EDITORIALE Qualcuno ha paura? · 2019-07-25 · negli anni della dittatura di Pi-nochet ha accolto...

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GAA 6500 Bellinzona 1 Mutazioni: SEV casella postale 3000 Berna 6 N. 20 24 ottobre 2013 89.mo anno Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch Le oltre 1300 fir- me raccolte espri- mono la grande preoccupazione di un intero settore sempre più sotto pressione dalla li- beralizzazione. All’indomani dalla consegna delle peti- zione contro il dumping salariale, a mezzo stampa FFS Cargo si lascia anda- re a mezze verità, che il SEV ha poi smascherato. Le firme sono state con- segnate direttamente nelle mani del presidente del Consiglio di Stato da una folta delegazione di ferrovieri. a pagina 5 FFS Cargo, consegnata la petizione 1322 firme contro il dumping Gi Antonio Hodgers perora la causa dei trasporti pubblici. Pagine 6 e 7 Intervista L’Unione sindacale ha dato appuntamento a tutte le organizzazioni progressiste nel «salotto buono» di Lugano. Pagina 2 Manifestazione USS a Lugano Tempo parziale alle FFS: dipendenti ultraflessibili. Pagina 16 Focus.sev Nonostante i toni entusiastici adottati dall’azienda nell’ultimo numero della sua rivista per il personale «In viaggio», lavorare a tempo parziale alle FFS non è proprio una passeggiata. La realtà quotidiana «al fronte» appare diversa da quella idillia- ca descritta dai responsabili del progetto e da altri dipendenti molto ben qualificati. Le testimonianze raccolte da contatto.sev sono molto più amare: oltre alle richieste di massima flessibilità, il persona- le di Micronic riceve i suoi turni solo con qualche settimana di anticipo, con le immaginabili conseguenze per la pianificazio- ne della propria vita privata e fa- migliare e deve prestare un numero esagerato di ore supple- mentari, la cui compensazione viene stabilita unilateralmente dal datore di lavoro. La situazione non è migliore presso altre categorie, come per esempio nel personale treno, dove chi lavora a tempo parziale deve, in linea di massima, lavo- rare il medesimo numero di weekend dei colleghi a tempo pieno. Leggere di come le cose vanno bene per i quadri a tempo par- ziale, suona come una provoca- zione, suscettibile di allargare un’ulteriore crepa nel già fragile rapporto tra le parti sociali. EDITORIALE « Un’ulteriore crepa nel già fragile rapporto tra le parti sociali » . Vivian Bologna, redattore contact.sev Le FFS sostengono infatti in una loro in- formazione ai quadri che i salari vengo- no concordati con i partner sociali, di- menticandosi tuttavia che questi ultimi non hanno assolutamente niente da dire sui salari dei quadri. Secondariamente, riprendono l’argomento delle ingerenze dello Stato nelle questioni salariali. Per un’azienda di proprietà proprio dello Stato, è un’argomentazione per lo meno strana. Il SEV sostiene per contro l’iniziativa 1:12, dato che gli eccessi salariali ali- mentano solo l’avidità di certi manager e vanno a scapito dell’equità salariale. Dossier alle pagine 8, 9 e 10 Qualcuno ha paura? Le FFS hanno preso ufficial- mente posizione sull’iniziativa 1:12. La cosa sorprende, per- ché l’unico ad esserne toccato sarebbe il CEO Meyer, come sorprendono gli argomenti. L’iniziativa dei Giovani socialisti in votazione il prossimo 24 novembre Unia I sindacati hanno inoltrato la loro richiesta per le trattative salariali con le FFS. Il punto principale riguarda l’evolu- zione salariale di chi è ancora in carriera: dopo due anni in cui è stata messa a disposizione solo la percentuale minima, i sindacati richiedono di correggere la rotta, mettendo a disposizione l’1,3 % della massa salariale, oltre ad uno 0,5 % di aumento generalizzato. a pagina 3 Trattative salariali: è ora di dare un segnale

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GAA6500 Bellinzona 1

Mutazioni:SEV casella postale 3000 Berna 6

N. 20

24 ottobre201389.mo anno

Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch

Le oltre 1300 fir-me raccolte espri-mono la grandepreoccupazione diun intero settoresempre più sottopressione dalla li-beralizzazione.

All’indomani dalla consegna delle peti-

zione contro il dumping salariale, amezzo stampa FFS Cargo si lascia anda-re a mezze verità, che il SEV ha poismascherato. Le firme sono state con-segnate direttamente nelle mani delpresidente del Consiglio di Stato dauna folta delegazione di ferrovieri.

a pagina 5

FFS Cargo, consegnata la petizione

1322 firme contro il dumping

Gi

Antonio Hodgers perorala causa dei trasportipubblici.

Pagine 6 e 7

IntervistaL’Unione sindacale ha dato appuntamento atutte le organizzazioni progressiste nel«salotto buono» di Lugano.

Pagina 2

Manifestazione USS a LuganoTempo parziale alleFFS: dipendentiultraflessibili.

Pagina 16

Focus.sev

Nonostante i toni entusiasticiadottati dall’azienda nell’ultimonumero della sua rivista per ilpersonale «In viaggio», lavorarea tempo parziale alle FFS non èproprio una passeggiata.La realtà quotidiana «al fronte»appare diversa da quella idillia-ca descritta dai responsabili delprogetto e da altri dipendentimolto ben qualificati.

Le testimonianze raccolte dacontatto.sev sono molto piùamare: oltre alle richieste dimassima flessibilità, il persona-le di Micronic riceve i suoi turnisolo con qualche settimana dianticipo, con le immaginabiliconseguenze per la pianificazio-ne della propria vita privata e fa-migliare e deve prestare unnumero esagerato di ore supple-mentari, la cui compensazioneviene stabilita unilateralmentedal datore di lavoro.La situazione non è migliorepresso altre categorie, come peresempio nel personale treno,dove chi lavora a tempo parzialedeve, in linea di massima, lavo-rare il medesimo numero diweekend dei colleghi a tempopieno.Leggere di come le cose vannobene per i quadri a tempo par-ziale, suona come una provoca-zione, suscettibile di allargareun’ulteriore crepa nel già fragilerapporto tra le parti sociali.

EDITORIALE

«Un’ulteriore crepa nel giàfragile rapporto tra le partisociali».

Vivian Bologna, redattore contact.sev

Le FFS sostengono infatti in una loro in-formazione ai quadri che i salari vengo-no concordati con i partner sociali, di-menticandosi tuttavia che questi ultiminon hanno assolutamente niente da diresui salari dei quadri. Secondariamente,riprendono l’argomento delle ingerenzedello Stato nelle questioni salariali. Perun’azienda di proprietà proprio delloStato, è un’argomentazione per lo menostrana.Il SEV sostiene per contro l’iniziativa1:12, dato che gli eccessi salariali ali-mentano solo l’avidità di certi managere vanno a scapito dell’equità salariale.

Dossier alle pagine 8, 9 e 10

Qualcuno ha paura?Le FFS hanno preso ufficial-mente posizione sull’iniziativa1:12. La cosa sorprende, per-ché l’unico ad esserne toccatosarebbe il CEO Meyer, comesorprendono gli argomenti.

L’iniziativa dei Giovani socialisti in votazione il prossimo 24 novembre

Unia

I sindacati hanno inoltrato la lororichiesta per le trattative salariali con leFFS. Il punto principale riguarda l’evolu-zione salariale di chi è ancora in carriera:dopo due anni in cui è stata messa adisposizione solo la percentuale minima,i sindacati richiedono di correggere larotta, mettendo a disposizione l’1,3 %della massa salariale, oltre ad uno 0,5 %di aumento generalizzato.

a pagina 3

Trattative salariali:è ora di dare un segnale

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ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 20/1324.10.2013

Le FFS provanoocchiali anti laser ■ La Ruag ha sviluppatoocchiali che proteggono dairaggi laser di diversi colori elunghezze d’onda. Secondo leindicazioni della Ruag, sarebbe-ro quindi efficaci anche contro iPointer laser in commercio,mantenendo una permeabilitàalla luce di oltre il 40 % edistorcendo solo in misuraminima i colori. Da noi interro-gato, il portavoce FFS ChristianGinsig ha indicato che ladivisione viaggiatori FFSintende testarne alcuni perverificarne il comfort, anche peri portatori di occhiali e lapercezione dei colori dello

schermo ETCS. Le primeconclusioni dovrebbero poteressere tratte ad inizio 2014.

Nuova firma percontact.sev ■ Da questo numero, l’edizioneromanda del nostro giornaleporterà, oltre a quella diHenriette Schaffter, la firma diVivian Bologna.

Vivian abita a Bienne, èsposato, ha 2 figli piccoli e uno

in arrivo. Di genitori italiani, èbilingue francese-italiano. Daultimo era redattore del«Journal du Jura», dove eraanche membro della commissio-ne aziendale. A lui un calorosobenvenuto e gli auguri di moltesoddisfazioni da parte dellanostra redazione.

IN BREVE

..

Raoul Ghisletta (VPOD) ha par-lato di lavoro, ma anche dellastampa leghista, contro cui si èscagliato senza peli sulla lin-gua. Ghisletta si è schieratocontro i tagli sul personale del-lo Stato, sui sussidi di cassamalati e contro la vergognosatassa sulla salute per gli anzia-ni e invalidi a domicilio, 8 fran-chi al giorno: «No alle disdettedei contratti precari a Lugano.Sono questi i cibi indigesti pre-parati da tre cuochi ticinesi,che hanno le tre stelle nere deipeggiori ristoranti: questi cuo-chi sono Bignasca, Quadri eCattaneo. Con le loro idee vo-gliono svuotare sempre più lecasse dei Comuni e del Canto-ne e caricare la gente di costi.In Ticino bisogna finirla con lapolitica finanziaria neoliberi-sta. Gridiamo vergogna ai pa-droni e ai borghesi! Vergogna!Per questo – ha tuonato Ghi-sletta – dobbiamo votare Sì aisalari minimi di 4000 franchi eSì alla riduzione degli scartieccessivi tra stipendi bassi edelevati (iniziativa 1:12)». Del-l’erosione dei diritti e dallaproliferazione di contratti conun salario troppo basso haparlato anche il sindacalistaEnrico Borelli (Unia): «Una veravergogna, una situazione inac-cettabile! Per Borelli, infatti, leresponsabilità non sono da at-tribuire ai migranti, bensì «adun padronato sempre più irre-sponsabile e privo di etica, e alpotere politico che negli ultimi20 anni ha costruito le condi-zioni quadro che hanno per-messo di sviluppare questoscempio». Per il sindacalista laricetta per uscire da questa si-tuazione è «rafforzare i dirittidi tutti i lavoratori per frenarela messa in concorrenza e ledivisioni che fanno solo gli in-teressi dei padroni».

Pietro Gianolli (SEV) ha denun-ciato i pericoli che incombonosul trasporto pubblico a causadei tagli annunciati dal Canto-ne. «È successo nel 2013,quando ha voluto imporre taglilineari dell’1,8 % sui sussidisenza ridurre le prestazioni.Scenario che si ripeterà neiprossimi anni. Oltre ai tagli –ha evidenziato Gianolli – si mi-nacciano deregolamentazionidi prestazioni che si voglionomettere a concorso esponendole imprese a situazioni di con-correnza di cui conosciamo sintroppo bene le conseguenze:dumping salariale e sociale.Tutto ciò è frutto di una scelle-rata politica fiscale. E c’è chiancora, come l’ex partizione,torna alla carica con sgravi fi-scali».A nome di Belticino GiancarloNava ha detto: «Rappresentia-mo gruppi eterogenei compo-sti da cittadine e cittadini ditutti i partiti e di tutte le estra-zioni sociali. Amiamo il nostroTicino e la gente che lo abita o

vi lavora, frontalieri e straniericompresi. Vogliamo salvarequanto resta delle bellezze delnostro paese, lo vogliamo sal-vare dalla speculazione, dagliintrallazzi e dalle privatizzazio-ni. Vogliamo un Ticino bello eaccogliente, come quello chenegli anni della dittatura di Pi-nochet ha accolto diverse fami-glie di cileni, solidale verso chiha più bisogno, rispettoso,creativo ed unito»!Gina La Mantia, vice presiden-te del PS, ha esordito affer-mando: «Siamo qui, uniti, percontrastare i tagli sulle presta-zioni sociali, e sui dipendenti.Chiediamo affitti accessibili achi lavora e vive nel Cantone,assicurazioni sociali e servizipubblici che permettano a tutti

i cittadini e le cittadine di far-cela, anche quando sono indifficoltà. Siamo qui per riven-dicare una politica attenta al-l’ambiente in cui viviamo edove crescono e cresceranno inostri figli e nipoti. Sono fieradi essere una donna della sini-stra, sono orgogliosa di esserequi con voi. Con voi difendo inostri valori comuni, che sonoquelli della solidarietà, del-l’unità e dell’uguaglianza. Laxenofobia, il razzismo, il sessi-smo e il fascismo da noi nontrovano e non troveranno alcunspazio, né oggi, né mai».

red

Valori non negoziabiliA Lugano una ventina di organizzazioni hanno manifestato contro tagli e intolleranza

La coesione sociale sibasa su valori come ri-spetto, tolleranza, soli-darietà, difesa dei diritticivili, sindacali e delservizio pubblico, mes-so in croce dai tagli.

frg

Per una società aperta e solidale.

frg

Ivan Cozzaglio e Pietro Gianolli.

gi

Raoul Ghisletta ha criticato i toni e contenuti della destra ticinese.

ATTUALITÀ

...... 3

contatto.sevN. 20/1324.10.2013

C’è bisogno di sondaggi per sapere se un Governo è im-popolare quando la situazione economica non è buona,quando amministra una cura molto severa di austerità ecommette qualche gaffe? Probabilmente no. Le cifrehanno la parvenza, ma solo quella, dell’oggettività.I sondaggi esibiscono pure un’apparente rappresenta-tività dell’insieme della popolazione. Grazie alle inchie-ste in linea, l’impopolarità, che è il sostitutopoliticamente corretto di malcontento, finisce immedia-tamente sui giornali o sugli schermi TV.Da circa un ventennio, l’impopolarità di politici e gover-nanti è salita notevolmente. La domanda che segue aquesto punto è se mai si possa governare con un tassod’impopolarità così alto. Si potrebbe anche obiettare, econ qualche ragione, che è facile prendersela con i poli-tici, bersaglio facilmente identificabile, al contrario diquel potere subdolo, nascosto, non facilmente decifrabi-le che è il potere dei soldi e della finanza. L’impopolaritàpuò essere anche un pretesto per far pressione sui go-verni e per ottenere qualcosa che dai poteri occulti einarrivabili non è possibile.Non è altro che un giuoco di tira e molla a uso anchedella stampa per orientare l’opinione pubblica in unadirezione piuttosto che un’altra.A volte ci si azzecca, la storia è piena di questi episodi,specie negli Stati Uniti, dove i sondaggi a tappeto hannopreso il via per eleggere presidenti e sfavorirne altri. Co-sì come certe bugie pubbliche bellamente sostenute dainchieste apparentemente autentiche, che indirizzano ilgiudizio della gente verso il preconcetto più che verso larealtà dei fatti. Le armi di distruzione di massa sono di-ventate proverbiali, così come le informazioni abbelliteche venivano dall’Afghanistan, o certe proiezioni eletto-rali interpretate ad arte.È provato che queste deviazioni politiche hanno avuto illoro riscontro, a volte decisivo, come l’intervento armatoin Iraq o il ritiro delle truppe da altri paesi agguerriti eben attrezzati. In Europa queste azioni sono forse menoplateali, frastagliate da lingue, culture e obiettivi più ri-stretti e nazionali. Non per questo ne siamo immuni, an-zi. Il potere è quasi per definizione impopolare, è l’unicobaluardo al quale, pur inutilmente, ci di può sbatterecontro.

