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UNIVERZA NA PRIMORSKEM
FAKULTETA ZA HUMANISTIČNE ŠTUDIJE
UNIVERSITÀ DEL LITORALE
FACOLTÀ DI STUDI UMANISTICI
Vanja Rener
PREISKOVALNO PISANJE
MED KNJIŽEVNOSTJO IN NOVINARSTVOM
PRIMER GOMORRA
SCRITTURA D'INCHIESTA
TRA LETTERATURA E GIORNALISMO
IL CASO GOMORRA
DIPLOMSKO DELO
TESI DI LAUREA
Koper – Capodistria, 2012
UNIVERZA NA PRIMORSKEM
FAKULTETA ZA HUMANISTIČNE ŠTUDIJE
UNIVERSITÀ DEL LITORALE
FACOLTÀ DI STUDI UMANISTICI
Vanja Rener
PREISKOVALNO PISANJE
MED KNJIŽEVNOSTJO IN NOVINARSTVOM
PRIMER GOMORRA
SCRITTURA D'INCHIESTA
TRA LETTERATURA E GIORNALISMO
IL CASO DI GOMORRA
DIPLOMSKO DELO
TESI DI LAUREA
Mentor/-ica – Relatore: doc. dr. Nives Zudič Antonič
Študijski program: Italijanistika
Corso di Laurea in Italianistica
Koper – Capodistria, 2012
SCRITTURA D'INCHIESTA, TRA LETTERATURA E
GIORNALISMO, IL CASO GOMORRA
Sintesi
Il romanzo Gomorra dello scrittore e giornalista Roberto Saviano ha avuto,
dopo la sua pubblicazione nel 2006, un enorme successo in Italia e nel mondo. Da un
lato il successo è dovuto al tema centrale del romanzo che riguarda i segreti
economici e strutturali della camorra, dall'altro è dovuto alla forma letteraria che ha
resuscitato il romanzo d'inchiesta. Questo tipo di romanzo non vantava un tale
successo dagli anni cinquanta e sessanta del ventesimo secolo.
In quest’ultimo periodo, invece, si afferma in Itala con successo oltre al
romanzo d'inchiesta anche il giornalismo d'inchiesta che vanta anch’esso un discreto
successo, anche dopo l'evoluzione delle principali testate giornalistiche in rete. Nella
letteratura si sono affermati già negli anni cinquanta e sessanta del ventesimo secolo
varie correnti letterarie che hanno come spunto il romanzo d'inchiesta, il New
Journalism e il Non fiction novel. Più contemporanea è la corrente Italiana del New
Italian Epic, che oltre ai romanzi d'inchiesta, si occupa anche di altre branche della
letteratura, come la fantascienza e i romanzi storici.
Nelle prossime pagine si studierà a fondo la letteratura d'inchiesta e il
giornalismo d'inchiesta, la loro correlazione con il romanzo Gomorra e l'effetto che
esso ha avuto sulla società.
Parole chiave: letteratura d'inchiesta, New Italian Epic, New Journalism,
Non fiction novel, ibridi letterari, giornalismo d'inchiesta, Gomorra, l'io
narrante, Roberto Saviano.
2
PREISKOVALNO PISANJE, MED KNJIŽEVNOSTJO IN
NOVINARSTVOM, PRIMER GOMORRA
Izvleček
Roman Gomorra pisatelja in novinarja Roberta Saviana je po svoji publikaciji
leta 2006 dosegel izjemen uspeh, tako zaradi osrednje teme romana, ki razkriva
ekonomske in strukturne skrivnosti camorre, kot tudi zaradi književne zvrsti
preiskovalnega romana, ki ga je ta knjiga ponovno oživela. Ta zvrst romana namreč
tako izjemnega uspeha ni dosegla že od petdesetih in šestdesetih let dvajsetega
stoletja.
V Italiji se je, poleg preiskovalnega romana, v zadnjih nekaj letih uveljavilo
tudi preiskovalno novinarstvo, ki se lahko pohvali s precejšnjim uspehom. Ta usph
gre pripisati tudi pojavu glavnih državnih časopisov na spletu. V književnosti so se v
petdesetih in šestdesetih letih dvajsetega stoletja uveljavile književne zvrsti, kot sta
new journalism in non fiction novel, ki sta podrobno obravnavali preiskovalni roman.
V novejšo literarno zvrst spada literarna smer, imenovana new italian epic, ki poleg
preiskovalnega romana preučuje tudi fantazijski roman, zgodovinski romam in nekaj
drugih književnih zvrsti.
Na naslednjih straneh se bo podrobneje preučilo preiskovalno književnost in
preiskovalno novinarstvo, njihovo povezavo z romanom Gomorra ter posledice, ki
jih je ta roman imel na populacijo bralcev v Italiji in po svetu.
Ključne besede: preiskovalna književnost, new italian epic, new journalism,
non fiction novel, hibridni žanri, preiskovalno novinarstvo, Gomorra,
prvoosebni pripovedovalec, Roberto Saviano.
3
4
INDICE
1 INTRODUZIONE ................................................................................................................. 6
2 LETTERATURA D´INCHIESTA ....................................................................................... 9
2.1 Breve introduzione: storia e generi del romanzo ........................................................... 9
2.1.1 Il romanzo moderno .............................................................................................. 11
2.1.2 Dal romanzo storico al postmodernismo .............................................................. 14
2.2 La nuova corrente del New Italian Epic ....................................................................... 15
2.3 La nascita della letteratura d’inchiesta ......................................................................... 19
2.3.1 La corrente del New Journalism ........................................................................... 21
2.3.2 Il non fiction novel ................................................................................................ 23
3 GIORNALISMO D'INCHIESTA ....................................................................................... 26
3.1 Breve introduzione al giornalismo ............................................................................... 26
3.2 Giornalismo d’inchiesta ............................................................................................... 28
3.2.1 Il giornalismo d'inchiesta in Italia oggi ................................................................ 31
3.3 Il ruolo del giornalismo sulla società ........................................................................... 33
4 IL CASO GOMORRA ........................................................................................................ 35
4.1 Gomorra – trama del romanzo ..................................................................................... 35
4.2 Gomorra tra fiction e realtà .......................................................................................... 40
4.2.1 L'io narrante nel romanzo Gomorra ..................................................................... 43
4.2.2 Il ruolo del romanzo Gomorra nella società e nei media italiani ......................... 46
4.3 Roberto Saviano: La vita dopo Gomorra ..................................................................... 48
5 CONCLUSIONI .................................................................................................................. 52
SINTESI IN SLOVENO ........................................................................................................ 54
1 PREISKOVALNA KNJIŽEVNOST .................................................................................. 54
2 NEW JOURNALISM ......................................................................................................... 54
5
3 NON FICTION NOVEL ..................................................................................................... 55
4 NEW ITALIAN EPIC ......................................................................................................... 55
5 PREISKOVALNO NOVINARSTVO ................................................................................ 56
6 PRIMER GOMORRA ........................................................................................................ 57
7 ZAKLJUČEK ...................................................................................................................... 58
BIBLIOGRAFIA E FONTI ................................................................................................... 59
APPENDICE 1: Esempio dell'io narrante nel romanzo Gomorra .......................................... 62
6
1 INTRODUZIONE
Il tema di questa tesi di laurea è la scrittura d´inchiesta. Essa si divide in due
filoni importanti della scrittura contemporanea, la scrittura romanzata e la scrittura
giornalistica.
La letteratura d'inchiesta si afferma già nel medioevo sotto forma di diari di
viaggio che, con il passare dei secoli, mutano forma è si evolvono in romanzi
d'inchiesta. Questi ultimi si affermano soltanto tra gli anni cinquanta e settanta del
ventesimo secolo, cominciando ad avere successo prima negli Stati Uniti d'America
per poi proseguire il successo anche in Italia. Il romanzo d'inchiesta ha avuto negli
Stati Uniti d'America due principali esponenti, Tom Wolfe nel New Journalism e
Truman Capote nel filone del non fiction novel. Il filone del New Journalism è più un
tipo di scrittura giornalistica che letteraria. Esso, infatti, tende a romanzare fatti che
vengono riportati negli articoli di giornale rendendoli più soggettivi agli occhi del
giornalista e soprattutto del lettore. Al contrario il non fiction novel è un tipo di
scrittura letteraria, dove, principalmente fatti di cronaca nera, vengono romanzati e
abbelliti con particolari storie e personaggi inventati. Ambedue i filoni letterari,
dunque, hanno come sfondo della storia narrata fatti reali, quindi temi tratti da
articoli giornalistici. In questo tipo di scrittura, quindi, la forma giornalistica si fonde
con quella letteraria.
Il giornalismo d'inchiesta, come forma di scrittura giornalistica, si afferma in
Italia intorno agli anni cinquanta del ventesimo secolo, come del resto accade per la
narrativa d'inchiesta nella letteratura. L'inchiesta è un'investigazione approfondita
che tratta temi di attualità legati, nella maggior parte dei casi, alla cronaca. Il
giornalista investigativo, quindi, tende a scoprire verità nascoste e le rende pubbliche
per informare i lettori. In Italia il giornalismo d'inchiesta ha superato un leggero
declino, per poi riaffermarsi negli anni novanta e all'inizio del ventesimo secolo.
Oggi il giornalismo d'inchiesta è la maggiore fonte di notizie di cronaca, che
riguardano la politica, l'economia e la cronaca nera. Infatti, negli ultimi anni questo
tipo di giornalismo ha raggiunto l'apice, il che ha portato a un abuso di tale forma di
7
scrittura giornalistica che, di conseguenza, ha reso le inchieste sempre meno
credibili.
Come caso assoluto di letteratura d'inchiesta si deve esporre il romanzo
Gomorra di Roberto Saviano, che è il tema principale del terzo capitolo della
presente tesi. Gomorra è un lavoro letterario che fonde perfettamente la scrittura
giornalistica con la letteratura, i fatti di cronaca con le storie inventate. È un romanzo
che ha come tema principale l'impero economico e il dominio dei clan camorristici
nella regione della Campania. Roberto Saviano si è occupato e ha voluto esporre il
problema della mafia al sud Italia, in particolare nella sua terra nativa, la Campania.
Il suo romanzo ha avuto un enorme successo anche perché Saviano è riuscito a
fondere perfettamente i fatti reali che riguardano la camorra, quindi i nomi dei boss,
delle città e dei quartieri, le intercettazioni telefoniche e gli interrogatori della polizia
con storie inventate o comunque un po’ riadattate dalla propria fantasia. Tale
successo del romanzo ha portato all'analisi del libro da parte di vari letterati e critici
il che è oggetto di analisi in questo ultimo capitolo della tesi. Nel terzo capitolo
dedicato al romanzo Gomorra ci si soffermerà sull’io narrante usato dallo scrittore e
sul fatto delle presunte storie inventate nel romanzo.
Come metodo di ricerca verrà usato il metodo analitico, dove si analizzerà parti
definite del romanzo che in seguito verranno comparate con le teorie di vari studiosi.
Nel terzo capitolo verrà usato il metodo descrittivo dove verrà analizzato e descritto
il romanzo Gomorra e la vita dello scrittore Roberto Saviano. Inoltre, verrà utilizzato
il metodo di ricerca qualitativo dove verranno raccolti e comparati vari studi e
ricerche fatte da diversi giornalisti e critici letterari. Nei restanti due capitoli dove si
esaminerà la letteratura d'inchiesta e il giornalismo d'inchiesta verrà adoperato il
metodo storico con il quale vengono accertati, analizzati e interpretati fenomeni
storici, quindi l'evoluzione del romanzo, la nascita della letteratura d'inchiesta e
l'evolversi di essa, come anche la storia e l'evoluzione del giornalismo.
Scrivendo la presente tesi di laurea ho preso in esame tre principali ipotesi che
trattano i romanzi d'inchiesta, la loro connessione con il giornalismo e la questione
8
del reale che ruota intorno al romanzo Gomorra. Tre sono quindi le ipotesi che hanno
aiutato il percorso di formazione della presente tesi di laurea:
1. I romanzi d'inchiesta che rientrano nei filoni letterari del New Journalim,
del Non fiction novel e del New Italian Epic, analizzano soltanto i temi
attuali della società.
2. Tutti i romanzi d'inchiesta sono basati su articoli giornalistici.
3. Il romanzo Gomorra di Roberto Saviano si basa solamente su fatti
realmente accaduti.
Durante la stesura della presente tesi di laurea si cercherà di dare una risposta
alle ipotesi presentate, cercando a conclusione del lavoro di confermarle o
respingerle. Sempre partendo dalle ipotesi presentate, la tesi verrà sviluppata in tre
capitoli principali, nei quali verranno affrontati argomenti di letteratura, di
giornalismo e verrà poi svolta un'analisi più accurata del romanzo Gomorra di
Roberto Saviano come esempio di giornalismo d'inchiesta.
9
2 LETTERATURA D´INCHIESTA
In questo primo capitolo della tesi sarà descritto il romanzo come genere
letterario, la nascita, l'evoluzione e il suo cambiamento attraverso i secoli, fino ad
arrivare alla descrizione del romanzo moderno. In seguito si analizzerà con
approfondimenti il genere del romanzo d'inchiesta e quindi s’inizierà nella cultura
letteraria americana del New Journalism e del non-fiction novel. Successivamente si
analizzerà la corrente letteraria italiana chiamata New Italian Epic, che occupa un
posto sempre più rilevante nella letteratura italiana contemporanea.
2.1 Breve introduzione: storia e generi del romanzo
Il romanzo come genere letterario è mutevole e per ciò è difficile dare una
definizione chiara e precisa di ciò che esso rappresenta come genere letterario. Non è
fondato su regole rigide e formali, lo stile e i contenuti mutano a seconda dello
scrittore. È una narrazione in prosa incentrata su molteplici azioni le quali vengono
ricondotte a una forma unitaria. Il romanzo moderno come forma letteraria è un
genere moderno iniziato nel Seicento e nel Settecento, per raggiungere l´apice dello
sviluppo nell´Ottocento e continuare la propria ascesa nel Novecento.
Per quanto riguarda il termine storico della parola romanzo, esso veniva usato
in diversi paesi Europei con termini diversi. Nell'età medioevale dell’XI secolo, la
parola romanzo veniva usata per indicare le lingue neolatine, dette anche volgari,
quindi quelle parlate dal popolo, in contrario, la lingua latina veniva parlata dai dotti.
Dopo l'XI secolo in Francia veniva usato il termine roman, il cui significato
rappresentava il romanzo cortese-cavalleresco, sia in prosa che in versi. Nella lingua
spagnola, come in quella inglese invece, il termine romance rappresentava gli antichi
componimenti greci, latini, medioevali e settecenteschi. Il termine novela (spagnolo)
e novel (inglese) rappresentano il romanzo moderno, che in Italia invece viene
chiamato col termine romanzo. Al contrario dello spagnolo e dell'inglese, nella
10
lingua italiana, non si sono mai usati due termini per distinguere i romanzi antichi in
versi da quelli moderni.
Dunque, il romance, nell'età classica fu rappresentato da scrittori latini come
Apuelio (La metamorfosi) e Petronio (il Satyricon) e dal greco Longo Sofista (Dafne
e Cloe) i cui testi erano lunghi, di contenuto amoroso, con storie intrecciate a lieto
fine. Tali testi si affermarono anche nel Medioevo, precisamente all’interno delle
corti feudali francesi e inglesi. I romanzi epico-cavallereschi celebravano storie
amorose e di avventura, prima in versi e poi in prosa che in seguito diventarono cicli,
come il ciclo carolingio dedicato a Carlo Magno e quello brettone dedicato a Re Artù
e ai cavalieri della tavola rotonda.
