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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet.it - www.quattronet2.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Galeati Industrie Grafiche S.r.l. – via Selice, 187-189 – Imola (Bo). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione: Antonio Ferrari. Redazione: Vanda Aleni, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Sergio Biagini, Simona Brambilla, Sara Capardoni, Athos Careghi, Luca Cecchelli, Giovanni Chiara, Irene De Luca, Laura Misani, William Porzio, Francesco Pustorino, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Valentina Bertoli, Camilla Boca, Giulia Costa, Giovanni Minici, Gianni Pola. Tiratura 17.000 copie. COPIA OMAGGIO Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini anno XVIII, numero 155, aprile 2014 ® ® ATHOS Nelle pagine interne: Piantina fuoriSalone in 4 pag. 8-9 Lo jullare Dario Fo in scena a Milano pag. 6 Memorie dalla trattoria di via Lombroso pag. 3 RESNATI L’Ospedale dei tranvieri/1 pag. 14 Alla scoperta dell’Orienteering pag.11 La permanente A prile, mese del Fuo- risalone per tutta la città e per la zona 4. Quest'anno per noi è un po' speciale, perché abbiamo promosso anche noi un evento, inserendolo nel più vasto programma "fuoriSa- lone in 4", che raccoglie e pubblicizza tutti gli eventi che si svolgono nella nostra Zona. L'idea è venuta a Frigoriferi Milanesi, è stata patrocinata dal Consiglio di Zona 4, e QUATTRO fa da Media partner, pubblicando su que- sto numero la piantina della zona con l'indicazione delle location, permettendone quindi una ampia diffusio- ne. La nostra proposta consiste in una Mostra fotografica di Rita Cigolini e di una espo- sizione di oggetti particolar- mente significativi e interes- santi prodotti da una decina di aziende che hanno opera- to in Zona 4 (un paio di esse tuttora attive) fino agli anni ’70-’80 del secolo: un omaggio alle molte realtà in- dustriali che hanno caratte- rizzato il panorama produt- tivo e urbano della zona 4 e un omaggio agli ingegni umani che le hanno create e a quanti vi hanno contribuito con il proprio lavoro e la propria dedizione. L'inizia- tiva si svolge in collabora- zione e con il contributo del Comitato soci coop Piazza- Lodi-Rogoredo che ha an- che offerto gli spazi esposi- tivi al primo piano del Cen- tro commerciale PiazzaLodi. Non perdetevela!! Aprile, mese del Fuorisalone Brutta, bruttissima sorpresa, rientrare nella sede di QUATTRO dopo pranzo e trovarsela aperta (il primo pensiero: ops, l'ho lascia- ta aperta); poi den- tro ti accorgi che manca il computer portatile con 5 anni di lavoro (del gior- nale, della scuola, della casa, dei libri scritti - non fatemici pen- sare -, dei contatti mail - ma perché non faccio i back up? ma perché non tiro giù la saraci- nesca, perché penso che di giorno fra le 13 e le 14 non forzino un negozio su strada, ad un isolato dalla caserma dei carabinieri! Se poi i ladri volessero farmi un cd o mette- re tutto su una chiavetta e lasciar- meli sul gradino..... Purtroppo, non solo computer, ma anche due borse contenenti oggetti che dovevamo esporre alla mostra di design, oggetti con un grande valore affettivo più che economico. Fra i "danni collaterali" la perdita del programma che permetteva l'aggior- namento del sito; da qui la scelta di aprirne uno nuovo, più semplice da gestire, lasciando attivo il sito precedente www.quattronet.it co- me archivio (da gennaio 2004 a marzo 2014); per semplificarci la vita il nuovo sito si chiama www.quattronet2.it. Brutte notizie E’ stato inaspetta- to e molto gra- dito il ricono- scimento che la Provin- cia di Milano ha voluto dare alla nostra Associa- zione nel corso della "Giornata della Ricono- scenza", che si è svolta lo scorso 12 marzo al Teatro Dal Verme. E' dal 1953 che la Provin- cia organizza questa giornata per conferire un riconoscimento a citta- dini e associazioni del mondo culturale, sociale, artistico, economico, sportivo, legati al terri- torio del milanese e che si siano distinti nella propria attività a favore delle comunità. Dal 1999 a questo riconoscimento, che consiste in una medaglia d'oro per le persone fisiche, una targa per le associazioni e un diploma con la motivazione, è stato attribuita la denominazione di "PREMIO ISIMBARDI". La nostra targa, consegnataci dal Presidente della Provincia, Guido Podestà, fa ora bella mostra di sé nella vetrina della nostra sede. Qui di seguito la motivazione riportata nel diplo- ma: Associazione culturale Quattro L’associazione svolge attività culturali e di in- formazione locale nel quartiere Vittoria For- lanini di Milano, ed è diventata un vero punto di riferimento per il Il Premio Isimbardi 2014 a QUATTRO! Da sinistra: Bruno Ceccarelli, capogruppo PD in Consiglio provinciale, Stefania Aleni, Guido Podestà, Presidente della Provincia di Milano segue a pag. 2

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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet:www.quattronet.it - www.quattronet2.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Galeati Industrie Grafiche S.r.l. – via Selice, 187-189 – Imola (Bo). Direttore responsabile: StefaniaAleni. Amministrazione: Antonio Ferrari. Redazione: Vanda Aleni, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Sergio Biagini, Simona Brambilla, Sara Capardoni, Athos Careghi, Luca Cecchelli,Giovanni Chiara, Irene De Luca, Laura Misani, William Porzio, Francesco Pustorino, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Valentina Bertoli, CamillaBoca, Giulia Costa, Giovanni Minici, Gianni Pola. Tiratura 17.000 copie. COPIA OMAGGIO

Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini

anno XVIII, numero 155, aprile 2014

® ®

ATHOS

Nellepagineinterne:

Piantina fuoriSalone in 4

pag. 8-9

Lo jullareDario Fo in scenaa Milano

pag. 6

Memorie dalla trattoria di via Lombroso

pag. 3

RESNATI L’Ospedale dei tranvieri/1

pag. 14

Alla scopertadell’Orienteering

pag.11

La permanente

Aprile, mese del Fuo-risalone per tutta lacittà e per la zona 4.

Quest'anno per noi è un po'speciale, perché abbiamopromosso anche noi unevento, inserendolo nel piùvasto programma "fuoriSa-lone in 4", che raccoglie epubblicizza tutti gli eventiche si svolgono nella nostraZona. L'idea è venuta a FrigoriferiMilanesi, è stata patrocinatadal Consiglio di Zona 4, eQUATTRO fa da Mediapartner, pubblicando su que-sto numero la piantina dellazona con l'indicazione dellelocation, permettendonequindi una ampia diffusio-ne.

La nostra proposta consistein una Mostra fotografica diRita Cigolini e di una espo-sizione di oggetti particolar-mente significativi e interes-santi prodotti da una decinadi aziende che hanno opera-to in Zona 4 (un paio di essetuttora attive) fino agli anni’70-’80 del secolo: unomaggio alle molte realtà in-dustriali che hanno caratte-rizzato il panorama produt-tivo e urbano della zona 4 eun omaggio agli ingegniumani che le hanno create ea quanti vi hanno contribuitocon il proprio lavoro e lapropria dedizione. L'inizia-tiva si svolge in collabora-zione e con il contributo delComitato soci coop Piazza-Lodi-Rogoredo che ha an-che offerto gli spazi esposi-tivi al primo piano del Cen-tro commerciale PiazzaLodi.Non perdetevela!!

Aprile, mese del Fuorisalone

Brutta, bruttissima sorpresa, rientrare nella sededi QUATTRO dopo pranzo etrovarsela aperta (il primopensiero: ops, l'ho lascia-ta aperta); poi den-tro ti accorgi chemanca il computerportatile con 5 annidi lavoro (del gior-nale, della scuola, dellacasa, dei libri scritti -non fatemici pen-sare -, dei contattimail - ma perchénon faccio i backup? ma perchénon tiro giù la saraci-nesca, perché penso chedi giorno fra le 13 e le 14non forzino un negozio sustrada, ad un isolato dallacaserma dei carabinieri!Se poi i ladri volesserofarmi un cd o mette-re tutto su unachiavetta e lasciar-meli sul gradino.....

Purtroppo, non solo computer, ma anche dueborse contenenti oggetti che dovevamo esporre

alla mostra di design, oggetti con un grandevalore affettivo più che economico.

Fra i "danni collaterali" la perdita delprogramma che permetteva l'aggior-

namento del sito; da qui la scelta diaprirne uno nuovo, più sempliceda gestire, lasciando attivo il sitoprecedente www.quattronet.it co-me archivio (da gennaio 2004 amarzo 2014); per semplificarci lavita il nuovo sito si chiamawww.quattronet2.it.

Brutte notizie

E’stato inaspetta-to e molto gra-dito il ricono-

scimento che la Provin-cia di Milano ha volutodare alla nostra Associa-zione nel corso della"Giornata della Ricono-scenza", che si è svoltalo scorso 12 marzo alTeatro Dal Verme. E'dal 1953 che la Provin-cia organizza questagiornata per conferire unriconoscimento a citta-dini e associazioni delmondo culturale, sociale,artistico, economico,sportivo, legati al terri-torio del milanese e che si siano distinti nellapropria attività a favore delle comunità. Dal1999 a questo riconoscimento, che consiste inuna medaglia d'oro per le persone fisiche, unatarga per le associazioni e un diploma con lamotivazione, è stato attribuita la denominazionedi "PREMIO ISIMBARDI". La nostra targa, consegnataci dal Presidentedella Provincia, Guido Podestà, fa ora bella

mostra di sé nella vetrina della nostra sede. Quidi seguito la motivazione riportata nel diplo-ma:

Associazione culturale QuattroL’associazione svolge attività culturali e di in-formazione locale nel quartiere Vittoria For-lanini di Milano, ed è diventata un vero puntodi riferimento per il

Il Premio Isimbardi 2014 a QUATTRO!

Da sinistra: Bruno Ceccarelli, capogruppo PD in Consiglio provinciale,Stefania Aleni, Guido Podestà, Presidente della Provincia di Milano

segue a pag. 2

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Apre lo Spazio MosaikoCon una breve cerimo-nia e il taglio canonicodella torta, il 9 marzoscorso è stato inauguratolo SPAZIO MOSAIKO.A fare da padrone di ca-sa Tiziano Collinetti,presidente e socio fon-datore dell’associazione.

Lo spazio si trova in via P.M. Kolbe al 3, all'angolo con vialeCorsica, e vuole essere un luogo in cui trovarsi, per poter studiare,prepararsi, discutere e confrontarsi. Una realtà in cui poter la-vorare e dare concretezza ai sogni e progetti. Il locale è stato messo a disposizione dell'associazione dai frati,

dal Consiglio Pastorale, da Padre Franco della Chiesa B.V. Im-macolata e S. Antonio, e rimane aperto dal lunedì al venerdìdalle 16.30 alle 19.Per info e contatti: tel. 338 3604824 - email: [email protected] www.mosaiko.org

Comitato di quartiere del Corvetto

Nel mese di febbraio, per iniziativa di un gruppo di cittadini re-sidenti in Zona 4, ha preso vita, con atto registrato il nuovo CO-MITATO di QUARTIERE del CORVETTO,con sede in vialeEnrico Martini. Queste le principali finalità:1) sensibilizzare, sollecitare e collaborare, ove ciò sia possibile,con l’Autorità politico/amministrativa della Città perché si per-fezioni, a favore del Quartiere del Corvetto, un reale migliora-mento ambientale di vita ed una migliore sicurezza per la po-polazione;2) sensibilizzare la popolazione residente perché partecipi fat-tivamente agli scopi del comitato.L’attuale Presidente è il signor Ercole Zanoni e l’addetto stampail signor Pietro Virgilio.

Comprare un sogno

Questa frase potrebbe essere il leit motiv del prossimo appun-tamento che attende gli appassionati di auto e moto al Parcoesposizioni di Novegro. Con il titolo Automoto Collection siaprirà l'11 aprile un’interessante mostra mercato di auto e motodivisa in più settori. Accanto alle moto d’epoca troveranno posto esemplari di unprossimo futuro e quelli che sono stati riportati alla loro originesia che si tratti di modelli da strada o sportivi.Analogo discorso per le auto, con la concreta possibilità perl’amatore e il collezionista di trovare la vettura cercata da anni,da acquistare realizzando proprio un sogno inseguito da tempo.Questa esposizione di bellissimi modelli è un aggancio ideale,

in quanto testimonianza di un design di tradizione, con la con-comitante Settimana del design che si svolge con diverse ma-nifestazioni in tutta Milano. A contorno del raduno automotoristico, troverete il mercato dellaricambistica e degli accessori originali per il restauro. AutomotoCollection sarà inoltre il palcoscenico per i club e le associazioniche avranno modo di mostrare al pubblico veicoli a due e quattroruote, per la gioia degli appassionati. Per finire, si terrà la ras-segna “Giardini, giardiniere e giardinette” associata ad un con-corso che premierà le migliori vetture nate per il tempo libero.L’appuntamento è per i giorni dall’11 al 13 aprile al Parco espo-sizioni di Novegro a Segrate. Per maggiori dettagli vi rimandiamo al sito www.parcoesposi-zioninovegro.it e per informazioni a [email protected] o allo 02702000022.

Sergio Biagini

Processo alla ManaraAnche quest’anno i ragazzi delle prime medie hanno fatto dagiudici, pm, avvocati, testi e imputati in quella interessante ini-ziativa che vede i ragazzi chiamati a giudicare la colpevolezzao meno di personaggi delle favole. Quest’anno hanno preso in esame la denuncia presentata da Ce-nerentola nei confronti della matrigna e delle sorellastre per mal-trattamenti e tentata violenza privata. Riuniti nelle rispettiveclassi, la 1 A, B, C e D della sede di via Cadore, gli studenti sisono immedesimati nella parte e dopo aver ascoltato i testimonia carico e a difesa hanno emesso il loro verdetto. Come in unvero processo, coadiuvati da veri “Azzeccagarbugli” che hanno

loro illustrato come si svolge un processo vero e proprio, hannoseguito tutto l’iter e alla fine sono state emesse le quattro sen-tenze. Tre classi hanno riconosciuto la colpevolezza della matrigna(anche lei “non poteva non sapere”?) per i reati ascritti mentrele sorellastre sono state assolte in due e condannate nella terza.Colpo di scena in 1 D dove invece con la motivazione “il reatonon sussiste” le tre imputate sono state assolte dalle accuse mosseda Cenerentola.Lodevole iniziativa che ha visto per due giorni i ragazzi seguireanche con interesse come si prepara e si svolge un processo,grazie alla fattiva collaborazione di quattro avvocati e di un pmche hanno fatto loro lezione illustrando le varie fasi che portanopoi all’emissione della sentenza. Quale sarà l’imputato o l’im-putata il prossimo anno? Chi rischierà severe pene da parte delTribunale scolastico dell’ICS Morosini-Manara? Vi terremo in-formati.

S.B.

Per un “rigolo” in piùDal 29 marzo all'8 aprile si è tenuto il Trofeo Torrefazione Incasche ha sponsorizzato un torneo di bocce presso la bocciofila diLargo Marinai d’Italia. Al momento di andare in stampa, non

si conosce ancora il nome del vincitore, possiamo però dire chele eliminatorie hanno visto battagliarsi numerosi atleti, ben 24gli iscritti, che si sono affrontati sul nuovo campo da bocce peraggiudicarsi il titolo 2014: ovviamente, per tutti premi, graditele confezioni di caffè, e oltre al classico botto delle bottiglie perfesteggiare il vincitore una buona tazza di caffè dello sponsornon poteva non mancare.

quartiere. Suo valido strumento è il mensile free press “Quattro”,un giornale di informazione e cultura focalizzato sugli eventiculturali, le trasformazioni urbane e la storia del quartiere. Pa-rallelamente all’attività editoriale, l’associazione organizza ini-ziative culturali come mostre fotografiche, concorsi letterari eteatrali e spettacoli. L’impegno dell’associazione è quello ditenere insieme la memoria e il futuro della zona 4: una presenzacosì capillare sul territorio che non solo arricchisce la comunità,ma che aiuta anche a saldare i legami con tutta la città.

