DOSSIER TERREMOTO 1980

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Scuola Elementare Caposele Classi: quinta A, Quinta B anno scolastico 1997/98 Classi III A- IIIB a.s. 2000/2001 Scuola Media TERREMOTO DOSSIER Grafica : www.immagi.net Drammatica esperienza di paura e dolore, di solidarietà e speranza ARCHIVIO CONFORTI

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a cura della scuola elementare di Caposele - Classi quinta A, Quinta B anno scolastico 1997/98 Classi IIIA - III B Scuola Media a.s. 2000/2001

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Scuola Elementare CaposeleClassi: quinta A, Quinta B

anno scolastico 1997/98

Classi III A- IIIB

a.s. 2000/2001

Scuola Media

TERREMOTO

DOSSIER

Due o tre volte almenoin un secolo la terra fortementetrema.Lontano dalla superficiegrandi, profonde zollealla deriva, le fiamme infinite,le rocce caldissime,l’attrito.Il cuore del terremoto è quisull’Appennino.

Franco Arminio

Comune di CaposelePro Loco Caposele

Grafica : www.immagi.net

Drammatica esperienzadi paura e dolore,

di solidarietà e speranza

Consiglio di circolo di Calabritto

CON IL PATROCINIO DI :CON IL PATROCINIO DI :CON IL PATROCINIO DI :

ISTITUTO COMPRENSIVO - CAPOSELE

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Presentazione

I niziativa lodevole questa degli alunni delle classi quinte delle scuole elementari di Caposele in quanto suscita interesse e curiosità; infatti, sollecitati a ricercare notizie e valori dellaterra in cui sono nati e vissuti, essi hanno saputo scoprire unpezzo di storia della vita del loro paese.

Il lavoro, pertanto, si arricchisce di considerevole importanza,atteso che, compito primario della Scuola è quello di stimolare igiovani a conoscere la realtà che li circonda perchè in essa e conessa possano orientarsi e formarsi.

E a questo fine, il lavoro utilizza quanto la memoria sa riportarein vita, riscoprire avvenimenti, circostanze, eventi, fatti, inusitatie straordinari, talora lieti, il più delle volte tristi e penosi.

Plauso e gratitudine, perciò, meritano sia gli insegnanti delmodulo che hanno promosso e sostenuto l’iniziativa, sia gli alunniche con impegno e serietà hanno saputo dar vita a questo studiodi indagine e di ricerca.

Certo, la produzione di testi resi più significativi dalle immaginidi una terra sconvolta, la riscoperta dei luoghi, usi e consuetudiniormai dimenticati o non più giustamente apprezzati, il rivivereesperienze di autentica solidarietà, acquistano, attraverso i piccoliricercatori, valore di indubbia utilità,in quanto istruiscono,educano e, nel contempo, stimolano a più significativi traguardi.

E’ su questa linea, infatti, che deve procedere ormai la scuola,la quale, se è deputata a creare e produrre cultura, non deve maiperdere di vista il fine della educazione della persona nella suapiù completa e autonoma formazione.

Se è vero che la ricerca apre nuovi settori e nuove piste nellaconoscenza, è anche vero che, oggi, vi è la necessità di offrirenuove indicazioni e prospettive diverse ai bisogni dell’uomo. E,come in altri settori, anche in quello dell’educazione e

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formazione, il cambiamento si realizza quando si ripudia ognistrumentale conservazione sia nelle forme intellettuali che inquelle operative.

E’ vero che oggi nella scuola mancano le condizioni perchèquesto cambiamento possa realizzarsi pienamente; ma ènecessario battersi perchè gli ostacoli siano eliminati.

Infatti, quanto più la scuola sa realizzare il suo compito, quantopiù diviene luogo significativo dove le capacità individuali e digruppo vengono esaltate, dove si dà vita ad un processo continuodi crescita,dove l’impegno quotidiano dell’insegnare edell’apprendere viene costantemente gratificato, tanto più emeglio potrà corrispondere ai bisogni formativi di una societàcomplessa, governare il cambiamento ed offrire contenuti disostanza e qualità al sistema formativo di base.

IL DIRETTORE DIDATTICO Carlo Di Lauro

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Cronaca di un terremoto

La notizia sconvolge l’Italia

Arrivano i volontari

Storia di Fortunata

Visita delle autorità

Ecco i Tedeschi armati

La situazione a Caposele

Caposele da secoli terra sismica

Vivere nel dopo-terremoto

Volontari : terremotati per scelta

Quel Natale 1980

Si rimuovono le macerie...

Ora si pensa alla ricostruzione

Cos’ è un terremoto

Il sismografo / Come misurare il terremoto

la previsione dei terremoti

Cosa fare se arriva un terremoto

Bibliografia

Due o tre volte almenoin un secolo la terra fortemente

trema.Lontano dalla superficie

grandi, profonde zollealla deriva, le fiamme infinite,

le rocce caldissime,l’attrito.

Il cuore del terremoto è quisull’appennino.

Due o tre volte almenoin un secolo la terra fortemente

trema.Lontano dalla superficie

grandi, profonde zollealla deriva, le fiamme infinite,

le rocce caldissime,l’attrito.

Il cuore del terremoto è quisull’appennino.

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PrefazioneAnno 1980 : Terremoto!

Anno scolastico 1997/98: alunni della Scuola Elementare diCaposele ne ricostruiscono in un “album di famiglia” lospessore tragico ed il potenziale pedagogico, proponendo un“dossier terremoto” di ottima fattura e pervaso da unairresistibile carica vitale.

