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Vivere la Pasqua con i bambini I QUATTORDICESIMA SCHEDA L EDUCAZIONE RELIGIOSA DEI BAMBINI PICCOLI

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Vivere la Pasqua con i bambini

Iquattordicesima scheda

l’educazione religiosa dei bambini piccoli

Illustrazioni di: stefania Lanni

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La Pasqua è certamente la più grande festa cristiana. in essa riviviamo il mistero centrale della nostra fede (morte e risurrezione di cristo), da cui tutta la vita prende luce e significato. Nella setti-mana santa ci sono le più belle liturgie dell’anno, che iniziano con la domenica delle Palme e culminano nell’emozionante veglia della notte di sabato. e c’è un lungo periodo di preparazione: la quare-sima. eppure di questa festa ai bambini arriva ben poco. il Natale al confronto è molto più ricco di segni e di simboli (il presepio, il calendario e la corona dell’avvento…).

Fino ad alcuni decenni fa non era così. esistevano tradizioni ve-nate di un certo folklore, che il concilio Vaticano ii ha giustamente eliminato, attraverso le quali passavano però messaggi capaci di raggiungere i piccoli. Pensiamo solo alla visita ai « sepolcri », alla copertura di tutte le immagini nelle chiese, allo sciogliersi della campane a mezzogiorno del sabato santo, quando nelle famiglie ci si fermava un momento per fare il segno della croce e per una pre-ghiera. queste tradizioni, ed altre ancora, trasmettevano ai bambini in maniera viva qualcosa di essenziale della Pasqua: il dolore e lo sconcerto per la morte di Gesù, la grande gioia per la sua risurrezio-ne, il senso della speranza per una vita piena che non avrà mai fine.

oggi di tali pratiche religiose non c’è più traccia e – tra i cristiani più avvertiti – neanche il rimpianto, considerando l’avvenuto recu-pero di una liturgia più autentica e la spinta a vivere la Pasqua in una dimensione più interiore. ma per i bambini è rimasto ben poco di ciò che proveniva in maniera naturale dall’ambiente circostante. ora i

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segni della Pasqua che li raggiungono sono soltanto quelli del consu-mismo: le uova di cioccolata, il dolce della colomba, certe abitudini alimentari come l’agnello per il pranzo di Pasqua. anche il loro significato originario si è perduto: ormai vengono percepiti quasi esclusivamente come prodotti tipici di una certa stagione dell’anno.

4 Far scoprire il senso della Pasqua

in questa situazione tocca alla famiglia, tocca ai genitori trovare i modi perché i bambini possano cogliere il senso della Pasqua. o se ne fanno carico loro, oppure ai piccoli giungerà poco o niente di questa grande festa cristiana. ma cosa si può fare?

in questa scheda forniamo una serie di suggerimenti. Possono essere utilizzati sia nel primo anno di vita che successivamente. Va-rierà il tipo di coinvolgimento. Per i bambini più piccoli ci si affiderà soprattutto alla visione degli oggetti e alle parole dei genitori che l’accompagnano (soprattutto della mamma), cioè al dialogo familia-re di cui non bisogna mai dimenticare l’importanza (i piccoli hanno antenne per comprendere molto più sensibili di quanto noi immagi-niamo). Per quelli più grandicelli (specie dopo i due anni) si possono prevedere progressivi livelli di partecipazione alle cose da fare.

un elemento deve essere chiaro: a questa età non è ancora pos-sibile trasmettere il senso profondo del mistero cristiano: i bambini non posseggono ancora le capacità per percepirlo nella sua interezza. solo superati i 3 anni, e dopo che avranno conosciuto la figura di Gesù Buon Pastore che ama le sue pecorelle e dà la vita per loro, sarà possibile un approccio significativo. Prima però è importante avvicinare i piccoli agli aspetti della festa che sono in grado di far propri, anche se in maniera frammentata. se avranno fatto queste

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esperienze, poi – quando arriverà il momento giusto – sarà tanto più ricca la scoperta della Pasqua che saranno in grado di fare.