Impopolarità al potere

IL COLORE DEI SOLDIFABRIZIO FAZIOLI

mad

Alberto Cherubini volta pagina

Alberto Cherubini, redattore di «Travail et Transport» , dell’«’Evènement syndical» e poi di«contact.sev» e maratoneta a tempo perso, ha preso una bella rincorsa... ed è passato alla me-ritata pensione. A lui un grande grazie per la collaborazione e molte soddisfazioni nella suanuova attività di casalingo e... maratoneta a tempo pieno.

Rispetto all’evoluzione salaria-le, vi sono due gruppi di inte-resse: chi ha ancora prospetti-ve di avanzamento e chi inveceè già al massimo del suo livelloo ha una garanzia a seguitodell’introduzione di Toco. Conle richieste salariali per il2014, la comunità di trattativechiede misure per entrambi igruppi, pur mettendo l’accentosu chi (in maggioranza giovani)è ancora in carriera. Lo ribadi-sce il vicepresidente SEV Ma-nuel Avallone: «con i mezzi ri-dotti destinati negli ultimi dueanni al sistema salariale, le FFShanno mancato i loro stessiobiettivi di aumento salarialeindividuale. Adesso bisogna ri-mediare.»Per il 2012 e il 2013, le FFS

hanno infatti destinato solo laquota minima dello 0,5 per-cento della massa salarialeagli aumenti individuali. Inquesto modo, invece dei 20anni previsti dal CCL per pas-sare dal minimo al massimodel proprio livello, ne occorre-rebbero 32. Un valore che i sin-dacati, nella loro rivendicazio-ne rivolta alle FFS, hannodefinito irrealistico e per cor-reggere il quale hanno chiestodi mettere a disposizione l’1,3percento della massa salariale.«Noi chiediamo una misura in-dispensabile per favorire la fe-deltà all’azienda da parte digiovani qualificati, che altri-menti si indirizzerebbero pre-sto verso altre aziende» haprecisato Avallone.Oltre a ciò, la comunità di trat-tative, che riunisce SEV, VSLF,AQTP e Transfair, ha chiestoanche un aumento generaliz-zato dello 0,5 percento: «se-condo noi, è un segnale mini-mo, ma dovuto a tutti coloroche sono giunti al massimodella loro prospettiva salariale,

ma che si impegnano ognigiorno sul proprio posto di la-voro a favore delle ferrovie. Unsegnale reso poi ancora piùnecessario dai problemi di im-magine che hanno attualmentele ferrovie, per ricompattare iranghi del proprio personale»,ha spiegato Avallone. L’ultimarichiesta presentata dai sinda-cati è di aumentare dell’1% lefasce salariali. Si tratta di unarichiesta priva nell’immediatodi conseguenze concrete sullamassa salariale, ma che dareb-be a collaboratrici e collabora-tori di lunga data una prospet-tiva di un aumento, seppurmodesto, negli anni successi-vi.Le trattative si svolgeranno neimesi di novembre e dicembre.

Peter Moor

Richiesta salariale del SEV e della comunità di trattativa alle FFS

0,5 percento di aumen-to generalizzato e unimporto sufficiente perriconoscere gli avanza-menti salariali. È quan-to hanno chiesto i sin-dacati alle FFS.

Dare un segnale!

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ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 20/1324.10.2013

Le FFS provanoocchiali anti laser ■ La Ruag ha sviluppatoocchiali che proteggono dairaggi laser di diversi colori elunghezze d’onda. Secondo leindicazioni della Ruag, sarebbe-ro quindi efficaci anche contro iPointer laser in commercio,mantenendo una permeabilitàalla luce di oltre il 40 % edistorcendo solo in misuraminima i colori. Da noi interro-gato, il portavoce FFS ChristianGinsig ha indicato che ladivisione viaggiatori FFSintende testarne alcuni perverificarne il comfort, anche peri portatori di occhiali e lapercezione dei colori dello

schermo ETCS. Le primeconclusioni dovrebbero poteressere tratte ad inizio 2014.

Nuova firma percontact.sev ■ Da questo numero, l’edizioneromanda del nostro giornaleporterà, oltre a quella diHenriette Schaffter, la firma diVivian Bologna.

Vivian abita a Bienne, èsposato, ha 2 figli piccoli e uno

in arrivo. Di genitori italiani, èbilingue francese-italiano. Daultimo era redattore del«Journal du Jura», dove eraanche membro della commissio-ne aziendale. A lui un calorosobenvenuto e gli auguri di moltesoddisfazioni da parte dellanostra redazione.

IN BREVE

..

Raoul Ghisletta (VPOD) ha par-lato di lavoro, ma anche dellastampa leghista, contro cui si èscagliato senza peli sulla lin-gua. Ghisletta si è schieratocontro i tagli sul personale del-lo Stato, sui sussidi di cassamalati e contro la vergognosatassa sulla salute per gli anzia-ni e invalidi a domicilio, 8 fran-chi al giorno: «No alle disdettedei contratti precari a Lugano.Sono questi i cibi indigesti pre-parati da tre cuochi ticinesi,che hanno le tre stelle nere deipeggiori ristoranti: questi cuo-chi sono Bignasca, Quadri eCattaneo. Con le loro idee vo-gliono svuotare sempre più lecasse dei Comuni e del Canto-ne e caricare la gente di costi.In Ticino bisogna finirla con lapolitica finanziaria neoliberi-sta. Gridiamo vergogna ai pa-droni e ai borghesi! Vergogna!Per questo – ha tuonato Ghi-sletta – dobbiamo votare Sì aisalari minimi di 4000 franchi eSì alla riduzione degli scartieccessivi tra stipendi bassi edelevati (iniziativa 1:12)». Del-l’erosione dei diritti e dallaproliferazione di contratti conun salario troppo basso haparlato anche il sindacalistaEnrico Borelli (Unia): «Una veravergogna, una situazione inac-cettabile! Per Borelli, infatti, leresponsabilità non sono da at-tribuire ai migranti, bensì «adun padronato sempre più irre-sponsabile e privo di etica, e alpotere politico che negli ultimi20 anni ha costruito le condi-zioni quadro che hanno per-messo di sviluppare questoscempio». Per il sindacalista laricetta per uscire da questa si-tuazione è «rafforzare i dirittidi tutti i lavoratori per frenarela messa in concorrenza e ledivisioni che fanno solo gli in-teressi dei padroni».

Pietro Gianolli (SEV) ha denun-ciato i pericoli che incombonosul trasporto pubblico a causadei tagli annunciati dal Canto-ne. «È successo nel 2013,quando ha voluto imporre taglilineari dell’1,8 % sui sussidisenza ridurre le prestazioni.Scenario che si ripeterà neiprossimi anni. Oltre ai tagli –ha evidenziato Gianolli – si mi-nacciano deregolamentazionidi prestazioni che si voglionomettere a concorso esponendole imprese a situazioni di con-correnza di cui conosciamo sintroppo bene le conseguenze:dumping salariale e sociale.Tutto ciò è frutto di una scelle-rata politica fiscale. E c’è chiancora, come l’ex partizione,torna alla carica con sgravi fi-scali».A nome di Belticino GiancarloNava ha detto: «Rappresentia-mo gruppi eterogenei compo-sti da cittadine e cittadini ditutti i partiti e di tutte le estra-zioni sociali. Amiamo il nostroTicino e la gente che lo abita o

vi lavora, frontalieri e straniericompresi. Vogliamo salvarequanto resta delle bellezze delnostro paese, lo vogliamo sal-vare dalla speculazione, dagliintrallazzi e dalle privatizzazio-ni. Vogliamo un Ticino bello eaccogliente, come quello chenegli anni della dittatura di Pi-nochet ha accolto diverse fami-glie di cileni, solidale verso chiha più bisogno, rispettoso,creativo ed unito»!Gina La Mantia, vice presiden-te del PS, ha esordito affer-mando: «Siamo qui, uniti, percontrastare i tagli sulle presta-zioni sociali, e sui dipendenti.Chiediamo affitti accessibili achi lavora e vive nel Cantone,assicurazioni sociali e servizipubblici che permettano a tutti

i cittadini e le cittadine di far-cela, anche quando sono indifficoltà. Siamo qui per riven-dicare una politica attenta al-l’ambiente in cui viviamo edove crescono e cresceranno inostri figli e nipoti. Sono fieradi essere una donna della sini-stra, sono orgogliosa di esserequi con voi. Con voi difendo inostri valori comuni, che sonoquelli della solidarietà, del-l’unità e dell’uguaglianza. Laxenofobia, il razzismo, il sessi-smo e il fascismo da noi nontrovano e non troveranno alcunspazio, né oggi, né mai».

red

Valori non negoziabiliA Lugano una ventina di organizzazioni hanno manifestato contro tagli e intolleranza

La coesione sociale sibasa su valori come ri-spetto, tolleranza, soli-darietà, difesa dei diritticivili, sindacali e delservizio pubblico, mes-so in croce dai tagli.

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Per una società aperta e solidale.

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Ivan Cozzaglio e Pietro Gianolli.

gi

Raoul Ghisletta ha criticato i toni e contenuti della destra ticinese.

ATTUALITÀ

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contatto.sevN. 20/1324.10.2013

C’è bisogno di sondaggi per sapere se un Governo è im-popolare quando la situazione economica non è buona,quando amministra una cura molto severa di austerità ecommette qualche gaffe? Probabilmente no. Le cifrehanno la parvenza, ma solo quella, dell’oggettività.I sondaggi esibiscono pure un’apparente rappresenta-tività dell’insieme della popolazione. Grazie alle inchie-ste in linea, l’impopolarità, che è il sostitutopoliticamente corretto di malcontento, finisce immedia-tamente sui giornali o sugli schermi TV.Da circa un ventennio, l’impopolarità di politici e gover-nanti è salita notevolmente. La domanda che segue aquesto punto è se mai si possa governare con un tassod’impopolarità così alto. Si potrebbe anche obiettare, econ qualche ragione, che è facile prendersela con i poli-tici, bersaglio facilmente identificabile, al contrario diquel potere subdolo, nascosto, non facilmente decifrabi-le che è il potere dei soldi e della finanza. L’impopolaritàpuò essere anche un pretesto per far pressione sui go-verni e per ottenere qualcosa che dai poteri occulti einarrivabili non è possibile.Non è altro che un giuoco di tira e molla a uso anchedella stampa per orientare l’opinione pubblica in unadirezione piuttosto che un’altra.A volte ci si azzecca, la storia è piena di questi episodi,specie negli Stati Uniti, dove i sondaggi a tappeto hannopreso il via per eleggere presidenti e sfavorirne altri. Co-sì come certe bugie pubbliche bellamente sostenute dainchieste apparentemente autentiche, che indirizzano ilgiudizio della gente verso il preconcetto più che verso larealtà dei fatti. Le armi di distruzione di massa sono di-ventate proverbiali, così come le informazioni abbelliteche venivano dall’Afghanistan, o certe proiezioni eletto-rali interpretate ad arte.È provato che queste deviazioni politiche hanno avuto illoro riscontro, a volte decisivo, come l’intervento armatoin Iraq o il ritiro delle truppe da altri paesi agguerriti eben attrezzati. In Europa queste azioni sono forse menoplateali, frastagliate da lingue, culture e obiettivi più ri-stretti e nazionali. Non per questo ne siamo immuni, an-zi. Il potere è quasi per definizione impopolare, è l’unicobaluardo al quale, pur inutilmente, ci di può sbatterecontro.

Impopolarità al potere

IL COLORE DEI SOLDIFABRIZIO FAZIOLI

mad

Alberto Cherubini volta pagina

Alberto Cherubini, redattore di «Travail et Transport» , dell’«’Evènement syndical» e poi di«contact.sev» e maratoneta a tempo perso, ha preso una bella rincorsa... ed è passato alla me-ritata pensione. A lui un grande grazie per la collaborazione e molte soddisfazioni nella suanuova attività di casalingo e... maratoneta a tempo pieno.

Rispetto all’evoluzione salaria-le, vi sono due gruppi di inte-resse: chi ha ancora prospetti-ve di avanzamento e chi inveceè già al massimo del suo livelloo ha una garanzia a seguitodell’introduzione di Toco. Conle richieste salariali per il2014, la comunità di trattativechiede misure per entrambi igruppi, pur mettendo l’accentosu chi (in maggioranza giovani)è ancora in carriera. Lo ribadi-sce il vicepresidente SEV Ma-nuel Avallone: «con i mezzi ri-dotti destinati negli ultimi dueanni al sistema salariale, le FFShanno mancato i loro stessiobiettivi di aumento salarialeindividuale. Adesso bisogna ri-mediare.»Per il 2012 e il 2013, le FFS

hanno infatti destinato solo laquota minima dello 0,5 per-cento della massa salarialeagli aumenti individuali. Inquesto modo, invece dei 20anni previsti dal CCL per pas-sare dal minimo al massimodel proprio livello, ne occorre-rebbero 32. Un valore che i sin-dacati, nella loro rivendicazio-ne rivolta alle FFS, hannodefinito irrealistico e per cor-reggere il quale hanno chiestodi mettere a disposizione l’1,3percento della massa salariale.«Noi chiediamo una misura in-dispensabile per favorire la fe-deltà all’azienda da parte digiovani qualificati, che altri-menti si indirizzerebbero pre-sto verso altre aziende» haprecisato Avallone.Oltre a ciò, la comunità di trat-tative, che riunisce SEV, VSLF,AQTP e Transfair, ha chiestoanche un aumento generaliz-zato dello 0,5 percento: «se-condo noi, è un segnale mini-mo, ma dovuto a tutti coloroche sono giunti al massimodella loro prospettiva salariale,

ma che si impegnano ognigiorno sul proprio posto di la-voro a favore delle ferrovie. Unsegnale reso poi ancora piùnecessario dai problemi di im-magine che hanno attualmentele ferrovie, per ricompattare iranghi del proprio personale»,ha spiegato Avallone. L’ultimarichiesta presentata dai sinda-cati è di aumentare dell’1% lefasce salariali. Si tratta di unarichiesta priva nell’immediatodi conseguenze concrete sullamassa salariale, ma che dareb-be a collaboratrici e collabora-tori di lunga data una prospet-tiva di un aumento, seppurmodesto, negli anni successi-vi.Le trattative si svolgeranno neimesi di novembre e dicembre.

