editoriale - Periodico Italiano Magazine · 2018. 8. 27. · > > > > > > > > > > > > > > > > > > >...

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  • La via ‘neo-umanista’È in errore chi crede che, oggi, destra e sinistra non esistano più: sitratta dell’ennesimo segnale di un provincialismo culturale assaigrave. In realtà, in Europa è in corso una sfida epocale tra duemodelli ben distinti di società: quella imposta dal neoliberismo e dalcapitalismo finanziario, in cui tutto viene regolato in termini didanaro, facili guadagni, potere e carriera, consumismo sfrenato eindividualismo esasperato; e quello, ancora tutto da progettare e dadefinire, che punta a porre al centro della propria analisi la personaumana, con i suoi ‘bisogni materiali’, ma anche quelli ‘immateriali’.La società è il luogo delle relazioni umane, della cultura, della cono-scenza e del sapere. Pertanto, nella definizione diuna nuova economia e di un nuovo modello disocietà dobbiamo assumere un aggettivo ormai tra-scurato da tempo: il termine ‘umano’. Il problemadi questi primi decenni del XXI secolo non è quellodi disegnare una società ‘più povera’, imperniatacioè sul modello ‘francescano’ di questa espressio-ne, composta quasi unicamente da rinunce e sacri-fici; né più ‘austera’, come teorizzato dalle forzecattolico-conservatrici.Occorre più ‘sobrietà’ nel-l’utilizzo delle risorse naturali, che non sono infini-te e, al contempo, coltivare un maggior senso comu-ne di serenità. In pratica, dovremmo decidere unabuona volta di abbandonare, soprattutto in econo-mia, parole come ‘crescita’ e ‘sviluppo’, per comin-ciare a parlare, a ragionare e a discutere, invece, diformazione della personalità e dell’identità individuale del cittadi-no, affinché ognuno di noi possa diventare effettivamente libero difare le sue scelte e di costruirsi la propria vita. Tuttavia, per realiz-zare un simile obiettivo ‘neo-umanista’ dev’essere cambiato radical-mente il modello di società capitalistico, attraverso una serie diriforme di struttura. La globalizzazione è anch’essa divenuta troppo‘costosa’: persino i ‘giganti’ emersi in questi anni, come Facebook,Google e Amazon, se ne sono accorti, anche se non amano darlo avedere. Quel che pertanto dev’essere cambiato, ovviamente dall’in-terno del sistema e non per via rivoluzionaria o armata, è il nostroapparato produttivo, assicurando, da una parte, quei ‘beni materia-li’ e universali legati alla sopravvivenza (una casa, un lavoro, unsalario dignitoso, la salute fisica e psichica), garantendo, dall’altra,quei beni ‘immateriali’ universali indispensabili alla formazione erealizzazione di una persona (istruzione, cultura, tempo libero, qua-lità della vita). Insomma, dobbiamo metterci a riprogettare un futu-ro che renda compatibile il lavoro per tutti con il tempo libero.Un’occupazione composta da tre giorni di lavoro alla settimanaanziché sei, per esempio, scandita sulle 24 e non sulle 48 ore setti-manali. Ciò comporterebbe un salario inferiore, ma la disponibilitàdi altri beni più preziosi: a) il tempo libero; b) l’accesso alla cultura;c) una qualità della vita profondamente diversa; d) una vita di cop-

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    editoriale [email protected]>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    Il nostro apparato produttivodev’essere cambiato dall’interno del sistema.Dobbiamo metterci a riprogettare un futuro che renda compatibile il lavoroper tutti con il tempo libero erilanciare una vera e propria sfida politica nei confronti del capitalismo

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    Piano piano, forte forteLa frenesia della vita moderna, come citava una vecchia pubblicitàdi un noto amaro, è arrivata a un punto di rottura. Lo stress è diven-tato un malessere talmente diffuso che ormai lo possiamo riscontra-re anche nei bambini. È chiaro, quindi, che dobbiamo riappropriarcidi margini più ampi di serenità e di calma. La ricerca di benessereè diventata una costante della nostra quotidianità. Il bombarda-mento mediatico ci propone stili di vita ‘alternativi’ che spesso nonsono altro che un pretesto per indurci all’acquisto della pillola o latisana di ultima generazione che promette di aiutarci a ritrovare laforma perfetta. Le scelte più salutari sembrano essere solo quellealimentari, tanto che il veganesimo è diventato un tipo di regimealimentare proposto anche dai ristoranti.Il marketing è alla base di ogni tipo di proposta. Persino l’idea difelicità aziendale trova un suo spazio nelle pagine dei quotidiani. Inrealta, ciò di cui si parla molto poco, è della scarsa qualità del nostrotempo. Soprattutto quello dedicato a noi stessi nel senso più profon-do del termine. Siamo troppo affaccendati dalle mille cose della quo-tidianità che lasciamo indietro le cose veramente importanti. E nonè un caso se continuiamo a leggere di bambini che vengono dimenti-cati in auto, nella fretta di correre a lavorare. È chiaro che il talgenitore aveva la testa altrove, in quella sorta di pilota automaticoche quasi tutti ‘avviamo’ quando cominciamo a pensare alle begheda risolvere.È il rumore dei pensieri,dell’ambiente circostante,del vociare delle comuni-cazioni telefoniche ‘impo-ste’ dalla gente che restaattaccata al telefoninoanche quando è in metro-politana.Ma come fare a recupera-re un po’ di armonia?Sicuramente occorre ral-lentare. Cercare di muo-versi in modo meno conci-tato, di parlare solo quan-do serve, di guardare negliocchi chi ci sta di fronte(cosa che a molte commes-se dei negozi sembra nonessere mai stato insegna-to). Insomma cercare difare piano piano e meglio.Perché il forte forte, pro-prio non funziona.

    FRANCESCA BUFFO

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    pia o familiare più umana, perché entrambi i membri potrebberoavere un impiego, alternandosi nelle questioni private o nel seguire,istruire ed educare i figli. Dobbiamo avere il coraggio di discostarcidalla mentalità della rinuncia, del ‘sacrificio’ di stampo cattolico, opiù semplicemente religioso, al fine di tentare la strada di un utiliz-zo più attento delle risorse, in una contropartita tra beni voluttuario superflui e beni assai più preziosi, come la cultura, la qualità dellavita e il tempo libero. Dobbiamo rilanciare una vera e propria sfidapolitica nei confronti del capitalismo e del dominio finanziario, con-tro tutte le ideologie liberiste e neoreazionarie, poiché è ormai dive-

    nuta necessaria una riconversioneindustriale, una vera e pro-

    pria inversione di rotta. Chiafferma che in questa fasepost ideologica dellaStoria destra e sinistranon esisterebbero più, inrealtà si adegua alla natu-

    ra ‘piatta’ e conformistadi quel ‘pensiero unico’omologativo cheintende proseguirenelle sue divisioni elacerazioni sociali,

    riportandoci verso labarbarie. Il vero ‘dise-gno’ dissimulato enascosto agli occhi deicittadini è esattamen-te questo: far credere

    che il socialismo sia‘invecchiato’, che esso non

    sia più in grado di fornire dellerisposte costruttive al modello di

    sviluppo imposto dalla globalizza-zione, la quale, in realtà, rende l’indivi-

    duo un semplice ‘imitatore’ di un benessereper pochi. O ci si dirige verso una società in cui i beni immateriali,come il rispetto dell’ambiente e la cura del nostro patrimonio cultu-rale, artistico, paesaggistico, archeologico e monumentale, possiedo-no un proprio spazio di espressione, estrinsecazione ed esistenza,oppure si prosegue sulla via che conduce verso lo sfascio sociale evaloriale. È inutile andare in televisione a lamentarsi per le vittoriedei movimenti populisti, se non si riesce ad accettare questa sempli-ce verità, accusando altresì la socialdemocrazia di essere “un canemorto”. Sostenere una tesi del genere significa non aver capitonulla. Solo quando riusciremo a sciogliere tale ‘equivoco’, tutto saràfinalmente più chiaro. E si può star certi che tutto questo, un belgiorno, accadrà.

    VITTORIO LUSSANA

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  • 38 Il violino elettrico di Andrea CastaPerformer di talento grazie a uno strumento moderno, ma dai forti richiami classici

    42 Musica NewsGuida all’ascolto

    44 Anche l’arte è maestra di vitaLa II edizione della ‘Biennale dei Licei artistici’

    50 Daniela De Angelis “In molti lavori si vede un certo talento”

    52 Mariagrazia Dardanelli:“Il filo conduttore è stato il viaggio della solidarietà”

    56 Arte NewsLe mostre del momento

    58 Libri&LibriNovità in libreria

    Boom di canapa legale, per un merca-to che già muove milioni di euro esembra destinato a crescere.: nel mitodi ‘marija’, un nuovo modo di consu-mare l’erba potrebbe prendere piede,come insegna il ‘Barnum café’ diRoma, con i suoi cocktail particolari

    Cannabis light moda senza sballo

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    Anno 7 - n. 39 Maggio 2018

    Direttore responsabile: Vittorio LussanaVicedirettore: Francesca Buffo

    In redazione: Gaetano Massimo Macrì, Carla De Leo, Giuseppe Lorin, Michela Zanarella, Dario Cecconi,Annalisa Civitelli, Serena Di Giovanni, Ilaria Cordì ,Silvia Mattina, Giorgio Morino, Michele Di Muro, Domenico Letizia, Marcello Valeri

    REDAZIONE CENTRALE: Via A. Pertile, 5 - 00168 Roma - Tel.06.92592703

    Progetto grafico: Komunicare.org - Roma

    Editore Compact edizioni divisione di Phoenix associa-zione culturale - Periodico italiano magazine è unatestata giornalistica registrata presso il RegistroStampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010

