MAGAZINE · 2018. 1. 9. · zione culturale - Periodico italiano magazine è una testata...

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  • Cattivi profetiUn ottimo modo per proporre una previsione intorno al possibileandamento di un anno solare, è quello di non fare previsioni: chi sisarebbe mai immaginato, alla fine del 2014, quanto accaduto duran-te quest’ultimo anno appena trascorso? Chi mai avrebbe potuto pre-vedere un attacco terroristico contro la redazione di ‘Charlie Hebdo’?O la crisi russo-ucraina? Oppure ancora, l’avvento del Daesh sullascena internazionale? Tutti fatti di stringente attualità esplosi frago-rosamente e all’improvviso, che hanno smentito o posto in second’or-dine ogni previsione cosiddetta ‘scientifica’ degli esperti (che poi tanto‘esperti’ non sono mai…). Gli edi-toriali in circolazione alla fine diogni anno sono, infatti, i menoattendibili di sempre. Ciò accadeperché un tempo, pur nello ‘spara-re’ una ‘cazzata’ qualsiasi, si cer-cava per lo meno di calcolare ten-denze, teatri di crisi e condizioniempiriche su cui far ‘poggiare’ leproprie impressioni. Invece, l’uni-ca tendenza certa degli ultimidecenni è il narcisismo dei nostriprincipali direttori di testata, carie amabili colleghi con il sognonascosto di essere considerati, unbel giorno, dei ‘profeti’ biblici. Daun simile presupposto, ovviamen-te non può discendere un belnulla capace di allontanarsi,almeno un poco, dal proprio puntodi vista soggettivo, trasformandotali servizi in una sorta di olim-piade a chi la ‘spara’ più grossa.Al torneo delle ‘minchiate’ parte-cipano un po’ tutti: Feltri,Sallusti, Ciccio Formaggio ePaolino Paperino. Vittorio Feltri,in particolare, ci va giù con l’ac-cetta sin dai tempi de ‘l’Indipendente’. A ogni modo, ben pochi sono ilettori e, soprattutto, gli italiani che conoscono le vere motivazioni da‘vitelloni’ che spingono le nostre principali ‘firme’ a esercitarsi in unasimile competizione. Ebbene, sveliamo noi l’arcano: una volta pubbli-cata la loro analisi, ognuno di questi signori si diverte a riderci su,poiché ognuno tenta subliminalmente di far andare le cose a ‘fanta-sia’, oppure nella direzione dei propri interessi personali più strin-genti, dimenticandosi completamente di sottrarre quegli elementi di‘fissità’ che falsificano non soltanto un pronostico o una previsione,

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    editoriale [email protected]>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    Consumi, produzione industriale,occupati. L'economia ha svoltato? Il piano fiscale del governo si stadimostrando efficace efficace?Mentre il premier Renzi proclama il 2015 come l’anno in cui si è uscitidalla recessione e il 2016 comequello della ‘vera svolta’, che preluderà a un nuovo ‘miracolo economico’, gli italianirestano dubbiosi. E non a torto

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    Vogliamo veramente chetutto torni come prima?

    In ogni epoca, c’è sempre un evento determinante, che delinea unconfine tangibile fra un prima e un dopo. Per i nostri bisnonni fu laprima guerra mondiale; per i nonni la seconda; per i nostri genitoriil boom economico; per noi, una crisi che non si vedeva dal 1929 e dalcrollo di Wall Street. In tutti i casi, ognuno di questi eventi ha deter-minato, in un’intera generazione, un cambiamento di vita, di aspet-tative, di motivazioni. Per quanto la Storia viaggi su binari paralle-li (su uno quella individuale, sull’altro quella collettiva), ogni even-to epocale viene memorizzato con un proprio segno negativo o posi-tivo. Così, di conseguenza, i suoiprima e dopo. Nulla è per sempre,tutto può cambiare all’improvvi-so. Una verità che è valsa perogni generazione del passato, mache noi facciamo fatica a digerire,reduci da quei meravigliosi anni‘80 in cui benessere e abbondanzaerano diritti acquisiti e quasi‘dovuti’. Volevamo tutto e poteva-mo permettercelo. Dalla tv inbianco e nero solo nei bar, a quel-la a colori in ogni stanza dellacasa: in un paio di decenni, ilbenessere sociale è cresciutocome non era mai stato in passa-to. ‘Tu vo’ fà l’americano’ si canticchiava un tempo. Poi, siamo diven-tati tutti padroni del nostro futuro (come insegnano i manuali ame-ricani). Noi, che facevamo la Storia. O almeno così credevamo.Oggi si parla di ripresa economica. Ma anche sposando le più roseeprevisioni è chiaro che quel tipo di passato non tornerà. E probabil-mente è meglio così. Perché, a pensarci bene, abbiamo vissuto annidi intenso egoismo. Ci importava ben poco degli altri e del pianeta odel clima. Volevamo solo essere ‘di più’. Il nostro dopo di oggi ci hacambiati costringendoci a rivedere le nostre priorità, i bisogni, lereali necessità. Ed è anche per questo che la ripresa economica,come la intendono economisti e Governi, non ci sarà. Perché difficil-mente torneremo a consumare come un tempo, adesso che abbiamocapito che lo sviluppo sul bene superfluo non è vero progresso.Questa volta è la Storia che cambia la Storia. E lei con noi. In tuttoquesto, stiamo riscoprendo un nuovo modo di essere, nel quale laquestione non è avere meno, ma volere meno. Se sapremo esserneconsapevoli, probabilmente il futuro ci sembrerà più ricco di oppor-tunità.

    FRANCESCA BUFFO

    storiadicopertina Quale ripresa economica servirebbe>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    ma persino il normale racconto della cronaca quotidiana. Feltri eSallusti ‘gufano’ per la caduta del Governo? Ecco allora comparireimmediatamente, sulle pagine dei loro rispettivi quotidiani, le piùfosche previsioni in merito al probabile riaccendersi del conflitto inMedio Oriente, il quale a sua volta causerà sicuramente un rialzo delprezzo del petrolio che manderà a ‘carte e 48’ le speranze di ripresaeconomica di Renzi e Padoan. Ovviamente, nelle altre ‘parrocchie’accade esattamente l’opposto. Anzi, da un po’ di tempo in qua si staverificando un fatto ancor più impensabile: gli editorialisti di ‘punta’del centrodestra, sempre più spesso risultano fiancheggiatori della‘linea’ dei Travaglio o dei Padellaro. Ovviamente, in un ‘casino’ delgenere diventa assai difficile ‘azzeccarne’ almeno una, anche solo persbaglio. Eppure, ci sarebbero cose abbastanza facili da ‘centrare’, tipo:l’Italia di Antonio Conte umiliata dal Belgio ai prossimi campionatieuropei di calcio che si terranno in Francia. Va da sé che, in questocampo, la storica ‘figuraccia’ fatta dall’intera nostra stampa sportivaai tempi di Bearzot funga, ormai, da ‘monito’, per cui nessuno più siazzarda a proporre analisi di un certo spessore ‘tecnico-tattico’, limi-tandosi a raccontarci le peripezie ‘discotecare’ di Mario Balotelli oaltre stupidaggini simili. Insomma, la ‘cazzata libera’, detta o scrittasenza motivo alcuno, ormai regna sovrana. Ed ecco perché ci ritrovia-mo tutti quanti ‘schiacciati’ sul presente: la lungimiranza, anche sem-plicemente quella di medio periodo, nessuno sa più cosa sia. Sbagliandoun’analisi o un’anticipazione qualsiasi, specifica o ‘generalista’ che dir sivoglia, si corre il rischio di doversi assumere la responsabilità indivi-duale dell’aver commesso un errore, ammettendo in tal guisa la propriaincompetenza. Siccome, però, viviamo in un mondo completamenteimmerso nella ‘finta competenza’, meglio allora ‘spararla grossa’, cosìalmeno si capisce che si stava ‘ciurlando nel manico’ e a nessuno neverrà chiesto conto. Ecco perché noi di ‘Periodico italiano magazine’, sul2016 abbiamo deciso di non sbilanciarci più di tanto in alcuna previsio-ne precisa, in nessun campo o settore. Una decisione che non derivaaffatto dalla nostra assoluta incompetenza, bensì dall’eccessiva compe-tenza altrui: nello sparare ‘fregnacce’.

    VITTORIO LUSSANA

    editoriale Viviamo in un mondo immerso nella ‘finta competenza’>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    Matteo Renzi: "Il 2015 è andato megliodel 2014. È stato un buon anno. Ha vistoin alcune delle principali sfide un segnoche torna positivo. Si diceva che l’Italiaera in stagnazione perenne. Se guardia-mo i dati, vediamo che il segno più tornaa crescere: era previsto lo 0,7% e siamoallo 0,8. Con questo governo si registra lavittoria della politica contro il populismoper 4 a zero e il risultato, anche grazie alleriforme, come quelle elettorale e delSenato, è un Paese solido e stabile"

  • 32 L’Italia illustratadi Mario SironiNella ex casa del Duce a Villa Torlonia, in mostra un corpus di 345 illustrazioni realizzate da uno dei più grandi protagonisti dell’arte italiana del Novecento

    35 L’Espresso: 60 anni di notizieAl Vittoriano di Roma una mostra dedicata alle fotografie che hanno segnato la storia del settimanale fondato da Arrigo Benedetti ed Eugenio Scalfari

    38 Mimosa e le donne che lottanoA tu per tu con la 28enne autrice dell’album ‘La terza guerra’, un disco che ha come protagonisti tutti gli aspetti del femminile post-moderno

    40 L’elettronica degli Osc2xDietro l’acronimo, riferito all’oscillatore dei sintetizzatori, si cela il musicista bolognese Vittorio Marchetti

    44 Libri&LibriNovità in libreria

    48 Bentornato Star WarsUna fanta-avventura che, ancora oggi, tra alti e bassi, cattura l’immaginazione degli spettatori come pochi altri film

    ‘Cittadini creativi’ è un progetto cheintende creare un luogo d’incontro traindividui, designer, istituzioni e attorilocali, ospitato da Cascina Cuccagnanella zona 4 di Milano

