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ECONOMIA E GESTONE DELL’IMPRESA COOPERATIVA
ECONOMIA E MARKETING DELLA COOPERAZIONE DI CONSUNO14 Novembre 2008
Gianpiero LugliUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMA
G. Lugli Università degli Studi di Parma
FINALITA’ DELL’IMPRESA COOPERATIVA
RIPENSAMENTO DELL’IMPRESA COME ATTORE SOCIALE: L’impresa è un soggetto attivo del mercato e gode di una certa
autonomia nell’orientare al profitto la sua condotta Il conto economico non basta più per misurare il valore Dal momento che il comportamento dell’impresa non è
predeterminato dal mercato, la natura del soggetto economico diventa estremamente rilevante
IL SOGGETTO ECONOMICO IMPATTA SULLA FUNZIONE OBIETTIVO E QUINDI SUI COMPORTAMENTI :
Inconfrontabilità del conto economico delle due imprese La doppia natura della cooperativa ( Zamagni, nota 3 ) Produzione e distribuzione del reddito non sono separati
IL RUOLO DI GOVERNANCE NEL CAPITALISMO : ITALIANO - ANGLOSASSONE TEDESCO - GIAPPONESE
LA NATURA POLIVALENTE DEL SOCIO NELLA COOPERAZIONE DI CONSUMO
G. Lugli Università degli Studi di Parma
LE ORIGINI DELLA COOPERAZIONE DI CONSUMO
RISPOSTA AI VUOTI DI OFFERTA DISTRIBUTIVI Difendere il potere di acquisto dei soci integrando la
funzione distributiva , ricorrendo al lavoro gratuito e ad una gestione “democratica” , riducendo il coefficiente di servizio e azzerando la remunerazione del capitale
Lo sviluppo delle coop chiuse è stato consistente ed ha costretto il commercio privato a reagire riducendo sia il livello di servizio che i prezzi
LA COOPERAZIONE DI CONSUMO HA INNESCATO LA RIVOLUZIONE COMMERCIALE : La riduzione del servizio per abbassare il prezzo Le innovazioni di formato (prezzi fissi, vendita per
contanti, ampliamento dell’assortimento, controlli di qualità e garanzie nella pesatura, ristorno sull’acquisto )
G. Lugli Università degli Studi di Parma
LE ORIGINI DELLA COOPERAZIONE DI CONSUMO
DALLA COMMISSIONARIA, ALLA COOPERATIVA CHIUSA FINO ALLA COOPERATIVA APERTA : Il limite del lavoro gratuito dei soci La necessità di realizzare economie di scala La necessità di migliorare l’utilizzo della capacità di
vendita ampliando la clientela potenziale L’APERTURA DELLA COOPERATIVA NON CAMBIA IL
SUO RUOLO ECONOMICO E MUTUALISTICO: Incidenza dei soci ( In Estense è del 75% ) I soci sono discriminati a favore, ma i non soci godono
di un livello di servizio e di prezzi in linea col mercato In Estense, gli sconti riservati ai soci ed i ristorni
incidono per il 3,73% LA DIFFERENZA DEL RAPORTO IMPRESA – CLIENTE
Nell’impresa capitalistica Nell’impresa cooperativa
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SVILUPPO DEL COMMERCIO COOPERATIVO
IL RUOLO DELLA COOPERAZIONE NELLE DIVERSE FASI DELLA RIVOLUZIONE COMMERCIALE : Le commissionarie e le cooperative chiuse accendono la
competizione di prezzo nel commercio corporativo riducendo il servizio e ricorrendo al lavoro gratuito
Le cooperative aperte sostengono a competizione di prezzo in un commercio di mercato attravero la innovazione di prodotto ( nuovi formati ),di processo ( ean, self scanning) e il branding distributivo
Le cooperative coniugano il prezzo col servizio e la qualità dei prodotti ( controlli, vendor rating, MCR )
LA CONCORRENZA DISTRIBUTIVA OGGI : Differenziazione degli attori ( impresa privata/cooperativa,
grande distribuzione / distribuzione organizzata ) Innovazione di prodotto e di processo Sviluppo di un marketing distributivo autonomo dall’IDM Assenza di vincoli di accesso e di condotta
