Economia dei Mercati Monetari e Finanziari

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  • Mercati monetari e finanziari. Lezione 1

    Money and inflationla moneta un'attivit, importante mezzo di scambio (poi vedremo meglio) mentre l'inflazione una patologia potremmo dire; perch deriva da una variazione dei prezzi di beni e servizi. Usiamo la lettera pi greco = PtPt1/Pt1 quindi i prezzi al tempo t meno i prezzi al tempo precedente t-1 fratto questi prezzi al tempo t-1. Una delle cause dell'inflazione quella monetaria: avviene quando la crescita della moneta (offerta di moneta) eccessivamente superiore alla crescita del paese in termini di PIL.Modelli neoclassici e modelli keynesiani: nei modelli keynesiani il salario nominale dato come fisso (W = wage) [NB salario reale = W/P] , cosiddetta vischiosit dei salari verso il basso; piu in generale i prezzi sono rigidi. Nel modello neoclassico i prezzi sono flessibili; inoltre la disoccupazione Volontaria. Per keynes invece involontaria, ci perch i salari sono rigidi e non c' quell'aggiustamento definito dai neoclassici.Nei modelli qua considerati teniamo conto dei salari flessibili e dei markets clear , mercati che da soli riescono a raggiungere l'equilibrio.CPI : indice dei prezzi al consumo..usato per calcolare l'inflazione. C' un altro modo ed la variabile nota come deflattore del PIL (GDP deflator)l'indice dei prezzi al consumo calcolato in base ad un dato paniere di beni rappresentativi per le famiglie (beni di prima necessit e beni rilevanti), vengono calcolati i prezzi in diversi intervalli di tempo e se il valore del paniere cambia, tale variazione misura appunto la variazione dei prezzi.Per quanto riguarda il deflattore del PIL bisogna ricordare due concetti : PIL nominale e PIL reale:il PIL nominale indica i prezzi dell'anno corrente cos come le quantit. Il PIL reale invece considera un anno base e mantiene quei prezzi, aggiornando invece le quantit al periodo via via corrente. Nel PIL reale i prezzi sono costanti. In questo modo noi considerando il PIL reale neutralizziamo l'effetto della variazione dei prezzi. Con il PIL nominale, trovandoci davanti ad una crescita del PIL stesso, non potremmo essere sicuri che tale crescita sia data dall'effettivo aumento della produzione o solamente dall'aumento dei prezzi dato dall'inflazione (ad esempio). Tenendo invece costanti i prezzi, non stiamo considerando un problema di inflazione ma stiamo valorizzandola quantit. Quindi un eventuale aumento del PIL reale siamo certi che data da una maggiore produzione, una crescita economicail deflattore del PIL dunque dato dal rapporto tra PIL reale e PILnominale (banalmente considerando l'anno t0, tale rapporto 1 poich i due PIL coincidono) il PIL nominale dunque crescer dunque pi velocemente del PIL reale poich in entrambi c' crescita delle quantit, ma in quello nominale cresce anche P, i prezzi. Dunque il rapporto genera il numero indice P, usato appunto nel calcolo dell'inflazione.

    Considerando invece il CPI, si presenta un procedimento simile ma inverso al GDP deflator, poich viene calcolato il valore del paniere considerato ad un dato tempo 0, e dunque abbiamo a che fare con una sommatoria con i prezzi che variano mentre la quantit rimane quella Q0 del paniere medesimo.Ovviamente i due indici hanno un dettaglio diverso poich son calcolati in modo diverso: l'indice dei prezzi al consumo considera anche i beni importati, mentre l'altro indice non ne tiene conto.Dunque se un paese grande e sufficientemente diversificato, e produce tutti i beni e servizi che servono ai consumatori, ma allo stesso tempo li importa anche ( ad esempio dalle auto all'abbigliamento al cibo) dunque in questo caso i due indicatori tendono a convergere poich considerano tutti i beni. Se invece un Paese ha un'economia specializzata, ad esempio un paese arabo la cui economia si basa su pochi beni/servizi, consuma comunque tutti i tipi di beni (cibo, vestiario ecc) dunque i due indici hanno un peso diverso.La moneta banalmente fondamentale in questo discorso, poich ha la funzione di unit di conto, diintermediario.

