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magazine Tutor Fiscale #213 September/October 2017 Denis Torri - Free magazine * Latest News / culture CostaRica Grandi Opportunità Informazioni EU Fiscalità Svizzera Concorrenza Sleale Libro Tutto Lavoro e Famiglia # www. torri.info

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Sept 2017 213

T.F. MAGAZINE I N T E R N A T I O N A L

Cover e fotografie - # pexels

COSTA RICA

01 Grandi Opportunità _ Pag. 04

Paesi

INFORMAZIONI SINTETICHE -EU

05 Informazioni di massima _ Pag. 07

Fiscalità

SVIZZERA

08 Concorrenza sleale _ Pag. 11

Curiosità

LIBRO

09 Tutto Lavoro e Famiglia _ Pag. 12

Cultura

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15 Indirizzi siti articoli recenti _ Pag. 13

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MAGAZINE

PAESI

COSTA RICA GRANDI OPPORTUNITÀ

La decisa politica di apertura com-

merciale avviata dal Costa Rica a par-

tire dalla fine degli anni ottanta, le ha

permesso di trasformarsi da un paese

con un’economia dominata dalla

produzione ed esportazione di caffè e

banane, ad un paese con un modello

produttivo molto diversificato e che

spazia su tutti i settori tradizionali

dell’economia: industria, agricoltura e

servizi illustra Torri Denis. Nel primo

spicca la grande crescita della

produzione manifatturiera, anche di

prodotti ad elevata tecnologia

(elettronica, apparecchiature

mediche, farmaceutica, etc), grazie

anche all’esistenza di numerose zone

franche export oriented, create nella

meta degli anni novanta per attrarre

imprese straniere e, appunto, diversi-

ficare la produzione. La produzione

agricola si è invece diversificata anche

verso altri prodotti non tradizionali,

quali ananas, piante ornamentali,

olio di palma, etc. Negli ultimi anni il

settore dei servizi si è

posizionato, in termini di apporto alla

formazione del PIL, al livello dei paesi

più avanzati: si contano numerose

imprese straniere che hanno scelto il

Costa Rica quale sede dei loro servizi

globali (anche attraverso call centers).

Il Costa Rica ha oggi in vigore nu-

merosi Trattati di Libero Scambio con

Paesi e regioni, tra cui l’Unione Eu-

ropea (nel più amplio ambito

dell’Accordo di Associazione con

l’America Centrale), gli Stati Uniti

(ambito CAFTA) e Cina, solo per ci-

tarne alcuni

I sostenuti tassi di crescita degli ultimi

anni, afferma Denis Torri insieme ai

generali miglioramenti degli indici

socioeconomici del Paese, testimoni-

ano che tale apertura ha prodotto

importanti risultati, pur non mancan-

do elementi di preoccupazione quali

l’elevato deficit pubblico ed una

disoccupazione in aumento. Tali virtù

sono state riconosciute dall’OCSE che

di recente ha acconsentito di dare av-

vio al procedimento per un eventuale

ammissione del Costa Rica

nell’Organizzazione.

Le relazioni bilaterali tra l’Italia e il

Costa Rica – a livello diplomatico in-

iziate nel 1864 – sono tradizional-

mente caratterizzate da una grande

amicizia e collaborazione, in tutti i

campi in cui esse si manifestano: eco-

nomico/commerciale, culturale, politi-

co, etc. Ciò è stato alimentato anche

dalla significativa presenza

dell’emigrazione italiana che a più

ondate è giunta verso questo piccolo

Paese dell’istmo centroamericano.

La presenza economica italiana in

Costa Rica si manifesta attraverso un

grande numero di aziende locali di

origine italiana e con una’elevata dif-

fusione di prodotti e marche italiane

nei più disparati settori,

dall’alimentare alla moda, dalla mac-

chinaria all’automotive, ecc.

