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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Maggio 2015 - numero 82 www.lapianura.it E’ tempo di rilancio per gli oratori della Bassa bresciana. Dopo un nuovo oratorio per Orzinuovi, sulla pista di lancio vi è quello di Manerbio. Gli oratori hanno profonde radici nella storia educativa e pastorale delle nostre Comunità. Chi fra di noi non ha mai frequentato l’oratorio? Crediamo nessuno. Tuttavia, nell’ultimo scorcio di tempo gli oratori hanno subito un declino, fino quasi a perdere la propria connotazione. Ora, pare che vi sia un ritorno ad assumere quel ruolo centrale che gli è proprio. Tutto ciò merita un grande appoggio da parte della popolazione, sia essa credente oppure no. Non è un caso che Manerbio ed Orzinuovi, due fra i maggiori centri della nostra Bassa, stiano per affrontare ambiziosi progetti per il loro oratorio. Alcuni fatti li accomunano. Entrambi sono stati costruiti all’inizio del ‘900. Entrambi sono stati la palestra della gioventù per tutto il secolo scorso. Entrambi, speriamo, saranno una base per il rilancio delle rispettive Comunità. In tempi, come questi, caratterizzati da una profonda crisi economica, la sfida lanciata è al limite dell’azzardo. Per Orzinuovi si parla di un costo di 4 milioni di euro, mentre per Manerbio la cifra necessaria è la metà. E’ proprio in questi tempi perigliosi che le Comunità danno il meglio di loro stesse. Un contributo dato per i nuovi oratori è il miglior viatico per il rilancio delle nostre realtà. Editoriale Sommario Direzione: Stefania Brunelli Edizioni “La Pianura”-Via S.Martino, 11-Verolanuova (Bs) Stampa: Tiber spa - Brescia Pubblicazione mensile E-mail: [email protected] per inserzioni pubblicitarie email: [email protected] VISITA IL NOSTRO SITO www.lapianura.it Manerbio pag 3 Manerbio » 4 Manerbio » 5 Manerbio » 6 Milzano e Pavone Mella » 7 San Gervasio e Territorio » 8 San Gervasio » 9 Offlaga - Dialetto » 10 Orzinuovi » 11 Pontevico » 12 Pontevico e Territorio » 13 Calendario Bresciano » 14 Ricette » 15 Rubriche » 16 A breve la demolizione del vecchio palazzetto dello sport dell’Oratorio di Manerbio Vedi articoli a pagina 4 e 5.

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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Maggio 2015 - numero 82

www.lapianura.it

E’ tempo di rilancio per gli oratori della Bassa bresciana.Dopo un nuovo oratorio per Orzinuovi, sulla pista di lancio vi è quello di Manerbio.Gli oratori hanno profonde radici nella storia educativa e pastorale delle nostre Comunità.Chi fra di noi non ha mai frequentato l’oratorio?Crediamo nessuno.Tuttavia, nell’ultimo scorcio di tempo gli oratori hanno subito un declino, fino quasi a perdere la propria connotazione.Ora, pare che vi sia un ritorno ad assumere quel ruolo centrale che gli è proprio.Tutto ciò merita un grande appoggio da parte della popolazione, sia essa credente oppure no.Non è un caso che Manerbio ed Orzinuovi, due fra i maggiori centri della nostra Bassa, stiano per affrontare ambiziosi progetti per il loro oratorio.Alcuni fatti li accomunano.Entrambi sono stati costruiti all’inizio del ‘900.Entrambi sono stati la palestra della gioventù per tutto il secolo scorso.Entrambi, speriamo, saranno una base per il rilancio delle rispettive Comunità.In tempi, come questi, caratterizzati da una profonda crisi economica, la sfida lanciata è al limite dell’azzardo.Per Orzinuovi si parla di un costo di 4 milioni di euro, mentre per Manerbio la cifra necessaria è la metà.E’ proprio in questi tempi perigliosi che le Comunità danno il meglio di loro stesse.Un contributo dato per i nuovi oratori è il miglior viatico per il rilancio delle nostre realtà.

Editoriale Sommario

Direzione: Stefania BrunelliEdizioni “La Pianura”-Via S.Martino, 11-Verolanuova

(Bs)Stampa: Tiber spa - Brescia

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Rubriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16

A breve la demolizione del vecchio palazzetto dello sport

dell’Oratorio di ManerbioVedi articoli a pagina 4 e 5.

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SCUOLE = Chiusa la scuola di via Verdi per l’instabilità dei soffitti riscontrata dopo il crollo del mese scorso in un’aula. Intanto sono in corso le opere di ripristino ma «L’immobile non sarà agibile fino a settembre - spiega sindaco Samuele Alghisi che informa come della vicenda è stata data comunicazione all’Asl - e abbiamo spostato i bambini nella scuola elementare». I lavori riguardano il ripristino dei soffitti che saranno sistemati posizionando sotto al controsoffitto una rete di contenimento. Intanto la scuola materna Marzotto di proprietà di Acm, società partecipata al 100% dal Comune è stata sgomberata. Tre classi sono sistemate nel prefabbricato di via Galliano, mentre le altre tre sono state collocate al primo piano. L’edificio di via Verdi costruito nel 1939, aveva certamente necessità di qualche ritocco.

CARITA’ = «Colletta popolare per rifare le strade a Manerbio». Lo strambalato appello è riferito in Facebook da un gruppo di cittadini (ma chi sono?) arcistufi della «pessima» situazione in cui si trova il manto stradale ed in generale della viabilità manerbiese ridotto ad un ammasso di voragini estremamente pericolose per persone e mezzi di trasporto. Secondo gli ideatori dell’iniziativa, il Comune non ha soldi. Quindi una «colletta popolare» nonostante la comunità sia oberata in vario modo e con fantasie di gabelle al massimo del consentito. Ma il dott. Alghisi non aveva affermato che gli euro rastrellati al Purtù sono destinati alla viabilità come previsto dalla legge?

MANERBIO = E’ la conferma di quel “nemo propheta in patria” da secoli tra le affermazioni che sanciscono come nessuno è profeta in casa propria. La premessa è riferita al Tennis Club Manerbio che ringrazia i sodalizi del circondario (Verolanuova, Bassano, Bagnolo) per avere data la massima disponibilità nell’ospitare sui propri campi in terra rossa le squadre che partecipano alla stagione estiva del Campionato a squadre nel quale la formazione guidata dal capitano Giuseppe Cavalli ha già conquistato il titolo nel Campionato Provinciale nella classifica D4. Tutto merito degli associati che all’insediamento del direttivo hanno fronteggiato una situazione finanziaria precaria e nonostante l’Associazione sia stata privata della storica Sede e degli annessi campi da gioco, nella totale indifferenza dell’Amministrazione Comunale proprietaria delle strutture e per legge garante della pratica degli Sport per tutte le Associazioni Sportive presenti a Manerbio.

BUIO = Molti residenti hanno segnalato carenze dell’illuminazione pubblica per guasti, che secondo gli impiegati comunali, sono da imputare «al malfunzionamento dei sensori», in piazza Falcone, viale Stazione, via Benedetto Croce e Carlo Marx nel quartiere limitrofo all’istituto superiore Pascal. In piazza Falcone c’è il banco posta al quale accedere è un rischio specialmente dopo il tramonto. Situazione critica anche

in periferia: «Non si può tornare a casa e non vedere assolutamente nulla, è anche una questione di sicurezza pubblica. L’assessore intervenga, non solo a parole. Con quelle non si riaccendono i lampioni». La risposta di Giandomenico Preti, in giunta a Manerbio: «Ogni tanto si verificano dei guasti tecnici che noi cerchiamo di risolvere in breve tempo. Anche a noi sono arrivate varie segnalazioni».

ANIMALI = Se prende piede la proposta della signora Brambilla mangiare conigli dev’essere vietato. La signora, che siede beatamente in Parlamento vuole che gli animali da compagnia (cani, gatti, conigli e forse altro) siano adeguatamente protetti. Non la interessano gli escrementi che i cani, ad esempio, al loro passaggio lasciano sul selciato delle strade, sui marciapiedi, in aree pubbliche come giardini. Inorridisce al solo pensiero che gli animali finiscano in padella. I cinesi stiano attenti perchè se mangiano cane incorrono nei rigori della legge, ma pare se ne freghino. Di questo passo dovremo rinunciare agli insaccati perché i maiali (“i nostri fratellini” urlava qualcuno nei cortei che contestavano il progetto del salumificio , finito nel Mantovano e nel Cremonese) non si devono uccidere. Domanda: e i pesci che si mangiano tra loro, coi quali è imbandita la tavola, e le belve della savana, o gli orsi, perché non sono nell’elenco? Buon appetito!

MAMME = Quel momento imbarazzante in cui tua madre te le dà di santa ragione mentre fai la rivoluzione. La donna americana ripresa in un video non ha reagito bene quando ha scoperto che suo figlio stava lanciando sassi contro la polizia di Baltimora, dove nella notte era scoppiata la rivolta della comunità afroamericana dopo i funerali di Freddie Gray, il 25enne morto mentre si trovava in stato d’arresto. Nel mezzo della protesta ha raggiunto il figlio e l’ha costretto ad allontanarsi dalla manifestazione colpendolo più volte a schiaffi e pedate. Una madre di stampo antico che non va per il sottile per riportare il figlio alla ragione. Il timore che il suo bambino si stesse ficcando nei guai l’ha indotta a raggiungere il luogo dei tafferugli e a intervenire con metodi spicci ma persuasivi per riportare la pace sociale. «Vieni subito via di lì!» gli ha intimato, nell’intervallo tra uno schiaffone e l’altro. Il ribelle, che di fronte ai poliziotti sembrava un leone, al cospetto della madre si è rimesso a cuccia, riconoscendole quell’autorità che nega alle istituzioni di uno Stato sentito come un nemico. Forse non è così facile da accettare, ma non è così difficile da capire.

STATE SERENI

Tra i successi conseguiti dai Rappresentanti d’Istituto quest’anno, si aggiunge ora quello della produzione di felpe con cappuccio e magliette caratteristiche del Pascal. I loghi eletti dagli studenti sono: una elegante scritta con circonferenze tangenti in un unico punto sulle felpe, per richiamare la geometria euclidea e l’armonia tipiche della nostra scuola; il neurotrasmettitore serotonina sulle magliette, coinvolto nella regolazione dell’umore e nell’apporto della felicità.La qualità è eccellente e garantita: 100% cotone per le magliette, mentre 50%

cotone e 50% poliestere per le felpe con cappuccio. I campioni di queste felpe sono stati presentati nelle classi da: Stefano Mombelli, Marco Pellini ed Enrico Sterza, Rebecca Botta, Farkas Draginja e Alessia PapettiLe felpe con cappuccio sono unisex in tre colori: Grey, Royal Blue e Red. Le magliette sono sciancrate per le donne e dritte per gli uomini, in due colori: Pure White e Grey. Il prezzo è molto contenuto, la qualità invidiabile. Solo 8 euro per le magliette e 18 euro per le felpe, con 25 euro e si porta a casa il tutto.

L’acquisto è consigliato non solo a tutti gli studenti, che manterrebbero un ottimo ricordo del Pascal, ma anche a tutti i professori e al personale scolastico, i quali incentiverebbero la solidarietà dell’istituto. Referente per l’acquisto è sempre disponibile nell’aula 4^C Liceo.

Abbigliamento targato Pascal

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Adamo, acronimo dell’associazione degli amici Manerbio oncologia, nata nel novembre 2013 nella memoria di Paola Mondolo sottratta alla vita in giovane età da un male incurabile, fondatrice del movimento che ora porta il suo nome. Adamo è diventata organizzazione benefica per il sostegno di malati oncologici e le loro famiglie. Tra le finalità dell’associazione: attività sociali, culturali e teatrali. Al Politeama, infatti, gremito di spettatori attenti a coglieri i momenti di divertimento ed i messaggi, è stato proposto lo spettacolo “Il caos” che ha messo in evidenza l’abilità

scenografica dei proponenti i quali hanno portato in scena un paio di gruppi di bambine che si sono esibite in installazioni clawinistiche e gli allievi di due classi della statale Zammarchi e della paritaria Tovini autori di di un progetto di educazione alla salute e alla prevenzione. Il direttore del reparto di oncologia dell’ospedale, dott. Giuseppe Colosini, li ha premiati ed ha sottolineato che “l’opera di prevenzione e il calore umano svolgono un ruolo importante nella cura della malattia che può essere sconfitta o limitata e chi ne è affetto non abbia a sentirsi solo”.

