DossLazio102012

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6 • DOSSIER • LAZIO 2012

L’INTERVENTO ..........................................9Filippo RitondaleGiancarlo CremonesiMassimo Scaccabarozzi

PRIMO PIANOIN COPERTINA .......................................14Sergio Biasini

GLI ASSETDELLO SVILUPPO ...............................20Luigi NicolaisPaolo AngelucciLino Fiorentino Pierpaolo Pontecorvo

LIBERALISMO.......................................32Gaetano QuagliarielloGiovanni Orsina

IL NUOVO CORSODELLA RAI..............................................36Le scelte dei verticiMarcello Veneziani

IL LINGUAGGIODELLA POLITICA .................................40Patrizia CatellaniKlaus DaviRenato Mannheimer

ECONOMIA E FINANZAPERSONAGGI........................................46Corrado Passera

STRATEGIE ............................................50Innocenzo CipollettaCesare Romiti

RICAMBIO GENERAZIONALE .........54Emmanuele Francesco Maria Emanuele Alessio RossiGiorgia Meloni

POLITICA ECONOMICA .....................62Il Lazio in cifreMassimiliano MaselliMauro Mannocchi

EXPORT ...................................................70Genni e Massimo Colli

TECNOLOGIE .........................................74Massimiliano BoggettiSimone MarianiLuigi Malavisi

MODELLI D’IMPRESA ........................80Giulio LandiniMatteo GermanoGiuseppe PolicastroGiuseppe LongoRoberto MarianiElisabetta BucciarelliFilippo Moscarini

ENERGIA .................................................98Giuseppe Bellantoni

PRODOTTI ALIMENTARI.................100Francesco Angelucci

SERVIZI E PA.......................................102Giancarlo Di Dio

CONSULENZA .....................................104Fabrizio Nardi

CREDITO & IMPRESE ......................109Giuseppe MussariFabio ForteDonatella Visconti

PMI E IMPOSTE ...................................118Massimiliano Strampelli

OSSIERLAZIO

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 7

TERRITORIOEDIL LAZIO ...........................................120Giorgio SquinziStefano PetrucciLuciano Ciocchetti

EDILIZIA ................................................130Angelo MarinelliAlessandro CaradonnaFrancesco Proietti

IMMOBILIARE......................................138Roberto Del Fabbro

COMMERCIO .......................................144Antonio Maria Bardelli

AMBIENTEPOLITICHE ENERGETICHE ............148I piani del governoValeria TerminiFrancesco StaraceCesare Fera

SANITÀPOLITICHE ANTIDROGA .................159Giovanni Serpelloni

COMUNICARE LA SALUTE.............164Luciano OnderMichele MirabellaSimona Maurelli

RICERCA................................................170Silvio Garattini

SPESA FARMACEUTICA ................172Annarosa Racca

CHIRURGIA ...........................................174Luigi Presenti

TRA PUBBLICO E PRIVATO ...........178Domenicantonio Grieco

OFTALMOLOGIA ...............................180Mauro Zuppardo

RIABILITAZIONE ................................182Villa Sandra

INSUFFICIENZA RENALE ..............184Carmelo Alfarone

STRUTTUREPOLISPECIALISTICHE ....................186Maria Teresa Burdi

GINECOLOGIA .....................................188Carlo Figliolini

DIAGNOSTICA .....................................190Andrea Benagiano

Sommario

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L’annuncio che l’Italiaera in guerra control’evasione fiscale cat-turò, non molto

tempo fa, l’attenzione dei media,nazionali ed esteri, per la crudezzadella metafora usata, tale, nella suanuda verità, da far sembrare inu-tile ogni altro tentativo di definirelo sforzo titanico che lo Stato stavaattuando per fronteggiare la scar-sità di risorse a sua disposizione.In un clima, per così dire, “bel-lico”, la presenza di un corpo mili-tare come la Guardia di Finanza,modernamente organizzato, tra-sversale a più settori e con specifi-che e consolidate tradizionioperative, può ben contribuire, senon a vincere, quanto meno afronteggiare efficacemente il ne-mico sperando di batterlo.In ossequio ai propri doveri, la Guar-dia di Finanza schiera un dispositivodi contrasto che riflette la sua pecu-liarità e che, dinanzi all’insorgenza dinuove minacce o alla loro intensifica-zione su terreni già battuti, si adeguacelermente ai nuovi scenari modifi-cando la propria struttura in funzionedell’attuazione di una manovra, com-plessa ma costante, volta al recuperosia di materia imponibile, da chiomette ogni adempimento fiscale, siadi fondi pubblici da chi, al contrario,spende il denaro della collettività per

fini che di pubblico hannosolo il nome.Il teatro operativo su cuimuove il comando regio-nale del Lazio è il territo-rio della regione, con tuttala sua complessità, in ter-mini sia di realtà e varietàdei soggetti economiciche di preminenza, asso-luta rispetto al resto delPaese, di organi pubblicideputati alla gestionedella spesa, sia centralizzata che lo-cale, nei cui confronti - laddove in-fedeli ai propri doveri - l’opinionepubblica richiede ora, a gran voce,di incrementare il controllo in ra-gione dei rilevanti sforzi invece chie-sti alla gran parte dei cittadiniitaliani dalla contingenza del mo-mento storico e dalla necessità dimantenere gli impegni assunti con ipartner europei.Dall’inizio dell’anno, la lotta al-l’evasione nel Lazio ha già portato,con quasi 9.000 interventi, all’in-dividuazione di 655 evasori e allaconstatazione di un’evasione dioltre 4 miliardi e duecento milionidi euro e di Iva occultata per oltre600 milioni. Sul versante opposto,quello della corruzione e dellosperpero di denaro pubblico, diconcerto con l’autorità giudiziaria,sia ordinaria che contabile, sono

invece 44 le persone denunciateper corruzione e 55 quelle per pe-culato, di cui 22 tratte in arresto. Alla base di questo lavoro c’è unaefficace pianificazione delle atti-vità, orientata su soggetti e conte-sti attentamente selezionati graziea una costante e penetrante attivitàdi intelligence - cui contribui-scono, sempre più, anche le segna-lazioni che la cittadinanza effettuaal numero di pubblica utilità 117 -e un efficace impiego degli stru-menti normativi che consentonol’aggressione dei patrimoni deicorrotti e degli evasori prima delladefinizione dei processi.Non è tempo per compromessi o ac-cordi ma solo per la crescita di unacoscienza collettiva che ricollochi ilbene comune al primo posto dei va-lori dell’individuo. Non è cosa sem-plice, ma sono fiducioso.

L’INTERVENTO

Lotta all’evasioneper il bene comunedi Filippo Ritondale, comandante regionale della Guardia di Finanza

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 11

La sfida di competere suimercati globalizzati si basasulla capacità delle impresedi massimizzare e trasmet-

tere un senso dell’eccellenza nelcampo dell’ideazione, della qualità,del servizio. In termini di ricerca e svi-luppo, il nostro Paese è, purtroppo,ancora in forte ritardo, come dimo-stra il basso livello di investimenti:l’1,26 per cento del Pil, a fronte diuna media del 2 per cento del-l’Unione europea a 27, con livellimolto più alti in alcuni Paesi come laGermania, con il 2,82 per cento, e laFinlandia, con il 3,92 per cento. Nel contesto nazionale, la nostra re-gione possiede tutte le condizioni ot-timali per un pieno sviluppodell’innovazione. Al 31 agosto 2012le imprese registrate presso le Cameredi Commercio del Lazio sono614.362, pari al 10,1 per cento deltotale nazionale. La vivacità impren-ditoriale si è mantenuta alta anche inquesta prolungata fase di crisi: le im-prese sono aumentate di quasi il 2 percento nel 2011 e di circa l’1 per centonei primi 8 mesi del 2012. Il territo-

rio del Lazio è vocato ad alcune spe-cifiche competenze: hi-tech, aerospa-zio, Ict, elettronica, scienza deimateriali, biotecnologie. Secondo gli ultimi dati disponibili,nella nostra regione opera il 15,7 percento dei ricercatori italiani e la spesain ricerca e sviluppo è pari a circa 3miliardi di euro, il 15,9 per cento deltotale della spesa italiana, anche gra-zie a un’altissima concentrazioned’istituti di ricerca, tra i quali il Cnr el’Enea. Questa spesa, pari 1,7 percento del Pil regionale, è superiorealla media nazionale. Non mancano,tuttavia, elementi di criticità. Solo il34 per cento della spesa regionale inR&S è prodotta dal tessuto impren-ditoriale, dunque dal settore privato.Inoltre, l’integrazione tra sistema diricerca e sistema produttivo è ancoradebole e risulta acutizzata dalla scar-sità di multinazionali in grado diagire da traino per l’innovazione. Il sistema camerale regionale è, dun-que, impegnato a sostenere le dina-miche di innovazione sul territoriocreando le migliori condizioni affin-ché le aziende mantengano elevati

standard qualitativi. La Camera diCommercio di Roma, in particolare,ha interpretato un ruolo guida nellaspinta agli investimenti in infra-strutture materiali e immateriali conil duplice obiettivo di creare un cir-cuito virtuoso tra università, mondodella ricerca e sistema imprendito-riale e di sostenere il rafforzamentodi un tessuto di imprese innovative.Il più importante di questi progetti èil sistema dei tecnopoli, Tiburtino eCastel Romano, realizzati con l’in-tento di favorire lo sviluppo d’inse-diamenti produttivi ad alto tassod’innovazione sul territorio romano.I tecnopoli, veri e propri centri dellaconoscenza e dell’intelligenza pro-duttiva, rappresentano un punto diriferimento per la localizzazioned’imprese e attività di ricerca inte-ressate a operare in un contestod’avanguardia. Il sistema cameraleregionale garantirà, anche nei pros-simi anni, un forte impegno sulfronte dell’innovazione e delle nuovetecnologie, con particolare riferi-mento alle telecomunicazioni e allabanda larga e larghissima.

L’INTERVENTO

di Giancarlo Cremonesi, presidente di Unioncamere Lazio e della Camera di Commercio di Roma

Innovazionee intelligenza:vettori di crescita

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IN COPERTINA

In una stagione in cui i piùgrandi manager italiani si per-dono in discussioni, talvolta daitratti tragicomici, su chi investe

di più nel rinnovo tecnologico e pro-duttivo, è rassicurante trovare sul ter-ritorio personalità che, senza troppiclamori, parlano poco e agisconomolto producendo sviluppo, indottooccupazionale e, soprattutto, compe-titività. È questo il caso di Sergio Bia-sini, Amministratore delegato del-l’istituto di vigilanza dell’urbe Spa,di Roma. Un esempio di successo perun settore, quello della sicurezza, dicui molti ignorano il potenziale. Nontutti sapranno che dietro questo com-parto si cela un universo composto daimprese tecnologiche, servizi logistici,enti di ricerca. Oltre l’84 per cento delle piccole emedie imprese italiane consideraquello rivolto alla sicurezza un inve-stimento che genera crescita e stabi-lità. La protezione, oggi, non è pura-mente “fisica”. Le aziende devonodifendere il proprio patrimonio in-dustriale e informativo. E Biasini lo sabene, essendo uno dei più grandi pro-motori, in Italia, del concetto di“Smart security”, che prevede un con-

cetto “globale” di sicurezza, in cui,grazie alla tecnologia, tutto è moni-torabile anche tramite una postazioneremota. Una filosofia che ha certa-mente consentito all’Istituto di rag-giungere risultati più che soddisfa-centi, al punto di crescere nonostantela crisi. Per il 2012 il valore di pro-duzione atteso è pari a 43 milioni dieuro, con un incremento del 7,5 percento rispetto allo scorso anno. «Que-sto aumento di investimenti delleaziende in sistemi di sicurezza tecno-logici ci fa ben sperare per il futuro».

Ne deduco che gli obiettivi delvostro piano industriale 2009-2012sono stati raggiunti.«La nostra crescita è motivata, in par-ticolare, da un incremento delle ven-dite di servizi e impianti tecnologiciche, rispetto all’impiego di risorseumane, consentono maggiori mar-gini di ricavo, ma soprattutto ripa-gano tutti gli investimenti fatti nellaricerca e nello sviluppo di nuove so-luzioni tecnologicamente avanzate.Come strategie di business, abbiamoampliato l’operatività dell’Istituto intutta Italia, con la presenza direttatramite l’estensione della licenza a li-vello regionale in Lazio, Lombardia,

Le imprese riconoscono nella sicurezza, fisica e informatica, una risorsa a sostegno

dello sviluppo. Così, il settore security si afferma come una voce strategica

per l’economia. Il caso dell’istituto di vigilanza dell’urbe Spa dalle parole

del suo Amministratore delegato, Sergio Biasini

Andrea Moscariello

LA SICUREZZA RENDE COMPETITIVI

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Sergio Biasini, Amministratore delegato dell’istituto di vigilanza dell’urbe Spa, Roma

Sergio Biasini

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Piemonte e Puglia, e attraverso la no-stra società di network in tutte le al-tre regioni. Abbiamo investito in unapolitica di diversificazione delle atti-vità nell’ambito della security, dandovita a un pool di aziende, ognunaorientata a un settore di mercato di-verso».

E in tutto questo cosa ha rappre-sentato l’innovazione?«L’investimento fatto nella ricerca dinuove tecnologie ci ha portato allosviluppo di prodotti e soluzioni checonsentono una maggiore efficienzanella prevenzione e nel contrasto agliatti criminosi. Un esempio è il nostroVigile Virtuale, attualmente impie-gato in oltre 30 agenzie di creditoche, rispetto al tradizionale servizio dipiantonamento armato, consente ilcontrollo di intere aree, interne edesterne. Il cliente ottiene un risparmiodi circa il 50 per cento rispetto ai co-sti dei servizi tradizionali».

Le aziende, oggi, sono chiamate atutelarsi da nuove minacce, a co-minciare da quelle elettroniche.

Quali i rischi maggiori?«Per mettere al sicuro il patrimoniointangibile è necessario effettuareun’analisi dei potenziali rischi. Suc-cessivamente, occorre progettare leazioni di assessment da intraprendereper la messa in sicurezza. Un’inade-guata protezione dei sistemi informa-tivi può determinare il furto o la mi-stificazione di dati aziendali, ildanneggiamento, intenzionale omeno, di beni e strumenti, l’utilizzonon conforme di risorse, l’accesso nonconsentito e la divulgazione di datisensibili o confidenziali, significandospesso un grave danno economico,strutturale e d’immagine. Si vedano irecenti casi Wikileaks e Anonymous».

Solo nel 2010 avete messo sul ta-volo circa 4 milioni di euro per il

rinnovo tecnologico. Per il nuovoanno quanto prevedete di investire?«Vogliamo proporre una sicurezza“smart”, basata su sistemi intelligenticome la robotica, l’utilizzo di algo-ritmi per il riconoscimento biome-trico e l’analisi comportamentale, lenanotecnologie, la domotica, i sistemidi building automation e quelli digeolocalizzazione satellitare. Ed è pro-prio su queste tecnologie che si con-centrano attualmente le nostre attivitàdi ricerca. Per il prossimo anno sti-miamo di impiegare risorse per circaun milione di euro».

Perché i sistemi di geolocalizza-zione sono così importanti?«Utilizziamo questi sistemi per la pro-tezione personale e per il controllodei beni viaggianti. Nel primo caso,

IN COPERTINA

áá

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~❝Intendiamo valorizzare il patrimonio umanodell’azienda, trasformando la figuradella guardia giurata in quella di professionistadella security altamente qualificato

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sfruttando il GPS presente sugli smar-tphone, abbiamo realizzato IVUAn-gels, un software che consente al-l’utente di inviare, tramite la semplicepressione di un tasto, una segnala-zione di allarme alla nostra centraleoperativa, attiva 24 ore su 24, che ri-leva in tempo reale la posizione del-l’utente e invia immediatamente una

pattuglia in soccorso. Nel caso deibeni viaggianti, l’installazione di unablack box, dotata anche questa diGPS, consente di seguire in diretta glispostamenti di un automezzo, di con-trollare eventuali superamenti dei li-miti di velocità, inviare una segnala-zione in caso di incidente,programmare percorsi, tempi e luoghidi sosta, che, se disattesi, mettono au-tomaticamente in allarme la nostracentrale operativa».

Finora abbiamo parlato soprat-tutto di tecnologia. Ancora oggi,però, risulta fondamentale la figuradella guardia giurata.«Intendiamo valorizzare sempre più ilpatrimonio umano dell’azienda, tra-sformando la figura della guardia giu-rata in quella di professionista della se-

curity altamente qualificato. Per rag-giungere questo obiettivo sono statistanziati dal 2009 a oggi circa600mila euro per la loro formazione».

Le grandi industrie, per ovvi mo-tivi, hanno compreso per prime ledinamiche legate alla Smart secu-rity. Cosa osserva, invece, sul frontedelle Pmi?«Anche le piccole e medie imprese sistanno affacciando a questa nuovaconcezione di sicurezza intelligente. Il67 per cento ritiene che ciò generibenefici, oltre che sulla riduzione deirischi operativi, sulla propria compe-titività».

La sicurezza si ottiene anche sen-sibilizzando imprese e cittadini. Lavostra realtà organizza da tempocorsi che mirano proprio a questo. áá

Sergio Biasini

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Una rete di imprese sull’intero territorio italiano, ognunadelle quali orientata su uno specifico ambito di

sicurezza. Il network creato dall’istituto di vigilanzadell’urbe comprende le società IVU Investigazioni, che sioccupa di svolgere attività investigative per privati eaziende; IVU Global Service, per le attivitàd’intermediazione e coordinamento in materia di sicurezzae vigilanza, oltre a offrire servizi di facilty management;IVU Servizi, impegnata nella consulenza finanziaria eamministrativa; IVU Impianti e IVU Hi-Tech, per le soluzionidi sicurezza logica e sicurezza fisica ad alto contenutotecnologico. E sono proprio le innovazioni high-tech iltratto distintivo dell’Istituto. Alcune di esse, in particolare,rientrano tra i prodotti rivolti alla sicurezza di beni mobili eimmobili di proprietà pubblica o di privati, come il “VigileVirtuale” che, tramite l’installazione di una “stazione diaccoglienza” dotata di monitor, telecamera, altoparlante emicrofono, consente a una guardia giurata dell’Istituto diinteragire con le persone che tentano di accedere a un

sito protetto e, contemporaneamente, di controllare egestire gli accessi e l’interno dell’area protetta. Un serviziorealizzato in forma analoga anche per i complessiresidenziali, tramite un “Portiere Virtuale”. Entrambipossono essere integrati con sistemi di riconoscimentobiometrici che consistono nel riconoscimento dei trattisomatici e fisici di un individuo a cui vengono applicatisistemi di antimascheramento e anticamuffamento. Ilcontrollo a distanza può avvalersi del supporto scaturitodalle più recenti innovazioni robotiche, attraverso l’utilizzodi veri e propri droni. Per il controllo su vaste aree urbane,con il calcolo di un algoritmo, è, invece, possibileidentificare le zone dove è stata registrata negli anni lamaggiore incidenza di reati, per una più efficienteallocazione dei sistemi di videosorveglianza.

www.ivuspa.it

Una rete smartDall’alta tecnologia è nata una rivoluzione

in grado di contrastare e prevenire rischi

e atti criminosi. La sicurezza nell’epoca 2.0

promossa dall’istituto di vigilanza dell’urbe

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IN COPERTINA

Quali riscontri state ottenendo?«Essere consapevoli dei potenziali ri-schi che si corrono ogni giorno, du-rante le attività quotidiane, è il migliormodo per prevenirli. Promuovere lacultura della sicurezza significa dif-fondere questa consapevolezza e,quindi, compiere una reale attivitàdi prevenzione a monte. Nei nostricorsi spieghiamo come reagire in si-tuazioni di pericolo e come affrontarela paura e il panico che, spesso, sonofattori scatenanti di reazioni incon-trollate, sia da parte di chi aggredisceche di chi viene aggredito. Abbiamoattuato una convenzione con Con-fcommercio Roma per l’erogazionegratuita di questi corsi per i commer-cianti, una delle categorie maggior-mente a rischio rapina o aggressione.Particolarmente colpiti sono i titolaridi distributori di carburante. Per que-sta ragione abbiamo previsto dei corsispecifici rivolti esclusivamente a loro».

Quali nuovi target potreste con-

quistare in futuro? «Ci poniamo come obiettivo la sicu-rezza della figura del cittadino. Se-guendo il concetto di Smart city, vo-gliamo diventare il riferimento dellePubbliche amministrazioni nel pro-getto sicurezza delle città del futuro. Aoggi già collaboriamo con diverse am-ministrazioni comunali e in diverse

regioni d’Italia. Partecipiamo al pro-getto “Mille occhi sulla città”, in cuila vigilanza privata entra a far parte inmodo attivo della sicurezza cittadina,collaborando sul campo con le Forzedell’Ordine. Vorremmo impegnarcianche per implementare le nostre tec-nologie sulle infrastrutture cittadine».

L’Istituto sta avviando un impor-tante progetto di internazionaliz-zazione. Cosa vi renderà competi-tivi oltre confine?«Siamo interessati a Nord Africa, Me-dio ed Estremo Oriente e AmericaLatina. A renderci competitivi sa-ranno, in particolare, le nostre solu-zioni legate alla telemedicina, ai si-stemi basati sulla geolocalizzazione e inostri servizi di antipirateria navale.Nel mondo, come in Italia, proget-tiamo e realizziamo piani di sicurezzastudiati appositamente secondo le spe-cifiche esigenze del committente e leparticolarità dei siti da proteggere».

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18 • DOSSIER • LAZIO 2012

❝L’investimento in nuove tecnologieci ha portato allo sviluppo di prodottie soluzioni che consentono una maggioreefficienza nel contrasto agli atti criminosi

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22 • DOSSIER • LAZIO 2012

L’ approvazione del se-condo decreto sullacrescita costituisce unsignificativo passo in

avanti per lo sviluppo del nostroPaese, i progressi dell’innovazionee il rafforzamento della competiti-vità delle imprese. Nel provvedi-mento sono contenute misure in-cisive per la riduzione del divariodigitale con l’obiettivo, come di-chiarato dal premier Monti, di az-zerarlo completamente attraversointerventi per la diffusione delletecnologie digitali che vanno dallabanda ultralarga, anche tramite wi-reless, alle nuove tecnologie di con-nessione. Il finanziamento com-plessivo predisposto dal governo siaggira intorno ai 700 milioni dieuro e tra i passaggi chiave vi è an-che l’attuazione dell’agenda digi-tale, uno strumento normativo checostituirà una efficace leva per lacrescita occupazionale ma ancheper il risparmio e la realizzazionedelle strategie, delle politiche e deiservizi di infrastrutturazione e in-novazione tecnologica. «L’agendaè il primo passo per la moderniz-zazione della burocrazia» com-menta Paolo Angelucci, al verticedi Assinform. «Avrà, tra le sue fun-zioni, quella di abbassare i costi

del settore pubblico perchè è indi-spensabile che la spending reviewpassi anche da un’effettiva alloca-zione delle risorse pubbliche, co-m’è altrettanto importante risol-vere il problema dell’efficienzadella politica, il grande dramma diquesto paese». Ulteriori misure sa-ranno poi assunte sul fronte delladefiscalizzazione delle opere infra-strutturali strategiche, tramite l’in-troduzione di un credito di impo-sta a valere su Irap e Ires fino al 50per cento, l’attrazione degli inve-stimenti diretti esteri, il rafforza-mento del sistema dei confidi permigliorare l’accesso al credito dellepmi e le liberalizzazioni nel set-tore assicurativo.

Secondo Paolo Angelucci, l’innovazione non è solo leva

di sviluppo economico ma anche modello culturale per cittadini

ed istituzioni. Dall’agenda digitale alle start-up,

ecco come cambierà l’Italia Elisa Fiocchi

GLI ASSET PER LO SVILUPPO

Verso una nuova era digitale

Sopra, Paolo Angelucci, presidente di Assinform

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Paolo Angelucci

I cittadini disporranno dal2013 di nuovi servizi digitalicome un unico documento elet-tronico, valido anche come tes-sera sanitaria, attraverso il qualerapportarsi con la pubblica am-ministrazione. L’agenda digitalequale strumento di crescita rap-presenta per il nostro Paese?«È un passo importantissimo versoun processo di dematerializzazioneche diventerà molto più spedito conla conseguente istituzione di un’ana-grafe unica e con l’emissione dellacarta d’identità elettronica e la postaelettronica certificata e obbligatoriaper tutti. Si aprirà automaticamenteun nuovo modo di colloquiare tra icittadini e le istituzioni, con un si-

stema pubblico più trasparente e ve-loce nell’offrire risposte e si an-dranno a eliminare una serie di di-scriminanti che caratterizzano oggile pubbliche amministrazioni».

Il settore Ict nel nostro paeseha perso il 3,6 per cento rispettoall’anno precedente, in contro-tendenza nei confronti del trendeuropeo. Quali sono le criticitàdella componente italiana?«Innanzitutto la scarsa conoscenzada parte delle imprese e della Pa diciò che il settore Ict può fare per losviluppo del paese. Ad esempio, laspesa per addetto in Italia è circa lametà di quella francese, che è co-munque la più bassa dopo il nostroPaese, ed è un sesto di quella ameri-

cana. Poi esistono fatti oggettivi,come la mancata diffusione dellabanda larga e la mancata innova-zione dei processi della Pa, cheavrebbero invece apportato investi-menti. Abbiamo calcolato che perogni euro che la pubblica ammini-strazione investe nella dematerializ-zazione, il privato ne impiega al-meno cinque, con un conseguenteaumento del nostro mercato e dellaproduttività del settore industriale.Nella sede di Confindustria ab-biamo infine considerato come l’in-novazione, in tutti i campi anchenel manifatturiero, abbia ormai unafortissima componente Ict sia all’in-terno del prodotto sia in tutte le fasidel suo ciclo vita. Rappresenta dun- � �

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Per ogni euro che la pubblica amministrazioneinveste nella dematerializzazione,il privato ne impiega almeno cinque

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24 • DOSSIER • LAZIO 2012

que una componente fondamen-tale, oltre che un modello culturalee di spinta verso le istituzioni».

La crescita positiva che invecesi registra in Italia, riguarda ladomanda di device intelligentiche sale del 20 per cento.«Si tratta di un aumento poderosoimpensabile fino a due anni fa, so-prattutto per quanto riguarda glismartphone e in particolare i tablet,tant’è vero che, paradossalmente, as-sistiamo a una forte strutturazione ditale domanda e a una carenza delleapplicazioni disponibili. Sappiamo,

infatti, che il 90% della Pa disponedi un sito internet, quasi un 70%permette il download dei moduli esolo il 5% è in grado di fornire unciclo “end to end”, ovvero il recu-pero delle informazioni, il carica-mento del modulo, l’invio e la rice-zione del risultato elettronicamente.C’è ancora tanta strada da fare».

Come valuta l’introduzionenel decreto legge della defini-zione di impresa innovativa, an-che detta start-up? «È di grande interesse per un paeseche finora ha mancato un passaggio

chiave nella fase di creazione e lan-cio di queste realtà. Una nuovaazienda, nel momento in cui deveentrare a far parte di un gruppo piùgrande, difficilmente trova i mezziper sostenersi sul mercato. Questafase oggi non è supportata in Italiaed è ciò che le nuove misure intro-dotte dovranno colmare. Un contoè comprare un’azienda consolidata,altro discorso è acquisirla quandoesce da una start up. Servono dun-que maggiori facilitazioni per l’in-serimento di tali imprese sui mercatipiù competitivi e strutturati».

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GLI ASSET PER LO SVILUPPO

5%LA PERCENTUALE DI PUBBLICHE

AMMINISTRAZIONI CHE IN ITALIADISPONGONO DI UN CICLO “END TO END”

Pa

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G li obiettivi fissati dal-l’Europa per il 2020si fondano su unastrategia di crescita

intelligente, sostenibile e inclu-siva che l’attività del consorzioRoma Ricerche sta portandoavanti attraverso un’offerta tec-nologica multidisciplinare di altolivello. L’organizzazione no profit,costituita da enti privati e pub-blici, ha infatti lo scopo di realiz-zare un collegamento tra ilmondo universitario e quello in-dustriale per favorire il trasferi-mento di tecnologie innovative esostenere la competitività del si-stema industriale. «La nostrastruttura – dichiara il direttoregenerale Lino Fiorentino – è ingrado di sostenere adeguatamentela domanda di innovazione e for-

mazione contenuta all’interno delprogramma Horizon 2020». E ilpotenziale si estende a tutta la re-gione Lazio, che nel campo dellaricerca detiene il primato nazio-nale del maggior numero di ad-detti nel settore pari al 18,8 percento. Al consorzio partecipanoattivamente anche le principaliuniversità della capitale come LaSapienza, Tor Vergata e RomaTre, i tre enti di ricerca nazionaliCnr, Enea e Infn e il gruppo pri-vato Finmeccanica. «Le lineeguida del programma dell’agendadigitale europea e i contenuti re-cepiti a livello nazionale – conti-nua Fiorentino – sono alla basedella nostra programmazionestrategica per i prossimi anni».

Come si concretizza la missiondel consorzio?

«L’impegno è di contribuire a so-stenere il grande sforzo richiestodall’Europa per rispondere a mer-cati globali sempre più aggressivie competitivi. In particolare,Roma Ricerche sostiene le im-prese dei comparti industrialioperanti nei settori strategiciquali Ict, aerospazio, beni cultu-rali ed energie alternative, che ri-chiedono più di altre una direttaconnessione con il mondo dellaricerca e dell’innovazione».

Quali sinergie intercorrono conle organizzazioni locali attive neiprocessi di innovazione e di svi-luppo tecnologico?«Si è formalizzata una “rete deipromotori dell’innovazione” chevede la concreta partecipazione diRoma Ricerche e la collaborazionecon altre organizzazioni territo-

Quando imprese, università e istituzioni

collaborano insieme si migliorano le politiche

legate all’innovazione e si evita la dispersione

delle risorse. «Ict, aerospazio, beni culturali ed

energie alternative richiedono più di altri settori

queste connessioni». Ne parla Lino Fiorentino

Elisa Fiocchi

Una rete di promotoridell’innovazione

GLI ASSET DELLO SVILUPPO

Lino Fiorentino, direttore generale del consorzio Roma Ricerche

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Lino Fiorentino

riali che a vario titolo perseguonoobiettivi similari. La collabora-zione con i parchi scientifici e gliindustrial liason office delle uni-versità e dei centri di ricerca, cosìcome con gli incubatori di im-presa, sono elementi di estremarilevanza per evitare la dispersionedelle risorse».

Come invece il consorzio s’in-terfaccia con le istituzioni locali?«L’obiettivo è di attuare una colla-borazione per massimizzare i risul-tati delle politiche di innovazione.Il confronto con gli organismi pub-blici è continuo nella presunzionedi poter fornire un contributo cheproviene da una diretta esperienzasul campo, di poter rappresentare lerichieste delle imprese finalizzatead una più efficace e rapida distri-buzione delle risorse. È un con-

fronto spesso critico, ma semprecon l’intento di migliorare l’uti-lizzo delle risorse».

E come si accorciano le distanzetra il mondo universitario e quelloindustriale?«Con l’attuazione di programmiche consentono di costituiregruppi di lavoro misti opportu-namente calibrati sui livelli diconoscenza delle imprese e suconcreti e raggiungibili obiettividi aumento della conoscenza tec-nologica e di utilizzo di tali tec-nologie nella produzione indu-striale. Questa strategia è difondamentale importanza perevitare che il rapporto fra uni-versità e imprese invece dirappresentare una concreta op-portunità sia fonte di “incom-prensioni” culturali».

Quali concreti progetti vannoappunto in questa direzione?«Abbiamo recentemente realizzatouna struttura prototipale di labo-ratorio wireless e Rfid pubblico eprivato all’interno del quale,gruppi misti costituiti da ricerca-tori universitari e personale delleimprese collaborano negli stessispazi allo sviluppo di prototipi in-novativi. Questa iniziativa rappre-senta il principale progetto e sup-porto per contribuire ad accorciare,anche in senso fisico, le distanze fraquesti due mondi».