In seguito, tra il Cinquecento e il Seicento, fiorì in Spagna il romanzo picaresco
che prende il nome da picaro «il furfante, l'emarginato che racconta la sua vita»
(Sambugar, 2007, 293). Le caratteristiche principali di tali romanzi sono il realismo e
l'individualismo, che avranno, successivamente, un'ampia parte nella formazione del
romanzo moderno. Nell'epoca cinquecentesca si deve inoltre menzionare il più
importante esponente, Miguel de Cervantes con Don Chisciotte (1605-1615) dove
s’intrecciano generi letterari diversi.
Nello scorrere del Settecento il romanzo ebbe un distacco dalla tradizione
letteraria e quindi un distacco dalle imitazioni dei modelli tradizionali. Si affermò il
reale, in primis in Inghilterra, dove iniziarono a usare «il termine novel per indicare il
nuovo romanzo realistico, in cui eventi e personaggi, anche se frutto dell'inventiva
dell’autore, hanno carattere di verosimiglianza. Nasce così il romanzo moderno»
(Sambugar, 2007, 293).
Con la definitiva affermazione della borghesia in Inghilterra e in Francia, il
romanzo ottenne un'ambientazione contemporanea e un orientamento piuttosto
realistico. Dopo l'espansione del romanzo storico, nato in Inghilterra con Sir Walter
Scott con Ivanhoe (1820) e in seguito in Italia con Alessandro Manzoni con I
promessi sposi (1840-1841), si affermò il romanzo sociale e di costume, soprattutto
con lo scrittore francese Honor de Balzac che con i romanzi raccolti nel grande ciclo
Commedia umana diventò il massimo esponente del romanzo moderno. Tuttavia le
opere di tutti i grandi romanzieri dell'Ottocento subirono il realismo, da Flaubert e
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Zola in Francia, a Dickens in Inghilterra, da Dostoevskij, Gogol' e Tolstoj in Russia,
fino a Manzoni, Nievo e Verga in Italia.
Con la fine del secolo si concluse, in un certo senso, il romanzo realistico che
rinacque in opere estetizzanti e decadentistiche di Gabriele d'Annunzio con Il
piacere (1889) e Oscar Wilde con Il ritratto di Dorian Gray (1891) e in opere con
prevalenza di tratti psicologici di autori come Marcel Proust, James Joyce, Virginia
Woolf, Luigi Pirandello e Italo Svevo. Il rifiuto del reale nasce prevalentemente
dall’incapacità di rappresentare la realtà contemporanea.
Il romanzo ottocentesco è proseguito con gli autori che volevano continuare ad
approfondire e indagare le condizioni sociali, politiche ed economiche dell'uomo.
Una volta raggiunta la consapevolezza che non era più possibile descrivere il
mondo in senso oggettivo, il romanzo ha raggiunto un periodo di stagnazione, senza
però mai fermarsi. Hanno contribuito alla formazione di diverse correnti narrative le
opere epiche latinoamericane di Garcia Marquez, il realismo critico di Saul Bellow e
le ultime opere di Italo Calvino. Si dovrebbero inoltre menzionare i romanzi di
Umberto Eco nei quali viene usato un linguaggio dell'informazione al quale viene
aggiunta una dimensione romanzesca. Con il proprio stile, Eco, ha confermato che
conta il modo con il quale il narratore riesce a esprimere le proprie sensazioni che
vengono talvolta comunicate al lettore.
«La caratteristica del romanzo è perciò quella di imitare, riflettere,
deformare, capovolgere, sognare il mondo reale, in una dinamica
incessante di costruzione e distruzione e la sua libertà e gloria nascono
dalla continua “reinvenzione “ di se stesso» (Sambugar, 2007, 293).
2.1.1 Il romanzo moderno
Come si è già menzionato prima, la diffusione del romanzo si amplia nel
Settecento, quando il romanzo divenne una forma di lettura per le masse poiché era
un genere indipendente, che non aveva particolari regole e trattava un ampio campo
12
di argomenti con diversi tipi di linguaggi. «Si possono così riassumere le
caratteristiche del romanzo moderno:
- I personaggi e le situazioni, anche se insoliti e fuori dall’ordinario, sono
sempre concreti e realistici[…]
- Le vicende sono spesso presentate come esperienze personali, vissute e
autentiche[…]
- Le trame riguardano problemi di vita concreta: rapporti tra individui e
ambiente sociale, difficoltà economiche, questioni morali o psicologiche.
- Il linguaggio è vivo, semplice, prevalentemente di uso comune. Diventa più
letterario con i romanzi di fine secolo, sensibili alle tendenze di gusto
preromantico […]» (Sambugar, 2007, 294).
Trattando temi diversi cambia anche la forma del romanzo che nel Settecento
distingueva varie tipologie del romanzo.
Nell'Inghilterra del Settecento nasce il romanzo d'avventura che in forme
diverse si è manifestato già nella letteratura classica dell'antica Grecia e dell'antica
Roma. Come forma di romanzo moderno narra le vicende di un eroe alla ricerca di
una meta non tanto materiale quanto spirituale, nella quale il lettore si può
riconoscere. La storia s’intreccia con viaggi, esplorazioni, naufragi, sfide e duelli più
o meno verosimili, dai quali il protagonista ne esce sempre da vincitore. Una costante
del romanzo d'avventura sono anche il lieto fine e la presenza di scenari “esotici”
quasi o totalmente sconosciuti che aiuta ad ottenere lo scopo di tenere il lettore in
tensione.
In Germania si venne a formare un altro tipo di romanzo, cioè il romanzo di
formazione il qui tema principale è la narrazione del processo di crescita e di
maturazione di un individuo e la sua integrazione sociale.
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Il romanzo sentimentale, invece, occupa un posto paradossale perché è il
genere più letto ma il meno considerato. Narra i sentimenti e gli stati d'animo, in
maggior parte dei personaggi femminili. E proprio le donne hanno contribuito a una
diffusione così ampia del romanzo sentimentale.
Un altro genere che si è sviluppato nel Settecento è il romanzo epistolare che
usa la lettera come forma di narrazione. Le lettere sono scritte per la maggior parte
dal narratore stesso ma si possono leggere anche le lettere dei corrispondenti.
Tramite i romanzi epistolari si approfondì l'analisi psicologica e la descrizione di
ambienti famigliari e sociali ma soprattutto si diede la preferenza alla soggettività e
alla veridicità delle epistole anche se esse erano inventate. Il massimo esponente del
romanzo epistolare fu l'Inglese Richardson che tramite le lettere analizzò i propri
personaggi nella sfera psicologica, sentimentale e morale. Le lettere consentono tale
analisi soprattutto attraverso l'uso dell' io narrante il che dà anche un effetto di realtà
che all'inizio del Romanticismo ha un'importanza rilevante «in quanto è espressione
del soggetto e delle relazioni interpersonali.» (Dizionario mondiale di letteratura,
2007, 857).
Il romanzo filosofico si diffuse nella Francia illuministica e tramite aneddoti
spiritosi e ironici esprime il proprio pensiero del mondo che lo circonda. I massimi
esponenti sono Voltaire, Diderot e Rousseau.
Altri due tipi di romanzi nacquero in Francia e cioè il romanzo libertino che ha
come spunto il tema del libertinaggio, cioè della libertà sessuale tra l'aristocrazia
francese e il romanzo sperimentale che ha una struttura insolita, antiletteraria da
prima negato dalla critica ma amato dal pubblico.
In fine si può menzionare il romanzo gotico o nero che si affermò in Inghilterra
nella seconda metà del Settecento. Come spunto ha storie fantastiche ambientate nei
castelli medioevali, chiese e cimiteri, comunque in ambienti misteriosi e isoalti. I
personaggi, al contrario di altri romanzi Settecenteschi, sono sia umani sia
sovrumani. Il romanzo gotico, come categoria generale, continuò anche nei secoli
avvenire, dai racconti di Edgar Alan Poe, al romanzo di appendice dell’Ottocento, al
genere poliziesco fino ad arrivare al genere horror della letteratura più recente.
14
2.1.2 Dal romanzo storico al postmodernismo
Dopo l'affermazione del romanzo nel Settecento esso continuò il proprio
sviluppo anche nell'Ottocento quando iniziò a svilupparsi il romanzo storico.
Il maggior esponente fu lo scozzese Sir Walter Scott le qui opere si diffusero in
tutta Europa. Di maggiore successo furono le sue opere Waverley (1814) e Ivanhoe
(1820). Il romanzo storico si affermò anche nell'epoca dell'Italia del Romanticismo,
precisamente in Lombardia, anche se i letterati dell'epoca non avevano una visione
positiva sul romanzo. Infatti, esso era «considerato un genere inferiore rispetto alla
letteratura vera e propria, adatto a lettori poco istruiti e addirittura moralmente
pericoloso per i suoi contenuti legati ad una rappresentazione troppo cruda e
realistica di personaggi e ambienti» (Sambugar, 2007, 676). Nonostante questo il
romanzo storico ebbe un grande riscontro nei lettori italiani soprattutto dopo la
pubblicazione de I promessi sposi di Alessandro Manzoni nel 1827 e in seguito
assunse le caratteristiche di letteratura di massa.
Un altro genere di romanzo nato nell'Ottocento è il romanzo realista che iniziò
la sua ascesa in Francia per poi estendersi in Italia, Russia e Inghilterra. La principale
caratteristica di tale romanzo è la veridicità che nasceva dal bisogno di rivelare la
verità e lo stato sociale degli individui, soprattutto delle ingiustizie degli strati sociali
più poveri. Il linguaggio dei romanzi realistici era lineare e oggettivo, con il narratore
che si esprimeva in terza persona, cioè il narratore era esterno alla vicenda, con pochi
spazzi per commentare e intervenire.
Nella letteratura come in altre scienze nasce sulla fine dell'Ottocento il
Naturalismo, che in campo letterario ha parecchie somiglianze con il Realismo. Il
romanzo naturalista, come quello realista danno particolare attenzione alla realtà
della società contemporanea, come altro genere ha però delle differenze, soprattutto
nel cambiamento del personaggio problematico col personaggio comune. Inoltre la
descrizione della vicenda è ancora più realistica e i fatti si susseguono
cronologicamente. Lo stile è analitico e impersonale. In Italia il Naturalismo si
propone, con le stesse caratteristiche, sotto il nome di Verismo. I massimi esponenti
Italiani furono Giovanni Verga (1840-1922) e Luigi Capuana (1839-1915).
15
Nei primi anni del Novecento ci fu la crisi del concetto di verità che portò a un
nuovo sviluppo del romanzo. Le innovazioni si concentrarono su un solo
personaggio che non aveva più la funzione dell'eroe, le lunghe e dettagliate
descrizioni di luoghi e persone furono sostituite da descrizioni più brevi e da
caratterizzazioni psicologiche e simboliche. Il tempo del racconto cronologico fu
sostituito da una cronologia deformata che non permette di riconoscere l'evoluzione
di un prima e un dopo nella storia. Inoltre era comune l'uso del io narrante e di nuove
strategie narrative come il monologo interiore e il flusso di coscienza che davano
voce al pensiero diretto del personaggio.
Negli ultimi decenni del Novecento si è sviluppata una nuova corrente
chiamata Postmoderno che ha visto un cambiamento soprattutto culturale. Al
contrario degli anni settanta, quando la maggior parte dei lettori era incentrata sulla
letteratura di massa, negli anni ottanta ci fu un cambiamento che ha favorito la
letteratura finalizzata al piacere. Le caratteristiche della narrativa postmoderna erano
la scrittura autobiografica il cui esponente principale fu Aldo Busi e l'uso di tecniche
cinematografiche. Tra le forme narrative erano in ampio uso la narrativa fantastica e
surreale, il romanzo storico e la narrativa incentrata su tematiche esistenziali.
Nell'era della letteratura postmoderna si è sviluppata in Italia un'altra corrente
chiamata New Italian Epic, che dal dibattito in rete si è trasformato in una vera e
propria corrente letteraria che ha sostenitori in diverse parti del mondo. Dunque nel
seguente capitolo si analizzerà il contenuto e le caratteristiche della nuova corrente
letteraria del New Italian Epic.
2.2 La nuova corrente del New Italian Epic
Nel seguente capitolo si analizzerà la corrente letteraria del New Italian Epic (il
nuovo stile epico italiano) che nasce come discussione sulla narrativa italiana
moderna. È una corrente letteraria nata dopo il postmodernismo, che non tratta gli
autori, ma piuttosto s’incentra sulle opere che hanno in comune diverse
caratteristiche stilistiche.
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Il collettivo di scrittori dal quale nasce la corrente letteraria menzionata si
chiama Wu Ming (per esteso: Wu Ming Foundation) che è presente sulle scene
letterarie italiane e mondiali e comprende cinque scrittori italiani: Roberto Bui (Wu
Ming 1), Giovanni Cattabriga (Wu Ming 2), Luca di Meo (Wu Ming 3), Federico
Guglielmi (Wu Ming 4) e Riccardo Pedrini (Wu Ming 5). Le opere letterarie che
rientrano nella teoria del New Italian Epic sono in prevalenza romanzi scritti dalla
fine della Prima repubblica italiana nel 1993 fino al 2008. Il New Italian Epic si basa
sulla conferenza Up close & Personal tenutasi all'università McGill di Montreal in
Canada nel marzo 2008 quando viene usata per la prima volta l'espressione New
Italian Epic. Nello stesso anno il gruppo di scrittori ha messo in rete il loro primo
memorandum, intitolato appunto New Italian Epic che ha avuto un grande riscontro
tra i lettori ma anche tra gli scrittori italiani. In seguito, nell'anno 2009, il
memorandum si estende anche su carta stampata, infatti viene pubblicato in una
versione ampliata dalla collana Stile libero delle edizioni Einaudi.
I romanzi che rientrano nella corrente letteraria sono diversi tra di loro, diversi
per contenuto, per gli eventi narrati, per il periodo storico e l'area geografica ma
hanno dei tratti letterari particolari in comune. Sette sono le caratteristiche
menzionate nel memorandum che caratterizzano le opere del New Italian Epic le
quali sono citate con nomi particolari accompagnati da esplicazioni. Come detto da
Wu Ming 1, nessuna delle caratteristiche è comune a tutti i romanzi.
Le sette caratteristiche citate da Wu Ming 1:
- «Rifiuto del tono distaccato e gelidamente ironico predominante nel romanzo
postmoderno.» Tale caratteristica viene citata nel memorandum col nome di condicio
sine qua non.
- «Sguardo obliquo o azzardo del punto di vista». Sperimentazione di punti di vista
inconsueti e inattesi. Lo sguardo che si amplia a volte in maniera vertiginosa
includendo l´extraumano come parte integrante della narrazione. A questi
esperimenti, secondo Wu Ming 1, sarebbe sottesa una motivazione etica e politica
- «Complessità narrativa unita a un’attitudine pop che spesso porta al successo di
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pubblico». Molti di questi romanzi, secondo Wu Ming 1, pur essendo complessi
strutturalmente sono diventati best seller, come i romanzi L´ottava vibrazione di
Carlo Lucarelli, Romanzo criminale di Giancarlo De Cataldo ma soprattutto
Gomorra di Roberto Saviano.
- «Narrazione di storie alternative e ucronie potenziali che offrono una possibile
diversa soluzione rispetto alla realtà storica». Secondo Wu Ming l´ucronia è un
sottogenere nato nella letteratura di fantascienza. Non si può collocarla né prima né
dopo il continuum storico in cui viviamo.
- «Sperimentazione linguistica dissimulata che mira a sovvertire dall´interno il
registro della prosa».
- Oggetti narrativi non identificati, che da Wu Ming vengono chiamati anche UNO
(Unidentified Narrative Objects). Vengono chiamati tali i testi che non sono
collocabili in nessun genere letterario predefinito ma allargherebbero i confini del
letterario inglobando elementi testuali che producono “effetti perturbanti” . Tra i libri
che vengono citati nel memorandum sono Asce di guerra di Wui Ming, Sappiano le
mie parole di sangue di Babsi Jones e il già citato Gomorra di Roberto Saviano.