4 Le Palme benedette

una ricorrenza legata alla Pasqua da cui si può partire è la do-menica delle Palme. il ramoscello di ulivo che si riceve in chiesa e che poi trova in genere posto dietro un’immagine religiosa (segno della pace e dell’amore di cristo che desideriamo circoli nelle nostre case), costituisce un elemento interessante per avvicinare i bambini ad alcuni messaggi significativi. in un momento in cui il piccolo (a partire dai 6 mesi, ma talvolta anche prima) è sveglio e ricettivo, gli si può parlare con parole di questo tipo, mostrandogli il ramoscello d’ulivo:

« Giulia, ti ricordi di questo ramoscello di ulivo? Lo abbiamo preso l’altro giorno in chiesa perché era la domenica delle Palme. Guarda quant’è bello, quante foglie ha! sono foglie che rimangono sempre verdi, sai? ci siamo portati a casa questo ramoscello perché ci ricorda cose molto belle: la pace e l’amore che Gesù ha portato tra noi e di cui abbiamo tanto bisogno. quel giorno a Gerusalemme la gente aveva capito quanto Gesù fosse buono e quanto il suo messag-gio fosse bello e importante. Per questo gli fecero fe-sta, sventolando i loro ramoscelli. così, guarda, come faccio io... e siccome noi desideria-mo tanto che quella pace e quell’amo-re siano sempre nella nostra casa, adesso mamma sistema que-sto ramoscello in un punto dove tutti potremo sempre vederlo. e

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mentre lo sistemo rivolgo a dio una preghiera: “signore, io, papà, Giulia e … ti ringraziamo tanto di averci mandato Gesù. Fa’ che la pace e l’amore che ci ha portato siano sempre tra le mura di questa casa. amen” ».

ogni tanto, nel corso dell’anno, si potrà tornare sull’argomento facendo notare come il ramoscello si sia mantenuto verde, e legan-dolo a Gesù e all’amore che ci porta.

4 L’albero di Pasqua

La tradizione dell’albero di Natale può essere recuperata anche a Pasqua. stavolta non sarà l’abete (pianta che ricorda l’inverno e la neve), ma possibilmente un ramo di mandorlo (la cui fioritura segnala la primavera) sistemato in un vaso, sul quale verranno appesi una serie di segni della Pasqua (pesci, colombe, campane, uova, angeli…) realizzati in cartoncino o con altri materiali semplici. a partire dai 2 anni – ma soprattutto dopo i 3 – gli stessi bambini potranno essere coinvolti nella creazione di questi piccoli oggetti.

importante sarà spiegare con parole semplici il loro significato simbolico. in fondo al libretto si trovano alcuni di questi simboli, che potranno essere fotocopiati, incollati su cartoncino, ritagliati, colorati dai bambini e poi appesi all’albero. in famiglia potranno esserne fatti altri, con spunti e formati diversi. ecco alcuni spunti per le spiegazioni da dare.

* Campane. adesso nel nostro albero mettiamo anche le campa-ne. sai perché? Perché a mezzanotte di sabato santo le campane di tutte le chiese del mondo, che per tre giorni erano rimaste in silenzio, cominceranno a suonare per dare a tutti la grande notizia: Gesù è

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risorto! Gesù è risorto! ha vinto la morte! Facciamo festa! La gioia sia sempre tra noi! così, quando guar-deremo queste campane, nei nostri cuori sentiremo un po’ della loro gioia, della loro allegria!

* Pesci. questi pesciolini ci ricordano Ge-sù e il suo amore per noi. infatti in greco, la lingua più parlata al suo tempo, le ini-ziali di questa parola (icthis) vogliono dire Gesù Cristo Salvatore Figlio di Dio. così i primi cristiani disegnando un pesciolino indicavano la loro fede in Gesù. anche noi oggi facciamo la stessa cosa appendendo questi pesciolini sull’albero.

