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Quotidiano on line - Registrato al Tribunale di Campobasso Direttore Responsabile: giuseppe Saluppo VimarFa eDiZioni sede legale via Garibaldi, 21 86100 campobasso redazione tel: 0865.915466 email: [email protected] www.gazzettamolisana.com E-mail: [email protected] anno ii - n° 0 Sabato 9 Settembre 2017 L’Oscar del giorno lo asse- gniamo a Salvatore Colagio- vanni. L’assessore comunale alle Attività Produttive del Comune di Campobasso, è riuscito ad or- ganizzare nuovamente Vivi la tua Città. Un plauso per l’inizia- tiva che ha richiamato ancora una volta tanta gente. IL NOSTRO TAPIRO Il Tapiro del giorno lo diamo a Salvatore Micone. Sulla questione dei Centri per l’Impiego ha, anche, avuto una delega specifica da parte della Giunta regionale. Alla luce di quanto sta accadendo, non sembra proprio che abbia in- dividuato la soluzione idonea per uscire dall’assurdo. Salvatore Micone Evitiamo il cimitero delle industrie L’Ardire di Giuseppe Saluppo T re Consorzi industriali in Mo- lise ma nessuno in grado di dare un segnale di vita. Percor- rere le strade di quelle aree oggi, equivale a fare un viaggio in una enorme zona, vuota di lavoro ma piena di capannoni in abbandono. Altre aziende in funzione che invece resistono alla crisi. Lavoratori in cassa integra- zione, a orari ridotti, altri più fortunati che non si augurano la stessa sorte. I nu- clei industriali del Molise sono lo spec- chio della crisi nazionale aggravata, però, dalla mancata riforma dei Con- sorzi e dalla cronica assenza di un piano industriale. Eppure, nel passato, questi enti hanno svolto un importante ruolo nello sviluppo industriale del territorio regionale e sarebbe stata responsabilità di tutti cercare di attuare riforme e mo- dernizzare il sistema dei servizi nell’ot- tica dell’efficientamento pubblico. Così non è stato. A partire dalla necessità di un Piano capace di permettere di capire quali sono i punti di forza del territorio a partire dalla cultura manifatturiera. Dobbiamo tornare alla nostra profonda e sacrosanta cultura manifatturiera, per- ché abbiamo dimostrato che così pos- siamo vincere. Per diffondere questo tipo di cultura, però, ci vuole innanzi- tutto un piano industriale, che oggi non c’è. Ovvero, imprenditori stimolati, age- volati e accompagnati ad investire nei nostri territori. Possibile, che in tutti questi anni non ci sia stato qualcuno che ha pensato, che ha promosso, sviluppato e cercato di rendere accogliente il terri- torio per gli imprenditori che avessero voluto fare investimenti? In questo am- bito la politica dovrebbe avere un grande ruolo così come le amministra- zioni locali. Così anche e, soprattutto, il mondo dell’associazionismo datoriale e sindacale. Discutere, ovvero, intorno ad un Piano Strategico di Sviluppo per ser- vizi innovativi e tempestivi a favore delle imprese che resistono e di quelle che vorranno investire nel nostro terri- torio. Uno scatto per evitare il cimitero delle aziende. IL NOSTRO OSCAR Seguici anche Su Facebook e twitter www.gazzettamolisana.com I 25 dipendenti del Centro per l’Impiego, chiedono alla Regione la stabilizzazione “Poi, nuove assunzioni” Salvatore Colagiovanni Servizio a pagina 3

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Quotidiano on line - Registrato al Tribunale di Campobasso Direttore Responsabile: giuseppe SaluppoVimarFa eDiZioni sede legale via Garibaldi, 21 86100 campobassoredazione tel: 0865.915466email: [email protected]

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anno ii - n° 0 Sabato 9 Settembre 2017

L’Oscar del giorno lo asse-gniamo a Salvatore Colagio-vanni. L’assessore comunale alleAttività Produttive del Comunedi Campobasso, è riuscito ad or-ganizzare nuovamente Vivi latua Città. Un plauso per l’inizia-tiva che ha richiamato ancorauna volta tanta gente.

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Il Tapiro del giorno lo diamo aSalvatore Micone. Sulla questionedei Centri per l’Impiego ha,anche, avuto una delega specificada parte della Giunta regionale.Alla luce di quanto sta accadendo,non sembra proprio che abbia in-dividuato la soluzione idonea peruscire dall’assurdo.