PREMIO ISIMBARDI A FRANCESCA TESTA

Della nostra zona è stata premiata anche Francesca Testa, con-sigliera di Zona 4, a distanza di dieci anni dalla terribile espe-rienza vissuta durante lo tsunami; solo ora si è completamenterimessa dalle conseguenze fisiche di quell'evento, affrontato esuperato con grande forza d'animo.Questa la motivazione del riconoscimento:

La storia di Francesca Testa inizia nel 2004, anno in cui, il vio-lento tsunami del Pacifico provocò oltre 500.000 morti, il 70%dei quali a Phi Phi Island. E Francesca era lì! Colpita grave-mente agli arti inferiori fu solo grazie all’intervento del padre,del Ministro Tremaglia e della stampa bergamasca, che riuscìa tornare in Italia tra i primi superstiti. Operata undici volte insei mesi, di cui la prima in Thailandia, per evitare il rischiocancrena, ha trascorso i successivi cinque mesi tra casa e ospe-

dale, tornando appena possibile e con l’aiuto di inseparabilistampelle al suo lavoro presso la Provincia di Milano, luogo incui evidentemente si sente a casa. A dieci anni da quel tragicoevento sta per pubblicare un libro che ricorda la sua drammaticaesperienza e i cui proventi saranno devoluti allo studio dellemalattie rare.

Premio Isimbardi

2 aprile 2014

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La Trattoria del NuovoMacello, nata nel 1928insieme all'edificio che

la ospita, e per anni isolato lo-cale di ristoro a disposizionedei lavoratori del macello,sembra come fiera di portarein sé la memoria storica dei

luoghi in cui è sorta. E a entrarci pare ancora di re-spirare aria di un tempo pas-sato… Sarà forse per via del-l’arredamento originale: c’èancora un bancone anni ’50 in-sieme a credenze e cristalliereanche più vecchie, forse addi-rittura anni ’30. Siamo qui, il direttore ed io,per raccogliere i ricordi dei si-gnori Traversone, proprietari

della trattoria dal 1959; e sic-come l'appuntamento è perl'ora di pranzo... ebbene sì,pranziamo...Siamo alla cotoletta (specialitàdello chef), quando ci raggiun-gono la signora Elena Zacconie il signor Pietro, ed inizia su-bito la nostra intervista.«Siamo qui dal 1959; io lavoroin trattoria da quando mi sonosposata, nel 1963 - ci raccontala signora Elena - ma lui che è

venuto qui prima ne sa più dime» continua, indicando affet-tuosamente il marito Pietro. «Intanto La Trattoria del Nuo-vo Macello fu chiamata cosìsemplicemente perché all’epo-ca qui intorno c’erano solo fos-si e prati e quando nacque il

macello, insieme a questa trat-toria, era veramente nuovo;esisteva solo il mercato deipolli in via Lombroso»; mentresi sofferma per un momento aricordare, pare che il signorPietro le riveda tutte quellepersone che per 30 anni neigiorni di mercato si presenta-vano alle 4.30 nella sua tratto-ria in attesa che arrivasse il tre-no merci alla stazione di Porta

Vittoria dall’Olanda e che «ap-pena sentivano arrivare i va-goni sparivano in un momen-to…». In particolare ricorda bene icosiddetti spalloni, operaibrianzoli che venivano a lavo-rare a Milano in pullman e aiquali preparava il caffè e i bic-chierini di grappa il mattino… «I lavoratori del macello veni-vano quasi tutti dalla Brianza- aggiunge la signora Elena -

tanti anche in bicicletta: si fa-cevano 30 chilometri la matti-na e 30 chilometri la sera dopoaver faticato. Qui fuori c’eranosempre una quarantina di bici-clette, poi cominciarono acomprare le automobili…». Sembra di sentir parlare di un

altro mondoquando a poco apoco percepiamodai loro raccontiquel clima di so-lidarietà con iclienti abituali,come i macellaiche «venivano danoi a mangiare lapastasciutta e ciportavano le bi-stecche da cuoce-re» o «quelli del-la Brianza aiquali chiedeva-mo la verdura».Col passare deglianni gli orari dilavoro subironomodifiche e an-che il mercato,prima aperto tut-to il giorno, co-minciò a chiude-re verso mezzo-giorno, e allora

succedeva che «seancora alle 12 non

c’era nessuno, alle 12.10 il lo-cale era già pieno! E dopopranzo spesso rimanevano incinque o sei a giocare a cartecon altri dietro che partecipa-vano alla partita, urlando eschiamazzando; c’erano alcuniragazzi che quando passavanoqui dietro avevano quasi paura,come avessero sentito dei leoniin gabbia». Ma tutto finiva alle 8 di sera

quando i lavoratoritornavano a casaperché nuovamentechiamati ad alzarsiil giorno successivoalle 3 del mattino eallora via Lombrosodiventava deserta esi poteva giocare apallone in mezzo al-la strada. Della storia dellatrattoria, però, parteimportante ha anchela "cucina", quellache ha permesso dimantenere aperta latrattoria ben oltrel'esistenza del ma-cello!La cucina dei signo-ri Traversone, aconduzione familia-re, presentava inorigine una selezio-ne suddivisa tra le

pietanze della signora Elena,piacentina, che si dedicava allapasta fresca e ai pisarei, men-tre la suocera, genovese, «fa-ceva minestroni favolosi»; unacucina tradizionale insommafatta di pasta al pomodoro e alragù, arrosti, bolliti, rognone,lingua e salsine, ma appresaanche “sul campo” sperimen-tando sughi, creme e piatti me-no tipici (ad esempio orec-chiette con le cime di rape),

grazie anche agli insegnamentidi Gemmo, un cuoco moltobravo che all'inizio prese insimpatia la signora Elena e laistruì anche sulla selezione ela conservazione della carne,«quando ancora i cuochi sape-vano fare anche i macellai».Una vera tradizione di famigliala loro: i figli stessi, svezzatida piccoli alla ristorazione, co-minciarono dando una manodopo la scuola. In particolareil figlio Giovanni fin da bam-bino, pur avendo la passioneper le moto (con la madre chegli chiedeva: “ma perché non

fai il meccanico se ti piace?”e lui che rispondeva “il lavoroce l’ho qui, perché devo andar-lo a cercare?”), pasticciandotra cocci e padelle, già dicevache da grande avrebbe fatto ilcuoco. E ha sperimentato cosìtanto che oggi il rampollo chefdella signora Elena ha un po’cambiato, o meglio, “raffinato”il menù. «Giovanni cerca ditrovare sempre nuove soluzio-ni: ha mantenuto la ricetta ori-ginale dei pisarei e fasò o il ri-pieno dei ravioli come gli hoinsegnato io, ma ad esempioha modificato la ricetta della

trippa…». «Ma saper fare damangiare è un dono di natu-ra!» ribatte gentilmente allamoglie il signor Pietro mentresi alza da tavola congedandosi(«perché ho un nipotino da an-dare a prendere a scuola»). In cucina insieme all’ultimagenerazione dei Traversone an-che Marco Tronconi, amicod’infanzia di Giovanni che,formatosi come lui alla scuolaalberghiera, ne ha seguito lastessa carriera prima girandoil mondo, per poi mettersi inaffari col collega. Nella tratto-ria degli ex lavoratori del ma-cello di ieri potete oggi incon-trare invece una clientela me-dio-alta fatta di giornalisti o ar-tisti famosi come Ornella Va-noni, Antonello Venditti, RedCanzian dei Pooh, o Giovannie Giacomo del trio comico; esebbene segnalata tra i miglioriristoranti di Milano su molteguide autorevoli e prestigiosecome la Michelin, il riconosci-mento più grande resta sicura-mente la recente visita e i (rari)complimenti del celebre chefGualtiero Marchesi che ha loroconfidato personalmente: «unodei pochi ristoranti dove homangiato veramente bene».

Luca Cecchelli

3aprile 2014

Via Cadore 30 – tel 02 55010524Viale Piave 21 - tel 02 39680044www.dogninimilano.it

Fonte di ispirazione per lo studio e l'evoluzione del taglio e della colorazionesono la pittura degli impressionisti e la geometria della natura

Avevamo anticipato nello scorso numero di QUATTROche avremmo pubblicato l'intervista ai proprietari de LaTrattoria del Nuovo Macello di via Lombroso, i cui ri-

cordi ci hanno riportato indietro di più di cinquanta anni,quando il macello e il mercato bestiame erano in piena attività.Un incontro questo, nato dopo la pubblicazione del nostro libro"Storia e storie dei Mercati generali a Milano" che continua asuscitare interesse e a far emergere ricordi in molti lettori.

Abbiamo poi avuto una ulteriore opportunità di una testimo-nianza con l'incontro e l'intervista con Dario Fo che trovate sem-pre in questo numero: come moltissimi sanno Dario Fo ha rap-presentato un pezzo di storia della Palazzina Liberty, dopo ladismissione del mercato di frutta e verdura in largo Marinaid'Italia.Ricordiamo infine che proseguono le presentazioni del libro indiverse biblioteche rionali, a cura di Stefania Aleni e Giovanni

Chiara; dopo Calvairate e Fra' Cristoforo, i prossimi appunta-menti sono presso la Biblioteca Niguarda (11 aprile ore 18.00),Biblioteca Oglio (9 maggio ore 18.30), Biblioteca Vigentina (22maggio ore 18.15). A breve, poi, fisseremo una presentazione cittadina a PalazzoIsimbardi, su invito del Presidente della Provincia, Guido Po-destà, che ha pubblicamente apprezzato il nostro lavoro durantela cerimonia del Premio Isimbardi. S.A.

La storia dei Mercati continua...

Memorie dalla trattoria di via Lombroso

A pranzo dai signori Traversone

Da sinistra: Marco Tronconi e Giovanni Traversone

L'edificio di via Lombroso nel 1930 (vista dalla torre del macello)

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4 aprile 2014

Un lettore che ringrazio sentitamente, ciha resi edotti che la biblioteca Calvairatedi via Ciceri Visconti ha accolto la pro-

posta di acquistare e di mettere a disposizionedei lettori Il Libro Rosso di Jung, un libro pre-zioso che si pone al centro di una straordinariasperimentazione psicologica e artistica, che lorendono unico nel panorama del Novecento.Scritto da Carl Gustav Jung in gotico, raccogliele sue esperienze iniziatiche e le profonde me-ditazioni che chiamerà più tardi “immaginazioneattiva”, e contiene la trascrizione in immaginidei sogni e delle visioni che popolarono il suoviaggio di esplorazione dell’inconscio per oltresedici anni, dal 1913 al 1930. Jung consideròIl libro Rosso il suo libro segreto e non ne auto-rizzò mai la pubblicazione, perché solo lui potevadare un profondo significato numinoso alla suaesperienza di vita.Dopo la sua morte, gli eredi si attennero lunga-mente alla sua consegna. La presente edizionedel Libro Rosso, corredata da un ampio saggiodi contestualizzazione storica e da un ricchissimo

commento, segna un passo importante nell’inau-gurazione di una svolta negli studi junghiani, epermette di comprendere l’opera sulla base didocumenti di prima mano, e non di congetturee di pettegolezzi.Carl Gustav Jung (1865-1961), alla soglia deisuoi 49 anni visse “la malattia creativa” un per-corso di riflessione interiore, per certi versi ana-logo a quello in cui si vide coinvolto Freud cheaffrontò nella forma della sua “autoanalisi”, dopola morte del padre. Nello scritto Gli stadi dellavita, Jung rifletterà sulla comparsa della crisi ametà della vita, sul destino che accomuna tantepersone, tra la prima e la seconda giovinezza, in-torno ai 36 anni. Freud uscirà dalla sua crisi esi-stenziale scrivendo L’Interpretazione dei sogni(1900) mentre Jung troverà attraverso “l’imma-ginazione attiva” la strada che conduce verso laPsicologia analitica, ma a metà del suo percorsolungo sei anni, centrerà il suo contributo per ec-

cellenza sull’analisi del sogno che è espresso inConsiderazioni generali sulla Psicologia del so-gno (1916-1948).L’evento determinante che segna il passaggio trala prima e la seconda parte della sua vita, è larottura con Freud, nel 1913. Sino allora la rifles-sione junghiana sul sogno era rimasta ancorataal pensiero freudiano. Jung aveva incontratoFreud a Vienna nel marzo del 1907. Disse di lui:“Freud era il primo uomo veramente notevoleche incontrassi, nessun altro uomo conosciutofino allora poteva competere con lui. Lo trovaidi una intelligenza fuori del comune, acuto, no-tevole sotto ogni aspetto”. Così il tentativo di co-struire un modello junghiano dei sogni deve farei conti con le riflessioni sviluppate nel periodoche lo conduce al distacco da Freud.Nell’autobiografia Ricordi, sogni, riflessioni(1961) si legge che fu proprio un sogno, diver-samente interpretato, che chiarirà definitivamente

in Jung la diver-sità intellettualedei due e inferseun duro colpo alla loro amicizia. Il ricordo diJung va ad un episodio specifico accaduto du-rante il viaggio americano con Freud del 1909,per una serie di conferenze nel Massachusetts,periodo che offrirà ai due colleghi l’occasionedi dialogare a lungo, scambiandosi le proprieidee sui sogni durante il viaggio durato sei set-timane in nave, dove si evidenzierà anche la di-versa interpretazione di un sogno fatto da Jungche lo porterà a pensare: “ Freud o era incapacedi interpretare i sogni che facevo o li interpretavasolo parzialmente”. L’episodio si riferisce al “so-gno della casa” che attirò profondamente Jung,mentre preoccupò fortemente Freud.Nel prossimo numero continuerà l’approfondi-mento.

