Eagle's strenght, Anno 2, Numero 49, 17 Settembre 2011

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sslaziolbg.altervista.org, Anno Due Settimanale di critica e cultura calcistica fondato nel 2010 Aquile della LAZIO, è giunto il momento di fare sul serio, si parte con la nuova avventura, ora uniti, però, più che mai! Perché mai come ora siamo competitivi.

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Il settimanale di LBG-Lazialibellagente

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Settimanale di critica e cultura calcistica fondato nel 2010

Aquile della LAZIO, è giunto il momento di fare sul serio, si

parte con la nuova avventura, ora uniti, però, più che mai!

Perché mai come ora siamo competitivi.

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Lazio e Ranking Fifa, di Gianluca Palami-

dessi

Intervista ad Hernanes, di Gianluca Pala-

midessi

Reja pre-gara, di Gianluca Palamidessi

E’ sempre lo stesso Milan, di Lazion.eu

INTERVISTA A SERGIO CRAGNOTTI

Milan-Lazio 2-2, di Gianluca Palamidessi

Intervista a Reja, di LaLaziosiamonoi.it

L’ITALIA CHE VOGLIAMO E’ UNITA!

Pazzo gol, è grande Italia, del CDS

I SORRISI DEGLI ALTRI

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Lazio 102° nel ranking Fi-fa, a fine stagione obbiettivo 50°. Ce la farà Edy Reja?

In Europa

per tornare

grandi, ma

ce la farà

mister Reja

La stagione è alle porte: il campio-nato inizierà do-menica, per l‘Europa Lea-gue bisogna atten-dere la prossima settimana, quan-do la Lazio ospite-rà allo Stadio Olimpico i romeni del Vaslui. La squadra biancoce-leste torna, quin-di, in Europa: lo fa dalla porta di servizio, ma lo fa anche con la con-sapevolezza di poter andare lontato. I boo-kmakers la quota-no come terza forza della com-petizione, insieme all’Atletico Ma-drid e dietro solo a Paris Saint Ger-man e Tottenahm. Ora tocca alla compagine di Reja dimostrare il proprio valore. Intanto, l’Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio, ricono-sciuto ufficial-mente dalla FIFA, ha aggiornato la pro-pria classificaper club. Il regola-mento che per-mette di stilare tale lista aggiorna ogni mese il calco-lo in base ai se-guenti punteggi: ai club delle leghe maggiori vengono assegnati 4 punti per una vittoria, 2 per il pareggio e 0 per la sconfitta. La posizione della Lazio non è delle migliori: infatti, la società capitolina si trova al 102° posto.

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S uccede che il Barcellona è primo, indi per cui la Lazio nostra dovrà faticare per scalare 1o2 posizioni. A parte tutto, è ovvio che la Lazio, anche matematica-

mente parlando, non potrà mai raggiungere la prima posizione, ma è lecito che i tifosi si aspetti-no quanto meno una grande Europa, pure perché è da anni che questo non accade. E, con i gioca-tori che ci ritroviamo, ottimi, sarebbe bene cerca-re di arrivare quantomeno ai quarti dell’Europa League, per andarsela poi a giocare alla grande in terreni ostici, e crederci, un po’ come fece il Na-poli l’anno passato. Qui accanto le squadre mes-se in ordine di ranking, tranne Milan(27°), Roma (40°), Napoli (56°), Palermo (60°), Juventus (75°), e ovviamente la Lazio, al 102° posto.

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Negli ultimi tempi le luci dei riflettori sono state spesso prese dal duo Klose-Cisse, un attacco atomico e di livello assoluto con il quale la Lazio dovrà rilanciar-si in ambito internazionale. Ma sebbene l’attenzione sia stata concentrato sui due attaccanti, non si è mai perso di vista che alle loro spalle agirà un Herna-nes nuovo, un Hernanes che finalmente ha potuto lavorare sin dall’inizio con la squadra e che in questa stagione cercherà di essere ancora più decisivo di quanto fatto la stagione scorsa quando, con 11 reti in campio-nato e una in Coppa Italia, oltre a diventare il cannoniere stagio-nale dei biancocelesti, ha rag-giunto anche Pavel Nedved nella classifica dei centrocampi-sti più prolifici della storia della prima squadra della Capitale. Un esordio con i fiocchi nel campionato italiano che “Il Profeta” cercherà di migliorare

nel campio-nato ormai alle por-te, che do-mani avrà il suo inizio alla Scala del Calcio di San Siro contro il Milan cam-pione in carica. Sarà un incrocio particolare per il brasi-liano di Reci-fe, che pro-prio in rosso-nero, ha rischiato di finirci qual-

che anno fa quando con Kaka partente destinazione Madrid, il nuovo allenatore Leonardo aveva deciso di puntare proprio su Hernanes per la sua sostitu-zione. Non solo vice-Kaka, ma anche vice-Pirlo visto che in Sudamerica era proprio nel ruolo di regista che il brasiliano dava il meglio di se stesso, fa-cendo girare la squadra e rom-pendo le azioni da gioco degli avversari. Come riporta “Il Messaggero” in un articolo a firma di Daniele Magliocchetti, la trattativa tra Milan e San Paolo arrivò a un accordo su una base di 16 milioni, ma a causa di un disaccordo sulla modalità di pagamento (i pauli-sti chiedevano un biennale, mentre il Milan spingeva per un quadriennale) alla fine non se ne fece nulla. Ci provò anche il Barcellona di Guardiola, ma alla fine Hernanes arrivò in Europa per approdare nella Roma bian-