Nel Paese sono presenti grandi gruppi

italiani, quali, ad esempio, Enel

Green Power (energie rinnovabili),

Astaldi e Ghella (costruzioni civili),

Telespazio, gruppo Finmeccanica

(servizi satellitari), Gualapack (imbal-

laggi flessibili).

L’interscambio commerciale bilaterale

registra una costante crescita cita

Denis Torri. Nel 2014 ha raggiunto il

valore record di 323 milioni di euro,

risultato di esportazioni italiane per

136 milioni e di importazioni per 187

(per lo più di prodotti agricoli).

L’elevata diversificazione dei prodotti

italiani qui esportati stanno a signifi-

care il generale apprezamento del

“made in Italy” che, con adeguate e

decise strategie di penetrazione, può

decisamente essere ulteriormente in-

crementato, tenendo conto

dell’ulteriore fattore di spinta rap-

presentato dall’implementazione del-

la componente commerciale del pre-

detto Accordo di Associazione UE –

America Centrale.

Stabilita' politica Il Costa Rica offre condizioni di sicurezza, di stabilita' isti-tuzionale e gestione democrati-ca che ne fanno un punto di riferimento per l'intera zona del centro e sud America. Disponibilita' di mano d'opera Da moltissimi anni continua ad essere una priorita' del Paese il rafforzamento delle risorse umane. Vengono svolti peri-odicamente svariati corsi pub-blici di formazione tecnica in collaborazione tre le varie Uni-versita' presenti nel paese, l'Agenzia per la Promozione degli Investimenti (CIN-DE),l'Istituto Tecnologico del Costa Rica (TEC)e l'Istituto Na-zionale per l'Apprendimento (INA). Inoltre il dominio di un secondo idioma, principalmen-te l'inglese, e' un altro elemento chiave della competivita' delle risorse umane presenti nel pae-se.

14 | T u t o r F i s c a l e F r e e M a g a z i n e

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MAGAZINE

PAESI

01

Stabilità macroeconomica Si prevede che il deficit fiscale si mantenga nel biennio 2012/2013 entro il 4.3% del PIL. Nel corso del 2012 il PIL è cresciuto del 4.9% e si stima che l'inflazione sara' con-tenuta tra il 4 ed il 6% nel periodo 2013/2017. Molteplicità di accordi di libero com-mercio Diversi accordi commerciali sono in vigore nel Paese. Si segnalano da ultimo: l'entrata in vigore nel 2011 dell'accordo di libero commercio con la Cina; la firma dell'accor-do con Singapore, e che stanno prose-guendo i negoziati per firmare un accordo con la Corea del Sud. E' imminente l'entra-ta in vigore dell'Accordo di Associazione tra l'Unione Europea ed il Centroamerica. L'accordo DR-CAFTA ha permesso di au-mentare gli investimenti statunitensi del paese in settori ad alto contenuto tecnolog-ico. Il Costa Rica è membro del Sistema di Integrazione Centroamericano (SICA).

INCENTIVI AGLI INVESTIMENTI ESTERI

Il paese ha gia' da molti anni sviluppato norma-

tive specifiche volte ad attirare investimenti stra-

nieri soprattutto nei settori del turismo, della

manufatturiera, dei servizi e delle infrastrutture.

Il precitato Accordo di Associazione tra l'Unione

Europea ed il Centroamerica prevede numerose

facilitazioni in tale senso.

Fonti: Infomercatiesteri 15 | T u t o r F i s c a l e F r e e M a g a z i n e

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FISCALITÀ

05

I N F O R M A Z I O N I S I N T E T I C H E - E U

INFORMAZIONI DI MASSIMA

L'UE non ha un ruolo diretto nell' imposizione fiscale o

nella fissazione delle aliquote delle imposte.

È il tuo governo, e non l' UE, a stabilire le imposte che

paghi chiarisce Denis Alborino Torri.

