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Sono passate circa 24 ore dalla conclu- sione del Sinodo, sono a casa un pò stanca, un pò frastornata, cerco di ricor- dare tutti i commenti, tutte le belle parole che mi hanno rivolto... tutti i rin- graziamenti... tutte le lodi... gli applau- si... i sorrisi... e gli abbracci. Devo con- fessarmi: ho peccato di “delirio di onni- potenza”. O forse devo convincermi che vera- mente, nonostante le preoccupazioni, noi sardi abbiamo trasformato “l'incubo in sogno” e coloro che hanno partecipa- to hanno trasformato “il sogno in real- tà”. Gli A.S. sono stati “diligenti”, leali, hanno partecipato a tutte le attività pro- poste con grande serietà e interesse, nonostane le distrazioni offerte dal con- testo cittadino fossero molte e pericolo- se. Ma non poteva essere diversamente: tutto ha concorso a fare dell'evento un'occasione per ascoltare, riflettere, meditare... per avere nuovi stimoli, per RIVISTA MENSILE DI EDUCAZIONE PERMANENTE MASCI N UMERO 11 NOVEMBRE 2009 - ANNO 51 SOMMARIO IN ULTIMA PAGINA SPEDIZIONE IN A. P . 45% ART.2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 DAL C.M.P. PADOVA EURO 2,00 LA COPIA EDITORE,AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITÀ: Strade Aperte Soc. coop. a.R.L., via Picardi, 6 - 00197 Roma, www.masci.it PERIODICO MENSILE DEL MASCI (MOVIMENTO ADULTI SCOUT CATTOLICI ITALIANI) DI EDUCAZIONE PERMANENTE, PROPOSTA E CONFRONTO Incubo, sogno e realtà LILLI MUSTARO S.R. Sardegna Noi abbiamo trasformato l’incubo in sogno. Voi avete trasformato il sogno in realtà: ...un evento gioioso... livello medio alto... stile impeccabile... stile masci, ma anche un pò agesci... sobrietà, essenzialità... leggerezza... testimonianza di uno stile di vita... il cuore in mano... siete solo in settanta ma sembrate duemila, sbucate da ogni angolo... l'affermazione di una conduzione al femminile... la mia comunità è nuova ma parte con tutto l'entusiasmo che voi le avete dato... bello, fuori dagli schemi... organizzato con passione... ma con grande competenza... la città... il mare... i tramonti... la gente... i luoghi belli e suggestivi... abbiamo abitato la città... vedere le persone felici... le “scintille" dei caminetti... le riflessioni... il meditare... CONTIENE I.R.

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Sono passate circa 24 ore dalla conclu-sione del Sinodo, sono a casa un pòstanca, un pò frastornata, cerco di ricor-dare tutti i commenti, tutte le belleparole che mi hanno rivolto... tutti i rin-graziamenti... tutte le lodi... gli applau-si... i sorrisi... e gli abbracci. Devo con-fessarmi: ho peccato di “delirio di onni-potenza”.O forse devo convincermi che vera-mente, nonostante le preoccupazioni,noi sardi abbiamo trasformato “l'incubo

in sogno” e coloro che hanno partecipa-to hanno trasformato “il sogno in real-tà”.Gli A.S. sono stati “diligenti”, leali,hanno partecipato a tutte le attività pro-poste con grande serietà e interesse,nonostane le distrazioni offerte dal con-testo cittadino fossero molte e pericolo-se. Ma non poteva essere diversamente:tutto ha concorso a fare dell'eventoun'occasione per ascoltare, riflettere,meditare... per avere nuovi stimoli, per

R I V I S TA M E N S I L E D I E D U C A Z I O N E P E R M A N E N T EMASCIN U M E R O 1 1 N O V E M B R E 2 0 0 9 - A N N O 5 1

SOMMARIO IN ULTIMA PAGINA

SPEDIZIONE IN A. P. 45%ART. 2 COMMA 20/B LEGGE662/96 DAL C.M.P. PADOVA

EURO 2,00 LA COPIA

EDITORE, AMMINISTRAZIONEE PUBBLICITÀ:Strade Aperte Soc. coop. a.R.L.,via Picardi, 6 - 00197 Roma,www.masci.it