Salvatore Micone

Evitiamo il cimitero

delle industrie

L’Ardire

di Giuseppe Saluppo

Tre Consorzi industriali in Mo-lise ma nessuno in grado didare un segnale di vita. Percor-rere le strade di quelle aree

oggi, equivale a fare un viaggio in unaenorme zona, vuota di lavoro ma pienadi capannoni in abbandono. Altreaziende in funzione che invece resistonoalla crisi. Lavoratori in cassa integra-zione, a orari ridotti, altri più fortunatiche non si augurano la stessa sorte. I nu-clei industriali del Molise sono lo spec-chio della crisi nazionale aggravata,però, dalla mancata riforma dei Con-sorzi e dalla cronica assenza di un pianoindustriale. Eppure, nel passato, questienti hanno svolto un importante ruolonello sviluppo industriale del territorioregionale e sarebbe stata responsabilitàdi tutti cercare di attuare riforme e mo-dernizzare il sistema dei servizi nell’ot-tica dell’efficientamento pubblico. Cosìnon è stato. A partire dalla necessità diun Piano capace di permettere di capirequali sono i punti di forza del territorioa partire dalla cultura manifatturiera.Dobbiamo tornare alla nostra profonda esacrosanta cultura manifatturiera, per-ché abbiamo dimostrato che così pos-siamo vincere. Per diffondere questotipo di cultura, però, ci vuole innanzi-tutto un piano industriale, che oggi nonc’è. Ovvero, imprenditori stimolati, age-volati e accompagnati ad investire neinostri territori. Possibile, che in tuttiquesti anni non ci sia stato qualcuno cheha pensato, che ha promosso, sviluppatoe cercato di rendere accogliente il terri-torio per gli imprenditori che avesserovoluto fare investimenti? In questo am-bito la politica dovrebbe avere ungrande ruolo così come le amministra-zioni locali. Così anche e, soprattutto, ilmondo dell’associazionismo datoriale esindacale. Discutere, ovvero, intorno adun Piano Strategico di Sviluppo per ser-vizi innovativi e tempestivi a favoredelle imprese che resistono e di quelleche vorranno investire nel nostro terri-torio. Uno scatto per evitare il cimiterodelle aziende.

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I 25 dipendenti del Centroper l’Impiego, chiedono

alla Regione la stabilizzazione“Poi, nuove assunzioni”

Salvatore Colagiovanni

Servizio a pagina 3

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29 settembre 2017

TAagliolto

E’ una nota del Segretario

Generale della UILTUCS

Molise, Pasquale Guarra-

cino a rilanciare la que-

stione del lavoro perchè

ritiene che sia assente dai

tavoli politici e istituzio-

nali. E rivolge un pensiero

a tutti coloro che ancora

attendono risposte sul loro

destino lavorativo, oppure

che hanno perso un'occu-

pazione e, da mesi, sono in

attesa di pagamento.

"Mentre la politica sta in

silenzio, mentre i Segretari

di partito tacciono e cu-

rano i propri interessi,

mentre molti si affannano

alla ricerca di una poltrona

su cui sedersi, mentre tanti

venderebbero l'anima al

diavolo per far credere

che, alle prossime ele-

zioni, cambieranno le sorti

del Molise, allo stato at-

tuale della vertenza "la-

voro" nessuno si occupa.

Per esempio, che si sa a

proposito della indennità

di mobilità in deroga: pos-

sibile che in un momento

tanto delicato per il settore

lavoro, a mancare sia pro-

prio l'Assessore al ramo?

Davvero siamo di fronte

all'unica classe politica in

Italia che riesce a perdere

l'opportunità - prassi con-

solidata un pò ovunque -

di sistemare le questioni

più importanti alla fine del

mandato elettorale?

Dunque, cosa ci racconte-

ranno queste persone nella

prossima campagna eletto-

rale? Ci diranno che risol-

veranno problemi che du-

rante questo mandato

hanno ignorato?

La UILTuCS Molise con-

tinuerà a denunciare tutte

le questioni irrisolte, rite-

nendo che non sia mai

troppo tardi per cercare di

dare concreto conforto alle

migliaia di concittadini

molisani in difficoltà.

Per il momento, l'inerzia

che attanaglia la classe po-

litica molisana, a tutti i li-

velli, può essere riassunta

con un sol termine: VER-

GOGNOSA".