    PROMOZIONE E SVILUPPO

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    Sempre più persone apprez-zano i benefici di questa tec-nica, che promette di rag-giungere il benessere fisico ementale attraverso la riatti-vazione dei flussi vitali e laregolazione del metabolismocellulare

    sommario Anno 7 I numero 39 I Maggio 2018

    3 Editoriale

    5 Storia di copertina

    8 La serenità è una conquistaPer stare bene, dobbiamo cominciare a ‘muoverci’ per far sì che stiano meglio tutti

    10 Uscire dall’abitatoUna nuova filosofia di vita legata a nuove economie basate sul lavoro condiviso

    13 Gian Mario Folini:“L’agricoltura del futuro sarà sociale”

    22 Dalla parte della famiglia ‘Valigia di salvataggio’: il progetto dell’associazione ‘Salvamamme’ per aiutare le famiglie in difficoltà

    24 Barbara De Rossi:“Salvamamme è una porta sempre aperta”

    26 Sul tetto del Caucaso Il progetto delle autorità locali è quello di rendere la regione una delle principali attrazioni turistiche dell’Azerbaigian

    28 Ascolto sotto le lenzuolaMax Richter trasforma i teatri in una grande camera da letto con il progetto ‘Sleep concert’

    32 Dentro e fuori la tvA tu per tu con Milly Carlucci

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    Nutripunturaper stare bene

  • omune

    stiamo pagando caro. Soprattutto in una costante perdita di sere-nità che ci distoglie dal goderci le piccole gioie quotidiane. Così citroviamo, instupiditi, a leggere del ‘Direttore della felicità’(nuova figura professionale nelle aziende Usa), che ha il compitodi curare i lavoratori, interpretarne i bisogni, fare in modo cheognuno di loro sia soddisfatto del posto dove lavora. Dalla partedel lavoratore, si fa per dire: in realtà il ‘servizio’ è pensato per igiovani informatici (quelli veramente bravi che noi italiani siamoabituati vedere solo al cinema, per intenderci) e impedirne lafuga. Sì perchè si tratta di Millennials, che a differenza dei padrise sono qualificati, non si accontentano solo di una buona retri-buzione e prendono la fuga verso lidi più attraenti, tanto sannoche il posto garantito a vita non ce l'hanno più. Insomma, nientea che fare con i milleuristi, gli operai che rischiano la vita nelleacciaierie o quelli che richiano il posto all’Ilva.Si parla tanto di prevenzione, di salute. Ma il malessere ha millesfumature diverse: quello sociale nel quale esiste la povertà, laviolenza familiare, la disabilità; quello territoriale che vede loca-lità splendide spopolarsi, un potenziale economico per la crescitalocale che rischia di essere ‘perso’ per sempre. Cose che vediamointorno a noi, alle quali non reagiamo più. Ed è questa letargia,questa assuefazione a tutto ciò che ‘non va’, che ci porta a unacostante perdita di serenità. Possiamo tentare tante strade perallungare la nostra esistenza (diete, meditazione, terapie olisti-che, sport), ma la conquista di una vita migliore per tutti è unbenessere ‘altro’ che abbiamo l’obbligo di non dimenticarci.

    FRANCESCA BUFFO

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    primopiano Sconfiggere lo stress e far crescere il benessere c

    Controllare il peso, non fumare, muoversi regolarmente emangiare sano: quattro fattori che pesano ben più di un far-maco miracoloso per chi vuole mantenersi a lungo. Insomma, laricetta è sempre la stessa: uno stile di vita salutare. Per preve-nire malattie cardiovascolari e ictus, che sono le principali causedi morte dei Paesi occidentali e per allungare l'aspettativa divita almeno di dieci anni, secondo quanto afferma una ricercapubblicata dal Dipartimento di Nutrizione alla Harvard T.H.Chan School of Public Health di Boston. Certo, con un po' diimpegno qualche miglioramento si può anche ottenere. Ma riu-scire a eliminare i molti fattori di stress che influiscono sullanostra quotidianità è tutta un’altra storia. E non parliamo solodi normale gestione familiare, problemi economici, diverbi inufficio o del guasto improvviso della macchina, bensì delle tantescocciature che si sono aggiunte negli anni grazie alla moderni-tà. Come i cellulari con mille app diverse con le quali la stessapersona riesce a comunicarti qualcosa in tre modi diversi.Quando questo, poi, succede con i colleghi ci si trova obbligati a‘raccogliere pezzi’ da email, messanger, whatsapp e telegram,

    nella speranza di avere tutti gli elementi della comunica-zione originaria del mittente. La chiamano comuni-

    cazione ‘veloce’, ma l’istantaneità spesso noninclude la chiarezza. Come con i servizi di assi-

    stenza affidati principalmente ai call center,grazie ai quali ci si ritrova a discutere sullaparabola sky con operatori albanesi che siavvalgono di soluzioni preconfezionateoltre le quali esiste solo il ‘vuoto’ e l’impos-sibilità di risolvere il proprio problema. Inquesti casi è così azzardato ipotizzare chela pressione alta, dopotutto, non sia unsintomo direttamente correlato al fritto

    che si è mangiato a pranzo, ma piuttosto ladiretta conseguenza del neurone che ‘schiz-

    za’ ogni volta che si incontra un servizio inef-ficiente? Dell’impiegato di turno che fornisce

    un’informazione sbagliata? Dal punto di vistatecnologico la società odierna si è evoluta molto in

    pochi decenni, ma il grado di stress che l’accompagna lo

    primopiano

    8 > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > Periodico italiano MAGAZINE

    Siamo una società sempre piùstressata e letargica di fronte atutto ciò che ha smesso di fun-zionare, dall’efficienza dei ser-vizi all’ingiustizia sociale. Perstare bene, dobbiamo comin-ciare a ‘muoverci’ per far sì chestiano meglio tutti

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    La serenità è una conquista

  • pressione, allontanando il rischio di sviluppare disturbi psicologici>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    ria, è ancora molto forte per più della metàdella popolazione mondiale, nel 1950 era solo il30% . C’è chi avverte il problema del fenomenodell’invecchiamento e dello spopolamento,quali chiari segnali di un destino votato allasparizione di alcuni centri. D’altro canto, tra ifattori incentivanti c’è una sensazione dibenessere psicofisico e ‘aria di casa’ mentre tragli scettici emergono riflessioni sull’assenza dicomfort e di accesso alla rete internet.C’è chi sceglie una via di compromesso e va avivere a pochi chilometri dalle grandi città ita-liane in villette con giardino e quotidianamen-te pratica il pendolarismo. Nella fotografia chefa l’Istat nel 2011, 29 milioni sarebbero le per-sone che ogni giorno si spostano per recarsi sulposto di lavoro o di studio. Un prezzo da paga-re alto per chi macina costantemente chilome-tri di strada ma che sembra essere ampiamen-te ricompensata dai prezzi più vantaggiosidegli appartamenti (tra i 1300 e 1400 euro almq), metrature più ampie e l’isolamento dairumori onnipresenti del traffico. A fronte diquesto risparmio, quali sono i reali benefici diandare a vivere fuori città? La vita in campagna o in montagna eviterebbenon solo ansia e depressione ma soprattuttoallontanerebbe il rischio di sviluppare disturbipsicologici. Lo studio realizzato da un team diricercatori dell’università di Ulm in Germaniae del Colorado a Boulder, pubblicato nell’aprile2018 sulla rivista della National Academy ofSciences, ha evidenziato che vivere in luoghieccessivamente sterilizzati conduce a un pro-gressivo indebolimento del corpo.L’Organizzazione mondiale della sanità haregistrato trecento milioni di persone nelmondo che soffrono di depressione e ha colloca-to i disturbi psichiatrici tra le venti causa digravi disabilità. Lo spostamento dal reticolourbano verso una cornice quasi completamenteagreste sembra essere in grado di ridurre ilivelli di stress. La città appare, infatti, comeuna grande serra di rumori, gas di scarico emancanza di ritrovo sociale mentre la lentezzae la rilassatezza della natura sembrano ripor-tare alla mente l’esigenza di un’armonia pri-mordiale. Un richiamo ancestrale da cui l’indi-viduo sembra attratto ancora oggi, attraversola tradizione di pratiche agricole tra passato epresente, conservazione e innovazione per

    approdare all’equilibrio perfetto nel corpo enell’anima, possibile solo seguendo il ciclo fisio-logico. Fuori città, gli individui devono assecon-dare i ritmi della natura per poter sopravvive-re, ciò implica la sveglia all’alba e pasti regola-ri. In tale contesto, il cibo è la chiave fonda-mentale per destabilizzare le forti tensioniemotive e psicologiche e la consapevolezza diciò che si ingerisce costituisce il passaportoverso una vita lunga e stabile mentalmente efisicamente. Il risultato delle ricerche dell’ulti-mo quindicennio individuano nell’ortoterapiala pratica ideale per migliorare le condizioni disalute di disabili e malati. Un modo divertenteed efficace per prevenire i ‘mali urbani’ dell’in-quinamento, della frenesia psichedelica deltraffico e per ridurre l’assunzione del cibo con-taminato dai pesticidi. L’immersione nellanatura stimola tutti e quattro i sensi e ponel’individuo in rapporto attivo con una serie di

    Sono passati i tempi di “Voglio andare avivere in campagna”, un tormentone intra-montabile ancora impresso nella mente di tuttiquei telespettatori attaccati davanti allo scher-mo per il festival di Sanremo del 1995. Il can-tante è Toto Cutugno che, armato di fisarmoni-ca e camicia di flanella a quadrettoni, aspiravaa una vita green e sostenibile in una nazione inpieno post boom economico. E ora che ne è statodi quel ragazzotto di campagna? Accanto a una

    folta schiera di nuovi campagnoli (perColdiretti +12% nel 2016), la nuova sfida sem-bra indirizzarsi ai giovani e al loro rapportocon la montagna. Ma perché è importante con-vincerli a investire nella montagna, uno spazioa cui i giovani fino ai quarant’anni guardanocome luogo solo per il tempo libero? I motivipossono essere facilmente comprensibili. Ilmito della città quale fonte di concrete prospet-tive future, per il lavoro e l’assistenza sanita-

    life style Vivere in campagna o in montagna riduce i livelli di ansia e dep>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    Il modello agricolo sembra essere l’alternativa più concreta e natu-rale per disintossicarsi dallo stress cittadino e ritrovare il proprioequilibrio psicofisico: una nuova filosofia di vita che parte dallasostenibilità per sviluppare percorsi e nuove economie basate sullavoro condiviso