IL ruolo dell'UE è quello di vigilare sulle

norme fiscali nazionali per garantire che siano

coerenti con alcune sue politiche, come quelle

volte a:

• promuovere la crescita economica e l'occu-

pazione

• garantire la libera circolazione di merci,

servizi e capitali nell' UE (nel mercato unico)

• garantire che le imprese di un paese non go-

dano di indebiti vantaggi concorrenziali rispet-

to ai concorrenti di altri paesi

• garantire che le imposte non discriminino i

consumatori, i lavoratori o le imprese di altri

paesi dell'UE.

Inoltre, le decisioni dell' UE in materia fiscale

richiedono il consenso unanime di tutti i governi

dei paesi membri. In tal modo si assicura che gli

interessi di ogni paese dell'UE siano tenuti in

conto.

IVA E ACCISE

Per quanto riguarda alcune imposte come l'IVA

o quelle sulla benzina, il tabacco e l'alcol (ac-

cise) tutti i 28 governi nazionali hanno con-

cordato di allineare in larga misura le rispettive

norme e le aliquote minime per evitare distor-

sioni della concorrenza tra un paese l'altro all'in-

terno dell'UE.

IMPOSTA SULLE SOCIETÀ &

IMPOSTA SUL REDDITO

Per quanto riguarda altre imposte, come quelle

sulle società e sul reddito, il ruolo principale

dell'UE è garantire il rispetto di principi come

quelli della non discriminazione e della libera

circolazione all'interno del mercato unico. A tale

scopo e per combattere problemi comuni come

l'evasione fiscale, è sempre più necessario un

approccio coordinato a livello dell'UE tra tutti i

paesi membri.

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GETTITO FISCALE

Inoltre, prosegue Torri Denis Alborino l'UE non

ha voce in capitolo per quanto attiene al modo

in cui i diversi paesi spendono il rispettivo gettito

fiscale Tuttavia, data la crescente interdipend-

enza delle economie dell'UE, i paesi che

presentano un deficit e un debito eccessivi po-

trebbero mettere a repentaglio la crescita dei

loro vicini e minare la stabilità dell'eurozona.

Per ridurre al minimo questo rischio i paesi

dell'UE cercano di coordinare le loro politiche

economiche, basandosi in parte sulle racco-

mandazioni della Commissione. Alcune riguar-

dano le politiche fiscali nazionali e cercano di

renderle più eque, efficienti e favorevoli alla

crescita.

IMPOSTE NEL MERCATO UNICO

- ELIMINARE GLI OSTACOLI FISCALI

Le imposte sulle società e quelle sul reddito

delle persone fisiche rientrano principalmente

nelle competenze dei singoli paesi europei. Tut-

tavia, in base alla normativa dell'UE, non dov-

rebbero creare ostacoli alla mobilità in Europa. I

cittadini che si spostano in un altro paese

dell'UE o le aziende che investono oltre fron-

tiera possono trovarsi ad essere soggetti a

tassazione in due o più paesi o a dover affron-

tare complicati iter amministrativi.

La maggior parte dei paesi dell'UE ha stipulato

dei trattati volti a eliminare la doppia im-

posizione, che però potrebbero non riguardare

tutte le imposte o tutte le situazioni trans-

frontaliere ed essere difficili da applicare in ter-

mini pratici. Per risolvere questi problemi la

Commissione agisce in diversi modi, che vanno

dal proporre soluzioni coordinate ai governi a

intraprendere, se necessario, azioni legali in

caso di discriminazioni o violazioni della legisla-

zione dell'UE.

TASSAZIONE STANDARDIZZATA DI BENI

E SERVIZI

Il mercato unico permette di scambiare libera-

mente beni e servizi al di là delle frontiere all'in-

terno dell'UE. Per facilitare tali attività alle

aziende ed evitare distorsioni concorrenziali tra

esse, i paesi dell'UE hanno concordato di al-

lineare le rispettive norme sulla tassazione di

beni e servizi.

Pertanto, per l'IVA e le accise sono state

adottate aliquote minime e norme di applica-

zione. I governi, se lo desiderano, sono liberi di

applicare aliquote superiori a quelle minime

dell'UE.