PERIODICO MENSILE DELMASCI (MOVIMENTO ADULTISCOUT CATTOLICI ITALIANI)DI EDUCAZIONE PERMANENTE,PROPOSTA E CONFRONTO

Incubo, sogno e realtàLILLI MUSTAROS.R. Sardegna

Noi abbiamo trasformato l’incubo in sogno. Voi avete trasformato ilsogno in realtà: ...un evento gioioso... livello medio alto... stileimpeccabile... stile masci, ma anche un pò agesci... sobrietà,essenzialità... leggerezza... testimonianza di uno stile di vita... ilcuore in mano... siete solo in settanta ma sembrate duemila, sbucateda ogni angolo... l'affermazione di una conduzione al femminile... lamia comunità è nuova ma parte con tutto l'entusiasmo che voi leavete dato... bello, fuori dagli schemi... organizzato con passione...ma con grande competenza... la città... il mare... i tramonti... lagente... i luoghi belli e suggestivi... abbiamo abitato la città... vederele persone felici... le “scintille" dei caminetti... le riflessioni... ilmeditare...

CONTIENE I.R.

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ripartire rinfrancati e rinforzati,nelle proprie convinzioni e nellaconsapevolezza di apparteneread un Movimento con una forteidentità.IDENTITÀ che non deve esserenè sottovalutata, nè dimenticatasecondo le mode del tempo, nètradita.Abbiamo testimoniato uno stileessenziale e vero; ci siamo resivisibili con una invasione pacifi-ca e gioiosa della città, abbiamomacinato km spostandoci da unalbergo all'altro con l'obiettivoprimario di stare insieme e dicondividere la Pentecoste vissu-ta profondamente e resa visibilenel “tripudio” delle ECCEL-LENZE nel Chiostro di S.Fran-cesco dove ogni Comunità si èpresentata alle altre fra colori,

suoni e profumi. Abbiamo grandi risorse, accumu-late negli anni; penso che molti dinoi non sapessero nemmeno diaverle, per loro è stata una risco-perta, per altri una conferma.Il Sinodo è stata un'occasioneunica: nonostante l'età... abbiamobelle energie !Dobbiamo tesaurizzarle, valoriz-zarle e metterle al servizio dellastoria.Ora che tutto è finito rimane nelcuore una sorta di struggimento;ricordo i volti delle persone, levoci, i canti, i sorrisi, i ringrazia-menti...Tutto questo è stato reso possibiledai Sardi e dai Continentali? No, èstato reso possibile dagli AdultiScout d'Italia. Mi è stato detto diessere “testarda”... se permettete

preferirei il termine “perseverante”.Ritengo si addica di più a me e allecomunità sarde che, come me,hanno creduto al Sinodo e si sonostrette intorno al loro S.R. mettendoda parte ogni individualismo e ogniprotagonismo per perseguire ilgrande obiettivo insieme.

Nonostante le preoccupazioni, noisardi abbiamo trasformato “l'incuboin sogno” e coloro che hannopartecipato hanno trasformato “ilsogno in realtà”

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E’ tempo di rimettere con rigore al centro della nostra vita personale, comunitaria edassociativa la Sequela di Gesù di Nazareth. E’ il tempo della preghiera e del deserto. E’ tempodi ritrovare la Bibbia come fedele “compagno di strada”. E’ tempo di tornare allo studio dellaprofezia dei documenti del Concilio.

“Alzati e mangia, perché ancora lungoè il cammino”RICCARDO DELLA ROCCAPresidente Nazionale

Alzati e mangia, per te ancora lungo èil cammino” così dice l’angelo delSignore al profeta Elia.Queste parole sembrano oggi rivolte atutti noi, a tutte le donne e gli uomini delnostro tempo.Come il profeta Elia noi vorremmosostare, sdraiati sotto la ginestra, un po’rassegnati ed un po’ impauriti, ripiegatisu noi stessi, tentati dalla delusione.Ci sembra che il cammino davanti a noi,in questo tempo, che appare come iltempo dell’ “esilio della coscienza”, siapieno di ostacoli:• di difficoltà che ostacolano il passo, dinebbie che rendono incerta la strada• di muri che rinchiudono, come i muridi Gaza rinchiudono il popolo palestine-se• di recinti come i CIE dove vengonorinchiusi i disperati che giungono in Ita-lia dal mare• di ostacoli fatti di norme come ilrespingimento che lasciano fuori uominie donne che, con il loro bagaglio di vio-lenza subita, di povertà, di fame, di umi-liazioni, possono turbare la tranquillitàdel nostro benessere.Con questo Sinodo noi vogliamo rea-gireCi vogliamo rialzare: vogliamo rimet-terci in piedi sulle gambe, raddrizzare laschiena, rompere i lacci che ci tengonolegati.Vogliamo mangiare: riscoprire il panecondiviso come dono per la vita, comegioia, vogliamo ritrovare la forza, per