    Design di servizie innovazione sociale

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    Anno 5 - n. 15 - Dicembre 2016

    Direttore responsabile: Vittorio LussanaVicedirettore: Francesca Buffo

    In redazione: Gaetano Massimo Macrì, Carla De Leo, Giuseppe Lorin, Michela Zanarella, Stefano D’Argento,Serena Di Giovanni , Ilaria Cordì , Silvia Mattina,Giorgio Morino, Michele Di Muro, Clelia Moscariello

    REDAZIONE CENTRALE: Via A. Pertile, 5 - 00168 Roma - Tel.06.92592703

    Progetto grafico: Komunicare.org - Roma

    Editore Compact edizioni divisione di Phoenix associa-zione culturale - Periodico italiano magazine è unatestata giornalistica registrata presso il RegistroStampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010

    PROMOZIONE E SVILUPPO

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    Un ambizioso progetto connettela contemporaneità della streetart alla tradizione artigianaleitaliana, con un occhio attentoalle nuove tecnologie

    sommario Anno 5 I numero 15 I Dicembre 2016

    3 Editoriale

    5 Storia di copertina

    8 La ripresa annunciataDa mesi il tira e molla sulla situazione economica italiana continua a fornire dati contrastanti. Il senso diffuso di sfiducia nell’aria è palpabile e i negozi restano ‘vuoti’, così come i carrelli della spesa

    10 Il quartierediventa socialCondividere, socializzare, riqualificare, creare, ri-organizzare il proprio rione: queste le idee alla base del ‘Social street’

    16 Il Giubileo della misericordiaMentre la Capitale si organizza per accogliere il flusso di pellegrini e turisti che arriveranno nel corso del 2016, il Santo Padre rimarca il ruolo di una Chiesa che si fa mediatrice dell’abbraccio con Dio

    20 2016: cosa ci aspetta?Le previsioni astrologiche per l’anno che verrà

    24 Libero De RienzoArtethica anno zeroL’attore e regista napoletano ha prodotto una rassegna cinematografica a tema carcerario scegliendo come location la più piccola delle isole del golfo napoletano.Lo abbiamo incontrato per parlare della sua idea

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    Mark Out 1/1arte e design

  • mente evidente. Nelle grandi città, i pochi quartieri commercialmen-te attivi, registrano un turn over di insegne che si rinnova semestral-mente.Certo, a leggere i comunicati ufficiali di Cna e Confcommercio, lasituazione è meno funerea, ma solo in alcune zone: una certa ripresa– a sorpresa – in Sicilia (con un Pil al +0.4% e dove sembra che ilfamigerato Jobs Act abbia giovato alle dinamiche occupazionali inmaniera più rilevante che nelle altre regioni italiane) e ottimi risul-tati per il Pil veneziano, che sale dell'1,3 per cento, mentre il tasso didisoccupazione veneto scende al di sotto del 9 per cento. Ma può chia-marsi ripresa un trend a ‘macchia di leopardo’?Venti regioni, centodieci capoluoghi e centinaia di realtà diverse:un’economia frammentata, che ci si ostina a definire con un’unicafotografia, mentre il lavoro, i consumi e i prezzi sono diversi se timuovi in lungo e in largo per il Paese.Non occorre essere esperti di economia per capire che tutto è ancoramolto critico e che ‘la coperta è troppo corta’: se tagli una Tasi da unaparte, devi aumentare qualcosa dall’altra. Perché il fine mese è diffi-cile per tutti, anche per lo Stato. E se per Natale siete riusciti a rega-larvi l’ultimo episodio di Star Wars sognando avventure intergalatti-che, avete solo da sperare di non ritrovarvi protagonisti inconsapevo-li di ‘Balle spaziali’. Quelle che annunciano la fine della crisi, perintenderci.

    FRANCESCA BUFFO

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    Scenario in grigio in vista dei saldi di fine stagioneSecondo Adusbef, Fedeconsumatori e Codacons gli acquisti di gennaio non registreran-no impennate rispetto al 2015, ma quasi una famiglia su due si permetterà qualchespesa in più. Previsto un giro d’affari complessivo di 1,6 miliardi di euro. La spesa siattesterà a 179,4 euro a famiglia, esattamente come lo scorso anno. E questo dopo chele spese natalizie hanno segnato, sempre secondo le elaborazioni diFederconsumatori, un calo dell’1,6% rispetto al 2014. Una situazione definita di 'gal-leggiamento', in cui non si spenderà di più , ma crescerà leggermente il numero difamiglie che approfitteranno dei saldi: saranno 9 milioni e 100 mila (cioè il 38%) ,perun giro di affari complessivo di 1,68 miliardi di euro

    Senza dubbio, nel 2015, il Pil italiano finalmente ha avuto unsegno positivo. Certo, non il balzo in avanti che tutti quanti stia-mo sognando da anni. Si potrebbe definire, piuttosto, un timido sus-sulto, tanto che siamo, con la Grecia, i fanalini di coda dell’Eurozona.Ma sufficiente per fare ‘allargare i sorrisi’ del Governo: grandi pacchesulle spalle (tra di loro), che però confortano poco i cittadini. Perché,basta guardarsi intorno, per vedere che per la stragrande maggio-ranza degli italiani poco è cambiato. Anzi, a dirla tutta, a cambiaresono stati proprio gli italiani che, per la prima volta, in questi anni dicrisi, in una certa misura hanno ‘disertato’ il Natale. A cominciaredalle luminarie, poche e quasi tristi, che hanno segnalato malinconi-camente quanto queste feste siano state vissute sottotono. Per i rega-li siamo passati dal dono ‘utile’ al ‘giusto un pensierino’. I negozi diabbigliamento, pur di incentivare le vendite, hanno iniziato a pro-muovere e scontare già dalle prime settimane di novembre. Laddovei prezzi sembrano più abbordabili, si riscontra un abbassamentodella qualità dei materiali, delle rifiniture. I capi migliori sono diven-tati ‘inavvicinabili’ ai più e, probabilmente, resteranno tali anche neisaldi ‘veri’. Nei piccoli centri, la penuria di negozi è diventata palese-

    primopiano Segnali positivi per il Pil italiano, ma la crisi non è finitprimopiano>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    La ripresaannunciata

    Da mesi il tira e molla sullasituazione economica italia-na continua a fornire daticontrastanti. Nelle ultime set-timane, il Governo ha pro-mosso una certa propagandapositivista, puntando alla‘pancia’ della gente. Tuttavia,il senso diffuso di sfiducianell’aria è palpabile e i negozirestano ‘vuoti’, così come icarrelli della spesa

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    trovarsi in piazza o al bar per scambiarsi gra-tuitamente servizi, organizzare apertivi socialie mercatini nelle abitazioni private degli altricondomini. O ancora: promuovere lo sharing e loscambio di oggetti, organizzare forum, circoliculturali, corsi di pittura per bambini, tornei diplay station e, perché no, anche corsi di cucinapresso la sua abitazione. E magari, qualorafosse un artista, mettere a disposizione la tuacasa, il tuo negozio o ufficio, per accogliere emostrare al pubblico le sue opere. In poche paro-le: socializzare e condividere, riqualificare, ri-organizzare il tuo quartiere assieme a lui.Queste, le idee alla base del ‘Social street’,fenomeno che ha origine nel settembre 2013dall’esperienza del gruppo facebook ‘Residenti in Via Fondazza –Bologna’, e che si è rapidamente diffuso in tutta Italia e all’estero.Particolarmente, nelle città di Bologna, Milano, Firenze, Palermo,Roma e Torino e, all’estero, in Francia, Portogallo, Nuova Zelanda,Croazia, Brasile e Spagna. Un interesse, quello per le ‘Social Street’,che sta riguardando anche il mondo accademico con la produzione didecine di tesi di laurea e ricerche, che spaziano dal campo psicologico-antropologico a quello sociologico-economico ed urbanistico. Questecomunità in rete nascono col fine principale di socializzare con i vicinidella propria strada di residenza per instaurare un legame, condivide-re necessità, scambiarsi professionalità, conoscenze, portare avantiprogetti collettivi di interesse comune e trarre, quindi, tutti i beneficiderivanti da una maggiore interazione sociale. Il tutto, utilizzando igruppi chiusi di Facebook, quindi a costo zero.Cosa ha mosso la creazione e la diffusione di questo fenomeno? In primoluogo, la constatazione dell’impoverimento dei rapporti sociali non solonegli ambiti urbani maggiormente sviluppati, ma anche in realtà piùristrette. Con, come principale conseguenza, il degrado urbano, la man-canza di controllo sociale del territorio e la perdita del senso di apparte-nenza. Posto, in molti casi, il parziale fallimento delle proposte prove-nienti dalle pubbliche istituzioni, il ‘modello Social Street’ cerca dunqueuna possibile soluzione alle problematiche del quartiere partendo ‘dalbasso’, dai cittadini, dalla comunità stessa, attraverso i legami sociali enuovi rapporti di conoscenza tra le persone.Il fenomeno ha avuto un enorme successo in termini quantitativi: adimostrarlo, il numero crescente di ‘Social Street’ in ambito nazionaleed internazionale, con oltre 350 gruppi nati in Italia e all’estero in pocopiù di un anno. Come è avvenuta, di fatto, la sua diffusione?Soprattutto attraverso l’uso di Facebook e dei social network, qualifacilitatori del passaggio dal ‘virtuale al reale’. Altro punto di forza delmodello ‘Social Street’ è il concetto di ‘territorialità’, che si esplicanella decisione di limitare i singoli gruppi FB a un territorio circoscrit-to e, pertanto, a dimensioni molto ridotte. Ancora, hanno concorso alladiffusione della ‘Social Street’, da un lato, la gratuità degli eventi pro-mossi (sia a livello degli scambi interni sia a livello di macro struttu-ra), dall’altro la libertà accordata a ogni singolo gruppo nell’agire comemeglio ritiene per riattivare i rapporti sociali, tenendo conto, ovvia-mente, delle peculiarità del proprio territorio.

