la paura, l’odio, il desiderio divendetta. L’istinto ingenera in noi bi-sogno di protezione e di reazionecontro questi attacchi mossi da unodio ceco e da una totale negazionedi diritti umani alla pace, cittadinanza,libertà e democrazia. In questo vor-tice di sensazioni, non dobbiamo di-menticare che l’obbiettivo di chipropaga il terrore è dividere, dividerele nazioni, le popolazioni, le comunitàreligiose. I terroristi non mirano a col-pire i nemici dell’Islam, ma tutto co-loro che essi considerano nemici.L’ISIS, e i terroristi in generale, sonou nemici dell’Occidente, ma anche, eforse in primo luogo, dei musulmani:in Siria e in Iraq, come in altri paesiislamici, la maggior parte delle vittimedei simpatizzanti dello Stato Islamicosono altri musulmani colpevoli di nonessere adeguati alla visione delmondo propria di questi fanatici.O forse semplicemente di non essereutili alla loro causa. Che dietro allabandiera religiosa nasconde spessoben più concreti e materiali interessieconomici legati allo sfruttamentodelle risorse naturali. Demonizzaretutti i musulmani è sbagliato e contro-producente; la grande maggioranzadei musulmani è contraria al terrorein nome dell’Islam, perché è una per-

versione – oggi più diffusa di ieri –dell’Islam stesso. Con lo stessometro vediamo demonizzare stru-mentalmente altre etnie, altre popo-lazioni (e penso ad esempio adesempio ai paesi dell’Est Europa) manon dimentichiamo in un recentepassato le stragi di mafia, ricordiamole stragi degli anni di piombo! Quantierrori e quanti morti! Quante perver-sioni di persone che perdono la loroumanità in nome di un interesse par-ticolare! Sul nostro territorio vivonocittadini che praticano religioni di-verse, molti sono musulmani che quilavorano, pagano le tasse e voglionosia integrarsi che pregare. I loro figlisono nati in Italia e questo per loro èil paese e la cultura d’origine, è la lorocasa. Abbiamo il diritto di pretendereda tutti il rispetto delle nostre regolee su questo non dobbiamo accettare

deroghe. Abbiamo il dovere di offrirel’opportunità a tutti di vivere in pacee contribuire alla loro crescita perso-nale, delle loro famiglie e insieme aloro del nostro paese. La migliore di-fesa contro l’estremismo è coinvol-gere tutti i cittadini in relazioniistituzionali ufficiali, in attività socialie in processi di dialogo interreligioso,garantendo a tutti i medesimi diritti.Non di più, ma neanche di meno.Niente privilegi ma niente discrimina-zioni. Quella contro il terrorismo èuna battaglia tra l’inciviltà e la civiltà.Si può vincere solo insieme: musul-mani e non musulmani. Non abbiamoalternative. Non servono slogan. Sa-rebbe un errore gravissimo trasfor-marla in una guerra di noi contro diloro, perché se accadesse ne usci-remmo sconfitti tutti. E non bastereb-bero i milioni a contare i morti.

“Costruire insieme il futuro”. Ci scrive DanieleChindamo, dirigente UNSIC di Sarezzo (BS)

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uattro banche tecnica-mente fallite: Banca Etruria,Banca Marche, CariFerrara,

Carichieti. Ma l’attenzione è tuttasulle centinaia di persone che hannosottoscritto le famose “obbligazionisubordinate”, che ora sono cartastraccia. Poveri risparmiatori, se-condo alcuni; speculatori, anche semagari sprovveduti e mal consigliati,secondo altri. Un anziano di Civitavec-chia si è suicidato, travolto dall’ango-scia per aver perso il capitaleinvestito. Anche sulle responsabilità,si grida alla colpa del governo, edell’Europa con le sue regole draco-niane. Per la verità, la prima colpa e laprima responsabilità riguarda senzadubbio il management, i consigli diamministrazione, gli organi di con-trollo di quei quattro istituti bancari,che non hanno saputo fare il loro me-stiere. Forse la Banca d’Italia, nel suoruolo di controllore esterno, avrebbepotuto intervenire prima, ma questonon sposta di una virgola questoprimo ed essenziale dato di fatto:hanno fallito certi rampanti e arro-ganti banchieri.Non si tratta, in Europa, delle primebanche a dover essere “salvate”, nédelle maggiori: se per l’Italia si trattadi una novità, occorre ricordarsi chedalla crisi finanziaria internazionaledel 2008 sono molte le banche chesono state sottoposte a procedure disalvataggio, di solito con forti inter-venti dello Stato: dalla Gran Bretagnaalla Spagna alla Germania. Questi in-terventi hanno impedito disastri peg-giori: è evidente che una banca nonpuò fallire lasciando correntisti e ri-sparmiatori allo scoperto, senza pro-vocare non solo tragedie umane, maanche un effetto a catena disastroso,

per ragioni economiche evidenti e perragioni psicologiche, che nell’econo-mia hanno sempre un peso maggioredi quanto si voglia ammettere, e cheporterebbero alla sfiducia, alla fugadegli investitori, fino al panico finan-ziario. Quello che fa la differenza,oggi, è la Direttiva europea 2014/59sul “risanamento” delle banche, cioèsu come gestire le banche fallite. LaDirettiva dice esplicitamente che si-nora in Europa non si era saputobene cosa fare, di fronte a una crisibancaria, e che non si può andareavanti con la solita soluzione del“Paga Pantalone” cioè lo Stato.Questo per due principali motivi: unodi tutela degli altri operatori, in unmercato europeo ormai unificato,dove la decisione eventuale di un go-verno nazionale di tutelare con aiutistatali una certa banca andrebbe adetrimento delle altre: insomma, nonsi vede perché oggi, se l’italiana Uni-credit può aprire sportelli in Germa-nia, come in effetti fa, e altrettanto faDeutsche Bank in Italia, questi istitutipossano poi, in caso di difficoltà, ri-volgersi al Pantalone nazionale, allafin fine fregando il concorrente (è unesempio teorico, abbiamo scelto ap-positamente due banche solide).Ma c’è una ragione di giustizia che èforse più importante: il salvataggiodelle banche, sinora, l’hanno pagatoi contribuenti europei. E questo eraormai davvero intollerabile, e politica-mente insostenibile. Cosa indica,quindi, la Direttiva europea? Indicache a intervenire, tempestivamente,e previo debito licenziamento e sosti-tuzione dei dirigenti delle banche in-teressate, devono essere appositeautorità dotate di appositi strumenti,in pratica lo stesso sistema bancario,

attraverso fondi di gestione dei rischiappositamente preparati: nel nostrocaso, interviene il Fondo nazionale dirisoluzione, 3,6 miliardi di euro messia disposizione non dallo Stato madalle banche forti, in particolare Uni-credit, San Paolo e Ubi Banca; lequattro banche sono state ristruttu-rate come nuove società, i debiti ac-collati ad una “bad bank”, una bancaspeciale che cercherà di recuperarequel che si può ma insomma funzio-nerà come una specie di cestino deirifiuti, al massimo forse riuscirà a ri-sarcire le banche salvatrici, ma moltodifficilmente tutti gli altri.Qui finiranno anche azioni e le obbli-gazioni subordinate, che in praticavengono azzerate, e questo apparetutt’altro che ingiusto; sono costoroche hanno investito e guadagnato,spetta a loro assumersi i rischi, do-lersi se non hanno vigilato sui mana-ger incompetenti, pagare è l’altrafaccia del loro mestiere, negli affarinon ci sono soltanto giorni di sole.Ma ecco il nodo: tra questi, se non siintendono tanto i correntisti e i nor-mali risparmiatori, ci sono però inpieno certi obbligazionisti, cioè coloroche hanno sottoscritto le cosiddetteobbligazioni subordinate, che per loronatura sono sottoposte a particolaririschi, in particolare quello di non es-sere rimborsabili, o esserlo solo acerte condizioni, in caso di insolvibi-lità del debitore che le ha emesse,cioè la quattro banche in questione,appunto. In linea di principio, dun-que, le regole europee non sonocerto perverse, anzi: chi si sia messonel mercato delle obbligazioni subor-dinate, che hanno scritto ben chiaroche sono giocattoli pericolosi, e delresto proprio per questo rendono di

Pantalonee le banche

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più, non dovrebbe lamentarsi, spe-cialmente dopo aver incassato per untempo più o meno lungo rendimentiben maggiori di quelli che avrebberofruttato delle scelte più prudenti. Perquesto, tra l’altro, la corsa di tanti cor-rentisti, nelle ultime settimane, a to-gliere i propri soldi dalle quattrobanche coinvolte ha solo ragioni psi-cologiche: i conti correnti non sono arischio, e neppure i conti deposito,anche sopra i 100mila euro (che inteoria potrebbero pure essere chia-mati, secondo la Direttiva europea, acontribuire, ma non ce ne sarà biso-gno). Purtroppo, oltre al principio, c’èanche la pratica: e, nella pratica, nonsi può spiegare la sottoscrizione delleobbligazioni da parte di tanti semplicirisparmiatori senza esperienza di fi-nanza senza ricordare il contesto so-ciale e umano in cui le quattrobanche operano: i tanti piccoli centridella provincia operosa, dove il diret-tore della filiale, come il parroco e ilcarabiniere, è una piccola autorità lo-cale, e molti clienti della banca, sem-plicemente, si fidano. Non si può,insomma, giudicare e condannare,senza tenere a mente che molte diquelle obbligazioni sono state sotto-scritte non tanto sulla base di un sot-

tile calcolo finanziario, ma della fidu-cia umana, del rapporto personale,dell’autorevolezza, mal impiegata, diun funzionario di banca conosciuto epercepito come “uno di noi”. Si do-vrebbe anche riflettere sulla condi-zione di crescente pressione a cuisono sottoposti i funzionari bancaristessi, oggi che l’impiego in bancanon è più sinonimo di sicurezza atutta prova da licenziamenti, quandola dirigenza chiede loro di portare ri-sultati in termini di vendita ai corren-tisti di sempre nuovi prodottifinanziari o assicurativi, esigendone,in pratica, la trasformazione da ban-cari a venditori. In pratica, insomma,molti di coloro che vedono oggi sfu-mare i loro capitali non corrispon-dono all’identikit dello squalo dellafinanza, ma piuttosto a quello delbravo ma ingenuo padre di famiglia.Si vedrà, infatti, se ci sia spazio ancheper azioni legali, per cattiva o erratainformazione ai sottoscrittori da partedella banca, anche se qui il sistemabancario mostra le sue trappole: certirischi vengono, per esempio, segna-lati dalla Consob, l’organo di controllodella finanza, ma quante persone nor-mali, francamente, lo sanno e sono ingrado di leggere e interpretare certe

informazioni? Più spinosa la que-stione, tutta tecnica ma tutt’altro chebanale, se la scelta della Banca d’Ita-lia, della Associazione delle BancheItaliane, e delle altre autorità sia statala migliore possibile. Certi banchierihanno dichiarato, in questi giorni, chesi sarebbe potuto impiegare un altroFondo, il Fitd, Fondo interbancario tu-tela depositi, anch’esso finanziato dalsistema bancario nel suo complesso,che avrebbe subito messo in sicu-rezza i depositi sotto i centomila euro,e avrebbe alleggerito i conti generali,e inoltre affidato alle altre grandi ban-che partecipazioni nelle quattro pic-cole in difficoltà, salvando alla fine,pare, anche le obbligazioni. In-somma, secondo alcuni, le bancheitaliane avrebbero potuto lavare ipanni sporchi in famiglia, mettendo adisposizione più fondi, se non per so-lidarietà, certo per l’interesse a checerte conseguenze non seminasserodubbi e diffidenze anche nella piùampia platea di tutti i clienti di tutte lebanche, evitando cioè lo “scandalo”della liquidazione delle vecchie so-cietà e dell’azzeramento quindi azionie obbligazioni. Si è deciso diversa-mente, a Roma e a Bruxelles: panni,e stracci, sono stati esposti.