  • Lezione 2l'offerta di moneta (money supply) la quantit di moneta disponibile nel sistema, cio tutta quella circolante nel sistema (circolante in senso ampio, cio sia il cash sia assegni depositi ecc.)la politica monetaria sotto il diretto controllo delle autorit monetarie cio le banche centrali che dirigono con diversi gradi di flessibilit (a seconda che ci siano regimi di tassi flessibili o meno, si vedr in dettaglio pi avanti).L'offerta di moneta varia poich si possono individuare diversi aggregati: il primo il circolante (currency) simbolo C, cio la moneta in senso stretto, banconote, monete. L'aggregato M1 la somma del circolante pi i depositi (bancari, postali). Il terzo aggregato chiamato M2: includiamo M1 pi i depositi a breve termine (short-run), cio forme di deposito vincolate fino ad un anno (es libretti di risparmio). Un ultimo aggregato l' M3: il pi ampio, comprende M2 pi i depositi vincolati a lungo periodo (long-run). Se ho un deposito vincolato non lo posso usare per fare transazioni, quindi ci riferiamo agli aggregati M2 ed M3 come moneta non destinata alle transazioni. La domanda di moneta la domanda di liquidit, che ha due componenti; legata al reddito (direttamente proporzionale) e al tasso di interesse (in maniera inversamente proporzionale)Teoria quantitativa della moneta. mette in relazione la quantit in circolazione di moneta con il numero di transazioni esistenti nel sistema economico e gli effetti che tale moneta in circolazione hasui prezzi. Concetti chiave-> velocit di circolazione della moneta: numero di volte in cui la monetaviene scambiata, circola nel sistema economico; posto un valore delle transazioni pari a 500 dentro un dato sistema economico e dell'offerta di moneta pari a 100 , la velocit data (in approssimazione) dal loro rapporto...in questo caso 5. possiamo comunque considerare nel calcolo ilvalore del reddito o del PIL nazionale [ricordiamo come si pu misurare il PIL: 1) valore di tutti i beni e servizi finali (quelli consumati, non semilavorati) prodotti all'interno del sistema economico

    2) somma dei valori aggiunti (cio dati gli imput necessari per costruire un dato bene, il valore aggiunto la differenza tra tali imput e il bene finale. Cio dunque il valore in pi dato appunto attraverso la lavorazione dell'uomo) . In tal caso la somma dei valori aggiunti indicail valore complessivo del bene finale

    3) somma dei redditi distribuiti ( profitti e salari generati dal lavoro)

    valore del reddito = valore della domanda aggregata (in equilibrio)Ynominale/valore moneta = velocit della moneta . P sta per il deflattore del PILP*Y valore del PIL nominale (quello valorizzato ai prezzi correnti) o ugualmente valore delle transazioni dentro il sistema economicoidentit-> M*v = P*Y

    definiamo MP come lo stock reale di moneta (real money balances) cio il potere d'acquisto della

    moneta. Infatti il denominatore P ci sta indicando il livello dei prezzi, che dunque ci fa capire quanto potere d'acquisto ho (se ad esempio un bene costa 10 e io ho 100, posso permettermene 10 unit, se il bene costa 20 potr permettermene 5)nella relazione che stiamo per costruire necessario inserire la domanda di moneta, poich per far siche si generino le transazioni stesse, necessario qualcuno che domandi moneta. Poich la moneta circola nel sistema economico, il valore delle transazioni che noi possiamo effettuare con un dato tot di cash, maggiore dato che c' appunto una circolazione della moneta stessa.Semplice modello uniperiodale di domanda di moneta:

    (MP)d

    =kY il potere d'acquisto della domanda di moneta (reale, dati i prezzi) uguale a k per

    Y, dove k si definisce giacenza, cio il numero di giorni durante i quali noi deteniamo moneta senza effettuare transazioni . Si considera esogeno perch ovviamente dipende dai gusti dei consumatori, un elemento soggettivo che ovviamente rapportato anche alla regolarit con la quale vengono effttuati i pagamenti (mensili annuali settimanali ecc)chiaramente la domanda di moneta dipende dal reddito Y, che a sua volta dipende anche da questo fattore esogeno k. La relazione tra k e v chiaramente inversa; se aumenta la velocit si riduce la

  • giacenza, e viceversa se la giacenza aumenta, la moneta ferma dunque si riduce la velocit.Assumiamo che la velocit v sia costante ed esogena al modello, ponendo cio che se la giacenza data, anche la velocit data.Il reddito nazionale (in termini reali) dipende dagli input utilizzati, cio capitale e lavoroNB nel breve periodo i fattori sono dati, non possono aumentare, cos come i prezzi. Quando si passa al medio periodo si introduce (in linea generale) la variazione dei prezzi; nel lungo periodo invece anche i fattori produttivi sono variabili, e la variazione della disponibilit di questi fattori produttivi influisce sulla crescita. Dunque anche la variazione della forza lavoro si ha nel lungo periodo, poich abbiamo una variazione della popolazione (crescita data da maggiori tassi di fertilit, immigrazione ecc o anche decrescita data dal maggiore tasso di mortalit).Se ho K ed L dati, anche Y (che funzione di k e l ) dato, cio non si pu produrre oltre l'impiego massimo, oltre la quantit massima dei fattori.Se si fa variare l'offerta di moneta pi la variazione della velocit di circolazione, questa uguale alla variazione dei prezzi pi la variazione del reddito Y : M + v = P + Y

    data la velocit costante, abbiamo v/P = 0 . dunque = MMY

    Y questa formula indica che il

    tasso di inflazione dato dal tasso di crescita della moneta meno il tasso di crescita del PIL, e infattiquando ci troviam in una situazione di pieno impiego Y/Y pari a zero, altrimenti avremo due tassi di crescita la cui differenza ci dar il tasso di inflazione: se ad esempio ho un tasso di crescita monetario pari a 5% e un tasso di crescita del reddito nazionale pari al 3%, avr un tasso d'inflazione pari al 2%. se moneta e Pil crescono in maniera costante, la loro differenza zero (e quindi non si ha inflazione)