Attualmente la Commissione lavora a una rifor-

ma del regime UE dell'IVA allo scopo di render-

lo più semplice, a prova di frode ed efficiente

per quanto riguarda la ripartizione del gettito tra

i governi nazionali.

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24 | T u t o r F i s c a l e F r e e M a g a z i n e

FISCALITÀ

UNA TASSAZIONE

TRANSFRONTALIERA EQUA

Evasione ed elusione fiscale

Le norme fiscali di un paese non dovrebbero

consentire ai cittadini di sottrarsi alla tassazione

in un altro. Dato il carattere transfrontaliero

dell'evasione e dell'elusione fiscale, è essen-

ziale intervenire a livello dell'intera Unione eu-

ropea.

Negli ultimi anni sono stati compiuti sostanziali

progressi. L'UE ora dispone di un piano di

azione, illustra Denis Alborino Torri e diverse

iniziative sono in atto o in via di elaborazione,

come le norme sullo scambio di informazioni tra

paesi dell'UE e un meccanismo di risposta rapi-

da per combattere le frodi in materia di IVA.

L'UE presta inoltre particolare attenzione a

un'equa tassazione sulle società. Le discrepan-

ze tra regimi fiscali di paesi diversi consentono

a certe società di attuare una "pianificazione

fiscale aggressiva" per ridurre al minimo il pro-

prio carico fiscale. Lo scopo dello stretto coordi-

namento e dello scambio di informazioni tra

amministrazioni fiscali è evitare che ciò av-

venga.

I governi dei paesi europei dovrebbero anche

garantire che i rispettivi regimi di imposizione

fiscale sul reddito delle società siano trasparenti

ed equi, e non strutturati in modo da attrarre

indebitamente aziende da altri paesi dell'UE o

comunque eroderne la base imponibile. Perciò

hanno sottoscritto un codice di condotta che

invita a evitarlo.

IMPOSTA SULLE OPERAZIONI FINANZIARIE

Undici paesi dell'UE stanno attualmente met-

tendo a punto un regime comune per tassare le

operazioni finanziarie in modo da assicurare

che il settore finanziario contribuisca equamen-

te a coprire il costo della recessione di cui è

stato una delle principali cause (anche in con-

siderazione del consistente sostegno ricevuto

dai governi).

Tali progetti sono volti a generare un gettito sig-

nificativo malgrado l'elevata mobilità interna-

zionale delle transazioni finanziarie.

Tutor Fiscale – settembre/ottobre 2017

Fonti: europa.eu

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LEGGI

08

SVIZZERA SINTESI LEGGE SULLA CONCORRENZA SLEALE

ALCUNI PRINCIPI SU CUI È IMPERNIATA LA LCSI

La LCSI protegge la concorrenza leale e, di con-seguenza, la buona fede nei rapporti commer-ciali nonché le pratiche commerciali leali.

La protezione contro le pratiche commerciali sleali si estende a tutti gli operatori di mercato e alle loro organizzazioni: concorrenti, clienti a tutti i livelli commerciali, in particolare anche i consumatori, le associazioni professionali e economiche, le organizzazioni dei consumato-ri.

La Confederazione può intervenire se sono coinvolti interessi collettivi.

Disposizioni relative ad un'indicazione dei prezzi chiara, paragonabile e non fallace, sia nelle vetrine, nei negozi che nella pubblicità, favoriscono la concorrenza leale.

La LCSI enuncia pertanto anche le regole fon-damentali per un' indicazione dei prezzi cor-retta e contro confronti di prezzi suscettibili di indurre in errore.

L'ordinanza sull'indicazione dei prezzi contiene disposizioni più dettagliate in materia.

