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Progetto VICE Coordinamento delle attività e disseminazione dei risultati – Fase 1 1 Progetto VICE DOC. CU03.00006 : “Coordinamento delle attività e disseminazione dei risultati – Fase 1.” Data: Lunedì 5 Aprile 2004

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Progetto VICE

Coordinamento delle attività e disseminazione dei risultati – Fase 1 1

Progetto VICE

DOC. CU03.00006 : “Coordinamento delle attività e disseminazione

dei risultati – Fase 1.” Data: Lunedì 5 Aprile 2004

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1. Coordinamento delle Attività 1.1 Introduzione Lo scopo del progetto VICE è di sviluppare una piattaforma innovativa per la messa a punto di applicazioni di formazione di alta qualità, fruibili anche a distanza, con elevato supporto tecnologico. A questo scopo è stato formato un vasto consorzio operativo con le varie competenze necessarie per il successo del progetto. Anche se dal punto di vista amministrativo esistono solo due unità operative (ISTI-CNR e Politecnico di Milano), gli effettivi gruppi di lavoro operanti, e finanziati, nel progetto sono:

• ISTI-CNR (Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione Alessandro Faedo), Pisa • IMATI-CNR (Istituto di Matematica Applicata e Tecnologie Informatiche), Genova • ITD-CNR (Istituto per le Tecnologie Didattiche), Genova • POLIMI-AI (Politecnico di Milano – Laboratorio AI (Gruppo Colombetti)) • POLIMI-HOC (Politecnico di Milano - Laboratorio HOC(Gruppo Paolini)) • UNIBA (Università di Bari) • UNILE (Università di Lecce) • UNINSUBRIA (Università degli Studi dell'Insubria) • UNIROMA (Università “La Sapienza” di Roma)

La sfida principale nel progetto è l’integrazione delle effettive competenze delle varie unità operanti nel progetto, che sono variamente connotate, ma che possono essere suddivise in due grandi aree: una di tipo metodologico-tecnologico e una di tipo metodologico-pedagocico. Per ottenere questo processo di integrazione, nel primo anno del progetto è stato stabilito un fitto programma di incontri e riunioni a due livelli:

• Il primo livello è costituito dalle Riunione Generali, a cui hanno partecipato i rappresentati di tutti i gruppi operativi. Lo scopo di queste riunioni è molteplice:

o In primo luogo, approfondire la conoscenza reciproca fra i partner, i rispettive know-how e i rispettivi possibili contributi al progetto

o Elaborare una proposta comune sul come raggiungere assieme gli obbiettivi (pianificazione delle attività); dai resoconti di queste riunioni si può notare come questo processo di specifica sia stato un processo iterativo in cui la discussione è via via proceduta verso un livello di dettaglio maggiore

o Decidere assieme sulle scelte fondamentali da prendere nella realizzazione e nella conduzione del progetto

o Pianificare incontri (Riunioni Tecniche) su tematiche specifiche tra gruppi limitati di partners

• Il secondo livello è costituito da Riunioni Tecniche, incontri tra gruppi limitati di partners per studiare e decidere soluzioni specifiche a specifici problemi.

Ne proseguo del progetto intendiamo continuare il programma di riunioni generali, per controllare collegialmente il progresso del progetto e prendere decisioni comuni, anche se probabilmente in numero minore, ma soprattutto intendiamo intensificare le riunioni tecniche specifiche, necessarie per le fase di implementazione della piattaforma e di realizzazione dei Learning Objects specifici, attività previste nel secondo anno del progetto.

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1.2 Riunioni Generali Le Riunioni Generali effettuate nel corso del primo anno del progetto sono state: • 13 Marzo 2003 - Milano • 17 Giugno 2003 Roma • 30 Ottobre 2003 Milano • 4 Marzo 2004 Genova Il contenuto di queste riunioni generali è descritto in dettaglio in appendice:

• Appendice 1: Riunione Generale 13-03-03 • Appendice 2: Riunione Generale 17-06-03 • Appendice 3:Riunione Generale 30-10-03 • Appendice 4: Riunione Generale 4-3-04

Dai resoconti di queste riunioni si può notare la dinamica nel processo di coordinamento del progetto, in cui si passa da una fase iniziale di discussione sul contenuto degli obbiettivi del progetto, sulle opzioni metodologiche e tecnologiche per raggiungerli, per passare poi a identificare le soluzioni possibili e ed identificare le attività progettuali per la loro realizzazione e la suddivisione dei compiti tra i partner del progetto. 1.3 Riunione Tecniche Le Riunioni Tecniche sono incontri, decisi a livello di Riunioni Generali, su tematiche specifiche tra gruppi limitati di partners per studiare e decidere soluzioni specifiche. Due importanti riunioni tecniche si sono svolte a Milano il 10/7/2003 e il 18/7/2003, per decidere l’architettura complessiva, le funzionalità e i servizi della piattaforma del progetto (framework archittetturale) Un resoconto dettagliato è contenuto in Appendice 5: Riunioni Tecniche 10/7/2003 e 18/7/2003. Un’altra importante riunione tecnica si è svolta a Pisa il 2/12/2003 Un resoconto dettagliato è contenuto in Appendice 6: Riunione Tecnica 2-12-03 Nell’ambito del progetto, l’unità di Bari ha collaborato più strettamente con l’U.O. di Lecce e con l’U.O. di Roma: durante il primo anno del progetto, si sono svolte delle riunioni bilaterali con tali unità. In particolare menzioniamo: Incontro tra le unità di Bari e Lecce svoltosi a Bari il 17 dicembre 2003. I temi affrontati nella riunione sono stati i seguenti:

• Identificazione di Learning Objects (LO) significativi per il progetto, • Analisi preliminare di metadati di LO, • Analisi di piattaforme di e-learning, • Progettazione della sperimentazione con aziende del Salento che fruiranno dei moduli

didattici generati dal progetto. Incontri tra le unità di Bari e Roma svoltisi a Bari il 28-29 gennaio 2004. A tale incontro sono stati invitati esperti di scienze della comunicazione e pedagogisti che lavorano presso l’Università di Bari. I temi affrontati nella riunione sono stati i seguenti:

• Usabilità dei sistemi interattivi, Usabilità e e-learning,

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• Discussione sulla metodologia di valutazione SUE e suo adattamento alla valutazione di sistemi di e-learning,

• Usabilità di contenuti accessibili a utenti con diverse abilità, • Problematiche relative all’efficacia didattica di LO, • Discussione con esperti di scienze della comunicazione e pedagogisti su indicatori per la

valutazione dell’efficacia didattica.