- «I testi del New Italian Epic hanno come caratteristica quella di fungere da testi base
per la creazione di derivati da parte della comunità di fan. I derivati, anche chiamati
spin off, sono spesso presenti in rete e interessano i vari media come film, serie
televisive, fumetti, siti internet, ecc» (Ming, 2008, 14).
Per quanto riguarda il nome della corrente del New Italian Epic gli autori nel
memorandum spiegano perché gli è stato dato il nome Epico. In particolare si sono
soffermati sulla derivazione dell’aggettivo, quindi i romanzi vengono ritenuti epici
per il fatto che riguardano imprese storiche e mitiche, lotte eroiche e conflitti di
popoli e classi sociali. Molti di questi libri sono romanzi storici ai quali il New
Italian Epic rende un particolare omaggio. Si dicono soprattutto epici perché la
maggior parte di essi sono lunghi e ampi per dimensione, ma sono epiche anche le
dimensioni dei problemi dei quali si tratta nei romanzi.
18
All'inizio le opere del New Italian Epic si espressero nei romanzi di
paraletteratura, che «è un genere letterario di grande consumo (romanzi gialli,
romanzi rosa, romanzi di appendice, romanzi di fantascienza, ecc.) che propongono
personaggi e situazioni stereotipate» (Sambugar, 2007, 14). Dall'altra parte molti dei
romanzi derivano o sembrano romanzi storici il che può, in un certo senso, spiegare
la derivazione nel nome di Italian, perché è proprio questo genere di romanzo che
diede le fondamenta del romanzo in Italia a cominciare da I promessi sposi di
Alessandro Manzoni, per continuare e arrivare nella storia recente con Umberto Eco
e Il nome della rosa. In seguito venne ripresa anche la tradizione dei romanzi
criminali , cioè gialli e noir, attraverso i quali si critica la società.
A parte le caratteristiche narrative ci sono anche quelle del linguaggio e dello
stile, dove è tipico l'uso di anacoluti1. È tipico anche il così detto “sovraccarico” di
una parola, che viene usata fino al punto di perderne il significato per poi darle nuove
connotazioni.
Negli ultimi quindici anni molti degli autori italiani hanno scritto libri che non
possono essere etichettati o comunque non appartengono a un genere definito.
Vengono per ciò chiamati generi ibridi o nel linguaggio dei letterati del New Italian
Epic, Ogetti narrativi non identificati. Secondo loro, quindi, l'oggetto narrativo non
identificato per eccellenza è Gomorra di Roberto Saviano.
Gomorra non è un giallo, condivide gli strumenti linguistici del Noir, come la
paratassi2 e il linguaggio cronachistico, per dare voce all´inchiesta e quindi a
un´esperienza vissuta.
Come già menzionato prima, secondo il New Italain Epic, Gomorra è un
oggetto narrativo non identificato quindi non lo si può collocare in nessun genere
romanzesco specifico. Comunque è un libro nel quale si mescolano le caratteristiche
del romanzo con quelle della cronaca giornalistica.
1 Anacoluto:figura retorica che consiste nella quasi sempre consapevole e voluta mancanza o
incongruenza di nessi sintattici (Zingarelli, 1997, 86).
2Paratassi:procedimento sintattico col quale si pongono l´una accanto all´altra due proposizioni,
lasciandole autonome (Zingarelli, 1997, 1242).
19
Gomorra è quindi un romanzo-inchiesta viene collocato sulla linea sottile tra
fiction e non-fiction novel, come vengono chiamati i generi ibridi del romanzo nati
dal reportage giornalistico negli ultimi venti anni. Anche se Gomorra
superficialmente sembra soltanto un'inchiesta giornalistica sul crimine organizzato
malavitoso a Napoli è molto di più, perché tanti dei capitoli nel libro sono
autobiografici e introspettivi. Questo tipo di scrittura permette al lettore di
immedesimarsi con lo scrittore ma anche con altri personaggi del romanzo, entrando
così nelle viscere del problema esposto dall'inchiesta.
In conclusione si potrebbe dire che la nuova corrente del New Italian Epic si
incentri più sui romanzi che non sugli autori. È una corrente letteraria che cerca nei
libri pubblicati negli ultimi venti anni le caratteristiche che li accomunano e che li
rendono parte di una totalità. In prevalenza sono romanzi che, come Gomorra,
vogliono svelare la realtà dei problemi odierni della società in cui viviamo.
2.3 La nascita della letteratura d’inchiesta
I reportage narrativi o la letteratura di viaggio nascono nel medioevo, quando
all'interno dei giornali venivano incluse le cronache della città, che in quel periodo
avevano sempre maggiore interesse da parte del pubblico ma con scarso valore
letterario. Le cronache in quel periodo erano solo un'elencazione di fatti successi
nelle città e privi di qualsiasi abbellimento letterario.
Dalla scoperta dell'America invece anche il modo di scrivere e descrivere
cambia. Non c'era più soltanto il tipo di scrittura cronachistica con la quale si
elencava fatti vissuti in una città o in battaglia, ma s’inizia a scrivere di mondi nuovi.
I primi, che con la scoperta di mondi nuovi, iniziano a scrivere diari di viaggio,
lettere, ecc. sono i così detti conquistadores3 spagnoli. La letteratura di viaggio è
3 In questo modo venivano chiamati i soldati Spagnoli e Portoghesi che dal XV al XVII secolo
conquistarono gran parte dei territori delle Americhe.
20
quindi diventata piena di figure retoriche che aiutavano chi scriveva a descrivere
meglio il proprio vissuto, rendendolo così ancora più vero.
Nasce così la letteratura di viaggio che unisce la documentaristica con il
romanzo. Essa quindi nasce dalla necessità di descrivere fatti reali con espressioni
più vive, tali da poter trasmettere le proprie emozioni al prossimo.
Nei reportage narrativi del XX secolo, invece, l'elemento fantastico romanzato
si mescolava con quello più strettamente cronachistico. All'inizio le cronache di
viaggio venivano pubblicate nelle testate nazionali, in seguito invece, ad alcuni dei
principali esponenti di tale genere venne in mente di pubblicare gli articoli in
raccolte, formando così dei volumi con tutti gli articoli delle cronache di viaggio.
Nacquero così i primi romanzi-inchiesta o reportage narrativi, quindi, degli ibridi
letterari che mescolavano letteratura e giornalismo.
Come sostiene Nicola Bottiglieri al convegno sul reportage narrativo:
«Il reportage si limita ad essere un'inchiesta, l'approfondimento di un giornale
su un evento di grande interesse e raccontato al lettore da un cronista, mentre il
reportage narrativo è strutturato come un testo di lungo respiro, opera di uno
scrittore-reporter. […] Il reportage narrativo deve andare oltre le urgenze della
cronaca e trasmettere al lettore la conoscenza profonda di un paese, di un
avvenimento, pertanto il tempo narrativo che lo pervade sarà più ampio, teso a
dare al testo una struttura durevole» (Bottiglieri, 1999).
Il reportage narrativo è, come già detto, un ibrido il che significa che è formato
da più generi letterari, dal romanzo e dalla scrittura giornalistica. I due elementi
principali che gli danno una connotazione di reportage narrativo sono la cronaca
ossia le “News” e l'invenzione o la “Fiction”. Le “News”, in italiano detta anche
cronaca, è un elemento che aiuta lo scrittore del reportage narrativo a raccontare
l'esperienza vissuta. Con questo elemento, quindi, descrive i fatti realmente accaduti
nel luogo descritto.
Con l'elemento della “Fiction” (invenzione), invece, gli scrittori trasformano le
cronache in romanzi. La cronaca è l'esperienza vissuta, sono quindi fatti reali, che
con l'aiuto di storie inventate e fantastiche si trasformano in reportage narrativi.
L'autore usa la realtà come sfondo del romanzo e lo amplia con storie inventate.
21
I reportage narrativi o comunque i romanzi d'inchiesta vengono prodotti per la
maggior parte da scrittori che hanno come fine la diffusione di cose reali, vissute in
prima persona con lo scopo di diffonderle ad un ampio numero di persone. Il compito
di indagare e di denunciare i fatti accaduti nella società era all'inizio affidato al
campo strettamente giornalistico, solo in seguito le inchieste raggiunsero anche il
campo letterario per fondersi con il romanzo. Questo stretto legame tra letteratura e
giornalismo si nota anche da numerosi giornali Americani, che hanno affidato le
corrispondenze di guerra a scrittori importanti del calibro di Ernest Hemingway, che
in seguito ha usato gli articoli come sfondo dei propri romanzi. Anche la stampa
italiana vanta un ampio numero di scrittori-giornalisti, ma soltanto negli anni 60 del
XX secolo però, il rapporto tra letteratura e giornalismo diventa ancora più forte.
È in quel periodo che si afferma il così detto New Journalism, un giornalismo
soggettivo di denuncia, con una forte influenza letteraria. Di esso si parlerà in modo
più esauriente nel seguente capitolo.
2.3.1 La corrente del New Journalism
Il termine fu coniato per la prima volta negli Stati Uniti d'America nel 1973 dal
giornalista americano Tom Wolfe. Lo scopo degli scrittori del New Journalism è di
scrivere articoli, usando le tecniche della fiction, cioè della scrittura romanzata. In
tale modo s’introduce negli articoli giornalistici certi criteri estetici che rendono il
testo un romanzo e non soltanto un articolo giornalistico. Tutte le storie, i
personaggi e altre vicende sono tratte dalla realtà, vengono però ampliate e abbellite
con storie e personaggi inventati e l'insieme di queste storie, reali e inventate, che
forma il romanzo-inchiesta. La tecnica del New Journalism è stata elaborata per
catturare il lettore, cioè per catapultarlo nelle vicende narrate come se egli fosse
presente sul luogo dei fatti. Il giornalista Tom Wolf ha pubblicato nel 1973
un'antologia omonima alla corrente giornalistico-letteraria nella quale ha evidenziato
quattro regole base del New Journalism:
22
- Il resoconto scena per scena
- L'attenzione ai dettagli simbolici
- La riproduzione integrale dei dialoghi
- L'adesione alla prospettiva dei personaggi
In sostanza Wolfe afferma che, lo scrittore deve costruire la storia per scene
successive e non appoggiarsi alla voce del cronista, deve registrare più dettagli
possibili che possono rappresentare il personaggio. Poi afferma anche che è
preferibile utilizzare dialoghi e conversazioni al posto dei soli dati di cronaca e in
fine si deve presentare ogni scena dal punto di vista interiore del personaggio. Tutto
ciò dà al lettore l'impressione di vivere la storia in prima persona, gli suscita
emozioni che con la lettura di soli fatti di cronaca non vivrebbe. Era questo che
cercavano i lettori, che non volevano più soltanto informazione, ma volevano
partecipare all'evento attraverso gli occhi del cronista.
È questo il modo di scrivere al quale puntano gli scrittori del New Journalism,
cioè fare in modo che i lettori si immedesimino nella parte, che guardino la storia
attraverso gli occhi del cronista. Per ottenere tutto ciò i giornalisti usavano metodi
narrativi diversi, ad esempio le storie erano scritte in prima persona, quindi esse
erano narrate dagli stessi protagonisti delle vicende. Tale modo di scrivere e la
necessità dei lettori di vivere la storia quasi come protagonisti, ha portato gli scrittori
a non essere più così obiettivi. Dovevano partire dalle emozioni che le vicende
suscitavano ai lettori ed è quindi a questo punto che avevano unito il giornalismo con
la narrativa.
Dal punto di vista letterario le cose sono molto più complesse di quanto Tom
Wolfe le presentava. Molti dei letterati e dei critici, tra i quali anche Clotilde Bertoni,
sostenevano e tuttora sostengono, che la percezione del realismo di Wolfe era troppo
semplicistica. Non erano d’accordo con la sua affermazione che nel New Journalism
sia rifiorito il realismo, perché la percezione del realismo secondo Wolfe è troppo
superficiale. In seguito sarà anche troppo semplicistico il suo tentare di rilanciare la
chiarezza rappresentativa del romanzo realistico ottocentesco perché la percezione
del reale nel New Journalism è diversa da quella del realismo dell’Ottocento. «Il New
Journalism dunque non costituisce, come Wolfe reclama, la nascita esclusiva di un
23
realismo languente: fra letteratura e giornalismo non si verifica un passaggio di
consegne» (Bertoni, 2011, 58). Con tali affermazioni si cerca di dire che, sia la
letteratura sia il giornalismo, durante il Novecento non hanno potuto illustrare
l'attualità di quel periodo in modo lineare perché proprio essa non glielo permetteva.
La realtà si è fatta troppo irrazionale e in seguito a questo il giornalismo non si
accontentava più di attenersi alla superficie dei fatti.
Il filone del New Journalism quindi ha cercato di rinnovare la stampa e scrivere
in particolare di tragedie come quella del Vietnam, della diffusione di massa delle
droghe e dei conflitti razziali. Wolfe, secondo la Bertoni, non è riuscito a entrare in
profondità di tutti i problemi che circondavano la società dell'epoca. D'altro canto
però Wolfe nella maggior parte dei suoi lavori usa l'adozione dei punti di vista altrui
per aiutare il lettore a immedesimarsi nel personaggio. Si usa inoltre il modo di
scrivere opposto a quello menzionato sopra, cioè il reporter diventa protagonista, il
che significa che è lui a raccontare la storia in prima persona.
Wolfe nei suoi lavori salta dall’essere protagonista al solo raccontare storie. In
tale modo vuole comunicare al lettore che da una parte conosce benissimo gli
ambienti che descrive e dall'altro che se ne dissocia completamente.
In conclusione i testi del New Journalism sono diversi tra loro, quindi si
distinguono a seconda dello scrittore, ma in sostanza tendono tutti a dare voce ai
tratti psicologici dei personaggi, anziché riportare nei propri scritti solo fatti
oggettivi. Il filone del New Journalism parte dai reportage rigorosi e oggettivi e,
anche se riesce a non cambiare i dati, dà loro un adattamento romanzesco. «Il New
Journalism è un giornalismo che cerca la libertà della narrativa e trova il suo
complemento nella narrativa che prende le mosse dal giornalismo, il Non fiction
novel (Bertoni, 2011, 65).
2.3.2 Il non fiction novel
Il Non fiction novel è un filone letterario che nasce negli anni Sessanta negli
Stati Uniti d'America, contemporaneamente con il New Journalism. Anche il Non
24
fiction novel, come il New Journalism, mescola fatti realmente accaduti e collezionati
nei reportage con le storie romanzate, quindi unisce il fatto reale (fact) con la storia
inventata (fiction). In seguito, il filone del Non fiction novel, si è ramificato ma la
costante è sempre rimasta l'elaborazione narrativa di materiali autentici che vengono
raccolti con metodi giornalistici. Come già detto sopra il non-fiction novel, è un
genere che mescola realtà e finzione e prende come sfondo i fatti reali per raccontare
storie.