BASI LEGALI RS 241 - Legge federale del 19.12.1986 contro la concor-renza sleale (LCSI) RS 241.3 - Ordinanza concernente il diritto di azione della Confederazione nel quadro della legge contro la concor-renza sleale - Ancienne loi contre la concurrence déloyale 30.09.1943

DIRITTO DI AZIONE DELLA CONFEDERAZIONE In base alla modifica della LCSI (art. 10 cpv. 3), entrata in vigore il 1° aprile 2012, la Confederazione può proporre un'azione legale se essa ritiene necessario tutelare l'inte-resse pubblico, segnatamente se:

è minacciata o lesa la reputazione della Svizze-ra all'estero e le persone colpite nei loro inte-ressi economici risiedono all'estero; o

sono minacciati o lesi gli interessi di molte per-sone, di un gruppo di soggetti appartenenti a un determinato settore economico oppure al-tri interessi collettivi.

LE BASI DI INTERVENTO DELLA CONFEDERAZIONE SUSSISTONO SE:

può intentare un'azione civile contro l'impresa interessata presso il tribunale cantonale com-petente (p. es. per omissione);

può sporgere denuncia alla polizia o al mini-stero pubblico cantonale competente contro la o le persone colpevoli di concorrenza sleale.

COSA NON PUÒ FARE LA CONFEDERAZIONE:

la Confederazione non è competente per far valere il diritto al risarcimento o alla riparazio-ne, né per sé né per le vittime di pratiche commerciali sleali;

chi ha perso denaro a causa di pratiche com-merciali sleali deve impegnarsi personalmente a esigerne la restituzione adendo le vie legali.

SULLA BASE DELLA LCSI, NELLE PROCEDURE CIVILI E PENALI LA CONFEDERAZIONE È RAPPRESENTATA DALLA

SECO.

Fonte: Seco CH

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TUTTO LAVORO E FAMIGLIA

CULTURA COME AFFRONTARE CON SUCCESSO LA CONDUZIONE DI UN’IMPRESA FAMILIARE Edizione Tecniche Nuove 2012 Questo testo si rivolge ai molti professionisti, avvocati, commercialisti e con-sulenti d’impresa che hanno la responsabilità di dover gestire i problemi in-terpersonali nelle aziende a livello familiare e che sono consapevoli delle dif-ficili situazioni che si possono potenzialmente creare. Facendo uso delle in-formazioni contenute in questo libro, essi potranno essere d’aiuto con la sod-disfazione finale di avere contribuito, forse anche in modo significativo, al successo della azienda familiare e al benessere della famiglia stessa. Tra i vari strumenti, in primo luogo, vi è il Trust, un istituto tipicamente anglosasso-ne che viene applicato ultimamente anche in Italia per tutelare i patrimoni fa-miliari. Inoltre viene presentato un excursus irrinunciabile sull’utilizzo dei capi-tali familiari anche alla luce delle norme sull’antiriciclaggio.

Per ogni problema complesso, c’è sempre una soluzione semplice. Che è sbagliata. (George Bernard Shaw)