Peter Moor

Richiesta salariale del SEV e della comunità di trattativa alle FFS

0,5 percento di aumen-to generalizzato e unimporto sufficiente perriconoscere gli avanza-menti salariali. È quan-to hanno chiesto i sin-dacati alle FFS.

Dare un segnale!

Page 4: EDITORIALE Qualcuno ha paura? · 2019-07-25 · negli anni della dittatura di Pi-nochet ha accolto diverse fami-glie di cileni, solidale verso chi ha più bisogno, rispettoso, creativo

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4 INTERNAZIONALEcontatto.sevN. 20/1324.10.2013

Mercoledì 9 ottobre è stata lagiornata d’azione dei sindacatieuropei dei ferrovieri che si op-pongono al quarto pacchettoferroviario dell’Unione euro-pea. Esso prevede una serie dimisure per la liberalizzazionecompleta delle ferrovie, trascu-rando rischi e inconvenienti diquesto approccio. A questagiornata ha aderito anche ilSEV, considerate le ripercus-sioni sul nostro paese delle de-cisioni dell’UE nel settore deitrasporti.

La Svizzera dipende dalledecisioni di BruxellesIl SEV segue da tempo e conmolta attenzione la politica deitrasporti dell’Unione europea,che è direttamente collegata aquella della Svizzera a seguitodell’accordo sui trasporti terre-stri. «Da noi, constatiamo unacerta smania di fare i primi del-la classe» ha rilevato il presi-dente del SEV Giorgio Tuti:«basta pensare al rapporto de-gli esperti sull’organizzazionedell’infrastruttura ferroviaria,attualmente al vaglio del Con-siglio federale».Nell’ambito di questa giornata

d’azione, organizzata dalla fe-derazione europea dei lavora-tori dei trasporti ETF, il SEV hainviato una lettera ai membridella commissione dei traspor-ti del Parlamento europeo, incui ha illustrato la posizionesulla politica europea dei tra-sporti presa in primavera dalproprio congresso.

Evitare il dumping salarialeNel testo di orientamento pro-grammatico «Europa», appro-vato in presenza della consi-gliera federale Doris Leuthard,si precisa che: «L’ETF e il SEVvogliono impedire la liberaliz-zazione del traffico viaggiatorivia ferrovia. Si impegnano con-tro la concorrenza in questosettore, poiché rischia di gene-rare una penuria per l’utenza edi mettere in pericolo i posti dilavoro. Si alleano per evitare ildumping salariale e sociale,schierandosi chiaramente a fa-vore del mantenimento deglistandard sociali e della prote-zione dei lavoratori e delle la-voratrici in occasione dei bandidi concorso per le prestazionidi trasporti pubblici su stradae ferrovia».

I sindacati dell’ETF attivi neipaesi dell’UE, dal canto loro sisono rivolti ai e alle parlamen-tari dell’UE inviando delle car-toline postali. Con il motto«Giù le mani dalle ferrovie eu-ropee!», l’ETF ha espressochiaramente la propria posizio-ne: «Con il quarto pacchettoferroviario, la commissione eu-ropea apre alla totale liberaliz-zazione di tutti i servizi di tra-sporto viaggiatori via ferroviaper introdurre il medesimo mo-dello frammentato in tutti gli

Stati membri. Nonostantel’esperienza maturata con lacrisi finanziaria, la commissio-ne si ostina a brandire i propridogmi neoliberisti per la ferro-via. E sostiene imperterrita chela liberalizzazione del mercatosia la soluzione miracolo, igno-rando bellamente i danni giàcausati in questo settore dallasedicente liberalizzazione».

Una contraddizione flagranteGiorgio Tuti evidenzia l’ele-mentare contraddizione nella

posizione dell’UE: «Nel settoredella ferrovia la Svizzera vienesempre indicata come modelloe allo stesso tempo le medesi-me persone esigono una com-pleta separazione tra esercizioe infrastruttura. Ma è propriola ferrovia integrata – ossiaesercizio e infrastruttura inuna sola mano – ad esserel’elemento portante del model-lo di successo delle FFS».

SEV

Per una ferrovia integrata ! Giornata d’azione europea dei sindacati dei ferrovieri

Jörg

Mat

ter

Le posizioni del SEV sulla politica europea dei trasporti sono state definite lo scorso 24 maggio dalCongresso, in presenza della consigliera federale Doris Leuthard.

Il programma originale preve-deva diversi interventi sullasituazione della gioventù neirispettivi paesi. Alcuni forfaitdell’ultima ora hanno obbligatol’organizzatore Jérôme Hayoz arivedere tutto lo svolgimento.Beat Ringger, dell’organizzazio-ne «pensieri in rete» ha quindiavuto spazio per spiegare com-piutamente i retroscena dell’at-

tuale crisi e i gravi pericoli delcrescente accentramento di ri-sorse da parte dei manager.

Disoccupazione giovanileallarmante!Il convegno ha poi visto lo svol-gimento di workshops per ana-lizzare le conseguenze per igiovani della crisi economica inFrancia, Spagna e Grecia, conparticolare attenzione alla dis-occupazione giovanile.

La situazione in AustriaIl convegno ha visto la parteci-pazione di due rappresentantidel movimento giovanile delsindacato austriaco Vida. In Au-stria, l’8,6 % dei giovani tra i 15

e i 24 anni sono alla ricerca diun lavoro. Questa cifra non tie-

ne conto di impiegati dai localiprogrammi dei servizi del mer-

cato del lavoro. Anche in Au-stria vige un sistema di forma-zione duale, scolastica e di ap-prendistato. Lo stato garantiscela possibilità di concludere unaformazione professionale.Mancando però i posti di ap-prendistato, sono state createpossibilità di formazione ex-tra-aziendale, finanziate daiservizi del mercato del lavoro.Per combattere il disimpegnodelle aziende nei confronti del-la formazione professionale, isindacati hanno proposto lacreazione di un fondo alimenta-to da 1 percento della massasalariale.

Jörg Matter

Il convegno della gioventù SEV, svoltosi sul lago di Zurigo, ha esaminato diversi aspetti della crisi economica

Inserire i giovani nel lavoro!Le premesse per questaedizione del convegnodella gioventù non era-no certo favorevoli, mahanno finito per propi-ziare relazioni estrema-mente interessanti.

Mario Drapela e Christopher Badalec della gioventù Vida.

Page 5: EDITORIALE Qualcuno ha paura? · 2019-07-25 · negli anni della dittatura di Pi-nochet ha accolto diverse fami-glie di cileni, solidale verso chi ha più bisogno, rispettoso, creativo

REGIONE ......

5contatto.sevN. 20/1324.10.2013

All’indomani dalla consegnadelle petizioni contro il dum-ping salariale, a mezzo stampaFFS Cargo si lascia andare amezze verità affermando dinon aver lasciato a casa nes-sun macchinista (così titola laRegione sull’edizione del 16ottobre). «Sostenendo di nonaver potuto assumere più di 3macchinisti (invece dei 19 pro-messi) a causa della perdita didue coppie di treni – esclama ilsindacalista del SEV AngeloStroppini – FFS Cargo non dicela verità. Due coppie in menosignifica infatti al massimo 3macchinisti in meno da assu-mere. Considerato che altridue nel frattempo hanno la-sciato l’azienda, a conti fatti afine anno non ci saranno abba-stanza macchinisti per trainarei treni. La situazione è pertantopeggiore. Sostenere la tesi delpieno impiego, è un affronto acoloro che hanno firmato la pe-tizione».Rinfrescare la memoria è dun-que buona cosa. Ad aprile2013, BLS Cargo ha perso granparte del suo traffico sull’assedel Gottardo. La DB SchenkerRail ha deciso di affidare i tra-

sporti tra Germania e Italia aFFS Cargo. Per la prima volta inSvizzera, numerosi macchini-sti, tra cui 5 ticinesi, restanosenza lavoro. Perché? PerchéFFS Cargo ha ripreso tutti i tre-ni ma non il personale. Con laperdita di questo importanteappalto, anche 4 collaboratoridel personale di terra addettoai controlli tecnici di frontierahanno perso il lavoro.Grazie all’elaborazione di unpiano sociale con BLS, il SEVha limitato le conseguenze sulpersonale; non ha potuto tut-tavia scongiurare i licenzia-menti. FFS Cargo ha dunqueassunto solo in minima parte ilpersonale dell’azienda che haperso l’appalto, mentre ha au-mentato il personale nella suafiliale all’estero (FFS Cargo Ita-lia). Si tratta di un raggiro: infuturo sempre più treni verran-no trasportati da personaleestero con condizioni salariali

della nazione di provenienza,in questo caso l’Italia. Evitandodi assumere personale in Ti-cino, FFS Cargo sposa la prati-ca del dumping salariale. Daun’azienda controllata dallaConfederazione questo mododi agire è intollerabile.Perdono anche il loro impiego13 collaboratori di FFS Cargoaddetti alla sicurezza dei trenimerci alla stazione di Bellinzo-na S. Paolo: il loro lavoro verràinfatti svolto in Italia da colla-boratori italiani di SBB CargoItalia, filiale di FFS Cargo.FFS Cargo non elimina in Ticinosolo posti di lavoro, ma ancheimportanti compiti per la sicu-rezza del traffico ferroviario.Da sottolineare infatti comequesti collaboratori nel corsodegli anni, hanno rilevato tuttauna serie di anomalie, ancherilevanti, per ciò che attiene lasicurezza ferroviaria. Il loromantenimento, se non addirit-

tura un potenziamento, sareb-be pertanto pienamente giusti-ficato. «Il consigliere di StatoPaolo Beltraminelli – sottoli-nea Stroppini – ha ascoltato lenostre ragioni e preso atto del-le rivendicazioni contenutenella petizione».Il quadro appena illustrato è lospecchio dei danni creati dallaliberalizzazione, che il SEV hadenunciato da tempo. E checontinuerà a combattere per-ché la liberalizzazione è forieradi evidenti rischi di dumpingsalariale e sociale. «Nel caso

specifico – conclude Stroppini– i manager si sono soffiati itreni e a farne le spese sonostati i macchinisti licenziati.Mentre la ferrovia non guada-gna una tonnellata in più». No-nostante l’esperienza maturatain questo campo, molti politicisi ostinano a brandire i propridogmi neoliberisti senza curar-si delle conseguenze. Oggi so-no cadute le prime vittime e inassenza di chiare misure dicontrasto ve ne saranno pur-troppo altre.

Françoise Gehring

Il presidente del Consiglio di Stato scende in piazza per ricevere la delegazione di ferrovieri

Le mezze verità di FFS Cargo

Le oltre 1300 firme asostegno della petizio-ne SI ai posti di lavoroqualificati in Ticino –NO al dumping salarialedi FFS Cargo sono stateconsegnate al presiden-te del Consiglio di StatoPaolo Beltraminelli.

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Le firme raccolteesprimono la gran-de preoccupazionedi un intero settoresempre più sottopressione dallaliberalizzazione.

Marco BelloliGiuseppe Lupica

La consegna

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6contatto.sevN. 20/1324.10.2013

■ contatto.sev : Con l’iniziativacantonale «Per trasportipubblici più veloci» chiede-te che sulle strade di Gine-vra venga data la priorità altrasporto pubblico. Concre-tamente quali misure propo-nete per raggiungere questoobiettivo, che a Ginevrasembra una chimera?

Antonio Hodgers : Noi chiedia-mo semplicemente che Gine-vra segua l’esempio di Zurigo,Berna e Basilea, dove il tra-

sporto pubblico gode di un si-stema semaforico preferenzia-le e corsie proprie. È assurdoinvestire nel trasporto pubbli-co se poi essi rimangono bloc-cati in ingorghi di automobili.

■ Il collegamento ferroviarioCEVA, che sarà operativo nel2017, risolverà almeno inparte i problemi di trafficoche affliggono Ginevra?

Sì, ma solo in parte. Lungo lefrontiere del canton Ginevra,

attualmente i movimenti quoti-diani si aggirano attorno ai

550 mila. Il CEVA sarà in gradodi assorbire fino a 6 mila pas-seggeri l’ora, ossia l’equiva-lente di 80 mila veicoli al gior-

no. È già qualcosa, ma nella re-gione di Ginevra occorre un ul-

teriore sviluppo della ferroviaregionale, compreso il raffor-zamento della linea Mande-ment e la costruzione della Ra-quette (che si trova nella zonadelle Nazioni Unite).

■ Secondo recenti statistichele persone che a Ginevraesercitano un’attività lucra-tiva sono 299 mila. Di que-sti, il 27 % vive in Francia eil 10 % in un altro cantone.Quali sono le vostre idee perincoraggiare un numeromaggiore di persone resi-denti al di fuori del cantone

ad utilizzare i mezzi pubbli-ci?

Quando i mezzi pubblici sononumerosi ed efficaci come sul-la rete ferroviaria tra Ginevra eVaud, la percentuale dei pen-dolari che ne fa uso è del 30 %.

Invece quando sono carenti,come in Francia, la percentualedegli utenti scende al 5 %. Oc-corre pertanto sviluppare laferrovia regionale in tutto l’ag-glomerato ginevrino: una mi-sura che deve essere abbinataad una buona politica di P+R.

■ Mentre i bisogni del trafficoregionale aumentano dap-pertutto in Svizzera, l’Ufficiofederale dei trasporti hachiesto al traffico regionaledi risparmiare 2,5 % nel2014 e 1 % supplementarenel 2015. Come giudica que-ste misure di risparmio?

La Svizzera è riuscita a svilup-pare una delle migliori reti fer-roviarie al mondo grazie allesue linee di rete regionali fer-roviari. Indebolirle significa in-debolire l’intera rete .

■ Quali sono i principali gran-di dossier su cui si sta lavo-

rando all’interno della com-missione per i trasporti edelle telecomunicazioni delConsiglio nazionale?

Abbiamo appena concluso ilprogetto FAIF (Finanziamento eampliamento dell’infrastruttu-

Antonio Hodgers, consigliere nazionale dei Verdi, è membro della Commissione trasporti e telecomunicazioni

«Non indebolirele linee regionali»Il consigliere nazionale dei Verdi non vede di buon occhio le misure di risparmio promosse dall’Ufficiofederale dei trasporti. Ci spiega perché il suo partito ha lanciato a Ginevra l’iniziativa cantonale «Per tra-sporti pubblici più veloci» e perché si oppone a livello nazionale agli aumenti dei prezzi nel settore deitrasporti pubblici.