coceleste come confermato dallo stesso giocatore qualche tempo fa: «È vero, sarei potuto arrivare in Europa molto prima, ma si vede che non erano matu-ri i tempi ed è stato meglio così, altrimenti mi sarei perso la Lazio. E io nella capitale sto benissimo». Nessun rimpianto quindi per il numero 8 che alla corte di Reja ha spostato il suo baricentro più avanti, alle spalle delle punte per cercare di sfrut-tare al meglio quella che fino a questo momento si è rivelata la sua arma migliore: il tiro in porta, sia da fermo che in movi-mento. Destro o sinistro non fa differenza e non appena si libe-ra uno spazio, Anderson Herna-nes non ci pensa due volte a scagliare con una potenza e una precisione disarmante, il pallo-ne alle spalle del portiere di turno. Nelle due precedenti partite ufficiali sono già arrivati due gol e a San Siro siamo sicu-ri che cercherà di incrementare ulteriormente il bottino stagio-nale.

Le rivelazioni del Brasiliano che scelse la Lazio al posto del Mi-lan, ma perche?

HERNANES: “LAZIO, ECCO PERCHE’ SCELSI TE E NON IL MI-LAN”

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REJA: “IL MILAN E’ FORTE, MA NOI SIAMO PIU’ MATURI”

Questa l’intervista rilasciata al Corriere dello sport da Edoardo Reja, che è sicuro

" Il Milan ha un poten-ziale incredibile, parti-rà forte, ma noi abbia-mo le giuste qualità per

fare bene. Abbiamo quattro ottimi giocatori in fase offen-siva per metterli in difficoltà. Possiamo inserirci negli spazi che ci lasceranno". Il tecnico della Lazio, Edy Reja, è convinto che la sua squadra possa fare paura ai campioni d'Italia nel match che doma-ni sera aprirà la stagione di serie A. Grazie anche ad una rosa, a suo dire, ampiamente rinforzata rispetto allo scorso anno. "Klose e Cissè sono giocatori di spessore, abbia-mo una rosa di qualità - ha aggiunto in conferenza stam-pa - Se facciamo una partita concentrata, possiamo met-tere in difficoltà il Milan.

«Loro partono avvantaggiati, e come esordio avrei preferi-to cominciare dal Chievo all'Olimpico. Ma questa è una partita che ci può dare delle conferme, ma anche far venire dei dubbi: insomma

un test importante per capire dove possiamo arrivare. In ogni caso l'atteggiamento sarà differente rispetto alla passata stagione. Abbiamo un piglio più offensivo rispet-to allo scorso anno, con Cis-se, Klose, Mauri ed Hernanes

abbiamo nelle corde un as-setto molto votato all'attac-co". Inevitabile un commen-to sulla partenza di Zarate. "È un capitolo chiuso, a Mau-ro posso solo augurare di fare il suo meglio con l'Inter. Ha una grande opportunità e

spero che possa far vedere tutte le sue qualità - ha con-cluso Reja - Carrizo? Fa parte del progetto e verrà convoca-to. Berardi ha un piccolo infortunio, e così Carrizo, a Milano, potrebbe sedersi in panchina".

BASTA ZARATE

TANTI NUOVI ACQUISTI, MA ALLA FINE E’ SEMPRE LO STESSO MI-

LAN

“ La Lazio è una squa-dra che lotterà per il Campionato, è molto forte e come noi gioca

insieme da un anno. La Lazio ha caratteristiche diverse con gli innesti di Klose e Cissè. Domani loro verranno qui e giocheranno a viso aperto, credo che non giocheranno nella loro metà campo come hanno fato l’anno scorso, per cui verrà fuori una bella par-tita.” Queste le parole

di Massimiliano Allegri, che inquadra così la gara che affronterà domani la Lazio. Il tecnico rossonero, poi, passa a descrivere la sua squadra, soprattutto alla luce degli acquisti fatti in sede di calcio-mercato: “La società ha fatto acquisti importanti, in ruoli in cui ne avevamo bisogno. Mexes sarà pronto fra poco tempo, Taiwo va benissimo, El Shaarawy ha talento, e poi i nuovi arrivati come Aquilani

e Nocerino.” Il Milan, infatti, dovrebbe schierarsi con que-sta formazione: Abbiati, Aba-te, Nesta, Thiago Silva, Zam-brotta, Gattuso, Ambrosini, Seedorf, K.P. Boateng, Robin-ho, Ibrahimovic. L’unico dubbio è rappresentato dalla presenza o meno di Pato nell’undici titolare. Il brasi-liano potrebbe accomodarsi in panchina insieme a Ameli-a, Antonini, Bonera, Ema-nuelson, Aquilani e Cassano.

Aquilani e Nocerino su tutti, ma anche con loro cambia poco

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Cragnotti dà un giudizio al presi-dente della Lazio, e lo elogia, ma il suo e quel progetto so-no diversisimi

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“Il mio proget-to era interes-

sante, mi dispia-ce aver finito co-

sì” A parlare è Sergio Cragnotti, ex storico presidente

della Lazio, che torna a parlare dopo tanto tempo e lo fa alla grande, con un’intervista di 4 pagine, grazie

a sslaziofans.it

“ E’ il mio grande rammarico, perché avevo tracciato un percorso che purtroppo non è andato fino in fondo a compimento a causa della grave crisi economica che ha