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2. Disseminazione dei risultati 2.1 Introduzione La disseminazione dei risultati ha una doppia valenza: da un lato verificare, attraverso pubblicazioni scientifiche e interventi in consessi specialistici la validità dei risultati del progetto, facendo conoscere i risultati ottenuti e ottenendo feed-back adeguati, dall’altro lato pubblicizzare i risultati ottenuti in diversi possibili ambiti applicativi, per favorire la diffusione dei risultati e incoraggiare futuri processi di trasferimento tecnologico. E’ ovvio che nel primo anno del progetto il processo di disseminazione dei risultati è potuto essere solo parziale. Infatti i primi risultanti scientificamente rilevanti, oggetto di pubblicazioni scientifiche, riguardano aspetti particolari (ad esempio, tecniche particolari studiate nell’ambito della progettazione del framework architetturale, del repository per Learning Object, del processo di gestione dei Learning Object e dei percorsi di apprendimento) mentre mancano ancora pubblicazioni sul progetto nel suo complesso. Nel primo anno del progetto non era previsto di pubblicizzare e sperimentare i risultati del progetto in possibili ambiti applicativi. Questo, tuttavia, è considerato un obbiettivo di primaria importanza del progetto, per cui si è messo a punto un primo piano di disseminazione dei risultati, descritto nel seguito, per raggiungere questo obbiettivo nel corso del proseguo del progetto. 2.2 Attività di disseminazione 2.2.1 Pubblicazioni in area metodologica-tecnica C. Ardito, M. De Marsico, R. Lanzilotti, S. Levialdi, V. Rossano, M. Tersigli. “Usability of E-Learning Tools”, Proc. International Conference on Advanced Visual Interfaces AVI’2004, Gallipoli 25-28 Maggio 2004, ACM Press, in print. C. Ardito, M.F. Costabile, M. De Marsico, R. Lanzilotti, S. Levialdi, P. Plantamura, T. Roselli, V. Rossano, M. Tersigli “Towards Guidelines for Usability of e-Learning Applications” Sottomesso per la pubblicazione “A path index for efficient XML path expression processing”. Giuseppe Amato, Franca Debole, Pavel Zezula and Fausto Rabitti., extended abstract, to be presented at SEBD 2003, Cetraro (CS), Italy, June 24-27, 2003. “YAPI: Yet Another Path Index for XML searching”. Giuseppe Amato, Franca Debole, Pavel Zezula, and Fausto Rabitti., 2003 European Conference on Digital Libraries, ECDL 2003, Trondheim, Norway, August 17-22 2003. “Tree Signatures for XML Querying and Navigation” Giuseppe Amato, Franca Debole, Pavel Zezula and Fausto Rabitti, XML Database Symposium (XSym 2003) in Conjunction with VLDB 2003, Berlin, Germany, 8 September 2003 “Processing XML Queries with Tree Signatures” P. Zezula, G. Amato, F. Rabitti, in Intelligent Search on XML Data – Applications, Languages, Models, Implementations, and Benchmarks, Henk Blanken, Trosten Grabs, Hans-Jörg Schek, Ralf Schenkel, Cerhard Weikum (Eds.), Springer

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Verlag, LNCS 2818 “The Use of XML in a Video Digital Library” C. Gennaro, F. Rabitti, and P. Savino. in Intelligent Search on XML Data – Applications, Languages, Models, Implementations, and Benchmarks, Henk Blanken, Trosten Grabs, Hans-Jörg Schek, Ralf Schenkel, Cerhard Weikum (Eds.), Springer Verlag, LNCS 2818 2.2.2 Pubblicazioni in area metodologica-didattica Diffusione di materiale didattico: proposte della tecnologia e problemi pedagogici, nell’ambito

di un workshop che verrà condotto dall’IMATI-CNR nel corso dell’intervento del CNR all'Expo dell'educazione e del lavoro (www.educazionelavoro.com), Milano 27-30 aprile 2004.

Electronic repositories for education, TECHWARE workshop on strategies and actions in

water technologies, research, education and training, Delft 7th-8th November 2003. E. Busetti, P. Forcheri, M.G. Ierardi, ‘Repositories di learning objects: alcune questioni pedagogiche’, Rapporto tecnico IMATI-CNR, sez. Ge, n. 14/2003 2.2.3 Partecipazione a convegni Membri dell’Unità di Bari hanno partecipato, presentando dei lavori, al Congresso Nazionale “Insegnare la Matematica nella scuola di tutti e di ciascuno”, svoltosi a Bari dal 19 al 21 Febbraio 2004. Durante le presentazioni hanno illustrato il progetto VICE, con particolare riferimento alla problematica dell’usabilità dei LO, che un argomento di specifico interesse dell’U.O. di Bari. Il progetto è stato presentato da membri dell’Unità Polimi HOC alla conference E-LEN tenutasi a Milano il 27/28 novembre e verrà inoltre presentato in concomitanza con la fase di dissemination di Learning@Europa (progetto di e-learning e Web collaborativo sulla storia dell’europa). Parte dei risultati ottenuti nell’ambito del progetto VICE sono stati illustrati in Recourse for Guiding Didactical Creators in the Development of Accessibile e-Learning Material. Sottomesso (in attesa di esito) alla 6th Asia-Pacific Conference on Computer-Human Interaction (APCHI). La versione estesa del precedente articolo sarà sottomesso a riviste internazionali. 2.3 Piano di Disseminazione dei Risultati Una parte importante del piano di disseminazione dei risultati consiste nel continuare la produzione di pubblicazioni scientifiche da presentare sia in congressi nazionali che internazionali che su riviste. Per esempio l’ITD-CNR ha già sottoposto al convegno Didamatica 2004 (Ferrara, 10-12 Maggio)1 l’articolo “Learning Objects e Costruttivismo”, di Serena Alvino e Luigi Sarti, che enuclea i 1 Didamatica è un convegno promosso annualmente dall'AICA (Associazione Italiana per l'Informatica ed il Calcolo automatico), che si propone di fornire un quadro ampio ed approfondito delle ricerche, degli sviluppi innovativi e delle esperienze in atto nel settore dell'informatica applicata alla didattica, nei diversi contesti di apprendimento. (http://www.expoe-learning.net/expo2004/didamatica.htm)