    Usciredall’abitato

  • 13 > > > > > > > > > > > > > > > > > > > Periodico italiano MAGAZINE

    è inferiore del 12%>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    Gian Mario Folini:“L’agricoltura del futuro

    sarà sociale”La trasformazione del territorio ha senso se anche la comunità neaccoglie i benefici e comprende le potenzialità di una nuova econo-mia tutta green, basata sulla consapevolezza della ricchezza dellerisorse locali

    Una nuova agricoltura inmontagna è possibile, co-me? Il punto di partenza sono lecomunità e le loro economie, lasostenibilità data dai prodottidel territorio e il rilancio di tuttiquei processi che conducono al-la cosiddetta ‘green economy’.Abbiamo chiesto una riflessionesul tema a Gian Mario Folini,responsabile di numerosi pro-getti legati allo sviluppo localesu tutto il territorio nazionalegrazie all’operato di Analisi e ri-cerche territoriali- Art srl. Natanel 2001 con sede a Roma, la so-cietà ha creato una rete di pro-fessionisti coinvolti in attività dianalisi e di ricerca socio-econo-mica con forte sensibilità ai te-mi dello sviluppo locale. Unastrategia di intervento diffusadal nord al sud Italia e il fioreall’occhiello è senza dubbio laVal Codera community, unprogetto articolato e ben riusci-to di comunità per il recupero ela rivitalizzazione delle aree in-terne lombarde. Quest’area in-terna alpina è uno scrigno di sa-pori e sensazioni unici che con-servano intatto il patrimoniodella biodiversità e di varietàagricole grazie al recupero delpatrimonio genetico e autoctono

    (patate, fagioli e mais) degli ‘ortidella biodiversità’. Dal 2015,Follini si fa promotore del pro-getto della ‘Scuola ambulante diagricoltura sostenibile’ volto afavorire il recupero e la salva-guardia della agro-biodiversitàcome nel caso delle attività di-dattiche di ‘Potere allo sciameper un’apicoltura responsabile esostenibile’, ponendo l’attenzio-ne sull’importanza delle arnie ela loro progressiva scomparsa.Una micro impresa che pone alcentro il ‘cibo democratico’, comesostiene Folini, e che rilancia ilvalore del turismo esperienzaleattraverso ‘l’albergo diffuso’,un’opportunità in più per rin-saldare la comunità al territorioe per proporre un turismo piùconsapevole e rispettoso dellastoria geologica e umana dellamontagna e non solo.

    Gian Mario Folini, cosa si-gnifica progettare nellearee interne della Lombar-dia e in particolare in ValCodera?“Val Codera Community è unprogetto di sviluppo territorialeintegrato che mette insiemeaspetti che riguardano l’agricol-tura, il turismo esperienziale,

    l’apicoltura, la ristorazione e latrasformazione dei prodottiagricoli. Dietro questo progetto,c’è ‘Associazione degli amici del-la Val Codera’ che da 35 anni la-vora su questi aspetti di manu-tenzione, di salvaguardia e dipresidio del territorio. Codera èl’unico paese in Valtellina chenon ha un collegamento per es-sere raggiunta. Ci si arriva soloa piedi - da un sentiero che par-te dal comune di Novate Mezzo-la (Sondrio), ndr - con un’ora emezza di cammino ed è abitatoda dieci persone. Negli ultimiquattro anni abbiamo supporta-to l’associazione nella costruzio-

    attività che lo obbligano a produrre la vitami-na D, essenziale per la struttura ossea. Ancora,il lavoro a contatto con le piante conduce alcontenimento della pressione sanguigna, rego-la il battito cardiaco, abbassa il colesterolo nelsangue e migliorando la circolazione combattele sindromi da ‘sedia da ufficio’. Per ritrovare leenergie e sentirsi subito in forma, non servenecessariamente zappare dalla mattina allasera, l’ecoterapia è un valido metodo per crea-re relazioni positive con l’ambiente in cui sivive. Da qui la centralità delle lunghe passeg-giate nel bosco e delle ore sdraiati accanto alruscello a sentire la musicalità di un corso d’ac-qua, in cui l’ecoterapia è il direttore di orche-stra che dirige all’unisono mente, sensi e cuore.“Quando uomini e montagne si incontrano,grandi cose accadono”, William Blake intrave-de il potere benefico di una terapia riabilitati-va della montagna in cui crescita personale ebellezza naturale favoriscono il raggiungimen-to di obiettivi ad alta quota. Si tratta dellamontagnaterapia che pone l’individuo nellacondizione di superare i propri limiti per ricer-care il benessere e la salute nelle cose sempli-ci, anche in assenza di malattia. L’approccio è

    di tipo terapeutico-riabilitativo e socio-educati-vo che eleva la montagna a luogo adatto allosvolgimento di una terapia interessata allaprevenzione, alla cura e a pratiche riabilitativeapplicate a problematiche diverse: fisiche, psi-chiatriche, emotive e cognitive.Per questo aspetto curativo, la forza del proget-to si esplica nel coinvolgimento di diverse com-petenze e conoscenze che vanno da nozioni clini-che a quelle propriamente ambientali e cultura-li. L’applicazione di tali specifiche metodologie èaffidata prevalentemente al servizio sanitarionazionale o in alternativa affidata a enti o asso-ciazioni accreditati del settore mediante la par-tecipazione del club alpino italiano.Accanto a questo generale benessere, uno studiodi otto anni della T.H. Chan School of PublicHealth di Harvard su alcune donne statuniten-si che vivono in case immerse nella natura hadichiarato che il tasso di mortalità è inferioredel 12% in rapporto a chi vive in aree poco verdi.In conclusione, la montagna e la campagna sem-brano essere due ingredienti per creare l’elisirdi lunga vita e di eterna giovinezza.

    SILVIA MATTINA

    life style In campagna, rispetto alle aree cittadine, il tasso di mortalità è>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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  • messa per mantenerlo e valoriz-zarlo. Questa formula, con il ri-storante, diviene elemento dicompletamento e qualificazionee i mini appartamenti propongo-no soggiorni diversi dai rifugiche intendiamo abitualmente.Questo è il progetto su cui ci sia-mo concentrati nell’ultimo annoe mezzo, tanto che è nata unacooperativa tra proprietari che sioccupa della gestione dell’alber-go diffuso promossa dall’associa-zione per darne una forma im-prenditoriale. Si tratta di mette-re in comune degli appartamen-ti e di gestirli: fare l’incoming,cambio biancheria e spazi comu-ni per organizzare attività comeil cinema la sera, i giochi, ecc.”.

    Il turista tipo che decide divenire in Val Codera, ha laconsapevolezza del cittadinoattivo?“L’associazione si rivolge ancheal ‘Wwoof’, ovvero una rete mon-diale di giovani e di aziende bio-logiche che accolgono i ragazziper lavorare lì in cambio di vittoe alloggio. Ogni anno, si organiz-zano campi per quindici giornicon il servizio civile internazio-nale e vengono una quindicinadi giovani da tutto il mondo (co-reani, ungheresi, russi, canade-si, etc.). L’associazione prevedeanche alcuni eventi come lo sfal-cio per la manutenzione dei pra-ti: un’occasione per i turisti dipartecipare ai campi di lavoro.Ad esempio, ad aprile si è svoltoun corso per la costruzione deimuretti a secco e nel costo eranocompresi quattro giorni di sog-giorno a pensione completa”.

    Quali altri progetti turisticipensate di sviluppare nellavalle per la valorizzazionedel territorio?“C’è in programma di creare unaasinovia da Codera, dove ci sarà

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    competenze: le più interessanti sono quelle collettive>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    Escursioni in Val CoderaPer chi ama la montagna e vuole scoprire la natura nel periodo estivo, ‘Associazione Amici della ValCodera’ offre una serie di itinerari per gli appassionati di trekking. Il primo sentiero è l'arrivo allaVal Codera stessa. Infatti, la sua posizione così interna la rende raggiungibile solo a piedi o in eli-cottero. Un vero e proprio gioiello incastonato tra la Val Bondasca e la Val Masino (attraversata daltorrente che dà il nome alla valle) e protetta tra i monti di Pizzo Badile, Pizzo Cengalo e il monteGruf. La valle mantiene ancora quel carattere aspro e selvaggio più volte sottolineato da grandiuomini del passato. “Qui si trova montagne sterili et altissime con grandi scogli. Qui nasce abeti, lari-ci et pini, daini, stambuche, camozze e terribili orsi, non ci si può montare se non a quattro piedi”, cosìla descriveva Leonardo da Vinci nel suo ‘Codice atlantico’. Dal parcheggio in località diMezzoalpiano, il sentiero si snoda in modo tortuoso; tra tornanti e scalini ricavati dalla roccia siarriva al primo nucleo abitato di Avedée da dove si scivola più agevolmente fino a Codera. In alter-nativa e correndo in sella a una mountain bike, è molto suggestivo il sentiero del Tracciolino cheè considerato per i suoi 10 km uno tra i più spettacolari tracciati di ingegneria umana dellaValchiavenna. Costruito negli anni trenta del Novecento, il Tracciolino parte dal centro di Castén oa Novate Mezzola da dove si acquista una visuale privilegiata sul lago di Mezzola e si può ammi-rare la bellezza della chiesetta e campanile di San Giorgo passando per prati verdissimi e piccoliboschi incantati. I più allenati possono scegliere tra altri quattro percorsi sempre con partenza daCodera: al bivacco Valli (1900 m), all’Alpe Averta (1957 m) al bivacco Pedroni Dal Prà (2577 m) e albivacco Casorate Sempione (2100 m). Dal rifugio alle escursioni, la gestione è affidataall'Associazione Amici Val Codera Onlus, con sede a Codera (frazione del comune di Novate Mezzolain provincia di Sondrio). Nata nel 1981, l'organizzazione senza fine di lucro conta un centinaio diiscritti che risiedono nella valle, tra il comune di Novate Mezzola e la provincia di Sondrio, e altriche sono legati in qualche modo al luogo. L'associazione ha l'obiettivo preciso di far rivitalizzareil territorio e frenare il fenomeno dello spopolamento, al fine di creare un indotto continuo per lasostenibilità interna e per l'offerta turistica. Val Codera è traccia di un passato diversificato traarchitettura, flora, fauna e geologia che è possibile custodire grazie alla gestione del Museo StoricoEtnografico e Naturalistico, riconosciuto ufficialmente come Raccolta museale dalla RegioneLombardia. Info e prenotazioni: www.valcodera.comTelefono 0343 62037 - 3381865169 - 02 58104576 -E-mail: [email protected]