G. Lugli Università degli Studi di Parma
LA COOPERAZIONE DI CONSUMO OGGI IL PESO E LA PERFORMANCE :
6,5 milioni di soci 17,5% la quota di mercato 12% il costo del lavoro Gli investimenti sociali ( es. brutti ma buoni ) e selezione
fornitori in base a CSR aumento i costi MOL ( 1-2%, contro 5% Esselunga e 2-3% Achan-PAM )
LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NON E’ IL FINE ULTIMO , MA UNO STRUMENTO PER REALIZZARE OBIETTIVI DI LIVELLO SUPERIORE
LA COOPERAZIONE COME ELEMENTO DI FORZA DEL SISTEMA ECONOMICO ITALIANO : Non scalabile , non controllabile attraverso il capitale Evitata la colonizzazione economica nella distribuzione e
nelle pubblic utilities grazie alla cooperazione
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LA COOPERAZIONE DI CONSUMO OGGI
L’IMPORTANZA DELLA DIVERSITA’ DEGLI ATTORI : Impossibilità della collusione oligopolistica Diverse funzioni di risposta agli stimoli esterni Diverso peso assegnato alle varie leve di marketing ( la
marca COOP pesa il 19,6% contro il 12,2% nazionale ) Diverso modo di creare valore per il consumatore Quota di utile (3%) riservata allo sviluppo cooperativo Sviluppo della COOP anche in aree meno profittevoli e
contributo allo sviluppo della legalità IL RUOLO DI GATE KEEPER DEL DISTRIBUTORE E’
SVOLTO CON PARTICOLARE INTENSITA’ DA COOP PER LA SPECIFICITA’ DELLA SUA FUNZIONE OBIETTIVO: Politica assortimentale ( fosfati, nitriti, coloranti,….) Selezione dei fornitori ( SA 8000) Branding distributivo in categorie monopolizzate Branding distributivo per massimizzare la sostenibilità
( F.1 ) e la sicurezza – qualità promessa (T.2 )
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LA CSR NEL MARKETING DISTRIBUTIVO
PERSINO WAL MART HA SCOPERTO LA CSR (W) CRESCITA DELLA DOMANDA DI SOSTENIBILITA’ – CSR
Dalle forme primitive di boicottaggio All’esercizio in positivo del potere del consumatore etico
NON STA CAMBIANDO LA NATURA DEL CAPITALISMO La visione liberale del profitto come obiettivo individuale e
sociale mantiene tutta la sua validità (Enron, Alitalia, Parmalat )
Spetta allo Stato minimizzare con la regolazione l’impatto negativo dell’impresa sui beni pubblici e garantire equità nella distribuzione della ricchezza col sistema fiscale
La CSR non è neanche un lusso del monopolio, ma un nuovo strumento ( di marketing ) per perseguire il profitto in un mercato di consumatori “responsabili”
Esiste un raporto, nel medio- lungo periodo tra CSR e profitto in entrambe i sensi ( social cost of low cost )
CSR come strumento del risk management in mercati globalizzati ( ISO 14001,ISO 2600, SA 8000 )
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LA CSR NEL MARKETING DISTRIBUTIVO
PER LA COOP, LA CSR NON E’ UNO STRUMENTO DI MARKETING DISTRIBUTIVO : Tempistica e comunicazione dell’orientamento CSR Posizionamento rispetto al profitto nella funzione obiettivo La crescita della domanda di CSR ha rinforzato ed allargato
un comportamento in atto da molto tempo Educazione del consumatore col labeling ( t.6 ) Vantaggio competitivo “non ricercato” ? ( t.4 )
LE ESAGERAZIONI DEL CONSUMERISMO NEL CASO DI PRODOTTI BIOLOGICI, EQUO SOLIDALI, LOCALI Il rapporto mezzi-fini è spesso incoerente e sproporzionato Le motivazioni etiche sono insindacabili e le risposte delle
imprese capitalistiche discendono dalla consistenza e dalla azionabilità di questi segmenti per creare valore di mktg