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NSIC ha sottoscritto, con laFederazione nazionale UGLViabilità e Logistica, il Con-

tratto Collettivo Nazionale di Lavoroper i lavoratori dipendenti delle im-prese, anche cooperative, esercentiattività nel settore dell’Autotrasporto,Spedizione Merci, Logistica ed Affini.L’articolato avrà validità dal 01.12.2015al 30.11.2018 tanto per la parte econo-mica che normativa. Si tratta del con-tratto nazionale per conducenti diautotreni, autoarticolati, natanti; grui-sti; spedizionieri; personale aeropor-tuale; magazzinieri; e tutto il personale

in genere addetto alle aziende di spe-dizione. Per Unsic “La sottoscrizione diCCNL rappresenta motivo di orgoglioe responsabilità per le Parti firmatarie:un impegno basato sulla reciprocitàdelle prestazioni e sulla bilateralitàdelle intese per la migliore qualità eproduttività del lavoro”. Si studiano gliaccordi di secondo livello, quelli cioèpiù vicini alle imprese in quanto l’im-pegno preso dalle parti firmatarieruota intorno a principi quali la legalità,l’agilità applicativa e il bilanciamentodegli interessi datore/lavoratore. Unnuovo strumento, sentito come una ri-

sposta contro la crisi produttiva, il la-voro sommerso e la stagnazione eco-nomica. Adesso, secondo il presidentedell’Unsic Domenico Mamone: “Il giu-dizio sui contenuti economici dovrà ri-sultare da un calcolo generale checonsideri le retribuzioni contrattuali, iservizi erogati dall’Ente Bilaterale, le in-dennità contrattuali e la contrattazionedi secondo livello, che seppur non ob-bligatoria noi vogliamo fortemente in-centivare, per rispondere, in modocompiuto e sostenibile, alle esigenzeoperative espresse dalle singole realtàterritoriali.”

Contratto Collettivo Nazionale di Lavorotra UNSIC e UGL

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UNSIC INFORMA

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uove risorse per 160 mld dieuro. Focus su 4 aree di inter-vento prioritario: Pubblica Am-

ministrazione ed Enti Locali, infrastrutture,imprese e immobiliare. Il Consiglio diAmministrazione di Cassa depositi e pre-stiti Spa (CDP ) ha approvato il nuovopiano di sviluppo che punta a sostenerela crescita del Paese mettendo a disposi-zione risorse per 160 miliardi di euro incinque anni. Come Istituto Nazionale diPromozione, CDP sarà in grado di attrarreoltre 100 miliardi di euro di ulteriori fondi,nazionali ed esteri, pubblici e privati, gra-zie alle risorse messe a disposizione daUE e BEI, anche nel quadro del pianoJuncker, ai cofinanziamenti con altri inter-mediari finanziari, come gli altri istituti dipromozione nazionale, e l’attrazione dicapitali di investitori istituzionali sottoforma d’interventi stabili. Il Piano aspira aindirizzare la crescita dell ’Italia nel sup-porto alle istituzioni governative e aglienti locali, nel potenziamento delle infra-strutture, nel sostegno alle imprese, nellosviluppo del patrimonio immobiliare. Ilsupporto agli enti pubblici avverrà mobi-

litando 15 miliardi di risorse (+ 22% ri-spetto al quinquennio precedente) e at-traverso il rafforzamento della reteterritoriale. Per le infrastrutture, il Pianomira a colmare il gap che separa l’Italiadagli altri paesi europei, causato anchedai lunghi tempi di avvio e di realizzazionedelle opere; ci sono risorse per 24 mi-liardi (+23% rispetto a quanto fatto nelquinquennio precedente) a supportodella realizzazione di reti (fisiche e digi-tali), di nodi infrastrutturali strategici(porti, aeroporti) e dell’ammodernamentodelle infrastrutture esistenti, incentivandol’utilizzo del partenariato pubblico pri-vato. Un’attenzione particolare sarà postaalla tutela ambientale, anche attraversoinvestimenti nell’energia da rifiuti e infondi che promuovano l’efficienza ener-getica. Per le imprese.Il Piano mobilita 117 miliardi di euro (+73% rispetto a quanto fatto nel quin-quennio precedente) e prevede un inter-vento a supporto di tutte le fasi del ciclodi vita delle imprese, principalmente conle forme del Venture Capital. Per l’innova-zione e sviluppo verrà facilitato l’accesso

al credito per le PMI attraverso strumentifinanziari innovativi quali il risk sharing eil supporto allo sviluppo di mercati alter-nativi (per esempio i Credit funds); verràrafforzato e ottimizzato il sostegno all’in-ternazionalizzazione e all’export attra-verso la creazione di un presidio unico,costituito presso SACE, in cui saranno in-tegrate tutte le attività e previsti specificiinterventi volti a massimizzare l’accessoda parte delle imprese.Oltre all’attività di valorizzazione del patri-monio immobiliare pubblico, il Piano pre-vede un intervento nello sviluppo delmercato immobiliare italiano attraversol’importazione del modello del social andaffordable housing fund, e la realizza-zione di processi di riqualificazione e svi-luppo. L’azione riguarderà anche unsettore chiave dell’economia qual è il tu-rismo, attraverso la valorizzazione dellestrutture recettive da realizzare con lacreazione di un veicolo di investimentoad hoc. Complessivamente sono previsterisorse per 3,8 miliardi di euro (+110% ri-spetto a quanto fatto nel quinquennioprecedente).

Cassa depositi e prestiti: nuove risorseper le aziende dal piano industriale 2016-2020

l fondo è costituito da 124 milioni dieuro, presso il Ministero del Lavoro ePolitiche Sociali (MPLS) con il contri-

buto delle Regioni Veneto, Emilia-Roma-gna, Lazio, Molise, Basilicata, Calabria,Sicilia. Riguarda un particolare ambito diofferta per i destinatari del ProgrammaGaranzia Giovani: l’accesso ai finanzia-menti per l’autoimpiego. Il Fondo sarà ge-stito da Invitalia (l’Agenzia nazionale perlo sviluppo d’impresa). Il principale servi-

zio erogato è il tutoraggio, si tratta di unservizio fondamentale per il successo diuna start-up. I servizi di tutoraggio, a se-conda degli obiettivi e dei destinatari del-l’incentivo, per la misura Fondo RotativoNazionale dovrebbe ammontare a un pre-vedere un beneficio reale, per ciascuna im-presa finanziata, dai 5.000 ai 50mila eurocirca. Questi strumenti, ha sottolineatol’Amministratore Delegato di Invitalia,“sono il frutto di una positiva collabora-

zione interistituzionale e di un uso vir-tuoso dei fondi europei. Noi metteremo adisposizione del Fondo tutte le compe-tenze accumulate nel tempo: la presenta-zione dei progetti sarà paperless, daremouna risposta entro 60 giorni dall’invio delbusiness plan”.

Per maggiori informazioni:www.lavoro.gov.it/Priorita/Documents/Materiale_ppt18.11.2015_4.3.pdf

Fondo rotativo nazionale per l’autoimpiego el’autoimprenditorialità “SELFIEmployment”

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l Programma Operativo Nazio-nale Imprese e Competitività2014/2020 intende contribuire al-

l’obiettivo di portare il peso relativodel settore manifatturiero sul PIL eu-ropeo dal 15,6% del 2011 al 20%entro il 2020. I programmi operativi(PON) sono ggi il primo strumentocon cui gli Stati impiegano i fondidell’Unione Europea. Il PON Impresee Competitività 2014-2020 è stato ap-provato dalla Commissione europeail 23 giugno 2015, e interviene suobiettivi tematici: OT 1, rafforzare laricerca, lo sviluppo tecnologico e l’in-novazione, OT 2, migliorare l’accessoe l’utilizzo del ICT, nonché l’impiego ela qualità delle medesime, OT 3, pro-muovere la competitività delle pic-cole e medie imprese, OT 4,sostenere la transizione verso un’eco-nomia a basse emissioni di carbonio.Questi obiettivi tematici si traduconoin quattro assi di intervento: Asse I(OT 1) – Innovazione; Asse II (OT 2) –Banda ultralarga e crescita digitale;Asse III (OT 3) – Competitività PMI;Asse IV (OT 4) – Efficienza energetica.Per OT1, si tratta di promuovere gli in-vestimenti delle imprese in ricerca einnovazione, sviluppando collega-menti e sinergie tra imprese, centri diricerca e sviluppo e il settore del-l’istruzione superiore, in particolarepromuovendo gli investimenti nellosviluppo di prodotti e servizi, il trasfe-rimento di tecnologie, l’innovazionesociale, l’ecoinnovazione. Per OT2, sitratta di lavorare alla riduzione del di-vario digitale nei territori e per la dif-fusione della banda ultra larga (è la“Digital Agenda” europea).Per OT3, si mira a promuovere lacompetitività delle piccole e medieimprese, e qui siamo nel campo dei

famosi programmi di sviluppo rurale,più esattamente FEASR nel settoreagricolo e FEAMP in quello dellapesca, nonché la cosidetta “incuba-zione” delle micro e piccole impresein ogni campo dove si possano pro-porre nuove idee. Per OT4, siamoverso un’economia a basse emissionidi carbonio in tutti i settori, e questonon sarà più un lusso, ma una neces-sità di fronte al cambiamento clima-tico e al suo impatto su agricoltura,

sicurezza e migrazioni. La dotazionecomplessiva del PON è pari a 2 mi-liardi e 419 milioni di euro, di cui 643milioni di cofinanziamento nazionaleitaliano. C’è poi un programma paral-lelo nazionale finanziato interamentecon risorse italiane il cui ammontare,pari a circa 824 milioni di euro, per leregioni meno sviluppate, il cosiddettoPiano di Azione Coesione, destinatoin particolare ai sistemi produttivi ter-ritoriali.

