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DUE

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s o m m a r i o

3ZONAEDITORIALE

3.L'editoriale

4ZONACATANIA

4.Intervista a Enzo Bianco5.Mostra Picasso

6ZONAPATERNÒ7.Dov'è la rivoluzione8.L'ospedale "SS. Salvatore"

11ZONAINCHIESTA

11.Storie di immigrati

12ZONAINTERVISTA12.13.Storie di un viaggiatore

19ZONAHITECH

19.WhatsApp Vs Telegram

14ZONACULTURA14.15 La buona scuola16. La poesia di Cettina Caliò17. Luoghi di socializzazione

21ZONATENDENZE

21.Tendenze e brand

ZONABENESSERE22.Dieta vegana e vegetariana23.Fitness Day 2015

N0.MAGGIO2015.PERIODICOMENSILESTAMPATOIN3.500COPIE.

'esigenza di capire, e per capire di sapere. Perchè non basta evocare continuamente il fantasma della crisi né stordirsi con speranze e promesse che spesso hanno la stessa consi-stenza, liquida ed effimera, dell'inchiostro con cui vengono dipinte e diffuse. La crisi esiste, ma comprenderne, di volta in volta, gli aspetti, le cause, le caratteristiche, è l'unico modo per affrontarla con lo spirito di chi vuole uscirne davvero.Il bisogno di cambiamenti radicali e incisivi percorre tutta la società italiana, davvero, ma la risposta deve essere fatta di azioni forti, corag-giose, con conseguenze reali e non soltanto di facciata.L'Italia da molti anni ormai ondeggia tra una attitudine perenne al lamento e la speranza che ci sia qualcuno, l'uomo forte, il salvatore, capace di risolvere in un colpo tutti i problemi. Il risultato è un panorama politico sempre più confuso, in cui pare trionfare l'opportunismo e il qualunquismo, e la sensazione, per i cittadini, che la distanza tra la politica e la vita reale del paese, nonostante tutto, aumenti ancora.Anche la Sicilia non è sfuggita a questo sche-ma. Lo spartito, ormai da anni, si basa sul ritor-nello dell'autocommiserazione, che individua a turno in qualcun altro il responsabile dei no-stri guai, e sulla musica, assordante, delle svioli-nate al potente di turno. Una marea di parassiti ed opportunisti che da sempre galleggiano iscrivendosi entusiasti al partito del vincitore di turno. Allora l'esigenza di capire, per chi vuole essere un costruttore del suo e del nostro futuro, da cittadino, consapevole, attento, informato e li-bero. Informato e quindi libero. Zona Franca è lo spazio sgombro da pregiudizi, in cui in-nanzitutto si cerca di osservare e comprendere la società in cui viviamo. La realtà delle nostre città, così complesse e così poco raccontate, così ricche e così poco coscienti delle proprie ricchezze. Uno strumento di informazione che vuole uscire dallo schema consueto, puntan-do, davvero, decisamente, sulla società, cioè

sulla vita reale e pulsante delle comunità, fatta di storie, di esseri umani, di sconfitte, di successi, di speranze.Un giornale, per essere chiari, in cui ci sia tanto spazio per la cultura, ma non intesa come esercitazione di erudizio-ne, giusto per citare qualche libro o il film che nessuno vorrà vedere, o che hanno già visto tutti. La cultura delle iniziative concrete che nelle nostre città esistono e sono spesso di grande qualità, la cultura delle sperimentazio-ni e delle ricerche, ed anche la cultura legate alla nostra identità, fatta di storia, bellezza, e cura. Un giornale che vuole cercare e mostrare gli angoli critici del nostro mondo, ma non compiacersi solo della galle-ria di tristezze, ignorando i segnali di speranza, le storie di lotta e di riscatto, perchè siamo convinti che una buona informazione può contribuire al progresso di una comu-nità, e di una nazione, ma a condizione che utilizzi la critica e non l'esposizione della catastrofe, perchè la critica con-tiene la responsabilità e l'onere dell'analisi, la catastrofe produce il sentimento del nulla, l'irreparabilità, su cui han-no facile gioco poi i venditori di fumo, gli urlatori dell'odio e dell'insulto a basso costo.Ci piace pensare che il lettore possa sfogliare Zona Franca con la stessa curiosità attenta dell'esploratore, che ad ogni pagina sa di potere scoprire qualcosa di più, di nuovo, che dalle nostre pagine potrà sentire il profumo della vita che scorre ogni giorno nelle vene delle città, dentro le scuole, per le strade, nei mercati, sentire le voci vere della gente, a volte arrabbiate, altre gioiose, altre ancora incerte e dubbiose, sempre sincere, e non solo le quattro chiacchiere della politica. Ecco, un giornale che apra il sipario sul gran teatro della vita e non su piccoli teatrini di replicanti noiosi. Un'avventura, come si dice in questi casi, che avrà biso-gno di tanto coraggio quanto d'umiltà, il coraggio per sbagliare e l'umiltà di correggersi, perciò a tutti i lettori, una richiesta: inondateci di consigli, di pareri, diteci la vostra. Non abbiamo certezze in tasca, sappiamo che è importante iniziare, sentiamo che ce n'è il bisogno. Ci pia-cerebbe dire, come il personaggio di Linea d'ombra, di Conrad, immaginato da Jovanotti: "domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire getterò i ba-gagli in mare studierò le carte e aspetterò di sapere per dove si parte quando si parte e quando passerà il monso-ne dirò levate l'ancora diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione questa è la decisione."

LA cura di Francesca Coluccio

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QUATTRO

ZONACATANIA

CINQUE

maggiori. A questo si aggiunge una burocrazia bloccata e nor-me che impediscono ai comuni di operare concretamente in autonomia. Tutto questo nono-stante si parli di federalismo. Io penso che il sindaco debba essere il rappresentante di una comunità, deve avere la capaci-tà di intercettare le migliori for-

ze della città, stimolarle e guidarle. Senza i cittadini le nostre città non si salvano. E parlo, solo per fare un esempio, di esperienze come il Lungomare Liberato, il Castello Ursino Li-berato  e l'affidamento dei parchi ad associazioni e volontari.- Da presidente dell'assemblea dell'Anci la sua vi-sione è certamente chiara: conosce perfettamente le criticità che coinvolgono i comuni , quali solle-citazioni è in grado di dare al governo regionale e nazionale?Aggiungerei anche la Ue, visto che tra l'altro è l'uni-ca realtà dalla quale i Comuni possono aspettarsi finanziamenti. Come capo della Delegazione italia-na al Comitato delle Regioni dell'Ue mi occuperò proprio di questo. E naturalmente anche in questo caso il concetto della squadra si rivelerà vincente. Devono essere i territori a progettare il proprio futuro, collegandosi con i governi regionali, quello nazionale e quello europeo. Comunque occorre senz'altro una mag-giore attenzione in difesa delle prerogative dei Co-muni, che sono a diretto contatto con i cittadini e ne conoscono le esigenze.

pittore, trasformava la tela in un attacco politico e so-ciale, mettendo in luce la

guerra, unica devastante protagonista. La mostra dà l'opportunità di conoscere il pittore a 360 gradi: si può notare, anche, la spasmodica passione per se stesso, attraverso una serie di autoritratti che mostrano non una semplice figura ma la sua anima inquieta di pittore moderno. Di sala in sala si susseguono intriganti serie di quadri, che in alcuni casi raccontano delle storie, come nella serie "Carmen", in altri è funzionale solo il fine scenico e quello puramente raffigurativo. Il viag-gio che ogni visitatore ha a disposizione è un viaggio non solo nella Spagna di Pablo Picasso, ma anche in Pablo Picasso stesso, che, attraverso la sua arte, inten-deva entrare nel cuore di chi su di essa avesse posato lo sguardo.

-Sindaco, l'Ars ha bocciato la proposta di abolizione del-

le province. Ma lei lavora già da tempo nell'ottica della Cit-tà Metropolitana. Quali sono i temi su cui è più urgente un la-voro di raccordo con i comuni vicini? E quale è la scala giusta di questo lavoro, cioè dobbiamo limitarci a consi-derare la cintura urbana o addirittura spingerci a creare un tavolo di lavoro con i comuni del Distret-to del sud-est?Dispiace che la Sicilia, partita per prima, sia rima-sta indietro su questa rivoluzionaria riforma men-tre nel resto del Paese tutti gli organismi sono già operativi. Abbiamo già ottenuto degli straordinari risultati lavorando insieme sui progetti riguardanti il dissesto idrogeologico, ma anche, per esempio, sulla Mobilità. Ma dobbiamo imparare a lavorare in squadra an-che su altri fronti. Dunque, ovviamente, il Distretto del Sud Est, ma anche il Coordinamento dei Comu-ni Unesco, che abbiamo creato e che ci consenti-rà di attingere a specifici finanziamenti europei. Dobbiamo sempre di più impegnarci per lasciare da parte i campanilismi e agire come un territorio forte e coeso.- Lei ha fatto una straordinaria esperienza di am-ministratore circa 20 anni fa. Come è cambiata la figura del sindaco da allora?Molto. La crisi ha pesato tanto. I Comuni hanno sem-pre meno fondi e devono erogare servizi sempre

Il Castello Ursino, come un mecena-te cinquecentesco, apre, dal 4 aprile al 28 Giugno, le sue porte ad

un pittore moderno, prorompente e innovativo, Pablo Picasso. L'atmosfera medievale della location si oppo-ne fortemente all'estro creativo del pittore spagnolo, garantendo un'immersione totale nell'arte, da un lato nella classica, devota alla perfezione stilistica, e dall'al-tro nell'esplosione totale della creatività del pittore moderno. Già dalla prima sala si entra a contatto con l'universo del pittore. L'atmosfera creata attraverso i suoni della corrida e soprattutto delle 27 incisioni, ac-compagnano in un viaggio che conduce al cuore del poeta: la tauromachia. Picasso fonda la propria arte in se stesso e nelle sue tradizioni: l'amore per la Spagna e la Corrida hanno sempre un posto dominante nella sua produzione artistica. Si avverte, dunque, la straor-dinaria possibilità di vivere, attraverso i quadri, i rumori e le atmosfere, la più celebre delle tradizioni spagnole. Muovendosi attraverso la mostra, ci si insinua sempre più nella mente e nell'arte del Pittore che accompa-gna, attraverso le sue opere, in un viaggio nel suo Io più profondo. Un Io fatto di egotismo, passione carna-le, amore per la sua patria e soprattutto un Io e, quindi, di riflesso, un'arte, che tende a non essere semplice-mente figura, ma anche denuncia. "La pittura è un'arma di offesa e difesa contro il nemi-co", ebbe a dire infatti Picasso e il significato profon-do arriva da una tecnologica installazione che regala la chiave per il cuore sigillato delle opere Guernica, Figura di donna ispirata alla guerra di Spagna e Mas-sacro in Corea in cui Picasso non intendeva imprimere "soltanto" una storia, ma, più come un regista che un

L'Onorevole Enzo Bianco, sindaco di Catania

Il ministro Maria Elena Boschi in visita al Castello Ursino

Picasso e le sue passioniIl Castello Ursino ospita le opere

del celebre pittore spagnolo

Intervista a Enzo Bianco"Il lavoro di squadra è fondamentale"

Intervista Francesca Coluccio

Foto Fonte WEB

Articolo Alessandro Barilla

Foto Fonte WEB

Un'opera del grande artista

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SEI SETTE

ZONAPATERNÒ

larmente ogni giorno al lavoro, ed ovviamente ricevono rego-larmente lo stipendio, ma non esistono più gli organismi di governo politico, che alla mac-china amministrativa dovreb-bero assegnare obiettivi e prio-rità. Il risultato è uno spreco immenso di risorse pubbliche. Il sindaco di Paternò, Mauro

Mangano, ha recentemente dichiarato: "Il nostro comune subisce come gli altri la situazione di in-certezza che si è creata alle Provincie. Infatti mentre alcuni servizi lavorano, diciamo autonomamente, come dimostra la realizzazione della strada pro-vinciale in contrada Gianferrante, che aspettavamo da tempo, molte altre questioni rimangono in aria. Per noi è importantissimo, ad esempio, il recupero dell'Albergo Sicilia. È di proprietà della Provincia, avevamo avuto, dal Commissario Romano, la sicurezza che sarebbe stato affidato al comune per poter fare un bando per la gestione, invece, inaspettatamente, l'inge-gnere capo della Provincia ci risponde che non sono disposti a darcelo. L'immobile però è abbandonato da anni, e diventa una fonte di pericolo anche per la villa comunale, che è adiacente. Ripeteremo la richiesta al nuovo commissario, ma nel frattempo chiederemo che si assumano immediatamente la responsabilità per metterlo in sicurezza e chiuderne gli accessi."Insomma la rivoluzione è rimasta sullo schermo te-levisivo, i problemi invece continuano ad essere sui territori.

Due anni fa in diretta televisiva, Rosario Crocetta aveva an-nunciato la grande

rivoluzione: "La Sicilia abolirà le province". Ma qualcosa è an-dato male, se ancora oggi in Si-cilia non è stata approvata nes-suna legge di riforma, e l'unica differenza con il passato è che non si svolgono elezioni provinciali, non esistono organi politici, ma solo un commissario nominato dal Presidente della Regione.E dire che nel frattempo in Italia è stata approvata una vera riforma (la legge "Del Rio") che ha trasfor-mato le province, modificandone le attribuzioni e gli organi di governo. La Sicilia aveva proposto una legge differente, il cui iter è stato da subito trava-gliato, fino a quando, il 7 aprile, l'A.R.S. ha definiti-vamente bocciato l'articolo 1 del disegno di legge, facendo decadere di fatto l'intera proposta. Tutto da rifare, in pratica. Nuovo giro di nomine di commissari, incertez-za su tutto il fronte. Perchè le Province esistono, a tutti gli effetti, continuano ad avere la competen-za della manutenzione delle strade provinciali, per esempio, e delle scuole superiori, ad avere i fondi che derivano dai trasferimenti di stato e regione, e soprattutto da tante tasse che vanno direttamente a questi enti. Ma non hanno un governo, solo un commissario, per giunta precario (a Catania per esempio, il 27 aprile si è insediata Paola Gargano, terzo commissario in due anni). Centinaia di dipendenti provinciali si recano rego-

Articolo Francesca Coluccio

L'Hotel Sicilia proprietà della Provincia Siciliana

Dov'è la rivoluzione?Il Sindaco Mangano: Anche noi

subiamo una situazione di incertezza

Foto Fonte WEB

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OTTO NOVE

Proteste dei cittadini, ripetuti appelli del Comitato in difesa dell'Ospedale, passe-relle dei politici regionali e nazionali per le corsie dell'ospedale, incontri con i ver-

tici della sanità regionale. Alla fine, nonostante tut-to, il punto nascite dell'Ospedale di Paternò è stato chiuso. Ma questo è solo uno degli effetti di una revisione della rete ospedaliera che investe tutta la rete ospedaliera regionale, e per l'ospedale di Pa-ternò prevede tante novità. Il mantenimento del punto nascite solo nell'ospe-dale di Biancavilla, per sottostare alla regola che vuole restino aperti solo i punti con più di 500 parti, è un evidente errore, frutto delle scelte compiute negli anni scorsi per motivi più di pura preferen-za politica che per una vera valutazione tecnica. Secondo il direttore generale dell'Asp Ida Grossi, invece, questa scelta garantisce i massimi livelli di sicurezza per bimbo, mamma e operatori, mentre il sindaco Mauro Mangano manifesta la sua intenzio-ne di continuare a battersi contro questa decisione, continuando sulla strada del ricorso al Tar che il co-mune ha già promosso. Ma la revisione della rete ospedaliera ha prodot-to, almeno, un risultato, un serrato confronto tra rappresentanti locali e dirigenti dell'Asp per con-cordare i passaggi più importanti per il bene dei cittadini. A confermare questo nuovo metodo, nei giorni scorsi, una conferenza stampa, per chiarire gli impegni: l'Azienda Sanitaria provinciale investi-rà fondi propri che consentiranno la riapertura di tutte le aree dell'ospedale oggi chiuse."La lunga discussione sulla revisione del piano – dice Mangano - ha modificato in parte un'imposta-

euro, a migliorare l'aspetto logistico e l'offerta dei servizi che consentirà, assicura il direttore sanitario dell'Asp Franco Luca, "un rafforzamento significa-tivo dei servizi territoriali e degli ambulatori e una maggiore integrazione ospedale-territorio". Tanti buoni propositi, insomma, ma anche paura, ad una battuta della stessa Grossi su un possibile declassa-mento del Pronto Soccorso a Punto di accoglienza per i codici bianchi. In realtà la Grossi ha affermato che il piano regionale prevede una riduzione dei pronto soccorso in tutta la provincia, ma si tratta di una misura così irragionevole che evidentemente non potrà essere resa operativa. La prova è che nel protocollo firmato da Asp e Amministrazione, la stessa Ida Grossi si impegna ad ampliare i locali destinati al Pronto Soccorso. In questi giorni è giunta la notizia del trasferimen-to della Grossi ad Asti, ma il direttore sanitario dell'ospedale, Salvo Calì, assicura che "gli impegni saranno rispettati. Sono già in corso i lavori nel cen-tro trasfusionale, a breve saranno affidati gli incari-chi per i lavori a piano terra, dove sarà dislocata la farmacia e si sta studiando un modo per ampliare gli spazi del Pronto Soccorso".

zione del Piano sanitario precedente che stabiliva una netta divisione tra l'area medica e quella chi-rurgica, sottraendo di fatto a Paternò i reparti di chi-rurgia; a Paternò non solo resterà la chirurgia, ma aumentano i posti letto rispetto a quello che aveva previsto la giunta Lombardo in precedenza".Nella vicenda dell'Ospedale, i lavori di ristruttura-zione iniziati ed interrotti sono un vero scandalo: il finanziamento di 10 milioni di euro non solo non è stato speso ma ha prodotto, paradossalmente, la chiusura di tre piani dell'ospedale. Una beffa oltre il danno per il quale ancora non ci sono responsabili; le denunce alla procura potrebbero certamente far luce; a chi ha sete di giustizia non resta che aspet-tare o agire, così come ha fatto il Comitato in difesa dell'ospedale organizzando un sit- in davanti al tri-bunale di Catania."Entro il 30 Giugno, promette Ida Grossi, saranno completati i lavori strutturali e di impiantistica ne-cessari per consentire che il servizio di Medicina trasfusionale ottenga l'accreditamento a livello nazionale". Ed entro il mese di dicembre, un pro-gramma di interventi messo appunto con il sin-daco, impegnerà l'Asp, investendo circa 700 mila

Il Presidio Ospedaliero"SS. Salvatore" di Paternò

Ospedale di PaternòTra chiusure certe e promesse di rilancio

Uno sguardo alle eccel-lenze. Nell'Ospedale SS.

Salvatore si registrano anche delle eccellenti performance in alcuni settori. Uno di questi è la chirurgia, il direttore dell'U.O. è il dott. Giuseppe Angelo Reina, origi-nario di Misterbianco, classe 1962. In servizio presso il SS. Salvatore dal 2007, nel corso degli anni si è contraddistinto per professionalità ottenendo sempre ottimi risultati non solo in termini di qua-lità e quantità delle prestazioni, con una partico-lare attenzione alle malattie tumorali, ma anche in termini "appropriatezza", termine con cui si indi-ca il rapporto tra ricoveri ed efficacia. Degna di nota è l'attività chirurgica eseguita in urgenza, rappresentata da centinaia di interven-ti ogni anno. Molte delle prestazioni sono state eseguite in laparoscopia, consentendo al pazien-te una più rapida ripresa. Gli interventi realizzati vanno dalla calcolosi della colecisti, a quelli sull'intestino, spesso per tumori, non trascurando anche quelli effettuati sulla tiroi-de, mammella ed utero.

Giuseppe Angelo Reina

Articolo Francesca ColuccioFoto Fonte WEB

Articolo Francesca Coluccio

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DIECI UNDICI

ZONAINCHIESTA

Lasciare casa e famiglia, lasciarsi alle spalle la pro-pria vita per sopravvivere. Una vita di sofferenze e di

stenti, una vita da immigrato. Noi italiani quella vita la conosciamo bene, l'abbiamo appresa quan-do a milioni lasciammo l'Italia per riversarci in America, Germania, Australia, Belgio, perché qui non si lavorava, perché c'era la fame, quella nera, perché le guerre di mafia dilaniavano tutto e tutti. Oggi quell'esodo continua, ma all'inverso. La nostra terra, pur es-sendo tra le meno sviluppate d'Eu-ropa, è una luce di speranza per chi, dall'Africa o dall'Asia, emigra in cerca di lavoro, di pace, di una nuova vita. Questa realtà ha coinvolto anche

Paternò.Una quarantina di perso-ne, tra marocchini e tunisini, è stata sgomberata dal rifugio di fortuna lo scorso 25 febbraio.Il gruppo non è composto da gen-te arrivata clandestinamente su un barcone, non fa nemmeno parte di quei poveri sfortunati che scappa-no dalla guerra e dall'ISIS e dai di-sordini politico-sociali del Medio-Oriente. Sono immigrati regolari, in possesso di permesso di sog-giorno, che vivono in Sicilia da un anno, qualcuno da due, lavorando nelle campagne e seguendo i cicli della raccolta agraria. Lo scorso anno, giunti a Paternò per la rac-colta delle arance, si sono stabiliti in contrada Ciappe Bianche. Finita la stagione agrumicola, il comune di Paternò ha multato il proprieta-

rio del terreno in cui sorgeva l'ac-campamento, costringendolo a recuperare l'aria ed a bonificarla. Quest'anno, all'arrivo del gruppo di lavoratori, il proprietario del ter-reno ha sporto denuncia costrin-gendo il comune a procedere con un'ordinanza di sgombero ed evi-tando responsabilità e ripercussio-ni, anche economiche, su di sé. Si è così proceduto anche all' abbatti-mento del "ricovero",una tenda di nylon sorretta da alcune assi di le-gno. Da quel 25 febbraio i 40 sfor-tunati , eccetto qualche notte tra-scorsa al plesso "Falconieri", grazie all'intervento dell'assessore Gala-tà, vivono le ore notturne dispersi in vari punti della città o in abita-zioni abbandonate in campagna. Una situazione questa che sottoli-nea ancora una volta la mancanza di strutture idonee per gestire le emergenze. L'assenza di un centro di prima accoglienza ha reso ancor più difficoltoso l'intervento delle associazioni di volontariato, come l'Anpas e la Caritas vicariale che si sono adoperate offrendo pasti caldi, vestiti e coperte. Il contribu-to delle associazioni, tuttavia, non può certo soddisfare le richieste in momenti di grande emergenza: sono necessarie le istituzioni!

Lavoratori extracomunitaridurante la raccolta agrumicola

Articolo Alessandro Paternò

Storie di immigratiLe vicende dei 40 sgomberati a Paternò

Foto Fonte WEB

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ZONAINTERVISTAZONAINTERVISTAZONA

ZONAINTERVISTA

ZONAINTERVISTA

DODICI TREDICI

Come ti mantieni?Quando avevo 16 anni ho cominciato a creare siti web, che aggiorno con contenuti di vario genere, soprattutto video divertenti. Nel 2009 ho aperto una partita Iva, facendo di questo hobby una professio-ne, che mi consente di lavorare sia da casa che da qualunque luogo io mi trovi. Una fortuna, soprattutto in questo periodo di crisi, che ci rende schiavi del de-naro e del lavoro, in una società che ci impone ritmi insostenibili e non ci permette di disporre del nostro tempo. Dovremmo renderci conto che la vita è no-stra, non di chi ci dà il lavoro!Raccontaci del tuo ultimo viaggio…Sono partito dall'Europa dell'Est per arrivare all'Estre-mo Oriente, senza mai prendere l'aereo, ma usando la ferrovia Transiberiana, che da San Pietroburgo mi ha portato fino ad Hong Kong, permettendomi di vi-sitare diverse città, fra cui Mosca, Krasnojarsk e Irkut-sk, in Siberia, Ulan Bator, in Mongolia, e molti luoghi naturali di straordinaria bellezza, fra i quali le steppe Mongole e il lago Bajkal, il più profondo al mondo.Un itinerario non convenzionale!Direi proprio di no! Pensa che a Listvyanka, un villag-gio sulle rive del lago, gli unici occidentali eravamo

io e una turista francese!Percorri distanze lunghissime, in luoghi esotici, e sempre da solo, non ti dispiace neanche un po'?Prima di tutto non è facile trovare qualcuno dispo-sto a viaggiare come faccio io. I miei soggiorni e i miei spostamenti sono spesso scomodi, in Asia ho persino dormito nel freddo di una steppa mongo-la, ospite di una famiglia nomade, mentre negli Usa ho percorso 8000 km in auto. Però, paradossalmen-te, viaggiare da solo rende più facile e naturale farsi nuove amicizie, mentre quando sei in compagnia è normale che si rimanga esclusivamente con le per-sone del proprio gruppo.Qualche disavventura?Durante l'ultimo viaggio, in una zona sperduta del-la Cina, ho avuto una brutta congiuntive e i miei oc-chi sono gonfiati così tanto che non potevo aprirli. Ho chiamato la mia assicurazione sanitaria ma non c'erano ospedali nei paraggi, così alla fine ho dovu-to ripiegare su una guardia medica fatiscente, dove il dottore non parlava una parola d'inglese, ma alla fine mi ha prescritto un collirio e sono guarito…Come superi le barriere linguistiche?L'inglese rimane una lingua franca, ma in luoghi come la Siberia o la Mongolia non sempre viene par-lato, e così si comunica soprattutto con il cibo, che di-venta uno straordinario strumento di socializzazione, soprattutto durante i lunghi viaggi in treno.Credi che le differenze religiose e culturali siano un ostacolo alla convivenza fra gli uomini?Ho visitato luoghi in cui culture diverse sembrano trovare un punto di contatto tra loro, per esempio a Hong Kong, o a Xi'An, città nella Cina centrale, dove un tempo iniziava la via della seta, e dove ancora oggi resiste un quartiere musulmano, retaggio del passato, con moschee che sembrano templi buddi-sti! Certamente le differenze esistono, ma sono pro-prio queste ad unire noi esseri umani, perché è la cu-riosità che ci spinge a conoscere chi è diverso da noi!Avendo la possibilità di fare confronti, cosa ne pensi del nostro Paese?Penso che l'Italia, e la Sicilia in modo particolare, sia-no fra i posti più straordinari al mondo. Nessun luogo può vantare le bellezze che abbiamo noi, ma triste-mente non sempre riusciamo a sfruttarle nel modo giusto.Prossimo obiettivo?Continuare a viaggiare…Mi restano da visitare l'Afri-ca e il Sud America e mi piacerebbe fare il giro del mondo senza usare aerei.

tu per tu con Fabio Liggeri, globe-trotter pa-ternese che a soli trent'anni ha visitato quattro dei cinque continenti. L'abbiamo incontrato al suo rientro da una lunga odissea attraverso

l'Asia, che l'ha condotto dai ghiacciai della Siberia ai grattacieli di Hong Kong. Con lui solo un diario e la macchina fotografica, fedele compagna che ha im-mortalato le immagini straordinarie che qui pubbli-chiamo.Quando hai iniziato a viaggiare?Nel 2013 mi sono recato in Germania per il matri-monio di un mio cugino. Il primo soggiorno in ter-ra straniera, che mi ha fatto venir voglia di scoprire il mondo. Ho quindi deciso di cominciare questa esistenza "non convenzionale", iniziando a viaggia-re, soprattutto da solo. Da allora non ho più smesso, perché per me visitare nuovi posti è come una dro-ga, mi crea assuefazione, e così ho trascorso metà dell'ultimo anno in giro per il mondo.E la tua famiglia, che ne pensa?All'inizio erano preoccupati, ma adesso hanno accet-tato la mia scelta. Sono molto legato alla mia terra e ai miei cari, ed è per questo che sento sempre il bisogno di tornare, anche se per brevi periodi.

Il "globe-trotter" paternese Fabio Liggeri

La vita è un viaggio, non una destinazione

A

Intervista Silvia GiangravèFoto Fabio Liggeri

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QUATTORDICI

ZONACULTURA

QUINDICI

Navighiamo in un vasto mare, sempre incerti e insta-bili, sballottolati da un capo all'altro. Qualunque scoglio (…) vien meno e ci abbandona e, se l'inseguiamo, sguscia alla nostra presa, ci scivo-la di mano e fugge in una fuga eterna": non c'è una razionale relazione tra Pascal e la "Buona scuola" di Renzi. Le emozioni si fanno carne e sangue o, come in que-sto caso, pensiero ed è così che, leggendo in pari le posizioni di Margherita Francalanza, attivista del Pd, renziana doc e Luca Cangemi, appassionato rifondato-re comunista, emerge dall'angolo delle letture "forti", il filosofo francese a cui ci attacchiamo come paradossale relitto salvifico.Al docente ferito di Luca si oppone il docente scredita-to, ma lanciato verso un luminoso dinamismo, di Mar-gherita. Condividiamo l'uno ma ci appassiona anche l'altro. È questo il ritratto del docente pre e post "Buona scuo-la" che i nostri interlocutori hanno tracciato.Margherita: "Grande è stato il desiderio collettivo di contribuire al cambiamento della professionalità do-cente e di ridare dignità ad un ruolo annichilito dall'in-differenza pubblica e politica. Il decreto renziano è esploso in tutta la sua voglia di " cambiare Verso": al vecchio docente immobile si con-trappone quello proiettato verso il " life long learning".

Luca: Il docente è oggi una figura "ferita". Colpita nel riconoscimen-to sociale, messo in di-scussione dalle trasformazioni dei rapporti generazio-nali e familiari, dall'irruzione delle nuove tecnologie. Nonostante questo, il docente della scuola pubblica continua a rappresentare un punto di riferimento im-portante e in alcuni contesti l'unico punto di connes-sione tra stato e società. Il corpo docente esprime un notevole tasso di plurali-smo culturale. La "buona scuola" colpisce queste ca-ratteristiche positive. Il docente di Renzi è consegnato all'incertezza ed al volere insindacabile del dirigente.Uno dei rovelli più insidiosi per il nuovo docente è il futuro della sua carriera, con la "buona scuola" uscirà dal grigiore dell'indifferenziato e entrerà in un insano sistema competitivo?Luca: L'unica competizione sarà quella ad entrare nelle grazie del preside. Del resto le risorse messe a disposi-zione sono risibili.Margherita: È ormai certo che la carriera dei docenti si potrà dinamizzare sia con i tradizionali scatti d'anzia-nità e sia con l'impegno e l'aggiornamento continuo degli insegnanti."Preoccupa molto gran parte del corpo docente, il ruolo del Dirigente disegnato dal cambiamento di Verso.

Margherita: La figura del Dirigente Scolastico è de-terminante ma lacunosa nella struttura. La figura e il peso che questi avrà, è fortissimo ma troppo vago. Si ipotizza un Dirigente "coordinatore di un team di dirigenza" ma tale aspetto è in continuo mutamento. Luca: Diventa un ruolo feudale. Decide, in nome e per conto di un potere superiore, fuori da ogni controllo e regola: la fisionomia della scuola, chi assumere, una parte crescente della retri-buzione e molto altro.Un'altra tangibile paura dei docenti è il sistema va-lutativo: questo incombe come una minaccia o invita come uno stimolo? Luca: Il sistema valutativo ha, in questo progetto, solo un valore di copertura ideologica e di strumento di ricatto.Margherita: Questo punto è tra i più dibattuti e con-troversi del decreto. Il testo parla di un Team di valu-tazione e di un membro esterno. Il servizio nazionale dei docenti sarà lo strumento con cui ogni scuola uti-lizzerà per individuare i docenti che meglio rispon-dono al piano di miglioramento o incoraggerà la mo-bilità. Cosa salvare del passato e del nuovo?Margherita: La " Buona scuola " è un concentrato di innovazione nata dalla necessità di creare una classe docente dinamica, pronta all'aggiornamento e a nuo-ve frontiere educative e didattiche. Il decreto punta sul cambiamento sul cambiamento del " sistema scuola", sulla piena attuazione dell'Au-tonomia, sulla vera realizzazione di reti scolastiche, nel successo della Mission della scuola. Il passato non è distrutto ma arricchito dalla consapevolezza che il mondo è cambiato e la scuola deve esserne motore e speranza. Luca: L'attuale scuola italiana svolge ancora una fun-zione democratica e sociale, sia pure molto indeboli-ta dalle scelte dei governi dell'ultimo ventennio. Del nuovo disegno di legge non c'è nulla da salvare, è necessario costringere il governo a ritirarlo.

Corteo dei manifestantiin occasione dello sciopero del 5 maggio

"il ritratto del docente pre e post Buona

scuola"

"

Articolo Patrizia CuratoloFoto Fonte WEB

LA BUONA SCUOLAÈ DAVVERO BUONA?

Maurizio Tomasello, artista nisseno, scoprito-re casuale delle sue abilità creative, confe-

risce forme al vuoto dell'aria, nelle sue sculture, colori alla tela alba, nei suoi quadri.Il primo incontro visivo è stato con i suoi "Erba": il pittore dispone il focus della visione nel punto più basso, facendosi quasi "pusillo". Da lì esplode, con sapiente lavoro di spatola, in una pura materialità che infonde alla sua natura, fatta di fili d'erba, non fragili ma significanti pro-tagonisti di un discorso pittorico fondato sulla graduale espansione della visione. Dal dettaglio attento e naturalistico del primo piano, all'im-pressionistico sfondo, Maurizio Tomasello "mon-ta", quasi con tecnica cinematografica, i piani di visione perché esplodano, imponendosi con la forza del colore che trasmuta in luce.Quando dalla spatola Tomasello passa alla ma-nipolazione materica, sorprende per il sovverti-mento del comune senso del vuoto. Non è la ma-teria che prende forma, ma il vuoto che acquista la densità di forma.

Maurizio TomaselloArticolo Patrizia CuratoloFoto Fonte WEB

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SEDICI DICIASSETTE

Cisterna in pietra lavica, un aspetto caratteristico del paesaggio etneo

"L'acqua piovana, attraverso i catusi veniva raccolta e

depurata con delle anguille"

CISTERNE E POZZI,ANTICHI LUOGHI DI SOCIALIZZAZIONE

I

Articolo Mimmo Chisari

ettina Caliò, poeta paternese, chiude con un elegante e dottissimo reading, la settimana internazionale del libro, una coproduzione tra il L'Alba periodico, Zona Franca as-sociazione culturale di recente costituzione e il Comune di Paternò. Un evento, (23 Aprile), atteso e costruito con cura, da Francesca Coluccio in prima istanza , che ha introdotto e mediato il dialogo a più parti, con interventi competenti, misurati e opportuni, nonché propedeutici, in giusta misu-ra, per una appercezione più completa della poesia della Caliò da parte del suo pubblico. Altra parte attiva e con ruolo più esegetico e apologetico, ha trovato in Mauro Mangano, dismesse le vesti di primo cittadino, un atten-to e appassionato lettore, impegnato in un ruolo di critica estetica e non solo. Ma è Cettina Caliò l'autentico astro, in un firmamento di meteore, fuori e dentro le mura! È lei che lascia passare "sulla cruda pelle", (titolo della sua raccolta), pensieri, colori, silenzi, emozioni, incontri, che filtra,astrae e poi racconta ad un foglio. L'intenso e severo labor limae mediato dall'anima, dall'intelletto, dalla memoria affettiva, affina e raffina, impressioni e dati, affidandoli ad una penna che inventa meravigliosi contenitori invisibili, neverending space, che si dilatano a misura di lettore e sanno contene-re tutto ciò che esiste. Ciascuno abita e può abitare dentro i suoi versi, che si alimentano di quel mistero umano che è il dolore, che lascia caustiche tracce su quel meraviglioso involucro, su quella cruda pelle. Ma il gioco raffinatissimo

l paesaggio muta, cambia per implosione, chiu-dendo i suoi spazi (una volta, sentieri di passaggio, soprattutto, nelle campagne per i limitrofi che si re-cavano nei loro fondi rustici in alternativa ai normali percorsi più lunghi e talvolta più impervi). Si recintano i giardinetti per motivi di sicurezza, si di-fendono le case con inferriate ed ermetiche chiusu-re, s'inventano nuovi e sofisticati sistemi di allarme. Si chiudono i cortili con alte recinzioni, controllate da telecamere, finestre virtuali sul mondo esterno. Non si dialoga più con i vicini di casa (come si usava un tempo!), seduti sul muretto vicino al pozzo, talvol-ta scavato al limite di due edifici confinanti, proprietà e comune salvezza nei periodi di siccità. Resistono, ancora, poche cisterne, fornite di antiche e cigolanti carrucole, abbellite da cornici, in fer-ro battuto, con le tipiche bandierine culminanti nel galletto segnavento, di cui ricordiamo la rara e ori-ginale collezione, costituita da preziosi e, talvolta, unici esemplari, custodita nella famosa Casa Museo di Antonino Uccello a Palazzolo Acreide. L'acqua piovana, attraverso i catusi o grondaie realizzate in terracotta, veniva raccolta nelle cisterne e depurata con delle anguille, costantemente immerse, nel fon-do delle acque, a far sparire insetti e varie impurità. Tralasciando l'accostamento alla grande Cisterna Blu di Istanbul (costruita dai Romani), in cui tutt'ora guiz-

della Caliò, sempre alla ri-cerca di una perfezione sti-listica forte ed incisiva, t'in-namora per le immagini, per il ritmo e per la parola, elegante e aristocratica. Poesia - non poesia, arte - non arte … Quali i parametri? Quali i segni per riconoscerla? Ancora oggi "contenuto che si invera nella forma", di desanctisiana tradizione, sembra definire la sintesi perfetta, che la Caliò possiede e che può far vibrare e travolgere anche il pubblico più impreparato. "La poesia si trasmette per contagio", afferma Mangano, "o ti piace o non ti piace! Equivarrebbe a spiegare perché ami". Tuttavia, contraddicendosi, Il Nostro procede poi a rileg-gere più volte uno stesso testo, consapevole in fondo che una prima epifania non rende giustizia al distillato esisten-ziale di quei versi, che come l'amore, hanno bisogno di essere definiti nei suoi più affascinanti tratti costitutivi e universalmente condivisibili e riscontrabili, come l'amo-re, e non già nella specificità del proprio rapporto perso-nale. Ecco dunque come, l'analisi estetica di quei versi, delle assonanze, delle polisemie, dei versi e della musi-calità contenuti, diventano poi, step, che dalla epifania ti introducono nelle parti più intime dell'anima che, insieme al verso compiono il loro percorso, non perdendo per il dato tecnico, la loro magia, ma piuttosto ingigandendola e trasfomandola in meraviglia che non finisce.

zano grossi pesci, dai colori vermigli, piace-vole attrazione per tanti turisti, ricordiamo che, nell'antichità, veniva utilizzato anche l'argento per depurare l'acqua potabile delle cisterne, eliminan-do i batteri ed evitando, così, l'insorgere di malattie causate da varie contaminazioni. Accanto alle cisterne e ai pozzi, scavati e costruiti dall'uomo, esistono anfratti a cavità naturali, utiliz-zati, nel corso del tempo, per vari scopi come la Grotta dei Ladri (secondo una leggenda rifugio di briganti) sull'Etna, dove veniva, gelosamente, custo-dita la neve trasportata, poi, a dorso dei muli, duran-te l'estate in Città. Non dobbiamo dimenticare che alcuni pozzi della Sardegna costruiti, con gli stessi principi architettonici dei nuraghi, e coperti da una cupola circolare con una volta a tholos, considerati sacri e delimitati da un recinto, erano meta di pelle-grini che portavano varie offerte per celebrare mi-steriosi riti collegati al culto delle acque. Secondo alcune teorie astronomiche, anzi, in alcuni periodi dell'anno la fievole luce della Luna, considerata una Magna Mater celeste, si rispecchiava nelle limpide acque che affioravano dai pozzi sacri a indicare un periodo di fertilità della terra, quando si potevano iniziare i primi lavori nei campi.

Cettina Caliò , poeta paternese, e il SindacoMauro Mangano

"Ognuno puòabitare un verso"

C

Articolo Norma Viscusi

CETTINA CALIÒ CHIUDE LA SETTIMANA DELLA CULTURA Foto Francesco Magrì Foto Roberto Fichera

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DICIOTTO DICIANNOVE

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ZONAHITECH

HI-TECH

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WhatsApp vs TelegramArticolo Serena Iuculano e Angelo GranataFoto Fonte WEB

Lo Short Message Service, più co-munemente conosciuto come SMS, si affacciò timidamente alla società nel 1993 quando uno stagista della Nokia inviò il primo messaggio da un cellulare ad un altro cellulare. Da allora nacque la mania di inviare mini testi per comunicare amore, rab-bia, semplici saluti, ma se fino a qual-che anno fa' tutto ciò era innovativo adesso risulta quasi obsoleto.Con l'avvento di nuove e innovative "chat", infatti, il sistema della messag-gistica ha cambiato aspetto trasfor-mandosi in un mondo che ingloba, nel botta e risposta, uno scambio im-mediato e gratuito di foto e video.Tra le innumerevoli applicazioni di messaggistica istantanea, tra le più utilizzate risulta essere quella di Whatsapp, anche se, negli ultimi tem-pi ne sono sbocciate delle altre che cominciano a far vacillare questo mo-nopolio.

Un posto sul podio, infatti, lo sta guadagnano Telegram, valida alter-nativa all'incontrastato Whatapp; numerosi i vantaggi offerti, come:• la gratuità, al contrario di Whatsapp che ha un costo annuo di € 0,89• l'assenza di pubblicità, nonostante sia un'applicazione gratuita• la possibilità di condividire dati più ampi rispetto a Whatsapp: invio di qualsiasi tipo di file fino ad 1GB, a dif-ferenza dei 14 MB della "antagonista"• l'essere multiclient, opzione non valutabile con account Whatsapp che è strettamente vincolato al numero e al dispositivo che sia sta usando. Te-legram, invece, può essere utilizzato nello stesso momento sullo smart-phone, sul tablet e sul client desktop, se si desidera.• è possibile creare gruppi fino a 200 persone, contro i 50 di WhatsappDa non mettere in secondo piano, inoltre, la possibilità di Telegram di

registrare i messaggi su cloud che se da una parte può essere consi-derato rischioso per la privacy, da un altro rende disponibili i conte-nuti necessari su ogni device usato, senza ricorrere ad un backup della cartella dei dati. Altro valore aggiun-to di Telegram è la Secret Chat che permette l'invio di messaggi capaci di autodistruggersi entro un termine prestabilito dall'utente. Come ogni applicazione di IM, però, ha dei con-tro: è senz'altro molto meno diffusa di Whatsapp e non è utilizzabile nei Blackberry. A questo punto, si po-trebbe suggerire l'espressione: pro-vare per credere.Quindi, a voi la scelta! Un piccolo suggerimento: una bel-la chiacchierata fra amici davanti ad una tazza di caffè è migliore di qual-siasi registrazione audio condivisa.Il "face to face" potrebbe essere vin-tage ma mai vecchio.

www.zonahitech.it\what's up_vs_telegram

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VENTI VENTUNO

ZONATENDENZE

delle gonne. Cortissime, strette, larghe o midi (a ginocchio) saranno un must di questa primavera 2015.Borse piccole e di qualunque materia-le, meglio se in cuoio, sono l'ideale per mixare elementi urbani con dettagli country.Un tessuto che in assoluto non dovrà mancare è il denim. Maxidress, cami-cie, shorts  accompagnati da elementi colorati a fiori o a righe, abbinato al cotone o ad una collana gioiello sarà il capo che risolverà i momenti del "non so cosa indossare."Infine brand come Shop Art, Tee Trend, Happiness, Mariuccia Milano vi garan-tiscono ottimo rapporto qualità prez-zo, per sconfessare la tesi che solo le grandi griffe offrono articoli esclusivi e di tendenza.

Quali saranno i capi che non potranno mancare nel vostro guardaroba

con l'arrivo della primavera?Puntare sul colore non aiuta mol-to, ma sapere quali sono i colori e i brand che hanno un buon rapporto qualità prezzo può essere determi-nante per non fare scelte sbagliate.Giallo, blu elettrico, rosso e verde e alcune tonalità fluo sono i colori che dovranno necessariamente es-sere presenti nel guardaroba delle fashion victims. Se poi si mescola tutto al denim avrete praticamente fatto centro.Entriamo nel dettaglio partendo dall'alto: apriamo le danze con ma-glie over size e cardigan, sempre fa-cili da abbinare e che accompagne-ranno la vostra giornata dall'ufficio al tempo libero. Proseguiamo con i tipici contra-sti che la moda ci regala parlando

Primavera 2015,tendenze e brand

Articolo Tiziana CammisaFoto Archivio Zona Franca

In foto le proposteLes Garcons di Paternò

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ZONABENESSERE

VENTIDUE

Salute e benessere

VENTITRE

Tutto pronto per la quarta edizione del Fitness Day 2015 firmata Power-fit ASD. Il 24 Maggio il

Lido Jolly e il Barbara Beach acco-glieranno gli amanti del fitness per seguire le master class proposte da-gli istruttori qualificati che si alterneranno negli otto palchi allestiti per l'oc-casione. Molte le no-vità di quest'anno: alle tradizionali di-scipline già propo-ste nelle precedenti edizioni, come il Wal-king, l'Indoor Cycling, il Pilates, lo Step, la Zumba, il Functional Training, la Fit-boxe il Parkour, si affian-cheranno, il Cross Cardio, il nuovo programma di allenamento messo a punto da Jairo Junior, pre-sente alla manifestazione, il Super Jump e l'acro yoga. Special guest dell'evento, insieme a Jairo

Junior, il connazionale Ary Marques, del Reebook team, considerato uno dei più grandi rappresentanti del-la nuova generazione del fitness. Presenter nelle più grandi con-

vention di fitness internazionali, Ary è apprezzato per la sua semplicità e

per l'efficacia della sua didat-tica. Al Fitness Day ci sarà

spazio anche per l'Hip Hop, con un contest

a partire dalle ore 18,00 che coinvol-gerà centinaia di

ballerini. Ospite d'ec-cezione Giordano Di

Pietro protagonista in Ita-lia e all'estero di tante esibi-

zioni; ballerino per Nike, Di Pietro ha partecipato di recente al programma televisivo "Forte, Forte, Forte" e al Gay Village. L'evento, inoltre, si avvale della collaborazione del C. U. S. Catania, della Fe-derazione IBFF e della Master Fit .

Cominciamo questa rubrica con un tema particolarmente de-licato e interessan-

te: vegetarianismo e vegani-smo.Due regimi alimentari su cui gravita ancora molto mistero e scetticismo, ma che, sempre più, incuriosisce i consumatori. Sull'argomento abbiamo senti-to una giovane ragazza, Emilia Chinnici, per la quale essere vegetariani o vegani non si-gnifica seguire semplicemente un regime alimentare, quanto piuttosto una vera e propria fi-losofia di vita. Sentiamo cosa ha dichiarato a Zona Franca.Perchè, secondo te, si dovreb-be diventare vegetariani o ve-gani?Perchè anche nutrirsi compor-ta delle conseguenze, e farlo bene significa migliorare  la propria vita dal punto di vista salutistico, etico e ambientale. Non tutti sanno, infatti, che la produzione industriale di car-ne è una delle prime cause di inquinamento globale e di surriscaldamento del pianeta; incrementa la fame dei popoli del terzo mondo, la deforesta-zione e la degradazione di suo-li poi inutilizzabili. Secondo un dato fornito dalla Fao nel 2012, contribuirebbe alla sofferenza di 170 miliardi di animali uccisi

a n -nual-m e n -te,  ov-vero 19 milioni ogni ora.Com'è possibi-le che prosciutto e bistecche incidano sul sistema ambientale? Per allevare gli animali da macello vengono utilizzati un terzo dei cereali mondiali; circa il 70 % della produzione  solo per la soia. Percentuale che, se indirizzata al consumo umano, potrebbe facilmente coprire tutto il fabbisogno alimentare mondiale risolvendo, anche in parte, la crescente denutrizio-ne dei popoli sottosviluppati. Assumere meno carne, inol-tre, previene obesità, problemi cardiovascolari e infarti.Che differenza c'è tra un vege-tariano e un vegano?Un vegetariano elimina dal pro-prio regime alimentare l'assun-zione di carni di qualsiasi ani-male; un vegano fonda il suo stile di vita sul non sfruttamento degli animali sotto ogni punto di vista, escludendo anche i de-

r i -vati, ali-

mentari e non.Una scelta apprezzabi-

le e per nulla estremista, a mio parere, che - se gestita con ac-cortezza  - può portare solo a notevoli miglioramenti della salute. Alcuni si preoccupano, infine, per la carenza di calcio, ma esso -  nel caso dei vega-ni  - può essere assunto trami-te fonti vegetali quali spinaci, quinoa, broccoli, mandorle e legumi. La vitamina B12, inve-ce, è assumibile tramite appo-siti integratori. Se per alcuni ciò non è un metodo "natura-le", ricordo che non lo sarebbe nemmeno l'assunzione di altri integratori in commercio. Io, comunque, invito a riflettere su questi dati senza necessaria-mente convertirsi a tali "disci-pline".L'importante è sapere.

Veganismo evegetarianismo

Il 24 Maggioriflettori puntati sul Fitness Day

Articolo Francesca Putrino Foto Fonte WEB Articolo Francesca Coluccio Foto Fonte WEB

GIORDANODI PIETRO

ARY MARQUES

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