colpito il gruppo a cui faceva riferimento la Lazio, il gruppo-Cirio. Ed è stata la Lazio a pagare le maggiori conseguenze di quella crisi. All’improvviso la Lazio si è trovata senza un gruppo alle spalle, senza punti di riferimento, ma la situa-zione debitoria non era preoccupante, proprio perché avevamo un grande patrimonio giocatori, proprio perché volendo potevamo fare cassa vendendo, come facemmo n el l ’estate del 2002 cedendo Nesta e Crespo e incame-rando oltre 70 milioni di euro. E nono-stante quelle cessioni, l’anno successivo la squadra lottò per lo scudetto e con-quistò la qualificazione alla Champions League. Io al 31.12.2002 ho lasciato un bilancio in linea con il progetto. Aveva-mo un patrimonio immobiliare impor-tante, un parco giocatori tra i primi in Italia e in Europa, ed io stavo convin-cendo grandi imprenditori internaziona-li a investire nella Lazio. Avevo proget-tato di dividere la società, di separare la squadra dal settore marketing o da quel-lo della comunicazione o della gestione di Formello, creando altre società. E di questo avevo parlato con Gheddafi, con Murdoch, con Bertarelli.C’era un piano ben preciso che fu interrotto brusca-mente per volontà della Banca di Roma. E a distanza di anni, tutti parlano della gestione-Cragnotti, ma nessuno parla di quello che successe dopo la mia uscita di scena sotto la gestione-Capitalia voluta da chi guidava (il riferimento è chiara-mente a Geronzi, anche se lui quel nome non lo pronuncia mai, ndr) la banca di riferimento della Lazio. Nessuno parla di quei 16 mesi che sono stati fonda-mentali per determinare la situazione economica che poi ha ereditato Lotito. E

anche Lotito parla sempre di gestione-Cragnotti, ma non accenna mai a quello che è successo dopo la mia uscita di scena. Nessuno pa r la mai d i quell’aumento di capitale dell’estate del 2002 al quale partecipai anche io accet-tando di non sottoscrivere e quindi di diluire così la mia partecipazione: un aumento di capitale che porto circa 120 milioni di euro nelle casse della Lazio, soldi che non sono andati né a sanare i 40 milioni di euro di debito fiscale né gli altri debiti. Con quei soldi, noi avremmo potuto continuare a gestire la Lazio come avevamo fatto nei 10 anni prece-denti, senza contare che io in quello momento stavo portando avanti il pro-getto dello stadio di proprietà. Il mio primo progetto di stadio polifunzionale è del 1998, siamo nel 2011 e ancora si parla di stadi a Roma. E il primo alla fine lo ha costruito la Juventus. Anche in questo, eravamo 10 anni avanti agli altri. Ma il 1° gennaio del 2003 la Banca di Roma ha voluto prendere il controllo della Lazio. Quindi è lì che devono esse-re ricercate le responsabilità per il falli-mento di quel progetto e del perché nel giro di poco tempo i debiti della Lazio sono cresciuti a dismisura. Il perché è presto detto:uscito di scena Cragnotti, quel progetto è stato affidato a uomini improvvisati, a uomini che non avevano nessuna mentalità industriale e che quindi non hanno portato nessun valore aggiunto alla conduzione della società, aumentando invece a dismisura certi stipendi e quindi i costi di gestione. Questa è la verità, scritta nero su bianco nei bilanci”. Provo a chiedergli se forse lo scudetto ha segnato la fine di quel progetto-Lazio, portando più costi che ricavi. Ha un sussulto, quasi un gesto di stizza e dice secco: “NO”. Poi spiega il . “Lo scudetto doveva rappresentare l’inizio di quel progetto, il punto di par-tenza per raggiungere traguardi ancora più importanti. Ma venne meno la pre-

Quattro foto bellissime che mostrano alcu-ni dei momenti passati con Sergio Cra-gnotti da parte della Lazio. A partire dall’alto, Sime-one mostra ai romanisti le intenzioni dei laziali, che nell’epoca Cra-gnotti vinsero ben 4 derby consecutivi. Il record è della Lazio, con 6 consecutivi, ma la Roma quest’anno ha la grande op-portunità. Poi il gol di Simeone alla Juve, le maglie del 1999, e Hugo Almeyda, che allena il River

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senza di Eriksson, che era un elemento fonda-mentale per il completamento di quel proget-to”. Già, Sven Goran Eriksson, il tecnico taci-turno e pacato che subito dopo la conquista dello scudetto si presentò da Cragnotti e gli disse che quella squadra era da rifondare. Cra-gnotti non gli diede retta, proprio lui che era sempre stato accusato di costruire e smontare con troppa disinvoltura il giocattolo che co-struiva, senza dare continuità al progetto tecni-co. E se oggi ha un rimpianto, è proprio quello di non aver dato retta al suo allenatore. Venne da me, deciso, e mi disse queste testuali parole: ‘Presidente, vendiamo tutti e ripartiamo per un nuovo progetto tecnico, chiaramente mante-nendo in organico alcuni elementi cardine della squadra’. Aveva ragione, ma se lo avessi fatto sarebbe scoppiata la rivoluzione, perché il cal-cio è un pensiero al quale vogliono partecipare

tutti, tifosi in testa, più o meno importanti. Tutti vogliono dire la loro e condizionare in qualche modo le scelte.L’unica cosa che mette d’accordo tutti è il risultato, perché se il risulta-to è positivo ti perdonano tutto o quasi, ma se è negativo sei un incompetente e te ne devi anda-re”. “Lotito nella sua gestione in complesso non ha fatto male. Ha fatto alcune cose molto bene, altre meno, ma nel complesso la gestione non è disastrosa, anche se abbiamo una visione com-pletamente diversa sul modo di gestire una società. L’unica cosa veramente disastrosa della sua gestione è stata l’assoluta incapacità di comunicare o il suo disinteresse nel comunica-re agli altri il suo pensiero, le sue idee. Non si è reso conto che una società calcistica è una so-cietà che deve per prima cosa fare comunicazio-ne. Non è solo una società di attività sportiva ed economica, ma è un mezzo per entrare nelle