“Del tema del lavoro alla politicanon importa un fico secco”

Dura presa di posizione del segretario della Uiltucs, Pasquale Guarracino“Si pensa alle elezioni alle porte e non alla gente che il lavoro non ce l’ha”

aaMentre a Contrada Feudo i cit-

tadini partono con una petizione

per chiedere all’amministrazione

comunale di Campobasso di

reintegrare le corse delle 7.00,

delle 14.00, delle 17.00 e delle

20.00, per venerdì 15 è stato con-

fermato lo sciopero degli autisti

della Seac contro gli 8 licenzia-

menti, scrive un cittadino di Tap-

pino al sindaco, Antonio

Battista: "Sono un campobas-

sano di quindici anni e ho sem-

pre visto una città indietro, mai

al passo con i tempi. Una cosa a

dir poco vergognosa. Nei mesi

precedenti sono state tagliate le

corse degli autobus di città cre-

ando non pochi disagi a noi

utenti. Ora all'inizio dell'orario

invernale, da quello che ho po-

tuto vedere, ci sono stati ulte-

riori tagli alle linee. A lei non

importerà nulla visto che è mo-

torizzato ma noi che abitiamo in

contrade e che non siamo moto-

rizzati non possiamo fare a meno

di questo servizio per andare a

scuola, a lavoro o per svolgere

dei servizi. Era l'unico servizio

che funzionava in questa città

ormai in degrado, c'era da aspet-

tarselo che anche quello sarebbe

sparito oppure sarebbe stato ro-

vinato. Oltre a queste critiche -

continua il giovane - vorrei fare

i complimenti a lei e alla classe

politica per il rispetto nei con-

fronti della città e di noi citta-

dini!

Già se ne renda conto qui a Cam-

pobasso non funziona nulla.

Vorrei dire a tutte le persone mi-

norenni come me, che per avere

un futuro sarebbe meglio andare

via da questa città che ormai non

offre più niente, lo posso dire

perchè ogni giorno sento al tg

aziende che chiudono, vedo ne-

gozi che da un giorno all'altro

non ci sono più e sempre più per-

sone restano senza lavoro. E in

futuro? Mi scusi se l'ho distur-

bata - conclude duro il giovane -

ma anche se ho solo quindici

anni avevo voglia di scriverle

cosa penso. Ah le ricordo che

anche lei prima di diventare sin-

daco era un semplice cittadino

per cui ora oltre a vedere la città

sotto la veste di sindaco si metta

nei nostri panni e si passi una

mano sulla coscienza. E abbia ri-

spetto verso noi cittadini".

Sindaco Battista, il trasporto urbano è nel caosLettera aperta

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39 settembre 2017

TAagliolto

di Domenico Di Lisa

Le elezioni regionali sono alle porte e, pare,

il Consiglio regionale si appresti a modificare

la legge elettorale. Le leggi elettorali non

sono neutre: ne sono una prova sia il lungo ed

estenuante dibattito al quale abbiamo assi-

stito a livello nazionale che le schermaglie

pre estive nel Molise.

In via teorica riformare la legge elettorale re-

gionale non è un obbligo e, pertanto, chi si

propone di farlo dovrebbe chiarire quali sono

le ragioni alla base di questa scelta.

Personalmente ritengo necessario modificare

la legge elettorale in vigore ma anche di con-

siderare eccessivamente tardiva tale scelta.