continuare a crescere.Sappiamo che ancora lungo è il cammi-no ma sappiamo che camminando potre-mo recuperare la speranza, lo sguardolungo verso il futuro, potremo incontra-re fratelli e sorelle che camminano connoi.Questo nostro Sinodo vuole superare imuri e sfidare gli ostacoli con l’ottimi-smo consapevole che è proprio delloscautismo.Per questo il nostro lungo cammino daBabele alla Pentecoste sarà fatto di stra-de e di ponti che uniscono.

Alzati e mangia, perché ancora lungo èil cammino da Babele alla Pentecoste”L’educazione degli adulti, che abbiamoscelto come nostra missione, è il ponteche vogliamo costruire.Questo è il cammino in cui riscopriamo• L’educazione come leva del cambia-mento per un mondo migliore • L’educazione come cammino che duraper tutta la vita per “coltivare la coscien-za”• L’educazione come accettazione egestione permanente del cambiamentoin noi e intorno a noi• L’educazione come incontro con ilfuturo con lo sguardo della fiducia e del-l’ottimismo• L’educazione come capacità di ritro-vare ogni giorno scopo, direzione, con-sapevolezzaAffermiamo con forza che la sfida edu-cativa riguarda soprattutto il mondo

degli adulti. E’ prevalentemente ilmondo degli adulti che sembra aver biso-gno di strumenti e percorsi per ritrovarela capacità di interpretare la storia, divivere con serenità la propria condizioneumana, di ritrovare le ragioni di condivi-sione e di responsabilità, di ritrovare ilsenso profondo della morale privata edell’etica pubblica, di riscoprire il sensocreaturale e religioso della vita, di risco-prire in modo adulto il servizio del pros-simo come “strada per la felicità”. Ma l’educazione per essere efficace habisogno di un metodo che faccia da bus-sola, da carta topografica, di un’attrezza-tura adatta nelle diverse situazioni.Il metodo deve essere l’oggetto principa-le della nostra ricerca.Siamo convinti che lo scautismo e il gui-

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dismo nei loro principi fondamentali(Comunità, strada, servizio) forniscano imattoni giusti per costruire questo meto-do per adulti, un metodo non rigido maadattabile alle diverse stagioni della vitaadulta.Occorre però andare in profondità.Nell’educazione dei giovani c’è sempre,magari con diversa intensità a secondadelle varie stagioni della gioventù, unrapporto educatore-educando che fa dariferimento.Nell’educazione degli adulti questo rap-porto viene meno, ognuno è allo stessotempo educando ed educatore di se stes-so; quando parliamo di educazione del-l’adulto non parliamo mai di “un altro”ma parliamo sempre di “noi stessi”.Una difficoltà mai completamente supe-rabile ma gestibile solamente in unadimensione comunitaria ed associativa;in un’esperienza comune di ricerca, diverifica, di vita quotidiana, di accoglien-za, di servizio dell’ “altro”. Per questo la dimensione comunitaria ècentrale nell’educazione degli adulti, daqui l’arte preziosa e delicata di tutti voiMagister chiamati ad animare unacomunità di Adulti Scout.Di conseguenza un altro nodo è rappre-sentato dal modello di comunità cheproponiamo, non possiamo limitarci,per un arco così ampio che va dai 25 aoltre i 102 anni, ad un unico modello dicomunità. E’ necessario progettare esperimentare diversi modelli di vitacomunitaria capaci di adattarsi ai diver-si ambienti e alle diverse stagioni di unavita adulta sempre più lungaUna ricerca non semplice ma che devepartire dall’esperienza, alimentata dallostudio ma anche dalla fantasia, dallaprofezia e dal sogno.Occorre seriamente che ci mettiamo alavorare a questo metodo chiedendol’aiuto di tutti: dello scautismo giovani-le che deve sentirsi coinvolto, di chi havissuto questa esperienza, degli espertiattenti al tema dell’educazione degli

adulti.Una proposta educativa autentica che sifondi sull’idea di “solidarietà”: solidarietà con gli altri, nello spazio maanche solidarietà nel tempo.Solo affrontando tutti insieme questasfida riusciremo a scrivere quelle“Chiacchierate intorno al caminetto”che costituiranno la base dello “Scauti-smo per Adulti”: una proposta educativache non si rinchiude nei cenacoli raffi-nati ma si alimenta con l’impegno nelmondo, con il servizio alla società edalla Chiesa.L’educazione è per noi l’antitodo alladiserzione morale, è l’alimento per “levirtù difficili”.La sfida dello scautismo si prolungacosì nel tempo e, parafrasando e coniu-gando B-P e p.Forestier, lo scautismoper adulti diventa realmente “Route difelicità e di libertà”