Programma operativo nazionaleImprese e Competitività 2014-2020

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settembre il Ministero deibeni e delle attività culturalie del turismo ha previsto

un nuovo avviso da 8 milioni dieuro diretto a favorire i processi di in-tegrazione nel comparto attraverso lostrumento delle reti di impresa. I con-tributi sono destinati ai raggruppa-menti di micro e piccole impreseturistiche, con sede operativa in Italia,costituiti in forma di rete di impresa,di associazione temporanea di im-presa (ATI), di consorzio o di societàconsortile. Le agevolazioni non pos-sono superare l’importo massimodi 200 mila euro, a fronte di progettiche prevedano spese ammissibili noninferiori a 400 mila euro. Gli investi-menti devono essere diretti a ridurrei costi delle imprese facenti parte

della rete attraverso la messa a si-stema degli strumenti informativi diamministrazione, di gestione e di pre-notazione dei servizi turistici, la crea-zione di piattaforme per acquisticollettivi di beni e servizi; a migliorarela conoscenza del territorio a fini turi-stici con particolare riferimento a si-stemi di promo-commercializzazioneon line; a implementare iniziative dipromo-commercializzazione che uti-lizzino le nuove tecnologie e, in parti-colare, i nuovi strumenti di socialmarketing; a sviluppare iniziative estrumenti di promo-commercializza-zione condivisi fra le aziende dellarete finalizzate alla creazione di pac-chetti turistici innovativi; a promuo-vere le imprese sui mercati esteriattraverso la partecipazione a fiere e

la creazione di materiali promozionalicomuni. In coincidenza con l’aperturadello sportello per la presentazionedelle domande, il 14 dicembre il Mi-bact ha pubblicato un tutorial chechiarisce i requisiti delle imprese ag-gregate, le spese ammissibili e le mo-dalità di partecipazione al bando. Inprimo luogo, il capofila dell’aggrega-zione deve registrarsi alla piattaformatelematica messa a disposizione dalMinistero per procedere alla compila-zione della domanda sul Portale deiprocedimenti. Una volta ricevuto il co-dice d’accesso, è possibile entrarenel Portale dei procedimenti, raggiun-gere il menù principale e attivareun’istanza relativa alle reti di imprese,compilarla, allegare la documenta-zione richiesta e poi scaricarla.

Il Ministero dei Beni, Attività culturali e Turismo ha pubblicatoun tutorial sulle modalità per l’accesso al bando da 8 milionidi euro per le aggregazioni di imprese turistiche

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ella “Sala delle Colonne” delPalazzo Sanseverino-Falcone,ad Acri, si è tenuta la cerimo-

nia di premiazione dell’undicesima edi-zione del “Premio Cultura d’impresa”,promossa dall’UNSIC (Unione Nazio-nale Sindacale Imprenditori e Coltiva-tori), con il patrocinio del Comune.Sono stati premiati la famiglia Milizia,fotografi da sessant’anni, Premio Cul-tura d’impresa (“per aver raccontato lastoria di Acri, testimoniandone i muta-menti culturali e sociali, con serietà,professionalità interagendo con il si-stema sociale e culturale”); l’ex sin-daco di Monasterace ed ex Ministro,Maria Carmela Lanzetta, per la sezione“Legalità” (“esempio di specchiataonestà. Tutta la sua attività politicapuò essere considerata, senza ombradi dubbio, come il tentativo di affer-mare principi quali legalità e traspa-

renza”); il giornalista e scrittore Arcan-gelo Badolati, per il “Giornalismo” (“Isuoi libri e le sue inchieste giornalisti-che rappresentano un formidabilestrumento di conoscenza della‘ndrangheta e questo permette dicombatterla in maniera più efficace.Più complessivamente, il suo impe-gno, fatto di studio e di ricerca, hafatto emergere lati negativi, sperperi,collusioni e malaffare in Calabria”); ilmodello Simone Curto, per “Moda eSpettacolo” (Il riconoscimento vuolein egual misura premiare questi dueaspetti: successo professionale e unapproccio umile e disponibile a que-sta nuova dimensione”); e l’associa-zione “Raggio di sole”, che opera daanni al fianco delle famiglie con por-tatori di handicap, per il “Sociale”(“Da più di undici anni rappresenta unimprescindibile punto di riferimento

per le famiglie dei portatori di handi-cap”). Nel corso della consegna deiPremi, sono stati toccati molti deitemi attinenti ai settori in cui i prota-gonisti operano da tempo. Particolar-mente applauditi gli interventi dellaLanzetta e di Badolati su criminalità elegalità in Calabria. Ha condotto PieroCirino, giornalista de “Il Quotidianodel Sud”.La cerimonia è stata preceduta dallatrentunesima assemblea di fine annodell’Unsic, cui hanno preso parteCarlo Franzisi, presidente dell’UNSICprovinciale di settore; Emilio Servo-lino, presidente Cesapi Imprese diAcri; Salvatore Ferraro, vicesindaco eassessore comunale alla Cultura; Vin-cenzo Rostanzo, presidente delegatoUNSIC di Acri; Giovanni Misasi, pre-sidente delegato UNSIC di Cosenza,e l’Ing. Giuseppe Grandinetti.

Consegnati ad Acrii Premi Cultura d’Impresa dell’UNSIC

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UN MOMENTO DELLA PREMIAZIONE

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ntonio Tedeschi, PresidenteProvinciale Unsic (UnioneNazionale Sindacale Impren-

ditori e Coltivatori) : “Lunedì 14 dicem-bre saremo al Consorzio di Bonifica diVenafro perché il Consiglio dell’entenon deliberi l’aumento del 5% dei tri-buti a carico dei consorziati, ma si ri-volga alla Regione Molise permigliorare i servizi a favore del-l’utenza”. La giunta esecutiva del Con-sorzio di Bonifica della Piana diVenafro ha deliberato l’aumento del5% dei tributi consortili a carico dei6mila consorziati ed immediata è arri-vata la risposta dei sindacati a difesadelle tasche dei contribuenti.“Viviamo tempi difficili a tutti i livellisotto il profilo economico - spiega An-tonio Tedeschi, Presidente Provincialedell’Unsic (Unione Nazionale Sinda-cale Imprenditori e Coltivatori) - e nonè affatto il caso di stare ad aggravarela già delicata e generale situazioneeconomica con l’ulteriore prelievo del5% stabilito dalla giunta consortile cheandrebbe ad aggiungersi alle tantetasse che già tutti pagano.Se la finalità dell’iniziativa è condivisi-bile, ossia migliorare i servizi, non lo èaffatto il sistema scelto, cioè attingeredalle tasche dei contribuenti. Non puòsempre e solo il contribuente farsi ca-rico di ogni cosa. Sono sistemi damettere da parte una volta per tutte,rivolgendosi altrove.Nel caso specifico è la Regione Moliseche deve farsi carico economica-mente di migliorare la qualità delleprestazioni consortili a favore del-l’utenza e non certo il contribuente”. Ilprosieguo dell’intervento del sindaca-lista: “Lunedì 14 dicembre, giorno fis-sato per la riunione del consiglioconsortile che deve ratificare quanto

deliberato dalla giunta perché il tuttodiventi operativo, -aggiunge Tedeschi-presenzieremo alla riunione del Consi-glio Consortile per rappresentare leistanze dei consorziati ed invitare iconsiglieri a non ratificare il deliberatodi giunta circa l’aumento del 5% deitributi a carico dei contribuenti. Siamofiduciosi al riguardo data la presenzain consiglio di tanti coltivatori e per-sone della massima serietà ed affida-

bilità, che non vorranno aggravare conun ulteriore aumento gli oneri a caricodi tutti gli altri e di loro stessi. Presen-zieremo ai lavori consiliari anche perguardare negli occhi i singoli compo-nenti del consiglio all’atto della discus-sione e della successiva votazione.Spero comunque che il senso di re-sponsabilità prevalga e che non si de-cida di mettere per l’ennesima volta lemani nelle tasche dei contribuenti”.

Antonio Tedeschi: “Saremo al Consorzio di Bonifica di Ve-nafro, perché il Consiglio dell’Ente non deliberi l’aumentodel 5% dei tributi a carico dei consorziati.”

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Antonio Tedeschi

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accordo avrà durata quin-quennale e le attività che nederiveranno saranno monito-

rate e guidate da un comitato di co-ordinamento. Lo ha notificato Inailcon determina del Presidente del-l’Inail De Felice n.451 del 1° dicembre2015. La collaborazione avrà come og-getto, in sintesi, l’individuazione di per-corsi di prevenzione basati su obiettiviprioritari comuni e metodologica-mente condivisi a livello centrale, re-gionale e locale; strategie e azionievidence based (cioè basate su proveempiriche di efficacia) e caratterizzate

da interventi sostenibili e misurabili intermini di processo e di risultato; lo svi-luppo e il consolidamento di Sistemiinformativi/gestionali e di sorveglianzatra Inail, Regioni e Province autonomee la relativa fruibilità delle rispettivebanche dati; il supporto tecnico alla re-dazione, alla realizzazione dei Piani na-zionali di prevenzione e dei Pianinazionali e regionali di settore da que-sti derivanti e al monitoraggio dei risul-tati ottenuti; metodologie e strumentidestinati al miglioramento dei livelli disalute e sicurezza nei luoghi di lavoro.All’accordo, sottoscritto con la mini-

stra Lorenzin e dal piemontese Chiam-parino per la Conferenza delle Regioni,seguirà un programma quinquennaledi attività, tra cui appare di fondamen-tale importanza lo scambio di dati. E’infatti un problema storico quello dellacarenza di comunicazione tra enti eistituzioni, che rende difficile i controlliincrociati, mentre appare sempre piùnecessario, per il futuro, la collabora-zione tra questi enti per lo sviluppo dipiani di promozione della sicurezzache permettano all’Inail di sviluppare ilsuo ruolo di controllo e promozioneassieme alle politiche del territorio.

Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro: un accordo quadrodi collaborazione siglato da Inail, Ministero della Salutee Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome

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a sesta indagine Ewcs (Euro-pean working conditions sur-vey, l’annuale, importante

indagine sulle condizioni di lavoro) èstata lanciata da Eurofound lo scorsofebbraio, e segue le precedenti cin-que edizioni promosse nel 1991,1995, 2000, 2005 e 2010. Eurofoundè l’agenzia tripartita europea che pro-muove attività di ricerca e informa-zione per sempre migliori condizionidi vita e di lavoro.Da febbraio a giugno 2015 sono statiintervistati in collaborazione conIpsos 43mila lavoratori di 35 paesi Eu-ropei, interviste anonime, che con dif-ferenze tra i vari paesi hanno copertocampioni compresi tra i mille e i tre-mila soggetti. Secondo i primi dati dif-fusi da Eurofound, nove lavoratori sudieci riferiscono di essere informati obene informati sui rischi per la salutee la sicurezza riguardanti la propriamansione. 10 su 100 quindi i lavora-

tori che dichiarano di non essere in-formati, media che varia da 9 su 100per le imprese con più di 250 lavora-tori, 10% tra 10 e 249 dipendenti,12% con meno di 10 dipendenti.Molti gli operai che hanno manife-stato un’elevata intensità del lavoro,affiancata da bassi livelli di autono-mia, sicurezza sul lavoro e sicurezzadel posto di lavoro.Nel complesso, la percentuale di la-voratori che riporta che la propria sa-lute è a rischio per il lavoro è scesadal 31% del 2010 al 23% del 2015.Non per questo non sussistono pro-blemi seri: per esempio, sale il livellodi esposizione ad agenti chimici e in-fettanti; e un lavoratore o una lavora-trice su sei riporta di aver subitocomportamenti violenti, dal bullismoalle molestie sessuali. In generale, di-versi indicatori danno un quadro diconservazione di un sistema segre-gato per generi: il 67% di tutti i dipen-

denti, e ben l’85% dei dipendenti ma-schi, ha un supervisore maschio.Sull’orario di lavoro, si conferma latendenza a una diminuzione deitempi di lavoro, ma questo, si può os-servare, non corrisponde necessaria-mente ad un miglioramento dei tempidi vita: se aumentano i lavoratori tra21 e 34 ore per settimana, e quelli apart time “breve”, cioè 20 ore omeno, questo ha una ripercussionetale sul livello delle retribuzioni daspingere, di fatto, al doppio lavoro.Questo è ancora più evidente nelcaso dei lavoratori non sottoposti aorario, che in prevalenza segnalano dilavorare di più degli altri.Se si segnala un’effettiva tendenza aduna maggiore flessibilità, quindi aconcedere maggiore autonomia al la-voratore, pure sono alti i segnali distress per un lavoro che continua aportare stress anche nella vita privatae familiare.