    anno, le social street sono una risposta all’impoverimento dei rapporti sociali >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    Il problema del ‘vicino maleducato, senza rispetto per gli altri’, ciriguarda tutti. Per non parlare delle liti condominiali e delle relati-ve, numerose, cause civili pendenti, che ogni anno vengono avviate nelnostro Paese. Eppure, oggi esiste un sistema, reale e concreto, persuperare certi pregiudizi e per rendere la nostra vita quantomeno ‘pia-cevole’. Farselo ‘amico’ e trasformarlo da vicino molesto a risorsa peril miglioramento della propria qualità della vita, condividendo, peresempio, insieme a lui delle attività sociali e culturali che possano farprogredire lo stesso quartiere. Come pulire insieme lo scalone di unnoto monumento della zona o raccogliersi attorno a un tavolo perdiscutere dei problemi che riguardano lo spazio in cui si vive, oppure

    Condividere, socializzare, riqualificare, crea-re, ri-organizzare il proprio rione: queste leidee alla base del ‘Social street’, un fenomenoche ha avuto origine nel settembre 2013 dal-l’esperienza del gruppo facebook ‘Residenti invia Fondazza – Bologna’, diffusosi rapida-mente in tutta Italia e all’estero

    società Con oltre 350 gruppi facebook, nati in Italia e all’estero in poco più di un >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    Il quartierediventa social

  • di 30 persone). Piuttosto, sembra che i gruppi più piccolifunzionino meglio per una maggiore interazione e cono-scenza reciproca. Affinché il sistema prenda piede, sareb-be necessario coinvolgere anche le attività commercialidella strada e proporre scambi vantaggiosi per entrambele parti (maggiori sconti per i residenti, più clienti perl’attività commerciale).Il gruppo, ovviamente, una volta aperto, va continua-mente alimentato con contenuti e idee. Il fondatore o imembri del cda – ci suggeriscono gli organizzatori -dovrebbero cercare di tenere ‘vivo’ il gruppo anche conpiccole accortezze, come la creazione di album fotogra-fici per condividere, ad esempio, le foto dei terrazziinterni delle case, normalmente non visibili dalla stra-da, o le immagini di oggetti che non si usano più, dapoter scambiare con i propri vicini. Le possibilità sonotante e, tra queste, esiste quella di creare un hashtagdella propria strada su Instagram e caricare delle foto.La parte più interessante (e complessa) del ‘SocialStreet’ è certamente il passaggio dal ‘virtuale’ al ‘reale’,al quale concorrono la creazione di eventi su Facebooke la diffusione degli stessi attraverso il portale ufficia-le. Una volta avviato, il gruppo dovrà essere segnalatoall’indirizzo ‘[email protected]’, dal quale si verràricontattati al fine di verificare gli obiettivi di utilitàsociale che, come abbiamo visto, muovono il motore del-l’iniziativa. E, se tutto va bene, il gruppo sarà poi inse-rito nel portale ufficiale.Lo ‘spirito Social street’ ha condotto, finora, a risultatiinteressanti. A dimostrarlo, l’evento ‘Equinozio artistico’che, dal 20 al 22 marzo scorso, grazie ai residenti di ViaFondazza a Bologna, ha portato in strada le creazioni degli artisti dellazona, oppure l’iniziativa denominata ‘la biblioteca-bonsai’, che ha fattonascere a Udine, nel borgo dei Rizzi, la prima ‘bibliocabina’, trasformandocome avviene già in molte località del Nord Europa una cabina telefonicavintage in una libreria per il ‘book sharing’, la condivisione gratuita di libri.

    SERENA DI GIOVANNI

    dino-territorio

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    In alcuni casi, inoltre, il fenomeno del‘Social Street’ può comportare il finanzia-mento collettivo di opere e progetti pub-blici, effettuato dai liberi cittadini, talvoltain collaborazione con le stesse istituzioni.Una sorta di ‘civic crowdfunding’, alternati-vo a quello tradizionale, che tenta di col-

    mare una crescente sfiducia nei confrontidell’amministrazione pubblica. Una nuovaforma di governo partecipativo caratteriz-zato da una maggiore ‘trasparenza’, garan-tita dalla possibilità dei cittadini di acce-dere attraverso il web e i social network –come Facebook, Twitter e Instagram - alleinformazioni riguardanti il progetto soste-nuto. E proprio dall’incontro tra il ‘crowd-funding civico’ e forme di collaborazionepartecipata possono venire alla luce delleiniziative interessanti. Come nel caso delprogetto presentato all’Expo 2015 di

    Milano, ‘FeedMe’, la prima app di food-sharing che mette in contatto persone chevogliono conoscersi e condividere la cuci-na casalinga, compiendo nel contempo unpiccolo viaggio culturale.

    Civic crowdfunding Finanziare opere e progetti pubblici

    La ‘riattivazione’ del rapporto cittadino-territorio – si legge dal sito uffi-ciale dell’iniziativa (www.socialstreet.it) – avverrebbe attraverso l’ ‘inclu-sione’. Vale a dire, la scelta di concentrarsi su ciò che unisce le personeescludendo quello che divide. L’utilizzo di un territorio specifico, definitocome ‘elemento aggregante’, ha comportato anche la destrutturazione ditutte le altre categorie in cui le persone si riconoscevano dividendosi pergruppi di appartenenza (classi sociali, interessi, età, appartenenze poli-tiche, provenienza). L’esclusione di qualsiasi aspetto economico-politico,inoltre, ha differenziato il modello da tutte le altre esperienze territoria-li strutturate, come associazioni e comitati.Posta l’assoluta soggettività della definizione di ‘Social Street’, e la liber-tà di ciascun quartiere nel mettere in atto le proprie strategie, esistonoperò delle ‘linee guida’ da seguire e alle quali fare riferimento per l’orga-nizzazione delle iniziative. Tra queste, l’assenza di finalità di lucro, poli-tiche, religiose e ideologiche.Come si fa a creare una ‘Social street’? La risposta è semplice. Bastamunirsi di un computer, di una rete internet e di tanta buona volontà. Ilprimo passo da compiere è creare un gruppo chiuso utilizzando il proprioprofilo Facebook e rispettando alcuni essenziali accorgimenti. Per esseretrovati dal motore di ricerca del noto social network è, infatti, necessarioche il nome del gruppo riporti la dicitura ‘Residenti in… (nome via, oppurepiazza, quartiere, etc), il nome della città e la parola ‘Social street’, interval-late da un trattino (-). Per tutelare la privacy delle persone – scrivono gliorganizzatori - è opportuno che il gruppo sia chiuso. Le impostazioni dellaprivacy possono essere gestite dal fondatore, il quale può decidere se auto-rizzare tutti i post in automatico o se volerli moderare, tenendo presente,tuttavia, che ‘Social Street’ è uno strumento ‘democratico’. Per prenderedecisioni in tempi brevi, gli organizzatori consigliano, inoltre, di creare unasorta di ‘cda’, una cerchia di persone formata dal creatore del gruppo e daaltre quattro o cinque figure. Sempre gli organizzatori ci mettono in guar-dia da alcune ‘problematiche’ che potrebbero emergere all’apertura delgruppo. È probabile, infatti, che alcuni membri vi entrino semplicementeper farsi pubblicità. In tal caso, sarà il fondatore a decidere se il tipo di pub-blicità Una volta creato - ci informano gli organizzatori – il gruppo dovràessere pubblicizzato nel quartiere con una locandina: basta un foglio A4 nelquale indicare la nascita del gruppo, l’obiettivo della socialità ed il relativolink. Il successo del ‘Social street’ – aggiungono - non si misura in base alnumero dei membri del gruppo (anche se è consigliato un numero minimo

    società I gruppi social street contribuiscono alla ‘riattivazione’del rapporto cittad

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  • società Un ‘fab-lab’di servizi i cui attori sono le persone>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    Dall’intreccio tra design deiservizi e innovazionesociale prendono avvio nuoviprogetti di collaborazione par-tecipata tra cittadini e pubbli-che istituzioni per il migliora-mento della città in cui si vive,di cui ‘Cittadini creativi’costituisce un esempio concre-to. Nato all’interno delDottorato di ricerca diDaniela Selloni al Politecnicodi Milano, ‘Cittadini creativi’intende creare un luogo diincontro tra cittadini, desi-gner, istituzioni e attori localiper – si legge dal sito ufficiale– “co-progettare e co-produrreservizi per la vita quotidiananel quartiere”. Il progetto,ospitato da Cascina Cuccagna,interessa una specifica sezio-ne territoriale, la Zona 4 di

    Milano, e prevede una serie diappuntamenti settimanali perraccogliere idee da sperimen-tare negli ambiti più dispara-ti: dalla cucina, allo scambiodi oggetti di uso quotidiano edi servizi e competenze didiverso tipo. Sei sono i servizinati nella zona 4 di Milanoall’interno dell’iniziativa, tuttigratuiti, in continua evoluzio-ne e aventi come minimo

    comun denominatore metodidi ‘progettazione partecipata’.Per il settore ‘servizi di scam-bio oggetti e competenze’: LaBanca del tempo potenziata,un sistema per scambiarsicompetenze e piccoli favori nelquartiere, e La Bibliotecadegli oggetti, uno spazio fisicoe virtuale per scambiareoggetti nel quartiere. Per ilsettore ‘Servizi legali e buro-cratici’: Lo Sportello del citta-dino, volto all’orientamentoburocratico. Mentre per i‘Servizi alimentari’: Facecook,una rete alimentare che uni-sce ristoranti, mercati, negozilocali e cittadini, e La rete didistribuzione locale. Quanto,infine, ai ‘Servizi culturali’: ICiceroni di zona 4, che vuole iluoghi della zona ‘adottati’ eillustrati da un ‘cittadino-guida’.Se ‘Cittadini creativi’ puòessere definito un ‘fab-lab diservizi’, gli attori che lo muo-vono, vale a dire i cittadini,quali ‘auto-produttori’ dei ser-vizi di cui necessitano, diven-tano dei veri e propri ‘servicethinkers and maker’ che ope-rano in una zona intermediatra privato e pubblico, profes-sionale e amatoriale, profit enon profit. Tutto questo, con-correndo alla creazione dipotenziali forme di secondowelfare e di nuove impresesociali.