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principali risultati dell’attività di ricerca svolta per il progetto VICE. A breve, verrà inoltre sottoposto alla rivista “Informatica & Scuola” un articolo inerente la possibile applicazione del concetto di Design Time LO al contesto delle comunità di pratica di insegnanti. Un altro elemento importante è l’organizzazione di convegni specialistici in settori inerenti al progetto. Membri dell’Unità di Bari, dell’Unità di Roma e dell’Unità di Genova IMATI CNR stanno pianificando di organizzare un workshop sulle tematiche relative alle interfacce utente di applicazioni di e-learning e all’efficacia didattica di tali applicazioni, da tenersi nell’ambito del Congresso Internazionale INTERACT 2005, uno dei più importanti congressi internazionali su Human-Computer Interaction che si svolgerà a Roma presso il Centro Congressi Frentani dal 12 al 16 settembre 2005. Nel corso del secondo e terzo anno, l’Unità Polimi HOC prevede di organizzare almeno un workshop internazionale sull'usabilità e accessibilità in relazione all'e-learning. Nel secondo anno del progetto sarà predisposto un Sito Web del Progetto VICE per illustrare e pubblicizzare i contenuti e le attività anche sperimentali del progetto e le occasioni di incontro coi partners del progetto. 2.3.1 Sperimentazione nelle industrie La sperimentazione del progetto VICE permetterà di erogare contenuti informativi, strutturati in Learning Object (LO), ad imprese medio piccole del Salento. Tali aziende potranno usufruire dei LO attraverso una opportuna piattaforma che ne permette la loro memorizzazione ed erogazione. Per tale ragione la diffusione dei risultati attesi dal progetto di ricerca rientra tra i risultati impliciti della ricerca stessa e sicuramente ne rappresenta il principale feedback dell’efficacia dei contenuti e della piattaforma di fruizione. Inoltre, la presenza nella partership di aziende locali, collegate con associazioni di categoria (Assindustria), e la presenza di enti di formazione consorziati con l’Università di Lecce e ben radicati sul territorio, favorisce la più ampia ed omogenea divulgazione degli stessi risultati. La realizzazione dell’indagine su “I sentieri locali dell’innovazione” condotta sul territorio salentino ha portato con sè la pubblicizzazione del progetto e l'individuazione delle aziende della comunità locale potenzialmente interessate al progetto. In fase di definizione delle aziende campione, inoltre, si prevedono la realizzazione di giornate di lavoro, di presentazione dell'attività di ricerca già svolta e di sensibilizzazione al progetto. 2.3.2 Sperimentazione nella didattica L’Unità Polimi HOC realizzerà un corso di Web Design bastato sulla metodologia W2000. Esso verrà utilizzato in corsi di laurea che saranno tenuti nelle università di Milano, Como e Lecce. Sede di Milano

• 1° livello Ingegneria Informatica • 1° livello Disegno Industriale • 2° livello Ingegneria Informatica • 2° livello Disegno Industriale

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Sede di Como

• 1° livello Ingegneria Informatica • 2° livello Ingegneria Informatica

Sede di Lecce

• 2° livello Ingegneria Informatica Il corso sarà inoltre utilizzato per i Corsi Master (Cefriel / MIP) del Politecnico di Milano. L’Unità IMATI-CNR intende sviluppare attività formative, basate sui risultati prodotti, rivolte ad insegnanti (in servizio e futuri). In particolare si intendono sperimentare nell’ambito del corso Multimedialità nella didattica della scuola di specializzazione insegnanti dell’Università di Genova 1) i criteri per la realizzazione di moduli didattici come linee guida per indirizzare gli studenti nella produzione di progetti educativi che essi sviluppano 2) gli eventuali moduli prodotti di interesse per il corso L’Istituto di Tecnologie Didattiche del CNR di Genova si propone di attuare una disseminazione dell’attività svolta per il progetto VICE attraverso l’applicazione in diversi contesti formativi delle metodologie definite e condivise dal gruppo di lavoro, nonché degli stessi LO in seguito realizzati. L’Unità ITD-CNR intende esplorare un’estensione del concetto di LO che consenta di connotare sul piano formativo non solo materiali didattici multimediali prodotti dai docenti, ma anche casi, processi, esperienze, interazioni e prodotti delle comunità di apprendimento, che possono essere riusati o riproposti in situazioni simili, con attenzione alle dipendenze contestuali e culturali. Per questo motivo l’U.O. si impegnerà sia a riusare in diversi contesti sperimentali i LO che verranno realizzati per il progetto VICE, sia ad integrare in essi i prodotti delle comunità virtuali che in questi contesti lavorano e si sviluppano. Il setting nel quale l’ITD-CNR si propone di intervenire è costituito da alcuni corsi universitari e post-universitari per i quali è prevista la fruizione via rete, nell’ambito della sperimentazione “Azione E-learning” del progetto Campus One2 dell’Ateneo genovese; in particolare, si intende operare su alcuni insegnamenti afferenti al corso di laurea in Scienze della Comunicazione (Facoltà di Scienza della Formazione), tra cui: Laboratorio di Informatica (primo anno, docente Luigi Sarti), Laboratorio di Progettazione di Pagine Web (secondo anno, docenti Giovani Adorni e Gianni Vercelli),Sistemi Operativi e Reti di Calcolatori (secondo anno, docente Gianni Vercelli), Psicologia dei Gruppi Virtuali (secondo anno, docente Angela Sugliano) e Laboratorio di Psicologia dei Gruppi Virtuali (terzo anno, docente Angela Sugliano). Tali insegnamenti, offerti in modalità tradizionale negli scorsi anni accademici, verranno proposti nell’a.a. 2003-04 anche in modalità e-learning, ospitati dal portale Campus One. Il numero relativamente elevato di partecipanti ai questi corsi (fino a 150 per ciascun corso) impone un’organizzazione delle attività a distanza in larga parte basata sull’apprendimento autonomo e richiede quindi la predisposizione di materiali didattici di buona qualità. Metodiche più genuinamente di stampo costruttivista, per quanto auspicabili, sono improponibili per l’intera

2 Campus One è un progetto della CRUI – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, di durata triennale, che ha l’obiettivo di promuovere e sostenere l’innovazione tecnologica e formativa auspicata dalla riforma didattica universitaria; nell’ ambito di questa iniziativa, l’Università di Genova ha promosso un progetto strategico, l’azione e-learning, per la diffusione delle metodiche della formazione a distanza nell’ambito dell’Ateneo, al fine di supportare i docenti nell’erogazione e nella diffusione della conoscenza in modo auto-consistente (didattica in rete) o a supporto di quanto svolto nelle lezioni tradizionali in presenza (didattica integrata).

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popolazione studente, dato il numero di tutor richiesti3 e i relativi costi, e possono solo essere attuate con un sottoinsieme dei partecipanti. Un ulteriore ambito di sperimentazione sarà offerto da alcuni moduli del Master Universitario di Primo Livello su “E-learning per la Scuola, l’Università e l’Impresa”4, anch’esso ospitato nel portale d’Ateneo; in particolare, l’attenzione dell’U.O. ITD-CNR si concentrerà sugli insegnamenti: Linguaggi di Programmazione Web ( docenti Adorni G., Sarti L. e Vercelli G.), Standardizzazione dei Materiali Didattici (docenti Adorni G. e Vercelli G.), I Bisogni nell’Università e nell’Impresa (docente Sugliano A.), Gruppi Virtuali e E-Learning (docente Sugliano A.), Comunità di Apprendimento in Rete (docenti Manca S. e Sarti L.), Progettare Interventi di E-Learning (docente Trentin G., tutor Alvino S.) e La Valutazione in un Processo di Apprendimento in Rete (docente Alvino S.).

3 Trentin indica quale rapporto ottimale tra numero di corsisti e numero di tutor un valore compreso tra 1:10 e 1:15 (Trentin G., Dalla formazione a distanza all’apprendimento in rete, Franco Angeli, Milano, 2001) 4 http://masterelearning.unige.it/

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3. Appendici Appendice 1: Riunione Generale 13-03-03, Milano Formazione a distanza Definizione di una tecnologia didattica riusabile per la fruizione dei contenuti (Repository). Per i moduli didattici bisogna tenere conto di :

• Profili generali • Profili didattici • Profili utente • Multicanalità

La sperimentazione deve essere fatta in un contesto accademico – industriale (Lecce). Paolo Paolini (Politecnico Milano) Interesse:

• Repository • Learning Objects

Problematiche:

• Ricerca di learning objects riusabili e corretti. • La struttura della didattica viene fatta dal docente o lo studente fa ricerca.