L’associazione ADAMO

Lettere al direttoreInizio la settimana con una grande perplessità sull’organizzazione del Pedibus per i bimbi delle elementari a Manerbio. Iniziativa meritoria, per incentivare gli spostamenti a piedi, a tutto vantaggio dell’ambiente. Tuttavia, bisognerebbe tener conto di una serie di considerazioni.La prima: apposito avviso con la spiegazione nel dettaglio di organizzazione e conseguenti iniziative sarebbe stato gradito. La seconda: la chiusura parziale di via Crocifissa di Rosa (unica via di accesso alla scuola S.Angela Merici) si ripercuote inevitabilmente sul traffico delle vie limitrofe.La terza: perché io che non ho scelto il Pedibus, non essendo residente a Manerbio, devo essere obbligata a scaricare mia figlia dall’auto a qualche decina di metri dalla scuola, dove dovrebbe arrivare non accompagnata (quindi senza alcuna

vigilanza), tra l’altro con in spalla uno zaino che pesa più di lei? La quarta: scegliendo di accompagnare mia figlia fino all’ingresso devo trovare parcheggio e la zona in questo senso non è per nulla attrezzata. La quinta: l’unica via di uscita da via Crocifissa di Rosa è vicolo Ritorto (il nome è tutto un programma). Larghezza: due metri scarsi. Con una macchina di media grandezza comunque c’è necessità di un paio di manovre per affrontare la curva a 90 gradi che si trova lungo il vicolo. Prevedo buoni affari per i carrozzieri della zona. La sesta: se poi, come già accaduto stamattina, arriva quello/a con poca dimestichezza con le manovre di parcheggio e posteggia il Suv in maniera piratesca bloccando l’ingresso al vicolo, il travaso di bile è assicurato. Che belle queste iniziative che ti migliorano la vita! Una grazie sentito! Lettera firmata

Pedibus, fra molte difficoltà

Scopo dell’Associazione è quello di promuovere un progetto formativo-educativo per i ragazzi di Manerbio per il tramite dell’oratorio, pure esso intitolato a San Filippo Neri.Il progetto è fondato su una solida formazione educativa che aiuti le giovani generazioni a guardare al futuro con entusiasmo e con generosità.Pur con tutti gli opportuni correttivi, resisi necessari dall’evoluzione dei tempi, si tratta di un rinnovato impegno i cui elementi fondativi sono quelli dei padri ispiratori.Due su tutti: San Filippo Neri e San Giovanni Bosco.In una società complessa ed in rapida evoluzione, come quella moderna, tutto si può fare solo se si è ancorati ad una visione ecumenica del mondo, ad una visione che rifugga i particolarismi e che privilegi lo stare insieme in pace per progredire.Il progetto formativo avrà notevoli possibilità di riuscita se sarà partecipato, se le famiglie, oltre ai ragazzi, ci metteranno il loro impegno e non delegheranno ad altri il proprio ruolo.Il concetto di partecipazione è uno dei capisaldi del progetto.Se oggi gli oratori hanno ancora il loro ruolo di motore per l’aggregazione, prima, e per l’educazione giovanile, poi, è perché alla base vi è la fattiva collaborazione dei tanti segmenti della popolazione che sfocia nella partecipazione.Gli stessi edifici che materialmente compongono l’oratorio sono il frutto più tangibile di questa partecipazione, essendo stati costruiti con l’aiuto organizzativo e finanziario della popolazione.D’altra parte, è inevitabile sottolineare come siano cadute tutte le iniziative che calino dall’alto e che non siano partecipate.In particolare, gli scopi dell’Associazione sono:- promuovere il progetto formativo educativo predisposto dall’oratorio

favorendo la realizzazione di nuovi spazi aggregativi;- incentivare un ruolo attivo del tradizionale mondo associativo che ruota attorno all’oratorio (catechisti, azione cattolica, scout, ecc.);- coninvolgere tutta la cittadinanza in questo progetto.Tutta la cittadinanza deve sentirsi fondamentale perchè non ci risulta che vi siano ragazzi che non abbiano mai partecipato alla vita oratoriale.Sono già allo studio le prime concrete iniziative che, una volta definite, verranno rese pubbliche.Tuttavia, è possibile anticipare che l’Associazione, d’intesa con la Parrocchia, sta predisponendo una bozza di progetto del nuovo oratorio (illustrato di seguito e nella planimetria a destra).A questo progetto collaborano in prima persona il parroco don Tino Clementi, presidente onorario dell’Associazione, nonché socio fondatore della medesima, il presidente Giuseppe Battagliola, il vicepresidente Alberto Zucchi e gli altri soci.Maggiori informazioni ed i contatti si possono trovare sul sito www.sanfilipponerionlus.itLe modalità operative dell’Associazione sono diversificate.Accanto ai soci fondatori, che si sono impegnate al versamento di una somma a favore dell’Associazione, vi sono altre due fattispecie di soci:- il sovventore che è chiamato all’impegno in prima persona contribuendo, in proporzione alla propria capacità reddituale, alle donazioni di somme;- l’ordinario che è chiamato ad essere parte integrante del progetto con il proprio impegno.Il costo della quota associativa all’Associazione ”San Filippo Nero ONLUS” è di almeno euro 100,00 per

L’associazione“San Filippo Neri ONLUS”

il socio sovventore ed è libero per quello ordinario. Essendo l’Associazione iscritta nell’apposito albo, ogni somma versata a sua favore avrà la corrispettiva detraibilità fiscale secondo le vigenti norme.

IBANIT 88 L 05696 54730 00000 2488X03Banca Popolare di Sondrio – Filiale di

Manerbio (Bs)

Nella pianura attraversata dal fiume Po, l’architettura è definibile come un pilastro ripetuto enne volte. L’archetipo di questa architettura è il portico.Il portico ha molteplici finalità:- proteggere dal sole e dalla pioggia;- consentire un passeggio;- essere un elemento di filtro e di mediazione tra l’edificio e l’esterno.Nel progetto in corso di elaborazione, per il nuovo oratorio, il portico assume un ruolo centrale, trasformandosi in alcuni tratti in pergolato.Il pergolato attraversa in senso nord-sud l’area dell’oratorio dividendola in due parti.La porzione occidentale è destinata all’attività sportiva, mentre quella orientale assolve alla funzione educativa e ricreativa.

I portici si innestano perpendicolarmente al pergolato e delimitano a sud ed a nord uno spazio centrale che, a sua volta, è diviso in due parti: una piazza e uno spazio erboso.Il lato occidentale di questo spazio, che da pergolato diventa portico ed è compreso tra i due bracci, si trasforma in un grande spazio coperto.I portici meridionali e settentrionali congiungono Palazzo Bersani con i due nuovi corpi di fabbrica:- a nord la palestra coperta con sottostante il magazzino;- a sud il bar al piano terra con soprastante la sala riunioni.Il vecchio edificio delle scuole verrà mantenuto e ristrutturato e destinato all’associazionismo giovanile.

IL PROGETTO

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Pag . 5ManerbioMaggio 2015

Nell’ottica di una risistemazione complessiva dell’oratorio di Manerbio che ne razionalizzi le funzioni, si vuole eseguire la demolizione del Palazzetto dello sport costruito dalla Parrocchia di San Lorenzo Martire nel lontano 1963 nei due broli di Palazzo Bersani, dal cognome dell’ultimo proprietario, e della vecchia canonica è frutto di due fattori oggettivi.Il primo è di natura statica.La costruzione di questo immobile, su progetto dell’Ingegnere Franco Cremaschini, è stata autorizzata con una licenza edilizia rilasciata dal Comune di Manerbio (numero 153/1963) su un’area libera da edifici dopo la demolizione di due corpi di fabbrica contigui appartenenti rispettivamente alla vecchia canonica ed a Palazzo Bersani ed ortogonali rispetto ai corpi principali prospettanti sull’antica strada regale, ora via Dante.Palazzo Bersani è il frutto di una ristrutturazione effettuata su una vecchia proprietà vescovile incamerata dal fisco in epoca napoleonica e oggetto di ripetute compravendite nel corso dell’ottocento.Il nuovo catasto terreni non essendo ancora stato aggiornato, ci restituisce la situazione ante 1963, ovvero prima della costruzione del Palazzetto dello sport.L’Ingegnere Cremaschini è stato pure il progettista del Ciambellone dell’EIB di Brescia. Infatti, i due edifici presentano la stessa struttura cilindrica.L’edificio ha una copertura piana sostenuta da tiranti d’acciaio fissati sui pilastri in c.a. disposti lungo la circonferenza dell’edificio e confluenti in un manufatto metallico, pure esso circolare, posto al centro.Questo sistema di copertura lamenta, ormai da anni, la sua vetustà e la sua, ahinoi!, inadeguatezza.Infatti, la copertura presenta tutta una serie di perdite d’acqua ma soprattutto i rivestimenti lapidei del coronamento sono già stati rimossi a causa della loro instabilità.Considerata la continua e quotidiana presenza di bambini e ragazzi non era opportuno correre il rischio di un distacco improvviso di questi elementi decorativi in botticino, ragion per cui, alcuni anni orsono, sono stati staccati.Il secondo motivo è di natura culturale.Come già detto, l’edificio è stato realizzato a partire dal 1963 ed ultimato in un arco temporale di circa dieci anni.Per realizzarlo si sono demolite due ali di edifici e si sono distrutti due broli di antica memoria.Nell’estimo generale del 1641 sono entrambi citati.In quello del Clero alla partita prima intitolata alla Chiesa Parrocchiale, alla posta prima, così è descritto l’intero complesso della canonica:

“Una Casa nella contrada di Bella piana di quattro corpi di casa terranei, et cinque superiori, con stalla, fenile, et ara, circondato di muro, et horto; Confina dà monte, et dà sera il Vescovato di Brescia, dà mattina la strada pubblica, et dà mezzodi gli heredi di Alessandro Pancera, di tavole cinquantadue di sito per uso dell’Arciprete.Non è stimata in virtù di sentenza de s(igno)ri Delegati”.In quello del Vescovato, alla posta 45, così è descritta la proprietà:“Casamento in contrada di Bellapiana con tre tratti di casa et cinque di fenile, cascina, forno, portici, ara et orto di tavole 83”, per uso del massaro e del malghese.Nel catasto napoleonico la proprietà ex-vescovile risulta posseduta dall’agrimensore Giordano Corbolani ed è definita come “corte e casa da villeggiatura”, una delle sette censite nell’intero territorio comunale.Come si evince dai documenti, al momento della costruzione dell’edificio in questione i due broli esistevano da oltre tre secoli.Aver costruito un monolite di ragguardevoli dimensioni nei due broli è stato un chiaro esempio di noncuranza della sedimentazione storica della città.La demolizione proposta, motivata in primo luogo da esigenze statiche e di sicurezza, tende a sanare una dolorosa ferita inferta al tessuto storico della città.Quali sono state le ragioni che hanno determinato questo stato di cose?Molteplici i fattori che andremo ad elencare.Il primo ed il più significativo è stato lo spirito del tempo.Erano gli anni del boom economico e, finalmente, i nostri paesi uscivano da uno stato di povertà indicibile.Tutto quello che riguardava il passato doveva essere bandito, distrutto, senza alcun riguardo per la storia.Le due ali demolite non erano un chiaro esempio di qualità architettonica e pertanto non vi è stato il minimo scrupolo.Avevano però un grande significato nella tessitura dell’ambiente: delimitavano due broli.Non è un caso che, sempre in quello stesso anno, la costruzione del Palazzetto dello sport era affiancata da quel eco-mostro del condominio di nove piani in via San Martino.Curiosamente il Palazzetto dello sport era stato costruito sul limite orientale dell’oratorio maschile ed il condominio appena aldilà del confine occidentale.Due edifici di altezza e di dimensioni spropositati venivano realizzati nel 1963 previa demolizione di due pertinenze di edifici storici (il Palazzetto del sport) e dell’antica sede del beneficio di San Martino di epoca antichissima risalente ai secoli X e XI (il Condominio).

Per limitarci all’edificio in questione raccontiamo la scansione temporale dei fatti.Il 15 febbraio 1958 Monsignor Virgilio Casnici prende possesso della Parrocchia di Manerbio.Una delle sue prime preoccupazioni è quella di realizzare un nuovo oratorio.La parola d’ordine è: “A gioventù nuova, oratorio nuovo!”.Il 24 settembre 1959 muore il dottor Carlo Sartori che, con propria disposizione testamentaria, lascia il proprio palazzo, un’antica dimora dei Luzzago, alla Parrocchia con il vincolo di destinarlo a canonica.La canonica, sin dal secolo sedicesimo, era ubicata nella contrada di Bellapiana, ora via Dante, dopo che una lunga serie di Arcipreti della famiglia Luzzago avevano deciso di risiedere nei loro palazzi e non negli edifici adiacenti alla Chiesa Parrocchiale.Una volta cessata la lunga serie degli Arcipreti Luzzago, si pose mano ad una casa colonica di proprietà dell’Arciprebenda e la si ristrutturò destinandola a canonica.Essa rimase in Bellapiana fino al 1960 anno in cui venne trasferita, a restauro ultimato, nel Palazzo Sartori in Torrazza, ora Piazzetta Boninsegna.Forte della donazione e della conseguente liberazione della vecchia canonica, Monsignor Casnici si lanciò nel progetto del nuovo oratorio compiendo una serie di passi.Il primo e più significativo è del settembre 1959, allorquando si reca a Castelgandolfo, residenza estiva di Papa Paolo VI, per far benedire la prima pietra del Centro Giovanile.Il secondo è datato 30 dicembre 1959, giorno in cui la Parrocchia acquista il Palazzo Bersani che, come abbiamo già

detto, era di antica proprietà vescovile.Essendo l’oratorio maschile confinate ad occidente sia dalla vecchia canonica che di Palazzo Bersani, il disegno strategico di realizzare un nuovo oratorio fondendo le tre distinte proprietà era stato perseguito e realizzato in poco tempo.Dall’avvento di Monsignor Casnici in Manerbio alla concreta possibilità di realizzare il nuovo oratorio erano trascorsi nemmeno due anni.Nel 1961 arriva un nuovo direttore dell’oratorio maschile: don Graziano Montani.Animato da grande fervore, don Graziano sposa in toto il progetto dell’Arciprete e si inizia il percorso che porta alla definizione del progetto edilizio del nuovo oratorio.Il giorno di Santo Stefano, successivo al Santo Natale, divenne il giorno in cui si procedette alla raccolta, famiglia per famiglia, delle offerte per il nuovo oratorio.La raccolta durò per parecchi anni.E’ pertanto doveroso ricordare che il Palazzetto dello sport è stato realizzato con i fondi della comunità manerbiese.Una volta ultimati i lavori, ci si rese subito conto della criticità dell’edificio, in particolare degli alti costi di manutenzione.Quasi impercettibilmente si giunge ai giorni nostri, giorni in cui l’edificio è stato svuotato delle sue funzioni, fino alla dolorosa decisione della sua demolizione.A fronte però di questa decisione vi è la possibilità di rimuovere il danno inferto alla storia della nostra comunità.Se nel 1959 è stato possibile fondere l’antica proprietà dell’Arciprebenda con quella vescovile, oggi è giunto il momento di ripensare in termini più consoni l’utilizzo di questi due antichi luoghi.Il primo passo è proprio quello della demolizione del Palazzetto dello sport.