    SERENA DI GIOVANNI

    ‘Cittadini creativi’ è un progetto che intende creare un luogod’incontro tra individui, designer, istituzioni e attori locali,ospitato da Cascina Cuccagna nella zona 4 di Milano

    Design di servizi e innovazione sociale

  • peccati ogni cinquant’anni oogni venticinque anni. Lanovità del Papa di riproporreun Giubileo dopo quindicianni segna una rottura con latradizione. E la scelta diriflettere sulla Misericordiadi Dio si inserisce in unadimensione sociale e cultura-le di una città che rischia diperdere la palma d’argento diuna delle più amate e visitatecapitali del mondo.Il messaggio del Papa è chia-ro ed è diretto alla conversio-ne di tutto il popolo. Con bollapontificia MisericordiaeVultus, Papa Francesco haspiegato la motivazione del-l’evento, che cade a distanzadi cinquant’anni dalla finedel Concilio Vaticano II: “Lavicinanza del GiubileoStraordinario dellaMisericordia mi permette difocalizzare alcuni punti suiquali ritengo importanteintervenire per consentire chela celebrazione dell’AnnoSanto sia per tutti i credentiun vero momento di incontrocon la misericordia di Dio. Èmio desiderio, infatti, che ilGiubileo sia esperienza vivadella vicinanza del Padre,quasi a voler toccare conmano la sua tenerezza…”.Il tema della misericordia èun richiamo alla conversione,ad avvicinarsi al Padre che èamore e speranza per il popo-lo. La misericordia divina èl’abbraccio del Padre che siestende all’umanità intera.La tenerezza si fa abbraccioconcreto attraverso la Chiesache apre la Porta Santa almondo. Ma è anche un farememoria della capacità edella volontà di ogni essereumano di vivere la misericor-

    dia verso l’altro. Ogni cristia-no deve riflettere sulla rela-zione personale con il Padre el’apertura al prossimo. Laremissione del peccato del-l’aborto concessa ai sacerdoti(soltanto per quest’anno) ètestimonianza viva di una

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    ve riflettere sulla relazione personale ela propria apertura nei confronti del prossimo>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    I quattro itinerari giubilari a RomaQuello che si è aperto l'8 dicembre è un Giubileo decisamente 'diverso' da quelli del pas-sato, da vivere come un vero e proprio cammino di riflessione, come ha richiesto PapaFrancesco. «È un Giubileo diffuso, perché si aprono Porte sante in ogni diocesi. È tema-tico, perché centrato sulle misericordia, e il Papa aprirà la Porta santa all’ostello deipoveri di Roma, per indicare che chi la varca lo fa per poi servire, mettersi al lavoro perla misericordia, portando i pasti e rifacendo i letti», dice monsignor Liberio Andreatta,direttore dell’Opera romana pellegrinaggi. «È infine un Giubileo che nasce senza“grandi opere”: il Papa l’ha annunciato all’ultimo momento proprio perché non volevaci fosse il business del Giubileo: le vere opere di quest’anno saranno quelle della mise-ricordia». Il sacerdote, che organizza Giubilei dal 1975, ha in carico l’accoglienza dimilioni di persone che si riverseranno nella capitale e che incontreranno la città ancheattraverso la testimonianza dei mille santi che l’hanno percorsa. Quattro gli itinerari giubilari proposti nella capitale: quello mariano, parte da SantaMaria maggiore e tre da San Giovanni: il “papale” riprende idealmente la via maior,percorsa nell’antichità dal Papa quando da San Pietro, come Vescovo di Roma, si reca-va a prendere possesso della cattedrale di San Giovanni in Laterano, passando per ilCampidoglio e il Carcere mamertino. Il cammino dei pellegrini passa invece per viaGiulia e per la chiesa della Santissima Trinità dei pellegrini, dove san Filippo Neri avevala confraternita dell’accoglienza e dove passarono migliaia di pellegrini nei giubilei delXVI e XVII secolo. Il cammino intitolato alla misericordia, all’altezza di piazza Navona,devia per via della Pace e passa per San Salvatore in Lauro, dove si vive una particola-re devozione per padre Pio. I quattro percorsi permettono di passare accanto alle trechiese giubilari – San Salvatore in Lauro, Santa Maria in Vallicella detta “ChiesaNuova”, e San Giovanni Battista dei Fiorentini–, dove è assicurata la presenza costante disacerdoti di varie lingue per le Confessioni el’Adorazione eucaristica. Alla fine tutti conflui-scono sul ponte di Castel Sant’Angelo, dove tra-dizionalmente passavano i pellegrini per arri-vare a San Pietro.I percorsi saranno debitamente segnalati e cisarà un’app gratuita, in varie lingue, che per-metterà ai pellegrini di accedere alle bellezzeartistiche, storiche e spirituali che incontreran-no lungo il cammino. Le vie, tra i quattro e i cin-que chilometri, con un’andatura spedita si compiono in poco più di un’ora.Oltre ai quattro itinerari giubilari curati dall’Opera romana pellegrinaggi, altre asso-ciazioni propongono alcuni itinerari storici di pellegrinaggi sia dentro Roma (le “Settechiese” di san Filippo Neri, che comprendono anche la basilica di San Paolo) sia versoRoma (come la via Francigena e la Romea).

    Monsignor Liberio Andreatta

    Chiesa che ama e che si famediatrice dell’abbraccio diDio. Anche ai carcerati, aimalati, che seguiranno lecelebrazioni eucaristiche, perradio e televisione, sarà con-cessa la piena remissione deipeccati. Non sono neppure

    Nonostante la forte preoc-cupazione di un possibileattacco terroristico i prepara-tivi e i festeggiamenti perl’inizio del Giubileo dellamisericordia, indetto da PapaFrancesco, l’undici aprile scor-

    so, non hanno subito nessunabattuta di arresto. Un grandeevento straordinario e impre-visto come la personalità di unPapa, che stupisce sempre conil suo linguaggio, i suoi gesti,la sua fede. La familiarità del

    suo stile e la schiettezza delleparole intessono l’atmosferadi curiosità, rendendoci ascol-tatori e spettatori attivi.La Chiesa indice un Giubileoper la conversione e la remis-sione totale delle colpe e dei

    appuntamenti In questo Anno Santo, ogni cristiano dev>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    16 > > > > > > > > > > > > > > > > > > > Periodico italiano MAGAZINE

    Il Giubileoidella misericordia

    Mentre la Capitale si organizza per accogliere il flusso di pelle-grini e turisti che arriveranno nel corso del 2016, il SantoPadre rimarca il ruolo di una Chiesa che si fa mediatrice del-l’abbraccio con Dio

  • 19 > > > > > > > > > > > > > > > > > > > Periodico italiano MAGAZINE

    le Porte Sante saranno aperte anche nelle cattedrali e in tutte le diocesi sparse nel mondo>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    tratta di circa centocinquantamilioni di euro ai quali siaggiungono cinquanta milionistanziati dal patto di stabilitàil 14 agosto scorso.I lavori sono partiti il 7 set-tembre e termineranno il 31dicembre. Il progetto di riqua-lificazione prevede la ristrut-turazione della pavimentazio-ne stradale, dei marciapiedi edelle segnaletiche delle zonesu rotaia delle quattro princi-pali porte di Roma: San Paolo,piazzale ostiense; piazza dellastazione San Pietro, via dellastazione San Pietro; viaInnocenzo III. Le riqualifica-zioni territoriali del lungote-vere Gianicolense eFarnesina, Pierleoni e Tebaldi;lungotevere Raffaele Sanzio eAventino; Ripa, Ripagrande eil lungotevere Testaccio. Altriinterventi di manutenzionestraordinaria riguardano iquartieri circostanti le quattrobasiliche papali con il rifaci-mento dei sentieri, la sagoma-tura delle siepi, la sistemazio-ne dei cigli e dei muretti. Oltreche l’installazione di arredi eparchi. La riqualificazionepunta anche al rafforzamentodel servizio dei trasporti pub-blici: metro, tram, bus. Nonsembra facile da farsi, bastadare un’occhiata alla situazio-ne attuale. Le famose buche diRoma sono state trascuratenegli anni e i cigli dei marcia-piedi divelti sono causa dinumerosi incidenti pedonali eautomobilistici. Il potenzia-mento delle corse dei trenidovrebbe evitare l’affluenzadella metro e dei bus, le cuicorse saranno aumentate. Lanovità assoluta è la ristruttu-razione della via Francigenache, nel medioevo, era percor-

    sa per raggiungere le tombedei Santi Pietro e Paolo. Iltratto si estendeva daCanterbury fino aGerusalemme. Il Consigliod’Europa l’ha riconosciutacome la prima grande stradad’Europa.L’accoglienza a Roma e nelLazio per i pellegrini delGiubileo della Misericordiapassa attraverso alcuni inter-venti che riguardano la sicu-rezza, la salute e l’ospitalità,oltre alla facilitazione all’ac-cesso ai cammini della fede,dentro e fuori la città, messi incantiere dalla Regione Lazio edal Campidoglio. Chiunqueavrà bisogno di aiuto potràchiamare il numero unico pertutte le emergenze, il 112, cosìda ottenere interventi imme-diati anche sanitari, l’operato-re che risponde a questonumero sarà infatti in gradodi smistare le richieste rispet-to alle necessità. Il numerodelle emergenze, realizzatodalla Regione Lazio, è attivogià dall’1 novembre. Pergarantire interventi di prontosoccorso, sempre la RegioneLazio, sta rafforzando i presidicon: 32 nuove aree, su un tota-le di 38, di elisoccorso; reclu-tando circa circa 1000 tra ope-ratori sanitari, medici del-l’emergenza, oltre a barellierie autisti. A corredo verrannoacquistate cento nuove ambu-lanze.Ma visitare la capitale, non èl’unico modo per vivere ilGiubileo della Misericordia.Non a caso questo è statoanche soprannominato ilGiubileo ‘diffuso’. Per la primavolta, per volontà di papaBergoglio, Porte Sante saran-no aperte anche nelle catte-

    drali e nei santuari in tutte lediocesi sparse per il mondo. E,anche se comunque l'afflussodei pellegrini a Roma si preve-de in forme massicce, l'indul-genza plenaria propriadell'Anno Santo potrà essere"lucrata" dai fedeli - è così chesi dice in gergo tecnico - anchenelle rispettive diocesi o neisantuari. Un segno anche que-sto di come il progetto com-plessivo di riforma dellaChiesa, di vera e propria "con-versione del papato", che staportando avanti il Ponteficeargentino veda sempre più unsuperamento del "centrali-smo" di Roma, la cui diocesi eil cui vescovo restano comun-que quelli che guidano tutti glialtri "nella carità", per unasempre maggiore diffusionedecentrata dei ruoli e delleresponsabilità, con la Curiaromana che deve diventareuna pura struttura "di servi-zio" per la Chiesa operantefino alle estreme periferie delmondo.