* Colombe. La colomba è un uccello molto presente nei nostri cieli. il suo volo è bello

ed elegante. La mettiamo sul nostro albero di Pasqua perché ci ricorda due cose

importanti. La prima è quella grande forza d’amore di dio che chiamiamo spirito santo, la stessa che ha fatto

risuscitare Gesù dopo la sua morte in croce. La seconda è la pace, il volerci sem-

pre bene: uno dei grandi doni che Gesù ci ha dato e che desideriamo sia sempre presente tra noi.

* Uova. ora è arrivato il momento delle uova. anche loro trove-ranno posto sull’albero di Pasqua. Le mettiamo perché sono il segno della vita che sempre nasce in mezzo a noi. dalle uova nascono i pulcini e tutte le creature. c’è inoltre una cosa che non devi mai

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dimenticare: la vita che ci ha portato Gesù con la sua risurrezione è una vita eterna, che non finisce mai! ed è una vita che trascorreremo nella gioia. È come un grande girotondo! Guarda: lo faccio con il dito intorno a questo uovo, un girotondo che continua per sem-pre (far girare diverse volte il dito intorno all’uovo).

* Angeli. « e gli angeli? », mi dirai tu. È vero, non dobbiamo dimenticare gli angeli! Furono infatti due angeli che diedero la stra-ordinaria notizia della risurrezione di Gesù.

egli era morto in croce, condannato dalla cattiveria degli uomini benché fosse un uomo

buono e giusto. ma dio attraverso la sua grande forza d’amore, lo spirito santo, l’ha risuscitato. questi due angeli, vedendo alcune donne che andavano alla tomba dove Gesù era stato sepolto, dissero loro: « Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto ». mai notizia più bella era stata data a qualcuno! La diedero quei due angeli. Per questo mettiamo anche gli

angeli nel nostro albero di Pasqua.

* Parole pasquali scritte in ebraico. adesso prepariamo una cosa bella e molto particolare da mettere ancora sull’albero di Pasqua: tre parole ebraiche usate spesso in questo periodo: osanna, alleluia e shalom. Le scriveremo su un cartoncino colorato con i caratteri nella lingua parlata da Gesù che era proprio l’ebraico. Prima però ti spiego il loro significato:

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Osanna vuol dire « evviva! », un’esclamazione di gioia, di esul-tanza.

Alleluia vuol dire « lode al signore », al nostro dio.Shalom vuol dire « pace ».tre parole che esprimono il significato più profondo della Pasqua.

* Cero pasquale. c’è un’altra cosa bella e importante da prepara-

re: il cero pasquale. sai cos’è? È quella grande candela che a Pasqua viene messa davanti l’altare della chiesa (e che resterà in chiesa fino alla Pasqua successiva), con alcune cose importanti incise sopra (preparare su cartoncino). sopra c’è disegnato in piccolo un cero pasquale, che tu poi colorerai. Vedi, nel cero ci sono due lettere: una in alto e una in basso. sono la prima (alfa) e l’ultima (omega) lettera dell’alfabeto greco, la lingua in cui sono stati scritti i Vangeli. tra

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queste due lettere c’è una croce con dentro i numeri del nostro anno... La croce ci ricorda Gesù morto e risorto. messe insieme tutte queste cose vogliono dire che Gesù è l’inizio (prima lette-ra dell’alfabeto greco) e la fine (ultima lettera) di tutte le cose. e che lui ci accompagna ogni anno, ogni giorno della nostra vita. il cero pasquale ci ricorda dunque Gesù risorto, sempre vicino con amore a tutti gli uo-mini di tutti i tempi.

* Espressioni pasquali. ci sono delle espressioni molto belle della Bibbia, il Grande Libro che parla di dio e di Gesù, che si riferiscono alla Pasqua. Per esempio: « Gesù è risorto! », « Gesù non è qui, è risorto! », « il signore ha sconfitto la morte ». adesso le scrivo su un cartoncino, poi tu le colori e alla fine le appendiamo al nostro albero…

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* Altre cose che possono trovare posto sull’albero. Per rendere ancora più ricco e significativo l’albero di Pasqua ci sono oggetti che è facile trovare in commercio: uova di plastica o in polistirolo (già colorate o da colorare), colombe e altri uccellini… daranno all’albero un carattere ancora più particolare, ricco e vivace.