��

Al laboratorio Wireless e Rfidcollaborano negli stessi spazi gruppimisti di ricercatori universitarie addetti delle imprese

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GLI ASSET DELLO SVILUPPO

28 • DOSSIER • LAZIO 2012

C onfindustria Latina hapromosso e istituito agiugno la rete di im-presa “Pharma Inno-

vazione”, un’esperienza all’avaguardia nel settore chimico-farma-ceutico che, pur soffrendo la crisigenerale, conserva elevati standardproduttivi nello scenario nazionalee soprattutto nel territorio pon-tino. L’obiettivo è quello di riu-nire, attraverso un contratto direte, aziende del terzismo farma-ceutico e del relativo indotto, alfine di creare o rinsaldare un le-game virtuoso con indubbi van-taggi di tipo non solo economicoma anche sociale. Pierpaolo Ponte-corvo, al vertice di Pharma Inno-vazione, illustra le potenzialità diquesta realtà di eccellenza e i passida compiere per diventare il primo

polo di contract manufacturing nelcontesto nazionale: «Raggiungereun simile traguardo – spiega – si-gnificherebbe garantire la persi-stenza di investitori stranieri giàattratti dal polo chimico farma-ceutico pontino, che come valoreaggiunto offre il know how dellerisorse umane».

Quali sono gli attuali standardproduttivi del settore chimico-far-maceutico nel territorio pontino econ quali prospettive di crescitaall’interno del settore della ricercae dell’innovazione?«Nel Lazio meridionale, in parti-colare nel territorio pontino, sonopresenti le più importanti aziendedel settore farmaceutico, le cosid-dette “big pharma”, ma anche i ter-zisti, alcuni dei quali nati propriodalla riconversione di storici sta-

bilimenti chimico-farmaceutici dimultinazionali che hanno portatovia dal territorio il loro marchioma che hanno lasciato in loco cul-tura d’impresa e professionalità dialto livello. Anche per questo mo-tivo molte aziende prevedono in-vestimenti in ricerca e sviluppo siadi prodotto che dal punto di vistadei servizi al cliente».

Pharma Innovazione si basa sulcontratto di rete tra le imprese.Come avvengono queste sinergie equali sono i principali piani stra-tegici di sviluppo condivisi?«Con il contratto di rete le impresesi impegnano a gestire azioni eco-nomiche e iniziative di business inmaniera condivisa, ma rispettandoognuna la propria autonomia pro-duttiva, al fine di aumentare il po-tenziale competitivo dell’intera

Pharma Innovazione vuole diventare il primo polo

in Italia di contract manufacturing. I progetti

e tutte le moderne forme aggregative tra imprese

nel punto di Pierpaolo Pontecorvo

Elisa Fiocchi

Un nuovo contrattodi rete flessibile

Pierpaolo Pontecorvo, presidente della rete Pharma Innovazione

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 29

Pierpaolo Pontecorvo

rete. Si tratta di una forma di ag-gregazione nuova, flessibile, che siadatta alle esigenze di aziende diogni dimensione e di ogni settore,integrando due concetti ugual-mente importanti ma tra loro ap-parentemente distanti: la collabo-razione su programmi condivisi edil mantenimento dell’autonomiaimprenditoriale».

Quali ulteriori vantaggi di tipofiscale, amministrativo e finanzia-rio offre la rete?«Pharma Innovazione è nata prin-cipalmente per sfruttare le sinergietra imprese del settore della filieradel contract manufacturing, indi-pendentemente dai vantaggi fiscalie amministrativi che oggi rappre-sentano un importante supporto

per tutte le imprese, anche perquelle farmaceutiche. L’agevola-zione nazionale costituita dal tra-sferimento dell’imposizione fiscalenon rappresenta, di fatto, un’op-portunità ritenuta così importantedalle aziende aderenti da giustifi-care la costituzione di una rete.Anche per questo, molte ammini-strazioni regionali, e anche alcuneprovinciali, stanno prevedendol’emanazione di avvisi e bandi perfinanziare in modo più direttoaziende che hanno sottoscrittocontratti di rete. La Regione Laziosi sta indirizzando su questa stradae quindi aspettiamo con interesseuna nuova opportunità».

Dalla nascita di Pharma Inno-vazione, quali primi passi sono

stati compiuti in questi mesi?«Innanzitutto è stato costituito ilcomitato di gestione, formato daun rappresentante per ogni appar-tenente alla rete e sono stati indi-viduati alcuni progetti di interessecomune. Tra questi, la creazione diuna piattaforma di condivisionedelle informazioni finalizzata al-l’individuazione di possibili areein cui poter operare all’insegnadell’ottimizzazione dei costi. A talfine, a maggio abbiamo risposto aun avviso pubblico emanato dallaRegione Lazio a valere sui fondidella legge 36/2001 che finanziaprogetti di imprese presenti neiterritori del sistema produttivo lo-cale del comparto chimico-farma-ceutico regionale».

��Il polo chimico farmaceutico pontino è il secondo

in Italia per numeri, estensione e concentrazionedi multinazionali del comparto

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IL NUOVO CORSO DELLA RAI

36 • DOSSIER • LAZIO 2012

R ilanciare l’azienda pun-tando sul know-howconsolidato in decennidi storia televisiva. È

questa la priorità del nuovo mana-gement della Rai alla luce dei nu-meri presentati nell’ultimo bilan-cio. Il consiglio di amministrazioneha infatti recentemente approvatola prima relazione semestrale del2012, certificando 129 milioni dieuro di perdite dall’inizio del-l’anno. Le previsioni per la secondametà del 2012 non sono comun-que confortanti e preannuncianouna perdita complessiva di circa

200 milioni. «Il bilancio Rai – hasottolineato Antonio Verro, consi-gliere di amministrazione Rai – èin linea con il mercato e la situa-zione del Paese. Confido tuttavianella competenza e nell’esperienzadel direttore generale e del presi-dente che, su questo fronte, fa-ranno quanto necessario per ripia-nare i conti mantenendo alta laqualità della programmazione».Responsabili in buona parte delcattivo andamento dei conti sareb-bero i minori introiti pubblicitari ela diminuzione dei ricavi commer-ciali. La Sipra, concessionaria pub-

blicitaria della Rai, ha raccolto, in-fatti, 435 milioni di euro nei primisei mesi del 2012; 72 milioni dieuro in meno rispetto allo stessoperiodo dell’anno precedente. An-damento negativo anche per i ri-cavi commerciali inferiori di 59milioni e per i ricavi complessividel gruppo: 1.433 miliardi di euro,cifra ridotta rispetto all’anno pre-cedente (-110 milioni), portando aun risultato complessivo netto de-cisamente inferiore (-178 milionidi euro), su cui ha pesato anchel’acquisto dei diritti sportivi, quelliper i campionati europei di calcio

Luigi Gubitosi, nuovo direttore generale della Rai, crede nell’esperienza maturata

dalle risorse interne ma affida i vertici a manager esterni. Le strategie per tentare

il difficile compito del risanamento dell’azienda stanno lentamente prendendo forma

Nicolò Mulas Marcello

La strada del rilancio

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 37

Le scelte dei vertici

hanno richiesto, ad esempio,l’esborso di 101,5 milioni di euro. Luigi Gubitosi, direttore generaleRai, ha deciso di rilanciarel’azienda, rinnovando i vertici so-cietari e puntando su manager disua fiducia. Camillo Rossotto, la-scerà Fiat Industrial per diventare ilnuovo direttore finanziario; mentrealle relazioni esterne CostanzaEsclapon sostituirà Guido Paglia.«Faremo cambiamenti in funzionedi competenza, merito ed etica –ha spiegato Gubitosi – e franca-mente cercheremo di ignorare laprovenienza politica». Le nomine hanno però suscitatouna nuova polemica sui costi. Glistipendi, infatti, sono uno dei pro-blemi centrali dell’azienda. Dal-l’ultima semestrale risulta che ilcosto del lavoro ha registrato unincremento di 2,5 milioni di euro,nonostante gli effetti delle politi-

che di incentivazione agli esodiagevolati attuate negli esercizi pre-cedenti e il sostanziale blocco dellepolitiche retributive. La forza la-voro del gruppo Rai è al 30 giugno2012 di 11.569 dipendenti, a cuisi aggiungono 1.660 risorse atempo determinato espresse inunità anno. La rivoluzione, se-condo le previsioni, dovrebbe ri-guardare anche le risorse interne.Potrebbero essere ridotti i budgetdelle varie strutture e verificarsipossibili accorpamenti. Anna Maria Tarantola, presidentedella Rai, ha detto di avere inten-zione, insieme al Cda e al diret-tore generale, di impostare il pro-prio rapporto con la vigilanza allamassima trasparenza e collabora-zione: «La Rai – ha affermato –deve orientarsi nelle sue tre fun-zioni chiave: intrattenimento, in-formazione ed educazione fatta

bene. Lo sappiamo bene questo,anche perché le risorse derivanodal canone. Occorre però essereuna buona azienda, efficace. I duepoli chiave sono un buon prodottoe un’azienda molto efficiente». Gu-bitosi ha inviato una lettera ai di-pendenti per tentare di spiegare lagravità della situazione e invitaretutti a rimboccarsi le maniche, pre-cisando che in azienda ci sonoforze in grado di ribaltare il trendnegativo. La Rai dovrà, però, pun-tare sull’incremento delle entratepubblicitarie e di quelle derivantidal canone per invertire realmentela rotta. La polemica politica nonha tardato a infiammarsi. CarloVerna, segretario Usigrai, ha affer-mato: «Gubitosi ha il dovere di in-dagare sulle responsabilità chehanno portato a una situazione ri-baltabile, come lui spera, ma co-munque pesante».

Anna Maria Tarantola, presidente della Rai, e il direttore generale Luigi Gubitosi

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IL NUOVO CORSO DELLA RAI

38 • DOSSIER • LAZIO 2012

La privatizzazione della Rai non è la soluzione ma la dissoluzione del problema.

A sostenerlo è Marcello Veneziani, il quale racconta la sua esperienza

nel cda di Viale Mazzini e le sue speranze per il futuro della tv di Stato

Nicolò Mulas Marcello

I paradossi del servizio pubblico

La situazione della Rai im-pone una riflessione sucome si è giunti più omeno lentamente a questo

punto. Le scelte di palinsesto e lamancanza di azzardo nelle nuoveproposte televisive hanno, secondoMarcello Veneziani, inciso sullaqualità dei programmi: «Così co-m’è la Rai è vecchia, non utilizza

molte risorse interne positive ed èschiava di una sua inossidabile coa-zione a ripetere».

Crede che la Rai svolga ancoraquel ruolo culturale che le si attri-buiva un tempo?«Purtroppo no. Non mancanobuoni propositi e qualche realizza-zione significativa ma da anni il

suo ruolo è inverso, alimenta la de-culturazione del nostro Paese, l’im-barbarimento dei gusti e l’impo-verimento qualitativo in una garaal ribasso con la concorrenza com-merciale. Non rischia nuove idee,format innovativi, facce nuove, e siperde nel paradosso di una strut-tura così pietrificata nei suoi as-setti e così precaria nei suoi vertici.

Un pachiderma immutabile congestioni in continua mutazione».

E per quanto riguarda l’appro-fondimento politico?«Sta perdendo la sfida con La7. Isuoi programmi politici sono pocoincisivi, molto manieristi, inges-sati dalle appartenenze o dai ruolistorici di reti, conduttori e format.

Non ci sono programmi svelti ediretti, condotti in modo spregiu-dicato. E talvolta anche i miglioripropositi naufragano per la nonduttilità della struttura, degli equi-libri interni e per l’immagine or-mai sedimentata che hanno le reti».

Qualche anno fa lei ha dichia-rato che la Rai non cambierà maiperché impossibile tentare di rin-novarla. È ancora di questo avviso? «Ne ebbi esperienza diretta, ne hoconferma indiretta giorno dopogiorno. E mi dispiace perché alla Raiio sono ancora legato, credo all’im-portanza di un servizio pubblico ra-diotelevisivo per la crescita civile eculturale italiana, e ci provai anch’io,pur nei limiti di un mandato in Cda,di un ruolo di consigliere e in un ha-bitat ostile. Impresa impossibile ecancellata, di cui mi sono pentito».

La privatizzazione della Rai se-condo lei potrebbe in qualchemodo cambiare le cose?«Vedo la privatizzazione della Rainon come la soluzione del problemama la dissoluzione del problema Rai,ovvero la resa al mercato, che temodiventi prima o poi necessaria delservizio pubblico, o quantomeno dialcune sue cospicue parti. Così co-m’è la Rai è vecchia, non utilizzamolte risorse interne positive, ed èschiava di una sua inossidabile coa-zione a ripetere».

Marcello Veneziani, giornalista

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STRATEGIE

50 • DOSSIER • LAZIO 2012

Il problema della crescita non è soltantoitaliano. L’intera economia mondialemostra cenni di affaticamento, par-tendo dai paesi più sviluppati, nel

pieno di una lunga stagnazione, fino allenuove realtà, che fino a qualche tempo fa di-mostravano vitalità e tassi di crescita inco-raggianti ma che ora stanno frenando. Pro-prio per questo il problema della ripresaeconomica non può essere risolto ripren-dendo semplicemente il filo dove lo si era la-sciato, serve invece creare nuovi mercati enuovi strutturali canali di sviluppo. Non ba-sta affacciarsi ai mercati emergenti, serveuna diversa politica produttiva che dia ini-zio a nuovi percorsi, che non esauriscano laloro carica in breve tempo, unita a una ra-dicale riforma delle istituzioni, soprattuttodi quelle che in questo periodo hanno di-mostrato di non rappresentare le vere esi-genze dei cittadini. Questo scenario, validoa livello generale e globale, trova cittadi-

nanza anche nel particolare, quindi anchenel territorio laziale, dove le aziende non ri-partono perché affaticate dal crollo della do-manda e dalla difficoltà nel rispettare e ri-scuotere i pagamenti e le istituzioni regionalisono sconvolte da scandali politici. SecondoInnocenzo Cipolletta, economista e profes-sore universitario, già presidente di Confin-dustria, è necessario che tutti gli attori, atutti i livelli, siano protagonisti della ripresa,dalla Bce alla politica. «Ora è necessario chela Banca centrale intervenga veramente,senza pretendere richieste di aiuto e senzaimporre impossibili condizioni ai paesi og-getto di speculazione. Certo, la Bce dovràsempre vigilare che i paesi in questione se-guano la via del riequilibrio, ma porre dellecondizioni significa introdurre nuove incer-tezze sui mercati».

In un intervento di qualche anno fa soste-neva l’importanza di evitare il contagio tracrisi finanziaria ed economia reale. Dato chequesto auspicio non si è purtroppo avverato,quali ora le possibili soluzioni?«Il contagio è avvenuto e la via per contra-starlo è appunto quella di aumentare il ruolodella Bce nello spegnere le tensioni sui mer-cati finanziari. Draghi è stato bravo nel con-vincere i membri della Banca centrale europeaa consentire gli interventi sul mercato per ri-durre gli spread non giustificati. Basta, infatti,che una elezione politica cambi una maggio-ranza o che un parlamento voti in manieradifforme per scatenare nuovamente un'on-data di speculazione a cui poi la Banca cen-trale fatica a tenere testa. Ora è meglio una di-screzionalità vigilante piuttosto di condizioni

L’intera economia mondiale mostra cenni di frenata. Per rilanciarla

servono nuove regole, nuovi vettori e anche una sostanziale riforma delle istituzioni,

che devono tornare a rispondere al cittadino e alle imprese

Teresa Bellemo

La ripresa passa per le riforme

L’economista

Innocenzo Cipolletta

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Innocenzo Cipolletta

LAZIO 2012 • DOSSIER • 51

esplicite. Serve maggior elasticità».Il recente terremoto politico nel Lazio con-

ferma ancora una volta la distanza tra citta-dini e amministrazione. Quali sono, a livelloistituzionale, i nodi più urgenti da sciogliereper lo sviluppo del Lazio?«I recenti scandali alla Regione Lazio lascianointerdetti. Mai si sarebbe pensato che si potevaarrivare a tali illeciti. Bisogna da una parte chele regioni perdano la capacità di decidere inmodo del tutto autonomo sulla loro organizza-zione e dall’altra ridefinire i loro compiti. Oggisono essenzialmente enti di erogazione della sa-nità. Io credo che occorra ritornare a una sanitàcentralizzata in Italia con un decentramentosolo dell’organizzazione e non più con formuledi autonomia che sono impraticabili e che la-sciano spazio alla corruzione, come si sta con-statando in Lombardia. Ma ciò che è più im-portante è che gli elettori possano scegliere iconsiglieri sulla base delle loro competenze edella loro storia. Troppe “facce nuove” si sonodimostrate incompetenti o corrotte. Bisogne-rebbe pubblicare i curricula certificati dei can-didati. Occorre poi che coloro i quali hannosbagliato nella scelta dei compagni di politica netraggano le conseguenze e si ritirino».

All’interno del tessuto produttivo italiano,le maggiori difficoltà sembrano averle le pmi.Quali i principali motivi e come favorire illoro rilancio?

«Le piccole imprese soffrono sempre più dellegrandi quando c’è un crollo della domanda,come nel caso attuale dell’Italia e quando cisono restrizioni di credito. Per sostenerle è ne-cessario, nel nostro Paese almeno, che lo Statopaghi i suoi debiti in tempi rapidi e che lebanche favoriscano il credito almeno a quelleimprese che possono usarlo per crescere. Cisono vari strumenti italiani, come i fondi digaranzia, ed europei, come i fondi della Bei.Si tratta di usarli bene. Ma la vera cura nonpotrà che venire dalla ripresa economica».

Le nuove regole del mercato del lavoro pos-sono migliorare la complessa situazione oc-cupazionale laziale?«La riforma Fornero avrà bisogno di tempoper potersi assestare e quindi credo che nelbreve tempo non avrà molti effetti. Quandoci saranno gli ammortizzatori sociali previ-sti dalla nuova normativa anche per i lavo-ratori a tempo determinato che hanno persoil lavoro allora credo che avremo una mag-giore capacità di gestire un mercato del la-voro che oggi genera troppi disoccupati spe-cie nei giovani».

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La riforma Fornero avrà bisognodi tempo per potersi assestaree quindi credo che nel brevetempo non avrà molti effetti

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54 • DOSSIER • LAZIO 2012

Ricerca scientifica, assistenza, tutelae promozione di arte e cultura.Sono diverse le attività della Fon-dazione Roma orientate a crescita

e sviluppo civile. Obiettivo primario, comeindica il presidente, è sostenere le nuove ge-nerazioni sotto il profilo dell’istruzione, del-l’educazione e della formazione specializzata.

Quale può e deve essere il ruolo giocatodalle Fondazioni oggi?«Sono convinto che il nostro fragile sistemadi garanzie sociali debba essere rimodulato eaggiornato alla luce dell’attuale crisi econo-mica, passando da un welfare state a unawelfare society, dove lo Stato, i privati e gliorganismi senza fini di lucro concorrano al-l’offerta di servizi alla persona. In questocontesto, le fondazioni ex bancarie, in parti-colare quelle che come la Fondazione Romapossono definirsi fondazioni di diritto civileavendo sciolto il legame con la banca confe-ritaria per dedicarsi all’attività filantropica,occupano, insieme agli altri soggetti del terzosettore, gli spazi non presidiati dallo Stato edal mercato. Nel mio saggio “Il terzo pilastro.Il non profit motore del nuovo welfare”, hodimostrato la fattibilità di questo nuovo mo-dello, all’interno del quale il variegato mondocomposto da associazioni, fondazioni, Ong,Onlus, cooperative e imprese sociali, rappre-senta appunto il “terzo pilastro”, chiamato apartecipare alla costruzione di una welfarecommunity meno dispendiosa e più effi-ciente, secondo il principio costituzionale disussidiarietà».

In che modo la Fondazione Roma sostienele nuove generazioni?«La rinascita del nostro Paese non può chepartire dalle nuove generazioni, alla cui istru-zione e formazione la Fondazione Roma de-dica da sempre particolare attenzione. Ab-biamo realizzato, con un contributo di 45milioni di euro, un grande programma dirinnovamento tecnologico in ambito didat-tico, consentendo a oltre mille scuole sta-tali, elementari, medie e superiori, presentinel nostro territorio di riferimento, di crearenuove aule multimediali, acquistare attrez-

SPEEDY

I giovani saranno i protagonisti di un nuovo modello

di società, ma solo se avranno le necessarie

competenze. Per questo, la Fondazione Roma,

presieduta da Emmanuele Francesco Maria

Emanuele, è impegnata sul fronte dell’istruzione

Francesca Druidi

Formare la nuovaclasse dirigente

RICAMBIO GENERAZIONALE

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 55

Emmanuele Francesco Maria Emanuele

zature informatiche e audiovisive di ultimagenerazione, nonché ausili e software per ilsostegno degli alunni diversamente abili. Inostri interventi a favore dei giovani abbrac-ciano una molteplicità di ambiti. A L’Aquilaabbiamo restituito alla comunità il primoedificio sacro recuperato integralmente nelcentro storico dopo il terremoto del 2009: laChiesa di San Giuseppe Artigiano, la par-rocchia degli studenti, che hanno riavuto illoro centro di aggregazione. Attraverso loSportello della solidarietà, la FondazioneRoma-Terzo settore dà risposte concrete perl’avvio al lavoro dei giovani. Attraverso laFondazione Roma-Mediterraneo promuo-viamo lo scambio culturale tra gli studenti diAqaba, in Giordania, ed Eilat, in Israele, econ esso il processo di pace in Terra Santa».

Quali iniziative della Fondazione Romarivolte ai giovani sono in programma nelprossimo futuro?«Uno dei principali settori in cui si esplica ilnostro impegno per i giovani è quello dellaformazione universitaria e post-universita-ria, in particolare attraverso la realizzazione dimaster che formano la classe dirigente di do-mani. Proprio questo mese partirà la settimaedizione del master “Esperti in politica e inrelazioni internazionali”, organizzato conl’Università Lumsa, allo scopo di recuperare

In apertura,

Emmanuele Francesco

Maria Emanuele,

presidente della

Fondazione Roma

un concetto della politica come servizio neiconfronti della cittadinanza e di fornire lecompetenze affinché questo compito vengasvolto nella maniera più efficace. A breveprenderà il via la terza edizione del MasterFondazione Roma-Iulm in “Managementdelle risorse artistiche e culturali”, il cui obiet-tivo è quello di formare figure manageriali ingrado di collegare il mondo dell’impresa conquello della cultura e dell’arte, nella consa-pevolezza che queste rappresentano l’ “ener-gia pulita” in grado di riavviare il motore in-golfato della nostra economia. Infine, sono incorso le iscrizioni per l’Accademia interna-zionale di arte drammatica, un percorso trien-nale di formazione per giovani attori, natodalla collaborazione con il Teatro Quirino».

Si parla con insistenza della necessità dicredere maggiormente nei giovani in poli-tica, così come in economia, in ambito acca-demico, nella vita sociale e culturale delPaese. Se e cosa frena però questo processo,secondo lei? E come invece incentivarlo epromuoverlo?«Come ho già avuto modo di dire, il nostroPaese ha bisogno di ripensare il proprio mo-dello sociale e culturale, e in questo processomi sembra inevitabile un ricambio genera-zionale, senza per questo cedere a facili nuo-vismi o a semplicistici giovanilismi. È neces-sario al tempo stesso che le giovanigenerazioni abbiano le giuste competenze perguidare questo cambiamento. La FondazioneRoma, in questo senso, ha fatto e continueràa fare la propria parte».

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56 • DOSSIER • LAZIO 2012

RICAMBIO GENERAZIONALE

Con le recenti misure introdotte dalGoverno Monti in tema di digita-lizzazione e agenda digitale, l’Ita-lia avvia un importante processo

di innovazione che dovrebbe contribuire aridurre il gap accumulato negli anni dall’Ita-lia rispetto ad altri player stranieri. Importantisono anche le norme sulla nascita e la ge-stione delle start up perché, per la prima voltanel panorama legislativo italiano, viene sta-bilito un quadro di riferimento organico perfavorire l’avvio e la crescita di nuove impreseinnovative. Si tratta di un passo in avanti si-gnificativo soprattutto sul piano della men-talità e dell’apertura a nuovi orizzonti di svi-luppo. Perché, come sottolinea anche AlessioRossi, presidente del gruppo giovani im-

prenditori di Unindustria con delega per lestar up e promozione dell’imprenditoria gio-vanile, occorre innanzitutto strutturare e ali-mentare l’ecosistema in grado di fornirel’humus più adatto per appoggiare idee e pro-getti imprenditoriali.

Quali sono le criticità che i giovani incon-trano nel fare impresa oggi? «La burocrazia in Italia è uno dei primi osta-coli che un giovane con un’idea innovativa oche intende creare una nuova impresa deve af-frontare: molteplici i modelli da compilare, ipermessi da richiedere e le certificazioni daottenere, quando in altri paesi europei questeprocedure sono snellite grazie al confrontocon un unico interlocutore. E il Lazio non faeccezione in questo senso. La semplificazione

Burocrazia, accesso al credito e la mancanza di un network di relazioni efficace

rallentano in Italia l’imprenditoria giovanile. Per Alessio Rossi bisogna puntare

su semplificazione, valore delle idee, attività di venture capital e business angel

Francesca Druidi

Angeli custodi per le nuove imprese

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 57

Alessio Rossi

burocratica è, dunque, la prima leva sullaquale intervenire. C’è poi il tema dell’accessoal credito, problematico per tutte le impresein questa fase e ancor di più per i giovani eper le nuove imprese costituite. Le banchepurtroppo tendono a non credere nei progettiinnovativi, ma nelle garanzie reali che i socio i garanti possono produrre. Questo perchéin Italia l’interlocutore privilegiato resta l’isti-tuto di credito, mentre in altre nazioni, comead esempio gli Stati Uniti, sono più svilup-pate attività di venture capital e business an-gel, settori assolutamente da potenziare».

Per quanto riguarda la regione?«Nel Lazio sono presenti soggetti vicini alleaziende che promuovono l’avvio e la crescitadi start up, come Biclazio. Questi incubatoriperò non creano effettivamente l’ecosistemaadatto per la nascita di nuove realtà produt-tive, implementando un network di relazioni,ma si limitano a servizi più materiali. Un’al-tra condizione fondamentale per lo sviluppo

di nuova imprenditorialità è, inoltre, rappre-sentata dallo sviluppo di una cultura di basepiù favorevole all’impresa e all’imprenditorestesso. Nel nostro Paese, infatti, persiste an-cora una sacca di diffidenza, ostilità e pre-giudizio nei confronti del titolare di un’atti-vità. Come Unindustria, ci poniamo comeobiettivo proprio il perseguimento di un’in-versione di tendenza innanzitutto culturale».

Come valuta l’introduzione della società aresponsabilità limitata semplificata?«Non è una soluzione soddisfacente o anchesolo sufficiente. Può individuare un passo inavanti sotto il profilo della mentalità da partedelle istituzioni. Quello che serve è l’oppor-tunità di poter costituire un’azienda a costozero con l’abbattimento dei costi delle certi-ficazioni e delle pratiche burocratiche; il ca-pitale sociale resta necessario per creareun’azienda. Un’impresa con un euro nonparte se non può contare su ulteriori finan-ziamenti».

Istituzioni e mondo imprenditoriale ripe-tono “largo ai giovani”, ma non sembranoadoperarsi nel concreto per renderlo fattivo.Come scuotere la situazione di immobili-smo?«Dipende da noi giovani. Non credo nellequote rose o nelle quote giovani, è un ap-proccio che non condivido. I giovani lo spa-zio se lo devono prendere, aspettare di trovarsila strada spianata è una considerazione errata.Servirebbe probabilmente una legge in gradodi porre un limite ai mandati in ambito po-litico, per arginare lo strapotere della classedirigente passata, ma per quanto riguarda leattività imprenditoriali i giovani devono com-

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La semplificazioneburocratica è la primaleva sulla quale intervenire

A sinistra, Alessio Rossi,

presidente del gruppo

giovani imprenditori di

Unindustria con delega per

le star up e promozione

dell’imprenditoria giovanile

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58 • DOSSIER • LAZIO 2012

battere e conquistare i lorospazi, se lo meritano. Non è,infatti, automatico che i gio-vani siano all’altezza dellospazio che reclamano. Molti stanno trovandola loro opportunità fuori dall’Italia: non tor-nano più nel nostro Paese dopo un’esperienzasvolta all’estero, ma restano oltre confine dovele idee vengono maggiormente premiate».

Qual è lo scenario per quanto riguardastart up e avvio di progetti imprenditorialinel Lazio? Si registra dinamismo? E in qualisettori in particolare?«Esistono buone pratiche per favorire le po-tenziali nuove imprese ma è ancora troppopoco quello che la Regione fa nel concreto inquesta direzione. Un’ottima pratica è identifi-cata dall’accordo tra Provincia di Roma e Uni-credit per lo sviluppo delle idee innovative, cheandrebbe “copiata”, dove possibile, anche daaltre amministrazioni. Si registra in questomomento un maggior dinamismo nei settoridelle nuove tecnologie, dell’innovazione e deltempo libero. Le nuove generazioni stannotentando di elaborare nuove idee che leghinola passione dell’imprenditore all’attività lavo-rativa, creandosi una nicchia capace di distin-guerli sul mercato. Il segnale positivo cheemerge da questa crisi è la voglia di fare e l’in-

ventiva dimostrate dai giovani che, di frontealla prospettiva di restare disoccupati, deci-dono di rischiare e di mettersi in proprio».

Quali sono i progetti di Unindustria a so-stegno dei giovani imprenditori?«Stiamo promuovendo un’assemblea pubblicaper novembre dove porteremo avanti le nostreistanze e presenteremo una proposta di sem-plificazione e di incentivazione finalizzata allacreazione di un ecosistema adeguato alla na-scita di nuove imprese. Stiamo, inoltre, lavo-rando alla realizzazione di un portale web e diapplicativi per tutte le piattaforme mobili ri-volti a chiunque sia interessato ad aprire unanuova realtà aziendale. Questi dispositivi sa-ranno arricchiti anche da testimonianze di-rette degli imprenditori appartenenti algruppo giovani di Unindustria. Siamo, inol-tre, presenti nella neonata Consulta dei gio-vani imprenditori e professionisti di Roma edel Lazio, istituita per confrontarci ciclica-mente sui temi che ci stanno più a cuore e co-ordinare i nostri interventi per raggiungereobiettivi fondamentali quali semplificazionee valorizzazione delle idee».

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In Italia l’interlocutore privilegiatoresta l’istituto di credito,mentre in altre nazioni sonopiù sviluppate attività di venturecapital e business angel

RICAMBIO GENERAZIONALE

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«Creare le condizioni per metterein atto un vero cambiamento,soprattutto dopo gli ultimiscandali che hanno ancor più

compromesso la fiducia dei cittadini nella poli-tica, è un dovere oltre che un obiettivo priorita-rio». Ad affermarlo è l’ex ministro della Gio-ventù Giorgia Meloni che, in questa faseincandescente della politica italiana, commentala volontà di ricambio che si respira oggi nel no-stro Paese.

Come dovrebbe avvenire il ricambio gene-razionale in politica?«Al di là dei nomi, delle facce e dell’età, sono imeccanismi di selezione della classe politica adover essere modificati. Un ricambio non av-viene sostituendo dei cooptati con cooptati piùgiovani, perché non è solo una questione ana-grafica: sono il merito e le competenze a doveressere riconosciute. I giovani italiani, che hannoscelto di donare una parte di loro stessi a que-sta nazione attraverso la militanza e l’impegnopolitico, hanno il diritto di misurarsi sul terrenodel consenso che, in democrazia, è il vero stru-mento che permette di giudicare il merito. Il

tutto ovviamente può e deve essere affiancato daun processo di svecchiamento delle istituzioni,risultato di un’impostazione culturale e costi-tuzionale ormai superate».

In che modo?«In una nazione che non riconosce a tutti ilpieno diritto di rappresentanza e cittadinanza,escludendo da un ramo del Parlamento chi nonha compiuto i 40 anni, è nella normalità che nonsi possa essere considerati abbastanza maturi peravere ruoli istituzionali e di responsabilità prima

LAZIO 2012 • DOSSIER • 59

Giorgia Meloni

Svecchiare le istituzioni continuando

a dare priorità a competenze

e partecipazione. Riassegnare

all’elettorato maggiore responsabilità

alle urne. Sono le strade indicate

da Giorgia Meloni per il futuro

della politica italiana

Francesca Druidi

Democrazia e meritocontro l’antipolitica

Giorgia Meloni,

deputata del Popolo

della Libertà ed ex

ministro della Gioventù

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RICAMBIO GENERAZIONALE

60 • DOSSIER • LAZIO 2012

di aver raggiunto l’età pensionabile. Mi auguroche entro la fine della legislatura si arrivi all’ap-provazione del disegno di legge costituzionaleper l’equiparazione tra elettorato attivo e pas-sivo, che ho presentato e che è già stato licenziatoalla Camera con il consenso unanime di tutte leforze politiche. Abbassare a 18 e 25 anni l’età perl’eleggibilità, rispettivamente alla Camera e alSenato, significa dimostrare attenzione verso igiovani italiani, ai quali fino a oggi una norma su-perata ha negato il diritto di rappresentanza. Edè questa la risposta che la politica deve dare perfar partire un vero rinnovamento, in un’Italiache sceglie di credere e investire nel suo futuro».

Quali ulteriori mosse sono necessarie?«La parola d’ordine deve essere “100% di demo-crazia”: tutta la politica ha scelto di affidarsi a ungoverno di tecnici per uscire da una crisi e que-sto è di fatto un fallimento che non può passarein secondo piano, ma da qui dobbiamo far ri-partire un nuovo capitolo della nostra storia. Ètempo di rimettere tutto in mano agli italiani e

di rivendicare principi ineludibili come la tra-sparenza, il merito e la partecipazione. Il Pdl po-trebbe cominciare con la celebrazione delle ele-zioni primarie a tutti i livelli, dalla scelta delcandidato premier al presidente municipale, per-ché questa crisi deriva dalla chiusura dei partiti.Il tempo delle riunioni di oligarchi che dentro lemura di una segreteria di partito sceglievano can-didati, liste, nomi, è finito: rimettiamo il boccinonelle mani del popolo e consentiamogli di sce-gliere tutto, anche i parlamentari attraverso lareintroduzione delle preferenze nel sistema elet-torale. A tal proposito, ho presentato una pro-posta di legge lo scorso maggio che va in questadirezione. A chi dice che le preferenze sono fontedelle peggiori nefandezze replico che anche glielettori devono avere la possibilità e la responsa-bilità di scegliere i loro rappresentanti, una re-sponsabilità che oggi è vergognosamente in manoalle segreterie dei partiti».

Nel suo libro, “Noi crediamo. Viaggio nellameglio gioventù d’Italia”, racconta storie digiovani italiani che ce l’hanno fatta. Quali ipregi e i difetti della gioventù italiana?«Quelle descritte nel libro sono le storie di giovaniche ci hanno provato e creduto. I difetti dellenuove generazioni sono quelli che hanno volutotrasferire su di loro i senior, classificandoli comebamboccioni, bulli e disimpegnati. Una condi-zione alla quale avrebbero voluto condannare lenuove generazioni e un alibi per non assegnareloro delle responsabilità. A fronte di pochi casinegativi che finiscono sulla pagine di cronaca, lestorie positive di cui i nostri ragazzi sono quoti-dianamente protagonisti non vengono mai rac-contati perché non fanno notizia. Penso ai ragazziimpegnati nel volontariato, a coloro che si im-pegnano per qualificarsi nonostante la carenza di

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Far recuperare ai giovani e agli italiani la fiducianella politica e nelle istituzioni, compromessadai politici, è la sfida del nostro tempo

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Giorgia Meloni

LAZIO 2012 • DOSSIER • 61

meritocrazia e di valorizzazione del talento. Purdi ostacolare i giovani, vengono disattesi provve-dimenti come quello da me assunto da ministroche prevede la garanzia dello Stato e condizionivantaggiose per la concessione di un mutuo-casaa giovani coppie che vogliono acquistare un nor-male appartamento. Diverse indagini giornali-stiche e di associazioni dei consumatori hanno ve-rificato che pochissime banche, tra quelleaderenti all’accordo, illustrano questa possibilitàai giovani clienti. Solo un milione di euro utiliz-zato in un anno di applicazione contro i 50 di-sponibili: una vergogna».

Come i giovani vivono oggi il loro impegnoin politica?«Ogni generazione è differente dalle altre, ma unragazzo o una ragazza che oggi sceglie di impe-gnarsi seriamente in politica è un piccolo mira-colo, così come considero straordinario l’impe-gno di centinaia di giovani che ogni annorinunciano a una parte delle loro vacanze per or-ganizzare “Atreju”, le festa nazionale della Gio-vane Italia che a settembre apre la stagione poli-tica e propone all’Italia dibattiti e riflessioni cheaccompagneranno tutta la stagione politica. Mal-grado il clima di antipolitica che imperversa e no-nostante le undici edizioni passate, la loro pas-sione e il loro impegno sono gli stessi di sempre,al di là del tempo passato o delle generazioni chesi sono alternate».

Riscontra oggi differenze significative ri-

spetto ai suoi primi passi in politica?«Negli anni 70 e 80 l’impegno politico era quasiobbligato, sicuramente massificato e, tutto som-mato, poco spontaneo perché assunto per “con-formismo”. Non dimentico però che ci furonogiovani e giovanissimi che, con gesti di vera ri-bellione sociale e culturale, scelsero la vera poli-tica di servizio alla comunità in risposta a quelconformismo e spesso pagarono con la vita que-sta scelta. Ho iniziato il mio percorso politico a15 anni, nel 1992, per un gesto di ribellioneverso il sangue che la mafia stava spargendo nellastagione delle bombe assassine, degli omicidi diFalcone e Borsellino e negli anni di tangentopoli.Forse un quindicenne del 2012 è circondato da

sollecitazioni diverse, ma la per-cezione del bene e del male deverimanere intatta. Il primo slo-gan di Atreju era: “è più faciledominare chi non crede innulla” e purtroppo il forte sen-timento di antipolitica di oggi -che è la somma del comporta-mento a dir poco indegno di al-cuni protagonisti, della chiu-sura dei partiti e delqualunquismo diffuso - è il veroavversario. Far recuperare ai gio-vani e agli italiani la fiducianella politica e nelle istituzioni,compromessa dai politici, è lasfida del nostro tempo».

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POLITICA ECONOMICA

62 • DOSSIER • LAZIO 2012

Mentre le istituzioni regionalivengono travolte dalle inchie-ste giudiziarie, il tessuto pro-duttivo laziale continua ogni

giorno ad affrontare le sfide dei mercati. Unaquotidianità complessa, fatta di una perdu-rante crisi economica e di un difficile accessoal credito. Non a caso il 57,8 per cento deipiccoli imprenditori laziali è convinto chenonostante le previsioni di un’iniziale ripresanel 2013, il peggio per loro debba ancora ar-rivare. Un quarto delle imprese, infatti, an-nuncia un taglio al personale e il 27,6 percento ha ricevuto dalla banca una riduzionedel credito. I dati, preoccupanti, vengonodall’indagine congiunturale sulle piccole emedie imprese della regione promossa dallaCna e svolta del Centro Europa ricerche.Erino Colombi, presidente della Confedera-zione dell’artigianato di Roma, commenta lostudio: «Questa indagine congiunturale con-ferma purtroppo i dati negativi che avevamoriscontrato in quella precedente». Ad acuire ilproblema, la sensazione di solitudine provatadagli imprenditori. Un sostanziale abban-dono da parte delle istituzioni ancora piùamaro dopo le ormai note vicende che hannovisto protagonista il consiglio regionale. Inuna situazione così delicata nemmeno il go-verno nazionale supera l’esame, ma anzi scon-tenta quasi sei imprenditori laziali su dieci. Alcentro delle perplessità, la scarsa attenzionenei confronti delle difficoltà delle aziende,soprattutto le pmi, che nei momenti di crisisono sempre le più colpite. A fare da traitd’union tra mondo imprenditoriale e istitu-

zioni ci sono le associazioni di categoria. Ilneo eletto presidente di Unindustria Lazio,Maurizio Stirpe, sottolinea: «I dati dell’inda-gine confermano la difficoltà che il nostroPaese e la nostra regione stanno attraver-sando. Come associazione di categoria laprima cosa è stare vicino agli associati». An-che per quanto riguarda l’assetto politico-istituzionale ha le idee chiare: «Questo è ilmomento opportuno per affrontare in ma-niera lungimirante un nuovo assetto istitu-zionale che dovrà accompagnare la nostra re-gione nei prossimi anni. L’obiettivo è unacittà-regione e l’abolizione delle province,dando vita a una nuova “Regione di Roma ca-pitale”. Solo seguendo questa strada potremodare quelle risposte di crescita che il nostrotessuto produttivo chiede ormai da troppotempo». È proprio l’associazione presiedutada Stirpe a dare gli ultimi dati sul sistema pro-duttivo del Lazio nel secondo trimestre 2012che, con le dovute cautele, mostra un ini-ziale miglioramento. Il quadro congiunturalecontinua infatti a essere critico, ma con qual-che segnale di attenuazione rispetto ai due tri-mestri precedenti. Il volume di attività digran parte delle aziende si è ulteriormente ri-dimensionato negli ultimi mesi, ma dimi-nuiscono anche le imprese che si dichiaranoin difficoltà (-4 per cento rispetto la rileva-zione precedente) e aumentano quelle cheinvestono in nuove strategie organizzative e dimercato (rispettivamente, +5,1 e +1,2 percento). Se i deboli segnali di ripresa, soprat-tutto delle aziende di maggiori dimensioni,dovessero confermarsi, potrebbe ipotizzarsi

La situazione produttiva del Lazio non è dissimile da quella nazionale:

le piccole aziende faticano e per questo gli imprenditori chiedono

alle istituzioni attenzione e riforme per intercettare i segnali di ripresa

Teresa Bellemo

Insieme per lo sviluppo

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Il Lazio in cifre

LAZIO 2012 • DOSSIER • 63

quindi l’inizio di una timida fase di inver-sione del ciclo economico. I segnali più evidenti di attenuazione dellacrisi e di moderato dinamismo hanno ri-guardato soprattutto il comparto del terzia-rio (l’11,7 per cento si dichiara in crescita),il manifatturiero (il 5,4) e l’agricoltura(l’8,5). Serve però ricordare che il saldo traimprese che hanno registrato una crescita delfatturato e dell’occupazione e quelle che nehanno indicato una riduzione resta sempreampiamente negativo. Nel complesso, in-fatti, solo l’8,8 per cento delle aziende indicadi essere in una fase di crescita. Le aziendeche reagiscono meglio alla crisi sono, comespesso accade, soprattutto quelle di grande emedia dimensione, mentre resta invece cri-tica la situazione della parte più consistentedel tessuto produttivo regionale, ovvero tra lepiccole e micro imprese. Il quadro econo-mico odierno però non permette di isolaredel tutto parti del tessuto produttivo per stu-diare una ricetta, ma obbliga a tenere sempreconto di tutte le connessioni che ciascuna re-altà ha; la sua complessità deriva proprio daquesto. Le politiche di crescita e di sviluppo

dovrebbero infatti essere sempre più discussea livello europeo. L’Europa, e anche il nostroPaese, hanno messo l’accento sulla competi-tività per avviare una nuova fase di ripresa.D’altra parte l’Europa esporta molto dentrosé stessa: le esportazioni dei paesi europeisono destinate prevalentemente ad altri paesieuropei. In queste condizioni, essere piùcompetitivo per un paese significa crescere aspese di un altro paese dell’Ue, non facendocrescere l’Europa nel suo insieme. Quindi, sevuole crescere, l’Europa deve puntare sullasua domanda interna. Ne è convinto Inno-cenzo Cipolletta, economista. «Temo chepuntare sulla competitività non sia efficace.Certo, con una maggiore competitività sipuò pensare di esportare di più. Ma dove? Ilcommercio mondiale sta rallentando perchégli Usa non riescono a crescere e comincianoa sentire il peso del debito pubblico, mentrei paesi emergenti stanno frenando. La crescitadel commercio mondiale è dunque in fre-nata. La soluzione potrebbe arrivare dall’im-plementazione di apposite regolamentazioniche inducano a nuovi consumi volti a mi-gliorare la qualità della nostra vita».

A sinistra, Maurizio Stirpe, presidente

di Unindustria; sotto, Erino Colombi,

presidente della Cna di Roma

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POLITICA ECONOMICA

64 • DOSSIER • LAZIO 2012

Il problema della dimensione esigua delleaziende è ormai strutturale nell’econo-mia italiana e troppo spesso impediscealle imprese di affrontare un robusto

trattamento di riqualificazione. Nuovi mac-chinari, corsi di formazione per i dipendenti,elaborazione di un nuovo business plan sonotutti passaggi necessari per lasciarsi alle spallela crisi economica. Puntare su nuovi mercati,costituire reti di impresa, tentare di trasfor-mare l’idea innovativa di un giovane impren-ditore in azienda sono i vettori giusti per ri-cominciare a parlare di crescita. In molti casiperò gli ostacoli fanno da freno a imprendi-

tori e cittadini con la voglia di fare impresa.Su questo terreno opera Sviluppo Lazio, chegrazie al Programma operativo regionale e alFondo europeo di sviluppo regionale tenta disvolgere un lavoro di incentivo e rilancio perl’economia del territorio. Per MassimilianoMaselli, presidente dell’ente, la chiave per ri-partire sta tutta nell’innovazione, come nelcaso delle start-up. «Sono una priorità asso-luta per rilanciare l’economia e l’occupazione,soprattutto giovanile e non solo nel Lazio. Unaltro caposaldo è l’internazionalizzazione, sucui Sviluppo Lazio ha accumulato molta ex-pertise. Significa sostenere le imprese, il made

Per ripartire serve impegno a tutti i livelli. Non solo le istituzioni, ma anche

le banche e le aziende devono rinnovarsi, in modo da intercettare

nuovi business e idee innovative per tornare a competere

Teresa Bellemo

Le iniziativeche servono alle imprese

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Massimiliano Maselli

LAZIO 2012 • DOSSIER • 65

in Italy e il made in Lazio per poterli espor-tare e promuovere nel mercato globale, fa-cendo crescere le imprese e aumentandoquindi l’occupazione».

Come si adopera Sviluppo Lazio per so-stenere le piccole e medie imprese, partico-larmente colpite dalla crisi economica?«Nel Lazio, come in tutta Italia, la spina dor-sale è formata dalle pmi, per questo credo siafondamentale aiutarle. A questo propositonel luglio scorso Sviluppo Lazio, insieme allaRegione, ha pubblicato il bando da 10 mi-lioni di euro “Fondo patrimonializzazionepmi”, che ha avuto un successo straordinario.Hanno partecipato 182 aziende, 149 sonostate ritenute idonee e abbiamo già finanziatole prime 94. Obiettivo principale del fondoè il rafforzamento patrimoniale delle pmi at-traverso l’aumento di capitale sociale. La mo-dalità è un finanziamento a tasso agevolato dicinque anni che va a coprire i due terzi del-l’aumento di capitale, partendo da un mi-nimo di 70 mila euro a un massimo di 600mila. Visto il successo dell’operazione ab-biamo chiesto alla Regione di implementarela somma, in modo da andare a coprire an-che le rimanenti domande ammesse che nonhanno avuto copertura finanziaria. Questo èun aiuto concreto per mitigare il cosiddettonanismo delle imprese rendendole più grandie robuste».

Uno dei problemi più urgenti è la disoc-cupazione giovanile e femminile. Quali lestrategie per un’inversione di tendenza?«Sicuramente puntando sulle start-up. E poi,a mio parere, la strategia deve essere di si-stema. Non devono essere solo le istituzionia mettere in campo le risorse, ma tutti de-vono essere protagonisti della ripresa; parlo

delle associazioni di categoria, dei sindacati,delle banche e della stessa comunità. Lo Statodeve mettere le risorse, ma anche una mag-giore capacità rispetto al passato, attraverso lariduzione dell’apparato burocratico, e pun-tare sul web rendendo così tutto più veloce etrasparente. Anche le banche devono fare unpasso avanti, dotandosi di personale più qua-lificato in modo da saper cogliere l’impor-tanza dell’idea innovativa di un’ipoteticastart-up in modo da finanziarla. Molte voltegli istituti chiudono le porte alle start-upperché si irrigidiscono e non hanno la capa-cità di discernere l’idea brillante dall’ideapoco profittevole, perdendo così molte oc-casioni di sviluppo».

Quali conseguenze possono avere i recentiscandali che hanno coinvolto l’amministra-zione regionale per quanto riguarda la cre-dibilità delle istituzioni? «Le Regioni sono istituzioni molto impor-tanti e la riforma del Titolo V a mio parere èstata necessaria, però deve sicuramente essererivista inserendo maggiori controlli. Benvenga dunque il decreto del governo che au-menta i poteri della Corte dei Conti. Va fattaattenzione, però, a non eccedere nel sensoopposto, ritornando a un vecchio centrali-smo: il decentramento è stato un passaggioimportante anche se sono mancati rigidi con-trolli. Mi dispiace che la politica arrivi a que-ste decisioni solo dopo fatti eclatanti, madeve però cogliere l’occasione per migliorarele regole e ridare credibilità e dignità a unaistituzione come la Regione Lazio. Questodovrà essere uno dei primi punti in agendadel nuovo governo regionale in modo da po-ter poi rilanciare le politiche del lavoro edello sviluppo».

In apertura,

Massimiliano Maselli,

presidente

di Sviluppo Lazio

Obiettivo principaledel Fondo di patrimonializzazioneè il rafforzamento delle pmiattraverso l’aumentodel capitale sociale

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POLITICA ECONOMICA

66 • DOSSIER • LAZIO 2012

Trentaquattro manifestazioni fieristi-che, congressi, corsi per aziende pri-vate ed enti pubblici, presentazionie convention: un totale di circa 100

eventi l’anno e 800mila visitatori. Sono questi inumeri di Fiera Roma, dal 2006 nel nuovo quar-tiere fieristico e fresca di sinergia con Eur spa perla costituzione di Roma convention group, la so-cietà che gestirà l’intero sistema congressuale ro-mano. Le indagini dicono che l’indotto nel ter-ritorio che produce il quartiere fieristico èalmeno dieci volte il suo fatturato, per questo ser-vono investimenti nelle attività che hanno un ri-torno misurabile perché vogliono dire posti letto,pasti, trasporti, organizzazione di eventi e svi-luppo per il territorio. Una fiera, un convegno oun congresso possono dare infatti l’opportunitàa molte persone di fermarsi e visitare la città, pro-prio perché i visitatori non vengono solo dalla re-gione. Per questo gli enti locali devono realizzareche una fiera non è solo un esercizio ingegneri-stico o un contenitore, ma serve avere idee e met-tere a disposizione investimenti e infrastruttureadeguate. Il presidente di Fiera Roma, MauroMannocchi, non ha dubbi a riguardo: «Dob-biamo avere la capacità di mettere insieme que-sto potenziale, ma deve essere il territorio chedeve dialogare. La Regione e il Comune di Romadevono fare una riflessione sulle infrastrutture. Sidovrebbe iniziare a progettare insieme anchenuovi trasporti, ma per farlo la città deve vederciun’opportunità di sviluppo».

Quali sono le fiere che a Roma attraggonopiù visitatori?

«Sono soprattutto le manifestazioni rivolte alpubblico. Con Motodays, ad esempio, abbiamoregistrato numeri record: circa 127mila visitatori,sicuramente perché Roma è la città europea dovesi vendono più mezzi a due ruote, ma anche per-ché quest’anno abbiamo introdotto la bicicletta.Le altre due fiere più seguite sono poi quella sullanautica, sempre sopra i centomila visitatori, eRoma Cavalli. Recentemente Romix, la fiera sulfumetto, ha registrato degli ottimi numeri».

Quanto il turismo congressuale fieristicopuò essere motivo di sviluppo per il territo-rio romano?«Sicuramente è un settore importante, per que-sto va fatta una riflessione approfondita. Fieradi Roma non è adatta sotto certi numeri e certe

Nonostante le difficoltà e la crisi l’ente Fiera Roma scommette sul futuro.

Ma servono investimenti e infrastrutture per poter accogliere più visitatori

e farne occasione di sviluppo. Il punto di Mauro Mannocchi

Teresa Bellemo

La fiera delle potenzialità

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casi con una storia centenaria e con manifesta-zioni fieristiche che hanno superato le sessantaedizioni. Le nostre sono relativamente giovani,inoltre, siamo situati in una zona produttivafuori dai poli che hanno dato vita alle grandi fieredel secolo scorso».

Cosa fare dunque per farla crescere e perrenderla punto di riferimento a livello na-zionale e internazionale?«Innanzitutto le risorse. La valorizzazione delvecchio polo fieristico doveva dare ossigenoalla nostra attività ma purtroppo non è ancoraavvenuta. Possiamo crescere sicuramente nelb2c, incentivare alcuni settori, come quellodelle energie rinnovabili, per il quale abbiamouna manifestazione di carattere internazio-nale. Possiamo cercare nuovi spazi di manovranell’agroalimentare, ma soprattutto in attivitàrivolte al turismo che possono unirsi alla ca-pacità attrattiva di Roma. Stiamo lavorandoanche alla diversificazione del business, attra-verso l’implementazione di attività che nonsono propriamente fieristiche. Collaboriamoinfatti con una società che ha un know-howtecnico altissimo nell’allestimento fieristico eda settembre la produzione degli allestimentila facciamo noi, e l’obiettivo è di parteciparea gare d’appalto in tutta Italia. Lo scorso annoabbiamo iniziato anche a organizzare manife-stazioni fuori dal quartiere per sostenere al-cune iniziative che noi riteniamo peculiari perl’economia laziale, come la Fiera di Grotta-ferrata, che ha 412 anni di storia, e quellasulla nautica a Gaeta».

Mauro Mannocchi

LAZIO 2012 • DOSSIER • 67

soglie e, in parallelo, non ha ancora infrastrut-ture sufficienti. C’è una linea ferroviaria che an-drebbe potenziata, se ci fosse poi la metropoli-tana sarebbe più facile organizzare eventi diampia portata. A questo proposito abbiamocreato una società partecipata insieme a Eur Spache lavorerà sulla Nuvola e sul Palazzo dei con-gressi proprio per potenziare il turismo con-gressuale. Io credo che mettendo insieme que-ste strutture, sinergiche per dimensioni ecapacità di ospitalità, possiamo potenziare la ca-pacità attrattiva romana anche attraverso unarazionalizzazione dei costi».

Quali sono i punti di debolezza di Fiera diRoma?«Fiera di Roma nasce purtroppo con la man-canza di un capitale sin della fase di start-up. Ilprogetto ha di certo dato vita a un bel quartierefieristico, ma forse sovradimensionato rispetto leesigenze della vecchia fiera che aveva un fatturatomodesto. C’è stato dunque un errore di valuta-zione e non sono rimaste risorse disponibili perla fase iniziale in cui sarebbero invece state ne-cessarie. Negli anni l’azienda è cresciuta nono-stante la crisi, iniziata praticamente con l’inau-gurazione del nuovo quartiere fieristico. Perstrutture di questo tipo la fase di start-up è ab-bastanza lunga, anche per i diversi livelli di con-correnza: nazionale e internazionale, in molti

In apertura,

Mauro Mannocchi,

presidente

di Fiera Roma

VISITATORI LE PERSONE CHEOGNI ANNO VISITANO UNA DELLEMANIFESTAZIONI DI FIERA ROMA

800mila

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EXPORT

Investendo e puntando gli occhi e l’attenzione verso i mercati esteri

è possibile ottenere ottimi risultati anche per quei settori che in Italia

sono ormai fuori mercato. Ne parlano Genni e Massimo Colli

Emanuela Caruso

L’estero traina il comparto delle perforazioni

Genni e Massimo Colli,

titolari della società

Colli Drill Spa

di Capena (RM).

Al centro,

un esempio di tubi

forgiati

www.collidrill.it

«Il settore manifatturiero e le im-prese che fanno internazionaliz-zazione hanno sentito la crisinon a partire dal 2010-2011,

bensì già dal 2005, quando hanno assistitoal calo del dollaro e all’aumento del prezzodel petrolio e dell’acciaio. E nel biennio2006-2007 il costo dell’acciaio è incremen-tato del 60 per cento, mentre il dollaro hacontinuato a rimanere basso». Questo pre-cisano Genni e Massimo Colli, titolari dellaColli Drill di Capena, in provincia di Roma,cercando di descrivere la situazione della

loro società e del lorosettore – quello dellafabbricazione e ven-dita di attrezzatureper la perforazionedel sottosuolo – an-che in relazione alla crisi economica piom-bata sul mondo ormai da anni. E conti-nuano: «Combattendo la crisi da lungotempo, abbiamo capito con quali mezzi af-frontarla, ovvero attraverso il know how, in-vestimenti mirati, e l’evoluzione dei marginidi competitività, molto diversi da quelli del

passato. Grazie a queste accortezze ea un aumento delle commesse estere,abbiamo chiuso il 2011 e stiamoportando avanti il 2012 in manierapositiva; abbiamo registrato ancheun più 30 per cento della produ-zione».Parliamo degli investimenti por-

tati avanti in questi anni per af-frontare la crisi. Che ambiti del-l’attività hanno riguardato e qualivantaggi hanno apportato?GENNI COLLI «Abbiamo investitoesclusivamente i nostri soldi, quelliguadagnati e accumulati in anni dilavoro, sul mantenimento di unaqualità elevata del prodotto, sull’ac-quisto di nuove attrezzature e sullecertificazioni. Per quanto riguarda la

70 • DOSSIER • LAZIO 2012

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Genni e Massimo Colli

qualità, al contrario di molti,noi abbiamo deciso di nonabbassarla per tenere il mer-cato, anzi l’abbiamo incre-mentata, perché se primamettere a disposizione deiclienti la migliore qualità ci penalizzava dalpunto di vista contrattuale e delle vendite,oggi invece ci ripaga. Poi, abbiamo inve-stito in nuove attrezzature e macchine e an-che grazie a queste stiamo riprogrammandotutta la produzione e l’head quarter della so-cietà, così da essere maggiormente competi-tivi. Infine, abbiamo ottenuto l’importantecertificazione Api, che ci consente di operarenegli ambiti del water well a grandi profon-dità e del petrolifero».

Nell’ultimo periodo avete assistito a unrilevante incremento delle commesseestere. In quali paesi internazionali è pre-sente la Colli Drill?MASSIMO COLLI «Lavoriamo principalmentecon la Russia, l’Australia e l’Europa, in par-ticolare con Germania, Francia, Inghilterra,Romania e Bulgaria. Inoltre si sono da pocoaperti i mercati della Nuova Zelanda e del-

l’India. Negli Stati Uniti, invece, siamobloccati a causa della condizione in cui versail dollaro e dell’estenuante concorrenza. Pos-siamo dire che tutti i mercati dollaro-di-pendenti sono debolissimi, mentre quellisoggetti all’euro sono un po’ più attivi. Almomento, la Russia è sicuramente il mer-cato trainante del settore, perché imponedogane molto costose agli Stati Uniti equindi ci permette di avere un maggiorcampo d’azione e di essere più competitivi.Se non fosse per il mercato estero, non riu-sciremmo a lavorare, poiché in Italia il mer-cato è quasi nullo a causa della mancanza diliquidità».

Quali sono le attività principali dellaColli Drill e su quali settori state pun-tando maggiormente in questo periodo?G.C. «La Colli Drill si occupa di attrezzatureper la perforazione e, in particolar modo, di áá

❝~

Il 2011 è stato un anno positivo e la Colli Drillha registrato un incremento della produzionedel 30 per cento

LAZIO 2012 • DOSSIER • 71

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aste di perforazione per fondazioni spe-ciali, water well e no-dig. Nonostante inquesto periodo non abbiamo mai messoda parte le fondazioni speciali, ci siamoconcentrati e impegnati maggiormente susettori più “innovativi”, come, per esempio,la fabbricazione di aste a circolazione in-versa e aste per perforazione ad alta profon-dità. Inoltre, attraverso una tecnica d’avan-guardia, abbiamo messo a punto una nuovalinea completa di forgiatura che ci consentedi forgiare tubi dalla piccola e media di-mensione per la produzione di aste anchesenza saldatura. In altre parole, stiamo cer-cando di allargare la gamma di prodotti e disettori di riferimento, soprattutto in previ-sione di una nostra ulteriore espansione sulmercato estero».

Qual è l’aspetto distintivo dei prodottidella Colli Drill?M.C. «Sicuramente l’utilizzo di materie primedi altissimo valore. L’acciaio utilizzato per lenostre lavorazioni vanta massima qualità emassime caratteristiche meccaniche, ragionper cui le nostre aste hanno performance for-temente differenti da quelle distribuite nelmercato comune. Le aste della Colli Drill co-

stano il 15-20 per cento in più rispetto aquelle comunemente reperibili, ma al con-trario di queste ultime durano anche deglianni e garantiscono prestazioni migliori».

Come si pone la Colli Drill nei con-fronti dell’impatto ambientale?G.C. «Rispettiamo la raccolta differenziataquotidiana imposta dal comune; provve-diamo allo smaltimento dei nostri residui dilavorazione; e varie ditte esterne curano il ri-ciclo dei materiali che provengono dalla la-vorazione o dagli uffici. Smaltiamo tutto ciòche è ferro, plastica, olio, filtri e batterie.Inoltre, siamo dotati di un sistema che attra-verso filtri particolari riesce a smaltire il gas».

Prospettive per il futuro?M.C. «Trasferirci in un’area più grande e inuno stabilimento più grande, così da unire lenostre produzioni di Bari e Roma e da mi-gliorare e velocizzare le tempistiche di con-segna. Il nostro obiettivo primario è quellodi incrementare in modo costante la com-petitività dell’azienda e dei prodotti».

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Ci siamo concentratie impegnati maggiormentesu settori più “innovativi”,come la fabbricazione di astea circolazione inversa e asteper perforazione ad altaprofondità

72 • DOSSIER • LAZIO 2012

EXPORT

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TECNOLOGIE

Si chiama “Progetto Hepburn” ed è lacarta giocata da Sebia, multinazionalefrancese operante nell’ambito dell’elet-troforesi. Il progetto persegue l’eccel-

lenza aziendale coinvolgendo i clienti nella rior-ganizzazione dei processi, malgrado un contestogenerale sempre più intricato. Da una parte, ladifficile congiuntura economica; dall’altra imutamenti in atto all’interno della sanità –diagnostica di laboratorio inclusa –, cui si ag-giunge l’annoso problema dei prolungati tempidi pagamento. Forte delle ottime performancedel 2011, questa realtà guarda al futuro a testaalta per concretizzare la vision, citata da Mas-similiano Boggetti, direttore generale di SebiaItalia: «Innovare per fare dell’elettroforesi la

tecnica di scelta del laboratorio di diagnosticaper la separazione e l’identificazione di bio-marcatori proteici».

In cosa consiste il “Progetto Hepburn” ecome viene attuato?«Abbiamo avviato questo progetto che vuolemigliorare l’organizzazione aziendale, ripen-sandola in maniera prospettica e innovativa.Tale iniziativa vede coinvolti, da una parte i col-leghi con le loro proposte innovative, dall’altraun gruppo di lavoro composto dai nostri ma-nager e da un numero selezionato di clienti, cia-scuno rappresentativo del segmento di mer-cato che serviamo e coordinato da dueconsulenti di organizzazione aziendale. Il “Pro-getto Hepburn” è uno strumento per dare voceai clienti, affinché possano essere sempre dipiù soddisfatti di noi».

Come si esprime la vostra azienda in nu-meri?«Nell’ambito di riferimento abbiamo un ruolodi leadership mondiale, con oltre 80 distribu-tori e 8 filiali. In particolare quella italiana, incui lavorano un gruppo di persone che hannouna lunga storia, sono motivate e fortementeorientate alla soddisfazione del cliente, si con-ferma da molti anni il partner scelto dalla mag-gior parte dei clienti pubblici e privati nazio-nali. Qui, infatti, le nostre tecnologie sono

Bilancio positivo per Sebia Italia, che

non si adagia sugli allori e affronta

un mercato in crisi, mettendo in campo

un progetto rivoluzionario,

di cui parla il direttore generale,

Massimiliano Boggetti

Roberta De Tomi

Massimiliano Boggetti,

direttore generale

di Sebia Italia, società

con sede a Bagno

a Ripoli (FI)

www.sebia.com

Il “Progetto Hepburn”, per l’elettroforesi

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 75

Massimiliano Boggetti

impiegate da oltre il 90 per cento dei laboratoridi patologia clinica».

Con quale finalità e quali prodotti vi pro-ponete sul mercato?«Sin dalla nascita Sebia ha ideato, costruito ecommercializzato sistemi di analisi all’avan-guardia tecnologica, utilizzati per la diagnosidi patologie quali le discrasie plasmacellulari(la più nota è il mieloma, un tumore del mi-dollo osseo), la sclerosi multipla, l’abuso al-colico cronico, le talassemie, le emoglobino-patie e infine per il diabete, test lanciatoproprio quest’anno».

A proposito di Italia: in che contesto statelavorando e come vi rapportate a esso?«In questi anni il mondo della Salute sta at-traversando un periodo critico, sia per la re-cessione economica, sia per il Governo che, afatica, sta attuando un cambiamento delle re-gole del mercato che consenta di garantire aicittadini una salute sostenibile, senza com-promettere la qualità dei servizi. Spesso que-sti provvedimenti si abbattono sulle soleaziende del settore già gravate da margini ri-dotti dalla forte competitività e ingiustamenteindebolite da tempi di pagamenti lunghis-simi. Malgrado tutto, a dimostrazione dellasua solidità e buona gestione, nel 2011 SebiaItalia ha realizzato il risultato di profitto mi-

gliore della sua storia».Quali altri riconoscimenti avete ottenuto

e cosa rappresentano per voi?«L’Abi (Associazione Bancaria Italiana) ci hasegnalato fra le aziende più solide in Toscanadell’anno precedente e la Camera di com-mercio di Firenze in collaborazione conl’Università di Firenze ci ha attribuito il giu-dizio di merito creditizio “Eccellente”, nel ri-spetto dei parametri di Basilea III. Per noiqueste sono ulteriori conferme, che ci sti-molano a migliorare».

Eccellenza, come si traduce in obiettiviconcreti? «Sebia, facendo leva sulla sua lunga tradizionedi ideazione, produzione e commercializza-zione di sistemi diagnostici basati sulla tecnicaelettroforetica, vuole continuare a essere il for-nitore di riferimento grazie a un servizio di ec-cellenza e all’introduzione nel mercato di pro-dotti innovativi».

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❝Il mondo della salute staattraversando un periodo critico.Malgrado tutto, nel 2011 Sebia Italiaha realizzato il risultato di profittomigliore della sua storia

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MODELLI D’IMPRESA

Sono tre le tipologie di realtà che oggi co-stituiscono il mercato della commer-cializzazione di prodotti petroliferi: al-cune grandi società come le compagnie

petrolifere, molte piccole aziende e poche me-die imprese. In un mercato così definito e sempre più dina-mico e movimentato, quindi, per un’azienda ènecessario analizzare lo scenario generale e capirecon precisione quale categoria potrebbe ren-derla più competitiva e presente sul mercato.Proprio questo ha fatto la Termo Trading Petrolidi Roma, che come spiega Giulio Landini, am-

ministratore unico della società: «Ha deciso diposizionarsi nella nicchia di mercato delle me-die imprese, mantenendo però la flessibilitàdelle piccole strutture e al contempo i numerie la forza di protendersi verso grandi obiettivinel settore degli appalti pubblici. Per riuscire araggiungere questo posizionamento in manieraconcreta, abbiamo dovuto investire nell’ade-guamento alle leggi sulla sicurezza sul lavoro esulla privacy, nell’ottenimento della certifica-zione di qualità Uni En Iso 9001, nella forma-zione specialistica degli operatori, e nell’ac-quisto di automezzi all’avanguardia edell’attrezzatissimo deposito situato in via diFioranello. Così facendo, oggi, la Termo Tra-ding Petroli può contare su un mercato etero-geneo e in continua crescita e può fornire tantopiccoli clienti privati quanto grandi enti dalleesigenze complesse e articolate».

Quale bilancio può trarre dall’attivitàsvolta nel 2011 e nel primo semestre del2012?«In questi due anni, la nostra azienda è stata im-pegnata su più fronti. Nel 2011 abbiamo ini-ziato i lavori di completamento e ammoderna-mento del nostro deposito, progetto che hacomportato una spesa di 800mila euro. Oggi, alavori ultimati, possiamo affermare di avere a di-sposizione un deposito della massima efficienzae sicurezza. Inoltre, abbiamo convogliato sforzied energie verso la soluzione di alcuni problemie ostacoli che ci hanno riguardato da vicino, peresempio la grande nevicata che ha colpito Roma

Dovendo far fronte a una domanda di prodotti petroliferi costante e soggetta

a particolari oscillazioni, le medie imprese del comparto hanno deciso di puntare

sul servizio e sulla capacità logistica. L’esperienza di Giulio Landini

Emanuela Caruso

Nuove dinamiche per i prodotti petroliferi

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Giulio Landini,

amministratore unico

della Termo Trading

Petroli Srl di Roma

www.tradingpetroli.it

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Giulio Landini

LAZIO 2012 • DOSSIER • 81

nel mese di Febbraio. In quell’occasione, ab-biamo provveduto al rifornimento ininterrottoe regolare dei nostri clienti, quali la società ca-pitolina adetta alla raccolta dei rifiuti romani ela Compagnia Trasporti Laziali che provvede altrasporto pubblico nella regione. In questi dueanni, l’andamento del business è stato positivoe per il 2012 ci aspettiamo un ulteriore conso-lidamento del fatturato, che dovrebbe attestarsia circa 80 milioni di euro».

Attualmente, qual è il core business dellaTermo Trading Petroli?«Da oltre un ventennio, il core business dellanostra società è sempre quello della commer-

cializzazione di prodotti petroliferi, con spe-cializzazione nel mondo delle forniture di com-bustibili per autotrazione e riscaldamento. Nelcorso degli anni, abbiamo investito sulla strut-tura consentendo così all’impresa di poter di-sporre di una numerosa flotta di Atb di varie di-mensioni – sia conto proprio che conto terzi –e di uno staff aziendale professionale e fidato».

Quali altre attività fanno da contorno allacommercializzazione di prodotti petroliferi?«La Termo Trading Petroli si occupa anche dellaprogettazione, realizzazione e manutenzione diimpianti tecnologici – sia a livello industrialeche a livello civile – di impianti di riscalda-mento, e di impianti idraulici e antincendio.Curiamo l’esecuzione di queste opere dalla pro-gettazione al collaudo finale e il nostro porta-foglio conta importanti commesse con entipubblici e privati».

Qual è la situazione attuale del mercatodella commercializzazione di prodotti pe-troliferi?«Fino a qualche anno fa, il settore dei prodottipetroliferi è stato protagonista di una grandecrescita dei consumi. Oggi, invece, si assiste auna dinamica contraria, ovvero a una contra-zione dei consumi dovuta sia al costo molto

~

Per la fine del 2012,prevediamo di migliorareil fatturato maturatolo scorso annoe di raggiungereun volume d’affari paria 80 milioni di euro

áá

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oscillante del greggio sia alla maggiore atten-zione verso i consumi dei paesi industrializzati;contemporaneamente, poi, il prodotto ha su-bito una mutazione orientata a un maggior ri-spetto dei requisiti di impatto ambientale. Laframmentazione dell’offerta e l’omogeneità deiservizi contribuiscono a mantenere elevata lacompetitività, ragion per cui negli ultimi annila maggior parte delle imprese del settore ha di-versificato la commercializzazione dei prodotti».

Operando in uno scenario generale comequello appena descritto, grazie a quali levecompetitive la Termo Trading Petroli è riu-scita a mantenere la propria posizione dimercato e a incrementare il proprio busi-ness?«Le principali leve competitive su cui abbiamofatto affidamento sono state il prezzo del pro-dotto, la qualità garantita, la personalizzazionedel servizio e la capacità logistica. Di queste, ilprezzo è senz’altro la leva più difficile da gestire– la logistica si caratterizza pur sempre per ele-vati costi fissi – e di conseguenza gestendo lacompetizione solo su questo fattore si rischia dilavorare al di sotto dei margini di redditività.Ecco perché crediamo che davvero importantesia il servizio reso. Convinzione che ci ha por-

tati ad attrezzare il nostro deposito con le mi-gliori tecnologie e con mezzi di distribuzione diproprietà, e a unire in una joint venture la forzafinanziaria e strutturale della Compagnia Mul-tinazionale con la snellezza operativa e logisticadella nostra impresa. La miglior arma a nostradisposizione, quindi, è la massima efficienzaoperativo-logistica».

Quali sono le prospettive future per laTermo Trading Petroli?«Per il prossimo futuro puntiamo a espanderel’attuale struttura con investimenti focalizzati sunuove inziative, tra le quali, per esempio, la ge-stione di alcuni impianti stradali, nonostantequesto specifico comparto stia subendo al mo-mento una battuta d’arresto sia in termini di va-lore che di erogato. Inoltre, continueremo amigliorare i punti di forza che già oggi ci ren-dono competitivi e vincenti».

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Il nostro depositodispone delle miglioritecnologie oggidisponibili e di autobotti

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MODELLI D’IMPRESA

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Il momento è delicato: mentresi vanno delineando, ancoraincerti, i primi segnali di ri-presa dell'economia a partire

dal 2013, grazie all'azione positivadi Bce e Unione europea è necessa-rio, sottolinea il Ministro dell’Eco-nomia Vittorio Grilli, «essere pru-denti, cauti, non illuderci troppo, non creareaspettative. In ogni caso nonostante il peggio-ramento della congiuntura, non c’è bisogno dimanovre aggiuntive. L’obiettivo perseguibile sucui impegnarci sono i saldi strutturali, quelli ag-giustati per cicli e quelli in linea con gli obiet-tivi concordati con la Commissione europea». Una lenta ripresa che sta quindi coinvolgendoanche molte Pmi che, dopo le difficoltà regi-strate in questi anni, iniziano a guardare con ti-mido ottimismo verso il 2013, anche grazie anuove commesse e nuovi contatti, segno chel’economia sta iniziando a girare nuovamente. Èil caso ad esempio della Sieletric Srl di Roma, re-

Miglioramento dei servizi, personale

più formato e ricerca di nuove

collaborazioni. In questo modo

anche il settore della manutenzione

degli impianti elettrici si avvia verso

una lenta ripresa. La parola

a Giuseppe Policastro

Marco Tedeschi

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Prospettive positiveper il 2013

Giuseppe Policastro è legale rappresentante

della Sieletric Srl di Roma

[email protected]

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Giuseppe Policastro

LAZIO 2012 • DOSSIER • 87

altà che si occupa d’installazione e manuten-zione d’impianti elettrici e tecnologici. «Per ilprossimo anno – racconta il legale rappresen-tante Giuseppe Policastro – si prevede una ri-presa dettata dai nuovi lavori in programma af-fidati alla società. L’obiettivo principale restacomunque quello di tenere sotto controllo icosti evitando inutili sprechi».

Qual è l’andamento del mercato per la vo-stra realtà?«Dopo il 2008, che ha rappresentato per la no-stra società l'anno più redditizio in cui ab-biamo raggiunto il picco più alto di fatturato,negli ultimi 5 anni abbiamo visto purtroppooscillare sempre il nostro fatturato rimanendosotto la soglia».

In che modo vi siete mossi per restare com-petitivi, oltre all’acquisizione di nuovi con-tatti?«Durante questi anni la società ha deciso di ac-quistare immobili per creare così una giacenzadi magazzino per quei materiali che si utilizzanocon più frequenza per la manutenzione dei su-permercati. Questo infatti rappresenta tutt’oggiil nostro core-business e la nostra maggior fontedi guadagno. L’attività principale della societàrimane l’installazione e manutenzione d’im-pianti elettrici, tecnologici e speciali con suc-cessivo rilascio della dichiarazione di confor-

mità. Collaboriamo inoltre con la Beghelli perun progetto di risparmio energetico; stiamo va-lutando anche la possibilità di formare il per-sonale, attraverso dei corsi, per l’installazionedei pannelli fotovoltaici in modo da ampliare infuturo la gamma dei servizi offerti».

In che modo vi siete evoluti in questo mer-cato che continua a mutare molto rapida-mente?«In generale per far fronte alla crisi e per cercaredi essere competitivi la nostra società ha cercatodi migliorare i propri sevizi, assumendo nuovopersonale, acquistando nuove attrezzature,nuovi automezzi, una piattaforma (evitando inquesto modo i costi del noleggio) e ha aderitoalla costituzione di una società consortile per ot-timizzare i servizi offerti e diminuire i rischid'impresa».

Collaborate anche con enti pubblici?«Oltre ai lavori per enti privati la nostra societàha la possibilità di lavorare per gli enti pubblici.Oltre infatti ad essere certificati Iso 9001:2008siamo in possesso della certificazione Soa. Col-laborare con enti pubblici implica ovviamenteanche competenze differenti e soprattutto lacapacità di riuscire a individuare i canali e imezzi per mettersi a disposizione degli enti. A áá

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Stiamo collaborando con la Beghelliper un progetto di risparmioenergetico applicabile alla nostraarea di specializzazione

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questo proposito lo scorso anno è statofatto un abbonamento a una societàche ci inviava tramite servizio di postaelettronica gli avvisi di gare e sempretramite questa società il personale del-l’ufficio ha partecipato a un corso sulleprocedure da seguire relative alla ste-sura e presentazione delle gare per ap-palti pubblici. Particolare attenzioneviene inoltre posta ai continui aggiornamenti didisposizioni di leggi attinenti al nostro settore.Elemento fondamentale per collaborare con ilpubblico».

Come sta andando finora il 2012?«Purtroppo quest’anno siamo stati costretti aprendere decisioni importanti che hanno por-tato la società a ridurre il personale. Ci siamoinoltre liberati di molti automezzi obsoleti cheerano soggetti oltre che alla manutenzione or-dinaria, in qualche caso anche a quella straor-dinaria con ulteriore aggravio di costi. Sonostati messi sotto controllo anche i consumi del-l’ufficio, come il telefono fisso, i cellulari azien-dali, l’elettricità e l’acqua. Il tutto in un’ottica dirisparmio aziendale, ma anche energetico. Sitratta di scelte importanti ma necessarie pertornare ai livelli degli anni passati».

Che cosa prevedete per il 2013?«Le prospettive e i segnali sono più che positiviper l’anno 2013. Si prevede infatti una ripresadettata dai nuovi lavori in programma. L’obiet-

tivo principale resta comunque quello di te-nere sotto controllo i costi evitando inutili spre-chi. Vogliamo inoltre mantenere e contare sulpersonale attualmente in forza e, se sarà neces-sario, in qualche occasione avvalerci di colla-boratori esterni. Intendiamo inoltre fare una de-cisiva svolta sul piano informatico, rinnovandotutto il sistema dell’intero ufficio. È necessariorazionalizzare, e riorganizzare strategicamente ilmagazzino, effettuare corsi per migliorare laformazione del personale e curare le pubblicherelazioni alla continua ricerca di nuovi clienti af-fidabili. Una strategia generale di modernizza-zione che coinvolga l’intera azienda. Ovvia-mente saranno necessari degli investimenti, inun’ottica di miglioramento continuo. Abbiamoattraversato sicuramente dei momenti moltodifficili ma siamo riusciti comunque ad andareavanti grazie agli investimenti che sono statifatti in passato e all’onestà che ci ha sempre ca-ratterizzato. Per questo intendiamo proseguiresu questa strada».

MODELLI D’IMPRESA

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Intendiamo razionalizzaree riorganizzare strategicamenteil magazzino ed effettuare corsiper migliorare la formazionedel personale

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MODELLI D’IMPRESA

90 • DOSSIER • LAZIO 2012

Per abbattere lo “spread della produttività” sono

necessari sempre maggiori investimenti in ricerca

e sviluppo. I settori che investono di più in Italia?

Sicuramente uno di questi è il medicale.

La parola a Giuseppe Longo

Alessandro Albanese

Crescono gli investimenti nel medicale

Assut Europe si trova a Roma

www.assuteurope.com

Che il nostro Paese abbia un pro-blema di produttività è noto. Montiha parlato di vero e proprio “spreaddella produttività”. I numeri, im-

pietosi, fotografano un quadro in cui il gapcon i nostri principali competitor europei èenorme. Per aumentare la produttività italianala chiave è una sola: l’investimento nella ri-cerca e nello sviluppo. Da noi la spesa com-plessiva in ricerca e sviluppo, nel 2010, era pariall’1,26 per cento del Pil. Una percentuale,questa, che ci è valsa il fondo della classifica trai paesi UE-15, che è inferiore alla media del-l’UE-27 (2 per cento) e che è soprattutto di-stante anni luce dall’obiettivo del 3 per centoenunciato nella strategia di Lisbona. I settoriitaliani più propensi all’innovazione sono chi-mica, apparecchi radiotelevisivi, per le comu-nicazioni, medicali e di precisione, macchineper ufficio, elaboratori e altri mezzi di trasportoche pesano per il 16,4 per cento in Italia, il 19,7in Francia e il 20,8 in Germania. Ed è proprio all’interno della produzione di di-spositivi medicali che troviamo delle eccellenzenostrane, che continuano a credere negli inve-stimenti. Riscuotendo un grande successo an-che all’estero. Tra queste realtà spicca la AssutEurope di Roma. «La nostra – spiega il presi-dente Giuseppe Longo – è una società di pro-duzione di dispositivi medico-chirurgico. Pos-siamo affermare di essere una realtà unica inItalia proprio per la fabbricazione di unagamma completa di suture chirurgiche».Tra i dispositivi medici prodotti dall’azienda ro-mana spiccano le suture chirurgiche intera-mente prodotte in Italia, gli emostatici, lo stru-mentario chirurgico specialistico, i fissatoriesterni per chirurgia ortopedica e traumatolo-gica, le valvole e i sistemi per la cura e il tratta-mento dell’enfisema, le protesi per chirurgia va-scolare e le tecnologie laser. Tutti settori cherichiedono continui investimenti in ricerca esviluppo. «Negli ultimi anni ci siamo affermatisoprattutto nel settore cardiovascolare e nella

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 91

chirurgia generale grazie ad una vasta gamma didispositivi medici. Un settore in forte espan-sione è inoltre quello delle biotecnologie doveannoveriamo tra i nostri prodotti protesi inderma suino o pericardio bovino dedicate altrattamento e alla cura di Ernie e Laparocelicomplessi e di altre patologie. Ogni anno unamoltitudine di persone trae beneficio da questidispositivi. Tutto ciò è reso possibile dalla pre-senza di un Centro ricerche e sviluppo dove la-vorano ingegneri biomedici, informatici, eco-nomisti e biologi». L’export rappresenta per l’azienda il 40 percento del fatturato attuale. «Vendiamo – precisaLongo – in circa 30 paesi nel mondo, dove laqualità del nostro prodotto è molto apprez-zata, attraverso filiali dirette oppure attraversograndi distributori. Attualmente i nostri mercatiesteri sono rappresentati maggiormente da Eu-ropa, Africa, America Latina, Russia e Asia, e as-sorbono oggi principalmente i nostri prodottibase (Suture chirurgiche ed Emostatici) cheprevediamo di incentivare con azioni di mar-keting e vendita per cominciare a far conoscerealtri prodotti per la chirurgia con la presenta-zione sul mercato delle nostre novità. Il pro-blema più grande che riscontriamo è il prezzo,perché non si riesce sempre a competere con i

concorrenti che ormai non producono più inEuropa, e perciò sfruttano molto il costo dellamano d’opera che in Italia è diventato il piùcaro del mondo; a tutto questo cerchiamo direagire offrendo servizi, qualità e prezzi conte-nuti il più possibile».A proposito di servizi, da poco è stato inaugu-rato il nuovo centro di ricerca e sviluppo. «Daun lato grazie a questo centro continueremo,come di routine, a implementare la funzionalitàe l’innovazione dei nostri prodotti e dall’altro,in collaborazione con centri universitari e ospe-dalieri svilupperemo nuovi prodotti e tecnolo-gie nell’ambito della chirurgia generale e car-diovascolare, anche se i costi e gli investimentiper nuove tecnologie prevedano l’impiego digrossi capitali. Senza peraltro ricevere quelleagevolazioni notoriamente pubblicizzate e chenon trovano successivamente attuazione perproblematiche burocratiche e altro».

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Negli ultimi anni ci siamo affermatisoprattutto nel settore cardiovascolaree nella chirurgia generale graziea una vasta gamma di dispositivi medici

Giuseppe Longo

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MODELLI D’IMPRESA

94 • DOSSIER • LAZIO 2012

«Il doppiaggio in Ita-lia vanta una lungatradizione e un altolivello di professio-

nalità, ma la nostra sfida è stataquella di ampliare il campo dioperatività sia nella post-pro-duzione che in altre aree qualil'innovazione tecnologica e ladistribuzione cinematografica». È tempo di diversificazione anche per storicheeccellenze come il doppiaggio italiano, le paroledi Elisabetta Bucciarelli non lasciano dubbi. Lasocia fondatrice di Sound Art 23, da oltre ven-t’anni nel panorama della post-produzione cine-televisiva, continua la sua professione artistica didialoghista e direttrice di doppiaggio: il suo cur-riculum vanta oltre 300 film di qualità e oggipartner di Sound Art 23 è la storica casa di dop-piaggio Cdl, sorta nel 1976. Ora è anche Presi-dente dell’associazione Editori Associati, e spiegale attuali condizioni del settore insieme a Mar-zia dal Fabbro, giovane eppure già con una de-cennale esperienza all’estero, cui Sound Art 23 siaffida per le nuove strategie di mercato e la pro-pria internazionalizzazione. «Questi anni di re-cessione – afferma Elisabetta Bucciarelli – nonhanno lasciato indenne neanche il settore del-l'audiovisivo, dove le antenne si sono sì molti-plicate, ma al contempo i budget si sono ridotti.L'attuale situazione del mercato internazionaleha modificato i parametri dello sfruttamentoaudiovisivo e di conseguenza, come in molti al-tri settori, ha portato a una richiesta di conteni-mento dei prezzi».

Come associazione in che modo intendetereagire?ELISABETTA BUCCIARELLI «La mia sfida come Pre-

Diversificazione ed export sono parole d’ordine cui

le imprese ricorrono sempre più spesso per affrontare

il mercato spietato degli ultimi anni. Elisabetta

Bucciarelli spiega che le storiche società dell’ambito

cine-televisivo non costituiscono eccezioni

Renato Ferretti

Sotto, Elisabetta Bucciarelli. Nella pagina accanto, con Marzia dal Fabbro

www.soundart.it

Doppiaggio, un’eccellenza messa alla prova

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sidente degli Editori Associati, al tavolo delletrattative con Anica, Cigl, Cisl, Uil e Sai, è riu-scire a coniugare le opposte esigenze della com-mittenza e dei professionisti del settore. Questocontratto che in altri tempi ha giustamente datoun importante riconoscimento alla categoria,oggi deve trovare un nuovo equilibrio tra le parti.E' necessaria un'impostazione più snella e mo-derna che rielabori una normativa, attualmentecomplessa e farraginosa, facilmente soggetta a es-sere disattesa. Dobbiamo semplificare creandoeconomia da una migliore gestione del contrattoe non da una riduzione dei compensi».

Qual è invece la vostra risposta a questa tra-sformazione in quanto azienda?MARZIA DEL FABBRO «La rivoluzione tecnologica ei mezzi di comunicazione via rete hanno portatoa un grande cambiamento in termini di acquisi-zione clienti e di workflow. Questo significa checlienti che prima si sarebbero affidati a interme-diari ora possono contattare direttamente lestrutture tecniche, con vantaggi economici e ge-stionali notevoli. Le lavorazioni possono esserespedite via rete nei paesi più lontani senza più ne-cessità di supporti fisici e sempre più frequenteè l'utilizzo di connessioni come l'ISDN che con-sentono a un regista di dirigere e registrare in unostudio di Los Angeles un attore che si trova aRoma».

Dunque il tentativo è quello di creare unarete internazionale che vi ritenga punto di ri-ferimento. M.D.F. «I clienti esteri hanno bisogno soprattuttodi qualcuno che capisca le loro esigenze e che litenga al corrente di tutte le fasi del loro progetto.Questo non significa semplicemente parlare laloro lingua, quale l'inglese o il francese, ma com-prendere la loro cultura e la loro etica del lavoro,esigenze fondamentali dei clienti esteri, i qualiesprimono sollievo nel trovare in Italia delle re-altà affidabili e concrete come Sound Art 23».

Oltre all’export un altro aspetto centrale stanell’innovazione: che progetti di sviluppostate seguendo?E.B.«I tempi di crisi, si dice siano anche mo-menti di opportunità. L'asset tecnologico e le ri-sorse umane di Sound Art 23 sono stati messe adisposizione di esperti di sviluppo tecnologicoper creare nuovi strumenti mirati a facilitare al-cune fasi del nostro lavoro. Per questo stiamo col-laborando con importanti realtà quali Innova eT-Connect, su progetti europei che vedono comefine la creazione di software e hardware innova-tivi applicabili a livello professionale nel campodella post-produzione».

Dopo tanti anni in questo campo, e lavoricon registi del calibro di Ermanno Olmi, Ga-briele Salvatores, Kiewslowki, Wim Wenders,Kim Ki Duk, Sophia Coppola, Martin Scor-sese, e molti altri, qual è l’obiettivo di SoundArt 23?M.D.F. «Vogliamo mettere a frutto l’esperienza dicui parla, per portare avanti non solo l'azienda ele persone che la animano, ma per contribuirealla crescita e allo sviluppo di un intero settoreche nella sua storia ha toccato alte vette».

Elisabetta Bucciarelli

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ENERGIA

Il settore oil & gaschiede innovazione

Competitività, internazionalizzazione,diversificazione, onestà e umanità.Sono questi i cinque concetti chiavealla base del successo di un’impresa

italiana che, in un settore competitivo comequello dell’energia e dell’oil & gas, realizza il 65per cento del proprio fatturato all’estero. Comeafferma Giuseppe Bellantoni, presidente e Ceo diIss International, società specializzata nell’inge-gneria di processo e produzione nel settore“Energy” (oil & gas e power) e nella proposta disoluzioni integrate per impianti gaspetroliferi:«Nell’ultimo anno abbiamo consolidato unaquota di 15 milioni di euro. Risultato che per lamassima parte è stato ottenuto grazie alla nostrapresenta in Uae, Qatar, Kuwait, Algeria, Ksa,Nigeria. E le prospettive sono di ulteriore crescita,puntando soprattutto al rafforzamento delle no-stre posizioni in Ghana, Kazakhstan e Mozam-bico, grazie al quale prevediamo il raddoppio

del fatturato sul medio termine».Quali sono i progetti ai quali state lavo-

rando in questo momento?«Oggi i nostri progetti più importanti spazianofra le attività di (pre)commissioning e start up– che stiamo realizzando in Kuwait, Uae e Qa-tar –, la supervisione alle costruzioni in Russia,il project management consultant service – inKazakhstan e Iraq – e la formazione professionalein Algeria, Kazkahstan, Ksa, Cuba, Ghana e Li-bia. In queste attività collaboriamo con i princi-pali player del settore energetico, dalla nostraEni alle saudite Adco, Aramco, Qatar Petro-leum, Koc. Inoltre lavoriamo con partner euro-pei, come la francese Total, e con i principali Epccontractor».

Quale evoluzione è possibile prevedere, neiprossimi anni, nella geografia del oil & gas?«I mercati di riferimento oggi sono ancora stret-tamente legati ai paesi del Medio Oriente, doveabbiamo due basi operative, alle ex Cis, all’Africae, naturalmente, all’Iraq. Tuttavia, stiamo assi-stendo alla crescita dei cosiddetti paesi Bric (Bra-sile, Russia India e Cina). Questi certamente as-sumeranno un rilievo sempre più importantenel prossimo futuro».

Guardando alle problematiche energetichedel nostro paese, in cui si rincorrono gli an-nunci di nuovi aumenti, qual è la sua opinione

Il panorama internazionale dell’energia

e dell’oil & gas visto da Giuseppe

Bellantoni. Alla guida di una società

che ha conquistato, all’estero,

un’importante posizione nell’offerta

di servizi di ingegnerizzazione

per il settore gaspetrolifero

e della power generation

Luca Càvera

Giuseppe Bellantoni,

presidente e Ceo della Iss

International Spa di Roma

www.iss-international.it

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 99

sugli scenari che si troveranno ad affrontare leimprese e gli utenti italiani nei prossimi mesi?«In termini assoluti ritengo che le Pmi italianeabbiano dato e stiano dando al paese più diquanto sicuramente ne stiano ricavando – intermini di aiuti all’internazionalizzazione, al-l’esportazione, ai semplici servizi urbani e locali–, dimostrando con questo un grande attacca-mento al paese e riconfermando di essere il verotessuto su cui la classe politica dovrebbe puntareper il risanamento. Gli aumenti annunciati – equelli già entrati a regime – sicuramente non aiu-teranno la ripresa. Dal nostro punto di vista,tuttavia, l’aumento del costo del barile incide inpositivo sull’offerta di servizi di ingegneria. In-fatti, un aumento alla fonte del costo dell’ener-gia dà origine a nuovi investimenti nel settore alivello internazionale. Investimenti che cer-chiamo di sfruttare per crescere e dare il nostrocontributo, anche a livello occupazionale».

Un tema fondamentale per il settore deicombustibili fossili è quello della sicurezza equindi dell’ambiente. Qual è la vostra atten-zione, e quella dei vostri committenti, sottoquesto profilo?«La situazione economica attuale ha reso la si-curezza un elemento univoco di distinzione,spronandoci a lavorare per aumentare la qualità

dell’applicazione e ridurre i rischi, dato chequesto contribuisce anche a far crescere la pro-duttività. Per questo la sicurezza e l’applica-zione delle norme sono la chiave di volta percrescere ed essere competitivi. E ciò ci spinge arispettare i migliori standard possibili – siamocertificati Iso 9001, Iso 14001 e Ohsas 18001–, a investire in ricerca, e organizzare percorsi diformazione adeguati».

In quali direzioni si sta muovendo il vostroinvestimento in ricerca e sviluppo?«Dalla nascita della nostra società, nel 2004, ilnostro reparto ricerca e sviluppo ha realizzato trenuovi prodotti, che sono andati a supporto dellenostre attività. Oggi lavoriamo con l’obiettivo dipoterne registrare almeno uno ogni anno. E que-sto rappresenta uno stimolo per i nostri partner,ma anche per noi stessi, che di conseguenzasiamo portanti a continuare a investire per in-novare i nostri servizi. Ritengo pertanto che il re-parto ricerca e sviluppo debba essere il cuoredell’impresa, e il suo battito deve poterla soste-nere e ossigenare. Però, devo constatare che loStato sembra fare di tutto per rendere impossi-bile qualunque tipo di investimento. E ciò no-nostante sia evidente che nei paesi emergentinon troveremo spazio senza un adeguato svi-luppo innovativo».

Giuseppe Bellantoni

❝~

Non troveremo spazio nei paesiemergenti senza un adeguatosviluppo innovativo

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SERVIZI E PA

102 • DOSSIER • LAZIO 2012

Il governo si impegna a risolvere entro la finedel 2012 la questione relativa ai ritardati pa-gamenti della Pubblica amministrazione.Lo assicura il ministro dello Sviluppo eco-

nomico, Corrado Passera, in un messaggio in-viato in occasione della Giornata del credito al-l'Abi. Riferendosi proprio «all'indebitamentoforzoso delle imprese, soprattutto di piccola emedia dimensione, dovuto ai ritardati pagamentida parte della Pubblica amministrazione e delleaziende tra di loro», Passera sottolinea che «i de-creti amministrativi approvati dal ministero delloSviluppo economico e dal ministero dell'Eco-nomia e delle Finanze rappresentano una primaparziale risposta a questo grave e annoso pro-blema a cui daremo una soluzione strutturalecon il recepimento anticipato della direttiva eu-ropea sui ritardati pagamenti entro la fine del-l'anno». Quello dei ritardati pagamenti da parte dellaPubblica amministrazione è un annoso problemache coinvolge molte imprese. Quelle che ancorapossono permettersi di lavorare con la Pa sonoquelle realtà in grado di contare su un back-ground solido e autonomo. «I pagamenti dellaPubblica amministrazione – spiega Giancarlo DiDio, amministratore della GE.P.I.R.Srl di Roma– incidono del 90 per cento sul nostro fatturato.Il fatto di essere sul mercato dal 1986 ci ha per-messo di avere dei rapporti con il sistema banca-rio molto stabili. Questo consente di assolveretutti i nostri impegni con puntualità. A oggi

possiamo contare su un fatturato aziendale sta-bile, anche grazie all’affiliazione dei nostri clienti:questa stabilità di fatturato in periodo così insta-bile è per la nostra azienda un risultato ottimo chesperiamo duri anche nel 2013». GE.P.I.R. è un’azienda che nasce essenzialmentecome impresa di pulizia e piccolo facchinaggio.«Nel corso del tempo quest’attività, seppur pri-maria, ha subìto una serie di trasformazioni, sinoa giungere al modello attuale, quello di un’im-presa multiservizi a cui ci si può rivolgere per affi-darci, oltre alle pulizie, il portierato, i piccoli tra-slochi, la manutenzione del verde e lamanutenzione degli immobili in genere. Talesforzo organizzativo ha raggiunto il suo massimoriconoscimento con la pubblicazione del 3° Rap-porto Eurispes “Nostra Eccellenza”. Eccellenzeindividuate dall'istituto, che ha stilato la classificadelle 100 realtà italiane al top, per qualità dei pro-

Il mercato dei servizi esternalizzati è uno di quelli maggiormente colpiti dalla crisi. Tra ritardati

pagamenti della Pubblica amministrazione e tagli, le imprese devono contare solo sulla loro

solidità. L’esperienza di Giancarlo Di Dio

Marco Tedeschi

Giancarlo Di Dio,

amministratore

della GE.P.I.R.Srl

con sede a Roma

www.gepirsrl.com

Diversificare controil taglio ai servizi

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Giancarlo Di Dio

LAZIO 2012 • DOSSIER • 103

dotti ed efficienza manageriale, spingendo la no-stra regione fino ai piani alti della graduatoria,anzi alla cima. E così, se i 23 casi di successi isti-tuzionali nella Regione Lazio si possono spiegarecon l’alto numero di enti presenti nella capitale,innovazione e adattamento anche ai mercatiesteri sono invece alla base della riuscita delle 12aziende premiate. Aziende dalle più diverse spe-cificità. Ecco quindi che nella "top cento" tro-viamo La "GE.P.I.R."».Nel mercato dei servizi esternalizzati la crisi staincidendo notevolmente. «Quello che rileviamoè che le amministrazioni stanno effettuandotagli netti ai servizi, portandoli al minimo perrisparmiare. Questo però incide molto sullespese generali delle aziende che, per sopravvi-vere, devono ridurre attraverso tagli del perso-nale e, nel migliore dei casi, riducendo loro leore di servizio». Un bene quindi che la GE.P.I.R. si sia negli annispecializzata in una diversificazione dei servizi edei target. «Essendoci specializzati in molti set-tori (dallo smaltimento dei rifiuti alla distru-zione on site della documentazione) ci siamoaperti a un nuovo mercato che a sua volta ci per-mette di resistere in questo come in altri mo-menti». Una differenziazione dei settori che per-mette all’azienda romana di avere anche unquadro di quali possono essere i comparti inmaggior espansione. «Sicuramente lo smalti-mento rifiuti. Un’area in cui continueremo atrattare con la Pubblica amministrazione in

quanto la nostra struttura ci permette di lavorarecon loro e aspettare i loro tempi di pagamento.In questo scenario possiamo anche registrarecome l’attuale logica d’assegnazione degli ap-palti con questo ricorso incontrollato alla con-vezione della Consip o, per essere più precisi, ailoro prezzi, riduce la possibilità di fette di mer-cato, mercato che andrà in mano a grossi gruppie con cui si dovrà trattare per poter lavorare an-cora. I criteri di selezione sono stabiliti da un co-dice unico dei contratti pubblici che le ammini-strazioni devono seguire».Le esigenze riscontrate dalla GE.P.I.R. sono ri-maste stabili nel corso degli anni. «I nostri clienti– conclude Di Dio – cercano di avere il massimodalla nostra azienda e per far fronte alle loro ri-chieste abbiamo potenziato l’ufficio tecnico inmodo da rivedere le esigenze reali con le prescri-zioni richieste. Non penso che ci saranno nuoviinvestimenti in termini di attrezzature in quantonon è quantificabile il tempo del rientro deglistessi in questo momento storico».

❝~

Il settore in espansione è quellodello smaltimento rifiuti. Un’area incui continueremo a trattare con laPubblica amministrazione

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Essere sempre più un punto di con-giunzione tra cittadini ed erario. Duesoggetti il cui confronto, negli ultimimesi, si è particolarmente irrigidito,

complice la crisi e la complessità di alcuni stru-menti messi in atto per la lotta all’evasione. Que-sto il ruolo del Caf Ugl. «La crisi economica –spiega Fabrizio Nardi, direttore del Caf Ugl srl –ha certamente esasperato alcuni aspetti, che giàponevano sostanziali distanze tra il cittadino e leistituzioni in generale. Uno degli obiettivi del sin-dacato è proprio quello di ridurre tale divario,poiché spesso il contribuente considera l’Erarioe gli Enti come entità astratte e non come una re-altà della quale è parte attiva. In questo contesto,un Caf come il nostro, di estrazione sindacale,sposa i principi e i valori dell'associazione di cuiè diretta emanazione. Il Caf, come il SindacatoUgl, si propone anzitutto quale strumento a di-sposizione del cittadino, per consentire a que-st'ultimo un più facile accesso alle Istituzioni».Dove aumenta la complessità e il numero diadempimenti fiscali, il Caf ha proprio il compitodi assistere i contribuenti in modo efficace e ren-dere più fluido e accessibile il disbrigo delle pra-tiche.

Dove emergono le criticità maggiori? «In due aspetti principali. Il primo si riscontra nelfatto che, a differenza del passato, abbiamo la per-

cezione di un’ottica diversa nella quale le Istitu-zioni fiscali, e non, considerano il Caf come"parte terza" e non più come partner. Ciò com-porta che il Caf recepisca provvedimenti appro-vati a monte, senza prendere parte ai dibattiti, daiquali promanano. Il secondo aspetto risiede nel-l'aumento degli adempimenti fiscali cui farfronte, problema che il Caf Ugl affronta attra-verso l'adozione di strumenti informatici al-l’avanguardia. Proprio in quest’ottica, abbiamopromosso cospicui investimenti sulle piattaformefiscali più moderne e, al contempo, abbiamo in-crementato l'attività formativa dei nostri opera-tori fiscali per migliorare la qualità del servizio de-stinata al cittadino».

Quale atteggiamento va intrapreso affinchéi cittadini siano meno diffidenti nei confrontidegli enti fiscali?«Nel nostro ambito di competenza, il Caf ha ildovere morale di assumere un atteggiamentopositivo e propositivo, che consenta ai cittadinidi non percepire la lontananza dalle istituzioni,dando loro tutte le informazioni e i mezzi deiquali necessitano. Le istituzioni dovrebbero co-munque cercare di "umanizzare" il rapporto tra

CONSULENZA

Fabrizio Nardi

è direttore del Caf Ugl

di Roma

www.cafugl.it

Semplificare gli adempimenti fiscali, e le norme

che ne derivano, traducendoli in "realtà tangibile

e concreta". È questo lo scopo del Caf Ugl,

un punto d’incontro tra cittadino e istituzioni.

Ne parla il direttore Fabrizio Nardi

Marco Tedeschi

Redditometro e spesometro, strumenti di equità

104 • DOSSIER • LAZIO 2012

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contribuente e fisco, per evitare che il primo siadiffidente nei confronti delle istituzioni di cui ècomunque parte integrante. Per quanto con-cerne il redditometro e lo spesometro, il Cafdeve impegnarsi per far comprendere al cittadinoche non rappresentano uno strumento di mi-naccia o un mezzo d’investigazione della situa-zione reddituale di ciascuno, ma sono una verae propria garanzia di equità sociale».

Sotto quali aspetti auspica un migliora-mento di tali strumenti? «Ritengo che tali strumenti fiscali debbano mi-gliorare sotto un duplice profilo, quello dellasemplificazione e della flessibilità. In tal senso, de-vono consentire un accesso più semplice a tuttii cittadini che vi s’interfacciano e non solo a chiè esperto in materia fiscale, ed essere flessibili,possedere quindi una duttilità che consenta diadattarsi al singolo caso concreto».

Quale peso riveste il web nel semplificare eaccelerare rapporti e pratiche?«Senza dubbio il web ha permesso di velocizzarel’elaborazione e la trasmissione di pratiche che inprecedenza venivano compilate in modo carta-ceo, comportando uno spreco di tempo e un di-spendio maggiore di risorse economiche. Nonpossiamo comunque ancora ritenere che vi siastata una semplificazione generale dei servizi poi-ché, a fronte di un miglioramento degli stru-menti tecnici, esiste anche un crescendo dellacomplessità del loro utilizzo».

Ultimamente avete conferito un taglio ma-nageriale al vostro lavoro. Quali aspetti sonostati migliorati?«La managerialità del nostro atteggiamento ri-siede nella scelta operata dal Caf Ugl di am-pliare la gamma dei servizi offerti al pubblico. Datempo ormai i cittadini ci conoscono come unpunto di disbrigo di pratiche fiscali, ma anche diraccordo con il Sindacato Ugl e gli Enti collate-rali. Al contempo, siamo in grado di assistere gliutenti anche nell’elaborazione di pratiche cheprima venivano gestite da Enti come l’Inps».

Potrebbe approfondire aspetti del progettorelativo a una Commissione Nazionale atta averificare l’operato dei centri affiliati?«La prerogativa del progetto di una Commis-sione Nazionale, in grado di valutare i nostricentri affiliati, consiste nell’ottemperare all’esi-genza di estendere sul territorio italiano un mo-

Fabrizio Nardi

LAZIO 2012 • DOSSIER • 105

~

Il redditometro e lo spesometronon rappresentano un mezzod’investigazione della situazionereddituale di ciascuno, ma sonouna vera e propria garanziadi equità sociale

áá

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dello di Caf "virtuoso", chediventi un esempio da se-guire per le nostre sedi ope-rative. La Commissione avràanche il ruolo di promuo-vere e far conoscere le realtàpiù competitive ed espertein materia fiscale, al fine diincentivare gli altri Centri Caf ad avvicinarsi aquel modello. Si tratterà di un organo misto,composto da esperti nel settore fiscale, ma ancheda persone che operano all’interno del SindacatoUgl, in altri settori di competenza».

Quale primo bilancio può trarre dall’inau-gurazione della nuova sede “Multiservizi” diVia delle Botteghe Oscure?«Sicuramente possiamo affermare con fierezzadi aver raggiunto risultati eccellenti, anzituttoin termini di pratiche elaborate, non solo in ri-ferimento ai mod. 730 ma anche alle dichiara-

zioni Ise, uno strumento utilissimo per foto-grafare la situazione economica del contri-buente e ottenere agevolazioni fiscali e al pa-gamento dell’Imu, entrata in vigore persostituire e integrare la vecchia Ici. Oltre a que-sto dato, la "Multiservizi" è stata un vero eproprio laboratorio d’idee, che ci ha permessodi testare nuovi modi di lavorare anche a strettocontatto con il cittadino».

Quali altri iniziative sono in agenda per ilfuturo di Caf Ugl?«Il primo obiettivo è certamente la creazione di

numerosi centri polifunzionali,che svolgano in primis l'attività diCaf, ma anche di Sindacato, diPatronato o divengano comun-que un punto di raccordo con glialtri enti Ugl, le Istituzioni,l’Agenzia delle Entrate e l’Inps,rendendo i nostri “centri di eccel-lenza” un primo punto di ascoltoe di risoluzione di problemi, al-meno nello stadio iniziale. Questoprogetto consentirà ai cittadini direcarsi presso un’unica strutturaper l’adempimento di pratiche didiverso tipo, con il conseguente ri-sparmio di tempo e di energie.Vorremmo impegnarci affinchéorgani quali la Consulta Nazio-nale dei Caf, che riveste già at-tualmente un ruolo primario, ac-quisisca ancora più visibilità».

~

áá

CONSULENZA

❝Abbiamo raggiunto risultati eccellenti,anzitutto in termini di pratiche elaborate,non solo in riferimento ai mod. 730ma anche per il pagamento dell’Imu

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CREDITO & IMPRESE

IL FINANZIAMENTODELL’ECONOMIA LAZIALE

Secondo il rapporto della Banca d’Italia,nel 2011 l’attività economica del Lazioha ristagnato. Al rallentamento degliinvestimenti delle imprese si è affiancatala debolezza dei consumi delle famiglie.L’indebolimento della dinamica del cre-dito erogato dal sistema bancario alleimprese nell’ultimo trimestre del 2011si è differenziato per intensità a secondadella loro dimensione: mentre i prestitia quelle di medie e grandi dimensioni,

pur rallentando, hanno continuato a espandersi, quelli alle piccole impresesi sono ridotti, -0,6 per cento alla finedel 2011. Nel primo bimestre del 2012il credito concesso alle imprese si è ridotto per tutte le categorie dimensio-nali; a marzo i finanziamenti bancari al settore produttivo sono risultati nel complesso stazionari ma è prose-guito il calo delle erogazioni alle piccoleimprese.

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110 • DOSSIER • LAZIO 2012

CREDITO & IMPRESE

“Sono più di 100 i giorni che lapubblica amministrazione ha im-piegato mediamente nel primosemestre di quest’anno per pa-

gare le piccole imprese italiane”. È quantoemerge dall’Indagine sui tempi di pagamentoeffettuata da Fondazione Impresa su un cam-pione di 1.200 piccole aziende italiane conmeno di 20 addetti. Tempistiche che, comesottolineano i ricercatori di Fondazione Im-presa, mettono in crisi le piccole realtà; conl’acuirsi della crisi economica queste stannosoffrendo sempre di più, specie per la man-canza di liquidità. «Il 35 per cento delle pic-cole imprese cercano di reagire attuando po-litiche e strategie per anticipare gli incassi estanno sfruttando, almeno in parte, le azionimesse in campo dal governo per contrastare lalotta ai pagamenti che riguardano la certifi-

cazione dei crediti vantati con la pubblica am-ministrazione e la compensazione dei crediticon debiti: quasi 1 impresa su 4, il 22,7 percento, si è informata sulla questione o ha giàavviato le pratiche spiegano i ricercatori». Itempi di pagamento risultano in migliora-mento rispetto alla precedente indagine diFondazione Impresa e questo segnale «è inco-raggiante in quanto sembra che le campagnedi sensibilizzazione legate al tema dei ritardidei pagamenti e le misure introdotte dal go-verno stiano portando i primi effetti posi-tivi». La piaga dei ritardi di pagamento, comeprecisano i ricercatori di Fondazione Impresa,non è ovviamente risolta e l’auspicio è quelloche la direttiva europea sui tempi di paga-mento, che stabilisce pagamenti entro 30 o almassimo a 60 giorni, trovi una piena applica-zione in Italia. «Si tratta di una risposta ne-

IL CREDITO È IL MOTORE DELL’ECONOMIALe imprese provano ad affrontare la crisi economica attuando strategie

per anticipare gli incassi e sfruttando le azioni messe in campo dal governo.

Il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, spiega come sia stato fatto

ogni sforzo necessario per la crescita del Paese

Gloria Martini

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 111

cessaria che le piccole imprese attendono conimpazienza in modo da risolvere i problemi di liquidità che uniti alla recessione stannomettendo a rischio la loro sopravvivenza concludono». Il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, altermine della riunione del comitato esecutivodell’associazione avvenuta a metà settembre,ha messo in risalto come in un momentocomplicato ci sia bisogno di uno sforzo daparte di tutti per la crescita del paese. «L’im-pegno messo in campo dal governo sul frontedella crescita e della produttività va nella giu-sta direzione e noi siamo disponibili a fareogni sforzo. La produttività è uno degli ele-menti che ci rende meno competitivi rispettoagli altri, è un tema da affrontare ognuno conle sue competenze ha chiarito Mussarri». A rivelare i primi dati sul nuovo piano di so-spensione del debito alle imprese dell’Abi èproprio il presidente dell’associazione banca-ria, che ha sottolineato: «L’Abi con la prece-dente moratoria alle imprese ha sospeso debitiverso le banche per 70 miliardi. Con la mo-ratoria attuale, in meno di tre mesi abbiamoaccolto già 32mila domande, sospeso 11,4miliardi di euro di debito, con 2 miliardi dinuova liquidità alle imprese». Mussari ha poispiegato come si sia fatto tutto quello che sipoteva per affrontare una situazione compli-cata e come ora ci sia la necessità di tornare aun clima normale di circolazione della liqui-

dità. «Il credito è la benzina per il motoredell’economia. Senza credito il motore si ferma».Allo scopo di cogliere l’andamento della do-manda e dell’offerta di credito a livello terri-toriale, nel mese di marzo 2012 le sedi regio-nali della Banca d’Italia hanno condotto lanuova edizione dell’indagine “Regional banklending survey”, che raccoglie informazionipresso un campione di oltre 400 banche. Se-condo le risposte fornite da oltre 120 bancheche operano nel Lazio e rappresentano l’80 percento dell’attività verso la clientela residente inregione, in un contesto di domanda di prestitidebole, sul rallentamento dei finanziamentidelle banche a imprese e famiglie ha influitonel corso del 2011 l’inasprimento delle con-dizioni di offerta del credito. L’indebolimentodella dinamica del credito bancario alle im-prese nell’ultimo trimestre del 2011 si è dif-ferenziato per intensità a seconda della loro di-mensione: mentre i prestiti a quelle di mediee grandi dimensioni, pur rallentando, hannocontinuato a espandersi, quelli alle piccoleimprese si sono ridotti dello -0,6 per cento allafine del 2011. Nel primo bimestre del 2012 ilcredito concesso alle imprese si è ridotto pertutte le categorie dimensionali; a marzo i finanziamenti bancari al settore produttivosono risultati nel complesso stazionari ma è proseguito il calo delle erogazioni alle piccoleimprese.

Giuseppe Mussari,

presidente dell’Abi

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112 • DOSSIER • LAZIO 2012

CREDITO & IMPRESE

Sono tante le criticità nell’accesso alcredito per i laziali. Dalla scarsa com-petitività delle imprese, e alla conse-guente flessione del fatturato, fino

alla rigorosa stretta creditizia operata dallebanche. La crisi ha poi giocato un ruolo pre-ponderante laddove le maglie dell’economiaerano già strette. «La regione – commenta ilpresidente di Unionfidi Lazio Fabio Forte –risente incredibilmente di un’ibridità geogra-fica e politica. Non rientra nelle politiche peril meridione, ma neanche può annoverarsitra le più ricche regioni del nord. Questostato di cose la pone in una situazione di di-minutio rispetto ad alcuni obiettivi comuni-tari in cui regioni limitrofe rientrano ap-pieno». Unionfidi Lazio, come societàregionale di garanzia sui fidi, continua a fa-vorire l’accesso al credito delle piccole e me-

die imprese operanti nel commercio, nell’in-dustria nell’artigianato, nel turismo, nel-l’agricoltura e nei servizi.

Quanto è importante il fattore tempo perl’accesso al credito di un’impresa?«Guardando alla situazione attuale, il tempoè un fattore determinante. Ciò che si potevarinviare in tempi di “vacche grasse”, oggi nonsi può. Anche qui si registra una burocrazialenta e pesante che non giova affatto alle im-prese. Ho sempre asserito che la burocrazia èun ostacolo alla crescita e allo sviluppo eco-nomico e sociale. Sono anni che si parla di“delegiferazione” e di snellimento di iter eprocedure non più atte a sostenere il sistemaattuale. Occorre passare dalle parole ai fatti.Nella struttura che ho l’onore di presiedere itempi medi vanno da 15 giorni a un massimodi 30, fatte salve particolari urgenze. Per dirne

GLI STRUMENTI PER LO SVILUPPO ECONOMICOIl tempo è un fattore determinante per il finanziamento alle imprese,

sottolinea il presidente di Unionfidi Lazio Fabio Forte. Ed è l’ora di agire

a sostegno delle imprese contro una burocrazia lenta, cercando di sfruttare

al meglio i fondi Ue

Renata Gualtieri

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 113

una, il 13 agosto si è riunito il nostro consi-glio per discutere di un’azienda importantecon 500 lavoratori che aveva una necessitàimpellente e devo dire che, con grande grati-ficazione morale, siamo riusciti a salvarla an-che grazie al nostro impegno e volontà di es-sere sempre a disposizione».

Com’è cambiato il sostegno alle piccole emedie imprese laziali, specie in questo pe-riodo di crisi economica?«Tentando di utilizzare al meglio e al massimoi fondi Ue, ma da noi la cultura d’impresa èancora lontana. Nel senso che la strutturaportante dell’economia è formata da microimprese, per lo più artigianali e a prevalentegestione familiare. A volte la mancanza diconoscenza di questi strumenti comprometteseriamente l’esistenza di molte piccoleaziende. Dal nostro canto, registriamo un’im-pennata delle richieste che ci pervengono equesto, oltre a essere un metro di misura, staa significare che società di garanzie pubblichecome Unionfidi Lazio assolvono bene al pro-prio ruolo».

Unionfidi come riesce ad agevolare l’ac-cesso al credito alle pmi del Lazio?«Attraverso il rilascio di garanzie dirette. Peralcune misure copriamo il 50 per cento, peraltre fino al 75, come nel caso delle start-up.Gestiamo vari fondi per diverse misure percirca 120 milioni di euro».

In più convegni ha rimarcato il fatto che in

altri Paesi Ue un più massiccio ricorso alle società di garanzia ha prodotto un sensibileaumento del Pil e dell’occupazione. Cosa è possibile fare perché ciò accada anchein Italia?«È assolutamente vero, ho detto che la ca-renza di conoscenza di alcuni strumenti asupporto delle imprese genera questo feno-meno. Anche se siamo nell’era di internet, ap-pare anacronistico parlare di “mancata cono-scenza”, forse bisogna rafforzare ancor più iveicoli d’informazione. Anche se a far questoci sono le molte associazioni di categoria e lestesse banche, probabilmente non basta e ilmondo dei consulenti e le stesse istituzionipubbliche dovrebbero sensibilizzare di più».

Con quali azioni Unionfidi informa suglistrumenti messi a disposizione dalla Regioneper sostenere lo sviluppo economico del ter-ritorio laziale?«Su tutto il sistema web della Regione LazioUnionfidi è ben sponsorizzata. Io stesso hovoluto che si rifacesse il sito della società cheentrerà in rete a breve. Inoltre, continual’opera d’informazione attraverso l’organiz-zazione di convegni e conferenze durante iquali spiego la mission aziendale confron-tandomi con il mondo delle banche e con al-tri soggetti, non solo economici, per stimolareil dibattito e trovare soluzioni alle tante,troppe problematiche che oggi soffrono le imprese».

Fabio Forte,

presidente di

Unionfidi Lazio

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114 • DOSSIER • LAZIO 2012

CREDITO & IMPRESE

Nel 2012 Banca Impresa Lazio haricevuto domande di garanzia dacirca 350 imprese per un valoredi oltre di 100 milioni di euro di

finanziamenti da garantire. Al netto delle ri-chieste risultate non conformi o ritirate, Bilha offerto garanzia a 221 imprese, accor-dando finanziamenti per circa 52 milioni dieuro. In questo contesto, ha avuto grande ri-lievo l’intervento ad hoc destinato alle im-prese danneggiate dalle nevicate di febbraiocon il Fondo neve. Le domande pervenuteper ottenere la garanzia a valere sul Fondoneve ammontano a 105, per un totale di fi-nanziamenti richiesti pari a circa 27,6 milionidi euro. Dei 25 Comuni danneggiati daglieventi atmosferici che la Regione ha ritenutodi sostenere, 19 sono stati interessati dall’in-

tervento. «Quanto alle risorse pubbliche im-piegate per la concessione di garanzia, grazieall’effetto leva del nostro modello operativo,possiamo evidenziare che esse ammontano acirca il 10 per cento del volume dei finanzia-menti assistiti. Ovvero – spiega la presidentedi Banca Impresa Lazio Donatella Visconti –ogni singolo euro di risorse pubbliche impe-gnate ha generato credito alle imprese per al-meno 10 euro».

Con quali strumenti Banca Impresa La-zio tenta di dare una risposta alla strettacreditizia?«La stretta creditizia percepita dal tessuto im-prenditoriale, confermata pure dal monito-raggio dell’European banking authority, è fi-glia della crisi economica che ha colpito leimprese negli ultimi anni. Di fatto, la con-

UNA SANA GESTIONEFINANZIARIA La capacità di parlare la stessa lingua delle imprese e delle banche diventa

per Banca Impresa Lazio, secondo la presidente Donatella Visconti,

un elemento cruciale per la concessione di credito a medio-lungo termine

che dà ossigeno alle imprese laziali in attesa della ripresa economica

Renata Gualtieri

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 115

giuntura negativa di mercato ha messo in di-scussione i presupposti di mutua fiducia tra iltessuto produttivo e il sistema del credito, chesono alla base della domanda e dell’offerta difinanziamento. D’altro canto, alla luce dellerecenti disposizioni regolatorie europee diBasilea 2 e 3, la precarietà dei mercati finan-ziari costringe le banche ad applicare una po-litica fortemente conservativa sull’assunzionedi rischi. Bil interviene per ripristinare il rap-porto di fiducia tra banca e impresa, offrendogaranzie valide capaci di rassicurare le banchein merito alla certezza del rimborso del cre-dito, minimizzando i rischi di insolvenza.L’intervento di Banca Impresa Lazio è rivoltoa quella fascia di imprese che, pur essendostrutturalmente sane, proprio per effetto dellacrisi si trovano indebolite nel dialogo con il

sistema bancario. La forza di Bil risiede nellasua natura di soggetto bancario in grado diconciliare le esigenze del mondo del creditocon le richieste del tessuto imprenditoriale».

Attualmente con quali progetti l’enteopera per sostenere il tessuto imprendito-riale del territorio?«In collaborazione con venti banche conven-zionate, Bil gestisce attualmente quattro pro-grammi di garanzia a valere su fondi dispostidalla Regione Lazio e da Roma Capitale. Essisi caratterizzano per un’ampia gamma di stru-menti di credito a breve, medio e lungo ter-mine finalizzati a esigenze molto diverse cheincludono l’investimento produttivo, il con-solidamento del debito, la provvista di liqui-dità, il finanziamento dell’attivo circolante.Insomma, i programmi di Bil consentono l’ac-

Donatella Visconti,

presidente di Banca

Impresa Lazio

� �

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116 • DOSSIER • LAZIO 2012

cesso a tutte le forme di credito necessarie peruna sana gestione finanziaria delle imprese,che, ovviamente, è un requisito cardine per larealizzazione di qualunque piano di business».

Gli imprenditori laziali si dimostrano in-teressati alle opportunità che offrite o,come ha sottolineato in passato, serve unacomunicazione adeguata per mettere le im-prese in condizione di accedere al credito?«Le imprese laziali, specie le più piccole, nonsono particolarmente avvezze a considerare invia prioritaria il ricorso alle garanzie. Nel La-zio, il Fondo centrale di garanzia registra untasso di utilizzo pari allo 0,6, significativa-mente inferiore rispetto alla media nazionaledello 2,6 secondo i dati da noi rielaboratisulla base di quelli del Fondo centrale di ga-ranzia e Banca d’Italia. Di fondo c’è unascarsa conoscenza dello strumento della ga-ranzia, che in passato è stato impiegato anchedalle politiche regionali in maniera molto ri-dotta rispetto ad altre forme di contributiagevolativi; per questo stiamo investendosulla comunicazione con le imprese e con igestori del sistema del credito, moltiplicandoi nostri canali di contatto e di advertisemente fornendo nuovi servizi di consulenza eorientamento. Inoltre, Bil sta costruendo im-portanti sinergie con le associazioni impren-ditoriali e di categoria e ci aspettiamo da que-sti soggetti una preziosa e fattivacollaborazione nella configurazione delle no-stre iniziative; d’altro canto, i protocolli di in-tesa stipulati consentiranno di moltiplicare la

risonanza degli interventi regionali che noigestiamo nell’interesse delle pmi».

In cosa più si esprime l’importanza delruolo che Banca Impresa Lazio ricopre sulterritorio? E come l’istituto si è adeguatoalle mutate esigenze delle imprese?«Oltre all’attività di sostegno, Banca ImpresaLazio si pone come obiettivo quello diffon-dere tra le imprese una nuova cultura finan-ziaria finalizzata allo sviluppo del tessuto pro-duttivo. Vogliamo contribuire a creareimprese solide, autosufficienti e con un’ade-guata collocazione sul mercato. Insomma,imprese competitive non solo a livello localema internazionale, che sappiano fronteggiarela crisi e crescere nonostante la selettività delcredito. Naturalmente il perseguimento ditale obiettivo necessita di una grande capacitàdi individuare e comprendere tempestiva-mente le istanze e le esigenze del tessuto im-prenditoriale. Non a caso Bil in passato èstato il primo soggetto di emanazione pub-blica a mettere a punto un programma voltoa risolvere i problemi di scarsa liquidità de-terminati dai ritardi di pagamento della pub-blica amministrazione. Se in passato, con l’ac-cordo delle autorità regionali, abbiamo decisodi ampliare le finalità del nostro interventoper consentire alle imprese di superare la fasepiù difficile della crisi per l’immediato futuro contiamo di rilanciare i prodotti di ga-ranzia a medio-lungo termine legati agli in-vestimenti, così da contribuire al rilancio del-l’economia regionale».

CREDITO & IMPRESE

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118 • DOSSIER • LAZIO 2012

PMI E IMPOSTE

di Massimiliano Strampelli

avvocato del Foro di Roma

www.reaticollettibianchi.it [email protected]

Il rischio penal-tributario dell’impresa

La recente vicenda analizzata dal Tribunale di Fi-renze, che ha visto un imprenditore edile credi-tore di 750 mila euro pagare i fornitori perevitare il fallimento piuttosto che 150 mila euro

di debito Iva all’Erario, conclusasi con sentenza di pro-scioglimento su richiesta dello stesso Pubblico Ministero,dimostra il rischio sempre maggiore delle Pmi di incor-rere in una denuncia penale per mancato pagamento deitributi.L’osservatorio del Sole 24 Ore, interpellando le Pro-cure italiane in ordine alle otto ipotesi di reato tributariopreviste dal decreto legislativo 74 del 2000, ha accertatoun aumento del 50 per cento negli ultimi due anni delledenunce. Anche i dati del Comando Generale della Guar-dia di Finanza dal 2008 a oggi registrano un costante au-mento con un trend per la fine dell’anno di circa 12.000segnalazioni alla Procura. Il rischio, evidente con l’aggra-varsi della crisi di liquidità e del credit crunch, è quello dinon distinguere tra reali evasori e operatori economici indifficoltà, con un ingiustificato e penoso ricorso alla san-zione penale in assenza di condotte criminali.Non si può dimenticare, infatti, che per le Pmi il man-cato versamento dell’imposta dovuta costituisce una formadi autofinanziamento per evitare il fallimento e il licen-ziamento del personale, garantendo la continuità azien-dale. Nello specifico, ai sensi degli artt. 10 bis e ter deld.l.vo 74/00, il reato di omesso versamento delle ritenutecertificate o dell’Iva si configura qualora l’imposta evasa

superi i cinquantamila euro.Paradossalmente, con il crescere delle notizie di reato, ilrischio è quello dell’ingolfamento delle Procure e della pre-scrizione del reato. Altra questione che la delega fiscale indiscussione tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre alParlamento dovrà affrontare è la esatta individuazione deiconfini tra evasione fiscale ed elusione fiscale.Solo recentemente i giudici della Suprema Corte hannoescluso la rilevanza penale dell’“elusione fiscale” sul pre-supposto che quest’ultima sia la conseguenza di schemicontrattuali leciti volti a escludere l’insorgere del presup-posto di imposta piuttosto che a occultarlo come avvienenella condotta di evasione. Infine, occorre sottolineare l’ul-teriore effetto stigmatizzante previsto dalla legge, che pre-clude all’imprenditore condannato per taluno dei reatitributari – anche di omesso versamento dell’imposta – dicontrattare con la Pubblica Amministrazione per un pe-riodo sino a tre anni. È lecito quindi attendersi che con lacosiddetta “delega fiscale”, in discussione questi giorni alParlamento, il Legislatore sanzioni solamente quelle con-dotte di reale evasione caratterizzate da modalità fraudo-lente o di occultamento di redditi realmente percepiti,tralasciando di accanirsi su quegli imprenditori che – soloper la gravissima congiuntura economica – non hannoadempiuto ai loro obblighi tributari anche, e soprattutto,per salvare le loro aziende, il loro futuro e quello dei lorodipendenti.

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EDIL LAZIO

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P otenziamento dellaA24 dalla barrieraRoma Est a CasalBertone, integra-

zione della Pedemontana For-mia-Mof con il porto diGaeta, adeguamento di via Sa-laria Passo Corese-Rieti. Sonoalcuni dei cantieri, avviati oprossimi al varo, inseriti nelnovero dei lavori in corso illu-strato prima dell’estate dall’as-sessore regionale ai lavori pub-blici Luca Malcotti. Progettiviari tesi a migliorare l’assettoinfrastrutturale del territoriolaziale, in cui figura anche l’au-tostrada Roma-Latina, annosocorridoio che due mesi fa haottenuto il via libera del go-verno. «I cantieri, secondo leprevisioni, dovrebbero essereavviati entro la fine del 2013»ricorda Stefano Petrucci, pre-sidente di Ance Urcel Lazio,preoccupato oggi che il recenteterremoto istituzionale abbat-tutosi sulla Regione determiniun «rallentamento di tutte leprocedure relative a interventiinfrastrutturali da program-mare e approvare».

All’indomani dello scop-pio della bufera, lei ha af-fermato che «così andranno

in fumo i piani d’investi-mento per le opere pubbli-che» e la scamperanno soloi programmi già avviati.Cosa teme in particolare? «L’interruzione della legislaturadetermina una fase di stallo acausa dell’impossibilità di pro-grammare investimenti e operepubbliche. Si potrà solo prose-guire con l’ordinaria ammini-strazione e avviare e portareavanti i programmi già appro-vati. È per questo motivo che sirende necessario arrivare primapossibile a nuove elezioni, af-finché si eviti un vuoto legisla-tivo temporalmente troppo am-pio con effetti negativi sulla giàdrammatica situazione di con-trazione dell’attività delle im-prese. Un altro aspetto essen-ziale è che non si fermino ipercorsi attivati dalla GiuntaPolverini volti a garantire e aconsentire un’accelerazione de-gli insostenibili ritardi nei pa-gamenti alle aziende per lavorida tempo realizzati».

Tornando alla Roma-La-tina, come si profila dunqueil suo immediato futuro allaluce degli fatti recenti? «La Roma-Latina non verràmessa in pericolo dagli scan-

Nessuno stop sui cantieri attiviPer portare avanti i lavori infrastrutturali in corso e dare ossigeno ai costruttori

laziali bisogna scongiurare «un vuoto legislativo con effetti negativi sulla già

drammatica contrazione dell’attività delle imprese» avverte Stefano Petrucci

Giacomo Govoni

Stefano Petrucci, presidente dell’Unione regionale costruttori edili del Lazio

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 125

Stefano Petrucci

dali che hanno investito ilconsiglio regionale Lazio.Fortunatamente il bloccodell’attività legislativa e am-ministrativa non incideràsull’iter dell’opera. La Re-gione e il governo hanno in-fatti fatto tutto ciò che erain loro potere. Dopo la sen-tenza del Tar del Lazio delloscorso 17 aprile, che ha re-spinto i ricorsi di Arcea eConsorzio 2050 che blocca-vano i lavori per la realizza-zione dell’autostrada, la si-tuazione è ora nelle mani diAutostrade per il Lazio chedeve avviare le procedureper la gara. Secondo quantostabilito dal Cipe i fondipubblici a disposizione perla realizzazione Roma-La-tina (68,3 km) e della Ci-sterna-Valmontone (31,5km) ammontano a 468 mi-lioni di euro e potranno es-sere integrati sino al 40%del costo complessivo».

Pochi giorni fa il vicemi-nistro alle infrastruttureCiaccia ha annunciato che ladefinizione del piano finan-ziario per la Orte-Mestre èin dirittura d’arrivo. Che im-portanza rivestirebbe l’avviodi quest’opera per il com-parto edilizio laziale? «La Orte-Mestre è un’opera diimportanza cruciale, poichécollega il Lazio al Nord Est.Potrà dunque esercitare unnotevole impatto non solo sulsettore edile ma sull’interaeconomia regionale, mettendoin comunicazione le zone in-dustriali del territorio con leassi di collegamento versol’Oriente e offrendo nuovisbocchi economici alle nostreaziende. Detto questo, l’avviodei cantieri consentirà a molteimprese edili di tirare il fiato eripartire dopo un periodo dicrisi gravissima, che ha por-tato alla chiusura un numeroelevatissimo di aziende. Affin-

ché tutto ciò avvenga è perònecessario che i meccanismidi assegnazione dei lavorisiano trasparenti e venganomessi in atto attraverso rego-lari gare pubbliche».

In che misura gli interventidi manutenzione stradale ri-mangono una valida alterna-tiva per le imprese costrut-trici laziali e quali lavorisono previsti sul territorio suquesto fronte? «Quella della manutenzionestradale si configura come unavera e propria emergenza nellaregione in generale e nella ca-pitale in particolare. Credoche per restituire sicurezza emigliorare la qualità dei lavorisi debba superare la logica del-l’emergenza e rivedere il si-stema di affidamento dei la-vori al fine offrire maggiorigaranzie alle istituzioni che fi-nanziano le opere e ai citta-dini che ne fruiscono. Attual-mente si ricorre infatti a � �

La Roma-Latinanon verrà messain pericolodagli scandaliche hanno investitola Regione Lazio

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meccanismi poco trasparentisenza definire con chiarezzaparametri e criteri di valuta-zione delle offerte, e quindi,di selezione delle imprese. Inquesto scenario generale valela pena anche di ricordare l’as-senza di programmazione e ilfenomeno sempre più fre-quente della messa al bando diopere per le quali mancano ifondi, con il risultato che leimprese cominciano i lavoriper interromperli poco dopo.Una prassi che va assoluta-mente censurata».

È da poco apparso sullaGazzetta ufficiale il decretoche sancisce il via ufficiale aiproject bond delle infrastrut-ture. Quale slancio potrannodare al comparto laziale dellecostruzioni? «I project bond sono uno stru-mento particolarmente utileper opere di importo e dimen-sioni elevate. Per il funziona-

mento del nuovo dispositivomolto dipenderà dalle banche,chiamate a impegnarsi per so-stenere questi nuovi impegnifinanziari. L’auspicio è che il si-stema bancario decida di ria-prirsi al sistema imprenditorialein una logica di collaborazionee di condivisione di obiettiviche vadano al di là della meradifesa di profitti oggi insosteni-bili. Egualmente il sistema im-prenditoriale, quello delle co-struzioni in particolare, devecambiare il suo approccioverso il mercato, aumentandola sua trasparenza finanziaria egestionale, dotandosi di unanuova e più sostenibile pro-gettualità. In questo contestodiventa essenziale aumentarele reciproche conoscenze, svi-luppare nuove competenze, ri-trovare da parte degli istituti fi-nanziari uno spirito diattenzione verso le esigenze e iproblemi delle imprese».

Quali altri provvedimentiorientati al rilancio del set-tore edilizio, partendo dalleinfrastrutture, si aspetta dallivello istituzionale nei pros-simi mesi? «A livello di governo auspi-chiamo che si proceda a un’ac-celerazione per il decreto svi-luppo e per il piano città e chesi spendano le risorse che ver-ranno messe a disposizione. Alivello regionale, invece, spe-riamo che la nuova ammini-strazione proceda a un seriopiano di sviluppo infrastrut-turale in grado di garantire lacrescita economica della re-gione. A questo proposito, ab-biamo organizzato per il 30novembre un convegno nelquale presenteremo i dati diuna ricerca sul rapporto tra in-frastrutture e turismo nel La-zio e lanceremo le nostre pro-poste per far ripartireseriamente l’economia».

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126 • DOSSIER • LAZIO 2012

EDIL LAZIO

2 mldLA STIMA COMPLESSIVA DEI MANCATI PAGAMENTIALLE IMPRESE EDILI DA PARTE DELLA REGIONEE DEGLI ALTRI ENTI LOCALI DEL LAZIO

CREDITI

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Luciano Ciocchetti

LAZIO 2012 • DOSSIER • 127

Sollecitato dalle dichiarazioni di disap-punto rilasciate nei giorni scorsi dal pre-sidente dei costruttori laziali Stefano Pe-trucci in merito agli scandali piovuti sul

consiglio regionale del Lazio, il vicepresidente Lu-ciano Ciocchetti ha rivendicato le mosse impor-tanti compiute dalla Giunta Polverini per il set-tore edilizio. Azioni che hanno condottoall’accordo Sace-Ance per il pagamento dei cre-diti, allo sblocco dell’appalto della Roma-Latinae soprattutto, al piano casa. Una legge firmataproprio da Ciocchetti che a inizio ottobre, tut-

tavia, è stata impugnata dal governo per via di al-cuni punti di contestazione. Ma l’esponente del-l’Udc getta acqua sul fuoco. «Iniziamo col dire –afferma – che il piano casa è completamente at-tivo e funzionante. Non risultano infatti impu-gnate le norme che ne sono proprie, eccetto icambi di destinazione d’uso degli edifici non re-sidenziali ad altre destinazioni non residenziali neicomuni sprovvisti di piano regolatore generale».

Quali presunti vizi, dunque, ne minereb-bero la validità?«L’oggetto dell’impugnativa è limitata solo adalcune norme sulle modalità di perimetrazionedelle aree di interesse archeologico individuate nelPtpr e sull’unificazione dei piani di migliora-mento aziendale, legati alla attività agricola nellearee naturali protette, con i piani di utilizzazioneaziendale previsti dalle leggi urbanistica e pae-saggistica regionale. E infine la procedura perdare attuazione ai programmi integrati nelle areecaratterizzate da valenze naturalistiche ambientalie culturali. Normativa quest’ultima già oggetto diesame presso la Corte costituzionale. Su questiunici aspetti attendiamo sereni il giudizio, sa-pendo che il piano casa è in vigore e sosterrà la ri-presa economica della regione».

Lei si è detto soddisfatto per l’andamentodelle Dia, denunce di inizio attività, nell’am-bito del piano casa fino a maggio compreso.Di che numeri stiamo parlando e che riflessistanno avendo sullo stato di salute dell’edili-zia regionale?«Siamo molto contenti delle risposte dei cittadinial piano casa: a giugno erano più di 5.000 le Diainoltrate agli uffici competenti. Entro Nataleavremo il nuovo rilevamento che, dai primi nu-

Nonostante lo stop imposto di recente dal governo alla legge regionale che regolerà

l’edilizia abitativa dei prossimi anni, Luciano Ciocchetti mostra serenità. «Il piano casa è in

vigore e sosterrà la ripresa economica della regione»

Giacomo Govoni

Premi di cubatura per le imprese edili

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Luciano Ciocchetti,

vicepresidente

della Regione Lazio

con delega alle

politiche del territorio

e all’urbanistica

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meri che ci arrivano, sarà di certo positivo. Il Cre-sme ha stimato che l’impatto del piano casa sul-l’economia regionale sarà di circa 2 miliardi dieuro. Infatti, e questo non va mai dimenticato, ilsettore edile della regione Lazio muove un terzodel Pil regionale e coinvolge un vasto indotto, conmigliaia di impiegati. Proprio per questo, il lavorosul comparto edilizio con il piano casa è statocontinuo: è un settore strategico per il futuro delLazio e la Regione non può sottrarsi al suo ruolodi guida strategica del territorio regionale».

Attraverso quali misure state favorendol’orientamento dei costruttori laziali versonuovi mercati di sostituzione e rigenerazioneedilizia?«Il principio fondativo del piano è non consu-mare nuovo suolo provando, nel contempo, a ri-spondere sia alla crisi del settore edile che al fab-bisogno abitativo, in crescita soprattutto nellearee metropolitane. In questo senso, gli articoli 3ter e 4 mirano a far quadrare il cerchio. Questipermettono all’imprenditore di avere un premiodi cubatura se si impegna nel recupero, con de-molizione e costruzione, di uno stabile già esi-stente, a patto che ci garantisca l’adeguamentodella nuova struttura ai canoni di bio-edilizia e ri-sparmio energetico; di destinare una parte del-l’area dell’intervento di recupero, fra il 30% e il

35%, all’affitto calmierato da destinare a famigliee giovani; la realizzazione di alcune opere di ur-banizzazione che permettano il pieno utilizzo el’integrazione del nuovo stabile con le infra-strutture esistenti».

Altro capitolo è quello dell’housing sociale,legato spesso al reperimento di aree idonee aospitarlo. In questo senso, quali sono gli svi-luppi nel territorio regionale, area capitolinain primis?«All’expo internazionale del real estatement hopresentato il primo progetto di riqualifica propriograzie al piano casa. Si tratta dell’ex area Alitaliadella Muratella, alla Magliana. Dal recupero del-l’area, che sarà completamente realizzata secondoi più moderni canoni di contenimento dell’im-patto ambientale, avremo quasi 380 alloggi dicirca 70 metri quadrati da destinare all’affittocalmierato e il canone sarà di circa 400 euro perappartamento, prezzo introvabile su Roma nel-l’attuale mercato. Ma sono state molte le inizia-tive di recupero sul territorio, insieme all’Ater el’assessorato regionale alla casa: abbiamo realiz-zato diversi interventi in provincia di Latina e aRieti è stato completamente recuperato l’ex com-plesso di Sant’Agnese che prevede sia alloggi dadestinare alle giovani coppie che spazi multifun-zionali per la comunità cittadina».

EDIL LAZIO

128 • DOSSIER • LAZIO 2012

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PIANO CASA LE DENUNCE DI INIZIO ATTIVITÀINOLTRATE DAI CITTADINI LAZIALI AGLI UFFICICOMPETENTI FINO ALLO SCORSO GIUGNO

5000

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«Roma necessita di un nuovo rinascimento legato al recupero

urbanistico». Dalle parole di Angelo Marinelli si evince la mission

dei progetti di recupero. Casal Bertone in primis

Gian Luca Rizzante

Roma puntasulla riqualificazione

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Angelo Marinelli

La crisi del settore im-mobiliare c’è e si fasentire. Nel 2011 iltotale degli investi-

menti nel Lazio è stato di circail 20 per cento inferiore ri-spetto al 2007 e si stima (fonteCresme) che vi sarà un’ulte-riore contrazione di quasi il 4per cento nell’anno in corso.Probabilmente è finita un’erain cui si incentravano energie einventiva su interventi che ora-mai non hanno più ragioned’essere, né possono avere fat-tibilità dal punto di vista so-ciale, ecologico, urbanistico edeconomico. «La grande sfida -sostiene l’ingegner Angelo Ma-rinelli, amministratore unicodella Cam-Mac, società impe-gnata nel settore delle costru-zioni e in particolare nella rea-lizzazione di struttureimmobiliari private, riqualifi-cazione urbana e parcheggi -,soprattutto per coloro che vi-vono in grandi metropoli e inspecial modo a Roma, è unanuova concezione degli inter-venti infrastrutturali e residen-ziali posti al centro di nuovescelte molto più ecologiche edeco-compatibili».

Secondo Marinelli, «senza an-dare a erodere o intaccare ulte-riori porzioni di territorio chein molti casi hanno già pagatopesantemente uno sviluppopiuttosto discutibile, dal puntodi vista della mobilità ma an-che dal punto di vista estetico».

IL VALORE

DELLA RIQUALIFICAZIONE

«In Italia – continua Marinelli– sono da riqualificare immo-bili per oltre 2 miliardi di mq,operazioni che porterebberobenefici per l’ambiente, ri-sparmi sui costi, aumento delvalore delle proprietà. È perquesto che la Cam-Mac ha daanni posto grande attenzione,nella fase progettuale, all’inse-rimento architettonico deinuovi edifici nell’ambiente cir-costante, all’uso dei materiali,alle più moderne tecniche dicostruzione e anche all’impiegooramai a livello standardizzatodei pannelli fotovoltaici». Le strutture scelta da Cam-Mac sono in cemento armatoantisismico. Particolare inte-resse è riservato alle rifinituredegli appartamenti, a offrire uncomfort moderno e funzionale

anche grazie a tipologie abita-tive che vengono incontro allenuove tendenze demografichee sociali: single e famiglie poconumerose. Ma soprattutto,spicca un’innovativa scelta ar-chitettonica che spezza alcunicanoni estetici che di fattohanno monopolizzato, special-mente nella Capitale, l’ediliziaresidenziale. «La Cam-Mac ha scelto una li-nea moderna e particolare e neè una prova soprattutto CasalBertone, dove tutti gli apparta-menti hanno ampie terrazzecoperte e chiuse da vetrate scor-revoli che possono essere abi-tate tutto l’anno, quasi fosseroun salone all’aperto. In que-st’area, inoltre, abbiamo boni-ficato un’intera zona che ospi-tava una struttura adibita a usoscolastico ricca di sostanze no-cive: un’opera di cui hanno be-neficiato tutti i residenti e cheha consentito anche un au-mento del valore delle pro-prietà circostanti».

IL PROGETTO CAD MED

Tutto ciò in armonia con unprogetto pionieristico voluto alivello europeo nel solco di un

In apertura, il progetto

di recupero urbanistico

Casal Bertone,

realizzato a Roma dalla

Cam. In alto, a destra,

particolare dell’edificio

residenziale di Ponte

Mammolo a Roma

www.camedilizia.it

áá

LAZIO 2012 • DOSSIER • 131

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maggiore rispetto dell’ambientee del risparmio energetico. Dal2009 la Capitale ha aderito in-fatti al progetto europeo CatMed (Change MediterraneanMetropolis Around Time –Cambiare la Città mediterra-nea nel tempo). Il progettocoinvolge undici città nel ba-cino del Mediterraneo: oltre aRoma, Malaga, Barcellona, Va-lencia, Siviglia, Marsiglia, Aix-en-Provence, Genova, Torino,Salonicco e Atene. L’obiettivo èlo sviluppo di un modello ur-bano sostenibile per limitare levariazioni climatiche riducendol’impatto ambientale dell’ur-banizzazione e le emissioni digas serra. Per questo, il quar-tiere di Casal Bertone, conl’edificio in classe A+ realizzatoda Cam-Mac, è entrato a farparte di un Osservatorio co-munitario e in futuro vi sa-ranno spazi sociali per unanuova rimodulazione anche deiservizi municipali e alla per-sona. «Grazie anche alla vici-nanza con la rinnovata Stazione

Tiburtina e il nostro inter-vento edilizio – continua Ma-rinelli –, Casal Bertone puòdivenire laboratorio per quelrecupero urbanistico che è ne-cessario dopo troppi anni in cuimolti immobili residenziali sonostati calati in contesti che nonsono riusciti poi ad assorbire almeglio i nuovi residenti, con ri-cadute negative soprattutto sulversante del traffico, della mobi-lità e della qualità della vita».

I BOX E I PARCHEGGI INTERRATI

Il core business della Cam-Mac, la riqualificazione ur-bana, trova il suo fulcro inparticolare nell’ambito deiparcheggi interrati e box, set-tore in cui da anni si pone sulmercato come una delleaziende leader. Un’esperienzache ha permesso di affinaretecniche di costruzione più fa-cili e meno invasive, grazie allanuova tecnologia denominata“top down”. «Venendo incon-tro alla grandissima richiestadi parcheggi che soprattutto a

Roma è particolarmente av-vertita dagli utenti – spiegaMarinelli – Cam-Mac ha po-sto particolare attenzioneverso i parcheggi della cosid-detta “cintura perimetrale” delcentro-storico per risponderealle ormai improcrastinabili ri-chieste ed esigenze di pedona-lizzazione della vasta area dellacittà di Roma, densa di innu-merevoli reperti archeologicie monumentali. Il parking incostruzione in via Giulia ne èla migliore testimonianza.In ultimo, ma non meno im-portante, è l’opportunità cheviene data dagli interventi in-frastrutturali per quel che ri-guarda i benefici che il PianoUrbano Parcheggi può fornirein termini economici alle cassedegli Enti pubblici locali chevivono una situazione di scarsadisponibilità finanziaria, grazieagli oneri concessori che pos-sono permettere importanti ri-qualificazioni di piazze, giar-dini, mercati rionali e centrianziani».

áá

EDILIZIA

Cam Srl opera soprattutto a Roma e nel Lazio e nasce dall’iniziativa di

importanti manager provenienti da imprese con esperienza nell’ambito degli

appalti pubblici, che vantano la realizzazione d’interventi di edilizia civile,

industriale e di infrastrutture. Cam è inoltre concessionaria del Comune di Roma

e opera nella progettazione, costruzione, manutenzione e gestione degli

immobili, soprattutto di autorimesse sia interrate che multipiano. All’attivo

dell’azienda romana ci sono soprattutto interventi nel settore del Piano Urbano

Parcheggi (P.U.P.), in cui Cam è una delle aziende leader, grazie anche al nuovo

sistemo di costruzione detto “top down” che permette un minore impatto sui

luoghi circostanti e un elevato tasso d’efficienza sia per i tempi che per i costi.

Con questo sistema, i nuovi parcheggi interrati, prendono forma senza avere

grande impatto in superficie e addirittura, in casi di interventi in prossimità di

strade, si lascia la possibilità durante i lavori di poter ridurre al minimo la

chiusura dei tratti interessati e anzi, di poter continuare a far scorrere il traffico

di superficie, seppur su porzioni di carreggiate leggermente inferiori.

Il parcheggio “Top Down”

132 • DOSSIER • LAZIO 2012

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EDILIZIA

«L’unica cosache ci ri-mane è spe-rare che

quest’anno sia davvero l’apicedella crisi». L’analisi di Ales-sandro Caradonna sul mer-cato edilizio non è delle piùottimiste. La sua Esa èun’azienda che si occupa didistribuzione di ceramiche(pavimenti e rivestimenti) earredo bagno, dunque legataa doppio filo con l’edilizia.La società è nuova nel pano-rama romano e laziale, macon una organizzazione digrande esperienza nel settore.Nasce infatti nel 2009 rile-vando l’intero capitale dellaPorcelanosa Lazio Spa, so-cietà di cui Caradonna èstato per oltre 15 anni socioe amministratore delegato,inserendo e facendo cono-scere il marchio Porcelanosaa Roma e in tutta la regione.Com’è noto, quello dell’edi-lizia è un settore tra i più col-piti dalla recessione. «Sta-gnante – dice Caradonna –mi sembra il termine piùadatto. Tutto il comparto, el’indotto di conseguenza, ècompletamente fermo. Ma èuna rete di cause e conse-guenze cui siamo tutti legati:da una parte ci sono le ban-

che che non concedono mu-tui, dall’altra i potenzialicompratori non si impe-gnano perché lo stato di in-certezza li porta a dubitareanche del loro stesso postodi lavoro. Per questo le casenuove non si vendono».

Che conseguenze haavuto su Esa questa situa-zione?«Il fatturato è sceso e perquesto non ci aspettiamograndi sobbalzi. Possiamodire però che siamo abba-stanza ottimisti per il pros-simo anno, perché si scor-gono elementi positiviall’orizzonte».

Che strategia avete adot-tato per reagire?«Il nostro lavoro principaleriguarda le ceramiche, pavi-menti e rivestimenti: pun-tiamo a specializzarci ancoradi più, senza ricorrere a di-versificazioni significative.Noi siamo in questo settore enon vogliamo cambiare lanostra natura. Anche perchéin questo momento non ri-solverebbe il problema. Ulti-mamente abbiamo avutonuovi contatti con firme im-portanti che sottoporremo almercato».

Quindi su cosa state pun-tando?

Alessandro Caradonna, titolare di Esa Srl con sede a Roma

[email protected]

I tanti impiegati nel comparto ancora

trattengono il respiro nella speranza

di lasciarsi alle spalle il 2012.

Alessandro Caradonna offre il suo

punto di vista da operatore nel settore

della ceramica, uno dei settori più

importanti dell’economia italiana

Renato Ferretti

Edilizia alle strette, le strategie dell’indotto

134 • DOSSIER • LAZIO 2012

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«Il marchio su cui stiamo pun-tando è Seranit – Serra',un’azienda fondata da circavent’anni e facente parte di ungruppo importante, il gruppoSinpas, specializzata in pavi-menti in gres porcellanato tec-nico in grandi formati. Il pro-dotto viene dalla Turchia equesto ci dà una certa sicu-rezza di continuità di produ-zione, data la grande crescitache questo paese sta regi-strando. In più il costo è con-tenuto essendo un’aziendacompletamente automatizzata“con macchinari italiani” ».

Quali sono le caratteristi-che principali di questoprodotto?«In questo momento i pavi-menti sono fatti in gres por-cellanato e Seranit usa comemateria prima il caolinoucraino che è il migliore, e

permette una greificazione aduna più elevata temperaturarendendo il prodotto quasidel tutto inassorbente. Se siaggiunge a questo che il costodi produzione è nettamenteinferiore, si capisce facil-mente il grande impulso chepotrebbe avere sul nostromercato. A patto, ovvia-mente, che si riprenda».

Quali sono le prospettiverispetto alla commercializ-zazione del nuovo marchio?«Per il momento stiamo se-guendo solo i grandi progettifacendo conoscere questo no-stro marchio agli studi di ar-chitettura e progettazione. Aparte questo oggi possiamocontare su due importantistrutture: uno showroom consede a Roma, in via Aurelia,di circa 1.000 mq completa-mente dedicati all’esposi-

zione di pavimenti e rivesti-menti, rubinetteria, vascheidromassaggio, termoarredi earredobagno in generale; l’al-tro showroom ha sede aRocca Priora, zona CastelliRomani, di circa 1.200 mqdove all’arredo bagno ab-biamo aggiunto un’ampiaesposizione di caldaie e stufea pellett».

Che cambiamenti auspicada parte delle istituzioni?«Il governo dovrebbe smet-tere di tassare a dismisura laprima casa che ormai non èpiù considerato un bene dirifugio. Non è un caso che isettori più in crisi siano lecostruzioni e le automobili.Basta considerare che la com-pravendita delle case nonrende un quadro migliore,infatti il numero dei mutuisulle stesse è sceso del 50 percento e le costruzioni hannosubito un ribasso sul valoredel 20 per cento. Speriamoche i nostri governanti sianoconsapevoli della situazionee possano dare una svolta inpositivo».

Alessandro Caradonna

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❝Il caolino ucraino permette unagreificazione ad una più elevatatemperatura rendendo il prodottoquasi del tutto inassorbente

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IMMOBILIARE

Alle Direzioni regio-nali e provincialidelle Entrate sonogià arrivati gli elen-

chi delle compravendite so-spette. Nelle liste elaborate neigiorni scorsi dall'Agenzia cisono le cessioni di fabbricatiregistrate nella seconda metàdel 2011 che presentano uno«scostamento significativo» trail valore o il corrispettivo di-chiarato dal contribuente e ilprezzo di mercato registratodall'Omi, l'osservatorio del-l'agenzia del Territorio. Pur in una fase di mercato dif-ficile come quella attuale, letransazioni potenzialmente in-teressate dai controlli sono tan-tissime: nel secondo semestredell'anno scorso sono state ef-fettuate oltre 672mila compra-vendite. La spia che in alcunicasi accende l'attenzione delleEntrate ai fini delle imposteipocatastali è un divario supe-riore al 25 per cento tra il cor-rispettivo dichiarato e i valoristimati dall'Omi. In questi casisospetti vengono presi in esameanche i dati forniti dalle perizieimmobiliari che sono state ef-fettuate. Per questo risulta an-cora più importante avere ilsupporto di realtà guidate daprofessionisti esperti. «La no-stra società – spiega l’architettoRoberto Del Fabbro, ammini-stratore unico della Sinarch redi Roma – può contare suun’esperienza ultraventennaledei soci fondatori e offre serviziqualificati nel campo immobi-

Le perizie immobiliari sono un sostegno fondamentale,

soprattutto per auspicare una ripresa del mercato. In termini

di compravendita e di riqualificazione ambientale. Il punto

dell’architetto Roberto Del Fabbro

Marco Tedeschi

Un supporto tra l’ideazione e la realizzazione

A destra, l’architetto Roberto Del Fabbro, amministratore unico

della Sinarch re di Roma. A sinistra, il suo socio Giuseppe Roscillo.

(Foto di STEFANO PROCOPIO)

www.sinarchre.it [email protected]

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liare fornendo know-how, ana-lisi critica, dinamismo e codiceetico/comportamentale».

La vostra attività si suddi-vide fondamentalmente inperizie immobiliari e proget-tazione architettonica. «Entrambe hanno uguale im-portanza strategica sia in ter-mini di volumi prodotti chein termini economici di fattu-rato. Crediamo, fortemente, inuna prossima ripresa del mer-cato immobiliare, in terminidi compravendite e di riquali-ficazione ambientale, per que-sto stiamo ampliando i nostrirapporti di collaborazione esupporto con diversi istituti dicredito operanti sull’intero ter-ritorio nazionale. Siamo anchericonosciuti nell’elenco Abidelle società che hanno ade-rito alle linee guida per le va-lutazioni degli immobili in ga-ranzia per le esposizionicreditizie. Il tutto attraversoingenti investimenti econo-

mici per la realizzazione di unapiattaforma informatica per ilcaricamento e la gestione dellerichieste di perizie valutative.L’obiettivo è quello di posizio-nare sul mercato bancario unostrumento efficace e nellostesso tempo modulare allesingole esigenze e prerogativedegli istituti di credito. I qualipossono beneficiare di unostrumento informatico collau-dato nel tempo e certificatonel rispetto delle normative vi-genti, attraverso la collabora-zione, in esclusiva, della So-cietà Euromedia srl di Terni –certificata Uni Eni Iso 900».

Quali le principali criticitàcui fa fronte oggi il vostrosettore di riferimento? «Tenendo conto dell'attualemomento di mercato nel set-tore immobiliare, con la restri-zione nell'erogazione del cre-dito e di conseguenza con unadiminuzione delle perizie tec-niche valutative, ci siamo evo-

luti entrando a far parte delconsorzio Origami (centro ser-vizi integrati) per svilupparesinergie congiunte con altre re-altà imprenditoriali, nel campodelle energie alternative, del-l'eco-sostenibilità e del designper arredi interni ed esterni ecomunità. Nello stesso con-sorzio sono presenti altre so-cietà operanti in settori com-plementari al nostro».