Dottoressa Camilla BocaPsicologa - Psicoterapeuta

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CHIALSECRE VVA

Se c’è una parola di cui i libri diStoria fanno cospicuo abuso è“civiltà”. La Storia non è disci-

plina per linguisti, viene scritta contutt’altro inchiostro, e se “civiltà” signi-fica strade, ponti, acquedotti, terme eteatri, quella di Roma è stata senza dub-bio una grande civiltà. Ma quando que-sta “civiltà” porta con sé anche sgoz-zamento sugli altari dei condottieri ne-mici vinti, crocefissioni, schiavitù,cruente persecuzioni religiose e com-battimenti mortali fra uomini a uso deideliri delle folle, non si può dare tortoa chi viene preso dalla tentazione di ri-dimensionarla.Pare che Cornelia, figlia di quel Scipio-ne l’Africano che aveva sconfitto An-nibale, per rispondere a un’amica in vi-sita che, dopo avere esibito il propriogioiellume da passeggio le chiedeva dimostrarle qualcosa di altrettanto pre-zioso, avesse chiamato i figli Tiberio eCaio per dire: «Questi sono i miei gio-ielli.» Vero o no, l’aneddoto mette inluce il carattere dell’animatrice dellavita culturale della Roma del II secoloavanti Cristo, nel cui salotto il megliodella intellighenzia “liberal” si incon-trava, sintesi aristocratica di una società

nello stesso tempo evoluta e cru-dele.I “gioielli” di Cornelia in realtà sa-rebbero stati 12, ma 9 erano mortiin tenera età, cosa per i tempi nor-male. Dei tre sopravvissuti, l’unicafemmina sarebbe passata agli an-

nali solo in quanto sospettata dell’omi-cidio del marito; ben altro, invece, laStoria avrebbe riservato agli altri due,Tiberio (162-133 a. C.) e Caio (154-121a. C.).Tiberio (Tiberio Sempro-nio Gracco) s’era distintoin giovanissima età duran-te l’assedio di Cartagine,concluso con la distruzio-ne della città e le consueteefferatezze sugli inermi.Ma il suo destino stavanella politica, di cui seppepercorrere le tappe fino adiventare, nel 133 a.C., tri-buno. Senza entrare neidettagli del sistema politi-co dell’Urbe, caratterizza-to da un intersecarsi di pe-si e contrappesi istituzio-nali che potevano tradursiin raffiche di veti contrap-posti, va detto che i tribuni, in caricanel numero di due, avevano appunto di-ritto di veto sulle leggi a loro giudiziolesive degli interessi del popolo minuto,di cui erano rappresentanti. Si trattavaquindi di una carica che spesso entravain conflitto con la componente più con-

servatrice della società romana, cioè ilSenato.Tiberio aveva potuto rendersi conto del-la crisi economica causata dal latifondoagricolo, e cercò di porvi rimedio. Ilgrano prodotto in Sicilia, Sardegna,Spagna e Nord Africa, frutto del lavorodi moltitudini di schiavi procurati attra-verso le conquiste e non retribuiti, stavaprovocando la rovina dei piccoli colti-vatori diretti, che si vedevano costrettia vendere le loro fattorie ai latifondisti,

ampliando così le dimensioni del feno-meno.Tiberio con la “Lex Sempronia” pro-pose di vietare a qualunque cittadino dipossedere più di 125 ettari, portati a 250se padre di due o più figli, per trasfor-mare le parti eccedenti in poderi di 5

ettari da distribuire ai meno abbienti. IlSenato si oppose, accusando Tiberio dimire dittatoriali e mettendogli control’altro tribuno, Ottavio, ma Tiberio por-tò la legge ai Comizi Tributi, che ave-vano il potere di approvarla, e fece de-stituire Ottavio perché incompatibilecon gli interessi del popolo. Sicuro, atribunato scaduto, di finire arrestato eprocessato per “perduellio”, in praticaattentato alla Costituzione, al terminedel proprio mandato Tiberio, nonostante

fosse vietato dallalegge, si ricandidò.Mal gliene incolse.Presagendo il peggio,il giorno delle elezio-ni si presentò davantial Tempio di Giovevestito a lutto e cir-condato da una guar-dia armata di fedelis-simi. Non fu suffi-ciente. Un gruppo disenatori capeggiati daScipione Nasica lo as-salì uccidendolo arandellate. Com’eranelle consuetudini po-litiche della “civiltà”

di Roma si aprì la caccia ai suoi soste-nitori, che finirono linciati a centinaiae gettati nel Tevere. Cornelia, con di-gnità, chiese solo di poter ripescare ilcadavere del figlio per dargli sepoltura,ma il permesso le venne negato, perchénella “civiltà” romana c’era anche que-

sto. Nel 123 a.C. venne eletto tribunoCaio (Caio Sempronio Gracco), che de-cise di estendere la “Lex Sempronia”,che stava dando buoni risultati, creandonuove colonie agricole nel Sud e inAfrica. Ciò riaccese i furori dei latifon-disti, che misero in allerta il loro refe-rente politico naturale, cioè il Senato.Più avveduto del fratello, Caio riuscì afarsi eleggere una seconda volta, maanche lui commise un errore che gli fufatale, proponendo di estendere la cit-tadinanza romana ai latini e quella latinaagli italici, con il sovrappiù dell’inten-zione di far nominare 300 nuovi sena-tori di estrazione popolare da affiancareai 300 titolari frutto di nobili lombi.Il Senato, che già aveva dovuto ingoiareun prezzo politico del grano pari a metàdi quello di mercato in favore delle clas-si più povere, reagì alla propria maniera,aggredendo in armi Caio e costringen-dolo alla fuga. Raggiunto mentre stavacercando di attraversare a nuoto il Te-vere, venne ucciso e decapitato.Mentre il popolino di cui era stato il di-fensore gli saccheggiava la casa e i suoisostenitori finivano trucidati a migliaia,a Cornelia, che aveva messo il lutto,venne ordinato di toglierlo. Come direche a Roma le virgolette di “civiltà” peroltre mille anni altro non hanno fattoche essere sponda dei fiumi del vero in-chiostro con cui si scrive la Storia, cioèdel sangue.

Giovanni Chiara

LA BRUTTA FINE BAGNATA DEI GIOIELLI DI CORNELIA

ATHOS

storie di storia

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5aprile 2014

P roprio il mese scorsoabbiamo parlato dellanuova stazione ferro-

viaria Forlanini, vicino ai TrePonti, e della cosiddetta lineadi cintura che vi transiterà.Questa stessa ferrovia è stataoggetto di dibattito mercoledì19 marzo, quando i Consiglidi Zona 4 e 5 hanno volutofare il punto su alcune que-stioni ad essa attinenti. La ferrovia di cintura sud diMilano, detta anche "Milano-Mortara" nasce nel 1891 ed èl'unico impianto superstite del-la prima cintura ferroviaria diMilano; essa collega la stazio-ne San Cristoforo con il bivioche conduce alle stazioni diRogoredo e Lambrate. Il trattotra il bivio e la stazione Lam-brate, invece, è stato ricostrui-

to nel 1931, quando l'impiantoferroviario di Milano fu mo-dificato per accogliere la nuo-va stazione Centrale. Oggi, ledue tratte, del 1891 e 1931, co-stituiscono una linea su trac-ciato indipendente utilizzataprincipalmente dalla linea su-burbana S9 (Albairate-Saron-no) e, occasionalmente, daqualche treno di servizio. I pia-ni di sviluppo di questa trattaprevedono, ma con tempisti-che ignote, la chiusura dell'an-tica stazione di Porta Genovae il transito dei treni regionaliprovenienti da Mortara, Ab-biategrasso e Vigevano versoRogoredo. A partire dagli anni 2000 que-sta ferrovia è stata oggetto di

un progetto di modernizzazio-ne ormai compiuto che ha vi-sto la ricostruzione di tutti iponti nella tratta sopraelevata(tutta in Zona 5) e degli im-pianti. Inoltre è stata costruitala stazione Romolo in coinci-denza con la MM2 e, semprein Zona 5, era prevista un'altrastazione proprio in corrispon-denza con viale Tibaldi e la se-de del Consiglio di zona, poifinita nel dimenticatoio. Aimargini della nostra zona, lalinea di cintura attraversa il di-smesso scalo di porta Romana,passando sugli unici due binariancora attivi e servendo l'omo-nima stazione situata già nellanostra zona. La ferrovia poiprosegue a raso fino al bivioper Pioltello dove entra nellaZona 3.

Questa antica ferrovia transitaall'interno di quartieri densa-mente costruiti e popolati,spesso in tempi anche recenticome nel caso del tratto a norddi piazzale Lodi, caratteristicache la rende ideale per un ser-vizio ferroviario urbano chepotrebbe essere del tutto similea quello di una metropolitana,con costi infrastrutturali assaibassi e con la particolarità geo-grafica di transitare vicina adiverse università (Politecnico,Statale, Bicocca, IULM, Boc-coni). Tuttavia, al momento,la linea S9 ha una frequenzadi un treno ogni mezz'ora. La vicinanza a quartieri den-samente abitati è oggetto an-che di contestazioni da parte

del Comitato Ferrovia MilanoMortara da ormai dieci anni.Il comitato, chiede, con forza,la mitigazione del rumore pro-dotto dai convogli tramite larealizzazione di barriere fono-assorbenti, che avvolgano l'in-tera tratta sopraelevata in Zona5 e gran parte della tratta a ra-so in Zona 4. Il Comune ha ri-sposto segnalando che al mo-mento il progetto risulta sospe-so, ma verrà ripreso al fine diredigere il piano acustico e ildocumento preliminare cheservirà da base alla progetta-zione. Ammesso che tutto pro-ceda regolarmente il cantierenon sarebbe terminato primadel 2020, anche legato alla cri-si che non permette investi-menti come questo. Infattiqualche anno fa furono proprio

le Ferrovie dello Statoa progettare un ambi-zioso piano che preve-deva 4000 km di barrie-re fonoassorbenti lungotutte le ferrovie italianein area urbana, dal costodi diversi miliardi di eu-ro. Lascia un po' perplessi,tuttavia, che in un Paesedove molte linee ferro-viarie stanno chiuden-do, dove i tagli al servi-zio di trasporto pubbli-co, anche a Milano, so-no importanti, e dovegli investimenti spari-scono, si debbano spen-dere molti soldi per na-scondere le ferrovie etutelare quelli che, insostanza, sono interessiimmobiliari privati, chespesso hanno beneficia-to dei prezzi più bassiin virtù della presenzadella ferrovia. Tra l'altroquesto rimane un vezzoesclusivamente italiano,nel resto d'Europa lebarriere si vedono solosu alcune nuove ferro-

vie. L'idea di spendere soldiper nasconderle non sembraneanche essere considerata; aLondra ci sono migliaia di chi-lometri di linee in superficiesenza che si veda un pannello.A Berlino, una delle linee fer-roviarie principali transita esat-tamente in mezzo alla città, ta-gliando perfino un grossocomplesso museale, senza chevi siano barriere. Quello chepiù interessa a quelle comuni-tà, e che più dovremmo cerca-re anche qua a Milano, è chele ferrovie offrano un servizioal massimo delle loro poten-zialità, con nuove e rinnovatestazioni, treni frequenti e fre-quentati.

Giovanni Minici

Milano-Mortara. A quando una ferrovia metropolitana?

P asseggiando per viaMuratori, a pochi passidalla cascina Cucca-

gna, a qualcuno sarà capitatodi notare un piccolo negoziocolorato e originale quanto –e questo ve lo assicuriamo noi– la sua proprietaria DeliaGiubeli. Si tratta di La LoryCostumi Teatrali, un'attivitàche ha vissuto molte vite e dicui vale la pena raccontare lastoria. In origine panificio gestito daisignori Pieri, il negozio vienecompletamente trasformato nel1998 in una bottega di costumiteatrali dalla figlia Loredana ediviene in breve tempo un ec-cellente punto di riferimentoper molti teatri milanesi eagenzie di produzione televi-sive. Dopo la scom-parsa di Loredana, èDelia Giubeli a donareuna nuova vita al ne-gozio.Il teatro e la passioneper le maschere e perle feste a tema accom-pagnano da sempre lasua vita. «Da piccolariempivo gli armadi dimia madre con abiti diogni epoca, genere epersonaggio, sognavodi aprire un teatro e liconservavo per questaragione!» racconta.Dopo la laurea alDams di Bologna, unlungo periodo a Londra e nu-merose esperienze come attri-ce e organizzatrice teatrale, ilgrande sogno di Delia eraquello di fare della passioneper il teatro il suo lavoro. Ladecisione di rilevare l'attivitàdi Loredana Pieri è stata la suagrande scommessa e un'occa-sione che ha cercato. «Sonovenuta a sapere che il padre diLoredana voleva vendere l'at-tività, proprio nel momento incui mi rendevo conto che ave-vo voglia di mettermi in giocoe di realizzarmi assecondandole mie passioni. È stata unacoincidenza particolare che

non potevo ignorare» spiegaDelia. Il percorso che ha intra-preso non è stato affatto sem-plice: in Italia gli aiuti per igiovani imprenditori sonoscarsi e per comprare tutti i co-stumi di Loredana ha dovutoaccendere un mutuo! Tuttaviail suo negozio di via Muratoriè la dimostrazione che, se ci sicrede fino in fondo, è possibilerealizzare i propri progetti. Ini-zialmente il progetto era con-diviso da quattro ragazze, at-tualmente la gestione e l'orga-nizzazione dell'attività è nellemani di Delia che collaboracon Paola Catalini, costumistaesperta a cui è affidata la partetecnica-sartoriale. Delia rac-conta che molti non compren-devano il valore di un negozio

che vende "costumi e non pa-ne", in tempi di crisi. Invece èproprio in momenti come que-sto che il piacere per l'arte, glieventi culturali e un po' di sanaevasione non devono essereaccantonati.Entrando nel negozio, la quan-tità e la varietà dei costumistupisce immediatamente. Vi-sitare questo spazio è come fa-re un viaggio nel tempo: abitirinascimentali, seicenteschi,dei primi del Novecento, degliAnni 50, 60, 70. Abiti da ceri-monia, tight, maschere di car-nevale, costumi da burlesque,accessori, cappelli! Elencare

tutto sarebbe inutile, convieneandare a curiosare di persona.Tutti i costumi sono a noleggioe vengono adattati sulla per-sona per l'occasione: serate atema, carnevale, halloween,matrimoni, feste di addio alcelibato e al nubilato, rievoca-zioni storiche, saggi teatrali.La clientela è varia: dai privatiagli organizzatori di eventi,dalle piccole case di produzio-ne ai fotografi. Inoltre vi è l'in-tenzione di far sì che il nego-zio diventi anche un luogo diritrovo per gli abitanti della zo-na e non solo. Dal mese diaprile inizieranno le "LateOpenings" del giovedì sera: ilnegozio resterà aperto fino alle22 per tutti coloro che nonhanno tempo di visitare il ne-

gozio negli orari lavorativi oper chi è alla ricerca di un co-stume dell'ultimo minuto. Laprima serata è giovedì 10 apri-le dalle 19 alle 22 con sfilataa tema, drink e buffet. In boc-ca al lupo a Delia Giubeli perquesta giovane impresa crea-tiva e, riportando il suo motto,ricordiamoci che.. c'è sempreun ottimo motivo per masche-rarsi!

Valentina Bertoli

Per informazioni:La Lory Costumi Teatrali via Muratori 46www.costumilalory.it

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Dario Fo, 88 anni appena com-piuti, torna a teatro con LuSanto Jullàre Françesco, ope-

ra sulla vita del Santo d’Assisi giàrealizzata 15 anni fa e ora riscritta inuna nuova versione per l’allestimentomilanese, in scena il prossimo 14aprile al teatro degli Arcimboldi. Inoccasione dello spettacolo di benefi-cienza, il cui intero incasso sarà de-voluto a sostegno del progetto “Slowfood for Africa” volto a realizzare10.000 orti in Africa al fine di pro-muovere il diritto alla sovranità ali-mentare delle comunità locali, coglia-mo il pretesto per intervistare il cele-berrimo attore Premio Nobel, la cuicarriera artistica s’intreccia signifi-cativamente anche ai luoghi di Zona4.Signor Fo, molti e non solo in Zona4 hanno memoria di quando lei ela sua compagnia durante gli anni’70 adottaste il vecchio ristorantedell’ex Mercato di frutta e verduradi largo Marinai d’Italia come spa-zio per i vostri spettacoli: che ricor-di porta di quella vicenda e in ge-nerale del periodo alla PalazzinaLiberty? «Lei mi fa ricordare uno dei periodipiù belli della nostra vita, mia e diFranca (Rame). E di tutti i ragazzi chevissero con noi quell’avventura, mipermetto di dire. Agli inizi degli anni’70, da poco rientrato dalla Francia,ero rimasto assai piacevolmente me-ravigliato dell’attenzione che il go-verno francese, soprattutto a Parigi,concedeva alle nuove leve del teatro,aiutando e sostenendo artisti e com-pagnie. Ispirato da tanto mecenatismoal ritorno in Italia ebbi l’idea di rivol-germi all’allora assessore alla culturadi Milano facendogli notare l’esisten-za in città di un gran numero di spazibellissimi ma fatiscenti o lasciati aldegrado; gli proposi di concedernealcuni in gestione, con l’obbligo dirimetterli in ordine per farli vivere dinuovo. L’assessore la trovò una bellaidea e fu entusiasta: così mi diede unalista di spazi liberi presso i quali ave-va fatto richiesta, tra cui appunto laPalazzina Liberty di largo Marinaid’Italia, luogo di ristoro dell’anticomercato ortofrutticolo esistito dal1911 al 1965. Un giorno ci diede lapossibilità di entrare nella strutturaper un sopralluogo: ricordo il terribilestato di abbandono quando entram-mo, un vero disastro: era tutto alla-gato e fummo costretti a utilizzare icamion con le pompe idrovore peraspirare l’acqua dal pavimento. Co-

minciammo quindi a risistemarel’ambiente e sembrava insomma chea quel punto la concessione in usofosse cosa fatta, ma nel frattempo inComune, per l’opposizione di unaparte del consiglio, si decise di negareil consenso di utilizzare quella sedeal collettivo teatrale La Comune diDario Fo. Fu a quel punto che deci-demmo di occupare la palazzina, cosache riuscimmo a fare, devo dire la ve-rità, anche grazie alla cittadinanza checi appoggiò con grande solidarietà,evitando che ci cacciassero. Da alloraseguirono processi e il caso passò at-traverso tribunali, ma riuscimmo aresistere e rimanere lì diversi anni (dal1974 al 1980 circa) durante i qualirealizzammo opere meravigliose:mettemmo in scena tutto il nostro “re-pertorio di lotta” come si diceva al-lora (da Morte accidentale di unanarchico a Tutti uniti! Tutti insieme!Ma scusa quello non è il padrone?)con una media di tre o quattro spet-tacoli all’anno. La nostra vicenda ave-va mosso un interesse grandissimo,non solo a Milano ma in tutta Italia,perfino all’estero: avevamo rapporticon gli Stati Uniti e con l’Americadel Sud, ma anche l’Inghilterra, laFrancia, la Germania, persino i Paesidell’Est; credo che anche la Cina si

accorse di noi».In tutto il mondo lei viene ricordatosempre per la sua attività teatrale(drammaturgo, attore, regista) non-ché per il premio Nobel per la Let-teratura (1997), mentre si dice pocodella sua attività di pit-tore: che ruolo ha lapittura nella sua attivi-tà artistica?«Può sembrare stranoma la mia primordiale,vera, autentica ispirazio-ne artistica è quella dipittore. Accanto all’atti-vità teatrale negli anni hotenuto diverse mostre(tra le più importanti“Lazzi, sberleffi e dipin-ti” qualche anno fa a Pa-lazzo Reale) e quest’an-no ho avuto la soddisfa-zione di vedere unaquindicina di mie teleesposte al Miart, mostrainternazionale di pitturatenutasi alla Fiera di Milano».Venendo invece alla sua più notaprofessione, questo mese sarà inscena a Milano con il suo rinnovatoLo santo jullare Francesco (1999):come mai l’esigenza di riscrivere eriproporre proprio quest’opera?

