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In Baviera a Fussen, Rothenburg, Würzburg, Norimberga, Monaco ed ai Castelli di Ludwig II 25 - 28 giugno 2012 L’Associazione Diabetici Camuno Sebina

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In Baviera a Fussen, Rothenburg,

Würzburg,Norimberga, Monaco ed ai

Castelli di Ludwig II

25 - 28 giugno 2012

L’Associazione Diabetici Camuno Sebinavi augura

Buon Viaggio !LA BAVIERA

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La Baviera, o Libero Stato di Baviera, è uno dei sedici stati federati (Lander) della Germania.

La Baviera confina con l'Austria a sud, con la Repubblica Ceca a est.

I Länder confinanti sono Baden-Württemberg a ovest, Assia a nord-ovest, Turingia a nord e Sassonia a nord-est.

I suoi tre fiumi principali sono il Danubio, l'Eno e il Meno.

Con i suoi 70.553 km² e i suoi 12.5 milioni di abitanti, è il maggiore Land tedesco per superficie, e il secondo per popolazione ed importanza economica, dopo la Renania Settentrionale-Vestfalia.

La Capitale e maggiore città è Monaco di Baviera.

“Freistaat Bayern – Stato libero della Baviera” – da questo nome traspare chiaramente l’orgoglio della regione che si sente erede di un passato importante con una ricca storia. I regnanti della Baviera hanno sempre giocato un ruolo di primo piano nella storia non solo della Germania, ma anche dell’Europa.

Oggi le sue città, i suoi paesaggi, ma anche le sue montagne raccolgono il numero più alto di turisti tra tutte le regioni della Germania. A questo primato ha contribuito anche il fatto che nessun altra regione è riuscita a conservare gli usi e costumi tradizionali in modo altrettanto naturale.

Ma la Baviera è molto di più di un idillio per i turisti. Fino alla metà del secolo scorso la Baviera era una regione prevalentemente agricola. In 50 anni è diventata sede delle più avanzate industrie, dal settore delle tecnologie informatiche alle biotecnologie e

alle tecnologie genetiche. L’industria automobilistica della Baviera (BMW, Audi) esporta in tutto il mondo. La capitale del Land, Monaco è una metropoli con

baviera

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un’atmosfera inconfondibile, da molti è considerata la “capitale segreta della Germania”.

La Baviera è formata da 4 regioni: la Ostbayern (Baviera orientale), la Oberbayern (Alta Baviera), la Franken (Franconia) e l’Allgau (Algovia o Svevia bavarese).Noi avremo modo di visitare cittadine delle ultime tre regioni: la Algovia con Fussen ed i castelli, la Franconia con Rothenburg, Wurzburg e Norimberga e l’Alta Baviera con Monaco.

Il patrimonio culturale della Baviera è immenso. Numerosi musei, tra i quali spiccano il Deutsches Museum e le Pinacoteche di Monaco, castelli, parchi naturali, le incantevoli città della “Strada Romantica” e festival annuali come quello a Bayreuth in onore di Richard Wagner hanno giustamente fondato la fama della Baviera come una regione di cultura a livello europeo.

Percorrendo la famosa Romantische Strasse da Füssen a Würzburg si va alla scoperta di alcuni dei paesaggi più affascinanti e ricchi di storia della Baviera. Questo suggestivo itinerario che si snoda dalle montagne dell'Algovia alle colline della Franconia è stato delineato nel 1950 con l'intento di unire le diverse realtà paesaggistiche, rinsaldando le radici degli abitanti di queste zone e facendo riscoprire la bellezza della loro storia dopo il tracollo morale prodotto dalla seconda guerra mondiale.

Le tappe principali di questo indimenticabile viaggio si snodano, da sud a nord, toccando diverse cittadine come Fussen, Neuschwanstein, Hohenschwangau, Schongau, Landsberg am Lech, Augsburg, Donauwörth, Dinkelsbühl, Rothenburg ob der Tauber e Würzburg.

Punto di forza della zona sono sicuramente i castelli di Ludwing II che richiamano in zona ogni anno tantissimi turisti. E' il più famoso sovrano bavarese, un mito del decadentismo e il più conosciuto, amato e controverso figlio della Baviera.

Ludwig nasce il 25 agosto 1845 nel castello di Nymphenburg e, dopo un'adolescenza trascorsa spesso lontano da Monaco nella residenza estiva di Hohenschwangau, sale al trono appena diciottenne nel 1864. E' uno dei rampolli più in vista delle corti europee: bello, alto un metro e novantuno, slanciato e con due occhi di un azzurro cupo che incantavano tutti. A lui si deve la costruzione di diversi castelli bavaresi tre in particolare , specchio della sua personalità e delle sue passioni storiche, artistiche e musicali. Tra i monumenti più visitati della Germania, i castelli di Neuschwanstein, Linderhof ed Herrenchiemsee sono un inno alla musica da Wagner, e all'epoca d'oro dell'assolutismo e della Francia del "re sole" Luigi XIV, vero e proprio mito per il sovrano bavarese.

MITTENWALD

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Questo piccolo e grazioso villaggio alpino (8.500 abitanti), che si trova ai piedi dei monti del Karwendel e a pochi km da Garmisch e dal confine con l’Austria, è rinomato per le sue belle case affrescate e per una particolarità che deriva dall’antica arte italiana della liuteria. Goethe, mentre si recava in Italia per il suo famoso viaggio, soggiornò a Mittenwald l'8 settembre 1786 e la definì "un vivace libro

illustrato". Una targa posta sulla via Obermarkt lo ricorda.Alla fine del Seicento Matthias Klotz

(1653-1743), allievo dei più famosi liutai cremonesi, introdusse e diffuse in Baviera l’arte ed i segreti appresi in Italia per costruire i magici strumenti musicali ad arco (violini, violoncelli, contrabbassi, etc.). I capolavori creati dagli abili artigiani di Mittenwald sono raccolti nel Geigenbaumuseum, allestito nella casa natale di Klotz e recentemente rinnovato, dove è possibile assistere alle diverse fasi della costruzione di uno strumento, così come avviene in una bottega di liuteria.  Nella cittadina esiste anche una scuola tecnica statale per diventare liutaio, una professione di alto artigianato che rappresenta un vanto ed una importante risorsa economica per la zona.Nel centro storico merita una visita la chiesa parrocchiale di St. Peter und Paul, edificata in stile barocco tra il 1734 e il 1749 da Joseph Schmutzer e dipinta dalle abili mani di Matthäus Günther sia all'interno che all'esterno (ammirare il bel campanile). Sul fianco destro si trova il monumento eretto in onore di Klotz. La manifestazione principale è il Bozner Markt (4-12 agosto 2012): ogni cinque anni si rievoca il periodo fiorente iniziato nel 1487 con il trasferimento a Mittenwald del mercato di Bolzano (che vi ritornerà nel 1679), all'epoca uno dei principali centri degli scambi commerciali tra Oriente e Occidente.