Eurofound Ewcs, sesta indagine europeacondizioni di lavoro

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i è svolto presso la sede Na-zionale Unsic il secondo li-vello del corso: “Primi passi

nel mondo del Patronato” a cura delDirettore Tecnico ENASC Luigi RosaTeio con il supporto di Carlo Miracola.Inoltre la Direzione del patronatoEnasc ha organizzato un seminariotecnico-organizzativo rivolto ai Diret-tori provinciali il 10 e 11 Dicembrepresso l’“Hotel Casena dei Colli” a Pa-lermo. Due giornate di lavoro intensoper analizzare le novità organizzativee tecniche che in questi mesi hannomodificato la nostra attività.Un momento di riflessione con lestrutture territoriali per decidere in-sieme le strategie per il futuro, in par-ticolare dopo il Vademecum sulla

qualità predisposto dal Ministero dellavoro e dei nuovi decreti ministerialiche modificano profondamente il fun-zionamento e il finanziamento dei Pa-

tronati. E’ inoltre stata lanciata lacampagna “Formazione previdenziale2016” che vedrà coinvolte tutte lestrutture sul territorio.

Attività ENASCdi fine anno

er ottenere dall’INPS la presta-zione di malattia, disoccupa-zione, maternità, i braccianti

agricoli a tempo determinato devonoverificare se al 31/12/2015 risultino diaver lavorato almeno 51 giornatepresso terzi in agricoltura.Qualora dovessero accertare che al31/12/2015 le giornate lavorate sonoin misura inferiore al suddetto mi-nimo, hanno diritto di integrare sulterreno di loro proprietà o di un com-ponente il proprio nucleo familiare ocondotto in affitto, la differenza dellegiornate per raggiungere il requisito

richiesto delle 51 giornate, indispen-sabile per poter usufruire delle rela-tive prestazioni (malattia, maternità,indennità di disoccupazione) a caricodell’INPS. Tale domanda di integra-zione contributiva prevista dall’art.8legge 1968 n.334, da compilare suapposito modello, deve essere pre-sentata con la relativa documenta-zione, titolo di proprietà, visurecatastali aggiornate o contratto di af-fitto o di comodato regolarmente re-gistrato, documento identità e codicefiscale, entro e non oltre il 31 gennaio2016. Qualora il terreno risulti essere

di proprietà del coniuge o di un fami-liare allegare la situazione di famigliao autocertificazione.Per il calcolo delle giornate da attri-buire ai fini dell’iscrizione nei relativielenchi anagrafici si applicano i valorimedi di impiego di manodopera (ta-bella ettaro-coltura) per singole col-ture previste dal D.M. 04/06/1997.Per la necessaria assistenza nellacompilazione e presentazione delladomanda, gli interessati possono ri-volgersi presso le sedi del sindacatoUNSIC o presso le sedi del patronatoENASC.

Integrazione giorni di lavoro agricoloper l’anno 2015

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PATRONATO ENASC

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Seminario ENASC Palermo con i relatori: Calogero Miracola, Francesco Cuppari, Salvatore Mamone presidente ENASC,

Luigi Rosa Teio direttore ENASC, Andrea Azzone

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FONDOLAVORO

ostruzione di competenze ecapacità di operare in unquadro normativo sempre

più complesso ed esigente. Questele necessità delle aziende nel campodella formazione di personale ammi-nistrativo e preposto ai controlli e alleverifiche interne sulla complianceaziendale, cioè il grado di conformitàa standard e regole, senza di cui nonsolo si richiano sanzioni e multe, maanche un abbattimento della qualitàproduttiva e il pericolo di responsabi-lità civili e penali. Questa è una ne-cessità trasversale ad ogni realtàaziendale.Non si tratta infatti di un mero e for-male rispetto della legge, ma di inte-grare in profondità la conoscenzadelle disposizioni di legge nel pro-cesso produttivo, riconoscendone

l’utilità nel garantire la qualità dei pro-dotti,e ne fare dell’azienda un sog-getto socialmente responsabile,inattaccabile dai rischi quotidiani deireati informatici e contro la privacy,della cattiva gestione dei rapporti conla pubblica amministrazione, della si-curezza sul lavoro e della prevenzionequindi dei rischi oggettivi di provo-care danno agli altri nell svolgimentodella propria attività. Con delibera del 30 settembre 2015,il Consiglio di Amministrazione diFondolavoro ha approvato due pianiformativi presentati rispettivamentedagli enti attuatori “DA.DIF. Consul-ting s.r.l.” e “Istituto delle Figlie diSanta Maria della Divina Provvi-denza”, per un valore complessivo di€ 118.735,46. Il piano di “Istituto delleFiglie di Santa Maria della Divina Prov-

videnza”, denominato “La 231 in pra-tica”, evidenzia un fabbisogno finan-ziario di € 106.613,00 e include dueprogetti formativi con il medesimo ti-tolo “Corso di formazione per l’imple-mentazione del modello organizzativoex d.lgs. 231/01”.Il piano di “DA.DIF. Consulting s.r.l.”,denominato “Aggiornamento keycompetences nella Grande distribu-zione organizzata”, prevede un fabbi-sogno finanziario di € 12.122,46 ecomprende due progetti formativicon il titolo “Tecniche di comunica-zione e gestione clienti” e “Organiz-zare e gestire il magazzino e lecasse”. Siamo qui invece in uncampo di gestione della relazione conil cliente e della sua soddisfazione.Entrambi i piani formativi si conclude-ranno entro la fine dell’anno in corso.

I nuovi programmidi Fondolavoro

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ENUIP

l Consiglio dei Ministri ha, di re-cente, approvato il decreto leggeper incrementare le risorse fina-

lizzate all’inserimento di giovani vo-lontari, nell’ambito del Servizio Civile:si tratta di un ulteriore stanziamentodi cento milioni di euro per il Fondonazionale per il Servizio civile, che vaad incrementare i finanziamenti giàprevisti dal disegno di legge di stabi-lità. Gli stanziamenti previsti rappre-

sentano un passo importante per ri-lanciare ulteriormente il Servizio ci-vile, che va a proseguire un percorsogià avviato nel 2015, anno in cui si èvisto l’avvio di 50mila volontari afronte dei 15mila partiti nel 2014.L’ENUIP, inoltre, ha ampliato e resonazionale l’accordo già esistente, perla sola regione laziale, con ICARUM –Ente accreditato come Centro diesame presso l’Università Roma TRE

e l’Università per Stranieri di Perugia,per lo svolgimento del Test d’italiano -Livello A2 per stranieri, previsto dalNuovo Accordo di Integrazione chepermetterà il rilascio della certifica-zione per l’ottenimento della carta dilungo soggiorno. Per informazioni,contattare Elisa Sfasciotti o Nicoletta Ni-coletti ai seguenti recapiti: Tel 0658333803 e-mail: [email protected];[email protected]

ENUIPverso il 2016

fronte dell’accordo con ICA-RUM - Ente di formazioneaccreditato in Regione

Lazio, l’ENUIP sta avviando - tra gen-naio e febbraio 2016 – la formazioneper il rilascio dell’abilitazione per i fi-tosanitari nella provincia di Roma eFrosinone, che verranno coordinatidal Direttore dei corsi, Enrico Carli,anche consulente CESCA e docenteENUIP presso i corsi stessi. In parti-colare, questi primi eventi formativiavranno una durata di 20 ore, sarannorivolti agli utilizzatori dei fitosanitari esaranno ubicati a Paliano, per la Pro-vincia di Frosinone, ed Ariccia, per laprovincia romana. Con l’occasione siè voluto intervistare il dr. Carli che haribadito l’obbligatorietà, prevista dallanormativa vigente, della formazione edell’aggiornamento per chi lavora coni prodotti fitosanitari; ma soprattuttoCarli si è soffermato sulla necessità

di acquisire consapevolezza sugli ef-fetti nocivi derivanti dal loro utilizzoche possono portare anche malattiecroniche pericolose e, pertanto, sul-l’importanza di apprendere le relative

procedure per un corretto uso. Per in-formazioni ed iscrizioni sui prossimicorsi nel lazio, contattare la dr.ssaElisa Sfasciotti - Tel 06 58333803, e-mail: [email protected]

Rilascio o rinnovo del patentinoper i fitofarmaci

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ia libera della Commissioneeuropea al PON FEAMP2014-2020, il programma

cofinanziato dal Fondo europeo pergli affari marittimi e la pesca che so-stiene progetti per la competitività el’innovazione nel settore, per la tuteladegli stock ittici e della biodiversità eper l’aumento dell’occupazione edell’inclusione sociale. A disposizionedel PON ci sono 978.107.682 euro, dicui 537.262.559 euro a valere sulFEAMP e 440.845.123 euro di cofi-nanziamento nazionale.Le priorità del Programma per il set-tennato 2014-2020 sono: promuo-vere una pesca e un’acquacolturasostenibili sotto il profilo ambientale,efficienti in termini di risorse, innova-tive, competitive e basate sulle cono-scenze, attuare la Politica Comunedella Pesca, aumentare l’occupazione

e la coesione territoriale, favorire lacommercializzazione e la trasforma-zione dei prodotti della pesca e del-l’acquacoltura, favorire l’attuazionedella Politica Marittima Integrata(PMI). Per il raggiungimento di questiobiettivi, oltre alla concessione dicontributi a fondo perduto, per laprima volta il programma prevede, invia sperimentale, diversi strumenti fi-nanziari. Nello specifico, potranno es-sere attivati: finanziamenti agevolatiper migliorare il valore aggiunto e laqualità delle catture e per favorire in-vestimenti per l’efficienza energetica,la trasformazione dei prodotti e per ilsettore dell’acquacoltura; microcre-dito a favore dei pescatori e dalle lorofamiglie per diversificare le fonti direddito con attività complementari eper fornire sostegno ai giovani per laprima acquisizione di un pescherec-

cio; garanzie, con assicurazione al fi-nanziatore che il proprio capitaleverrà rimborsato, per sbloccare pre-stiti per investimenti consideratitroppo rischiosi, come quelli legatiall’innovazione, all’acquacoltura o allaconservazione delle risorse biologi-che marine; equity, in cui l’investitorepuò assumere la gestione del-l’azienda e partecipare alla condivi-sione dei profitti intervenendo in unadelle diverse fasi del ciclo di vita diuna impresa, per le imprese ad alto ri-schio ed elevato potenziale di cre-scita, quali iniziative pilota intecnologie innovative per l’acquacol-tura e per i processi produttivi. Le ri-sorse del Programma, ha spiegato ilministro delle Politiche agricole Mau-rizio Martina, verranno messe in fun-zione al più presto, soprattutto pertutelare il reddito di chi vive di pesca.