    STEFANO D’ARGENTO

    esclusi i lefebrvriani, comerecita la lettera di Francesco:“a quei fedeli che per diversimotivi si sentono di frequen-tare le chiese officiate daisacerdoti della FraternitàSan Pio X”, dopo il suo divie-to di celebrare la messa circaun anno fa.Monsignor Josè Octavio RuizArenas, segretario per laPromozione della NuovaEvangelizzazione ci spiegacome vivere il messaggio cen-trale su cui verterà l’interoanno giubilare: “È un anno digrazia e il Papa vuole richia-mare ciascuno a sperimentarela misericordia di Dio. Unodegli elementi centrali di que-sto anno giubilare sarà rinno-vare il sacramento della ricon-ciliazione con il Padre. È unanno nel quale ognuno di noideve aprirsi alla relazione conil prossimo sofferente. Come

    dice il Papa, dobbiamo rivolge-re il nostro sguardo a chi habisogno di noi. Vivere la mise-ricordia è l’impegno di ognicristiano che si fa tangibilequando ognuno esce dal suospazio relazionale, per aprirsia quello del prossimo, che chie-de aiuto. Dobbiamo rivolgerelo sguardo alle periferie esi-stenziali delle nostra città, maanche uno sguardo alla mise-ria umana. Seguendo l’esem-pio di Gesù dobbiamo uscireda noi stessi per avvicinarsi achi è più bisognoso”.Il recente viaggio a Cuba delPapa ci ha predisposti a com-prendere meglio la centralitàdel messaggio giubilare. Iltema dell’esclusione e dell’in-clusione sociale è molto caro alsanto Padre. Nel suo discorsoal congresso dell’Onu ha ricor-dato l’importanza del rispettodella natura e dell’ambiente

    che devono essere protetti esalvaguardati perché corri-spondono allo spazio di rela-zione e d’azione dell’uomo. Acominciare dalla negazionedell’uso di armi, dal rifiutodella guerra e della pena dimorte, l’uomo deve impegnar-si per garantire la pace.L’appello del Papa si rivolgealle istituzioni che devonodifendere i diritti dell’uomoall’occupazione e al decorosociale.La riflessione sulla spirituali-tà non ci evita le considerazio-ni politiche ed economiche cheun evento di tal portata impo-ne. Se il Giubileo porterà unincremento economico (sispera!), si avrà bisogno di unsurplus di forze umane emateriali, per affrontare edestreggiare l’invasione turi-stica dei pellegrini. Le cifredei costi sono da capogiro. Si

    appuntamenti Per la prima volta nella storia della Chiesa >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    DA LEGGERE / Vivere il Giubileo attraverso la lettura

    Tutti i suggerimenti per conoscere lastoria del Giubileo e dei suoi papi, iluoghi sacri di Roma con utili consigliper scoprire la città da insider.Il Giubileo con guida pratica di Roma for dummiesMorellini Mauro; Baiocchi MaurizioHoepli, euro 1,99

    Cos'è la misericordia, qual è il suosignificato nel cristianesimo e in chemodo papa Francesco ne ha fatto ilcuore del suo messaggio pastorale? Il giubileo di papa Francesco. di Antonio PreziosiNewton Compton196 pagine, euro 10,00

    Una singolare storia letteraria dell'an-no santo nelle invettive, nell'entusia-smo religioso e nel sarcasmo di auto-ri attesi o insospettabili.Giubileo d'autore. Da Dante a Pasolini:gli anni santi degli scrittori di Marco RoncalliEditrice La Scuola, euro12,50

  • narella>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    21 > > > > > > > > > > > > > > > > > > > Periodico italiano MAGAZINE

    osa ci aspetta?Leone23 luglio

    22 agosto

    Il 2016 è l’anno della svolta, successo e for-tuna saranno dalla vostra parte. Nulla vipotrà fermare, sarete nella vetta dei segnizodiacali. In campo professionale otterretela realizzazione di progetti importanti,anche in amore tutto andrà alla grande. Uncielo limpido e stellato vi accompagneràper tutto l’anno.

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    Vergine23 agosto

    22 settembre

    Leone e Saturno vi saranno di sostegno peraffrontare le situazioni che avete lasciato insospeso nell’anno precedente. Non ancorate-vi troppo al passato e cercate di avere mag-giore fiducia nel futuro. Cogliete le occasionial volo e non lasciatevi sfuggire le opportuni-tà in campo affettivo. Ci sarà anche spazio perle affermazioni professionali.

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    Bilancia23 settembre

    22 ottobre

    Sarà l’anno dei cambiamenti, dall’amore allacarriera, molte le novità in vista. Plutone vidarà la forza per essere più intraprendenti esicuri. Mantenete una certa prudenza nei rap-porti con le persone, non rischiate di rovinaregli equilibri con chi conoscete da tempo. Nonlasciatevi prendere dalla pigrizia e cercate dimantenervi in forma con lo sport.

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    Scorpione23 ottobre

    21 novembre

    Un anno molto positivo per voi dello scor-pione, vi toglierete qualche sassolino dallascarpa e avrete diverse rivincite anche incampo professionale. Favorevoli gli incon-tri e le nuove amicizie. Giove sarà dallavostra parte garantendovi soldi, salute edamore.

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    oroscopo Le previsioni astrologiche per l’anno che verrà a cura di Michela Zan>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    20 > > > > > > > > > > > > > > > > > > > Periodico italiano MAGAZINE

    CAriete21 marzo20 aprile

    La presenza di Saturno vi farà reagire e vi sti-molerà per tenervi in forma. Plutone vi saràpoco amico e dovrete armarvi di pazienza peraffrontare alcune difficoltà economiche. Nellaprima metà dell’anno potrete comunque rea-lizzare un progetto importante in ambito pro-fessionale. Se siete single, buttatevi, nonabbiate paura di innamorarvi, se siete in cop-pia avrete un anno di profonde intese.

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    Toro21 aprile

    20 maggio

    Si prospetta un anno di successi e conferme,riuscirete a realizzare tutto ciò che vi sieteprefissati senza nessun ostacolo. Grandi pro-tagonisti in amore, sarete dei veri e propriconquistatori. Dopo la liberazione di Saturno,che vi ha tarpato le ali nell’anno precedente,ora potrete finalmente godervi il frutto di tantisacrifici, con ottimi risultati a livello economi-co, professionale e sentimentale.

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    Gemelli21 maggio21 giugno

    Il 2016 vi metterà alla prova sia nella vita pri-vata che nel lavoro, non mancherannomomenti di tensione, ma da metà anno inizie-rete a recuperare. Mantenete la calma e nonprendete decisioni affrettate, il vostro obietti-vo è quello di trovare un giusto equilibrio.Tutto sarà in salita solo se riuscirete a nonperdere la testa, non siate impulsivi, ma riflet-tete.

    Cancro22 giugno22 luglio

    Anche per voi la parola dell’anno saràl’equilibrio, dovrete impegnarvi per stabi-lizzare diverse situazioni. La sensibilitàtipica del vostro segno vi aiuterà a nonperdervi d’animo e a superare gli ostacoliin famiglia e nel mondo del lavoro.Imparate a domare il malumore con qual-che sorriso in più. Per alcuni il cambiamen-to di vita sarà radicale.