«Anzitutto sitratta di un’edi-zione rinnovata,quindi di fatto diuno spettacolonuovo. Il mionuovo lavoroprende ispirazio-ne da un eventomolto importan-te, soprattutto al-la luce di questomomento storico:mi riferisco allarecente venuta alsoglio pontificiodi un nuovo Papache, per la primavolta nella storiadella chiesa, hadeciso di assu-mere il nome diFrancesco, inonore del Santod’Assisi. Apro ilmio spettacolosot to l ineandol’importanza del-la scelta di MarioJosé Bergoglio,mai consideratafinora dai suoi

predecessori e volta ad identificare lasua stessa missione con quella delSanto, a realizzare i suoi disegni dibeneficienza e carità attraverso lasemplicità di spirito, sapendo coglierel’essenza del messaggio cristiano e

ascoltando umilmente gli uomini, lon-tano dalla canonica figura di papa in-tesa come “re della chiesa”. E dopoquesta riflessione su Papa Bergoglioentro nel vivo dello spettacolo pre-sentando la vita di San Francesco maspogliata del mito e lontana dalla so-

lita patinata immagine agiografica,anzi riportata per quello che umana-mente fu in vita l’uomo umbro: unasorta di eretico provocatorio ma coe-rente, coraggioso ma ironico».E su cosa fonda il ritratto di Fran-cesco D’Assisi colto, per così dire,nella sua umanità?«Voglio raccontare la vera vita del-l’uomo Francesco che, al di là delleleggende popolari e i testi canonicidel Trecento, si basa soprattutto suidocumenti originali emersi negli ul-timi tre secoli di ricerche da parte diesperti come la studiosa e docenteuniversitaria Chiara Frugoni o di Jac-ques Le Goff, forse il più grande so-ciologo medievista francese vivente.Mi interessa riportare in scena un per-sonaggio quasi dimenticato o resoumanamente inesistente dalla chiesache in qualche modo ne ha distorta lamemoria: forse non tutti sanno, infat-ti, che la figura di Francesco, a partireda 40 anni circa dopo la sua mortenel 1226, è stata rimaneggiata, ridi-segnata e quindi trasformata e ripre-sentata sotto altra immagine; quasiun altro uomo insomma rispetto aquello che noi conosciamo dalle scrit-ture e testimonianze dei suoi seguaci.Io voglio confessare ciò che spessis-simo si è taciuto quando si è parlatodi Francesco: ecco allora che il rap-porto con i cardinali suoi contempo-ranei, realtà storiche come la richiestadi approvazione della Regola a PapaInnocenzo III o leggende popolari co-

me la predica agli uccellivengono tutte riconside-rate e reinterpretate sottoun’altra luce nella vitadel Santo. E attraversol’umile linguaggio dellagiullarata – tecnica notae comune anche a Fran-cesco, il quale, distantedalla convenzione eccle-siastica nelle prediche,cantava, recitava e “ditutto lo suo corpo faseaparola” – la storia cam-bia, tanto che miti e leg-gende della storia medie-vale finiscono ad intrec-ciarsi all’attualità e allastoria contemporanea.Perché è importante, al-

lora come oggi, evitare la disinfor-mazione. Lei ad esempio queste cosele sapeva? »Veramente no, ma adesso le sannoanche tutti i nostri lettori!

Luca Cecchelli

Lo jullare Dario Fo in scena a MilanoIncontro con il drammaturgo, attore, regista, Premio Nobel e protagonista di una parte di storia della Zona 4

1974: Dario Fo recita davanti alla Palazzina Liberty (da www.dariofo.it)

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Design-RE è un progetto fotografico nato in occasione del Salonedel Mobile 2011, ideato e curato da Lorenzo Palmeri e GiovanniPelloso in collaborazione con Istituto Italiano di Fotografia, chearriva alla 4a edizione in occasione della Design Week 2014 e del

Progetto “FuoriSalonein 4”, Design-RE è unasorta di censimento fo-tografico dei volti rap-presentativi del designcontemporaneo naziona-le ed internazionale, rin-novandosi di anno in an-no in un continuo workin progress, poiché co-stantemente nuovi volti

e nuove aziende si affacciano sul mercato del Design. Le quarantaopere fotografiche saranno per questa occasione esposte dall’11al 13 aprile presso lo Spazio 4 di Istituto Italiano di Fotogra-fia.Dove: Istituto Italiano di Fotografia Via Enrico Caviglia 3 - 20139Milano Quando: 11/12/13 aprile Ven. 11 aprile: 15.00 – 19.00 Sab. 12 e Dom. 13 aprile: 11.00 – 19.00. Ingresso libero

Fuorisalmonesolo un pesce morto segue la corrente

Sicuramente da visitare l'esposi-zione collettiva FUORISALMO-NE, che presenta i lavori di unacommunity di creativi che vannocontro corrente e scelgono dimuoversi nella direzione contra-ria agli schemi e alle convenzioniprestabilite.Dall’8 al 13 aprile ore 10 - 20.30presso STUDIOZETA.org - invia Friuli 26. Fra gli espositori, un designer dizona, Elio Misuriello, anima el’artista dello studio CromAR-Tica che esporrà alcuni pezziunici della sua produzione che sicaratterizza per dare nuova vita,attraverso il colore e l’estro arti-stico, a complementi d’arredo chemantengono la propria storia e leemozioni del proprio passato.

Writing. Design on your desk

Open Care - Servizi per l'arte invita alla seconda edizione diWriting. Design on your desk, l'evento dedicato allo stationary

design e ai prodotti da scrivania.Dall’11 al 13 aprile i Frigoriferi Milanesi ospiteranno, in mostrae in vendita, una selezione dei migliori prodotti in una cornicericca di iniziative culturali, workshop e laboratori.Open Care sarà presente all’iniziativa con un’esposizione dellediverse carte utilizzate nei servizi per l’arte e una selezione diprogetti di restauro su carta. Ingresso gratuitoFrigoriferi Milanesi, via Piranesi 10.

Accessori e gioielli per mapachampa

Semi ricavati dalla frutta e frammenti di antichità rivisitati, sonogli ingredienti che compongono gli accessori e gioielli creati da

Laura Medina per "mapachampa". Questo marchio prende ispi-razione dalla natura e dal passato unendo elementi lontani neltempo o nello spazio, per dar vita così a piccole chimere, pezziunici senza tempo, ognuno con una storia da raccontare.Dal 3 al 13 aprile, gioielli e accessori, accompagnati da disegnielaborati per l'occasione, saranno ospitati presso Vecchi tempiC&V antiquariato e restauro, Via Cadore 39 - dal lunedì al sa-bato 9.00-12.30/14.00- 19.00. Con l'acquisto di queste creazionisi collabora al sostegno della scuola cambogiana KNGO

Milano Vintage Week

Milano VintageWeek: la mo-stra mercatodel vintage diqualità realiz-zata in collabo-razione conA.N.G.E.LO.,un'occasioneunica per ac-quistare capi eaccessori d'an-nata, ma ancheuna full im-mersion nellastoria del co-stume e dell'ar-redo degli ulti-mi sessant'an-ni.I migliori espo-sitori di vintagecon la miglioreselezione possi-bile di abiti, ac-cessori, gioielli,

tessuti, oggetti e arredi, un ricco calendario di appuntamenti eincontri in tema, due mostre esclusive e la possibilità di provarein prima persona l'esperienza di un trucco o un'acconciatura rè-tro.9-13 aprile - ore 11-21 - presso lo showroom Riccardo Grassi,via Piranesi 4 - Ingresso 3 euro

MilanoMontenero.com

Primo importante e diffuso evento della neonata "Associazionedi via" MilanoMontenero.com che vi abbiamo presentato nelnumero di febbraio. L'occasione, infatti, è quella di partecipareal "Fuorisalone in 4", esponendo nei negozi aderenti mostre difotografie, arte, scultura di diversi artisti e facendo diventare ilviale, oltre che social, anche molto artistico!Percorrendo il viale da piazzale Medaglie d'Oro, dall'8 al 13 apri-

le, troverete opere in mostra presso Comproro, il Fiorista di vialeMontenero, l'Erboristeria La camomilla, Arte e cornici Gavioli,

la libreria Monti in città, la pizzeria Cerro Ardente, l'Emporio tes-sile, L'Orchidea viaggi, 123Euro.com, La bottega Coquelicot,Pour la Maison, Forme Nobili, Bio Bistrot, La nuova posta, Solee luna (via Bergamo 2), Il filo di Ari..anna, Bar Tabacchi Il birillo,Tonoli gioielli, La Bettola di Piero (via Orti 17).Venerdì 11 e sabato 12 i negozi resteranno aperti sino alle ore22. Anche domenica mattina sarà possibile visitare alcune espo-sizioni.Infine, il 12 aprile non perdetevi l'Autoscatto! In viale Montenero27, troverete due fotografi che allestiranno un set ad hoc per noi,invitando le persone ad accomodarsi e fotografarsi (il selfie!)Alle persone fotografate verrà regalata la propria immagine chepotrà essere usata quale buono sconto da presentare agli eserciziaderenti.

C'è del nuovo in via Botta 37

Mescola TV ospita i laboratori Pinpix e l'anticipazione del volumefotografico "Trechilometriallora" durante il Fuorisalone 2014. Invetrina l'opera interattiva del nuovo colletivo Goofy Goober incollaborazione con lo studio di design De-Signum Studio Lab.Inoltre, dal 9 al 14 aprile, lo studio Mescola presenterà la settimaedizione dei laboratori di fotografia pinhole, sarà a disposizioneuna camera oscura aperta al pubblico e si potrà trasformare unascatola di latta in una vera e propria macchina fotografica, adattaa tutti i bambini e fotografi dai 5 anni in su ...in preparazione delprossimo pinholeday (27 aprile).L'officina ospita anche l'esposizione delle fotografie stenopeichedi tre autori del Gruppo Pinpix: Laura Ennas, Federico Caporale Oliviero Crippa.Il tutto in via Carlo Botta 37 durante le giornate del Salone.Laboratori pinhole (16.00-18.00) • Pinhole gallery (16.00-22.00)Venerdì 11 dalle 16.00 alle 24.00 "slowparty", la “festa dellalentezza”, incontri pinhole durante il pomeriggio e festa seralecon Dj set.

Collana realizzata con semi di zucca e un pendente cinese

La sedia Dolly di CromARTica

Scatole trasformate in macchine fotografiche

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8 aprile 2014

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9aprile 2014

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10 aprile 2014

L’isola di QUATTRO

La chiamano arte bianca ed è una delle man-sioni più antiche del pianeta. Sapete di cosastiamo parlando?Questo mese L’Isola di QUATTRO vi portaalla scoperta del mondo della panetteria, in-

tervistando per voi due giovani che hannodeciso di dedicare la loro vita all’alimentoprincipe della tavola italiana, il pane, in tuttele sue forme. Loro sono Mario, ventiquat-trenne formatosi dapprima come pizzaiolo e

che sta imparando sul campo il mestiere dipanettiere, e Lorenzo, ventottenne con un pas-sato nel settore meccanico che ha abbando-nato per aprire una propria pan-caffetteria inzona.

Dalle loro storie scopriamo che nel 2014 que-sto antico mestiere ha cambiato volto e i pa-nifici si sono trasformati in punti di ristoro a360°. Buona lettura!

Fra. Bar. e Sim. Bra.

Mario apprendistapanettiere

Lorenzo dà il Buongiorno a Milano

I nuovi volti dell’arte bianca

A cura della Redazione giovani – Per raccontare la vostra storia giovane: [email protected]

Ci trovate sul blog http://isoladiquattro.wordpress.com - Ci trovate anche su Facebook: www.facebook.com/isoladiquattro

L orenzo ha 28 anni e,insieme al cuginoIvan, è proprietario di

“Buongiorno Milano”, unapan-caffetteria aperta nel-l’agosto 2011. Sei giorni asettimana, dalle 7 di mattinaalle 20,30 di sera, il civico 63di corso XXII Marzo (vicinoall’angolo con Viale Campa-nia) profuma di fragranze ir-resistibili.Il locale non è solo un pani-ficio, ma sforna anche pizzefarcite, focacce, brioches, dol-ci e piccola pasticceria: un’of-ferta differenziata per coin-volgere quante più personepossibili.