Anno 2000: a venti anni dal tragico evento ed a tre dalla pubblicazioneriscopriamo l’opuscoletto, insieme agli alunni ed ai docenti di allora,assaliti da contraddittorie sensazioni: il piacere istintivo di rileggerestorie ed aneddoti ed il sottile dolore che si rinnova.Lo vogliamo riproporre convinti di riconoscere un chiaro meritoagli autori, alunni e docenti: essi con l’opera di ricerca, raccolta,ricognizione, racconto, ricordo, hanno tentato di dare vigore, consemplicità ed efficacia, nella memoria della comunità, alla funzioneeducativa che gli eventi e la storia dovrebbero svolgere.Vi si raccontano l’indescrivibile tragedia di urla strazianti e dimacerie, storie toccanti, i morti, le vite spezzate all’improvviso, lepaure, le angosce, la disperazione e la sconfitta.Vi si descrivono, però, in una cornice di devastazioni e di lacrime,anche i lampi di piacere intorno ad un caldo fuoco, la gioia enormedi un riabbraccio, la voglia di restare, l’orgoglio testardo diricominciare, la speranza.Una rinnovata, rigenerata, purtroppo provvisoria, trama di una vitacomunitaria, di familiarità estesa, di appartenenza convinta, disincera vicinanza, di incondizionata mutualità.Vi si esaltano, infine, quello straordinario incontro di persone dicultura, di sentimenti diversi, di varie provenienze spinte da un moto

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di solidarietà mai riscontrati in precedenza.Una imprevedibile, impensabile, spontanea condivisione di umanie civili valori, trasfigurata per un momento in un comune edunificante sentire nazionale.Noi non sappiamo quanto e cosa quella tragedia abbia insegnatoalla nostra gente; certamente avvertiamo il bisogno di tenere viva lariflessione e la memoria del passato nell’intento di consegnare allastoria futura generazioni più consapevoli, più preparate, più avvertitee più solidali, anche se la temperie culturale nella quale la missioneeducativa si colloca rende l’impresa ardua e dall’esito incerto.La cosa più vergognosa che potrebbe capitare in una democrazia èche le tragedie si trasformino in affari e fortune elettorali.Ci sforziamo di scongiurare questo pericolo.

Il Dirigente ScolaticoDr. Silvano Granese

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La Sera

Era stata una giornata particolarmente calda, tutt’altro

che autunnale.La piazza era ancora affollatadalla gente riversatasi a passeg-giare.All’improvviso tutto sembrò fer-marsi ; l’aria diventò pesante ;si levò un vento caldo e polve-roso e si avvertì un senso di leg-gerezza. Poi un boato, quellocupo e assordante di un treno ingalleria.

Ore 19, 35

La terra si mise a tremare, aroteare, a sussultare, a on-

deggiare.Si sentivano, in lontananza, irumori più disparati: grida, la-menti, scrosci.Era il TERREMOTO !Distruzione dovunque. La gente si precipitò lontano dacase squarciate e da muri peri-colanti. La terra continuava atremare e, ad ogni sussulto,

Cronaca di un teremoto Caposele, 23 novembre 1980

pianti e clamori.

Dopo

Era decisamente un’impresadistinguere, al solo chiaro-

re della luna, le figure frettolo-se che sbandate vagavano allaricerca di questo o quel parentee che, nel momento in cui si ri-trovavano, si avvinghiavano insegno di gioia e di soddisfazio-ne, come se quello fosse un in-contro festoso.

La notte

Si organizzarono i primi soccorsi, si componevano i

morti alla meglio e si dava assi-stenza ai bambini e agli anzia-ni, intirizziti da brividi di pau-ra, più che dall’umidità che sa-liva dal fiume ingrossato, ben-ché non fosse piovuto.Un fiume fangoso e limacciosoche strideva con quell’aria cal-da e calma.

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COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO

L’IRPINIA COLPITA

TERREMOTO

1) Biondi Serena2) Caruso Fabrizio3) Ciccone Teresa4) Ciccone Francesco5) Corona Luciano6) Damiano Anita7) Di Vincenzo Adriano8) Esposito Alessandra9) Feniello Rocco Gerardo10) Iannuzzi Gerardo11) Luongo Carmen12) Malanga Graziella13) Malanga Marialaura14) Martino Giuseppe15) Mazziotta Antonio16) Merola Mariantonietta17) Palmieri Giovanna18) Rosania Caterina19) Rosania Rossella20) Russomanno Gerardo21) Vitale Gaetano

Scuola Elementare CaposeleClassi: quinta A, quinta B

1) Castagno Luciano2) Castagno Maria Teresa3) Ceres Giuseppe4) Ciccone Nino5) Ciccone Roselia6) Cuozzo Serafina7) D’Alessio Valentina8) Del Guercio Teodolinda10) Farina Emidio11) Freda Annalisa12) Grasso Gerardo13) Iannuzzi Carmen14) Iannuzzi Giuseppina15) Mazzariello Davide16) Melillo Mariana17) Merola Salvatore18) Monteverde Carmela19) Monteverde Chiara20) Monteverde Gelsomino21) Rosamilia Nicolina22) Rosania Gianfranco23) Rosania Raffaele24) Russomanno Raffaelina25) Scamorza Serafino

LE INSEGNANTI:LUCIA RUSSOMANNO , INES SENA , ERNESTINA MELILLO

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Prima assistenza

Don Amerigo1, coadiuvatoda alcuni giovani improv-

visatisi infermieri e, più in là, ildottore Melillo2 visitavano allasvelta i feriti a loro sottoposti,per assicurare una cura imme-diata e poi affidarli a qualche vo-lenteroso che li trasportasse alpiù vicino ospedale.

L’alba

Passò la notte. La radio già dava notiziedel disastro in Irpinia e Lucania:elencava i Comuni, parlava diuna chiesa lucana che avevaseppellito una comunità, di unpalazzo popolare a Napoli e poidi Lioni, Sant’Angelo, Laviano,Conza, già elette a capitali-sim-bolo di un terremoto.Parlava di migliaia di morti e ditantissimi feriti.