Il termine Non fiction novel è stato coniato da Truman Capote che è uno dei
personaggi mondiali più importanti per la narrativa d'inchiesta e uno dei pochi che ha
avuto un impatto fortissimo si questo campo letterario. Truman Capote era lo
pseudonimo del giornalista, scrittore e drammaturgo statunitense Truman Sreckfus
Persons, nato nel 1924 e deceduto nel 1984. La sua opera più famosa si intitola A
sangue freddo4, pubblicata nel 1966, una storia vera che parla dello sterminio di
un'intera famiglia del Kansas da parte di due ragazzi. Con questo romanzo Truman
Capote iniziò l'ascesa di un nuovo genere di romanzo, il così detto romanzo-verità, in
inglese Non fiction novel, il quale narra vicende e storie di fatti e persone reali con
l'uso delle tecniche drammatiche del romanzo. La storia viene narrata secondo il
punto di vista di diversi personaggi e l'autore cerca di non introdurre nel libro i propri
commenti o distorcere in altro modo i fatti accaduti. Anche se leggendo bene il libro,
è chiaro che l'autore predilige il più vulnerabile dei due assassini, Perry Smith, e la
sua versione dei fatti. Sotto questo aspetto si evidenzia il coinvolgimento dell'autore,
che secondo le regole del Non fiction novel, ma anche delle regole giornalistiche, non
dovrebbe esserci. Alcuni dei recensori hanno spiegato la ragione di questa
predilezione nei confronti di uno degli assassini nel fatto che Truman Capote si sia
immedesimato nel personaggio. Anche la sua stessa adolescenza era difficile e
spesso si sentiva vulnerabile e non accettato. Con questo concorda anche Clotilde
Bertoni, nel suo libro Letteratura e giornalismo: «la sua sospensione fra giornalismo
e letteratura scaturisce dalla sospensione fra l'impegno del reporter e l'autonomia del
romanziere, che contrassegna il lavoro di Capote; sospensione complicata da un
4 In cold blood.
25
coinvolgimento negli eventi che gli preclude sia la professionalità del primo sia la
libertà del secondo» (Bertoni, 2011, 69).
Il romanzo è stato scritto da Truman Capote dopo sei anni di ricerche e
interviste a persone vicine ai fatti avvenuti. A sangue freddo è quindi il primo
romanzo-inchiesta che oltre a trasformare un fatto di cronaca in romanzo è riuscito a
far vivere ai lettori le vicende in prima persona. Inoltre il romanzo è anche una
denuncia sulla realtà crudele e complessa della società Americana dell'epoca.
A sangue freddo dunque rappresenta il romanzo che è riuscito a dare il giusto
equilibrio di letteratura e di giornalismo in un solo libro. La prerogativa per un buon
romanzo-verità, come dice anche lo stesso Truman Capotte in un'intervista a George
Plimpton, è che l'autore deve essere il testimone oculare di ciò che narra ma
soprattutto deve possedere una maestria assoluta delle tecniche narrative ed eclissarsi
dalla narrazione.
In conclusione si può dire che quello che Tom Wolfe chiama New Journalism e
Truman Capote chiama Non fiction novel non è solo letteratura ma è giornalismo
intrecciato con la letteratura che cerca di arrivare alla verità dei fatti per poi proporla
ai lettori, cercando di avere su di loro il maggiore impatto possibile.
Questo tipo di scrittura ha come sfondo sempre storie reali, mescolate però con
la finzione. È un genere, che mescola la scrittura referenziale a quella creativa. «Il
non-fiction novel è imperniato sul virtuosismo delle tecniche narrative, mentre il
New Journalism […] si fonda sulla verità fenomenologica dello sguardo, tesa a
esaltare la soggettività del giornalista presente sul posto (il “gonzo journalist”) a
scapito dell'obbiettività della notizia». (Ricciardi, 2011, 169).
26
3 GIORNALISMO D'INCHIESTA
Il giornalismo negli ultimi tempi sta vivendo un periodo di crisi, soprattutto
perché mette dinanzi a tutto il numero di vendite dei giornali il che impone un
numero sempre maggiore di notizie, che devono essere prodotte in tempi molto brevi
e di conseguenza esse non vengono né corrette né riviste. Questo porta alla
pubblicazione di notizie false o comunque vere solo in parte che mette una brutta
luce sul giornalismo in generale.
Negli ultimi anni in Italia, però, è rinato il giornalismo d'inchiesta che ha
contribuito alla rinascita di notizie vere nel giornalismo e alla denuncia di fatti che
riguardano la società. Nel seguente capitolo verrà descritto il giornalismo in senso
lato, la sua storia e l'evoluzione dall'Ottocento ad oggi. Inoltre, ci si soffermerà con
particolare attenzione al giornalismo d'inchiesta, poiché è il tema principale della tesi
di laurea, accanto alla letteratura d'inchiesta.
3.1 Breve introduzione al giornalismo
Il giornalismo è un atto sociale che ha la caratteristica di raccogliere,
selezionare, creare e trasmettere informazioni. È quindi il trasferimento delle
informazioni che passano attraverso diverse fonti verso un pubblico molto vasto. Il
lavoro del giornalista è di porre domande per ottenere risposte con le quali può
informare i lettori di quello che succede intorno a loro e nella società in generale. Il
processo giornalistico è formato da tre fasi. La prima consiste nella raccolta
d’informazioni, la seconda nella scelta del fatto del quale si scriverà e in fine si
forma l'articolo. L'ultima fase è la più estesa ma è anche quella dove il giornalista
può esprimere il proprio modo di scrivere e altre qualità creative.
Secondo la teoria dei generi giornalistici, essi si possono dividere, secondo la
funzione che svolgono, in due grandi gruppi. Nel primo gruppo rientra il genere
informativo nel quale si collocano tipi di testi obiettivi e comprendono solo dati e
27
fatti. Il giornalista deve essere distanziato dal tema, la scrittura deve essere
referenziale e il modo di scrivere oggettivo. La funzione primaria di tale tipo di
scrittura giornalistica è di informare ma si possono usare anche modi di scrivere
diversi, come avvisare, educare e divertire i lettori. Il genere interpretativo, invece,
rientra nel secondo gruppo. In esso rientrano i testi giornalistici soggettivi che
esprimono il parere e i pensieri del giornalista. La funzione che svolge questo tipo di
testi è interpretativa il che significa che i testi giornalistici di questo genere
comprendono opinioni, convinzioni e valutazioni dello scrittore.
In entrambi i generi giornalistici menzionati sopra, rientrano anche altri
sottogeneri, che si distinguono secondo il soggetto giornalistico del quale si scrive,
secondo la funzione che ha il testo giornalistico e in fine secondo le aspettative di chi
legge il testo. Il genere informativo si divide, secondo il soggetto giornalistico, in
quattro sottogeneri: le notizie, i reportage, la cronaca e le interviste. Il genere
interpretativo, detto anche di opinione, invece, si divide in tre generi: l'editoriale, la
critica e il commento.
Nei generi informativi si deve diffondere la notizia subito, nel momento stesso
in cui si viene a sapere del fatto successo. Nei generi informativi, invece, la notizia
può essere diffusa più tardi, perchè tale genere di scrittura giornalistica cerca di
convincere il lettore delle proprie opinioni scritte su un fatto già accaduto, quindi su
un fatto del quale è già stata pubblicata la notizia.
Il giornalismo come lo conosciamo oggi nasce nella seconda metà
dell'Ottocento, contemporaneamente con la nuova classe sociale, la borghesia. Essa
aveva una sempre maggiore necessità d’informazione e da questo nacque la stampa
periodica. In questo periodo, tra la seconda metà dell'Ottocento e la Prima guerra
mondiale, la stampa si formò e divenne la principale fonte d’informazioni della
società. In seguito le invenzioni tecnologiche hanno agevolato la produzione e la
formazione di testate giornalistiche e la stampa ha contribuito allo sviluppo della
società. Un enorme progresso è stata la stampa a caratteri mobili che è nata già nel
Quattrocento, ma un'invenzione che ha portato l'informazione a un livello di
estensione ancora maggiore è internet. Esso ha permesso all'informazione
giornalistica di raggiungere un enorme numero di lettori che la carta stampata
probabilmente non raggiungerà mai.
28
Un altro modo di divulagzione di notizie è la radio ma soprattutto la televisione
che in Italia approda nel Gennaio del 1954. Questo fatto agevola ancora di più la
voglia di informare la gente. Dagli anni Ottanta del ventesimo secolo si tende sempre
di più a narrare la realtà, quindi non si elenca più solo fatti reali ma si tenta di narrare
le storie, questo tipo di narrazione proviene dagli Stati Uniti d'America con il nome
di Storytelling. Christian Salmon spiega il fenomeno attraverso la storia del
marketing del prodotto commerciale: «in meno di quindici anni il marketing è
passato dal prodotto al logo e dal logo alla storia, ossia dall'immagine di marca
(brand image) alla storia (brand story), perché ormai la gente non compra prodotti,
ma le storie che quei prodotti rappresentano» (Salmon, 2007, 36). È quindi un unico
ritorno alla realtà, non soltanto nell'ambiente commerciale ma anche in quello
politico, mediatico, letterario e sociale.
3.2 Giornalismo d’inchiesta
Il giornalismo d'inchiesta è una branca del giornalismo in senso lato. Esso
nasce e si sviluppa negli Stati Uniti d'America intorno agli anni sessanta e settanta
del ventesimo secolo, in quanto, i giornalisti volevano inseguire un tipo di scrittura
giornalistica diversa da quella formale usata fino a quel momento. Per ciò hanno
sviluppato diverse forme di scrittura giornalistica che ha permesso loro una maggiore
libertà di parola. In quel periodo sono nati, oltre al giornalismo d'inchiesta, anche il
già menzionato New Journalism, che mescolava la letteratura con il giornalismo, il
giornalismo di difesa, dove i giornalisti nei propri scritti dimostravano diverse
affermazioni e il giornalismo analitico nel quale la principale fonte di scrittura erano
le analisi sociologiche.
L'inchiesta è un tipo di formula giornalistica che può essere articolata anche in
diverse puntate, sia nei quotidiani sia nei settimanali. Nel dizionario del giornalismo
l'inchiesta viene descritta come un'investigazione seria, approfondita, prolungata su
un tema di attualità, che ne costituisce insieme la piattaforma e il motivo, tanto che,
spesso, l'inchiesta nasce legata, senza mediazioni, a un avvenimento di cronaca.
29
Generalmente si sviluppa in una serie di servizi, ciascuno dei quali deve essere a sé
stante (nel senso che deve essere dedicato a un particolare argomento o a un
determinato aspetto) ma concorrente con gli altri, a formare, un tutto armonico e
organico, anche sul piano grafico (Lenzi, 1965, 112). Inoltre, Lenzi sostiene, che
ogni inchiesta giornalistica ha come presupposto una tesi che il giornalista tende a
dimostrare. E sostiene che durante l'approfondimento dell'inchiesta la tesi viene tante
volte modificata e arricchita dalla verità scoperta dal giornalista stesso. Chi inizia
l'inchiesta deve, quindi, avere già da prima un’idea sull'argomento trattato e una
profonda conoscenza del problema ma soprattutto deve essere aperto a nuove e
insospettabili realtà.
Esistono due diversi tipi d'inchiesta: quella conoscitiva che cerca di svelare i
mutamenti e i fenomeni che interessano la società e quella investigativa che si
riferisce più a un fatto specifico, colmo di verità nascoste e occultate. Il giornalismo
d'inchiesta, in sostanza, ha cinque caratteristiche principali:
- Evidenzia fatti che persone o istituzioni vogliono tenere nascoste.
- I fatti menzionati sono di enorme importanza per la società.
- L'inchiesta deve essere pianificata con coscienza.
- Durante l'inchiesta vengono usate tecniche specifiche.
- Il testo viene scritto con una struttura specifica.
La struttura specifica del testo d'inchiesta viene spiegata da Thomas Pawlick
(1994), noto giornalista d'inchieste americano, il quale dice che «lo stile è un fattore
molto importante nello scrivere i testi delle inchieste semplicemente per il fatto che
più colorito e facile da leggere è l'articolo, più i lettori avranno il piacere di leggerlo
fino alla fine» (Šuen, 1994, 15).
Il successo dell'articolo è dovuto però anche a una logica organizzazione e a un
uso competente di quello che viene chiamato in inglese “legal understatement”, in
italiano quindi affermazione legale detta sotto tono.
Gli articoli d'inchiesta non hanno un'unica forma di scrittura, bensì sono divisi,
secondo la teoria della scuola americana, in due tipi di articoli: le “news story” e le
“feature story”. È doveroso menzionare che “feature” in italiano significa
30
caratteristica, la quale nel linguaggio giornalistico indica gli articoli della stampa
periodica che coinvolgono il lettore con le emozioni per coinvolgerlo e stimolarlo
nella reazione. Con il tipo di scrittura della ”feature story” il giornalista descrive al
lettore i risultati ottenuti dall'inchiesta fatta. Esse hanno anche, rispetto alle “news
story”, più creatività, spesso sono meno obiettive e tendono a offrire al lettore anche
intrattenimento. Il giornalista, scrivendo questo tipo di storie, supera la soglia dei soli
fatti di cronaca e descrive i fatti con le emozioni e la creatività, quindi le notizie
diventano più personali e di conseguenza stimolano di più il lettore. Šuen descrive lo
stile di scrittura della “feaurure story” come informale e molto tranquillo. Il
giornalista spesso usa i dialoghi – essi attirano particolarmente i lettori. Se è possibile
il giornalista scrivendo l'articolo usa il presente il che suscita nel lettore il senso di
vivere la storia in prima persona. (Šuen, 1994, 52).
Il giornalismo d'inchiesta è quindi un tipo di giornalismo nel quale i fatti
approfonditi e nel quale la ricerca della verità hanno un posto molto importante nel
lavoro del giornalista d'inchiesta. Le notizie, innanzitutto, svelano fatti che sono
importanti per i lettori e la società in generale. Lo scopo principale del giornalista
d'inchiesta è quindi di informare il lettore sui fatti che accadono nella società,
soprattutto fornirgli informazioni approfondite su cose delle quali il lettore non è a
conoscenza. Il fine primario di chi scrive le inchieste è di informare ma anche di
suscitare nel lettore la capacità critica del pensiero.
Il giornalismo d'inchiesta non può essere definito poiché diversi studiosi ne
danno definizioni diverse. Per i così detti puristi nel campo giornalistico, la
principale fonte deve essere l'approfondimento e le indagini dei fatti che riguardano
la società, quindi il giornalista deve immergersi nel problema, intervistare testimoni e
analizzare documenti. Dall'altra parte, invece, il pensiero di altri studiosi dice che il
più importante è il prodotto finale del giornalista, cioè la rivelazione di qualcosa di
cui la società non ha ancora conoscenza.
Il giornalismo d'inchiesta, a prescindere dal pensiero degli studiosi, propone
sempre la ricerca e la rivelazione di fatti che vengono nascosti e taciuti alle persone,
e comunque viene scritto con lo scopo di migliorare la società.
31
3.2.1 Il giornalismo d'inchiesta in Italia oggi
Il giornalismo d'inchiesta ha le sue radici negli Stati Uniti d'America e negli
anni cinquanta del Ventesimo secolo si sviluppa anche in Italia e resta vivo fino ad
oggi.
Fino a qualche anno fa però si facevano poche inchieste sui giornali, è negli
ultimi anni però che le inchieste si sono fatte fronte non solo sui giornali ma anche e
soprattutto in televisione, con programmi come Report, Presa diretta e Le iene. Le
inchieste stanno tornando sui giornali che hanno le proprie testate anche su internet,
come ad esempio La repubblica che ha lanciato il portale “le inchieste italiane” in
primo luogo sulla pagina internet e in seguito anche in forma cartacea. C'è anche
un'altra forma d'inchiesta che negli ultimi anni ha pervaso l'Italia ed è la letteratura
d'inchiesta. In primo luogo bisogna menzionare Gomorra di Roberto Saviano che
dopo la sua pubblicazione nel 2006 ha suscitato tanto clamore. Come del resto sono
noti i lavori di Fabrizio Gatti che ha pubblicato una delle migliori inchieste che siano
mai state fatte, sia in Italia che nel mondo. Una di queste è Io, clandestino a
Lampedusa, dove Gatti si presenta come finto clandestino che sbarca a Lampedusa.
Nell'inchiesta Gatti voleva scoprire come vengono trattati e maltrattati dalle autorità i
clandestini che sbarcano sulle coste Italiane e così si è finto un clandestino è ha
vissuto come tale per una settimana nel centro d'accoglienza di Lampedusa. Questa
tecnica di indagare e scrivere inchieste viene chiamata col nome inglese inside story,
che in italiano significa storia dall'interno. Cioè le storie raccontate e vissute
direttamente, in prima persona, dove per certo vivi tutte le situazioni che vorresti
indagare.