Le risorse del Programma Operativo Nazionaleper gli affari marittimi e la pesca per il periodo 2014-2020ammontano a 978,1 milioni di euro

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MONDO AGRICOLO

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Italia è un paese ricco di tra-dizione, e la tradizione è sem-pre frutto della sapienza che

si traduce inevitabilmente, quando siparla di alimentazione, in gusto e qua-lità! E’ nata così la necessità di pre-servarne la qualità e mettere in lucele produzioni migliori tramite i marchi.Ogni marchio, indipendentementedalla regione a cui appartiene, nascecon l’intento di soddisfare le esigenzedi produttori, commercianti e consu-matori. Il produttore organizzerà ilproprio lavoro utilizzando mezzi e ser-vizi innovativi che gli permetterannodi comunicare il valore dei propri pro-dotti. Il commerciante si occuperàdella vendita di prodotti di qualità ga-rantita direttamente al consumatore,che desidera prodotti di provenienzasicura, vorrà quindi essere certodell’originalità e della tipicità di ciòche ha acquistato.Per questi motivi risulta fondamentalespingere il produttore ad aderirvi, delresto ogni marchio è in grado di ga-rantire alle aziende aderenti una mag-gior pubblicizzazione dei prodotti, inmodo tale da favorirne maggior-mente la vendita. In ogni regione pos-sono richiedere il marchio tutti gli entifacenti parte dell’UE qualora essisiano iscritti all’interno del registrodella camera di commercio (CCIAA) oad altri enti analoghi. Sono ammessii prodotti agricolo-alimentari, i pro-dotti agricolo-zootecnici ed i servizi diristorazione che favoriscano la som-ministrazione di entrambi i prodotti.I singoli produttori o le aziende interes-sate ad i molteplici marchi qualitativi,potranno richiederne la concessionetramite la modulistica predisposta daogni singola regione promotrice delprogetto che in caso di esito positivo

rilascerà ad ogni ente che rispetti i pa-rametri necessari la licenza ed il certi-ficato per l’utilizzo del marchio. Ilprogramma prevede naturalmentedelle attività di controllo e monitorag-gio dei processi di produzione e deiprodotti stessi ad ogni ente aderenteal marchio, tutto ciò tramite visiteispettive con frequenza prefissata,salvo esigenze di controlli supple-mentari. Sono state appositamentecreate delle schede di controllo da

cui potranno trarre giovamento nonsolo gli ispettori ma persino i produt-tori. I produttori tramite le schede dicontrollo potranno verificare che ilprocesso di produzione si svolga se-condo i disciplinari prestabiliti. Gliispettori usufruendo delle schedeavranno la possibilità di analizzare ve-locemente ed accuratamente ogniprodotto. Nel rispetto del rapporto traregione e licenziatario, lo stesso è te-nuto a comunicare ogni variazione

L’Italiadei marchi

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all’interno del processo di produ-zione. Nel caso di mancato rispettodelle condizioni prestabilite da partedel licenziatario, la regione che haconcesso l’utilizzo del marchio ha ilcompito di contestare per iscritto talimancanze, associandovi la sospen-sione o la revoca del marchio, che haeffetto immediato. Ciascuna delledue parti avrà comunque la facoltà direcedere dal rapporti in qualsiasiistante con un preavviso minimo ditre mesi dalla data in cui si intende farvaler il recesso.Sono varie le regioni italiane ad avercreato il proprio marchio qualitativo.Il 2 agosto 2012 la Basilicata ha con-cepito il marchio “Io Mangio Lucano”,nato per tutelare i prodotti e le im-prese di ristorazione che ci tengonoa differenziarsi per la tipicità dell’of-ferta, in modo tale da sensibilizzareoperatori della ristorazione consuma-tori all’utilizzo dei prodotti lucani. InSicilia il 18 ottobre 2012 è nato il “QS”(Qualità Sicura) per garantire la qualitàe l’origine di ogni prodotto, assicuran-done la completa tracciabilità al con-sumatore con l’intento di valorizzare iprodotti agricolo alimentari.“Prodotti di Qualità” è invece il mar-chio della Puglia risalente all’11 giu-gno 2012 per privilegiare i prodottitipici pugliesi, chiarendo al consuma-tore la qualità di ciò che acquista.Anche in Campania la regione haideato il proprio marchio il 24 novem-bre 2011, “Sapore di Campania”, chemira a sostenere la cultura e la tradi-zione di ogni parte della regione, unmarchio che garantisca la tipicitàdelle risorse agroalimentari campane.Mentre in Calabria il marchio “Origi-nale Calabrese” mira a soddisfare ilconsumatore del futuro che desideraprodotti di provenienza certificata,quindi il commerciante si adopereràaffinché il prodotto da rivenderesegua dei disciplinari che manten-gano invariata la qualità del prodottostesso, tutto ciò garantito dal produt-tore che intende rispettare la tradizio-

nalità e la qualità di ciò che produce.Sono vari i vantaggi che dovrebberospingere i produttori ad usufruire diun marchio qualitativo, ed i consuma-tori ad acquistare prodotti marchiati.In primis prevale il fatto che ogni pro-dotto sottostante ad un marchio con-cepito naturalmente al 100% ed èquindi estraneo a qualsiasi tipo diOGM, in modo tale da mantenere oaddirittura migliorare le condizioni deiterreni coltivati, che produrranno ali-menti qualitativamente superiori edunque più sani. Oltre alla tutela diambiente e consumatore è compresala tutela di tutti gli animali impiegati

nei vari processi di produzione, cu-rando la loro alimentazione, ma so-prattutto non sfruttandoli oltre la lorocapacità di produzione naturale. Infine affinché tutto ciò venga rispettatosaranno maggiori i controlli eseguitidagli organi competenti.Mangiare prodotti sani e tracciabili èuna scelta consapevole, un atteggia-mento che deve entrare a far partedella nostra cultura, perché la qualitàdella nostra vita non può essere dele-gata ad altri: è necessario quindi es-sere consapevoli del fatto che adinfluenzare il mercato saranno le sceltedi ognuno di noi.

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artono (finalmente) i piani re-gionali di Sviluppo Rurale peril settennio 2014-2020. Il

Lazio, per esempio, ha annunciato aun’assemblea di produttori agricoli il1 dicembre scorso di avere a disposi-zione 780 milioni di euro, 77 milioni inpiù rispetto alla programmazione pre-cedente, che saranno impiegati aidue estremi generazionali, per i gio-vani imprenditori e le start up, e pergli ex-imprenditori e agricoltori soprai 40 anni. Altro interesse storica-mente importante per la regioneLazio l’agricoltura sociale, con cui sipensa anche di lavorare all’integra-zione dei rifugiati di recente arrivo.Di poco più veloce la Toscana, che hadeliberato a luglio il suo programma,con priorità sulle risorse forestali, lasemplificazione amministrativa e laqualità della vita nelle zone rurali (peresempio l’accesso a Internet nellezone montane e periferiche è crucialeper arrestare lo spopolamento e per-mettere alle piccole aziende di lavo-rare in maniera adeguata al nuovosecolo). Dopo circa un anno di pro-grammazione e consultazione,quindi, si può cominciare a lavorare,e così anche nel resto d’Italia, contempi di poco sfalsati da Regione aRegione. Per la Campania, questaconsultazione ha visto la raccolta dicontributi tecnici attraverso il Tavoloregionale di partenariato, che ha pro-dotto un ampio dossier centrato sull’in-novazione e la competitività e ilrinnovamento delle filiere, secondol’idea di un’agricoltura non più resi-duale rispetto allo sviluppo industrialee terziario, ma invece centrale nell’in-novazione tecnologica e nell’export.Anche in Campania si guarda poi allarisorsa forestale: si può dire che que-

sto sia un problema storico dell’agri-coltura italiana, che ha da decenni tra-scurato le opportunità delle purcrescenti aree boschive, che risultanosottoutilizzate. Il Veneto aveva otte-nuto il via libera dalla CommissioneEuropea (Bruxelles, ricordiamo, con-trolla direttamente i piani regionali)sin da maggio scorso, dopo, tra l’al-tro, sei mesi di dibattito della Confe-renza regionale, che ha indicato lepriorità delle aree montane, della ge-stione delle risorse idriche, e dell’in-novazione. La Calabria ha indicato tresettori, zootecnia, agrumicoltura e oli-vicoltura, come prioritari, e punta sul

ricambio generazionale, in una fasestorica in cui la dinamica demograficacostringe un ampio numero di piccoliagricoltori a cedere il passo, ma i gio-vani mancano dei capitali di rischioper innovare. Tra le regioni che sonopartite prima la Sicilia, che emanato ilprimo bando a maggio, sull’agricol-tura biologica (ma forzando, cioèsenza attendere l’approvazione delpiano in Commissione Europea, chearrivato solo il 24 di novembre). Inogni caso, ormai praticamente tuttigli agricoltori italiani sono in grado dipartecipare alle opportunità del Pianodi sviluppo rurale.

Finalmente i Piani Regionalidi Sviluppo Rurale

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l 23 novembre 2015 è stato pub-blicato il bando sul BURM, Edi-zione Straordinaria n.38, il bando

è aperto che consente di presentarele domande di aiuto in due fasi di-verse (step) al termine delle quali sa-ranno approvate le relativegraduatorie di merito. Per favorire il ri-cambio generazionale nell’agricolturamolisana con due obiettivi centrali: ilmiglioramento delle performanceeconomiche ed ambientali delle atti-vità agricole ottenute dalla disponibi-lità dei giovani ad attuare soluzionitecniche ed organizzative innovativee riattivare la dinamicità del sistemaagroalimentare incentivando i giovania fare imprese agricole. Il bando si ri-volge ai giovani agricoltori che nonhanno compiuto quaranta anni al mo-mento della presentazione della do-manda e che si insediano per la primavolta in un’azienda agricola in qualitàdi capo azienda titolare o come sociodi maggioranza ed amministratoreladdove l’azienda sia una società agri-cola. Nel caso il giovane non si insedicome unico capo azienda (due gio-vani co-titolari o amministratori) il pre-mio è riconosciuto ad un sologiovane titolare avendo acquisito ilconsenso dell’altro co-titolare purchédisponga di potere decisionale.L’aiuto è subordinato alla qualifica di“agricoltori in attività” ai sensi dell’ar-ticolo 9 del Regolamento (UE)n.1307/2013 che i beneficiari si impe-gnano ad acquisire entro 18 mesidalla data di insediamento. Un gio-vane insediato nei sei mesi prece-denti alla presentazione delladomanda può accedere ai beneficidel presente bando. La misura tendea ridurre gli svantaggi in cui operanole aziende agricole in particolare

quelle che avviano processi di diver-sificazione delle attività verso la tra-sformazione o i servizi agrituristici. Leproblematiche sono principalmentericollegabili a due categorie: le cattivecondizioni delle viabilità interpoderalidi collegamento delle aziende agri-cole alla rete di viabilità principale(con esclusione degli interventi di ma-nutenzione ordinaria); la mancanza diinfrastrutture per l’acqua potabile fun-zionali alle aziende agricole.Le agevolazioni prevedono un im-porto dimensionato su due livellibase: 30.000,00 euro nel caso l’inse-diamento avvenga in aziende localiz-zate in zone montane con almenouna Produzione Lorda Standard di10.000 euro; 40.000,00 euro nel casol’insediamento avvenga in aziende lo-calizzate nelle altre zone D e con al-meno una Produzione Lorda Standarddi 18.000 euro. È prevista una integra-zione ai premi su indicati sulla basedei diversi sistemi agricoli nei diversiterritori di applicazione dell’inter-vento: 10.000,00 euro per il sistemaagricolo che prevede la zootecnia; •10.000,00 euro per il sistema agricoloche prevede coltivazioni arboree;15.000,00 euro per i sistemi agricolidi qualità riconosciuta (biologico,DOP/IGP, ecc.). Il sostegno è con-cesso in forma di contributo in contocapitale, comprensivo di spese gene-rali, in misura del 100% del costo to-tale ammissibile con un massimale diinvestimento per intervento stabilitoin: Euro 150.000,00 per investimentinei comuni con numero di abitanti su-periore a 3.000; Euro 130.000,00 perinvestimenti per i comuni con popo-lazione > 1.000 fino a 3.000 abitanti;Euro 110.000,00 per investimenti neicomuni fino a 1.000 abitanti. Pas-