Alzati e mangia, perché ancora lungo èil cammino da Babele alla Pentecoste”Viviamo in un tempo segnato dalla pre-carietà, dall’insicurezza, dal disorienta-mento; apparentemente un “tempo senzasperanza”Eppure, mai nella storia , l’uomo haavuto tante opportunità.Malgrado la crisi economica e finanzia-ria che stiamo attraversando, la ricchez-za complessiva del mondo continua acrescere, ma allo stesso tempo aumenta-no in modo drammatico le inaccettabiledisuguaglianze all’interno delle nazionie tra i popoli.La globalizzazione ha reso tutti gliuomini del mondo più vicini, ma maicome ora riemergono prepotenti lapaura del diverso, i nazionalismi e gliegoismi locali , perché, come dice Bene-detto XVI nella sua ultima enciclica, “lasocietà sempre più globalizzata ci rendevicini, ma non ci rende fratelli”Grazie ai progressi della scienza medi-ca, la vita degli uomini e delle donnecontinua ad allungarsi, la ricerca biome-

dica pone problemi affascinanti e inquie-tanti, ma la sofferenza ed il dolore conti-nuano ad essere presenti in tanta partedel mondo e nei Sud del mondo milionidi uomini e donne, soprattutto bambini,muoiono ogni giorno di malattia di famee di sete.La scienza e la tecnica negli ultimi centoanni hanno visto uno sviluppo mai rea-lizzato in tutta la storia precedente del-l’umanità eppure ci mancano le parole edi codici per un’interpretazione corretta diquesto sviluppo.Siamo tutti chiamati a contribuire a supe-rare queste contraddizioni. Lo scautismo nei suoi più di cento annidi vita ha aiutato a far maturare personebrave, oneste, generose, disponibili, haaiutato a sviluppare la virtù delle piccolecose, le virtù nascoste, le virtù senzavoce. Una funzione alla quale non dovremomai rinunciare, ma di fronte a questicambiamenti epocali occorre oggi anda-re oltre. Le contraddizioni che dobbiamo affron-tare chiamano in causa il nostro rapportocon il mondo e quindi il nostro rapportocon la politica. Sembra oggi ancor piùnecessario superare il fantasma dell’“apoliticità” che conduce all’incapacitàdi impegnarsi per un mondo migliore edi indignarsi di fronte al male del mondo,occorre ridefinire il concetto stesso dipolitica, occorre affermare che c’è biso-gno di “buona politica”, quella che fadire a don Milani “Ho imparato che ilproblema degli altri è uguale al mio.Sortirne insieme è la politica, sortirne dasoli è l’avarizia”. Da Lettera a una professoressaOccorre con saggezza riscoprire ancheche esistono diversi protagonisti dellavicenda politica.Ci sono coloro che “esercitano la poli-tica”, il mondo degli eletti nelle istitu-zioni, dei leader politici, dei militanti.Uomini e donne che assumono la respon-sabilità di decisioni collettive, che deb-

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bono fare i conti con le tentazioni delpotere e del consenso, spesso condanna-ti alla solitudine.Ci sono coloro che “coltivano la poli-tica”: il mondo della scienza, il mondodella cultura, le forze sociali, l’associa-zionismo e, a pieno diritto, le chiese e lefedi religiose. Tutti quei mondi che conpiena libertà ed autonomia, dibattono,studiano, progettano delle risposte col-lettive e quindi sono in grado di avanza-re proposte ampie e testimonianze preci-se sui valori in campo.Noi, fedeli alla nostra scelta educativa,vogliamo essere tra coloro che “coltiva-no la politica”, e del mestiere del colti-vatore assumiamo la pazienza, la com-petenza, l’abilità. Come Adulti Scoutscegliamo di coltivare la politica, con losguardo del coltivatore volto ai segni delcielo e ai segni sulla terra, scegliamo dicoltivare la politica con la competenzadel coltivatore che sa attendere, che sache il raccolto è frutto di fatica, di lavo-ro, di studio e di pazienza, del coltivato-re che pianta solidi paletti per aiutare legiovani pianticelle a crescere, del colti-vatore che sa gridare forte per cacciare icorvi che beccano i semi e le gemme.Abbiamo indossato l’abito del coltivato-re che ogni mattina esce all’alba per lacura dei campi; ed i nostri campi sono ilservizio ai più piccoli ed ai più deboli,