« Chiediamo semplicemente che Ginevrasegua l’esempio di Zurigo, Berna e Basilea,dove il trasporto pubblico gode di unsistema semaforico preferenziale e corsieproprie ».

«Quando i mezzi pubblici sono numerosied efficaci come sulla rete ferroviaria traGinevra e Vaud, la percentuale deipendolari che ne fa uso è del 30 %. Invecequando sono carenti, come in Francia, lapercentuale degli utenti scende al 5 % ».

Antonio Hodgers è nato il7 febbraio 1976 a BuenosAires. I suoi genitorierano degli oppositorialla dittatura militare.Suo padre Hector Hod-gers, professore dieconomia, è stato tortura-to e ucciso dalla giuntadel generale Videla. Suamadre Silvia, danzatrice,è fuggita dall’Argentinaper stabilirsi in Svizzeranel 1982 con il figlioAntonio e la figlia Viole-ta. Dopo la maturitàscientifica ottenuta alliceo Rousseau di Gine-vra, Antonio Hodgers si è

laureato presso il presti-gioso Institut Universi-taire des Hautes EtudesInternationales. Dopoaver presieduto il Parla-mento dei giovani aMeyrin (GE), è statoeletto nel 1997, all’età di21 anni, nel Gran Consi-glio di Ginevra. Dieci annipiù tardi, è entrato a farparte del Consiglionazionale. È membrodella commissione per itrasporti e delle teleco-municazioni e presiede ilgruppo parlamentare deiVerdi. È candidato alConsiglio di Stato diGinevra; il secondo turno

si terrà il 10 novembre.Il 1° agosto 2012 AntonioHodgers è stato invitato atenere un discorso sulGrütli. Antonio Hodgers esua moglie Sophie Balbosono coautori del libro«Fils, biographies deSilvia et Antonio Hod-gers» che racconta la vitadi sua madre Silvia, lasua lotta contro la ditta-tura argentina dal suoesilio in Svizzera. Ilvolume è stato pubblicatola scorsa estate presso le«Editions de l’Aire».

AC

BIO

Da Buenos Aires a Ginevra

INTERVISTA

...... 7

contatto.sevN. 20/1324.10.2013

ra ferroviaria che sarà sotto-posto in votazione il prossimo9 febbraio 2014. Attualmenteci stiamo occupando delle que-stioni del canone per la televi-sione e la radio pubblica. È unsettore sottoposto ad enormicambiamenti a causa dell’evo-luzione tecnologica.

■ In un recente intervento inConsiglio nazionale ha criti-cato gli aumenti tariffari neitrasporti pubblici. Per qualiragioni?

Da due decenni il prezzo deltrasporto pubblico sta crescen-do più velocemente rispetto

all’automobile. Si tratta di unosvantaggio rispetto all’obbiet-tivo di trasferimento modaleche si è prefissato la Confede-razione. I Verdi non voglionoaumentare il prezzo dei treni,tram e autobus, fintanto chenon sarà adeguato quello del-l’automobile.

■ Lei è un affezionato del tra-sporto pubblico?

Assolutamente! Non ho un’au-to, quindi mi sposto combinan-do l’uso della bicicletta e dei

trasporti pubblici. Spostarmiin treno a Berna è sempre unpiacere. Del resto le FFS, inparticolare, rappresentano unadelle principali istituzioni sviz-zere in cui gli abitanti si identi-ficano.

■ Il 10 agosto 2012 sul prati-cello del Grütli ha tenuto undiscorso che ha destato unaforte impressione. Qual erail messaggio che voleva tra-smettere?

L’identità svizzera e la storiadel nostro Paese non sono fat-te solo di chiusura. Al contra-rio: sono ben presenti lo spiri-

to di innovazione, di coraggioe di incontro con gli altri. Perme è stato un immenso onoreessere il primo svizzero di ori-gine estera della storia del no-stro Paese a pronunciare il di-scorso ufficiale di Grütli. È unriconoscimento per il terzo del-la popolazione della Svizzerache è anche di origine stranie-ra.

Alberto Cherubini

DR

« L’identità svizzera e la storia del nostroPaese non sono fatte solo di chiusura, maal contrario: sono ben presenti lo spirito diinnovazione, di coraggio e di incontro congli altri ».

« Nel 19° secolo, le difficilicondizioni economiche inSvizzera hanno spinto migliaia digiovani a tentare la fortunaall’estero, soprattutto nel Nord enel Sud America, e diventarecosì migranti economici. E sì:prima di diventare un paese diimmigrazione, la Svizzera era unpaese di emigrazione. I giovanisvizzeri del 19° secolo erano igiovani arabi nel 2012: vannoall’estero per trovare una vitamigliore. Mi sembra che leesigenze e le aspirazioni deigiovani sono cambiate poco in unsecolo. La gioventù ha soprattut-to sete di scoperta! La scopertadi altre culture, sia attraverso iviaggi o, qui in Svizzera, attraver-so la musica, i libri, i film e lacucina di altri paesi oppureanche di incontri con tante

persone provenienti da altre partie che vivono in Svizzera. Lenostre culture, le nostre lingue,le nostre industrie, i nostricolleghi, la nostra conoscenza espesso le nostre famiglie, sonoquasi sempre legati a una culturastraniera. Il nostro Paese è statocostruito intrecciando cantoni didiverse lingue e religioni in basea uno spirito di tolleranza, anchee nonostante alcuni momentidifficili. Ciò che rende la Svizzeraunica, la quintessenza dellanostra identità, è la nostracapacità di vivere insiemerispettando le nostre differenze.Questo è il segreto del nostrosuccesso, sono i valori chedobbiamo proteggere. Eccol’identità nazionale su cuidobbiamo basare il nostrofuturo».

Dal discorso d’Antonio Hodgers al Grütli

Page 7: EDITORIALE Qualcuno ha paura? · 2019-07-25 · negli anni della dittatura di Pi-nochet ha accolto diverse fami-glie di cileni, solidale verso chi ha più bisogno, rispettoso, creativo

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6contatto.sevN. 20/1324.10.2013

■ contatto.sev : Con l’iniziativacantonale «Per trasportipubblici più veloci» chiede-te che sulle strade di Gine-vra venga data la priorità altrasporto pubblico. Concre-tamente quali misure propo-nete per raggiungere questoobiettivo, che a Ginevrasembra una chimera?

Antonio Hodgers : Noi chiedia-mo semplicemente che Gine-vra segua l’esempio di Zurigo,Berna e Basilea, dove il tra-

sporto pubblico gode di un si-stema semaforico preferenzia-le e corsie proprie. È assurdoinvestire nel trasporto pubbli-co se poi essi rimangono bloc-cati in ingorghi di automobili.

■ Il collegamento ferroviarioCEVA, che sarà operativo nel2017, risolverà almeno inparte i problemi di trafficoche affliggono Ginevra?

Sì, ma solo in parte. Lungo lefrontiere del canton Ginevra,

attualmente i movimenti quoti-diani si aggirano attorno ai

550 mila. Il CEVA sarà in gradodi assorbire fino a 6 mila pas-seggeri l’ora, ossia l’equiva-lente di 80 mila veicoli al gior-

no. È già qualcosa, ma nella re-gione di Ginevra occorre un ul-

teriore sviluppo della ferroviaregionale, compreso il raffor-zamento della linea Mande-ment e la costruzione della Ra-quette (che si trova nella zonadelle Nazioni Unite).

■ Secondo recenti statistichele persone che a Ginevraesercitano un’attività lucra-tiva sono 299 mila. Di que-sti, il 27 % vive in Francia eil 10 % in un altro cantone.Quali sono le vostre idee perincoraggiare un numeromaggiore di persone resi-denti al di fuori del cantone

ad utilizzare i mezzi pubbli-ci?

Quando i mezzi pubblici sononumerosi ed efficaci come sul-la rete ferroviaria tra Ginevra eVaud, la percentuale dei pen-dolari che ne fa uso è del 30 %.

Invece quando sono carenti,come in Francia, la percentualedegli utenti scende al 5 %. Oc-corre pertanto sviluppare laferrovia regionale in tutto l’ag-glomerato ginevrino: una mi-sura che deve essere abbinataad una buona politica di P+R.

■ Mentre i bisogni del trafficoregionale aumentano dap-pertutto in Svizzera, l’Ufficiofederale dei trasporti hachiesto al traffico regionaledi risparmiare 2,5 % nel2014 e 1 % supplementarenel 2015. Come giudica que-ste misure di risparmio?

La Svizzera è riuscita a svilup-pare una delle migliori reti fer-roviarie al mondo grazie allesue linee di rete regionali fer-roviari. Indebolirle significa in-debolire l’intera rete .

■ Quali sono i principali gran-di dossier su cui si sta lavo-

rando all’interno della com-missione per i trasporti edelle telecomunicazioni delConsiglio nazionale?

Abbiamo appena concluso ilprogetto FAIF (Finanziamento eampliamento dell’infrastruttu-

Antonio Hodgers, consigliere nazionale dei Verdi, è membro della Commissione trasporti e telecomunicazioni

«Non indebolirele linee regionali»Il consigliere nazionale dei Verdi non vede di buon occhio le misure di risparmio promosse dall’Ufficiofederale dei trasporti. Ci spiega perché il suo partito ha lanciato a Ginevra l’iniziativa cantonale «Per tra-sporti pubblici più veloci» e perché si oppone a livello nazionale agli aumenti dei prezzi nel settore deitrasporti pubblici.

« Chiediamo semplicemente che Ginevrasegua l’esempio di Zurigo, Berna e Basilea,dove il trasporto pubblico gode di unsistema semaforico preferenziale e corsieproprie ».

«Quando i mezzi pubblici sono numerosied efficaci come sulla rete ferroviaria traGinevra e Vaud, la percentuale deipendolari che ne fa uso è del 30 %. Invecequando sono carenti, come in Francia, lapercentuale degli utenti scende al 5 % ».

Antonio Hodgers è nato il7 febbraio 1976 a BuenosAires. I suoi genitorierano degli oppositorialla dittatura militare.Suo padre Hector Hod-gers, professore dieconomia, è stato tortura-to e ucciso dalla giuntadel generale Videla. Suamadre Silvia, danzatrice,è fuggita dall’Argentinaper stabilirsi in Svizzeranel 1982 con il figlioAntonio e la figlia Viole-ta. Dopo la maturitàscientifica ottenuta alliceo Rousseau di Gine-vra, Antonio Hodgers si è

laureato presso il presti-gioso Institut Universi-taire des Hautes EtudesInternationales. Dopoaver presieduto il Parla-mento dei giovani aMeyrin (GE), è statoeletto nel 1997, all’età di21 anni, nel Gran Consi-glio di Ginevra. Dieci annipiù tardi, è entrato a farparte del Consiglionazionale. È membrodella commissione per itrasporti e delle teleco-municazioni e presiede ilgruppo parlamentare deiVerdi. È candidato alConsiglio di Stato diGinevra; il secondo turno

si terrà il 10 novembre.Il 1° agosto 2012 AntonioHodgers è stato invitato atenere un discorso sulGrütli. Antonio Hodgers esua moglie Sophie Balbosono coautori del libro«Fils, biographies deSilvia et Antonio Hod-gers» che racconta la vitadi sua madre Silvia, lasua lotta contro la ditta-tura argentina dal suoesilio in Svizzera. Ilvolume è stato pubblicatola scorsa estate presso le«Editions de l’Aire».

AC

BIO

Da Buenos Aires a Ginevra

INTERVISTA

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contatto.sevN. 20/1324.10.2013

ra ferroviaria che sarà sotto-posto in votazione il prossimo9 febbraio 2014. Attualmenteci stiamo occupando delle que-stioni del canone per la televi-sione e la radio pubblica. È unsettore sottoposto ad enormicambiamenti a causa dell’evo-luzione tecnologica.

■ In un recente intervento inConsiglio nazionale ha criti-cato gli aumenti tariffari neitrasporti pubblici. Per qualiragioni?

Da due decenni il prezzo deltrasporto pubblico sta crescen-do più velocemente rispetto

all’automobile. Si tratta di unosvantaggio rispetto all’obbiet-tivo di trasferimento modaleche si è prefissato la Confede-razione. I Verdi non voglionoaumentare il prezzo dei treni,tram e autobus, fintanto chenon sarà adeguato quello del-l’automobile.

■ Lei è un affezionato del tra-sporto pubblico?

Assolutamente! Non ho un’au-to, quindi mi sposto combinan-do l’uso della bicicletta e dei

trasporti pubblici. Spostarmiin treno a Berna è sempre unpiacere. Del resto le FFS, inparticolare, rappresentano unadelle principali istituzioni sviz-zere in cui gli abitanti si identi-ficano.

■ Il 10 agosto 2012 sul prati-cello del Grütli ha tenuto undiscorso che ha destato unaforte impressione. Qual erail messaggio che voleva tra-smettere?

L’identità svizzera e la storiadel nostro Paese non sono fat-te solo di chiusura. Al contra-rio: sono ben presenti lo spiri-

to di innovazione, di coraggioe di incontro con gli altri. Perme è stato un immenso onoreessere il primo svizzero di ori-gine estera della storia del no-stro Paese a pronunciare il di-scorso ufficiale di Grütli. È unriconoscimento per il terzo del-la popolazione della Svizzerache è anche di origine stranie-ra.

Alberto Cherubini

DR

« L’identità svizzera e la storia del nostroPaese non sono fatte solo di chiusura, maal contrario: sono ben presenti lo spirito diinnovazione, di coraggio e di incontro congli altri ».

« Nel 19° secolo, le difficilicondizioni economiche inSvizzera hanno spinto migliaia digiovani a tentare la fortunaall’estero, soprattutto nel Nord enel Sud America, e diventarecosì migranti economici. E sì:prima di diventare un paese diimmigrazione, la Svizzera era unpaese di emigrazione. I giovanisvizzeri del 19° secolo erano igiovani arabi nel 2012: vannoall’estero per trovare una vitamigliore. Mi sembra che leesigenze e le aspirazioni deigiovani sono cambiate poco in unsecolo. La gioventù ha soprattut-to sete di scoperta! La scopertadi altre culture, sia attraverso iviaggi o, qui in Svizzera, attraver-so la musica, i libri, i film e lacucina di altri paesi oppureanche di incontri con tante

persone provenienti da altre partie che vivono in Svizzera. Lenostre culture, le nostre lingue,le nostre industrie, i nostricolleghi, la nostra conoscenza espesso le nostre famiglie, sonoquasi sempre legati a una culturastraniera. Il nostro Paese è statocostruito intrecciando cantoni didiverse lingue e religioni in basea uno spirito di tolleranza, anchee nonostante alcuni momentidifficili. Ciò che rende la Svizzeraunica, la quintessenza dellanostra identità, è la nostracapacità di vivere insiemerispettando le nostre differenze.Questo è il segreto del nostrosuccesso, sono i valori chedobbiamo proteggere. Eccol’identità nazionale su cuidobbiamo basare il nostrofuturo».