Lascio alle parole di qualcuno che ha visitato questa splendida cittadina prima di noi la descrizione di quanto potremo ammirare:“ed eccomi finalmente nel centro del paese. A destra sul bel pavimento stradale formato

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esclusivamente da "san pietrini", che danno alla strada un tocco di eleganza raffinata, si trova un canale per lo scolo delle acque; mentre sulla sinistra si vedono le prime case, le quali sono molto basse e ricordano tanto le casette incantate che da sempre da bambini ci siamo sentiti raccontare tramite "le fiabe della nonna". Dietro di me, come due guardiani, si stagliano i monti Karwendel e Wetterstein che sovrastano il paese, perfetti per effettuare passeggiate e attrezzati con efficienti impianti sciistici (di questi ultimi si può vedere la mappa proprio all'ingresso di Mittenwald).Ma è poi proseguendo per la via principale che rimango estremamente colpito, a destra e a sinistra si trovano infatti due file di case con una quantità incredibile di affreschi, in un tripudio di colori vivi e luccicanti resi ancora più brillanti dal vivido sole, e che susseguendosi turbinosamente raccontano storie, raffigurano miti, o semplicemente rendono omaggio alle storie bibliche o rappresentano la Sacra Famiglia. L'edificio più bello però, è sicuramente l'antico Hotel "Zur Post", dai cui scalini di ingresso si srotola un bel tappeto rosso e sulla cui facciata sono rappresentati vari personaggi, la raffigurazione di una carrozza e di "ipotetici e storici clienti" in costumi del '700-'800.Proseguendo verso il campanile della Chiesa (anch'esso totalmente dipinto con una suggestiva raffigurazione "effetto marmo") scorgo sulla destra una antica fontana di legno, proprio come quella che si vede nel mitico e indimenticabile cartone animato "Heidi", obbligo quindi fermarsi per una foto.La chiesa si presenta in un suggestivo colore rosa fragola, in perfetto stile Rococò con raffinati e ricercati stucchi bianchi che non danno mai l'idea di pesantezza o oppressione tipica invece di molte chiese barocche italiane. Tutto è lezioso, adorabile e ispira una grande pace, sarei rimasto lì per ore se la fame non avesse iniziato a farsi sentire. Esco di Chiesa, mi fermo solamente per ammirare il grazioso monumento che si erge davanti il campanile che raffigura il primo liutaio di Mittenwald, Matthias Klotz che, emigrato in Italia per apprendere il mestiere, fece poi ritorno al suo paese natale per diffondere le sue conoscenze. Quato ci ricorda che Mittenwald non è solo il paese degli affreschi e delle belle pitture, ma anche, e soprattutto, il paese della musica. A questo proposito vale davvero una visita al Museo della Liuteria, con circa 200 strumenti realizzati nei più importanti laboratori d'artigianato liutario di Mittenwald, dai pregiati violini dei maestri ai semplici strumenti prodotti in serie artigianale, dai violini per bambini via via fino ai contrabbassi.Svoltando sulla destra rispetto al campanile, imbocco una piccola strada ove scorgo neanche a farlo apposta una "Kneipe" con l'insegna "Massimo's", il proprietario infatti è italiano di origine napoletana e entrato per mangiare qualcosa, mi racconta che lui è qui grazie sua moglie, appunto, originaria di Mittenwald. Alla mia osservazione sul fatto che lui è fortunatissimo a stare in un

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pardiso come quello, lui mi risponde malinconicamente che la vita lì è noiosa e non succede mai niente, ed io allora aggiungo: "Per fortuna!!"Salutato il napoletano mi rincammino dunque sulla strada principale proprio mentre passa uno di quei meravigliosi calessi antichi trainati da cavalli bardati con suggestive finizioni.Mentre torno verso la macchina, decido di fermarmi in qualche negozio. Essi, sì, sono a carattere turistico, ma conservano comunque un loro stile coerente con

l'insieme e in ogni caso la merce esposta è sempre carina e di ottima qualità. In particolare consiglio l'interessante teleria del paese nella quale ho comprato delle belle tovaglie, e i vari negozi di generi alimentari tipici, dove sarete serviti da personale gentilissimo, sempre disponibile a farvi assaggiare tutto quello che vorrete,comprese le varie strepitose grappe digestive alle erbe di montagna le "Kräuterschnäpse".Prima di lasciare il paese per dirigermi verso

Innsbruck (molto vicina da lì), mi fermo all'ingresso del piccolo parco del paese, un'oasi di pace, piena di aiuole colorate dalle mille forme geometriche che formavano i tulipani in pieno fiore.Davanti al parco si trovava una panetteria davvero molto carina, mi fermo per comprare il famoso "Brot mit Bergkäse" (pane con formaggio) e dopo aver fatto i complimenti alla proprietaria per la bellezza e pulizia del negozio e aver incassato uno squillante "Herzlichen Dank!", salgo in auto e lascio a malincuore Mittenwald, ma è solo un arrivederci!

ETTAL

Grazioso villaggio ai piedi delle colline, costruito intorno all’imponente abbazia benedettina che, con la sua cupola alta 65 metri, testimonia la sua importanza storica.Fondata nel XIV sec. dal duca di Baviera Ludovico IV detto “il Bavaro” (sacro romano imperatore), l’Abbazia divenne presto una importante méta di pellegrinaggio per i bavaresi. Un fatto storico riferito alla fondazione è l’assai critica situazione politica e finanziaria in cui versava Ludovico il Bavaro, che, scomunicato dal papa, era inoltre minacciato dalle città dell’Italia settentrionale. E’ in questi frangenti che l’imperatore dovette far voto di fondare Ettal.La statuetta della Madonna ancora presente nella chiesa è stata da lui portata da un viaggio in Italia ed ora è il punto focale del monastero.

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Si assume il 28 aprile 1330 come data di fondazione e istituzione dell’abbazia. Alla comunità dei monaci avrebbe dovuto essere legata anche una comunità costituita da cavalieri e dalle loro consorti sul modello del già esistente Ordine Teutonico. Questo fatto è importante, poiché spiega la struttura architettonica della chiesa medievale di Ettal, che, coperta successivamente da un rivestimento barocco, è inglobata nell’attuale edificio ecclesiastico. La fondazione cavalleresca, tuttavia, non si dimostrò vitale; lo fu invece l’abbazia nel suo complesso, che, essendo sufficientemente dotata di fondi e di proprietà, riuscì a rimanere in vita, anche se in alcuni periodi solo a stento.La cupola fu aggiunta per abbellire la chiesa nel XVIII secolo. Un affresco, gigantesco e molto bello, decora la volta all’interno.

L’asse del complesso abbaziale è orientato in direzione ovest-est. Davanti alla chiesa, che ne è il baricentro, si estende un cortile di grande effetto di circa cento metri per cento. Sulle bianche facciate intonacate si stagliano in ocra i cornicioni e le finestre con timpani ad arco ribassato. Entrando dal portone occidentale e procedendo verso la chiesa si passa accanto alla cosiddetta “Schwedensäule” (colonna degli svedesi), che ricorda l’invasione svedese del 1632 avvenuta nel corso della Guerra dei Trent’Anni. Passando per il piazzale lievemente in salita lo sguardo viene rapito dalla facciata della chiesa e dalla cupola che la sovrasta.Ripartita su due piani e scandita verticalmente da semicolonne, la facciata, sporgendo, riveste il retrostante corpo di fabbrica mentre, volgendosi indietro, si collega alle torri, che pure ne vengono abbracciate. Tra le colonne e le paraste si notano finestre, finestre cieche e nicchie, che contengono le statue marmoree dei dodici apostoli. Delle tre arcate della facciata solo quella centrale consente realmente l’accesso alla chiesa, mentre le due laterali sono murate, poiché per ragioni statiche non vi si rese più possibile il passaggio originariamente progettato.Le finestre a tutto sesto semitamponate e l’assenza di un coronamento della facciata lasciano intuire che la chiesa non poté essere portata a termine secondo il progetto originario. Del resto questo s’intuisce anche osservando i due campanili che sono rifiniti in maniera diversa. Il campanile medievale, che si scorge a destra della cupola e che sin dall’incendio del 1744 è dotato di un tetto a spioventi “provvisorio”, avrebbe dovuto essere abbattuto, secondo i programmi, in età barocca una volta completate le due torri. E’ così che quel campanile è divenuto oggi una veneranda testimonianza, anche se nella veduta d’insieme rappresenta un elemento di disturbo.

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All’interno, inondato dalla luce che giunge dall’alto, lo sguardo viene attratto dall’altezza della cupola piuttosto che dall’altar maggiore, che sta davanti.

