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Docente di Teorio e Metodologia del Movimento Umano all'Università Cattolica, Corso di laurea in Scienze Motorie e dello Sport e coordinatore scientifico di Scienza&Sport Proseguiamo l'analisi delle Ufe Skills, o competenze per la vita, analizzando le emozioni. L e emozioni corrispondono a sensazioni più o meno forti, a stati soggettivi che possono essere diversi per durata, inten- sità e tipologia e che spesso condizionano il modo di affrontare alcune situazioni ed espe- rienze. Gli insegnanti o gli allenatori sanno be- nissimo quanto gli sconvolgimenti emotivi interferiscano con i risultati di apprendimento o di rendimento. Se gli studenti sono ansiosi, tristi o depressi non hanno alcuna voglia di imparare così come gli atleti che sono in uno stato d'animo negativo. Spesso si rivelano incapaci di assorbire i suggerimenti dell'allenatore e non sono in grado di applicarli proficuamente. La risposta emozionale, sebbene molto variabile a livello individuale, comprende diversi aspetti: • cognitivo, finalizzato alla valutazione delle si- tuazioni stimolo che provocano le emozioni; • soggettivo, legato al vissuto e ai sentimenti del- l'individuo; • motivazionale, collegato alle intenzioni e alla tendenza ad agire/reagire; • espressivo; • puramente di attivazione fisiologica dell'orga- nismo. Le emozioni e la socialità sono per ogni essere umano, a ogni età della vita, due dimensioni im- portanti e funzionali al benessere personale e so- ciale e sono due aspetti decisivi per determinare il percorso dello sviluppo evolutivo del bam- bino. Parlare di emozioni nella vita di un bam- bino significa considerare la loro funzione nel quotidiano dove protagonisti sono i genitori, i compagni di sport o di scuola, gli insegnanti nei loro continui scambi relazionali. UNA FORMA DI COMUNICAZIONE Gli insegnamenti emozionali che apprendiamo da bambini, a casa e a scuola, plasmano i circuiti emozionali, rendendoci più o meno abili nella gestione dei nostri entimenti. Questo sta a si- gnificare che l'infanzia e l'adolescenza offrono opportunità fondamentali per fu are le inclina- zioni che accompagneranno la nostra vita, Da ciò s'intuisce l'importanza di un'educazione che consideri anche le emozioni come attitudini fon- damentali da coltivare fin dai primi anni. Anche perché sono un importante mezzo di comunica- zione: vengono condivise, attraverso espressioni del volto, gesti e parole, con chi ci sta accanto o chi ci osserva. Dunque, non sono solo provate internamente, ma anche manifestate all'esterno attraverso specifiche configurazioni di espres- sioni emotive. Pensiamo all'espressione facciale delle emo-

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Docente di Teorio eMetodologia del Movimento

Umano all'UniversitàCattolica, Corso di laurea inScienze Motorie e dello Sporte coordinatore scientifico

di Scienza&Sport

Proseguiamo l'analisidelle Ufe Skills,

o competenze per lavita, analizzando

le emozioni.

Le emozioni corrispondono a sensazionipiù o meno forti, a stati soggettivi chepossono essere diversi per durata, inten-

sità e tipologia e che spesso condizionano ilmodo di affrontare alcune situazioni ed espe-rienze. Gli insegnanti o gli allenatori sanno be-nissimo quanto gli sconvolgimenti emotiviinterferiscano con i risultati di apprendimento odi rendimento. Se gli studenti sono ansiosi, tristio depressi non hanno alcuna voglia di impararecosì come gli atleti che sono in uno statod'animo negativo. Spesso si rivelano incapaci diassorbire i suggerimenti dell'allenatore e nonsono in grado di applicarli proficuamente.La risposta emozionale, sebbene molto variabilea livello individuale, comprende diversi aspetti:• cognitivo, finalizzato alla valutazione delle si-tuazioni stimolo che provocano le emozioni;

• soggettivo, legato al vissuto e ai sentimenti del-l'individuo;

• motivazionale, collegato alle intenzioni e allatendenza ad agire/reagire;

• espressivo;• puramente di attivazione fisiologica dell'orga-nismo.

Le emozioni e la socialità sono per ogni essereumano, a ogni età della vita, due dimensioni im-portanti e funzionali al benessere personale e so-ciale e sono due aspetti decisivi per determinareil percorso dello sviluppo evolutivo del bam-bino. Parlare di emozioni nella vita di un bam-bino significa considerare la loro funzione nelquotidiano dove protagonisti sono i genitori, icompagni di sport o di scuola, gli insegnanti neiloro continui scambi relazionali.