quel servizio del prossimo che abbiamoscelto come fondamentale vocazionescout.Siamo convinti che sia necessario chetra questi due mondi della politica (trachi esercita e chi coltiva) si stabilisca uncircuito virtuoso, quasi un patto nonscritto; dove la ricchezza di uno divienealimento per l’altro pur nel rispetto rigo-roso ognuno della propria autonomia,della propria libertà, della propriaresponsabilità e delle proprie competen-ze. Quando si interrompe questo circui-to virtuoso, come sembra essere avve-nuto oggi in Italia, il mondo politicodegenera rapidamente nella personaliz-zazione, nella casta, nell’isolamentoautoreferenziale dove i valori alti sonosostituiti dagli interessi brevi e privati.Diceva De Gasperi “Gli statisti pensanoalle generazioni future, i politicanti pen-sano alle prossime elezioni”.Ma anche coloro che hanno scelto di“coltivare la politica” corrono il rischiodell’isolamento e quindi dell’irrespon-sabilità pubblica, stabiliscono solo rap-porti di interesse con chi esercita la poli-tica e ne diventano subalterni.Dobbiamo accettare la sfida di riattivarequesto circuito virtuoso, ma lo faremodandoci una prospettiva: ripartire dagliultimi.Lo faremo assumendo alcune priorità

che scaturiscono dai valori della Leggedegli scouts e delle guide:• L’Uguaglianza un tema semplice daaffermare ma difficilissimo da attuare• La lotta alla povertà• La fraternità universale, la solidarietàtra i popoli, l’impegno per la pace • L’accoglienza del diverso ““Non mole-sterai il forestiero né lo opprimerai, per-ché voi siete stati forestieri nel paesed’Egitto” (Es 22,20)• La difesa della dignità di tutta la perso-na, di ogni persona• La solidarietà con il futuro che pone inprimo piano la “questione ecologica”• La legalità, la questione morale e l’eti-ca pubblicaPer questo abbiamo iniziato a lavorareper individuare percorsi che ci consenta-no di “entrare nella storia”, conservandola nostra autonomia di giudizio, conser-vando intatta la nostra capacità di stupir-ci e di indignarci, rifiutando sempre ilcinismo e la menzogna, consapevoli chenei cento anni di vita dello scautismoabbiamo appreso che saremo sempre“nomadi e pellegrini nella storia”.

“Alzati e mangia, perché ancora lungoè il cammino da Babele alla Pentecoste”un invito che ci interpella direttamentecome credenti, come donne e uomini allaSequela di Gesù di Nazareth

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Dobbiamo interrogarci e chiederci per-ché spesso siamo chiusi e fermi in unospiritualismo individuale all’internodelle nostre piccole comunità, perché cicontentiamo di belle liturgie un po’ anti-quate, perché vediamo la nostra Chiesacome “cittadella assediata” dal male delmondo.L’invito “Alzati e mangia, perché anco-ra lungo è il cammino” è la metaforadell’Assemblea Eucaristica del popoloin cammino: quando il sacerdote ci dice“andate la messa è finita”, dopo averaccolto la Parola e condiviso il Pane e ilVino, mentre sacerdoti e chierici torna-no in sagrestia,quelle parole ci invitanoad uscire sul sagrato, di tornare nellestrade e nelle piazze del mondo, perchéil nostro luogo di laici è il mondo contutti i suoi rischi e le sue tentazioni.E’ solo la paura che spesso ci impediscedi vedere con chiarezza ciò che ci èrichiesto, di trovare un punto d’equili-brio. Ci dobbiamo allora ricordare quel-lo che diceva E.Mounier “ci ritroviamosospesi tra cielo e terra, sulla corda chenon si flette del cristiano, e l’equilibriopuò essere mantenuto solo in alto”Da anni tutti noi credenti ci siamo, aragione, preoccupati e confrontati conquei residui dell’illuminismo che abbia-mo chiamato “laicismo”, ci siamo pre-occupati perché prospetta “una società