Innanzitutto è opportuno ricordare un fatto: la costruzione gotica era

caratterizzata dal numero dodici: dodici erano i suoi lati e dodici i suoi angoli; undici sono le finestre che illuminano la chiesa. Sul

dodicesimo lato non può aprirsi una finestra, poiché come nella costruzione gotica, pur se in forme diverse, anche oggi vi si apre l’arco d’accesso al coro. Il cielo affrescato nell’intradosso della cupola voleva creare l’illusione che la chiesa fosse scoperta: la solidità della realtà si muta così in irrealtà. In questo si rivela l’intenzione tutta barocca di lasciare che il divino irrompa nella realtà terrena. Ad entrambi i lati di ciascun altare mediano grandi cortine sono sollevate verso l’alto per consentire al visitatore di osservare la scena del dipinto. I tipici ornamenti rococò, così frastagliati e simili a conchiglie (definiti “rocaille” in gergo tecnico), danzano sul cornicione maggiore, irrompono negli archi delle finestre, si posano sul fondo oro dei pennacchi: ovunque v’è continuo movimento su di uno sfondo immobile.

Il CASTELLO di LINDERHOF

Il suo nome deriva da un possente tiglio (Linde in tedesco) che da secoli si trova nel parco. Si innalza, perduto nel bosco, 13 Km ad ovest di Oberammergau.

È il più piccolo, ma anche il più grazioso dei tre castelli costruiti da Re Ludovico II di Baviera e l'unico che riuscì a vedere completato.

La storia del castello risale al Quattrocento, periodo in cui si segnala la presenza nella vallata del Graswang, nel sud della Baviera e quasi al confine con l'Austria, di un podere di proprietà della vicina abbazia benedettina di Ettal.

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Re Massimiliano II lo trasformò nell'Ottocento in un padiglione di caccia e nel 1869 il figlio Ludwig II acquistò il terreno circostante con l'intenzione di costruire una "villa reale".  Il progetto di Ludwig non prevedeva la realizzazione di un palazzo sontuoso e di rappresentanza, bensì di un rifugio per se stesso ispirato al Petit Trianon di Versailles, a sua volta rifugio e luogo destinato agli svaghi della regina Maria Antonietta. Approvati i progetti dell'architetto Georg Dollmann, che in seguito costruirà anche Herrenchiemsee, iniziarono subito i lavori che terminarono nel 1879. Nel 1880 prese vita il meraviglioso giardino che fa da cornice al piccolo castello con

le sue perfette geometrie, le fontane, le sontuose statue. Nel parco si combinano elementi formali del periodo Barocco con giardini rinascimentali Italiani con scorci che ricordano i Giardini all'inglese. I giardini dalla disposizione rigorosamente geometrica, sono immersi in un ampio parco paesaggistico. Il grande bacino d'acqua , antistante il castello, con una fontana che raggiunge i 25 metri di altezza, così come i tre livelli dei giardini terrazzati, sono

coronati da un piccolo tempio circolare, il cosiddetto Tempio di Venere e dalla fontana di Nettuno, con le sue cascate a 30 livelli, che donano al parco un aspetto di incomparabile bellezza. Il parco copre un'area di circa 50 ettari (125 acri) ed è perfettamente integrato all'interno del paesaggio naturale delle Alpi. Ci sono numerosi edifici di diversi stili distribuiti all'interno tra i quali due padiglioni di gusto orientale, acquistati all'Esposizione Universale di Parigi nel 1867 e nel 1878: il chiosco moresco (Maurischer Kiosk) con il suggestivo trono dei pavoni, il cui interno potremo vedere solo guardando dalla finestra, rappresenta un bellissimo arem turco degno dei narratori di fine ottocento, e la casa marocchina (Marokkanisches Haus) che, venduta dal governo bavarese alla morte di Ludwig nel 1886, è stata riacquistata e riportata nel parco nel 1998.

  Le sorprese non finiscono qui: nella grotta di Venere (Venusgrotte), che si trova

nella estremità nord del parco, ispirata alla Grotta Azzurra di Capri, Ludwig amava passare intere ore a sognare e riflettere facendosi cullare dall'acqua all'interno di una piccola barca a forma di conchiglia che tuttora si può ammirare. Lo spettacolo di luci, alimentato dalla prima centrale elettrica del mondo (1878), rende

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questo luogo magico. Qui viene rievocata una scena del Tannhäuser di Richard Wagner, il compositore prediletto del sovrano, mentre nella capanna di Hunding (Hundinghütte) è ricostruito il set del primo atto della Valchiria.La grotta che, come avete ben compreso è completamente artificiale, è un capolavoro nel suo genere; è lunga più di cento metri ed era riscaldata in permanenza a 20°C.  All'interno del Castello, già a partire dalla sala delle udienze – noterete le decorazioni dorate, l'imponente scrivania e le stuccature del soffitto che rappresentano emblemi della guerra, della pace, della musica e della pittura – e capirete che, malgrado la volontà di Ludwig di mantenere a Linderhof un'atmosfera intima e privata, non manca certo quella monumentalità e ricchezza, in alcuni casi forse eccessiva, tipica di quel gusto rococò che tanto piaceva al sovrano bavarese.   Per realizzare la camera da letto, la cui ampiezza sfiora i 100 mq, si presero ad esempio quelle più sontuose della Residenz di Monaco, mentre il soffitto, completamente affrescato e dedicato all'apoteosi del Re Sole, Luigi XIV di Francia, è una idea di Ludwig. Il lampadario di cristello pesa mezza tonnellata.Al centro domina il letto con un sontuoso baldacchino avvolto da un tessuto color blu e decorato con lo stemma reale. La camera ha una meravigliosa vista sulle cascate e sul chiosco.  Tipico esempio di sfarzo ed eleganza rococò è anche la sala degli specchi con stucchi bianchi e dorati, consolles, ornamenti, putti che sostengono le lampade ed una serie di quadri sopra alle porte che mostrano scene della vita di corte nella Francia del XVII secolo. Questa stanza venne utilizzata dal Re come soggiorno: egli amava sedersi nella nicchia, a volte leggendo l'intera notte. Dato che Ludwig II era solito dormire di giorno e stare sveglio la notte, gli specchi creavano un effetto spettacolare per lui di tutte le luci delle candele riflesse centinaia di volte.

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La forma definitiva della sala da pranzo risale al 1872; gli intagli dei pannelli in bianco e oro rappresentano i lavori quotidiani che la servitù doveva compiere per soddisfare i bisogni regali (caccia, pesca, agricoltura e giardinaggio).L'enorme centrotavola ed il lampadario provengono dalla manifattura di Meissen. In mezzo alla stanza c'è il famoso tavolo "Tischlein-deck-dich" (tavolo che si apparecchia da sé), direttamente collegato con le sottostanti cucine attraverso uno speciale marchingegno creato per evitare che il re venisse disturbato da camerieri e valletti mentre mangiava.     Una curiosità finale: il sovrano chiamava Linderhof - il castello che preferiva e in cui ha vissuto più a lungo - Meicost Ettal, nome inventato anagrammando una celebre frase

attribuita al Re Sole, "l'État c'est moi" (lo Stato sono io).

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MAPPA DEL PARCO

2 CASSA 9 CASA MAROCCHINA 11 CASTELLO 19 FONTANA DI NETTUNO 23 GROTTA DI VENERE 24 CHIOSCO MORESCO (fuori dalla mappa sulla destra del 23)

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OBERAMMERGAU

Questa cittadina nel sud della Baviera, sorge ad una alteza di 840 m, non lontana dal castello di Linderhof e dall'abbazia benedettina di Ettal, ed è una delle attrazioni-cartolina della Baviera; deve la sua fama alle case affrescate, ai suoi intagliatori, alla rappresentazione della Passione di Cristo e alle piste da sci di fondo.

Già nel '500 si conosceva la bravura degli artigiani di Oberammergau e verso la metà dell'Ottocento venne fondata una scuola che ha istruito diverse generazioni di artisti del legno, alcuni specializzati solo in crocifissi.