    Codera

    Il sentiero Il Tracciolino

    Albergo diffuso

    ne dei progetti, il primo è sugliorti della biodiversità alpina.Già attivi nel recupero dei ter-razzamenti, insieme abbiamo co-struito un progetto di valorizza-zione per realizzare alcuni ortidella biodiversità alpina. Si trat-ta di coltivazioni biologiche perle quali si utilizzano tecniche dipermacultura con varietà di se-menti fornite dalla Fondazionesvizzera Pro Specie Rara che sioccupa della salvaguardia dellabiodiversità. Tutti gli anni ven-gono piantate circa quattordicivarietà di ortive, che fanno par-te del patrimonio della valle eche da secoli sono coltivate sulleAlpi. Servono a produrre verdu-re che poi sono consumate all’in-terno del ristorante. L’altro pro-getto è il ‘Potere allo sciame’, ilmele grezzo è in cera vergine ol-tre lo standard biologico con del-le arnie di origine africana conpochi imput energetici esterni.Non facciamo uso di telaini di fo-gli cerei ed energia elettrica de-gli smielatori e tutti gli introitivanno nelle casse dell’Associa-zione ‘Amici della Val Codera’. Ilterzo progetto è il museo diffuso,albergo di tipo orizzontale cherecupera il patrimonio edilizio e

    lo mette a disposizione per unaaccoglienza turistica che soggior-na in questi appartamenti chevengono ristrutturati”.

    Val Codera è una destinazio-ne turistica diversa dallemete più gettonate, cosa bi-sogna aspettarsi?“Farsi le vacanze qui significaaffrontare un’ora e mezza dicammino e svolgere delle attivi-tà che non sono tipicamentequelle turistiche con pacchettiinformativi sugli orti”.

    Che significa recuperare ilpatrimonio edilizio?“Codera fa parte del geoparco

    del Granito ed è un’area checomprende la Van Bregaglia ela Val Masino dove c’è il granitoe duecento cinquanta varietà dipietre. Un’opportunità turisticanon solo paesaggistica ma anchestorica: è in questi luoghi che,durante il fascismo, le ‘Aquile diMilano’ tennero vivo in clande-stinità il movimento scoutistico(messo fuori legge dal regime),aiutando a transitare verso laSvizzera, passando per la ValCodera, gli ebrei in fuga. Pur-troppo, dal secondo dopoguerrain poi, in queste zone è in atto lospopolamento e il grande patri-monio edilizio locale è abbando-nato. L’albergo diffuso è la scom-

    life style Nell'agricoltura sociale occorre un insieme di professionalità e c>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    14 > > > > > > > > > > > > > > > > > > > Periodico italiano MAGAZINE

  • Una piattaforma digitale perpromuovere NUOVI TALENTI

    SERVIZIO di RECRUITING per GIOVANIche vogliono diventare PROFESSIONISTIcon la collaborazione di NUMERI UNOnel MONDO DEL CALCIO

    Digitalizziamo e Decentralizziamo ilMondo del calcioUtilizziamo cryptovalute

    Voi mettete in mostra il TalentoNoi vi trasformiamo in Campioni

    la possibilità di ‘affittare’ un asi-no per poi proseguire lungo laVal Codera tra le piccole frazio-ni, in una parte del sentiero Ro-ma, da questa valle fino alla ValMalenco in una parte del geoparco del Granito”.

    C’è davvero la “chiamata al-la terra” per le nuove gene-razioni?“C’è una grande mistificazione,si esasperano una serie di datima quando poi entriamo nel det-taglio e li confrontiamo non soloall’interno del settore ma anchecon altri differenti, si capisce be-nissimo che l’agricoltura, soprat-tutto per i giovani, non ha nes-suno appeal. Da quattro genera-zioni, i giovani si sentono direche l’agricoltura è uguale a mi-

    seria. Questo non significa chenon ci sia nessuno che investe inagricoltura e quelli che lo fannohanno un capitale culturale ele-vato. I ragazzi hanno un set dicompetenze abbastanza elevato:comunicazione, packaging, pro-cessi produttivi. Non certo lacultura del contadino dell’Otto-cento. Hanno maggiore sensibi-lità ecologica, anche se questonon si traduce necessariamentein sistemi di coltivazioni sosteni-bili, perché poi in Italia nessunoaccompagna questi giovani nellapermacultura e attraverso lafrontiera dell’agricoltura del bio-logico e biodinamico. Il sistemadiviene piuttosto complicato. Cisono delle realtà interessanti:noi collaboriamo con la coopera-tiva ‘Karadrà’ in Salento dove ci

    sono otto giovani (ciascuno por-tatore di competenze) che simettono insieme e fanno realtàagricola. Noi siamo dell’idea chel’agricoltura del futuro sarà so-ciale e non più individuale. Ilproblema, oggi, riguarda pro-prio le forme con cui andiamo afare agricoltura e non i sistemidi coltivazione. È sociale perchéc’è bisogno di un’insieme di pro-fessionalità e competenze, quin-di le esperienze più interessan-ti sono quelle collettive. L’altrodato è che questo ritorno al-l’agricoltura si registra più alsud che al nord Italia e in parti-colare nelle aree interne italia-ne. Abbiamo fatto delle lezionicon ‘Scuola Ambulante’ sul temadel fare imprenditoria in agricol-tura, in montagna e nelle areeinterne e, invece, altro elementocomplicato è il livello di investi-menti perché abbiamo un pro-blema di fondo: l’agricoltura ita-liana è vecchia. C’è un problemadi ricambio generazionale e ac-canto a questo c’è la difficoltà diaccesso perché la terra agricolacosta molto di più rispetto aglialtri paesi. Il tema dell’edifica-zione diviene una barriera perl’alto costo di venti mila euro al-l’ettaro e per l’ottenimento di unfinanziamento che è su base pa-trimoniale. Altra difficoltà è l’ac-cesso all’innovazione perché contutte queste logiche dei sistemidei marchi brevettati, l’operato-re di macchine agricole non po-trà mai essere un imprenditoreagricolo. Il lavoro per sistemi amarchio registrato comporta chetutto il sapere è espropriato.L’ultimo tema si incentra sullepolitiche comunitarie e Pvr (pia-no dello sviluppo rurale) che so-no impiantate su una culturadel Novecento e non del terzomillennio”.

    SILVIA MATTINA

    life style L’agricoltura italiana è vecchia>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    Il Tracciolino

    Codera

  • olazione delle correnti vitali, sostenere la salute ed evitare la comparsa delle malattie>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    cuore, dell’apparato riprodutti-vo, dei polmoni ecc.).A seconda del circuito da riatti-vare, il terapista prescrive unadi queste combinazioni (pillolemasticabili) da assumere gene-ralmente una volta al giorno.Molte persone hanno trovatoenorme giovamento in seguitoall’utilizzo della nutripunturasia per disturbi specifici, siaper malesseri più generici di ti-po stagionale. Le sensazioni dimiglioramento possono esserepercepite in modo più o menosensibile anche nel breve perio-do. Disturbi psicosomatici, fun-zionali, organici o lesionali pos-sono essere alleviati o risolti.Invece, per quanto riguarda in-vece malattie gravi come i tu-mori, quando il disturbo è giàgravemente manifesto, non puòe non deve essere mai prescrit-ta o scelta come alternativa al-le cure classiche.La nutripuntura viene general-mente consigliata anche a sco-po preventivo per proteggerel’integrità psicosomatica e perfavorire la qualità della comu-nicazione e delle relazioni uma-ne. Infatti, la visita del tera-peuta si basa anche su un ap-

    proccio dinamico . Per esempio,se un paziente consulta a causadi sintomi comparsi a seguitodi una determinata situazionedi vita (lutto, divorzio, perditadel lavoro, ecc.) gli si fa rievoca-re l’episodio doloroso per svela-re quali siano i circuiti vitaliperturbati in modo specificodall’evento, decodificando cosìil linguaggio del corpo. L’orga-nismo, infatti, memorizza a li-vello tissutale lo stress, puntodi partenza di un’informazione(comunicazione cellulare) suffi-ciente a indurre disturbi fun-zionali. Per esempio, nei casi dilutto si riscontra spesso la per-turbazione dei circuiti del cuo-re, della vescica e del talamo.La nutrizione specifica dei cir-cuiti che alimentano tali organipermette nel paziente una piùfacile elaborazione del lutto.Altro aspetto fondamentale diquesto tipo di trattamento èl'assenza di controindicazioni: inutrienti non possono causarenessun disturbo né tantomenodipendenza. Promettono sola-mente di far stare bene, di ri-trovare il benessere fisico ementale. Esiste anche una com-binazione di nutri per la di-suassuefazione da tabacco e,dopo averla richiesta, c'é chievita di assumerla per il piace-re di fumare ancora.I nutri sono acquistabili in qual-siasi farmacia, non necessitanodi ricetta medica, vengono consi-derati medicinali da banco (co-me le vitamine e gli integratorialimentari in generale). L’uniconeo potrebbe essere il costo: cir-ca 9 euro per ogni nutri e a voltene occorrono anche 10 tipi diver-si in funzione del flusso da riat-tivare. Il terapista è un medico oun operatore della salute che de-ve aver frequentato un corso diformazione e deve aver matura-to le necessarie conoscenze per

    poter identificare l'origine del di-sturbo, disattivare lo stress cel-lulare attraverso la riattivazionedel flusso vitale interrotto e so-stenere i processi di autoregola-zione naturali. Attualmente inItalia la nutripuntura è stata in-serita tra le terapie non ordini-stiche solo dalla regione FriuliVenezia Giulia. Ma la sua diffu-sione, grazie anche ai successiregistrati, continua a crescere,così come in Francia, Canada eAmerica. Ma, in generale, comedobbiamo recepire il valore tera-peutico della nutripuntura? Loabbiamo chiesto al ginecologoGianfranco Caron, che è conside-rato uno dei massimi esponentidi nutripuntura del Belpaese.