Dal discorso d’Antonio Hodgers al Grütli

Page 8: EDITORIALE Qualcuno ha paura? · 2019-07-25 · negli anni della dittatura di Pi-nochet ha accolto diverse fami-glie di cileni, solidale verso chi ha più bisogno, rispettoso, creativo

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8contatto.sevN. 20/1324.10.2013

egli ultimi trent’anni, isalari dei manager so-no letteralmente

esplosi. Nel 1984, i dirigentidelle principali aziende svizze-re guadagnavano al massimosei volte quanto il salariatomedio. Nel 1998, questo rap-porto aveva raggiunto le 13 enel 2011 43 volte, come docu-menta una ricerca svolta dall’Unione sindacale svizzera. Neidecenni di crescita tra la se-conda guerra mondiale e glianni 80, l’economia svizzerasembrava aver adottato una re-gola non scritta di moderazio-ne degli stipendi dei dirigenti,che ha poi però lasciato il po-sto ad una crescente culturadel «self-service». E i managerhanno continuato a ritagliarsisalari milionari nonostante lerecenti crisi economiche e fi-nanziarie e le loro ripercussio-

N ni negative sugli utili delle ri-spettive aziende. Uno studiosul divario salariale presentatolo scorso giugno dal sindacatoUnia dimostra che lo stesso hacontinuato ad ampliarsi anchenel 2011 e nel 2012, passandoda un rapporto di 1:120 addi-rittura a 1:135. I due autoridello studio documentano cheil salario medio dei topmana-ger di 41 ditte è passato da 6,5a 7,4 milioni, con un aumentodel 13,5 %, mentre i salari piùbassi sono aumentati solo dicirca lo 0,7%, attestandosi a54 038 franchi. I divari mag-giori sono stati accertati pres-so Novartis, con un rapporto di1:222 e uno sti-pendio massimodi 13,2 milioni,Roche con 1:215e un massimo di12,5 milioni e

Credit Suisse con 1:209 e sti-pendi massimi di 10,6 milioni.

I limiti del libero mercatoper gli stipendi massimiNumerose imprese hanno au-mentato i loro stipendi massi-mi nonostante il calo del pro-prio utile. Secondo gli autoridello studio di Unia, ciò dimo-stra come gli stipendi massiminon abbiano un legame direttocon il risultato aziendale, nécon le prestazioni dei dirigenti:«il mercato del lavoro per leposizioni al vertice funziona inbase a regole diverse, che nonsono sottoposte all’esame del-le prestazioni. Queste posizio-

ni sono attribuite ad una cer-chia di candidati numerica-mente molto ristretta, che siattribuisce poi stipendi e bo-nus milionari, dettati anche daun’attività di rete e da unamentalità «di cordata» che,nelle teorie economiche, ven-gono definite «Rent-Seeking»,ossia la ricerca di un redditoindipendente dalla prestazio-ne. I redditi di queste personenon vengono quindi determi-nati in base al loro contributoal benessere comune, ma soloin base al potere della loro po-sizione in seno all’azienda. Inaltre parole, i salari dei Topma-nager non vengono stabiliti se-condo le regole del libero mer-cato, in quanto questi dirigentisfruttano il loro potere e le lororelazioni per arricchirsi.

Ritorno alla tipicamodestia svizzeraGli autori dello studio chiedo-no pertanto allo stato di inter-venire per correggere questelacune del mercato. In questosenso, la regola dell’1:12 risul-terebbe un rimpiazzo di quellanon scritta in vigore sino al1980 e da allora viepiù bistrat-tata, basata sulla moderazionenella definizione degli stipendidei Manager. Regola che hacontraddistinto anche il suc-

cesso del modello economicoelvetico.

Salari minimi e massimisono collegatiLo studio di Unia evidenza an-che il legame tra gli stipendiminimi e quelli massimi di un’azienda, dato che entrambifanno parte della stessa massasalariale. Questo legame vienespesso contestato da chi tentadi liquidare l’argomento facen-done una questione d’invidia.«La realtà è molto semplice: se

Lo scorso 3 marzo, il popolo svizzero ha accettato con una larga maggioranza del 68 %, anche grazie alsostegno dei sindacati, l’iniziativa popolare di Thomas Minder, che rende più difficile riconoscere ai ma-nager salari spropositati, sottoponendoli al controllo degli azionisti. Queste retribuzioni non sono tutta-via escluse. È quanto invece propone l’iniziativa 1:12, promossa dai giovani socialisti, sostenuti dai sin-dacati, che limita lo stipendio mensile dei manager all’importo che il/la dipendente meno pagato/adella stessa azienda riceve in un anno.

Il prossimo 24 novembre voteremo sull’iniziativa «1:12 – per salari equi»

1:12 contro gli abusi e per una piùequa distribuzione dei redditi

«Non è ammissibile che il direttore di un’aziendacome le FFS, che appartengono pur sempre allo statoguadagni molto di più di un Consigliere federale*»

Werner Schwarzer, presidente centrale TS

* un Consigliere federale guadagna 450 000 franchi l’anno

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Nel 1984, i dirigenti delle principali aziende svizzere guadagnavano al massimo sei volte quanto ilsalariato medio. Nel 1998, questo rapporto aveva raggiunto le 13 e nel 2011 43 volte. Fonte: SGB.

■ contatto.sev: in Svizzera vi so-no 4400 stipendi oltre i 664 000franchi. Abbiamo davvero bi-sogno di un limite massimo?Non basterebbe definire unsalario minimo?

Paul Rechsteiner: i sindacati de-vono battersi per buoni contratticollettivi e per salari minimi cheevitino continue pressioni al ri-basso. In questo modo, possiamotutelare anche i salari medi ed èper questo che abbiamo lanciatol’iniziativa sui salari minimi.

Negli ultimi anni abbiamo peròassistito ad una vera e propriaesplosione degli stipendi massi-

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contatto.sevN. 20/1324.10.2013

un gruppo si attribuisce più diquanto gli spetta, ciò va inevi-tabilmente a scapito degli altrigruppi. Se non vi fosse questoRent-Seeking dei Topmanager,si potrebbero versare stipendipiù elevati agli altri dipenden-ti, a condizione che si presti lanecessaria attenzione a desti-nare questi importi ai salarimedi e inferiori e non destinar-li agli azionisti.»

Ripartire verso il basso la massasalariale

Lo studio sottolinea anchel’importanza delle somme de-stinate a questi salari elevati.Si tratta di «somme notevoli,che potrebbero essere ripartitein modo molto più equo».Presso le 41 aziende esamina-te, l’applicazione della regoladell’1:12 genererebbe un’ecce-denza di 150 milioni di franchia disposizione per gli altri sti-pendi. Presso Valora, per esempio, lariduzione delle retribuzioni deicinque membri della direzione

da 3, 94 a 2,88 milioni (per unostipendio medio che comunquesupererebbe il mezzo milioneall’anno) equivarrebbe a unavolta e mezza l’importo neces-sario per portare lo stipendiominimo di 600 collaboratori(sui 6000 totali) dagli attuali3900 ai 4000 franchi richiestidall’iniziativa sui salari minimi. Oltre a porre un freno a questistipendi esorbitanti, l’iniziativa1:12 intende anche contribuiread una più equa ripartizionedegli stipendi e, attraverso

questa, al rilancio dell’econo-mia grazie al rafforzamento deiconsumi. I promotori sottoli-neano infatti come la quota deiconsumi nei confronti degli sti-pendi sia molto più elevatapresso gli stipendi inferiori chein quelli elevati. Questo avreb-be a sua volta ripercussioni po-sitive sugli introiti determinatidall’IVA. Dal canto loro, i manager nondovrebbero certo far la fame,potendo pur sempre disporre diuno stipendio dell’ordine di

quasi 600 000 franchi all’anno,in caso di uno stipendio mini-mo di poco superiore ai 4000franchi. «Uno stipendio ancoranettamente superiore a quellodi un Consigliere federale, di unmedico o di un pilota. Profes-sioni di indubbie, elevate re-sponsabilità», precisano i pro-motori sul loro sito internet 1-12.ch Markus Fischer

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AZ M

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n

Con l’accordo degli azionisti, simili salari continueranno ad essere possibili, nonostante l’approvazione dell’iniziativa Minder (vedi contatto.sev. 3/2013).

■ contatto.sev: perchè l’ini-ziativa chiede di contenereil divario dei salari e non dilimitare i salari massimi?

Tanja Walliser: l’ultimo son-daggio dice che le opinioni so-no in parità al 44% tra sosteni-tori e contrari. Adessodobbiamo convincere gli inde-cisi che nessuno dovrebbeguadagnare in un mese più diquanti altri guadagnano in unanno. È per questo che abbia-mo attaccato il divario salaria-le invece del salario massimo:vogliamo mettere in discussio-ne il rapporto tra i salari e nonuna semplice cifra.

I salari massimi non sono unaquestione che riguarda solopoche persone. Se permettia-mo a questi pochi di ritagliarsifette sempre più grosse dellatorta, ne resterà sempre menoper gli altri. È questa la realtàche vogliamo modificare. Vo-gliamo più giustizia e che tuttipossano approfittare del be-nessere che hanno contribuitoa creare in questo paese.

«I salari massimi non riguardano solo i massimi dirigenti»

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Tanja Walliser, segretaria dellagioventù socialista dal 2009 al2011, promotrice e membrodel comitato dell’iniziativa1:12.

mi, che ha evidenziato la necessi-tà di porre un limite all’avidità diquesti manager. Non è ammissi-bile che buona parte di quantoviene prodotto debba andare nel-le tasche di pochi. E poi, perché ilCEO delle FFS deve guadagnarepiù del doppio di un Consiglierefederale?Tutto questo sistema accresceanche l’arroganza di questi ma-nager nei confronti della stra-grande maggioranza delle sala-riate e dei salariati.

Un SI a 1:12 darebbe un segnaleimportante contro questa tenden-za, anche se la nostra priorità re-sta il salario minimo.

te a questa avidità»A.

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2013

Paul Rechsteiner, presidente USSe membro del comitato promoto-re dell’iniziativa .

Page 9: EDITORIALE Qualcuno ha paura? · 2019-07-25 · negli anni della dittatura di Pi-nochet ha accolto diverse fami-glie di cileni, solidale verso chi ha più bisogno, rispettoso, creativo

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8contatto.sevN. 20/1324.10.2013

egli ultimi trent’anni, isalari dei manager so-no letteralmente

esplosi. Nel 1984, i dirigentidelle principali aziende svizze-re guadagnavano al massimosei volte quanto il salariatomedio. Nel 1998, questo rap-porto aveva raggiunto le 13 enel 2011 43 volte, come docu-menta una ricerca svolta dall’Unione sindacale svizzera. Neidecenni di crescita tra la se-conda guerra mondiale e glianni 80, l’economia svizzerasembrava aver adottato una re-gola non scritta di moderazio-ne degli stipendi dei dirigenti,che ha poi però lasciato il po-sto ad una crescente culturadel «self-service». E i managerhanno continuato a ritagliarsisalari milionari nonostante lerecenti crisi economiche e fi-nanziarie e le loro ripercussio-

N ni negative sugli utili delle ri-spettive aziende. Uno studiosul divario salariale presentatolo scorso giugno dal sindacatoUnia dimostra che lo stesso hacontinuato ad ampliarsi anchenel 2011 e nel 2012, passandoda un rapporto di 1:120 addi-rittura a 1:135. I due autoridello studio documentano cheil salario medio dei topmana-ger di 41 ditte è passato da 6,5a 7,4 milioni, con un aumentodel 13,5 %, mentre i salari piùbassi sono aumentati solo dicirca lo 0,7%, attestandosi a54 038 franchi. I divari mag-giori sono stati accertati pres-so Novartis, con un rapporto di1:222 e uno sti-pendio massimodi 13,2 milioni,Roche con 1:215e un massimo di12,5 milioni e

Credit Suisse con 1:209 e sti-pendi massimi di 10,6 milioni.

I limiti del libero mercatoper gli stipendi massimiNumerose imprese hanno au-mentato i loro stipendi massi-mi nonostante il calo del pro-prio utile. Secondo gli autoridello studio di Unia, ciò dimo-stra come gli stipendi massiminon abbiano un legame direttocon il risultato aziendale, nécon le prestazioni dei dirigenti:«il mercato del lavoro per leposizioni al vertice funziona inbase a regole diverse, che nonsono sottoposte all’esame del-le prestazioni. Queste posizio-

ni sono attribuite ad una cer-chia di candidati numerica-mente molto ristretta, che siattribuisce poi stipendi e bo-nus milionari, dettati anche daun’attività di rete e da unamentalità «di cordata» che,nelle teorie economiche, ven-gono definite «Rent-Seeking»,ossia la ricerca di un redditoindipendente dalla prestazio-ne. I redditi di queste personenon vengono quindi determi-nati in base al loro contributoal benessere comune, ma soloin base al potere della loro po-sizione in seno all’azienda. Inaltre parole, i salari dei Topma-nager non vengono stabiliti se-condo le regole del libero mer-cato, in quanto questi dirigentisfruttano il loro potere e le lororelazioni per arricchirsi.

Ritorno alla tipicamodestia svizzeraGli autori dello studio chiedo-no pertanto allo stato di inter-venire per correggere questelacune del mercato. In questosenso, la regola dell’1:12 risul-terebbe un rimpiazzo di quellanon scritta in vigore sino al1980 e da allora viepiù bistrat-tata, basata sulla moderazionenella definizione degli stipendidei Manager. Regola che hacontraddistinto anche il suc-

cesso del modello economicoelvetico.

Salari minimi e massimisono collegatiLo studio di Unia evidenza an-che il legame tra gli stipendiminimi e quelli massimi di un’azienda, dato che entrambifanno parte della stessa massasalariale. Questo legame vienespesso contestato da chi tentadi liquidare l’argomento facen-done una questione d’invidia.«La realtà è molto semplice: se

Lo scorso 3 marzo, il popolo svizzero ha accettato con una larga maggioranza del 68 %, anche grazie alsostegno dei sindacati, l’iniziativa popolare di Thomas Minder, che rende più difficile riconoscere ai ma-nager salari spropositati, sottoponendoli al controllo degli azionisti. Queste retribuzioni non sono tutta-via escluse. È quanto invece propone l’iniziativa 1:12, promossa dai giovani socialisti, sostenuti dai sin-dacati, che limita lo stipendio mensile dei manager all’importo che il/la dipendente meno pagato/adella stessa azienda riceve in un anno.