Arch. Michelangelo Tiefenthaler

Il perchè della demolizione

La situazione fotografata dal Nuovo Catasto Terreni con in rosso il Palazzetto dello sport, in verde palazzo Bersani, in giallo la Canonica ed in lilla il vecchio oratorio.

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Condotta dal gruppo don Milani di Manerbio una

INCHIESTA NEL MONDO DEL LAVORO

Il gruppo don Milani di Manerbio ha condotto un’inchiesta sul lavoro interrogando centinaia di giovani operai.L’inchiesta è durata tre mesi ed ha interessato un notevole numero di lavoratori dai 14 ai 30 anni. Il 57% degli intervistati era costituito da maschi e il 45% da femmine.Il questionario sottosposto ai lavoratori comprendeva ventitre domande inerenti alla sua posizione all’interno dell’azienda (qualifica, assicurazione, ecc.) alla situazione dell’azienda stessa (presenza del sindacato, commissione interna, retribuzione, apprendisti, straordinari, ecc.).Le ditte interessate all’inchiesta sono state circa 50. In maggior parte manerbiesi, ma anche di paesi vicini (Bassano, Bagnolo Mella, Verolanuova, ecc.).L’età media degli intervistati è di 19 anni. Risulta anche una risposta di una ragazzina di 12 anni, ma come caso limite (retribuzione lire 4.000 alla settimana).Vediamo i punti essenziali dell’inchiesta.

PendolariSecondo statistiche fornite dal Comune a Manerbio i lavoratori sono 4.377. Di questi 758 (oltre il 17,5%) sono occupati in aziende fuori del paese.Nonostante questo potenziale “pendolare” gli industriali manerbiesi, nei mesi scorsi, si sono opposti, con una lettera collettiva inviata al sindaco, al sorgere di nuove industrie, assumendosi essi stessi l’impegno di assorbire tutta la monodopera disponibile.A Manerbio, secondo i dati dell’ufficio collocamento, risultano anche attualmente 100 disoccupati.

Ore di lavoro settimanali (comprese le

straordinarie)Solo il 13% degli intervistati lavora 40 ore (gli altri si suddividono poi da un minimo di 42 a un massimo di 65 ore settimanali). Se si considera che gli apprendisti con età inferiore ai 18 anni costituiscono il 19% degli intervistati se ne deduce che almeno il 6% degli occupati con tale qualifica ha orario di lavoro non legale.Il lavoro straordinario è risultato obbligatorio nel 24% dei casi.

ApprendistiLe leggi sull’apprendistato vengono violate in quasi tutte le aziende; in particolare non vengono rispettate le disposizioni che limitano il lavoro degli apprendisti minori di 18 anni a 40 ore settimanali e proibiscono, in ogni caso, il lavoro straordinario (in un’officina manerbiese un apprendista di 17 anni lavora 54 ore settimanali; usufruisce di un periodo di ferie minore di quello di cui avrebbe diritto; recentemente è stato minacciato di licenziamento per essersi assentato 2 giorni per motivi familiari, nonostante l’impegno di recuperare le ore perdute nelle settimane successive).L’inchiesta ha rilevato altresì che in moltissime piccole aziende, contrariamente alla legge, il numero degli apprendisti è superiore a quello degli operai. Vi sono addirittura officine nelle quali l’imprenditore si avvale soltanto dell’opera degli apprendisti.L’8,3% ha dichiarato di non possedere il libretto di lavoro (operaio di 21 anni, 55 ore settimanali, 70.000 lire; operaia di 23 anni, 44 anni, 50.000 lire).

SindacatiIl 55,2% degli intervistati non è iscritto a nessun sindacato.Tra il 44,8% e il 35,8% degli iscritti ha dichiarato di non essere soddisfatto delle azioni dei sindacati.

Commissione internaFunziona nel 9,3% dei casi; non funziona

nel 23% e non esiste nel 67,7% dei casi.

RetribuzioneLa media dei salari è di lire 71.800, quella degli stipendi è di lire 98.400. Il 33% ha dichiarato di non essere giustamente retribuito (meccanico di 18 anni, 44 ore, 50.000 lire; ruspista di 30 anni, 65 ore per 120.000 lire).In alcune ditte i pagamenti vengono effettuati sistematicamente con una settimana di ritardo.Oltre il 40% del lavoro straordinario viene retribuito, in tutto, in parte, “fuori busta”, il che significa che il lavoratore perde l’indennità di licenziamento e ogni altra indennità per la parte che non risulta sul foglio paga (molto spesso questo avviene con la complicità di esperti in libri paga).

Impianti sanitariNel 9% dei casi gli impianti igienico-sanitari sono scadenti o inutilizzabili. IL 14% dei lavoratori è controllato nell’uso dei medesimi (operaia di 22 anni: “..... se mi succede di andarci una volta di più mi fanno subito osservazione, così pure quando mi fermo di più del solito …..”).In via Solferino a Manerbio vi sono 4 ditte che dispongono collettivamente di un solo W.C. e per di più inefficiente.

SuperioriIl 19% degli intervistati ha espresso un giudizio negativo sul proprio diretto superiore (assistente, sorvegliante, caporeparto ecc.), denunciando i metodi intimidatori cui spesso sono sottoposti. Soprattutto le ragazze hanno denunciato una simile situazione. Ecco alcune risposte fornite nel corso dell’inchiesta.Apprendista di 16 anni: “Il C. è un ….. e mi mette sempre le mani addosso e se una si rivolta le rende la vita impossibile o la fa licenziare. Ci sono certe mie amiche che …..”.Operaia di 30 anni: “..... certi direttori del personale bisognerebbe licenziarli; quando si ha il bisogno in casa non si può mica dire

tanto di no …..”Apprendista di 17 anni: “Se non vogliono rispettare le leggi o il contratto di lavoro potrebbero almeno aver rispetto per la nostra dignità”.Gli estensori dell’inchiesta usano severe parole di rimprovero in questi specifici casi e fanno appello ai genitori perchè siano molto più vigilanti.

Salute in fabbricaIl 46,3% degli intervistati lavorano in condizioni ambientali disagevoli; il 21% svolge un’attività dannosa alla salute; il 26% esercita un lavoro pericoloso.

Libertà sindacaleIl 23% degli intervistati ha dichiarato di aver subito rappresaglie varie o di essere stato minacciato di licenziamento per aver esercitato i propri diritti sindacali.

Lavoratori in età minorileL’età minima per poter avere un rapporto di lavoro subordinato, anche se in qualità di apprendista, è fissata in 15 anni compiuti. Tuttavia i fanciulli di età non inferiore ai 14 anni compiuti possono essere occupati nelle attività non industriali ed in lavori leggeri, purchè siano compatibili con le particolari esigenze di tutela della salute e non comportino trasgressioni dell’obbligo scolastico.Questa disposizione di legge è violata da almeno due industrie manerbiesi. Esiste anche un “collocatore” avente il compito di reperire questa manodopera illegale. In una grossa fabbrica manerbiese. Si dice che esista un cia dei padroni che è espressamente incaricato di nascondere, in occasioni di ispezioni, queste ragazzine. Tralasciamo le conclusioni tratte dal gruppo. A nostro avviso non servono infatti conclusioni per sottolineare la gravità dei casi denunciati nel documento.

LA VOCE DEL POPOLO

In memoria di Claudio PeliOgni qualvolta una persona con la quale siamo stati partecipi di gioie e speranze, di dolori e delusioni, ci lascia un senso di sgomento ci pervade.Soprattutto se questa persona ci ha accompagnato quotidianamente in quella età, quella giovanile, che è di formazione.Poco importa se poi i percorsi individuali diventano divaricanti.L’amicizia che è restata e la dolcezza delle conversazioni nell’età matura ne sono la dimostrazione più palmare.E quando la notizia, per quanto non inattesa, della morte di Claudio ci ha raggiunto il dolore ha preso il sopravvento

su tutto il resto.E per ricordarne la memoria abbiamo pensato di pubblicare un vecchio articolo apparso su La Voce del Popolo del 21 novembre 1970, articolo a firma di Luciano Costa che rendeva conto di una indagine sul mondo del lavoro giovanile di Manerbio, cui Claudio aveva dedicato le sue energie e profuso il suo entusiasmo.Questo è il modo che abbiamo scelto di ricordarlo, certi di rappresentare per intero il suo rigore e le sue convinzioni.Ciao Claudio, e che la terra, anche per Te, sia lieve.

Inchiesta nel mondo del lavoro

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Pag . 7Pavone Mella e MilzanoMaggio 2015

Grande partecipazione alla 19° Sagra di Primavera in occasione della festa del Patrono San Benedetto organizzata dalla PROLOCO in collaborazione con la Parrocchia e l’amministrazione Comunale.Ricco e rilevante il programma proposto iniziato venerdì 20 con un convegno dal titolo: “Expo 2015 L’esposizione Universale e il dopo evento”. Con due relatori di grande rilievo il Dr. Alberto Mina (Direttore relazioni esterne ed istituzionali Padiglione Italia) e il Dr. Guido Bonomelli (Direttore Generale Arexpo spa). Sabato 21 la S.Messa in solenne concelebrazione con i sacerdoti del paesi limitrofi e Mons.

Olmi.La sera il concerto in onore di San Benedetto: “Lo Splendore del Barocco” con il Coro e l’Orchestra Brixia Camera Chorus diretti dal maestro Giovanni Andreoli. La domenica la Messa Solenne con il rito antico in cui le maestranze comunali rappresentate dal Sindaco Mariateresa Vivaldini scambiano con il Vicario del Patrono Don Lorenzo Boldrini le chiavi del Paese, simbolo del potere civico affidando le opere future a Dio ricevendo in cambio una rosa simbolo di bellezza e armonia del creato come dono della provvidenza per tutta la nostra comunità. Nel pomeriggio

l ’ a p e r t u r a ufficiale di m e r c a t i n i , mostre e stand, la gara culinaria per i più piccoli: “Mani in Pasta”, la consegna dell’albero ai nati dell’anno e per concludere la consegna della bandiera e della costituzione ai diciottenni.Il sindaco Vivaldini: “Un appuntamento atteso, profondo e sentito che lega i Pavonesi a questa sagra che da un lato festeggia con devozione San Benedetto e

dall’altro valorizza le nostre associazioni e le produzioni locali artigianali, agricole ed enogastronomiche, eccellenze di ogni genere ed hobbistica che oggi vengono presentate attraverso i tanti espositori a cui auguro un proficuo momento di incontro, di opportunità e di rilancio.”

PAVONE, XIX sagra di Primavera

Riparte l’estate milzanese con tantissimi eventi, ancora più ricca ancora più divertimento, con il ritorno in scena di “Milsà go Tàlent”.Questo spettacolo ideato e fortemente voluto dal Sindaco Massimo Giustiziero, è stato creato con la finalità di mettere in evidenza le attività commerciali del paese e far conoscere Milzano.Quest’estate fai un giro a Milzano, partiremo insieme per un percorso indimenticabile di divertimento, porta con te l’entusiasmo, noi ti regaleremo il sorriso.Solleveremo l’animo dalle fatiche del lavoro e allontaneremo il pensiero dalle preoccupazioni quotidiane.La prima edizione è stato uno spettacolo raffinato e di successo.Il giorno di apertura è il 6 giugno trattoria “Al Ponte”. La seconda serata il 14 giugno tutti all’Agri gelateria “ Le Campagnole” .Il 20 giugno in Piazza Roma il BAR BLACK OUT, organizza il concorso di bellezza “Miss e Mister Model Italia 2015”.Il 27 giugno Milsà go Tàlent si sposta nell’Oratorio in occasione della celebrazione della “Festa dell’Oratorio”, San Filippo Neri.Il 4 luglio, ci ospiterà la trattoria del “Duca

Minimo”. 11 giugno tutti in Piazza Roma con la tua moto custom per uno spettacolo di musica e tanto divertimento adrenalinico.Il 25 luglio lo spettacolo transiterà alla trattoria “Marina” di via Provinciale.Il primo agosto siete tutti invitati alla finalissima in piazza Roma dal “Bar Black Out”.Lo spettacolo di “Milsà go Tàlent” è uno spettacolo semplice con semplici regole, i punti verranno assegnati dall’applausometro “Pepito”, ideato e costruito da Francesco Filippini, i primi cinque passano il turno, e vanno in finale.Lo slogan recita così: Pensi di saper ballare, cantare,suonare, recitare o raccontare barzellette???…Se invece canti sotto la doccia, sai suonare solo il campanello e l’unica barzelletta che sai non ha mai fatto ridere nessuno!!!TIAMO CERCANDO PROPRIO TE!!!!