    Dottor Caron, quali rispostepossono dare i terapisti chepraticano la nutripunturaallo scetticismo dimostratoin genere dall’Ordine deiMedici nei confronti delle te-rapie alternative?“Oggi la frontiera della Salutenon è solo l’assenza di malattia,ma anche la ricerca di uno statodi benessere per una vita sana epiacevole e le figure professiona-li che attraverso la nutripunturasi occupano della salute, devonoprecisare che questa metodicanon è una pratica terapeutica di-retta a trattare particolari ma-lattie o contrastare dei sintomi.Essa svolge la sua azione nel mi-gliorare e rinforzare le ‘correntivitali’ del corpo permettendo diattivare le intrinseche capacitàdi autoregolazione e di guarigio-ne. Non va considerata una ‘te-rapia alternativa’ bensì una me-todo diretto a mantenere lo sta-to di salute o ad affiancare e so-stenere le terapie convenzionalidella medicina ufficiale”.

    Ci sono situazioni in cui lamedicina tradizionale trae

    percorsi L’obiettivo di questo tipo di approccio è quello di favorire la circ>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    18 > > > > > > > > > > > > > > > > > > > Periodico italiano MAGAZINE

    La nutripuntura è una tecni-ca relativamente recenteche permette di riequilibrare le‘correnti-vitali’ dell’organismo econtribuisce al miglioramentodell'equilibrio metabolico dellecellule (i continui processi siachimici, sia fisici, che dannoluogo al continuo scambio dienergia e di sostanze tra l’am-biente esterno e la cellula). Or-gani, arti ed epidermide sonoformati da cellule che sonostrettamente interconnesse traloro e in perenne comunicazio-ne. Se per qualsiasi motivo talecomunicazione risultasse di-storta, o se qualche cellula (oun insieme di cellule) non fa-cesse il proprio dovere ecco na-scere il malessere o la malattia.La si può paragonare a un’ago-puntura nutrizionale senzaaghi, che rilascia nell’organi-smo oligoelementi che veicola-no informazioni mirate a soste-

    nere l’equilibrio delle correntivitali e dei circuiti di comunica-zione tra i diversi organi. .Nata in Francia negli anni 80,dal medico francese Patrick Ve-ret, la nutripuntura è il fruttodi 30 anni di ricerche sull’auto-regolazione della vitalità cellu-lare. L’obiettivo di questo tipodi approccio è quello di favorirela circolazione delle correnti vi-tali, sostenere la salute ed evi-tare la comparsa della malat-tia. L’intento non è combatterela malattia (come fa l’omeopa-tia) ma, piuttosto, favorire ilcorretto fluire dei flussi vitali ilcui blocco o deviazione vengonoconsiderate le causa dell'insor-gere della patologia, sia essa fi-sica piuttosto che psicologica.Si tratta di un metodo fondatosull’osservazione e la sperimen-tazione, che trova i suoi fonda-menti nei campi di ricerca piùinnovativi delle scienze con-

    Nutripuntura per stare bene

    Sempre più personeapprezzano i benefici diquesta tecnica, che pro-mette di raggiungere ilbenessere fisico e menta-le attraverso la riattiva-zione dei flussi vitali e laregolazione del metabo-lismo cellulare

    temporanee (neuroscienze, epi-genetica, teoria dei sistemicomplessi, Pnei, fisica quanti-stica). Come suggerito dal no-me, la tecnica trae le basi dallemillenarie conoscenze dell'ago-puntura e unisce i principi del-la medicina cinese tradizionalealle più recenti scoperte nelcampo della biologia cellulare.I nutrimenti cellulari, sono de-gli oligoelementi, gli stessi chesi possono leggere sulle etichet-te delle bottiglie d'acqua chebeviamo a casa, che compriamoal bar, o quelle che rotolano giùnei distributori automatici ne-gli uffici nei pomeriggi d'estate.Sono state identificate 38 com-binazioni di oligoelementi, piùun liprofase che sostiene il mo-vimento degli scambi cellulari.Ogni combinazione identificaun nutri (nutriente base) e hauna propria area di efficacia(correnti vitali delle arterie, del

  • beneficio dall’apporto dellanutripuntura? In quali casisi sentirebbe di consigliare aun suo collega di utilizzarla? “In realtà la nutripuntura puòessere applicata a moltissimepatologie come un valido soste-gno alle terapie classiche purtrovando uno specifico campo diapplicazione nei disordini fun-zionali che generalmente vengo-no trattati con terapie sintoma-tiche. Nelle patologie croniche esoprattutto nella patologie dege-nerative risulta essere più diffi-cile utilizzarla perché il sistemadi regolazione del corpo è sem-pre molto compromesso”.

    Dall’ansia, agli attacchi dipanico alle febbri di naturasconosciuta. Secondo lei, ilrisultato positivo può deri-vare dal livello di convinzio-ne del paziente? Come sirapporta nei confronti deipazienti scettici?“Con la nutripuntura è possibi-le effettivamente migliorarel’ansia, gli attacchi di panico ealtre patologie quali allergie,febbri di natura sconosciuta,attraverso un’azione di regola-zione delle informazioni chestanno alla base dell’equilibrioomeostatico del corpo, permet-tendo di ritrovare l’equilibriofunzionale e quindi lo stato dibenessere. Una certa predispo-sizione positiva del paziente ènecessaria ma posso escludereil miglioramento a un effettoplacebo in quanto si ottengonorisultati molto buoni anche inbambini molto piccoli. Se alcu-ni pazienti manifestano scetti-cismo nei confronti della nutri-puntura penso che questo siapositivo e sempre cerco di spie-gare la modalità di azione,l’assenza di qualsivoglia con-troindicazione o effetto indesi-derato”.

    In questi anni si sono diffuselinee di pensiero che critica-no aspramente il sistema e lepratiche della medicina tra-dizionale e che promuovonopratiche alternative general-mente dirette all’utilizzo dirimedi cosiddetti ‘naturali’.Cosa pensa di questi movi-menti?“In effetti si stanno diffondendolinee di pensiero che criticano lamedicina tradizionale soprattut-to in alcuni settori. Ritengo chesia necessario attribuire alla ri-cerca scientifica il merito di averconseguito importantissimi ri-sultati nel trattamento di moltemalattie e non sempre l’utilizzodi rimedi naturali possa essereproposto in alternativa a tratta-menti clinici e farmacologici dicomprovata efficacia. Anche levaccinazioni sono importantis-sime, hanno permesso di limi-tare la diffusione di molte ma-lattie trasmissibili e pertantonon devono essere ostacolate.Sono stati documentati deglieffetti avversi e questo dovreb-be spingere la ricerca a miglio-rare ancora di più la prevenzio-ne di tali conseguenze”.

    Se il nostro equilibrio ener-getico può essere influenza-to dall’ambiente esterno, inquesta epoca in cui l’etere èfortemente invaso da ondeelettromagnetiche. Può, ilnostro software interno, co-me lo definisce lei, subiredelle influenze negative talida pregiudicare il nostro be-nessere e la nostra salute? “L’equilibrio energetico del no-stro corpo è oggigiorno messodavvero a dura prova dall’am-biente in cui viviamo tantoche moltissime persone soffro-no di patologie riconducibiliall’elettrosmog quali deficitimmunitari, disturbi neuroen-docrini e sintomi depressivi.Se da una parte è impensabileeliminare o ridurre significati-vamente l’impatto delle ondeelettromagnetiche sull’organi-smo, con la nutripuntura èpossibile rinforzare le barriereelettromagnetiche del corpopermettendo così di ridurre leinfluenze negative dei campielettromagnetici sul benesseree la salute”.

    MARCELLO VALERI

    percorsi Si ottengono risultati buoni anche nei bambini>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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  • se, che conoscono le problematiche sociali e psicologiche delle donne in difficoltà>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    ‘vittime’ e hanno il loro necro-logio in cronaca nera, perchése tutto funzionasse non conti-nuerebbe questa tragedia, chesi rinnova in forme sempre piùatroci. Da loro abbiamo impa-rato che i primi giorni dalladenuncia o dell’allontanamen-to, se non c’è subito un luogo oun riparo, possono essere trop-po pericolosi. Abbiamo impara-to che non sempre una casaprotetta sarà disponibile subi-to. La nostra è un’attenzioneallo stato delle cose e un inter-vento immediato, diretto, con-creto. Questo vuol essere ilprogetto della ‘Valigia’: affron-tare un’emergenza nella qualeil rischio per una vita umana èsempre dietro la porta. Copri-re quelle ore o i pochi giorniche servono per accedere a unacasa protetta”.Il ‘ventennale di Salva-mamme’, celebrato di recente,ha portato alla luce un mondodi persone sconosciuto, chehanno operato senza mai chie-dere nulla in cambio, che han-no ottenuto riconoscimentiistituzionali attirando un con-senso sociale significativo eproduttivo. Un’opera di soste-gno che, sin dalla sua nascita,ha aiutato migliaia di famigliein condizioni di disagio socio-

    economico, distribuendo benidi prima necessità. Negli ulti-mi 10 anni sono state sostenu-te 10 mila famiglie e più di20 mila bambini, di cento na-zionalità diverse. I beni distri-buiti, come il vestiario, gli ali-menti, i giocattoli, i prodottiper l’igiene, il materiale dipuericultura, le carrozzine, ipasseggini e i lettini, hannosuperato i 3 milioni di ‘pezzi’(una media di 170 a bambino),per un valore economico sti-mato al di sopra dei 12 milionidi euro. Ogni anno, vengono di-stribuiti a migliaia di richie-denti (75% stranieri e 25% ita-liani) gli aiuti necessari, met-tendo a disposizione anche ilsostegno di una psicologa, diun legale e di un pediatra.L’associazione ha individuato,alla luce di tutto questo, dueprincipali indirizzi di in-tervento: il primo, imperniatosulla promozione della paritàsociale della donna e della di-gnità della famiglia, nella qua-le il ruolo femminile viene so-stenuto e difeso in quanto sog-getto attivo; il secondo, basatoa garantire, ai più piccoli e pic-colissimi, l’integrazione ali-mentare negli anni della pri-ma infanzia, in particolar mo-