siamo alla sottomisura 4.1: per il “SO-STEGNO A INVESTIMENTI NELLEAZIENDE AGRICOLE” atta a soste-nere gli investimenti in aziende agri-cole finalizzati a migliorare la lorocompetitività in termini economici edambientali. Gli investimenti sono mi-rati sia alle strutture sia al capitale indotazione alle imprese che si rivolgea Imprese agricole singole o asso-ciate che: effettuano investimenti sulterritorio regionale; presentano unpiano di miglioramento aziendalecoerente con gli obiettivi e le finalitàdella sottomisura e del bando; si im-pegnano a non distogliere gli investi-menti per almeno 5 anni dalla data dipagamento finale; si impegnano asottoscrivere un’assicurazione multirischio per l’azienda per almeno 5anni; rispettano le regole di condizio-nalità previste dal Programma di Svi-luppo Rurale della Regione Molise2014-2020; rientrano nella definizionedi agricoltore attivo di cui all’art.3 delD.M. 18 novembre 2014 n.6513 e alcomma 2 dell’art.1 del D.M. 26 feb-braio 2015 n.1420.L’azienda agricola, oggetto della do-manda deve avere una dimensioneeconomica minima, pena inammissi-bilità, maggiore o uguale a 8.000 eurodi Produzione Standard Totale (PST) inzona montana e maggiore o uguale a18.000 euro di PST nelle altre zone.È posto un limite di 12 volte la PST aldimensionamento dell’investimentoammesso a contributo. Il beneficiariopuò presentare un investimento mag-giore assumendosi l’onere di finan-ziare con risorse proprie la parte diinvestimento non ritenuta ammissi-bile. L’impegno del beneficiario, inol-tre, è quello di realizzare nella lorointerezza le azioni previste dal piano

Speciale Molise.Tutti i bandi per lo sviluppo

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DALLE REGIONI

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e di dimostrare la sostenibilità econo-mica dell’intero intervento. Il tasso diaiuto massimo è pari al 40%, percen-tuale che può essere aumentata del20% nelle seguenti condizioni: nelcaso di giovani primi insediati; neiprogetti collettivi o presentati da or-ganizzazioni di produttori. Gli investi-menti collettivi sono quelli realizzatida un gruppo di almeno 5 agricoltoriche si organizzano in Organizzazionidi produttori o altra forma giuridica diassociazione o organizzazione econo-mica; nelle zone montane; per gli in-terventi presentati all’interno deigruppi operativi (PEI); per gli investi-menti collegati ad operazioni di cuiagli articoli 28 e 29 del Regolamento(UE) 1305/13 (agricoltura biologica opagamenti agro-climatico ambientali).Il contributo pubblico non può supe-rare 800.000,00 euro nel caso di im-prese singole e 2.500.000,00 euro nelcaso di Organizzazioni Produttori rico-nosciute, Cooperative (con più di 10soci) o altre forme collettive (ATI, con-tratti di rete, ecc. con più di 5 sociagricoltori). La sottomisura concerne“investimenti a favore della trasfor-mazione/commercializzazione e/odello sviluppo di prodotti agricoli” perSostenere investimenti materiali e im-materiali da realizzare nelle impreseagroalimentari per la trasformazionee commercializzazione dei prodottiagricoli di cui all’Allegato I al Trattatodi Funzionamento della UE, esclusi iprodotti della pesca. Il prodotto finaleottenuto può non ricadere nell’elencodel suddetto allegato I al TFUE.La sottomisura si rivolge alle Impreseoperanti nella trasformazione, com-mercializzazione e/o nello sviluppodei prodotti agricoli di cui all’allegatoI del trattato. Reti di imprese.Non sono ammissibili le imprese indifficoltà, ai sensi degli orientamentidell’Unione per gli aiuti di Stato, nelsettore agricolo e forestale e degliorientamenti dell’Unione in materia diaiuti di stato per il salvataggio e la ri-strutturazione delle imprese in diffi-

coltà. Il tasso di aiuto massimo è parial 40% della spesa ammissibile. Èprevista una maggiorazione del 20%,purché l’aliquota cumulativa massimadel sostegno non superi il 60%, pergli interventi sovvenzionati nell’am-bito del PEI cioè di un gruppo euro-peo per l’innovazione.Il contributo pubblico non può supe-rare 800.000,00 euro nel caso di im-prese singole, ridotto a 350.000,00euro nel caso di imprese singole dinuova costituzione, e 2.500.000,00euro nel caso di forme collettive (ATI,contratti di rete, etc.).Gli aiuti per investimenti concernentila trasformazione di prodotti agricoliin prodotti non agricoli sono soggettialle condizioni di cui all’articolo 44 delregolamento (UE) n. 702/2014, in par-ticolare: sono concessi alle PMI; l’ali-quota di sostegno è pari al 10% perle medie imprese elevato a 20% perle microimprese e le piccole imprese;non sono ammissibili gli investimenticonnessi alla produzione di biocarbu-ranti o energia da fonti rinnovabili de-stinata alla vendita.L’erogazione di tali aiuti è subordinataalla procedura di esenzione di cui alregolamento (UE) n. 702/2014. L’aiutoè concesso in conto capitale. Pos-sono essere corrisposti degli anticipiper un importo non superiore al 50%dell’aiuto pubblico relativo all’investi-mento, ed il relativo pagamento è su-bordinato alla presentazione di unagaranzia fidejussoria di importo parial 110% dell’anticipo concesso. Sonoprevisti anche con la Sottomisura 6.1gli “aiuti all’avviamento di attività im-prenditoriali per i giovani agricoltori”per favorire il ricambio generazionalenell’agricoltura molisana con dueobiettivi centrali: il miglioramentodelle performance economiche edambientali delle attività agricole otte-nute dalla disponibilità dei giovani adattuare soluzioni tecniche ed organiz-zative innovative; riattivare la dinami-cità del sistema agroalimentareincentivando i giovani a fare imprese

agricole rivolgendosi ai giovani agri-coltori che non hanno compiuto qua-ranta anni al momento dellapresentazione della domanda e che siinsediano per la prima volta inun’azienda agricola in qualità di capoazienda titolare o come socio di mag-gioranza ed amministratore laddovel’azienda sia una società agricola.Nel caso il giovane non si insedi comeunico capo azienda (due giovani co-ti-tolari o amministratori) il premio è ri-conosciuto ad un solo giovane titolareavendo acquisito il consenso dell’altroco-titolare purché disponga di poteredecisionale. L’aiuto è subordinato allaqualifica di “agricoltori in attività” aisensi dell’articolo 9 del Regolamento(UE) n.1307/2013 che i beneficiari siimpegnano ad acquisire entro 18 mesidalla data di insediamento.Un giovane insediato nei sei mesiprecedenti alla presentazione delladomanda può accedere ai beneficidel presente bando. L’importo è di-mensionato su due livelli base: di30.000,00 euro nel caso l’insedia-mento avvenga in aziende localizzatein zone montane con almeno una Pro-duzione Lorda Standard di 10.000euro; di 40.000,00 euro nel caso l’in-sediamento avvenga in aziende loca-lizzate nelle altre zone D e conalmeno una Produzione Lorda Stan-dard di 18.000 euro. È prevista una in-tegrazione ai premi su indicati sullabase dei diversi sistemi agricoli nei di-versi territori di applicazione dell’inter-vento: 10.000,00 euro per il sistemaagricolo che prevede la zootecnia;10.000,00 euro per il sistema agricoloche prevede coltivazioni arboree;15.000,00 euro per i sistemi agricolidi qualità riconosciuta (biologico,DOP/IGP, ecc..). Con la sottomisura4.3 si passa al “sostegno a investi-menti nell’infrastruttura necessariaallo sviluppo, all’ammodernamento eall’adeguamento dell’agricoltura edella silvicoltura” per ridurre gli svan-taggi in cui operano le aziende agri-cole in particolare quelle che avviano

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processi di diversificazione delle atti-vità verso la trasformazione o i serviziagrituristici. Le problematiche sonoprincipalmente ricollegabili a due ca-tegorie: le cattive condizioni delle via-bilità interpoderali di collegamentodelle aziende agricole alla rete di via-bilità principale (con esclusione degliinterventi di manutenzione ordinaria);la mancanza di infrastrutture per l’ac-qua potabile funzionali alle aziendeagricole. E’ rivolto a Enti locali, forme

associative di EELL di cui al TUEL,possessori pubblici di superfici fore-stali e loro associazioni. Il sostegno èconcesso in forma di contributo inconto capitale, comprensivo di spesegenerali, in misura del 100% delcosto totale ammissibile con un mas-simale di investimento per interventostabilito in: Euro 150.000,00 per inve-stimenti nei comuni con numero diabitanti superiore a 3.000; Euro130.000,00 per investimenti per i co-

muni con popolazione > 1.000 fino a3.000 abitanti; Euro 110.000,00 perinvestimenti nei comuni fino a 1.000abitanti. Le scadenze previste sono:il 31 marzo per il primo step (Per laprima fase (scad. 31 marzo 2016) ledomande potranno essere presen-tate a partire dal ventesimo giornosuccessivo alla pubblicazione delbando sul Bollettino Ufficiale dellaRegione Molise) ed il 31 luglio 2016per ciò che riguarda il secondo step.

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iaperto fino alla fine del 2015il Fondo Starter, il fondo rota-tivo di finanza agevolata a

compartecipazione pubblica e privataindirizzato a sostenere progetti di inve-stimento da parte delle nuove impreseemiliano-romagnole per interventi subeni mobili (macchinari, brevetti, con-sulenze, spese del personale coinvoltonel progetto) e immobili (incluso l’ac-quisto di terreni). La nuova aperturadello sportello è stata decisa a seguito

di un nuovo stanziamento di oltre 3 mi-lioni di euro da destinare al Fondo, avalere sull’asse 2 del Por Fesr 2007-2013 Sviluppo innovativo delle im-prese. Agevolazioni: il finanziamentonon può superare l’85% dell’importodel progetto presentato ed è copertoper l’80% da provvista derivante dafondi pubblici del Por Fesr 2007-2013a tasso 0 e per il 20% dai finanziamenticoncessi dagli istituti di credito privaticonvenzionati a un tasso massimo del

5%. Il periodo di ammortamento va daun minimo di 18 a un massimo di 84mesi. Scadenze in sintesi: chiusurasportello 31/12/2015 ore 10.00, salvoesaurimento fondi; rendicontazioneparziale 50% con richiesta erogazioneentro e non oltre 31/03/2016; le eroga-zioni si chiuderanno inderogabilmenteil 30/06/2016; rendicontazione finale100% del progetto con presentazionecompleta della rendicontazione richie-sta entro il 30/09/2016.