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    20162016

  • Scegliete bene i vostri pensieri L’anno finisce e i piatti si riempiono di lenticchie, seguendo la nota tradizione che le vuole, piccolilegumi semisferici e lucidi come monetine, simbolo benaugurale in grado di attirare ricchezza.Eppure c’è un metodo molto più semplice ed efficace per superare la crisi senza impegnarsi in cuci-na tra pentole e soffritti, se credete che siamo fatti di energia e, come tali, emettiamo vibrazioni sot-tili un po' come le radio o le connessioni cellulari che tanto ossessionano la nostra moderna esisten-za. Avete mai sentito parlare della legge di attrazione? Da qualche anno ormai i mass media si sono accorti che stiamo attraversando un periodo di “crisieconomica”che sarebbe nata da una crisi finanziaria, generata dall’imperversare della speculazioneche ha come obiettivo il guadagno facile su ricchezze virtuali e la produzione di “titoli immondizia”,da un lato, e crisi della domanda da un altro, chiaramente evidenziata dall’incapacità del mercato diposizionare tutta la merce prodotta. In termini molto spicci, noi consumatori non siamo in grado dicomprare tutti quei beni e servizi che il mercato offre con un ritmo tale da garantire i profitti neces-sari alle imprese, da qui i licenziamenti, la spending review e tutti i piccoli e grandi terremoti eco-nomici cui ci ha abituato il lessico dei mezzi di informazione degli ultimi anni.Fin qui l’analisi economico-sociologica, perché una cartomante che si rispetti prima di conoscere itarocchi deve conoscere il mondo in cui vive, altrimenti state attenti perché potrebbe essere unasemplice ciarlatana! Osservando la realtà dei fatti, usandola come base, si può salire cercando disganciarsi dalla materia, di cui l’energia si serve per manifestarsi, per trarre degli insegnamenti sulpiano spirituale in grado di dare le risposte sulle cause degli eventi concreti: la conoscenza dellecause consente poi di padroneggiare gli effetti e quindi di dirigere le nostre scelte verso ciò chemaggiormente desideriamo.La cosiddetta “crisi economica” attuale, di fatto, non ha tolto il cibo dalle nostre tavole e, per moltidi noi (fortunatamente), nemmeno il superfluo, ma di sicuro ha peggiorato il nostro rapporto con ibeni materiali, insinuando quella spiacevole sensazione di precarietà, di poco valore del lavoro svol-to, di insicurezza e sfiducia verso chi gestisce il nostro denaro sia in forma privata (banche, assicu-razioni, finanziarie) che pubblica (Stato, tasse, welfare): in poche parole ha abbassato la nostra vibra-zione a livelli ancora peggiori dell’avidità, della speculazione e dell’accumulazione che hanno carat-terizzato i decenni scorsi. Tutto ciò, vi stupirà, altro non è che la faccia finora tenuta nascosta dellamedaglia dello spreco e del capitalismo selvaggio praticato in passato, è l’effetto bieco dell’aviditàportata all’eccesso: gli avari “famosi” dell’immaginario collettivo da quello di Moliere a Scroodge aPaperon de Paperoni, se ci pensate bene, vivono nella perenne ansia della povertà perché questo èl’unico meccanismo psicologico che li spinge ad accumulare oltre il superfluo per il solo gusto difarlo, in maniera meccanica, senza anima, senza gratitudine.Così osservo le persone che accusano i sintomi della crisi chiedere sconti, scroccare omaggi, diven-tare insolventi cercando di truffare i loro creditori pur di non perdere altro denaro, fossero anchepochi spiccioli, ma non sanno che così amplificano il senso di mancanza, la trasmettono anche allepersone che hanno la sfortuna di incontrarli (e di subire la loro “ristrettezza”), creando il vortice diegoismo e negatività di cui tutti ci lamentiamo.La crisi è innanzitutto spirituale, è dentro di noi, nei nostri gesti, nelle nostre parole, nell’ incapacitàdi immaginare che anche domani ci sveglieremo e avremo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, senzachiedere con ansia uno sconto, una vincita al lotto, un regalo: la ricchezza è nella nostra energia,nelle infinite possibilità di vibrare come diamanti o come carta straccia, la scelta è nostra, il liberoarbitrio il nostro oro interiore. Per l’anno nuovo io vi auguro di compiere una grande magia da soli, senza aiutini: quella di sceglie-re i vostri pensieri, le vostre parole e le immagini che questi creano nella vostra mente, conceden-do il giusto valore alle cose che desiderate, senza diminuirlo perché temete di non avere abbastan-za denaro, insomma di essere come “i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure [...]neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro” (Vangelo di Matteo 6,28-30).

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    L’oroscopo esotericodi Veronique Luce

    oroscopo Le previsioni astrologiche per l’anno che verrà>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    22 > > > > > > > > > > > > > > > > > > > Periodico italiano MAGAZINE

    Sagittario22 novembre20 dicembre

    Un inizio 2016 rallentato dalle stanchezzeaccumulate in precedenza, solo a fine esta-te riprenderete le energie e vi sentiretecarichi di entusiasmo. Concentratevi sullavoro e riuscirete ad ottenere ciò che desi-derate. Non perdete di vista le priorità chevi rendono felici.

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    Capricorno21 dicembre19 gennaio

    Non mancheranno le novità, vi aspettanomesi di grandi soddisfazioni, ottime possi-bilità di realizzazione in ambito lavorativo.Le stelle saranno favorevoli ad ogni vostrainiziativa. Lasciatevi alle spalle le ansie e lepreoccupazioni sorte da situazioni del pas-sato.

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    Acquario20 gennaio18 febbraio

    Giove, grande alleato di questo 2016, vi por-terà alla realizzazione di diversi progetti. Lafortuna sarà dalla vostra parte e non dovre-te temere se qualche screzio in famigliamodificherà il vostro comportamento. Ilfiuto negli affari favorirà nuove entrate.

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    Pesci19 febbraio20 marzo

    Dopo un anno non particolarmente facile, il2016 vi riserverà qualche gioia inaspettata epremierà le vostre fatiche. Riprenderetefiducia in voi stessi e ritroverete il coraggioe la determinazione per affrontare la vita.Nettuno e Plutone vi daranno la giusta cari-ca per raggiungere i vostri obiettivi.

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    Benvenuti nell’anno della scimmiaIl nuovo anno Cinese inizia il 22 gennaio 2016 e si concluderà l’8 febbraio 2017. Sotto l’egida del simbolo dellaScimmia che vuol dire apertura, tolleranza e innovazione, il nuovo anno promette grandi cambiamenti estrema-mente positivi. Gli impulsi astrali nel loro complesso giocheranno come fattore di progresso in vari settori. Anchegli oppositori avranno l’opportunità di essere accolti perché l’umanità non avrebbe mai goduto di prospettivecosi’ eccellenti. Noi tutti abbiamo la possibilità di migliorare la nostra situazione in molti modi e rendere più bellala nostra vita sulla Terra.Alcuni dei cambiamenti più significativi di quest’anno includono il miglioramento delle condizioni di vita dimolte persone e il riconoscimento dei diritti delle donne.

  • borbonico di Procida>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    25 > > > > > > > > > > > > > > > > > > > Periodico italiano MAGAZINE

    ‘zero’ di una rassegna cinematografica ideata eorganizzata dallo stesso attore, in cui per tregiorni consecutivi vi sono state affollate proie-zioni intorno al tema carcerario. Questo perché:l’isola del golfo napoletano, vede stagliarsi sullaTerra Murata, Palazzo D’Avalos che venne eret-to nel 1529 da Carlo V d’Asburgo e concesso aInnico D’Avalo, il quale lo rese fortezza e palaz-zo signorile, grazie alla splendida e acuta vistache si ha sul mare. Nel 1818 divenne una scuolamilitare, ma poco dopo, nel 1838 venne ricono-sciuto come penitenziario e così rimase fino allasua dismissione, nel 1988. Libero De Rienzo,quindi, ha voluto attraverso questa inedita ras-segna portare alla luce un così bel patrimonio,valorizzandone il potenziale mediante la proie-zione di numerosi film, da Papillon a Il Conte diMontecristo.Lo abbiamo incontrato per le stradine dell’isolae davanti al mare che Elsa Morante descrissecome tenero e fresco, gli abbiamo chiesto di par-larci di Artethica e non solo.

    Raccontaci di Artethica. Perché hai sceltol’isola di Procida, la quale ha dato alla lucenumerose pellicole come il Postino, e non lesue più famose sorelle Ischia e Capri? “Ischia e Capri non hanno bisogno di altri festi-val: ci sono già quelli organizzati, da anni, daPascal Vicedomini. L’isola di Ischia, addirittura,ne ha due come, ad esempio, il Global IschiaFestival organizzato da Michelangelo Messina.Entrambi sono festival differenti proprio per lalinea dell’organizzazione classica. Artethica, piùche un festival, è un’idea nata dalla necessità di

    ridare vita a quel posto incredibile che è PalazzoD’Avalos, l’ex carcere borbonico, che come si sa èstato restituito al comune da qualche anno. Mihanno proposto di farci qualcosa legato al cine-ma in questo posto e l’idea è stata quella dimostrare il luogo ai procidani ‘illuminato’ in uncerto modo al fine di dargli un altro aspetto, uti-lizzando un ambiente di dolore e trasformarlo inun luogo di cultura e di bellezza, attraverso laproiezione di film importanti, tra i quali un filmche è stato girato proprio in quella sede,Detenuto in attesa di giudizio. La scelta diProcida è data da un legame personale con l’iso-la ed essa si presta all’idea di un posto da rag-giungere volontariamente, per chi non ci vive,per tre/quattro giorni di esperienza totale.

    In aperura: Libero De Rienzo. Qui sopra unasuggestiva veduta dell ’Isola di Procida

    Libero de Rienzo nasce a Napoli nel 1978. Fin dapiccolo si appassiona alla recitazione e alle pel-licole grazie al padre Fiore de Rienzo, aiuto regi-sta del romano Citto Maselli. Inizia la sua car-riera da giovanissimo: nel 1996 alza il sipariograzie a una troupe catalana, Fura dels Baus, esuccessivamente, si trasferisce a Roma per com-pletare la sua formazione attoriale collaborandocon la compagnia Area Teatro. A soli 21 anni,dopo aver fatto parte di numerosi spot pubblici-tari, debutta nella fiction televisiva Più leggeronon basta e nello stesso anno lavora con PupiAvati nel film La via degli angeli. Ma è il 2001 ilsuo punto di svolta: quattro anni dopo la suaascesa davanti ai riflettori, recita nel film SantoMaradona di Marco Ponti insieme al collegaStefano Accorsi; la personificazione nel ruolo diBart frutta al giovane attore una nomination alDavid di Donatello, che vince come Attore nonprotagonista e, poco dopo, una nomination aiNastri d’Argento. La sua carriera d’attore lo

    porta, nel 2004, a interpretare il ruolo di prota-gonista a fianco di Vanessa Incontrada nel cele-bre A/R Andata+Ritorno, film scritto e direttosempre da Marco Ponti. Il giovane attore napole-tano asseconda, in seguito, la sua natura di regi-sta, tanto che l’anno seguente, nel 2005, esordi-sce con la pellicola Sangue- La morte non esiste,nel quale recita al fianco di un ancor più giova-ne Elio Germano. Nel 2008 torna a casa per leriprese di Fortapàsc di Marco Risi, nella qualeinterpreta il personaggio di Giancarlo Siani, ilgiovane giornalista ucciso dalla camorra nel1985. Nel corso di questi anni, molte sono statele sue collaborazioni cinematografiche. Nel 2013partecipa al lavoro esordiente alla regia diValeria Golino nel film drammatico Miele e,subito dopo, alla sceneggiatura comica di SidneySibilla, Smetto quando voglio. Nel 2015, nei gior-ni 2-3-4 ottobre, il giovane attore/regista sbarcaa Procida, terra d’origine della moglie con laquale decide di dare vita ad Artethica, edizione

    cultura Un’idea nata dalla necessità di ridare vita a Palazzo D’Avalos, l’ex carcere b>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    24 > > > > > > > > > > > > > > > > > > > Periodico italiano MAGAZINE