La mattina

Il sole non sorse quella mattina: dalla notte si passò ad un

giorno plumbeo.Il cielo eragiallastro come il fiume limac-cioso. Una fastidiosa pioggerel-la impastava la polvere sul vol-

to degli scampati.Don Vincenzo3, tutt’altro chestanco di una notte trascorsa tracase in rovina alla ricerca divoci flebili o invocanti, era giàall’opera a dare coraggio tra ilsuo popolo che stava piomban-do nella disperazione.Le ispezioni ufficiali delle Au-torità del luogo incominciaronoa dare le prime direttive di or-ganizzazione di una vita collet-tiva che sarebbe durata per qual-che tempo.Le divisioni e i rancori di untempo sembravano spariti; intutti o quasi si rafforzava l’ideache solo uniti si sarebbe supe-rata ogni difficoltà.

Alfonso Merola

1) Don Amerigo: Del Tufo Amerigo, me-dico condotto.2) Dottore Melillo: Melillo Giuseppe,ufficiale sanitario.3)Don Vincenzo : Don VincenzoMalgieri, parroco di Caposele.

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“La notizia sconvolge l’Italia”

“Così il pennino ha registrato il terremoto”

“Ha vibrato fuori scala e il tracciato si èinterrotto”IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“ ...la scossa fu terribile, ci sbatteva a destra e a sinistra,mentre tutto intorno ci cadevano le cose addosso... Nonno di Graziella, quinta A

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Napoli, Salerno, Avellino, Potenza:le province più povere sono le più disastrate

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

Il giorno successivo mangiammo delle uova che avevamopotuto prendere in un pollaio; poi per fortuna arrivarono isoccorsi, con cibo, coperte e tende. Mamma di Gaetano, quinta A

“Scatta la macchina della solidarietà”ARCHIVIO

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IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“Capii subito che era il terremoto. Quando si fermò, con le mie maniruppi i vetri della porta e correndo sulle macerie arrivai in piazzetta- Massimo, Annamaria, figli miei dove siete? - gridai disperata.Ma grande fu il sollievo quando li vidi venirmi incontro. Comare di Mariantonietta quinta A

Le prime concitate ore perorganizzare i soccorsi

Arrivano i volontari, Vigili del Fuoco, cibo evestiario... Ma c’è una grande confusione

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Si scava sotto le macerie

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

Una donna si disperava,piangendo il figlio sotto le macerie:- Figlio cuore di mamma!Grande fu la gioia, quando vide il figlio uscire vivo da sottole rovine della sua casa. Mamma di Salvatore, quinta B

...finita la scossa, tutti siamo corsi a scavare sotto le macerie della nostra casa: abbiamo trovato la nonna,ma per lei non c’era nessuna speranza. Nonna di Serafina, quinta B

La forza, il coraggio, la caparbietà dei volontari e militari

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Storia di Fortunata

F ortunata è una bella ragazza di diciassette anni.

Ella ci ha raccontato la suaincredibile storia con moltaemozione, suscitando commo-zione e gioia.

Nacque sabato, 22 novem-bre, anno 1980, nell’ospedaledi Sant’Angelo dei Lombardi.Appena nata venne messa inuna culla termica, mentre lamamma fu ricoverata nel re-parto maternità.

Domenica sera, il giornodopo, alle ore19,35 la terra tre-mò.

Crollava tutto e la mammacercò di mettersi in salvo pre-cipitandosi giù per le scale.

Vide feriti, sentì urla, passòla notte sotto le stelle.

La mattina dopo piangeva,davanti alle macerie, la suafiglioletta, morta prima anco-ra di poterla stringerla al seno.

Così tornò tristemente acasa.

Invece, mercoledì 26 no-

vembre, Luciano Tontini, vigi-le del fuoco, accorso da Cesenain aiuto alle popolazioni terre-motate, passò vicino a quellemacerie e sentì un flebile la-mento.

Cominciò a scavare, sebbe-ne tutti gli ripetessero che erainutile: i bambini erano tuttimorti.Caparbiamente continuòa scavare per ben sei ore, finoa che trovò una culletta termi-ca rovesciata dove una neona-ta, quasi in fin di vita, si lamen-tava ormai allo stremo.

Da quel giorno, il vigile del

Fortunata appena nata

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fuoco non seppe più nulla diquella bambina. La cercò, matutto fu inutile.

Intanto la mamma, dopo unasettimana dal ritorno, sentì unanotizia per radio che diceva diuna neonata, trovata tra le ma-cerie, di cui non si conosceva-no i genitori, ma che aveva an-cora vicino al polso il cartelli-no con il cognome della ma-dre.

Subito si accese la speranzae il papà si recò immediata-mente ad Ariano, l’ospedale dacui proveniva l’appello.

Quando ritornò, fra lacrimedi commozione e di gioia, an-nunziò che la loro figliolettaera viva.

Poterono stringerla fra lebraccia solo dopo un mese, acausa degli accertamentilegali.Chiamarono la loro bam-bina Fortunata.

Solo dopo dodici anni, For-tunata ha potuto conoscere eringraziare il suo salvatore, du-rante una trasmissione televi-siva, nel corso della quale, Lu-ciano Tontini ha regalato a For-

Fortunata oggi

tunata la copertina in cui fuavvolta dopo il miracoloso sal-vataggio.