4 Il compito dei genitori

Naturalmente quella che abbiamo dato è solo una traccia: sa-ranno le madri e i padri a trovare le parole, i gesti, le espressioni giuste in rapporto ai loro figli, tenendo conto di tanti fattori (a partire dall’età) che solo loro conoscono bene. ciò che è importante – lo ripetiamo – è non avere la preoccupazione che i bambini compren-dano in pieno i messaggi che gli diamo. questa preoccupazione alla

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fine può inibire o rendere meno spontanea ed efficace la comunica-zione. il momento della comprensione globale verrà dopo. adesso i piccoli debbono cogliere dalla viva voce dei genitori qualcosa di importante che viene dai loro cuori e che desiderano trasmettere con molto affetto ai propri figli.

4 Biscotti e dolcetti con i simboli della Pasqua

un altro modo simpatico per introdurre i bambini ai simboli della Pasqua è quello di preparare con loro dei biscotti di pasta frolla usando « formine » metalliche (o di plastica). in genere è un’atti-vità che piace molto ai piccoli perché li mette in grado di lavorare direttamente e poi di gustare i frutti del loro impegno. È altresì l’occasione per un forte interscambio con i genitori, all’interno del quale troveranno posto le spiegazioni dei simboli pasquali, le stesse di cui si è parlato a proposito dell’albero di Pasqua.

Come si procede � . si stende la pasta frolla su una superficie piana. con le « formine » (si trovano nei migliori negozi di casalinghi e di ferramenta) si ricavano le forme di biscotto corrisponden-ti. queste troveranno poi posto – per la cottura – in una teglia ricoperta con carta da forno.

Altri dolcetti � possono essere fatti con altri impasti (ad esempio quelli per le torte e i ciambelloni, o il pandispagna) e facendo uso di contenitori di diverso tipo (le forme in genere sono le stesse di cui abbiamo parlato sopra). il risultato finale è sempre buono, sia per la forma che per il sapore di questi dolcetti.

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4 Preparazione delle uova

È questa un’attività che piace molto ai bambini: preparare le uova (colorate o istoriate) che troveranno posto sulla mensa nel giorno di Pasqua. Le tecniche sono diverse. si può far uso di coloranti per alimenti da aggiungere all’acqua in cui saranno poi immerse le uova (sode). si può, in alternativa, far ricorso a decalcomanie (è facile trovarne in commercio) da attaccare alle uova (sempre sode). entrambe andranno poi conservate in frigorifero per il pranzo di Pasqua. i bambini più grandicelli verranno coinvolti nei modi op-portuni. importante che si sentano protagonisti di questa attività che prepara la festa. Naturalmente nel momento adatto andrà ricordato il significato dell’uovo come simbolo pasquale (vedi sopra).

4 I chicchi di grano, simbolo della morte di Gesù

come portare il bambino (specie verso i 4-5 anni) a capire il significato della morte di Gesù? una strada particolarmente coinvol-gente – anche perché si presta a un’esperienza diretta – ce la offre Gesù stesso nel Vangelo di Giovanni (Gv 12,24), quando parla del chicco di grano che solo se penetra nella terra e muore, produce molto frutto. ecco le sue parole: « in verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto ».

È una delle parabole più brevi del Vangelo, ma anche tra le più intense perché partendo da un fenomeno della natura che tutti possono osservare, introduce a una verità importante: donando noi stessi produciamo vita in maniera abbondante. seguendo questo pensiero e l’immagine del seme, il sacrificio di Gesù assume il suo significato più profondo. ma ai bambini, più che con le parole, il

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messaggio potrà arrivare vivendo personalmente questa piccola esperienza.