   

La Passionsspiele si svolge ogni 10 anni (la prossima nel 2020) ed è nata nel 1634 da un voto fatto dagli

abitanti della città dopo la fine di un'epidemia di pestilenza che per mesi causò sofferenze e morte. Ormai è un evento internazionale, non più solo bavarese, e costituisce una delle maggiori espressioni moderne di religiosità popolare: basti pensare che coinvolge oltre 2.000 persone tra cast artistico e tecnico (la città conta poco più di 5.000 abitanti).

 

Percorrendo le vie del centro storico si nota la bellezza delle case, affrescate con temi prevalentemente religiosi ma anche legati a celebri favole, tra le quali emergono

la Geroldhaus, la Forsthaus, la Mußldomahaus e la Pilatushaus al n. 10 della Dorfstraße, gioiello di Franz Seraph Zwinck (1748-1792), uno dei maggiori esponenti della Lüftlmalerei, la “pittura d’aria”. 

Tra le personalità di Oberammergau ricordiamo lo scrittore Ludwig Thoma, noto in particolare per i racconti sulla storia e

cultura bavarese, che nacque il 21 gennaio 1867 nella bella casa affrescata al n. 20 della Dorfstraße.

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SANTUARIO in der WIES

Il suo nome significa letteralmente “nel prato”. Spicca infatti tra il verde dei campi e dei boschi con la sua sagoma bianca, gialla e rosata; è un capolavoro del rococò.

Dominikus Zimmermann, che realizzò il santuario tra il 1746 e il 1754, una volta finiti i lavori non volle più staccarsi da questo che considerò una sorta di testamento artistico. Costruì accanto alla chiesa una casa dove rimase fino alla morte.

L’origine del luogo di preghiera è collegata a una

statua che il 14 giugno 1738 avrebbe cominciato a piangere, chissà forse scontenta della nuova collocazione. Rimossa dall’abbazia di Steingaden perché considerata troppo traumatizzante per i fedeli, fu spostata in una semplice masseria. Pellegrini da tutta la regione cominciarono ad affluire e si rese presto necessaria la costruzione di un santuario dedicato. Collocata sull’altare centrale, la statua è diventata il fulcro dello spazio interno, reso luminoso dal predominio del bianco e dell’oro. Gli affreschi, le statue e i raffinati stucchi della chiesa danno vita a una decorazione dal profondo significato teologico collegato alla venerazione del Cristo flagellato e ai suoi miracoli.

Nelle cappelle laterali, chiuse da eleganti inferriate, si trovano gli ex-voto (uno dei quali dell’architetto Zimmermann, a ringraziamento per il compimento della chiesa) e le candele votive. Il soffitto è quasi piatto, ma incredibili soluzioni illusionistiche danno alla volta una profondità che in realtà non ha: si noti la gamba di un angioletto che da pittura si trasforma in stucco, creando un effetto che si allarga all’intero affresco del Giudizio Universale. Il santuario in der Wies è inserito nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

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FUSSEN

Tipica cittadina bavarese: pulita, gradevolmente ordinata e con tutti i prati e giardini perfettamente a posto, Füssen ha 14.500 abitanti ed è una delle più graziose cittadine della Baviera. Presenta un piccolo, ma incantevole centro storico con case riccamente decorate e affrescate. Fussen sorge a pochi chilometri dal confine con l'Austria; è una delle città più conosciute della Strada Romantica che da qui prende il via e gode di una posizione straordinaria, la cui importanza va oltre il suggestivo paesaggio creato dall’incontro di montagne, laghi e colline.Qui s’incrociano quattro vie di comunicazione di grande rilievo: la via fluviale del Lech, la Strada Romantica, la Strada tedesca delle Alpi e la romana Via Claudia Augusta, in passato importante arteria commerciale tra l’Italia settentrionale ed Augusta Vindelicum, l’attuale Augsburg, allora capitale della provincia romana della Rezia. Già nel III secolo questa posizione privilegiata indusse i Romani ad edificare il loro accampamento militare “Foetibus” proprio sull’altura ora dominata dal castello.

 Nell’VIII secolo Magno, monaco di San Gallo, scoprì questa posizione geografica strategica e la scelse come punto di partenza per l’evangelizzazione dell’Allgäu. Nell’840 i vescovi di Augsburg fondarono sulla sua cella il convento benedettino di St. Mang, trasformato poi in un imponente complesso in stile barocco italiano nel XVIII secolo.  Di grande interesse al suo interno sono la biblioteca, la sala dei principi, la

chiesa con l’altar maggiore e le reliquie di San Magno, nonché la cappella dedicata a Sant'Anna con la famosa danza macabra di Jakob Hiebeler (1602): in quest’opera, la più antica del suo genere in tutta la Baviera, la Morte trascina con sé ricchi e poveri, persone di tutti i ceti, ammonendo che nessuno può sottrarsi alla danza dell’ultima ora.

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Nel XV e XVI secolo Füssen si distinse anche per la sua ricchezza temporale. Come deposito per le merci di passaggio tra l’Italia ed Augsburg, la città visse un periodo di

grande fioritura economica, che si rispecchia ancor oggi nel suo ben conservato centro storico. Anche la fortezza del XIV secolo venne trasformata in castello nel 1500: nacque così uno dei

complessi architettonici tardogotici più significativi della Germania, con una corte pittoresca e splendidi affreschi trompe-l’oeil sulle facciate.Nel 1562 i liutai di Füssen diedero alla loro corporazione un regolamento ufficiale, il più antico d’Europa, e fecero così della loro città la culla europea della costruzione di

violini e liuti. Una significativa raccolta di strumenti musicali è esposta nel Museum der Stadt Füssen. Quest’antica tradizione musicale viene celebrata ogni anno con i concerti all’interno del castello.In città non manca nemmeno un’atmosfera speciale per chi ama lo shopping: lontani dal rumore del traffico ci si può immergere nell’atmosfera tutta italiana della Reichenstraße, passeggiare nei pittoreschi vicoli, acquistare souvenir e gustare le specialità gastronomiche nei ristoranti e nei biergärten, le tipiche birrerie all’aperto. Nella nostra passeggiata per il centro

sarà importante vedere la Heilig-Geist-Spitalkirch con la sua facciata rossa tutta affrescata e la facciata del Castello.

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IL CASTELLO DI NEUSCHWANSTEIN

Il castello di Neuschwanstein è uno dei simboli della Baviera e della Germania nel mondo. E' il castello delle favole per eccellenza, fatto costruire dal "re delle favole" Ludwig II (1845-1886) a partire dal 1869 su progetto dello scenografo Christian Jank su uno sperone di roccia disposto in una grandiosa posizione sovrastante la Gola di Pöllat. L'idea di edificarlo sullo stile delle antiche residenze feudali tedesche venne al monarca dopo essere rimasto quasi folgorato da una visita nel 1867 alla fortezza medievale di Wartburg in Turingia.Il Castello rappresentava per Ludwig II un monumento alla cultura e alla regalità del Medioevo, da lui altamente venerate. Costruito e arredato ispirandosi a forme medievali, anche se con l’impiego di tecniche allora estremamente moderne, rappresenta il più celebre edificio dell’eclettismo (mescolanza di elementi ripresi da diversi movimenti storici ma anche esotici e contemporanei; atteggiamento di chi sceglie in diverse dottrine ciò che è affine e cerca di armonizzarlo in una nuova sintesi) nonché la quintessenza dell’idealismo tedesco.

Situato nel sud della Baviera, quasi al confine con l'Austria, Neuschwanstein domina dall'alto dei suoi 965 metri i paesi di Füssen e Schwangau ed il magnifico paesaggio circostante, caratterizzato da diversi laghi tra i quali spicca per bellezza il piccolo Alpsee. Per godere di una splendida vista sul castello occorre raggiungere il ponte di Maria (Marienbrücke), così chiamato in onore della regina Maria, madre di Ludwig II, che è sospeso sopra la gola del Pöllat.