    do nei casi di malnutrizione edi nascite premature, affinchévengano evitati danni irrepa-rabili a carico dell’organismodei bambini fino al terzo annodi età. Ciò, al fine di combatte-re assiduamente e con effica-cia la tragedia dei neonati ab-bandonati e/o gettati nella rac-colta dei rifiuti, oppure il par-to anonimo effettuato in strut-ture sanitarie legali o in modonon consono. Questi approccipragmatici hanno consentito a‘Salvamamme’ di compiere in-terventi in condizioni d’emer-genza, di crisi economica, in si-tuazioni di disoccupazione odoccupazione provvisoria. Ilprogramma è ben consape-vole della sua natura di ‘fil-tro’ fra la disperazione di colo-ro che si sentono persi in unmomento difficile della loro vi-ta, cadendo in preda alle pau-re e coloro che chiedono aiutoper problematiche ‘altre’. Bastipensare, per esempio, agli in-terventi che vengono effettua-ti a favore dei bambini costret-ti alle lunghe degenze in ospe-dale, cercando di assistere i ge-nitori in difficoltà; oppure, agliincontri quotidiani e alle picco-le feste organizzate per chinon può permettersi un mo-

    terzo settore Un ambiente composto da persone coraggios>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    22 > > > > > > > > > > > > > > > > > > > Periodico italiano MAGAZINE

    L’associazione ‘Salva-mamme’ è una realtà con-creta e salda, che opera in di-verse città italiane, interve-nendo in momenti cruciali del-la vita delle persone: dall’ab-bandono alla solitudine dellemamme e delle famiglie; dallecondizioni di grave disagio eco-nomico agli ultimi momentidelle gravidanze difficili; dalprimo anno di maternità allungo cammino che bisognapercorrere. Dal 1997, le volon-tarie dell’associazione ‘I Dirit-ti civili, Salvamamme e Salva-bebè’ supportano coloro chehanno bisogno in numerosiambiti, come quello sanitario,psicologico, legale, logistico, pe-

    dagogico, formativo e così via.‘Salvamamme’ è un progettoin cui tutti coloro che lo porta-no avanti credono fermamentenel valore della solidarietà,dell’intervento immediato, neldinamismo del mondo, che an-che se appare alla deriva, cer-ca di risollevarsi per tornaread abbracciare la vita, comeuna mamma con il propriobambino appena nato. Un am-biente composto da donne epersone coraggiose, ricche diforza di volontà, che conosconole problematiche sociali, econo-miche, psicologiche e umaneche posso affliggere le donne indifficoltà. Un coraggio infatica-bile, che dura da più di ven-

    Dalla parte della famiglia

    Si chiama ‘Valigia di sal-vataggio’ ed è uno dei pro-getti più recenti che l’asso-ciazione ‘Salvamamme’ha deciso di mettere incampo per aiutare le fami-glie in difficoltà: un nuovarealtà presente quandoserve, a tutte le ore e inogni singolo giorno dellasettimana, feriale o festivoche sia

    t’anni, quasi trenta. Come te-stimoniato dall’iniziativa piùrecente, denominato ‘La vali-gia di salvataggio’, organiz-zato in partnership con la Re-gione Lazio. La ‘mission’ èquella di aiutare tutte quelledonne che ogni giorno subisco-no violenza. “Per anni e anni”,si legge sul sito www.valigiadi-salvataggio.it, “di ‘valigie sen-za nome’ ne uscivano, dalla no-stra sede, una sessantina ognidodici mesi, su richiesta di for-ze dell’ordine, avvocati, fami-liari. Ora ne escono centinaia ecentinaia all’anno e, chi lechiede, apre uno spaccato deibuchi neri dove le donne in-ghiottite prendono il nome di

  • trovato una famiglia che cercadi donare il necessario e di in-tervenire nelle situazioni di-sagiate”.

    I due principali filoni d’in-tervento delle vostre attivi-tà sono la promozione dellaparità sociale della donnae della dignità della fami-glia e l’integrazione ali-mentare negli anni dellaprima infanzia, purtroppo,però, i racconti dei mediaci illustrano molte volteuna situazione del tutto op-posta: da dove dovremmopartire per risolvere lequestioni contro cui vi im-pegnate quotidianamente?“C’è tanto da migliorare. E viringrazio per questa domandache parla di parità sociale, per-chè Salvamamme, pur rispet-tando le attività benefiche,tenta la strada della parità:non c’è parità se un bimbo ècostretto ad andare a scuolacon dei capi lisi o sporchi per-chè i genitori non hanno ri-cambio. Non è fantascienza:ogni giorno incontriamo fami-glie che ci supplicano di riceve-re immediatamente le scarpi-ne per il bimbo che deve anda-re a scuola, o le scarpette per ilsaggio di danza, altrimenti laloro figliola rischia una terribi-le figura. Parità è anche avereuna piccola festa per il comple-anno, o un gelato ogni tanto. Eda noi sono arrivate donne conil parto aperto, trascinandosiper ricevere all’ultimo momen-to un corredino per il nascitu-ro: un libro ‘Cuore’ di cui ognigiorno leggiamo una pagina.Da dove dovremmo partire?Noi partiamo dai bambini cre-sciuti in salute, ma che eranonati prematuri e fragilissimi,nutriti a dovere anche nel mo-mento delicato dello svezza-

    mento. Tutto con uno sforzoinaudito e con la massima tra-sparenza. Siamo un’associazio-ne ‘Cenerentola’, che potrebberendere bellissima la vitasenza troppo sforzo a un inte-ro ‘reame’, perchè sappiamobene come certe cose dovreb-bero esser fatte. E vorremmotanto che la nostra storia tro-vasse un finale felice, comenelle favole”.

    Quanto è carente la pre-senza istituzionale nei con-fronti del disagio sociale edelle famiglie? “La presenza istituzionale, purnon essendo adeguata a unasituazione gravemente emer-genziale, esiste sulla ‘carta’,ma spesso è completamenteavulsa dalla realtà. Dopo ladenuncia, una donna vittimadi violenza rimane, in alcuneregioni, in attesa di una qual-che forma di ascolto e protezio-ne anche per un mese e più. Edopo essersi esposta, spesso ri-mane ‘incastrata’ in un siste-ma burocratico che va a rallen-tatore. Un coltello o una pisto-la, invece, colpiscono in un se-condo. ‘Salvamamme’ perseguela filosofia della ‘risposta im-mediata’ a un bisogno indero-

    gabile e urgente: i bambini,per mangiare, non aspettano. Ibandi per rispondere alla po-vertà vera sono pochi e distac-cati nel tempo: c’è tanto da mi-gliorare”.

    Lo scorso 7 maggio, l’asso-ciazione si è trovata difronte a un nuovo atto van-dalico proprio nel vostrogiorno di festa: perché, se-condo Lei, siete stati presidi mira? “Il 7 maggio ci siamo riuniti perfesteggiare i 20 anni di attivitàdell’associazione e abbiamo sco-perto, appena arrivati, l’ennesi-mo atto vandalico, insieme a unfurto subito dall’associazione. E’la quarta volta in 20 giorni ed èveramente angosciante pensareche ci siano persone che hannoil coraggio e il desiderio di di-struggere e derubare un’asso-ciazione che esiste per fare delbene a chi ha bisogno. Non sochi siano ed è tutto in mano al-le forze dell’ordine. Ma chi è ingrado di far questo, è sicura-mente privo di valori, di co-scienza umana e sociale. In ognicaso, ‘Salvamamme’ è forte dasempre. E si risolleverà conl’aiuto di tutti”.

    ILARIA CORDÌ

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    dare a scuola con dei capi lisi o sporchi perchè i genitori non hanno ricambio">>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    mento di gioia. La città di Ro-ma dona generosamente sus-sidi attraverso un flusso inin-terrotto, proveniente da mi-gliaia di romani e da molteimprese presenti sul territo-rio. Tutti mossi da un amorepiù alto, da uno spirito di soli-darietà, dalla costante ammi-razione nei confronti del lavo-ro svolto dalle volontarie diquesta associazione. Ma ogni‘storia bella’ è destinata a co-noscere sempre anche la par-te ‘cattiva’ degli esseri umani.Proprio il 7 maggio scorso,giornata in cui ricorreva ilventennale dalla nascita del-l’associazione, nella sede ro-mana è stato compiuto l’en-nesimo furto, preceduto daun grave atto vandalico.La presidente, Maria Gra-zia Passeri, ha commentatol’accaduto con queste parole:“Sono ferita e immensamenteaddolorata: noi di ‘Salva-mamme’ accogliamo e aiutia-mo a braccia aperte e senzaalcuna discriminazionechiunque ci chieda aiuto, so-prattutto le mamme in diffi-coltà. Lo facciamo con tantoamore, perché chi è fragile habisogno di essere confortato.Negli ultimi 10 anni sono sta-te sostenute oltre 10 mila fa-miglie con i loro 20 milabambini di 100 nazionalitàdiverse, di cui il 25% italiane”.Anche la presidente onora-ria, Barbara De Rossi, è ri-masta addolorata dalla noti-zia e spera nell’indignazionedei cittadini della capitale,che dovrebbero attivarsi conuna robusta e rinnovata cam-pagna solidale contro l’odio ela psicosi generate da un’idea‘chiusa’, egoistica e criminaledi società.

    ILARIA CORDÌ

    Barbara De Rossi, presidenteonoraria dell’associazione noprofit ‘Salvamamme’, nonchémeravigliosa attrice italiana,spiega in questa nostra inter-vista cosa significa per lei par-tecipare e sostenere le ‘batta-glie’ dell’associazione ‘Salva-mamme’.