Differenziazione dell’assortimento e sostegno della immagine dell’insegna per espandere il sell out complessivo
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CSR E BRANDING COOPERATIVO
MARCHE TRASVERSALI COSTRUITE SULLA BASE DEI BENEFICI RICERCATI ( CATEGORIE DI ACQUISTO): 14 referenze diEco-logici COOP ( ecolabel, senza fosfati,
carta riciclata, piatti e bichieri biodegradabili,….), per 1% 306 referenze di Bio-logici COOP che incidono per il 4% Solidal ( certificazione fair trade ) Celiaci , anche su prescrizione
Mondi 25%Tutela 75%
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COSTI E BENEFICI DELLA FORMA COOPERATIVA
LA TUTELA DELLA FUNZIONE SOCIALE ( ART.45) L’equivoco della dimensione L’equivoco della irrilevanza della forma di impresa
PUNTI DI FORZA : Proprietà diffusa e stabilità della governance Prestito dei soci ( 11,3 miliardi ) e connessa maggior possibilità
di utilizzo della leva finanziaria (30%), a causa della impossibilità di accedere alle fonti ordinarie
Costo del capitale di credito pari al 2,56% contro il 4-5% e potenziamento delle relazioni finanziarie coi soci
Esenzione fiscale degli utili indisponibili in quanto destinati a riserva e allo sviluppo
Minor imposizione sugli interessi dei prestiti ( 12,5% contro 27% ) cessata nel 2008 , discriminando così tra fonti di finanziamento
PUNTI DI DEBOLEZZA : Costi di diffusione di una cultura di consumo consapevole Costi e tempi della democrazia aziendale, che discende dalla
partecipazione dei soci alla gestione ( rinvio ) Potere contrattuale negli acquisti
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NEUTRALITA’ DEGLI STRUMENTI Il pricing cooperativo
CENTRALITA’ DEL PREZZO CHE NON SOLO DEV’ESSERE PIU’ BASSO, MA DEVE ANCHE ESSERE PERCEPITO TALE
SVANTAGGIO COOP NELLA CONVENIENZA PERCEPITA Share of voice relativa ( LIDLE 10, CONAD 1.9, ESSELUNGA E
CARREFOUR 1.2, COOP 1 ) Sconti riservati ai soci e ristorni : 3,73% Scarso utilizzo di mezzi non convenzionali e nuove forme di
comunicazione della convenienza (pubblicità comparativa) IL CONFRONTO DEI PREZZI IN “FALCE E CARRELLO”
Assortimento sovrapposto (14%-33%) Instabilità della convenienza relativa e , quindi, necessità di
confrontare i prezzi su base annua Inconfrontabilità dei prezzi di diversi formati per il diverso costo
del servizio, la diversa incidenza del non food e la presenza di cross promotion food – non food
Inconfrontabilità dei prezzi di una stessa marca in diverse aree per la discriminazione spaziale e la varianza territoriale di quota
Solo prezzi normali, senza considerare quindi le promozioni
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UNA PROPOSTA METODOLOGICA PER IL CONFRONTO DEL LIVELLO DEI PREZZI 1° - scelta dei punti vendita da confrontare e allestimento di un
data base compilando la seguente tabella
2° - Calcolo del totale delle svalorizzazioni annuali non
contabilizzate sui prodotti (sconti cross category, sconti sullo scontrino, sconti soci, ristorni, conversione di punti in sconti, ….) rapportandolo poi ai giorni di apertura del punto vendita per ottenere le svalorizzazioni giornaliere non di prodotto;
3° - Sottrazione delle svalorizzazioni giornaliere non di prodotto dalle vendite giornaliere di PV al netto delle svalorizzazioni giornaliere di prodotto per ottenere le vendite giornaliere di PV nette nette;
4° Calcolo del prezzo medio dell’assortimento di punto vendita rapportando le vendite giornaliere di PV nette nette alle vendite giornaliere in quantità .