La partecipazione è gratuita…per sapere di più visita il nostro sito:www.comune.milzano.bs.itoppure contatta: Massimo 333.9292003, iscriviti ci divertiremo insieme.La musica lo spettacolo è divertimento, quest’estate vieni a Milzano, ti divertirai!!!

“L’Estate di MILZANO”

A seguito dell’approvazione del Piano per il Diritto allo Studio in cui si sono definite le linee di intervento e la distribuzione delle risorse per l’anno scolastico 2014-2015, il Sindaco Mariateresa Vivaldini e l’Assessorato alla Pubblica Istruzione delineano e si fanno carico delle priorità formative ed economiche per contribuire al miglioramento della qualità dell’istruzione e supportare il ruolo educativo e formativo della scuola.Tuttavia per poter garantire un fattivo supporto, non può esservi Assessorato all’Istruzione se non vi è una visione ambiziosa della scuola per cui credere fermamente che quest’istituzione possa formare intere generazioni capaci di un sentire etico. Da qui la volontà di dar voce ai veri destinatari della scuola: tutti i nostri studenti. Ciò spiega l’avvio al Progetto Inclusione che, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura, ha visto la partecipazione dei ragazzi coinvolti nel passaggio di ordine di Scuola Superiore, dove gli incontri si rivelano un’occasione formativa per l’intero gruppo. Inaugurato con la visione del cortometraggio, tratto da una storia vera “The Butterfly Circus”, il progetto si basa su una scelta concreta di inclusione e si prospetta un excursus che intende approfondire differenti tematiche dello scenario sociale odierno,espedienti per stimolare i ragazzi alla solidarietà e al senso del gruppo nell’ottica di una costante e costruttiva apertura al “nuovo” e al “diverso”. In concreto, “sperimentando”

l’inclusione non si può che dar spazio alla creatività e al libero pensiero, nella convinzione della multidimensionale natura dell’intelligenza che attende di esprimersi. Ecco perché si pensa che sia necessario ascoltare realmente i nostri ragazzi, i nostri cittadini del domani…ecco cosa scrivono:“l’inclusione può essere considerata un modo alternativo di vita, se fatto nel modo corretto. Allontanarsi da atteggiamenti a rischio, oltre che far bene a se stessi, fa bene anche alla società.”(Stefano)“Inclusione è accettare anche il diverso.”(Silvia)“Inclusione significa includere una persona rompendo le barriere culturali che molto spesso condizionano la nostra società. I social networks fanno parte di questa “barriera” e molte volte fanno trasparire messaggi che puntano tutto sull’apparenza. Dobbiamo imparare, quindi, ad utilizzarli in modo costruttivo, differenziandoci dalla massa, aiutando così questa società, che troppo spesso ha sbagliato, a non sbagliare più!”(Martina)“Inclusione…Sentirsi al proprio posto con le persone che apprezzi senza sentirsi obbligati ma a proprio agio.”(Pinzi)“Inclusione significa annientare se stessi per farsi accettare dalla massa.” (Martin)“Per me inclusione vuol dire essere capito, ascoltato e accettato da delle persone che ti includono per ciò che sei e non per ciò che sembri.” Daniel

PAVONE, al via il progetto Inclusione per progredire nella diversità“l’inclusione è un abbraccio dalle persone che ti apprezzano per quello che sei.” (Lara)“L’inclusone è un gruppo di perone che accettano gli altri.” (Davide)“l’inclusione è un fenomeno che ti permette di accettare le persone così come sono, senza avere dei forti pregiudizi nei loro confronti”.(Jacopo)“l’inclusione è rendere partecipe la gente che ha idee diverse dalle nostre, perché tutti devono essere capiti e aiutati a essere persone migliori”.(Sofia)“l’inclusione consiste nell’includere

nella società delle persone. Spesso, però, non rispettiamo questa parola perché includiamo solo ciò che per noi è “includibile”. Non tutti sono disposti ad accettare gli altri per quello che sono perché ognuno avrà proprie idee, riflessioni e opinioni. Non si può pretendere che la nostra società vada avanti se pensiamo solo a noi stessi, ma soprattutto, se non saremo capaci di accettare le persone per ciò che sono”.(Vittoria)

Cons. Delegato alla Pubb.Istruzione Valentina Meneghel

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Pag . 8 San Gervasio Maggio 2015

L’articolo 18 dello statuto dei lavoratori (legge 300 del 1970) è da sempre uno degli istituti giuridici più discussi nel mondo del lavoro, esso determina quella che in gergo si chiama la “tutela reale” del lavoratore ovvero la possibilità di reintegro in caso di licenziamento illegittimo.Nato in un contesto storico di forte conflittualità, lo statuto dei lavoratori mirava a creare un complesso di norme a tutela dell’azione unitaria del sindacato, in particolare nelle unità produttive dove la salvaguardia della libertà sindacale si rendeva più necessaria.L’art 18, nella sua formulazione originaria, è stato inserito in questa norma a completamento del regime di tutela dei lavoratori e ha resistito fino all’insediamento del governo Monti anche se da più di un decennio le forze politiche premevano, senza successo, per la sua abolizione. Con il conclamarsi della recessione, a partire cioè dal settembre del 2008, la situazione è cambiata radicalmente. La forte crisi di rappresentatività del sindacato, le pressioni europee, la chiusura di una miriade di realtà produttive, hanno permesso al governo Monti di dare una prima spallata all’art 18 con la riforma Fornero. Probabilmente tutti ci ricordiamo della

famosa lettera (a firma Jean Claude Trichet e Mario Draghi) che la BCE inviò al governo Berlusconi il 5 agosto 2011, quando l’Italia era sotto l’attacco della speculazione internazionale e lo spread btp-bund continuava a salire. Uno dei punti chiave di questa lettera era la perentoria esortazione a regolamentare il mercato del lavoro e la flessibilità, compresa quella “in uscita”.Il primo passo fatto dal governo Monti, subentrato al governo Berlusconi e gradito alla BCE, è stato quello di distinguere tra flessibilità buona e cattiva. La prima, costituita in primo luogo da contratti come la somministrazione e il tempo determinato, è definita tale in quanto garantisce ai lavoratori idonee tutele, seppure in un contesto di temporaneità. La seconda, costituita dalle collaborazioni e dalle partite iva parimenti improprie, maschera in realtà rapporti di subordinazione senza garantirne le stesse tutele (e gli stessi costi).Il secondo passo è stato quello di modificare l’art.18, conservando la reintegrazione nel posto di lavoro “di default” solo nei casi di licenziamento discriminatorio (ad esempio per motivi religiosi, razziali, sessuali, ecc). Nei casi di licenziamento disciplinare giudicato illegittimo, al contrario, veniva demandata al giudice la scelta tra

reintegrazione e risarcimento. Infine, in caso di licenziamento per motivi economici (ovvero per giustificato motivo oggettivo), la reintegrazione era prevista solo in caso di “manifesta insussistenza dei motivi di licenziamento” accertata dal giudice.

In aggiunta, per evitare le lungaggini processuali proprie di questa materia, la riforma Fornero prevedeva anche una procedura obbligatoria di conciliazione, da esperire entro 7 giorni dal licenziamento, come conditio sine qua non per poter adire al giudice. L’attuale governo Renzi, nuovamente spinto dagli impulsi della BCE, ha varato il jobs act dopo un iter complessivo di circa un anno. Con la nuova riforma si è in sostanza riscritto il concetto stesso di contratto a tempo indeterminato (contratto a tutele crescenti) e si è mantenuta l’originaria formulazione dell’art 18 soltanto nel caso di licenziamento discriminatorio, che prevede ancora il reintegro e cumulativamente il risarcimento. Esclusa questa ipotesi, salvi i casi previsti dalla legge, è sempre previsto il solo risarcimento in caso di condanna del datore di lavoro (da 4 a 24 mensilità). Ciò avviene sia nel caso di licenziamento

per motivi economici che disciplinari. In quest’ultima ipotesi, l’unica possibilità che il lavoratore ha per ottenere il reintegro è dimostrare che il fatto materiale a lui contestato non sussiste. In caso fosse accertato un fatto meno grave per cui non è previsto il licenziamento dal c.c.n.l di riferimento, sarebbe comunque previsto il solo risarcimento.A nostro parere, la modifica dell’art.18 ha un valore essenzialmente politico, per dirla con le parole di Renzi, “si è voluto superare l’impasse di questo totem ideologico”.Era così necessario aggiungere nuova flessibilità? Da un lato le vertenze di questi giorni che riguardano ad esempio Indesit e Alcatel (per citarne alcune) dimostrano che se un’azienda è costretta (o ha convenienza) a chiudere o ridimensionare, lo fa, art 18 o meno. Dall’altro, c’è da augurarsi che in qualche modo si rimetta in moto l’economia altrimenti investire in un contratto a tutele crescenti, buono finché durano gli sgravi fiscali, determinerà un esborso a fondo perduto che peserà gravemente sulla collettività e la modifica dell’art 18 non sarà servita a niente se non a una progressiva corsa al ribasso.

Giacomo Forbice

Il nuovo articolo 18

Serata delle grandi occasioni lunedì 20 aprile a San Gervasio, sala consigliare gremita, con pubblico stipato nell’atrio di accesso per partecipare all’assemblea pubblica, convocata dal gruppo di minoranza in Consiglio Comunale ”Insieme per Ricominciare”.Il tema che sta scaldando gli animi in paese è l’ampliamento dell’allevamento di suini proposto dall’imprenditore Valtulini alla frazione Casacce, il quale ha già ottenuto il beneplacito da parte del Sindaco Giacomo Morandi.La serata è stata introdotta da Barbara Migliorati, capogruppo di minoranza che, con una serie di slide, ha illustrato il progetto di ampliamento, consistente nella realizzazione di due nuove porcilaie di 3.700 mq., di un vascone per contenere i liquami per 7.936 m3. e di un impianto di 543 mq. per l’abbattimento di azoto, occupando complessivamente nuova area per 19.200 mq. Il tutto, secondo quanto dichiarato dal proponente e dal Sindaco, per un incremento dell’allevamento di 660 maiali.Al centro della relazione di Barbara Migliorati il parere positivo del Sindaco, contenente affermazioni false, in contrasto con leggi e norme vigenti che hanno contribuito alla mancata apertura della

procedura di VIA, e in netto dissenso con l’ASL, ARPA e Ufficio Tecnico Comunale, i quali, esprimendosi negativamente, hanno evidenziato il non rispetto delle distanze minime di legge dalla frazione Casacce e dall’area del nuovo depuratore, oltre a sollevare dubbi dal punto di vista ambientale.Il Sindaco Morandi, presente all’incontro, è intervenuto cercando di rispondere, affermando come il suo interesse principale sia la salvaguardia del territorio e dell’ambiente e che il signor Valtulini, grazie all’autorizzazione a costruire avrebbe bonificato dall’amianto le porcilaie esistenti, cosa che lo preoccupa molto ma, soprattutto, che l’incremento dell’allevamento sia solo di 660 maiali.Pronta la risposta di Barbara Migliorati: “Se il Sindaco avesse avuto a cuore l’ambiente e la salvaguardia del territorio avrebbe lui stesso chiesto la VIA e non evitata; inoltre, non è un piacere che Valtulini ci fa togliendo l’amianto dalle vecchie porcilaie ma, bensì, perché lo impone la legge la quale prescrive il 16 gennaio 2016 come termine ultimo per la rimozione dell’amianto”. Proseguendo nel suo discorso Migliorati ha sostenuto che “Se il Sindaco vuol credere che a fronte di così importanti costruzioni ed investimenti, in un anno verranno

Assemblea pubblica chiarificatriceallevati solo 660 suini in più, significa che non conosce la n o r m a t i v a sul benessere animale, la quale prevede per i suini grassi lo spazio di 1 mq. per suino; perciò 3.700 mq. di nuove porcilaie sono 3.700 nuovi posti stalla e per 2 cicli annui equivale a 7.400

suini allevabili solo nelle nuove stalle”. Evidentemente per Morandi la matematica è un’opinione.

Distanze minime di legge dall’ampliamento allevamento

1.200 mt. ASL tutela igienico sanitaria abitanti frazione 500 mt. PGT distanza di salvaguardia urbana dalla frazione 500 mt. PGT distanza di salvaguardia nuovo depuratore 100 mt. PGT distanza inedificabile tra area ampliamento e area nuovo depuratore

Distanze esistenti410 mt. dalla frazione Casacce 80 mt. ubicazione nuovo depuratore 27 mt. distanza tra area ampliamento e area nuovo depuratoreNESSUNA DISTANZA E’ RISPETTATA

Pareri enti

ASL negativoARPA negativoUfficio tecnico negativoSindaco positivoProvincia esclude pratica della VIA dopo il parere del Sindaco

Dati allevamento dichiaratiPorcilaie esistenti 9.700 mq.Porcilaie nuove + 3.700 mq.