Tutti i sistemi presentano rischi ed inconve-

nienti e non esistono modelli perfetti perciò,

sulla base delle peculiarità e della esperienza,

occorre uno sforzo teso a definire un sistema

o modello che meglio di altri risponda alle

esigenze ed alle caratteristiche del Molise. Va

precisato, comunque, che una legge eletto-

rale non può e non deve essere fatta pro

domo mea né contro qualcuno. Eppure è

proprio la faziosità la caratteristica del dibat-

tito sinora sviluppatosi. A me pare evidente

che tra i punti più importanti che la legge elet-

torale deve affrontare vi è quello relativo alla

qualità della rappresentanza. La legge eletto-

rale, di per sé non risolve, ma può aiutare ad

affrontare il problema della selezione della

classe dirigente. Nel Molise si elegge un con-

sigliere regionale ogni 14.000 abitanti men-

tre in Lombardia viene eletto un consigliere

regionale ogni 125.000 abitanti, eppure la

legge elettorale attuale è la stessa per il Mo-

lise e per la Lombardia. E' del tutto evidente

che la preferenza unica nel Molise ha deter-

minato, praticamente, la scomparsa del voto

di opinione e dei partiti, perché troppo forte

è il rapporto tra candidati ed elettori. I criteri

utilizzati dagli elettori sono la conoscenza di-

retta, parentela, appartenenza ad un determi-

nato territorio, clientelismo. La riprova di

questo rapporto asfissiante tra candidato ed

elettore è confermato dal fatto che nel Molise

almeno il 90% degli elettori esprime la pre-

ferenza mentre nelle altre regioni la percen-

tuale è al massimo del 30-40%. La scelta dei

collegi uninominali, proprio per le minuscole

dimensioni della nostra regione, non farebbe

che acuire "l'assolutismo territoriale" dei cri-

teri di selezione, per cui è da rifiutare decisa-

mente.

Bisogna provare a liberare il voto di opinione

attraverso l'introduzione del collegio unico

regionale e la plurima preferenza (magari

quattro, dovendo garantire l'alternanza di ge-

nere). Questo darebbe la possibilità all'elet-

tore di votare non solo il candidato che lo rap-

presenta per appartenenza ad un comune ter-

ritorio, per parentela o conoscenza diretta, ma

anche chi ritiene abbia le capacità politiche e

culturali per affrontare i problemi del Molise.

Altro punto qualificante è quello relativo al

voto congiunto o disgiunto.

La legge n.165/2004, concernente le dispo-

sizioni di attuazione dell’articolo 122, primo

comma, della Costituzione, vincola il Consi-

glio regionale alla individuazione di un si-

stema elettorale che agevoli la formazione di

stabili maggioranze e assicuri la rappresen-

tanza delle minoranze e alla contestualità del-

l’elezione del Presidente della Giunta

regionale e del Consiglio regionale, se il Pre-

sidente è eletto a suffragio universale e di-

retto. Pertanto al Presidente eletto

direttamente deve essere garantita la elezione

di una maggioranza di consiglieri. Ci deve

essere perfetta immedesimazione tra Presi-

dente e maggioranza. Non è ammesso il caso

della cosiddetta “anatra zoppa”, ovvero di un

presidente senza maggioranza, così come ve-

rificatosi per esempio al Comune di Isernia

alcuni anni fa. Pertanto, che senso ha il voto

disgiunto? Lo ha solo per coloro che non

hanno la forza di decidere il candidato presi-

dente del proprio schieramento e lo subi-

scono. Ergo, pur di farlo perdere preferiscono

andare all'opposizione.

Anche la questione della soglia di sbarra-

mento va inquadrata in questo contesto e la

domanda sorge spontanea: che senso ha in-

trodurre soglie di sbarramento elevate sia per

le coalizioni (10-15%) che per le liste, dato

che al presidente eletto viene garantita co-

munque la maggioranza? Consentire la pos-

sibilità di essere rappresentati anche a

minoranze politiche attive, favorisce la par-

tecipazione e la democrazia. Elementi che a

me paiono importanti almeno tanto quanto

la stabilità di governo e la cosiddetta gover-

nabilità, che possono essere garantite solo at-

traverso un patto di reciproco rispetto e

legittimazione tra gli schieramenti, che de-

vono pubblicamente impegnarsi a rifiutare di

accettare il passaggio di un eletto da uno

schieramento all’altro durante il corso della

legislatura e a non candidarlo in quella im-

mediatamente successiva. Bisogna bandire

ogni sorta di trasformismo, fenomeno che ha

non solo inquinato ma degradato la politica.

Infine, una notazione sul listino maggiorita-

rio. Forse originariamente nelle intenzioni del

legislatore il listino doveva essere lo stru-

mento attraverso il quale esprimere la squa-

dra di governo e/o il coinvolgimento di

personalità di spessore culturale, professio-

nale, fuori dal circuito della politica ma utili

alla politica (quella con la P maiuscola) ed

alla società. Sarebbe stato uno strumento uti-

lissimo. Nella prassi è divenuto però ele-

mento di corruzione e di ulteriore degrado

della politica perché utilizzato dai “partiti” (il

virgolettato è puramente voluto) per accon-

tentare capibastone, clienti, segretari, che non

avrebbero preso un voto, voltagabbana.