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Visita delle autorità“Ho assistito a degli spettacoliche mai dimenticherò... La di-sperazione dei sopravvissuti vi-vrà nel mio animo”.Sandro Pertini- Presidente della Repubblica-

“ Avrei voluto vedere e confor-tare tutti, ma non mi è possibi-le, purtroppo! Ho il cuore pie-no di amarezza! “Giovanni Paolo II

MA LA RISPOSTA E’ :“ Non dobbiamo andar via.Non possiamo lasciarci tuttoquesto alle spalle. Ci offrono lapossibilità di andarcene... sen-to una stretta allo stomaco alsolo pensarci. Qui ci sono i no-stri morti.Sai quanti ce ne sono ancora làsotto? Non possiamo lasciarlie ricostruire la nostra vita al-trove. No, questo è il nostro po-sto, in questa terra senza pacedove gli uomini, sotto la rudeapparenza e le rozze vesti, na-scondono animi forti e coltiva-

no sentimenti d’oro. Non pos-siamo non dire “ Non posso”. da “Quei tremendi novanta secon-di” di Ada Giordano Contino

Sandro Pertini vicino al dolore dei terremotati

Giuseppe Zamberletti, CommissarioStraordinario per il terremoto, in visita aCaposele

ZAMBERLETTI :“ Porteremo altrove vecchi e malati”

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In arrivo soldati, tende e roulottes... Maanche pioggia, neve, freddo.

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“... nella vecchia 127 si mangiava, là si dormiva, là ciriparavamo dalla pioggia. Scese la prima neve, per fortunaci diedero la tenda e poi un box di ferro”. Comare di Mariantonietta, quinta A

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Ecco i tedeschi armati...

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO“Eravamo da zia, quando arrivò alle nostre orecchie un forte

rumore cupo, simile ad un boato. Ci affacciammo e vedemmomolti camion militari, pieni di Tedeschi, alle curve di PonteSele. Erano molti, quasi quanti la seconda guerra mondiale,fecero un campo enorme. Il giorno successivo iniziarono adaiutare i terremotati”. Papà di Salvatore, quinta B

MATERDOMINI-

Sembra un territorio occupato. TraTeora, Caposele e Calabritto, siincontrano decine di camion

militari tedeschi.Le staffette, in motocicletta,

degli ufficiali nelle camionetteVolk-wagen,schizzano via in tuttele direzioni. Nella valle del Sele

sirespira aria di grandi manovre.

Sono arrivati in treno a Caserta,tra domenica e lunedì per aiutare“gli amici italiani”. Il campo

base è sistemato su un montanozzoche

domina Materdomini e il Santuariodi San Gerardo Maiella.Le ruspehanno spianato la collina. Durante

la notte sono proseguitii lavori di sbancamento e il

montaggio delle tende. E’ sortoun nuovovillaggio per ottocento

persone.Altre ottanta sonodislocate a Cala-

britto per organizzare l’ospedaleda campo. da “ Il Mattino”

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... di buona Volontà

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

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“... più tardi arrivarono i Tedeschi che costruirono le baracchedi legno e distribuivano cibo e vestiti.I soldati tedeschi si accamparono in località Petazze”. Comare di Anita,quinta A

“Nella nostra zona, il Macchione, arrivarono i soldati Tedeschie ci portarono tende, cibo e vestiti. Nonno di Davide, quinta B

Una fase del “ recupero” nelle macerie

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La situazione a Caposele

C aposele è un paesino in provincia di Avellino, che sorge presso le sorgenti del Sele .

Conta circa 4000 abitanti.Il sisma ha provocato la morte di 62 persone e molti danni al

patrimonio edilizio.

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

Il danno maggiore per i sopravvissuti al terribile evento non èstato il fatto di perdere la casa o gli oggetti, quanto il doloreprovato per le vittime, perchè ognuno di noi era legato ad esseda profondo affetto. Mamma di Rocco, quinta A

DOPO

Siamo solisulle maceriedominatori del ricordosenza lacrime:non abbiamo tempoper piangere;forsenon sapremopiù piangere... Vincenzo Malanga

DOPO

Siamo solisulle maceriedominatori del ricordosenza lacrime:non abbiamo tempoper piangere;forsenon sapremopiù piangere... Vincenzo Malanga

Uno scorcio di Corso GaribaldiARCHIVIO

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L’abitazione è una baracca

...una tenda

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“Intanto nelle tende e nelle roulottes si passavano le giornatepreparando cose da mangiare e procurandosi qualcosa pervestirsi.La sera ci riunivamo in qualche baracca più grande e sipassavano le lunghe sere invernali a raccontare fatti, ma ildiscorso cadeva sempre su quella terribile sera del terremoto”. Zio di Francesco, quinta A

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“...bisticciavamo quasi tutte le sere a causa degli attrezzi appesialle pareti della baracca in cui eravamo accampati.- Levate quegli attrezzi, che possono cadere sulle creature-diceva mia madre. Una vecchia di novant’anni, che era laproprietaria, rispondeva: - Lì sono e lì devono restare.Lei non aveva paura di morire!” Mamma di Linda, quinta B

Vivere nel dopo-terremoto

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IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“ Qui a Buoninventre, dopo venti giorni, arrivarono leroulottes e così dormivamo lì, ma di giorno cucinavamo efacevamo il fuoco in un garage.Così passò l’inverno.” Papà di Roselia, quinta B

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“Una signora del nostro gruppo, invece di portare i viveri donatinella baracca in cui mangiavamo tutti insieme, se li portava nellasua roulotte, qualcuno vedendola la chiamava “gatta mariola”.“Avevo conservato un pacco di biscotti Plasmon che mi avevanoregalato per la vostra sorellina Antonietta, che ancora beveva soloil latte.Quando fu il momento di mangiarli, non riuscii più a trovarli innessun posto della tenda. Una bambina che faceva parte del nostrogruppo non aveva resistito alla tentazione e così li aveva mangiati.Una vecchietta la rimproverò:- Mannaggia a te, non t’abbuffi mai!” Mamma di Chiara e Carmela, quintaB

Si cucina nel paiolo, sotto tettoie dilamiera

....una roulotte

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TERREMOTO29

C A P O S E L E -Sul tavolaccio che fada scrivania alSindaco, c’è una filadi fogli di cartatimbrati edatati.Alle spallegracchia qualcosa: èuna centralinatelefonica, chefunziona a scatti, maè già qualcosa.Il Sindaco 1 d iCaposele termina dielencare i punti dad i s c u t e r e :...distribuzione delmateriale in arrivo,le famiglie in gradodi ospitarequalcuno, il terrenodove far mettere letendopoli, laformazione di unasquadra volontariadi Vigili Urbani perevitare soprusi diqualunque genere...

da “Il Mattino

Gli uffici sono nei box

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“...la biancheria si andava a lavare vicino ai pozzi o al fiume esi stendeva sulle siepi”. Mamma di Carmen, quinta B

Or la nebbia stancasi distende sulla terrae la neve imbiancale alte cime della “sierra”

Solitario fiore,vuoi tu dirmi le tue pene?Muto è il tuo dolore,ben lo so: l’invernoviene... Anonimo

I ragazzi, però non rinunciano al loro gioco preferito: tirarsi palle di neve

1) Sindaco A. Corona

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TERREMOTO 30

Volontari : terremotati per scelta

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“Un giorno arrivò da noi, accampati in una vecchia masseria,un giovane con alcuni pacchi sotto il braccio: era un volontario,giunto da lontano per aiutare noi terremotati.Lo accogliemmo con gioia e lo facemmo sedere alla nostra tavola.Gli chiesi che cosa lo aveva spinto a venire in nostro aiuto; eglirispose che veniva dal Friuli e che durante il terremoto del 1976,aveva visto accorrere tanta gente nel suo paese e così voleva farealtrettanto per noi.Vedendo che non era ben coperto, mio zio gli offrì un giaccone dipelle per alleviargli il peso del freddo invernale...”. Papà di Giovanna, quinta A

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“Il periodo più tranquillo per noi giovani, fu quando arrivaronoi gruppi di volontari di Don Guanella e di SANT’EGIDIO, chefacevano animazione. Molti giovani di Caposele, come me, feceroamicizia e, ancora oggi, ne conservano un bel ricordo”. Mamma di Emidio, quinta B

Fra baracche,tende e roulot-tes si gioca, sicanta, ci si in-namora .....e ci si sposa.

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TERREMOTO31

Quel Natale 1980...

Finalmente arrivò la NotteSanta : il nostro parrococelebrò la messa di mez-

zanotte all’aperto, accanto aquel semplice presepe che rap-presentava meglio di qualsiasialtra cosa la condizione che sta-vamo vivendo.

Le stelle che brillavano nelcielo ci proiettavano nella nottedi Betlemme, facendocela rivi-vere come ce la racconta il Van-gelo.

Mai ci siamo sentiti così den-tro al messaggio che ci vienedalla capanna di Gesù.

Capimmo che il Natale nonè soltanto una festa di luci, dicolori e di regali. E’ molto dipiù. Di fronte all’immagine delBambinello, aprimmo il nostrocuore alla speranza. Infatti, lanascita di Gesù significò per noisperanza di rinascita del nostropiccolo mondo fatto di affetti, diamicizia, di case, di strade e dilavoro. Ci sentivamo più fortiper affrontare il futuro, incorag-giati e sostenuti anche dalla so-lidarietà di tanti volontari che

condividevano i nostri disagiquotidiani...E poi, vennero ilpanettone, lo spumante e i gio-cattoli per tutti i bambini : bam-bole, cavallucci, costruzioni,macchinine, palloni, spesso ac-compagnati da letterine di au-guri scritte dai bambini d’ogniparte d’Italia.

Festeggiammo così il Nata-le, uniti nella gioia del momen-to, ma, soprattutto animati dal-la certezza che la luce del pre-sepe avrebbe illuminato le men-ti e il cuore di tutti.

Il messaggio di speranza chei nostri genitori hanno vissutoin quella notte di Natale, li haaiutati a superare le difficoltàincontrate nell’emergenza e neidifficili anni della ricostruzio-ne.

Lo stesso messaggio è il no-

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TERREMOTO 32

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“Il giorno più felice fu quello di Natale perchè la famiglia siriunì, si fece una semplice cena e si recitò una preghiera peri morti”. Mamma di Carmen, quinta A

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

Quell’anno nella chiesa della Sanità, non si poteva entrare,perche era inagibile, così fu fatto un piccolo presepioall’aperto. Mamma di Valentina, quinta B

Un presepesenz’angeli a volo...con solo...con solo...un vagito di bimbo......un presepe, un presepeda nulla:un Bimbo sconsolato,un asinello a latoche lo scalda col fiato... M. Riccò

Dal Testo “ Quel Natale 1980”Gli alunni delle classi 5A e 5BScuola elementare di Caposele

stro augurio ai terremotatidell’Umbria e delle Marche, chein questo momento si trovanonelle medesime difficoltà.