ed una storia che non ha bisogno diDio”.Ma mentre ci preoccupavamo di questacultura storica, per alcuni aspetti ricca efeconda,eravamo distratti, non ci accor-gevamo che una nuova cultura moltopiù ambigua e volgare stava silenziosa-mente pervadendo e dominando conmolta più forza la storia e la società: “ilneo-paganesimo”.Si stava tornando a fondere ed adorare ilvitello d’oro, segno e simbolodel rimpianto della schiavitù, del rim-pianto del passato, della divisione, dellafine della speranza.Il neo-paganesimo ripropone “il tempodell’idolatria” dove i nuovi idoli sonoancora: le cose, il successo, la ricchezza,il potere, il piacere, l’eros, l’effimero, ilmio “Io” e soprattutto la banalità e lasuperficialità. Idoli tutti presenti neltempio contemporaneo, nel nuovo Pan-theon multicolori ben rappresentatodallo schermo televisivo.Un pantheon dell’idolatria che cerca diaccogliere anche Gesù di Nazareth tra lamoltitudine indifferenziata degli idoli ecerca di attrarre i seguaci di Gesù con leragioni della convenienza umana.Talvolta sembra che ci dimentichiamoche sta scritto “Non avrai altro Dioall’infuori di me”, ci dimentichiamoche nella Bibbia l’unico, vero, grande

peccato è l’idolatria. Questa sfida del neo-paganesimo ciinterpella direttamente come laici adulti;infatti non è solamente una sfida filosofi-ca e teologica, è una sfida che si giocanella storia, nel quotidiano, nei compor-tamenti, nei consumi, nella vita familia-re, nelle relazioni, nell’impegno politicoe sociale; quindi chiama in causa laresponsabilità propria del laico. Unasfida che richiede vigilanza, discerni-mento, interiorità, intransigenza; unaresponsabilità da alimentare anche nelsilenzio, nello studio e nell’ascolto.E’ tempo di rimettere con rigore al centrodella nostra vita personale, comunitariaed associativa la Sequela di Gesù diNazareth .E’ il tempo della preghiera e del desertoE’ tempo di ritrovare la Bibbia comefedele “compagno di strada”E’ tempo di tornare allo studio della pro-fezia dei documenti del Concilio.Solo così riusciremo a individuare queinuovi “Percorsi di spiritualità e cate-chesi per adulti” che stiamo ricercando.Quei percorsi che facevano dire concoraggio e fiducia a D.Bonheffer: “Gesùè morto sulla croce, solo, abbandonatodai suoi discepoli. Accanto a lui eranocrocefissi non due dei suoi fedeli, ma duemalfattori. Ma sotto la croce c’eranotutti: nemici e credenti, dubbiosi e pau-

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rosi, schernitori e vinti, e Gesù pregòper tutti e per tutti implorò il perdono.L’amore misericordioso di Dio vive inmezzo ai suoi nemici.Oggi pare così difficile percorrere condecisione la stretta via della scelta dellaChiesa e allo stesso tempo rimanere nel-l’ampiezza e nella profondità dell’amo-re di Cristo per tutti gli uomini, dellapazienza, della misericordia, della“filantropia” di Dio accanto ai deboli eagli atei; eppure le due cose devonorestare insieme, altrimenti percorriamovie umane. Il Signore ci doni, in tutta laserietà con cui desideriamo seguirlo,lagioia; in tutto il nostro rifiuto del pecca-to l’accettazione del peccatore; in tuttala nostra lotta contro i nemici la Paroladell’Evangelo che sa vincere e conqui-stare” (Sequela)

“Alzati e mangia, perché ancora lungoè il cammino da Babele alla Penteco-ste”E’ l’invito che ci viene rivolto oggi inquesto Sinodo“Alzati e mangia, perché ancora lungoè il cammino da Babele alla Penteco-ste” , è lungo il cammino dalla folladove tutti parlano senza comprendersi,ad un popolo di donne e uomini chevengono da tanti luoghi diversi maascoltando riescono a comprendere lastessa Parola.

Siamo consapevoli che i compiti che ciattendono non li potremo assolvere inquesti tre giorni, non sarà qui che mette-remo a punto:• Le chiacchierate intorno al caminetto• I percorsi per “entrare nella storia”• I sentieri di spiritualità e catechesiMa questo Sinodo avrà raggiunto il suoobiettivo se tutti noi avremo raggiuntola consapevolezza che:• è tempo di alzarsi• occorre mangiare e condividere ilpane• è tempo di riprendere il cammino o

meglio di “camminare insieme” • è tempo di passare dall’illusione checonduce alla depressione ed alla disper-sione, alla speranza che è fatta di futuroe di impegno• E’ quindi il tempo del coraggio, delsogno e della speranza.• E’ il tempo di accogliere nuovamentela condizione umana come avventura,come gioco, come strada che non siinterrompe.