Lorenzo, qual è stato il tuopercorso personale?«Ho iniziato giovanissimo.Dopo una scuola a indirizzomeccanico, ho lavorato perdue anni nel settore automo-bilistico ma poi, tramite miazia (la mamma di Ivan) e ilsuo compagno, ho imparatoa fare la pizza e così ho mos-so i primi passi nel settore ga-stronomico. Trascorso un pri-mo periodo in pizzeria insie-me a Ivan, ci siamo separatiper qualche tempo fondandoio una pizzeria e lui una pia-dineria. Le nostre strade si so-no ricongiunte nel 2011 quan-do è nato “Buongiorno Mila-no”». Raccontaci di più di questoprogetto. Come avete inizia-to?«Il locale era un vecchio pa-nificio di zona. Il posto ci èpiaciuto subito perchéè vicino ad alcunescuole ed è situato suun incrocio molto traf-ficato: ci passano moltimezzi pubblici e le fer-mate sono una di frontealle nostre vetrine el’altra poco più lonta-na. Insomma… abbia-mo pensato che ci sa-rebbe stato un bel via-vai.Il primo passo, impor-tantissimo, è stato fareun business plan orga-nizzato e puntuale, va-lutando anche quelleche sono le potenzialitàdel posto in cui ci si stava in-stallando. Capire la domandadella zona e studiare l’offertaè stato fondamentale.La nostra fortuna è stata quel-la di avere una persona, miazia, in grado di aiutarci nelleprime fasi e in tutti i succes-sivi momenti difficili. Abbia-mo rilevato la licenza del vec-chio proprietario e dato il viaai lavori di ristrutturazione:due mesi per riarredare glispazi, sostituire i macchinari

e farsi la mano con i ritmi e inuovi compiti. La scelta diaprire in agosto è servita pro-prio per arrivare a settembrecon gli ingranaggi già oliati…nei primi mesi lavoravamo fi-no a notte fonda, senza calco-lare i turni per la preparazionedel pane. Ora qui dentro sia-mo noi due più tre dipendenti,un bel traguardo!»Qual è la cifra distintiva diBuongiorno Milano?«Sicuramente la velocità nelservizio, l’accoglienza e lapossibilità di consumare sulposto. Il panificio da solo nonsarebbe bastato. Chi apreun’attività del genere ormaitenta sempre di affiancarle an-

che altro: ecco perché ci sia-mo specializzati su prodottisfiziosi da consumare rapida-mente, sulla colazione e sullapiccola pasticceria da asporto.Produciamo tutto nei nostriforni, eccetto qualche dolce,e puntiamo tanto sulla diffe-renziazione: pane integrale,di soia, multi cereale, di se-gale, al latte…»Quanti kg di pane produce-te al giorno?«Circa 100-150 kg nei periodi

pieni. Quando chiudono loscuole il lavoro cala quasi del30%».Voi sapevate già fare la piz-za e muovervi nel mondodell’arte della panificazione,ma per quanto riguardatutti gli altri prodotti comeavete fatto?«Siamo affiancati da due pa-nettieri specializzati, moltobravi. In più noi stessi fre-quentiamo corsi di aggiorna-mento, spesso tramite le stes-se aziende che abbiamo sceltocome fornitori. Abbiamo im-parato così a fare muffins, lapastafrolla, alcuni tipi di bi-scotti…»Come avete scelto il nome

per il locale? In effetti ricor-da molto un certo slogan…«Veramente è stata un’ideaprecedente allo slogan di Pi-sapia! (ride n.d.r.)Volevamo creare un marchionostro che fosse semplice, ef-ficace e facilmente memoriz-zabile.Dal momento che iniziamo lamattina alle 7,00 con le cola-zioni, abbiamo pensato a que-sto nome».Cosa consigliate a chi vuole

intraprendere la vostrastrada?«Sicuramente di iniziare af-fiancando persone capaci. Lapratica e l’apprendimento perimitazione sono fondamentalinel settore gastronomico. Sepoi si ha anche qualche spintaimprenditoriale, consiglio co-me già detto di crearsi unbuon business plan e provar-ci. All’inizio le difficoltà so-no tante, ma poi, nel momen-to in cui ci si trova da soli adover portare avanti la pro-pria attività, si impara a ri-spettare i ritmi del lavoro e agestire al meglio le risorse.Un esempio: noi non rispar-miamo sulla qualità di farina,

mozzarella ecc... ma,per quanto riguarda laselezione di verdurecon cui condiamo lepizze, seguiamo il rit-mo stagionale com-prando così prodottifreschi, buoni, ma an-che meno cari rispettoa ciò che viene impor-tato perché fuori sta-gione. Non si devesgarrare sulla sicurezzae qualità, in questo laASL fa un ottimo lavo-ro (sorride n.d.r.): tuttele nuove attività comela nostra sono sottopo-ste a tantissimi control-

li. Infine, merita una precisa-zione la parte relativa all’ar-redamento del locale. Creareun ambiente bello, speciale egestirlo con cura facilita i rap-porti con i fornitori. Questiinfatti, soprattutto i nomi piùrinomati, selezionano le realtàcon cui collaborare in base aquanto esse rispecchianonell’estetica e nel servizio gliideali del fornitore stesso».

Francesca Barocco

Pane e pizze, brioches e fo-cacce, torte dolci e salate,leccornie di tutti i tipi e

meringhe: di questo e molto altroè fatto il lavoro di Mario Rug-gieri, giovane panettiere e pastic-cere che da qualche tempo lavo-ra presso Maison Leone, un de-lizioso locale in cui è possibiletrovare tanti prodotti tutti rigo-rosamente artigianali. Un loca-lino in perfetto stile francese si-tuato alle porte della nostra zona,in via Castel Morrone 1, dove ol-

tre a Mario lavorano altri giovaniapprendisti che hanno scelto didedicare la loro vita all’arte dellapanetteria e pasticceria. Tantatanta passione e voglia di faresono le carte vincenti che il ven-tiquattrenne Mario tira fuori ognigiorno nel suo lavoro. Nato co-me pizzaiolo, è infatti riuscito inpoco tempo ad imparare i trucchidel mestiere di panettiere e pa-sticcere grazie all’esempio e agliinsegnamenti del suo maestro, ilsignor Leone, titolare del nego-zio.Da quanto tempo hai deciso didiventare panettiere e perchèhai scelto questa strada?«Nel settore della ristorazionenon c' è un momento preciso del-la vita in cui si sceglie di diven-tare panettiere, pasticcere, cuocoo altre figure legate alla cucina.Sin da quando ero bambino hoavuto la passione per la gastro-nomia, trasmessami in primis damio nonno e poi tramandatamida mia madre».Quale tipo di percorso forma-tivo hai fatto per diventare pa-nettiere?«Io nasco come pizzaiolo, ho se-guito un corso con la NIP (Na-zionale Italiana Pizzaioli), laquale mi ha riconosciuto la qua-

lifica. Pizzaiolo e panettiere so-no due mestieri molto simili poi-ché si tratta di creare con un im-pasto vari tipi di pane o di pizza.Ovviamente sono dell' avvisoche in ogni lavoro non bisognamai limitarsi, ma arricchire ilproprio bagaglio culturale. La-vorando sodo, commettendoqualche errore, e impegnandosigiorno per giorno, si continua adimparare. Devo dire che all'in-terno della Maison, oltre ad avertrovato un clima familiare con le

mie colleghe ho trovato un gran-de maestro, il signor Leone. Spe-ro un giorno di diventare comelui ispirandomi alla sua eccellen-te figura professionale di panet-tiere e pasticcere».Quali sono le difficoltà che in-contri ogni giorno nel tuo la-voro?«Difficoltà non ne trovo, se unapersona mette passione in quelloche fa è difficile che trovi osta-coli e ove li trovassi, li superereicon la forza di volontà che nonmi è mai mancata».Quali sono invece gli aspettiche più ti piacciono di questaprofessione?«La soddisfazione più grande diquesto mestiere, secondo me, èquella di ricevere complimentida un cliente per il tuo operato,ma ancora di più quando gli ap-prezzamenti provengono dal tuotitolare. Insomma questo mestie-re non lo cambierei con nessunaltro al mondo...»Una volta acquisita una certamaturità professionale vuoiaprire un locale tutto tuo?«Assolutamente si! In futurovorrei tanto aprire un'attività tuttamia! Io dico sempre: impara l'ar-te e mettila da parte!!!»

Simona Brambilla

Da sinistra, Lorenzo e Ivan

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11aprile 2014

Sabato 5 aprile è stata intitolato a Enzo Jannacciil “Centro Multiservizi” di viale Ortles, quelloche per anni i milanesi hanno chiamato “il Dor-mitorio“. Oggi nel Centro Multiservizi gli ospitisono cambiati, così come è cambiata la strutturaper adeguarsi alle nuove povertà. Più padri se-parati, più precari, più ex piccoli imprenditori

falliti, più stranieri. Quasi scomparsa la figuradel “barbone”.Una giornata tutta dedicata alla figura geniale,ironica, sbilenca, romantica di un grande artistache meglio di chiunque altro ha rappresentatoun mondo di emarginati nella Milano del boomeconomico e che è riuscito a rendere italianauna realtà così radicata nella cultura milanese.Entrata libera, ben coordinata dal personale delComune, anche da via Calabiana, direttamentenei bei giardini della struttura che con gazebidedicati ai giochi dei bambini, a banconi per laraccolta benefica di giocattoli per i bimbi ospitidelle case famiglia, clown e gelati hanno accoltoun pubblico molto numeroso, allegro e variegatoche sarebbe piaciuto all’uomo con le scarpe datennis e anche all’Armando o al Palo dell’Or-

tica. Tutti personaggi e canzoni che sono statirievocati dagli amici e compagni di strada diEnzo Jannacci, medico e poeta, sul grande palcoallestito nel pratone centrale. Da Cochi Ponzoni,a Capossela, Bebo Storti, Oreglio, Paolo Belli,Paolo Rossi e ancora Ale & Franz e poi EnricoBertolini, Gianco ecc... una compagnia di attori,

cantanti, autori,musicisti e scrit-tori che non saràmai più possibilerivedere tutti in-sieme. Un gran-dioso omaggioper ricordare unamico che il di-rettore del Centroha promesso di ri-petere anche per ilprossimo anno eche si è conclusocon la distribuzio-ne al pubblico deltesto e dal coro diel purtava i scarpdel tennis, intona-

to anche da tutti gli artisti presenti sul palco.Gli ospiti della Casa vivono un disagio socialepermanente, sono seguiti dai servizi, chedanno loro comprensione ed aiuto ma il loroproblema è il senso di solitudine da cui è dif-ficile liberarsi.Dalle ore 17 del 5 aprile 2014 il figlio Paoloha inaugurato ufficialmente la Casa che ora è“il Centro Jannacci” e con questo nome nonpuò più essere luogo di infelicità! E speriamoche aprendosi anche in futuro a spettacoli, in-contri, concerti possa coinvolgere sempre dipiù la popolazione interna ed esterna per ren-dere meno solitaria la povertà non solo mate-riale di chi l’attraversa per un periodo della pro-pria vita.

F. Tosi

Jannacci in viale Ortles al 69“Vengo anch’io….”

Posso dire di avere una cosa in co-mune con Fiorello: anche a me, co-me al noto showman, piace fare de-

gli informali sondaggi tra la gente comunesu temi di attualità o novità sociali. Equando ho provato a chiedere cosa fosseOrienteering in un paio di bar della nostraZona, mi sono sentito rispondere: “è untreno che va verso Oriente”, “è il terminetecnico per indicare il grande afflusso dicinesi in Italia”, “è un ring su cui si com-batte con arti marziali” e altre divertentiperle di questo tenore. Ora, se queste ri-sposte mi fossero state date da qualche at-tempata Sciura Maria o dalla celeberrimaCasalinga di Voghera, non mi sarei allar-mato più di tanto; ma poiché a fornirle so-no stati giovani studenti, che praticano losport con regolarità, ho pensato che fosseil caso di fare un po’ di chiarezza sul-l’oscuro termine, dietro il quale si cela unnuovo sport, che può vagamente ricordareuna divertente sessione di caccia al tesoronei parchi, e che sempre più appare essereun passatempo ideale per gli amanti dellaNatura e delle escursioni all’aria aperta.Per farmi aiutare a capire come funziona,sono andato a parlare con due esponentidi spicco dell’Orienteering in Lombardia,Claudio Massa e Paolo Menescardi, chesi prodigano con impegno per divulgarela cultura di questo nuovo sport; e che del-la Federazione Italiana Sport Orienta-mento (affiliata al CONI) sono rispettiva-mente Responsabile Marketing e Consi-gliere Regionale.Signor Massa, cos’è esattamentel’Orienteering?Uno sport relativamente nuovo, anche co-nosciuto come “lo sport dei boschi” e ap-prodato in Italia a fine anni Settanta, checoniuga la passione per la corsa con l’abi-lità di muoversi in modo consapevole suipercorsi, spesso non lineari, di un boscoo di un altro spazio naturale all’aperto.Una disciplina già molto popolare nelnord Europa, che sta diventando un mustanche per i manager.Che cosa intende?Una delle caratteristiche dell’Orienteering

è quella di aiutare lo sviluppo dell’auto-stima attraverso un traguardo, spesso rag-giunto con un lavoro di squadra; per que-sta ragione molti sfruttano l’energia po-sitiva che l’Orienteering sa creare per fareTeam Building e aumentare la forza di ungruppo di lavoro, sia che si tratti di ma-nager o di studenti.Che cosa si fa in sostanza quando sipratica l’Orienteering?Si corre immersi nella Natura, seguendoun percorso indicato su una mappa, che

viene fornita alla partenza della competi-zione. I partecipanti devono raggiungerei punti sulla mappa, corrispondenti a lan-terne da punzonare, orientandosi con leproprie capacità. Chi giunge per primo altraguardo, dopo aver fatto tappa sui puntiindicati sulla mappa, vince.Che età hanno mediamente i parteci-panti alle gare?Esistono competizioni adatte a ogni tipo-logia di età, dai più giovani agli anziani.La maggior parte dei praticanti appartienealla categoria over 40, ma stiamo facendoopera di divulgazione nelle scuole per far-lo conoscere meglio anche ai più giovani.E i percorsi, conseguentemente, hannolunghezze differenti e modalità differenti:esistono gare di camminata, di corsa, dibicicletta e di Trialò, che prevede ancheuna certa osservazione del paesaggio cir-

costante; solitamente le gare di corsa han-no una distanza variabile da 2 a 7 chilo-metri, a seconda della categoria Sprint,Medium o Long.A chi ci si può rivolgere per provarequesto sport?A Milano esistono tre società sportive,ubicate in vari punti della città, oppure sipuò venire presso la sede della nostra Fe-derazione, in via Mora. Abbiamo ancheun esaustivo sito internet e una pagina suFacebook, di cui vi preghiamo di dare no-tizia. Prossimamente, l’8 di aprile, faremoun convegno e workshop presso il centrosportivo Pavesi (via de Lemene), per pre-sentare la nostra attività alla cittadinanzae ai giornalisti interessati.Viene richiesto un certificato medicoagonistico?No, è sufficiente un certificato mediconon agonistico, anche rilasciato dal pro-prio medico di famiglia. Questo è l’unicovero costo dell’Orienteering, perché il tes-seramento alla nostra Federazione ha uncosto davvero simbolico, dai 2 ai 5 euroa seconda dell’età di chi si tessera.In Zona 4 state facendo opera di divul-gazione?Abbiamo stabilito un contatto con il Con-siglio di zona e abbiamo già illustrato allacommissione Sport la proposta di fare unpercorso fisso in Zona 4 presso il Parcodelle Rose, che possa essere utilizzato percompetizioni o attività ludiche di tempolibero dei cittadini. Il Consiglio di Zonasta valutando il progetto, che speriamopossa presto divenire realtà.Esistono anche praticanti disabili?Certamente. La nostra disciplina sportivaè riconosciuta dal Comitato Italiano Pa-raolimpico, perché è uno sport salutare eaperto a tutti.

Alberto Tufano

FISO – Federazione Italiana SportOrientamentowww.fisolombardia.itwww.orienteering-lombardia.itwww.facebook.com/orienteering.lom-bardia

Alla scoperta dell’Orienteering, lo sport dei boschi che piace a tutti

Mens sana in corpore sano Filiera del Ricicloalla Palazzina 7

Sabato 12 aprile dalle ore 10 alle ore 22 è Filiera del Ri-ciclo/Reicycle Cradle alla Palazzina 7 di viale Molise 62Una giornata dedicata allo scambio, al riuso, al riciclo e allareinvenzione di oggetti e complementi di arredo e di archi-tetture portatili con il coinvolgimento di artigiani, designer,studenti e abitanti della Zona 4. Nel cortile della P7 sono al-lestite 4 aree tematiche e organizzati momenti di scambio,dibattito e progettazione collettiva.

AREA 1. Riuso a cura di EcodalleCittà, dove si potrannoportare e scambiare arredi e oggetti per la casa, sperimentareun prototipo di “Negozio-Ricicleria-Passamano” e partecipareal convegno dedicato.AREA 2. Riciclo, dove disassemblare e riciclare arredi emateriali utili per nuova vita. Laboratorio per bambini “Comesi ricicla la carta?” con El ModernistaAREA 3. Re-Design, spazi di vendita e produzione di arredie complementi di arredo, dove conoscere artigiani e desi-gnerAREA 4. Architetture portatili a cura di Temporiuso.netdove partecipare ai workshop “Bubble architecture” bollagonfiabile e abitabile, “bikeworker” bici per vecchi e nuovilavori su ruote con Fucine Vulcano, “Modulo Piazza Ovidio”spazio pubblico mobile con Hors Commerce.Per tutto il giorno lounge area e area ristoro a prezzi popolarie aperitivo musicale.www.temporiuso.org

Atleta in azione durante una gara diOrienteering, nei pressi di una "lan-terna" da punzonare come tappa delpercorso.