UNA FORMA DI COMUNICAZIONEGli insegnamenti emozionali che apprendiamoda bambini, a casa e a scuola, plasmano i circuitiemozionali, rendendoci più o meno abili nella

gestione dei nostri entimenti. Questo sta a si-gnificare che l'infanzia e l'adolescenza offronoopportunità fondamentali per fu are le inclina-zioni che accompagneranno la nostra vita, Daciò s'intuisce l'importanza di un'educazione checonsideri anche le emozioni come attitudini fon-damentali da coltivare fin dai primi anni. Ancheperché sono un importante mezzo di comunica-zione: vengono condivise, attraverso espressionidel volto, gesti e parole, con chi ci sta accanto ochi ci osserva. Dunque, non sono solo provateinternamente, ma anche manifestate all'esternoattraverso specifiche configurazioni di espres-sioni emotive.Pensiamo all'espressione facciale delle emo-

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zioni: diversi studiosi hanno confermato che ilmodo di esprimere le emozioni non sia univer-sale, ma legato alla cultura di appartenenza o allivello d'istruzione, al significato che si attribui-sce ai simboli condivisi. Così a seconda dei va-lori di riferimento, in determinate culture alcuneemozioni si riscontrano con maggior frequenzadi altre. Basti pensare alla collera: accettata egiustificata perché legata all'idea della responsa-bilità individuale nelle azioni, approvata e soste-nuta nella cultura albanese e greca, un problemadi onore presso diverse comunità arabe, assentee completamente condannata dagli eschimesi, ri-tenuta negativa dai giapponesi se manifestataverso i membri del proprio gruppo. L'unica

emozione sempre identificata facilmente da tutti,a prescindere dal contesto culturale o sperimen-tale, è la gioia, mentre risultati meno evidenti epoco significativi si sono ottenuti con l'espres-sione di emozioni negative.

LA VOCEAnche attraverso la voce possiamo esprimere leemozioni. E uno strumento estremamente riccodi potenzialità e molto flessibile; con le infinitevariazioni di tono, di durata (il ritmo con cui par-liamo, la velocità, l'utilizzo delle pause) ci per-mette di caricare di significati diversi quantoviene puramente emesso a livello verbale. Misu-rando nell'eloquio dei soggetti i correlati acu-

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gnare positivamente gli eventi della quotidianità.Questa capacità si riferisce sia al riconoscimentosia all'influenza sul comportamento in modo daessere in grado di gestirle nella forma più appro-priata. Tutte le emozioni espresse dall'uomo, siaquelle positive sia quelle negative, hanno dirittodi essere manifestate e sono legittime; non losono, invece, i comportamenti che spesso le ac-compagnano. Ad esempio, non riusciamo a nonarrabbiarci quando subiamo un'ingiustizia equesto, però, non giustificherebbe un comporta-mento reattivo come insultare pesantemente o"picchiare" chi ci ha fatto quel torto.Sono molti gli studiosi, tra cui Daniel Goleman(1996), celebre autore del best seller Intelli-genza emotiva, che sostengono che l'educa-zione socio-emotiva debba far parte deiprogrammi scolastici già a partire dalla scuoladell'infanzia. Per Goleman, quando le emozioninon controllate prendono il sopravvento sullaconcentrazione, viene annientata la cosiddetta"memoria di lavoro", ossia l'abilità di tenere amente tutte le informazioni importanti per por-tare a termine un determinato compito. Quando icircuiti del sistema limbico che afferiscono àllacorteccia prefrontale sono in preda alla soffe-renza emotiva, ad andare in crisi è proprio l'effi-cienza della memoria di lavoro. In altre parole,non si è più in grado di ragionare lucidamente.A supporto a questa tesi, numerose ricerche

[ (Casei, 2012; Humphrey, 2013) dimostrano che~ le competenze socio-emotive possono essere in-.9 segnate e che la loro acquisizione nei giovaniI fornisce una solida base per una migliore regola-B zione di sé e del proprio rendimento dentro e

I~;;;:~~~;..;:~~~~;t).ffuori la scuola.~ L'educazione socio-emotiva, conosciuta come

Social and Emotional Learning (SEL) è quelprocesso attraverso il quale bambini, ma ancheadulti, acquisiscono conoscenze, attitudini ecomportamenti necessari a mettersi in relazionecon gli altri e affrontare i problemi, le pressioni,gli stress.All'inizio della scuola dell'obbligo i bambini,oltre a concentrarsi sull'acquisizione delle abilitàdi base della scrittura e della lettura, dovrebberoaffinare le loro competenze socio-emotive perriuscire a creare efficaci relazioni con i pari econ le figure adulte di riferimento.

Si PQ$SC)no_.QBstlre ._E!emozioni?

stici delle diverse emozioni, si è visto che nel-l'espressione della paura si ha un aumento deltono e dell'intensità, mentre nel comunicaregioia spesso il tono subisce un progressivo incre-mento con un'accentuazione finale. Allenatori einsegnanti dovrebbero saper modulare la voceper tramettere con enfasi contenuti importanti da"trattenere" o al contrario controllare l'intensitàin caso di collera o disapprovazione.Non sempre, però, vi è corrispondenza tra emo-zione provata ed emozione espressa. Può capi-tare, ad esempio, che nel tentativo dinascondeme una, come ad esempio la tristezza ola paura si assumano dei falsi comportamenti percelare il disagio e trasmettere agli altri un'imma-gine migliore di sé.