famiglie, per far presa sui giovani e su chi ama il calcio, conquistare il cuore delle tante perso-ne che sono affezionate alla società. Perché alla fine è un po’ il tifoso ad aver creato questa idea del campione che ama la maglia, della bandie-ra. Non è la società che ha inventato l’amore per i colori sociali e la bandiera, ma è il tifoso. E a Lotito nessuno gli ha perdonato il fatto di aver in qualche modo strappato simbolicamen-te la bandiera non rispettando il tifoso, le sue idee, la sua passione, i suoi sogni. Il tifoso in questo va rispettato. E detto da me che sono passato alla storia per aver definito i tifosi dei clienti– dice sorridendo –sembra quasi il col-mo, ma è così. Lui è come se si fosse chiuso dentro Formello tenendo fuori la gente, impe-dendo quasi ai tifosi di partecipare alla vita della società. Invece la gente vuole partecipare, vuole sognare, non vuole sentir parlare solo di

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numeri e di bilanci. Quindi biso-gna trovare il giusto equilibrio, il modo per entrare in contatto ed in sintonia con la gente, accontentare e ascoltare tutti. Poi è chiaro che le scelte le deve fare il presidente e che il progetto è inevitabilmente legato a quello che si possiede, ai mezzi che si hanno e che si voglio-no immettere in questa attività. Però io ritengo che quello che è proprio mancato al tifoso della Lazio è il rispetto per le sue emo-zioni e per i suoi sentimenti. A parte quelle che possono essere le varie strumentalizzazioni, che nel mondo del calcio esistono e sono all’ordine del giorno. Ma è impor-tante farsi rispettare e allo stesso tempo rispettare i sentimenti della gente, senza calpestare le emozio-ni, che poi sono il vero cordone ombelicale che tiene unito un tifoso ad una squadra di calcio, anche in mancanza di risultati.Qui invece non si vuole mai comunica-re che cosa si vuole fare, quale è veramente il progetto. Quindi la società perde di credibilità, alcuni giocatori sono scappati e continua-no a scappare, ed altri vedendo la situazione dall’esterno faticano ad accettare l’idea di venire a giocare nella Lazio. E questo oltre a dan-neggiare l’immagine della Lazio

provoca delle tensioni, perché in questa città il calcio è sempre stato una grande valvola di sfogo, con inevitabili risvolti legati anche all’ordine pubblico”. “Il nostro calcio deve cambiare– prosegue infervorandosi – sia nel pensiero che nei contenuti. Per-ché ci sono continue ingerenze da parte di terzi che intervengono anche con leggi che impediscono sia lo sviluppo che la programma-zione. Dobbiamo decidere se il nostro è un calcio professionistico a tutti gli effetti che ha come inte-resse ultimo un risultato economi-co e anche dei profitti, come il modello dello sport professionisti-co americano, oppure se deve essere un calcio sociale a finalità di sfogo, allora lo Stato deve interve-nire con leggi adeguate e magari degli aiuti e degli incentivi, come fa per altri settori industriali, pri-mo fra tutti quello legato al merca-to automobilistico. Altrimenti non avremo mai un indirizzo cer-to. Avremo società perennemente con bilanci in rosso e imprenditori che di tasca loro ripianano le per-dite o portano le società verso dei fallimenti pilotati. E il futuro del calcio italiano dipende solo dai presidenti e dalla loro volontà di cambiare e di trasformare il calcio

in un bene economico dal punto di vista industriale. E questo fino ad oggi non c’è stato. E’ anche per questo che è fallito il progetto della quotazione in Borsa, perché è mancato il pensiero economico-industriale. Prendiamo il modello inglese, ad esempio. E’ vero, tutte le società hanno i bilanci in rosso, ma hanno un appeal che le nostre società non hanno. Basta vedere cosa hanno fatto gli arabi con il Manchester City. Ma non solo. Come è stato messo in vendita il West Ham, che in Italia può essere paragonato al Cagliari o al Livor-no, nonostante i debiti della socie-tà, sono spuntati compratori come i funghi. Si è presentato addirittu-ra Cellino, mettendo sul tavolo cifre che non investirebbe mai in Italia nel Cagliari. Guardate il Manchester United, ha un indebi-tamento che porterebbe qualsiasi società italiana alla bancarotta, perché nessun club del nostro paese può avere la forza o la credi-bilità di emettere un bond da oltre 850 milioni di euro. Loro lo hanno fatto ed è stato interamente sotto-scritto, perché hanno un utile operativo di 80 milioni di euro all’anno. In Italia, invece, tutti i presidenti pensano solo ed esclusi-vamente a mantenere il controllo

delle società e del potere che gli garantisce il possesso di queste società. E se non cambia la menta-lità, siamo destinati a restare nella mediocrità e a perdere ulteriore terreno dall’Inghilterra, dalla Spa-g n a e d a l la G e r m a n i a ” . Undici anni fa la Lazio festeggiava il suo secondo scudetto. Undici anni dopo di quella squadre e di quel progetto non è rimasto nulla o quasi. Un delitto per una piazza dal potenziale enorme. E in molti si chiedono cosa c’è dietro l’angolo, se nel futuro della Lazio c ’ è u n r a g g i o d i s o l e . “Dipende solo ed esclusivamente da Lotito – risponde secco Cra-gnotti – e da quello che vuole fare. Se vuole dare a questa squadra e a questa società un lustro calcistico o se la vuole condannare al semi-anonimato, ad essere una delle tante società che partecipano ai campionati senza nessun tipo di ambizione, che un anno possono arrivare quarte e l’anno dopo deci-me. Senza continuità”.