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12 aprile 2014

C i sono negozi dove en-trare è come varcare lasoglia della grotta di

Ali Babà. Non ci sono pietrepreziose, tappeti volanti né for-zieri d’oro, ma odori, colori,oggetti costruiti dal geniodell’uomo per risolvere i pro-blemi pratici, anche i più sem-plici, della vita di ogni giorno.Così sono certe cartolerie otappezzerie o ferramenta.Siamo tutti affascinati da que-sti negozi dove non sono an-cora arrivati architetti o arre-datori ergonomici, dove tuttala merce è esposta con una lo-gica che solo il proprietario co-nosce e sa gestire. E sono ilcontrario del grandi centricommerciali: in questi luoghinon si può fare da sé, ma oc-corre l’aiuto del proprietario odel commesso che ti troval’oggetto giusto per l’uso giu-

sto in uno spazio solo apparen-temente disordinato.Qualche giorno fa sono capi-tato da “Il Cordaio” in viaFriuli al numero 8 alla ricercadi un gomitolo di spago e misono affacciato su un mondofantastico e colorato di corde

naturali, corde sintetiche, reti,amache, sacchi di juta, mo-schettoni, fibie, borse a rete,carrucole da vela ecc... Lì den-tro non ci sono solo rotoli dicorda da pacco ma tutti gli og-getti che rendono possibile ilsogno e l‘avventura: dalle sca-late in Nepal, alle regate veli-che in Sardegna, alle vacanzein tenda sugli altopiani andini,alla pesca d’altura in Messico.Il cordaio, mestiere ormai per-duto, era uno dei più antichi eanche dei più faticosi. Durantel’inverno il mastro cordaioprocedeva alla cardatura dellacanapa. Il lavoro, invece, tuttorealizzato a mano, doveva es-sere fatto nella bella stagionein uno spazio esterno, per poterstendere e tirare le corde conla tecnica della filatura norma-le ma usando un girello conpulegge unito da una cinghia

ad una grande ruota e nelle vi-cinanza di un corso d‘acquaper inumidire durante la lavo-razione sia la canapa che il ma-nufatto. Il mastro cordaio si av-valeva dell’aiuto di apprendi-sti, nella fase della stenditurae della torcitura che era quella

più faticosa e delicata, per dareil giusto spessore e la resisten-za necessaria alla corda stessa.Mai come in questo caso dob-biamo dare un taglio alla no-stalgia per i vecchi tempi an-dati e per i vecchi mestieri!La produzione industriale, lasostituzione canapa/nylon,l’uso del laser hanno determi-nato lo fine del cordaio e dellasua immane fatica, ampliandola produzione e l’uso della cor-da in tutte le sue applicazioni,migliorando il prodotto stesso.Oggi, dunque, incontriamo Ro-berto Carpignano, che è “ilCordaio” di Milano e che ci ri-ceve nel suo negozio di viaFriuli.Carpignano è un signore affa-bile e disponibile che non mo-stra sulle sue mani i segni dellafatica dell’antico artigiano. An-che perché le corde non le hamai fatte ma le compra e levende in tutta Italia. Anni fa hadeciso di lasciare il mondo af-fascinante ma effimero dellapubblicità per occuparsi diqualcosa, come dice, di piùconcreto, mantenendo però lasua attitudine alla creatività.Ha rilevato un negozio di im-ballaggi in via Lazzaro Papi epoi, trasferendosi circa 12 annifa in via Friuli, ha dato unasvolta alla sua attività allargan-do l’offerta, inserendo poco al-la volta nella gamma dei suoiprodotti oggetti che venivanorichiesti dalla clientela.«Ora “Il Cordaio”- come ci di-ce il signor Carpignano - è uni-co nel suo genere in Milano euno dei pochi in Italia dove sipuò trovare tutto quello chepuò servire a una gamma va-stissima di clientela».

Tutto ciò che si vende qui vie-ne prodotto in Italia, Lombar-dia, Piemonte, Toscana. Qui laCina è lontana.«Proprio in questi giorni -pro-segue - ho provato ad elencarei miei clienti (ai quali faccioanche da consulente) e io stes-

so sono rimasto stupito dallaloro varietà. Aiutare a scegliereè forse la parte del mio lavoroche mi gratifica di più, sia chesi tratti del ragazzo scout alleprese con un moschettone chedel pescatore della domenicache entra nel mio negozio conuna richiesta confusa ed escecon l’oggetto di cui ha vera-mente bisogno».L’elenco, che abbiamo scorsoinsieme, è incredibilmente ete-

rogeneo perché questo negoziodi zona 4, un po’ defilato trapiazzale Lodi e Porta Romana,ha ottenuto quello che ogniesercizio commerciale sogna:diventare un punto di riferi-mento anche per gli altri nego-zi di genere. Se un elettricista

o un idraulico o un ferramentanon ha ciò che chiedi puoi sta-re certo che ti indirizza a “IlCordaio” e lì quasi certamentelo trovi.«Ed è per questo che nell’elen-co “I miei Clienti” - ci dice an-cora Roberto Carpignano - tro-vi gli stilisti di moda, gli archi-tetti, i velisti, i musicisti ,i co-stumisti, i fotografi, le case diproduzione ecc... ma anche gliaquilonisti, gli amanti del bon-

dage e ….i ladri!»Ai quali però, siamo certi, nonfa da consulente.Questo è uno di quei casi incui l’uso di Internet è stato fon-damentale, oltre al passaparola,per farsi conoscere; ma, comesempre, senza il capitale uma-

no, in questo caso del signorRoberto, che gestisce il suospazio con gentilezza, pacatez-za e professionalità, non ci sa-rebbero i buoni risultati. Certola crisi c’è anche per “Il Cor-daio”, ma in fondo “un mor-setto giallo in nylon con por-tata 500 kg.“ non si nega a nes-suno!www.ilcordaio.it

Francesco Tosi

Artigiani di ieri, imprenditori di oggi/8

Il Cordaio

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13aprile 2014

Torna in zona 4 per il ter-zo anno consecutivo lospettacolo per la ricor-

renza del 25 aprile diretto daSilvano Piccardi in collabora-zione con l’A.N.P.I. (Associa-zione Nazionale Partigiani Ita-liani). Per meglio comprendere lospirito della manifestazione,che avrà luogo presso il TeatroArca il 24 aprile alle ore20.30, ne approfittiamo perconversare con l’artista, unodei protagonisti del panoramateatrale italiano.

Come nasce Silvano Piccar-di: attore o regista?

«Nasco nel 1946… prima ditutto come essere umano! Hocominciato a fare teatro a 10anni su scelta di mia madreche ne era una fervente appas-sionata: non è un caso che infamiglia su cinque fratelli duedi noi, Alvaro ed io, siano di-ventati attori. Mio fratello di-venne presto celebre per averinterpretato nel 1959 JimHawkins, il ragazzino prota-gonista dello sceneggiato Rai“L’Isola del tesoro”. Anch’ioandai in onda giovanissimo,agli albori della televisione: laprima volta mi misero a bal-lare la tarantella nell’operetta“La scugnizza”. E non ho maiseguito corsi, imparai tutto sulcampo a tempo pieno; tantoche fui costretto a frequentareuna scuola privata e una voltaarrivai alla fine dell'anno senzaaver voti in nessuna materia...Il teatro era la mia scuola: ri-cordo tutti quei registi che micorreggevano la dizione conrigore, severità e costanza op-

pure gli insegnamenti di col-leghi come Randone che midiceva sempre “il risultato piùdifficile da raggiungere per unattore è la spontaneità, quellanaturalezza tale che parole egesti nascano sempre credibilidal tuo personaggio”; lui perraggiungere quella naturalezzasi traduceva le battute dei per-sonaggi di Shakespeare in si-ciliano, il suo dialetto. Ho la-vorato al Piccolo Teatro perdue stagioni con le regie diPuecher ne “L’annaspo” e“La lanzichenecca”; e ancoracon Calindri, la Compagniadei Giovani e tanti altri…finoal 1968, quando decisi di ab-

bandonare il teatro “di merca-to” ».Perché interruppe la suacarriera nel teatro “di mer-cato”, che cosa successe?«Ero ribelle, come molti coe-tanei. Fui uno dei primi a scri-vere, già nel 1965, Pace e ’66sul tema della violenza e delVietnam portandolo nelle Ca-se del Popolo e nelle coopera-tive di Milano e hinterland.Cosa che suscitò molte rimo-stranze: Paolo Grassi organiz-zò con gli allievi della scuoladel Piccolo un “controspetta-colo” itinerante fatto di letturedi poesie per contrastare que-sta mia iniziativa teatrale unpo’ fuori controllo... Dal ’67poi ho militato nel MovimentoStudentesco. Ripresi a lavora-re in teatro nella Comune diDario Fo nel 1971 ma ci rima-si solo per due stagioni; c’eramolto fermento a quei tempie le “scissioni artistiche” al-l’interno della compagnia di-ventavano sempre più fre-

quenti, per cui spesso ricordoche ci si ritrovava a esibirsiper spazi e palazzetti dellosport a volte insieme a Dario,altre solo con Paolo Ciarchi oaltri… ».Rimanendo proprio al climadi fermento culturale e so-ciale tipico di quegli anni’70, quale fu secondo leil’obiettivo più urgente che sivoleva attuare in quel pro-getto di rinnovamento delteatro?«Il problema più grande per ilteatro è sempre stato la circo-lazione degli spettacoli, piùche la produzione degli stessi.In verità non sono mai stati

chiari i cri-teri di di-stribuzionedegli spetta-coli, certa-mente maibasati solosu un effet-tivo riscon-tro del pub-blico o suls e m p l i c evalore arti-stico diun’opera; equesto è ilmotivo percui metàdella so-pravvivenzadel sistemateatrale èsempre sta-ta garantitadai contri-buti pubbli-

ci. All’epocaperò molti

sentirono vitale la necessità dirivoluzionare questo sistemaattraverso una politica di de-centramento, portando glispettacoli nei teatrini di peri-feria, presso le cooperative.Fu anche questo il motivo percui nel 1968 nacque il gruppoteatrale Nuova Scena, il cuiobiettivo era quello di ritorna-re alle radici popolari e all’au-tentica valenza sociale del tea-tro: si parlava di un progettoche attraverso l’ARCI e le Ca-se del Popolo creasse un nuo-vo circuito alternativo. Furonoiniziative molto importanti,ma il mondo del teatro è sem-pre stato molto fragile e diffi-cile e purtroppo con la fine de-gli anni ’70 tutto quel caratteredi progresso e dinamicità tra-montò definitivamente insie-me ai suoi buoni propositi: ilprogetto di una distribuzionealternativa e di una gestioneteatrale più decentrata andò incrisi, sia per rinnovamenti ditipo politico che, non si può

negare, per alcuni errori. E tut-ta quella tensione morale, so-ciale e culturale andò a pocoa poco esaurendosi. Io stessomi sentii smarrito e rimasimolto isolato».Come giudica oggi il suoruolo di teatrante a tutto ton-do?«Ho sempre vissuto inuna posizione border-line nel mondo del tea-tro, seguendo il miopersonale percorso co-me attore, regista e poidoppiatore. In questiultimi anni ho lavoratomolto col Filodramma-tici e mi sono dedicatoprevalentemente alleregie di spettacoli im-pegnati come quellosul caso di Anna Polit-kovskaja o “BuenosAires non finisce mai”sulle madri dei desapa-recidos, con OttaviaPiccolo. Sono sempreconvinto che esista unproblema di responsa-bilità nei confronti deiteatranti in quanto por-tatori di cultura e dimessaggi sociali rispet-to al mondo in cui sivive. Il teatro è culturae attraverso i personaggi delleopere si possono comprenderele epoche. Compresa la nostra.Ronconi dice che spesso iclassici sono più attuali dellecommedie scritte ora, semprea patto però, aggiungo, che sisappia leggere questa attualità.E parlo soprattutto di un’at-tualità di natura politica: per-ché da Euripide a Shakespeareai nostri giorni il teatro hasempre rappresentato l’espres-sione di una comunità quindi,in questo senso, è sempre stato“politico” (da non confondere,

si badi, col teatro di propagan-da)».Sul tema di questa vocazionecivile del teatro veniamoquindi al suo spettacolo perl’A.N.P.I. Come nasce que-sta collaborazione?«L’A.N.P.I. è un’associazioneverso la quale negli anni, pa-

rallelamente alla mia attivitàartistica, ho sempre concessola massima disponibilità; ilmio contributo, gratuito, allaloro causa deriva dalla con-vinzione che svolgano unafunzione importante per lamemoria dei valori del nostroPaese. Questo è il terzo annoche dirigo uno spettacolo inoccasione del 25 aprile, ognivolta con un tema principale. Può anticiparci qualcosa perlo spettacolo di quest’anno?«Il coro Suoni e l*Anpi direttoda Umberto Mosca eseguirà

canti partigiani originali insie-me a nuove canzoni composteper l’occasione sullo stesso te-ma. Io stesso farò parte di que-sto coro multiforme per età ecomposizione insieme allamia collega Adele Pellegatta,attrice, doppiatrice e insegnan-te di dizione. Sarà uno spetta-

colo musical-attorialecomposto da una mi-scellanea fatta di te-stimonianze, ricostru-zioni, monologhi,brani di prosa, inserti,poesie: metto in cam-po tutti i linguaggipossibili che consen-tano, nel momento incui si rievoca quelpreciso periodo, ditrasmettere e far com-prendere anche ai piùgiovani il senso diquella parte di storia,decisiva per il nostroPaese e per il nostropresente. Lo scopodello spettacolo stanel tentativo non didare risposte, ma diporre le domandegiuste: qual è statal’origine e la naturadel fascismo e del na-zismo? Qual è stato il

percorso che ha portato ancheartisti come Marinetti a con-dividere e sostenere “valori”quali “guerra, sola igiene delmondo”? Perché si deviò dauna lotta per la sopravvivenzaa una lotta per la sopraffazio-ne? Una buona occasione perriflettere sull’esistenza di va-lori umani universali e impre-scindibili che non si potrannomai negare o mascherare conaltre parole. Né allora, némai».

Luca Cecchelli

Silvano Piccardi si racconta a QUATTROIn occasione del nuovo spettacolo per l’A.N.P.I.