L'inchiesta giornalistica ha diversi modi di scrittura, può partire solo da
un’elencazione dei fatti, in altri casi si può fondere con la letteratura dalla quale
nasce poi la letteratura d'inchiesta che ho menzionato nel capitolo precedente.
Alberto Papuzzi (2010) nel suo libro Professione Giornalista distingue tra due tipi
d'inchiesta, l'inchiesta investigativa e quella conoscitiva.
32
«L'inchiesta investigativa punta all'accertamento di vicende controverse, la cui
natura e la cui responsabilità rappresentano un mistero per l'opinione pubblica.
In questa categoria rientrano le inchieste su casi giudiziari, su scandali politici,
su guerre economiche, su illeciti sportivi. L'oggetto dell'inchiesta investigativa
dunque è sempre un fatto preciso e concreto, o una serie di fatti. […] La storia
del giornalismo italiano, a partire dal dopoguerra, è segnata da alcune
importanti inchieste di tipo investigativo […].
L'inchiesta conoscitiva, invece, informa sulla società e la cultura del tempo in
cui viviamo, quelle del nostro paese e quelle di paesi stranieri. Non riguarda
avvenimenti precisi e specifici, come l'inchiesta di tipo investigativo, ma indaga
i fenomeni che segnano una società. L'oggetto dell'inchiesta conoscitiva non è
dunque un fatto preciso, e anche quando si parte da un fatto, lo scopo
dell'inchiesta è di andare oltre il dato di cronaca, per illuminare gli aspetti della
realtà che, secondo Walter Lippamann, sfuggirebbero alla natura della notizia e
sarebbero materia di opinioni» (Papuzzi, 55, 2010).
Nell'Italia degli anni cinquanta e sessanta del ventesimo secolo ha avuto
maggiore fortuna l'inchiesta di tipo conoscitivo forse perché proprio in quegli anni in
Italia ci fu una grande trasformazione economica e politica. Negli anni dopo la
seconda guerra mondiale, quindi, molti reporter furono mandati per l'Italia a
documentare la trasformazione e la modernizzazione del popolo Italiano. Come
scrive Papuzzi, «Giorgio Bocca condusse un'inchiesta per “Il Giorno”, nel 1961,
sull'industrializzazione e il consumo» (Papuzzi, 55, 2010). A quel tempo i principali
temi erano l'emigrazione, fa condizione femminile, la vita contadina, i problemi
legati al sud Italia e i lettori vedevano i giornali come «strumento di arricchimento
culturale, integrazione sociale e battaglia civile per i cittadini» (Papuzzi, 55, 2010).
Negli anni ottanta del ventesimo secolo il tipo d’inchiesta conoscitiva ha iniziato a
sparire dai giornali perché ritenuta troppo costosa e impegnativa. La ragione primaria
per l'inchiesta conoscitiva non aveva più un ruolo importante negli anni cinquanta e
sessanta era soprattutto la «caduta degli interessi politici e l'emarginazione degli
interessi collettivi» (Papuzzi, 56, 2010). Tutt'oggi esiste un pensiero comune che non
si facciano inchieste, ma questo pensiero è errato. Dopo il declino negli anni settanta,
33
negli anni novanta le inchieste sono riapparse, con la guerra nell'ex Jugoslavia, l'11
settembre, la guerra nel Medio Oriente e per finire la Primavera Araba.
Comunque le inchieste hanno ancora oggi una grande importanza nel
giornalismo italiano, anche se, per fare una buona inchiesta si ha bisogno di
strumenti d’indagine sempre più all'avanguardia che permettano di scoprire fenomeni
di una società complessa come quella attuale.
«Il limite di molte inchieste che si pubblicano è quello di fermarsi a una
descrizione dei fenomeni, senza riuscire a radiografare la natura dei
problemi sottostanti. Si deve constatare una sostanziale inadeguatezza del
sistema dell'informazione di fronte a vicende cariche di enigmi, come le
rivelazioni dei pentiti di mafia o di fronte a realtà sociali come la presenza degli
immigrati stranieri o la paura della disoccupazione industriale» (Papuzzi, 56,
2010).
3.3 Il ruolo del giornalismo sulla società
Il giornalismo è la fonte principale di notizie che ogni giorno informa il
pubblico. Ha perciò un ruolo sociale molto importante siccome, oltre a fornire dati,
fornisce ai lettori il proprio punto di vista, che in seguito diventa anche il punto di
vista dei lettori. Quindi, come afferma Lippmann (1963), giornalista statunitense, i
media costruiscono degli stereotipi, cioè semplificano la realtà concepita dai lettori.
Di conseguenza i media hanno la possibilità di influenzare le opinioni, le decisioni e i
comportamenti del pubblico.
Il giornalismo, però, come del resto anche la società, si è evoluto e trasformato
durante il corso della storia, ha subito trasformazioni politiche, economiche e sociali.
È per questo motivo che Giovanni Gozzini (2000), distingue quattro fasi del
giornalismo: il giornalismo politico, il giornalismo commerciale, il giornalismo
responsabile e la fase del giornalismo globale. Le quattro fasi riflettono l'evoluzione
della società la quale fa sempre da sfondo al giornalismo. Il primo tipo di
34
giornalismo, quindi, era quello politico, cioè i giornali dei partiti che avevano come
scopo principale di informare i lettori dei propri pensieri. Nello scorrere del tempo,
però, il giornalismo ha avuto sempre di più una connotazione sociale, ha quindi
voluto promuovere il pubblico interesse.
Negli ultimi anni però le redazioni producono le notizie secondo certi standard
e questo implica che la realtà venga tipizzata. È noto anche che le redazioni hanno
come scopo primario il profitto e i giornalisti, di conseguenza, devono adattare il
proprio lavoro al pubblico che costringe molti giornalisti a parlare delle stesse cose
adoperando lo stesso linguaggio. Tutto questo contribuisce alla deformazione della
realtà e quindi di una percezione sbagliata della società. Come afferma Enrico Cheli
nel libro La realtà mediata, nella nostra società c'è una consistente perdita di
centralità e potere di due tradizionali agenzie di potere, la famiglia e la/le chiese, a
vantaggio di due nuove agenzie: la scuola, prima e i mass media poi. (Cheli, 165,
2009). I media, come la televisione, i giornali e internet favoriscono l'evoluzione
culturale e quindi aiutano a liberare la società dai «dogmatismi e quindi da sistemi
statici di credenze» (Cheli, 165, 2009). I media nei nostri giorni hanno anche
un'accessibilità molto elevata e questo determina la pluralità delle verità che sono
date ai lettori. Quindi ognuno sceglie a quale verità credere, cosa che in passato non
era possibile dato che i media erano accessibili solo a un numero ristretto di persone
e anche il numero dei media che forniva le notizie era ristretto. Come descrive Cheli,
i media nel passato «agivano in modo sinergico, raramente conflittuale in quanto si
ispiravano in larga misura ai medesimi valori, norme, modelli di comportamento,
funzionali ad uno statu quo e non certo ad uno suo cambiamento» (Cheli, 166, 2009).
Tutti i media, quindi, fornivano le stesse informazioni e di conseguenza i lettori le
assorbivano il che li aiutava ad avere lo stesso pensiero. Oggi però esistono agenzie
che forniscono notizie e dati differenti tra loro e anche, in molti casi, in conflitto tra
di loro. Questo favorisce un numero maggiore di versioni diverse dello stesso
problema e tutte le versioni influiscono sui lettori favorendo modi di pensare diversi.
In conclusione si può dedurre che i media influiscono sulla società e quindi sul
pensiero dei lettori ma questo non è necessariamente negativo. Come sostiene Cheli
35
«i mass media non sono agenti sociali nocivi, da additare a spauracchio di tutto
il male della società. Se di male si deve parlare, va preso atto che esso è già
nella società e non ci viene certo introdotto dai media; essi operano all'interno di
una preesistente situazione conflittuale, o comunque competitiva, sul piano
degli interessi economici, del potere, delle ideologie, delle religioni, delle
culture […]» (Cheli, 167, 2009).
4 IL CASO GOMORRA
Nell’ultimo capitolo della tesi di laurea si analizzerà il romanzo Gomorra dello
scrittore napoletano Roberto Saviano. Nei precedenti capitoli sono stati analizzati la
letteratura e il giornalismo d'inchiesta che rappresentano due diversi modi di scrivere
i quali si fondo nel libro che si andrà ad analizzare nel seguente capitolo.
Da quando nel 2006 Roberto Saviano ha pubblicato il suo primo romanzo
intitolato Gomorra, esso diventò un caso, quindi, il caso Gomorra. Il romanzo
Gomorra diventò un caso per svariati motivi, politici, sociali e anche letterari. È stato
denominato da vari giornalisti il libro nero della camorra, perché, infatti, con la
pubblicazione di questo libro sono stati svelati nomi e segreti imprenditoriali che
riguardano il sistema malavitoso della camorra. Ha quindi scosso il mondo politico e
sociale dell'Italia ma non solo. Questo romanzo ha permesso la rinascita di un tipo di
romanzo che fin dagli anni sessanta e settanta ha quasi cessato di esistere, il romanzo
d'inchiesta, che dopo la pubblicazione di Gomorra ha avuto una crescita sia di lettori
sia di scrittori.
Gomorra è comunque in sostanza una denuncia che attraverso le righe di un
romanzo racconta la crudele realtà dell'Italia moderna.
4.1 Gomorra – trama del romanzo
Il libro Gomorra, viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della
Camorra è stato pubblicato nel 2006 dalla casa editrice Mondadori nella collana
“Strade blu”. Il libro è un insieme d’indagini fatte dallo stesso autore, Roberto
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Saviano, laureato in filosofia all'università di Napoli. In seguito si è formato presso
l'Osservatorio sulla camorra e sull'illegalità, un centro di ricerche sulla criminalità
organizzata in Campania fondato dal sociologo Amato Lamberti nel 1981.
Gomorra è il primo libro pubblicato dall'autore Roberto Saviano che con
un'attenta ricerca ha voluto raccontare il dominio economico della camorra in terra
campana ma anche nel resto dell'Italia e nel mondo. Come specificato già da altri
studiosi, il romanzo è come un viaggio dantesco nelle viscere della violenza e della
corruzione, dove Saviano denuncia e racconta tutti i fatti e i nomi dei boss più noti e
violenti della Campania, tutti i loro traffici illeciti in Italia e all'estero, in sostanza,
racconta l'intero funzionamento del mondo della camorra. L'assonanza del titolo del
libro con il nome dell'associazione mafiosa non è un caso, poiché, come viene
narrato dalla Genesi nella Bibbia, le due città Sodoma e Gomorra furono distrutte da
Dio per la corruzione dei suoi abitanti. Attraverso la metafora biblica, l'autore ha
voluto fare riferimento alla città di Napoli, capoluogo Campano e camorristico, dove
ogni giorno dilaniano la violenza e la corruzione.
Sotto l'aspetto letterario si deve menzionare la rinascita del romanzo
d'inchiesta, che con la pubblicazione di Gomorra ha subito un rinnovamento. Esso,
infatti, come già menzionato nei capitoli precedenti, si era formato in Italia negli anni
cinquanta e sessanta del ventesimo secolo e in quel periodo ha raggiunto l'apice, per
poi quasi scomparire dalle scene letterarie italiane. Questo tipo di scrittura romanzata
mescolata al giornalismo è rinata, quindi, all'inizio del ventunesimo secolo, grazie
quindi a Roberto Saviano e alla sua inchiesta sulla camorra. Il romanzo è composto
da undici capitoli che sono divisi in due parti.
La prima parte comprende cinque capitoli, Il porto, Angelina Jolie, Il Sistema,
La guerra di Secondigliano e Donne.
Nel primo capitolo viene descritto il porto di Napoli e tutti i traffici illeciti di
scarpe, abbigliamento, giocattoli, ecc. che passano da lì e sbarcano in Italia e nel
resto dell'Europa. L'autore descrive anche le modalità dei Cinesi, che sono i nuovi
mediatori di tali traffici, soprattutto nella città e nel porto di Napoli.
37
Nel capitolo che segue, intitolato Angelina Jolie, Saviano si serve molto di più
che nel primo capitolo della tecnica del non-fiction novel descritta nei capitoli
precedenti. Infatti, il filo narrante è la storia di Pasquale, un sarto napoletano che per
poche centinaia di euro cuce vestiti per le grandi aziende di moda italiane e dopo
aver visto Angelina Jolie indossare alla notte degli Oscar una delle sue creazioni,
decide di lasciare la sartoria e inizia a guidare un camion. La base dell'inchiesta è
invece lo sfruttamento dei sarti da parte delle grandi aziende di moda che all'anno
fatturano moltissimi soldi ma allo stesso tempo affidano la creazione dei vestiti a
sartorie guidate dalla camorra.
Il terzo capitolo intitolato Il Sistema appunto parla della camorra che non viene
più chiamata con questo nome. Infatti, come scritto in questo capitolo anche gli stessi
affiliati la chiamano Sistema. In questo terzo capitolo l'autore si occupa del sistema
di funzionamento della camorra, dei nomi, dei soprannomi, dei luoghi, dove
svolgono il proprio lavoro le famiglie camorriste più potenti.
Il quarto capitolo, simile al terzo, descrive le famiglie camorriste, le loro
scalate al potere, con spiegazioni dei rapporti di potere tra le famiglie. Questo
capitolo è più di matrice giornalistica, perché narra i fatti, alcuni vissuti da Saviano
stesso, molti però tratti da intercettazioni telefoniche e rapporti di polizia.
L'autore ha quindi continuato con il tipo di scrittura giornalistica che prevale
anche nell'ultimo capitolo della prima parte, intitolato Donne. Nel capitolo vengono
descritte le donne del sistema, mogli di boss camorristi, che in tanti casi sono più
spietate dei propri mariti. Il quinto capitolo dà, in chiave giornalistica, un'immagine
del potere economico e imprenditoriale delle donne della camorra.
La seconda parte del romanzo è composta da sei capitoli Kalashnikov, Cemento
armato, Don Peppino Diana, Hollywood, Aberdeen, Mondragone e Terra dei
fuochi.
Nel primo capitolo intitolato Kalashnikov, la storia ruota intorno a Mariano, un
affiliato giovane della camorra che dopo aver usato per la prima volta un kalashnikov
ne è rimasto impressionato e ha voluto incontrare l'omonimo inventore dell'arma.
Così è partito per la Russia, dove un amico gli ha combinato un incontro con Michail
Kalashnikov. Contemporaneamente Roberto Saviano racconta una storia che sembra
38
essere parte dei suoi ricordi d'infanzia legati a suo padre. Parla del rapporto col
padre, del suo (non) rapporto con la camorra e di come lo stesso Roberto Saviano
vivesse il fatto. Questo capitolo è in sostanza scritto come un racconto di ricordi e di
storie. Sembrano comunque storie reali, vere, che però non possono essere verificate
o avvalorate da nessun testimone reale.
La trama principale del seguente capitolo Cemento armato, descrive l'impero
camorristico dei cantieri edili e degli appalti edili nel sud ma anche nel resto
dell'Italia. Descrive le tre città camorristiche per eccellenza, Casal di Principe,
Casapesenna e San Cipriano d'Aversa dove, come sostiene Saviano «un territorio con
meno di centomila abitanti, ma con milleduecento condannati per 416 bis, il reato di
associazione mafiosa[…]» (Saviano, 2006, 207). In questo capitolo lo scrittore
elenca fatti e intercettazioni che sono la prova reale degli affari illegali dei clan.