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http://sslaziolbg.altervista.org/le-foto-di-milan-2-2-lazio-ben-44/= Clicca per vedere le foto di Milan - Lazio

A bbiamo aspettato tanto, ma la lunga attesa è stata ripagata dai 4 gol

d’autore nella prima mezz’ora di Milan-Lazio: Klose e Cisse, men-tre la Lazio stava sbriciolando i campio-ni d’Italia; poi Ibrahimo-vic e Cassano quando il Milan ha fatto pesare non solo la sua clas-se ma anche la sua personalità, la sua storia e il suo sta-tus di cam-pione d’Italia di fronte al-la Lazio che invece era impaurita da un vantaggio così netto, giustificato dal suo bel gioco d’attacco e conqui-stato in appena venti minuti. Alla fi-ne non poteva essere contento il Mi-lan, di sé, dei due gol presi in casa, del modo in cui ha cominciato la par

-tita e alla fine del risultato, ma nem-meno la Lazio, a cui il pari piace as-sai, aveva troppo di che vantarsi: 20 minuti stupendi, altri 70 di basso li-vello. Ha osa-to tutto subito e ha fini-to tutto presto. L’errore del neomilanista Aquilani davanti a Bizzarri (bravo a restare in piedi fino all’ultimo istante) dopo 8 minuti ha fatto capire alla Lazio quel-lo che già si poteva immaginare: se tiene palla, se spinge, se punta tutto sull’attacco è pericolosissi-ma, fino a impaurire la difesa meno battuta del campionato scorso. Se si mette in di-fesa, è un problema. [...]La rete del tedesco-polacco, la prima di questo campionato ritardatario, è stata de-gna della sua storia: cross di Mauri, stop di destro con cui ha saltato Ne-sta, controllo, tiro di sinistro e gol. Il Milan stava difendendo male, la-sciando spazi inattesi, la Lazio arri-vava al limite dell’area ros-sonera con eccessiva facili-tà. [...] a Lazio ha ca-pito la difficoltà del Milan e l’ha am-plificata continuando ad attacca-re fi-no al raddoppio: altro cross di Mau-ri, stacco micidiale di Cisse, Nesta battuto un’altra volta insieme ad Ab-biati. A que-sto punto abbiamo misu-rato la personalità della Lazio e il de-ficit, pur con nuovi giocatori d’espe-rienza, non è stato colma-to rispetto alla stagione scors. [...] L’azione del primo gol dei campioni è nato da uno scambio Cas-sano- Aquilani-Cassano, cross del ba-rese dal fondo, tocco a porta vuota di Ibra. La Lazio, già impaurita sul 2-0, preso il gol ha cominciato a boccheg-giare e ha incassato il 2-2 da Cassano, di testa, certo non l’arma migliore dell’ex doriano. Reja ha allarga-to a 4 la linea del centrocampo spo-stando Hernanes a sinistra e Cisse accanto a Klose. Ma la riduzione del-la spinta offensiva

non corrisponde-va a una mag-giore sicurezza difensi-va. Il Milan, seppure non brillantissi-mo, ha continuato ad attaccare, sfrut-tando la vena straordinaria di Cassa-no che ha centrato il palo dopo l’assist di pallonetto di Ibrahimovic. La La-zio è riemer-sa dai suoi disagi con un contro-piede di Cisse che ha saltato Abbiati in uscita ma non Nesta sulla linea di porta.

Milan 2-2 Lazio, la

partita del fomento

totale!

“” Giocavamo con-tro il Milan, ho

chiesto ai ragazzi di venire a giocare con personalità e convin-zione: l'abbiamo fatto, siamo andati 2biamo avuto per due volte la palla del terzo gol

“” Klose-Cissé non ci sbilanciano.

Finché reggono Lede-sma e Brocchi equalche sacrificio di Hernanes possiamo reggere bene. Abbiamo giocato a viso aperto, accettando di andare in difficoltà ma anche di poter ripartire sugli spazi lasciati dagli av-versari

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non corrisponde-va a una mag-giore sicurezza difensi-va. Il Milan, seppure non brillantissi-mo, ha continuato ad attaccare, sfrut-tando la vena straordinaria di Cassa-no che ha centrato il palo dopo l’assist di pallonetto di Ibrahimovic. La La-zio è riemer-sa dai suoi disagi con un contro-piede di Cisse che ha saltato Abbiati in uscita ma non Nesta sulla linea di porta.

Giocavamo con-tro il Milan, ho

chiesto ai ragazzi di venire a giocare con personalità e convin-zione: l'abbiamo fatto, siamo andati 2-0 e ab-biamo avuto per due volte la palla del terzo

Klose-Cissé non ci sbilanciano.

Finché reggono Lede-sma e Brocchi e con qualche sacrificio di Hernanes possiamo reggere bene. Abbiamo giocato a viso aperto, accettando di andare in difficoltà ma anche

poter ripartire sugli spazi lasciati dagli av-

Reja è sicuro: “Dobbiamo cre-scere, ma siamo forti”

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Il mister Reja dà sicurezza ai giornalisti, poi sulle critiche: “Mi sono rotto le palle”

