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scie~ ASINOCHINON LEGGE 1# ~ ~ --.-- MATEMATICA PER MAMMEEPAPA (SALANI) SPIEGA I NUOVI METODI DIDATTICI DELLESCUOLE ELEMENTARI EMEDIE. NELLAPAGINAACCANTO. TREESEMPI TRAITI DALLIBRO jII ,;; ? Matematica ~>AMMt PAP'6. -.-.- --- COMPill , EPAPA AIUTANO I FIGLI. MA LORO CHI LI MUTA? '",./ ~. ~ QUALCHEADULTOODIALAMATEMATICA, OPPURE LATROVACAMBIATA. EPOICISONOLEALTRE MATERIE", COMEDAREUNA MANOAIRAGAZZI? ECCOCHECOSACONSIGLIANOMANUALIEPSICOLOGI di GIULIANO ALUFFI P apà, tu che sei bravo, mi aiuti a fare i compiti di matematica?» chiede il pargolo, e il soprac- « ciglio del genitore si inarca inorgoglito. «Hmmm sì, diamo un'occhiata...». Ma alla prima prova del nove vengono i sudori freddi. «Ehm, com'è che si faceva? Mettiamo questo numero qui... o era lì?» Troppo tardi: quegli occhi che poco pri- ma rilucevano di anunirazione e speranza, ora esprimono solo un'imbarazzante disistima: «Ma allora non sei più bravo di un ragazzino di quinta!» sbotta il figlio, istigato da una assidua vi- sione del telequiz sul canale Cielo con Riccardo Rossi. TIpro- blema della fatica scolastica dei genitori è serio, soprattutto in Italia dove, dati Ocse, la quantità di impegno extrascolastico degli alunni è di 10,5 ore a settimana, il doppio della media mondiale. D'altro canto i compiti servono: «Consentono di au- tomatizzare le conoscenze, cosa impossibile da fare in classe» ~ dice Dario Ianes, docente di pedagogia all'Università di Bolza- ~ no. «Inoltre offrono la possibilità di esplorare materiali diversi ~ dal libro di testo». E poi creano un'occasione per interagire e ~ dialogare coi propri figli in modo più ricco e coinvolgenteri- ~ spetto alle altre attività domestiche. A patto di sapersi ~~ ~ 100 . --"'0'0 ". "._....-. ... ~ I I I .... "" :;I -

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Papà, tu che sei bravo, mi aiuti a fare i compitidi matematica?» chiede il pargolo, e il soprac-

« ciglio del genitore si inarca inorgoglito.«Hmmm sì, diamo un'occhiata...». Ma allaprima prova del nove vengono i sudori freddi.«Ehm, com'è che si faceva? Mettiamo questo

numero qui... o era lì?» Troppo tardi: quegli occhi che poco pri-ma rilucevano di anunirazione e speranza, ora esprimono soloun'imbarazzante disistima: «Ma allora non sei più bravo di unragazzino di quinta!» sbotta il figlio, istigato da una assidua vi-sione del telequiz sul canale Cielo con Riccardo Rossi. TIpro-blema della fatica scolastica dei genitori è serio, soprattutto inItalia dove, dati Ocse, la quantità di impegno extrascolasticodegli alunni è di 10,5 ore a settimana, il doppio della mediamondiale. D'altro canto i compiti servono: «Consentono di au-

tomatizzare le conoscenze, cosa impossibile da fare in classe» ~dice Dario Ianes, docente di pedagogia all'Università di Bolza- ~no. «Inoltre offrono la possibilità di esplorare materiali diversi ~dal libro di testo». E poi creano un'occasione per interagire e ~dialogarecoi propri figli in modo più ricco e coinvolgenteri- ~

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LALINEADEINUMERIPERMETTEDITROVAREILRISULTATODIUN'ADDIZIONEFISSANDOUNPUNTOSULLALINEACORRISPONDENTEALPRIMOADDENDOESPOSTANDOSIA DESTRADITANTEUNITÀQUANTESONOQUELLECHECOMPONGONOILSECONDOADDENDO(COSìSIEVIDENZIAALBAMBINOCHEPERSOMMAREQUATTROCARAMELLEACINQUECARAMELLENONCÈBISOGNODICONTARLETUTTE,MABASTAPARTIREDACINQUEESPOSTARSIDIQUATTROPOSIZIONIINAVANTI).PERLESOTTRAZIONIBASTAINVECESPOSTARSINELVERSOOPPOSTO