Il prossimo 24 novembre voteremo sull’iniziativa «1:12 – per salari equi»

1:12 contro gli abusi e per una piùequa distribuzione dei redditi

«Non è ammissibile che il direttore di un’aziendacome le FFS, che appartengono pur sempre allo statoguadagni molto di più di un Consigliere federale*»

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* un Consigliere federale guadagna 450 000 franchi l’anno

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Nel 1984, i dirigenti delle principali aziende svizzere guadagnavano al massimo sei volte quanto ilsalariato medio. Nel 1998, questo rapporto aveva raggiunto le 13 e nel 2011 43 volte. Fonte: SGB.

■ contatto.sev: in Svizzera vi so-no 4400 stipendi oltre i 664 000franchi. Abbiamo davvero bi-sogno di un limite massimo?Non basterebbe definire unsalario minimo?

Paul Rechsteiner: i sindacati de-vono battersi per buoni contratticollettivi e per salari minimi cheevitino continue pressioni al ri-basso. In questo modo, possiamotutelare anche i salari medi ed èper questo che abbiamo lanciatol’iniziativa sui salari minimi.

Negli ultimi anni abbiamo peròassistito ad una vera e propriaesplosione degli stipendi massi-

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Ripartire verso il basso la massasalariale

Lo studio sottolinea anchel’importanza delle somme de-stinate a questi salari elevati.Si tratta di «somme notevoli,che potrebbero essere ripartitein modo molto più equo».Presso le 41 aziende esamina-te, l’applicazione della regoladell’1:12 genererebbe un’ecce-denza di 150 milioni di franchia disposizione per gli altri sti-pendi. Presso Valora, per esempio, lariduzione delle retribuzioni deicinque membri della direzione

da 3, 94 a 2,88 milioni (per unostipendio medio che comunquesupererebbe il mezzo milioneall’anno) equivarrebbe a unavolta e mezza l’importo neces-sario per portare lo stipendiominimo di 600 collaboratori(sui 6000 totali) dagli attuali3900 ai 4000 franchi richiestidall’iniziativa sui salari minimi. Oltre a porre un freno a questistipendi esorbitanti, l’iniziativa1:12 intende anche contribuiread una più equa ripartizionedegli stipendi e, attraverso

questa, al rilancio dell’econo-mia grazie al rafforzamento deiconsumi. I promotori sottoli-neano infatti come la quota deiconsumi nei confronti degli sti-pendi sia molto più elevatapresso gli stipendi inferiori chein quelli elevati. Questo avreb-be a sua volta ripercussioni po-sitive sugli introiti determinatidall’IVA. Dal canto loro, i manager nondovrebbero certo far la fame,potendo pur sempre disporre diuno stipendio dell’ordine di

quasi 600 000 franchi all’anno,in caso di uno stipendio mini-mo di poco superiore ai 4000franchi. «Uno stipendio ancoranettamente superiore a quellodi un Consigliere federale, di unmedico o di un pilota. Profes-sioni di indubbie, elevate re-sponsabilità», precisano i pro-motori sul loro sito internet 1-12.ch Markus Fischer

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Con l’accordo degli azionisti, simili salari continueranno ad essere possibili, nonostante l’approvazione dell’iniziativa Minder (vedi contatto.sev. 3/2013).

■ contatto.sev: perchè l’ini-ziativa chiede di contenereil divario dei salari e non dilimitare i salari massimi?

Tanja Walliser: l’ultimo son-daggio dice che le opinioni so-no in parità al 44% tra sosteni-tori e contrari. Adessodobbiamo convincere gli inde-cisi che nessuno dovrebbeguadagnare in un mese più diquanti altri guadagnano in unanno. È per questo che abbia-mo attaccato il divario salaria-le invece del salario massimo:vogliamo mettere in discussio-ne il rapporto tra i salari e nonuna semplice cifra.

I salari massimi non sono unaquestione che riguarda solopoche persone. Se permettia-mo a questi pochi di ritagliarsifette sempre più grosse dellatorta, ne resterà sempre menoper gli altri. È questa la realtàche vogliamo modificare. Vo-gliamo più giustizia e che tuttipossano approfittare del be-nessere che hanno contribuitoa creare in questo paese.

«I salari massimi non riguardano solo i massimi dirigenti»

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Tanja Walliser, segretaria dellagioventù socialista dal 2009 al2011, promotrice e membrodel comitato dell’iniziativa1:12.

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Paul Rechsteiner, presidente USSe membro del comitato promoto-re dell’iniziativa .

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10 DOSSIERcontatto.sevN. 20/1324.10.2013

Chi si affida a Google per infor-marsi sull’iniziativa 1:12 trovacome primo risultato la pagina1-12-nein.ch, sulla quale cam-peggia il sorriso agreste delpresidente UDC Toni Brunnerche invita a diffidare di una«sinistra che chiede che lo Sta-to si immischi nella gestionedelle imprese, interferendo suisalari». Considerato come «LeTemps» abbia indicato che icontari all’iniziativa dispongo-no per la loro campagna di unimporto tra i 5 e gli 8 milioni difranchi, a fronte dei 720 000raccolti dai promotori, vien dachiedersi quanto abbianosborsato per issare la loro pa-gina in cima a quelle indicatedal celebre motore di ricerca. Illoro strapotere finanziario ap-pare evidente anche dal nume-ro di manifesti e di spot che

appaiono sulla strade e sullarete con slogan del tipo «Inge-renze statali nel salario? Ester-nalizzazione di impieghi? Piùimposte e contributi AVS pertutti? Controllori statali? Evitia-mo l’autogoal». Argomenti chevengono poi ripropinati in sva-riate salse e svariati luoghi...

Le repliche dei promotoriAlcuni argomenti potrebberoavere una certa presa e merita-no pertanto una risposta pun-tuale.■ Rischiamo di vedere aziendetrasferirsi all’estero o rinuncia-re a venire in Svizzera?Lo studio di Unia sul divariosalariale indica come le deci-sioni sulla sede di un’attivitànon siano mai monocausali,ma considerino tutta una seriedi fattori. Sarebbe quindi moltopoco razionale trasferire la se-de di un’azienda ben impianta-ta solo per salvaguardare gliinteressi particolari di unamezza dozzina di manager. Dalcanto loro, i promotori ricorda-no come la minaccia della de-localizzazione di posti di lavorosia già stata sbandierata in oc-casione dell’iniziativa Minder.L’economia svizzera deve inve-ce il suo successo al fatto di di-

sporre di forze lavoro ben qua-lificate, di infrastrutture quasiperfette e di un’elevata qualitàdi vita.■ L’università di San Gallo haelaborato su incarico dell’U-SAM diversi scenari, il peggio-re dei quali prevede un calo si-no a 2,5 miliardi dei contributiAVS, che rimarrebbero invececostanti a parità di somma sa-lariale. La progressione dellacurva delle aliquote dell’impo-sta federale diretta porterebbead una sua diminuzione tra i250 milioni e 1,6 miliardi. IlConsiglio federale, nella docu-mentazione di voto, accenna a«elevate perdite» per le assicu-razioni sociali, evitando peròdi quantificarle. Il consiglierefederale Schneider-Ammann(PLR) ha parlato per conto suodi 600 milioni di perdita.L’associazione «Pensieri in re-te» ha per contro calcolato chele conseguenze negative dell’iniziativa verrebbero in granparte compensate dalle ricadu-te positive.■ L’iniziativa 1:12 si presta adessere aggirata? Il Parlamento dovrà comunqueelaborare una legge d’applica-zione, nella quale potrà rende-re perseguibili le delocalizza-

zioni. L’iniziativa parla diaziende, di cui fanno parte an-che i pseudo indipendenti o«aziende di gestione» e non dipersonalità giuridiche predefi-nite. Infine, delocalizzare non èpoi così semplice e redditiziocome sembra.■ Occorrono ulteriori control-lori dei salari? No. Salari minimi e massimisono facilmente verificabili,per esempio presso la cassa dicompensazione AVS e in casodi dubbio, si potrebbe peresempio far capo alle commis-sioni tripartite.■ 1:12 potrebbe minacciare ilmodello elvetico? Il successo della Svizzera non ècerto merito di manager che bril-lano soprattutto per la loro avidi-tà, ma di migliaia di persone chelavorano, spesso in piccole emedie imprese, con molto impe-gno e senza salari milionari. 1:12ci eviterà invece gli scandali de-gli ultimi anni, favorendo l’inte-grazione della nostra nazione.

Fi

Dopo la chiara sconfittapatita con l’iniziativaMinder, contro 1:12Economie Suisse schie-ra in prima linea l’Unio-ne delle Arti e dei me-stieri USAM,nonostante le PMI nonsiano toccate dall’argo-mento.

Posti di lavoro, introiti fiscali e AVS in pericolo?

Gli argomenti dei contrari all’iniziativa 1:12 e le repliche dei promotori

L’ufficio di ricerche congiuntu-rali della SPF di Zurigo (KOF)ha elaborato i dati salariali2010, rilevando come in circa1200 aziende i Manager gua-dagnano oltre 12 volte. Nel2008 erano state conteggiatecirca 313 000 aziende per lequali, se la 1:12 fosse approva-ta, dovrebbe valere un limitemassimo di 664 000 franchi.Oggi sono 4400 i dirigenti aguadagnare di più. Applicandol’iniziativa, verrebbero liberaticirca 1,5 miliardi di franchi, os-sia lo 0,5% della massa sala-riale globale della Svizzera. Ildivario salariale medio nelleditte svizzere è di 1 : 2,2 cheviene superato soprattutto neisettori assicurativo, del com-mercio all’ingrosso, delleaziende di consulenza e dellasalute.

Anche considerando che lasomma liberata dall’iniziativanon dovesse più essere a di-sposizione dell’AVS, il KOF cal-cola perdite per quest’ultimadell’ordine di 125 milioni. Nonappare per contro possibileprevedere la reazione delle sin-gole aziende a questa iniziati-va, per cui ogni affermazioneappare assolutamente specu-lativa. sda

Parere neutro

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1:12: Il segretariato centrale SEV ha issato la sua bandiera

La posizione del SEV in vistadella votazione del 28 novem-bre verrà decisa domani dalComitato SEV. Abbiamo volu-to conoscere l’opinione di duesuoi membri.■ contatto.sev: l’anno

scorso, Andreas Meyerha guadagnato un mi-lione e 35 mila franchi,pari a 26,4-volte lo sti-pendio minimo FFS di39 275 franchi (livello A,importo base). Conl’iniziativa 1:12, il suostipendio sarebbe statodi «soli» 471 300 fran-chi. Un’evoluzione po-sitiva?

Werner Schwarzer, presi-dente centrale TS: Certo. Non è ammissibile che

il direttore di un’azienda cheappartiene pur sempre allostato guadagni molto di più diun Consigliere federale. E midanno anche fastidio i bonuse i paracadute dorati offerti inogni caso a questi manager,indipendentemente da pre-stazioni e obiettivi raggiunti. Ildivario salariale va a scapitodel ceto medio e compromet-te la pace sociale. Dovremmoinvece alzare i salari minimi.

Hanspeter Eggenberger,presidente centrale RPV:Secondo me, occorre un rap-porto ragionevole con il sala-rio minimo. Mi chiedo comedal punto di vista aziendalesi possa giustificare un red-dito 26 volte superiore. I ma-novristi sono ormai nellacondizione di dover riflettereprima di spendere ogni fran-co del loro stipendio, nono-stante se lo siano guadagna-to con un lavoro fisicamentemolto duro, svolto in ogniorario e con ogni tempo. I ta-gli del personale hanno soloportato maggior pressione,senza aumentare il salario.Penso che un rapporto di1:12 sarebbe adeguato. Fi

1:12 ANCHE PER LE FFS?

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SINDACATO ......

11contatto.sevN. 20/1324.10.2013

Una visita nelle viscere, o qua-si, della terra. Lo scorso 7 set-tembre i giovani del SEV hannovisitato il cantiere di Alptransite si sono fatti una grande cul-tura. Il progetto è quasi ultima-to e molto presto i treni potran-no circolare sotto la galleriaferroviaria più lunga del mon-do: 57 km. I treni potranno cir-colare a 200 km/h, mentre at-tualmente i treni di cantierecircolano ad una velocità di80 km/h. Amburgo sarà piùvicino a Milano, le distanze sa-ranno raccorciate, mentre siapriranno nuove possibilità intermini di trasporto, lavoro, co-municazioni. La visita al can-tiere di Alptransit si è svoltacon un responsabile della sicu-rezza, Sal Ten, ex membro del-la Commissioni giovani delSEV. C’è chi non ha resistitoalla tentazione di prendere unsouvenir: una pietra del tun-nel.I giovani del SEV sono tipette etipetti tosti: grazie ad una se-rie di iniziative, cercando di cu-rare e alimentare lo spirito digruppo. E fanno anche attivitàspericolate, come il parapen-dio, nel canton Grigioni. Partitida Zurigo alla volta di Fideris,nella regione di Prättigau/Da-vos, i giovani sono stati accolti

da qualche nuvola; ne hannoapprofittato per un breve risto-ro prima di iniziare l’istruzionesu come maneggiare il para-pendio. Capitolo primo: nonfare pasticci con le corde. Senon si prepara il parapendio aregola d’arte – e succede mol-to spesso ai principianti – oc-corre ricominciare tutto da ca-po. Al momento dei preparatividi lancio, il sole ha fatto capo-lino dalle nuvole per non la-sciarci più fino a sera. Clima econdizioni perfette per volare.Sulle alpi grigionesi si è fattomolto sul serio: altro che tan-dem per il battesimo dell’aria!I partecipanti hanno volato dasoli fin dal primo volo, ma era-no collegati in permanenza viaradio con l’istruttore di volo.Certo il primo colpo d’ali non èstato precisamente un salto

nel vuoto: le prime prove con-sistevano nel lasciarsi traspor-tare dal vento a diversi metri

dal suolo. Poi via via il lancioda punti più ripidi per qualchebrivido in più. Certo evitare le

piante le prime volte non è ungioco da ragazzi. E in ogni casoci vuole coraggio. Nel corsodell’avventura qualche piccoloincidente e per il resto tantobuon umore. Volare nei cieligrigionesi non è roba da tutti igiorni. Un grazie speciale aMichi Nyffenegger, per l’eccel-lente organizzazione, e all’AirGrischa Center.Note positive su tutt’altro fron-te ma sempre restando sulpianeta giovani. Nel corso del-l’estate scorsa Janine Trutt-mann (segretaria centrale ZPV)e Sabrina Tessmer (responsabi-le della Gioventù ZPV e del re-clutamento), hanno animato aBellinzona un’azione di ringra-ziamento rivolta al personaletreno. Grazie all’aiuto del vice-presidente centrale Pascal Fi-scalini, la giornata è stata unsuccesso. Vi hanno preso parteanche alcuni macchinisti, il per-sonale di Railfair e il personaleaddetto alla pulizia. Nonostan-te le approssimative conoscen-ze della lingua italiana di Janinee Sabrina, la comunicazione ècomunque passata.

