EC 170: Industrial Organization Politica/16... · potrebbe trovare conveniente stabilire con le...
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RESTRIZIONI VERTICALI
CORSO DI ECONOMIA INDUSTRIALE
CdL in Economia Aziendale e Management
Prof.ssa Marianna Succurro
Copyright © 2013 McGraw-Hill Education Italy srl
Lynne Pepall, Daniel J. Richards, George Norman , Giacomo Calzolari, Organizzazione industriale 2e
INTRODUZIONE Di solito pensiamo che i clienti delle imprese siano i
consumatori finali
In realtà, la maggior parte delle imprese vende ad altre
imprese
Ci sono almeno due ragioni per cui la relazione tra impresa a
monte e impresa a valle è diversa dalla relazione tra impresa
e consumatore finale
1. Un’impresa che vende direttamente al consumatore controlla
la maggior parte delle variabili che determinano la domanda; lo
stesso non si può dire di un produttore che vende attraverso un
dettagliante
Cosa ancora più importante, il P al dettaglio è scelto dal rivenditore e
non dal produttore le vendite di un produttore dipendono non solo
dal P all’ingrosso, ma anche da altri fattori che non possono essere
controllati direttamente
2. i rivenditori (a differenza dei consumatori) sono in
competizione uno con l’altro
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INTRODUZIONE
Queste due osservazioni giustificano un’analisi specifica
delle relazioni verticali tra imprese
Per relazioni verticali intendiamo relazioni tra due
imprese che operano in stadi successivi del processo
produttivo
In particolare, le restrizioni verticali possono essere
definite come dei contratti vincolanti a lungo termine tra
imprese collegate verticalmente in cui si specifica il
prezzo o altre condizioni o forme di comportamento
Gli effetti sul benessere economico possono essere
positivi o negativi
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INTRODUZIONE
La ragione principale per definire restrizioni verticali è
l’armonizzazione delle attività di produzione,
trasformazione e distribuzione
Ma perché le imprese dovrebbero scegliere di applicare
restrizioni verticali piuttosto che fare affidamento sui
vantaggi dell’integrazione verticale?
essenzialmente per due motivi:
1) mantenere un certo grado di indipendenza
2) evitare i costi che possono essere associati a una piena
integrazione verticale
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INTRODUZIONE
Esistono molti accordi contrattuali che coinvolgono
produttori e distributori
Alcuni restringono i diritti del distributore
Non può vendere altre marche
Deve fornire servizi aggiuntivi o recapitare il prodotto entro un
certo lasso di tempo
Altri restringono i diritti del produttore
Non può rifornire altri distributori
Deve ricomprare i beni invenduti
Alcuni indicano al dettagliante la quantità da produrre
Alcuni riguardano restrizioni relative ai prezzi
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INTRODUZIONE
Ci sono diversi motivi per cui un’impresa a monte
potrebbe trovare conveniente stabilire con le imprese a
valle relazioni contrattuali
In generale, le restrizioni verticali possono mirare a due
scopi:
1. accrescere il potere di mercato
2. realizzare riduzioni di costo
Vediamo le principali forme di restrizione verticale
distinguendo tra:
Restrizioni verticali legate al prezzo
Restrizioni verticali non di prezzo
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IMPOSIZIONE DEL PREZZO
AL DETTAGLIO
L’imposizione del prezzo al dettaglio è il tipo più
importante di restrizione verticale di prezzo
Con RPM (resale price maintenance – mantenimento del
prezzo di vendita):
Un’impresa a monte mantiene il diritto di controllare il
prezzo al quale un prodotto o un servizio è venduto da
un’impresa a valle
Il prezzo imposto può implicare
la fissazione di un prezzo minimo (price floor) al dettaglio
l’imposizione di un prezzo massimo (price ceiling) al
dettaglio
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IMPOSIZIONE DEL PREZZO AL DETTAGLIO
Gli accordi di RPM hanno una lunga e controversa storia
Negli Stati Uniti, gli accordi di imposizione del prezzo al dettaglio