“Alzati e mangia, perché ancora lungoè il cammino ”il cammino del profeta Elia era un cam-mino solitario, il nostro cammino è uncammino collettivoAbbiamo voluto chiamare Sinodo que-sto nostro incontro riscoprendo proprioil senso etimologico del termine greco“sun-odòs” cammino comune, un cam-mino che è consapevole delle tentazioni,degli errori, delle incoerenze, ma cam-mino comune di un “frammento dipopolo” che cerca di dare senso alla pro-pria missione, di attualizzarla , dirispondere così ai bisogni delle donne edegli uomini del nostro tempo. Restere-mo così fedeli alla nostra Promessa, diservire sempre megliola società e laChiesa del Terzomillennio per“lasciarli miglioridi come li abbiamotrovati”, Consapevolituttavia che peraffrontare questo cam-mino dovremo rinun-ciare a tante certezze,che la nostra bisaccia delpellegrino dovrà contene-re solo ciò che conta, soloquello che è essenziale.P.Balducci parlando delrisveglio del Terzo Millenniodiceva:“Che c’è dietro questo risve-glio? Le persuasioni occulte

della paura o la richiesta di nuovimodelli di vita? E quale è il senso com-plessivo di questo fenomeno? Il delirio diun mondo culturale, quello che confondela propria decadenza con la decadenzadel mondo? O la percezione che siamoormai giunti davanti ad una soglia chechiede alla coscienza una mutazionequalitativa? Mutare è anche morire: e lapaura non è che l’impotenza o la rilut-tanza morale a compiere quel rigetto delpassato nella cui sopravvivenza sinascondono le vere minacce”

Se la strada si farà dura che la nostrabisaccia sia leggera e che il Signore cam-mini accanto a noi.

Buon lavoro a tutti

Presidente NazionaleRiccardo Della Rocca

Alghero 23 ottobre 2009

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Carissimi, vi devo confessare che da quandosono entrato a far parte delle grande famigliadegli adulti scout, ho sempre avuto la convin-zione che sarebbe stato necessario un maggiorcoinvolgimento degli adulti nelle “cose” delmondo!Penso sia comune constatare che gli adultiscout del MASCI sono molto eterogenei per-chè il frutto di uomini e donne che sperimen-tano una vita nello stesso paese, l’Italia, equindi, le esperienze accumulate, se da un latoci danno una grande capacità operativa, dal-l’altro lato ci limitano nell’accettazione di unqualsiasi cambiamento. Sono convinto chetutto ciò sia dovuto alla combinazione del-l’esperienza e dell’età che inevitabilmente cifanno sicuri delle nostre scelte e poco dispostial “metterCi in gioco”. Mi accorgo con quale fatica io stesso, che neparlo, accetto anche piccole trasformazioninella mia vita. Ma, come abbiamo sentito è necessario porsialla Guida della propria canoa..... Il fiume sul quale guidiamo la nostra canoa èquello della “tranquilla conformità”, è unfiume calmo e tranquillo le rapide sono stateeliminate, i vortici e i mulinelli sono stati defi-nitivamente vinti. Però ci accorgiamo che c’èqualcosa che non va, ci capita di vedere cosaaccade sulle rive del fiume della “tranquillaconformità”, rimaniamo attoniti perché questofiume porta ad acque stagnanti che emananoun odore sgradevole gli effluvi mefitici. delconformismo ... allora che fare? E’ necessario cambiare rotta, è necessariorisalire la corrente, abbandonare il fiume eprenderne un altro ramo; mi sembra che inquesti giorni noi Adulti Scout abbiamo indivi-duato un nuovo corso d’acqua, quello “del-l’impegno e della partecipazione” è un fiumedifficile, sempre pieno di insidie, tumultuoso,