La sua Lazio domina, spreca, si fa raggiungere, soffre ma porta a casa un punto dalla tana del Milan. E Reja, ai microfoni di Sky Sport, è sod-disfatto e lucido nell'analisi della partita: «Giocavamo contro il Milan, ho chiesto ai ragazzi di venire a giocare con personalità e convinzione: l'abbiamo fatto, siamo andati 2-0 e abbiamo avuto per due volte la palla del terzo gol, poi abbiamo sbagliato qualcosa, soprattutto sulla rete di Cassano e ci siamo fatti raggiungere. Poi il secondo tempo siamo calati, non avevamo più energie ma siamo riusciti a portare via il risul-tato con determinazione e sacrificio, soffrendo ma anche sfiorando il terzo gol con Cissé. La partita la Lazio l'ha fatta, il risultato è giusto». EQUILIBRI La Lazio rischia di essere troppo spregiudicata con questo assetto, lasciando spazio agli avversari? «Klose-Cissé non ci sbilancia-no. Finché reggono Ledesma e Brocchi e con qualche sacrificio di Her-nanes possiamo reggere bene. Abbiamo giocato a viso aperto, accettan-do di andare in difficoltà ma anche di poter ripartire sugli spazi lasciati dagli avversari». “LA LAZIO PUÒ STARE IN ALTO” Dove può arrivare questa La-zio? «Siamo alla prima gara, è presto per dire dove possiamo arrivare. Sicuramente dobbiamo migliorare, è certo che venire a giocare contro i campioni d'Italia e portare via il risultato ci dà un po' di sicurezza e ci dimostra di essere all'altezza delle zone alte della classifica». MAURI: ALLA PARI CON IL MILAN Dello stesso avviso del tecni-co anche Stefano Mauri: «Il risultato di questa sera ci dà la consapevo-lezza che questa squadra sa anche soffrire. Abbiamo giocato alla pari con loro, siamo stati bravi a difenderci e ripartire. Forse sul doppio vantaggio dovevamo concretizzare qualche contropiede». Stefano Mau-ri, uno dei grandi protagonisti della Lazio che ha fermato il Milan a San Siro sul 2-2 nel primo anticipo della seconda giornata che ha dato il via alla Serie A, è abbastanza soddisfatto della prestazione della squadra. Dai suoi piedi sono partiti gli assist vincenti per i neo arrivati Klose e Cissè subito in gol in campionato. «Loro due non li scopriamo certo oggi. Sono due grandi giocatori che hanno fatto sempre gol e li faranno sempre - dice il centrocampista -. Abbiamo fatto una buona partita, anche soffrendo come è giusto contro una grande squadra come il Mi-lan».

In terra teutonica, anco-ra abbagliati dalla presta-zione fornita da Klose in Nazionale contro l’Austria, esaltano la pro-va di mister 62 gol con la Germania, già in gol all’esordio in Serie A. Dji-bril Cisse è un idolo in Grecia, per lui è come se fosse una seconda casa. Ad Atene è rinato, si è rilanciato, ha regalato emozioni. “Il Milan si è confermato, la Lazio ha lasciato positività”.i laziali”.

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Questo il messaggio di Prandelli ai suoi tifosi dopo la sofferta vittoria per 1-0 ai danni della Slovenia, con un gol di Pazzini al 45’ del secon-do tempo

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17 Settembre 2011

Pazzo - gol, è grande Italia

Trova un gol straordinario all’ultimo minuto, col destro di contro balzo, è 1-0, qualificazione

agli europei

http://sslaziolbg.altervista.org/diretta-live-streaming-e-telecronaca-live-telecronaca-di-gianluca-palamidessi/= copia questa URL su google per vedere e rivivere gli istanti decisivi della partita di Firenze, con la telecronaca

I l lampo di Pazzini, a dieci minuti dal termi-ne, regala l'Europeo all'Italia. Il centravanti dell'Inter, entrato nella ripresa, segna il gol

che stende la Slovenia e porta gli azzurri a Euro 2012 con due giornate di anticipo, realizzando il sogno di Prandelli di centrare la qualificazio-ne giocano i quella che orami è diventata lsF. ITALIA PUNGENTE - L'avvio degli azzurri è bruciante: De Rossi lancia, Rossi stoppa di petto in area e si presenta a tu per tu con Ja-smin Handanovic, cugino del portiere dell'Udi-nese, sparandogli addosso una potente conclu-sione di destro. Sono passati trenta secondi. Un altro minuto e Balzaretti crossa per Montolivo in area, colpo di testa che sfiora il palo. Gli azzurri girano, Balzaretti (di più) e Cassani spingono sulle fasce, De Rossi sballa un sinistro in diagonale e intanto la Serbia va avanti di due sulle Far Oer. Serve la vittoria stasera per la qualificazione. Ci prova di nuovo Rossi, passato il quarto d'ora, imbeccato splendidamente da Cassano: ma l'attaccante del Villarreal chiude troppo il diagonale, con Montolivo libero nell'a-rea piccola. Si vede anche la Slovenia, al 20': Vrsic scarica il sinistro dai venti metri, potente ma centrale, Buffon ci mette i pugni. POCA LUCIDITA', SI VEDE ANCHE BUF-FON - Davanti è sempre Cassano a illuminare, pallonetto a servire Motta che non riesce a colpire al volo, disturbato da un avversario. L'Italia accelera, Cesar è provvidenziale a devi-are un assist di Montolivo per De Rossi a un metro dalla porta, mentre in Serbia le Far Oer accorciano sul 2-1. Kirm e Vrsic ci riprovano con conclusioni da fuori, sempre respinte di pugno da Buffon: la Slovenia prende campo, il centrocampo azzurro perde notevolmente d'in-tensità: Prandelli chiede di accorciare la distan-za tra i reparti. Primo tempo che si chiude sen-za reti e con l'infortunio di Thiago Motta, nell'occasione fallita poco prima della mezz'ora: la ripresa vede Marchisio in campo. ATTACCO LEGGERO, ENTRA IL PAZZO - Il fraseggio azzurro non trova spazi di fronte ad una Slovenia blindata, l'Italia manca di peso in attacco e Prandelli cambia le carte: al quarto d'ora Cassano termina la sua partita, al suo posto Pazzini. Si scalda anche Balotelli, con la Serbia che cala il tris e costringe gli azzurri ai tre punti per assicurarsi la qualificazione, e si scaldano anche gli animi in campo con un'en-trata brutta su Balzaretti che scatena una mini reazione dell'esterno, punita con il giallo A UN PASSO DALL'EUROPEO - Al 24' blitz azzurro in area avversaria, azione convulsa con De Rossi che in mischia sporca un pallone che viene spazzato sulla linea, poi l'azione continua,