furono inizialmente vietati perché violavano la normativa antitrust
motivo: tali accordi, limitando la concorrenza dei prezzi fra
rivenditori al dettaglio (nel caso di imposizione di P minimo),
possono costituire una forma di collusione tra dettaglianti
gli accordi di imposizione del prezzo al dettaglio possono anche
promuovere la collusione tra produttori
Il contesto giuridico in base al quale sono stati valutati gli accordi di
imposizione del prezzo al dettaglio è poi diventato più permissivo
negli Stati Uniti
In Europa, gli accordi tra imprese sono vietati dall’art.81 del
Trattato, ma esenzione in blocco dal divieto per gli accordi
verticali che vengono valutati caso per caso
►tuttavia esiste una lista «nera» di accordi espressamente vietati
che include la RPM e alcuni tipi di restrizioni territoriali
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IMPOSIZIONE DEL PREZZO AL DETTAGLIO
Uno dei motivi per cui un produttore potrebbe essere interessato a
limitare la libertà di scelta del prezzo da parte di un dettagliante a
valle è quello di risolvere il problema della doppia
marginalizzazione
Il problema della doppia
marginalizzazione è che il P
al dettaglio sarebbe troppo
elevato
Abbiamo visto che, con
produttore e dettagliante
monopolisti separati
Il produttore max П
vendendo Q3 al prezzo P2
Il dettagliante max П
vendendo Q3 ai
consumatori al prezzo P3
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Abbiamo anche visto che
l’impresa integrata
venderebbe Q2 al prezzo P2
ottenendo il ПM di monopolio
In alternativa alla fusione
verticale, il produttore può
stipulare un accordo di
RPM che stabilisca che il
dettagliante non faccia
mai pagare un P
superiore a P2
(imposizione P massimo)
IMPOSIZIONE DEL PREZZO AL DETTAGLIO
In tal modo il dettagliante dovrebbe far pagare proprio il prezzo P2
(non può fissare un P superiore e non è interessato a fissarne uno
inferiore)
Con tale restrizione, anche il produttore fisserebbe un P all’ingrosso
pari a P2 ottenendo così tutti i profitti …
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Imponendo un P
massimo al quale il
dettagliante può vendere,
il produttore può ottenere
un esito nel quale il
prezzo al dettaglio è
quello che
max i profitti totali
combinati ПM
trasferisce tutti i
profitti al produttore
stesso
IMPOSIZIONE DEL PREZZO AL DETTAGLIO
Esistono soluzioni diverse dall’imposizione del P al dettaglio:
il produttore può adottare anche una tariffa in due parti …
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Il produttore stabilisce che
il dettagliante paghi
dapprima una certa somma
fissa A (tassa di
franchising)
in seguito possa acquistare
la quantità di prodotto che
desidera al prezzo
all’ingrosso P1
P1 è il CMa1 , ma ora
coincide anche con CMa2
TARIFFA IN DUE PARTI
In tal modo:
il dettagliante fissa il P al livello ottimale, cioè al livello che sarebbe scelto
dall’impresa verticalmente integrata (P2), ottenendo ПM
il dettagliante è disposto a pagare fino a un massimo di A = ПM
l’impresa a monte ottiene un profitto nullo, ma può intascare l’intero ПM
proprio attraverso la tassa di franchising, ponendo : A = ПM
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Un altro motivo per cui un produttore potrebbe essere
interessato a limitare la libertà di scelta del prezzo da
parte di un dettagliante a valle è quello di assicurare la
fornitura dei servizi al dettaglio
I dettaglianti forniscono molti servizi preziosi per i
produttori:
- informazioni aggiuntive ai clienti
- spazio espositivo
- dimostrazione dei prodotti
- riparazioni
- pubblicità, ecc.
Questi servizi possono risultare di fondamentale
importanza per la commercializzazione e la vendita del
prodotto
RPM E SERVIZI AL DETTAGLIO
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Tali servizi al dettaglio infatti:
aumentano il volume di vendite
incrementano anche il profitto del produttore
Ma offrire questi servizi è costoso, e inoltre:
sia servizi che costi sono difficilmente misurabili
il dettagliante è interessato ai propri profitti, non a quelli del produttore
Come può il produttore incentivare il dettagliante a erogare questi servizi?
