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    Dossier Scientificosugli Integratori a base di erbe

    a cura della dottoressa Vitalia Murgia,

    pediatra e professore a contratto di pediatria ambulatoriale,Master di II livello in Fitoterapia, Universit di Siena

    Milano, Giugno 2010

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    Dossier Scientifico sugli Integratori a base di erbe

    A cura della dottoressa Vitalia Murgia

    Indice

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    PREMESSA

    Abbiamo il piacere di presentare questo Dossier scientifico sugli Integratori a base di erbe,

    realizzato per AIIPA dalla dottoressa Vitalia Murgia, medico pediatra ed esperto difitoterapia.Obiettivo di questo approfondimento presentare una panoramica aggiornata e rigorosadegli studi pi significativi relativi allattivit biologica di sostanze funzionali contenute inpiante, frutta e vegetali, a molti dei quali riconosciuta una tradizione duso millenaria.

    Il nostro intendimento quello di fornire un contributo alla conoscenza e comprensione diun settore complesso, quello degli integratori alimentari a base di ingredienti erboristici, edelle sue peculiarit rispetto al comparto dei farmaci a base di erbe.

    Come AIIPA siamo da sempre impegnati a rispondere agli accresciuti bisogni di

    informazione da parte di consumatori e media, attraverso la realizzazione di numerosistrumenti informativi realizzati grazie al contributo e allesperienza dei pi qualificatiesperti: nellultimo triennio abbiamo realizzato due Libri Bianchi sul comparto degliIntegratori Alimentari, il sito informativo www.integratoriebenessere.it, diverse ricerchesociologiche e una continua attivit di informazione/educazione al consumatore. Ciauguriamo che tali sforzi abbiano generato una migliore comprensione delluniverso degliintegratori alimentari.

    Alla dottoressa Vitalia Murgia va il nostro pi caloroso ringraziamento per limpegnoprofuso e la preziosa collaborazione che hanno reso possibile questo progetto.

    Anna PaonessaResponsabile Area Integratori AIIPA

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    1.INTRODUZIONE

    La consuetudine di assumere piante per integrare lalimentazione ed aiutare lorganismo afar fronte agli eventi stressanti per la salute, prevedibili e imprevedibili, ha solide radici

    culturali e scientifiche. Le piante hanno accompagnato luomo dalle origini dei tempi sinoallera attuale; lutilizzo delle piante a scopo salutistico-terapeutico, infatti, precede lacomparsa dellHomo sapiens. Frammenti di polline e di fiori di varie specie (efedra,centaurea, senecio, altea e achillea) sono stati trovati a Shamidar, nel nord dellIraq, insepolture dellepoca di Neanderthal (circa 60000 anni fa). Luomo di Similaun, la cuimummia fu ritrovata sulle Alpi, portava con s frammenti di un fungo, il Pitoporus betulinus(Bull.) Karst., che si ipotizza servisse per curare dai parassiti intestinali1.

    A un certo punto della storia dellevoluzione luomo ha appreso come trarre vantaggiodellarsenale di sostanze prodotte dal regno vegetale, usando le piante sia per curare veree proprie malattie sia per mantenere un migliore controllo dellomeostasi di numerosi

    processi fisiologici. In questo modo si difendeva non solo dalle aggressioni di batteri,funghi, sostanze esogene, ecc. ma migliorava il suo stato di salute e le capacitriproduttive. Le prime sperimentazioni sulluso delle piante, come dei rudimentali trial, sonostate probabilmente solo frutto del caso. Si ipotizza che in un periodo di terribile scarsit dicibo i primati, deboli ed affamati, abbiano avuto bisogno di alimentarsi con nuovi vegetali,mai provati prima, ricavandone un percettibile miglioramento delle condizioni di salute, lepiante sono poi diventate parte delle abitudini alimentari e utilizzate come cibo o comemedicina.

    Nei secoli gli uomini hanno sperimentato un vasto numero di piante tra quelle checrescevano nel loro territorio, diverse da unarea allaltra della terra, anche se simili nellepropriet salutistico-terapeutiche (adattogene, stimolanti, antiparassitarie,antinfiammatorie, ecc.). Lo hanno fatto sotto la spinta di comportamenti innati, appresi pertrasmissione di madre in figlio e da una trib allaltra, e per feed back evoluzionisticipositivi che gli permettevano di difendersi meglio nellinterazione con patogeni e sostanzeesogene ambientali. In questo ultimo caso, solo le popolazioni che consumavano unadeterminata pianta, ottenendone una maggiore resistenza ad una malattia, potevanosopravvivere e trasmettere la conoscenza alle generazioni successive perpetuandoneluso (Hart, 20052; Johns, 19903).Le Farmacopee tradizionali dei vari paesi rappresentano lespressione scritta di questoprocesso, in continua evoluzione, di scelta e conservazione delle piante da utilizzare. Esse

    sono il frutto di millenni di osservazioni, a livello di popolazione, dellecologia delle piante edei loro effetti benefici sulluomo ma anche dei possibili problemi legati ad effetti tossiciacuti e cronici.Sfortunatamente lavvento della medicina moderna, pur foriero di indubitabili enormivantaggi per la salute delluomo, ha fatto dimenticare molte di queste interessanti e magaripreziose conoscenze. importante pertanto colmare sempre pi il divario tra laconoscenza tradizionale delle piante e le conoscenze biomediche moderne se si vuolecontinuare a migliorare la salute delluomo ed incoraggiare la ricerca nel settore.

    Capasso L. 5300 years ago, the Ice Man used natural laxatives and antibiotics.Lancet 1998 Dec 5;352:1864.2

    Johns T. 1990. With Bitter Herbs They Shall Eat IT. Chemical ecology and the origins of humandiet and medicine. The University of Arizona Press.3Hart B. 2005. The evolution of herbal medicine: behavioural perspectives. Anim Behav. 70. 975-989.

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    2. GLI INTEGRATORI ALIMENTARI CON INGREDIENTI ERBORISTICI

    Nellambito dellUnione Europea gli estratti di piante (botanicals) sono ammessi comeingrediente sia in ambito alimentare (integratore alimentare, food supplement) sia in

    ambito farmaceutico (farmaco, prodotto medicinale).

    2.1 Piante: alimento o farmaco?

    Che gli estratti di piante possano essere usati come cibo o come medicina non devestupire pi di tanto dato che luomo le ha sempre utilizzate con questo duplice scopo. Nelpassato la distinzione tra cibo e medicina non era netta come lo adesso e spesso ladifferenza tra medicina e cibo e tra tossicit e non tossicit era solo una questione legataalle intenzioni duso, alle dosi e/o alle modalit di assunzione. Assumiamo d'altronderegolarmente bevande stimolanti che contengono estratti di piante, come il caff, il t, il

    guaran, ecc. anche se ne sono noti gli effetti negativi quando si esagera e/o in situazioniparticolari di salute. La caffeina ci aiuta a funzionare meglio ma causa effetti collaterali dirilievo se ne abusiamo; daltro canto le stesse vitamine, nutrienti essenziali, possonoessere tossiche se assunte in quantit eccessiva.

    Nelle societ tradizionali molte piante vengono usate nei cibi, in quantit limitate o dopooperazioni di parziale eliminazione dei principi attivi, per ottenerne un effetto tonico-adattogeno, per limitare la carica parassitaria, per migliorare il transito intestinale, ecc. Lestesse piante vengono assunte anche come vero e proprio intervento terapeutico in dosi emodalit diverse. Insomma concettualmente accettabile ed in linea con la tradizionefitoterapica che la stessa pianta sia inserita in un integratore alimentare e possa anche

    essere utilizzata come farmaco. Restano escluse da questo ragionamento, ovviamente, lepiante pericolose perch potenzialmente tossiche anche a dosaggi molto bassi, o di cuinon sono ancora sufficientemente note le azioni, e che pertanto non sono autorizzateallutilizzo come alimenti.

    Dal punto di vista regolatorio luso delle piante quindi ammesso sia sotto legida delleleggi sugli alimenti sia sotto quella dei farmaci. Della pianta si usa la droga vegetale, ciola parte che contiene i principi attivi. Le droghe vegetale possono essere usateintegralmente, frantumate in parti pi o meno comminute sino alla polvere, o sotto forma diestratti, complessivi (fitocomplesso) o frazionati, ottenuti con varie tecniche. Ilfitocomplesso linsieme delle sostanze chimiche che compongono una droga vegetale, e

    il suo effetto il risultato dellazione integrata della molteplicit di sostanze che locompongono.

    Facendo riferimento esclusivamente alle due direttive principali (Direttiva 2002/46/EC4 eDirettiva 2001/83/EC come ammendata dalla Direttiva 2004/27/EC5) possiamo delineare ledefinizioni di integratore alimentare e di farmaco.Lintegratore alimentare (food supplement) che contiene botanicals (estratti di piante o di

    Directive 2002/46/EC of the European Parliament and of the Council of 10 June 2002 on theapproximation of the laws of the Member States relating to food supplements. Official Journal of

    the European Union: L136/85, 12 July 2002.5DIRECTIVE 2004/27/EC OF THE EUROPEAN PARLIAMENT AND OF THE COUNCIL of 31

    March 2004 amending Directive 2001/83/EC on the Community code relating to medicinalproducts for human use. Official Journal of the European Union. L 136/34. 30.4.2004.

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    altri vegetali) un alimento, contenente quantit concentrate di nutrienti o altre sostanzead effetto fisiologico o nutritivo, da sole o in combinazione, che ha lo scopo di integrare lanormale alimentazione, sostenendo, coadiuvando o ottimizzando una condizionefisiologica (maintain, support, optimize)6. La direttiva 2002/46/EC7 precisa che pereffetto fisiologico si intende lottimizzazione di una funzione fisiologica e non il suo

    ripristino, correzione o modificazione che sono invece compiti del farmaco.

    Si considera farmaco, invece, qualunque sostanza o combinazione di sostanze (ancheestratti di piante), che abbiano lo scopo di trattare o prevenire una malattia nelluomo eche vengano usate allo scopo di ripristinare, correggere o modificare le funzionifisiologiche esplicando unazione farmacologica, immunologica o metabolica, o didiagnosticare una malattia.

    Nellambito dei farmaci a base di piante si distingue tra farmaco vegetale e farmacovegetale tradizionale, prevalentemente sulla base delle possibilit di uso (prescrizione daparte del medico o auto-prescrizione) e delle differenti modalit di registrazione, pi

    complesse per il farmaco vegetale, semplificate e sulla base della tradizione per il farmacovegetale tradizionale (vedi Box 1).

    La Corte Europea di Giustizia ha demandato alle autorit nazionali il compito di definireper ogni prodotto (caso per caso), se si tratti di un integratore o di un farmaco. Ladecisione va presa sulla base delle attivit dei componenti, allo stato attuale delleconoscenze scientifiche, delle modalit con cui ne viene suggerito luso, delle intenzionicon cui il prodotto stato formulato e ne viene richiesta lautorizzazione al commercio(intended use), del fatto che gli ingredienti siano di uso comune per il consumatore e chenon gli comportino rischi.

    2.2 Il modello dellomeostasi

    Di fronte al problema di identificare quale sia il punto in cui una pianta medicinale non hapi solamente unazione di promozione della salute ma diventi un vero e proprio farmaco ilConsiglio di Europa fa riferimento al modello dellomeostasi.Secondo il CE si pu definire omeostasi: la condizione di un soggetto in cui i parametrifisiologici dellorganismo rientrano nei limiti considerati normali.

    Una condizione di questo tipo pi teorica che reale. Lomeostasi una condizione diideale costanza delle funzioni vitali (temperatura corporea, saturazione O2, pH, ecc.),

    perch nella realt lorganismo o singole parti di esso sono in uno stato di continuoadattamento agli stimoli dellambiente interno ed esterno.

    Per rispondere agli eventi prevedibili ed imprevedibili del ciclo vitale lorganismo mette inmoto una complessa rete di mediatori, influenzata anche da particolari condizioniindividuali quali et, genere, stato sociale, infezioni, sovraccarico di lavoro, alimentazione,stili di vita, riposo, ecc., che nellinsieme contribuisce al mantenimento dellomeostasi(McEwen, 2009).

    6

    Council of Europe. Homeostasis, a model to distinguish between foods (including foodsupplements) and medicinal products. Partial Agreement In The Social and Public Health Field.07.02. 2008.

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    Quando i meccanismi di controllo non riescono a mantenere lomeostasi si scivola versouna condizione di malattia (area di intervento dei farmaci).Gli integratori alimentari hanno il compito, invece, di aiutare il network internoallorganismo a mantenere lo stato di omeostasi, intervenendo per sostenere, coadiuvareo ottimizzare uno o pi processi fisiologici dellorganismo.

    Il modello dellomeostasi descritto graficamente nel documento del Consiglio dEuropa(Fig. 1). Nellimmagine i bordi del riquadro interno rappresentano i limiti di normalit deidifferenti processi fisiologici. Allinterno del riquadro lo stato ottimale rappresentato dalpiccolo cerchio bianco. Gli interventi di promozione della salute (in questo contesto, gliintegratori alimentari) agiscono sui parametri fisiologici per spingerli lontano dai confini emantenerli il pi possibile allinterno del cerchio bianco. I farmaci agiscono invece suiparametri che sono al di fuori dei confini allo scopo di riportarli nei limiti normali. La fasciarossa separa le due aree di intervento. Star al singolo individuo (auto-consumo), o aiprofessionisti della salute, definire in quale delle due condizioni (area omeostatica, areadella patologia) si collocano le funzioni fisiologiche su cui si vuole intervenire. Questo non

    sar sempre facile e scontato dato che per molti dei problemi di salute, in cui si tradizionalmente intervenuto con le piante non semplice tracciare un preciso confine trastato di salute e malattia.

    Ci sono comunque ampie aree di intervento, sia in et adulta sia in quella pediatrica, in cuiil farmaco propriamente detto non solo non utile ma pu creare problemi. Tra le areeprivilegiate di intervento degli integratori alimentare a base di piante possiamo citare tra lealtre: la difficolt ad iniziare e mantenere il sonno, il rallentato transito intestinale, i disturbidispeptici funzionali, la tosse dovuta alle infezioni delle vie aeree di origine virale, ecc.

    Un aspetto da tenere in grande considerazione quello della sicurezza. I processiproduttivi (dalla coltivazione in campo al prodotto finito) dovrebbero essere tali da garantirelaccesso al mercato solo a prodotti efficaci e sicuri. Le piante utilizzate per integrarelalimentazione dovrebbero avere profili di tossicit minimi e comunque tali da garantireunassunzione per tempi prolungati senza particolari rischi per la salute.

    Di ciascuna pianta, o estratto, andrebbe tracciato un profilo rischio-beneficio condiviso.Per questo si pu fare riferimento alle Farmacopee nazionali, alle raccolte di Monografie(WHO8, ESCOP9, Commissione E tedesca10), analizzando quanto gi pubblicato (studi invitro ed in vivo sullanimale, case report, casi controllo, informazioni sul profilo di tossicitricavate dalluso tradizionale secolare) e utilizzando in maniera equilibrata e senza

    pregiudizi gli stessi criteri di valutazione che si usano per i farmaci e le altre sostanzeesogene.Coppens e colleghi (2006)11sostengono che in ogni caso i requisiti richiesti in relazionealla sicurezza ed efficacia degli integratori alimentari non dovrebbero essere pi elevati diquelli per i farmaci vegetali tradizionali.

    WHO selected monographs on medicinal plants. World Health Organization, 1999 (vol. I), 2002(vol. II)9European Scientific Cooperative on Phytotherapy (ESCOP) Monographs. The scientificfoundation for herbal medicinal products. New York (NY): Thieme Medical Publishers, 2003(edizione italiana Planta Medica, 2006).

    German Commission E. Monographs. 1990Coppens P. Delmulle L. Gulati O. Richardson D. Ruthsatz M. Siefers H. Sidani S. (2006) Use ofbotanicals in food supplements. Regulatory scope, Scientific Risk assessment and Claimsubstantiation. Ann Nutr Metab 2006;50:538-554.

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    Un aspetto fondamentale rappresentato dalla necessit di adeguare le metodologie diricerca farmacologiche e cliniche con cui viene studiata lefficacia delle piante.

    Queste, infatti, esercitano un effetto composito sulle funzioni dellorganismo determinato

    dalle sinergie delle varie sostanze che compongono il fitocomplesso. Le piante ammessecome ingredienti negli integratori alimentari, ai dosaggi utilizzati, non causano, in genere,variazioni funzionali di rilevo.

    Se si studia separatamente lazione dei vari principi attivi su ogni singolo recettore, e siscompone in maniera artefatta larmonia di effetti sinergici caratteristica dei varifitocomplessi, non si riesce a cogliere limpatto benefico complessivo della piantasullorganismo. Dal punto di vista clinico si dovrebbero ricercare modalit adeguate amisurare effetti che debbono tradursi in variazioni delle funzioni dellorganismo allinternodei parametri fisiologici.

    Figura 1. Rappresentazione grafica del modello dellomeostasi.

    BOX 1. Definizioni di farmaco vegetale e farmaco vegetale tradizionale.

    farmaco vegetale: qualunque farmaco che contenga come principi attivi una o pisostanze vegetali o uno o pi preparati vegetali, oppure una o pi sostanze vegetali inassociazione ad uno o pi preparati vegetali.

    farmaco vegetale tradizionale: farmaco vegetale con registrazione fondata sull'impiegotradizionale, destinato ad essere utilizzato senza l'intervento di un medico a fini

    diagnostici, di prescrizione o controllo del trattamento (auto prescrizione), di cui trascorso il periodo di impiego tradizionale (il prodotto deve essere stato disponibile nellaComunit da almeno 30 anni o da almeno 15 anni, se si forniscono le prove dell'impiegomedico di tale prodotto per un periodo di tempo che completa i 30 anni previsti, in una opi aree specifiche al di fuori della Comunit).

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    3. I PHYTOCHEMICALS: LE SOSTANZE FUNZIONALI DELLE PIANTE, DELLAFRUTTA E DEI VEGETALI

    3.1 I phytochemicals

    Il termine phytochemical (il prefisso phyto deriva dal greco e significa pianta) nellaletteratura scientifica viene usato per indicare le sostanze chimiche di origine vegetale chehanno effetti benefici sulla salute, pur non avendo potere nutritivo. Le piante, i vegetali e lafrutta contengono migliaia di sostanze attive dotate di propriet benefiche su molti deisistemi dellorganismo. Sono prodotti del metabolismo secondario delle piante che hannoun ruolo fondamentale nella riproduzione e crescita degli organismi vegetali. In questisvolgono prevalentemente unazione di difesa nei confronti delle radiazioni ultraviolette,dei patogeni, dei parassiti, dei predatori e contribuiscono alla pigmentazione della pianta edelle sue varie parti. Le droghe vegetali (parti della pianta ricche dei principi attivi: foglie,radici, corteccia, fiori, ecc.) contengono una grande variet di phytochemicals quali

    flavonoidi, terpenoidi, lignani, saponine, carotenoidi, steroli, cumarine, curcumine,antrachinoni, ecc.). grazie alla loro ricchezza in phytochemicals che le piante hannocontribuito a mantenere e a migliorare la salute delluomo, aggiunte ai cibi (timo, la salvia,il rosmarino, paprika, ecc.), assunte come tisane (valeriana per favorire il sonno, sennaper migliorare il transito intestinale, melissa per ridurre lansia, ecc.) o come veri e proprifarmaci (digitale per il cuore, oppio come sonnifero ecc.). Johns e il suo gruppo (1990, opcit), tra i primi, hanno ipotizzato il ruolo importante svolto dai phytochemicalsnel favorire ilbenessere dellorganismo umano, contribuendo a dare impulso alla ricerca su questogruppo di sostanze.

    Esse sono caratteristiche del regno vegetale e lorganismo non in grado di sintetizzarle,hanno azioni complementari e spesso sinergiche e se assunte a livelli significativifavoriscono il mantenimento dellomeostasi di molte funzioni dellorganismo.Sono dotate di unintensa azione antiossidante ed antiproliferativa legata pi allazionesinergica dei vari phytochemicals che non alleffetto di una singola sostanza. Nellinsiemequesti effetti concorrono a limitare i fenomeni degenerativi cellulari alla base di moltepatologie croniche e lo sviluppo dei tumori.

    Naturalmente, la vasta gamma di phytochemicals rende impossibile una trattazioneesaustiva dellargomento, cosa che peraltro non rientra negli scopi di questo testo. Ancheai fini di sintesi verranno citati, a titolo esemplificativo delle potenzialit salutistiche del

    mondo vegetale, solo alcuni phytochemicals o piante.

    3.2 Attivit biologiche e funzionali dei phytochemicals delle piante

    La ricerca farmacologica sperimentale ha permesso di identificare molti dei meccanismicon cui i phyotochemicals delle piante intervengono nella modulazione di numerosefunzioni dellorganismo. Per esigenze di brevit si parler solo di alcune piante, anche atitolo di esempio della complessit delle loro azioni e del livello di approfondimento deglistudi che le riguardano.

    Lestratto di valeriana (Valeriana officinalis), pianta dotata di azione favorente un sonnofisiologico e gli acidi valerenici (suoi composti principali), agirebbero sul sistema del GABA(acido -aminobutirrico) ma anche su alcuni siti recettoriali della serotonina, adenosina e

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    melatonina (mediatori implicati in vari modi sulla modulazione del sonno)12. Leffetto dellavaleriana legato, molto probabilmente ad unazione sinergica complessa dei suoi variphytochemicals, e non a quella di uno solo dei suoi componenti; si esplica su numerosimediatori determinando un effetto benefico, dimostrato anche da studi clinici, sul sonno,sullansia e sul tono dellumore.

    Altra pianta interessante per la sinergia dei suoi phytochemicals la senna (Sennaalexandrina Mill.) che contiene Sennosidi A e B (aumentano la propulsione intestinale) e Ce D (aumentano il contenuto di acqua nelle feci). Lazione combinata dei due differenticomponenti comporta una stimolazione dei movimenti di propulsione intestinale chefacilitano il transito di una massa fecale resa comunque pi morbida e pi facile da farprogredire. Il tutto si traduce, 8-10 ore dopo, in un'unica scarica morbida, senza chequesto comporti i fastidi a livello addominale tipici dei lassativi13.

    Una delle piante pi usate in tutto il mondo lechinacea (Echinacea pallida, purpurea,angustifolia). La sua azione di modulazione del sistema immunitario dovuta al

    sinergismo di azione di echinacoside e polisaccaridi, componenti principali del suofitocomplesso. LEchinacea modula lattivit di alcune cellule del sistema immunitario(macrofagi, linfocitici, ecc.) e favorisce la produzione di alcune sostanze (citochine,interferone, ecc.) che nellinsieme regolano i processi di difesa dellorganismo (Sun,199914; Bauer, 200215; Burger,199716).

    Liperico (Hypericum perforatum) noto per la sua azione antidepressiva e antiansia,liperforina, sostanza in grado di inibire la ricaptazione di serotonina, noradrenalina edopamina, sembra essere il componente principalmente responsabile delle sua azione.Lazione complessiva delliperico potrebbe risentire dellinfluenza di numerosi altricomponenti, quali diversi flavonoidi presenti nel suo fitocomplesso (es. rutina), ipericinaepseudo-ipericina. (ESCOP, 2003, op cit; Wurglics, 200617).In un certo numero di studi sperimentali sullanimale, dopo somministrazione di iperico siaper brevi sia per lunghi periodi, sono state riscontrate sia variazioni, a livello del sistemanervoso centrale della concentrazione dei neurotrasmettitori (noradrenalina, serotonina edopamina), sia modificazioni positive nei test comportamentali tipicamente usati perstudiare leffetto antidepressivo (Muller, 2003)18.

    La Grindelia (Grindelia robusta), pianta con azione complessa mediata dai suoi variphytochemicals (composti fenolici, saponine, olio essenziale), interviene in maniera

    12 Khom S, Baburin I, Timin E et al. (2007). Valerenic acid potentiates and inhibitsGABA(A) receptors: molecular mechanism and subunit specificity. Neuropharmacology, 2007;53(1): 17887.13Delmulle L, Demeyer K (editor). Anthraquinones Containing Plants Reconsidered. 2008.Standaard Uitgeverij.14Sun LZ, Currier NL, Miller SC. 1999. The American coneflower: a prophylactic role involvingnonspecific immunity. J Altern Complement Med. 5(5):437-4615New knowledge regarding the effect and effectiveness of Echinacea purpurea extracts, Bauer R.Wien Med Wochenschr. 2002;152(15-16):407-1116Burger RA, Torres AR, Warren RP, Caldwell VD, Hughes BG. 1997. Echinacea-inducedcytokine production by human macrophages, , Int J Immunopharmacol. 1997 Jul;19(7):371-9.17

    Wurglics M, Schubert-Zsilavecz M. (2006). Hypericum perforatum: a 'modern' herbalantidepressant: pharmacokinetics of active ingredients. Clin Pharmacokinet. 2006;45(5):449-68.18 Mller WE. (2003). Current St John's wort research from mode of action to clinical efficacy.Pharmacol Res. 2003 Feb;47(2):101-9.

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    parafisiologica, sulla tosse che accompagna le infezioni virali delle vie respiratorie,fenomeno su cui nessun farmaco di sintesi sembra poter essere realmente efficace.La grindelia favorisce anche la produzione di muco pi fluido, lespettorazione e un effettoprotettivo sullepitelio delle prime vie aeree, grazie rispettivamente alle saponine ed alleresine.

    Il biancospino (Crataegus monogyna) ricco di flavonoli e di proantocianidineoligomeriche. La particolare combinazione dei principi attivi conferisce al biancospino unaspiccata selettivit per lapparato cardiovascolare e ne fa la pianta maggiormente indicatain tutte quelle condizioni che, pur non configurandosi come patologiche, presentano giuna moderata riduzione dellefficienza cardiaca. Il biancospino migliora la contrattilit delmiocardio ed ha anche un effetto antiaritmico e blandamente ipotensivo (ESCOP, 2003,op cit).. Dopo la somministrazione di estratto di biancospino, in numerose sperimentazioni stato dimostrato un aumento del flusso delle arterie coronariche, con un conseguentemigliore apporto di sangue ai tessuti cardiaci.

    Parecchi dei phytocemicals sinora citati appartengono alla vastissima famiglia deipolifenoli, sostanze dalle numerose azioni biologiche che nellinsieme concorrono apromuovere una migliore condizione di salute: oltre a svolgere unazione antiossidantegenerale, alcuni di essi proteggono il colesterolo LDL dallossidazione, inibisconolaggregazione delle piastrine, hanno propriet antiinfiammatorie e addiritturaantitumorali.I composti polifenolici sono pressoch ubiquitari in natura: sono presenti in quantitsignificative in molte delle piante medicinali usate (es. camomilla, gingko, t verde,liquirizia, passiflora, biancospino, elicriso, cardo mariano, timo, salvia e molte altre ancora(Craig, 1999)19), ma anche nella frutta, nella verdura e in altri alimenti comuni.

    3.3 Attivit biologiche dei phytochemicals della frutta e dei vegetali

    3.3.1 PolifenoliCome gi anticipato, i polifenoli, e i flavonoidi in particolare, sono i pi abbondanti tra iphytochemicals ad azione antiossidante assunti con la dieta. Frutta e bevande (succo difrutta, vino, caff, t, cioccolata e birra) ne costituiscono la fonte principale; vegetali,legumi e cereali contribuiscono in quantit minore (Scalbert, 2000)20. Va sottolineato chetali sostanze, inclusi i loro metaboliti, sono eliminati rapidamente dal plasma; pertanto, permantenere alte concentrazioni plasmatiche, la loro assunzione con la dieta deve avereuna frequenza giornaliera.

    Halliwell e colleghi (2005)

    21

    ipotizzano che gli effetti benefici di queste sostanze comincinoaddirittura nellapparato gastrointestinale, grazie alla limitazione del danno causato dairadicali liberi, e/o alla stimolazione di enzimi che aiutano a eliminare tossine. Queste azionispiegherebbero anche perch i cibi ricchi in flavonoidi sembrano svolgere una azioneprotettiva nei confronti dei tumori gastrici e del colon.

    19Craig WJ. (1999). Health-promoting properties of common herbs. Am J Clin Nutr. 1999 Sep;70(3Suppl):491S-499S.20Scalbert A, Williamsom G. Dietary Intake and Bioavailability of Polyphenols. J Nutr. 2000

    Aug;130(8S Suppl):2073S-85S. Review.21Halliwell B, Rafter J, Jenner A. (2005). Health promotion by flavonoids, tocopherols, tocotrienols,and other phenols: direct or indirect effects? Antioxidant or not? Am J Clin Nutr. 2005 Jan;81(1Suppl):268S-276S.

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    Gli studi di Hertog (1995)22e Keli (1996)23hanno dimostrato che lapporto di flavonoidi confrutta, vegetali e t in soggetti anziani aveva un effetto protettivo nei confronti dellictus edella mortalit per malattia cardiaca in un periodo di 5 anni. I soggetti che consumavano lamaggiore quantit di flavonoidi avevano una mortalit per malattia cardiaca ridotta del60% e un rischio per ictus inferiore del 70% rispetto ai soggetti che consumavano bassi

    livelli di flavonoidi (Hertog, 1993)24

    .Una delle classi pi interessanti di flavonoidi costituita dai flavanoli,tra cui le catechine,molto abbondanti nel t; la pi importante la epigallocatechin-3-gallato (EGCG). Un litrodi infuso di t verde contiene 1g/l di catechine, il t nero ne contiene solo la met perchqueste sostanze si ossidano durante i processi di fermentazione. Il consumo per lungotempo di t verde sembra essere correlato a una migliore tolleranza di una dieta ad altotenore di grassi, riducendo il rischio di obesit e diabete di tipo II. Le catechine del tverde sembra possano migliorare, inoltre, la funzione dellendotelio dei vasi sanguigni,ridurre lattivit delle piastrine e modulare la pressione arteriosa. Altre fonti comuni diflavanoli sono, il cacao, le mele, luva ed il vino rosso.

    Il vino rosso, se assunto in limitate quantit, riduce il rischio di eventi cardiovascolari.Responsabili dellazione benefica sono diversi polifenoli ad azione antiossidante: flavanoli(es. catechine, epicatechine), flavonoli (es. quercetina), proantocianidine oligomeriche eresveratrolo, presenti soprattutto nella buccia degli acini duva. In particolare, ilresveratrolo avrebbe la propriet di elevare i livelli di HDL, di aumentare il potenzialeantiossidante del plasma, di indurre vasodilatazione, di inibire laggregazione piastrinica eladesione dei leucociti; sembrapossedere anche interessanti attivit antitumorali essendoin grado di inibire la proliferazione di numerosi tipi di cellule tumorali (cancro della prostata,dellovaio, stomaco, colon pancreas, ecc.). Negli studi in vivo sugli animali blocca ilprocesso di carcinogenesi a vari livelli, sopprimendo sia lemergenza di nuovi tumori sia laprogressione e la crescita di quelli gi sviluppati (Stewart, 2003)25, (Aggarwal, 204)26.

    Altri costituenti interessanti sono le antocianine (glicosidi delle antocianidine), flavonoidiresponsabili della colorazione rosso-blu di frutti e foglie. Particolarmente abbondanti nelmirtillo nero (Vaccinium myrtillus), le loro propriet salutistiche, soprattutto in ambitoflebologico e oftalmologico, sono note da tempo. Alcuni studi dimostrano che leantocianine hanno una attivit potenziata se vengono assunte in combinazione tra loro piche come singolo composto.

    Hertog MGL, Kromhout D, Aravanis C, et al. (1995). Flavonoid intake and long-term risk ofcoronary heart disease and cancer in the Seven Countries Country. Arch Intern Med1995;155:3816.Keli SO, Hertog MG, Feskins EJ, Kromhout D. (1996). Dietary flavonoids, antioxidant vitamins,and incidence of stroke: the Zutphen study. Arch Intern Med. 1996 Mar 25;156(6):637-42.Hertog MG, Feskens EJ, Hollman PC, Katan MB, Kromhout D. (1993). Dietary antioxidantflavonoids and risk of coronary heart disease: the Zutphen Elderly Study. Lancet. 1993 Oct23;342(8878):1007-11.25Stewart JR, Artime MC, O'Brian CA. (2003). Resveratrol: a candidate nutritional substance for

    prostate cancer prevention. J Nutr. 2003 Jul;133(7 Suppl):2440S-2443S.26Aggarwal BB, Bhardwaj A, Aggarwal RS, Seeram NP, Shishodia S, Takada Y. (2004)Role of resveratrol in prevention and therapy of cancer: preclinical and clinical studies. AnticancerRes. 2004 Sep-Oct;24(5A):2783-840.

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    3.3.2 CarotenoidiUnaltra importante famiglia di phytochemicals, abbondanti in frutta e verdura, quella deicarotenoidi. Chimicamente si suddividono in caroteni (composti idrocarburici, come illicopene) e xantofille (derivati ossigenati, come la luteina) e svolgono unimportantefunzione preventiva nei confronti del danno ossidativo.

    Il licopene, il principale carotenoide contenuto nel pomodoro, dotato di una intensaazione antiossidativa e protegge i linfociti ematici dal danno da radicali liberi27.Studi epidemiologici e clinici fanno ipotizzare che il consumo regolare di licopene ed unsuo livello elevato nel sangue si associano ad un rischio ridotto di sviluppare tumoreprostatico. dimostrata anche con studi sperimentali la sua capacit di inibire la crescitadi cellule tumorali da cancro della prostata e di rallentare la progressione dei tumoriprostatici. Secondo un recente studio clinico28il licopene assunto per 6 mesi alla dose di15 mg al giorno, avrebbe rallentato levoluzione delliperplasia prostatica benigna (insoggetti anziani senza segni istologici di cancro), una malattia comune negli uominianziani ed un fattore di rischio per lo sviluppo del cancro della prostata in et pi

    avanzata. Dati positivi sullefficacia del licopene nel rallentare la progressione dei tumoriprostatici emergono anche da un recente trial clinico29. Uno studio epidemiologicocanadese30 ipotizza unazione protettiva del licopene (apportato con la dieta) anche neiconfronti del cancro del pancreas.

    La luteina una xantofilla particolarmente abbondante in verdure come i cavoli, gli spinaci,i broccoli, i peperoni e la zucca.La luteina e il suo isomero strutturale zeaxantina sono gli unici carotenoidi presenti inelevate quantit a livello della macula densa della retina, nei confronti della qualesvolgono unimportante azione protettiva: posizionati per lo pi anteriormente aifotorecettori fungono da filtro per la luce blu, particolarmente dannosa per la retina.

    4. STUDI CLINICI A CONFERMA DELLE ATTIVIT BIOLOGICHE DELLE PIANTE

    La letteratura scientifica pi autorevole, oltre alle sofisticate ricerche farmacologiche invitro ed in vivo citate in precedenza e ad abbondanti studi osservazionali, offre anchenumerosi studi clinici di crescente qualit metodologica. Questi studi concorrono aconfermare e consolidare le conoscenze, raccolte con innumerevoli osservazioniempiriche, sulla efficacia e sicurezza di molte piante note e usate dalluomo da millenni.

    Di seguito, una sintetica descrizione di alcune delle pubblicazioni pi interessanti su piantemolto note e diffusamente utilizzate in tutto il mondo.

    27Porrini M, Riso P. (2000). Lymphocyte lycopene concentration and DNA protection fromoxidative damage is increased in women after a short period of tomato consumption. J Nutr. 2000Feb;130(2):189-92.28Schwarz S, Obermller-Jevic UC, Hellmis E, Koch W, Jacobi G, Biesalski HK. (2008).Lycopene inhibits disease progression in patients with benign prostate hyperplasia. J Nutr. 2008Jan;138(1):49-53.29Vaishampayan U, Hussain M, Banerjee M, Seren S, Sarkar FH, Fontana J, Forman JD, Cher

    ML, Powell I, Pontes JE, Kucuk O. (2007). Lycopene and soy isoflavones in the treatment ofprostate cancer. Nutr Cancer. 2007;59(1):1-7.30Nkondjock A, Ghadirian P, Johnson KC, Krewski D. (2005). Dietary intake of lycopene isassociated with reduced pancreatic cancer risk. J Nutr. 2005 Mar;135(3):592-7.

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    4.1 Echinacea (E.pallida, E. purpurea e E. angustifolia)

    LEchinacea una delle piante pi usate in tutto il mondo e probabilmente anche una dellepi studiate. Schoop e colleghi hanno analizzato cumulativamente i dati di alcuni trialclinici ed hanno osservato che la probabilit di sviluppare una infezione virale delle alte vie

    respiratorie (il cos detto common cold) si rivelata del 55% pi elevata nel gruppoplacebo rispetto al gruppo trattato con Echinacea.31. Shah e coll. (2007)32 hannopubblicato su Lancet Infectious Diseases una metanalisi di trials clinici che valutavanolefficacia dellechinacea sullincidenza e sulla durata dei sintomi di common cold. Lanalisidei dati di 14 studi di buona qualit metodologica, ha evidenziato che lEchinacea haridotto del 58% il rischio di sviluppare un common colde di 1.4 giorni la durata dei sintomi.

    Lefficacia dellechinacea, in combinazione con la propoli, nel trattamento acuto e nellaprevenzione delle infezioni delle prime vie aeree, stata confermata, anche in etpediatrica, da un trial clinico in doppio cieco, controllato con placebo33. Nei 160 bambini intrattamento rispetto ai 168 in placebo, si osservata una riduzione altamente significativa

    del numero di bambini che avevano avuto almeno un episodio di malattia, numero mediodi episodi di infezione per bambino, di giorni di malattia per bambino, di durata degliepisodi individuali. Dalla valutazione complessiva della letteratura emerge, pertanto, unquadro molto positivo sullefficacia dellechinacea nella prevenzione delle infezioni dellealte vie aeree e nella riduzione della durata degli episodi. La pianta sembra essere anchemolto sicura, non c stata evidenza di alcun danno nellanimale per dosaggi eccezionali(8000 mg/kg) per molte settimane (Mengs, 1991)34. Questo confermato anche da unostudio prospettico di sorveglianza attiva (Jeschke, 2009)35, condotto in Germania, nelquale non sono stati registrati eventi avversi seri in 18.830 pazienti a cui erano statiprescritti 42.378 prodotti, contenenti Echinacea (Echinacea spp.) ed altre Asteraceae(camomilla, calendula, arnica).

    4. 2 Iperico (Hypericum perforatum)

    LESCOP (the EUROPEAN SCIENTIFIC COOPERATIVE ON PHYTOTHERAPY) nesuggerisce luso negli stati depressivi di lieve e media entit.Lefficacia e la sicurezza delliperico sulla modulazione dellumore e sugli stati depressivi dilieve entit sono state confermate da numerosissimi trial clinici. Citiamo per tutti la recenterevisione Cochrane (la pi autorevole banca dati di revisioni sistematiche della letteraturamedica scientifica) che, sulla base delle evidenze rintracciabili in letteratura, sostiene che

    31Schoop R, Klein P, Suter A, Johnston SL. (2006). Echinacea in the prevention of inducedrhinovirus colds: a meta-analysis. Clin Ther. 2006 Feb;28(2):174-83.32Shah SA, Sander S, White CM, Rinaldi M, Coleman CI. (2007). Evaluation of echinacea for theprevention and treatment of the common cold: a meta-analysis. Lancet Infect Dis. 2007Jul;7(7):473-80.33Cohen HA et al, Effectiveness of an herbal preparation containing echinacea, propolis, andvitamin C in preventing respiratory tract infections in children: A randomised, double-blind,placebo-controlled, multicenter study. Arch Pediatr Adolesc Med. 2004; 158:217-22.34Mengs U, Clare CB, Poiley JA. 1991. Toxicity of Echinacea purpurea. Acute, subacute andgenotoxicity studies. Arzneimittelforschung. 41(10):1076-81.35Jeschke E, Ostermann T, Lke C, Tabali M, Krz M, Bockelbrink A, Witt CM, Willich SN,Matthes. (2009). Herbal Remedies containing Asteraceae extracts: a prospective observationalstudy of prescribing patterns and adverse drug reactions in German primary care. Drug Saf.2009;32(8):691-706.

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    liperico pi efficace del placebo nei pazienti con depressione ed ha effetti simili a quellidegli antidepressivi di sintesi pur avendo minori effetti collaterali36.

    Le conclusioni sulla sicurezza duso di questa pianta non si basano solo sui pur numerosistudi clinici ma anche su studi di sorveglianza post-marketing e sui dati dei sistemi di

    farmacovigilanza che riguardano molti milioni di giornate di assunzione di prodotticontenenti iperico (Muller, 2003)37. Si pensi che tra il 1991 ed il 1999, in Germania, afronte di oltre 8 milioni di soggetti che hanno assunto prodotti a base di iperico, il sistemadi rilevazione degli eventi avversi ha ricevuto solo 95 segnalazioni riguardanti questapianta medicinale (Blumenthal, 2003)38. importante tenere in considerazione comunquela possibilit che liperico interagisca con alcuni farmaci di sintesi. Secondo un recentestudio (Canning, 2010) sembrerebbe anche che liperico, assunto quotidianamente, possaessere pi efficace del placebo nellalleviare i pi comuni sintomi fisici e comportamentaliassociati alla sindrome premestruale39.

    4.3 Cranberry, mirtillo rosso americano (Vaccinium macrocarpum Aiton)

    Numerosi studi sperimentali e clinici hanno confermato le propriet antisettiche sulle vieurinarie del cranberry. Leffetto sarebbe legato alla inibizione delladesione dellEscherichiacoli fimbriato di tipo 1 alle cellule dellepitelio urinario. Il mirtillo rosso ricco di compostifenolici (proantocianidine di tipo A) che proteggono le cellule nei confronti del dannoossidativo da radicali liberi. Alla luce dei numerosi studi clinici pubblicati possibileaffermare che il mirtillo rosso efficace per la prevenzione delle infezioni batteriche dellevie urinarie nelle donne che presentano infezioni ricorrenti. La revisione Cochrane diJepson del 200840, pur auspicando ulteriori studi eseguiti con un buon rigoremetodologico, conferma che ci sono evidenze che il succo di cranberry pu ridurre ilnumero di infezioni sintomatiche delle vie urinarie in un periodo di 12 mesi.

    4.4 Valeriana (Valeriana officinalis)

    Dal 1977 numerosi studi clinici hanno valutato lattivit della valeriana sul sonno (Poyares,2002), dai loro dati risulterebbe che la valeriana sia in grado di migliorare i parametri dimisurazione soggettiva della qualit del sonno e del tempo di addormentamento se usataper periodi di 4-8 settimane. I soggetti che lamentano un sonno di scarsa qualit e chedormono meno sembrano giovarsi di pi dellassunzione di valeriana. I migliori effettisembrano ottenersi con luso prolungato, infatti leffetto migliora progressivamente con iltempo (Ulbricht, 2005)41. Sia le revisioni sia i trial clinici concordano nellaffermare la

    36Linde K, Berner MM, Kriston L. St John's wort for major depression. Cochrane Database ofSystematic Reviews 2008, Issue 4. Art. No.: CD000448. DOI: 10.1002/14651858.CD000448.pub3.37Mller WE. (2003). Current St John's wort research from mode of action to clinical efficacy.Pharmacol Res. 2003 Feb;47(2):101-9.38Blumenthal M. (2003). The ABC Clinical Guide To Herbs. American Botanical Council. Austin,Texas. Pag. 326.39Canning S, Waterman M, Orsi N, Ayres J, Simpson N, Dye L. (2010). The efficacy of Hypericumperforatum (St John's wort) for the treatment of premenstrual syndrome: a randomized, double-blind, placebo-controlled trial. CNS Drugs. 2010 Mar 1;24(3):207-25.40Jepson RG, Craig JC. Cranberries for preventing urinary tract infections. (2008). Cochrane

    Database of Systematic Reviews 2008, Issue 1. Art. No.: CD001321. DOI:10.1002/14651858.CD001321.pub4. This version first published online: October 26. 1998.Ulbricht CE, Basch EM. NATURAL STANDARD. Herb & Supplement Reference. Evidence-Based Clinical Reviews. Elsevier Mosby. 2005.

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    sicurezza duso della valeriana in considerazione degli scarsi effetti collaterali rilevatinelluso sulluomo e della plurimillenaria esperienza di uso di questa pianta medicinale(Upton, 2001)42.

    Due recenti revisioni (Bent, 200643; Taibi 200744) prendono in visione una buona parte dei

    trial clinici condotti sino al 2007 e confermano che la valeriana ha un effetto benefico sullaqualit soggettiva del sonno (ci si sente soggettivamente pi risposati, si dorme pi tempo,si meno stanchi e confusi al mattino, ecc.) e non determina effetti collaterali di rilievo,anche se auspicano ulteriori studi di migliore qualit metodologica per giungere aconclusioni certe sulle attivit complessive di questa pianta.

    42Upton R. (2001) Valeriana officinalis. J Altern Complement Med. 2001 Feb;7(1):15-7.43

    Bent S, Padula A, Moore D, Patterson M, Mehling W. 2006. Valerian for sleep: a systematicreview and meta-analysis. The American Journal of Medicine; 119(12), 1005-1012.44Taibi DM, Landis CA, Petry H, Vitiello MV. (2007). A systematic review of valerian as a sleep aid:safe but not effective. Sleep Med Rev. 2007 Jun;11(3):209-30. Review.