  Walt Disney, rimastone affascinato, prese Neuschwanstein come modello per

il castello del suo celebre film d'animazione "La bella addormentata nel bosco" (1959), dimora che è anche presente in tutti i parchi Disney del mondo. Le sale interne, riccamente arredate, sono un omaggio al genio musicale di Richard Wagner, dal "Tannhäuser" al "Lohengrin" passando per "Tristano e Isotta", "I

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maestri cantori di Norimberga" e il "Parsifal", un inno al romanticismo e alle antiche leggende germaniche.

Nel corso della visita al castello vedrete il cigno come motivo ricorrente degli arredi; esso era l'animale araldico dei conti di Schwangau, di cui Ludovico II si considerava il successore. Al contempo è anche il simbolo cristiano della "purezza", cui Ludovico aspirava.

Alcuni ambienti vi colpiranno in modo speciale: prima di tutto la sala del trono in stile bizantino. I gradini di marmo di Carrara portano

all'abside che doveva sovrastare un trono d'oro e d'avorio, mai realizzato perchè dopo la morte del re tutti i lavori previsti e non ancora iniziati non vennero portati a termine. I dipinti, raffigurano fra l'altro i dodici Apostoli, sei re canonizzati ed episodi della loro vita. Al centro dell'abside si vede Cristo con Maria e con l'apostolo prediletto Giovanni mentre all'estremità della sala si può ammirare il dipinto rappresentante "La lotta di San Giorgio con il drago". In questo quadro, a sinistra sopra la roccia, si può vedere il quarto castello progettato dal re, la rocca di Falkenstein, la cui edificazione doveva iniziare nel 1886 ma nello stesso anno Ludwig morì e non se ne fece più nulla. Nel grande candelabro a forma di corona bizantina ed eseguito in ottone dorato sono inserite 96 candele. Per sostituirle e per pulire il candelabro, che tra l'altro pesa parecchi quintali, è stato creato un apposito argano. Il pavimento in mosaico è stato realizzato utilizzando oltre due milioni di tessere.   Nella sala da pranzo troviamo una serie di dipinti raffiguranti scene della leggendaria gara poetica dei cantori svoltasi a Wartburg nel 1207. Richard Wagner si è ispirato a questo tema ed alla leggenda del Tannhäuser per creare una delle sue più belle opere. Il tavolo della sala da pranzo è "normale", non come quelli dei castelli di Herrenchiemsee e Linderhof dove uno speciale marchingegno li fa scorrere dalla sala da pranzo direttamente nelle sottostanti cucine e viceversa in modo tale che nessun servitore potesse disturbare il re mentre mangiava.  

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Ludwig aveva una predilezione per le camere da letto sfarzose e per questo quella realizzata a Neuschwanstein in stile tardo gotico è ornata da meravigliosi intagli in legno di quercia che si possono ammirare principalmente sul baldacchino del letto, sul lavabo, sulla colonna centrale e sulla sedia di lettura. In questa sola stanza hanno lavorato 14 intagliatori per ben quattro anni. Gli intagli ai piedi del letto rappresentano la risurrezione di Cristo ed alludono alla relazione simbolica fra il sonno e la morte. Le tende, le tappezzerie e le coperte in blu bavarese (il colore preferito del re) sono ornate da ricami rappresentanti lo stemma della Baviera, il cigno ed il leone dei Wittelsbach. Il  lavabo era provvisto di acqua corrente; l'acquedotto era alimentato da una sorgente situata a circa 200 metri sopra il castello. La finestra del balcone della camera da letto offre una magnifica vista sulla gola di Pöllath con la sua cascata di 45 m; dietro la gola si può vedere il massiccio del Säuling (2045 metri).   Attraverso una finta grotta di stalattiti e stalagmiti e passando davanti al piccolo giardino d'inverno, si accede al soggiorno reale, costituito da un ampio salone principale e da una saletta, separata da colonne, soprannominata "angolo dei cigni". Il tema delle pareti murali è tratto dalla leggenda del Lohengrin: sopra la stufa è ritratto l'arrivo di Lohengrin ad Anversa, di fronte il miracolo del Graal. Le porte della grande libreria, realizzate in stile romantico, sono ornate da dipinti relativi alle leggende di Tristano e Isotta e di Sigfrido.

  Per la costruzione della sala dei cantori fu preso a modello il castello di Wartburg. I dipinti della sala e del corridoio del palco si ispirano alla leggenda di Parsifal. La scena "Il giardino incantato di Klingsor" è opera di Christian Jank. Sopra le due porte presso il palco si trova lo stemma della famiglia reale con l'iscrizione "Ludwig II, re di Baviera, conte Palatino". Questa

iscrizione è l'unica nel suo genere in tutto il castello. Quando Ludwig era in vita questa sala - illuminata da più di 600 candele - non venne mai utilizzata; soltanto nel 1933, in occasione del 50° anniversario della morte di Wagner, si tenne un primo grande concerto, al quale ne seguirono altri fino allo scoppio della seconda guerra mondiale.

Tecnologia moderna in veste medievale

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A Neuschwanstein il Medioevo era solo illusione. Dietro la facciata antica si celavano tecnologie modernissime e massimo comfort.

Le stanze del "Palas", l'ala residenziale reale, venivano riscaldate con un sistema centrale ad aria. A tutti i piani era disponibile acqua corrente, in cucina addirittura calda e fredda. I bagni possedevano degli sciacquoni automatici. Il re chiamava la servitù e gli aiutanti servendosi di un sistema di campanelli elettrici. Al terzo e al quarto piano c'erano persino dei telefoni. I pasti non dovevano essere trasportati con difficoltà su per le scale perché per questi era a disposizione un montacarichi. Già durante la costruzione del castello ci si era serviti di moderni mezzi della tecnica. Le gru da carico ad esempio venivano azionate da macchine a vapore e la Sala del trono venne costruita come una struttura in acciaio, poi rivestita. Una peculiarità di Neuschwanstein sono i vetri delle finestre di grandi dimensioni. Ai tempi di Ludovico II la realizzazione di tali misure risultava ancora inusuale. Sette settimane dopo la morte del re Ludovico II, nel 1886, Neuschwanstein venne aperto al pubblico. Il re schivo e solitario aveva costruito il castello per ritirarsi dalla vita pubblica – d'ora in poi il suo buen retiro si sarebbe trasformato in un punto di grande attrazione per il vasto pubblico. Neuschwanstein può essere annoverato oggi fra i castelli e le fortezze più visitati in Europa. Ogni anno circa 1,3 milioni di persone visitano "il castello del re delle fiabe". In estate in media più di 6.000 visitatori al giorno affollano le stanze, destinate in origine a una sola persona. La posizione unica di Neuschwanstein non potrebbe essere più idilliaca. Tuttavia devono essere tenuti costantemente sotto controllo i movimenti al livello delle fondamenta e devono essere continuamente consolidati i ripidi costoni di roccia. Anche il clima rigido attacca duramente le facciate in pietra calcarea, ragione per cui risultano necessarie continue misure di risanamento.

 

ROTHENBURG ob der TAUBER

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Tra le numerose cittadine della Baviera e in particolare della Strada Romantica Rothenburg ob der Tauber (Rothenburg sopra il Tauber) emerge per bellezza e fascino, come un gioiello dell'arte medievale.

La città ha circa 13.000 abitanti e vanta un grande numero di alberghi, pensioni e ristoranti tale da conquistare il primato come offerte turistiche tra le città di piccole dimensioni della Germania (ma nemmeno un hotel ha voluto accogliere il nostro gruppo!).