Con l’imposizione di restrizioni verticali …
RPM E SERVIZI AL DETTAGLIO
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In assenza di restrizioni verticali, è improbabile che un
dettagliante fornisca il livello di servizi preferito dal produttore
Intuizione:
il produttore desidera un livello elevato di servizi in quanto essi
fanno aumentare il prezzo che i consumatori sono disposti a
pagare, e dunque i suoi profitti, ma:
mentre i profitti derivanti dal miglior servizio spettano almeno
in parte al produttore
il costo di fornitura di tali servizi spetta interamente al
dettagliante
di conseguenza, l’incentivo da parte del dettagliante a offrire
tali servizi si riduce
Restrizioni verticali come un accordo di RPM possono rivelarsi
un modo per superare questa difficoltà …
RPM E SERVIZI AL DETTAGLIO
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Nello specifico, il produttore potrebbe imporre un P minimo al
dettaglio ai suoi distributori
ciò evita che un dettagliante venda a prezzi troppo bassi
rispetto a un altro
questo a sua volta implica che i consumatori si recheranno
presso il dettagliante che fornisce i migliori servizi, visto che
non riusciranno a trovarne altri con prezzi inferiori altrove
bloccando lo sconto sui prezzi, l’effetto di un accordo di
imposizione del prezzo al dettaglio è quello di impedire che
alcuni negozi vendano merce a prezzi scontati, con la
conseguenza di un prezzo al dettaglio probabilmente più alto
ma questo effetto di prezzo e la perdita che esso impone ai
consumatori potrebbero essere compensati dai guadagni
generati dalla maggiore fornitura di servizi al dettaglio
RPM E SERVIZI AL DETTAGLIO
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RESTRIZIONI VERTICALI NON DI PREZZO
Altre restrizioni verticali piuttosto frequenti sono:
Distribuzione in esclusiva: il produttore limita la possibilità
del dettagliante di comprare e vendere marchi che sono in
competizione con la marca del produttore;
molto comuni; ad es. Algida potrebbe obbligare bar e ristoranti
a non vendere gelati Sanson o Sammontana (interbrand
competition) concorrenza fra marchi diversi concorrenza
fra produttori
Vendita in esclusiva: il dettagliante limita la possibilità del
produttore di vendere ad altri distributori;
molto comuni; ad es. un concessionario Nissan ottiene dal
produttore la promessa a non autorizzare altri concessionari
nelle vicinanze a vendere auto Nissan (intrabrand
competition) concorrenza fra imprese che offrono lo stesso
marchio concorrenza fra dettaglianti
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DISTRIBUZIONE IN ESCLUSIVA
Spesso i produttori spendono molte risorse per la promozione dei propri prodotti
La pubblicità e la promozione di un produttore influenzano positivamente anche la domanda di prodotti simili
Es.: pubblicizzare Tachipirina può aumentare non solo la domanda di Tachipirina, ma degli analgesici in generale
I farmacisti potrebbero soddisfare la domanda di analgesici offrendo l’equivalente generico a basso costo della Tachipirina
il generico costa meno perché non paga la pubblicità
il produttore del farmaco generico fa free-riding sulla
pubblicità della Tachipirina
ciò potrebbe causare la produzione di nessuna pubblicità e di
nessuna fornitura di informazione questo è inefficiente
La distribuzione in esclusiva, evitando che i dettaglianti effettuino sostituzioni, potrebbe risolvere il problema del free-riding
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DISTRIBUZIONE IN ESCLUSIVA
Dal punto di vista dell’antitrust, la distribuzione in esclusiva può essere considerata un mezzo per eliminare la concorrenza
può precludere l’entrata di potenziali nuovi produttori
può limitare la concorrenza fra produttori già presenti sul mercato: escludendo il prodotto di un rivale, il produttore che rimane sul mercato può beneficiare di un maggior potere di monopolio
Tuttavia, in genere, il produttore che ottiene il contratto di esclusiva può farlo fissando un prezzo all’ingrosso molto basso per il dettagliante; ciò, a sua volta, si tradurrà in un basso prezzo al dettaglio
↓
Pertanto, bisogna valutare se la riduzione del P al dettaglio sia sufficiente a compensare i consumatori per la rinuncia al prodotto alternativo
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VENDITE IN ESCLUSIVA E ACCORDI
TERRITORIALI In questo caso, il produttore si impegna a non vendere il
proprio prodotto a qualsiasi altro dettagliante di una determinata zona geografica (esclusiva territoriale)
il dettagliante si impegna a non aprire un nuovo punto vendita in una zona in cui sia già presente un altro dettagliante
Ma la concorrenza al dettaglio può giovare ai produttori in quanto riduce il problema della doppia marginalizzazione
Dunque, perché un produttore dovrebbe stipulare un contratto che limiti tale concorrenza?