Quasi tutti gli eletti nel listino nel 1995 fu-

rono artefici del primo ribaltone in Italia.

A queste condizioni è preferibile superarlo.

Regionali, un unico collegio è sufficiente

aaLa confusione conti-

nua a restare sovrana

nella gestione dei Centri

per l’Impiego. I 25 la-

voratori che hanno ma-

turato i 36 mesi e che si

sono trovati fuori dalle

strutture non ci stanno

dinanzi ai bandi di con-

corso, per lavoro a

tempo determinato,

bandito dalla regione

Molise per coprire i

posti vacanti. Gli avvo-

cati, Vincenzo Iacovino

e Vincenzo Fiorini, tor-

nano a chiedere alla Re-

gione un tavolo di

incontro per la stabiliz-

zazione dei 25 lavora-

tori in virtù di quanto

previsto dalla riforma

Madia. “Hanno subito

una manifesta ingiusti-

zia – ha spiegato l’avvo-

cato Iacovino – ma

intendiamo, ancora,

prima di impugnare i

bandi, chiedere alla Re-

gione di rinsavire sulla

questione e procedere

alla stabilizzazione dei

lavoratori precari. E’

chiaro che, qualora non

si dovesse avere rispo-

sta, così come fatto fino

ad oggi, impugneremo i

bandi e agiremo per il

risarcimento dei danni

perché, secondo la nor-

mativa Madia, è previ-

sta la stabilizzazione di

chi ha una certa anzia-

nità lavorativa. Se qual-

cuno dei 25 lavoratori

non l’ha maturata per-

ché il suo impiego è

stato stoppato, ha subito

un danno. E se si prefi-

gura un danno erariale,

pagherà il dirigente”.

Del resto, nella confu-

sione legislativa l’unica

cosa che appare certa

era che anche la proroga

dei contratti era legit-

tima. Una querelle a di-

stanza tra due dirigenti

della Provincia, avrebbe

invece finito con l’inge-

nerare una situazione

ingarbugliata fino a sfo-

ciare nella commedia

dell’assurdo. Sta di

fatto, in ogni caso, che i

Centri per l’Impiego

stanno vivendo una si-

tuazione di caos proprio

nel momento in cui più

forte è la richiesta di

serie politiche attive del

lavoro.

“Centro per l’Impiego,fermare i bandi”

I 25 lavoratori precari, esautorati dal lavoro, pronti alle azioni legali

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49 settembre 2017

TAagliolto

Il Movimento Cinque Stelle rilancia la necessità della chiarezza

Dopo gli anni a cavallo tra il vec-chio e il nuovo secolo, che lohanno visto avvicinarsi agli indi-catori socio-economici delle re-gioni del centro, il Molise è statoriassorbito pienamente dalle dina-miche meridionali. Ha condivisocon il Mezzogiorno il vuoto pro-gettuale, gli interessi particolarinelle scelte di governo e le prati-che clientelari. Nessuna sorpresa,dunque, se oggi si prepara a con-dividerne il declino economico edemografico.I futuri appuntamenti elettorali a li-vello regionale, nazionale ed euro-peo ci diranno se il Molise vuolearrendersi al suo destino o se, alcontrario, vuole reagire e adottareuna strategia di innovazione e disviluppo sostenibile.Per portare questa regione lontanodal piano inclinato su cui si trova,servono un rapido cambio di dire-zione di marcia, precise scelte pro-grammatiche e una straordinariapartecipazione dei cittadini. Dicerto serve anche una classe diri-gente autorevole, con una vera vo-cazione democratica. A noi preme, però, partire dai pro-blemi e dalle possibili soluzioni,chiamando al confronto coloro chein questi anni, senza godere di po-sizioni di potere, hanno prodottoidee innovative e sono pronti ad unimpegno democratico libero daipoteche e da ambizioni per leprossime scadenze elettorali. Il lavoro per tutti, il superamentodelle gravi e crescenti ingiustiziesociali, la salvaguardia dell’am-biente come valore e risorsa fon-damentale, la consapevolezza chenessun rimedio efficace e duraturopuò essere trovato a questi pro-blemi senza un'Europa finalmenteunita costituiscono i fondamentidella nostra proposta.