    Barbara De Rossi, l’associa-zione ‘Salvamamme’ oggi èormai una realtà concreta,che ha raggiunto il tra-guardo dei 20 anni di atti-vità: cosa significa per lei ilconcetto: ‘Salvamamme’? “Salvamamme per me signifi-ca una ‘porta aperta’ per chi habisogno di aiuto. Una luce ac-cesa nel buio di chi sta vivendomomenti di grande difficoltà odi disperazione. L’incontro conGrazia Passeri, 22 anni fa, haarricchito la mia vita interior-mente, rendendomi consapevo-le che potevo contribuire adaiutare chi ha bisogno”.

    La vostra associazione hasempre curato con un ap-proccio diretto la realtà at-traverso degli interventiconcreti e immediati: a pa-rer suo, qual è la situazio-ne concernente la figuramaterna nel 2018?“Viviamo una realtà difficile,soprattutto economicamente:moltissime madri hanno biso-gno di tutto. In ‘Salvamam-me’, le donne hanno sempre

    terzo settore "Non c’è parità se un bimbo è costretto ad an>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    Barbara De Rossi:“Salvamamme è una porta

    sempre aperta”

  • ipali attrazioni turistiche dell’Azerbaigian

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    locale, sono in atto diversi progetti di sviluppo.Il progetto delle autorità locali è quello di rende-re la regione una delle principali attrazioni turi-stiche dell’Azerbaigian, considerata la relativavicinanza con la capitale Baku. Per gli impren-ditori esteri sono numerose le opportunità diinvestimento che spaziano dal settore turistico aquello delle infrastrutture che nella rivisitazio-ne, da parte delle autorità locali, del concetto dicomunità e benessere locale sono intimamentelegati. Incoraggianti, in questo senso, sono i datiforniti dall’Istituto Statistico Azerbaigiano, doveè possibile constatare il crescente flusso turisti-co verso Guba. La maggior parte dei turisti pro-vengono dalla Turchia, dall’Iran, dalla Russia edagli Emirati Arabi Uniti e prossimo obiettivodelle istituzioni locali è quello di puntare ai flus-si turistici occidentali ed europei. Il successodella regione è dovuto a opere logistiche e infra-strutturali già avviate. Per implementare i flussituristici e incentivare il benessere dei visitatori varibadito che a circa una decina di chilometri dallasede del governo regionale è presente lo ShahdagMountain Resort, il principale stabilimento scii-stico dell’Azerbaigian, che nel periodo invernaleaccoglie oltre un milione di visitatori. Forti di talistatistiche, il governo dell’Azerbaigian ha avviatole consultazioni e gli incontri con i partner, per larealizzazione di un importante progetto ferrovia-rio di collegamento diretto fra la capitale e ilresort, con concrete ricadute turistiche positiveper Guba. Questo progetto è ancora in fieri, men-tre risulta a un buon punto il cantiere stradaleche collegherà Baku alla regione. Il progetto stra-dale vedrà la conclusione entro la fine del 2018 edimezzerà i tempi di percorrenza dalla capitalealla Regione a circa un’ora di tempo. Con l’attua-le rete stradale, il tempo di percorrenza è di circadue ore. Leggendo i reportage dei turisti che giun-gono nella zona, sono molte le attrazioni naturali:la gola montuosa di Tangaalti, le acque fangose

    del fiume di Velvelichai, e l’incantevole paesaggioche circonda la cascata di Kunhyrt e poi visita alvillaggio di Gonagkend. Allontanandosi dal centrodella regione cambia anche il paesaggio naturale.I boschi sono sempre più rari e, superati gli oltremille metri, gli alberi cedono spazio ai cespugli ea una zona caratterizzata da acque solfuree. Qui,nella stretta gola dalle rocce vi è acqua calda conproprietà curative. Inoltre, nella regione c’è il vil-laggio alpino Khinalig (ubicato a 65 km dal centrodella regione e ha un’altitudine di 2500 metri). Unpiccolo centro composto da 380 case e i cui abitan-ti non superano i 3.000. La popolazione è un grup-po etnografico autoctono che parla un dialettounico al mondo.

    DOMENICO LETIZIA

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    In apertura, il villaggio di Khinalig. In alto, lasinagoga di Guba. In basso, veduta di una dellepiazze centrali di Guba. Sotto, la delegazione Irepiincontra il rappresentante istituzionale dellaRegione di GubaD

    urante gli ultimi anni, l’Azerbaigian è statoal centro degli studi internazionali sulla tol-

    leranza per il suo particolare esempio di multi-culturalismo diffuso. La regione del Caucaso,nonostante sia un Paese a maggioranza musul-mana, rappresenta un gomitolo di praticheinterreligiose e di dialogo tra fedi diverse. Unesempio pragmatico di tale approccio multicul-turale è rappresentato dalla regione di Guba,considerata un vivo esempio di tolleranza e con-vivenza civile tra vari popoli, fedi e culture. Laregione Guba è famosa per ospitare la fiorentecomunità ebraica che ogni anno organizza cele-brazioni, feste ed avvenimenti che attirano l’at-tenzione di tutta la comunità locale e molti turi-sti, un approccio istituzionale considerato come‘benessere sociale’ per la cittadina. La creazionedel benessere comunitario sembra essere tra lepriorità delle istituzioni locali, che attraverso unpiano d’investimento, avviato dal governo cen-

    esteri Il progetto delle autorità locali è quello di rendere la regione una delle princ

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    Sul tettodel Caucaso

    La Regione di Guba è un vivo esempio di tolleranza e convivenza civile travari popoli, fedi e culture: una zona che offre molte attrattive turistichecome Khinalig, il villaggio alpino noto per le proprietà terapeutiche delle sueacque solfuree

    trale della Repubblica dell’Azerbaigian, mira adattirare capitale estero per costruire e rinvigori-re le numerose strutture residenziali e ricreati-ve presenti. Considerata la forte presenza socia-le nella comunità, si sta svolgendo un grandelavoro di conoscenza del territorio per i cittadinidello Stato di Israele. Durante la missione dimonitoraggio in Azerbaigian, organizzatadall’Istituto di Ricerca di economia e politicainternazionale (Irepi), della quale facevo parte,ho potuto incontrare i rappresentanti delleautorità locali e regionali. Siamo stati accompa-gnati da una delegazione del Parlamento israe-liano ‘la Knesset’, particolare enfasi è stataposta al ‘lifestyle’ della popolazione di origine efede ebraica residente in Azerbaigian e nellaregione e di come tale comunità partecipi conestremo vigore al benessere del Paese delCaucaso. Per ampliare la sua portata turistica,legata al benessere dei turisti e della comunità

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  • diano, ascoltare in cuffia unasinfonia armoniosa conducepiacevolmente nel mondo deisogni o quantomeno in unostato di relax.ll senso di appagamento per-dura ancora mentre si sta dor-mendo, trasmigrando l’espe-rienza uditiva verso la perce-zione a livello inconscio. Non siascolta più attivamente, ma siassorbe la musica in uno statodi non coscienza.Con una forse eccessiva esem-plificazione caratteristiche del-la musica classica la puliziasonora, l’atmosfera, le dinami-che sottili e l’assenza di unaritmica scandita ossessiva e ri-petuta (come avviene invecenella musica moderna) posso-no essere individuate comefattori che favoriscono questogenere di ascolto. Questo nono-stante si tratti di musica col-tissima, con un’infinità di in-trinseche ripercussioni e sfac-cettature. L’idea che si ha del-la musica classica, e il modo incui la si percepisce, sono d’al-tronde prodotto della culturacontemporanea.Simili esperienze possono es-sere indotte tramite la ripro-duzioni di altri generi musica-li. La ambient ad esempio, chesperimentata agli inizi del No-vecento da Erik Satie e succes-sivamente da John Cage, hatrovato una sua definizionegrazie alle sperimentazioni ealla riflessione di Brian Eno.Si tratta di composizioni chericreando suoni ambientali,avvolgono totalmente l’ascolta-tore e sono frutto di una lungaricerca su suono e armonia.Non si tratta di semplice sotto-fondo, come nel genere Muzak,bensì di una musica che miraad attrarre l’attenzione del-

    l’ascoltare, che la percepirà inmaniera diversa in base algrado di concentrazione. Lamusica chillout che spesso siascolta nei bar o nei centrimassaggi ne è sua diretta deri-vazione.L’attenzione al suono, e la suamanipolazione diretta attra-verso strumenti elettronici (inopposizione al concetto di mu-sica astratta), è alla base dellacosiddetta musica concreta.Sviluppata negli anni Cin-quanta da Pierre Schaeffer, haportato al superamento dei li-miti stabiliti dati dalla teoriamusicale tradizionale (viste leinfinite possibilità sonore rag-giungibili mediante i processidi lavoro in studio) ed è consi-derata fondamentale per lanascita della musica elettroni-ca contemporanea. Al composi-tore francese si attribuisce lapaternità della definizione dimusica acusmatica che è costi-tuita da tutte quelle produzio-ni elettroniche o elettroacusti-che che non hanno altre mani-festazioni possibili se non tra-mite la loro riproduzione neglialtoparlanti, dal momento chenon può essere scritta su unpentagramma.Questo in breve è il back-ground da cui è partito MaxRichter. Il musicista e compo-sitore di origine tedesca classe1966 ha frequentato infatti neisuoi anni di formazione l’Acca-demia fondata da Luciano Be-rio, pioniere della musica elet-tronica in Italia e tra i maggio-ri esponenti della musica con-creta. Completati gli studi hapoi fondato Piano Circus, ungruppo di musicisti classicicontemporanei che ha presoparte ai lavori di Philip Glass,Julia Wolfe, Steve Reich, Arvo

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    Max Richter

    La tecnologia odierna ci haregalato la meraviglia del-lo streaming che permette, nelcaso in cui non si possa esserepresenti, di poter assistere indiretta ad un concerto standocomodamente distesi sul diva-no. Con Sleep concert accade

    esattamente il contrario. Il let-to si trova già sul luogo delconcerto. Un invito dunque avivere in un luogo pubblico emaniera collettiva quella chenella norma si caratterizza co-me un’esperienza privata e do-mestica.