Tutto l’engine è basato sui MetaDati. Se sono troppo semplici non consentono il riuso. I MetaDati dipendono dal “Punto di vista” diverso con cui si usa il materiale. Vi sono due tipi di riuso dei metadati:

1. Riuso in fase di fruizione dell’informazione, oggetti riusabili in termini didattici 2. Riuso del percorso in sé o solo di certe parti, ristrutturazione del percorso ma nello stesso set

di contenuti. Ci sono vari livelli da esplorare: • Un docente sta organizzando un corso • Approfondimento di uno studente che sta facendo un corso

Repository di un’applicazione content - intensive

Metadati

Ricerca

Dynamic reference link

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• Studente disorganizzato che ha un interesse Nella creazione dei L.O. è corretto anche contemplare canali poco tecnologici, perché è difficile fare un percorso didattico solo con tecnologie avanzate. (EG: Se viene creata una conferenza, ci saranno i MetaDati dell’evento, ma non l’evento stesso). Verrà quindi supportata la gestione. Per ora l’erogazione è lasciata a strumenti di mercato (PowerPoint, ecc.) Si possono studiare che tecnologie deve avere un L.O. fatto con tecnologie di mercato per disabili, ma è inutile che si inventino nuovi strumenti proprietari. Fausto Rabitti (ISTI CNR) Interesse:

• Multimedia Digital Libraries Esistono dei task che devono essere raggiunti:

• Protezione dei L.O. a livello degli intellectual property rights (far vedere qualcosa ma non tutto).

• MetaDati standard (mondo dinamico) con viste diverse. • Dynamic reference link

Riverse engineering con filmati di Nettuno, da una parte il filmato, dall’altra PowerPoint. Significa quindi prendere il materiale che c’e’ e ottenere oggetti più strutturati. Marco Colombetti (Politecnico Milano) Interesse:

• Base di conoscenza (Ontologie) Overlapping molto forte con la parte di repository di Milano, lavoro fortemente integrato. Interessati anche alla parte più semantica dei MetaDati. Viene fatta sia produzione sia ricerca: utile per la definizione del dimostratore. Tiziana Catarci (UniRoma) Interesse:

• Problematiche di accesso all’informazione • Univeral usabilità (accesso a tutte le categorie di utenti).

Bisogna tener presente due aspetti fondamentali: Caratteristiche

• Dell’utente • Dell’informazione

Quindi bisogna trasformare i L.O. per riadattarli in maniera intelligente, non bruta. Non diventano altri L.O. ma sono delle rivisitazioni. Hanno lo stesso obiettivo didattico, lo stesso posto, ma di fatto il contenuto è un po’ diverso. Uno degli input è il canale, questo condiziona l’interfaccia (EG: Se si ha solo l’interfaccia vocale, non è possibile semplicemente tradurre l’informazione visiva: non è fruibile, la si deve ristrutturare.) Qualunque sia la tecnologia di fruizione dei L.O., il meccanismo di retrieval è lo stesso.

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Esempio di L.O. Filmato Nettuno Il filmato è in streaming. Lo smile è un oggetto che ha una dimensione temporale, definisce come sincronizzare le varie cose. Quindi anche gli oggetti normali si possono strutturare meglio. Una lezione è un oggetto o dieci oggetti montati assieme? Se sono dieci li estrapolo così ho la possibilità di concentrarmi su una parte piuttosto che sul tutto. Quindi prende forma l’idea di aggregato di L.O. Anche il percorso è un L.O. Marco Benin (Univ Insubria) Interesse:

• Profilazione utente (a priori e a posteriori) • Creazione di percorsi tramite profilazione (nuovi percorsi riassemblati e ritarati per

individuo o gruppo) Si vogliono usare metodi per tarare percorsi già presenti o nuovi tarati dalla macchina. Se un utente salta un pezzo di percorso, significa che il percorso non va bene per quell’utente: quella parte non la vuole, è inutile riproporgliela. Allora la macchina riassembla le cose in base al profilo utente. Problema: se tutta la fruizione è basata su tecnologia, si può sapere tutto quello che fa l’utente. Se c’è anche la carta deve esserci un feed-back per sapere cosa interessa all’utente. Paola Forcheri (IMATI-CNR Genova) Interesse:

• Ottica Didattica (problematiche cognitiva – linee guida) • Rendere realistico il sistema (auto apprendimento / test) • Piano di esperimento / monitoraggio

L’ottica di base è quella di venire in contro a una grande varietà di utenza e rendere realistico l’utilizzo di questi programmi. Ci sono svariati panorami di utenza possibili (Aziende con scarsissime attrezzature informatiche, studenti, ecc…). I L.O., i percorsi e i test vanno quindi adattati. (Univ. Lecce) Interesse:

• Fare il dimostratore • Erogazione sperimentale

Aiuta a confezionare i L.O. dal materiale grezzo. Associazione industriale fa sperimentazione sul campo. Univ. Bari Interesse:

• Interfaccia utente • Usabilità (specifica sulla didattica)

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Appendice 2: Riunione Generale 17-06-03, Roma

Presentazioni POLIMI (Gruppo Paolini) Le problematiche di cui si occupa sono :

• Metodologie di Design o Repository o LO (Learning Object)

• Design del Repository • Dimostratore del Repository

Risultati attesi :

• Metodologia di design dei LO • Corso su W2000 • Realizzazione della Web Application : Repository

ISTI-CNR A repository of LO based on Digital Library Technology Obiettivi principali:

• To design, implement and experiment a Repository System intended to efficiently support the distributed storage and retrieval of Multimedia Learning Objects

• It should constitute an essential component of future infrastructures for commercially viable e-Learning environments

Altri obiettivi:

• Metadata Editor tool, to be integrated in the content authoring environment. Essential to provide the metadata information (e.g., MPEG-7) on which the searching activities of the Repository System are based

• Support of Reference Linking • Issues concerning the protection of the Intellectual Property Rights for Learning Objects in

the Repository System, adopting standard-based solutions (i.e., MPEG-21) UNIROMA Problematiche di accesso all’informazione

• Capire che difficoltà ha il disabile nell’approcciarsi al WEB • Possibili idee

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Problematiche di accessibilità e learning application (IMS) IMS: 6 principi (preme molto sull’XML) Obbiettivi: Fornire linee guida per l’accessibilità per trasferire lo stesso contenuto di info.

1. Raggruppare argomenti didattici (individuare delle macroaree) 2. Per ciascun’area individuare quali sono le barriere 3. Individuare un insieme di metainfo.

Problematiche disabilità Fisiche/Psichiche Adattamento interfacce (da WEB a PDA, ecc) POLIMI (Colombetti) Si occupa della :

• Standardizzazione della conoscenza per la didattica • Costruzione di grandi archivi per la didattica

Rappresentazione della conoscenza per :

1. Generalizzare e riutilizzare. • Ontologie

o Intervento formativo o Dominio

2. Ragionare Intervento formativo:

• Vincoli e pre-requisiti Learning Object

• Granularità e contestualizzazione Metadati

• Linguaggio semantico comune Definizioni : ONTOLOGIA: un nuovo lessico che definisco e che estende e vincola i concetti e i collegamenti con i concetti che io posso utilizzare. MODELLO: Istanza di un’ontologia. Standard proposti : Ontologie: OWL Learning Object: LOM Obbiettivi :

• Definire un ontologia per descrivere l’universo del discorso • Definire il modello concettuale dell’intervento formativo • Definizione dei metadati semantici per collocare il singolo LO nell’ambito dell’intervento

formativo. UNILE

• WARP: Progetto Lecce (Web Application Rapid Prototyping) • Strategia di erogazione dei contenuti al fine di migliorare la progettazione.

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• Metodologia W2000, HDM • Orientato alle piccole aziende • Confronto comparativo tra le diverse metodologie (W2000 OOHDM WebML ecc.)

IMATI-CNR Obiettivi: • Contribuire al disegno metodologico per :

o Creare un Sistema reale. o Studiare delle linee per definire le metodologie di validazione.

Si occupa :

• Analisi delle problematice erogative. • Problematiche degli attori differenti. (stud, auth, teach.) • Profilazione dell’oggetto non solo dell’utente

Osservazione : la letteratura sui LO si trova solo in convegni di informatica! ITD-CNR Si occupa delle Tecnologie Didattiche. In particolare sono state presentate due applicazioni sviluppate presso l’università di Genova :

• Aula virtuale cooperativa (Applicazione JAVA con sistema a “Token”) • Sistemi di gestione progetti

Vedere sito www.dist.unige.it (da verificare) UNIBA Problematiche :

• Interfaccia utente • usabilità. • Valutazione dell’efficacia pedagogica. • User centered design à Learner Centered Design

Obiettivi : Creazione di nuovi metodi per valutare l’efficacia didattica basti sul metodo di ispezione SUE. Verrà effettuato uno studio dei criteri di valutazione per sistemi LC e verranno sviluppati degli Abstract Task (AT) specifici per e-learning.

1. Discussione Finale e assegnazione dei Task Task Individuati :

1. Definizione dell’infrastruttura del repository : POLIMI(Paolini), ISTI, UNILE, INSUBRIA (da verificare)

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2. Definizione delle ontologie (di dominio e dell’intervento formativo) : POLOMI(Colombetti) (la definizione delle ontologie impatterà anche sulla definizione dell’infrastruttura del repository)

3. Metodologie di design dei LO e identificazione dei metadati da associare ai LO: a. Pedagogici – IMACNR b. Accessibilità – UNIROMA c. Profilazione – INSUBRIA d. Riusabilità – POLIMI(Paolini),ISTI,UNIROMA

4. Tecniche di authoring per gli ambienti collaborativi: investiga sulla possibilità di adattare i LO per il loro utilizzo in ambito collaborativo - ITD-CNR

5. LMS : ITD-CNR 6. Valutazione dell’usabilità : Attività trasversale alle precedenti , IMA-CNR

Task Usability Infrastruttura Repository

POLIMI(Paolini) ISTI UNILE INSUBRIA NO

Ontologie POLIMI(Colombetti)

?

Metodologia di design dei LO

IMA-CNR (Pedagogici)

UNIROMA (Accessibilità)

INSUBRIA (Profilazione)

POLIMI(Paolini) ISTI UNIROMA (Riusabilità)

SI

Tecniche Authoring Collaborativi

ITD-CNR SI

LMS ITD-CNR ?SI? Contenuti WebDesign +

Usabilità + Accessibilità (ICT)

ICT di Base (Aziende non ICT)

Sperimentazione Parallelamente ai task precedenti ogni partner dovrà realizzare dei LO su argomenti specifici quali, per esempio, WebDesign, Usabilità, Accessibilità (rivolti ad aziende in ambito ICT ) o su argomenti ICT di base (Aziende non ICT).

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Appendice 3:Riunione Generale 30-10-03, Milano

Partecipanti

Nome Partner Paolo Paolini Polimi (Gruppo Paolini) Sebastiano Colazzo Polimi (Gruppo Paolini) Lorenzo Vismara Polimi (Gruppo Paolini) Grivel Georges Polimi (Gruppo Paolini) Mario Bochicchio Università di Lecce Antonella Longo Università di Lecce Marco Colombetti Polimi (Gruppo Colombetti) Piera Sassaroli Polimi (Gruppo Colombetti) Mario Arrigoni Neri Polimi (Gruppo Colombetti) Fabrizio Falchi ISTI-CNR Pisa Claudio Gennaro ISTI-CNR Pisa Fausto Rabitti ISTI-CNR Pisa Paola Forcheri IMATI-CNR Genova Valeria Mirabella Università di Roma 1 Rosa Lanzillotti Università di Bari Veronica Rossano Università di Bari Alberto Trombetta Università dell’Insubria Luigi Sarti ITD-CNR Genova Serena Alvino ITD-CNR Genova

Argomenti della Riunione Polimi (Gruppo Prof. Paolini)

o Introduzione al progetto o Architettura del repository o Prima proposta di assegnazione dei compiti ai partner Obiettivo del progetto è realizzare un repository di LO (o meglio di descrittori di LO) che permetta ad un organizzatore della didattica di trovare i descrittori dei LO che gli interessano e utilizzarli per organizzare la didattica. L’organizzatore della didattica può essere (nell’ambito del progetto VICE) l’associazione industriale di LECCE o qualunque altra organizzazione (azienda, ente, università) che vuole fare training. Le modalità con cui un organizzatore della didattica trova i LO sono:

1. meccanismo classico basato su search e metadati, con tutte le varianti del caso. Se ne occupa ISTI-CNR PISA

2. meccanismo ipertestuale, i LO sono organizzati in tipi di LO (algoritmo, tecnologia, etc.), in relazioni tra LO (ad esempio l’applicazione X usa l’algoritmo Y). L’organizzatore della didattica si muove in uno spazio ipertestuale per trovare le cose che gli interessano, naviga le collezioni, etc. Se ne occupano Polimi B, e UniLecce che fanno il modeling esplicito della struttura dei contenuti.

Progetto VICE

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3. meccanismo pedagogico, l’organizzatore della didattica è supportato da una specie di wizard pedagogico che lo guida nella ricerca e nell’organizzazione dei LO da utilizzare. Il meccanismo si basa su goal e approcci pedagogici alla didattica. Se ne occupano IMA-CNR, Polimi A, UnInsubria.

Chiaramente i tre approcci devono cooperare. Sull’architettura portante si hanno inoltre: - guideline generale su come si fanno i LO - guideline specifiche per LO per disabili e produzione dei LO per disabili - guideline per LO cooperativi e produzione di LO cooperativi - Erogazione del tutto a Lecce, in acordo con aziende locali e ilo ed eventualmente interna nei

corsi per verificare se LO funzionano e se il repository funziona. - produzione di LO generali

Univ. Lecce Tecnologie e Formazione - Un’opportunità di innovazione per le aziende: la formazione mediante le nuove tecnologie La proposta formativa per le aziende è distribuita su due livelli: - Livello 0 di Background i cui argomenti riguardano fondamentalmente l’informatica di base

(Office Automation, Internet, posta elettronica, etc.) - Livello 1 Specifico i cui argomenti riguardano la sicurezza sui luoghi di lavoro e la finanza

agevolata. ISTI-CNR Pisa MILOS: A Repository for Learning Objects MILOS is Repository System intended to efficiently support the distributed storage and retrieval of Multimedia Learning Objects and it has been designed with the aim of constituting an essential component of future infrastructures (distributed, peer-to-peer) for commercially viable e-Learning environments. The persistence, search, and retrieval of Learning Objects is based on xml search engine and described using W3C xml schema. Since the managed document are in xml format, it will possible to integrate the functionality of SCORM and MPEG7 (and possible application specific standards), as they are fully supported by the xml schemas. In particular, in the context of project VICE, SCORM will be used to exporting Learning Object documents, and MPEG7 will be exploited for enriching multimedia components of the LO. Multimedia components of LO (raw-data) can be, images, videos, Power Point presentation, MPEG4 interactive object, etc. Polimi Colombetti Ontologie per l’e-learning

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Le ontologie verranno utilizzate nella definizione di: - Cosa stiamo insegnando à Ontologia dei CONTENUTI - A chi lo stiamo insegnando à Ontologia degli STUDENTI - Perché lo stiamo insegnando à Ontologia degli OBIETTIVI - Come lo dobbiamo insegnare à Ontologia degli INTERVENTI - Con che strumenti e con che risorse à Ontologia degli RISORSE L’insieme delle precedenti ontologie genera un “sistema ontologico integrato” prevede un dialogo interdisciplinare necessario per l’utilizzo estensivo di ontologie e permetterà di offrire servizi quali:

• General purpose ( ricerca semantica del repository) • Di supporto (tool di supporto al docente) • ITS (verifica e gestione degli interventi formativi, generazione automatica di interventi

formativi) IMATI-CNR Criteri pedagogici a supporto della selezione e scelta di materiali didattici L’obiettivo è formulare un’ipotesi preliminare, sulla base dei presumibili utenti e della tipologia di materiale, riguardo le informazioni che, dal punto di vista pedagogico, possono essere utili per supportare la scelta e la selezione del materiale didattico. L’approccio proposto si basa: - Sulle definizioni del concetto di learning object ovvero sulle caratteristiche dei materiali

didattici che ne influenzano la descrizione dal punto di vista pedagogico - Sullo schema proposto dallo LTSC (Learning Technology Standards Committee) - Su schemi descrittivi di materiali didattici - Su scelte di progetto (argomento e contesti educativi) Univ. Insubria Profili e Adattività L’obiettivo è realizzare un filtro adattivo per i contenuti del repository che permetta di: - Cogliere e memorizzare le caratteristiche degli utenti - Individuare l’interesse momentaneo dell’utente - Adattare i contenuti del repository a seconda delle caratteristiche e dell’interesse dell’utente La realizzazione del filtro implica la definizione dei profili utente che saranno caratterizzati da: - Un insieme di attributi, il cui valore è un numero - L’insieme è partizionato in due gruppi di attributi:

o le caratteristiche dell’utente o l’interesse momentaneo

- Gli attributi corrispondono alle categorie concettuali usate per classificare i Learning Objects nel repository (ontologia)

Univ. Roma

Progetto VICE

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Problematiche di accesso all’informazione Nell’accesso alle informazioni da parte di persone disabili sono state individuate alcune criticità che sono: - La necessità del contenuto testuale alternativo per i contenuti non testuali - La necessità di indicazioni per la navigazione - L’individuazione di un nucleo minimo di contenuti - Evitare la perdita dei collegamenti che erano basati sulla località spaziale nella interfaccia

visuale. L’approccio proposto per risolvere le criticità prevede: - l’individuazione del nucleo minimo di contenuti che sfrutti la conoscenza dell’autore dei

contenuti del modulo di e-learning - l’individuazione di metadati didattici (inseriti dal didatta che prepara i moduli di e-learning che

raccolgono tutte le informazioni necessarie a rendere accessibili i contenuti didattici) e di metadati strutturali (inseriti dal tecnico, hanno lo scopo di rendere accessibile la struttura del corso, a prescindere dai contenuti didattici).

- La definizione della struttura delle meta-informazioni introducendo i concetti di contenuto atomico, di gruppo di contenuti e definendo le relazioni che intercorrono tra i contenuti atomici e tra i gruppi.

Gli sviluppi futuri prevedono la definizione accurata del dominio della rilevanza estendendolo ad una scala con più di due elementi e/o riferendola anche al livello di approfondimento del corso (Base, Medio, Avanzato). Univ. Bari L’approccio di UniBa alla valutazione di sistemi di e-learning Gli argomenti trattati sono stati: - Learner-Centred Design - Obiettivi del software Learner-Centred (LC) - Usabilità del software LC - Ispezione Systematic Usability Evaluation (SUE) - Euristiche per e-learning Le attività previste da UniBa per il primo anno sono: - analisi dello stato dell’arte su LCD - analisi di utenti e attività di lavoro che il software deve supportare - studio degli utenti mentre analizzano sistemi di e-learning già disponibili - studio di possibili tool di scaffolding da implementare ITD- Genova

Learning Objects e Costruttivismo: un rapporto problematico

Focus della ricerca: - Quale ruolo possono giocare, in un prospettiva costruttivista della didattica, gli approcci all’e-

learning basati sui LO?

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- È praticabile una disciplina del riuso delle risorse d’apprendimento? - È possibile estendere il concetto di LO a integrare, tra le risorse riusabili in un intervento

formativo: o casi ed esperienze situate in contesto; o esempi e buone pratiche di organizzazione del processo d’apprendimento; o strutture comunicative e collaborative; o materiali non solo predisposti dai docenti, ma anche prodotti dagli stessi studenti?

Il contributo dell’unità operativa ITD prevede:

- Esplorare un’estensione del concetto di LO che integri:

o casi o processi o esperienze o interazioni

- Approfondire la relazione tra apprendimento tradizionale ed approccio costruttivista-sociale - Esplorare i modi e gli effetti con cui la tecnologia può contribuire a sostenere entrambe le

modalità di apprendimento: due aspetti di uno stesso processo e non due prospettive antitetiche.

