Editoriale...connubio: quasi un ossimoro nel quale “digitale” (la tecnologia) ed “analogico”...

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Tutto ciò che vorreste sapere su Mentoring & Supervisione – o quasi – è riassunto qui, in questo numero di CoachMag dedicato al tema che ricorre impellente nella coscienza dei professionisti attenti al proprio progresso.

Questa volta ci dilunghiamo, le cose da dire sono davvero tante e tutte interessanti; non ho cuore (né cervello) per restringere, con il rischio di perdere qualche pezzo importante. Facciamo così: se vi accorgete di annoiarvi, passate all’articolo successivo. Come dice Daniel Pennac nel suo decalogo del lettore: “il lettore ha il diritto di non leggere (ciò che lo annoia - aggiungo io)”

Cominciamo quindi da un post che trovate nel sito www.coachmag.it : è la prima parte di un’intervista lunga e articolata ad una coach esperta che ha fatto della supervisione, e della diffusione di un’abitudine formativa tra le migliori, il suo cavallo di battaglia. L’intervista prosegue all’interno del magazine. Supervisione e mentoring, come attività da attuare o da proporre a clienti e colleghi, ma anche come scambio tra pari livello di esperienza, vengono analizzati, spiegati, raccontati con casi ed esempi calzanti da professionisti che sanno di cosa parlano. Poca teoria, molto esercizio, generoso storytelling. Casi e progetti correnti si fondono con storie personali, zone d’ombra si intrecciano con la tecnologia, all’insegna dell’apertura e delle idee possibili.Per una volta, nel campo neutro e indipendente di CoachMag, coaching e psicologia si incontrano e dialogano in modo cordiale, grazie all’intervento di SCP Italy e alla metavisione.In più, trattiamo alcune angolazioni del coaching poco diffuse, e perciò ricostruibili come nuove frontiere per nuove nicchie di business, o aree che incuriosiscono e provocano desiderio di saperne di più. Gli autori sono tutti elencati nel sito www.coachmag.it/redazione, con foto, profilo e indirizzo.

Colgo come sempre l’occasione per ricordare che CoachMag è un magazine autofinanziato che vive grazie al generoso contributo letterario di esperti degli argomenti trattati, ed agli apporti economici pubblicitari. Sostenere economicamente CoachMag con abbonamenti, banner e spazi pubblicitari significa continuare a leggere per informarsi e formarsi al Coaching.

Chiunque può fare la propria parte:• abbonandosi, regalando abbonamenti o promuovendo l’esistenza del magazine• affittando spazi marketing nel sito www.coachmag.it e all’interno della rivista • inserendo il proprio profilo di coach nella bacheca dei coach www.coachmag.it/

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presenti nel sito)

E’ in arrivo una nuova iniziativa: i QUADERNI del coaching, agili libretti di approfondimento a tema, saranno presto disponibili sulla piattaforma di CoachMag. Ve ne parlerò presto.

Buona lettura

Marina FabianoDirettore [email protected]

Editorialedi Marina Fabiano

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COACHMAGNumero 8

Febbraio 2011

Direttore EditorialeMarina Fabiano

[email protected]

In redazione (questo numero)Monica Ambrosini

Alessandro LoRussoClaudia Crescenzi

Maurizio VariniValerie Ryder

Silvana DiniAlessandra Rosicarelli

Ida SirolliRoberto Ibba

Carlotta RizzoEmanuela Del Pianto

Paola LunghiClaudio Concilio

Gian Luca CacciariSusanna Dal Zotto

Diego Senziani

Grafica e impaginazioneLuca Gentile

[email protected]

Direzione e RedazioneMarina FabianoVia Baranzate, 57

Novate Milanese (MI)Tf: 347 3061024

e-mail: [email protected]: www.coachmag.it

_Diffusione e periodicitàOnline, .pdf scaricabile, in abbonamento annuale

Quattro numeri all’anno, trimestraliCopie arretrate:

Special Pack 4 numeri 25€ ogni numero arretrato: 7€

Abbonamento annuale4 numeri, 25€

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PubblicitàRivista online, sito e newsletter

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L’editore dichiara di aver usato ogni mezzoper riconoscere i diritti d’autore del materiale

e delle informazioni utilizzate, e resta ovviamentea disposizione per adempiere agli obblighi di

legge nel caso non avesse ottemperato pienamente.