Descrive soprattutto il modo di gestire il traffico di cemento e l'edilizia, ma fornisce
dati e numeri dei clan che si occupano anche di traffico di droga e armi, che hanno in
possesso anche zuccherifici, masserie, azioni e immobili, comunque un'imprenditoria
completa che ricopre quasi tutti i campi.
Il seguente capitolo descrive Don Peppino Diana che è stato ammazzato nel
marzo del 1994 dalla camorra perché si è opposto al loro sistema. Saviano descrive i
propri ricordi del funerale, la vita e l'impegno di Don Peppino Diana per combattere
la camorra.
Hollywood è il titolo del quarto capitolo della seconda parte del romanzo
Gomorra, che descrive le sfarzosità dei camorristi che spendono milioni di euro per
costruire case uguali a quelle dei mafiosi dei film hollywoodiani. «Si racconta a
Casal di Principe che il boss aveva chiesto al suo architetto di costruirgli una villa
identica a quella del gangster cubano di Miami, Tony Montana, in Scarface. Il film
l'aveva visto e rivisto» (Saviano, 2006, 267). Lo scrittore adopera due famosi film
sulla mafia per confrontare i mafiosi e i loro modi di vivere e di comandare ai
rispettivi clan. In questo modo quindi confronta il film Il padrino con i boss della
malavita siciliana e il film Scarface con i boss camorristici campani. Descrive i boss
che nella vita reale cercano di imitare i personaggi hollywoodiani come se tutto fosse
soltanto un film. Saviano, volendo dare una spiegazione ai lettori del perché i boss
imitano personaggi famosi dei film, afferma che: «I camorristi debbono formarsi
39
un'immagine criminale che spesso non hanno, e che trovano al cinema. Articolando
la propria figura su una maschera hollywoodiana riconoscibile, percorrono una sorta
di scorciatoia per farsi riconoscere come personaggi da temere» (Saviano, 2006,
274). Quindi, in questo capitolo vengono descritti i camorristi che ammazzano la
gente con in mente personaggi inventati protagonisti dei film come Il padrino,
Donnie Brasco, Quei bravi ragazzi e Scarface.
Il penultimo capitolo è intitolato Aberdeen, Mondragone e descrive il
collegamento tra la Campania e l'Inghilterra, dove la camorra ha i propri ristoranti e
dove i giovani della Campania vanno a lavorare. Anche in questo capitolo i fatti reali
vengono mischiati con una storia che non necessariamente è successa d'avvero.
Comunque, lo scrittore descrive la storia di un suo amico che è andato ad Aberdeen
in Scozia a lavorare nel ristorante del boss Antonio La Torre. Saviano lo ha
accompagnato ma subito dopo che l'amico è stato assunto Saviano è ritornato in
Italia. Contemporaneamente Saviano descrive i camorristi che, oltre ad avere una
catena di ristoranti all'estero, curano il traffico di droga dal Sud America e
dall'Olanda. Descrive quindi il traffico che da Mondragone si espande in quasi tutto
il mondo.
Nell'ultimo capitolo intitolato Terra dei fuochi Saviano si occupa del problema
dei rifiuti in Campania, che nella maggior parte dei casi vengono sepolti sotto terra,
nelle stazioni di benzina e nelle cave abbandonate. Sono rifiuti tossici che
provengono da fabbriche di tutta Italia e in certi casi anche dall'estero. Sono rifiuti
che hanno intossicato interi pascoli, e di conseguenza i bovini si nutrono di erba
intossicata che a sua volta intossica il latte dei bovini con il quale si producono gli
alimentari come il formaggio e la carne, che a sua volta intossicano chi li mangia.
Saviano vuole denunciare la camorra perché con la propria instancabile sete di
denaro uccide la propria gente.
Lo scopo principale di Roberto Saviano nella pubblicazione di Gomorra è
denunciare e farlo usando una lingua che tutti possono capire. Con questo romanzo
d'inchiesta Saviano ha voluto raccontare a tutta l'Italia quello che la camorra fa alla
Campania e all'Italia. Ha voluto esporre il problema della camorra a tutti i cittadini,
fargli sapere che non è soltanto un problema della gente che vive al sud o dei politici
40
italiani che non sanno come gestire il problema, ma che è un problema di un popolo
intero. La gente che vive in quelle terre muore ogni giorno per colpa della camorra,
uccisa come vittima innocente delle mattanze, di cancro o forse soltanto perché stufa
di pagare il pizzo.
Saviano, nato e cresciuto in quelle terre, ha voluto dire basta a costo di perdere
la propria vita.
4.2 Gomorra tra fiction e realtà
Esaminando il romanzo Gomorra ci si sofferma sul fatto, o comunque sulla
domanda, se tutte le storie narrate siano vere. Molti dei recensori e dei letterati si
sono posti la domanda se Roberto Saviano, come autore del libro, avesse davvero
vissuto tutte le vicende che ha descritto nel proprio romanzo. Da questo presupposto
nasce anche una delle ipotesi della mia tesi di laurea. Ho presupposto che tutti i fatti
descritti dall'autore Roberto Saviano nel suo romanzo Gomorra fossero veri.
È doveroso innanzitutto partire dal presupposto che Gomorra è un romanzo
d'inchiesta e che fa parte del campo letterario del non-fiction novel. Lo dice Saviano
stesso, in un intervista fatta da Fabio Gambaro per il giornale francese “Le Monde”:
«Non volevo scrivere un saggio classico né una semplice fiction, […] mi sono
dunque ispirato al genere Non fiction novel di Truman Capote. Ho utilizzato la
libertà e l'indisciplina del romanzo, incrociandole con il rigore delle statistiche,
degli archivi, delle analisi sociologiche. In quest'ottica, la letteratura cessa di
essere una fuga dalla realtà, com'è spesso stata per molti scrittori meridionali, e
diviene lo strumento più adatto a raccontare un universo che è davanti agli occhi
di tutti pur restando apparentemente inafferrabile» (Saviano, 2007).
Come già scritto nei precedenti capitoli, il Non fiction novel è un tipo di
scrittura che mischia i fatti reali a storie e personaggi inventati. Ha, infatti, come
sfondo storie vere, comunque tratte da fatti reali di cronaca, che in seguito alla
scrittura novellistica vengono aggiunte storie e personaggi inventati per enfatizzare il
41
romanzo. Ed è questo il metodo di scrittura che ha usato Roberto Saviano per
scrivere Gomorra. Il contesto dell'intero romanzo sono fatti veri, tratti da atti
giudiziari, sentenze di processi e intercettazioni telefoniche ma anche di fatti che lo
scrittore ha vissuto in prima persona, ai quali vengono poi aggiunti particolari che
non necessariamente sono reali. Ma è questa la forza di Gomorra, dimostrare anche
in senso letterario che fiction e non fiction possono “convivere”.
Una delle maggiori critiche fatte a Roberto Saviano è proprio quella di non
aver menzionato da nessuna parte che qualcuna delle storie o i loro frammenti
possano essere irreali. Il caso più noto è la descrizione dell'uccisione di Annalisa
Durante, una ragazzina di quattordici anni uccisa dalla camorra davanti al portone di
casa. La giornalista Matilde Andolfo, che ha curato le trascrizioni dei diari di
Annalisa, si è soffermata sulla descrizione di Annalisa in Gomorra, dove Saviano
l'ha fatta apparire diversamente da com’era in realtà.
«Annalisa Durante, uccisa a Forcella il 27 marzo 2004 dal fuoco incrociato, a
quattordici anni. Quattordici anni. […], forse la prima serata realmente calda di
questa stagione terribilmente piovosa, Annalisa aveva deciso di trascorrerla giù
al palazzo d'una amica. Indossava un vestitino bello e suadente. Aderiva al suo
corpo teso e tonico, già abbronzato. Queste serate sembrano nascere apposta per
incontrare ragazzi, […]» (Saviano, 2006, 168).
Nel romanzo Gomorra Annalisa Durante è distintamente descritta non tanto
come ragazzina ma come donna adulta con atteggiamento e modo di vestire sensuali.
Ma dai diari che ha trascritto la giornalista Matilde Andolfo, la ragazza appare
totalmente diversa da come la descrive Saviano. «Aveva un paio di jeans con tasche
gialle, una T-shirt nera e calzava un paio di Nike Silver dorate». (Pascale, 2007, 82).
Questa è la descrizione di Annalisa fatta dalla Andolfo che per la stesura del testo si
è fatta aiutare dai diari della ragazza ma anche dalle dichiarazioni dei suoi amici. Con
l'affermazione «La verità è questa. Poco suggestiva, forse, ma è la verità» ha
involontariamente spiegato perché Saviano l'ha descritta in un modo non reale. È un
modo di enfatizzare, cioè di stimolare il lettore. Perché è noto che le cose poco
suggestive non attirano il lettore ed è questa la sola ragione per la quale Roberto
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Saviano nel romanzo introduce fatti fittizi o comunque non reali, che però, non
cambiano i fatti reali dell'inchiesta.
Un'altra giornalista si è occupata della veridicità delle storie parallele che
occupano il romanzo di Gomorra, è Rachel Donadio che ha scritto la recensione di
Gomorra per il New York Times. La giornalista afferma:
«Alcuni aneddoti sono sospettosamente perfetti: il sarto che lascia il lavoro
dopo aver visto Angelina Jolie alla notte degli Oscar con addosso un abito
bianco che lui ha cucito in un laboratorio della Camorra; l'uomo che ama così
tanto il suo AK-47 da andare in pellegrinaggio fino in Russia per far visita al
suo inventore, Michail Kalashnikov. L'autore ha cambiato qualche nome? Se è
così i lettori non ne sono informati. Non sono questioni di poco conto, e sarebbe
stato bene chiarirle» (Donadio, 2007).
La Donadio, in pratica, non contesta la veridicità in sé di queste storie ma
piuttosto il fatto che esse non possano essere verificate. Gli episodi che la giornalista
mette in discussione sono da una parte fatti verificabili, come Angelina Jolie la notte
degli Oscar e Michail Kalashnikov inventore del fucile omonimo e dall'altra parte
non verificabili, perché si tratta di personaggi non noti o comunque presumibilmente
inventati, come Pasquale e Mariano. L'uso di questi personaggi finti, se si può così
dire, è spiegato bene nell'articolo analizzato di Dimitri Chimenti. Egli afferma che
«i personaggi di Pasquale e Mariano possono muoversi con maggiore libertà di
quanta ne sia concessa ad Angelina Jolie, non è perché essi non esistano nella
realtà, è infatti assai probabile che le loro esperienze appartengono ad individui
reali, ma perché ciò che li forma non è la stessa materia documentale di cui
sono fatti personaggi come Francesco Schiavone o Cosimo Di Lauro. Pasquale
e Mariano sono sottomessi sin da subito alle esigenze del testo, e proprio per
questo possono svolgere una funzione che li colloca nello spazio interstiziale
che sussiste tra il mondo storico e la sua rappresentazione» (Chimenti, 2010).
Nel passo riportato sopra Dimitri Chimenti sostiene che i personaggi inventati
o comunque i personaggi dei quali non si può verificare l'esistenza siano sottomessi
43
alla storia per il semplice fatto che la loro esistenza non è verificabile. Sono però
indispensabili per il romanzo perché sono essi a dare enfasi alla storia e sono le loro
storie a catturare il lettore.
A questo punto si può affermare con certezza che la mia ipotesi non può essere
confermata. È ovvio che alcuni dei fatti narrati da Saviano siano inventati o
comunque adattati al romanzo per dare più enfasi alla storia e di conseguenza
renderla più interessante per i lettori.
4.2.1 L'io narrante nel romanzo Gomorra
L'io narrante e la sua capacità di catturare il lettore sono la principale causa
dell'enorme successo del romanzo Gomorra. È quell'io narrante che porta ogni
singolo lettore in posti che non oserebbe mai raggiungere e di conseguenza gli fa
vivere cose che non avrebbe vissuto mai. Molti dei letterati e dei recensori di
Gomorra hanno voluto analizzare l'uso dell'io narrante. In particolare l'hanno
esaminato i membri della corrente letteraria del New Italian Epic ma anche altri
giornalisti e scrittori.
In tante recensioni scritte su Gomorra molti dei critici letterari si sono
soffermati sul dubbio che lo scrittore Roberto Saviano non avesse vissuto in prima
persona tutti gli episodi raccontati nel libro e che di conseguenza non può essere lui il
solo io narrante. Come afferma Roberto Bui (chiamato Wi Ming 1), un'attenta lettura
del testo permette di distinguere diversi gradi di narrazione dell’autore. In certi casi
Roberto Saviano vive la storia raccontata in prima persona, cioè è realmente presente
dall'inizio fino alla fine del racconto, è quindi testimone oculare del raccontato. In
altri casi l'autore s’immedesima in un'altra persona è quindi «dà dell' “io” a qualcun
altro di cui non svela il nome (amico, giornalista, poliziotto, magistrato)» (Bui,
2006). Altre storie nel romanzo vengono narrate in terza persona e Saviano come io
narrante si inserisce nella storia a metà o soltanto alla fine di essa per dare enfasi e
avvicinarla di più al lettore. Roberto Bui (chiamato Wu Ming 1) nella sua recensione
44
su Gomorra definisce questo inserimento dello scrittore come «uno zoom violento
sul personaggio». Il personaggio in seguito si rivolge a Saviano stesso e, grazie all'io
narrante, Saviano sono i lettori. Con questo modo di scrivere, quindi, lo scrittore
ottiene una diretta conversazione tra il personaggio della storia narrata e il lettore. È
doveroso a questo punto citare ancora una volta Roberto Bui (chiamato Wu Ming 1)
perché dà una spiegazione utile per capire il motivo dell’uso dell'io narrante:
«Si pensi alla cavalcata di don Ciro, il “sottomarino” che va a distribuire la
“mesata” alle famiglie dei detenuti (pp.: 154-156). Saviano lo dice, sì, di averlo
conosciuto, ma lo dice en passant, non ci facciamo troppo caso perché stiamo
già appresso a don Ciro, gli andiamo dietro mentre s’infila nei vicoli stretti, sale
scale, percorre pianerottoli, ascolta lamentele. Partecipiamo al suo giro, ora
siamo di fianco a lui, le buste di plastica piene di vettovaglie ci sfiorano le
gambe, lo accompagniamo anche adesso che il giro è finito, trasognati… poi
arrivano tre parole (“mentre gli parlavo”), e scopriamo che Saviano cammina
con noi, anzi, che noi siamo lui».
Secondo il New Italian Epic quindi l'uso dell'io narrante aiuta i lettori a
immedesimarsi nel personaggio o con lo scrittore, come nel caso di Gomorra. Ha
quindi la funzione di trasformare la cronaca in romanzo perché permette al lettore di
immedesimarsi e vivere fatti reali. Come succede nel pezzo del romanzo citato sopra.
Solo alla fine della lettura del pezzo menzionato il lettore capisce che la storia narrata
di don Ciro è, in sostanza, un'intervista fatta da Roberto Saviano a don Ciro sulle
abitudini, dei così detti sottomarini, cioè gli uomini che portano il denaro alle donne
degli affiliati alla camorra che sono deceduti o che sono in prigione.
L'autore di Gomorra ibrida il linguaggio dell'inchiesta anche con l'uso del tu
personale per ottenere il coinvolgimento dei lettori nella comunicazione di
un'esperienza potenzialmente vissuta.