+38%Vascone liquame esistente 8.904 mc.Vascone liquame nuovo + 7.124 mc.

+80%

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Pag . 9San GervasioMaggio 2015

Che Expo rappresenti un evento mondiale non c’è dubbio e che la scuola bresciana sia fortemente coinvolta nell’educazione ambientale e alla salute, fondamenti di Expo, lo è altrettanto, come dimostrano i numeri: duecento classi di settanta scuole, per un totale di quasi cinquemila alunni sono stati i protagonisti del Concorso “Brescia per Expo 2015 in uno scatto”, le quali attraverso fotografie del proprio territorio hanno saputo creare un ponte ideale con questo evento unico e straordinario per l’Italia. L’Ufficio Scolastico Territoriale, Sistema Brescia e Camera di Commercio hanno offerto alla scuola bresciana l’opportunità di visitare Expo mettendo in palio biglietti di ingresso e pullman gratuiti ai vincitori. Dodici gli scatti selezionati e trecento alunni premiati. Un bel risultato che ha ricevuto il plauso del dirigente dell’Ust, Mario Maviglia, soddisfatto della grande partecipazione. Il

4 giugno, all’interno del Padiglione Italia, nell’ambito della giornata dedicata alla brescianità, saranno presentate le fotografie vincitrici. Scorrendo l’elenco dei vincitori appare come la Bassa sia ben rappresentata dalla classe 3^F dell’I.C di Manerbio con la scuola A. Zammarchi e dalla classe 1^ A dell’I.C. di Pontevico con la scuola primaria Suor Maria Adriano di San Gervasio, con la loro insegnante Bazzoni Piera. “Dal Bosco del Lusignolo all’Albero della Vita” questo è il titolo della foto presentata. Non possiamo, quindi, esimerci dall’esprimere le nostre congratulazioni agli alunni e ai loro insegnanti che hanno raccolto il frutto del loro impegno e che dimostrano, fortunatamente, come la scuola non sempre sia avulsa dal contesto del proprio territorio ma lavori per creare nei giovani una coscienza civica, affrontando tematiche di grande rilevanza per il nostro pianeta.

Dal bosco del Lusignolo all’Albero della Vita Lettere al direttore

Mi è nato un fratellino! Se il signor Sindaco Morandi o il Signor Assessore Sacchi vogliono vederlo è sulla strada “bassa” comunale che collega San Gervasio a Bassano e Manerbio, a pochi metri dal confine. È un piccolo di sponda franata: è troppo grazioso… Mi assomiglia!Ecco, magari per voi automobilisti può dare qualche fastidio ed essere un po’ pericoloso, ma almeno io non mi sento sola ed abbandonata.Se siamo d’impiccio, non c’è problema, ci facciamo da parte, è sufficiente che qualcuno venga a darci una sistemata e noi ce ne andiamo. Solo che a quel qualcuno stiamo così simpatici che non vuole sistemarci. Adesso mi calmo e cerco di spiegarmi meglio, altrimenti non si capisce nulla. Vi ricordate di me, la sponda del Lusignolo franata ormai più di un anno fa e che invano ha cercato di farsi riparare a Novembre 2014? Bene, da più di due mesi non sono più sola.Intanto vi ragguaglio sulla mia condizione: non è successo niente. Fine del ragguaglio. Il Signor Sindaco e il Signor Assessore si sono congiunti in Giunta, hanno partorito la montagna per far nascere un topolino. Ridicolo.“Piano Triennale delle Opere Pubbliche” si diceva: lavori di ristrutturazione sponda del Lusignolo; inizio Gennaio 2015, fine Febbraio 2015.Non ho visto i lavori, non ho visto l’opera (e fidatevi se ci fosse stata l’avrei vista), non ho visto il progetto. Con un po’ di malizia sono anche pronta a pensare che, mentre io non vedo nulla, in Comune, nonostante i bilanci ricchissimi e floridissimi che approvano, non hanno neanche una monetina dei soldi

che millantano di avere. Pazienza, aspetterò. Tanto, è da tanto che aspetto e poi adesso siamo in due!Parlando del mio fratellino, ci sono alcune qualità di cui vorrei subito vantarmi. Prima cosa è in una strada molto ma molto più stretta ed in curva, quindi, ora che i mezzi agricoli passano di frequente, bisogna prestare maggiore attenzione. Seconda cosa: è esattamente in un tratto che l’Amministrazione Comunale aveva intenzione di riqualificare (lo dice il programma elettorale di Morandi, non certo io: io non invento, io) ed è infiocchettato con del bellissimo nastro bicolore che lo rende un bijoux. I figli minori sono sempre i preferiti, si sa, e la cosa un po’ mi fa invidia. Per voi cittadini non resta che sperare che il Signor Sindaco non la pensi così; sappiamo bene che la mancanza di manutenzione crea guai costosi, più costosi delle riparazioni. Certi guai (credetemi, lo dico a discapito della mia categoria) è meglio prevenirli che curarli a spese dei Cittadini. Un vero peccato che la popolazione abbia eletto un Sindaco totalmente innamorato delle frane e completamente incurante dei propri concittadini, perché le sponde franate sono belle solo agli occhi degli incapaci o delle nutrie. Però, se il Signor Sindaco scrive in un volantino che compie “il lavoro che i Sangervasini hanno chiesto di fare” votandolo, non rimangono molte opzioni: o voi, come Sangervasini, amate gli inconcludenti, o lui, come Sindaco, forse, sta capendo poco del suo ruolo.Con affetto

La sponda franata del Lusignolo

Per non piangere

Si chiude con grande soddisfazione l’anno accademico per gli iscritti ai corsi di musica presso l’ “Accademia dell’arte e della musica Lino Fassoli”.

Anche quest’anno, presso il parco giochi Don Fausto Barbieri, in collaborazione con il Nook cafè e il gruppo “volontari per San Gervasio”, si terrà l’esibizione dei

ragazzi, prevista per sabato 30 maggio, a partire dalle ore 18,30.Il saggio sarà i n t e r a m e n t e dedicato ai Beatles, gruppo musicale rock inglese, originario di Liverpool e attivo dal 1960 al 1970. La formazione

ha segnato un’epoca nella musica, nel costume, nella moda e nella pop art. Sono ritenuti un fenomeno di comunicazione di massa di proporzioni mondiali.L’idea del docente di batteria e coordinatore della musica d’insieme, Alain Morandi,è stata subito appoggiata da tutti gli insegnanti d e l l ’ a c c a d e m i a Dario Bono, Stefano Dui, Nicola Anni e Daniela Niccolò,

che intendono riproporre i brani dello storico gruppo.Vi aspettiamo per un aperitivo, in compagnia di buona musica.

Concluso l’anno accademico alla “Lino Fassoli”

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Offlaga ed il nostro dialettoPag . 10 Maggio 2015

Aldo Cibaldi, poeta dialettale

Mass

Nèl giro dè na nòt e dè ‘na séraèco ‘l miracol dè la primaéra!

Somèa chè la matina la sé cözesóta la gran fiamada dè lè röze.

L’aria la fila cói so dicc lezérle alégre scampagnade dèi penser,

e le barche le bala sö la riacon töt èl lac chè le compagna via.

Èn dóe sé scondaràla sté caròssacó le sò röde chè scantìna mài?Èn dóe sarala chèsta ma balòssachè ‘nfilza i dè come sé i föss corài?

Chi registra le sfére dè la vitaa fa girà le lüne chè fénés?Chi dèrv l’ombrèla e la té semper drìtasura la gìostra che cumbìna i mes?

Lassa che ‘l mónd èl gire come ‘l girae làssel respirà come ‘l respira!

Lassa che ‘l mónd èl gire come ‘l girae làssel respirà come ‘l respira!

Èn mès ai nigoi chè tè salta drésé pöl robà do brache dè seré;

sé pöl meter èl lac èn quater góssee ‘mbregàs dè tante röze rosse!

Maggio

Nel giro di una notte e di una seraecco il miracolo della primavera!

Sembra che la mattina si cuociasotto la gran fiammata delle rose.

L’aria tesse con le sue dita leggerele allegre scampagnate dei pensieri,

e le barche ballano sulla rivacon tutto il lago che le accompagna via

Dove si nasconderà questa carrozzacon le sue ruote che non traballa mai?Dove sarà questa mano biricchinache infilza i giorni come se fossero coralli?

Chi registra le lancette della vitae fa girare le lune che finiscono?Chi apre l’ombrello e lo tiene sempre drittosopra la giostra che combina i mesi?

Lascia che il mondo giri come girae lascialo respirare come respira!

In mezzo alle nuvole che ti inseguonosi possono rubare due manciate di sereno;

si può mettere il lago in quattro goccee ubriacarsi di tante rose rosse!

A CIGNANO torna la festa della “Seconda di Maggio”

Torna domenica 10 maggio a Cignano la festa della “Seconda di Maggio”, sagra del territorio bresciano. La manifestazione, promossa dalla Pro loco con il patrocinio del Comune di Offlaga, si presenta con un programma ricco di eventi, ospitati come sempre in piazza Vittoria, e con non poche novità. La prima è il concorso per dare un nome al “biscotto di Cignano” realizzato sulla base di un’antica ricetta. Vera particolarità di questa edizione il recupero di un’antichissima tradizione: l’elevazione dell’albero del “mass”. Una tradizione trecentesca partita dalla Valle Camonica dove, raccontano gli storici, si era affermata l’usanza di piantare Maggi (alberi ad alto fusto e così chiamati perché venivano piantati il primo giorno di maggio) nelle piazze e davanti alle case del paese issandovi la bandiera della propria fazione politica… Un’usanza che si diffuse poi anche in alcuni paesi della Bassa: Gottolengo, Azzano Mella, Dello, Barbariga, Mairano, Verolanuova e appunto a Offlaga, Cignano e Faverzano, per citarne alcuni.La Pro Loco ha così deciso di riportare alla luce questa tradizione che a Cignano si interruppe nel 1954; fu quello infatti l’ultimo anno in cui venne posizionato l’“albero di maggio”, a farlo furono i coscritti della classe 1934, allora baldi giovani. Domenica 10 maggio saranno proprio i coscritti di quella classe, oggi con qualche anno in più ma con spirito immutato, a riproporre al pubblico la collocazione del “mass”.Di grande richiamo anche la rassegna dei madonnari. Il concorso madonnari in tour “L’Arte sulle strade” si aprirà infatti proprio a Cignano in occasione della “Seconda di Maggio” per proseguire poi in altre sei località (bresciane e non).

Il pubblico presente in Piazza Vittoria potrà votare il madonnaro più bravo; il voto popolare andrà così ad aggiungersi a quello della giuria tecnica in ognuna delle sette tappe toccate dal concorso proclamerà un vincitore alla fine, tra questi, verrà scelto il vincitore assoluto al quale spetterà un viaggio a Monterrey in Messico dove ad ottobre è in programma il festival mondiale dei madonnari.Quanto al programma della festa, la “Seconda di Maggio” si aprirà alle 9 proprio con la consegna del tema artistico ai madonnari; il via ufficiale alle 10,45 con il corteo storico in abiti medioevali accompagnato dalle note della banda civica Benedetto Vinaccesi di Offlaga quindi il saluto delle autorità e la presentazione dello stemma “Cignano antico borgo” ricavato, spiegano gli storici locali, “dalla più antica mappa conosciuta del territorio bresciano” risalente al periodo che va dal 1406 al 1416.A seguire il lancio del concorso “Un nome per il biscotto” ed infine, a chiudere l’intensa mattinata, ci sarà l’elevazione dell’albero del “mass”.Per l’intera giornata su Piazza Vittoria resteranno allestiti gli stand degli hobbisti e quelli con le prelibatezze gastronomiche del territorio. Oltre al biscotto di Cignano sarà infatti possibile degustare formaggio, miele, grepole e molto altro.Nel pomeriggio gli ottoni della banda “Vinaccesi” proporranno un concerto di antiche musiche della tradizione popolare quindi la dimostrazione di ferratura del cavallo ed infine la visita guidata in bicicletta all’antico mulino della Mirandola.Insomma una giornata intensa dove storia, arte e tradizione popolare si fondono, come nelle migliori sagre, con il piacere della buona tavola …

Stefania BrunelliLettere al direttore

Gentile direttore,cortesemente le chiedo ancora spazio per poter rispondere ad alcune affermazioni che ritengo non vere contenute nella risposta dell’Amministrazione comunale di Offlaga alla mia lettera (Offlaga, problemi di trasporto) pubblicata sullo scorso numero del suo giornale. Ricordo che la mia indignazione è sorta dal negato permesso ai volontari dell’AUSER di Offlaga(associazione con la quale il Comune da anni ha in atto una convenzione) di utilizzare il mezzo attrezzato per carrozzine, richiesto per il trasporto di una persona con forte disabilità verso una struttura manerbiese presso la quale doveva seguire una terapia. Quando si scrive che il privato cittadino ”parla a titolo personale (in quanto il direttivo dell’Associazione AUSER non ne sa nulla) “ viene detta una cosa non vera. La situazione era stata

infatti presentata ai volontari in occasione della riunione tenutasi nei primi giorni di febbraio. In merito all’affermazione ”non vi è comunque traccia di nessuna richiesta scritta protocollata a proposito” faccio presente che quando abbiamo avanzato (verbalmente) la nostra richiesta agli amministratori, nessuno ci ha chiesto di presentare una domanda scritta. Altrimenti l’avremmo fatto. In ogni caso, in passato abbiamo usato più volte quel mezzo per altri servizi e mai ci è stato chiesto di presentare una domanda scritta.Mi è parso doveroso fare queste precisazioni, non certo per alimentare polemiche inutili e che potrebbero danneggiare il gruppo volontari AUSER, ma per ristabilire la verità dei fatti. Poche righe per chiudere definitivamente la questione.Ringrazio ancora per lo spazio concessomi. Italo Fracassi