Un PresepeUn Presepe

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IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“...quella notte, ascoltando la Messa, ci sentivamo tutti moltocommossi, ci sentivamo, però, anche molto confortati perchè lanascita di Gesù ci faceva sperare che un giorno avremmo avutoun alloggio migliore. Papà di Luciano, quinta A

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“La notte di Natale c’era un cielo pieno di stelle e a noi sembravadi stare proprio a Betlemme vicino alla grotta di Gesù”. Papà di Luciano, quinta B

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“...si festeggiò il SANTO NATALE,però, non fu come gli annipassati. Le vetrine non furono addobbate, l’albero fu senza luci.La Santa Messa fu celebrata all’aperto. Pregavano con noi moltivolontari. Zio di Rossella, quinta A

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“...mentre stavamo nella roulotte, che era nel cantiere, pocolontano dal box dove si celebravano le funzioni religiose, unasera sentimmo cantare “Tu scendi dalle stelle” ; così ciaccorgemmo che stava per arrivare Natale. Nonna di Caterina,quinta A

Panettone, spumante e giocattoli per tutti ibambiniIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“...quello fu un Natale diverso: le strade erano buie e alberiaddobbati non ce n’erano, c’era aria di tristezza, ma i ragazzinon persero il loro buonumore e si riunirono con i volontariper festeggiare insieme il Natale e il Capodanno”. Papà di Carmen, quinta B

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TERREMOTO 34

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

... e poi furono distribuiti tantissimi giocattoli: bambole, cavallucci,macchinine, costruzioni, palloni, spesso accompagnati da letterinedi auguri scritte dai bambini di ogni parte d’Italia. Papà di Emidio, quinta B

“...a quel tempo, noi avevamo Vincenzo e Antonietta. Anche sefu un Natale molto triste, loro ebbero come regalo un bel pupazzodi peluche, con il quale giocarono per molto tempo... Mamma di Annalisa, quintaB

“...Anche se il Natale si festeggiò in piena emergenza, i bambini ebbero ugualmente la gioia di stringere un giocattolo fra le mani”. Mamma di Rossella, quinta A

La funzione di Natale nella Chiesa-baracca

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IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“... dopo la Befana tornammo tra i banchi,e, anche se la scuola era fatta da prefabbricati, noi bambinifummo molto contenti di rivederci e rivedere i nostri maestri... Zia di Fabrizio, quinta A

7 Gennaio 1981: si ritorna fra i banchi,ma la scuola è una baracca A mascherarsi non si rinuncia

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO OMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“... le scuole medie furono trasferite momentaneamente aMaterdomini, perchè lì era più facile montare ilprefabbricato. Viaggiare fu una bella esperienza!” Papa’ di Raffaella, quinta B

La stagion di Carnevaletutto il mondo fa cambiar.Chi sta bene e chi sta maleCarneval fa rallegrar. C. Goldoni

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TERREMOTO 36

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

Si rimuovono le macerie, si demoliscono murie case pericolanti, si urbanizzano le aree persistemare i prefabbricati.

Si inaugura la nuovascuola in PiazzaSanità

“... con il nuovo anno scolastico entrammo nella nuova scuola,quella dei prefabbricati norvegesi. Ci sembrò molto bella, per lospazio intorno al quale si affacciavano le aule... Papà di Raffaella, quinta B

I primi prefabbricati

La ruspa a“lavoro” trale macerie

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TERREMOTO37

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“...appena entrati nel prefabbricato, cominciammo a curiosarenei pochi locali e, nelle camere da letto, ci buttammo sopra imaterassi per provare come si stava su un letto vero”. Zio di Nino, quinta B

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“In primavera, nel mese di aprile , la CROCE ROSSATEDESCA portò i prefabbricati, i primi furono montati aBuoninventre “. Papà di Roselia, quinta B

Nascono nuovi villaggi

Le “dacie” dei Piani

Quelli montati dai tedeschi aipiani

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TERREMOTO 38

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

Ora si pensa alla ricostruzione e ...alla ristrutturazione di edifici antichi

“Con la ricostruzione c’è stato molto lavoro, tutti sono statioccupati e hanno guadagnato bene... Papà di Gerardo I.,quinta A

IL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTRO

“... non è stato facile ricostruire, molte persone hannodovuto fare ricorsi e andare dall’avvocato per far valere ipropri diritti.. Papa’ di Maria Teresa, quinta B

Alcune immagini della ricostruzione

La ristrutturazione dipalazzo Cozzarelli

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TERREMOTO39

Oggi, fra polemiche,scontri, denunce trapersone o gruppi,

Caposele è stato ricostruitoquasi completamente.

Può vantare una piscinacoperta, donata dal Comune diMilano, e uno stadio comuna-le. Sono in via di ricostruzionela Chiesa Madre e il PoloScolastico.

Modello plastico della nuova ChiesaMadre di S. Lorenzo - il progetto diricostruzione

La piscina comunale in località Piani

Il nuovo camposportivo in

localitàPalmenta

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TERREMOTO 40

COMMENTOIL NOSTRO COMMENTOIL NOSTROCOMMENTO

Scuola Elementare CaposeleClassi: quinta A, quinta B

anno scolastico 1997/98

L’IRPINIA COLPITADOSSIER

TERREMOTO

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TERREMOTO41

Cos’é un terremoto

Un TERREMOTO o SI-SMA è un movimentoimprovviso del terreno.

Ogni anno nel mondo avven-gono almeno un milione di ter-remoti; tuttavia la grande mag-gioranza di essi consiste di scos-se debolissime, che sono rive-late soltanto da appositi stru-menti installati negli OSSER-VATORI SISMOLOGICI.

Circa 3000 terremoti all’an-no sono abbastanza intensi daessere avvertiti dalle persone euna ventina di questi provoca-no vittime e gravi danni.

Le oscillazioni del suolo cheavvengono durante il terremo-to sono chiamate ONDE SI-SMICHE e sono generate dabruschi movimenti di rocce sot-terranee.

Il punto situato nelsottosuolo, nel quale hanno luo-go tali movimenti, prende ilnome di IPOCENTRO.

L’ipocentro può essere situa-to in profondità che variano dapochi chilometri a oltre 700 chi-lometri.

Le onde sismiche che parto-no dall’ipocentro possono inve-stire una zona più o meno vastadella superficie terrestre.