    Libero De RienzoArtethica anno zero

    L’attore e regista napoletano ha prodottouna rassegna cinematografica a tema carcerario scegliendo come locationla più piccola delle isoledel golfo napoletano.Lo abbiamo incontratoper parlare della sua idea

  • dato che eri giovanissimo? E secondo te,oggi, la piazza cinematografica ha spazio peri nuovi attori emergenti o preferiscerimanere ancorata ai “grandi” del cinemaitaliano? “Dovremmo definire il ‘grande pubblico’. Questo èun problema di commistione tra televisione e cine-ma; la fruizione televisiva di massa, di grandenumero. Scegliere di andare al cinema è un attovolontario e un’operazione artistica di abbellimen-to della propria esistenza. Spesso la scelta dellatelevisione è una compagnia passiva che fa partedel quotidiano, è la differenza fra il bar sotto casae andare dall’altra parte del mondo a fare un viag-gio. Entrambi magari ti fanno distrarre, mabisogna vedere quello che tu devi dare e cosa tiritorna indietro: un viaggio è più faticoso, dis-pendioso e difficoltoso che scendere al bar con gliamici. Non sono giudizi, sono semplicemente cosediverse. Credo che in qualunque momento un ta-lento esca fuori, il mondo è sempre pronto adaccogliere persone intelligenti o capaci; poi vi è unatendenza a ripetere l’esistente e quindi a puntare

    su cavalli già vincenti, per determinate operazionicommerciali che sono più costose o degli attori chehanno più seguito televisivo, invece di attori diteatro o nuovi; tutto ciò fa parte del commercio, delcapitalismo. Nel momento in cui il cinema d’arte èdiventato commercio, ha dovuto sottostare alleregole dello stesso commercio e non a quelle del-l’arte. Comunque, sì, nel 2001 ero giovane e moltoarrabbiato e mi diede quasi fastidio il premio.All’epoca li ritenevo come un attestato di confor-mità piuttosto che un premio alla ricerca; tanto chel’ho ricevuto per una commedia, poi ho fatto filmpiù importanti di quello e non sono stati premiati.Però, nello specifico, quel film che era SantoMaradona di Marco Ponti, era una commedia intel-ligente, ben scritta, con dei momenti di riflessione:era un esperimento poiché era una delle primis-sime commedie a narrazione orizzontale”.

    Che futuro ti aspetti per questa rassegna?Puoi anticipare ai nostri lettori, i progettiche hai in cantiere?“Artethica anno zero, proprio così si chiama, zerotempo e zero soldi (ride facendo la battuta n.d.r.).Però, per fare quello che abbiamo fatto, abbiamoavuto poco tempo e pochissimi fondi, realizzando,appunto, una vera a propria scommessa. Io peresperienza mia personale ho partecipato a un terzodei festival più importanti e meno importanti cheesistano e sono tutti molto simili. Tu attore,artista, regista, promuovi di solito te stesso e ilfilm; una rassegna, non portando film in pro-mozione, non ha bisogno di diventare pubblicità diqualcosa. È un momento di incontro, un momentoper far vedere dei film alla gente sul grande scher-mo e non nella ‘scatoletta’ a casa. Abbiamo avutouna bella idea perché attori come Valeria Golino,Riccardo Scamarcio, Marco Risi e alcuni giornalistiimportanti hanno vissuto l’isola veramente perchél’intento commerciale della rassegna non era ilguadagno economico, ma dare un po’ di visibilitàall’isola, assecondare il tipico turismo di Procidache è un turismo intelligente, di massa, inter-nazionale. I prossimi anni, magari con un po’ più ditempo e un po’ più di soldi vorremmo continuare afare questa rassegna, per i procidani e per un pub-blico esterno, elegante. L’idea è di rimanere presen-ti sul territorio e di portare avanti, con una certaregolarità, piccoli eventi e piccoli interventi diabbellimento del quotidiano”.

    ILARIA CORDÌ

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    ottostare alle regole del mercato e non a quelle dell’arte>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    Artethica non è stata mostrare solo dei film: visono state delle proiezioni all’interno di case unpo’ particolari di signori e signore procidane; cisono state proiezioni all’interno di una piccolacappella; dei percorsi di formazione. Una dellecose belle che è successa durante la rassegna èstata la collaborazione con l’Isola dei Misteri econ altri ragazzi dell’isola, infatti questa partedel lavoro si chiama Misteri e mestieri. L’idea eraquella di farli avvicinare al cinema dato che pos-seggono una grande capacità manuale (indiriz-zata alle rappresentazioni del Venerdì Santo edei presepi) e farla diventare una professione,un’idea che ci piaceva. Quando l’hanno propostoa me e a mia moglie, Marcella Mosca, nonostantefosse un’impresa miracolosa perchè i soldi messia disposizione dalla Regione Campania eranopochissimi e avendo mille regole da rispettare,abbiamo puntato tutto sulle forze dell’isola, sullecose belle che c’erano da vedere, le persone ingamba che potevano collaborare”.

    La rassegna cinematografica unisce carcere,cinema e mare, temi estremamente diversifra loro. In che maniera essi sono stati colle-gati? E che messaggio volevate comunicareai partecipanti? “Esiste una parola che li lega tutti. La parola èisolamento, che è una condizione dell’animo.Un’isola può essere vissuta come un luogo dalquale non si può scappare perché c’è il mareintorno o un luogo di sogno a cui si può arrivare.Così come è la tradizione: tanti marittimi che las-ciano questa isola per andare su un’isola ancorapiù piccola, la nave, in attesa di giudizio, delmeteo, dei tempi. Una condizione che è parago-nabile a quella del carcerato. In molti film, alcunili abbiamo mostrati, come il Conte di Montecristo,Papillon, Detenuto in attesa di giudizio, vi eral’idea di parlare di “carcere” senza passare per lesolite argomentazioni. La cosa principale era ilcontrasto fra la bellezza mozzafiato della strut-tura di questo palazzo del ‘500, con i soffitti avolta alti 10 metri, davanti al mare, in cui siriscontra un inno alla libertà dato che era unluogo in cui la famiglia borbonica vi si recava perandare a fare le vacanze, trasformato poi in unluogo dove il tuo stesso corpo non è di tua propri-età ma è del Re prima e dello Stato poi.L’immagine che esemplifica al meglio questa con-traddizione è proprio in una delle ultimissime

    inquadrature di Detenuto in attesa di giudizio, incui Alberto Sordi guarda al di là delle sbarreverso il mare e verso la barca a vela del suoamico, gli occhi di Sordi blu come il mare stesso,una bellezza incontestabile e l’impossibilità delcorpo di andare dove va lo sguardo”.

    L’isola in che modo ha contribuito e rispostonel mettere in scena e affrontare un argo-mento così sentito e delicato? E questa sceltatematica, in che misura è stata influenzatadall’isola stessa?“Come ho detto il luogo aveva tutto già in sé. L’ideadi aprire il carcere non è stata mia, ma, alla fine,l’amministrazione ha concesso di poter mostrareanche zone non ancora completamente agibili eusufruibili. Abbiamo visto in mezzo a quelle ster-paglie, alla polvere, alla roba abbandonata e dis-trutta un gioiello in luce e in divenire”.

    Nel 2001 hai vinto come miglior attore nonprotagonista il David di Donatello. Cosa hasignificato per te ricevere questo premio

    cultura Nel momento in cui il cinema d’arte è diventato commercio, ha dovuto so>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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  • ma artistico emergente degli street artist >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    curatori e galleristi o chiunque abbia voglia di con-tribuire al fermento culturale (finalmente!) in attoin alcuni ambienti della capitale. Io e la collegaSerena Di Giovanni veniamo subito incuriosite datale progetto e dopo una bella chiacchierata conl’artista Flavio Solo, ci viene presentata AlessiaMargherita Defilippi di Banna’i Studio, colei cheha indirizzato la scelta degli 11 artisti cercando difar uscire la loro personalità. Il giro in galleriaacquista così un piacevole e interessante risvolto, ela torinese Alessia ci spiega le origini di tale esposi-zione e del processo creativo possibile grazie al pre-zioso contributo del designer e co-ideatore progettoMassimo Maria Iafulla: “abbiamo chiesto agliartisti selezionati quale fosse l’oggetto di design cheavrebbero voluto in casa. Ognuno di loro ha tiratofuori un oggetto che potesse rappresentare la pro-pria poetica e linguaggio artistico”.Ad esempio il tavolo in legno di Lucamaleonte recail titolo di ‘Abundantia’ perché doveva esprimere ilconcetto di abbondanza (ape) e convivialità, l’arti-sta ha immaginato, prosegue la Defilippi, la sacra-lità di una riunione di una famiglia attorno al tavo-lo. Lo spunto del tavolo di Lucamaleonte dà la pos-sibilità ad Alessia di spiegarci l’unicità di tale pro-getto sul panorama nazionale e internazionale, “laparte importante di Mark Out è che gli oggetti pos-sono essere considerati opere d’arte uniche, ma allostesso tempo sono prodotti di design perché c’è statala scelta delle tecniche con cui sono state realizzate”.Di seguito a ogni opera Alessia introduce la tecnica:il tavolo di Luca è stato intagliato a laser, per ilceppo da cucina multiaccessoriato di MisterThoms si è preferita la presa a controllo numericoin collaborazione con la coltelleria Due Ancore, perle ceramiche ‘Cinosarge’di Gojo e per la lampada‘Madrilù’ di Alt97 la stampa 3D, mentre per la‘Webrary’ di Solo e la ‘k-1’ di Mr. Klevra, il taglio a

    getto d’acqua (waterjet). Lo specchio di#Cancelletto è stato realizzato in resina, l’artistaha ideato delle carpe su filo d’acqua e le ha intitola-te ‘Ike’ che in giapponese significa specchio d’acqua(le carpe sono rappresentate entro dei cerchi con-centrici). Le tazze di Gojo appaiono interessanti peril loro essere oggetti “destinati all’antidesign pereccellenza: Diogene di Sinope, detto il Cinico”, comeafferma lo stesso eclettico writer e street artist.Una sincronia ben riuscita tra artista e artigiano2.0 anche in virtù dei legami di amicizia, come ci haconfessato Iafulla, perché l’ideazione di un prodottoutile nella quotidianità non è una immediata esi-genza dell’artista, più invece a suo agio con altri tipidi materiali e di pubblico.Il lavoro di Iafulla è stato quello di condurre l’ar-tista su un piano comune e, dopo tante riunioni, èriuscito a trovare l’oggetto giusto che rispecchias-se il progetto di ciascuno di loro senza snaturarela loro natura. Ad esempio Mr Klevra nella suaChaise lounge ‘k1’, ha realizzato un disegno chepoi ha inciso ad acqua, mentre le casse AudioNirvana di Omino71 sono disegnate dallo stessoartista e rappresentano un forte legame con ilmondo della New York dei graffitari e degli streetartist attraverso il loro simbolo per eccellenza, labomboletta che termina con una mano con il dito