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La supervisione nell’Executive Coaching: Un lusso o una necessità? (parte II)Intervista di Monica Ambrosini a Marjorie Shackleton

Non solo sviluppo personale!di Alessandro LoRusso.

Esperienze sul campodi Maurizio Varini

Mentoring in azione: il caso PWAIntervista di Marina Fabiano a Valerie Ryder

Il gioco delle coppiedi Marina Fabiano

La Metavisione come leva di sviluppo continuo del CoachTavola rotonda con SCP ITaly

Zone d’ombra nella supervisionedi Paola Lunghi

Mentoring al contrariodi Claudia Crescenzi

Tecnologia e intuito in operadi Claudio Concilio

Chi allena l’allenatore?di Marina Fabiano

Come mai proprio a me?di Gian Luca Cacciari

Talent Coaching per scrittori e affinidi Marina Fabiano e Natascia Pane

Le metamorfosi di Fetontedi Diego Senziani

Il Coach Mediatore Familiaredi Susanna Dal Zotto

Eventi

Libri in Gocce

* i profili degli autori sono disponibili nel sito coachmag.it/redazione

Indice

Life Coaching

Non solo Coaching

Coaching & Storytelling

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Di Claudio Concilio

E’ da anni che attendo questa occasione: per lungo tempo, praticamente fin dall’inizio della professione, ho operato in “team” presso società di servizi, per proporre e integrare nuovi sistemi informatici nelle aziende a supporto dell’efficienza dei processi nelle più svariate aree dell’organizzazione. Sistemi e soluzioni che poi altre persone avrebbero dovuto imparare ad utilizzare attraversando la comprensione non facile di nuovi dati, nuove modalità di inserimento delle informazioni e interfacce all’apparenza più evolute rispetto al software precedente, il più delle volte ancora più complesse. Insomma, non vi nascondo la mia provenienza dal mondo delle soluzioni informatiche “semplici” per organizzazioni complesse (e non viceversa, almeno nelle intenzioni originali).Sono sempre stato convinto che chi fosse riuscito a lavorare costruendo da sé uno di questi sistemi come “vestito su misura” per l’attività che svolge, facendolo crescere sull’esperienza quotidiana, correggendo, arricchendo e semplificando il proprio lavoro con l’ausilio di una applicazione software avrebbe avuto un’esperienza importante e di sicuro successo.

Negli ultimi anni, come coach, ho seguito con curiosità ed energia “la mia stella” anzi le mie due stelle: la passione per il “coaching” e l’attenzione per le (nuove) tecnologie, specie quelle che aprono alla collaborazione ed al “knowledge management” collaborativo, ben convinto del percorso e del punto di arrivo da mettere in comune con altri.

Per certi aspetti si tratta apparentemente di uno strano connubio: quasi un ossimoro nel quale “digitale” (la tecnologia) ed “analogico” (la relazione) trovano un punto di incontro e soprattutto un’occasione di reciproco potenziamento e valorizzazione che per me sono stati, letti con gli occhi di oggi, molto utili. Vi parlo in queste righe - ecco la mia occasione tanto attesa - di questa sfida, a mio avviso ben riuscita, che si chiama WebCoach.

Un taccuino digitaleL’applicazione è cresciuta con me nella borsa da lavoro come il mio taccuino digitale durante le sessioni di coaching analogico. E’ poi diventata la mia ricca ed irrinunciabile fonte di metodi, protocolli, questionari e strumenti dai quali prelevare di volta in volta i percorsi di coaching organizzativo più adatti per i miei coachee. Infine è diventata lo specchio che adopero durante le sessioni nel quale la persona in ruolo rivede se stessa ed i gruppi rivedono le loro dinamiche relazionali agite, con immediatezza e spesso con

sorpresa. Mi supporta da tempo con successo nel lavoro di coach: è come se avessi sempre al mio fianco un “team” di coach-supervisori; con i coachee, è come aver aggiunto un “terzo partecipante” ed un nuovo terreno di gioco per il lavoro di orientamento all’auto-sviluppo.

