TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE PER LE AZIENDE
E le tecnologie?
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E le “tecnologie”?
Marco Guastavigna, Roma
17 giugno 2009
Seminario di Proteo Fare Sapere
L’importanza delle TIC
obiettivo di rilevanti investimenti; veicolo di innovazione della didattica e
della comunicazione scolastica; luogo di ridefinizione dei profili
professionali; oggetto di formazione; argomento di innumerevoli iniziative di
dibattito (seminari, convegni), anche a livello internazionale.
Pars destruens
Investimenti
piani di investimento scoordinati, frammentari e addirittura contradditori tra di loro;
finanziamento di iniziative non ripetibili, con costi di start-up troppo elevati per una loro estensione a tutta l’istituzione scuola;
rincorsa della novità per la novità;
inoculazione di una concorrenzialità surrettizia tra le unità scolastiche;
inoculazione nelle unità scolastiche periferiche e poco dinamiche del senso di obsolescenza ineluttabile;
mancata verifica dell’efficacia delle scelte fatte e dei finanziamenti effettivamente erogati.
Didattica
oscillazione tra insegnamento delle tecnologie e apprendimento con gli strumenti digitali;
indicazione di intenzioni formative senza verifica del raggiungimento degli obiettivi dichiarati;
focalizzazione sull’uso degli strumenti tecnologici senza riflessione specifica sui campi di conoscenza;
prospettiva totalizzante e olistica, senza un vero livello analitico, che scomponesse e valutasse pedagogicamente i singoli ambienti e le singole funzioni;
Formazione - 1
piani faraonici;
centratura fideistica sulle piattaforme di formazione a distanza;
definizione di figure dai profili professionali vaghi e poco convincenti (in particolare gli e-tutor);
presupposti teorici contradditori;
produzione di materiali raffazzonati e raccogliticci, senza veri progetti culturali e piani redazionali;
costruzione (per ragioni legate agli organigrammi e alle rendite di posizione) di filiere di produzione tali da separare gli autori culturali e gli autori tecnici, delle interfacce comunicative rivolte ai formandi
Formazione - 2 oggetti feticcio (dalle reti didattiche alle LIM);
costruzione di figure specialistiche troppo spesso basate sulle pratiche empiriche senza attenzione vera agli aspetti psicopedagogici, tutti assegnati in modo fideistico alla “natura” delle tecnologie;
mitologie (dagli ipertesti, alla rete, ai learning objects, al web 2.0), senza autentica riflessione e vero consolidament epistemologico;
selezione poco trasparente dei formatori;
investimento spreco (Digiscuola, Poseidon, Pon Educazione linguistica e Matematica, Apprendere in rete);
ritualità ciclica di convegni, seminari, iniziative, sull’onda della “novità”;
Monitoraggi sulle pratiche e non sui risultati
Pars costruens
Piani di investimento dotare le scuole di strumentazioni tecnologiche
adeguate ad un uso esteso ed intenso (tutte le classi, tutti i campi di conoscenza, in misura significativa) è possibile? Quale contributo è possibile chiedere alle famiglie (netbook, rich internet);
definire uno standard minimo qualificato, cessando investimenti “sperimentali” con fughe in avanti;
tavolo di tutti i soggetti istituzionali, privati, “benefici” che possono essere coinvolti;
valorizzazione dell’opensource;
al momento dell’enunciazione delle intenzioni correlate agli investimenti previsti prevedere anche le possibili difficoltà;
progettare solo attività effettivamente ripetibili ed estendibili a tutte le situazioni.
Didattica - 1 restituire alle autonomie scolastiche il ruolo di
progettazione;
abbandonare le retoriche di scenario fantascolastico (digital natives, school 2.0, openschool e così via); servono solo a produrre convegni e pubblicazioni, ma non a generare attività formative fattibili e replicabili;
puntare sulle valenze operative e cognitive già riconosciute alle tic (flessibilità; dinamicità; incremento dell’apertura reticolare della conoscenza; il mondo sulla porta di scuola; confronto e collaborazione;
decentramento comunicativo), cessando ogni aspirazione addestrativa; puntare piuttosto sulla convergenza operativa e cognitiva dei sistemi operativi e delle piattaforme;
Didattica – 2 Definire obiettivi formativi e verificarne davvero
il raggiungimento;
Definire protocolli di sperimentazione rigorosi, con gruppi di controllo;
Pubblicare i risultati delle sperimentazioni, compresi i punti critici, le difficoltà;
Investire sulla produzione di materiali didattici da parte di specialisti dei campi di conoscenza, in modo cross mediale;
Inserire tema della legalità, dei diritti d’autore, dell’opencontent, della cultura aperta come valore collettivo e non come saccheggio individuale, dell’opensource.
Formazione - 1
Costruzione di profili intellettuali aperti e dinamici, non di profili professionali e predefiniti;
Puntare sulla formazione di una mentalità esplorativa, sull’applicazione del life long learning come condizione necessaria e imprescindibile, oltre che sufficiente;
Puntare sugli aspetti inclusivi e generali delle pratiche e non sui livelli specialistici;
Formazione - 2 Valorizzare opensource, opencontent, web 2.0 inteso
come messa in discussione del modello specialistico e parabroadcasting;
Valorizzare l’authoring cross mediale; abbandonare le filiere di produzione attuali;
Separare manutenzione da impostazione dell’attività didattica;
I manutentori non decidono gli assetti dei laboratori;
Indagare sugli assetti scolastici davvero funzionali; cessare ogni scimmiottamento delle strutture aziendali.
Certificazione delle competenze dei formatori
Costruire un’anagrafe delle persone che hanno fatto formazione;
Definire un modello di curriculum;
[graduatorie regionali LIM].