Come procedere � . in genere i bambini arrivati a questa età sanno della morte di Gesù (altrimenti si aspetti l’anno successivo). si può dunque parlare loro in maniera semplice con parole di questo tipo. « Gesù un giorno per spiegare ai discepoli il perché della sua morte ha fatto un esempio raccontando una parabola. Leggiamola sul Vangelo »... anche se si tratta di un solo versetto, è opportuno leggere dalla Bibbia (le spiegazioni verranno dopo), per dare solennità al momento e far capire al piccolo l’impor-tanza delle sacre scritture. anche perché egli è in grado di comprendere questi brani semplici più di quanto si creda. si può iniziare come nella liturgia: « dal Vangelo secondo Giovanni », facendo il triplice segno della croce sulla fronte, sulla bocca e sul cuore. dopo la lettura si passa ad approfondire la parabola con il piccolo in maniera semplice e in forma di dialogo, con parole conclusive simili a quelle che seguono:« il seme – ha detto Gesù – non è fatto per rimanere solo, ma per essere messo sotto terra. È vero che così sembra essere finito, morto. ma è necessario che ciò accada, che le sostanze di cui è fatto si disperdano nel terreno, che ci sia questa trasformazione: solo così nasceranno fiori e frutti in abbondanza ». alla fine può arrivare la proposta: « che ne dici se adesso proviamo a sperimentare direttamente le cose dette da Gesù?... ».

L’esperienza diretta � . si prende un vaso riempito di terra e si invita il bambino a gettarci sopra un po’ di chicchi di grano, e poi a spingerli in profondità, uno per uno, con una matita (o un bastoncino). si prosegue quindi con parole simili: « adesso i semi sono dentro la terra e cominceranno a morire… Noi ogni giorno

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innaffieremo questa piantina e tra qualche settimana vedremo germogliare da essa qualcosa di molto bello, come aveva detto Gesù… ». il bambino in genere segue ogni momento con grande attenzione e quando – dopo qualche tempo – vede spuntare, e poi crescere, i primi germogli, prova una grande meraviglia. sarà la volta di ricordargli che tutto proviene da quei semini messi nella terra, scomparsi, « morti », ma che alla fine hanno prodotto una cosa meravigliosa. Lo stesso, anzi molto, molto di più ha fatto Gesù per tutti noi con la sua morte… così le parole di Gesù possono penetrare a fondo nel cuore del piccolo.

4 Il venerdì santo

Per i bambini che hanno raggiunto i 3 anni si può fare qualcosa anche per il venerdì santo. innanzi tutto sarà opportuno dire loro che quel giorno mamma e papà faranno digiuno, spie-gandone il significato: « Nella giornata in cui ricordiamo la morte di Gesù sulla croce per tutti noi, con questa piccola rinuncia vogliamo dimostrare che gli siamo vicino e al tempo stesso che ci sforziamo di fare qualcosa per il bene degli altri, di chi ha più bisogno. i soldi così risparmiati li daremo in parrocchia per i poveri ».

se poi si riuscirà a trovare un momento adatto, specie la mattina o la sera, si potrà spiegare, in maniera breve e sobria, il senso della

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giornata. Le parole potrebbero essere di questo tipo (ma, come al solito, dovranno essere i genitori a trovare quelle giuste per i loro bambini):

« oggi ricordiamo il momento più triste della vita di Gesù: quan-do muore in croce, egli che era un uomo profondamente buono, inno-cente e giusto. siamo tristi al ricordo delle sue sofferenze e della sua morte, ma siamo anche pieni di speranza perché sappiamo che Gesù, tre giorni dopo la sua morte, risorgerà e darà a tutti una vita nuova che non finisce mai (è quello che festeggeremo a Pasqua, domenica prossima). il significato della sua morte lo aveva spiegato Gesù stes-so ai suoi amici più cari, gli apostoli, con l’esempio del seme… ».

4 La benedizione della mensa nel giorno di Pasqua

come abbiamo detto più volte, la più importante forma di edu-cazione religiosa per i bambini piccoli è vedere (fin dai primi mesi di vita) pregare i genitori e poi – pian piano – partecipare a questa preghiera. Le grandi feste offrono a tale proposito opportunità che non dovrebbero essere perse. Per la Pasqua il momento più propi-zio è la benedizione della mensa. a parte vi è stato consegnato un pieghevole con le indicazioni del caso e il testo della preghiera. ag-giungiamo che sarebbe bello mettere al centro della tavola l’albero di Pasqua, quando si è riusciti a realizzarlo.