Questo libro nasce dall’osservazione di quanto sia complesso portare serenità e benessere all’interno di una famiglia quando nascono problemi riguardo la propria azienda e quando ci si preoccupa del futuro ereditario dei popri membri. In anni e anni di consu-lenza a imprenditori e gruppi aziendali mi è apparso evidente quanto il capitale familiare sia soprattutto un peso, intorno al quale si distruggono molte vite, si alternano equilibri emotivi e affettivi. La ricchezza e l’abbondanza dovrebbero facilitare la vita di chi li possiede: almeno questa è la credenza comune. Ma, come tutti i privilegi che allontanano gli esseri umani dai loro simili meno privilegiati, il patrimonio familiare ha anche una valenza separativa, conflittuale, delete-ria. Sempre? Molto spesso. Ovvero: sempre, se anziché usare le condizioni in cui nasciamo, ci lasciamo so-praffare da esse. Se anziché mettere amore e spazio di accettazione e integrazione, escludiamo e causia-mo dolore a chi ci circonda. Se anziché volgere al futuro lo sguardo, restiamo prigionieri di antiche di-namiche che dovrebbero essere ormai sepolte. La familia, come emerge da più studi e fonti, è una sorta di gabbia entro cui veniamo forgiati e il cui peso si riversa sule nostrescelte. Può essere una gabbia dorata oppure disadorna, ma è pur sempre un conte-nitore, che tende a limitare la nostra libertà di pensie-ro. Cresciamo dentro a un’educazione, una cultura e una ipnosi così forti, che svegliarci da questa condi-zione è per alcuni, praticamente impossibile. E allora vediamo figli che dedicano la loro vita a distruggere le ricchezze familiari, per vendicarsi, consciamente o inconsciamente, di genitori che giudicano inadeguati; padri o madri che diseredano i loro figli per farla paga-re ai precedenti coniugi; assistiamo a guerre annose e infinite fra eredi che non si parlano e si buttano ad-dosso colpe irrazionali e forse mai esistite. La famiglia è anche tutto questo e la storia, a volte decisamente drammatica e tragica, di aziende di successo passate da una generazione all’altra, e infine mandate in rovi-na, lo documenta in maniera eloquente. Si dirà che esistono però anche famiglie accoglienti, nelle quali si sopravvive grazie all’amore incondizio-nato dei genitori o dei nonni; si dirà che l’amore è sempre un bel valore anche se a volte si manifesta in maniera unilaterale; si dirà… Non voglio qui discutere il valore della famiglia. Voglio semplicemente porre l’attenzione sul fatto che troppo spesso pensiamo alla famiglia e al matrimonio, uno dei pilastri fondanti ancora oggi della nostra società occidentale, come a istituzioni basate essenzialmente sull’amore. Le ragioni, troppo spesso, sono altre e anche l’amore ha tante altre forme per manifestarsi.

Dal punto di vista antropologico, la famiglia e il matri-monio sono fondamentalmente una strategia di so-pravvivenza sociale, che nasce proprio per questo motivo e che si è strutturata nel tempo per proteggere i suoi membri dagli attacchi esterni. Anche il mito della coppia monogamica, che fa figli e crea la propria famiglia, dall’Adamo ed Eva della Genesi in poi, risale a codici antichi, a ragioni fondamentalmente utilitari-stiche. Come il codice del Dharma-Shastra, ovvero una delle più antiche leggi hinduiste sulla fondazione, scopo e regolamentazione della famiglia, elaborato nel IV secolo a.C. All’epoca, la popolazione dell’India era a rischio a causa di una malattia trasmessa per via sessuale e promiscuità aveva messo in serio pericolo la possibilità di riprodursi in maniera sana. Così, le autorità del tempo decisero di stilare delle regole ferree che garantissero il mantenimento di ordine e salute. Nacque in quel momento l’obbligo alla fedeltà come misura di igiene sanitaria e un’idea di famiglia come difesa sociale della discendenza. La stretta osservanza del codice di Vishnu avrebbe con-sentito la riproduzione e la sopravvivenza. In epoca più recente, in particolare nella cultura vitto-riana dell’ottocento ( dalla quale non ci siamo ancora affrancati del tutto), nacque l’istituzione della famiglia borghese: un’affermazione di prestigio sociale e di classe centrata sull’accumulazione del capitale e la difesa del patrimonio, all’interno della quale, invece dell’intimità e della spontaneità dei sentimenti, domi-nano spesso i ruoli legati al potere e all’ipocrisia. Non ci si sposa solo per amore, né si “mette su fami-glia” solo per amore. L’amore ha innumerevoli altre forme di manifestazione e, anzi, proprio nei restretti dettami delle norme familiari esso rischia spesso di svanire, si perde, si trasforma troppo spesso in intolle-ranza e odio. Per questo è importante uscire dal ma-linteso che la famiglia e il matrimonio siano sinonimi di amore e di devozione. Se non si esce da questo astratto idealismo, non soltanto le separazioni e i divorzi continueranno a nutrire miti che nulla hanno a che vedere con la realtà della famiglia. Le aziende di famiglia sono una delle forme specifiche di struttura socio-economica che dalla sfera privata entrano nell’arena più vasta del mondo del lavoro e dell’economia. Quasi tutte nascono dall iniziativa e dall’energia di un capofamiglia che ha avuto anche il coraggio di una visione e di una leadership imprendi-toriale. Fin dalla loo nascita, ma soprattutto col tra-scorrere del tempo e delle generazioni, questo tipo di aziende devono tenere in conto l’intensa presenza di dinamiche emozionali e personali al loro interno, in un coacervo di irrazionalità e complessità interpersonale.