L'origine della città risale al X secolo quando sorse il castello dei Conti di Rothenburg; per tutto il 1100 Rothenburg gode di un periodo politico, culturale e commerciale molto fiorente e positivo a tal punto che nel 1274 le cinta murarie vengono allargate per ospitare il quartiere degli artigiani. Nel 1802 la città viene annessa alla Baviera mentre cento anni dopo, nel 1905, viene collegata con le altre città tedesche attraverso una linea ferroviaria.

Per Rothenburg e la sua ottima economia la situazione idilliaca sembrava senza fine ma nel 1945 un terribile bombardamento distrusse buona parte del centro storico e solo grazie all'intervento di un generale americano si evitò la distruzione totale della città. Dopo la fine della seconda guerra mondiale iniziò però la grande ricostruzione ed oggi si può ammirare la città in tutta la sua ritrovata bellezza.

Da non perdere la Marktplatz (piazza del mercato), da sempre luogo principale della vita cittadina anche grazie alla presenza del Rathaus, il grande edificio del municipio che è caratterizzato da due differenti stili architettonici:

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- una parte risale al periodo gotico e si affaccia sulla Herrengasse; è sormontata da un grande torrione con una architettura particolarmente interessante in quanto non

ha proprie fondamenta ed è costruita a cavallo del tetto a doppio spiovente; sulla torre stavano in passato i guardiani che sorvegliavano la città per annunciare l’avvicinamento del nemico o lo sviluppo di un incendio.

- la facciata principale si affaccia invece sulla Marktplatz, è in stile rinascimentale e presenta una bella torre scalare ottagonale a sporto ed i portici, aggiunti però nel 1681.

Volgendo le spalle al Rathaus, nella parte sud della piazza è degna di nota la Fontana di San Giorgio (Herterich brunnen), la più grande delle 40 fontane della città, costruite per avere rifornimento di acqua potabile, ma anche come riserva per spegnere ev. incendi; essa è profonda 8 metri e contiene 100.000 litri di acqua.

Da vedere inoltre la Baumeisterhaus (casa dell'architetto) che venne edificata nel 1596 come residenza dell'architetto

della città.

La strada principale di Rothenburg è la Herrngasse (via dei Signori) che collega la Marktplatz con i Burggarten (giardini del castello). E' una tipica via di un paese bavarese: eleganti abitazioni dalle facciate realizzate con stili e colori diversi, balconi ricchi di fiori dai colori accesi e molti negozi.

Tra le chiese è da segnalare la Jakobskirche (Chiesa di S. Giacomo) che è la più grande ed importante della città. La costruzione è durata quasi 100 anni mentre la solenne consacrazione risale al 1448. L'esterno della chiesa, con due alti campanili, e l'interno, sobrio e severo, sono in stile tardo gotico.

Scendendo verso la Burggasse da non perdere il Ploenlein (piccolo sito), uno degli angoli più belli della Germania. Vi è una pittoresca piazzetta triangolare dove si incontrano due strade tra casette a graticcio e una fontana. A

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destra, in discesa, si scorgono la poderosa torre quadrata della Kobolzellertor e la quadrata Kohl-turm.

Quello che però caratterizza maggiormente Rothenburg è la grande cinta muraria che racchiude la città e le solenni porte d'accesso: una parte delle mura sono percorribili a piedi. Tra le porte più belle: la Klingentor e la Galgentor.

Un altro vanto della città si trova nella Herrngasse 1: è il negozio di giocattoli e articoli natalizi fondato nel 1977 dalla famiglia Wohlfahrt che, forte del grande successo ottenuto in Germania, ha aperto alcune filiali all'estero. Durante il periodo di Natale è aperto anche di domenica.

L'evento principale di Rothenburg è la Bevuta del Borgomastro (Meistertrunk), ricordata dall'apparizione delle figurine del sindaco e del generale Tilly sulla facciata della Ratstrinkstube - la vecchia taverna del Municipio, ora Ufficio turistico - che avviene otto volte al giorno al battere delle ore 11, 12, 13, 14, 15, 20, 21 e 22.

A Rothenburg nel periodo di Pentecoste viene rievocata dalla popolazione la “bevuta del Borgomastro” (Der Meistertrunk) con una grande manifestazione che dura quattro giorni - dal 25 al 28 maggio 2012 - e comprende sfilate in costume e la folcloristica “danza dei pastori” (replica il primo week-end di settembre).

Questa storica bevuta si colloca nel periodo della guerra dei Trent’anni che opponeva i cattolici ai protestanti e risale al lontano 1631. In quell’anno il generale delle truppe

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imperiali Tilly prese d’assalto la città protestante di Rothenburg che dopo un lungo assedio fu costretta ad arrendersi.

Le truppe svedesi di Tilly subirono, nonostante la vittoria, enormi perdite e per rivalsa il comandante ordinò ai suoi soldati di saccheggiare la città ed uccidere i membri del consiglio comunale. Per evitare questo massacro, la giovane figlia del dispensiere ebbe l’idea di imbonire il vendicativo Tilly porgendogli con grazia un enorme boccale di vino.

Questo garbato omaggio riuscì nell’intento, calmando così l’ira del comandante che, dopo alcuni sorsi, passò a più miti decisioni. Il generale dichiarò allora che avrebbe risparmiato la città a patto che uno qualsiasi tra i consiglieri comunali avesse vuotato tutto d’un fiato il gigantesco boccale appena offertogli. Le antiche cronache riportano che conteneva 3 litri e 1/4 di vino.

L’anziano borgomastro Nusch assunse in prima persona la responsabilità di portare a termine questo tentativo per salvare la comunità. Bevve il contenuto tutto d’un fiato, salvando così l’intera città dalla distruzione ma la cronaca non ci ha tramandato quali fossero state per lui le conseguenze di questa eroica bevuta…

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WÜRZBURG

Würzburg è sicuramente una delle città più vivibili della Germania. La sua posizione sul fiume Meno e il suo bel centro storico danno alla città un fascino unico.

La città ha 127.000 abitanti ed è situata sul Meno, nella Franconia, nel nord della Baviera. È un'importante città universitaria e centro della produzione e del commercio di vino.

Le prime notizie della città si hanno intorno all'anno 700, nel 1156 Federico I Barbarossa sposò Beatrice di Borgogna e nel 1668 trasformò la città in Ducato indipendente. Il periodo di maggiore gloria e splendore di Würzburg corrisponde al regno dei principi-vescovi della casata degli Schönborn in cui si edificarono splendidi edifici barocchi che ancora oggi rappresentano il vanto della città. I bombardamenti del 16 marzo 1945 distrussero quasi il 90% della città, ma come a Dresda ed in altre città tedesche la ricostruzione fu rapida ed efficace.

A Würzburg comincia la "Romantische Straße" che porta attraverso Rothenburg fino ai castelli di Ludwig. Ed è un degno inizio di questa strada molto frequentata dai turisti da tutto il mondo: un esempio, non solo per gli amanti dell'arte, è la visita alla Residenza dei Vescovi-principi, dichiarata dall'Unesco patrimonio dell'umanità.

Con i soffitti meravigliosamente affrescati dal veneziano Giovanni Battista Tiepolo. Nella costruzione di questo bellissimo castello, iniziata nel 1720, i pricipi-vescovi non badarono a spese: più di duecento operai furono impegnati ogni giorno; Tiepolo sarà stato contento di ricevere per i suoi lavori la gigantesca cifra di 40.000 fiorini - in soldi di oggi più di un milione e mezzo di Euro!

Il palazzo ha 300 camere e una cantina che può ospitare un milione e mezzo di litri di vino. A proposito di vino: chi crede che la Germania, e in particolare la Baviera, sia il paese della birra imparerà in questa città che non è affatto così: la zona intorno a Würzburg è un importante centro della produzione del vino e durante una visita della

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città non dovrebbe mai mancare un appuntamento in uno dei tipici locali del vino per gustare uno degli ottimi vini della regione. Oltre ai turisti Würzburg attrae anche studenti da molti paesi che apprezzano non solo la rinomata università, ma anche i pittoreschi dintorni di questa bella cittadina.