Emilia Romagna:“Fondo Starter”

a Fincalabra SpA, FinanziariaRegionale ed Ente strumen-tale della Regione Calabria,

ed il Dipartimento regionale “Svi-luppo Economico, Lavoro, Forma-zione e Politiche sociali”, informanoche, nell’ambito del POR CalabriaFESR 2007-2013, Asse VII Sistemiproduttivi, sono stati approvati condecreto dirigenziale i nuovi Regola-menti Operativi relativi al Fondo RIE –Fondo Rafforzamento Imprese Esi-stenti, fondo rientrante nel più ampio“Fondo Unico Regionale di IngegneriaFinanziaria” gestito da FincalabraS.p.A. Il Fondo RIE, avente una dota-zione finanziaria pari ad € 27.359.000,

e già operativo dal mese di ottobre2014, a seguito di alcune modificheed integrazioni, risulta ora suddivisoin due Sezioni e disciplinato da duedistinti Regolamenti Operativi, e piùprecisamente: “Sezione Ordinaria” ri-volta alle PMI, e concernente le lineedi intervento “Sviluppo aziendale” e“Capitale circolante”; “Sezione Sem-plificata” rivolta esclusivamente alleMicroimprese, e concernente le lineedi intervento “Sviluppo aziendale” e“Capitale di esercizio”.In particolare, la “Sezione Ordinaria”,di nuova istituzione, sostituisce, a se-guito di alcune modifiche ed integra-zioni, il precedente Regolamento

Operativo approvato con decreto di-rigenziale n. 4409 del 14.04.2014 epubblicato sul Bur Calabria n. 20 del5 maggio 2014.La Domanda di finanziamento ed i re-lativi allegati richiesti dovranno es-sere compilati esclusivamente on-lineaccedendo alla piattaforma informa-tica resa disponibile sul sito internetdel Soggetto gestore (www.fincala-bra.it), all’interno dell’area specificadenominata “Fondo Unico di Inge-gneria finanziaria”.

Regione Calabria. FONDO UNICO REGIONALEDI INGEGNERIA FINANZIARIA – Pubblicazionedi nuovi Regolamenti Operativi relativial “Fondo Rafforzamento Imprese Esistenti”

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l 9 dicembre 2015, a oltre quattroanni di distanza dall’ultima se-duta, tenutasi nel 2011, è tornata

a riunirsi la Conferenza regionaledell’Associazionismo del Lazio, previ-sta dalla legge regionale 22/1999. Si è quindi voluto riproporre un orga-nismo di partecipazione che negli ul-timi anni era rimasto inattivo. cinque leparole d’ordine del progetto di rilanciodel ruolo delle Associazioni di Promo-zione Sociale avviato dalla RegioneLazio, come ha spiegato l’AssessoreVisini: supporto, orientamento, forma-zione, rete, territorio. Supporto, comesegno della presenza positiva della Re-gione nella vita delle associazioni, persuperare lo stereotipo di una pubblica

amministrazione che si fa viva solocon la burocrazia. Orientamento, perrafforzare le realtà più recenti o in viadi costituzione, e investire sulla cre-scita dell’associazionismo regionale.Formazione, per qualificare sempre dipiù le competenze del mondo asso-ciativo e metterlo in condizione di la-vorare di più e meglio, di cogliere leopportunità di impegno e finanzia-mento, e quindi di far crescere di piùla comunità. Rete, per favorire un pro-cesso di aggregazione delle singoleAPS facilitando lo sviluppo di reti chepossano mettere a fattor comune lebuone pratiche, migliorare i risultati diimpatto sul territorio, consentire inve-stimenti pubblici nel sociale che pro-

ducano risultati significativi e misura-bili. Territorio, perché si ritiene fonda-mentale che il rapporto rinnovato traRegione e APS si giochi là dove le as-sociazioni si impegnano e contribui-scono al benessere delle comunità.Nel corso della conferenza sono statianche rinnovati i componenti del Con-siglio di Presidenza dell’Associazioni-smo, dell’Osservatorio Regionale edegli Organismi di Collegamento eCoordinamento. Il rilancio della rela-zione tra istituzioni e associazioni è invista del futuro Piano Sociale dellaRegione Lazio, e della riforma delwelfare: si prevede una maggiorepartecipazione del “privato sociale”nei servizi sociosanitari.

Conferenza dell’associazionismodella Regione Lazio

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LAVORO E PREVIDENZA

l 2 dicembre si è tenuto a Roma,presso il Parlamentino Inail – inVia IV Novembre, il convegno

“HR & Safety at work. Un legame checrea cultura”, che analizza la collabo-razione tra le diverse funzioni azien-dali correlate alla gestione dellerisorse umane e della sicurezza sul la-voro. Presente per UNSIC la Dott.ssaFrancesca Gambini. Nelle aziende ita-liane la gestione e la tutela della sa-lute e sicurezza dei lavoratori è unobiettivo condiviso tra tutte le fun-zioni aziendali? Quali sono le relazionied i rapporti che all’interno delleaziende italiane intercorrono tra chigestisce, come soggetto interno oesterno, la Sicurezza sul Lavoro e laDirezione delle Risorse Umane? Que-ste alcune delle domande alla basedella ricerca condotta, i cui risultatisono stati presentati in sede di con-vegno. Più tali relazioni sono costrut-tive e collaborative, più sarà possibilecreare all’interno delle realtà aziendaliuna forte cultura della sicurezza ingrado di ridurre efficacemente inci-denti, infortuni e malattie professio-

nali. Per favorire una collaborazionetra gestione delle risorse umane e ge-stione della sicurezza sul lavoro e perconoscere la realtà effettiva di questacollaborazione è stata posta in esserenelle aziende italiane una ricerca suun campione di quasi 500 individuisuddivisi tra referenti HR e referentiSSL. Nel 2015 sono stati diffusi nelleaziende due differenti questionari, ri-servati rispettivamente alle due divi-sioni aziendali, con lo scopo diindividuare in che misura la collabo-razione tra Direzione HR e DirezioneSSL, pur non essendo imposta dallalegge, venga percepita come ele-mento strategico in un’ottica di coin-volgimento dall’alto alla base deilavoratori. Dai risultati della ricercaemerge una situazione in cui la colla-borazione nelle aziende tra chi gesti-sce le Risorse Umane e chi si occupadi sicurezza sul lavoro non è sempresviluppata e costruttiva. Malgradosiano gli stessi protagonisti del son-daggio ad essere consapevoli dell’im-portanza della collaborazione (comeindicato nell’86% delle risposte), tale

relazione spesso non è cambiata si-gnificativamente negli anni. Qualisono i problemi che emergono e cherendono difficile questa collabora-zione? Ad esempio il fatto chespesso l’RSPP – il Responsabile delServizio di Prevenzione e Protezione– è una figura esterna all’azienda, nonsempre presente e non calata nellarealtà e dinamica organizzativa azien-dale. Infatti con l’RSPP interno i rap-porti sono più forti e sono infattiritenuti continui e validi nel 42% deicasi dagli HR e nel 54,5% dei casidagli stessi RSPP. Ma probabilmenteil vero problema della collaborazionetra HR e SSL è racchiuso in un altrodato: ben 1 responsabile HR su 4 ri-tiene che la sicurezza sul lavoro rientripoco tra i suoi processi lavorativi quo-tidiani e 1 su 3 che vi rientri solo ab-bastanza. E se le Risorse Umane nonritengono che la sicurezza rientri tra ipropri processi lavorativi quotidiani,difficilmente potrà svilupparsi unacultura del dialogo con chi la sicu-rezza la gestisce e la realizza quotidia-namente.

Convegno INAIL: “HR & Safety at work.Un legame che crea cultura”

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l sindacato UNSIC di Parenti, dopoun’attenta analisi della legge di ri-forma del mercato del lavoro ( nota

come Jobs Act) nella parte relativa agliammortizzatori sociali, esprime seriepreoccupazioni per i danni economici esociali che i lavoratori subirannoquando riceveranno il pagamento dellanuova indennità di disoccupazione de-finita Naspi e chiede a tutte le forze po-litiche presenti in Parlamento nonchéalle altre organizzazioni sindacali, diadoperarsi per cambiarla, urgente-mente, nelle parti relative ai requisiti,alla durata e alla misura del nuovo trat-tamento di disoccupazione.Nel particolare si chiede il ripristinodelle vecchie norme con lievi modifi-che riguardanti il diritto, la misura e ladurata delle prestazioni come di se-guito si descrivono: primo, per averdiritto alla nuova disoccupazione sidovrebbe, migliorando la vecchia nor-mativa, verificare che nei quattro anniprecedenti la data del licenziamento,il lavoratore possa far valere 52 c.s.per il diritto alla cosiddetta disoccu-pazione ordinaria e 13 o più setti-mane per quella a requisiti ridottieliminando solo l’ulteriore requisito deidue anni di anzianità contributiva emantenendo l’attuale altro requisitodelle trenta giornate di lavoro effettivonei dodici mesi precedenti l’inizio delperiodo di disoccupazione; secondo,la durata potrebbe essere aumentatadi ulteriori mesi sino ad arrivare alla tu-tela massima di 24 mesi; tenendoconto cosi,’ come avveniva in passato,dell’età del disoccupato; terzo, per lamisura si potrà aumentare la vecchiapercentuale di una misura percentualecompatibile con le condizioni econo-miche generali del paese. I motivi prin-cipali che sono alla base di queste

proposte sono che le nuove norme ri-ducono del 44% le somme che i disoc-cupati riceveranno complessivamenteper il pagamento del trattamento di di-soccupazione nei primi sei mesi; chela contribuzione figurativa che verrà ac-creditata per il diritto e la misura dellepensioni di invalidità e di vecchiaiaviene ridotta del 50 %; che l’assegnoper il nucleo familiare viene ridottodel 50 %. Per esempio: un lavoratoreche lavorava 6 mesi l’anno con mo-glie e due figli a carico e con una re-tribuzione media mensile di euro1500,00 prima poteva percepire l’in-dennità per tutti i 6 mesi di disoccu-pazione e per una sommacomplessiva di euro 5.400 (60 % di1500,00 euro per 6 mesi), ora ha di-ritto a percepire l’indennità per soli 3mesi e complessivamente percepiràla somma di euro 2917,50 (75% di1.195,00 + 25% di euro 305 per 3mesi). La contribuzione figurativa glisarà accreditata per soli 3 mesi, l’As-segno per il nucleo familiare gli saràcorrisposto per 3 mesi perdendo così3 mesi di contribuzione figurativa e 3mesi di percezione di Anf (prima per-cepiva € 258,33 di anf per 6 mesi eper un totale di euro 1549,98 ora li per-

cepisce per 3 mesi, giusto la metà ecioè € 774,99. Complessivamente,nell’esempio riportato, il lavoratoresolo economicamente ha rimesso lasomma di 3257,49 (€ 2482,50 di disoc-cupazione più € 774,99 di Anf). Daquanto brevemente esposto si deduceche tale normativa non porta nessunbeneficio ai lavoratori, anzi li danneg-gia, per cui si rende necessario e ur-gente un intervento del legislatore percambiarla nei punti sopra citati. Con gliultimi decreti legislativi n. 148 e n. 150,pubblicati sulla gazzetta ufficiale n. 221del 23 settembre 2015, il problemadella durata sembra sia stato risoltoper i lavatori del turismo e degli stabili-menti termali. Il sindacato non puòcondividere tale modo di affrontare iproblemi e lo deve condannare ferma-mente. La cattiva e vergognosa legi-slazione ha creato i problemi lamentatiper tutti i lavoratori ed i decreti legisla-tivi citati, anziché risolverli per tuttihanno creato, usiamo un termine cal-cistico, disoccupati di serie a e disoc-cupati di serie b. I disoccupati devonoessere tutti uguali e le leggi devonoessere generali, astratte e, cosa che inItalia non va di moda, devono essereuguali per tutti (Corrado Rossi).