Precisazioni alla risposta del Comune“Primavera Insieme”, ciclo di

iniziative proposto dal ComuneProseguono anche nel mese di maggio e giugno gli appuntamenti proposti dall’Amministrazione offlaghese nell’ambito del cartellone di eventi messo a punto per la primavera 2015.Il 7 maggio prossimo, su iniziativa degli Assessorati ai Servizi Sociali e Cultura, alle 20,30 la Sala del Consiglio ospiterà l’incontro sul tema “I giovani e le dipendenze:possibili percorsi educativi”. Relatrici saranno le dott.sse Margherita Marella dell’ASL di Brescia ed Evelina Marchioni Assistente sociale del Comune di Offlaga.Il 22 maggio, sempre alle 20,30 nella Sala del Consiglio, l’Assessorato ai Servizi Sociali propone la serata dal titolo:”Disfonia, calo di voce e raucedine”. Relatore il

dott. L. Zanetti primario del reparto di otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Manerbio. Sempre nel mese di maggio, ma la data è ancora da definire, alla scuola dell’infanzia ”Sacra Famiglia” di Cignano verrà proposto il Corso di disostruzione pediatrica.Il 16 giugno torna invece sotto il porticato del palazzo comunale l’”Esposizione di modellini agricoli”, tradizionale rassegna di hobbistica.Un’occasione da non perdere quella in programma per il 25 giugno prossimo su iniziativa dell’’Assessorato alla Cultura che propone la trasferta in pullman a Milano per “La Giornata bresciana ad Expo 2015”. Ste.Bru.

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Pag . 11OrzinuoviMaggio 2015

70° Anniversario della Liberazione ad ORZINUOVI

Il Fenil Moglie di ORZINUOVIOgni volta che portandoci da Orzinuovi verso Borgo S. Giacomo, appena superato l’antico Molino delle Assi, transitavamo presso un cascinale diroccato, ci interrogavamo sul perché questo fosse stato destinato a quella inarrestabile rovina. Pur mancante delle indicazioni (cartello e targa) che dovevano individuarlo, ne abbiamo trovato il nome attuale - fenil Moglie - osservando una mappa della seconda parte del 1800. Il fatto particolare è che lo stesso cascinale in una mappa storica del 1805 è indicato come Fenil Rossi, mentre l’attuale e limitrofo fenil Cucco era a sua volta definito Cassina Rossi. Del Fenil Moglie avevamo già letto notizie sul libro di Dario Mutti edito nel 1995 dal titolo “Le cascine bresciane. Il mistero nel nome”. Abbiamo allora visitato ciò che ancora rimane del cascinale: mura in parte diroccate, tetto crollato, finestre murate, cortile ingombro di detriti e di vegetazione.Partendo dalla curiosità che suscita certo il suo nome attuale, vi è da dire che chiamandosi Fenil Rossi sino agli inizi del 1800, modificò la propria denominazione quando, alcuni decenni dopo, passò in proprietà della famiglia Moglia che, come affermato anche dal prof. Tolasi e prima ancora dallo Gnaga, risulta presente nella Deputazione comunale di Orzinuovi

al tempo del Regno Lombardo-Veneto fra il 1820 e il 1848. Era anche stata avanzata l’ipotesi che il nome derivasse dal termine “moia” con il significato di “terreno paludoso”, per il fatto che i terreni circostanti avevano, in effetti, questa caratteristica, ma la sua attuale denominazione è troppo recente per poter essere fatta risalire a questa pur interessante etimologia. Dalla famiglia Moglia, il cascinale con il vicino fenil Cucco ed il fenil Salnitro, era poi arrivato in possesso dei Corniani. Nel 1925 il fenil Moglie venne infine acquistato dalla famiglia Crippa – nella persona del padre delle attuali proprietarie - che ne bonificò i terreni. Dai censimenti degli anni ’30 del secolo appena trascorso, il fenile appariva abitato da almeno 18 persone con le famiglie Frosio, Cividati, Cattaneo e Manenti.

Affittato dalle attuali proprietarie, le sorelle Crippa, alla famiglia Ferrari proveniente da Castione della Presolana, il complesso venne utilizzato già alla fine del 1900 come semplice deposito di attrezzi agricoli, senza che fosse più abitato. Pare che in quello stesso periodo il fenil Moglie fosse stato individuato dal Comune di Orzinuovi come possibile sede di un Museo

dell’agricoltura dove esporre i reperti raccolti in oltre trent’anni da Giacomo Bergomi. Tramontata questa ipotesi, il Museo venne allestito in Montichiari, arrivando a costituire la più grande esposizione dedicata al mondo agricolo mai realizzata in Lombardia.

Dario Ghirardi

Il Comune di Orzinuovi ha voluto celebrare la ricorrenza del 70° anniversario della Liberazione con una interessante e complessa serie di iniziative, durate quasi due settimane, che sono culminate nella giornata del 25 aprile con momenti commemorativi iniziati presso le lapidi dei Martiri della Resistenza poste nei pressi del Santuario della Madonnina dell’Oglio, per proseguire sino al Parco che ricorda i Caduti di tutte le guerre. Il 25 aprile del 1945 terminava per l’Italia quella che fu una guerra veramente

disastrosa. E mentre ancora ricordiamo, nel giorno del 4 novembre, la fine vittoriosa della Prima Guerra Mondiale, non potendo fare altrettanto, si celebra in questo caso quella che fu la Liberazione dalla occupazione tedesca e la fine del regime fascista.E’ pur vero che il movimento partigiano non fu, da solo, determinante per la fine della guerra, e tale dimostrarono di ritenerlo le autorità Alleate vincitrici, ma fu il segno della volontà di un popolo di riscattarsi e di riconquistare quella libertà da troppi anni limitata e preclusa.

La conclusione della guerra, se da un lato ci portò la libertà, dall’altro fu veramente devastante, sia per le perdite umane ed i danni materiali subiti, sia per il fatto che il durissimo trattato di pace impostoci, nonostante il nostro passaggio – non richiesto certo, ma avvenuto - dalla parte degli Alleati, fece dell’Italia la Nazione addirittura più danneggiata e penalizzata, certamente più della stessa Germania, passando da una superficie territoriale di quasi 4.000.000 di kmq ai soli ed attuali 300.000.Il fatto, poi, che molti fra i nostri stessi connazionali abbiano combattuto nelle file dello Stato creato da Mussolini nell’Italia del nord, conosciuto impropriamente come Repubblica di Salò, è ancora, per molti, frutto di divisione e di polemiche. Certo

oggi è più facile profetizzare il passato, ma è possibile – pur nella condanna del Fascismo che la Storia ha ormai decretato - che anche altri giovani avessero un ideale, che pur fuorviato, poteva sembrare in quegli anni degno di essere seguito. Se solo leggessimo i nomi di alcuni, e solo alcuni, fra coloro che se non aderirono al Fascismo, certo non gli erano contrari, ci sarebbe di che meravigliarsi: Bacchelli, Bobbio, Buzzati, Bocca, Cardarelli, D’Annunzio, Croce, Gadda, Gatto, Jovine, Longanesi, Mondadori, Montale, Montanelli, Moravia, Biagi, Pasolini, Pratolini, Quasimodo, Pavese, Pirandello, Saba, Scalfari, Silone, Trilussa, Ungaretti, Vittorini, Zavattini, Brera, Malaparte, Blasetti, De Sica, i De Filippo, Fò, Guttuso, Lattuada, Marconi, Mascagni, Modigliani, Petrolini, Respighi, Rossellini.

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Pag . 12 Pontevico Maggio 2015

E’ partito a spron battuto il vero e proprio progetto destinato a far conoscere all’intera comunità di Pontevico il gruppo locale della Protezione Civile e a valorizzare l’attività svolta ed il suo prezioso significato. Un programma che ha ricevuto un impulso di particolare rilievo dallo scorso mese di aprile ed in particolare dalla serata che è stata ospitata dalla saletta civica, durante la quale c’è stata la presentazione del “Piano Comunale di emergenza”. Un documento di assoluto rilievo, che approfondisce tutti gli eventuali rischi che possono coinvolgere il territorio di Pontevico ed analizza i comportamenti da tenere in caso di eventi come alluvioni, terremoti, incidenti industriali o domestici e in altri casi di emergenza. Il tutto, naturalmente, nella fondata speranza che niente di tutto questo abbia mai ad accadere, ma con l’importante intento di informare la gente ed aiutarla a conoscere il modo esatto con cui affrontare un’emergenza: “Il “Piano Comunale di emergenza” – spiega Barbara Zavaglio, consigliere incaricata di seguire la materia della protezione civile – è stato illustrato

nei dettagli. In momenti del genere sapere come muoversi può essere fondamentale e poi, come si dice, prevenire è meglio che curare. Il piano, in particolare, ha esaminato gli eventi che possono essere ricollegati al territorio di Pontevico ed in questo caso si tratta soprattutto di possibili terremoti e della presenza del fiume Oglio. E’ importante che la gente venga a conoscenza di questo documento, anche perché un modo efficace di affrontare le emergenze non è solo quello che viene affidato a chi espressamente si occupa di queste situazioni. Anche noi normali cittadini, conoscendo una determinata situazione, i pericoli collegati ed il modo corretto di affrontarli, possiamo offrire un contributo molto importante alla soluzione delle emergenze (che naturalmente auspichiamo non abbiano mai a coinvolgere il territorio del nostro paese, ma essere preparati non ha mai fatto male a nessuno)”. In questo senso una posizione di assoluto rilievo è stata assegnata al gruppo locale della Protezione Civile, che è stato presentato ufficialmente all’intera popolazione: “Il gruppo guidato

dal responsabile Claudio Pellegri – prosegue Barbara Zavaglio – al momento conta cinquanta volontari, ma la nostra speranza è che possa coinvolgere tante altre persone in questo impegno così meritorio. Infatti mettere a disposizione degli altri il proprio tempo e le proprie energie rappresenta un’attività assolutamente speciale, che speriamo possa trovare sempre più imitatori tra i pontevichesi”. Il gruppo che ha sede a Pontevico, tra l’altro, è anche il capofila di una zona piuttosto vasta: “La sezione pontevichese funge da capofila nella collaborazione con i vicini paesi di Seniga, Robecco d’Oglio, Bassano e Verolanuova. Una realtà importante per la nostra comunità e non solo, che abbiamo voluto far incontrare in modo ufficiale con gli abitanti del nostro paese, sia per spiegare bene alla gente l’attività svolta

dalla Protezione Civile, sia nella speranza che ci siano presto tante altre persone che decidono di intraprendere lo stesso cammino dei volontari. Aiutare gli altri e fare del bene sono attività per le quali non si è mai in troppi e il nostro auspicio è che il gruppo della Protezione Civile di Pontevico possa diventare sempre più numeroso e motivato”. Fatta conoscere, dunque, la sezione pontevichese della Protezione Civile, illustrati gli obiettivi prefissati e l’attività svolta, non rimane che attendere che l’invito lanciato per coinvolgere nuovi, generosi volontari porti i suoi frutti e renda sempre più efficace e capace questa “squadra” che vuole “giocare” a sostegno della sicurezza dei nostri territorio e della pronta soluzione delle eventuali emergenze che si dovessero verificare.

Presentato il piano di emergenza comunale e il gruppo di protezione civile

Domenica 31 maggio la Palestra Comunale di Pontevico ospiterà una giornata davvero speciale. Un appuntamento che può essere considerato uno dei momenti salienti del progetto che è stato definito di “pallavolo integrata” portato avanti dall’Istituto Cremonesini. Una importante realtà del territorio pontevichese che si occupa in modo particolare di curare ragazze con disturbi di varia natura. In questo senso, prendendo spunto anche dalla collaborazione e dalla condivisione della locale Amministrazione Comunale, ha preso il via un percorso attraverso il quale si punta ad aiutare le ragazze ospiti trasformando il gioco della pallavolo in uno strumento educativo quanto mai efficace. Una vera e propria “terapia”, portata avanti sotto la guida della responsabile Silvia Barbieri, che ha offerto sin dall’inizio risultati davvero importanti. Il fatto di essere inserite in una squadra e di dover rispettare le regole e i movimenti imposti dal volley ha trasmesso benefici effetti alle ragazze, che, proprio attraverso lo sport, hanno formato un gruppo ed hanno evidenziato significativi progressi nel cammino personale. Il tutto per una situazione che si è rivelata talmente coinvolgente e positiva che le

stesse giocatrici dell’Istituto Cremonesini hanno mostrato in campo qualità tali che hanno permesso loro di ottenere vittorie di indubbio rilievo e di raccogliere tante soddisfazioni. Un tragitto veramente positivo che ora avrà un’ulteriore conferma nella manifestazione che domenica 31 maggio porterà a misurarsi a Pontevico squadre provenienti da diverse zone d’Italia che sono impegnate a loro volta nel progetto di “pallavolo integrata”. Viste anche le doti emerse nelle partite fin qui disputate, è possibile prevedere una contesa sicuramente piacevole ed avvincente, che sarà resa ancora più preziosa dall’intento terapeutico che la caratterizza. Un’occasione da non perdere non solo per gli amanti del volley, ma più in generale per tutti i pontevichesi, che con la loro presenza possono trasmettere il massimo valore e la giusta efficacia a questa esperienza. Proprio la possibilità di aiutare le pallavoliste impegnate sotto rete a stare meglio costituisce in effetti la “schiacciata” più spettacolare di un torneo che si preannuncia fin d’ora vincente sotto tutti i punti di vista e che quindi merita di essere seguito con la giusta attenzione.