4 Difficoltà

in fondo, a ben vedere, la difficoltà è una sola: non esistendo per la Pasqua tradizioni consolidate capaci di parlare ai bambini, la famiglia deve crearne di proprie. ciò presenta tutti gli inconve-

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nienti delle cose nuove, quando non è possibile far riferimento ad esperienze già note e soprattutto già vissute. ma al tempo stesso può trasformarsi in un’opportunità: quella di riscoprire dentro di noi il senso profondo della Pasqua. d’altra parte solo così le cose che faremo con i bambini acquisteranno la giusta dimensione. e trasmetteranno valori importanti per la vita cui si stanno aprendo. sarà inoltre il modo per iniziare una tradizione familiare da rinnovare negli anni che verranno.

4 Esperienze vissute

Quel pomeriggio di venerdì santo… era il pomeriggio di venerdì santo.

stavo a casa con alessandro (5 anni e mezzo) e con edoardo (2 anni e 8 mesi).

desideravo trovare il modo di far capir loro l’importanza di quella giornata e

anche la sua drammaticità. ma come? ho avuto un’intuizione e l’ho seguita.

Prima abbiamo visto un cartone animato in cassetta sulla passione, morte e

risurrezione di Gesù. Poi ho letto loro, fermandomi a ogni frase con brevi

commenti, il brano della passione preso da La mia prima Bibbia. alla fine Li

ho fatti un po’ parlare sull’argomento. alessandro mi ha chiesto: « ma perché

hanno ucciso Gesù? ». Le osservazioni di edoardo hanno invece seguito più

il filo delle emozioni: « Povero Gesù... lo hanno ucciso... ». a quel punto ho

proposto loro di fare un disegno. edoardo, aiutato un po’ da me, ha fatto

quel che ha potuto, ma con impegno e soddisfazione. alessandro invece si è

appartato e ha disegnato Gesù crocifisso con i due ladroni, il soldato romano

e maria ai piedi della croce. ma non si è fermato lì: ha sentito il bisogno di

rappresentare anche la risurrezione di Gesù con l’angelo e maria maddalena...

eravamo tutti e tre molto coinvolti nel rivivere la passione di Gesù in quel

pomeriggio di un venerdì santo che non dimenticherò (Francesca Man.).

Liturgia di Pasqua tra le mura domestiche. L’anno scorso la sera del sa-

bato santo in famiglia abbiamo vissuto – partendo da un piccolo spunto nato

dai bambini – un momento molto bello. era dopo cena. Le uova di Pasqua

troneggiavano in sala da pranzo in attesa di essere aperte il giorno dopo,

domenica di risurrezione. Paolo, il nostro secondogenito (3 anni da poco

compiuti), non resisteva all’idea di aprire subito quelle uova. e inizia così un

formidabile pressing, avvalendosi di tutti gli strumenti di persuasione che può

mettere in campo un bambino della sua età. anche il più grande, Francesco

(6 anni) lasciava chiaramente trapelare un analogo desiderio. io e alessandro

però non intendevamo capitolare: ci tenevamo a dare il vero senso della festa.

allora ci è venuto in mente di dar vita a una piccola « veglia pasquale » di

preghiera. spente le luci, sono entrata nella stanza con una piccola fiaccola

accesa. alla sua luce abbiamo letto i versetti centrali del Vangelo della ri-

surrezione (mc 16,2.5-6), seguiti da un canto (« il signore è la luce… »), e

spiegando ai bambini che Gesù risorto è la nostra luce. Poi, riaccese le luci,

sono state aperte le agognate uova di Pasqua con grande gioia dei bambini.

quest’anno vorrei ripetere l’esperienza perché ha la bellezza di riprodurre

in famiglia, nella chiesa domestica, il momento centrale della liturgia che si

svolge in tutte le chiese del mondo e presenta ai bambini i segni essenziali

della Pasqua in un clima di festa familiare (Stefania e Alessandro).

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