Sabrina TessmerMatthias Ackermann

(reportage sul parapendio)

A tutto campo: dal cielo azzurro fin nel cuore della terra■ Commissione giovani SEV

zVg

Giornata del manovrista: un poker d’assi

Il successo della giornata del manovrista fa ormai parte della tradizione. L’evento, organizza-to dalla RPV Ticino domenica 22 settembre a Rovio, ha permesso ai presenti di trascorrere unbel pomeriggio tra colleghi e in famiglia. Perché i legami sindacali si tessono anche al di fuo-ri del contesto professionale. Ospite della giornata, i dipendenti dell’AMSA. Tutti si sono lec-cati i baffi nel gustare una grigliata a cinque stelle... curata da un poker d’assi !

contatto.sev è il giornale delsindacato del personale dei trasportiSEV. Pubblicazione quindicinale.

Editore: SEV, www.sev-online.ch.

Redazione: Peter Moor (capo-redattore), Peter Anliker, AlbertoCherubini, Anita Engimann, BeatriceFankhauser, Markus Fischer,Françoise Gehring, Pietro Gianolli,Patrizia Pellandini Minotti, HenrietteSchaffter.

Indirizzo della redazione:contatto.sev, casella postale, 6501Bellinzona, e-mail: [email protected], tel. 091 825 01 15, fax 091826 19 45.

Tiratura: edizione italiana: 3712copie; totale: 45 451; certificata il21.11.2012.

Abbonamenti e cambiamenti diindirizzo: SEV, divisione amministra-tiva, casella postale, 3000 Berna 6,e-mail: [email protected], tel. 031

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Stampa: Mittelland ZeitungsdruckAG, Solprint, Subingen;www.solprint.ch (azienda delgruppo AZ Medien AG).

ISSN 1662-8470

Prossima edizione:7 novembre.Chiusura redaziona-le: giovedì 31 otto-bre alle 10.00.

IMPRESSUM

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12 SERVIZIOcontatto.sevN. 20/1324.10.2013

Venerdì 13 settembre, al ParkhotelBrenscino vi era la folla delle grandioccasioni per la presentazione del libro«Oltre cent’anni di accoglienza – Studi sulturismo a Brissago» scritto da OrlandoNosetti, professore di economia all’Univer-sità della Svizzera italiana. La realizzazionedi quest’opera è stata energicamentesostenuta dal Parkhotel Brenscino, il cuidirettore Martin Faez teneva a sottolineare

in questo modo il centenario di vita dellastruttura. Il libro consacra così un interocapitolo alla storia del Brenscino, correda-to da interessanti documenti d’epoca.L’autore sottolinea come in questo secoloil SEV abbia sempre puntato a mettere adisposizione dei suoi membri un albergo diqualità a prezzi abbordabili e i rapportimolto stretti tra questa struttura del SEV eil comune di Brissago. AC

100 anni del Parkhotel Brenscino in un libro

§Arrendersi e dimissionare?Colpi di diritto

In una rubrica di diritto del lavoro, un lavoratore ha descritto le situazioni distress sul proprio posto di lavoro.

Soffriva di insonnia e di conseguen-te sovraffaticamento sul lavoro,commetteva quindi più errori e ac-cumulava ritardi sui termini. Il medi-co gli ha prescritto dei sonniferi el’ha messo in malattia al 50 % pertre settimane. Lui stava però riflet-tendo all’opportunità di dimissiona-re, per evitare di ammalarsi del tut-to, o di essere licenziato a causa delcalo delle sue prestazioni. Un’opzio-ne che però la rubrica ha sconsiglia-to, per tutte le conseguenze checomportava: la messa in discussio-ne del diritto allo stipendio durantela malattia, il mancato riconosci-mento del periodo di protezione dallicenziamento secondo 336c CO el’assoggettamento ad un periodo dicarenza più lungo da parte dellacassa disoccupazioni.Anche l’assistenza giuridica del SEVriceve spesso richieste simili, che a

volte giungono persino dopo che ilcollega ha rassegnato le dimissionio firmato una convenzione d’uscita.Per rispetto della protezione dei da-ti o di accordi sulla discrezione, nonciteremo stavolta un esempio con-creto, ma ci limiteremo a dare alcu-ne indicazioni di ordine generale.Il diritto svizzero privilegia in modoparticolare la libertà di contrarre.Questa dà alla lavoratrice e al lavo-ratore la facoltà di disdire in ognitempo, rispettando i termini, un rap-porto di lavoro di durata indetermi-nata. Una volta disdetto, il rapportodi lavoro può essere ripreso solocon l’assenso del datore di lavoro.La stessa condizione si verifica do-po la firma di una convenzione diuscita. Trattandosi in questo caso diaccordi in cui la lavoratrice o il lavo-ratore non disdice unilateralmente ilproprio rapporto di lavoro e che in

genere prevedono una contropre-stazione, vi sono migliori possibilitàdi impugnare queste convenzioni o,per lo meno, di migliorarle a poste-riori.Quando l’assistenza giuridica SEVviene confrontata con casi di colle-ghe e colleghi che hanno sottoscrit-to le proprie dimissioni o convenzio-ni di uscita senza esserne convinti edi cui si sono pentiti, procede in-nanzitutto ad un’analisi approfondi-ta di tutta la questione, compresi gliatti medici, rispettivamente gli attipersonali. Questa analisi deve an-che chiarire:■ se l’interessato/a è tutt’ora in cu-ra medica e, se del caso, raccoglierela valutazione del medico curante;■ se l’interessato/a era in grado diintendere e agire al momento dellafirma del documento in questione;■ se è stato indotto/a a rinunciare aprestazioni imposte dalla legge;■ oppure a firmare una convenzioneche porta vantaggi solo al datore dilavoro;■ se il datore di lavoro è venuto me-no ai suoi doveri di informazione edi assistenza, permettendo che il ola collega firmasse le dimissioni o la

convenzione d’uscita a seguito di unerrore;■ la firma sia stata ottenuta conpressioni illecite o minacce;■ le difficoltà del o della colleganon siano da mettere in relazionecon intese sugli obiettivi o da aspet-tative troppo elevate;■ se, per i dipendenti di FFS o FFSCargo, non avrebbe dovuto essereaperto un periodo di due anni di di-ritto allo stipendio, rispettivamentese lo stesso non era in corso.Sulla base di questa analisi, il SEV,rispettivamente il suo legale, puòintervenire per ottenere, preferibil-mente, una soluzione extra-giudi-ziaria. In mancanza di un accordo ein casi gravi, è però possibile ancheinterporre un ricorso oppure una de-nuncia al tribunale competente.Anche in queste situazioni, è co-munque senz’altro consigliabile sta-re ai primi danni, nel senso di con-sultare tempestivamente nei casi dipressioni sui posti di lavoro l’assi-stenza giuridica del SEV o una per-sona di fiducia, evitando di reagired’impulso.

Assistenza giuridica SEV

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AGENDA ......

13contatto.sevN. 20/1324.10.2013

Dopo la tragedia di Lampedusa, abbiamo sentito e risen-tito questa affermazione (come se uno o due cadaveriquotidiani fossero sopportabili, poiché non scuotono lecoscienze). Ma la avevamo udita tante altre volte in pre-cedenza, in occasione di altri naufragi, pure con decine eanche centinaia di vittime. Lo scetticismo è d’obbligo.Sarebbe già tanto se si cominciasse a considerare questisventurati come persone e quindi a trattarli come tali enon come reietti, paria senza diritti, clandestini venuti aturbare la nostra tranquillità, a rubarci spazio e lavoro.I disperati che cercano una nuova vita in Europa proven-gono in maggioranza da paesi come la Somalia e l’Eri-trea, l’Afghanistan , la Libia, la Siria, l’Iraq, l’Egitto e laTunisia, l’Africa sub-sahariana. Tutti Paesi dove i conflittisono stati alimentati, quando non direttamente provoca-ti, da potenze esterne. Il corno d’Africa, ad esempio, èstato uno dei punti caldi, di guerre combattute per inter-posta persona, da URSS e USA. Forse qualcuno ricorderài conflitti che hanno visto coinvolte Eritrea, Etiopia, So-malia e Kenya, che in parte continuano tuttora e chehanno determinato le attuali disperate situazioni in cuiversano quelle popolazioni.Si fugge dall’Afghanistan e dall’Iraq, dove gli interventiarmati voluti dall’Occidente anziché portare democraziae pace (come si voleva far credere) hanno alimentato laviolenza, lasciato ricchi pascoli al terrorismo. Simili letragedie che vengono vissute dai libici (e dai neri sub-sahariani che in Libia avevano trovato pane e lavoro) esiriani. Con un intervento diretto in Libia e indiretto in Si-ria, mediante l’invio di combattenti esterni, armi e dena-ro, e sempre con la scusa di abbattere un regimetirannico, si è voluto ricorrere alla forza per imporre ipropri interessi. Né Gheddafi era, né Assad è un despotapeggiore dei Saud dell’Arabia Saudita o degli emiri delGolfo, del Qatar, del Bahrein. La sola differenza sta nelfatto che perseguivano una politica indipendente ed an-che ostile agli interessi strategici e finanziari di WallStreet e della City . Non come l’egiziano Moubarak e il tu-nisino Ben Ali, parimenti tiranni, ma che questi interessihanno sostenuto godendo così del sostegno occidenta-le. Nemmeno in Libia è tornata la pace, le varie milizie sicombattono e il Paese offre rifugio a estremisti e terrori-sti vicini ad Al-Qaeda (come Gheddafi aveva facilmenteprevisto). Ma ora, ed è ciò che conta, l’Occidente è torna-to a controllare l’estrazione e lo sfruttamento del petroliolibico.Qualsiasi sarà lo sviluppo della tragedia siriana, di certonon si potrà parlare di un Paese più democratico, più li-bero, sia che resti Assad, sia che a imporsi siano le com-posite forze ribelli.Un fatto è certo: se si abbandonasse l’ipocrisia delle«guerre umanitarie», se si cessasse di voler determinarela politica delle ex-colonie d’Africa e d’Asia, se veramen-te si riconoscessero e rispettassero i diritti dei «dannatidella terra», l’appello «mai più stragi» avrebbe maggioripossibilità d’essere accolto.

DI GADDO MELANI

DENTRO LA CRONACA

«Mai più stragi»

Deine starke GewerkschaftTon syndicat fortIl tuo forte sindacato

Iscrivetevisubito!

Giornata degli immigrati 2013

I miei diritti sul posto di lavoro9 novembre 2013, 9:00-17:00, Hotel Olten, Bahnhofstrasse 5, Olten

Cosa dice la legge?Cosa dice il contratto?… e cosa vorrebbe un minimo di ragionevolezza?

Relazione di Arthur Andermatt, avvocatoDiscussione tavola rotondaMicrofono alla sala

Iscrizioni:SEV, Birmensdorferstrasse 65, 8004 Zurigooppure a [email protected] 242 84 66

La giornata è organizzata e finanziata da:

Forti e felici con il sapereVenerdì 22 novembre 2013, Hotel Bern, Berna

Il lavoro sindacale e la ricerca della felicità sono strettamente collegati. Già nel movimento delle lavoratrici del XIX secolo, era stato lanciato l‘appello «Avanti verso la libertà e la felicità». La felicità non cade dal cielo. Dobbiamo darle una spinta se voglia-mo che entri e resti nella nostra vita.

Intervento principale (con traduzione simultanea)

«Avanti verso la libertà e la felicità»

Relatrice: Sylvia Honsberg, segretaria federale delle donne del sindacato dell‘industria tedesco Bauen-Agrar-Umwelt

Atelier: assicurazioni sociali, lavoro e redditi, quote

Le iscrizioni sono ben accette da subito.

Rivolgersi a Jris Piazzoli:031 357 57 57, [email protected].

Per saperne di più: www.sev-online.ch

Iscrivetevisubito!

La giornata è organizzata e finanziata da:

www.sev-online.ch

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14 AGENDAcontatto.sevN. 20/1324.10.2013

Siete cordialmente invitati all’assemblea che siterrà alla Casa del Popolo a Bellinzona.

Temi principali:fusione SBV e VPV e nomina del presidente del-la nuova sezione AS Ticino. Ospite: RolandSchwager, vice-presidente centrale AS di Berna.

Seguirà aperitivo. Vi aspettiamo numerosi!

■ Sezione SBV Ticino

Assemblea autunnale21 novembre alle 18

Il tempo scappa via veloce ed è già ora di chiamarvi ad un appuntamentoimportante: il pranzo di Natale presso il Centro Manifestazioni MercatoCoperto di Mendrisio. È questa infatti l’occasione più propizia per ritrovarecolleghi vecchi e nuovi, scambiarsi gli auguri, non solo di Natale, ma an-che quelli per il Nuovo Anno.Il comitato è già al lavoro da tempo per garantirvi un’accoglienza calorosacon un ambiente adatto alla circostanza e per la scelta delle pietanze.Desideriamo che sia un giorno di festa, d’incontri, d’amicizia e divertimen-to; perciò a rallegrare il passare delle ore avremo un accompagnamentomusicale ed una ricca lotteria.Il ritrovo è fissato a partire dalle ore 11.00 e poco più tardi sarà servitol’aperitivo, quindi, dopo i saluti del presidente sezionale Eligio Zappa, ci sipotrà mettere a tavola per gustare il menù qui elencato:

Antipasto dello Chef con la torta salata agli asparagi freschi, ricotta,uova e parmigiano, accompagnati da prosciutto crudo e insalata russa– Pasta al forno alla bolognese e risotto alla trevisana con luganighettae Merlot del Ticino – Arrosto di lonzino all’Emiliana con i suoi contornidi patate e verdure miste alla parmentier – Macedonia di frutta congelato e caffè.

Il prezzo del pranzo, tutto compreso (Merlot del Ticino da 7 dl e acquaminerale), è di Fr. 40.00 a persona.

Treni consigliatiDa Airolo 9.01 - Faido 9.19 - Biasca 9.40 - Bellinzona arr. 9.53 - Cambiaretreno Bellinzona pt. 9.57 (ferma in tutte le stazioni) Giubiasco 10.00 -Rivera 10.09 - Taverne 10.19 - Lamone 10.21 - Lugano 10.28 - Melide10.35 - Maroggia 10.38 - Capolago 10,42 - Arrivo Mendrisio 10.47.Da Locarno 9.33 - Cadenazzo 9.48 - Giubiasco arr. 9.52 cambiare trenoGiubiasco pt. 10.00 - arrivo Mendrisio 10.47.Da Chiasso 10.33 - Balerna 10.36 - arrivo Mendrisio 10.41.Qualcuno del comitato sarà presente in stazione per trasportare coloro cheavessero difficoltà nel camminare (10 minuti a piedi).Possibilità di posteggio per quanti arriveranno con mezzi propri.