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VENDITE IN ESCLUSIVA E ACCORDI
TERRITORIALI Ci sono almeno due motivazioni. In assenza di restrizioni:
1. ancora una volta, ci sarebbe un problema di free-riding
servizi e promozioni potrebbero andare a vantaggio di altri distributori, specie di quelli più vicini
ciascun distributore farebbe free-riding sui servizi fatti da altri dettaglianti con il risultato che nessuno fornirà tali servizi
2. ci sarebbe anche un’esternalità di prezzo
tagli di prezzo di un dettagliante attirano consumatori e riducono i profitti di altri dettaglianti
ciascun dettagliante considera esclusivamente l’effetto sui propri profitti → ognuno tenderebbe a stabilire un prezzo minore di quello che massimizzerebbe i profitti dell’industria
L’esclusiva territoriale può servire ad aumentare sia il livello dei prezzi sia il livello dei servizi associati al bene del produttore
►questo farà aumentare i profitti sia del dettagliante sia del produttore
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I MERCATI POST-VENDITA
Una relazione verticale particolarmente complessa è quella che
riguarda i c.d. mercati del post-vendita (aftermarket)
Per molti beni tecnologici, le imprese che inizialmente forniscono
le apparecchiature concorrono anche in un mercato secondario per
fornire servizi di assistenza e riparazione
Spesso, tali imprese applicano restrizioni verticali che impongono
ai proprietari dell’apparecchiatura di acquistare i servizi di
riparazione dalla stessa impresa presso la quale la hanno
acquistata
È difficile determinare l’impatto prodotto da questo lock-in
Potrebbe essere un modo per assicurare la qualità, ma vi sono
buoni motivi per ritenere che tali restrizioni diano alle imprese la
possibilità di applicare P superiori a quelli concorrenziali sul
mercato secondario, anche quando il mercato primario
(foremarket) è molto concorrenziale
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I MERCATI POST-VENDITA
Il caso Kodak Kodak produce equipaggiamento micrografico per creare e visualizzare
microfilm e fotocopiatrici. Questo è il mercato primario (Foremarket)
Kodak ha anche una rete di tecnici che curano la manutenzione di
queste macchine
Altre imprese di assistenza indipendenti competevano con Kodak, ma
facevano affidamento su Kodak per i pezzi di ricambio. Il mercato
dell’assistenza post-vendita è il mercato secondario (Aftermarket)
Dopo aver perso un contratto a vantaggio di un’impresa indipendente,
Kodak smise di rifornire di pezzi di ricambio le imprese indipendenti
Le imprese indipendenti fecero causa, ma la difesa di Kodak fu che non
era possibile esercitare potere di mercato sul mercato secondario,
poiché consumatori razionali avrebbero ridotto la propria disponibilità
a pagare sul mercato primario in previsione di prezzi più elevati sul
secondario
Kodak perse la causa
Ma permane il problema dell’uso di restrizioni verticali a scopi
anticompetitivi e della possibilità di proiettare il proprio potere di
mercato dal mercato primario a quello secondario
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POLITICA PUBBLICA E RESTRIZIONI
VERTICALI NON DI PREZZO
Le restrizioni verticali non di prezzo possono avere effetti sia positivi sia negativi
Per tale motivo, in generale, le politiche pubbliche verso le restrizioni verticali non legate al prezzo sono state dominate da un approccio di rule of reason
Comunque, dagli anni ’90 sia in Europa che in Nord America sono prevalse politiche di rule of reason con una forte presunzione che la restrizione fosse giustificata
L’argomento fondamentale è che, dato che la restrizione è un contratto volontario tra impresa a monte e impresa a valle, ♦esso deve andare a beneficio almeno di queste due parti; l’evidenza empirica mostra che, di solito, le restrizioni verticali non di prezzo ♦generano benefici anche ai consumatori