Vendite annuali
di PV in valore al netto delle
svalorizzazioni di prodotto
Vendite annuali di PV in quantità
Unità di
misura (kg, lt,
pz)
Giorni di presenza
delle referenza in assortimento
di PV (giorni in cui la referenza ha venduto)
Vendite giornaliere di PV al netto
delle svalorizzazioni
di prodotto
Referenza 1 Referenza 2 ………… Referenza n TOTALE REFERENZE
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NEUTRALITA’ DEGLI STRUMENTI Il pricing cooperativo
LA COMPLESSITA’ DEL PRICING DISTRIBUTIVO: Pluralità di mercati / formati Migliaia di referenze che cambiano nel tempo Pluralità di obiettivi di marketing
LE DERIVE IN ATTO PER GESTIRE LA COMPLESSITA’ Convergenza di mercato del prezzo delle marche leader Convergenza del posizionamento prezzo / servizio La promozione ha ormai raggiunto la fase dei rendimenti
decrescenti per l’alta frequenza, pressione, profondità LA SCARSA RILEVANZA DEL PREZZO NORMALE PER LA
SCELTA DELL’INSEGNA SECONDO IL PANEL COOP © LA RICERCA DELLA LEADERSHIP DI CONVENIENZA
NELLA PIAZZA E LA VENDITA IN PERDITA
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NEUTRALITA’ DEGLI STRUMENTI Il pricing cooperativo
LA NECESSITA’ DI AFFERMARE LA DIVERSITA’ DELLA COOP ANCHE NEL PRICING PER: Svolgere un ruolo consumerista ( Tassinari ) Evitare l’omologazione e il rischio di strumentalizzazioni Adattare gli strumenti di marketing, che non sono
“neutrali”, al tipo di impresa LE POLITICHE DI PREZZO, GIUSTIFICATE SUL PIANO
DEL MARKETING DISTRIBUTIVO, MA INCOERENTI CON LA NATURA COOPERATIVA DELL’IMPRESA : Discriminazione spaziale Differenziazione di formato Discriminazione di segmento all’interno della base soci Discriminazione sistematica a favore delle marche leader
LA METAFORA PRODUTTORIA -SOMMATORIA LA NECESSITA’ DI CONTENERE LA DIVERGENZA NEL
PRICING PER NON PERDERE I CLIENTI NON SOCI
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LA DISCUSSIONE IN ATTO SULLA EVOLUZIONE DEL PRICING COOPERATIVO
PROGRESSIVO AVVICINAMENTO DELLE LINEE PREZZO DELLE AREE TERRITORIALI : VELOCITA’ DA TARARE IN FUNZIONE DELLE ESIGENZE DI
COMPETIZIONE SULLE PIAZZE E DELLA IMPLEMENTAZIONE DELLE ALTRE POLITICHE INDICATE NEL SEGUITO
AMPIEZZA ( n° categorie ) DA DECIDERE IN FUNZIONE DELLA RILEVANZA DELLE SINGOLE CATEGORIE PER LO SVILUPPO DELL’IMMAGINE DI CONVENIENZA
PUNTO DI ARRIVO DEL RIPOSIZIONAMENTO AL RIBASSO DA DECIDERE IN FUNZIONE DELLA PERCEPIBILITA’ DELLE DIFFERENZE DI PREZZO
PROGRESSIVO AVVICINAMENTO DEI PREZZI NORMALI DI FORMATO: VELOCITA’ DA TARARE IN FUNZIONE DELLA
SOVRAPPOSIZIONE DEI BACINI DI UTENZA PRIORITA’ DA ACCORDARE ALLA MARCA COMMERCIALE E
ALLA MARCA LEADER
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LA DISCUSSIONE IN ATTO SULLA EVOLUZIONE DEL PRICING COOPERATIVO
AMPLIAMENTO DELLA DIFFERENZIAZIONE DEI PREZZI PROMOZIONALI DI FORMATO , EVITANDO SOVRAPPOSIZIONI INTERNE ED ESTERNE ( es. Segafredo gennaio 2008):
CONVERGENZA DELLA PRESSIONE E CONTESTUALE AUMENTO DEL DIFFERENZIALE DI SCONTO MEDIO
SVILUPPO DELLA PROMO CROSS CATEGORY NELL’IPER INNOVAZIONE DEL PRICING COOPERATIVO :
CAMBIARE LA PROMO RISERVATA AI SOCI RENDENDOLA PIU’ VISIBILE ( non più sconti sullo scontrino , ma sconti su singoli prodotti con una numerica ridotta e con un approccio di two tier pricing comunicato sulla etichetta a scaffale )
SVILUPPARE UN PRICING INFLATTIVO ARTICOLANDO LE CATEGORIE , IL DISPLAY E LE ETICHETTE A SCAFFALE IN:
prodotti a prezzi liberi (marche industriali leader di categoria) Prodotti a prezzi rallentati per le marche minori e locali Prodotti a prezzi bloccati per la marca commerciale insegna ,
specificando nell’etichetta a scaffale la scadenza del prezzo che può variare da referenza a referenza in funzione dei contratti
