distribuzione gratuita - TuttoScout.org · Il compleanno di Gesù ... vo notato che Stefano si era...

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PERIODICO SCOUT CASTANO & TURBIGO dicembre 2010 numero 14 www.tuttoscout.org distribuzione gratuita

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ScoutOggiPERIODICO SCOUT

CASTANO & TURBIGOdicembre 2010 numero14

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A.E.

Vieni o Signore la terra ti attende!

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Con tutte le attività realizzate non ci sia-mo nemmeno accorti di essere già arrivati al Natale. C’è da dire che in questi ultimi giorni ripetiamo spesso, anche attraverso la preghiera quotidiana fatta in famiglia, vieni o Signore la terra ti attende! Però non pensavamo fosse subito qui il Natale.Ma se ci fermassimo un attimo potremmo porci questa domanda: che fine ha fatto il Festeggiato? Dove abbiamo messo il Si-gnore che tanto attendiamo? Non lo ab-biamo relegato in un angolino dimenticato del presepe? Oppure non diventa evane-scente come il fumo d’incenso che viene usato nelle liturgie solenni del Natale?Fermiamoci! Osserviamo quel lento con-sumare della fiamma accesa della cande-la. Nell’avvento ne consegniamo una ogni domenica, la vigilia di Natale ne daremo un’altra. Guardiamo la passione del fuo-co che consuma la cera e lo stoppino ma permette di illuminare ciò che lo circonda.

Inoltre se osserviamo la candela riscalda ciò che gli è a fianco.Deve essere così la nostra attesa: dobbia-mo avere un cuore che ha passione, che non resta freddo e indifferente a ciò che ci circonda ma che si fa carico delle esi-genze grandi e piccole dei nostri fratelli. Dobbiamo avere un cuore che scalda la so-litudine di tante persone che non sono solo gli anziani o i malati ma anche bambini, giovani e adolescenti che troppo ricurvi su sé stessi rischiano di andare verso un iso-lamento che porta all’aridità.Allora viviamo la quotidianità tenendo la lampada accesa in mano, apriamo il no-stro cuore all’attesa sincera dell’unico vero Amore che può appassionare e riscaldare ogni uomo. Usciremo così dal nostro pic-colo orticello per portare e condividere la gioia di questo Natale.

Don Mauro

Foto PASSAGGI

Il compleanno di Gesù

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Era il 25 dicembre. (Veramente allora si diceva in modo diverso: era un giorno a metà del mese invernale che gli Ebrei chiamavano “Tabet”). Naturalmente i quei tempi non si celebrava ancora in tutto il mondo la bellissima festa di Natale, ma semplicemente si festeggiava il complean-no di Gesù in casa sua.Tutti gli amici e compagni di Gesù, con Emmanuel in testa, decisero di fargli dei regali. Così misero da parte dei soldini e gli comprarono alcuni oggetti utili. Altri poi costruirono con le loro stesse mani al-cuni giochi e dei piccoli strumenti musi-cali, che a Gesù piacevano molto, poiché li sapeva suonare assai bene.Infine si fecero preparare alcune focacce dolci dalle loro mamme e il giorno del compleanno si recarono tutti insieme a casa di Gesù a portargli tutti questi doni.Gesù rimase molto contento e li ringra-ziò di cuore, abbracciandoli uno ad uno. Ma dopo aver mangiato le focacce e aver fatto un po’ di festa suonando e ballando insieme, Emmanuel (che ormai conosceva molto bene Gesù e aveva capito che non

era contento proprio del tutto), gli fece forte questa domanda: “Gesù, mi pare che tu non sia proprio felice felice. Forse non abbiamo indovinato i tuoi gusti e tu ti aspettavi qualche altro regalo...”. Gesù sorrise, contento di essere stato capito, e rispose: “Hai ragione, Emmanuel. In real-tà tutto quello che avete fatto per me mi ha reso molto felice. Ma c’è un regalo ancor più bello che mi piacerebbe ricevere da voi. Infatti la felicità è grande quando si riceve un dono dagli altri, ma diventa an-cor più grande quando siamo noi a donare qualcosa a chi è più bisognoso. Perciò, se volete farmi davvero il più bel regalo, non offendetevi, ma prendiamo tutti gli oggetti che mi avete portato e andiamo insieme a regalarli ai bambini più poveri del paese”.Tutti i compagni rimasero un po’ mera-vigliati, ma per far piacere a Gesù accet-tarono la proposta e andarono subito con lui a distribuire i regali ai bimbi poveri, che naturalmente furono sorpresi e con-tentissimi. Finito il giro, mentre tornavano alla casa di Gesù per mangiare gli ultimi dolci, Emmanuel chiese ancora: “Gesù, c’è ancora una cosa che possiamo fare per farti piacere?”. Gesù, sempre più conten-to, rispose: “Certo: c’è ancora un regalo, il più bello, che potete farmi. Se adesso tutti quelli tra voi che in questi giorni hanno bi-sticciato o si sono fatti qualche dispetto, si chiedono scusa e fanno la pace, e poi tutti insieme ci promettiamo di volerci sempre più bene, è il massimo.” I bambini natu-ralmente accettarono e fecero subito come aveva detto Gesù.In quel momento una grande gioia entrò nel cuore di tutti e sentirono in cielo un meraviglioso canto di angeli che diceva: “Gloria a Dio nell’alto dei Cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà!”, proprio come era accaduto sulla grotta di Betlemme alla nascita di Gesù.tratto da “Miriam ed Emanuel” di Aldo Bertinetti e Cinzia RattoBenedetta Candiani