All’origine delle attività di coaching, c’erano un gran numero di singoli file archiviati in apposite cartelle sul personal computer, o preparati ad ogni sessione per tracciare il prima, il durante ed il dopo; tanta carta stampata e appunti raccolti in tutta fretta a mano, sicuramente illeggibili per i miei colleghi coach nelle supervisioni e già dopo poco tempo incomprensibili anche per me. Dopo pochi mesi da coach, il mio archivio su disco è diventato di dimensioni impossibili: orientarcisi e recuperare ciò che serve e quando serve richiedeva sempre maggiore attenzione e troppo tempo.

Oggi WebCoach è maturo per poterne parlare, rendendolo l’immagine che si preferisce: un contenitore vuoto nel quale man mano poter inserire tutto ciò che riguarda la propria attività di coaching; oppure / anche, una base già popolata di strumenti, documenti e componenti pronti all’uso, anzi, pronti alla vostra personalizzazione. Nulla vieta, d’altra parte, di immaginare WebCoach utilizzato nella rete aziendale dalla Direzione Risorse Umane e Organizzazione come uno dei canali possibili di espressione e guida coordinata allo sviluppo dei gruppi di lavoro e del lavoro di gruppo, oltre che all’auto-sviluppo manageriale.

Un esempio praticoDa un interessante articolo nel nr 6 di Coachmag leggo, riguardo agli strumenti: <<..solitamente utilizzo altri strumenti: la Programmazione NeuroLinguistica di J. Grinder e R. Bandler, il modello della consapevolezza di S. Covey, l’analisi transazionale di T.Harris e E.Berne, la finestra di Johari di J. Luft e H. Ingham, le ancore di carriera di E. Schein, la leadership situazionale di Hersey e Blanchard, la leadership trasformazionale di Bass e Avorio... tanto per dire i più significativi. Per aiutare i coachee ad utilizzare tali modelli nella loro vita quotidiana, propongo questionari di autodiagnosi mirati ...>> (Coachmag nr.6 - Il mio metodo di fare coaching, Emanuela Del Pianto). Ecco, in primo luogo WebCoach è stato progettato per questa prima esigenza di “knowledge management” intorno al coaching: • catturare le competenze collettive reperibili dalla

letteratura, dai casi reali, dalle scuole; • riclassificare in una base dati pre-strutturata e pre-

codificata queste componenti che man mano popolano la biblioteca e la cassetta degli attrezzi personale del coach;

• permetterne una facile e rapida fruizione e applicazione nelle sessioni di coaching.

In altre parole, in risposta al mio peccato originale di voler classificare e disporre rapidamente di ciò che mi serve nel lavoro di coach tramite un veloce “motore di ricerca”, WebCoach contiene:

Tecnologia e intuito in opera

MENTORING E SUPERVISIONE –– 18

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at play nelle organizzazioni

che apprendonochanging

nelle organizzazioni

che apprendono

Unire lʼingegneria delle organizzazioni e la dimensione personale delle competenze manageriali

quando le procedure non governanoe pianificare è un’ incertezza; se le organizzazioni evolvono correndoe le persone in ruolo sono finalmente al centro delle organizzazioni

quando le procedure non governanoe pianificare è un’ incertezza; se le organizzazioni evolvono correndoe le persone in ruolo sono finalmente al centro delle organizzazioni

✓ Metodologie ed esperienze di “Business and Executive Coaching”

✓ Tecnologie per le Risorse Umane

✓ Project & Program management

✓ Business Process Re-engineering

✓ Metodologie ed esperienze di “Business and Executive Coaching”