Se le persono leggono in termini di amore, o mancan-za di amore, ogni interazione nell’ambito dell’azienda di famiglia, non si potrà giungere mai ad una sensata ricomposizione delle diversità, dei conflitti, delle ferite. L’amore resta comunque “un’altra cosa”, pertanto non può essere usato come ipotesi di lavoro per promuo-vere una riconciliazione. La famiglia ha una sua dimensione affettiva, sociale ed economica. Nell’impresa di famiglia ( ma anche in ogli matrimonio degno di tale nome) non si può igno-rare, sottovalutare o demonizzare l’aspetto economi-co, perché questo presuppone le condizioni in cui sviluppare al meglio una convivenza equilibrata e serena. La serenità è un atto di generosità nei con-fronti dell’altro e chi non è capace di darne è soprat-tutto un grande egocentrico. Spesso nelle aziende failiari ( e anche nelle famiglie cosiddette “disfunziona-li”) è proprio questa forma di inabilità alla vita serena, questo egocentrismo malato e onnivoro, che causa la distruzione di un progetto di successo. Lavorare con le famiglie e con le loro aziende, signifi-ca aiutare i singoli membri a trovare una loro dimen-sione di serenità e di equità anche al di fuori dei più scontati, normali o conflittuali, rapporti interfamiliari. Questo può passare anche dalla formalizzazione di altri aspetti giuridici, come per esempio quelli proposti nei contributi sul Trust e nell’attenta disamina del rispetto delle norme proposta nella parte dedicata all’antiriciclaggio. L’intento di questo libro è proprio questo: fornire spun-ti di riflessione e strumenti di riconciliazione ai profes-sionisti, o ai familiari stessi, coinvolti in dinamiche conflittuali, dovute spesso a un’ambivalente e confusa visione di ciò che l’impresa familiare dovrebbe rap-presentare. Laddove una convivenza basata sul ri-spetto di ruoli e volta alla tutela di interessi comuni non dovesse essere possibile, è comunque consiglia-bile decidere in vita cosa desideriamo avvenga nel momento in cui la lasceremo e come gestire l’eredità dei beni ai nostri successori, affinché questi beni non diventino divisivi e strumento di rivendicazini inutili e dannose per coloro che amiamo. Perché sì, certo, l’amore è anche una responsabilità, come il capitale che ci appartiene. Riuscire a trovare soluzini che integrino armoniosamente tali responsabilità e trovino un loro significato, al di là del ristretto personalismo che spesso rappresentano, è, a mio parere, un buon modo per vivere serenamente e donare serenità a chi verrà dopo di noi. Anna Zanardi Cappon, PhD

AUTORI:

ANNA ZANARDI CAPPON è psicologa, psicoterapeuta, executive coach e consulente strategico-organizzativa. Ha una profonda conoscenza delle pratiche di riconciliazione dei conflitti all’interno delle imprese familiari. DENIS TORRI è presidente Refidest e fiscalista di livello internazionale. Inoltre è direttore

di Fides Trust Company Roma e segretario generale I.C.A. Network. SERGIO MARIA BATTAGLIA ha una lunga esperienza nella consulenza legale in ambito bancario e finanziario. È segretario generale di UNIMPRESA e vice presidente del Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo.