DOCUMENTO PRELIMINARE E DI VERIFICA DI...

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COMUNE DI SERAVEZZA PIANO DI RECUPERO RIGUARDANTE L'AREA RR17, NELL'UTOE 1 (Seravezza) DENOMINATA "EX SEGHERIA PELLERANO" (con contestuale Variante semplificata al R.U. vigente) PROPRIETA': ABM INvest srl, Via del Palazzo n° 500, Seravezza legale rappresentante: sig. Georges Joseph Michon via Bologna n° 6, Viareggio PROGETTISTI: Arch. Maria Giovanna De Ciechi-Viareggio Arch. Giuseppe De Leo – Camaiore con Arch. Manuele Ferrari - Camaiore Arch. Patrizia Stranieri – Viareggio DOCUMENTO PRELIMINARE E DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA V.A.S. (articolo 12 D.Lgs. 152/2006 – art.li 22 e 23 L.R. 10/2010 e s.m.i.) V.A.S. a cura di Soc. Terre s.r.l.

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COMUNE DI SERAVEZZA

PIANO DI RECUPERO RIGUARDANTE L'AREA RR17, NELL'UTOE 1

(Seravezza) DENOMINATA "EX SEGHERIA PELLERANO"

(con contestuale Variante semplificata al R.U. vigente)

PROPRIETA': ABM INvest srl, Via del Palazzo n° 500, Seravezza

legale rappresentante: sig. Georges Joseph Michon

via Bologna n° 6, Viareggio

PROGETTISTI: Arch. Maria Giovanna De Ciechi-Viareggio Arch. Giuseppe De Leo – Camaiore

con Arch. Manuele Ferrari - Camaiore Arch. Patrizia Stranieri – Viareggio

DOCUMENTO PRELIMINARE E DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA V.A.S.

(articolo 12 D.Lgs. 152/2006 – art.li 22 e 23 L.R. 10/2010 e s.m.i.)

V.A.S. a cura di

Soc. Terre s.r.l.

PIANO DI RECUPERO RIGUARDANTE L'AREA RR17,

NELL'UTOE 1 (Seravezza) DENOMINATA "EX SEGHERIA PELLERANO"

(con contestuale Variante semplificata al R.U. vigente)

DOCUMENTO PRELIMINARE E DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA V.A.S.

(articolo 12 D.Lgs. 152/2006 – art.li 22 e 23 L.R. 10/2010 e s.m.i.)

INDICE 1. QUADRO DI RIFERIMENTO GENERALE ............................................................................................... 3

1.1. Riferimenti legislativi e normativi per la V.A.S.................................................................................... 3

1.2. Disposizioni e disciplina del R.U. vigente .......................................................................................... 4

1.3. Quadro di riferimento ambientale (R.U. e P.S. vigenti) ...................................................................... 6

1.4. Disciplina del P.I.T. con Valenza di P.P.R. e altri vincoli sovraordinati ................................................ 9

1.5. Quadro conoscitivo del P.d.R. e rilievo dello stato attuale ............................................................... 13

2.QUADRO PROGETTUALE E DI FATTIBILITA’ ........................................................................................ 14

2.1. Quadro progettale del P.d.R. ........................................................................................................... 14

2.2. Contestuale Variante semplificata al R.U. vigente ........................................................................... 15

2.3. Quadro geologico e fattibilità delle previsioni .................................................................................. 16

3. QUADRO VALUTATIVO .......................................................................................................................... 19

3.1. Caratteriste del P.A. (azioni) in rapporto ai criteri di legge ............................................................... 19

3.2. Caratteristiche degli impatti (potenziali) in rapporto ai criteri di legge .............................................. 21

3.3. Esclusione dalla V.A.S. del P.A. e della contestuale variante al R.U. .............................................. 22

3.4. Verifica preliminare di conformità del P.A. e della variante al R.U. al P.P.R. .................................... 22

……………………..………. P.d.R. Area RR17 – UTOE n. 1 (Seravezza) con contestuale Variante al R.U.

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1. QUADRO DI RIFERIMENTO GENERALE

1.1. Riferimenti legislativi e normativi per la V.A.S. I principali riferimenti legislativi, normativi e regolamentari da prendere in considerazione per la definizione dei contenuti e delle modalità di redazione del presente documento (Verifica preliminare e di assoggettabilità alla V.A.S.) sono la Legge Regionale 10/2010 per quanto concerne il procedimento di Valutazione Ambientale e Strategica ed in particolare gli articoli 5 (ambito di applicazione) e 5bis (Atti di governo del territorio soggetti a V.A.S.), così come risulta da ultimo modificata con la L.R. 17/2016. L’articolo 5 bis stabilisce in particolare che (comma 1) “… i comuni, nell’ambito della rispettiva

competenza, provvedono all’effettuazione della V.A.S. sugli atti di cui agli articoli 10 e 11 della

L.R. 65/2014 …” (comma 1). Inoltre “… non sono sottoposti a V.A.S. né a verifica di

assoggettabilità i piani attuativi, comunque denominati, che non comportino variante, quando

lo strumento sovraordinato sia stato sottoposto a V.A.S. …” (comma 2). Tuttavia l’articolo 5 stabilisce che “… l’effettuazione della V.A.S. è subordinata alla preventiva

valutazione, effettuata dall’autorità competente secondo le disposizioni di cui all’articolo 22

[Procedura di verifica di assoggettabilità alla V.A.S.] della significatività degli effetti ambientali,

[…] nei casi di piani e programmi che determinano l’uso di piccole aree a livello locale e le

relative modifiche che definiscano o modifichino il quadro di riferimento per la realizzazione dei

progetti …” (comma 3 lettera a); nonché “…. le modifiche minori di piani e programmi … “

(comma 3 lettera b). In considerazione inoltre che il Piano attuativo di che trattasi comporta una variante semplificata al R.U. vigente (di minima entità e relativa alla riconsiderazione dei parametri urbanistici assegnati al P.A. dallo stesso R.U. nel rispetto del dimensionamento del P.S.) e il R.U. vigente non è stato oggetto di V.A.S. ma esclusivamente di Valutazione Integrata (oggi abrogata e sostituita dalla V.A.S.), risulta evidente che detto piano attuativo (nonchè la relativa e contestuale Variante di R.U.) è da assoggettarsi preliminarmente a verifica di assoggettabilità alla V.A.S. in applicazione ai riferimenti normativi precedentemente richiamati. In questo caso quindi la preventiva valutazione (di cui all’articolo 5 comma 3) è effettuata secondo le modalità di cui al comma 3 dell’articolo 6 del D.LGS. 152/2006, tenendo a riferimento il procedimento specificatamente indicato all’articolo 22 ed i criteri indicati all’allegato I della stessa L.R. 10/2010. Ai fini dell’assoggettabilità alla V.A.S. i criteri indicati dalla legge sono: 1. Caratteristiche del piano o programma, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: - in quale misura il piano o programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed

altre attività, o per quanto riguarda l’ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse;

- in quale misura il piano o programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati;

- la pertinenza del piano o programma per l’integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile;

- problemi ambientali relativi al piano o programma; - la rilevanza del piano o programma per l’attuazione della normativa comunitaria nel settore

dell’ambiente (ad es. piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque);

2. Caratteristiche degli impatti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: - probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli impatti;

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- carattere cumulativo degli impatti; - natura transfrontaliera degli impatti; - rischi per la salute umana o per l’ambiente (ad es. in caso di incidenti); - entità ed estensione nello spazio degli impatti (area geografica e popolazione

potenzialmente interessate); - valore e vulnerabilità dell’area che potrebbe essere interessata a causa: delle speciali

caratteristiche naturali o del patrimonio culturale; del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite; dell’utilizzo intensivo del suolo;

- impatti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale.

Nei successivi capitoli e paragrafi del presente documento, tenendo conto dei riferimenti regolamentari e normativi richiamati, sono dunque riportati i contenuti, le indicazioni conoscitive e propositive, le considerazioni e argomentazioni per la corretta formulazione delle decisioni circa l’assoggettabilità (o meno) del Piano attuativo in oggetto (ma anche della contestuale Variante semplificata di R.U.) ai procedimenti di V.A.S..

1.2. Disposizioni e disciplina del R.U. vigente Il Regolamento Urbanistico (R.U.) del Comune di Seravezza prevede la formazione di diversi Piani attuativi, volti a dare concreta ed operativa esecuzione alle politiche e alle Strategie di Sviluppo territoriale indicate dal P.S. vigente, con particolare riferimento alle “Aree di recupero e rinnovo urbano” e ancora più nello specifico alle “Strutture e complessi urbani degradati:

riorganizzazione del tessuto edilizio”, classificate RR. Ai sensi dell’articolo 60 dello stesso R.U. tali strutture e complessi urbani “… comprendono spazi aperti ed edifici esistenti, di impianto

storico e/o di recente formazione che presentano generalmente un’organizzazione spaziale e

funzionale non risolta, fenomeni evidenti di abbandono, degrado fisico, igienico – sanitario,

tipologico e funzionale. Posti all’interno delle U.T.O.E., sono di norma collocati in ambiti

significativi degli insediamenti esistenti, spesso anche all’interno di nuclei storici o tessuti edilizi

di impianto storico: generalmente in posizione centrale, lungo la viabilità principale comunque

in forte relazione spaziale con i percorsi, gli spazi pubblici e gli insediamenti. Costituiscono aree

su cui programmare interventi finalizzati a migliorare la qualità urbana, ad equilibrare la

dotazione di attrezzature e standard urbanistici in continuità con il tessuto urbano ed edilizio

esistente …”.

Si tratta dunque di aree individuate al fine di perseguire gli indirizzi di carattere strategico e le prescrizioni operative riconosciute dal P.S. per le U.T.O.E. per le quali il R.U. prevede l’eliminazione dei fenomeni di degrado evidenziati nel quadro conoscitivo e la contestuale realizzazione di “nuove parti organiche di città”, strettamente relazionate con i tessuti urbani contermini, in modo da garantire la riqualificazione dei contesti insediativi e il miglioramento complessivo della qualità delle stesse U.T.O.E., nonché la formazione degli spazi pubblici a servizio della comunità. Per queste aree il R.U. prevede di norma interventi edilizi di “Ristrutturazione Urbanistica” da realizzarsi mediante preventivo Piano di Recupero di iniziativa privata. A tal fine per ogni singola area (denominata partizione spaziale e contraddistinta con apposita simbologia e con codice identificativo univoco alfanumerico), il R.U. indica mediante apposita scheda norma, riportate in una apposita appendice alle norme, specifiche “prescrizioni esecutive di dettaglio”, disciplinando in particolare (articolo 60): - l’ambito spaziale di riferimento che costituisce unità minima di intervento; - gli obiettivi e le finalità da conseguire con l’intervento di riorganizzazione del tessuto

edilizio;

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- le superfici di riferimento (territoriale e fondiaria) per l’attuazione degli interventi; - le superfici e gli spazi da realizzare e cedere contestualmente e gratuitamente al comune; - le modalità di attuazione e convenzionamento e gli eventuali vincoli sovraordinati; - i parametri urbanistico-edilizi (alloggi, volumetria residenziale, altra volumetria, altezza,

rapporto di copertura, superficie utile lorda); - le destinazioni d’uso ammesse in relazione ai parametri urbanistico-edilizi; - la fattibilità idraulica, geomorofologica e sismica, con indicazioni e prescrizioni volte a

evitare la vulnerabilità delle risorse eventualmente interessate, allegate alle indagini geologico tecniche;

- le prescrizioni operative per la realizzazione di spazi pubblici e misure di compensazione a carico dei proponenti;

- le misure di mitigazione da realizzare a carico dei proponenti in relazione al procedimento di valutazione integrata;

- le eventuali misure di perequazione da realizzare a carico dei proponenti anche in partizioni spaziali esterne;

- le eventuali ulteriori indicazioni tipologiche e morfologiche e prescrizioni operative di dettaglio.

La disciplina contenuta nelle Schede norma è da intendersi vincolante e prescrittiva per la formazione del Piano attuativo e l’attuazione degli interventi previsti. Nello specifico dell’area RR17 - Area “ex segheria Pellerano” situata a est del ponte dell’Ascolina ai limiti del perimetro dell’UOTE n. 1 (Seravezza), sono obiettivi e finalità individuate dal R.U. “… il recupero degli edifici esistenti e degli spazi aperti mediante interventi

di ristrutturazione urbanistica per la riqualificazione del tessuto insediativo posto al margine

ovest dell’utoe, nei pressi del Complesso Mediceo, con la cessione di spazi pubblici e la

realizzazione di opere per il miglioramento delle viabilità pedonale …” . I Parametri urbanistici ed edilizi per la formazione del Piano attuativo (di recupero): - Superficie territoriale (St): 2.400 mq. Si tratta dell’intera superficie delle aree interne alla

zona RR. - Superficie fondiaria (Sf): 2.400 mq. È la superficie delle aree che rimane privata dove

potranno essere eseguiti gli interventi edilizi ammessi. - Superficie standard (Ss): 0 mq. È la superficie delle aree interne alla zona da cedere

gratuitamente all’amministrazione comunale, dove realizzare le previsioni urbanistiche relative agli standard individuati.

- Alloggi residenziali consentiti: n° 4. - Volumetria residenziale massima: .220 mc. - Altra volumetria ammessa: 2.400 mc di Commerciale/Direzionale - Superficie Utile Lorda massima ammessa: 420 mq residenziale e 750 mq

commerciale/direzionale. - Altezza massima consentita: 10 ml. - Rapporto di copertura massimo: 0,25 mq/mq di S.f.. - Destinazioni d’uso ammesse: Residenziale, Commerciale, Direzionale. E’ individuata inoltre come prescrizione per la qualità degli insediamenti (spazi pubblici e misure di compensazione) la realizzazione cessione di un fondo della dimensione di 400 mc. Ulteriore misura di perequazione esterna alla previsione è la realizzazione di un percorso pedonale sul bordo esterno del ponte dell’Ascolina. E’ da precisare che le previsioni del R.U. precedentemente elencate e descritte, nell’ambito della formazione del Piano attuativo sono oggetto di contestuale variante semplificata come descritto al successivo paragrafo 2.2.

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1.3. Quadro di riferimento ambientale (R.U. e P.S. vigenti) Il R.U. in ottemperanza al quadro valutativo allestito ed espletato dal P.S. vigente predispone appropriate “schede prescrittive di valutazione” (V.A.S. e V.I.) relative alle singole e specifiche previsioni potenzialmente comportanti trasformazioni urbanistiche del territorio. Pertanto nel caso specifico dell’area classificata “RR.17” è presente una specifica scheda valutativa di riferimento per la formazione del Piano Attuativo, predisposta all’interno della valutazione integrata (V.I.) del R.U., nonché un’ulteriore matrice valutativa di livello generale riferita all’intera U.T.O.E. che considera e valuta gli effetti di natura cumulativa determinati dall’insieme delle previsioni individuate dal R.U.. La specifica Scheda di valutazione (di seguito riportata in estratto) si articola in diverse sezioni che prendono in considerazione, secondo passaggi consequenziali già stabiliti dal P.S., gli aspetti e i momenti di tipo analitico e conoscitivo, quelli di carattere interpretativo e valutativo, quelli progettuali, nonchè quelli prescrittivi per l’attuazione delle previsioni e l’esecuzione degli interventi corredati delle specifiche misure di mitigazione, compensazione e perequazione definite sulla base delle indicazioni e delle direttive contenute nella disciplina del R.U..

In particolare la Scheda risulta articolata e organizzata in diverse sezioni tematiche di seguito descritte e puntualizzate, che complessivamente riportano un quadro esaustivo di informazioni e valutazioni di carattere territoriale, ambientale e paesaggistico che risultano il quadro di riferimento generale per la formulazione delle attività di valutazioni degli strumenti attuativi del R.U.. In particolare si ha: a) Riferimenti normativi del P.S. e caratteristiche dell’intervento.

Comprende, in funzione della specifica localizzazione cartografica della previsione urbanistica, la puntuale identificazione degli elementi di interazione e compatibilità con la disciplina del P.S.

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vigente, nonchè la sintesi dei principali riferimenti dimensionali definiti dalle schede norma del R.U. In particolare sono indicati: - per le previsioni di P.S.: Sistema territoriale e sub-sistema territoriale, U.T.O.E., Sistemi

funzionali e sub-sistemi funzionali, Invarianti Strutturali, potenzialmente interessati dalla trasformazione. In questo quadro è indicato, per ogni elemento e contenuto del P.S. individuato, la sintesi dei livelli di coerenza raggiunti e desunti sulla base delle valutazioni strategiche di coerenza effettuate a livello generale. I livelli di coerenza, individuati con appropriata simbologia, sono indicati secondo la seguente ponderazione scalare: molti soddisfacenti, soddisfacenti, insoddisfacenti;

- per le previsioni di R.U.: Tipo di partizione spaziale, superficie territoriale, superficie fondiaria, superficie a standard urbanistici e spazi pubblici da cedere al comune, parametri del dimensionamento.

La sezione riporta infine l’estratto cartografico del quadro progettuale del R.U. nel quale risulta localizzata la previsione.

b) Riferimenti valutativi del P.S. (componenti ed elementi territoriali interessati).

Comprende tre liste di controllo deducibili dalla disciplina della sostenibilità del P.S., volte ad individuare le componenti e gli elementi territoriali da prendere prioritariamente in considerazione ed eventualmente interessati dalle trasformazioni secondo l’articolazione definita dal quadro progettuale e dagli elementi per la valutazione ambientale del P.S.. In particolare le liste di controllo presenti riguardano: - gli elementi e componenti territoriali (tipologie di risorse dei Sistemi e Sub-sistemi

territoriali) ritenuti risorse essenziali del territorio di Seravezza (territorio aperto e rurale, insediamenti e permanenze storiche, insediamenti recenti, rete infrastrutturale, strutture geologiche);

- gli elementi e componenti territoriali, da prendere prioritariamente in considerazione, ai fini dell’individuazione delle aree e dei beni di rilevanza ambientale e ritenuti elementi territoriali delle Invarianti Strutturali. Essi fanno riferimento a geologia e idrogeologia, territorio aperto, insediamenti e ai beni storico – culturali, attrezzature pubbliche, infrastrutture per la mobilità;

- gli elementi e le e componenti territoriali costituenti fattori criticità e/o degrado (Elementi per la mitigazione delle criticità territoriali). Essi fanno riferimento a geomorfologia, idrogeologia, aspetti idraulici, territorio aperto, insediamenti.

Le liste di controllo precedentemente sintetizzate sono munite di apposite colonne identificative che consentono di segnalare, tenendo e riferimento gli elaborati cartografici richiamati, le componenti, gli elementi e fattori interessati dalla previsione. In questo caso con apposita simbologia è inoltre indicato il livello e il probabile effetto di interferenza e relazione rispetto alla definizione localizzativa della trasformazione secondo le seguenti possibilità: interferenza con livello di attenzione, interferenza senza livello di attenzione.

c) Gestione e controllo delle risorse. (fattori ed indicatori ambientali interessati).

Comprende una lista di controllo redatta sulla base degli esisti del quadro conoscitivo di dettaglio svolto nell’ambito del processo di formazione del R.U. ed in particolare del Rilievo Urbanistico del territorio. In questo quadro secondo l’articolazione in risorse definita dal P.S. sono indicati i fattori e gli indicatori ambientali eventualmente interessati dalla previsione articolati secondo le seguenti tipologie: aria e rumore, acqua, suolo, rifiuti ed energia, flora e fauna, città e sistemi degli insediamenti, sistemi infrastrutturali e tecnologici. Anche in questo caso come nel precedente con apposita simbologia è inoltre indicato il livello e il probabile effetto di interferenza e relazione rispetto alla definizione localizzativa della trasformazione

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secondo le seguenti possibilità: interferenza con livello di attenzione, interferenza senza livello di attenzione. Al fine di meglio cogliere ed individuare le interferenze sopradescritte la sezione è inoltre corredata da estratti cartografici e ortofotografici dell’area oggetto di potenziale trasformazione con rappresentati e sintetizzati i principali riferimenti desumibili dal quadro conoscitivo di dettaglio del R.U..

d) Sintesi della valutazione.

Comprende una descrizione di sintesi (di natura interpretativa e valutativa) degli esiti della valutazione ambientale svolta alle due differenti scale (P.S. e R.U.) e la descrizione degli eventuali effetti potenzialmente indotti dalle trasformazioni eventualmente previste dal R.U. sia di natura strategica che di compatibilità ambientale. Allo stesso tempo sono indicati, anche ai fini di un corretto sviluppo delle progetto esecutivo o del Piano attuativo (il caso oggetto di questo documento) i vincoli sovraordinati (idraulici, idrogeologici, sanitari, paesaggistici, ambientali, tecnologici, ecc.) da tenere in considerazione e riferimento in fase di attuazione del R.U..

e) Conclusioni della valutazione.

Comprende la parte di carattere progettuale e normativo del processo di valutazione ambientale e strategica (nonchè integrata) ed indica, sulla base di quanto emerso nelle sezioni precedenti ed in particolare nelle sintesi interpretative e valutative, le regole e prescrizioni da rispettare nell’attuazione delle previsioni e nella realizzazione degli interventi urbanistico edilizi. In particolare secondo la metodologia adottata il R.U. può esprimere, ove ritenuto necessario dal processo valutativo svolto,: - approfondimenti di natura conoscitiva e valutativa da effettuare in sede di formazione dei

titoli abilitativi convenzionati e/o dei piani attuativi; - misure di mitigazione e compensazione da realizzare une, con particolare attenzione per la

qualità e la dislocazione delle dotazioni territoriali e degli spazi pubblici da cedere gratuitamente al comune, nonchè per la tutela e valorizzazione di eventuali risorse territoriali;

- misure di perequazione da realizzare, con particolare attenzione per gli interventi e le opere da realizzare e cedere gratuitamente al comune, anche in ambiti esterni a quello oggetto di trasformazione;

- indicazioni tipologiche e morfologiche, con particolare riferimento alla qualità e consistenza dei nuovi insediamenti;

- fattibilità geologico-tecnica (sintesi delle schede di fattibilità definite nell’ambito delle indagini geologico-tecniche).

Nello specifico caso dell’area soggetta a P.A., il processo valutativo del R.U. si esprime con le seguenti conclusioni, aventi valore prescrittivo: “… l’intervento va ad agire su un’area produttiva degradata sulla sponda del Vezza, andando

quindi a mitigare le criticità territoriali degradate. Particolare attenzione andrà posta alle

prescrizioni dettate dal Vincolo Idrogeologico e alle distanze di rispetto dall’elettrodotto. Dovrà

essere posta particolare attenzione alle emissioni da combustione civile, ai consumi energetici,

alla gestione rifiuti, alla risorsa acqua, in particolare prevedendo il ricorso ad energie

rinnovabili. Dovrà essere completato l’allacciamento alle reti tecnologiche. L’intervento è

coerente con gli obiettivi del sistema e sub sistema territoriale, dell’U.T.O.E. e ai Sistemi

Funzionali, in particolare quello per la crescita sociale e cultura della comunità …”.

In questo quadro occorre altresì precisare che la stessa scheda di valutazione, nel considerare le diverse potenziali interferenze, non individua alcuna conseguente misura (di mitigazione, compensazione e perequazione), nonché alcuna indicazione tipologica e morfologica di tipo prescrittivo per il P.A.. Complessivamente pertanto la valutazione riscontra un sostanziale

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profilo di compatibilità (ambientale) della previsione di P.A. e un riscontro positivo della natura positiva degli effetti sul sistema delle risorse considerate.

1.4. Disciplina del P.I.T. con Valenza di P.P.R. e altri vincoli sovraordinati Con deliberazione di C.C. n. 37 del 27 marzo 2015 la Regione Toscana ha definitivamente approvato la Variante di implemetazione ed integrazione del Piano di Indirizzo Territoriale (P.I.T.) vigente, con valenza di Piano Paesaggistico regionale (P.P.R.). Per la struttura del P.I.T. e la sua articolazione, in Statuto del Territorio e Strategia dello Sviluppo, i contenuti del P.P.R. sono confluiti nella parte a contenuto Statutario dello stesso P.I.T.. Il piano approvato (in conformità con le disposizioni di cui alla L.R. 65/2014 nel frattempo approvata), quale strumento di pianificazione con specifica considerazione dei valori paesaggistici, “… persegue la promozione

e la realizzazione di uno sviluppo socio-economico sostenibile e durevole e di un uso

consapevole del territorio regionale, attraverso la riduzione dell’impegno di suolo, la

conservazione, il recupero e la promozione degli aspetti e dei caratteri peculiari della identità

sociale, culturale, manifatturiera, agricola e ambientale del territorio, dai quali dipende il valore

del paesaggio toscano …”. In applicazione del Codice per i beni culturali e il paesaggio (Codice), ai sensi di quanto previsto nella L.R. 65/2014, il P.I.T. con valenza di P.P.R. contiene in particolare a) l’interpretazione della struttura del territorio della quale vengono riconosciuti i valori e le

criticità degli elementi fisici, idrogeologici, ecologici, culturali, insediativi, infrastrutturali che connotano il paesaggio regionale;

b) la definizione di regole di conservazione, di tutela e di trasformazione, sostenibile e compatibile con i valori paesaggistici riconosciuti, della suddetta struttura territoriale;

c) la definizione di regole per la conservazione e valorizzazione dei beni paesaggistici; d) la definizione degli indirizzi strategici per lo sviluppo socio-economico del territorio

orientandolo alla diversificazione della base produttiva regionale e alla piena occupazione; e) le disposizioni relative al territorio rurale in coerenza con i contenuti e con la disciplina

contenuta nella L.R. 65/2014 e con l'articolo 149 del Codice. Il piano regionale inoltre, quale strumento di pianificazione con specifica considerazione dei valori paesaggistici, “… unitamente al riconoscimento, alla gestione, alla salvaguardia, alla

valorizzazione e alla riqualificazione del patrimonio territoriale della Regione, persegue la

salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e la promozione dei valori paesaggistici

coerentemente inseriti nel singoli contesti ambientali …”; […] disciplina l'intero territorio

regionale e contempla tutti i paesaggi della Toscana …”. Nel dettaglio sono contenuti specifici dello Statuto del territorio (articolo 3): a) la disciplina relativa alle quattro “Invarianti strutturali”, comprendente la definizione e gli

obiettivi generali, nonchè l’individuazione dei caratteri dei valori e delle criticità e con indicazioni per le azioni con riferimento ad ogni specifico elemento costitutivo (morfotipi) specificatamente riferiti all’Abaco regionale appositamente allestito (abachi delle invarianti) e ai corrispondenti elaborati cartografici di livello regionale, ulteriormente dettagliati alla scala dei de diversi ambiti di paesaggio;

b) la disciplina relativa ai 20 “Ambiti di paesaggio”, mediante i quali risulta in dettaglio descritta, interpretata e articolata la Toscana, specificatamente contenuta nelle "Schede degli ambiti di paesaggio" costituita da obiettivi di qualità, gli indirizzi per le politiche e le direttive da recepire e declinare nella pianificazione territoriale di livello provinciale e locale;

c) la disciplina dei “Beni paesaggistici”, propriamente riportata in un apposito allegato alle norme del piano contenente oltre gli obiettivi e le direttive di livello generale: - per Beni ex art. 136 del Codice; gli indirizzi, le direttive e le specifiche prescrizioni d’uso,

così come formulate per tutti gli immobili e le aree dichiarate di notevole interesse

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pubblico (vincolo diretto per decreto) nelle relative Schede norma comprensive delle cartografie ricognitive recanti la corretta individuazione, delimitazione e rappresentazione dello stesso bene vincolato;

- per i Beni ex art. 142 del Codice; gli obiettivi, le direttive e le specifiche prescrizioni d’uso comprensive delle indicazioni per la corretta individuazione, delimitazione e rappresentazione delle aree tutelate per legge (vincolo indiretto - ex Galasso).

d) la disciplina degli “Ulteriori contesti” ai sensi dell’articolo 143 del Codice, ovvero gli obiettivi e le direttive riferiti ai siti UNESCO.

e) La disciplina del “Sistema idrografico regionale”, comprendente obiettivi, direttive e prescrizioni facenti diretto riferimento alla L.R. 21/2012.

In sostanziale continuità e coerenza con il P.I.T. previgente e senza particolari elementi e contenuti di novità, la disciplina relativa alla “Strategia dello sviluppo territoriale” si arricchisce invece dei soli “Progetti di paesaggio” che risultano peraltro sostanzialmente collegati alle politiche di livello e scala regionale, il cui unico riferimento risulta indicato a livello di P.I.T./P.P.R. nel “Progetto per la fruizione lenta del paesaggio regionale”. Nel caso del P.A. è da prendere in considerazione la disciplina concernente gli Ambiti di paesaggio ed in particolare quella relativa all’ambito 2 Versilia e Costa Apuana e quella degli ulteriori contesti (Siti UNESCO). Per quanto riguarda invece la disciplina del “beni paesaggistici” formalmente riconosciuti, si rilevano soltanto (per una piccolissima area posta ai limiti del perimetro del P.A.) vincoli relativi alle sole aree tutelate per legge (ex Galasso) e nello specifico la categoria “territori coperti da foreste e da boschi”, di cui all’articolo142, comma1, lettera g) del Codice. Di seguito sono pertanto presi in considerazione i diversi elementi della disciplina in rapporto alle previsioni del P.A.. - Disciplina della Schema d’Ambito di paesaggio 2 “Versilia”

La scheda relativa all’ambito di paesaggio n° 2 “Versilia e costa apuana”, articolata in diverse sezioni tematiche, mette a sistema elementi descrittivi e di sintesi (interpretative) da un lato ed elementi progettuali dall’altro (invarianti strutturali). La sezione “Disciplina d’usosono in particolare riportati gli obiettivi di qualità e le direttive (da applicare negli strumenti della pianificazione urbanistica). In questo quadro ai fini del P.A. si rileva un potenziale livello di interrelazione con i seguenti obiettivi e le relative direttive correlate del P.I.T./P.P.R. che, tuttavia, riscontrano sostanziali profili di coerenza e conformità:

N. Obiettivo Direttive correlate

2 Salvaguardare il paesaggio della montagna, contrastare i processi di abbandono delle valli interne e recuperare il patrimonio insediativo e agrosilvopastorale della montagna e della collina

2.1 - contrastare i processi di spopolamento dell’ambiente montano e alto collinare delle valli interne con particolare riferimento alle valli del Vezza e del Rio Lombricese (M.te Matanna, M.te Prana) Orientamenti: - recuperare i centri montani e collinari a fini abitativi e di ospitalità

diffusa; - garantire l’offerta di servizi alle persone e alle aziende agricole; - migliorare l’accessibilità delle zone rurali anche rispetto ai servizi di

trasporto pubblico; - valorizzare i caratteri identitari dell’alta Versilia, favorendo lo

sviluppo di un’agricoltura innovativa che coniughi competitività economica con ambiente e paesaggio, promuovendone i prodotti e un’offerta turistica e agrituristica coerente con il paesaggio.

2.2 - tutelare e valorizzare il patrimonio storico–architettonico delle colline versiliesi costituito dalle testimonianze del sistema di difesa quali borghi fortificati, castelli, torri; 2.3 - evitare la dispersione insediativa e ridurre ulteriori consumi di suolo che erodano il territorio agricolo collinare; 2.4 - assicurare che eventuali nuove espansioni e nuovi carichi insediativi siano coerenti per tipi edilizi, materiali, colori ed altezze, e opportunamente inseriti nel contesto paesaggistico senza alterarne la qualità morfologica e percettiva; […]

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2.10 - mantenere la funzionalità e l’efficienza del sistema di regimazione idraulico-agraria e di contenimento dei versanti, mediante la conservazione e manutenzione delle opere esistenti o la realizzazione di nuove sistemazioni di pari efficienza idraulica coerenti con il contesto paesaggistico.

3 Recuperare e valorizzare le relazioni territoriali storiche fra montagna, collina, pianura e fascia costiera

3.1 - salvaguardare e valorizzare i collegamenti trasversali (pendoli interno-costa) che collegano le marine con i centri storici pedecollinari dell’entroterra (Carrara, Massa, Montignoso, Serravezza, Pietrasanta, Camaiore, Massarosa) attestati sull’asse Sarzanese-Aurelia, e con il sistema dei borghi collinari e montani favorendo le modalità di spostamento integrate, sostenibili e multimodali Orientamenti: • creare percorsi per la mobilità dolce e migliorare continuità dei tracciati esistenti; • creare nodi di scambio per trasporto intermodale, anche al fine di garantire una maggiore efficienza del trasporto collettivo; • tutelare e mettere a sistema i percorsi e gli spazi aperti residuali lungo i corsi d’acqua. […] 3.3 - valorizzare in maniera sinergica il patrimonio edilizio della costa e quello dell’entroterra ai fini di integrare la consolidata ricettività turistica costiera con forme di ospitalità diffusa anche attraverso il recupero di edifici produttivi e manufatti di archeologia industriale (ferriere, mulini, argentiere).

Da quanto indicato in tabella possono verificarsi solo potenziali elementi di interrelazione tra P.A. e componenti territoriali indicate dalla scheda dell’ambito di paesaggio. Tuttavia l’analisi delle direttive correlate evidenzia come il P.A., in quanto piano di recupero di un’area insediata e degradata, non contiene evidentemente “previsioni che comportano impegno di suolo non

edificato”, costituendo invece strumento in grado di assicurare il perseguimento di alcune delle direttive correlate richiamate. In questo quadro inoltre la stessa contestuale variante semplificata di R.U. risulta sostanzialmente conforme con la disciplina di P.I.T./P.P.R. non variando altro che le destinazioni funzionali riferite ai diversi parametri urbanistici ed edilizi conseguendo quindi obiettivi e finalità del tutto coerenti con quelli espressi in sede regionale (direttive correlate). In relazione alla complessiva disciplina paesaggistica è del tutto evidente, stante la tipologia del piano attuativo ed il suo contenuto, che risulta sostanzialmente impraticabile qualsiasi riscontro con le indicazioni formulate nella disciplina delle invarianti, così come rappresentate nella scheda d’ambito. In questo quadro tuttavia preme evidenziare come le finalità e gli obiettivi dello stesso P.A. e le relative previsioni conformative concorrano inevitabilmente a declinare gli “indirizzi per le azioni” di alcuni specifici “morfotipi” (sistema a ventaglio delle testate di valle delle Apuane) costitutivi dell’Invariante Strutturale III “Carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi”. - Disciplina dei “Beni paesaggistici” formalmente riconosciuti

Per quanto riguarda invece la verifica di conformità in relazione ai beni paesaggistici formalmente riconosciuti (solo indiretti – ex Galasso), evidenziando comunque la sostanziale assenza di interrelazioni dirette tra beni tutelati e previsioni oggetto di P.A., con esclusione di alcuni limitate e marginali porzioni di territorio interessaste da beni tutelati per legge (ex Galasso) ed in particolare da “territori coperti da foreste e da boschi (di cui all’articolo142,

Comma 1, lettera g), del Codice)”. In questo quadro tuttavia si evidenzia che dette aree risultano marginali al complesso architettonico interessato e in posizione assai distante dagli insediamenti esistenti da ristrutturare. Per dette aree il P.A. assicura la conservazione delle consistenze vegetazionali esistenti in coerenza con le direttive e le prescrizioni definite per la specifica tipologia di bene tutelato dal P.I.T./P.P.R., ma anche la complessiva riprogettazione degli elementi e delle forme di ambientazione con l’introduzione di filari alberati e siepi lungo la sponda fluviale.

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- Disciplina degli ulteriori contesti (Siti UNESCO)

Per quanto riguarda invece la disciplina degli ulteriori contesti (articolo 15) occorre precisare che il P.I.T./P.P.R. individua quali ulteriori contesti, ai sensi dell’articolo 143, comma 1, lettera e) del Codice, i Siti inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale Universale (WHL) dell'UNESCO. Per questi siti il P.I.T./P.P.R. dispone che gli strumenti della pianificazione territoriale, gli atti di governo del territorio, i piani di settore, i piani di gestione e gli interventi devono perseguire nei Siti UNESCO i seguenti obiettivi: - valorizzare e manutenere i paesaggi e il patrimonio culturale dei Siti inseriti nella Lista del

Patrimonio Mondiale Universale (WHL) dell'Unesco, attraverso politiche di gestione che costituiscano un esempio di eccellenza rispetto ai valori riconosciuti in un ottica di sviluppo sostenibile, salvaguardandone l’identità estetico-percettiva, storico culturale e paesaggistica;

- salvaguardare il patrimonio insediativo di valore storico-culturale, testimoniale ed identitario e i caratteri paesaggistici dell'intorno territoriale nelle loro componenti idro-geo-morfologiche ecosistemiche, vegetazionali e insediative, nonché le reciproche relazioni funzionali e percettive;

- assicurare il riconoscimento, la conoscenza e la permanenza delle identità locali che rafforzano l'autenticità e la valenza identitaria dei Siti.

Inoltre gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territori e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a definire per i Siti UNESCO misure di salvaguardia e di utilizzazione volte a (si riportano solo le indicazioni aventi attinenza con il P.A. in questione che risulta esterno ma contermine ad un Sito UNESCO): - individuare, riconoscere, tutelare e valorizzare i beni di eccezionale valore universale

rappresentati dall’insieme degli elementi materiali e immateriali che costituiscono il patrimonio culturale e naturale ricompresi all’interno dei Siti e l'immagine documentale e identitaria, nonché la memoria collettiva del territorio;

- individuare “l'intorno territoriale” inteso come spazio connesso morfologicamente, funzionalmente, storicamente e percettivamente al patrimonio insediativo di valore storico-culturale, identitario e testimoniale dei Siti, costituito da centri, borghi, nuclei e tessuti storici ed emergenze architettoniche, anche tramite la definizione di una perimetrazione cartografica;

- individuare i coni e i bersagli visivi (fondali, panorami, skyline) che si aprono verso i beni, con particolare riferimento a quelli che si aprono dai tracciati panoramici (tratti stradali e ferroviari) e dai punti di belvedere accessibili al pubblico;

- salvaguardare le relazioni funzionali e percettive tra patrimonio insediativo di valore storico- culturale e l'”intorno territoriale”: 1. mantenendo la leggibilità della struttura insediativa (con particolare riferimento a quella di crinale); 2. valorizzando i collegamenti storicamente consolidati con particolare riferimento al mantenimento della rete dei percorsi e sentieri; 3. evitando nuove espansioni e l'installazione di impianti che alterino l'integrità morfologica e percettiva dei centri e nuclei storici, nonché le visuali panoramiche che traguardano gli insediamenti e i rapporti di reciproca intervisibilità;

- individuare le zone di compromissione paesaggistica e gli elementi di disturbo delle visuali e promuovere gli interventi di riqualificazione, anche incentivando la delocalizzazione di manufatti, strutture e impianti non compatibili con la conservazione dei Siti;

- promuovere forme di fruizione turistica sostenibile salvaguardando i valori storici, paesaggistici, culturali e le tradizioni locali, favorendo lo sviluppo di un sistema turistico che

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riconnetta il Sito al territorio circostante, anche attraverso la creazione, il recupero e/o la riqualificazione delle risorse connettive multimodali, caratterizzate da modalità di spostamento sostenibili (quali ferrovie dismesse);

- promuovere la realizzazione di opere per l’accessibilità degli spazi urbani e delle strutture ai sensi del DPR 503/96, del DM 236/89, della LR 47/91, della L 104/92, della LR 47/91, della LR 65/2014, e del relativo regolamento tutti i luoghi della cultura, i beni culturali e paesaggisti, le viabilità ad essi afferenti con interventi strettamente rispondenti alle “linee guida per il superamento delle barriere architettoniche negli immobili vincolati” emanate dal MIBAC nel 2008.

Per quanto riguarda la disciplina paesaggistica dei cosiddetti “ulteriori contesti” sopra riportata, è del tutto evidente che il P.A., riguardante comune aree esterne al sito riconosciuto UNESCO, in quanto Piano di Recupero avente la finalità di riqualificazione di un’area artigianale dismessa e degradata, anche attraverso interventi di demolizione e ricostruzione volti a configurare nuovi assetti planivolumetrici, diverse configurazioni morfotipologiche e un coretto inserimento paesaggistico, risulta per sua natura conforme alle disposizioni del P.I.T./P.P.R., concorrendo alla sua declinazione e attuazione alla scala comunale.

1.5. Quadro conoscitivo del P.d.R. e rilievo dello stato attuale Il quadro conoscitivo del P.A., avente i contenuti e la forma di un Piano di recupero, si articola in due grandi sezioni tematiche: il regesto e la ricognizione dei quadri conoscitivi, interpretativi e valutativi degli strumenti della pianificazione territoriale e urbanistica vigenti, comprensivo dell’analisi dei vincoli sovraordinati e il successivo rilievo urbanistico e architettonico di dettaglio delle strutture e degli immobili interessati, comprensivo degli spazi aperti e pertinenziali. La prima sezione comprende in particolare: - Inquadramento territoriale: rappresentazione cartografica del territorio soggetto a piano di

recupero; - Inquadramento paesaggistico e ambientale: rappresentazione cartografica dell’area

soggetta a piano di recupero su foto aerea; - Individuazione dell’area soggetta a piano di recupero: perimetrazione dell’area soggetta a

piano di recupero; - Documentazione storica dell’area soggetta a piano di recupero, comprendente la

ricognizione bibliografica del materiale storico esistente (cartografie, catasti, pitture, fotografie) e la cartografia dell’evoluzione storica del tessuto insediativo.

- Riferimenti alla strumentazione urbanistica vigente e vincoli di legge: cartografie rappresentate per stralci contenenti la ricognizione dei riferimenti della pianificazione territoriale e dei vincoli di legge desunti dalle banche dati comunali;

- Permanenze storiche e beni culturali - ambientali. Rielaborazione della cartografia catastale con indicazione: degli usi storici prevalenti degli edifici e degli spazi aperti.

- Patrimonio edilizio esistente: raccolta per schede analitico descrittive dei dati relativi agli organismi architettonici e/o delle unità edilizie e degli spazi di pertinenza. Comprende una descrizione in cui confluiscono le seguenti informazioni: individuazione, localizzazione, denominazione, uso prevalente, descrizione delle tipologie e dei caratteri dell’edificio e di eventuali fattori ed elementi di degrado, stato di conservazione fisica e tipologica, documentazione fotografica, descrizione degli spazi aperti.

- Reti tecnologiche esistenti: rappresentazione della distribuzione delle reti tecnologiche esistenti.

La seconda sezione comprende indicativamente elaborati grafici e cartografici di rilievo dello stato attuale con la rappresentazione del complesso edilizio e delle consistenze immobiliari,

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delle infrastrutture tecnologiche e di rete, comprendenti anche le verifiche di legittimità in rapporto ai titoli abilitativi rilasciati (licenze di costruzione approvate). Il rilievo è corredato dalla documentazione fotografica in riferimento l'intorno ambientale, agli edifici e manufatti, agli spazi pertinenziali e alle strutture e agli spazi interrati. Di seguito è riportata una sintetica descrizione degli immobili interessati (estratta dalla relazione illustrativa di P.A.). “… L'edificio principale è costruito in mattoni pieni con copertura voltata a botte, a cui si

addossano diverse tettoie tamponate lateralmente necessarie alla movimentazione e alla

lavorazione dei blocchi di marmo. La destinazione del complesso è artigianale, essendo stato

utilizzato come laboratorio - segheria per la lavorazione del prodotto lapideo. Gli edifici, non più

utilizzati, versano oggi in mediocre stato di conservazione. Il piano interrato si presenta,

anch'esso voltato a botte, con pareti costituite in parte con roccia affiorante e in parte con

blocchi di pietra murati a secco. Le volte soprastanti sono voltate a botte e realizzate con

mattoni doppio uni. I locali interrati sono distribuiti in stanze regolari di diverse dimensioni

connesse tra loro attraverso un grande corridoio che presenta un affaccio sul torrente ad una

quota che pur essendo elevata rispetto al pelo dell'acqua a condizioni standard, tuttavia ha

permesso nel corso degli anni, con le piene, la stratificazione di fango e materiale di riporto che

ha in buona parte saturato il volume esistente. Gli spazi esterni sono una estensione del

laboratorio, funzionali allo stoccaggio del materiale grezzo e semilavorato. Dalla via del Palazzo

si accede al complesso, attraverso un cancello carrabile e un muro di contenimento funge anche

da appoggio per la tettoia e costituisce un filtro al rumore e alla polvere delle lavorazioni. La

vegetazione allo stato di fatto è di scarsa rilevanza: sono presenti alcuni elementi arborei ad

alto fusto: tigli, dislocati verso l'estremità del lotto, al confine con la strada, nella restante parte

la vegetazione è bassa vi è una sovrabbondanza di rovi che ricoprono anche i materiali

marmorei tutt'ora stoccati nella resede all'aperto …”.

2.QUADRO PROGETTUALE E DI FATTIBILITA’

2.1. Quadro progettale del P.d.R. Il quadro progettuale del P.A. è corredato di diversi elaborati grafici e cartografici, oltre alla relazione tecnica e di fattibilità, alle norme di attuazione e alle “indagini idrogeologiche sismiche” redatte ai sensi dell’articolo 105 della L.R. 65/2014 (descritte al successivo paragrafo 2.3). I contenuti essenziali del progetto di piano sono riportati e descritti nella seguente documentazione: - Planimetria di insieme di progetto; elaborati grafici in scala adeguata con inserimento del

progetto nel contesto circostante. - Opere di urbanizzazione: progetto di massima della passerella pedonale per

l'attraversamento del torrente Serra, adiacente al ponte dell'Ascolina. La tipologia edilizia dell'intervento di progetto si accosta (in termini morfotipologici e di articolazione planivolumetrica a quella dell'edificio limitrofo posto lungo il torrente Vezza, al lato del Palazzo Mediceo distinguendo la contemporaneità dell'intervento e delle opere attraverso un linguaggio (dato da materiali ed elementi di finitura) diverso ma rispettoso del contesto circostante. Il progetto, da attuarsi mediante un intervento di ristrutturazione urbanistica riferito ad un’unica unità minima di intervento, prevede la sostanziale demolizione dei manufatti esistenti (anche pertinenziali) e la realizzazione di un unico edificio fuori terra a pianta rettangolare sviluppato lungo l'asse longitudinale, disposto parallelamente al torrente e al versante roccioso

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che sarà rivestito con un muro di contenimento. La copertura sarà del tipo "a capanna" in modo da non contrastare le relazioni visive e formali con l'edificio storico posto in adiacenza, declinata con materiali e tecnologie di manifattura contemporanea. Lo spazio pertinenziale sarà delimitato da una recizione lungo la via del Palazzo sulla quale si aprirà il varco pedonale e carrabile. La recinzione sarà posta in posizione arretrata rispetto al filo dell'edificio attuale per consentire il passaggio in sicurezza verso la passerella pedonale di progetto. L'accesso carrabile alle auto sarà consentito per un numero limitato di posti auto inseriti all'estremità del fabbricato di progetto. L'edificio sarà disposto su tre piani fuori terra, realizzato con una struttura a telaio che consentirà di svincolare la distribuzione degli spazi interni dall'involucro esterno. L'intervento di progetto riguarderà anche i vani interrati in cui saranno inseriti con opportune precauzioni le strutture di fondazione del nuovo edificio, in modo da consentire la stabilità strutturale dei vani interrati esistenti. Vani che saranno oggetto di ripulitura dai materiali fangosi fino alla quota di calpestio originaria. Successivamente i locali saranno oggetto di risanamento affinchè possano essere nuovamente utilizzati come spazi accessori a quelli dei piani superiori. Gli spazi esterni saranno in parte destinati a giardino, in parte saranno destinati alla realizzazione dei percorsi pedonali e carrabili di fruizione del nuovo complesso. In adiacenza al versante roccioso sarà realizzato un muro di contenimento di altezza opportuna, in sostituzione di quello attuale, per garantire una uniformità visiva e contenere eventuali problematiche connesse con gli edifici fatiscenti posti sul confine ad una quota maggiore della proprietà vicina. L'area è già urbanizzata e le reti tecnologiche esistenti interessano già l'area di progetto. Il piano prevede, contestualmente all'intervento di progetto, anche la realizzazione di una passerella pedonale de cedere gratuitamente alla pubblica amministrazione, localizzata al lato est del ponte dell'Ascolina, e che permetterà l'attraversamento pedonale del torrente Vezza in condizioni di sicurezza. La passerella avrà una struttura in carpenteria metallica con camminamento in lamiera o in legno e sarà rifinita in materiale metallico tipo corten o grigio antracite. Per una migliore fruizione e accessibilità ai percorsi pedonali sarà inoltre ceduta alla pubblica amministrazione l'area lungo la via del Palazzo in adiacenza alla passerella che permetterà, grazie all'arretramento dell'edificio di progetto, il passaggio dei pedoni in sicurezza lungo la strada. I parametri urbanistici ed edilizi di riferimento sono quelli indicati dal R.U. vigente così come risulta modificato a seguito della contestuale variante semplificata descritta al successivo paragrafo 2.2..

2.2. Contestuale Variante semplificata al R.U. vigente La richiesta di contestuale variante semplificata al R.U. è finalizzata a modificare alcune dati e caratteristiche della scheda norma riguardante l’area classificata RR17. Infatti è necessario aggiornare le destinazioni d'uso ammesse per il progetto in ragione di un mutato contesto socio – economico. In particolare le norme vigenti prevedono infatti le destinazioni residenziale, commerciale e direzionale. Considerata la dislocazione dell’area così prossima al cuore culturale, espositivo e civico della comunità e della città di Seravezza e distante invece dal contesto residenziale e commerciale, la destinazione d'uso residenziale appare non in sintonia con il luogo, né può instaurare feconde e sinergiche relazioni con il contesto del Polo Mediceo adiacente. Con la variante si prevede pertanto la sostituzione della destinazione d’uso residenziale con quella artigianale, peraltro già esistente, oltre a quelle commerciale, direzionale e di servizio,

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sia come già detto per ragioni connesse alla collocazione un pò defilata dell'area, sia perchè il progetto potrebbe sviluppare in modo più specifico un tema culturale legato alla valorizzazione dei prodotti e delle attività caratterizzanti il territorio (centro di arte contemporanea / bar ristorante/centro benessere /centro medico). Di seguito sono riportate le tabella di raffronto tra previsioni ed indicazioni del R.U. vigente e proposta di Variante semplificata. Parametri urbanistici ed edilizi:

PARAMETRI SCHEDA NORMA RU VIGENTE SCHEDA NORMA VARIANTE RU

Superficie territoriale 2400 mq 2400 mq

Superficie fondiaria 2400 mq 2400 mq

Superficie standard 0 mq 0 mq

Alloggi residenziali consentiti N° 4 N° 0

Volumetria residenziale massima

1220 mc 0 mc

Altra volumetria ammessa 2400 mc 3900 mc

Superficie utile lorda massima ammessa

420 mq residenziale 750 mq. Commerciale /direzionale

390 artigianale (di recupero) 780 direzionale e di servizio / commerciale al dettaglio

Altezza massima consentita 10 ml 10 ml

Rapporto di copertura massima 0,25 mq/mq di s.f. 0,25 mq/mq di s.f.

Destinazioni d'uso ammesse (art. 99 L.R.T. 65/2014)

Residenziale /commerciale

direzionale

Artigianale (di recupero)/

commerciale al dettaglio

/direzionale e di servizio

Prescrizioni spazi pubblici e misure di compensazione

PARAMETRI SCHEDA NORMA RU VIGENTE SCHEDA NORMA VARIANTE RU

Verde pubblico attrezzato /

Attrezzature pubbliche

Parcheggi pubblici

Altri spazi pubblici Fondo di 400 mc da cedere all'Amministrazione

0 mc

Con la variante si prevede altresì di eliminare la cessione alla pubblica amministrazione di una quota parte della volumetria di progetto, in luogo di una porzione d’area da destinarsi a marciapiede/passaggio pedonale lungo la via del Palazzo. Tale area è posta in stretta relazione funzionale e spaziale con la il progetto della passerella pedonale sul torrente Vezza (anch’essa da realizzare e cedere al comune).

2.3. Quadro geologico e fattibilità delle previsioni Le indagini geognostiche, geofisiche e valutazioni geologico-tecniche a supporto del progetto in oggetto sono state condotte in osservanza alle NTC 2008 di cui al D.M. 14 gennaio 2008 “Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni”, mentre per le problematiche di natura idraulica si è fatto riferimento al Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dell’Autorita di Bacino Toscana Nord. In materia di rischio sismico è stata osservata la riclassificazione sismica del territorio regionale, in

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particolare la deliberazione di giunta regionale 19 giugno 2006, n° 431. Inoltre si è fatto riferimento al Decreto del presidente della Giunta Regionale n° 36/R del 9 luglio 2009. Disciplina sulle modalità di svolgimento delle attività di vigilanza e verifica delle opere e delle costruzioni in zone soggette a rischio sismico”. L’area di studio si trova all’interno della fascia collinare, compresa fra il complesso delle Alpi Apuane e la pianura costiera apuo-versiliese, che si sviluppa in corrispondenza all’imboccatura della valle di Seravezza. Questi rilievi collinari, rappresentano i primi contrafforti dell’edificio apuano vero e proprio. L’assetto geologico delle Alpi Apuane e stato determinato dai processi geodinamici che si sono innescati a partire da 30 milioni di anni, con la collisione della Placca Apula con il Blocco Sardo Corso. La prima fase deformativa di carattere compressivo (Oligocene Sup.), ha prodotto pieghe a scala kilometrica e sovrascorrimenti, che hanno consentito la messa in posto delle unita tettoniche che costituiscono la struttura a falde dell’intero Appennino Settentrionale. Anche la scistosita, che risulta la superficie piu evidente sul terreno in tutte le rocce delle Alpi Apuane, sembra sia legata a questa fase deformativa. A partire dal Miocene inferiore, l’Appennino Settentrionale e stato poi interessato da una fase tettonica estensionale, che, in corrispondenza delle Alpi Apuane, ha portato alla riesumazione di formazioni appartenenti al Basamento Paleozoico metamorfico, con la realizzazione di una “finestra tettonica”. L’area in oggetto è inserita dalla cartografia geologica allegata al P.S. comunale nelle zone ricoperte da ravaneti (Rv) provenienti con tutta probabilita dalla soprastanti cave di Burrone e cava Francia. Sotto il profilo idrologico, nello specifico dell’area studiata, si presuppone un certa circolazione d’acqua nella copertura detritica costituita principalmente da materiali provenienti dai ravaneti presenti e ancora visibili alle spalle dell’area di studio. Si ritiene plausibile che la falda si attesti a profondita maggiori di 6-8 m dal piano di campagna. Il corso d’acqua principale presente e il torrente Vezza che poche decine di metri più a valle si unisce con il Serra, alle porte del paese. Tuttavia essendo l’area in oggetto posta a quote maggiori rispetto a quelle del torrente l’area non e soggetta a tale rischio. Come e possibile dedurre dalla cartografia allegata al P.A.I. dell’Autorità di Bacino del Toscana Nord l’area oggetto del presente studio non risulta inserita fra quelle a rischio idraulico. Per la caratterizzazione geotecnica e stratigrafica dei terreni è stata effettuata in prima analisi una ricerca bibliografica sulle indagini geognostiche già eseguite nei pressi dell’area in oggetto, allo scopo di avere un quadro conoscitivo completo. Inoltre, considerando la tipologia d’intervento e le indicazione suggerite per la valutazione del volume significativo di terreno da indagare, al fine di conoscere le condizioni del terreno che verrà interessato dai nuovi carichi di esercizio, e stata realizzata una campagna geognostica costituita da n°2 prove penetrometriche dinamiche spinte fino alla profondità di rifiuto strumentale. La stratigrafia media interpretata dal risultato delle prove penetrometriche dinamiche e correlate con dati stratigrafici noti presentano un primo orizzonte costituito da terreno vegetale e di riporto fino a -1.80 m da p.c., cui segue uno strato di regolite fratturato e alterato fino a -2.50 m da p.c. e infine bedrock fino a fondo foro .

- Pericolosità geomorfologica, idraulica e sismica

La pericolosità geomorfologia si riferisce allo stato fisico-litotecnico del terreno ed in particolare alle sue caratteristiche di resistenza e compressibilita, che condizionano le opere in termini di carichi ammissibili e cedimenti assoluti o differenziali. L’area in oggetto e subpianeggiante e, non essendo interessata da fenomeni di instabilita geomorfologica in atto ivi compresi fenomeni di subsidenza, e soggetta a scarsa attivita geomorfica. Dall’osservazione delle cartografie prodotte a corredo del R.U.. del Comune di Seravezza (D.P.G.R. 26/R del 2007) si evince che l’intera area in studio rientra nella classe di Pericolosità Geomorfologia: “CLASSE

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G.1, IRRILEVANTE”. Per quanto riguarda la Carta della Tutela del Territorio del P.A.I. Autorita di Bacino Toscana Nord (Stralcio n. 24), la zona risulta esclusa dai perimetri delle aree con P.F.E e P.F.M.E. La fragilità idraulica si pone come uno degli aspetti fondamentali nel governo del territorio; la crescente interazione tra la dinamica delle reti idrologiche e le attività antropiche necessita infatti di un attenta analisi delle condizioni di rischio cui sono sottoposti beni e persone. Il rischio idraulico puo altresi essere dovuto a fenomeni di ristagno dovuti a difficoltà di drenaggio da parte della rete scolante, favorite anche da condizioni geomorfologiche locali particolari (aree depresse ecc). L’insieme degli elementi normativi per il sito in studio ed in particolare il Piano di Assetto Idrogeologico (Bacino Toscana Nord) tenderebbe ad escludere un rischio idraulico elevato o medio-alto per la porzione in studio. Per quanto riguarda l’Amministrazione comunale di Seravezza, secondo le valutazioni proposte dal RU l’area risulta inserita fra quella a CLASSE I.2, pericolosità MEDIA. Si riferisce la pericolosità Sismica Locale del sito in studio sulla base di quanto riportato all’elaborato di riferimento del R.U. comunale. In tale cartografia la zona oggetto di piano e inserita in “CLASSE S.3, pericolosità MEDIA”.