ancora De Rossi tocca sul primo palo a botta sicura ma il tiro viene respinto in maniera con-fusa dalla difesa slovena, ancora gli azzurri con Rossi che si coordina su un traversone e di sinistro al volo spara alto dall'angolo dell'area piccola. Italia a un passo dall'Europeo. ma non basta. E allora tridente: dentro SuperMario per Montolivo, mentre anche la Slovenia si prepara al rush finale dell'ultimo quarto d'ora, non prima di aver rischiato tantissimo su un retro-passaggio incauto che mette in difficoltà Han-danovic, costretto a intervenire in scivolata. PAZZINI CI REGALA EURO2012 - Al 33' Rossi-Balotelli impostano un contropiede con-cluso da Marchisio con un destro che sibila a un metro dal palo della porta avversaria. E' l'avvi-saglia del gol che arriva al 39': De Rossi crossa dalla tre quarti per Pazzini, il centravanti dell'Inter non arriva a colpire di testa ma un rimpallo gli restituisce il pallone sul destro, a pochi metri dalla porta: botta di prima e palla sotto la traversa: Firenze esplode, è il match point realizzato, è la rete che vale l'Europeo. Finale con qualche sussulto dalle parti di Buf-

fon, nei 4' di recupero Balotelli si mette in mo-stra in difesa e in attacco, poi il fischio finale: Prandelli festeggia nella sua Firenze la qualifi-cazione, realizzando un suo sogno, e gli azzurri allungano i record: ora sono quasi raggiunti i 700 minuti di imbattibilità e i punti nel girone, 22 in otto partite, sono numeri maggiori delle nazionali di Trapattoni e Lippi. Varranno solo a questo per gli azzurri le ultime due gare, il sette e l'undici ottobre rispettivamente in casa della Serbia e contro l'Irlanda del Nord.

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Don Fabio porta a casa i tre punti, ma delle grandi è l’unico che non è ancora qualificato matematicamente. Vuoi per il girone, non proprio facilissimo, vuoi perché ha delle im-mense pressioni addosso, ma secondo le sta-tistiche questa è la sua peggior esperienza in un Club Calcistico

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Azerbaigian-Kazakistan 3-2 In svantaggio dopo i primi 45', l'Azerbaigian ribalta il risultato in una gara del tutto ininfluente ai fini della classifica.

AUSTRIA PARI: Turan sbaglia il calcio di rigore che al 90' avrebbe regalato il successo (e, di fatto, il secondo posto) alla Turchia. Ora la squadra di Hiddink dovrà te-nere d'occhio il Belgio (entrambe giocheranno contro la Germania, già qualificata).

CLASSIFICA: Germania 24 (8), Turchia 14 (8), Belgio 12 (8), Austria 8 (8), Azerbaigian 7 (8), Kazakistan 3 (8).

RUSSIA 1-1 IRLANDA L'Irlanda di Trapattoni resiste, è il caso di dirlo, in Russia e rimane in corsa per la quali-ficazione. La squadra di Advocaat fa la partita per lunghi tratti, ma non riesce a passare. Nel primo tempo è decisivo il portiere irlandese Given, su Arshavin (destro deviato in angolo) e Semshov (girata angolata, ma senza potenza). Ma è ancor più decisivo il salvataggio sulla linea di Dunne alla mezz'ora. Nella ripresa ci provano an-cora Arshavin e Semshov, e negli ulti-mi minuti si gioca a una sola porta, ma il risultato non cambia. La Slovac-chia fa un favore a entrambe: diventa decisiva Slovacchia-Russia, in pro-gramma il 7 ottobre, mentre il Trap dovrà battere Andorra e Armenia, che ritorna in corsa.

MACEDONIA 1-0 ANDORRA Un gol di Ivanovski decide l'incontro tra le ultime due squadre del girone. An-dorra rimane ferma a zero.

SLOVACCHIA 0-4 ARMENIA Uno dei risultati più clamorosi della serata. La Slovacchia non sfrutta il pari tra le due rivali e soccombe sotto i gol in rima di Mo-vsisyan, Mkhitaryan, Mhazaryan e Sarkisov. A questo punto per la squadra di Hamsik la prossima sfida con-tro la Russia diventa l'ultima spiaggia. Ora anche la sorprendente Armenia si candida per il secondo posto.

CLASSIFICA (tra parentesi le partite giocate) Russia 17 (8), Irlanda 15 (8), Armenia 14 (8), Slovac-chia 14 (8), Macedonia 7 (8), Andorra 0 (8).

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ESTONIA 1-4 IRLANDA DEL NORD Poker dell'Esto-nia all'Irlanda del Nord che fa terminare i sogni dei bri-tannici e tiene inaspettatamente vivi quelli dei baltici in chiave secondo posto.

SERBIA 3-1 ISOLE FAR OER La Serbia non stecca, con i gol di Jovanovic, Tosic e Kuzmanovic (di Benja-minsen il gol delle Far Oer) e si porta al secondo posto in solitaria.