Assegnazione dei compiti ai Partner a. Polimi (Gruppo Prof. Paolini): Definisce l’architettura del repository in

collaborazione con ISTI-CNR e UNILECCE. Collabora con UNILECCE alla definizione delle ontologie di contenuti domain oriented in ambito ITC per l’Associazione Industriale di Lecce. Collabora con UNILECCE al design e all’implementazione dell’applicazione Web che consente l’accesso ipertestuale ai LO e permette la realizzazione di percorsi didattici domain oriented. Crea dei LO. Crea i tool per le attività di supporto (shopping bag, wish list, etc.)

b. Univ. Lecce: Definisce i requisiti per un vero ambiente di utenti con dei veri moduli

didattici (prodotti in ambito universitario ma rivolti all’esterno), definisce un piano di training in collaborazione con l’associazione industriale di Lecce. Il piano di training non è unico in quanto si può pensare di riusare i vari moduli prodotto anche in ambito accademico. Svolge il ruolo di organizzatore della didattica. Collabora con Polimi B (Ontologie di contenuti e Accesso ipertestuale ai LO) e con ISTI-CNR (architettura repository). Crea dei LO.

c. ISTI-CNR: Fornisce l’infrastruttura di base per la persistenza, l’accesso e la ricerca

dei LO in un repository classico. Realizza l’applicazione “repository classico”. Elabora una prima proposta per descrittore e per i metadati associati ai LO, ogni altro insieme di metadati, si aggancia ogni altra descrizione degli altri partner. Garantisce che il repository sia costruito e possa essere utilizzato ai fini di ISTI-CNR. Fornisce un accesso trasparente a risorse offerte da Digital Library esterne. Collabora con Polimi B e UniLecce (architettura repository).

d. Polimi (Gruppo Prof. Colombetti) : Definisce le ontologie didattiche e pedagogiche che sono di supporto e guidano i diversi modi di fare didattica. Collabora con IMA-CNR e UnInsubria alla realizzazione di un “Wizard Pedagogico” che supporti un organizzatore della didattica nella realizzazione dei corsi sulla base di aspetti pedagogici, di profilazione utente e su meccanismi di reasoning che tengano conto di come gli utenti utilizzano i LO o i moduli. Definisce i meccanismi di ricerca semantica dei moduli e dei LO.

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e. IMATI-CNR: Definisce un Approccio pedagogico alla didattica e i criteri per la realizzazione dei moduli didattici. Collabora con Polimi A e con UnInsubria (Wizard Pedagogico)

f. Univ. Insubria: Definisce le linee guida per la profilazione utente. Collabora con POLIMI A e con IMA-CNR (Wizard Pedagogico). Crea dei LO.

g. ITD-CNR:Definisce le linee guida per la realizzazione di LO cooperativi. Crea dei LO cooperativi. Effettua uno studio sulla possibilità di estensione del concetto di LO. Approfondisce la relazione tra apprendimento tradizionale ed approccio costruttivista-sociale.Esplora i modi e gli effetti con cui la tecnologia può contribuire a sostenere entrambe le modalità di apprendimento.

h. Univ. Bari: Effettua lo studio delle interfacce utente del repository (classico e ipertestuale) e della loro usabilità e contribuirà alla customizzazione dell'applicazione. Definisce un approccio alla valutazione di sistemi di e-learning. Crea dei LO.

i. Univ. Roma : Definisce le linee guida per la realizzazione di LO orientati ai disabili. Crea dei LO per disabili.

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Appendice 4: Riunione Generale 4-3-04, Genova La riunione si divide in tre parti:

• Presentazione del lavoro svolto • Discussione sull’integrazione • Definizione del piano operativo per il prossimo anno

Ogni partecipante presenta il lavoro svolto: L'obiettivo della presentazione è quello di definire le basi per la discussione riguardante l’integrazione. Persona Argomento Paolo Paolini CU04 Il Framework

Accesso navigazionale al Repository

Fausto Rabitti CU04 Il repository classico

Marco Colombetti CU04 Il Wizard Pedagogico

Tiziana Catarci CU05 LO per disabili: Criteri per l'accessibilità di LO

Mario Bochicchio CU03 Lo scenario applicativo

Paola Forcheri CU05 La didattica

Giovanni Adorni CU05 Learning Object e costruttivismo

Francesca Costabile CU04 Valutazione e validazione dell’usabilità CU05 LO per disabili: Criteri per l'usabilità di LO

Marco Benin CU05 La profilazione utente

- Learning Objects: ciascuna unità descrive i LO che intende produrre. - Discussione sull’integrazione e consolidamento documentazione

Continuazione discussione sull’integrazione e consolidamento documentazione

Definizione dei nuovi WP per il secondo anno

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Appendice 5: Riunioni Tecniche 10/7/2003 e 18/7/2003 Partecipanti 10/07/03: Paolo Paolini

Mario bochicchio Sebastiano Colazzo Lorenzo Vismara Antonella Longo Evelyne Gobbo Aldo Torrebruno

Partecipanti 18/07/03: Luca Mainetti Sebastiano Colazzo Lorenzo Vismara Claudio Gennaro

Analisi di soluzioni esistenti EDMedia : Fornisce un database di LO e un insieme di metadati necessari a caratterizzarli. La ricerca dei LO è basata esclusivamente sui metadati in quanto ognuno di essi viene visto per fatti propri. L’approccio a considerare ogni LO singolarmente introduce inoltre grossi problemi legati alla granularità e alla riusabilità degli stessi. IPERLATINO (LIMITI – CITRINO): Viene fornito un punto di vita oggettivo dei LO. La semantica, basata esclusivamente sul contenuto, è definita a priori dal prof. Citrini che stabilisce le associazioni semantiche tra i vari LO (Proposizione X deriva da Teorema Y). I docenti che utilizzano il CD per fare didattica possono comunque riorganizzare gli argomenti secondo le proprie necessità inserendo dei commenti ai vari moduli. ARIADNE: http://www.ariadne-eu.org/

Soluzione Proposta La soluzione proposta ha come obiettivo quello di integrare le due soluzioni EDMedia e IperLatino. Da una parte si avranno i singoli LO (Raw Data + Metadati), prevedendo dei meccanismi di ricerca degli stessi, dall’altra si avranno più schemi semantici che organizzano i LO stessi. La semantica non dovrà essere basata esclusivamente sul contenuto ma anche su aspetti pedagogici. Ogni utente che organizza i LO secondo un proprio schema semantico arricchisce i metadati che caratterizzano i LO utilizzati (metadati pedagogici). Si dovrà inoltre considerare la possibilità di interfacciare il repository con il mondo esterno (Digital Library).

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Le tipologie di utenti che in questa prima fase sono state individuate sono:

• Autore 1° : Crea i LO assegnando i metadati • Organizzatore della Didattica : Organizza i LO definendo uno schema semantico di

fruizione • Autore 2° : Riorganizza i LO secondo schemi semantici propri arricchendo i metadati

pedagogici associati ai LO. Il sistema deve permettere di definire lo schema semantico e poi fare il mapping con l’insieme dei LO ( o più esattamente con i loro descrittori). Chiaramente si dovranno prevedere dei meccanismi di ricerca dei LO. In collaborazione con l’Università di Lecce verrà fatto il design del repository, verrà inoltre sviluppata da POLIMI (HOC) la definizione dello schema del repository.