Un altro esempio di studio dell'io narrante nel romanzo Gomorra, l'ha scritto
Carla Benedetti (2011) nel suo articolo su Allegoria. Per prima cosa la Benedetti
parte da una semplice domanda: «Che tipo di atto di parola compie l'autore di
Gomorra raccontando quelle cose e quale patto instaura con il lettore»? (Benedetti,
45
2011, 178). Secondo la Benedetti, Saviano somma in sè tre forze letterarie, per
ottenere l'enfasi o comunque quella forza che aiuta il lettore a vivere così da vicino la
storia. La prima forza secondo la Benedetti è l'io di Saviano stesso. Cioè è lui, come
scrittore in prima persona a raccontare la storia. Parla è racconta storie piene di
particolari che lui ha vissuto, essendo nato e cresciuto in territorio camorristico. Di
conseguenza la Benedetti denomina la prima forza letteraria come «enunciato
d’intimità con il territorio» (Benedetti, 2011, 178). Come continua a spiegare la
Benedetti, la maggior parte del libro deriva da questa intimità dello scrittore con il
territorio descritto. Essendo nato e vissuto lì, Saviano descrive talmente bene le storie
e la gente attaccati a questa parte d'Italia, che permette al lettore di immedesimarsi
fino in fondo con l'autore.
La seconda forza letteraria la descrive come «il racconto come ribellione»
(Benedetti, 2011, 179). A questo punto la Benedetti afferma che l'atto di parola di chi
scrive e per lui rischioso, potrebbe pagarne le conseguenze, ma comunque se ne
rende conto. È quindi Saviano, che pur sapendo a quali rischi va incontro, per
ribellione alla Camorra, scrive tutto quello che sa, quindi in un certo senso lo fa per
“aiutare la propria terra”.
La terza forza descritta dalla Benedetti è «l'enunciato della necessità del dire»
(Benedetti, 2011, 179). Lo scrittore ha quindi scelto di raccontare pur sapendo qual
era il rischio che correva dopo. Preferiva raccontare la realtà e non tacere anche se
come prezzo da pagare ha dato la propria libertà, poiché appena pubblicato il libro,
Saviano doveva iniziare a vivere sotto scorta. È questa, comunque, secondo la
Benedetti, la forza del libro, quindi la consapevolezza del lettore che Saviano,
nonostante tutto abbia scelto di parlare.
Come si può notare, quindi, l'io narrante nel romanzo Gomorra ha un forte
impatto sui lettori, dato che ne hanno discusso e parlato molti letterati, giornalisti e
scrittori, sia italiani, sia mondiali. È interessante, quindi, come Saviano sia riuscito a
scrivere un romanzo interessante, certo dal punto di vista del contenuto delle storie,
ma soprattutto dal punto di vista letterario. Saviano è riuscito a mescolare
perfettamente il giornalismo con la saggistica, cioè il non-fiction con la fiction e ha
46
riportato il genere del romanzo d'inchiesta sulle vette letterarie degli anni cinquanta e
sessanta del ventesimo secolo.
4.2.2 Il ruolo del romanzo Gomorra nella società e nei media italiani
Molto è stato scritto sul libro Gomorra e sull’autore Roberto Saviano. Sono
stati pubblicati articoli e scritti libri sulla veridicità dei fatti descritti nel libro, perché
dopo un'attenta lettura, molti dei critici e dei lettori hanno riscontrato delle anomalie
nei racconti, il che è stato già spiegato nei capitoli precedenti. Il romanzo ha avuto
anche un forte riscontro dei media e soprattutto della gente comune, che da una parte
appoggia il lavoro e il pensiero di Saviano, dall'altra invece non condivide il suo
pensiero.
Roberto Saviano è colui, che con Gomorra ha osato rompere l'omertà,
riuscendo in tale modo a fare luce su un problema che affligge l'Italia da qualche
tempo. «Dopo le ultime notizie su un possibile attentato a Roberto Saviano […], si è
scatenata una gara di solidarietà di dimensioni impressionanti. Iniziative sui social
network, letture collettive in piazza di Gomorra a Roma e Milano, cittadinanze
onorarie striscioni degli ultrà esposti allo stadio, un appello firmato da sei Premi
Nobel che nella prima giornata raccoglie le adesioni di centomila persone»
(Janeczek, 2008). Con la pubblicazione di Gomorra, si è raggiunto, oltre al rifiuto
dell'omertà e la libertà di parola, anche un’unione sociale, che ha portato a un
combattimento unito contro le mafie in Italia. Saviano, come afferma anche la
Janeczek, è diventato un simbolo contro la lotta alle mafie e un simbolo di coraggio
(Janeczek, 2008). Molti pensano che Saviano sia diventato un simbolo a causa della
pubblicità che gli è stata fornita dai media e del marketing editoriale, ma come
sostiene anche la Janeczek, niente di tutto ciò sarebbe mai accaduto, se non fosse
stato per il libro ma soprattutto per il pubblico che ha portato l'autore e il suo libro al
successo che vanta oggi. Anche Saviano stesso concorda con questa teoria, quando
afferma che non è stata la pubblicazione del suo romanzo a farlo minacciare di morte
dalla camorra, ma è stato il pubblico dei lettori che ha dato al suo libro la potenza e il
47
valore simbolico che hanno, di conseguenza, scaturito la reazione della camorra
(Janeczek, 2008).
Il fatto, che Roberto Saviano rappresenti un simbolo ha anche una
connotazione negativa, specialmente nelle terre dominate dai clan camorristici. Come
descrive la Janeczek, «Saviano è colui che ti fa arrivare una sensazione se giri senza
patente o senza casco, colui che è diventato famoso e venerato rovinando l'immagine
della propria terra e affibbiando ai suoi abitanti l'immagine di mafiosi o di collusi,
colui che si è arricchito senza aver fornito lavoro anche se nero o sporco, e non ha
sganciato tangenti o soldi per i terreni trasformati in tombe di rifiuti tossici»
(Janescek, 2008). Queste affermazioni sono state riportate da diversi giornali e
programmi televisivi noti in tutta l'Italia, quindi si può dire che questo è il riflesso del
popolo che abita queste terre, quindi persone, che per paura o per necessità
convivono con la camorra.
Gomorra è il primo libro dal tema mafioso che ha avuto un successo così
grande sia in Italia, che nel mondo ed è anche il primo che ha, «soprattutto cambiato
il modo di rappresentare e di vedere le mafie» (Janescek, 2008). Molti hanno
accusato Saviano di non aver scritto abbastanza sul tema politico legato alle mafie,
che però, secondo Saviano, non ha un ruolo primario. Questo spetta invece
all'economia che rappresenta la massima potenza della criminalità organizzata, che
inizia con gli affari economici che riguardano il quotidiano delle persone. Nessuno,
prima della pubblicazione di Gomorra, ha parlato dei subappalti dei piccoli cantieri,
della proprietà di un ristorante o delle piccole discariche abusive seminate su quasi
tutto il territorio campano, quindi della vita quotidiana che porta la maggior parte dei
soldi ai clan. Saviano ha voluto istruire la gente a «non chiedersi principalmente se
Totò Riina si è baciato o meno con Andreotti, ma domandati piuttosto chi costruisce
casa tua, come vengono raccolti i pomodori con cui fai la salsa, dove e come
vengono smaltiti i rifiuti che butti nel bidone dell'immondizia» (Janeczek, 2008).
Tutto questo ha portato a un complessivo mutamento della società di vedere le cose e
˙di conseguenza ha portato all'inizio di un cambiamento.
48
Era questo, che presumibilmente ha voluto ottenere Roberto Saviano con la
pubblicazione di Gomorra, cambiare la società in modo che inizi a combattere le
mafie cominciando dalle cose piccole di tutti i giorni.
4.3 Roberto Saviano: La vita dopo Gomorra
Andrò via dall'Italia, almeno per un periodo e poi si vedrà...", dice Roberto
Saviano. "Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato, in questo tempo, che
cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse
soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido - oltre che indecente
- rinunciare a se stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi
per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più
intima delle fibre ma, in questo momento, non vedo alcuna ragione per
ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro,
del mio successo. 'Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa.
Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi
un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole,
camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia
madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di
me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese
con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni! E
voglio ancora scrivere, scrivere, scrivere perché è quella la mia passione e la
mia resistenza e io, per scrivere, ho bisogno di affondare le mani nella realtà,
strofinarmela addosso, sentirne l'odore e il sudore e non vivere, come
sterilizzato in una camera iperbarica, dentro una caserma dei carabinieri - oggi
qui, domani lontano duecento chilometri - spostato come un pacco senza sapere
che cosa è successo o può succedere. In uno stato di smarrimento e precarietà
perenni che mi impedisce di pensare, di riflettere, di concentrarmi, quale che sia
la cosa da fare. A volte mi sorprendo a pensare queste parole: rivoglio indietro
la mia vita. Me le ripeto una a una, silenziosamente, tra me» (La Repubblica,
D'Avanzo, 2008).
Nel paragrafo proposto sopra vengono riportate le parole di Roberto Saviano
tratte dall’articolo di Giuseppe D'Avanzo sul giornale La Repubblica dell’ottobre
49
2008 intitolato “Io, prigioniero di Gomorra, lascio l'Italia per riavere una vita”. Sono
parole dure ma semplici, che comprendono tutta la sofferenza dello scrittore dopo la
pubblicazione di Gomorra. Sono parole che racchiudono tutta la sofferenza e la
solitudine di un ragazzo che quando iniziò a vivere sotto scorta non aveva neanche
trent'anni. In alcune interviste concesse, infatti, si paragona ai boss mafiosi in
latitanza, che vengono segregati in piccoli bunker sotto terra per non farsi trovare.
Anche Saviano è segregato in alberghi e stanzette in giro per il mondo, senza avere la
possibilità di fare le cose più normali, come fare una passeggiata o prendersi un caffè
con gli amici. Dopo due anni dalla pubblicazione di Gomorra, le sue parole sono
state: «Rivoglio indietro la mia vita» (La repubblica, D'Avanzo, 2008).
Roberto Saviano nasce a Napoli il 22 settembre 1979 e si laurea in Filosofia
all'Università degli Studi di Napoli Federico II. Dal 2002 ha lavorato come
giornalista in diversi giornali, come Pulp, Diario, Sud, Il Manifesto, il Corriere del
Mezzogiorno e scrive anche sul sito internet letterario Nazione Indiana. Nel 2006
pubblica il suo primo romanzo intitolato Gomorra che è il tema principale di questa
tesi. In pochissimo tempo il libro raggiunge un enorme successo e scala tutte le vette
delle classifiche di vendita. Gomorra viene tradotto in 53 lingue e vanta una vendita
di due milioni di coppie in Italia e quattro milioni di coppie vendute nel mondo. Dal
libro sono tratti anche l'omonimo film, diretto da Matteo Garrone e uno spettacolo
teatrale. Roberto Saviano partecipa anche a numerosi programmi televisivi, in Italia e
all'estero.
Dopo la pubblicazione del libro e l'enorme successo che l’ha seguito, Saviano
riceve minacce dal clan camorristico dei Casalesi e per ciò lo stato italiano decide di
farlo vivere sotto scorta, quindi viene accompagnato da un certo numero di poliziotti
che lo seguono dovunque egli si trovi. Ha dovuto anche trasferirsi e per necessità di
sicurezza non ha una fissa dimora. Dopo le continue minacce di morte provenienti
dai clan, molti premi Nobel hanno deciso di firmare un appello di solidarietà a suo
favore. Nel 2008 Roberto Saviano è astato anche invitato all'Accademia di
Stoccolma, dove dal 1901 avviene la premiazione dei premi Nobel. L’hanno invitato
per parlare di libertà di parola, ma soprattutto per parlare di sé e della vita da
perseguitato.
50
Dopo la pubblicazione di Gomorra, Saviano deve cambiare città in
continuazione, quindi non ha una casa dove vivere ma si sposta da un hotel all'altro.
In questi anni vissuti sotto scorta ha scritto e pubblicato anche altri libri come, La
bellezza e l'inferno e Vieni via con me, che è diventato anche un programma
televisivo andato in onda su Rai 3 in quattro puntate dall'8 al 29 novembre 2010. Il
programma, condotto da Roberto Saviano e Fabio Fazio, aveva come tema centrale
dibattiti con diversi ospiti con temi incentrati sulla cultura, sulla società e sulla
politica italiana.
Oltre a tutto questo Roberto Saviano è anche un giornalista che in Italia scrive
per le testate più importanti del paese, come La Repubblica e L'espresso, all'estero
invece collabora con il “Washington poste” e il “New York Times” negli Stati Uniti
d'America, con “El Paìs” in Spagna, in Germania con “Die Zeit” e “Der Spiegel”, in
Svezia con il giornale “Espressen” e in Inghilterra con il “Times”.
« Per la sua attività di autore e per l’impegno civile, gli sono stati assegnati il
Premio Viareggio “Opera prima”, il Premio Nazionale Enzo Biagi, il
Geschwister-Sholl– Preis, il Premio Giornalistico di Lipsia, il Premio Vàzquez
Montalbàn, il Premio Martinetto e la Laurea Honoris Causa dell’Accademia di
Belle Arti di Brera» (Serrani, 2010).
Leggendo diverse interviste e affermazioni di Roberto Saviano si capisce che
era consapevole sin da prima che Gomorra fosse pubblicata, che stava scrivendo un
libro che avrebbe cambiato la sua vita e quella di un intero popolo. Era consapevole
anche del cambiamento negativo della sua vita ma per il forte amore che questo
scrittore nutre per la propria terra e per i propri connazionali ha rischiato tutto, anche
la propria incolumità. In seguito si propone un pezzo dell’articolo di Giuseppe
D'Avanzo sul giornale La Repubblica dell’ottobre 2008, dove compaiono anche i
pensieri di Saviano su come sia difficile la vita “dopo Gomorra” e del forte desiderio
di scappare via da quel paese che egli ha voluto in un certo senso salvare e, che al
contrario, esso non è riuscito a salvare lui.
«Fino a un anno fa potevo ancora chiudere gli occhi, fingere di non sapere.
Avevo la legittima ambizione, credo, di aver scritto qualcosa che mi sembrava
51
stesse cambiando le cose. Quella mutazione lenta, quell'attenzione che mai era
stata riservata alle tragedie di quella terra, quell'energia sociale che - come
un'esplosione, come un sisma - ha imposto all'agenda dei media di occuparsi
della mafia dei Casalesi, mi obbligava ad avere coraggio, a espormi, a stare in
prima fila. E' la mia forma di resistenza, pensavo» (La Repubblica, D'Avanzo,
2008).
In conclusione si può dire che Saviano era consapevole, come afferma lui
stesso, di avere scritto qualcosa che gli sembrava potesse cambiare le cose. (Saviano,
2008). Si rendeva conto che dopo la pubblicazione di Gomorra la sua vita sarebbe
cambiata, ma per l'odio verso chi per decenni distruggeva la sua terra, ha deciso di
raccontare tutto e mettere a repentaglio la propria vita.
52
5 CONCLUSIONI
La letteratura d'inchiesta e il giornalismo d'inchiesta sono collegati da simili
modi di scrittura e tante volte s’intrecciano l'uno con l'altra. La letteratura d'inchiesta
ha attraversato un lungo periodo storico prima di formarsi definitivamente. I primi
abbozzi dei romanzi d'inchiesta risalgono al Medioevo, quando nei giornali
nascevano le prime cronache delle città, prive però di qualsiasi forma romanzata.
Con l'inizio dei viaggi alla scoperta di nuovi mondi queste cronache divennero veri e
propri diari di viaggio che sempre di più assomigliavano ai reportage narrativi.
Anche il giornalismo d'inchiesta ha evidentemente le stesse radici, poiché le
cronache cittadine iniziarono a scriversi sui giornali locali. Sia lo sviluppo della
scrittura letteraria, sia quello della scrittura giornalistica, devono la propria
evoluzione a Johanes Gutemberg inventore della stampa a caratteri mobili che
accelerò il processo di stampa su carta. In tale modo, sia i giornali sia i libri, erano
accessibili a un numero di persone maggiore, il che diminuì anche il numero di
persone analfabete. Questa invenzione, infatti, cambiò il corso della storia.