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LA DISCUSSIONE IN ATTO SULLA EVOLUZIONE DEL PRICING COOPERATIVO
UTILIZZO DELLE NUOVE TECNOLOGIE DELLA INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE PER SVILUPPARE UNA PROMOZIONE CHE FIDELIZZA E CREA TRAFFICO CONTEMPORANEAMENTE
LA PROMOZIONE CHE FIDELIZZA E’ : RIVOLTA A SPECIFICI TARGET DI CLIENTELA ESTESA TEMPORALMENTE OLTRE LA SINGOLA VISITA AMPLIATA AD UN BASKET DI PRODOTTI, COINVOLGENDO
EVENTUALMENTE IL CONSUMATORE NEL SHORT LISTING STABILE COME MECCANICA E DURATURA IL PROTOTIPO DELLA PROMOZIONE CHE FIDELIZZA E’
QUELLO REALIZZATO DA CARREFOUR IN FRANCIA NEL 2004
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LA DISCUSSIONE IN ATTO SULLA EVOLUZIONE DEL PRICING COOPERATIVO
PASSARE DA UN PRICING DI PRODOTTO AD UN PRICING DI CATEGORIA PER LO SVILUPPO DELL’IMMAGINE DI CONVENIENZA:
Selezionare le categorie (driver) su cui COOP vuole essere più competitiva dei rivali ( 25-40% in ponderata ) realizzando un riposizionamento del 3-4% in tutti i formati e in tutti i mercati
Massimizzare la sovrapposizione assortimentale coi rivali nelle categorie driver ed estendere di conseguenza il controllo competitivo dei prezzi all’intero assortimento
Offrire referenze di primo prezzo solo nelle categorie driver di competitività e immagine di convenienza
Sviluppare l’immagine di convenienza nelle categorie driver mantenendo il predefinito scarto di prezzo per tutte le marche e non solo per le marche leader , vista la sovrapposizione ricercata
Trattare coi fornitori un EDLC per applicare un EDLP nelle categorie driver di competitività e immagine di convenienza
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LA DISCUSSIONE IN ATTO SULLA EVOLUZIONE DEL PRICING COOPERATIVO
PASSARE DA UN PRICING DI PRODOTTO AD UN PRICING DI CATEGORIA PER LA CREAZIONE DI TRAFFICO ALL’INSEGNA E AL PUNTO VENDITA :
Promozione estesa a tutte le marche industriali delle categorie promozionate, azzerando di conseguenza gli effetti dell’attività sulla struttura del fatturato di categoria ( non sono più i contributi dei fornitori che decidono la promozione ! )
EDLP per la marca commerciale mantenendo un differenziale di convenienza rispetto alla marca industriale leader di categoria anche quando la categoria è posta in promozione
Esclusione delle referenze di primo prezzo dall’assortimento Orientamento dell’assortimento in funzione della promozione, per
esempio inserendo all’inizio della stagione di merchandising delle categorie stagionali solo le marche che accettano di contribuire
Innovazione della comunicazione e delle meccaniche promozionali come indicato in precedenza per l’attuale contesto negoziale
IL PRICING DI CATEGORIA IMPLICA : UNA MAGGIOR AUTONOMIA DI MARKETING SIA NELLO SVILUPPO
DELL’IMMAGINE DI CONVENIENZA CHE NELLA CREAZIONE DI TRAFFICO, RISPETTO ALLA FUNZIONE ACQUISTI E ALL’INDUSTRIA
UN MAGGIOR COORDINAMENTO TRA PRICING E ALTRE LEVE
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LA DISCUSSIONE IN ATTO SULLA EVOLUZIONE DEL PRICING COOPERATIVO
LA CLUSTERIZZAZIONE DELL’ASSORTIMENTO IN CATEGORIE PER LO SVILUPPO DELL’IMMAGINE DI CONVENIENZA E LA CREAZIONE DI TRAFFICO : LE CATEGORIE BASICHE A DOMANDA STABILE E
FREQUENTE POSSONO ESSERE SELEZIONATE PER L’EDLP LE CATEGORIE DA SELEZIONARE PER LA CREAZIONE DI
TRAFFICO ATTRAVERSO LA PROMOZIONE ESTESA DOVREBBERO ESSERE INVECE QUELLE CON :
Una domanda relativamente concentrata nel tempo, perché legata a stagionalità e ricorrenze
Una domanda in crescita, perché espressione di nuovi modelli di consumo e/o di innovazioni radicali.