Compiti dei Partner Polimi (Gruppo Colombetti) : definisce le ontologie didattiche e pedagogiche che sono di supporto e guidano i diversi modi di fare didattica. (due modelli principali: lato Student e lato Author). Definisce, inoltre, l’ontologia di mapping che guida la creazione di possibili schemi variabili (non fissati a priori). Univ. Roma : Accessibilità ai LO da parte di persone disabili. E’ da valutare se si tratta di accessibilità di fruizione dei LO o di accessibilità al repository per la creazione degli schemi semantici. ISTI-CNR : Accesso alle Digital Library

Supporto al DataBase tramite engine basato su XML

EDMedia Limiti (Citrini)

Search

LO

Associazioni semantiche

Digital Library

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Struttura delle Query verso lo strato persistente del repository Meccanismi di search di LO destrutturati. Proposta di utilizzo di MPEG-7 (Analisi)

Univ. Lecce: Interfaccia di Meta-Authoring (crea il modello dello schema da utilizzare).

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Appendice 6: Riunione Tecnica 2-12-03, Pisa

Partecipanti Nome Partner

Giuseppe Amato ISTI-CNR Pisa Francesco Furfari ISTI-CNR Pisa Claudio Gennaro ISTI-CNR Pisa Fausto Rabitti ISTI-CNR Pisa Lorenzo Vismara Polimi (Gruppo Paolini)

Argomenti della Riunione Problematiche di integrazione tra il repository dei LO dell’ISTI e il resto dei partner (in particolare con i livelli più alti forniti dal gruppo Polimi-Paolini). Accesso al repository L’ISTI fornirà i servizi di accesso, ricerca e persistenza di documenti XML che rappresentano LO di VICE. Il repository è in grado eventualmente di fornire la persistenza degli schemi stessi essendo quest’ultimi scritti in formato XML ossia secondo lo standard XML Schema del W3C. È emerso che tutti i livelli superiori al repostitory (interfacce, editor, etc) non accedano mai direttamente al XMLSE (il motore XML di basso livello che usa XXQuery) ma si collegano alla business logic (ARSL). Quest’ultimo fornisce un accesso trasparente al repository XML e al large Object DB dove sono memorizzati gli oggetti raw-data. Il vantaggio di utilizzare l’ARSL è che i livelli superiori non devono preoccuparsi di eseguire query nel linguaggio XXQuery ma utilizzeranno servizi di ricerca più avanzati. Metadate modeler e metadata editor È stato puntualizzato il fatto che metadata modeler ha il compito di generare schemi XML di LO (XSD) che vengono poi istanziati dal metadata editor. Il metadata editor sarà in grado di adattare la propria interfaccia sulla base dello schema generato dal metadata modeler. È chiaro che l’editor non può essere in grado di “capire” qualsiasi schema (se no in pratica l’editor diventerebbe qualcosa tipo XMLSpy), ma schemi definiti da un meta-schema. La definizione di questo meta-schema è di fondamentale importanza per la definizione delle funzionalità sia dell’editor sia dell’ARSL. ISTI ha chiarito che l’editor sviluppato nel progetto ECHO non può essere riadattato e riutilizzato come editor del progetto VICE. L’editor di VICE sarà realizzato in modo da essere estendibile (con un meccanismo alla plug-in) in modo che nuove funzionalità (associate per esempio a parti dello schema dei metadati) possano essere aggiunte senza modificare il programma principale. Ad esempio se nello schema dei metadati compaiono dei name space che fanno riferimento allo schema MathML, le parti dei documenti XML scritti in MathML verranno generati da un plug-in del tipo equation editor (un po’ come fa MS Word). Adattamento agli schemi di ARSL Si è discusso a proposito del fatto che anche l’ARSL deve conoscere gli schemi per fornire le funzionalità di ricerca sui metadati XML. Ad esempio se devo fornire la ricerca del campo “Author” definito in un documento XML, devo sapere (leggendo lo schema) che è identificato ad esempio dal seguente XPath /LO/SCORM/Author. Questo può essere ottenuto inserendo opportuni tag di tipo annotation/app:info (definiti nello standard XSD) per “aiutare” l’ASRL in questo lavoro. Qui di seguito c’è un esempio di un pezzo di XML schema, che definisce il campo “Author” di tipo stringa.

Progetto VICE

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<xsd:element name="Author" type="xsd:string"> <xsd:annotation> <xsd:appinfo>ARSL_Def_Field_Name: Author, author, autore, creator</xsd:appinfo> </xsd:annotation> </xsd:element>

Da una parte lo schema completo identifica il path necessario per raggiungere il tag Author, e inoltre la stringa (con sintassi inventata) “ARSL_Def_Field_Name: Author, author, autore, creator”, dice che il campo può essere identificato come Author, author, autore, creator. La fase di definizione degli schemi è quindi di fondamentale importanza per la definizione delle API dell’ARSL. SOAP L’integrazione fra l’ARSL avviene tramite Web Services SOAP. ISTI utilizza Java, Polimi-Paolini si riserva di scegliere che tipo di piattaforma utilizzare (.Net, Java, etc.) anche se, sembra più propensa verso Java. Integrazione modulo Colombetti Il modulo che sarà sviluppato dal gruppo di polimi-Colombetti basato sulle reti semantiche, deve essere in grado di “raccogliere” l’intero contenuto dei metadati XML in un proprio repository per poi farci delle elaborazioni. Non è chiaro come debba avvenire questa sincronizzazione (sincrono, asincrono, etc.). Bisogna parlare con il gruppo di polimi-Colombetti. Interfacce utente Per quanto riguarda le interfacce utente fornite dal sistema si pensa che ve ne saranno tre indipendenti: una per le query classiche, una per la navigazione ed una per l’accesso di tipo semantico. Ingestione dei raw-data È stato chiarito che i raw-data verranno inserti nel repository utilizzando semplici meccanismi di Upload. Repository distribuiti È emersa l’importanza per l’utente di avere la possibilità di lavorare su di un repository “locale”, ed di sincronizzare di seguito i propri dati con quelli del repository centrale. Dalla discussione è quindi emersa la necessità di fornire meccanismi di versioning dei documenti creati. A questo punto, bisogna distinguere il concetto di versione temporale (lo stesso oggetto può essere modificato più volte nel tempo, ma rimane concettualmente sempre lo stesso oggetto), con la versione nel senso di “uso” (ad esempio un oggetto può avere più versioni in lingue diverse, o essere scritto in formati, diversi come video, o come slide power point, etc). Quest’ultimo caso verrà gestito a “livello alto”, attraverso opportuni metadati. Per quanto riguarda la gestione delle versioni temporali, sono state prese in considerazione diverse soluzioni; la più realistica sembra essere quella di fornire meccanismi di tipo “check in/check out” alla CVS. Un concetto importante è che deve esistere una corrispondenza biunivoca fra documenti XML e LO, vale a dire un LO è identificato nella sua interezza da un’istanza di un documento XML nel repository. Ogni LO (e quindi il suo corrispondente documento XML) può trovarsi in uno stato libero o bloccato. Quando è libero, un utente può estrarlo, copiarlo nel proprio repository e modificarlo, per tutto il tempo necessario (in modo connectionless). Gli altri utenti non posso modificare LO bloccati ma possono solo leggerli (accedendo quindi all’ultima versione modificata). Quando l’utente che ha bloccato il LO lo rilascia, può eventualmente aggiornalo.