In cosa consistono, nellospecifico, le diverse tipologiedi perizie da voi effettuate?«La Sinarch Re è specializzatanel redigere differenti tipologiedi perizie valutative immobi-liari. La perizia standard si ef-fettua con sopralluogo internoed esterno dei beni per rilevareil loro grado di funzionalità edefficienza, con analisi del pro-gramma economico locale,con particolare attenzione almercato immobiliare, al-l’orientamento degli operatori,alle transazioni avvenute, al-

Roberto Del Fabbro

~

áá

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❝Siamo riconosciuti nell’elenco ABI delle società che hannoaderito alle linee guida per le valutazioni degli immobiliin garanzia per le esposizioni creditizie

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l’offerta presente e ai tempi diassorbimento. Lo stato dei luo-ghi risulta anche da un serviziofotografico a corredo effettuatoper ogni singola unità immo-biliare. La perizia desk-top sieffettua a tavolino, sulla basedei dati o documenti forniti,con il supporto della banca datiSinarch Re. La perizia desk-topstatistica viene predisposta perla valorizzazione dei patrimoniimmobiliari in forma statistica.Nella perizia advanced si ag-giunge l’analisi di conformitàcatastale del cespite e con evi-denza delle eventuali difformitàriscontrate in sede di sopral-luogo e conseguente scorporodei costi di ripristino dell’im-

pianto originario. C’è poi laperizia drive-by, ovvero periziedi controllo, volte a determi-nare la congruità del valorecommerciale con sopralluogoesterno dell’immobile e lascorta dei dati forniti dallacommittente, provenienti dadocumenti».

Per quanto riguarda la pe-rizia tecnica asseverata?«Questa viene predisposta pervalutare adeguatamente il ri-schio delle operazioni immo-biliari. Viene considerata lacongruità di prezzo del bene, lesue caratteristiche di utilizzo equindi la sua funzione, la suarecuperabilità, la sua ricolloca-bilità sul mercato, il suo valore

in caso di rientro anticipato do-vuto a insolvenza dell’utilizza-tore e la sua rispondenza allespecifiche normative urbani-stico catastali».

La vostra attività peritale sisvolge nel rispetto degli stan-dard internazionali e se-guendo le linee guida di Abi.Quali sono nello specifico equali gli obiettivi dell’attivitàche segue tali direttive?«Grazie a una rete di tecnicicertificati, offriamo i servizi didue diligence, ovvero integra-zione e verifica della documen-tazione tecnico-legale degli edi-fici. Essa analizza lecondizioni di un bene immo-bile o un patrimonio immo-biliare con rilievi, indaginicomparative tra stato di fattoe stato documentale, fino al-l’espressione dei Giudizi Tec-nico-Legali e ai Servizi Tec-nici degli immobili».

Per quanto concerne inveceil ramo della progettazione,in tempi di crisi il settore del-l’edilizia sembra guardare so-prattutto al recupero e allaristrutturazione. La vostraesperienza conferma questatendenza?«Con un sistema del creditosempre più rigido per impresee famiglie, si punta alle ristrut-turazioni e al recupero d’im-mobili dismessi. E quello dellamanutenzione degli edifici esi-stenti è la vera sfida che il com-parto dovrà affrontare in fu-turo tenendo conto delle

áá

IMMOBILIARE

140 • DOSSIER • LAZIO 2012

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nuove normative regionaliemanate (Piano CasaL.10/2011 – modifica alla L.21/2009) e nell'ambito dellefonti di energia alternative».

Quale attenzione poneteal tema dell’impatto am-bientale e del risparmioenergetico?«Con la crescita delle aree ur-bane e dei costi dell’energia, sipone la sfida di progettare edi-fici efficienti dal punto di vistaambientale e capaci di assicu-rare la fluidità di movimentodelle persone. Il risparmioenergetico è un'esigenza vitaledella moderna organizzazioneproduttiva e sociale. Per questoabbiamo sviluppato il com-parto dell'arredo ecologico fi-nalizzato a soddisfare la cre-scente domanda che il mercatoriserva, unitamente alla cre-scente richiesta d’impianti eco-sostenibili».

In che misura è cambiata lavostra attività da quando èstato introdotto l’obbligo dicertificazione energetica de-gli edifici?«Nelle nuove costruzioni lacertificazione energetica è

parte integrante del progettofinito, la novità che riserva lanormativa vigente è l'obbliga-torietà per gli edifici esistentidi dotarsi di attestato di certi-ficazione energetica a normaUni/Ts 11300. Noi ci siamoattivati con i nostri tecniciqualificati nel fornire a tutti iclienti un servizio Ace on line».

In che cosa consiste esatta-mente?«Il servizio online si distinguenelle richieste di certificazioneenergetica e nelle richieste diperizia valutative immobiliari.In entrambi i casi inviamo unprofessionista presso l'immo-bile oggetto della richiesta pereffettuare il sopralluogo e con-seguentemente redigiamo en-tro 48 ore il relativo certificatoe/o perizia estimativa. In que-sto modo riusciamo a rispon-dere prontamente alle esigenzedella clientela al fine di otte-

nere un prodotto certificato intempi brevi».

Quali previsioni si sente difare per il prossimo anno, siain termini di andamento delmercato in generale che del-l’azienda in particolare? «Crediamo che coloro che siaffidano a comunicazioni per-sonalizzate saranno in gradodi affrontare qualsiasi avver-sità. Il nostro obiettivo èquello d’integrare i servizi of-ferti aumentando collabora-zioni e sinergie con altre so-cietà facenti parte del nostrosettore. Lasciando semprecome principale obiettivo lafidelizzazione del cliente. Que-st'ultimo rappresenta per noila forza per migliorarci ognigiorno attraverso una conti-nua attenzione alle esigenzedel mercato che sempre piùrichiede innovazione e profes-sionalità».

❝~

Abbiamo sviluppato il comparto dell'arredoecologico finalizzato a soddisfare lacrescente domanda che il mercato riserva

Roberto Del Fabbro

LAZIO 2012 • DOSSIER • 141

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COMMERCIO

Il fermo delle retribuzionie i prezzi in continua cre-scita comportano unastangata per ogni famiglia

media di perdita di potere d'ac-quisto pari a 2.333 euro l'anno.A rilevarlo è l'Osservatorio Na-zionale di Federconsumatoriche commenta così i dati diffusidall'Istat. «Questo inaccettabileandamento - afferma l'Osser-vatorio - continua a intaccare ilgià basso potere di acquistodelle famiglie che, dal 2008 adoggi, ha conosciuto una cadutadi oltre l’11,8 per cento». In questo scenario è necessarioper chi gestisce una grande of-ferta di vendite studiare nuove

soluzioni accattivanti e cheincontrino le possibilità e idesideri della clientela. Èquanto si sta operando alcentro commerciale Città

Fiera di Udine. «Il progetto diampliamento del centro

commerciale - spiegal’amministratoreAntonio MariaBardelli - è iniziatoa luglio con l’aper-tura di Leroy Mer-lin, uno dei mas-

simi protagonisti del bricolage alivello internazionale. Questoingresso rappresenta il primotassello di quello che diventeràil settore casa del centro, unpolo innovativo per il mercatoitaliano che sarà in grado di of-frire al visitatore una gamma diprodotti inimmaginabile».

Come è stato pianificatol’ampliamento? «Il segreto della crescita di CittàFiera risiede nella continua ri-cerca di nuovi sviluppi mai im-provvisi ma ponderati neltempo. Il piano di sviluppocomplessivo prevede di passaredagli attuali 86 mila mq di su-perficie commerciale a 160mila, a conclusione dello stessoil centro diventerà il più granded’Italia. Obiettivo finale è lacreazione di poli di attrazionein grado di allargare di moltol’attuale bacino di utenza. Ilprogetto rappresenta il supera-mento del centro commercialeclassico grazie alla creazione diuniversi tematici attorno aiquali ruoterà un’offerta varie-gata e profonda: shopping, fa-shion home outlet, leisure. Ilprogramma di sviluppo è molto

ambizioso ma, a differenza dialtri centri, Città Fiera parte dauna massa critica rappresentatada ben 8 milioni di visitatori espazi di circa 86 mila metriquadri. Alla luce dei dati rilevatifino ad ora, Città Fiera diven-terebbe il quarto o quinto Cen-tro Commerciale in Europa edil più grande in Italia».

Quale il prossimo step? «Nel 2012 si darà il via ai la-vori della nuova galleria grazieal recupero delle aree dell’exferramenta. Una nuova strut-tura situata strategicamentenella zona nord ovest dell’at-tuale centro commerciale a cuiè collegata da uno degli in-gressi più frequentati con unaccesso privilegiato ai par-cheggi multipiano. La galleriarappresenta un ulteriore passoavanti per la creazione di unanello che racchiuderà lo spa-zio commerciale, assicurandoun flusso costante di pubblico.Agli attuali 86mila mq di su-perfici commerciali disponibiliattualmente si aggiungerannoaltri 26mila mq di superficiecommerciale per le nuoveaperture. La nuova galleria si

Secondo l’Istat sta crollando il potere d’acquisto delle famiglie italiane. Per sopperire a questo

problema il centro commerciale deve sganciarsi dall’idea classica e abbracciare un’offerta differente.

Ne parliamo con Antonio Maria Bardelli del centro Città Fiera di Udine

Matteo Grandi

Città Fiera: nuovi universi tematiciper il centro commerciale

Antonio Maria Bardelli.

Il centro Città Fiera si

trova a Udine

www.cittafiera.it

144 • DOSSIER • LAZIO 2012

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Antonio Maria Bardelli

svilupperà su due piani nellaparte storica, che un tempoaveva la funzione di ferra-menta, (la struttura risale al1967): l’intervento in questosenso verrà effettuato con unamoderna riqualificazione dellestrutture industriali esistentirispettando le sue caratteristi-che originali. Mattone, vetro eacciaio i materiali che an-dranno a contraddistinguerla».

Una grande attenzione alleiniziative umanitarie è inoltreuna delle caratteristiche pre-dominanti di Città Fiera. «Siamo molto contenti di es-sere conosciuti sul territorionon solo per gli spazi commer-ciali ma anche per le numeroseattività di responsabilità socialeche portiamo avanti che rite-niamo siano molto importantiper il territorio».

UNA CRESCITA ESPONENZIALE

ATTUALE SVILUPPO

Superficie commerciale (GLA) 86.000 mq 160.000 mq

Outlet - HIC 30.000 mq

Ipermercato IPER Udine 7.450 mq 7.450 mq

Hard Discount 1000 mq

Altre superfici alimentari 339 mq 2.154 mq

Altre superfici non alimentari 34.869 mq 53.396 mq

Totale commercio al dettaglio 42.658 mq 94.000 mq

Grandi negozi specializzati 10 15/20

Esercizi commerciali, servizi 190 300/350

Ristoranti, caffè e bar 19 25

Mercatino alimentare 3 5

Multisala 11 sale 11 sale

Sala Giochi 1 1

LAZIO 2012 • DOSSIER • 145

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POLITICHE ENERGETICHE

148 • DOSSIER • LAZIO 2012

Le opportunità della green economy

L’ Italia ha l’obiet-tivo di raggiun-gere il 30% dielettricità deri-

vato da fonti rinnovabili in dueanni, rispetto al 27% di oggi.A sostenerlo è il ministro del-l’Ambiente Corrado Clini, ilquale vede nella green eco-nomy italiana una speranza dicrescita. «Le energie pulite –spiega – stanno crescendo no-nostante la rimodulazione de-gli incentivi. A regime gli aiutisaranno di 12 miliardi di eurol’anno per 20 anni. Tra il 2009e il 2011 nelle rinnovabili inItalia si sono registrati oltre120mila nuovi posti di lavoro».Risultati positivi e obiettiviambiziosi sono stati ottenutigrazie alle aziende della greeneconomy: «Tutte le impreseitaliane che lavorano nellagreen economy – ribadisce ilministro – registrano risultatipositivi soprattutto per l’ex-port. Queste imprese sono laparte più vivace e sana del-l’economia italiana». Ma comeincentivare questo passaggio?Con le politiche nazionali, chesecondo lo stesso Clini hanno«in parte aiutato le aziende ita-liane della green economy». A livello comunitario c’è peròun freno posto dal patto di sta-bilità europeo. Esso determinavincoli molto importanti negliinvestimenti pubblici per le in-frastrutture verdi. «Ma le mi-sure adottate per lo sviluppo

hanno come obiettivo quello dimuovere risorse verso l’effi-cienza». Su questo fronte è inarrivo il “tax credit”, ovvero ilcredito d’imposta per gli inve-stimenti nelle infrastrutture enell’innovazione: «Si tratta diuna riforma strutturale – diceClini – che mira a rendere il si-stema fiscale funzionale alla cre-scita e non solo al pareggio di

Nel settore dell’energia la volontà del governo è quella

di supportare l’innovazione tecnologica. Le rinnovabili

sono per il ministro dell’Ambiente Corrado Clini il futuro

dell’energia e la parte più sana dell’economia italiana

Nicolò Mulas Marcello

Corrado Clini, ministro dell’Ambiente

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 149

I piani del governo

bilancio». Il tax credit è in so-stanza lo strumento “operativo”per l’attuazione dello sposta-mento della tassazione dal la-voro all’uso delle risorse previstodall’articolo 15 della delega fi-scale. «Il nostro sistema fiscale –continua il ministro – è moltoconcentrato sulla tassazione dellavoro e poco sull'uso delle ri-sorse. L’articolo 15 prevede lamessa a punto di tasse e incen-tivi per l’ambiente». Il quadro dei decreti sulle fontirinnovabili è ancora in fase dicompletamento, ma quello cheemerge è sicuramente la vo-lontà del governo di supportarel’innovazione tecnologica. Sipensa anche alla possibilità diaccedere a mutui agevolati perlo sviluppo di attività nelcampo dell’innovazione di pro-dotti che possano essere con-nessi al solare termodinamico.«Mi auguro – afferma Clini –che il successo di queste tecno-logie possa produrre in Italiavantaggi competitivi attorno alsolare termodinamico. L’Italiadeve puntare su questa tecno-logia per rafforzare la sua com-

petitività industriale sul mer-cato mondiale. Il termodina-mico può dare una risposta im-portante alla domandacrescente di energia provenientedai Paesi emergenti come quelliasiatici, del Nord Africa e delSud America». La decisione delgoverno, attraverso i decreti chehanno aggiornato il sistema de-gli incentivi sulle fonti rinno-vabili, indica già la direzione dimarcia. Lo sviluppo della tec-nologia del solare termodina-mico è un’occasione impor-tante per la messa a punto di unsistema avanzato anche sulfronte della componentistica. Intanto dal 1 ottobre è arri-vata la nuova stangata sullebollette con l’incremento deiprezzi stabilito dall’Autoritàper l’energia elettrica e il gas.Aumenti che, considerati an-che gli ultimi dati sulla disoc-cupazione e il carrello dellaspesa sempre più costoso, nonfanno che aggravare ancora dipiù la situazione economica dimolte famiglie italiane. Per lefamiglie e i piccoli consuma-tori serviti in tutela, il gas au-

menterà infatti dell’1,1% el’energia elettrica dell’1,4: se-condo i dati dell’Aeeg, in me-dia la spesa delle famiglie per lebollette aumenterà di circa 22euro su base annua, si paghe-ranno 14 euro in più per il gase 7,6 euro in più per l’energiaelettrica. Da quanto ha spie-gato l’Authority, a influire sulnuovo aumento dei prezzi,sono soprattutto i rialzi dellequotazioni petrolifere che, inmeno di tre mesi, sono saliti dioltre il 20%. Per abbassare letariffe, secondo la ricetta delministro dell’Ambiente, oc-corre «innanzitutto bisognapulire le bollette eliminandogli oneri impropri, a partire daquanto paghiamo per il Cip 6,per il nucleare, per gli sconticoncessi alle grandi industrieenergivore come le acciaierie».Inoltre, conclude il ministro,«è importante non sbagliarel’intervento inseguendo falsibersagli» perché non bisognadimenticare che ci sono anche«benefici che arrivano alle cassepubbliche proprio dallo svi-luppo dell’energia pulita».

L’Italia deve puntaresul solare termodinamicoper rafforzare la suacompetitività industrialein un mercato mondiale

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154 • DOSSIER • LAZIO 2012

L’ attuale congiun-tura economicanegativa checoinvolge anche

il settore del fotovoltaico po-trebbe rappresentare un’op-portunità affinché i progettifotovoltaici già autorizzati o incorso di autorizzazione pos-sano essere convertiti in pro-getti Csp (Concentrating solarpower) di piccola taglia. «Per ilCsp, lo scenario a breve ter-mine – spiega Cesare Fera, pre-sidente di Fabbrica energie rin-novabili alternative – saràcompletamente diverso daquello attuale e configura undrastico innalzamento dellapotenza installata. Oggi, il Cspoccupa in Italia un migliaio dilavoratori. In base alle previ-sioni di crescita di settore, sipuò stimare che al 2020 gli oc-cupati, diretti e indiretti, sa-ranno oltre 18.000».

Qual è il livello tecnologicodell’industria italiana del so-lare termodinamico e comesi colloca rispetto agli altriPaesi europei?«L’industria italiana vantaoggi una filiera completa intutta la value chain: dalla pro-gettazione alla produzione deisingoli componenti, fino allarealizzazione degli impianti.Una filiera che è in grado dioffrire al mercato sistemi eapplicazioni per la produ-zione di energia termica edelettrica. In questo senso, cioèdal punto di vista della capa-cità di sviluppo, l’Italia è alli-neata con l’Europa. Estela,European solar thermal elec-tricity association, l’associa-zione cui fanno capo in Eu-ropa i player e le associazioninazionali che operano nel so-lare termodinamico, ha rila-sciato i dati ufficiali relativi

all’installato europeo e mon-diale al 2011. Il rapporto“The first 5 years of Estela”evidenzia una supremazia as-soluta della Spagna in Eu-ropa, con 1,2 Gw installati.Ma i dati proiettivi al 2015rappresentano la crescita de-cisa prevista per l’Italia e l’av-vio di un mercato dal trendirresistibilmente positivo. Nelresto del mondo, al 2011, gliimpianti in costruzione rag-giungono gli 1,5 Gw».

Quali sono pregi e difettidel solare termodinamico ri-spetto alle altre fonti di ener-gia rinnovabile, quale il fo-tovoltaico tradizionale el’eolico?«L’aspetto più interessantedella tecnologia solare termo-dinamica è la capacità di stoc-care l’energia termica per poitrasformarla in elettrica se-guendo la domanda della rete.

Sopra,

Cesare Fera, presidente

di Fabbrica energie

rinnovabili alternative

e vicepresidente Anest

La filiera del solare termodinamico offre sistemi e applicazioni

per la produzione di energia termica ed elettrica. Cesare Fera illustra

le opportunità rappresentate da questo indotto in Italia

Nicolò Mulas Marcello

L’energia del futuro

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 155

Una flessibilità peculiare che èassente nelle altre tecnologieutilizzate per la produzione dienergia pulita. Il vantaggiodell’erogazione in linea con ladomanda significa capacità diprogrammare e rendere conti-nuativa l’erogazione, a pre-scindere dalla disponibilitàdella fonte, cioè dalla presenzao assenza di luce solare. Letemperature raggiungibili conil Csp (fino a 500°C) sono unaltro discrimine fondamen-tale. A parte la biomassa, nes-sun’altra tecnologia rinnova-bile è in grado di produrreenergia termica a queste tem-perature. Il vantaggio è evi-dente: il solare termodinamicopuò differenziare la destina-zione finale dell’energia ter-mica prodotta, che può essereindirizzata al settore terziarioindustriale oppure trasformatain elettricità. Questo significache gran parte dei processi in-dustriali termici può essereservita direttamente e, inmolti casi interamente, dal so-lare termodinamico».

Il quadro normativo delnostro paese è favorevole allosviluppo di questa industria?«Decisamente. Il decreto mi-nisteriale del 10 luglio 2012fissa incentivi molto incorag-

gianti e finalizzati allo svi-luppo dell’industria del solaretermodinamico. Ci sono lepremesse perché la filiera de-colli e sia possibile produrrecomponenti e impianti inte-ramente made in Italy perl’esportazione. Secondo stimeAnest, l’impatto sulla bollettasarà minimo e non sarà regi-strabile prima di 2 o 3 anni».

Come vede il futuro delsolare termodinamico inItalia e quali sono i progettiin cantiere? «È certamente un futuropromettente, che si sta rapi-damente concretizzando inun apprezzabile incrementodi richieste di autorizza-zione. Il territorio italiano èesposto, per ampie fasce, auna irradiazione ottimaleper l’installazione di im-pianti Csp. Il nostro im-pianto dimostrativo, peresempio, è stato localizzato aNoto, in provincia di Sira-cusa. È lì che abbiamo tro-vato le condizioni miglioriper condurre tre anni di in-

tensa sperimentazione fina-lizzata alla costruzione dellafiliera. Oggi ci sono180/200 Mw in corso di au-torizzazione in Sicilia, Sar-degna, Puglia e Lazio e die-tro a tutto questo ilcomparto industriale èpronto a sostenere lo svi-luppo e l’esportazione dellatecnologia Csp made inItaly. Non bisogna poi di-menticare che la morfologiadell’Italia è particolarmenteadatta a ospitare impianti dipiccola taglia, come quelloCsp a biomassa che abbiamopresentato al Csp TodayAward, il prestigioso premiointernazionale che si terrà aSiviglia il prossimo 13 no-vembre. Siamo l’unicaazienda italiana che è stataselezionata, con il progettoZasoli, tra i finalisti. Cre-diamo che questo progettosia in grado di aprire unnuovo mercato perché offresoluzioni efficienti ed eco-nomiche di programmabilitàe continuità produttiva».

Gran parte dei processiindustriali termici può essereservita direttamente e,in molti casi interamente,dal solare termodinamico

Cesare Fera

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LIBERIDI ESSERELIBERI

RUBRICA SULLA PREVENZIONE DELL’USO DI DROGHE

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POLITICHE ANTIDROGA

La comunicazionecome strumento di prevenzioneContro l’abuso di alcol e sostanze stupefacenti

e per responsabilizzare i cittadini verso queste

tematiche, risultano efficaci le campagne

di sensibilizzazione e informazione.

Come è stato fatto in occasione della Giornata

mondiale contro la droga. Le iniziative

del Dipartimento politiche antidroga

della Presidenza del Consiglio dei ministri

Fiorella Calò

U n fenomeno come quello delladroga si può combattere e scon-figgere solo se si è consapevolidei danni che tutte le sostanze

producono, nessuna esclusa.Per attuare la prevenzione dell’uso di sostanzestupefacenti c’è bisogno di realizzare un in-sieme di strategie e azioni, alcune delle qualidirette alla popolazione in generale, altre al-l’ambiente, altre ancora rivolte ai soggettiparticolarmente vulnerabili.«Il nostro polo d’interesse sono i giovani, deiquali cerchiamo di captare l’attenzione affin-Nella pagina a fianco, Giovanni Serpelloni, capo Dipartimento politiche antidroga

della Presidenza del Consiglio dei ministri

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 161

Giovanni Serpelloni

ché si rendano responsabili delle proprie scelte.Tentiamo, quindi, di raggiungere i centri di ag-gregazione giovanile, a partire dalle scuole edagli ambienti sportivi, per raggiungere altrelocation come i luoghi di divertimento e i ri-trovi sociali. È lì che facciamo circolare le in-formazioni e il materiale informativo» spiegail professor Giovanni Serpelloni, capo del Di-partimento Politiche antidroga della Presi-denza del Consiglio dei ministri.Dal 2008 si realizzano annualmente campa-gne di comunicazione istituzionale che na-scono proprio dalla volontà di far conoscere ainostri ragazzi gli effetti dannosi delle sostanzepsicoattive, così come emergono dalle ricerchee dagli studi scientifici effettuati dal Diparti-mento stesso e dagli enti ad esso collegato.La necessità di diffondere capillarmente questomessaggio ha imposto diverse modalità di co-municazione. Attraverso media diversi abbiamoraggiunto target diversi: i giovani, potenzialiconsumatori di sostanze stupefacenti; i genitori,per fornire loro uno stimolo a incrementare ildialogo con i figli quale fattore protettivo; glieducatori, depositari di gran parte della for-mazione delle nuove generazioni.Questa diversificazione mediatica implica cheanche i contenuti vengano declinati in mododifferenziato, a seconda del medium attra-verso cui verranno veicolati. Le piattaformetelevisive trasmettono gli spot, elementi dimaggiore visibilità della campagna, che mi-rano a raggiungere il pubblico più giovane,che si lascia maggiormente sensibilizzare dalleimmagini. Le emittenti radiofoniche, invece,

raggiungono facilmente la fascia di ascoltatoripiù adulti e sensibile al fascino dell’eloquio.La carta stampata, quotidiana e periodica,rappresenta un canale di diffusione tradizio-nale e trasversale. I portali internet, infine,propongono un banner di richiamo ai motivifondamentali della campagna in forma sinte-tica ed efficace, come il mezzo impone.Le campagne istituzionali del DipartimentoPolitiche antidroga si avvalgono anche di sup-porti cartacei di approfondimento tematicoche vengono diffusi nei luoghi di ritrovo fre-quentati dai ragazzi come scuole, palestre,stadi, pub, bar, locali di tendenza, discotechee oratori. Gli spot, inoltre, vengono diffusinella maggior parte delle sale cinematografiche � �

�Rifiutare l’uso di sostanze,e quindi il loro acquisto,significa prima di tuttorispettare se stessima anche la legalità

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162 • DOSSIER • LAZIO 2012

italiane, contesti in cui si propongono comespunti di riflessione per il grande pubblico inun momento di socializzazione e di svago. Lostile caratterizzante è semplice e concettual-

mente basato sulla contrapposizione droga-vita. Realizzate da idee del dipartimentostesso, sempre inerenti alle conseguenze delconsumo di droga, le campagne pongono inevidenza le ripercussioni in ambito sociale eambientale dell’uso di sostanze stupefacenti.“Chi compra droga finanzia le mafie, le loroviolenze e il terrorismo”. È lo slogan proiet-tato sui principali monumenti di numerosicapoluoghi di provincia italiani, in occasionedell’ultima Giornata mondiale contro ladroga, celebrata lo scorso 26 giugno. Questacampagna legalitaria, fortemente voluta dalprofessor Giovanni Serpelloni, è stata ideata

dallo staff comunicazione del dipartimentoproprio per sensibilizzare l’opinione pub-blica, ma soprattutto i giovani, riguardo alfatto che «rifiutare l’uso di sostanze, e quindiil loro acquisto, significa prima di tutto ri-spettare se stessi ma anche la legalità, non di-ventando indirettamente finanziatori di or-ganizzazioni criminali che accumulano le lorofortune su questi proventi, esercitando il loroviolento potere sulla società civile. Il nostroscopo – spiega Serpelloni – è di porre i citta-dini, soprattutto i più giovani, davanti alleloro responsabilità ogni volta che acquistanouna dose di una sostanza stupefacente, anchesolo una volta nella loro vita per trascorrereun fine settimana diverso». La campagna, pa-trocinata dal Senato della Repubblica e dallaCamera dei Deputati, è stata condivisa anchedal procuratore nazionale antimafia, PietroGrasso, che ha contribuito con un vibranteinvito ai giovani: «Non posso che impe-gnarmi, con tutta la mia forza, nel perseguirei traffici di droga in tutto il mondo, ma ho bi-sogno della rivolta epocale di tutti voi, gio-vani e anziani, poveri e ricchi. È tempo didire tutti con una sola voce “Noi no!”. Ètempo di soffiare tutti insieme, forte, semprepiù forte per formare un vento che spazzi viatutte le droghe, naturali e sintetiche, tutti itrafficanti, pusher e spacciatori, nonché i lorosoldi, sporchi di lacrime, di sangue, di doloreper tante vite distrutte». Anche il presidentedella Repubblica, Giorgio Napolitano, nonha voluto far mancare il proprio apprezza-mento e appoggio all’iniziativa, non solo con-cedendo l’alto patronato, ma condividendo ilprincipio che l’ha ispirata e mettendo in ri-

Giovanni Serpelloni

ed Elisabetta Simeoni

alla giornata mondiale

contro la droga

� �

POLITICHE ANTIDROGA

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 163

salto quanto ci sia bisogno di infondere nellegiovani generazioni i principi della moralitàe della legalità indirizzando sin dalla giova-nissima età la loro vita su questi valori.Sempre attento alle problematiche giovanili,già in precedenza il capo dello Stato aveva so-stenuto la “Carta etica dei principi e dei di-ritti per le giovani generazioni”, che si fondasulla convinzione che la musica, l’arte e tuttele espressioni creative permettono, si leggenel documento stesso, di “raggiungere statistupefacenti non alienanti, sicuramente po-sitivi e costruttivi”, senza perdere il contattocon la realtà e col buonsenso, “creando allostesso tempo forti entusiasmi ed emozioni”capaci di spingere i giovani a esprimere e vi-vere a pieno le loro potenzialità, senza subireil fascino ignoto e insidioso delle droghe”.«Le discipline artistiche come la musica –scrive il professor Serpelloni nella Carta etica– rappresentano validi strumenti per rag-giungere nei giovani gratificazione e soddi-sfazione personale, per creare in loro un giu-sto appagamento e autostima nel vedersicapaci di raggiungere risultati e nell’espri-

mersi creativamente senza danneggiare lapropria salute, ma, al contrario, promuo-vendola, proteggendola e migliorandola».Condivisa in primo luogo dall’Accademianazionale di Santa Cecilia, la Carta etica haavuto il sostegno di tutti i più importantienti lirici italiani ed è stata distribuita loscorso 27 maggio presso l’Auditorium Parcodella Musica, nel corso dello spettacolo dimusica e danza “Dream On for a future wi-thout drugs”, evento conclusivo dell’omo-nimo concorso inserito in un progetto per laprevenzione dell’uso di sostanze stupefacentie dell’abuso alcolico nei giovani mediante ladanza e la musica, ideato e promosso dalDipartimento Politiche Antidroga. Insomma, comunicare positività ai nostri ra-gazzi, aiutarli a comprendere l’importanza eil valore della vita anche attraverso azionisemplici, che aumentino l’autostima, che liimpegnino in attività sane e condivisibilicon altri coetanei è sicuramente un dovere dinoi adulti e della comunità e rappresentacertamente un buon antidoto all’utilizzo ditutte le droghe.

Giovanni Serpelloni

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COMUNICARE LA SALUTE

In tema sanitario, il compito della comunicazione

è assicurare il maggior numero d’informazioni.

Promuovendo così livelli più alti di salute

e benessere. Ne parliamo con Simona Maurelli

Marco Tedeschi

La comunicazionealleata della sanità

Simona Maurelli è general manager della Pro Format Comunicazione di Roma

www.proformatcomunicazione.it

Culturalmente il tema della “malattia”non è più considerato un tabùcome poteva essere in passato. Restacomplesso, però, il determinare le

forme e i linguaggi attraverso cui parlarne, spe-cie se occorre rivolgersi a un pubblico ampio etrasversale. In questo diventa fondamentale ilruolo che ricoprono la comunicazione e le re-altà impegnate nel campo. Come Pro FormatComunicazione, la cui attività è la comunica-zione sociale di pubblica utilità, di cui unaparte importante è quella sanitaria. «L’obiettivodelle nostre iniziative - spiega il general mana-ger Simona Maurelli - è assicurare attraverso lacomunicazione maggiore informazione equindi promuovere comportamenti più re-sponsabili, scelte più appropriate, livelli piùalti di salute e benessere».

A tal proposito quali sono stati i passi inavanti più significativi compiuti dal settoree, nello specifico, dalla vostra azienda?«Di passi in avanti ce ne sono stati moltissimi.Agli inizi degli anni 90, quando iniziai questolavoro, all’interno dei titoli degli articoli digiornale non era assolutamente permessa la ci-tazione della parola “tumore”, o “cancro”; lecose da questo punto di vista sono molto cam-biate. Sicuramente è anche aumentata la ri-cerca, la medicina e la complessità della mate-ria. Il nostro lavoro è proprio quello di farcapire quali sono le ricadute della ricerca scien-tifica sui pazienti. Molto spesso sulla stampavengono enfatizzati gli effetti delle malattie e av-vengono distorsioni che portano il paziente adisorientarsi. Per noi è importante far capire allapopolazione quello che oggi è veramente pos-sibile fare per migliorare il livello di salute ge-nerale, sfatando tabù e trovando anche lin-guaggi diversi adatti a un pubblico variegato».