“Nuova Naspi: abbiamo delle obiezioni”. Una letteradi Corrado Rossi, dirigente UNSIC di Parenti (Cs)

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on sentenza del 26 maggio2009, la Corte d’Appello diFirenze, ha confermato la

decisione resa dal locale Tribunale ac-cogliendo la domanda proposta daAnne C. P. nei confronti di Poste Ita-liane S.p.A. sua datrice di lavoroavente ad oggetto la declaratoria di il-legittimità del licenziamento discipli-nare intimatole per non essersipresentata al lavoro dopo l’invito allaripresa del servizio rivoltole dalla So-cietà in esecuzione dell’ordine giudi-ziale di reintegra emesso all’esito delgiudizio di impugnazione della clau-sola appositiva del termine al contrattocon il quale era stata originariamenteassunta. La decisione della Corte ter-ritoriale discende dall’aver questa ri-tenuto la nullità del procedimentodisciplinare per violazione del princi-pio del contraddittorio.La datrice di lavoro ha proposto ri-corso per cassazione censurando lasentenza della Corte fiorentina peraver ritenuto illegittima da parte dellaSocietà la mancata audizione a difesadalla lavoratrice destinataria dellacontestazione disciplinare, da questa,tuttavia, richiesta oltre il termine digiorni cinque dalla legge assegnato allavoratore per l’inoltro delle propriegiustificazioni. La Suprema Corte (Se-zione Lavoro n. 23140 del 12 novem-bre 2015, Pres. Roselli, Rel. DeMarinis), ha rigettato il ricorso rile-

vando che il termine di cinque giorniassegnato al lavoratore per l’eserciziodel diritto di difesa a fronte della con-testazione disciplinare ricevuta non èconfigurabile alla stregua di un ter-mine decadenziale, per cui, una voltadecorso il predetto termine, di tale di-ritto resterebbe preclusa la facoltà diesercizio.Esso pone il dies a quo per la mani-festazione della volontà di licenziarema, se tale volontà non sia stata an-cora manifestata, non preclude al la-voratore di difendersi. Sicché,l’indicazione legale del predetto ter-mine, mentre vale a consentire al da-tore, una volta che lo stesso siadecorso, di valutare la circostanza delmancato invio delle giustificazioni odella richiesta di audizione da partedel lavoratore come indicativa della ri-nuncia all’esercizio del diritto di difesae dare avvio, così, a quello “spatiumdeliberandi” che, in base alla legge,deve precedere l’irrogazione dellasanzione, nel contempo, ammetteche una simile valutazione risultismentita dal comportamento even-tualmente difforme che il lavoratoreassuma nell’arco temporale intercor-rente tra il decorso del termine el’adozione del provvedimento sanzio-natorio, imponendo, in tal caso, al da-tore di dar corso al richiesto eserciziodel diritto di difesa, nel rispetto, co-munque dovuto, del principio del

contraddittorio. Si deve, pertanto, ri-tenere - ha osservato la Corte - che,ancorché il termine di cinque giornidalla ricezione della contestazione di-sciplinare - fissato dal datore di lavorosulla base dell’art. 7, L. n. 300/1970ed entro il quale il lavoratore devemanifestare la volontà di essere sen-tito a sua discolpa - non sia stato ri-spettato dal lavoratore, tuttavia lasanzione disciplinare è illegittima se,prima della sua inflizione, il datore dilavoro abbia ricevuto la manifesta-zione di volontà del lavoratore e l’ab-bia ignorata. Il ricorso va dunquerigettato.

IN SEDE DISCIPLINARE IL LAVORATORE HA DIRITTOALL’AUDIZIONE ANCHE SE LA CHIEDE QUANDOSONO TRASCORSI PIU’ DI CINQUE GIORNIDALLA CONTESTAZIONE DELL’ADDEBITO- Il termine previsto dall’art. 7 St. Lav. non è decadenziale(CASSAZIONE SEZIONE LAVORO N. 23140 DEL 12 NOVEMBRE 2015, PRES. ROSELLI,REL. DE MARINIS)

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IUS IURIS

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fatti giustificativi che fondano ilpotere imprenditoriale di intimareal lavoratore il licenziamento ai

sensi dell’art. 3 L. n. 604 del 1966,ossia le ragioni inerenti all’attività pro-duttiva, all’organizzazione del lavoro eal regolare funzionamento di essa,sono stati variamente intesi dalla giu-risprudenza della Suprema Corte. Co-mune a tutti gli orientamenti èl’affermazione secondo cui il motivoaddotto dall’imprenditore dev’essereoggettivamente verificabile ossia nonpretestuoso, con onere della prova acarico dell’imprenditore stesso (Cass. 22 agosto 2007 n.17887, 30 no-vembre 2010 n. 24235, 5 marzo 2015n. 4460). Ferma la non sindacabilitàdelle decisioni imprenditoriali nel me-rito, confermata dall’art. 30, comma1, L. 4 novembre 2010 n.183, l’eser-cizio del potere organizzativo è tutta-via illegittimo per sviamento (ildétournement della giurisprudenzaamministrativa francese) quando ilmotivo addotto non risulti provato,ciò che avviene per le situazioni pote-stative di qualsiasi contenuto, pub-blico o privato.Nella maggior parte delle pronunce lagiurisprudenza di legittimità ha postoa base del potere di licenziare la ne-cessità di ristrutturazione aziendale ela conseguente soppressione delposto spettante al lavoratore poi li-cenziato (Cass. 2 ottobre 2006 n.21282). E’ frequente la negazionedella necessità di ristrutturarel’azienda (e quindi l’affermazione del-

l’illegittimità del licenziamento finaliz-zato non ad evitare perdite economi-che bensì a conseguire un maggiorprofitto (Cass.24 febbraio 2012 n.2874, 26 settembre 2011 n. 19616)anche se la negazione sembra tal-volta tralatizia e non effettivamenteverificata. Altre volte appare suffi-ciente che con la ristrutturazionedell’assetto organizzativo, realizzatacon la soppressione di uno o piùposti di lavoro, l’imprenditore perse-gua il fine di evitare perdite o di incre-mentare il profitto (Cass. 1° agosto2013 n. 18416). Deve ritenersi che ilcontratto di lavoro possa esseresciolto a causa di un’onerosità nonprevista, alla stregua delle cono-scenze ed esperienze di settore, nelmomento della sua conclusione (art.1467 cod. civ.) e tale sopravvenienzaben può consistere in una valutazionedell’imprenditore che, in base all’an-damento economico dell’impresa ri-

levato dopo la conclusione del con-tratto, ravvisi la possibilità di sosti-tuire un personale meno qualificatocon dipendenti maggiormente dotatidi conoscenze e di esperienze equindi di attitudini produttive. Nél’esercizio di tale potere è sindacabilenel merito dal giudice, e ciò tanto piùvale quando il legislatore, come in-dica l’art. 30 L. n. 183 del 2010 inclinaa tutelare più intensamente la libertàorganizzativa dell’impresa.Al controllo giudiziale sfugge neces-sariamente anche il fine, di arricchi-mento o di non impoverimento,perseguito dall’imprenditore (anchenei casi in cui questo controllo siatecnicamente possibile), consideratoaltresì che un aumento del profitto sitraduce non, o non solo, in un vantag-gio per il suo patrimonio individuale,ma principalmente in un incrementodegli utili dell’impresa ossia in un be-neficio per la comunità dei lavoratori.

L’INCREMENTO DEGLI UTILI DELL’IMPRESA PUO’ESSERE UN BENEFICIO PER LA COMUNITA’DEI LAVORATORI - E giustificare un licenziamento(CASSAZIONE SEZIONE LAVORO N. 23620 DEL 18 NOVEMBRE 2015, PRES. E REL.ROSELLI)

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l licenziamento intimato oral-mente deve ritenersi giuridica-mente inesistente e come tale,

da un lato, non richiede un’impugna-zione nel termine di decadenza di cuiall’art. 6 della legge n. 604 del 1966,e, dall’altro, non incide sulla conti-nuità del rapporto di lavoro e quindisul diritto del lavoratore alla retribu-zione fino alla riammissione in servi-zio (Cass., 29 novembre 1996, n.

10697). Tale opzione ermeneutica vamantenuta ferma anche a seguitodella riforma del citato art. 6 dellalegge 15 luglio 1966, n. 604, per ef-fetto dell’art. 32 della legge n.183/2010, il quale fissa il dies a quodel termine di sessanta giorni dalla ri-cezione della comunicazione del li-cenziamento “in forma scritta, ovverodalla comunicazione, anche se informa scritta, dei motivi, ove non con-

testuale, con qualsiasi atto scrittoanche extragiudiziale ...”. Ne conse-gue che, in caso di licenziamentoorale, mancando l’atto scritto da cui illegislatore del 2010, con espressa pre-visione, fa decorrere il termine di de-cadenza, il lavoratore può agire per farvalere l’inefficacia dei licenziamentosenza l’onere della previa impugnativastragiudiziale del licenziamentostesso.

IL LICENZIAMENTO INTIMATO ORALMENTE DEVERITENERSI GIURIDICAMENTE INESISTENTE- Non incide sulla continuità del rapporto(CASSAZIONE SEZIONE LAVORO N. 22825 DEL 9 NOVEMBRE 2015, PRES. VENUTI,REL. DORONZO).

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econdo un principio fonda-mentale del nostro ordina-mento, desumibile dalle

norme sulla mora credendi, nonchédall'art. 1335 cod. civ. e dall'art. 138cod. proc. civ., il rifiuto di una presta-zione da parte del destinatario nonpuò risolversi a danno dell'obbligato,inficiandone l'adempimento; taleprincipio si coniuga, nell'ambito delrapporto di lavoro, con l'obbligo dellavoratore di ricevere comunicazioni,anche formali, sul posto di lavoro edurante l'orario di lavoro, in dipen-denza del potere direttivo e discipli-

nare al quale è sottoposto. In conse-guenza è stato dalla Suprema Cortegià da tempo affermato che il rifiutoda parte del lavoratore di riceverel'atto scritto di licenziamento non im-pedisce il perfezionarsi della relativacomunicazione (così Cass. 12 no-vembre 1999, n. 12571; Cass. 5 no-vembre 2007 n. 23061; 3 novembre2008 n. 26390; Cass. 18 settembre2009, n. 20272; Cass. 25 marzo2013, n. 7390). Sotto tale profilo, cor-rettamente, dunque, la Corte territo-riale ha fatto derivare dall'accertatorifiuto di ricevere la lettera di licenzia-

mento da parte di Mauro C. l'avve-nuta comunicazione del provvedi-mento datoriale, il che implica laconoscenza dell'atto nella sua inte-gralità ivi compresa la sua motiva-zione.Rispetto alla presunzione di avvenutaconoscenza è del tutto irrilevante ilsuccessivo invio da parte del datoredi lavoro di formale raccomandata,essendo lo stesso ascrivibile ad unaulteriore cautela adottata dal-l'azienda, non certo idoneo a fornireargomento di prova della mancataprecedente comunicazione.

IL RIFIUTO DA PARTE DEL LAVORATORE DI RICEVERELA LETTERA DI LICENZIAMENTO COSTITUISCEINADEMPIENZA- Pertanto comporta il perfezionamento della comunicazione(CASSAZIONE SEZIONE LAVORO N. 22717 DEL 6 NOVEMBRE 2015, PRES. VENUTI, REL. DORONZO)

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