Facciamo sempre affidamento sulla vostra puntualità nell’inoltrare l’iscri-zione al pranzo, ciò per facilitarci l’organizzazione dell’evento.Qualora la vostra partecipazione dovesse essere annullata, desideriamoesserne informati tempestivamente.

Annunciatevi entro domenica 1o dicembre a:Biagino Gioli, I Fracc 3, 6513 Monte Carasso – Tel. 091 825 85 83 – E-mail:biagino_ [email protected].

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Pranzo di Natale di martedì 10 dicembre 2013: tagliando di iscrizione

Nome e cognome: ...........................................................................................

Numero di persone che si iscrivono: ....... Numero telefono: ........................

PV Ticino e Moesano – ferrovieri pensionati

Pranzo di Natale, martedì 10 dicembreMercato coperto di Mendrisio

Vi informiamo che vi sono ancora alcunecamere disponibili.

Per informazioni e riservazioni rivolgersi a:Biagino Gioli, telefono 091 825 85 83. Il comitato

Vacanze invernali a AbanoTerme dal 27 dicembreal 6 gennaio

Sezione PV Ticino e MoesanoFerrovieri pensionati

L’assemblea avrà luogo nellasala del Ristorante River Sidee avrà come relatrice e ospitela deputata al Gran Consigliovallesano signora DorisSchmidhalter-Näfen e Ricar-do Loretan, presidente dellasottofederazione, che ci in-formeranno sull’attualità sin-dacale, sociale e politica.L’assemblea si occuperà an-che di nominare due nuovimembri di comitato.Al termine avrà luogo il pran-zo in comune, del costo di20 franchi.Per facilitarci l’organizzazio-

ne è obbligatorio annunciar-si entro il 7 novembre pressoil collega Walter Schmid amezzo del talloncino di iscri-zione (se in vostro possesso)o telefonicamente al numero027 923 54 31 o 079 872 3837.Dalla stazione di Briga siarriva a piedi al ristorante in10 minuti dalla rue de laGare oppure con il bus Bri-ga-Visp.

Siete cordialmente invitati apartecipare numerosi!

M. Oberli

Sezione PV Vallese

Assemblea autunnalea Briga-Glis12 novembre, alle 10.45

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SEZIONI ......

15contatto.sevN. 20/1324.10.2013

A tutti noi è capitato di assistere o di giocare personal-mente a quegli «sparatutto» che si fanno al computer,con la console collegata al televisore o direttamente sulcellulare. Ma il sangue e il fuoco restano comunquedentro lo schermo, confinati nella realtà virtuale e, unavolta che si è riusciti a distruggere il nemico con abilistrategie ed armi intelligenti, si può tranquillamentespegnere il videogame. La vita, invece, è un’altra cosa enel mondo reale la guerra non è mai un gioco! Ciò non-dimeno, alcuni trovano la guerra persino eccitante. Do-potutto, chi di noi non ha cercato almeno una volta diimporsi fisicamente sugli altri, costringendoli ad accet-tare la propria volontà? I bambini fanno esperienza diquesti soprusi fin da piccoli, con i loro compagni di gio-co più grandi, più grossi o semplicemente più prepoten-ti ed aggressivi, che tendono sempre a fare i capi. Ilfatto che talvolta desideriamo aggredire gli altri e lo tro-viamo giusto è una caratteristica della nostra naturaumana, in cui persiste l’idea che si possano risolvere iproblemi con l’uso della forza. Nell’antichità il detto bi-blico «occhio per occhio, dente per dente» (la cui primacodificazione scritta risale al secondo millennio avantiCristo, figurando scolpito in caratteri cuneiformi nellastele del famoso codice del re babilonese Hammurabi),venne sempre invocato come giustificazione giuridica ereligiosa della guerra. È tuttavia un malinteso culturalecredere che la cosiddetta «legge del taglione» stia allabase di qualsiasi forma di vendetta. Le cose, a benvedere, stanno diversamente. Quando il principiodell’«occhio per occhio, dente per dente» venne formu-lato, aveva semmai l’intento di contenere la vendettastessa entro limiti ragionevoli di proporzionalità. In ori-gine, infatti, quando si subiva un torto o una lesione, cisi vendicava attaccando chiunque o qualunque cosaavesse a che fare con i diretti responsabili. Quando unfiglio assaliva una persona di un altro villaggio, la fami-glia di quest’ultimo si vendicava attaccando tutti coloroche scopriva avere legami con l’aggressore, anche seerano semplici parenti o amici. Prima della venuta diCristo e della sua legge del perdono, per la serie «porgil’altra guancia», nell’Antico Testamento l’«occhio perocchio» venne introdotto in nome della religione e diDio; ma non era un invito alla vendetta a tutti i costi. Vo-leva dire, invece, che la vendetta doveva essere commi-surata al danno subito e diretta soltanto alla personache l’aveva cagionata; senza coinvolgere nessun altroin una faida senza fine o in una guerra collettiva. In tem-pi più recenti, quella grande anima di un Gandhi ebbe adire: «Se dovessimo agire secondo il detto «occhio perocchio», ci troveremmo presto in un mondo di ciechi».

ROBERTO DE ROBERTIS

A SPROPOSITO DI …

... vendettaL’ultima conferenza direttiva si è svolta il 26 e27 agosto scorsi a Davos e ha dapprima analiz-zato i preparativi dell’assemblea costitutiva del-la nuova sottofederazione AS (vedi contattono 18). Gran parte della discussione è però stataconsacrata al malumore che regna nelle centralid’esercizio per la mancata risposta da parte del-le FFS alle richieste collettive sulle loro posizionirispetto a Toco, inoltrate più di un anno fa! LeFFS non hanno nemmeno preso posizione sullarichiesta di indennità per l’istruzione pratica,che Toco ha «dimenticato» di riprendere. Essaandava a ricompensare il doppio impegno daprestare quando, oltre a prestare il servizio inmodo efficiente e concentrato, si è chiamati an-che ad accompagnare, correggere, spiegare levarie situazioni al o alla collega in formazione.Si tratta di una doppia responsabilità che le FFSnon hanno sinora voluto considerare, limitando-si a rispondere di voler analizzare il problema a

livello di gruppo. Anche questa lacuna ha contri-buito ad alimentare il malcontento nelle centralid’esercizio, nelle stazioni nodo e nei centri ditelecomando.Il responsabile del reclutamento Markus Bürkiha illustrato le manifestazioni di reclutamentosvolte, che hanno avuto un’ottima eco. La SBV èstata molto ben accolta, con discussioni moltointeressanti. L’idea verrà quindi ripresa anche infuturo, con altre manifestazioni nelle tre regionilinguistiche. Sino a fine luglio, la SBV aveva re-clutato ben 109 membri, in particolare presso lapolizia dei trasporti e la Securitrans. Purtroppo,vi sono anche delle dimissioni di gente delusa,per cui dobbiamo intensificare gli sforzi di reclu-tamento, ma anche di assistenza ai membri.

Urs Schopfer

Malcontento nelle centrali d’esercizioDiscusso il profondo malcontento nelle centrali d’esercizio per la mancataevasione dei ricorsi Toco.

■ Sottofederazione SBV – conferenza direttiva

La riunione del 21 agosto della commissione cen-trale ha esaminato la situazione finanziaria dellasottofederazione, ringraziando René Furrer per lacura del suo lavoro.L’attualità della sottofederazione è stata illustratadal presidente centrale Andreas Menet, che ha ri-ferito di un parziale successo della petizione pro-mossa sul problema del simulatore. La direzione diVM è infatti d’accordo di far capo solo ad esempidiurni, di migliorare le carte grafiche e di riprende-re ulteriori compiti di manovra nell’E-Tutor. È poistato discusso il procedimento da seguire per lapetizione sulle indennità per lavoro all’estero.Il 15 novembre vi sarà un worshop sui cantieri.Il vicepresidente Pascal Fiscalini e il suo collega diCoPe Alexander Seiler hanno elaborato una diretti-va per il formulario sulla durata del lavoro, da spe-dire alle sezioni per meglio controllare la durata

del lavoro. Tutte queste novità saranno pubblicateanche sul sito internet.Roger Tschirky, rappresentante RhB ha riferito del-la soppressione dell’accompagnamento tra Zerneze Scuol, che tutti auspicano di reintrodurre dalprossimo cambiamento d’orario. I colleghi hannomanifestato apprezzamento per il bollettino ZPV.La segretaria chiede a tutti di inviare i contributi [email protected], per mantenere questolivello di interesse.Da ultimo, la commissione ha rivolto un ringrazia-mento a Thomas Walther per l’ottima organizzazio-ne della bella gita ZPV sul lavoro Bodanico.

La prossima riunione è in agenda il 18 ottobre.

Janine Truttmann

Successo parziale delle petizioni ZPV■ Sottofederazione ZPV - commissione centrale

Porgiamo le nostre sincere condoglianze al collega Silvano Jemetta per laperdita del caro padre.

Sezione SBV Ticino

Al nostro collega Iram Balzano presentiamo sentite condoglianze per lascomparsa del caro papà.

Sezione ZPV Ticino

CONDOGLIANZE

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16 FOCUS.SEVcontatto.sevN. 20/1324.10.2013

«Per essere attraente, un’azienda ha bisogno di dipen-denti a tempo parziale», scrivel’ultimo numero di «In viag-gio», la rivista per le collabora-trici e i collaboratori delle FFS,che dedica un approfondimen-to allo « job sharing » comepossibilità di conciliare vitaprivata e vita professionale,soprattutto per i quadri. «A se-conda della formula scelta, sipuò per esempio bloccare ungiorno alla settimana» vienespiegato.

Ah si?Sono in molti, specie in alcunecategorie, a storcere il naso,leggendo affermazioni simili.La situazione è infatti molto di-versa, per esempio a Micronic,la squadra che presso le FFS èincaricata di svolgere i rilievidella frequenza sui treni per

migliorare l’offerta. Tutti gli ad-detti alla raccolta dei dati stati-stici lavorano a tempo parzialee sono quindi direttamente co-involti da questi problemi, chehanno assunto però tutt’altraconnotazione, soprattutto daquando la distribuzione deiturni è stata centralizzata a Zu-rigo. Indipendentemente dalproprio rapporto d’impiego al40, 50 o 80 percento, tutti de-vono dimostrare massima fles-sibilità. «A seconda della per-

centuale, abbiamo da 5 a 10giorni liberi garantiti al mese.Invece ogni domanda di turnoparticolare (il mattino, o il po-meriggio o la sera, come puredi spostamento di giorni liberi)viene considerata solo comeun auspicio, senza garanzia al-cuna» ci dice Geneviève (nomefittizio ).«Dobbiamo quindi essere di-sponibili 20 o 21 giorni al me-se, di cui almeno due sabati edue domeniche. Ciò crea natu-

ralmente difficoltà nella conci-liazione della vita privata equella professionale anche achi lavora solo al 40 percento.Senza poi contare che il distri-butore cambia ogni anno, inquanto questo incarico vienesvolto nell’ambito di stagesdella durata di un periodod’orario.Succede poi che la distribuzio-ne, che dovremmo avere alme-no un mese prima, arrivi all’ul-timo momento. Siamo a metà

ottobre e non sappiamo ancoraquando dovremo lavorare innovembre. Non possiamoquindi prendere nessun impe-gno.»A tutto ciò è venuto ad aggiun-gersi anche il problema delladistribuzione annuale. «Abbia-mo ricevuto un mail che cichiede di lavorare di più in no-vembre e in dicembre, in quan-to non abbiamo ancora rag-giunto i nostri obiettivi».Cantoni e Confederazione,committenti delle prestazionidi trasporto pubblico, hannobisogno di indicazioni preciseper definire le prestazioni delleimprese di trasporto e il loro fi-nanziamento. Le comunità ta-riffali ripartiscono gli introitisecondo l’utenza trasportata.Per offrire dati affidabili, Mi-cronic deve quindi percorrereogni tratta cinque volte l’anno.«Possono intervenire fatti stra-ordinari, come una frana, cheimpediscono di svolgere i rilie-vi, che poi vanno recuperati. Visono però anche errori di pia-nificazione. L’anno scorso, ab-biamo lavorato troppo nei pri-mi otto mesi e ci hanno quindiobbligati a fare libero da no-vembre al cambiamento d’ora-rio di metà dicembre. »A lamentarsi non sono però so-lo i dipendenti di Micronic. An-dré, (altro nome fittizio per uncollega che vuol restare anoni-mo) lavora come accompagna-tore treno all’80 percento, magiudica mal strutturata la suadistribuzione. «Nonostante ilmio 80 %, devo garantire lostesso numero di fine settima-na di chi lavora al 100 %. Nonlo ritengo corretto. Le ore sup-plementari che accumulo, inol-tre, le devo smaltire durante lasettimana, in quanto è pratica-mente impossibile avere qual-che week-end libero in più.»Abbiamo quindi un quadro ca-ratterizzato da una grandeflessibilità, che stride forte-mente con i toni elogiativi di«in viaggio».

Vivian Bologna

Nel suo ultimo numero,la rivista «In viaggio»,vantava le capacità del-le FFS di proporre postidi lavoro attraenti atempo parziale. La real-tà di molte persone è unpo’ diversa...

Dipendenti ultraflessibiliTempo parziale presso le FFS

Pelle

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I ritmi di lavoro e della vita privata sono spesso imposti dall’orario dei treni...

La domanda di questaedizione è:

che stazione è?

Si può partecipare alconcorso entro mercoledì30 ottobre 2013:

inviando una cartolinapostale: con nome,

cognome, indirizzo esoluzione a: SEV, Photo-mystère, casella postale,3000 Berna 6;

per e-mail: inviando lestesse indicazioni dellacartolina [email protected];

per internet: sul nostrosito www.sevonline.chcliccare sul box «Photomy-stère» a destra sottol’agenda e riempire ilformulario con le indica-zioni richieste.

Sono in palio 40 franchiin buoni Reka, sorteggia-ti tra coloro che avrannodato la risposta esatta.

Il nome della vincitrice odel vincitore sarà pub-blicato sul numerosuccessivo.

Non verrà tenuta alcunacorrispondenza sulconcorso. Le vie legali

sono escluse.

Soluzione: l’ultimaedizione del concorsocontatto.sev numero 19riportava un dettaglio diun pallone della VPOD cheveleggiava sulla piazzafederale durante lamanifestazione del 21settembre. l

Su www.sev-online.chtroverete una fotoesplicativa.

Il fortunato vincitore dei40 franchi in buoni Reka è:

Albert Suppiger,membro della sezioneBAU Nordwestschweiz,domiciliato a Starrkirch-Wil.

Photomystère: «Che stazione è?»

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