    Molto spesso associamo la mu-sica classica, comprese le suepiù moderne evoluzioni (vedila musica ambient o new age),ad un senso di rilassamento.Se si è stanchi o semplicemen-te si è alla ricerca di una pau-sa dal frenetico vivere quoti-

    spettacolo Un viaggio onirico fatto di suono e armonia>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    Con Max Richter i teatri si trasformano in una grande came-ra da letto con il progetto ‘Sleep concert’, ideato nel 2015 dalcompositore tedesco e sviluppato anche grazie alla consulen-za di un neurologo americano: un esperimento da Guinnesdei primati, replicato con successo in diverse parti del globo

    Ascoltosotto le lenzuola

  • delle cose più importanti chefacciamo: “Passiamo un terzodella nostra vita a dormire,una delle cose che preferisco fa-re, sin da quando ero piccolo.Per me Sleep è un tentativo divedere come quello spazio chesi crea quando la tua mente è ariposo possa essere un luogo incui la musica può vivere”.La prima mondiale di Sleepconcert si è tenuta il 15 marzo2016 (replicata nelle due not-

    tate successive) in una ex fab-brica del quartiere Mitte diBerlino convertita in un conte-nitore artistico, il Kraftwerk.La performance è stata poi ri-petuta negli anni successivi inNuova Zelanda ad Auckalnd,Spagna (Madrid), Francia(Philharmonie di Parigi) e Au-stralia (Sidney Opera House) eOlanda (Het ConcertgebouwAmsterdam). Quest’anno iltour è proseguito negli StatiUniti con tappa al festivalSxsw di Austin e lo scorso 5maggio a New York presso gliSpring Studios. In queste dategli eventi sono stati donatisponsorizzati dall’azienda Be-autyrest, che ha poi donato iletti alle organizzazioni che as-sistono i senzatetto.I fortunati che hanno avutomodo di assistere al concertohanno raccontato l’esperienzacon toni entusiastici e di vivaammirazione. Alcuni hannooscillato (chi più chi meno) per

    tutta la notte tra lo stato di co-scienza e incoscienza, altrihanno dormito per quasi tuttoil tempo. Qualcuno ha fatto so-gni strambi in stile Inception,oppure si è destato alla finedel concerto in una stato di to-tale rilassamento.Sicuramente Max Richter èriuscito nel suo intento di crea-re un momento di pausa dalcaos estremo in cui tutti siamocoinvolti abitualmente, cullan-do l’ascoltatore come se fosseancora nel pancione materno.Certo non sarà la stessa cosa,ma chi avesse voglia potrà pro-vare a vivere l’esperienza diun viaggio onirico in musicada casa, acquistando il discooppure sentendolo in strea-ming su Spotify, meglio se si èabbonati, altrimenti capiteràdi essere brutalmente ridestatidalla pubblicità (cosa che èsuccessa al sottoscritto).

    MICHELE DI MURO

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    na lunga tradizione di mescolanza tra classica, ambient e minimalismo>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    Part e Brian Eno. Affianca l’at-tività solista e concertisticacon lavori per il cinema e la te-levisione (Black Mirror e TheLeftovers, per citarne alcuni).Prima che un concerto Sleep èprima di tutto un album, costi-tuito da un unico lunghissimocomponimento suddiviso in 31brani a loro volta costituiti intotale da 204 momenti. La du-rata del disco raggiunge le 8ore e 24 minuti. Ne è stata poirealizzata una versione piùbreve intitolata From Sleep.L’album per stessa ammissio-ne del suo autore è pensato co-me una “Ninna nanna lungaotto ore. Un’opera concepita peressere ascoltata di notte, strut-turata come una lunga serie divariazioni”.Influenzato dai lavori sinfonicidi Gustav Mahler, il lavoro sicaratterizza secondo una com-mistione di piano, voci, tastie-

    re, elettronica e strumenti adarco (viola, violini e violoncel-lo). Sleep (in cui prevalgono lebasse frequenze in un ricerca-to e preciso spettro sonoro), sicolloca come ponte tra l’avan-guardia minimalista del No-vecento e quello che si defini-sce neoclassico contempora-neo: una musicalità classi-cheggiante molto orecchiabileche ben si sposa al mondodelle colonne sonore.Il disco è stato eseguito per laprima volta nella sua totalitàil 27 settembre 2015 presso laReading Room del WellcomeCollege di Londra. Il concerto,durato da mezzanotte fino al-le otto del mattino, è statotrasmesso da Bbc Radio 3 inoccasione del week end dimusica e scienza ed ha battu-to il record della più lungatrasmissione di un singolocomponimento. La perfor-

    mance è stata dunque inseri-ta nel Guinness dei primati.La particolarità assoluta delconcerto è coincisa con il coin-volgimento del pubblico cheanziché seduto o in piedi, èstato fatto accomodare in lettiappositamente predisposti.L’album, e la sua esecuzione,sono stati infatti pensati al fi-ne di studiare il funzionamen-to della mente durante la fasedi sonno, una branchia dellaneurologia di cui ancora moltosi deve scoprire.A tal fine, Richter si è avvalsodella consulenza del neuro-scienziato David Eagleman,attivo presso l’Università diStanford in California e auto-re, tra le altre cose, del libroIncognito: The Secret Lives ofthe Brian (Incognito: le vite se-grete del cervello).Il compositore ha inoltre sotto-lineato come dormire sia una

    spettacolo L’approccio compositivo di Max Richter è figlio di un>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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  • “Ne sono felice. Tante persone,attraverso il ballo, trovanoarmonia col proprio corpo e lapropria mente. Il ballo è ungrande antidoto alla solitudinee anche una sorta di terapiadella vita. Si tiene vivo lo spiri-to e la memoria con un'attivitàfisica che non è traumatica oinvasiva. Ballare è anche unostimolo alla creatività che aiutaa conoscere meglio noi stessi e amigliorarci”.

    ‘Ballando on the road’ le hapermesso di girare l’Italiain lungo e in largo e diavere un rapporto moltodiretto con tutti gli amantidel ballo e, più in generale,con il pubblico. Con qualisentimenti e speranze, gliitaliani si presentano a que-sto programma?“C'è un’Italia bellissima chespesso non trova spazio nei tg enei giornali perché a fare noti-zia sono le cose terribili chepurtroppo accadono di frequen-te. C'è gente di tutte le età chestudia, suda, si diverte, s’indu-stria per trovare forme di spet-tacolo divertenti e innovative.È quella parte del Paese riccadi talento che grazie a‘Ballando on the road’ abbiamopotuto mettere in luce. Sonotutte persone che sognano e siemozionano con la danza, con-sapevoli che solo attraverso illavoro e il sacrificio si ottengo-no dei risultati”.

    Quali sono le maggiori diffi-coltà che i concorrenti di‘Ballando con le stelle’incontrano durante il loropercorso e quali, invece, iprincipali traguardi cheriescono a raggiungere?“La difficoltà maggiore è quelladi calarsi in un mestiere chenon è il loro. Devono avere

    l’umiltà di affidarsi a un mae-stro che diventa la loro guida.Non è facile, soprattutto per chiha una grande personalità edeccelle nel suo campo. Alla fineperò la febbre del ballo colpiscetutti. Il traguardo è fare bellafigura e imparare qualcosa. Poic’è l’emozione della diretta e lapossibilità di diventare prota-gonista di uno show cosìamato”.

    Quanto conta la complicitàtra l’allievo e il maestro?“Conta moltissimo. Anzi, è fon-damentale”.

    Lei è una padrona di casamolto attenta, equilibrata erassicurante nei confrontidi tutti i concorrenti.Spesso ha sottolineato è unpo’ la ‘mamma di tutti’.Come ci si sente in questoruolo?“È la mia natura. Sono portataad aiutare chi si trova in diffi-coltà, specie chi è più giovane eha bisogno di consigli. Il mondodello spettacolo va maneggiatocon cura, così come il successo.Con orgoglio posso dire che nel

    tempo molti sconosciuti hannoavuto la loro grande occasionegrazie a ‘Ballando’ e anche per-sonaggi di rilievo si sono rilan-ciati ballando insieme a noi”.

    Il ballo è una disciplina che faparte anche della sua vita pri-vata? A lei piace ballare? “Si, ma non ho tempo e quindinon ballo mai. Però è semprenei miei pensieri e chissà,magari potrei riprendere perdiletto personale”.

    Che vorrebbe dire a tutticoloro che desiderano avvi-cinarsi al ballo ma che,magari, hanno paura di nonfarcela ad affrontare unanuova avventura?“Mi sento di dire che il ballolibera la mente e aiuta l’anima.Tanti concorrenti mi hannofatto penare prima di accettarela partecipazione al program-ma televisivo ma adesso balla-no regolarmente e non ne pos-sono più fare a meno. Dico,soprattutto agli uomini, dialzarsi dal divano e di buttarsinella mischia”.

    DARIO CECCONI

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    el piccolo schermo a cura di Dario Cecconi>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    Grazie al ballo entrano in giocomoltissimi processi fisici ecognitivi: concentrazione,immaginazione, attenzione,controllo delle emozioni, auto-stima. In altre parole ballare fabene, indipendentemente dal-l’età e dalla motivazione chespinge ogni persona ad avvici-narsi alla danza. Un’attivitàfisica che viene in aiuto anchealla memoria, perché, almenonella prima fase di apprendi-mento, è necessario memoriz-zare le varie sequenze, i varipassi ed è anche una forma dimeditazione in movimento per-ché libera la mente dall’ansia.Un antidoto contro l’invecchia-mento, soprattutto il ballo dicoppia che diverte e al contem-po richiede disciplina, applica-zione, tenacia, rispetto delleregole e del tempo. Insomma,una splendida forma di ‘terapiadella vita’, come ci conferma inquesta intervista MillyCarlucci, conduttrice televisiva,autrice e direttrice artisticadella popolarissima trasmissio-ne di Raiuno ‘Ballando con lestelle’, giunta quest’anno allasua 13° edizione, uno dei pro-grammi più apprezzati e segui-ti della televisione italiana.

    Milly Carlucci, qual è ilsegreto del grande successodi ‘Ballando con le stelle’?“Alla base c'è la grande passio-

    ne degli italiani e soprattuttodelle italiane p