- Fattibilità geomorfologica, idraulica e sismica

Ricostruito lo scenario di pericolosità, per tutte le aree nelle quali sono previste trasformazioni e/o modifiche significative dell’uso del suolo, si sono verificati i possibili effetti del nuovo intervento in relazione sia alla tipologia ed al dimensionamento dello stesso sia alle diverse condizioni di pericolosità geologica, idraulica e sismica del contesto locale in cui si inserisce. Di fatto le condizioni per la fattibilità degli interventi ammessi vengono valutate secondo quattro categorie di fattibilità: - Fattibilità senza particolari limitazioni (F1): si riferisce alle previsioni urbanistiche ed

infrastrutturali per le quali non sono necessarie prescrizioni specifiche ai fini della valida formazione del titolo abilitativo all’attività edilizia.

- Fattibilità con normali vincoli (F2): si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali per le quali e necessario indicare la tipologia di indagini e/o specifiche prescrizioni ai fini della valida formazione del titolo abilitativo all’attività edilizia.

- Fattibilità condizionata (F3): si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali per le quali, ai fini della individuazione delle condizioni di compatibilità degli interventi con le situazioni di pericolosità riscontrate, e necessario definire la tipologia degli approfondimenti di indagine da svolgersi in sede di predisposizione dei piani complessi di intervento o dei piani attuativi o, in loro assenza, in sede di predisposizione dei progetti edilizi.

- Fattibilità limitata (F4): si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali la cui attuazione e subordinata alla realizzazione di interventi di messa in sicurezza che vanno individuati e definiti in sede di redazione del medesimo regolamento urbanistico, sulla base di studi e verifiche atti a determinare gli elementi di base utili per la predisposizione della relativa progettazione.

L’area in oggetto presenta come grado di pericolosità: - SISMICA S2-S3 - GEOMORFOLOGICA G1 - IDRAULICA I2 Per cui la classe di fattibilità in cui ricade l’area risulta essere: F2 – fattibilità con normali vincoli.

- Indicazioni e prescrizioni per la fase esecutiva

Pericolosita’ geomorfologica: a supporto della progettazione esecutiva si prescrive l’ esecuzione di indagine di superficie, profili stratigrafici ottenuti per mezzo di scavi in trincea,

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penetrometrie, sismica a rifrazione e/o sondaggi da cui sia possibile rilevare una stratigrafia di dettaglio ed i dati caratterizzanti i terreni, sotto il profilo geotecnico. Lo studio dovrà essere esteso alla parte del sottosuolo influenzata direttamente o indirettamente dalla costruzione delle opere in progetto e dovrà analizzare l’interazione del complesso struttura-terreno, al fine dell’individuazione della migliore soluzione fondazionale e di un suo corretto dimensionamento. A meno di difficoltà logistiche legate all’accessibilità del sito di intervento, alla sua morfologia, geologia o quant’altro, che dovranno essere adeguatamente argomentate nella relazione tecnica, attraverso almeno una delle metodologie di indagine sopra indicate dovrà essere raggiunta una profondità di mt 12. L’eventuale necessita di operare sbancamenti e/o movimenti terre significativi renderà indispensabili ulteriori valutazioni circa la stabilita del pendio interessato e/o dai fronti interessati dallo scavo ed il dimensionamento delle opere di sostegno secondo le norme di legge vigenti. Queste ultime dovranno recare opportune soluzioni realizzative per la regimazione e l’allontanamento delle acque di scorrimento superficiale e di infiltrazione. Tutti interventi da realizzarsi sull’area dovranno prevedere soluzioni per la regimazione delle acque meteoriche e di scorrimento superficiale, nonchè per il contenimento dell’impermeabilizzazione dei suoli (art. 85 e 92 delle N.T.A. del R.U. vigente). Pericolosita’ idraulica: Nessuna Prescrizione. Pericolosita’ sismica: già in sede di P.A. si prescrive di effettuare una campagna di indagini geofisiche, opportunamente estesa ad un intorno significativo, che classifichi sismicamente i suoli di fondazione e definisca in termini di geometrie la morfologia sepolta del bedrock sismico ed i contrasti di rigidita sismica (rapporti tra Vsh delle coperture e del substrato), da condursi secondo le modalita ed i criteri indicati nelle Istruzioni Tecniche del Programma Valutazione degli Effetti Locali (VEL) richiamati all’art. 81 delle N.T.A. del R.U. vigente. La mancata realizzazione di tali indagini, ammissibile unicamente per limitazioni legate agli spazi disponibili o alla morfologia del luogo, deve essere giustificata all’interno della relazione geologico-tecnica di supporto al progetto esecutivo. L’indicazione della categoria di suolo di fondazione potrà, in tal caso, essere effettuata mediante l’impiego di dati desumibili da ricerca bibliografica necessariamente sostenuti dalle informazioni desumibili da indagini geotecniche. Vulnerabilità dell’acquifero: data la vulnerabilità molto elevata, si prescrive la redazione di uno studio di dettaglio atto a dimostrare la compatibilità dell’intervento con gli obbiettivi di tutela degli acquiferi e dei corpi idrici superficiali (Articoli 89, 90, 91 delle N.T.A. del R.U. vigente). Risultano necessari accorgimenti atti ad evitare il rischio di inquinamento: le reti, in particolare quelle per l’allontanamento delle acque reflue dovranno essere realizzate con tutte le garanzie di sicurezza per scongiurare sversamenti accidentali o dispersione in falda di eventuali sostanze inquinanti. Alla luce dei dati in possesso si evince che la situazione sismica, idraulica, geomorfologica e

stratigrafica dell’area di studio e tale da considerare fattibile (fattibilità F2) l’opera senza

particolari vincoli se non quelli derivanti dalla classe di fattibilità.

3. QUADRO VALUTATIVO

3.1. Caratteriste del P.A. (azioni) in rapporto ai criteri di legge Ai fini della verifica di assoggettabilità (o meno) del P.A. (ma anche della corrispondente Variante semplifica al R.U.) al procedimento di V.A.S., la valutazione delle caratteristiche del piano o programma in rapporto agli elementi indicati nell’elenco che segue (articolato secondo quanto indicato dal punto 1 dell’allegato I della L.R. 10/2010 e s.m.i.) deve tener conto della

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tipologia (Piano di recupero), delle finalità del piano in oggetto e del quadro valutativo che lo supporta (descritto nei precedenti capitoli di questo stesso documento). In particolare il piano attuativo consiste in un piano di recupero riferito ad una specifica porzione di territorio corrispondente ad una piccola area artigianale, degradata e in abbandono, a specifica caratterizzazione tipologica che si configura come un “tassello” della più complessiva strategia di recupero e riqualificazione del centro storico del capoluogo e di valorizzazione del Complesso Mediceo di Seravezza. In questo quadro, tenuto conto delle attività valutative già svolte per il P.S. e il R.U. vigenti, e stante gli specifici approfondimenti di quadro conoscitivo, nonché delle specifiche finalità orientate alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, mediante interventi di ristrutturazione urbanistica, è pertanto possibile affermare che: - le previsioni potenzialmente introducibili con il P.A. e la relativa Variante semplificata di R.U.

(per specifiche finalità, nonchè per ubicazione, natura e dimensioni, ovvero per caratterizzazione e distribuzione delle potenziali risorse interessate) non costituiscono quadro di riferimento per progetti ed altre attività. Ciò è facilmente deducibile tenendo conto che esse risultano coerenti con le disposizioni e il quadro di riferimento normativo stabilito del P.S. e R.U. vigenti (a sua volta aventi come quadro di riferimento il P.I.T./P.P.R. e il P.T.C.) e ne costituiscono altresì una declinazione operativa e attuativa. In questo quadro lo stesso P.A., andando ad intervenire sul recupero di aree degradate, può anche essere considerato strumento complementare al perseguimento di obiettivi ed indicazioni contenute nel Piano di Gestione del contermine Sito riconosciuto patrimonio mondiale dell’UNESCO;

- per analoghe considerazioni il P.A. e la relativa Variante semplificata di R.U. (in quanto piano attuativo ed operativo di strumenti urbanistici di livello generale) non introducono evidentemente previsioni ed indicazioni progettuali che possono influenzare altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati (che per loro natura non siano già state valutate dagli strumenti di livello gerarchicamente superiori);

- le previsioni potenzialmente introducibili con il P.A. e la relativa Variante semplificata di R.U. risultano pertinenti per l’integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. In questo caso occorre però precisare che le proposte progettuali introducibili con il P.A. con natura di Piano di recupero, sono rivolte ad eliminare le condizioni di degrado in atto e a migliorare e qualificare le prestazioni ambientali dell’insediamento attraverso la completa sostituzione degli edifici esistenti e il complessivo riassetto degli spazi aperti. In questo quadro gli effetti, di natura certamente positiva, sono sistematicamente orientati all’aumento delle prestazioni di sostenibilità dell’organismo edilizio, all’incremento delle dotazioni territoriali, al recupero delle condizioni di degrado, al soddisfacimento degli obiettivi di qualità paesaggistica, nonché di complementare tutela e valorizzazione del contermine Sito riconosciuto patrimonio mondiale dell’UNESCO;

- il P.A. e la relativa Variante semplificata di R.U. non introducono e/o intersecano (in termini contenutistici e formali) specifiche problematiche ambientali o di fragilità ambientale. In questo quadro gli elementi di vulnerabilità delle risorse naturali potenzialmente interessate e considerabili, in rapporto alle previsioni potenzialmente introducibili, non risultano peraltro influenzabili o comunque apprezzabili in termini di effetti o impatti negativi (quanto semmai al contrario in termini di effetti ed impatti positivi), così come risultano senz’altro migliorative le potenziali previsioni per l’incremento delle qualità e delle prestazioni delle risorse interessate in ragione degli interventi di recupero mediante ristrutturazione urbanistica e degli interventi oggetto di misure compensative;

- il P.A., unitamente alla relativa Variante semplificata di R.U., e le relative potenziali previsioni da introdurre non risultano evidentemente avere rilevanza e significatività per l’attuazione (in senso meramente disciplinare) della normativa comunitaria nel settore specifico dell’ambiente (ad es. piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla

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protezione delle acque).

3.2. Caratteristiche degli impatti (potenziali) in rapporto ai criteri di legge Sempre ai fini della verifica dell’assoggettabilità (o meno) del P.A. (ma anche della corrispondente Variante semplificata al R.U.) al procedimento di V.A.S., tenendo in considerazione i contenuti descritti e argomentati nei precedenti capitoli 1 e 2 in riferimento ai potenziali effetti territoriali, ambientali e socio-economici teoricamente determinabili (in via preliminare) dalla proposta progettuale di piano (quadro propositivo), sono di seguito considerati e verificati i criteri indicati dalla legge regionale in specifico riferimento alle caratteristiche degli impatti e delle aree che possono essere potenzialmente interessate (punto 2, allegato I della L.R. 10/2010 e s.m.i.), tenendo conto degli elementi e dei criteri elencati nei precedenti capitoli. In questo quadro, tenuto conto delle attività valutative già svolte per il P.S. e il R.U. vigenti, e stante gli specifici approfondimenti di quadro conoscitivo, nonché delle specifiche finalità orientate alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, mediante interventi di ristrutturazione urbanistica, è pertanto possibile affermare che: - il quadro generale degli impatti potenzialmente stimabili (se pure considerabili di accertata

probabilità e lunga durata trattandosi di un atto di governo del territorio attuativo ed operativo di uno strumento conformativo del regime dei suoli) non risulta stimabile in termini di frequenza e reversibilità, per la natura stessa delle previsioni introdotte con il PA. e la relativa Variante semplificata di R.U.. che risultano sistematicamente riferiti ad azioni ed interventi di recupero, riqualificazione, ripristino e valorizzazione delle risorse interessate che determinano un potenziale miglioramento degli effetti rispetto a quelli in atto (degrado e dequalificazione), ovvero determinabili con la mancata attuazione delle previsioni del R.U. vigente (alternativa 0). In questo quadro lo stesso P.A., andando ad intervenire sul recupero di aree degradate, può anche essere considerato strumento complementare al perseguimento di obiettivi ed indicazioni contenute nel Piano di Gestione del contermine Sito riconosciuto patrimonio mondiale dell’UNESCO;

- le previsioni potenzialmente introducibili dal P.A. e dalla relativa Variante semplificata di R.U. non producono effetti negativi con carattere cumulativo degli impatti, andando invece complessivamente a ridurre il quadro complessivo di eventuale potenziale criticità (producendo impatti esclusivamente positivi e migliorativi delle condizioni attuali) in rapporto alle risorse presenti (ovvero interessate), mantenendosi comunque entro i carichi insediativi già esistenti e comunque complessivamente stimati e verificati (anche in termini eventualmente cumulativi) nell’ambito delle attività valutative del P.S. e del R.U. vigente;

- le previsioni potenzialmente introducibili dal P.A. e dalla relativa Variante semplificata di RU. e i relativi potenziali impatti non hanno natura transfrontaliera;

- le previsioni potenzialmente introducibili dal P.A. e dalla relativa Variante semplificata di R.U. e i conseguenti interventi edilizi non determinano potenziali rischi per la salute umana e/o per l’ambiente, ovvero rischi di incidenti e problematicità (sia a scala locale sia in sito), per contro contribuiscono a ridurre i rischi, le criticità e a mitigare i fattori di degrado in atto, andando complessivamente a migliorare le condizioni di stato delle risorse naturali interessate, compreso quelle contermini del Sito riconosciuto patrimonio mondiale dell’UNESCO;

- l’entità e l’estensione nello spazio degli impatti potenzialmente determinabili dalle previsioni di P.A. e della relativa Variante semplificata di R.U. risultano spazialmente e socialmente limitate e circoscritte (in termini di area geografica e di popolazione potenzialmente interessate), tenendo conto che si prevedono esclusivamente interventi di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, degli spazi aperti e

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pertinenziali, costitutivi di una piccola area insediata - già peraltro controllati e verificati dal P.S. e R.U. vigenti (piani le cui previsioni sono state già aggetto di specifiche attività valutative);

- la aree potenzialmente interessate dal PA. e dalla relativa Variante semplificata di R.U. non riguardano risorse considerate di specifico valore (ambientale, culturale e paesaggistico). Tuttavia, in considerazione che le stesse aree risultando contermini al Sito UNESCO, gli interventi previsti dal P.A. potrebbero in via teorica interferire con elementi di vulnerabilità e fragilità formalmente riconosciuti. In relazione a queste problematiche, però, le aree presentano caratteri di vulnerabilità (degrado e dequalificazione) che riscontrano a seguito della potenziale introduzione delle previsioni di P.A. e del quadro valutativo che lo supporta, il miglioramento dei livelli di qualità ambientale e, al contempo, la qualificazione delle utilizzazioni e degli usi del suolo. Inoltre il P.A. e la relativa Variante semplificata di R.U. hanno come obiettivo l’introduzione di azioni ed interventi che tendono a ridurre i fattori di vulnerabilità riscontrati e complessivamente a migliorare (attraverso misure di riqualificazione e, ove necessario, ristrutturazione) i livelli di qualità ambientale dei siti interessati, andando al contempo proprio a conseguire gli obiettivi stabiliti per il contermine Sito riconosciuto patrimonio mondiale dell’UNESCO;

- fermo restando quanto specificatamente indicato in ordine al rispetto della disciplina del P.I.T. con valenza di P.P.R., di cui si da conto nel successivo paragrafo 3.3, il P.A. e la relativa Variante semplificata di R.U. e le conseguenti potenziali previsioni non producono impatti (effetti) negativi su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale, quanto semmai concorrono complessivamente ad assicurane la tutela e l’uso compatibile nel rispetto delle prescrizioni, delle direttive correlate e degli obiettivi espressi rispettivamente dallo stesso Piano Paesaggistico regionale e dal Piano di Gestione del contermine Sito riconosciuto patrimonio mondiale dell’UNESCO.

3.3. Esclusione dalla V.A.S. del P.A. e della contestuale variante al R.U. Considerando che il P.A. e la relativa Variante semplificata di R.U. oggetto del presente documento riguarda un ambito omogeneo sotto il profilo territoriale e paesaggistico che il P.S. prima e il R.U. poi intendono qualificare e migliorare con un’azione organica di recupero architettonico e di riqualificazione paesaggistica ed ambientale, e nel tenere conto delle diverse argomentazioni contenute nei capitoli precedenti, di quanto espresso in particolare ai paragrafi 3.1. e 3.2., in considerazione della natura e delle caratteristiche del piano attuativo (Piano di Recupero), della sua collocazione nella filiera della pianificazione comunale e del quadro valutativo che lo supporta (V.A.S. e V.I. concluse), si considera il P.A. e la relativa Variante

semplificata al R.U. in oggetto non soggetto a prescrizioni e/o specifiche misure correlate, né

assoggettabile al procedimento di V.A.S. ai sensi dell’articolo 22 della L.R. 10/2010 e s.m.i. e

dell’articolo12 del D.Lgs 152/2006.

3.4. Verifica preliminare di conformità del P.A. e della variante al R.U. al P.P.R. Per quanto riguarda la complessiva disciplina paesaggistica, tenendo a riferimento quanto descritto al precedente paragrafo 1.4, è del tutto evidente, stante la scala dimensionale delle previsioni proposte e lo specifico riferimento nell’ambito dei contesti insediativi, che risulta sostanzialmente impraticabile qualsiasi riscontro con le indicazioni formulate nella disciplina delle invarianti strutturali, nonché in quella dei beni vincolati per legge (articolo 136 e 142 del Codice) in quanto nella sostanza esclusi dagli ambiti di applicazione dello stesso P.A. e della relativa Variante di R.U.. Infatti non si riscontrano in termini di relazioni spaziali e funzionali

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elementi di sostanziale interferenza e/o interrelazione tra interventi previsti e beni paesaggistici formalmente riconosciuti, mentre possono verificarsi solo potenziali elementi di interrelazione tra obiettivi del P.A. e componenti territoriali indicate dalla scheda dell’ambito di paesaggio. Tuttavia l’analisi delle direttive correlate evidenzia come lo stesso P.A. e la relativa Variante semplificata di R.U., non contenente comunque “previsioni che comportano impegno

di suolo non edificato”, è rivolta a migliorare l’efficacia e l’operatività delle disposizioni normative già vigenti e dei conseguenti interventi ammissibili sul patrimonio edilizio esistente, sugli spazi aperti e su quelli pertinenziali. In questo quadro pertanto la stessa variante risulta sostanzialmente conforme con la disciplina di P.P.R. andando a conseguire obiettivi e finalità del tutto coerenti con quelli espressi in sede regionale (direttive correlate). Per quanto riguarda invece la verifica di conformità in relazione ai beni paesaggistici formalmente riconosciuti (diretti ed indiretti – ex Galasso), al fine di garantire comunque il massimo controllo di ccompatibilità con le disposizioni del P.P.R., si suggerisce prevede (in via cautelativa) di introdurre nel quadro progettuale del P.A. e della relativa Variante di R.U. la determinazione di mantenere inalterata ed eventualmente di recuperare in termini qualitativi la limitata e marginale porzione di area, su cui insistono alcune alberature di alto fusto, potenzialmente interessata da ““territori coperti da foreste e da boschi (di cui all’articolo142,

Comma 1, lettera g), del Codice)” la cui consistenza e caratterizzazione dovrà essere opportunamente rilevata nel dettaglio in sede di formazione dei titoli abilitativi.