I bombardamenti del 1945 imposero una ricostruzione accurata della residenza, anche se, per fortuna, l'ala centrale e lo scalone d'onore sono ancora quelli originali.

Lo scalone d'onore, in particolare, è un vero e proprio capolavoro di ingegneria e creatività, sovrastato da una volta di 600 mq libera da appoggi e decorata magnificamente dal Tiepolo. In questo immenso affresco sono raffigurati i quattro

continenti allora conosciuti nell'atto di rendere omaggio al principe-vescovo della città.

Splendita la Kaisersaal, il cui soffitto è un trionfo dell'arte e dell'ingegno di Tiepolo, valorizzato dagli interventi in stucco di Antonio Bossi.

Tutto nel palazzo è magnifico e pregiato, dai mobili agli infissi, ai raffinati parquet. La residenza ospita inolte il Martin-von-Wagner-Museum ricco di raccolte che spaziano dalle sculture ai dipinti, e la bella cappella di corte, la Hofkirche costruita tra il 1733 e il 1735, affrescata da Johann Rudolf Byss e i

cui laterali sono ornati da pale di Giambattista Tiepolo.

Tiepolo a Würzburg

Nel 1750 l'architetto Neumann aveva ormai compiuto la sua opera nella residenza, che attendeva solo di ricevere nelle sale di rappresentanza una veste pittorica adeguata alla magnificenza delle sue forme architettoniche. Il pensiero del principe-vescovo andò a Venezia, con la quale la città di Würzburg intratteneva rapporti commerciali proficui, e al pittore Tiepolo.

Sebbene non avesse mai lasciato l'Italia, Tiepolo era già famoso in tutta Europa, grazie alle commissioni ricevute dall'Inghilterra e dalla Spagna: le trattative per assicurarsi l'opera furono condotte, con perizia e accortezza, da Lorenz Mehling, mercante e banchiere di Würzburg da anni residente a Venezia. Il pittore ricevette ampie

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assicurazioni di non interferenza sulla sua libertà di artista, ma decisivi per convincerlo ad accettare l'incarico furono i 10.000 fiorini renani del compenso.

Il 12 dicembre 1750 Giambattista Tiepolo arrivò nella città di Würzburg, accompagnato dai figli Domenico e Lorenzo. Sistematosi nella Residenza, si rese subito conto della sfida che l'attendeva: la Hauptsaal, poi chiamata Kaisersaal, era già tanto adornata di stucchi e marmi policromi che a sua disposizione rimaneva solo lo spazio al di sopra dell'architrave dei lati nord e sud, per giunta di forma vagamente triangolare, e la superficie ovale e concava del soffitto.

La riflessione fu lunga: solo alla fine di aprile del 1751 Tiepolo cominciò il lavoro sul soffitto. L'8 luglio, festa di san Kilian, un orgoglioso principe-vescovo potè mostrare l'affresco agli ospiti.

Un anno dopo Tiepolo si accinse ad un'opera ancora più complessa: l'affresco della volta dello scalone d'onore.

Il giardino fu realizzato, su commissione del vescovo Adam Friedrich von Seinsheim, dal grande progettista di giardini boemo Johann Prokop Mayer che divise l'aria del parco in 3 zone: il Giardino orientale, il Giardino meridionale e un giardino di dimensioni ridotte.

Prima della costruzione della Residenz i principi-vescovi risiedevano nella fortezza Marienberg. Fondata nel 1201, è stata rimaneggiata a più riprese lungo i secoli: dalla fine del '500 il castello ha ricevuto il suo aspetto rinascimentale, nel '600 fu barocchizzato e venne realizzato il grande parco.

Degni di nota anche:

- il duomo St. Kilian, capolavoro romanico dell'XI-XII secolo con l'annessa cappella funeraria degli Schönborn realizzata da Neumann,

- il Neumünster, edificata sulla tomba dei tre santi irlandesi Kilian, Kolonat e Totnan, martirizzati nel 689, e rifatta in epoca barocca (ammirare la bellezza della facciata ondulata),

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- la Marienkapelle, chiesa tardogotica costruita con i contributi dei cittadini a partire dal 1377,

- la Stift Haug, mirabile opera dell'italiano Antonio Petrini (1670-1691) con un affresco del Tintoretto sull'altare maggiore, e

- la Franziskanerkirche, sede della prima comunità francescana della Germania (1221).

Da vedere ancora l'Alte Mainbrücke, l'antico ponte sul Meno abbellito da una serie di statue di santi.

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NORIMBERGA

Con oltre 500.000 abitanti, Norimberga è il secondo centro economico e culturale della Baviera dopo Monaco. All'epoca del Sacro Romano Impero era una delle principali sedi politiche dell'Europa.   L'origine della città risale al 1050, quando viene citata per la prima volta; nel 1219 l'imperatore Federico II le concede il titolo di "Città Libera" dell'Impero,

che mantiene fino al 1806. Il periodo d'oro di Norimberga si colloca a cavallo tra il '400 e il '600 quando fioriscono molte attività commerciali e artigianali: lavorazione dell'oro, strumenti di precisione, editoria. Tra gli scultori e i pittori della zona citiamo un solo nome per tutti: Albrecht Dürer, massimo esponente della

pittura tedesca rinascimentale.La sua casa (Albrecht-Dürer-Straße 39) dove Dürer visse e operò dal 1509 fino alla morte, che lo colse il 6 aprile 1528, è oggi un museo aperto al pubblico e la potremo osservare dall’esterno.  Dopo un periodo di crisi la città rinasce economicamente nel corso dell'Ottocento con la specializzazione nell'industria dei giocattoli mentre nella prima metà del '900 la sua fama si tinge di nero e morte: Hitler la sceglie per i grandi congressi del partito nazionalsocialista, qui vengono promulgate le prime leggi razziali (1935) e subito dopo la fine della seconda guerra mondiale qui si svolge il Processo di Norimberga (20 novembre 1945 - 1 ottobre 1946) nel quale un tribunale militare internazionale composto da Gran Bretagna, Francia, USA e URSS giudicò i crimini dei gerarchi nazisti, molti dei quali vennero condannati a morte per impiccagione. La nostra visita della città sarà forzatamente al mattino presto e quindi non tutto ciò che descriviamo sotto potrà essere visto.Di certo vedremo le possenti mura di cinta, erette tra il XIV e il XV secolo, che, estendendosi per 5 km, racchiudono la parte più antica di Norimberga. Sono costituite da due cinte, quella interna alta circa 8 m con camminamento e quella

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esterna alta circa 15 m, circondata in origine da un fossato ricoperto nel XIX secolo per ricavarne i viali (graben). Le mura hanno circa 80 torri difensive.

Il monumento più imponente e maestoso è sicuramente il Burg, la grande fortezza della città eretta nel 1039 come residenza degli imperatori per poi diventare nel '400 cittadella militare. Dalla collina su cui si trova si può ammirare un bellissimo panorama.

Da qui una discesa ci porterà verso la Casa di Dürer descritta in alto e alla Pilatushaus contraddistinta dalla statua di S. Giorgio in armatura con il drago verde ai suoi piedi e cosiderata la più bella casa di Norimberga. Entrambe si trovano nel quartiere scampato ai bombardamenti, il Tiergartnertor. Esse creano un caratteristico e colorato quadretto, completato dall'atmosfera dei ristoranti tipici che si affacciano sulla piazza e dalla scultura in bronzo di una grossa lepre, omaggio al famoso acquerello “Il Leprotto” di Dürer

(vedi accanto).    

Proseguendo verso sud-est nella Bergstrasse giungeremo alla Sebalderplatz dove sorge l’omonima chiesa (San Sebaldo), cattedrale tardo romanica che fu uno dei centri della riforma protestante nel '500. Fiancheggiamo la chiesa sul lato sud e arriviamo all’Altes Rathaus, un imponente edificio del XIV sec,

trasformato nel XVII sec in una specie di palazzo italiano.Sul lato destro vi è la popolare fontana dell’omino con le oche.