La pallavolo come strumento educativo e di cura

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Maggio 2015

“Liberare la mente come principio del pensiero positivo”, lo stage intensivo di arti marziali organizzato dall’associazione “Il Dojo” di Pontevico (con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale locale) in concomitanza con l’inaugurazione della nuova palestra coperta di via Cavalieri di Vittorio Veneto si è rivelato un notevole successo. In effetti la manifestazione pontevichese lo scorso sabato 25 aprile ha visto la partecipazione di numerosi karateki provenienti dalle province di Mantova, Verona e Brescia, che hanno seguito con profondo interesse le nozioni trasmesse da due insegnanti d’eccezione come Riccardo Frare ed Emanuele Bottoli. Un “lavoro” che si è protratto per diverse ore e si è spinto in due direzioni ben precise, visto che da una parte si è rivolto verso l’aspetto fisico, mentre dall’altra ha voluto curare quello mentale. In questo

senso è stato posto al centro dell’attenzione il “pensiero positivo”, una realtà che può diventare fondamentale non solo per consentire di superare ostacoli e problemi anche piuttosto complicati, ma può essere preziosa per impostare un’esistenza serena e proiettata con fiducia verso il futuro. Un equilibrio senza dubbio difficile da raggiungere che è comunque uno dei punti di riferimento dell’intensa attività che il sodalizio pontevichese guidato dal maestro Paolo Ghizzardi propone ai suoi tesserati di tutte le età nella convinzione che un “arricchimento” di questo genere può diventare determinante nella vita di tutti i giorni. Il chiaro messaggio che è stato sottolineato dallo stage intensivo dello scorso aprile che certamente non rimarrà un’esperienza isolata, ma rappresenta fin d’ora un passo importante di un percorso che verrà proseguito nei prossimi anni.

PONTEVICO,Le arti marziali per sostenere

il pensiero positivo

Pag . 13Pontevico e Territorio

La sala espositiva del Teatro Comunale di Pontevico ha ospitato una manifestazione davvero di notevole significato. Lo scorso sabato 11 aprile si è infatti svolta l’inaugurazione ufficiale della “Mostra Collettiva” che ha coinvolto ben diciassette artisti pontevichesi. L’iniziativa è stata organizzata dall’Assessorato alla cultura del Comune ed ha voluto raggiungere un obiettivo ben preciso, quello di offrire la possibilità di farsi conoscere a diciassette pittori del territorio e di consentire all’intera comunità, nello stesso tempo, di scoprire la vena artistica di alcuni concittadini. Intenti ribaditi nel momento di tracciare il consuntivo finale della manifestazione da Mario Ferrari, consigliere delegato alla cultura: “La mostra ha richiamato notevole interesse. Sono stati numerosi, infatti, i pontevichesi che hanno deciso di visitarla e questo fatto ha premiato sia l’idea di organizzare questa nuova proposta culturale che gli stessi artisti che hanno esposto le loro opere. In effetti abbiamo voluto

riunire i pittori del nostro territorio ed offrire loro un’occasione per farsi conoscere da tutta la comunità e per diffondere il loro messaggio e la loro specifica arte. Proprio in questo senso la mostra collettiva ha permesso a tante persone di conoscere le opere di questi artisti loro concittadini e di scoprire il loro modo di esprimersi. Senza dubbio una opportunità interessante, che è stata sfruttata a dovere durante tutto il periodo di apertura della “Collettiva” e che rappresenta la giusta premessa per organizzare in futuro altre iniziative di questo genere. Manifestazioni che, in particolare, puntano a valorizzare l’impegno e l’attività degli artisti e degli autori di Pontevico, proprio come è accaduto nelle scorse settimane in occasione della presentazione del libro dedicato ai caduti pontevichesi nel periodo 1936-1945 dal nostro concittadino Andrea Cantoni, che ha realizzato una ricerca storica attenta e scrupolosa, presentata, pure in questo caso con successo, dalla Biblioteca Comunale”.

PONTEVICO, Una mostra collettiva per valorizzare i

pittori pontevichesi

Continuano per tutto il mese di maggio gli appuntamenti con gli Itinerari Turistici nella Bassa pianura bresciana organizzati dalla Fondazione NYMPHE – Castello di Padernello, alla scoperta di alcune tra le più belle realtà del nostro territorio… e non solo.Quest’anno infatti parte delle visite è dedicata a Carlo Innocenzo Carloni, pittore comacino del Settecento a cui si deve la realizzazione di diversi cicli freschivi anche nella nostra provincia. Sarà quindi possibile conoscere e ammirare le opere di questo importante artista, non solo nella Bassa, ma anche nei suoi luoghi natali. Oltre a questo, non mancherà comunque la visita in una delle più eleganti ville del bresciano, per far conoscere, come da tradizione per gli Itinerari, anche quelle preziose realtà spesso difficilmente accessibili.Ecco gli appuntamenti:Domenica 10 maggio, ore 15:00Villa Romei Longhena a Capodimonte (Castenedolo)Elegante villa settecentesca, si presenta come una tra le più piacevoli e singolari residenze del territorio bresciano. Progetto dell’architetto Antonio Marchetti, è un perfetto esempio di armonizzazione tra natura e architettura.

Domenica 17 maggio, ore 15:00Parrocchiale di CastrezzatoEdificata tra il 1750 e il 1764 in prossimità dell’antica chiesa dedicata a Santa Maria degli Angeli, custodisce opere del pittore comacino Carlo Innocenzo Carloni.Domenica 23 maggioVisita in Valle d’Intelvi (CO)Visita di una giornata nei luoghi natali del pittore comacino Carlo Innocenzo Carloni. Quota di partecipazione € 42,00 a persona, comprendente viaggio in pullman, pranzo, visite guidate e ingresso ai musei. Partenza ore 7:00 dalla piazza di Padernello. PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA ENTRO DOMENICA 17 MAGGIO.

Per info e prenotazioni:Castello di PadernelloTelefono: +39 0309408766e-mail: [email protected]

Itinerari turistici:Dalla Bassa alla Val d’Intelvi

Un versatile pick-up Ranger Ford rosso fiammante, connubio di robustezza e fascino, in dotazione al distaccamento dei volontari Vigili del Fuoco di Verolanuova che hanno così ampliato il loro parco veicoli sempre pronti ad intervenire in caso d’urgenza partendo dalla loro attrezzatissima sede in via Landi alla periferia del paese. Il veicolo è dono dei Lions Club Bassa Bresciana, consegnato dal presidente, Riccardo Percivalli, al capogruppo Gian Pietro Mombelli cui Giuseppe Labinelli recentemente ha passato le consegne. Alla realizzazione del progetto ha contribuito l’associazione Amici Vigili del Fuoco di Verolanuova della quale è presidente l’ing. Giambattista Zani. Il parroco don Lucio Sala ha benedetto il nuovo mezzo attrezzato per il costante collegamento via radio con la sede; il sindaco Stefano Dotti

ha messo in risalto la preziosa presenza dei volontari ed ha fatto gli onori di casa agli amministratori comunali del territorio di competenza geograficamente disegnato fra Offlaga e Seniga il cui sindaco Giuseppe Boldori, a nome dei molti colleghi presenti, con appropriate parole ha voluto dare testimonianza della disponibilità del presidio di volontari che contribuiscono alla sicurezza del territorio ed ogni volta che sono chiamati intervengono a dare una mano in caso di calamità anche sul territorio nazionale. La presenza del comandante provinciale dei vigili del fuoco, ing. De Palma, ha contribuito a dare ufficialità all’incontro. Un piccolo drone ha sorvolato la manifestazione tracciando nel cielo i colori del tricolore e la banda Stella Polare scandiva le note dell’inno nazionale.

VEROLANUOVA, donato un mezzo ai Vigili del Fuoco

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CalendarioPag . 14

1 VENERDÌS. GIUSEPPE LAVORATORE - FESTA DEL LAVOROPécàt cónfésàt l’è mès pèrdunàt.Peccato confessato è mezzo perdonato.

2 SABATOS. ATANASIOMagio piöùs an èrbùs, magio söt bu pèr töt.Maggio piovoso anno erboso, maggio asciutto buono per tutto.

3 DOMENICAS.S. FILIPPO E GIACOMOLa risù la stà có i sólcc.La ragione sta dove ci sono i soldi.

4 LUNEDÌS. FLORIANOSan Florià ‘l gha la spigä ‘n mà.San Floriano ha la spiga in mano.

5 MARTEDÌS. GOTTARDOChi ‘l manté mìä i cà ‘l manté i làdèr.Chi non mantiene i cani mantiene i ladri.

6 MERCOLEDÌS. DOMENICO SAVIOA i prim dè magió ‘l cucó pö nó ‘l cantä.Ai primi di maggio il cuculo non canta più.

7 GIOVEDÌS. AUGUSTOA póch a póch sè tirä ‘nsèmä i franch.A poco a poco si fanno i soldi.

8 VENERDÌS. VITTOREChi fa la carétà l’è siòr e nó ‘l sa.Chi fa carità è ricco e non lo sa.

9 SABATOS. CRISTOFOROChi promèt tròp el manté póch.Chi promette troppo mantiene poco.

10 DOMENICAS. ALFIOPötèi e galìne i spórcä le cuzìne.Bambini e galline sporcano le cucine (i bambini non sanno tenere segreti).

11 LUNEDÌS. FABIOPer vangà e sapà bisognä miä desünà.Per vangare e zappare non bisogna digiunare.

12 MARTEDÌS. PANCRAZIOI múr i fa miä l’uä.I gelsi non fanno l’uva (fare attenzione alle apparenze).

13 MERCOLEDÌBEATA VERGINE MARIA DI FATIMA‘N sa lamèntä a tórt sé l’èrbä catìä la nas ‘n dèl sò órt. Ci si lamenta a torto se l’erba cattiva nasce nel nostro orto.

14 GIOVEDÌS. MATTIAQuant böta la ignä a màs, dè sicür vé pié i tinàs.Quando la vite germoglia a maggio, di sicuro riempi i tini.

15 VENERDÌS. SOFIALa èrtü la sta dè casä dóè manc sa crèt.La virtù sta di casa dove meno si crede.

16 SABATO

S. RICCARDO PAMPURICöncc ciar, amicissiä longä.Conti chiari, amicizia lunga.

17 DOMENICAS. PASQUALE DI BAYLONCómè sé fa sa gha.Come si fa si ha.

18 LUNEDÌS.S. BARTOLOMEA E VINCENZATra ‘l fiórì e ‘l butulì, ‘na spanä ‘l crès ‘l lì.Tra il fiorire e il fruttino, una spanna cresce il lino.

19 MARTEDÌS. CELESTINONó ghè bèlä rösä al sul che nó la déèntè ‘n gratacül.Non c’è bella rosa in apparenza che non sia anche pungente.

20 MERCOLEDÌS. BERNARDINO DA SIENAA San Bèrnardì fiórés ‘l lì.A San Bernardino fiorisce il lino.

21 GIOVEDÌS. ARCANGELO TADINIFórmènt e fé i madürä ‘n quarantä dé.Grano e fieno maturano in quaranta giorni.

22 VENERDÌS. RITA DA CASCIADrissàgä le gambé a ‘n sòp, ‘l costä tròp.Raddrizzare le gambe ad uno zoppo, costa troppo.

23 SABATOS. GIOVANNA ANTIDAA comandà ‘n tancc, lé ròbé nó lé a ‘nnancc.Dove comandano in tanti le cose non vanno avanti.

24 DOMENICAS. MARIA AUSILIATRICEChi ghà miä antadùr, i sa antä dè pèr lùr.Coloro che non hanno laudatori, si lodano

da soli.

25 LUNEDÌS. URBANOLé paròlé caré lé al dè pö se i-è raré.Le parole care valgono di più se sono rare.

26 MARTEDÌS. FILIPPO NERIPer i màcc töcc i dé l’è festä.Per i matti tutti i giorni è festa.

27 MERCOLEDÌS. FEDERICOA l’amic pélégä ‘l fic, al nimìc ‘l pèrsèc.Sbuccia il fico all’amico, al nemico la pesca (poiché la buccia del fico è indigesta mentre quella della pesca aiuta la digestione).