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2) LA SCOMPOSIZIONEVoi scrivereste:

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Un bambino scriverà:

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600 + 130 + 11= 741UNMODOPERRENDEREPiÙVELOCILEADDIZIONIINCOLONNAÈQUELLODISCOMPORREGLIADDENDIINCENTINAIA,DECINE.UNITÀETRASFORMAREL'ADDIZIONEINUNASERIEDIADDIZIONIPiÙSEMPLICI

3) LA GRIGLIA30

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UNAMOLTIPLICAZIONECOME24X36PUÒESSEREEFFETTUATADISEGNANDOUNAGRIGLIADOVELEDECINEELEUNITÀSONOSUCOLONNEERIGHEDIVERSE.così DASCOMPORREUNCALCOLO

COMPLESSOINUNASOMMADICALCOLIPiÙSEMPLICIDAFAREA MENTE.(RISULTATO:

600+120+120+24= 864)

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sci~O CHINONLEGGE

districare tra le materie, però.Sono quindi benvenuti manuali come

Matematica per mamme e papà (Salani,pp. 332, euro 14,90), testo con cui gli in-glesi Mike Askew e Rob Eastaway soc-corrono i genitori in panne. Che sonotanti: un sondaggio effettuatoquest'anno del ministero del-l'istruzione inglese su duemi-la famiglie di vario livello so-ciale rivela che 1'83per centodei genitori di bambini da no-ve a tredici anni si trova indifficoltà di fronte ai compiti.Gli ostacoli più duri: matema-tica (37 per cento) e scienze(27). «Da un lato le nozionidegli adulti sono arruggiIÙte, gli incubidei genitori delle scuole primarie sono ladivisione, le frazioIÙ e la scomposizionein fattori» spiega Eastaway. «Dall'altroanche chi ricorda qualcosa si trovaspiazzato perché è cambiato il modo di

insegnare l'aritmetica. Una volta si me~morizzavano e applicavano algoritmisenza ragionare troppo sul come e per~ché funzionassero,e si dava importanzaal calcoloscritto scoraggiandol'uso del-le calcolatrici a scuola.Oggiinvece l'en-

fasi è sull'insegnare ai ragaz-zi metodi di cui possano capi-re il funzionamento, per im-padroIÙrsenee riadattarli se-condo una propria strategia,e scorciatoie mentali per evi-tare calcoliinutili. Per esem-pio, di fronte alla somma3.998 + 4.997,invece di met-~ te re in colonna si possonotrasformare gli addendi in

4.000 + 5.000, semplificando il calcolo, epoi basta ricordarsi di togliere 2+3=5per arrivare a 8.995»>.

Poco avvezzi a scorciatoie del pensie-ro, e armati delle vecchie formulettemandate a memoria, i geIÙtori sono oggi

La calcolatricenon è più tabùp.ercheoggiSIpreferISconostra~ee scorciatoieai calcoliinutili UN METODODIFFUSOININGHILTERRA:FARECOMPITIINGA

alle prese con un'educazione logico-ma-tematica che punta sempre di più sull'in-tuizione e sulle capacità di ipotesi, dedu-zione, controllo e verifica. Un bel passoavanti nella didattica, ma come non capi-re il loro spaesamento?

Un'altra tendenza formativa che può

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DICINQUEOSEI,CONUNSOLOGENITORE.A TURNO

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rendere obsoleto l'apporto degli over 40è il maggiore coinvolgimento dei sensi inciò che si apprende, secondo la teoriadelle intelligenze multiple di Gardner. Unesempio è l'insegnamento dell'ingleseutilizzando le mani per ricordare le rego-le (la «s» della terza persona è un ser-pentello fatto col pollice, per esempio). TImetodo HandMade English (www.han-dmadeengli$h.wordpress.rom),ideato dalle Ildocenti Anna Piermattei e Paola Reggiodi Roma (oggi alle scuole Nitti e Alfieri),vincitrici del premio europeo Label2009, ha l'obiettivo di mettere gli studen-ti delle medie in condizione di fare un di-

scorso in inglese usando tutti i tempi deiverbi in due mesi invece che in tre annidi studio. In questo caso è impossibilefarsi aiutare dai genitori, a meno che nonvadano online a imparare come gestico-lare. E infatti il metodo prevede che glistudenti più bravi facciano da tutor aglialtri. Ma si tratta di una felice eccezione:i sistemi che puntano sulla collaborazio-ne tra studenti non sono la norma. E cosìil lavoro pesante tocca sempre al genito-re: oltre a matematica e inglese, acquat-tate nella cartella attendono le materieorali, con il temutissimo momento del«ripasso», in cui il genitore non sa maicosa dovrebbero esattamente sapere i fi-gli per prendere un buon voto. E infattiPhilippe Meirieu, già direttore dell'Insti-tut National de Recherche Pédagogiquefrancese, dice che il ripasso migliore nonè quello in cui si ripete pedissequamenteil libro, ma quello in cui si ricostruisce laconoscenza: si parte dalle nozioni acqui-