Una frequenza di acquisto ed una incidenza nel fatturato relativamente contenute
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Nota 3 ( Zamagni )“ La cooperativa è un autentico Giano bifronte. Unisce in sé due dimensioni distinte sia pure non rivali :
quella economica di soggetto che opera entro il mercato, accettandone la logica , e la dimensione
sociale di ente che persegue fini meta economici e che genera esternalità positive a vantaggio di
altri soggetti e virtualmente dell’intera collettività. E’ questa sua duplice natura che rende la
cooperativa una realtà difficile da spiegare e complessa da governare. Se la scienza economica
ufficiale si trova a disagio quando deve spiegare il comportamento di un soggetto che non intende
perseguire fini solamente egoistici, la scienza sociale stenta a comprendere come possa essere che
un attore come la cooperativa riesca a creare legami forti di solidarietà, forme avanzate di
democrazia partecipativa per mezzo dell’agire di mercato. ….Riuscire a tenere in equilibrio dinamico
i due codici, facendo sì che dalla loro contaminazione reciproca derivino complementarietà
strategiche è la vera grande sfida per il movimento cooperativo del XXI secolo. ….Obiettivo centrale
della cooperativa è dunque la massimizzazione della remunerazione dell’apporto socio – che si tratti
di lavoro, di conferimenti, di beni o servizi acquistati non imprta – e non già la massimizzazione del
rendimento del capitale investito nell’impresa, come invece accade nell’impresa di tipo
capitalistico….il socio della cooperativa è di fatto un usufruttuario. …In definitiva, possiamo dire che
la cooperativa è un soggetto economico in cui si combinano, in modo inscindibile, due distinte
dimensioni: quella associativa – persone diverse, portatrici di bisogni specifici, ma accomunate da
una motivazione pro-sociale , si uniscono liberamente per raggiungere scopi che da sole non
sarebbero in grado di conseguire – e quella imprenditoriale – il metodo, cioè la via, per giungere a
quelli scopi è quello di fare impresa , dando vita a un’organizzazione stabile dell’attività produttiva
orientata al mercato. …….La cooperativa, per nascere e soprattutto per fiorire, ha dunque bisogno
sia di un forte spirito associativo sia di un mercato ben funzionante “
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SA 8000
non sfruttamento del lavoro infantile e minorile non impiego del lavoro coatto garanzie di salute e sicurezza nell’ambiente di
lavoro libertà di associazione e di contrattazione collettiva eliminazione di ogni forma di discriminazione impiego concordato e moderato delle pratiche
disciplinari retribuzione equa e sufficiente ad una vita
dignitosa gestione sostenibile dell’orario di lavoro[1].
[1] COOP ha ottenuto nel 2001 un premio per la sua implementazione della SA8000
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Fig. 1 – Le certificazioni richieste da COOP ai fornitori di marca commerciale
11999999:: pprriimmoo pprrooddoottttoo aa mmaarrcchhiioo cceerrttiiffiiccaattoo EEccoollaabbeell.. II ll MMaarrcchhiioo EEuurrooppeeoo EECCOOLLAABBEELL aatttteessttaa cchhee iill pprrooddoottttoo hhaa uunn rriiddoottttoo iimmppaattttoo aammbbiieennttaallee lluunnggoo ttuuttttoo iill cciicclloo ddii vviittaa :: ddaallllee mmaatteerriiee pprriimmee uuttiilliizzzzaattee,, aallllaa lloorroo ddiissttrriibbuuzziioonnee ee ttrraassffoorrmmaazziioonnee (( iinnqquuiinnaammeennttoo ee ddeeggrraaddoo ddeell tteerrrreennoo,, ccoonnttaammiinnaazziioonnee iiddrriiccaa ee aattmmoossffeerriiccaa,, rruummoorree ee ccoonnssuummii eenneerrggeettiiccii,, ssmmaallttiimmeennttoo ddeellllee ssccoorriiee,,eecccc)),, aallllaa lloorroo eelliimmiinnaazziioonnee ddooppoo ll’’uussoo..