Poco più avanti eccoci nella piazza principale di Norimberga, la Hauptmarkt che fin dal Medioevo fu il principale punto d'incontro della città. Ogni anno, nel mese di dicembre, qui si svolge il Christkindlesmarkt, il più famoso mercatino natalizio della Germania. Nella piazza fatevi catturare l'occhio dalla Schöner Brunnen,

una originale fontana a forma di pinnacolo - risalente alla fine del '300 e alta 19 metri - che ospita un prezioso lavoro di oreficeria: statue di eroi pagani e cristiani, Mosè e i sette profeti, i Padri della Chiesa e i quattro Evangelisti. Dietro la fontana ecco la Frauenkirche, la chiesa dedicata a Nostra Signora, in stile gotico, sulla cui facciata ogni giorno alle 12 si aziona il carillon (1509) con la sfilata delle statue di sette principi elettori (gli arcivescovi di Magonza, Colonia e Treviri, il re di Boemia, il duca di Sassonia, il margravio di Brandeburgo ed il conte del

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Palatinato) che si inchinano davanti all’imperatore. La scena evoca la Bolla d'oro con cui l'imperatore Carlo IV nel 1356 decretava che ogni re o imperatore neoeletto doveva indire la prima riunione del governo a Norimberga. Da qui occorre attraversare il Pegnitz per raggiungere quella che è considerata la più bella chiesa di Norimberga: St Lorenz, in stile gotico, la cui costruzione iniziò nel 1280 per concludersi alla fine del '400 con l'aggiunta delle due possenti torri campanarie. Da ammirare all'esterno il doppio portale con statue e incisioni raffiguranti episodi della vita di Gesù, all'interno il grande rosone e le vetrate, il coro e l'Engelsgruß (il saluto dell'Angelo a Maria nell'Annunciazione), realizzato da Veit Stoss nel 1517-18.Di fronte, sul sagrato della chiesa, vi è la casa più antica di Norimberga del XIII secolo, con bella facciata scolpita. Si tratta della Nassauer Haus, una casa a torre che oggi ospita un ristorante tra i migliori della città.

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MONACO

Monaco di Baviera è una stupenda città, una perfetta sintesi tra storia e modernità, tradizioni e divertimento.

Il centro storico, completamente chiuso al traffico, è ricco di monumenti e luoghi suggestivi, come Marienplatz con i suoi antichi mercati, i municipi e le chiese gotiche. Le tre famose Pinacoteche, vecchia, nuova a d’arte moderna, e l’interessante Deutsches Museum, sono i più importanti musei della città e ogni anno vengono visitati da milioni di appassionati.

Il nostro percorso inizierà probabilmente dalla Isartor dove la nostra guida ci attende: era il confine orientale della fortificazione cittadina, al tempo di Ludwig il Bavarese, del secolo XIV. E’ l’unica porta di Monaco la cui torre sia ancora intatta. Il dipinto murario che rappresenta il trionfo dell’imperatore Ludwig il Bavarese dopo la battaglia di Ampfinger nel 1322, è del secolo XIX.

La Piazza della Vergine Maria è il centro della città vecchia, dove si svolgeva nel Medioevo il mercato e dove ancora oggi si svolgono le tradizionali feste bavaresi e il caratteristico Mercatino di Natale.

Nella piazza si trova la Mariensaule, una colonna dedicata alla Vergine patrona della regione; essa simboleggia il ringraziamento in onore della "Patrona Bavariae" per il fatto che Monaco e Landshut furono risparmiate durante l’occupazione svedese. Le quattro figure infantili alate sul basamento, create originariamente per la Freuenkirche, simboleggiano i quattro flagelli della peste, della guerra, della fame e dell’eresia.

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Sempre nella piazza i due municipi e la Fischbrunnen (la fontana dei pesci), fino all’inizio del nostro secolo teatro del rituale del "Metzgersprung" (salto del macellaio) a cui dovevano sottoporsi i nuovi mastri macellai che si dovevano gettare nella fontana.

Il Nuovo Municipio è l’edificio più bello della piazza. Si distingue per il suo stile neogotico, la facciata ricca di sculture e per la sua alta torre dalla quale è possibile ammirare la catena delle Alpi. Sulla cima si trova il famoso simbolo di Monaco di Baviera: il Munchner Kindl. L’attrattiva principale del municipio è, però, il Glockenspiel, il suo magnifico orologio mobile che rappresenta le due scene storiche delle nozze del duca Guglielmo e la danza contro la peste dei bottai. Ogni giorno alle ore

11 (da maggio a ottobre anche alle 13, 17 e 21) il Glockenspiel, con 32 figure di grandezza quasi naturale, racconta la storia della città: le nozze del duca Wilhelm V con Renata di Lothringen e il torneo cavalleresco che seguì, la "Schefflertanz", che dal 1517 viene danzata ogni 7 anni per celebrare la gioia per la fine della morte nera (la peste). Anche oggi ogni 7 anni i danzatori scendono in tutte le strade più frequentate della città ballando e sbeffeggiando il timore della peste dipingendodi nero il viso dei passanti.

La facciata del Nuovo Municipio, lunga quasi 100 m, è adornata di figure e ornamenti di duchi, principi e re bavaresi, di allegorie, figure leggendarie e santi.

I cortili interni sono costruiti sull’esempio dei cortili dei castelli medioevali, con torre con scala a chiocciola, case con scale strette e ripide e ampi vestiboli con scale.

Più arretrato nella piazza e più sobrio è l’Altes Rathaus con una bella facciata gotica e il campanile a torricelle.

A sud di Marienplatz, sull’altura del Petersbergl (monticello di Pietro), c’è appunto la chiesa di S.Peter, la più antica chiesa della città; qui si erano insediati i monaci

Page 35: docvadis - sito creato dai medici per i pazienti€¦ · Web view(Maurischer Kiosk) con il suggestivo trono dei pavoni, il cui interno potremo vedere solo guardando dalla finestra,

fondatori della città. Il campanile con la caratteristica cupola a lanterna è alto 91 m. ed è uno dei simboli di Monaco.

Vicino alla Chiesa di San Pietro si trova il Viktualienmarkt, con i suoi negozietti e banchi di tutti i tipi. Il mercato alimentare ricco di tradizione, nel cuore di Monaco, ha qui la sua sede dall’inizio del secolo XIX. Il vivacissimo mercato, ricco di colori e odori, viene ancora oggi caratterizzato dalla tradizionale corporazione delle venditrici di verdura.

Senz’altro da vedere è la Cattedrale di Nostra Signora  (Dom zu Unserer Lieben Frau) costruita nel XV secolo in stile

tardogotico e riconoscibile dai suoi mattoncini rossi e dalle sue alti torri e i suoi bulbi. È la più grande chiesa della Germania del sud. Fu costruita grazie al contributo economico dei cittadini e dei pellegrini. È alta 109 m, larga 40 m e fu realizzata in meno di 30 anni.

Sobria nel disegno la cattedrale è a 3 navate di 31 m di altezza separate da colonne ottagonali. Da ammirare all’interno gli stalli del coro e,

all’ingresso del coro, una statua lignea del 1502: “l’uomo dei dolori”.

Cercate anche, accanto alla porta d’ingresso, all’interno del recinto della cattedrale, una impronta di piede: la leggenda dice che è quella del diavolo!

Monaco è la città nota anche per le birrerie; la più famosa si trova in piazza Platzl e si chiama Hofbraeuhaus. È senza dubbio la più celebre del mondo, fondata nel 1598 come birreria reale.

Vicino vi è un altro magnifico edificio di epoca medievale, l’Alte Hof (antica corte) del quale è visitabile solo il cortile.