    1. Mister Thoms, Lingua tagliente, ceppo da cucinamultiaccessoriato in cirmolo eseguito mediante fresa acontrollo numerico. 2. Solo, Webrary, libreria in piop-po eseguita mediante taglio ad aqua. 3. Diavù, StancoMorto, sedia-chaise longue savonarola in betulla concuscini in pelle, eseguita mediante fresa a controllonumerico.

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    arte Una mostra organizzata da Banna’i Studio e Urban Art Utopia apre le porte al panoram>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    Cosa succede se tra le boutique più glamour e legallerie storiche di una delle vie più antiche diRoma irrompono gli street artist? Non arrivate aconclusioni affrettate, non si tratta di arte sui muri,il risultato al quale abbiamo assistito alla GalleriaCa d’Oro è assai inusuale, anche per i nostri occhiallenati fin dall’università a studiare avanguardie eperformance. Arte e design si sono rivelate compa-

    Un ambizioso progetto connette la contemporaneità della street artalla tradizione artigianale italiana, con un occhio attento alle nuovetecnologie

    Mark Out 1/1 arte e design

    gne arricchendo con le loro esperienze il camminoverso la cultura e sdoganando le opere dei più gran-di artisti del Novecento (De Chirico e SalvadorDalì) dalla galleria del Babuino. Qui, con MarkOut 1/1 (4-18 novembre 2015) i giovani tra talentoe visioni inaugurano il loro studio di design all’inse-gna della contaminazione.“Fare rete” è l’imperativo che anima giovani artisti,

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  • medio alzato, ‘Fat You’ (fuck-fat).Gli oggetti di design sono accompagnati da una telacon opera di ciascun artista e vi è subito una sensa-zione di straniamento e disorientamento: uno stre-et art che lavora su una tela esposta in una storicagalleria di Roma? A indirizzarci e a soddisfare lanostra curiosità è Marta Ugolini, promotriceinsieme a China Porcella (Porcella è la famigliache ha aperto la Galleria dal 1945), del progettoUAU, acronimo di urban art utopia.Sembrerebbe proprio una storia di utopia quella diqueste due giovani curatrici, che stanno portandoavanti dallo scorso aprile un sogno, quello di aprirele porte di Roma al panorama artistico contempora-neo emergente. ‘Una realtà come quella della streetartist merita di essere raccontata e gli stessi streetartist devono far valere pubblicamente la loro digni-tà di artisti’, ci spiega la Ugolini, che con caparbie-tà e ostinazione sta cercando di ridisegnare le rego-le di una mercato come quello capitolino fermoancora alle opere degli anni ‘80.Le tele sono state commissionate dalla UAU arte,con l’intento di far conoscere ai neofiti della street

    art gli autori e la loro cifra stilistica, valorizzando almeglio l’allestimento con gli oggetti. Ogni artistaespone i soggetti che più rappresentano la sua poe-tica: Mr Klevra utilizza uno stile calligrafico, MariaCarmela lavora con i tessuti e fili (anche se lei nonè strettamente una street artist), Gojo invece èquello più in linea con lo studio di design sceglien-do quale tema proprio Banna’i, ovvero sure corani-che scritte in calligrafia cufica quadra per abbelliree santificare i luoghi di culto. La sua è quindiun’opera che illustra sullo sfondo l’evoluzione dellascrittura e al centro il Toro, con la lettera Alp o Alpudell’alfabeto protosinaitico, dal quale discendono lamaggior parte delle scritture del mondo. Per l’istrio-nico Diavù Il teschio ricorre nella forma sedia- chai-se longue savonarola, dal titolo “Stanco morto”, enella tela che ci ricorda “The State of The Art”.Al termine della mostra, questi prototipi li trovateesposti da Banna’i Studio in Via Taranto 96 aRoma, oppure acquistarli on line (www.bannastu-dio.com/negozio). Sarà anche possibile personaliz-zare l’oggetto in accordo con l’idea dell’artista.

    SILVIA MATTINA

    arte Una sincronia ben riuscita tra artista e artigiano 2.0>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    4. Maria Carmela Milano, Heksa, lampada in betulla e fili di cotone eseguita con taglio ad acqua. 5. Groove,Bestiary wood, Puzzle 3D in betulla eseguito mediante taglio ad acqua. 6. Omino71, Fat you, coppia di diffusoriaudio hi-fi in poliuretano a cella chiusa eseguiti mediante fresa a controllo numerico. 7. Lucamaleonte,Abundantia, tavolo in rovere e metallo lavorato con incisione laser raster. 8. Alt97, Madrilù, lampada in ABSesguita mediante stampa 3D. 9. Mr. Klevra, K-1, chaise longue in alluminio eseguita mediante taglio ad acqua.

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  • e sceglie quale nuovo mezzo di espressionel’architettura, più idonea ad una funzionesociale di massa. L’intento di una street artante litteram è strettamente collegato al mes-saggio politico dell’Italia fascista, totalmenteteso alla propaganda della figura del Duce ealla necessità di educare le masse ai principidel regime. In tale strategia di ricerca di con-sensi, le immagini giocano un ruolo fondamen-tale e possono diventare un perfetto strumen-to di governo come nel caso del ‘Popolod’Italia’, giornale fondato da Benito Mussoliniil 15 novembre del 1914.La vera novità di tale esposizione è l’approfon-dimento realizzato all’interno del cospicuo cor-pus di illustrazioni (2300) di Mario Sironi. Il

    e perfetto strumento di governo spirituale’>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    percorso espositivo nel Casino dei Principi siarticola per aree tematiche con particolareattenzione ai personaggi non solo della macro-politica ma anche di vicende collaterali ai fattisalienti (l’assassinio Matteotti) che appaionoassai criptiche. Due sezioni riguardano le illu-strazioni pubblicate e mostrano i temi dellapolitica italiana ed estera. In una sala sonostate raggruppate le illustrazioni che non sonostate pubblicate dal Popolo d’Italia, che dimo-strano il lavoro ‘matto e disperatissimo’ cheSironi realizzava quotidianamente producen-do 4 o 5 bozzetti per ogni illustrazione. La pre-ziosa collaborazione con la storica MonicaPioli ha aiutato a contestualizzare storicamen-te tali immagini, analizzando il contenuto e

    strataSironi

    Èl’attività di ‘disegnatore politico’ il focusdella mostra ‘Mario Sironi e le illustrazio-ni per il “Popolo d’Italia” 1921-1940’, a cura diFabio Benzi, con la consulenza storica diMonica Cioli e la collaborazione della GalleriaRusso, visitabile al Casino Nobile e Casino deiPrincipi (Musei di Villa Torlonia) di Roma finoal 10 gennaio 2016.

    mostre L’artista sassarese fu pittore, scultore, architetto e teoretico dell’arte ‘come>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

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    Nella ex casa del Duce a Villa Torlonia, la propaganda fascista ela politica italiana è rappresentata da un corpus di 345 illustra-zioni realizzate da uno dei più grandi protagonisti dell’arte ita-liana del Novecento

    Mario Sironi (1885-1961) non fu soltanto unpittore, scultore, architetto ma anche un teori-co e precursore di una nuova concezione del-l’arte ‘come perfetto strumento di governo spi-rituale’. Nel 1933 Sironi offre nel ‘Manifestodella pittura murale’ una visione dell’arte chetravalica i tradizionali confini della pittura dacavalletto, relegata a una borghesia intimista,

    L’Italia illusdi Mario

  • realizzava quotidianamente, producendo 4 o 5 bozzetti per ogni illustrazione>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    L’Espresso 60 anni di notizie

    Al Vittoriano di Roma una mostradedicata alle fotografie che hannosegnato la storia del settimanalefondato da Arrigo Benedetti edEugenio Scalfari. Le immagini,protagoniste indiscusse dell'allesti-mento, hanno catturato lo spetta-tore con la loro potenza storica edevocativa, lasciandosi dietro peròil vuoto della parola scritta, gran-de assente ingiustificata

    Dare un giudizio sul “La nostra storia.Sessant’anni dell’Italia e del mondo attraver-so le foto dell’Espresso”, mostra organizzata neisaloni del Vittoriano di Roma dal gruppo editoria-le L’Espresso dal 2 ottobre fino al 27 novembre,non è facile. Si tratta di un percorso molto lungoche, dalla fondazione del settimanale nel 1955 adoggi, si propone come obiettivo quello di raccoglie-re l’immenso archivio fotografico del gruppoL’Espresso in sei grande aree tematiche cheaccompagnano il visitatore in una lezione di sto-ria contemporanea attraverso l’obbiettivo di arti-sti come Dana Stone, Alberto Roveri, MassimoSestini e tantissimi altri che è impossibile citareintegralmente. Ogni storia deve avere un