22000011:: aaddeessiioonnee aaii pprrooggeettttii ""DDoollpphhiinn ssaaffee"" ee ""FFrriieenndd ooff tthhee sseeaa"",, ssiisstteemmii iinntteerrnnaazziioonnaallii eeccoollooggiiccii ddii ppeessccaa pprroommoossssii ddaallll’’ EEaarrtthh II ssllaanndd II nnssttiittuuttee
22000022:: pprriimmoo pprrooddoottttoo aa mmaarrcchhiioo cceerrttiiffiiccaattoo FFSSCC ((ddeerriivvaattii
ddaall lleeggnnoo)),, ppeerr uunnaa ggeessttiioonnee ffoorreessttaallee eeccoollooggiiccaammeennttee ccoommppaattiibbiillee,, ssoocciiaallmmeennttee uuttiillee eedd eeccoonnoommiiccaammeennttee vvaalliiddaa
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Tab. 2 Le analisi e ispezioni effettuate sui fornitori dei prodotti a marchio COOP Food
GV Food fresco indus.
Extraal. Carni bovine
Carni suino
Salumi Carni avicole
Pesce fresco
Ortofrutta Ortofrutta bio
Ortofrutta Prod. integrata
N° analisi
984.000 600.000 1.600.000 74.723 3.034 4.540 34.486 2.747 88.846 22.318 88.846
N° ispezioni
157 107 58 986 32 82 225 42 236 63 236
Tab 2BIS Analisi e ispezioni effettate da COOP sui fornitori di marca industriale
Numero fornitori controllati 893 Numero ispezioni 124 Numero analisi 40.982 Numero prodotti controllati 2.494
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WAL MART HA CAMBIATO CONDOTTA
“During April, Wal-Mart will begin rolling out six private-label organic and fair trade certified coffees. The coffees are “carbon neutral”, in that suppliers have cu t carbon emissions to almost zero. The retailer will sell the coffee under the Sam’s Choice label throughout its US stores and the assortment will include Sam’s Choice Fair Trade certified coffee, Sam’s Choice Rainforest Alliance certified coffee, and Sam’s Choice USDA organic decaffeinated coffee. The retailer is rolling out the private label coffee to cater to socially conscious consumers.” [1]
[1] CIES - The Food Business Forum April 2, 2008
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Tab 4 - I costi “sociali” di COOP
BILANCIO SOCIALE COOP ITALIA
PRECONSUNTIVO 2007 - BUDGET 2008
€ € € Attività Voci di costo Budget
2007 Preconsuntivo
2007 Budget 2008
quota parte costi di gestione 892.364,71 915.736,69 1.024.57
8,71
quota parte altri costi diretti 100.630,52 158.242,65 168.198,
77 PRODOTTO COOP
costi diretti per Ricerca e Sviluppo 553.000,00 484.102,41 605.000,
00
costi di gestione 2.404.290,73 2.488.418,68 2.615.76
7,94
costi per analisi/controlli FOOD 949.572,14 964.194,99 837.167,
00
costi per analisi/controlli NON FOOD 284.500,00 325.967,33 232.000,
00
costi per analisi/controlli CARNE 978.929,00 983.296,09 974.929,
00
costi per analisi/controlli ORTOFRUTTA
438.500,00 419.094,99 471.000,
00