Quanto s’investe in Italia nella comunica-zione socio sanitaria? «Sicuramente la crisi economica ha contrattoanche gli investimenti nella comunicazione. In

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Simona Maurelli

LAZIO 2012 • DOSSIER • 169

ogni caso nel pubblico, ma soprattutto nel pri-vato, non si perde di vista quanto la comuni-cazione ha oramai un ruolo strategico. Per que-sto continuano a esserci investimenti da partedelle aziende farmaceutiche, le più interessatealla comunicazione. La collaborazione con imedici e i ricercatori continua inoltre a esserecostante; soprattutto nelle campagne di sensi-bilizzazione in cui ci occupiamo di patologieimportanti, come oncologia, malattie neurolo-giche, Aids. Patologie che sono diventate unproblema socio-sanitario. Si pensi ad esempioalle famiglie che devono convivere con unmalato di Alzheimer o di Parkinson. In questicasi utilizziamo dei format in cui cerchiamo dicomunicare alla popolazione attraverso le opi-nioni di medici ed esperti, ma anche coinvol-gendo con spettacoli e con campagne piace-voli. E in questi casi ci rivolgiamo soprattuttoalle famiglie».

Quale peso ricoprono il web e i social net-work e quanto si utilizzano ancora i mezzitradizionali?«I media tradizionali restano fondamentali.Anche la televisione continua a essere il mezzopiù immediato e potente. I nuovi media sonocomplementari ai vecchi media. L’iniziativa sulweb deve essere accompagnata da informazionisui vecchi media. Nella medicina e nelle pro-blematiche importanti come quelle che trat-tiamo, si richiede infatti una grande delicatezzae precisione. E, nel nostro caso, il web è ancoravisto come un mezzo potenzialmente perico-loso. Alcune cose infatti possono essere comu-nicate in maniera esatta, ma contemporanea-mente possono trovarsi anche inesattezze.Bisogna pertanto stare molto attenti a utilizzaresolo il web, pur riconoscendo il fatto che rimane

un mezzo fondamentale».Quali sono stati i progetti più significativi

realizzati di recente?«Ultimamente abbiamo realizzato una campa-gna sull’Epatite B promossa da 4 società scien-tifiche e sostenuta da un’azienda farmaceutica,in cui facevamo in modo che la popolazione sisottoponesse al test. Nel caso dell’Epatite B esi-ste oggi infatti un grande sommerso. Mettendoin moto un numero considerevole di strumentidi comunicazione come advertising, radiofoniae altri abbiamo realizzato una campagna digrande successo. Più di 7000 persone sono an-date a fare l’esame dell’epatite. Un consenso im-portante, anche dovuto al grande numero dimedia che abbiamo utilizzato: web, affissioni-stica, radio, stampa, call-center per prenotare iltest. Una grande campagna».

~

❝Per noi è importante far capirealla popolazione quello che oggiè veramente possibile fareper migliorare il livello di salutegenerale

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174 • DOSSIER • LAZIO 2012

CHIRURGIA

Il decreto Balduzzi individua vari problemi del sistema sanitario nazionale

ma non si può considerare come una vera e propria riforma. A sostenerlo

è Luigi Presenti, presidente di Acoi, il quale illustra lo scenario sanitario italiano

Nicolò Mulas Marcello

Luci e ombre del sistema sanitario

Sul piano dell’innovazione, la chirurgiaospedaliera italiana gode di una ele-vata autorevolezza internazionale, masconta problemi organizzativi ancora

irrisolti: «I problemi individuati dal decretoBalduzzi – spiega Luigi Presenti, presidentedell’Associazione dei chirurghi ospedalieriitaliani – sono solo alcuni e affrontare unamodifica del sistema solo con alcuni provve-dimenti specifici non è sufficiente a rimetterein piedi e a far marciare sia dal punto di vi-sta della qualità sia da quello dell’efficienza ilsistema sanitario».

Possiamo fare un bilancio dell’attuale sce-nario della chirurgia ospedaliera in Italia?«Il bilancio è assolutamente positivo perché lachirurgia ospedaliera in Italia è innovativa edè pronta a recepire le nuove caratteristiche or-ganizzative del sistema. Nel mondo gode diprestigio per tutto quello che ha fatto perquanto riguarda l’innovazione negli ultimiventi anni, basti pensare alla chirurgia lapa-roscopica e a quella robotica. La qualità èquindi diffusa rispetto al passato, quando in-vece si concentrava solo nelle grandi struttureospedaliere delle città principali. Ciò è dovutoanche all’impegno delle società scientificheche hanno organizzato scuole, corsi e con-gressi su tutto il territorio nazionale e hannoalzato notevolmente il livello della chirurgiapiù periferica».

Secondo l’Acoi e il Sic, il decreto Balduzziindividua i problemi del sistema sanitarionazionale ma non li risolve tutti. Quali sa-rebbero secondo lei le priorità di intervento?«Il decreto Balduzzi è in corso di modifiche, esto seguendo tutte le proposte avanzate all’in-

terno delle commissioni parlamentari. È chiaroche questo decreto non è una riforma della sa-nità ma è l’individuazione di alcune aree di cri-ticità e sicuramente affronta in maniera piutto-sto limitata quelli che sono i problemi delsistema. Ciò di cui c’è bisogno è una riformaprofonda e un ripensamento globale sia del-l’assistenza territoriale che di quella ospedalieraper poter affrontare una modernità che è diversadal passato. Noi dobbiamo renderci conto cheil bisogno sanitario è cresciuto ed è cambiato. Larichiesta di salute in Italia ha caratteristiche di-verse rispetto al passato e la risposta è molto de-bole, tanto che si assiste al fenomeno diffuso diallontanamento dalle cure perché una larga fettadella popolazione non può accedervi per pro-blemi economici».

Si è concluso da poco il primo congressonazionale unitario dei chirurghi italiani. Trai temi discussi c’è stato anche quello del rap-porto tra chirurgo e paziente. Gli italianihanno fiducia nella sanità del nostro paese?«L’argomento è delicato, nel senso che quelloche appare sui media potrebbe dare la sensa-zione che la sfiducia è diffusa, in realtà chi la-vora in sanità e chi si confronta ogni giornocon i pazienti ha una percezione nettamentediversa. È chiaro che il rapporto si è alterato,in quanto il paziente è più consapevole, piùinformato e si confronta con il medico nonpiù in un rapporto gerarchico. Oggi il medicoha il dovere di approcciare i problemi del pa-ziente con grande attenzione anche e soprat-tutto sul tema della comunicazione perchénon si può più operare un paziente senza det-tagliare in maniera accurata l’iter normale e lecomplicanze eventuali. Dovendo pensare a

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Luigi Presenti

LAZIO 2012 • DOSSIER • 175

una fiducia, vediamo che i pazienti conti-nuano a venire in ospedale, sopportano ancheliste di attesa molto lunghe, ma si rivolgonocon fiducia al sistema sanitario. Sono sicura-mente più critici e più attenti alle cose chenon vanno, che spesso non sono problemi dicarattere esclusivamente professionale ma dicarattere organizzativo ed è qui il vero pro-blema da affrontare».

Parliamo di formazione e ricerca in Italia.Cosa occorre fare di su questo fronte?«La ricerca purtroppo è un argomento moltodebole da noi. I finanziamenti non sono elevati,la ricerca privata è quasi inesistente. Per quantoriguarda la formazione, siamo in un sistema chenon è capace di fare una formazione adeguataai tempi. Pensiamo alla formazione chirurgicache spesso non garantisce un percorso ade-guato allo specializzando, che passa 6 anni in

ambito di strutture universitarie, uscendonesenza una formazione pratica vera e senza po-ter affrontare le opportunità di lavoro. Questoè un grande problema perché allontana da certespecialità mediche i giovani, in effetti vediamoche le scuole di formazione chirurgica sonoormai sempre più deserte e persino la scuola dichirurgia di Milano non ha coperto tutti i po-sti di specializzazione. Questo fa capo sicura-mente alle difficoltà della professione in unmomento in cui c’è una riduzione delle assun-zioni e quindi le possibilità di lavoro al di fuoridel precariato sono modeste, ma soprattuttoper un deficit di formazione che deve essere af-frontato con un’integrazione forte tra universitàe ospedali per poter garantire a tutti quelli chevogliono fare formazione, un percorso che ri-porti alla fine della scuola ad essere professio-nisti garantiti».

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Questo decreto non è una riformadella sanità ma è l’individuazionedi alcune aree di criticità

Luigi Presenti, presidente

dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani

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L’evoluzione della situazione demo-grafica e sociale italiana ha co-stretto il settore sanitario a evol-versi di pari passo con l’aumentare

della mole e della complessità dei servizi daoffrire ai cittadini. Sono cambiate molte cose dal 1978, anno in cuifu istituito il Servizio Sanitario Nazionale, com-piendo il primo di una serie di importanti passiverso la razionalizzazione e l’efficientamentodelle prestazioni. Fra le varie riforme che si sono susseguite nelcorso degli anni, particolarmente significativesono state quelle del 1993 e del 2000, chehanno aperto gradualmente l’ingresso del settoreprivato nell’ambito sanitario e portato alla pa-rificazione degli operatori sanitari privati e pub-blici. «Queste norme – fra le quali deve essere ci-tata anche la legge 42 del 1999, che ha definitoin maniera più precisa la figura del “professio-nista dell’assistenza” – hanno definito quelloche è il quadro odierno in cui, nell’ottica del mi-glioramento del servizio al cittadino, si sonocreate delle sinergie fra le aziende sanitarie pub-bliche e gli operatori privati». A parlare è Do-menicantonio Grieco, amministratore unico elegale rappresentante della Nuova Croce VerdeRomana, che sin dall’inizio degli anni Trentasvolge servizio di trasferimento infermi. «L’inquadramento normativo nazionale de-manda la responsabilità della gestione direttaalle Regioni, le istituzioni con le quali ci con-frontiamo a partire dalla fase di assegnazione de-

gli appalti». Altri interlocutori sono natural-mente gli enti con cui l’azienda si rapporta nellavoro quotidiano: «Siamo partner di ospedalipubblici, case di cura private, organizzazioninazionali ed estere e operiamo in occasione dicompetizioni sportive, concerti e congressi, ol-tre a costituire un punto di riferimento in Ita-lia per agenzie e assicurazioni sparse in tutto ilmondo». Per dare un’idea delle prestazioni offerte, bastipensare che nel 2011 la Nuova Croce Verde haeffettuato circa 300.000 interventi di trasferi-mento di pazienti nella città di Roma, in Italiae all’estero e 90.000 trasporti di sangue, bioli-quidi e farmaci antiblastici fra le maggiori cli-niche e ospedali romani. Naturalmente, un’at-tività di tale portata richiede il supporto di unastruttura solida e ben organizzata, che non sideve limitare agli operatori sanitari: «Nella no-stra azienda – prosegue Grieco –, questo corpoè composto da venti autisti professionali conidonea patente e attestato di soccorritori, ventiinfermieri professionali iscritti all’Ipavsi, ventisoccorritori con attestato Bls-Blsd, due medicianestesisti al giorno e dieci medici emergentisti.Tutto il personale è costantemente formato e ag-

TRA PUBBLICO E PRIVATO

La Nuova Croce Verde

Romana ha sede a Roma

www.croceverderomana.it

Un lungo percorso normativo ha portato

alla definizione delle sinergie fra pubblico e privato

in campo sanitario, allo scopo di migliorare

il servizio offerto. Domenicantonio Grieco

fa il quadro della situazione

Amedeo Longhi

178 • DOSSIER • LAZIO 2012

Il trasporto sanitario privato

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 179

giornato: oltre a seguire ogni anno corsi di for-mazione/aggiornamento/verifica conoscenza re-lativamente alle linee guida per la gestione delservizio attraverso l’ausilio di corsi per para-medici e ausiliari, autisti e barellieri, è informatosulla normativa di riferimento, sulla 81/2008 esulle linee guida della 196/2003, oltre che sulcampo di competenza dell’articolo 177 del Cdse sulle mansioni dell’autista professionale». Al personale prettamente sanitario vengono af-fiancate altre figure: «Disponiamo di una cen-trale operativa con cinque centralinisti con espe-rienza sul campo e di un’officina meccanicacon tre addetti altrettanto qualificati, tutti conalmeno dieci anni di esercizio nel settore, comeprevisto dal Contratto Collettivo Nazionale di

Lavoro che regola gli accordi di lavoro congli operatori sanitari». Le dotazioni strutturali sono adeguate allostaff che le utilizza: «Possiamo contare sutrenta ambulanze, di cui cinque di tra-sporto e venticinque di soccorso avanzato,oltre a tre autofrigoemoteche per il tra-sporto equipe sanitarie per trapianti e or-gani e quindici autofrigoemoteche per tra-sporto di farmaci, farmaci antiblastici,

sangue, plasma e materiale biologico in genere.Le vetture sono guidate dal sistema satellitareGlobal Positioning System Link, mentre unsoftware regola la manutenzione e la gestionedel parco automezzi». La Nuova Croce Verde può vantare anche unpersonale primato, come spiega Grieco: «Siamola prima società di autoambulanze private inItalia a essersi accreditata nel sistema Sincert EA38 e ad aver certificato il proprio Sistema di ge-stione aziendale allineandosi alla vecchia normaUni En Iso 9002/94, trasformando poi il Si-stema di gestione per la qualità implementatoin quello attualmente allineato alla nuovanorma di riferimento Uni En Iso 9001/2000Vision 2000».

Domenicantonio Grieco

~❝Nel 2011 abbiamo effettuato 300mila

trasferimenti di pazienti nella cittàdi Roma, in Italia e all’estero

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OFTALMOLOGIA

180 • DOSSIER • LAZIO 2012

Secondo le ultime stime dell’Organizza-zione Mondiale della Sanità, nel mondoci sono 39 milioni di persone cieche, dicui 1,4 milioni sono bambini, mentre

246 milioni sono ipovedenti. È proprio conl’obiettivo di promuovere una cultura della pre-venzione che ottobre diventa il mese della vista,in cui è possibile effettuare controlli per verificarese esistono problemi visivi. Nel caso ci fossero deidifetti, gli interventi per la correzione hanno rag-giunto un livello di precisione tale da poter ri-solvere anomalie differenti. È quanto avviene adesempio nella società Primavista di Roma. «La so-cietà di servizi medici – spiega il dottor MauroZuppardo, general manager della società Prima-vista –, è un concetto importato dagli USA.Dato che la strumentazione per eseguire inter-venti di alto livello tecnologico è decisamente co-stosa, non accessibile quindi al singolo profes-sionista o al Servizio Sanitario Nazionale, lasocietà Primavista organizza strutture completecon strumenti di ultima generazione e personalealtamente qualificato».

Dato che le vostre strutture sono aperte atutti gli oculisti, il paziente non corre il rischiodi trovarsi in mani poco esperte?«In realtà Primavista non è aperta a tutti. I me-dici che utilizzano le strutture devono possedereun’esperienza comprovata nel campo della chi-rurgia rifrattiva. Inoltre, la selezione dei pazientie il tipo di trattamento da eseguire devono sot-tostare a linee guida e protocolli approvati incampo internazionale dall’Ascrs (American So-ciety of Cataract and Refractive Surgery), dal-l’Escrs (European Society of Cataract and Re-fractive Surgery) e, per la specificità sul territorio,dalla Soi (Società Oftalmologica Italiana) e da(Associazione Italiana Medici Oculisti)».

Che tipo d’interventi agli occhi si possonoeseguire a Primavista?«Siamo specializzati nella correzione laser dei di-fetti della vista. All’inizio dell’attività interventicome la Prk (trattamento di superficie) e la La-sik (trattamento più profondo) dominavano il

settore. Dal 2000 però, il concetto di tratta-mento standard è stato progressivamente abban-donato per lasciare il posto al trattamento per-sonalizzato nel quale il laser riconosce l’occhio datrattare tenendo conto delle caratteristiche fisio-logiche, refrattive e ottiche. Il trattamento chi-rurgico personalizzato permette di ridurre sia ildifetto visivo sia le aberrazioni, che impoveri-scono la visione con distorsioni, riduzione delladefinizione e perdita del contrasto, che rendedifficile la visione notturna. L’obiettivo è realiz-

Il dottor

Mauro Zuppardo

è general manager

della società Primavista

di Roma

www.primavista.it

Attraverso il trattamento chirurgico personalizzato

è possibile ridurre sia il difetto visivo sia

le aberrazioni, che impoveriscono la visione

con distorsioni. L’obiettivo? Realizzare una visione

ad alta definizione. Ne parliamo

con il dottor Mauro Zuppardo

Marco Tedeschi

Novità laser per i difetti della vista

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 181

zare una visione ad alta definizione. Dal 2007inoltre Primavista utilizza il laser Intrastromale (afemtosecondi) che permette di eseguire la chi-rurgia della cornea senza bisturi».

Non tutti i pazienti che hanno eseguito l’in-tervento sono contenti, come lo spiega?

«Nel passato la tecnologia disponibile non of-friva livelli di sicurezza e prevedibilità compa-rabili con quelli attuali, in più la logica del“laissez-faire” del nostro Paese ha permesso l’esi-stenza di un sottobosco pressoché infinito dinon esperti del settore. È invece necessario cer-care un professionista con grande esperienzache utilizzi strumentazioni di ultima genera-zione. Diffidare delle “offerte speciali” giacchéi costi dei sistemi chirurgici più sicuri e aggior-nati sono elevati».

Da voi si eseguono anche altri interventi?«Si, siamo specializzati anche nella chirurgiadella cataratta. La tecnica più utilizzata è la Fa-coemulsificazione, cioè l’asportazione del cri-stallino con impianto di cristallino artificiale.Nel passato le tecniche chirurgiche erano piùinvasive e l’intervento si eseguiva quando la vi-sione era ridotta al minimo. Attualmente la ca-taratta si presenta più precocemente, i pazientisono più giovani, più in forma e con un’attesadi vita superiore. Oggi gli obiettivi della chi-rurgia sono un’eccellente qualità della visione,una visione nitida a tutte le distanze di osser-vazione e una vita sociale intensa. I cristallini ar-tificiali moderni correggono anche le aberra-zioni oculari riducendo al minimo l’uso degliocchiali da vista. Siamo inoltre una strutturaspecializzata anche nel trattamento medico delcheratocono. La tecnica utilizzata prende ilnome di “cross linking corneale” (CXL) che, incasi selezionati, offre la possibilità di contenerel’evoluzione del cheratocono stesso ritardandoo eliminando, nel migliore dei casi, il trapiantodi cornea».

Per eseguire questi interventi è necessarioil ricovero?«Tutti gli interventi si eseguono in regime am-bulatoriale con anestesia locale (colliri). I tempichirurgici variano a seconda dell’intervento, evanno da qualche minuto (miopia, astigmati-smo, ipermetropia e presbiopia) a un’ora almassimo (cataratta). Si entra e si esce dallastruttura sulle proprie gambe».

Mauro Zuppardo

~

❝La logica del “laissez-faire”del nostro Paese ha permessol’esistenza di un sottoboscopressoché infinito di non esperti.Diffidate delle “offerte speciali”

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RIABILITAZIONE

«La riabilitazione viene conside-rata in medicina come la “terzafase” dell’intervento medico,successiva e complementare

agli altri due momenti medici fondamentali,di ordine preventivo e diagnostico. Il termineriabilitazione è generalmente usato in medi-cina nell’accezione di “restituzione di effi-cienza” ma va inteso anche come reintegra-zione attraverso la terapia riabilitativa, di undiritto o di una stima compromessi o perdutia causa di una lesione invalidante». Questa de-finizione del termine riabilitazione è estrattadal primo volume dei Quaderni di Villa San-dra, scritti dal fondatore, il professor LuigiVittorio De Stefano. Oggi la struttura si è perfezionata, miglio-rando la propria efficienza con adeguamentinell’ambito della riabilitazione e della dia-gnostica. «Gli utenti che risiedono presso la

nostra struttura – spiega l’attuale presidenteDaniella De Stefano - provengono da tutte leAsl romane in particolare dai più grandiospedali di Roma quale S. Camillo, S. Euge-nio, Cto, San Carlo di Nancy, Policlinico

Universitario di Tor Vergata, Poli-clinico Universitario “A. Gemelli”,San Giovanni, San Filippo Neri,European Hospital. Il paziente chegiunge alla Casa di Cura, è spessoun soggetto che ha subìto da circa3-4 giorni un evento acuto comead esempio trauma complesso, in-terventi di chirurgia ortopedica,neurochirurgica, cardiochirurgica,ictus cerebrale o patologie oncolo-giche». Proprio per la delicatezza e la com-plessità dei casi trattati grande at-tenzione è stata dedicata, oltre al-l’attività terapeutica e diagnostica,anche al confort della struttura sa-

La casa di cura

Villa Sandra si trova

a Roma

www.villasandra.it

La riabilitazione non va intesa solo

come restituzione di un’efficienza

perduta, ma anche come

la reintegrazione attraverso la terapia

riabilitativa, di una stima compromessa

o persa a causa di una lesione

invalidante. La filosofia della casa

di cura Villa Sandra nelle parole

di Daniella De Stefano

Marco Tedeschi

La terza fase dell’intervento medico

182 • DOSSIER • LAZIO 2012

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 183

nitaria. «Durante la degenza i pazienti pos-sono usufruire di medici specialisti. La pre-senza di un centro di nefrologia con dialisi èun ulteriore segno di completezza, in quantoè possibile l’accesso anche ai pazienti che ne-cessitano di trattamento dialitico. La strut-tura offre anche un servizio navetta che per-mette all’utente del Day Hospital (DH),incapace di deambulare, guidare o privo diaccompagnatore, di essere prelevato gratui-tamente dal suo domicilio e qui riaccompa-gnato dopo aver effettuato il trattamento ria-bilitativo». Un’organizzazione sanitaria e di confortospedaliero molto attenta a ogni singoloaspetto del benessere del paziente. «Questo– prosegue Daniella De Stefano – comportadei costi per la struttura sicuramente ele-vati, ma, nell’ottica della centralità del pa-ziente, assolutamente imprescindibili». Le apparecchiature sono uno dei punti diforza della struttura. Tra queste la TC spirale

a 320 strati, un’evoluzionedella Tomografia Compu-terizzata. «La TC ha sicu-ramente rappresentato unavera rivoluzione in ambitomedico; tuttavia essa

espone i pazienti a una dose di radiazioni io-nizzanti (raggi X) estremamente elevata, chepuò risultare dannosa ed essere a sua voltacausa di patologie diverse. La TC spirale a320 strati installata presso la casa di curaVilla Sandra, unica nel Lazio, è in grado diridurre significativamente la dose emessamantenendo un’elevata qualità diagnostica.Con la nuova apparecchiatura installata ècosì possibile studiare il cuore e visualizzarel’albero coronarico in modo non invasivo, ri-ducendo l’esposizione alle radiazioni ioniz-zanti di oltre la metà rispetto alle apparec-chiature multistrato convenzionali. È inoltrel’unico apparecchio al mondo – conclude Da-niella Di Stefano – progettato per studi di per-fusione e studi di funzionalità sia a livello ce-rebrale che degli organi toracici e addominali.L’acquisizione dell’intero cranio e del cuore inuna sola scansione volumetrica apre le portea nuove dimensioni diagnostiche finora im-pensabili».

Villa Sandra

~❝La TC spirale a 320 strati è in grado

di ridurre la dose di raggi Xmantenendo un’elevata qualitàdiagnostica

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INSUFFICIENZA RENALE

184 • DOSSIER • LAZIO 2012

L’innovazione è sempre stata il motorepropulsivo per l’industria del biome-dicale, in Italia, identificata soprat-tutto con il Distretto di Mirandola,

situato nell’area a nord di Modena. A partiredall’intuizione di un imprenditore locale, Ma-rio Veronesi, dall’inizio degli anni Sessanta aoggi il comparto si è ampliato, insieme a unaproduzione sempre più avanzata, con beneficiapportati alle terapie emodialitiche. E propriol’innovazione è centrale in questo ambito, comespiegato anche dal dottor Carmelo Alfarone,specialista in malattie renali che opera a Romapresso la Diagest, unità di dialisi decentrata del-

l’Asl Rma, posta sotto il controllodel Centro di riferimento di Nefro-logia e Dialisi dell’ospedale policli-nico “Casilino”.

Come si sono evolute le tec-nologie nella dialisi negli anni econ quali vantaggi per i pazienti eper la qualità del servizio erogato?«L’evoluzione che nel tempo ha inte-ressato il trattamento emodialitico èstata molto importante, perché at-tualmente una seduta ha la durata di3 o 4 ore, mentre fino a circa 30 – 35anni fa, le sedute di dialisi si protrae-vano fino anche a 12 ore. A deter-minare tali esiti, sono state le inno-vazioni che hanno interessato ilmateriale disposable, ovvero quei di-spositivi (i filtri o dializzatori) in cuiil sangue viene depurato attraversola circolazione extra corporea e poi“rimandato” al paziente. La buonaqualità dei filtri o dializzatori ha per-messo sempre di più di migliorare la

L’evoluzione tecnologica del materiale disposable

nell’ambito della terapia della insufficienza renale

cronica in fase terminale, ha permesso di migliorare

notevolmente la qualità della terapia emodialitica

a cui, in questi anni, ricorre anche un numero

crescente di pazienti in età avanzata.

Il punto di Carmelo Alfarone

Roberta De Tomi

Nella dialisi, il materiale disposablefa la differenza

Il dottor Carmelo Alfarone opera presso la Diagest Srl, a Roma

www.diagest.it

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 185

depurazione del sangue consentendoai pazienti in dialisi una buona soprav-vivenza .

E per quanto riguarda le apparec-chiature o monitor per emodialisi?«Anche qui, le innovazioni sono statediverse e molto interessanti volte aduna maggiore automatizzazione, consistemi di sicurezza per il paziente sem-pre più sofisticati».

Le tecnologie di cui ci parla, ri-chiedono aggiornamenti particolari?«Certo, tanto che le caratteristiche e lafunzionalità di ogni nuovo dializzatore vengonoillustrate dai tecnici, affinché il personale ne ap-prenda il buono e corretto utilizzo».

Nel tempo si è assistito a un aumento dei pa-zienti che si sottopongono alla dialisi?«L’aumento c’è stato e riguarda pazienti soprat-tutto in età avanzata. Ciò dipende dal prolunga-mento della vita media dei pazienti: alcune pa-tologie cardiovascolari, l’ipertensione, il diabete,l’uso indiscriminato di alcuni farmaci possonoprovocare, a lungo andare, un coinvolgimentodella funzione renale che subisce una involu-zione ; la malattia renale ha un andamentomolto lento ma, purtroppo, progressivo dal mo-mento che il rene non può guarire dai danni pro-vocati da quei fatti etiologici sopra accennati».

Come vengono erogate le prestazioni legateall’emodialisi?«Il paziente si sottopone a due o tre sedute asettimana, che diventano anche quattro neicasi più gravi.Il rene ha una funzione moltoimportante per il buon funzionamento ditutto il nostro organismo e una volta che siammala provoca effetti negativi su diversi or-gani e apparati che subiscono deficit funzionali

molto importanti».Quali altri servizi mettete a disposizione?

«Per i pazienti in dialisi, abbiamo anche un ser-vizio di trasporto a domicilio, con veicoli at-trezzati per eventuali emergenze. Inoltre abbiamoun ambulatorio di nefrologia, dove seguiamo ipazienti nella fase della predialisi. Nel caso in cuila malattia del singolo si evolva al punto da co-stringerlo a dover ricorrere alla dialisi, ci occu-piamo di allestire i diversi accessi vascolari, pre-visti per l’inizio della terapia emodialitica.Inoltre, per coloro che hanno una età compati-bile con un eventuale trapianto provvediamoalla tipizzazione o, nel caso di parenti che possanoessere donatori, effettuiamo gli accertamenti ne-cessari a rilevare l’idoneità al trapianto renale».

Quali altri servizi erogate?«Ci occupiamo della parte ambulatoriale, avva-lendoci di diversi strumenti diagnostici qualiecografie generali, ecocolordoppler vascolari ecardiaci».

Prevedete un ampliamento della vostrastruttura?«Al momento no, però puntiamo a un continuoe costante miglioramento tecnologico».

❝~

Attualmente una seduta di trattamentodialitico dura 3 o 4 ore, mentre fino a 30-35anni fa, poteva durare anche 12 ore

Carmelo Alfarone

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STRUTTURE POLISPECIALISTICHE

Q uello tra sanità e territorio èda sempre un binomio in-scindibile. Per far sì che unastruttura sanitaria funzioniserve infatti una presenzaconsolidata e a volte capillare

sul territorio, tramite ospedali o Asl, e un’altaprofessionalità del personale presente. Manon sempre queste condizioni si verificano.Ecco allora che diventa necessaria la presenzadi strutture private che forniscano servizi ne-cessari e indispensabili per la popolazione.«La struttura a Settecamini – spiega l’ammi-nistratore Maria Teresa Burdi – è stata inau-gurata a seguito di un attento studio del ter-ritorio 22 anni fa. Il luogo infatti risultava dasempre inadeguato nei trasporti e carentenelle strutture; questo obbligava la popola-zione a lunghe attese per indagini speciali-stiche o indagini tecniche specifiche, alla ri-cerca di prestazioni valide qualificate e allaportata del proprio portafoglio. Per tale mo-tivo abbiamo scelto di far sorgere la nostrastruttura. Il risultato è stato la creazione di unservizio di qualità che riunisse insieme spe-cialisti capaci di risolvere problemi specificidi salute senza che i pazienti dovessero at-tendere mesi, affrontare gli innumerevoli di-sagi del traffico e spendere cifre importanti».

Che cosa avete riscontrato in tutti questianni?«I pazienti apprezzavano sempre di più lapossibilità di risolvere problematiche com-

Indagini specialistiche, servizi per il benessere psico-fisico

e una forte e consolidata presenza sul territorio. Questo è

quanto offre la struttura sanitaria a Settecamini a Roma.

Ne parliamo con la dottoressa Maria Teresa Burdi

Matteo Grande

Sanità e territorio

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Maria Teresa Burdi è amministratore della struttura sanitaria Medicina Specialistica Settecamini di Roma

www.7camini.com

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LAZIO 2012 • DOSSIER • 187

plesse in strutture di riferimento pubbliche oprivate presso cui gli specialisti che li avevanovisitati prestavano la loro opera».

In che modo avete basato la scelta delpersonale medico e para-medico?«Innanzitutto il personale doveva e deve es-sere dotato di una grande professionalità.Ciò che conta inoltre è una totale disponi-bilità, una profonda umanità e un costo ac-cessibile dei servizi affinché il paziente possaessere seguito costantemente a livello me-dio-alto con costi medio-bassi. Inoltre fon-damentali sono stati gli sforzi dei medici cheinizialmente non ci credevano, data la scar-

sità della popolazione, tantoché la strutturaveniva definita la “cattedrale nel deserto”,ma lentamente l’atteggiamento andò cam-biando, al punto che nella stessa struttura siaggregarono uno studio dentistico e un la-boratorio di analisi convenzionato».

La vostra è oggi una struttura privataaffermata. Quali servizi offrite?«Dopo molti sforzi siamo riuscimmo a otte-nere l’autorizzazione sia per le classiche spe-cializzazioni quali: cardiologia, dermatologia,ecografie, ginecologia oculistica, ortopedia,nonché differenti e particolari branche dellamedicina: omeopatia, medicina tradizionalecinese, agopuntura, iridologia, check-up elet-tronici, tecniche di supporto olistiche, osteo-patia, podologia e un centro estetico, alloraprimo e unico nel territorio, dove oltre aiservizi generici usuali in estetica, si offri-vano trattamenti all’avanguardia basati sul-l’applicazione di sostanze naturali quali fan-ghi, argille, sali e derivati vulcanici».

Maria Teresa Burdi

❝Abbiamo riunito insieme specialisticapaci di risolvere problemi specificisenza che i pazienti debbano attenderemesi, affrontare i disagi del trafficoe spendere cifre importanti