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Ognuno nella costruzione della propria personalità, pone dinnanzi a sé un model-lo, di cui ripete il profilo. Lo Scoutismo ha creato un tipo di uomo, che, nel voca-bolario corrente fra noi, definiamo Scout.In lui si armonizzano valori spirituali e morali, senso di fedeltà e di onore, senso di donazione e di servizio, robustezza fisi-ca, coraggio e prudenza. In ogni azione, in ogni momento, di fronte alle più svariate circostanze, ha uno «stile» ben chiaro ed inconfondibile. Stile che nasce da una interiorità vissuta, da una veracità piena, da una umanità essenziale.

È una forma che impronta il pensiero, la parola, gli atti, l’essere tutto. Nonè patina, o vernice, o apparenza: non è una sovrapposizione provvisoria per le «con-venienze sociali» ma è, prima di tutto, coscienza della propria dignità di cri-stiano e della grandezza degli altri, figli dello stesso Padre.

(Andrea Ghetti - “Al ritmo dei passi”)

C’è un modo per essere Scout, c’è un at-teggiamento che coinvolge tutta la vita. E’ lo «stile»; non tanto un comportamento esteriore - che pure è segno di una per-

suasione interiore - quanto un modo glo-

bale di condurre la propria quotidianità.

Le scelte, gli ideali, i criteri con cui si

gestisce il vivere, nascono da quanto lo

Scoutismo presenta e fa vivere.

Nell’odierna sciatteria, nella paura di

avere un volto ben preciso, lo Scoutismo

aiuta il giovane a essere persona, ad avere

una precisa norma di vita che si traduce

in gesti, parole, attenzioni e sensibilità.

Lo stile scout distingue un giovane e un

uomo, perché lo rende libero e coerente.

Stile Scout Lo scout è sempre gentiluomo (BP)

Cristian Ferrè Cristian Pisoni Giulia Baiardi

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“……Questa cosa mi è sembrato di capirla in modo assolutamente radi-cale quando un pomeriggio me ne stavo tranquillamente in casa con il mio primo figlio Stefano, che poteva avere quattro o cinque anni, correggendo, i temi come ogni insegnante di italiano ed ero total-mente assorto nel mio lavoro che non ave-vo notato che Stefano si era avvicinato al mio tavolo e in silenzio mi stava guardan-do.Non chiedeva nulla di particolare, non aveva bisogno di nulla solo osservava suo padre al lavoro. Ricordo che quel giorno nell`incrociare lo sguardo di mio figlio, mi folgorò questa impressione: che lo sguar-do, di mio figlio contenesse una domanda assolutamente radicale, inevitabile, cui non potevo non rispondere. Era come se guardandomi chiedesse: papà assicurami che valeva la pena venire al mondo.Questo, mi sono detto, è la domanda dell’educazione e da quel momento non ho più potuto neanche entrare in classe e incrociare lo sguardo dei miei alunni e non sentirmi rivolto questa domanda:

quale speranza ti sostiene? Perché di questo io ho bisogno per dare credito ai tuoi suggerimenti, al tuo insegnamento, persino alle cose che mi dici di studiare. Ti posso dare credito solo per una grande speranza presente”.

L’educazione comincia quando un adul-to intercetta questa domanda e sente il dovere e la responsabilità di rispondere.Ma è chiaro che non potrà rispondere con regole o raccomandazioni o teorie: può rispondere solo con la vita.

Franco Nembrini

Educare

Paolo Farina Simone Airoldi Alessandro Alliata

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Leonardo Cerqua Luca Di Piazza Federica Conti

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Marta Verri Asya Ferrazza Giusy Onorato

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Quest’anno noi lupetti, abbiamo parteci-

pato al campo estivo di una settimana in

una località meravigliosa in montagna:

Malesco, in provincia di Varese. In quei

giorni abbiamo vissuto varie esperienze e

storie di fantasia, tra cui quella di Discoat-

tolo: uno scoiattolino amante della musica

disco.

L’ultimo giorno, infatti, Discoattolo è ve-

nuto a trovarci per invitarci tutti alla sua

festa in discoteca. Ha distribuito ad ognu-

no un invito, ma si accorse che ne man-

cava uno. Lo sfortunato lupetto rimasto

senza invito fu Edoardo che, per averlo, ha

dovuto superare una prova: la prova di bal-

lo. Superata la prova ha ricevuto anche lui

il suo biglietto. Ogni partecipante doveva

scegliere una ragazza e invitarla alla festa.

Così, arrivata la sera, ci recammo tutti nel

locale e, una volta davanti alla porta, tutti

in fila ci trovammo di fronte un enorme

body-gard che ci spiegò che si poteva en-

trare solo con abiti da travestimento (che

ci hanno procurato i capi).