LA CORRETTA GESTIONEOra, viste le premesse, occorre insegnare a rico-noscere le emozioni, a fame tesoro in particolarmodo perché possono portare a miglioramenti, atrattenerle per valorizzarle se necessario, o acontrollarle se esagerate. .L'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel-l'ormai noto documento Life skills educationfor children and adolescence in school (1993)inserisce la capacità di riconoscere le proprieemozioni e quelle degli altri tra le life skills indi-spensabili a bambini e ragazzi per accompa-

EMOTIVAMENTE COMPETENTICosa significa? Vuol dire essere capaci di:• esprimere le proprie esperienze emotive attra-verso i canali comunicativi verbali e non ver-bali'

• rius~ire a decodificare le espressioni degli altri;• comprendere le cause che producono partico-lari vissuti emozionali;

• utilizzare particolari strategie per modularel'esperienza emotiva in corso.

Il termine competenza emotiva, quindi, si riferi-sce all'insieme di abilità che ci consentono diesprimere e di comprendere le nostre e le altruiemozioni e di imparare a regolarle. Essere ca-paci di leggere sul volto degli altri un'emozioneo calmarsi, liberarsi dall'ansia, dalla tristezza,

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inta motivazio-Spesso, nello

cocsioerare dimensioni

da processi di lunga durata come il migliora-mento del tono muscolare e dell'aspetto fisico oil perfezionamento di alcune abilità motorie. In-teressanti sono gli studi sulla relazione tra leemozioni provate dagli atleti e le loro presta-zioni. Sia le emozioni pre-gara sia ilfeedbackgenerato dal risultato, condizionano la scelta diquelle ritenute funzionali per le successive com-petizioni. Anche le ricerche di Papaioannou(2010) hanno evidenziato l'importanza, per gliatleti e i rispettivi allenatori, di prendere in con-siderazione con maggiore attenzione le emo-zioni positive ritenute funzionali allaprestazione, perché sono queste a esercitaremaggiore influenza sullo stato emotivo del gio-catore, prima e durante la competizione, così darafforzare la fiducia in se stesso e nelle propriecapacità .•

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(tratte da riviste di calcio) in partiranno 3-4 per volta propriato all'emozionea cui si evidenziano i volti dei dalla linea di fondo campo scelta;

calciatori con diverse con un pallone a testa (fi- • l'allenatore ricorda verbal-espressioni. Insieme ci si gura sopra). mente una situazione di

ato a1- confronta sulla compren- L'allenatore mostra ai bam- gioco in cui i bambini sonosione dell'espressione delle bini una delle immagini ana- stati protagonisti con emo-emozioni che riguardano lizzate insieme zioni positive o negative ("Viper esempio felicità, rabbia, precedentemente e dà il via ricordate dopo il gol ditristezza e paura. L'allena- al gioco chiedendo di rag- Marco ... ");tore prepara cinesini di 4 giungere, conducendo palla, • l'allenatore trova dei sino-colori diversi, ad esempio: il cinesino del colore corri- nimi utili al riconoscimentorosso, giallo, blu, bianco. spondente all'immagine e dell'emozione ("Bambini seViene proposta la scelta di alla relativa emozione. I dico gioia a che emozioneun colore che ricordi bambini dovranno girare in- mi riferisco tra quelle viste

Fi enere e di- un'emozione in base al vis- torno a questo e poi tor- prima? Se dico ira o collera?i ambini sui suto emotivo dei bambini nare in coda al punto di Se dico terrore?").

::-e si possono (bambini quale colore vi ri- partenza a bordo campo. La • ulteriori varianti sono diusa.~ ;: es;:; ere le emo- corda la rabbia? Quale la scelta del cinesino verso cui tipo tecnico legate allazio- __ e caratteristiche gioia?). Successivamente, di procedere sarà libera. forma di conduzione (soloche :::-s.e-:o o il loro rico- comune accordo e a mag- Varianti: destro, solo sinistro ... ).

gioranza, si associa a ogni • l'allenatore utilizza lln-colore un'emozione e si guaggio del corpo e assume Gli eventuali errori da parte

agini ritagliate chiede ai bambini di memo- diversi atteggiamenti asso- dei bambini nella scelta delincc zte s.; cartoncino, cine- rizzare l'abbinamento. Si di- ciati alle varie emozioni colore non dovranno esseresin ~::::"'3: " palloni. spongono in campo, in uno (gesti, posture, sguardi, mi- penalizzati, ma costituirannoSvo to: per favorire la spazio di circa IO x 15 metri, mica facciale); momento i riflessione perdisc - - ione delle emo- 4 cinesini per ogni colore • l'allenatore pronuncia una approfondire ulteriormentezior a. :: bini vengono posizionati liberamente (to- frase neutra utilizzando il il significato di ogni singolamostrate alcune immagini tale di 16 cinesini). I bambini ritmo e il tono vocale ap- emozione.