26 NOVEMBRE 2010

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SETTE SOLUZIONIPER UN PROBLEMA

1. Èmeglio non dire al bambino «Ero una schiappa in matematica», quasivantandosene: così si rinforza l'idea che lo studio non serva a diventare in gamba.

2. Quando il figlio dà una risposta sbagliata, il genitore deve resistere alla

tentazione di correggerlo subito. Deve invece chiedergli di spiegare come è arrivatoa quella risposta, e poi guidarlo verso ilprocesso che porta alla risposta corretta.

3. Non capisco quanti soldi mi servano per le vacanze, mi dai una mano?«I genitori possono creare occasioni per coinvolgere ifigli nella soluzione di problemi»spiega Pietro lucisano, docente di psicologia alla Sapienza «Così ilbambino si senteapprezzato e al tempo stesso si rende conto dell'utilità pratica dello studio».

4. Ilgenitore dovrebbe lodare non il risultato, ma l'impegno. «Il bambino devecapire che la chiave per raggiungere i risultati è !'impegno» spiega Franco Frabboni,docente di pedagogia all'Università di Bologna. «Chi loda il figlio per i risultatilo porta a convincersi, di fronte al primo risultato negativo, di non essere bravo».

5. la partecipazione delgenitore deve evolversi nel tempo. «Nei primi anni di

scuola deve essere soprattutto affettiva» spiega Dario lanes, docente di pedagogiaall'Università di Bolzano ,«ma poi col tempo l'attenzione si deve spostare versoaspetti di tipo organizzativo e gestionale, per rendere ilfiglio autonomo»,

6.Mai fingere di sapere tutto: meglio mettersi alla pari col figlio e scoprire

quanto può essere interessante una materia (procurando materiali stimolanti comevideo, illustrazioni).

7. Scuola e famiglia dovrebbero rimanere dimensioni separate: il bambinonon deve avere la sensazione di trovarsi in una morsa di adulti coalizzati contro di lui.

TIgenitorenon devemai essereun secondoinsegnante,ma PIUttostoun motivatore

site per riclassificarle, rielaborarle in for-ma diversa, magari preparando schede.Per i più giovani si può adottare un ap-proccio più ludico che punta su un diver-tente cambio di ruolo: «Leggi il capitolo,poi chiudi il libro e spiega a tua sorellacome se fossi tu il maestro...».

«TIgenitore può essere unorganizzatore, un motivato-re» dice Paola Milani, docentedi pedagogia della famiglia al-l'Università di Padova, «e nondovrebbe porsi come un se-condo (e spesso inadeguato)insegnante», E soprattuttodeve parlare molto con i figli:«Non solo per ragioni affetti-ve, ma perché parlando con i ragazzi listimoliamo a produrre risposte che sia-no di una qualche complessità linguisticae vinciamo la logica comunicativa al ri-basso che arriva loro dalla televisione odai coetanei. TIgenitore non è un mae-stro di linguaggio, ma uno stimolo alla

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produzione di linguaggio» commenta Be-nedetto Vertecchi, docente di pedagogiasperimentale all'Università di Roma Tre.

E chi non ha tempo per i compiti? «InInghilterra i genitori si accordano perassistere a rotazione i figli in gruppetti

di cinque o sei per volta»spiega Vertecchi. «In questomodo anche genitori impe-gnati riescono a dare qualco-sa agli altri e il bambino nonè ostaggio di una sola cam-pana, ma stabilisce un rap-porto con più adulti con sen-

, r sibilitàdiverse».Sepoima-~ nuali per quarantenni e

gruppi di auto-aiuto non ba-stassero, si può sempre tornare a scuo-la: a Miami, Philadelphia e Boston leParent Academy accolgonoda qualcheanno migliaiadi genitori per un ritornoal... futuro anteriore (e anche al trapas-sato prossimo).

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GIULIANO ALUFFI

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