costi per analisi/controlli PROGETTO QUALITA' FOOD
606.500,00 595.619,91 504.000,
00 costi per analisi/controlli
PROGETTO QUALITA' NON FOOD
105.488,38 69.583,64 73.933,0
0
QUALITÀ PRODOTTO A
MARCHIO
costi per analisi/controlli PROGETTI 759.163,00 729.622,79 577.903,
00
APPROVATO DAI SOCI PROGETTO ASCOLTO
costi di gestione 1.379.928,93 1.338.855,65 803.836,
10
CERTIFICAZIONE SA 8000
costi di gestione 238.125,42 231.301,01 203.544,
91
TUTELA AMBIENTALE
costi di gestione 230.349,04 228.977,23 243.784,
36 COSTI AGGIUNTIVI PER LA SICUREZZA
SUL LAVORO polizze integrative facoltative 55.000,00 55.000,00
55.000,00
CONTRIBUTI ASSOCIATIVI+FONDO
SOLIDARIETÀ INTERGROUP
contributi ass.vi diversi 68.058,40 73.148,28 89.600,0
0
COSTI GENERALI COMUNI
quota parte 1.564.770,62 1.472.023,60 1.570.39
8,00
TOTALE 11.609.170,89 11.533.185,93 11.050.6
40,79
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Fig 6 - Le nuove etichette dei prodotti a marchio COOP
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C– MOTIVI DELL’INFEDELTA’ A COOPMotivi di frequenza delle altre insegne (% soci)
PdV mq
% soci che
frequentano solo il punto
vendita Coop
Altro Comodità Assortimento Prezzi Promozioni
Voto sui prezzi Coop
Voto sugli
sconti promo Coop
Grandemilia 11.990 10,7 4,1 31,9 32,8 0,8 19,7 3,9 4,3 Formigine 2.374 33,9 0,8 8,9 24,3 3,2 29,0 3,5 4,1 Goito 978 40,0 0,0 9,2 12,3 4,6 33,8 3,6 4,1 Taranto 9.500 30,2 5,7 22,7 8,5 4,7 28,3 3,3 4,1 Specialcoop 1.447 32,1 0,7 13,1 28,5 5,1 20,4 3,9 4,2 Castelfranco 2.766 30,5 2,3 13,3 26,5 5,5 21,9 3,6 4,0 Portali 8.264 8,9 14,9 22,8 24,8 5,9 22,8 3,9 4,3 Bari 10.000 14,7 9,3 21,8 19,4 6,2 28,7 3,3 4,1 Castello 10.000 11,4 10,5 29,6 20,1 6,7 21,9 3,6 4,2 Barletta 7.000 25,5 2,0 28,4 15,7 6,9 21,6 2,8 4,1 Borgogioioso 9.500 28,7 1,0 28,7 14,9 6,9 19,8 3,7 4,2 Gelsi 1.610 12,9 6,5 9,7 39,9 7,5 23,7 3,7 4,1 Foggia 6.000 25,2 0,9 23,3 19,6 7,5 23,4 3,6 3,9 Canaletto 1.070 42,0 6,8 7,9 21,6 8,0 13,6 3,6 4,0 Gioia del Colle 2.500 20,0 2,2 9,6 14,0 8,1 45,9 3,1 4,0 Vignola 2.645 32,2 0,7 14,0 23,1 9,1 21,0 3,5 3,9 Novi 1.195 28,1 5,6 11,2 25,9 10,1 19,1 3,4 4,0 Salento 7.400 8,3 8,3 28,8 13,6 10,6 30,3 3,2 4,0 Codigoro 1.103 37,5 7,7 4,8 26,0 10,6 13,5 3,5 4,0 Sassuolo MV 2.985 14,0 4,0 12,0 26,0 11,0 33,0 3,8 4,2 Le Mura 9.000 21,4 4,8 15,8 26,3 11,1 20,6 3,7 4,1 Nuovo Doro 2.528 35,2 3,2 10,4 20,8 12,0 18,4 3,6 4,1 Carpi Magazzeno 910 10,4 4,2 15,6 38,6 13,5 17,7 3,7 4,1 Bondeno 1.716 21,3 0,8 9,8 27,1 13,9 27,0 3,6 4,2 Nonantola 1.028 29,2 0,0 5,6 33,3 16,7 15,3 3,3 4,0 Ravarino 1.000 23,8 3,3 5,7 40,1 17,2 9,8 3,6 4,1 Portomaggiore 2.500 7,3 6,4 7,2 24,5 23,6 30,9 3,2 3,9
G. Lugli Università degli Studi di Parma