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Iniziamo con questo articoload occuparci della storiadell’Ospedale Luigi Resna-

ti, a buon titolo ricordato come“l’ospedale dei tranvieri”, untempo ubicato in viale Cam-pania proprio dove oggi si tro-va la sede del liceo scientificoDonatelli. La sua “nascita”, “lagestione” e “il declino” comevedremo nelle tre puntate, èstrettamente connessa ad unaserie di eventi che hanno ca-ratterizzato la cronaca dellanostra città, l’evoluzione dellanascente Azienda TranviariaMunicipale, le prime rivendi-cazioni dei lavoratori quanto adiritti e tutela della salute, inun arco temporale racchiuso inquasi cinquant’anni. Nel 1920 il Regio Decreto n.1538 del 30 settembre consen-tiva l’istituzione di Casse Spe-ciali (enti mutualistici) per i la-voratori. In quello stesso anno,con referendum tra i tranvierimilanesi, viene istituita la Cas-sa Speciale di Previdenza il cuifine istituzionale era quello diprovvedere alle pensioni divecchiaia, inabilità e superstitia favore dei dipendenti. Sottola Giunta del sindaco EmilioCaldara qualche anno primaera stato organizzato dal dottorLuigi Resnati, medico fiscaleper l’Azienda Tranviaria, un“servizio curativo” per il per-

sonale e nel 1931 (costituzionedi ATM) viene istituzionaliz-zata la forma giuridica di “mu-tua assistenza” con la nascitadella Cassa di Soccorso e Ma-lattia per i tranvieri. Il dottor Resnati, su incaricodi ATM, riorganizza il “servi-zio curativo” in due rami di at-tività: la Cassa Malattia e ilServizio Sanitario Preventivo,strutture dapprima sistematenel deposito tranviario di viaDelle Asole 8, poi in ForoBuonaparte 61 con l’ispettora-to medico-fiscale e i poliam-bulatori, unitamente alla dire-zione dell’Azienda. L’ATM si espande e crescono

le necessità verso il personale.Il 12 febbraio 1932 il Consi-glio di Amministrazione del-l’azienda delibera la costruzio-ne di una struttura medico-ospedaliera ad uso esclusivo,inizialmente, dei dipendenti edei loro familiari. Il progetto èdegli ingegneri Giuseppe Ca-salis e Amedeo Ravina, con ilcontributo del professor VitoMassarotti per la disposizionelogistica delle attrezzature me-diche. Quest’ultimo, un neu-ropsichiatra assunto in ATMnel luglio1929 come respon-sabile dei servizi sanitari im-mediatamente dopo la scom-parsa del dottor Resnati il 27maggio, va ricordato perchéintrodusse nel settore dei tra-sporti l’obbligatorietà di unesame psicotecnico, in modotale da accertare che i guidatorifossero in possesso delle qua-lità somato-neuro-psichiche in-dispensabili per garantire latranquillità e la sicurezza dellepersone. Massarotti, già sosti-tuto del Resnati, assumerà poila carica di direttore generaledell’ospedale. Per la costruzione viene indi-viduata un’area di 2050 metriquadrati, di proprietà del Co-mune di Milano e data in con-cessione ad ATM, in vialeCampania al civico 6, adiacen-te al deposito tranviario Vitto-

ria realizzato nel 1926. Dopoappena 17 mesi i lavori saran-no ultimati nel 1933 e il com-plesso fu chiamato “IstitutoMedico Chirurgico XXVIIIOttobre”, nome assegnatoglida Mussolini in persona per ri-cordare la data cara al regimefascista in quanto celebrava laMarcia su Roma del 1922.Vi viene trasferita la strutturapoliambulatoriale, accessibileda via Terenzio angolo vialeCorsica, con i reparti di piccolachirurgia, pediatria, radiologia,odontoiatria, oculistica, gine-cologia, otorinolaringoiatria,dermosifilopatia e diagnosticagenerale. Si affiancano poi il

laboratorio delle visite psico-tecniche per il personale dinuova assunzione, il servizioispettivo dei malati, il controllofiscale, gli uffici amministra-tivi della Cassa di Soccorso eMalattia. Questa struttura, giàpresente nella sede di ForoBuonaparte, ma con l’occasio-ne ampliata e ammodernata,viene integrata dai nuovi re-parti ospedalieri per interventidi chirurgia (con tre sale ope-ratorie), maternità (con salaparto e camera di neonatolo-gia), pneumologia, terapia fi-sica e recupero, il tutto com-pletato con reparti di degenza

per 100 postiletto. L’edificio, cheimpegna a ter-ra 1300 metriquadrati per unvolume com-plessivo di cir-ca 24.000 me-tri cubi, è rea-lizzato conun’architetturaparticolare (tut-tora facilmenteosservabile), sisviluppa suquattro piani,con il fronteprincipale aforma conves-sa verso vialeCampania, con

l’ingresso leggermente agget-tante, dotato di una piccolascalinata, e dove insiste unportichetto in pietra rusticachiara sui cui pilastri sono ri-portate decorazioni geometri-che. Nel retro dell’edificio sitrova un sottopassaggio perl’accesso delle ambulanze conun corpo-scala di collegamentoavvolto da una struttura in ve-trocemento per dare luminositàalla zona. Costruito in pienaautarchia, con materiali e at-trezzature mediche esclusiva-mente italiane, era la rispostache Mussolini dava alla Socie-tà delle Nazioni che avevanoimposto l’embargo delle ma-

terie prime a fronte dell’inva-sione dell’Etiopia compiutadall’Italia. Diventa così il “fiore all’oc-chiello” della neonata ATM

che punta decisamente a unamoderna politica aziendale, di-sponendo di un impianto e diun servizio curativo all’avan-guardia per la tutela della sa-lute dei propri dipendenti, maanche per meglio gestire lamalattia con il preciso fine diridurre drasticamente le gior-nate di assenza che a quei tem-pi erano decisamente fuoricontrollo. Un vanto enfatizzato per altriversi anche dal PNF (PartitoNazionale Fascista) per il qua-le la salute, l’igiene e la forzafisica del popolo erano i fon-damentali capisaldi dei suoiprogrammi educativi. Non acaso l’inaugurazione, celebratacon un certo disappunto soloil 29 ottobre, il giorno dopo ri-spetto alla ricorrenza dellaMarcia su Roma, fu solenne-mente organizzata con grandepartecipazione della cittadinan-

za in una mattinata fredda epiovosa. Erano presenti il ge-rarca fascista Achille Starace,il prefetto Bruno Fornaciari, ilpodestà Marcello Visconti diModrone, il presidente dellaCassa Soccorso ATM Gianan-tonio Mina, il professore VitoMassarotti, altre autorità poli-tiche nazionali e municipali,esponenti del mondo scientifi-co e imprenditoriale. La ceri-monia si concluse con la be-nedizione impartita da monsi-gnor Francesco Soldini, cap-pellano di Palazzo Reale diMilano, poi allietata dalla ban-da dei Martinitt che nel frat-tempo (1932) avevano ricevu-to in dono da Mussolini lanuova sede in via Pitteri 56. Nel prossimo numero: Resnati- L’Ospedale dei tranvieri/2 -la gestione

Gianni Pola

14 aprile 2014

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25 aprile e dintorni in Zona 4LIBERAZIONI

L’Istituto Marcello Candia in collaborazione con A.N.P.I, con diverse associazioni del ter-ritorio e con il patrocinio del Consiglio di Zona 4 ha realizzato un progetto educativo,didattico ed esperienziale sul tema della LIBERAZIONE, intesa in tutte le sue sfumaturedalla sfera personale a quella storica, e le libere azioni che ne conseguono. La libertà delleazioni come conquista storica e personale, la libertà delle azio-ni figlia delle regole condivise, la libertà delle azioni figliadel pensiero libero.Il linguaggio scelto è quello delle arti espressive: dellaparola, dell’immagine, del gesto e del suono. Il prodotto finale sarà una mostra chepotrà essere visitata nei giorni 14\15\16aprile presso l’Arci Corvetto in ViaOglio 21.La manifestazione si concluderà mer-coledì 16 aprile con un momento pub-blico dalle 17.00 alle 19 presso la sedeARCI e con un concerto del coro de-gli allievi della scuola media pressoil Polo Ferrara alle 20.30Vorremmo che tutto il quartiere,ma non solo, fosse coinvolto eche le famiglie, dei nostri alunniin primis ma anche di amici econoscenti, fossero incuriosite dalle nostre attività perché è bello incontrarci su un terrenocomune a tutti: il ben–essere che deriva dall’essere liberi nell’appartenenza!Non è solo, dunque, un progetto educativo-didattico, crediamo possa diventare una operazioneculturale che parte dalle persone ed è capace di parlare ad esse.Per questo ci sentiamo di proporlo a tutti, ma proprio a tutti, perché nessuno può chiamarsifuori dalla ricerca di un equilibrio tra libertà e regole in un orizzonte così variegato di modelliculturali in cui viviamo.

I docenti del Comprensivo Marcello Candia

ALTRE INIZIATIVE

16 aprile ore 10.30 presso l'Istituto Albe Steiner, proiezione del docufilm realizzato da-gli studenti dedicato alle lapidi della zona 4. Incontro con un partigiano che testimonieràla sua storia.

Dal 18 al 28 aprile Mostra di foto: "La Resistenza intorno a noi" presso il CentroCommerciale PiazzaLodi, a cura della sezione Anpi Calvairate in collaborazione con ilComitato Soci Coop PiazzaLodi-Rogoredo.

24 aprile ore 20.30 spettacolo/concerto al Cineteatro Arca, corso XXII Marzo 15/3, conil coro Suoni e l*Anpi, La Moresca Antica e gli attori Silvano Piccardi e Adele Pellegatta

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15aprile 2014

O gni sabato pomerig-gio sono solita uscirecon gli amici per sva-

garmi un po' e divertirmi. Imiei genitori, scherzosamente,chiamano questa mia abitudine“La febbre del sabato pome-riggio”, riferendosi al famosofilm (famoso ai loro tempi)“La febbre del sabato sera”con John Travolta. Quasi sem-pre siamo tutte ragazzine, maa volte c'è anche Jacopo, im-pegni calcistici permettendo.Quanto ci divertiamo insieme!Facciamo merenda, giochia-mo, ridiamo, scherziamo, in-somma, trascorriamo ore bel-lissime senza pensare allascuola e alle incombenze quo-tidiane. Mete preferite: Iper-coop di piazza Lodi, pista dipattinaggio a S. Donato, Ca-scina Cuccagna in via Mura-tori, giardini Marcello Candiain via Colletta, casa delle ami-che. A casa delle amiche e allapista di pattinaggio vado piùche altro quando fa freddo,mentre nelle giornate assolatepreferisco stare all'aria aperta. La pista di pattinaggio è a po-chi passi dal metro di S. Do-nato, nel parco “Enrico Mat-tei”. Non è molto grande, maa me piace perché con la giu-sta compagnia, si sa, tutto di-venta meraviglioso. Sul ghiac-cio io, Chiara P, Chiara S, Lu-

crezia e Nadia tentiamo qual-che acrobazia e anche se nes-suna di noi è Carolina Kostner,la nostra autostima arriva amille quando compiamo unmaldestro “Angelo” (mossacon gamba sollevata, bracciaaperte e corpo proteso) o cre-iamo delle coreografie sotto laguida di Lucrezia, mente crea-tiva del gruppo. Dopo tanta“fatica” ci vuole proprio unospuntino! Andiamo allora inun bar nei dintorni, ritrovo dimolti ragazzi anche più grandi,e ci ricarichiamo con ciocco-lata, ciambelle e patatine. Altriluoghi dove spesso “merendo”in compagnia sono la CascinaCuccagna e l'Ipercoop. AllaCascina non sembra neppuredi stare a Milano. Se non laconoscete, vi consiglio di an-darci. Adoro stare lì... E' acco-gliente con i suoi orticelli, le

sue sedie a sdraio, i suoi tavolidi legno sotto pergolati e il suobar ricco di torte, macedonie,muffin, succhi, panini, brow-nies, focacce (tutti rigorosa-mente biologici). Sabato scor-so con Chiara S, Elisa, Giuliae Arianna ho visitato ogni an-golo della cascina (mi piaceesplorare posti anche già noti)e ho chiacchierato allegramen-te del più e del meno. Ancheal bar dell'Ipercoop mi trovobene (certo, l'ambiente è com-pletamente diverso); vado alprimo piano perché ci sonomolti tavolini, una terrazza perle giornate di sole e soprattuttoposso parlare e scherzare conle amiche senza il timore di di-sturbare. E già che ci siamo,curiosiamo nei negozi. Nonpuò esserci merenda senza ilgioco, quindi ci dirigiamo ver-so i giardini Marcello Candia.Mi piacciono molto perché cisono vialetti lisci percorribilicon skateboard, bici, pattini,monopattino e prati puliti dovegiocare a pallavolo, palla pri-gioniera, tutti contro tutti, fri-sbee... Per l'estate ho propostoad alcune amiche una battagliadi pistole ad acqua. Hanno ac-cettato tutte. Siete avvisati: sevedete delle ragazzine “arma-te” e bagnate, quelle siamonoi!

Giulia Costa

La febbre del sabato pomeriggio

L a costruzione dellaprima linea della me-tropolitana non riguar-

dò direttamente la nostra zo-na, ma fu evento di grandeimportanza per la città interae, quindi, anche per gli abi-tanti dei nostri quartieri e bor-ghi. Dopo un’attesa lunga de-cenni, nella seduta del 3 luglio1952 la Giunta Municipalevotò per affidare all'ingegnerAmerigo Belloni la redazionedel progetto costruttivo dellarete delle linee metropolitanee di quello particolareggiatodella prima linea tra piazzaleLotto e Sesto SanGiovanni. Nell'ago-sto di quello stessoanno il sindaco diMilano, Virgilio Fer-rari, incaricò lo stes-so ingegner Bellonidi redigere il proget-to esecutivo dellaprima linea seguen-do le direttive che glisarebbero state im-partite dalla Com-missione Assessorile,presieduta dall'inge-gner Agostino Giam-belli e composta da-gli assessori StenoBaj, Gino Cassinis,Ersilio Confalonieri,Cesare Covi e Lam-berto Jori. NeI 1954,con l’approvazione del più re-cente piano regolatore dellacittà, l’Amministrazione Co-munale presentò aI ministerocompetente il progetto dellaMetropoIitana di Milano e il14 gennaio 1955 iI ministro,visto il parere favorevole delConsiglio Superiore dei LavoriPubblici, firmò il decreto. Nelluglio del 1955, visto che l'at-tuazione del progetto avrebbeportato a situazioni di non fa-cile gestione nei rapporti traistituzioni e negli impieghi fi-nanziari connessi, il Consiglioautorizzò la Giunta a promuo-

vere la costituzione di una So-cietà per Azioni per la costru-zione e l’esercizio della retemetropolitana cittadina: era lanascita della “MM”.Il 6 ottobre 1955 quindi, a ro-gito del notaio Pietro Cassinadi Milano, in una sala del-l’Azienda Tranviaria Munici-pale in Foro Bonaparte 61,venne costituita la «S.p.A.Metropolitana Milanese» dicui il Comune si assumeval’onere di sottoscrivere oltremetà del pacchetto azionario.In concomitanza alla presen-tazione del progetto definitivo

della Metropolitana, I'ingegnerAdriano Chiari presentò unsuo studio di sottovia mirantead usufruire degli alvei dei ca-nali entro l'area urbana. Talestudio venne però rimandatoa nuovo esame e venne in se-guito definitivamente archivia-to. I1 24 aprile 1957 fu asse-gnata in appalto la costruzionedel primo lotto della metropo-litana, da via Mario Pagano avia Giotto; il 12 giugno unafolla composta per lo più daautorità e da esponenti dell'in-dustria si radunò in via Buo-narroti circondata da fotografi

e giornalisti, che il giorno se-guente avrebbero dato l’an-nuncio del primo colpo di pic-cone con grande evidenza sul-le prime pagine.Dei tragitti delle quattro me-tropolitane progettate, tre ri-calcavano in tutto o in partequelli definitivi: le linee 1 (Se-sto-Lotto/Bande Nere) e 2(Lambrate-XXIV maggio) intoto, mentre la linea 3 dopoaver congiunto la StazioneCentrale con il Duomo dovevaproseguire verso viale Luni-giana a nord e verso via Solaria sud-ovest; la linea 4 invece

avrebbe dovuto unire piazzaleMedaglie d’Oro a piazzaleAccursio correndo sotto i ba-stioni e il corso Sempione, manon se ne fece mai nulla.