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    5. PROMOZIONE DELLA SALUTE: RUOLO DEGLI INTEGRATORI ALIMENTARI ABASE DI PIANTE

    Nella societ odierna vi lambizione a mantenere uno stato di salute ottimale e un livello

    qualitativo di vita elevato, allo scopo di ottenere una migliore percezione generale dibenessere e di aumentare, magari, le proprie aspettative di sopravvivenza (cosa che vienegiustamente evidenziata anche nel gi citato documento del Consiglio dEuropa).

    ormai certo che gli eventi stressanti che si verificano nel contesto sociale, professionalee familiare di un essere umano e le aggressioni da parte di sostanze esogene nocive divaria natura contenute nei cibi, nellaria, nellacqua che beviamo, e negli stessi farmaci cheassumiamo per curarci dalle malattie, mettono alla prova continuamente lequilibriofisiologico dellorganismo.

    I mediatori dello stress (adrenalina, noradrenalina, cortisolo, ecc.), ed i prodotti dei

    processi ossidativi (radicali liberi) che si producono in conseguenza delle situazioni sopradescritte, espongono lorganismo ad un aumentato rischio di malattie degenerative.

    Stili di vita ed alimentari corretti ed un esercizio fisico regolare, oltre che lastensione dasostanze di abuso (fumo, alcool, ecc.) potrebbero forse essere sufficienti a controllarequesto rischio. Ma non certo facile mantenere costantemente stili di vita e alimentari elivelli di esercizio fisico adeguati, e nemmeno facile conciliare queste abitudini virtuosecon la vita frenetica che gran parte delle persone conducono nei paesi pi sviluppatiindustrialmente.

    In questi luoghi non si , tra laltro, nemmeno cos certi che lalimentazione sia in grado digarantire una quantit e qualit adeguate di sostanze funzionali (phytochemicals), vistoche nel tempo sono state selezionate e coltivate ad uso alimentare variet con contenutiridotti ed i processi di stoccaggio e conservazione ne distruggono gran parte.

    Dato che i nostri antenati integravano abitualmente e abbondantemente la loro dieta conpiante medicinali sotto forma di tisane o bevande di altra natura, condimenti, o ingredientidei cibi, allo scopo di mantenersi in buona salute, si potrebbe concordare con Johns (1990,op cit) che il loro ridotto livello nella dieta moderna potrebbe configurarsi in situazioni divera e propria carenza. In questo senso integrare lalimentazione con estratti di piantepotrebbe essere considerata lestensione moderna delluso tradizionale e millenario delle

    piante in ambito alimentare, che permette lassunzione degli estratti vegetali in forme pisicure e pi consone alle modalit di alimentarsi delluomo moderno.

    La tradizione, numerosi studi di popolazione e trial clinici e studi in vitro ed in vivoconfermano, almeno per un certo numero di piante, che questa pratica comporta un realee misurabile giovamento. Per molte altre piante ci si deve ancora accontentare delleconoscenze tradizionali millenarie.

    5.1 Quando usare gli integratori alimentari a base di piante

    Occorre tenere in considerazione innanzitutto che alcuni fitocomplessi utili a supportare

    lorganismo non sono contenuti negli alimenti che attualmente consumiamo e altri nonvengono apportati a sufficienza nemmeno con una dieta equilibrata (ne sono rimastequantit insufficienti nei cibi, non si capaci di modificare abitudini alimentari scorrette, le

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    richieste dellorganismo sono aumentate, le quantit da assumere sono troppoabbondanti). Ci sono pertanto delle condizioni in cui pu essere indicato un intervento diintegrazione alimentare con phytochemicals:

    a) quando un soggetto presenta unalterazione del suo stato complessivo di salute che

    non si configura in una vera e propria patologia ma che gli determina uno stato dimalessere (omeostasi alterata: sonno disturbato che non rientra nei canoni delladiagnosi medica di vera e propria insonnia, disturbo del transito intestinale che nonpu essere classificato come stipsi funzionale, spasmi intestinali, stati dispepticilievi, ecc.), ed esistono piante medicinali sicure ed efficaci per il problema.

    b) quando si voglia aiutare lorganismo a sopportare meglio situazioni che potrebberocomportare aumentato rischio di malattie degenerative.

    In entrambi i casi (intervento salutistico in area omeostatica o riduzione dellazione di unfattore di rischio), prima di decidere per una integrazione della dieta, in autoconsumo o su

    consiglio di un medico o di un operatore sanitario, sempre corretto valutare se sianecessario prima modificare gli stili alimentari, di vita ed i livelli di esercizio fisico.

    Per esempio, volendo aiutare un soggetto che non dorme bene, (il cui disturbo ancorainquadrabile allinterno della cos detta area omeostatica ed in cui il ricorso allebenzodiazepine potrebbe essere non solo inutile ma anche dannoso), si pu certamentericorrere alla valeriana. Se il soggetto per ha un sonno irregolare per cattive abitudiniinveterate, contemporaneamente allassunzione della valeriana dovr assolutamenteimpegnarsi per tentare di acquisire delle buone regole del sonno.

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    6. CONCLUSIONI

    Le piante usate come componente degli integratori alimentari sono moltissime. Per quelle

    di pi lunga tradizione esiste una vasta e autorevole letteratura che raccoglie sia leconoscenze derivanti dalluso tradizionale sia quelle degli studi farmacologici e clinici.Secondo Cravotto e colleghi (2009)45, che hanno analizzato la letteratura riguardante circa1 migliaio di piante, 156 di queste avrebbero studi clinici che ne supportano specificheattivit farmacologiche e applicazioni cliniche e 500 avrebbero studi in vitroed in vivochene supportano un possibile impiego a scopo terapeutico.

    Ovviamente prima di assumere, prescrivere o consigliare un integratore alimentare conpiante necessario valutare se il ruolo funzionale di quel fitocomplesso di piantasullorganismo supportato da una valida letteratura scientifica (Farmacopee europea,Monografie ESCOP, OMS e della Commissione E tedesca, studi farmacologici, trial clinici,

    dati epidemiologici, ecc.). Va valutata accuratamente anche la qualit del prodotto che sidecide di utilizzare, privilegiando i prodotti che riportano in etichetta i contenuti esatti inprincipi attivi, le posologie e precise modalit di assunzione.

    Una persona che decida di assumere un integratore alimentare dovrebbe farsi supportareda un professionista della salute se sta gi assumendo altri farmaci, se affetto da unamalattia cronica e/o in trattamento polifarmacologico.

    Occorre infine ricordare che lintegrazione alimentare rappresenta oggi pi che mai unvalido aiuto per coadiuvare uno stato di benessere dellorganismo ma non pu da solasopperire a carenze legate a una dieta e uno stile di vita non corretti: pertantofondamentale curare una sana alimentazione, variata, ricca in frutta e vegetali emantenere regolarmente nel tempo uno stile di vita adeguato.

    45Cravotto G, Boffa L, Genzini L, Garella D. (2020).Phytotherapeutics: an evaluation of thepotential of 1000 plants. J Clin Pharm Ther. 2010 Feb;35(1):11-48.