La scrittura d'inchiesta in generale si evolse fino a raggiungere la scrittura
moderna. Infatti, nella letteratura moderna si distinguono vari generi di correnti
letterarie che si occupano del romanzo d'inchiesta, come il New Journalism e il Non
fiction novel. Una recente corrente letteraria si sviluppa anche in Italia con il nome di
New Italian Epic che analizza romanzi pubblicati in Italia dopo la fine della Prima
repubblica nel 1993 fino al 2008. Una grande parte di questi romanzi sono romanzi
d'inchiesta, in cui rientra anche il più noto tra questo tipo di scrittura, ossia Gomorra
del giornalista e scrittore Roberto Saviano. Il romanzo parla della camorra e del
dominio economico, sociale e politico che questo tipo di associazione mafiosa
detiene sul territorio campano, su certe parti dell'Italia e del mondo.
Gomorra è un libro difficilmente collocabile, ma nella maggior parte delle
volte è definito come romanzo d'inchiesta. È stato definito anche come intreccio
perfetto tra letteratura e giornalismo perché unisce perfettamente fonti tratte da
53
verbali di polizia, intercettazioni telefoniche e vicende vissute con la narrazione
romanzata di storie presumibilmente inventate.
Dopo aver letto e analizzato diversi libri e articoli di giornali, sono riuscita a
concludere le ipotesi poste all'inizio della tesi di laurea. Come primo ho ipotizzato
che i romanzi d'inchiesta che rientrano nei filoni del New Journalism, del Non fiction
novel e del New Italian Epic, analizzano soltanto temi attuali della società. Questa
ipotesi è stata respinta perché non tutti i romanzi analizzano soltanto temi legati
all'attualità. Soprattutto nel filone del New Italian Epic i romanzi variano secondo il
tema, dai romanzi d'inchiesta che affrontano la cronaca attuale, ai romanzi storici,
che hanno come tema principale fatti importanti della storia, fino ai romanzi di
matrice fantastica collocati nel futuro.
Anche la seconda ipotesi che tutti i romanzi d'inchiesta si basano su articoli
giornalistici è stata respinta. È vero che la maggior parte dei romanzi d'inchiesta si
basa su fatti di cronaca che inizialmente vengono pubblicati come notizie, ma non
per questo si può affermare che tutti i romanzi d'inchiesta derivino da essi. Come
nell’esempio di Gomorra, l'intero libro è fondato su cronache giudiziarie e
intercettazioni telefoniche fornite dalle forze dell'ordine, o comunque è stato lo stesso
scrittore a vivere e in pirma persona le cose descritte nel romanzo.
In fine, anche la terza ipotesi che, il romanzo Gomorra di Roberto Saviano si
basi soltanto su fatti realmente accaduti, è stata respinta. Come già menzionato, la
maggior parte dei fatti descritti dall'autore di Gomorra è reale, perché estratta da
cronache giudiziarie, intercettazioni telefoniche e affermazioni di pentiti della
camorra. Ci sono delle parti, però, che sono state scritte per rendere più fluido e
interessante il racconto agli occhi dei lettori, il che è stato confermato anche dallo
stesso scrittore del romanzo. Questo tipo di scrittura viene chiamata Non fiction novel
e Gomorra è, negli ultimi decenni, il libro per antonomasia di tale forma letteraria.
In conclusione si può affermare che la letteratura e il giornalismo sono
strettamente correlati tra di loro, il che si è potuto notare nell’esempio analizzato del
romanzo Gomorra, che unisce ambedue gli stili letterari.
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SINTESI IN SLOVENO
1 PREISKOVALNA KNJIŽEVNOST
Književna zvrst popotniških dnevnikov in reportažnih romanov se razvije že v
srednjem veku, sprva kot kronike v mestnih časopisih, brez kakršnihkoli književnih
olepševanj. Kasneje, s pojavom osvajanj Novega sveta, pa mornarji pričnejo s
pisanjem dnevnikov in pisem, polnih literarnih olepševanj, čustev in retoričnih figur.
Tako se razvije književna zvrst popotniških dnevnikov, ki združuje novinarsko
pisanje s književnostjo. Ta način pisanja se nadaljuje vse do dvajsetega stoletja, ko
popotniške dnevnike objavljajo po delih, kot časopisne članke. Naposled jih
najpomembnejši predstavniki te zvrsti združijo v zbirke, iz katerih so kasneje nastale
knjige, ki so združile dele popotniških dnevnikov v roman. Tako so nastali prvi
reportažni romani, tako imenovani hibridi, ki združujejo književno in novinarsko
zvrst pisanja in so se kasneje razvili v preiskovalne romane.
2 NEW JOURNALISM
New Journalism se je v Združenih državah Amerike razvil leta 1973, ko ga je
prvič omenil Tome Wolfe, ki velja za njegovega iznajditelja. Cilj novinarjev New
Journalisma je pisanje novinarskih člankov s pridihom književnosti, tako da
novinarsko zvrst pisanja olepšajo in dopolnijo z določenimi estetskimi kriteriji.
Taki članki so tako bolj podobni romanu kot pa običajnemu novinarskemu članku.
Omenjeno zvrst pisanja so iznašli, da bi pritegnili bralce in jim poleg dogodkov
ponudili tudi zgodbo s čustvi, ki bi jih bolj pritegnila oziroma jim nudila občutek, da
so zgodbo doživljali prvoosebno.
Tome Wolfe je leta 1973 izdal knjigo z naslovom New Journalism, kjer je
povzel štiri osnovna pravila omenjenega literarnega žanra. Tako naj bi pisec sestavil
članek prizor za prizorom in naj bi opisal podrobnosti, da lahko poglobljeno
predstavi lik, o katerem piše. V članku naj ne bi bili prisotni samo podatki, ampak
55
naj bi pisatelj izhajal iz uporabljenih dialogov in pogovorov. Navsezadnje pa naj bi
vsak prizor predstavil in opisal z vidika lika, ki ga članek obravnava.
Bralci so v tistem obdobju čutili potrebo po doživljanju in udeležbi v družbeni
kroniki. Tako je bil glavni cilj piscev New Journalisma, da jim zgodbo čedalje bolj
približajo, da se bralci poosebijo v opisane like in, ne nazadnje, da zgodbo občutijo
in z liki sočustvujejo. Glavne teme omenjenega žanra so zato bile vojna v Vietnamu,
problem prepogoste in vedno bolj obsežne uporabe mamil ter rasizem.
3 NON FICTION NOVEL
Literarni žanr, poimenovan Non fiction novel, se je razvil v Združenih državah
Amerike v sedemdesetih letih dvajsetega stoletja, sočasno z že prej omenjenim New
Journalismom. Začetnik tega literarnega žanra je Truman Capote s svojim romanom
Hladnokrvno5 (1966), ki je tudi prvi tovrstni roman. Ključni značilnosti take vrste
romana sta povezovanje izmišljenih zgodb z resničnimi dogodki in prisotnost na
kraju, kjer se zgodba, ki jo želimo opisati, dogaja. Tako je sam Truman Capote v
svojem prvencu Hladnokrvno opisal umor družine iz Kansasa, ki sta ga storila
mladeniča. Pisatelj je šest let zbiral dokaze in opravljal intervjuje z vpletenimi v
umor in ostalimi prebivalci mesta in naposled zbral dovolj gradiva, da je lahko
napisal roman.
Nefikcijski roman je torej hibridni žanr, ki povezuje novinarsko zvrst pisanja z
romanopisjem, torej združuje estetsko pisanje z resničnim in fantastičnim.
4 NEW ITALIAN EPIC
New Italian Epic je literarna smer, ki se je razvila v Italiji v prvih letih
enaindvajsetega stoletja in obravnava romane, ki so izšli prav tako v Italiji, in sicer
med koncem prve republike leta 1993 in letom 2008. Značilnost omenjenega žanra
je, da ne obravnava pisatelje, temveč samo njihova dela. Tako torej v žanr New 5 In cold blood
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Italian Epica lahko spada samo nekaj romanov določenega pisatelja, ostali zaradi
določenih karakteristik ne spadajo v isto zvrst.
Zvrst New Italian Epica je zasnovalo pet italijanskih pisateljev, ki se
poimenujejo s skupnim psevdonimom Wu Ming foundation. Glavne značilnosti so
pisatelji objavili na spletu leta 2008 v tako imenovanem Memorandumu, ki je bil
kasneje izdan tudi v knjižni obliki. Romani, ki spadajo v to literarno zvrst, so si med
seboj zelo različni, saj zajemajo tako zgodovinske in reportažne, kot tudi znanstveno-
fantastične romane. V memorandumu je zapisanih sedem značilnosti, ki pa niso
prisotne hkrati v vseh romanih tega žanra. Romani New Italian Epica odklanjajo
ironičnost postmodernih romanov, eksperimentirajo z neobičajnimi mnenji,
vsebujejo tako imenovane alternativne zgodbe, ki opisujejo zgodovinske dogodke s
potencialno drugačnim potekom in koncem le-teh. Veliko teh romanov je po
strukturi kompleksnih, vendar jih bere množica ljudi, torej so kljub kompleksnosti
postali uspešnice. Potem so tu še romani, poimenovani Unidentified narrative object,
kar pomeni, da se romana glede na njegovo vsebino ne da umestiti v točno določen
žanr. Tak primer je roman Gomorra pisatelja Roberta Saviana, saj združuje
novinarsko zvrst pisanja z romanopisjem.
Skratka, postmodernistični žanr New Italian Epica preučuje romane, ki so izšli
v zadnjih dvajsetih letih enaindvajsetega stoletja in jih glede na določene kriterije
združuje v celoto, ne glede na to, kdo jih je napisal.
5 PREISKOVALNO NOVINARSTVO
Preiskovalno novinarstvo se je, tako kot preiskovalni roman, razvilo v
Združenih državah Amerike v šestdesetih in sedemdesetih letih dvajsetega stoletja.
Novinarji so vseskozi težili k večji svobodi tiska in govora, zato so začeli razvijati
nove tipe novinarstva, kamor spada že prej omenjeni New Journalism, ki je sicer
mešanica romanopisja in novinarskega pisanja.
Preiskovalno novinarstvo temelji na resni in poglobljeni raziskavi o neki
določeni družbeni temi oziroma problemu. Novinar si v preiskovalnem članku
postavi neko predpostavko, ki jo z raziskavo želi potrditi. Ta predpostavka se v
57
procesu nastajanja preiskovalnega članka velikokrat spremeni zaradi na novo
odkritih stvari. Razlikujemo dve vrsti preiskovalnega novinarstva; spoznavno
novinarstvo, ki skuša razložiti in opisati pojav spreminjanja družbe, in preiskovalno
novinarstvo, ki se osredotoča na neko določeno skrivnostno in zamolčano dejanje.
Pri pisanju preiskovalnih člankov je zelo pomemben tudi način pisanja; jasneje
in lažje kot bo članek napisan, večje število ljudi ga bo prebralo. Kakorkoli so članki
napisani, je za preiskovalne novinarje vedno najpomembneje, da resnici pridejo do
dna.
6 PRIMER GOMORRA
Gomorra je prvi roman pisatelja in novinarja Roberta Saviana, ki je izšel leta
2006 in opisuje poslovne in druge skrivnosti ene najbolj razširjenih mafij v Italiji,
imenovane camorra. Roberto Saviano je rojen v krajih, kjer je camorra najbolj
aktivna, zato se odloči, da razišče vse poslovne in strukturalne skrivnosti te mafije.
Svojo raziskavo začne na terenu, kjer kot skriti opazovalec prvoosebno prisostvuje
raznim zločinom, kot so preprodaja drog, uvažanje neprijavljenega tekstila iz
Kitajske, zakopavanje toksičnih odpadkov v zapuščenih rudnikih in bencinskih
črpalkah. Velika večina ostale preiskave izhaja iz policijskih zapisnikov in
zasliševanj, iz prestreženih klicev mafijcev in zapiskov sodnih obravnav. Ker je
Gomorra roman, ki je umeščen v žanr Non fiction novela, preiskovalne izsledke
dopolnjujejo tudi izmišljene zgodbe.
Gomorra je torej roman, ki je na novo oživel žanr Non fiction novela, je pa tudi
roman, ki je spremenil Italijo in svet. Saviano si je v tem romanu upal napisati stvari,
ki si jih je do sedaj redkokdo. Razkril je imena in kraje najbolj znanih in okrutnih
mafijcev v Italiji, zato od leta 2008 živi z nenehnim policijskim spremstvom. Vendar
je povedal resnico, ki je vsaj nekoliko pripomogla k izboljšanju stanja na jugu
Italijanskega polotoka.
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7 ZAKLJUČEK
Preiskovalni roman in preiskovalno novinarstvo imata, predvsem kot literarna
žanra, veliko skupnega. Nastajala sta skoraj sočasno in se od sedemdesetih let
dvajsetega stoletja skupno razvijala vse do današnjih dni. Najpomembnejša skupna
lastnost je težnja k odkrivanju resnice in nepravilnosti, ki obkrožajo današnjo družbo.
Tako je zasnovan tudi roman Gomorra Roberta Saviana, ki temelji na pravilih
pisanja preiskovalnega novinarstva in predvsem preiskovalnega romana. Omenjeni
roman je zmes New Journalisma in Non fiction novela, saj je osrednja tema romana
preiskava mafijske združbe camorra ter navajanje policijskih zapisnikov in drugih
dokumentov, ki jo avtor olepša z bolj ali manj izmišljenimi zgodbami, ki celotnemu
besedilu dodajo obliko romana.
Preiskovalni roman in preiskovalno novinarstvo sta si vsebinsko podobna
žanra, ki se med seboj tudi dopolnjujeta in tako pripomoreta k ustvarjanju novih
literarnih žanrov, kot sta New Journalism in Non fiction novel. Tako preiskovalni
roman kot preiskovalno novinarstvo pa imata skupno lastnost odkrivanja resnice.
59
BIBLIOGRAFIA E FONTI
Bibliografia
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62
APPENDICE 1: Esempio dell'io narrante nel romanzo Gomorra
Il sottomarino è la persona che viene incaricata di distribuire la mensilità. Li
chiamano così perché strisciano sul fondo delle strade. Non si fanno mai vedere, non
devono essere facilmente rintracciabili perché possono essere ricattati, messi sotto
pressione, rapinati. […] I sottomarini non sono parte del Sistema, non vengono
affiliati; potrebbero, gestendo i salari sfruttare questo ruolo fondamentale e aspirare a
crescere nel clan. Sono quasi sempre pensionati, ragionieri di negozio, vecchi
contabili di bottega, che lavorano per i clan incassano un altro stipendio
arrotondando arrotondando la pensione e soprattutto riuscendo a uscire di casa senza
marcire davanti alla televisione. Bussano ogni 28 del mese, poggiano le loro buste di
plastica sui tavoli e poi dall'interno della giacca, da una tasca gonfissima, cacciano
una busta di carta con sopra scritto il cognome dell'affiliato morto o in galera e la
danno alla moglie, e se non c'è al figlio più grande. Quasi sempre assieme alla
mesata portano anche un po’ di spesa. Prosciutto, frutta, pasta, uova, un po’ di pane.
Salgono le scale strusciando le buste vicino alle pareti. Quello struscio continuo, i
piedi pesanti, quello è il campanello del sottomarino. […]
Aveva portato le mesate a centinaia di donne di camorra, avrebbe potuto tracciare
memorie precise di generazioni di donne, di mogli e fidanzate e anche di uomini soli.
Storiografie di commenti critici a boss e politici, ma don Ciro era un sottomarino
silenzioso e malinconico che davvero aveva fatto della sua testa un corpo vuoto dove
rimbombava, senza lasciar traccia, ogni parola ascoltata. Mentre gli parlavo mi aveva
trascinato dal centro alla periferia di Napoli, poi mi salutò e prese un bus che
l'avrebbe fatto tornare dal punto da dove eravamo partiti. Era tutto parte della
strategia per evitare che intuissi, anche soltanto lontanamente, dove abitasse
(Saviano, 2006, 154).
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