ITALIA-SLOVENIA 0-1

CLASSIFICA (tra parentesi le partite giocate) Italia 22 (8), Serbia 14 (8), Estonia 13 (9), Slovenia 11 (9), Irlanda del Nord 9 (8), Far Oer 4 (10).

A ll'ultimo respiro. La Bo-snia riesce ad avere la

meglio su una Bielorussia ri-masta in nove e continua a mettere pressione alla Fran-cia: a tre minuti dalla fine de-

cide Misimovic.

LUSSEMBURGO 2-1 ALBA-NIA Prima vittoria per il Lus-semburgo, che si porta così a quota 4. Il successo porta le firme di Bettmer e Joachim.

Di Bogdani (poi espulso) il gol del momentaneo pareggio al-banese.

ROMANIA 1-0 FRANCIA Passo falso della Francia, e adesso la Bosnia è a un pun-to. La Nazionale guidata da Laurent Blanc giocherà le ul-time due gare in casa: prima contro l'Albania e poi proprio contro la squadra di Dzeko, in quello che sarà l'incontro che deciderà le gerarchie finali.

CLASSIFICA (tra parentesi le partite giocate) Francia 17 (8), Bosnia 16 (8), Romania 12 (8), Bielorussia 12 (9), Albania 8 (8), Lussem-burgo 4 (9).

F inlandia-Olanda 0-2. L'Olanda di Bert van Marwijk si qualifica al prossimo Europeo. Decide un gol del promettente Kevin Strootman nel primo tempo: splendido assist a ta-

gliare il campo di Sneijder e il centrocampista classe '90 del Psv prende in controtempo il portiere finlandese con un sinistro al volo da applausi. Sul finire il 2-0

CLASSIFICA (tra parentesi le partite giocate) Olanda 24 (8), Svezia 18 (8), Ungheria 18 (9), Finlandia 9 (8), Moldova 6 (8), San Marino 0

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17 Settembre 2011 Ashley Young regala a Don Fabio un’altra vittoria

Spagna qualificataGRUPPO F

Croazia-Israele 3-1Dopo i primi 45' di sofferenza (0-1 il parziale), la Croazia riprende in mano la gara con un gran-de avvio di ripresa e allontana i fanta-smi del terzo posto. Al gol di Hemad hanno risposto Modric e la doppietta di Eduardo. A questo punto l'incontro del 7 ottobre contro la Grecia decide-rà la sorti del gruppo. Sfida equilibra-ta: i croati hanno un punto in più, i greci giocheranno in casa.

Lettonia-Grecia 1-1 Papadopoulos ri-sponde a Cauna ed evita il tracollo greco. Il prossimo incontro con la Cro-azia sarà infuocato. E poi ci sarà anco-ra la Georgia.

Malta-Georgia 1-1 Mifsud risponde a Kankava e regala ai maltesi il primo punto in queste qualificazioni.

CLASSIFICA (tra parentesi le partite giocate) Croazia 19 (8), Grecia 18 (8), Israele 13 (9), Georgia 10 (9), Lettonia 8 (8), Malta 1 (8).

GRUPPO G

Svizzera-Bulgaria 3-1 Una tripletta del trequartista del Basilea Shaqiri tiene vive le speranze della Svizzera. Gli el-vetici dovranno battere il Galles, tifare Inghilterra e giocarsi in casa l'eventua-le scontro diretto con i montenegrini.

Inghilterra-Galles 1-0Capello vince e ipoteca la qualificazione. Contro il Galles decide Young, dopo un ottimo

spunto di Downing sulla destra a me-tà della prima frazione. Ora ai britan-nici basta un punto in casa del Monte-negro.

CLASSIFICA (tra parentesi le partite giocate) Inghilterra 17 (7), Montenegro 11 (6), Svizzera 8 (6), Bulgaria 5 (7), Galles 3 (6).

GRUPPO H

Danimarca-Norvegia 2-0 Successo fondamentale per la Danimarca nello scontro diretto con i cugini norvegesi. A decidere è una doppietta dell'attac-cante del Sunderland Nicklas Ben-dtner. I danesi agguantano così il Por-togallo in vetta: lo scontro diretto dell'11 ottobre sarà una finale.

Islanda-Cipro 1-0 Un gol di Sigthor-sson dopo cinque minuti regala agli islandesi il primo successo.

CLASSIFICA (tra parentesi le partite giocate) Portogallo 13 (6), Danimarca 13 (6), Norvegia 13 (7), Islanda 4 (7), Cipro 2 (6).

GRUPPO I

Scozia 2-1 Lituania: Vittoria importan-te della Scozia, firmata Naismith, do-po che Fletcher aveva sbagliato un calcio di rigore. Scavalcare la Repub-blica Ceca sarà comunque complica-to.

Spagna-Liechtenstein 6completa la formalità e conquista il diritto a difendere il titolo europeo in Polonia e Ucraina nel 2012. Il risultato tennistico porta i sigilli di Negredo (2), Xavi, Sergio Ramos e Villa (2).

CLASSIFICA (tra parentesi le partite giocate) Spagna 18 (6), Repubblica Ceca 10 (6), Scozia 8 (6), Lituania 5 (7), Lie-chtenstein 4 (7).

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Ashley Young regala a Don Fabio un’altra vittoria,

Spagna qualificata

Liechtenstein 6-0 La Spagna

completa la formalità e conquista il diritto a difendere il titolo europeo in Polonia e Ucraina nel 2012. Il risultato tennistico porta i sigilli di Negredo (2), Xavi, Sergio Ramos e Villa (2).

(tra parentesi le partite

Spagna 18 (6), Repubblica Ceca 10 (6), Scozia 8 (6), Lituania 5 (7), Lie-

4 (7).