Il trasporto pubblico locale in zona 4 - XVIIIA cura della Fondazione Milano Policroma - Testo di Riccardo Tammaro

Rubrica a cura di Lorenzo Baio

CURIOSI PER

No. Per quanto conciatino e quasi scono-sciuto il Lambro è pur sempre un corsod’acqua e come tale è frequentato da

animali acquatici e in particolare da uccelli chehanno bisogno della vicinanza all’acqua sia co-me luogo di caccia (o me-glio di pesca), che comeluogo dove vivere e nidifi-care. Per questo troviamofacilmente in questo perio-do gallinelle d’acqua, airo-ni, gabbiani, germani reali,rapaci in generale e anche icormorani. Sì, proprio loroche normalmente associa-mo al mare o al lago. Inve-ce sporadicamente ancheloro frequentano il nostrofiume. Ma chi sono questi grossiuccelli neri e con il beccoad uncino che sembranosempre prendere il sole conle ali aperte? II cormorano(Phalacrocorax carbo) è un uccello gregario ab-bastanza comune che ha colonizzato quasi tuttii continenti. In Italia esistono nidificazioni spar-se, ma sempre in ambienti con vicinanza d'ac-qua, sia interni come laghi e fiumi, che sullacosta e la maggiore nidificazione italiana si tro-va nel Delta del Po. In condizioni normali i cor-

morani emigrano all'inizio della primavera, perla riproduzione, nell'emisfero Sud. La sua pe-culiarità, o almeno quella più conosciuta, è chesi tratta di un abilissimo pescatore che può im-mergersi anche a notevoli profondità. Ciò, nel

corso del tempo, ha indotto i pesca-tori, quelli umani, ad averlo in anti-patia alimentando leggende sulla lo-ro voracità (tipo che possono divo-rare 50 kg di pesce al giorno!) finoad arrivare a vere e proprie mattanzemolto spesso illegali. In altre cultureil cormorano è stato invece “usato”come un animale da riporto (invo-lontario ad onor del vero) come ac-cade ancora oggi in alcune aree in-terne della Cina dove i pescatori liusano per predare i pesci, ma impe-discono loro di deglutirli, recupe-randoli per sé. Ma torniamo al perché troviamoquesti uccelli su alberi o posatoi adali aperte quasi a farsi notare comei bellocci di turno. La spiegazione

più facile è che a seguito di un’immersione sidebbano asciugare. Infatti contrariamente aquanto accade per le anatre, non rendono im-permeabile il loro manto. La seconda ipotesi,collegata alla prima, è che devono recuperarecalore. Curiosi? E allora avanti, alla ricerca delpiù grande pescatore della storia!

Cormorani lungo il Lambro? Mi stai prendendo in giro?

La carrozza della metropolitana di nuova generazione

I l bello di Milano è Milano.Il tutto da dirne sta entro iconfini di una città che in-

torno non ha panorama, nientecolline su cui arroccare abba-zie e fortilizi, niente fiumi dal-le anse boscose cariche di sug-gestione. I suoi limiti mate-riali sono incerti, case che fi-niscono a ridosso di altre caseche non sono più Mila-no, qua e là macchie diprati che diventano di-scariche, e qualche par-venza patetica di campocoltivato, ridotta estre-ma dell’agricoltura cheè stata.Il bello di Milano è frai palazzi, nelle ombreche sanno di memoria,o di storia, o di capric-cio urbanistico codifica-to. Ed eccola, questaMilano, in una raccoltadi narrazioni, confessio-ne più che racconto, cu-rata da Angelo Gaccioneper la collana PagineDisparse, edizioni Me-ravigli, con un titolo cheè anche sintesi, “Milanocittà narrata”, e vorrem-mo aggiungere declina-ta, e spiegata e rimpian-ta, ma in ogni caso ama-ta, nell’affermazione che me-morie e vita sanno fondersinell’anima di chi conosce dasempre questa città, o ha im-parato a conoscerla anche at-traverso le ruvidezze dei suoiapprocci.I luoghi in sé sono bugiardi,tradiscono trasformandosi, eMilano è perciò bugiardissima,

ma gli autori della raccolta in-variabilmente la assolvono,nella cecità nobile dell’affetto.Ognuno ha svelato un luogo,in un frugare dentro se stessocome intendesse dare aspetta-tive di vita a memorie troppodelicate perché troppo perso-nali, evidenziando l’esserci diun luogo a volte del tutto sco-

nosciuto ai più, e legandosi aun filo conduttore di nostalgiache sa guidare da una paginaall’altra, il “non più” a far ca-pire quanto tempo sia passato.La Zona 4 compare nella pro-pria valenza simbolica, da Por-ta Romana, che si affaccia sulcentro, a quella via Bonfadiniantico nucleo industriale e

agricolo, una volta ai confinidell’abitato e adesso a quellidel nulla; più il colosso esta-tico della fontana di piazzaGrandi, e il campanile di unSan Luigi ancora borgo popo-lare nella dinamica metropo-litana, il “non più” a pervade-re, ma che qualcosa deve ave-re lasciato nelle atmosfere se

Ottavia Piccolo, di cuiGaccione ha raccolto latestimonianza, parladel suo abitare sul vialeMonte Nero di oggicome lo farebbe, guar-dando al passato, chiha vissuto la vita coraledi un ieri tanto dissimi-le dall’esaltazione degliindividualismi scostan-ti dei nostri giorni.Gli autori - per citarnealcuni, Pinin Carpi,Carlo Castellaneta,Franco Loi, MorandoMorandini, MaurizioNichetti, Roberto Piu-mini, Giovanni Raboni- mettono insieme unmosaico di vissuto ecustodito, fino all’emo-zione di farci incontra-re, fra le ultime pagine,il compianto amicoGuido Vergani, grande

penna e gran signore, per leg-gere le sue parole risentendonela voce di affabulatore raffina-to, a chiusura di questo succe-dersi di suggestioni che si ri-volge a chi ama Milano perchéla conosce, e a chi dovrebbeconoscerla per amarla.

Giovanni Chiara

“Milano città narrata”: antologia intima di luoghi del cemento e dell’anima

Il prossimo numero di

esce il giorno 7 maggio 2014

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I siti di QUATTRO

Page 16: E’ · Editore: Associazione culturale QUATTRO.Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail quattro@fastwebnet.it

16 aprile 2014

Partenza ore 7.00 davanti Ipercoop Piazza Lodi di viale Umbria – ore 7.10 viaFeltrinelli ang. via Rogoredo

Arrivo a Brescia – inizio visita guidata centro della città – Visita al Museo Santa Giulia Pranzo “ Al Rocol” di Ome (BS) - Agriturismo in Franciacorta - e visita enoteca QUOTA DI PARTECIPAZIONE SOCI COOP ATL € 48,00 (da versare alla prenotazione € 20,00) La quota comprende: a/r bus – assicurazione – visita guidata – ticket ingresso museo – pranzo Prenotazione e pagamento: Uff. soci Ipercoop P.za Lodi tel. 02.54045325 – Uff. soci Via Freikofel

GITA A BRESCIA SABATO 12 APRILE 2014

Associazione Tempo Libero COMITATO SOCI DI ZONAMILANO ROGOREDO - P.ZZA LODI

IL COMITATO SOCI COOP P.ZA LODI – ROGOREDO PROPONE

OFFICINA DELLA MUSICADI MILANO

Venerdì 11 aprile ore 18.15BIBLIONOTE IN BIBLIOTECA CALVAI-RATE Visioni dall'interno e altre storie: dialoghi traun contrabbasso ed un musicistaUN CONTRABBASSO IN VIAGGIODavide G. Tedesco, contrabbasso, loop sta-tions, effetti sonoriIngresso libero

OTTAVANOTAvia Marco Bruto 24 – tel. 02 89658114

www.ottavanota.org

Sabato 12 aprile ore 21.00The Musical Box - "Dal beat al prog in Italia"Guida all'ascolto, storia e cultura della musicaprogressive in Europa ed in Italia. Progetto etesti a cura di Alberto Tavazzi, Fabrizio Cre-monesi e Piera Scudeletti. Ingresso a offertalibera

TEATRO LA SCALA DELLA VITA

Via Piolti de Bianchi 47 / ang. C.so Plebisciti.Tel. 02.6363.3353

MUSICA D'ARPADomenica 13 aprile ore 19.00AUTORITRATTIArpa Barocca ed elaborazione elettronica.Con Chiara Granata e Emiliano Turazzi

MILANO CLASSICAPalazzina Liberty

STAGIONE ORCHESTRALEDomenica 27 aprile ore 11.00VIOLONCELLO E VIOLINO BAROCCO CONCER-TANTIMusiche di Tomaso Albinoni, Giovanni Be-nedetto Platti, Giovanni Battista BononciniFrancesco Cerrato violinoMarcello Scandelli violoncello e direttoreDomenica 4 maggio ore 11.00INTORNO A UN CAPOLAVORO DI BACH: “ICHHABE GENUG” BWV 82Musiche di JohannSebastian Bach, GeorgFriedrich HändelFulvio Bettini baritonoAlfredo Bernardini oboe barocco e direttore

POLO FERRARApiazza Ferrara

12 aprile ore 15I POETI DELLE AURORE MENEGHINE a cura dell’Associazione Teatro-Cultura “Be-niamino Joppolo”, con partecipazione del pro-fessor Giovanni Cozza che illustrerà la sua ul-tima raccolta di poesie alla presenza di nume-rosi poeti.

OTTAVANOTAvia Marco Bruto 24 – tel. 02 89658114

Martedì 15 aprile ore 19.00APERITIVO FILOSOFICO“Filosofie dell’amicizia. Percorsi di incontroe identità dall’Antichità alle tribù digitali”con Valentina Di Cataldo. Ingresso a offertalibera

GRUPPO ARCHEOLOGICOMILANESECorso Lodi 8C

Tel. 02.796372 - mail [email protected]

Conferenze:Giovedì 10 aprile ore 17.30Eugenio Bacchion: La Grande Madre delPaleolitico superiore

FAI – LA CAVALLERIZZAvia Foldi 2 - Tel. 02 4676151

Giovedì 17 aprile ore 18.30 conferenza su “I nuovi edifici della Milanocontemporanea” a cura di M. Vittoria Capi-tanucci, professore di Storia e teoria dell’ar-chitettura al Politecnico di Milano

FRIGORIFERI MILANESIVia Piranesi 10

Giovedì 10 aprile ore 18.30Slow Food e Progetto Frigoriferi Milanesipresentazione del libro “Mangia come parli –Com’è cambiato il vocabolario del cibo” di Cinzia Scaffidi. Ne discuterà con l'autriceStefano BartezzaghiGiovedì 10 aprile ore 17-19Philo - Laboratorio di pratica e progettazionefilosofica per educatori e insegnantiCon Maria Rosa Del Buono, Mario Mapelli,Rita Militello e Simona Alberti Per informazioni scrivere a [email protected]. Giovedì 10 aprile ore 21-23Philo - Esperienze di soglia: il respiro olo-tropicoCon Daniela Bonelli Bassano e Laura Girelli. Lunedì 14 aprile ore 20.30-22.30Philo - Altre sabbie. Tre incontri a cura delLaboratorio Analitico delle Immagini Sandplay. A method of psychotherapy Filmdocumentario di Peter Ammann su Dora Kalff.

WOW SPAZIO FUMETTOViale Campania 12

Fino al 1 giugnoLUPO ALBERTOLupo Alberto compie 40 anni e una mostra necelebra le gesta con una serie di tavole originalie altri oggetti per scoprire il personaggio natodalla matita di Guido Silvestri in arte Silver.Fino al 27 aprile LUKASPersonaggio creato dal disegnatore MicheleBenevento e sceneggiato da Michele Medda.Esposte le tavole del primo numero e gli studioriginali dei personaggi. sabato 26 aprile ore 16.00INCONTRO CON GLI AUTORI

GALLERIA BIANCA MARIARIZZI & MATTHIAS RITTER

VIA CADOLINI 278 aprile-17 maggioMostra di Christian Zucconi LEVIATHANCurata da Emanuele Beluffi

BIBLIOTECA OGLIOvia Oglio 18

MIP - Maggio d'Informazione PsicologicaGiovedì 8 maggio dalle 18.00 alle 20.00Tavola Rotonda LA PSICOLOGIA COME STRUMENTO PER IL BE-NESSEREPsicologi e psicoterapeuti rispondono alle do-

PACTA.DEI TEATRITEATRO OSCAR

Via Lattanzio 58 – tel. 02 36503740

5-13 aprile

L'ISOLA DEI RIFATTI Testo e regia di Virginio Liberti, con MariaEugenia D'Aquino, Carlo Decio, RiccardoMagherini, Annig Raimondi30 aprileRockMI nowa cura di QuindiQuando, con band ColpiRepentini, Medulla, NaGa - danzatrice: Fe-derica Ravello

TEATRO FRANCO PARENTIVia Pier Lombardo 14 - tel. 02 59995206

www.teatrofrancoparenti.it

15 - 24 aprile Sala AcomeASACCARINAdiretto e interpretato da Silvia Giulia Men-dola, Fabrizio Martorelli15 - 17 aprile Sala GrandePARADOSSI E PARASTINCHICrisi, separazione, guerra, morte e altre sto-rie a lieto fine di e con CorradoNuzzo e Maria Di Biase, regia di MassimoNavonemartedì 22 aprile ore 20.45

LUNARIA - NELLA GIOIA LUMINOSA DEL-L'INGANNOcomposizione musicale ispirata alla favolaomonima Lunaria di Vincenzo Consolo -con Etta Scollo - Letture Roberto Herlitzka

SPAZIO TERTULLIANOVia Tertulliano 68 - tel. 02 49472369

www.spaziotertulliano.it

8-18 aprile

ORPHANSdi Dennis Kelly - regia di Luca Ligato,con Dario Merlini, Alice Redini e UmbertoTerruso30 aprile - 4 maggio

NEIGHBOURSdi e con Irene Turri e Francesco Meola - re-gia di Ilaria Ambrogi

Da mercoledì a venerdì ore 21.00 - Domeni-ca ore 16.30

TEATRO SILVESTRIANUMVia Maffei 29 - Tel. 02 5455615

www.teatrosilvestrianum.it

Sabato 12 aprile ore 20.45Compagnia Teatrale Kontonaman

GIRA... GIRA!Viaggio tra pregi e difetti in una Milano darisollevare, con ironia, sarcasmo e affetto,monologhi e musiche assolutamente dal vivo

CINEMA TEATRO DELFINOVia Dalmazia 11 tel. 340 1030062

10 - 13 aprileATIR presenta:IL RITRATTO DELLA SALUTEregia di Chiara Stoppa e Mattia Fabris, conChiara Stoppa

TEATRO CARCANOCorso di Porta Romana 63

tel. 02 55181377Fino al 13 aprile

L'AVAROdi Molière - regia: Arturo Cirillo

TIEFFE TEATRO MENOTTIVia Ciro Menotti 11 - tel. 02 36592544

www.tieffeteatro.it

15 - 16 aprile

MIO NONNO E' MORTO IN GUERRAUno spettacolo di e con Simone Cristicchi,con Riccardo Ciaramellari: pianoforte e fi-sarmonica e Gabriele Ortenzi: sonorizzazio-ni, theremin e strumenti giocattolo

mande del pubblico sulla psicologia, i suoi ap-procci, i suoi strumenti, i suoi utilizzi nei variambiti, i suoi obiettivi.

TEATRO OSCARDANZATEATRO

Via Lattanzio 58 – tel. 02 5455511

Domenica 13 aprile ore 10.30TUTTI SUL PALCO!Il palcoscenico segreto - Ingresso gratuito –età dai 4 anniDomenica 27 aprile ore 16.00SPERIAMO CHE CAMBI IL TEMPOdi Giulia Tollis - regia Elisabetta MossaDai 4 ai 10 anni

TEATROGIANNI E COSETTA COLLATEATRO SILVESTRIANUM

Via A. Maffei 29

Domenica 13 aprile ore 16.30PETER PANdi James Matthew Barrieper info e prenotazioni contattare il Tea-tro Colla al numero [email protected] - www.teatrocolla.org

CINEFORUM OSCARVia Lattanzio 58

Le proiezioni si tengono il lunedì pomerig-gio alle ore 15.15 e la sera alle ore 21.00Proiezione fuori programma ingresso libero14 aprile: IL CAMMINO PER SANTIAGOdi Emilio Estevez - Il dibattito sarà condot-to da don Antonio Berera

28 aprile: LINCOLNdi Steven Spielberg5 maggio: HITCHCOCKdi Sacha Gervasiingresso € 5,00

CINETEATRO DELFINOVia Dalmazia 11

CINEMACAFFE’: prima di ogni proiezioniverranno offerti caffè e assaggi di dolceProiezioni alle ore 15.30 e 20.45 - ingresso5,00 €28 aprile: PHILOMENAdi Stephen Frears5 maggio: AMERICAN HUSTLE – L’APPA-RENZA INGANNAdi David O. Russell

TEATRO MUSICA

EVENTI GRATUITI

PER I BAMBINI

CINEFORUM