✓ Tecnologie per le Risorse Umane

✓ Project & Program management

✓ Business Process Re-engineering

web: www.TSKILLS.com mailto: [email protected]

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- alla base, il materiale “grezzo” e abbondante prelevato da varie fonti accademiche, di scuola, da riferimenti certi, insomma (ad esempio testi, articoli, questionari, etc...);- su un gradino più alto mette a disposizione l’informazione, cioè dati selezionati e organizzati per essere facilmente fruiti e trasformati in attrezzi di lavoro e di comunicazione (ad esempio questionari sull’autostima; dizionari di competenze e comportamenti per ruolo);- infine la conoscenza, cioè informazione rielaborata e applicata alla pratica: WebCoach implementa protocolli di coaching ri-configurabili in modo flessibile, caso per caso, in accordo con le scelte e l’intuito, del tutto analogico, del coach.

Al vertice dell’utilizzo dell’applicazione WebCoach si trova il lavoro congiunto ed interattivo tra coach e coachee, su quel terreno comune di gioco-lavoro che solo un’applicazione “web” dalla grafica essenziale e chiara può garantire.

In questo terreno interagiscono, come utenti di diverso profilo della stessa applicazione, l’esperienza del coach da un lato, ben supportato dalla sua cassetta degli attrezzi personalizzata, ed il vissuto del coachee nel suo ruolo, con i suoi comportamenti, le sue dinamiche relazionali; la sua rete di connessioni di processo, di decisione, di condivisione e di collaborazione. Attitudini e fenomeni, questi, che vengono sottoposti a test e osservati attraverso gli strumenti della biblioteca Web Coach; selezionati dal coach, questi sono somministrati al coachee-utente “in rete” attraverso il proprio computer (o altro dispositivo) mediante una semplice ed accattivante interfaccia.

Un compagno di lavoro strutturatoNe risulta un supporto di lavoro completo, tramite il quale coach e coachee dapprima effettuano insieme l’analisi del ruolo in termini quantitativi (cioè osservando il peso organizzativo e decisionale); poi in termini qualitativi (focalizzando le relazioni critiche, le attitudini espresse, le complessità); successivamente disegnano il piano di auto-valutazione e 360° esteso, mediando questionari e griglie di competenze con comportamenti osservabili, ciò che di solito guida l’avvio dei percorsi di coaching.In ultima istanza, WebCoach mette a disposizione, selezionate dal coach, le esercitazioni della palestra-laboratorio, così come eventuali strumenti per progettare il piano di sviluppo e gli obiettivi dichiarati.

Web Coach è pragmatico: si occupa dell’efficienza del lavoro del coach configurando, tra i tanti possibili, l’insieme più adatto al singolo percorso di coaching.

La personalizzazione si basa su una biblioteca ricca e aggiornata di strumenti e fonti, affiancando il flusso di lavoro delle conversazioni di coaching con l’erogazione di attività di vario genere. Il beneficio collaterale che WebCoach garantisce al professionista coach in quanto “software” costruito per il coaching su un Data Base relazionale, è la rigorosa archiviazione e tracciabilità dell’intero processo di lavoro: dalla progettazione all’ultima sessione conclusiva, con l’obiettivo dell’arricchimento periodico della base dati e del miglioramento continuo del proprio lavoro. Produrre documentazione di qualità e con i livelli di riservatezza richiesti è uno dei compiti svolti in automatico dall’applicazione.

WebCoach rappresenta nel mio lavoro di coach quell’aiuto a cui non so più rinunciare, specie quando in testa sta per nascere quella “battaglia di pensieri” fatta di metodologie e strumenti possibili, da utilizzare al momento con il proprio coachee, in quello specifico progetto: insomma mi affianca e mi facilita nelle decisioni che il buon intuito del coach, necessario ma non sempre sufficiente, non può assumere da solo.

Ne volete sapere di più? Sono qui, basta chiedere.

Claudio Conciliowww.tskills.com

“La missione del software è facilitare la gestione del-

la conoscenza”

“WebCoach è avere sempre a disposizione un team di

supervisori”

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