28 GIOVEDÌB. LUDOVICO PAVONILa bótä la dà ‘l vì che la ga.La botte dà il vino che ha.

29 VENERDÌS. MASSIMOL’è mèi ‘n sórèc ‘n bócä a ‘n gat chè ‘n òm ‘n ma dè aócàt.E’ meglio un topo in bocca ad un gatto che un uomo in mano ad un avvocato.

30 SABATOS. GIOVANNA D’ARCOGna pèr tórt, gna pèr risù lassèt mai mètèr ‘n prisù.Nè a torto nè a ragione non lasciarti mettere mai in prigione.

31 DOMENICAVISITAZIONE DELLA B. V. MARIAPansä piénä nó pènsä a chèlä ödä.Pancia piena non pensa a quella vuota.

CALENDARIO BRESCIANO: MAGGIO

Maggio 2015

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Pag . 15RicetteMaggio 2015

Prosegue la pubblicazione di alcune ricette della cucina bresciana classica e attuale.

SPAGHETTINI IN VERDEper 4 persone

Ingredienti per la pasta: 300 g di spaghettini, 20 foglie di basilico, 1 spicchio d’aglio, 20 g di pinoli, 30 g di formaggio grattugiato, sale e olio di oliva.

Procedimento: pestate il basilico con l’aglio, i pinoli e un pizzico di sale in un mortaio, aggiungete il formaggio grattuggiato e mescolate bene il composto, aggiungete l’olio fino ad ottenere una morbida crema. Nel frattempo avrete messo al fuoco una pentola con acqua abbondante e salata per cuocere gli spaghettini, buttateli e portateli a cottura (meglio se tenuti al dente), scolateli e in una terrina uniteli alla crema di basilico.

PASSATELLI AL FORMAGGIOper 4 persone

Ingredienti: 100 g di formaggi tritati finemente (vanno bene gli avanzi che avete in frigorifero), 100 g di formaggio grana grattuggiato, 200 g di pane raffermo grattuggiato, 3 uova, una noce di burro, noce moscata, scorza di 1 limone, 2 l di

brodo di carne.

Procedimento: Rompete le uova in una terrina capiente, unite una grattata di noce moscata, la scorza di limone precedentemente grattuggiata e mescolate unendo pian piano i formaggi e il pane grattuggiati. Quando l’impasto sarà abbastanza omogeneo, portate ad ebollizione il brodo e con un passapatate o con l’apposito utensile per passatelli, unitevi l’impasto facendolo cadere con cautela nel brodo, i passatelli saranno pronti in pochi minuti quando raffioreranno in superficie. Servirli ben caldi con una spolverata di grana a scaglie.

SALSICCE E LENTICCHIEper 4 persone

Ingredienti: 300 g di lenticchie, 6 salsicce, 2 spicchi di aglio, 1 costa di sedano, passata di pomodoro, sale e olio.

Procedimento: lessate in acqua salata le lenticchie, che avrete in precedenza messe in ammollo per una notte, assieme a uno spicchio d’aglio e alla costa di sedano a tocchetti, scolatele non appena saranno cotte ma ancora al dente. A parte soffriggete con un po’ d’olio l’altro spicchio d’aglio e le salsicce tagliate a tocchetti non troppo

Cucina bresciana: Pranz i

Domande alla nutrizionista:LA REGOLARITA’ PER UNA DIETA EQUILIBRATA

La dott.ssa Subacchi riponde alle Vs domande scrivendo a: [email protected] Riceve a: MANERBIO (BS) Poliambulatorio

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grossi. Quando saranno rosolate aggiungete un bicchiere di passata di pomodoro e le lenticchie. Salate, coprite con il coperchio e lasciate insaporire per 20 minuti allungando, se necessario, con un bicchiere d’acqua.

FRITTATA DI MAIALEper 4-6 persone

Ingredienti: 2-3 hg di salame (in alternativa salsiccia, salame cotto e/o avanzi tritati di antipasti misti preferibilmente non stagionati), 8 uova, 1 cipolla, 50 g di formaggio grattuggiato e olio d’oliva.

Procedimento: imbiondite la cipolla tagliata fine in un tegame antiaderente, aggiungete il trito grossolano di salumi e fate saltare a fuoco lento nel tegame precedentemente oliato. A parte sbattete le uova con il formaggio, un pizzico di sale e se volete, qualche aroma di stagione. Unite il composto al soffritto, mescolate con cura e portate a cottura la frittata che avrete cotto da ambo i lati aiutandovi per rovesciarla appena rappresa con un piatto o un coperchio.

ROGNONE TRIFOLATOper 4 persone

Ingredienti: 600 g di rognone di vitello, 50 g di burro, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, 1 spicchio d’aglio, il succo di 1/2 limone, aceto di vino, olio d’oliva, sale e pepe.

Procedimento: lavate ripetutamente il rognone in acqua fredda, privatelo dell’eventuale grasso e del nervo spugnoso che si trova all’interno e mantenetelo immerso in acqua e un po’ di aceto per una decina di minuti in modo da fargli perdere il caratteristico odore. Tagliatelo poi a fettine sottili e mettetelo in padella con un po’ d’olio e fatelo saltare per un paio di minuti a fuoco vivace. Toglietelo dalla padella scolandolo dall’acqua che si sarà formata sul fondo della padella ed eliminatela. Rimettete al fuoco la padella con il burro e qualche cucchiaiata di olio, aggiungete l’aglio e, dopo 1 minuto, ributtatevi dentro il rognone. Fatelo cuocere per non più di 5 minuti a fuoco piuttosto alto. Eliminate lo spicchio d’aglio, salate e pepate il rognone e cospargetelo con il prezzemolo tritato. Togliete il rognone dal fuoco, spruzzatelo con il succo di limone, rimescolatelo e versatelo sul piatto di portata. Guarnite la preparazione, volendo, con dei crostini di pane dorati nell’olio o nel burro, oppure tostati in forno. Servite subito in tavola con il contorno suggerito.

FAGIANO O FARAONA IN SALMÌper 4 persone

Ingredienti per la marinatura: 1 l di buon vino rosso, 1 carota, 1 cipolla, 1 gamba di sedano, 2 chiodi di garofano, 1 spicchio d’aglio, 1 foglia di alloro, 1 rametto di rosmarino, 1 rametto di timo e 5 bacche di ginepro.

Ingredienti per la base: 1 fagiano o faraona di 1,2 kg, 100 g di pancetta affumicata, Brandy o grappa, poco olio d’oliva, sale e pepe.

Procedimento: pulite e tagliate a pezzi piccoli il fagiano o la faraona (ne usciranno 10-12 porzioni), prendete una capiente terrina per preparare la marinatura.Pulite e tagliate a pezzi medi la carota, la cipolla e il sedano, adagiateli nella terrina e aggiungete gli aromi (timo, rosmarino, alloro, bacche di ginepro, aglio e chiodi di garofano).Versateci sopra il vino rosso (di buona qualità) e immergetevi il fagiano/faraona sino a coprire tutti i pezzi. Chiudete la terrina con pellicola trasparente e mettete in frigo per almeno 12 ore. Trascorso il giusto tempo per la marinatura, togliete il fagiano/faraona e scolate le verdure.Tritate a piccoli pezzettini la verdura della marinatura in queste quantità: solo 1/4 della cipolla, 2 pezzi di carota e 2 pezzi di sedano.In una capiente pentola mettete a soffriggere con un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva le verdure tritate in precedenza e la pancetta affumicata, poco dopo aggiungete i pezzi di fagiano/faraona e fate ben rosolare da entrambe i lati, quando tutto avrà preso colore bagnate con il Brandy o la grappa; fate evaporare per alcuni minuti avendo cura di girare i pezzi per far si che si cuociano uniformemente.A questo punto aggiungete un paio di bicchieri del vino della marinata man mano occorra.Aggiustate con sale e pepe.Naturalmente potrete accompagnare questo piatto con fumante polenta da servire al momento.

G e n t i l i s s i m a d o t t o r e s s a Subacchi, sono una donna di 50 anni, lavoro in un ristorante e questo mi porta a non essere regolare nei pasti. Desidero dimagrire ma non so più cosa fare, ho sentito

che alcune vitamine aiutano a dimagrire. Volevo chiederle se mi può aiutare dandomi qualche consiglio, utile per lo stile di vita che io faccio. Grazie TatianaUna delle prime cose da acquisire in una corretta alimentazione è la regolarità e il non saltare i pasti. Purtroppo il suo lavoro non le permette di fare questo ma dovrebbe il più possibile considerarlo come fattore prioritario. Come viene effettuata la colazione?

Se la fa troppo tardi rischia poi di non riuscire ad assumere uno spuntino, mentre uno dei “trucchi” per attivare il metabolismo sarebbe proprio quello di mangiare poco e spesso. Il suo pranzo come è costituito?La cena mi riferisce che quando la fa è a base di pasta o verdura ma molto tardi e questo anche insieme, potrebbe andare bene se il pranzo fosse costituito ad esempio da un secondo piatto. Inutile dire che i farmaci o integratori per dimagrire hanno l’effetto che quando non si assumono più (e si spera lo siano stati sotto prescrizione medica) fanno l’effetto opposto. Non ci sono al momento farmaci miracolosi in questo senso. Le consiglierei di cominciare un percorso iniziando da un check up in cui vengano valutati esami metabolici e ormonali. Da qui potrà partire per effettuare una consulenza nutrizionale specifica per il suo stato fisiologico, visto che esperienze precedenti non hanno portato beneficio.

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RubrichePag . 16

Ingredienti per la pasta:250 g di farina + il necessario per la spianatoia e la tortiera, 3 cucchiai di zucchero, 125 g di burro + il necessario per la tortiera e 1 uovo.Per la guarnizione: 1 l di latte, 1 stecca di vaniglia, 200 g di riso per minestre, 100 g di zucchero, 3 uova e 20 cl di panna da montare.Preparazione: Mettete nel recipiente del robot da cucina la farina, lo zucchero, il burro a pezzetti e l’uovo. Azionate l’apparecchio a intermittenza, impastando velocemente e unendo, se necessario, 1-2 cucchiai di acqua. Riunite l’impasto a palla, avvolgetelo in un foglio di pellicola per alimenti e tenetelo a riposare per 1 ora sul ripiano più basso del frigorifero.Versate il latte in una casseruola, aggiungete la stecca di vaniglia incisa per il lungo e portate a ebollizzione.Mettete il riso in un colino e sciacquatelo

rapidamente sotto l’acqua corrente.Versate il riso a pioggia nella casseruola e mescolate; coprite parzialmente il recipiente e lasciate cuocere a fuoco basso per 25 minuti. Unite lo zucchero, mescolate e proseguite la cottura per altri 5 minuti: il riso dovrà assorbire tutto il latte. Eliminate la stecca di vaniglia.Fate intiepidire, poi incorporate nel riso le uova (aggiungetene uno per volta) e la panna. Infarinate la spianatoia e stendete l’impasto, con cui fodererete una tortiera imburrata e infarinata. Bucherellate con una forchetta lo strato di pasta steso sul fondo. Fate cuocere la base di pasta per 10 minuti in forno preriscaldato a 180° C; sfornate e coprite la pasta con il composto a base di riso.Infornate di nuovo, abbassate la temperatura a 150° C e lasciate cuocere per altri 40-50 minuti. Servite la torta di riso tiepida o fredda.

Il nostro dialettoTermini in via d’estinzione

TORTADI

RISOMéa: scoria del ferrro.Meàr, mearìna, meàra: stoppia del miglio.Mecanecìa: meccanismo frenante per i carri in discesa.Mécol: mucchio, catasta.Mèda: massa, mucchio, catasta di legna o letame.Mezafrèda: tentennante, indeciso.Médal: deposito di ferro, cava o miniera.Médol: cava di pietra.Megiéra: donna brutta, astiosa e collerica.Mèl: collare del cane.Mèla: asino, coltello taglia salumi lungo e rettangolare, spada o brando.Melèns: melenso, stordito, impostore, subdolo.Mèlga, melgastrèi: foraggio fresco (saggina o meliga).Melgàs: fusto del granoturco.Melüna: capo, testa, zucca.Mèm: liquido in genere, acqua.Menaröla: trapano a mano del falegname, succhiello, attrezzo rustico per la spelaia del baco.Menèl(a): deschetto (tavolino da calzolaio).Mènera: chiave inglese.Menés: polenta e mascarpone, pasticcio e

confusione.Mèngol: ermafrodito.Menéne, menine, migniene: carezza, moina o coccola.(S)mensaröl: scopino, falcetto.Mercandèl: merciaio ambulante.Mesaröl: falciola corta con manico.Mesér: suocero.Méza: madia, paga del mandriano.Mèza: tavola del macellaio.Mezà: stecca media del biliardo.Mezalà: panno metà cotone e metà lana.Mezàna: donna di malaffare, matassa.Mezanì: mezzanino, matassino.Mezé: mezzina, ciascun lato intero del lardo di un maiale.Mezèna: mezzo animale (maiale).Mezèt: recipiente dove viene lavorato il macinato di carne di maiale, mediatore di bestiame.Mézol: parte di mezzo del fondo di una botte, mensola, cariatide, ceppo delle campane.Mìca, michèt: pane piccolo.Micà: intingere.Michelàs: fannullone.Mìgol, mìgola, migulì: bricciola, pezzettino, inezia.

Maggio 2015