In generale, quest’area è piùgrande per i terremoti profondiche non per quelli superficiali.

Tuttavia i danni maggiorisono di solito prodotti dai terre-moti superficiali, proprio perchèl’ipocentro è vicino alla super-ficie.

Il punto della superficie ter-restre situato nella verticale chepassa per l’ipocentro si chiamaEPICENTRO.

Di solito, lo scuotimento delsuolo raggiunge la massima vio-lenza intorno a questo punto.

Uno schema esemplificativo

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TERREMOTO 42

Il sismografo

Per studiare le oscillazionidel suolo, che avvengonodurante i terremoti, si

usano i SISMOGRAFI.Il sismografo è un pendolo

metallico collegato ad una pen-na. La penna può scrivere su unnastro di plastica che scorre len-tamente; quando c’è un terremo-to il pendolo oscilla e la pennatraccia delle linee ondulate. Dal-la forma e dall’ampiezza dellelinee si può dedurre l’intensitàdel terremoto.

I sismografi moderni, però,sono apparecchiature molto piùcomplesse di quelle che abbia-mo disegnato; tuttavia il lorofunzionamento si basa sempresul principio del pendolo.

Come misurare l’intensità di un terremoto

Per misurare l’intensità diun terremoto si usa laSCALA MERCALLI, in-

trodotta nel 1902 dal sismologoitaliano GIUSEPPE MERCAL-LI e in seguito perfezionata.Essa consiste di 12 GRADI, cia-scuno dei quali è caratterizzatoda determinati effetti: per esem-pio, un terremoto di I grado ècosì debole da non essere avver-

tito dalle persone, ma soltantodai sismografi; un terremoto diII grado fa dondolare i lampa-dari e gli altri oggetti sospesi,di esso si accorgono quasi solole persone che si trovano ai pia-ni più alti delle case.

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TERREMOTO43

Come misurare la grandezza di un terremoto

ScalaRichter

ScalaMercalliLa GRANDEZZA o

MAGNITUDO di unterremoto viene m isura-

ta nella SCALA RICHTER.Q uesta scala, introdotta dai

sism o logi americani C H A R L E S

R IC H T E R e B E N O G U T -

TEM B E R G n e l 1939 e succes-

sivamente modificata, è suddi-visa in gradi; ciascun grado cor-

risponde a un dato valore del-

l’energia che viene liberata dal

terrem o to. L’energia che si svi-

luppa nei terremoti più violentiè enorme.

MA QUI È SEMPRE EMERGENZA

QUANDO IMPAREREMO A

PREVENIRE?

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TERREMOTO 44

La previsione dei terremoti

I terremoti sono molto disa-strosi perchè colpiscono im-provvisamente e le forze che

li generano sono tali che l’uo-mo non potrà mai impedirli. E,invece, possibile contenere iloro effetti distruttivi attraver-so una attenta opera di previsio-ne e prevenzione.

Attualmente la PREVISIO-NE dei terremoti si basa suANALISI STATISTICHE e suOSSERVAZIONI SPERIMEN-TALI.

Non si può stabilire con pre-cisione dove e quando avverràun terremoto, ma si può affer-mare che esistono zone dove èpiù probabile che esso si verifi-chi.IL TERREMOTO RITORNAA COLPIRE SEMPRE LESTESSE AREE.

Pertanto la sua ricorrenza inaree sismiche rende STATISTI-CAMENTE PROBABILE cheesso si ripeta in quelle aree en-tro un certo numero di anni.

Le osservazioni sperimenta-li sono da identificare in una

L’Italia è un paese di terremoti, si haun terremoto grave ogni 7 anni circa

serie di SEGNI PRE-MONITORI che possono avvi-sare che qualcosa si sta muo-vendo nel sottosuolo, ad esem-pio, la crosta terrestre cominciaa subire lievi deformazioni che,in molti casi, sono state segna-late da apparecchi di misurazio-ne di livelli e di altezze.

E’, inoltre, accertato che al-cune specie animali in occasio-ne dei terremoti si comportanoin maniera insolita.

Il terremoto non si può pre-vedere, ma possiamo difender-ci cercando di contenere i dan-ni, come il crollo di abitazioni,ma, soprattutto, le vittime.

La scienza può fare molto

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TERREMOTO45

utilizzando le carte di pericolo-sità sismica.

Essa può:- fornire informazioni su

come costruire le nuove case ecome consolidare le vecchiecostruzioni;

- indicare le zone dove si po-tranno verificare statisticamen-te maggiori danni per rinforza-re le costruzioni esistenti, e in-dividuare nuove aree edificabili.

TERREMOTI NEL SUD

1169127313491456162716381659169317311783180918361841185118541875189419051907190819151968

CataniaBasilicataAbruzzoAbruzzo e BasilicataLuceraNicastroCatanzaroSiciliaFoggiaCalabriaMoliseLagonegroReggio CalabriaVultureCosenzaS.Giov. RotondoCalabriaCalabriaFerruzzanoReggio e MessinaAvezzanoValle Belice

15.000-

30.000-

12.00010.000

1.13957.000

4.00030.000

5.57312

-628172

-96

2.500167

120.00033.000

780

Data Luogo Vittime Grado

QUI LA TERRA TREMA DA OTTOSECOLI

L’Italia è da sempre unodei Paesi più colpiti dait e r r e m o t i .

Secondo gli studiosi sol-tanto Valle d’Aosta,Trentino-Alto Adige e Sar-degna sono regioni sicure.Il resto del territorio è invaria misura soggetto a ri-schi sismici.