La festa è stata bellissima: sulla tavola c’e-

rano bevande e cibi preparati da noi. C’era

anche un DJ un po’ particolare: DJ panzer.

Ci siamo divertiti un mondo tutti insieme

e, con la gioia nel cuore, il giorno dopo ci

siamo preparati per il rientro a casa.

Alice O., Beatrice C.

CAMPO ESTIVO 2010

Una serata speciale!

Ivan Testa Alessio Rivolta Michele Milan

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Quando si inizia una nuova avventura ci sono tante cose che possono spingere una persona ad agire, a mettersi in gioco, così come ce ne sono altre che tendono a farla dubitare o quantomeno indurla alla pru-denza.Se però si sta parlando di rimettere in cammino un Clan/Noviziato e così far ripartire l’esperienza del roverismo/scolti-smo in un Gruppo storico come Castano, allora la voglia di giocarsi supera tutte le perplessità.Ci siamo incontrati all’apertura a Busto, arrivando da “strade diverse” come dice la canzone, chi dalle squadriglie del repar-to, chi dal più solido e numeroso Clan del Brugo e chi, come me, da qualche anno di servizio in Zona, lontano dai ragazzi.Quelle che sono state inizialmente soltan-to ipotesi, quando è arrivata la proposta di unirmi a questo Gruppo, si sono trasfor-mate nel corso dei mesi in possibilità, con gli incontri fra i capi che avrebbero poi

composto la nostra numerosa e variegata staff, fino a concretizzarsi su quel prato del Parco Alto Milanese, nello stesso mo-mento che il Clan “senza nome” come suo primo atto di nascita, accoglieva i novizi che salivano dal Reparto … e da lì in poi, alla ricerca del suo ritmo nel passo, ha iniziato a camminare.E’ passato poco tempo ma già abbiamo fatto un po’ di Strada – nella prima uscita a Viggiù, sotto la pioggia ma con tanta vo-glia di conoscerci, incontrarci, parlare di sé e anche di mettere a confronto le nostre perplessità o le nostre certezze …. anche in tema di Fede. Il Noviziato ha poi avuto qualche occasio-ne in più per fare esperienze “separate” – ma pur sempre sentendosi parte di quella Comunità più grande che è la nostra bran-ca R/S – progettando la sua impresa e le esperienze che potranno rendere unico, per tutti i novizi, l’anno che stanno viven-do.

Una novità straordinaria: gli R/S hanno ripreso a fare strada a Castano

Aiman Edres Rachele Moro Diego Zambelli

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Ma non è tutto, anche i Rover e le Scolte hanno iniziato a prestare Servizio nelle al-tre Unità, per mettersi in gioco personal-mente con i più piccoli – come indicava B.P. – per sperimentare la gioia e la fatica di essere un riferimento per gli altri, l’u-miltà di Servire facendo quel che occorre, affidandosi alle indicazione dei capi che conducono le unità e iniziando a sentir parlare dell’educare.Ci siamo anche dati un nome, provvisorio s’intende - perché dare un nome alle cose richiede responsabilità, conoscenza, fidu-cia e speranza per il futuro che quelle cose potranno avere: ci siamo chiamati Clan “Mixolidia”, che è una parola che richia-ma la melodia, la collaborazione, l’unione nella diversità che diviene armonia.Il 20 e 21 Novembre siamo stati a Rosa-te nelle Comunità “Cascina Nuova” e “Il Ponte”, dove abbiamo conosciuto gli ami-ci che ci hanno fatto ripensare alla nostra normalità come qualcosa che si scopre e conosce meglio quando si incontra con altre diversità … e rende tutti un po’ più ricchi dentro; abbiamo chiacchierato con Veronica, che ci ha raccontato le difficol-tà ma anche le soddisfazioni, i significati profondi dello stare a contatto con la disa-

bilità, il disagio e la malattia mentale, fino a sceglierlo come professione. E intanto si sta lavorando sul Capitolo, iniziando dalla lettura della Costituzione Italiana per trarne i concetti di Diritti, Do-veri e Contesto, in modo da avere chiaro da dove vengono i principi che regolano la Libertà di Informazione, il Diritto alla Salute e l’Etica che ci interroga sui grandi temi della Vita, dalla nascita al suo termi-ne o della parità fra uomini e donne nella nostra società.Argomenti che abbiamo deciso insieme di trattare, che ci porteranno a fare inchie-ste, approfondimenti, dibattiti, incontri con esperti, per farci la nostra opinione, prendere posizione, rappresentare il no-stro modo di vedere le questioni in gioco e comunicarlo agli altri.Queste e tante altre cose stanno già “bol-lendo in pentola” nella fucina di idee ed esperienze che è il nostro Clan/Noviziato, con l’impegno di tutti ad esserci, a stare allegri, a impegnarsi, a metterci le mani e il cuore …insomma per contribuire insie-me a questa straordinaria avventura di cui vogliamo tutti essere parte per il nostro futuro e per quello del Gruppo di Castano.

Paolo

Francesca Bossi Andrea Limiti Alessandro Marando

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