Fermare la decadenza della nostraregione è difficile ma possibile, acondizione che si metta mano adun vero progetto di cambiamento.È una sfida che si può vincere,anche perché continuano ad es-serci nel nostro Molise condizionistraordinarie: un ambiente non an-cora compromesso, un territoriopoco antropizzato, una societànella quale resistono lo spirito co-munitario e la mitezza nei com-portamenti.Sono virtù naturali e sociali chepossono fare del Molise un luogoelettivo per un’economia pulita esostenibile. Di questo si è discussonegli ultimi anni, quando si è par-lato di Clean Economy, di distrettibiologici, di sviluppo delle aree in-terne e del futuro dell’Europa. Unadiscussione che si è persa in unaserie di impegni politici e istituzio-nali, senza che nulla di sostanzialeaccadesse. La “qualità” è la ricchezza che il

Molise deve portare nel mercatonazionale e internazionale:un’agricoltura libera dai fitofar-maci e dalla chimica e un sistemaagro-industriale che non compro-metta l’ambiente; una manifattura sempre più inno-vativa che, anche nella produzionee nello smaltimento dei rifiuti, ri-spetti rigorosamente regolamentiambientali e codici etici; una fortespinta all'innovazione tecnologicae al suo concreto utilizzo nelle at-tività produttive, nella mobilità,nella sfera privata e nella dimen-sione pubblica dei cittadini; unacentralità delle energie rinnovabilie del risparmio energetico in tuttele attività umane come viatico perun uso sostenibile delle risorse; unturismo ecologico sostenuto dallabellezza del paesaggio, dalla ric-chezza della biodiversità, dalla no-stra storia antica, dai luoghi e daiprodotti della nostra tradizione. In questo impegno progettuale ed

attuativo abbiamo già qualche ec-cellenza da cui partire: la riserva diCollemeluccio-Monte- dimezzonell’Alto Molise è inserita nel pro-getto MaB (Man and the Bio-sphere) avviato dall’Unesco con loscopo di mantenere un equilibrioduraturo tra uomo e ambiente at-traverso la conservazione della di-versità biologica, la promozionedello sviluppo economico e la sal-vaguardia dei valori culturali. L‘obiettivo a cui tendere è quellodi fare in modo che l’intero Molisesia riconosciuto dall’Unesco comeun’area speciale della biosfera chetutela e valorizza la biodiversità econtribuisce alla lotta ai disastrosicambiamenti climatici. La nostraregione deve investire sulla shareand green economy come unagrande opportunità di sviluppo ecrescita, alimentata da una robustaeconomia dell’esperienza: benes-sere, cultura, enogastronomia, in-trattenimento, salute, sport, tempolibero e turismo. Un ruolo fondamentale per il suc-cesso di questa strategia lo hannola cultura, la formazione e la parte-cipazione dei cittadini. La nostrauniversità e la nostra scuola de-vono essere il laboratorio di quellaricerca, di quelle innovazioni tec-nologiche e di quella formazioneche sono condizioni essenziali peravere sviluppo economico soste-nibile e produzione di ricchezza. È questa la via maestra se si vuoledare un futuro ai nostri giovani,senza i quali non è pensabile il fu-turo della nostra regione. Un’altra

politica è indispensabile per realiz-zare questo progetto. Troppospesso la politica è stata utilizzatanon per promuovere partecipa-zione, garantire diritti e dare al Mo-lise un futuro migliore, bensì perorganizzare clientele e coltivare in-teressi particolari nel solco di queltrasformismo che è stato il maleprofondo del Sud e della nostra re-gione. È, quindi, decisivo un cambia-mento profondo nella società e nelmodo di essere delle istituzioni edel sistema politico. È necessarioun movimento di liberazione de-mocratico molisano e una classedirigente che faccia della politicanon un affare privato, ma una mis-sione al servizio della collettività;è essenziale che venga data voce aquei cittadini che oggi, per condi-zione fisica e/o sociale, si trovanoa vivere situazioni di profondosvantaggio che comprimono per-sino i loro diritti più elementari. Con questo spirito chiediamo aicittadini che vogliono dare unanuova opportunità al Molise difarsi pionieri del cambiamento. In-sieme a loro vogliamo definire erealizzare l'ambizioso progetto chepuò sottrarre il Molise ad un de-stino già scritto. Petronilla Di Giacobbe, insegnante

Maria Antonietta Conti, inse-gnante Tina De Michele, avvocato

Caterina Cerroni, consulenteaziendale

Il Molise è su un piano inclinatoche diventa più scivoloso