Nell’Appennino umbroMarchigiano, dove si è ve-rificato l’ultimo cataclismache ha sconvolto Assisi e ipaesi limitrofi, la terratrema da otto secoli. Gliesperti dell’Istituto Nazio-nale di Geofisica hanno sco-perto che in questa zona sisono avvertite scosse sin dalXIII secolo. Il più antico

terremoto registrato nelleMarche è quello che distrusse

Ancona nel 1269: 8° gradodella scala Mercalli. Diecianni dopo fu colpita Cameri-no, con una intensità ancoramaggiore (10°grado). La terrapoi ha tremato ancora nel 1690ad Ancona, nel 1741 aFabriano, nel 1860 aSerravalle e Chienti e nel1898 a Visso. Ed ecco, insintesi, nella tabella, iterremoti più violenti diquesto secolo.

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TERREMOTO 46

COSA FARE SE ARRIVA UN TERREMOTOA SCUOLA

Cosa devi fare Cosa NON devi fare

Riparati sotto il banco, cerca di proteggerti latesta con le mani o con la cartella. Non uscire dall’aula.

Se sei fuori dall’aula, riparati negli angoli ovicino a muri portanti.

Se ti trovi nel corridoiorientra nell’aula più vicina.

Non ripararti sotto a mobili, a oggetti pesantie a finestre o vetrate.

Non restare nel corridoio o nel vano delle scale.

Resta calmo e ubbidisci agli ordini che tivengono dati Non scendere le scale non usare l’ascensore

DOPO LA SCOSSA

RICORDATI DI RISPETTARE QUESTE REGOLE DI COMPORTAMENTO: SARA’ UTILE A TEE AGLI ALTRI.

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TERREMOTO47

COSA FARE SE ARRIVA UN TERREMOTOA CASACosa devi fare Cosa NON devi fare

Riparati sotto grandi tavoli o letti,proteggiti la testa con le mani o con un cuscino.

Riparati negli angoli, vicino ai muri portanti,sotto gli architravi, sotto i vani delle porte.

Non ripararti vicino a mobili, a oggetti pesanti, sotto finestre o vetrate.

Non scendere le scale,non usare l’ascensore.

DOPO LA SCOSSA

Chiudi i rubinetti di gas e acqua,togli la corrente.

Stai calmo, accertati se ci sono feriti,quandoesci vai verso il punto di raccolta.

Non accendere fornelli, stufe, candele, accendini. Non telefonare.

Non uscire subito, accertati prima dellasituazione.

RICORDATI DI RISPETTARE QUESTE REGOLE DI COMPORTAMENTO: SARA’ UTILE A TEE AGLI ALTRI.

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TERREMOTO 48

COSA FARE SE ARRIVA UN TERREMOTOALL’APERTO

Cosa devi fare Cosa NON devi fare

DOPO LA SCOSSA

Cerca uno spazio aperto .

Cerca riparo sotto un architrave o anchesotto una panchina..

Non ripararti vicino a costruzioni o sotto balconi.

Non avvicinarti ad alberi, lampioni, fili dellacorrente elettrica..

Se sei in automobile, resta in auto.Se sei in automobile, non fermarti sotto i pontio vicino a terreni scoscesi o franosi.

Vai verso il punto di raccolta

Non avvicinartia costruzioni omuri pericolanti.

Non andare versola spiaggia.

Non avvicinarti ad animali.

RICORDATI DI RISPETTARE QUESTE REGOLE DI COMPORTAMENTO: SARA’ UTILE A TEE AGLI ALTRI.

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TERREMOTO

CON IL PATROCINIO DI:Consiglio di circolo di CalabrittoComune di CaposeleISTITUTO COMPRENSIVO - CAPOSELE

Pro Loco CaposelePro Loco CaposelePro Loco CaposelePro Loco Caposele

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- Caposele 1980-90 Storia urbanistica e sociale di un paese terremotato - AA.VV.- La Sorgente periodico a cura della Pro Loco Caposele- La Gazzetta dell’Irpinia- Quei tremendi 90 secondi - La Scuola - Ada Contino- I giorni del terremoto - ed. BS Documenti - Una città di sorgente di Nicola Conforti, Alfonso Merola . Caposele - Sellino Editore -Quei giorni delle macerie della paura e della rabbia - IL MATTINO

- Corso di Scienze - C. Gori Giorgi - Zanichelli- Famiglia Cristiana

Le illustrazioni fotografiche sono tratte da:

- Archivio “La Sorgente” - Pro Loco Caposele- Il Mattino- Conforti Studio - Caposele- Archivio Del Guercio - Caposele- foto / testimonianze degli alunni

I disegni sono stati realizzati dagli alunni

Il progetto grafico è di Salvatore Conforti per “Immaginet” - www.immagi.net

La stampa è della “ Valsele tipografica” Materdomini - Giugno 1998 Ristampa: novembre 2000

BIBLIOGRAFIABIBLIOGRAFIA

Un particolare ringraziamento a: - Giocattoli Malanga - Cartolibreria Ceres

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Page 46: DOSSIER TERREMOTO 1980

Scuola Elementare CaposeleClassi: quinta A, Quinta B

anno scolastico 1997/98

Classi III A- IIIB

a.s. 2000/2001

Scuola Media

TERREMOTO

DOSSIER

Due o tre volte almenoin un secolo la terra fortementetrema.Lontano dalla superficiegrandi, profonde zollealla deriva, le fiamme infinite,le rocce caldissime,l’attrito.Il cuore del terremoto è quisull’Appennino.

Franco Arminio

Comune di CaposelePro Loco Caposele

Grafica : www.immagi.net

Drammatica esperienzadi paura e dolore,

di solidarietà e speranza

Consiglio di circolo di Calabritto

CON IL PATROCINIO DI :CON IL PATROCINIO DI :CON IL PATROCINIO DI :

ISTITUTO COMPRENSIVO - CAPOSELE

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