Allora come non pensare a questo grande lavo-ro che ci attende se non come un grande can-tiere? Il poeta Eliot, nei suoi Cori della Rocca,descrive il quotidiano, umile e tuttavia impo-nente contenuto della testimonianza, attraversol’umile lavoro che a noi tutti adesso spetta... «In luoghi abbandonatiNoi costruiremo con mattoni nuoviVi sono mani e macchineE argilla per nuovi mattoniE calce per nuova calcinaDove i mattoni sono cadutiCostruiremo con pietra nuovaDove le travi sono marciteCostruiremo con nuovo legnameDove parole non sono pronunciateCostruiremo con nuovo linguaggioC’è un lavoro comuneUna Chiesa per tuttiE un impiego per ciascunoOgnuno al suo lavoro».Auguro a tutti BUONA STRADA... Albert

Per te un milione di volteALBERTO ALBERTINISegretario Nazionale

Il Lavoro che ci aspetta è notevole, si tratta di proporre un MASCI come agenzia educativaper adulti, secondo il metodo scout.

pieno di mulinelli, di salti e rapide, è un fiumeper così dire vivace, è il fiume preferito dacanoisti perchè fa vivere una vita piena digioia, entusiasmo ma...... ti mette sempre adura prova. E’ quel fiume che GPII ci indica-va nell’ultimo suo messaggio. La canoa che stiamo guidando è il modelloproposto sin dal 1954 dal prof. Mario Mazzapresidente, dall’arch. Carlo Ceschi segretarioe dall’assistente ecclesiastico mons. EttoreCunial, progettavano il MASCI come ilcostruttore di canoe capaci di superare le insi-die del fiume “dell’impegno e della partecipa-zione”.Oggi, 50 anni dopo, il MASCI matura questaconsapevolezza e inizia un cammino versouna vita adulta, partecipando attivamente,proponendo scelte in ogni campo secondoquello spirito che Mons. Ettore Cunial sinte-tizza:“Lo Scautismo – mi disse – è un movimento,ed è l’azione che lo caratterizza, non la stati-cità”, ed egli era proprio così, attivo, vitale,capace di guardarti negli occhi e di infondertiuna carica vitale incredibile. Sulla carta diClan scrisse un saluto che è un incoraggia-mento:“Buona Caccia!” e aggiunse “Gesù è il primocacciatore!”. Il Lavoro che ci aspetta è notevole, si tratta diproporre un Masci come agenzia educativaper adulti, secondo il metodo scout.

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SPECIALE SINODO DEI MAGISTERN O V E M B R E 2 0 0 9

Credo proprio ne sia valsa la pena!Il “cammino comune” sino ad Alghero harichiesto qualche fatica e lo svolgimentodel Sinodo qualche disagio. Ma credo pro-prio di poter dire che ne è valsa la pena.Ne è valsa la pena perché, nonostante lafatica e il disagio, scintille di intuizioni, diidee, di proposte sono emerse negli intensigiorni del Sinodo, in particolare nellechiacchierate attorno ai caminetti.Il Sinodo si poneva un obiettivo di granderilevanza: riflettere sulla condizione esulle responsabilità dell’adulto in unmondo che cambia, per interrogarsi sullamissione del Movimento in questomomento storico.La riflessione ha interessato i tre ambiticaratteristici del nostro Movimento: laChiesa e la spiritualità; la polis (la città),l’educazione permanente e il metodo, conlo scopo di avventurarsi verso nuovi oriz-zonti, per esplorarli alla luce dei cambia-menti intervenuti in questi ultimi anni etracciare, responsabilmente, i migliori sen-tieri da percorrere in quanto adulti e scoutper lasciare il mondo un po’ migliore.Guardando il copioso materiale elaboratodai caminetti, ma anche la passione con laquale tutti ci si è lasciati coinvolgere, sipuò affermare che l’obiettivo è statoampiamente raggiunto.Anche su alcuni temi particolarmente deli-cati, le chiacchierate attorno ai caminetti sisono svolte in un clima di franco e serenoconfronto.Dai 21 caminetti, 7 per ciascun ambito,sono emerse interessanti piste di approfon-dimento, sulle quali il Movimento tuttodovrà continuare a confrontarsi e riflettere

• che questa responsabilità affonda le pro-prie radici motivazionali e valoriali nellanostra fede e nella legge scout, così comerielaborata nel Patto Comunitario.• che abbiamo un’altra grande responsabili-tà: ricostruire la relazione educativa fra legenerazioni. Oggi si assiste, infatti, ad unaprofonda frattura, se non addirittura indiffe-renza fra le generazioni che è la negazionestessa dell’educazione e causa, almeno inparte, di quella emergenza educativa final-mente posta all’attenzione del dibattito delPaese• che la nostra fede va vissuta nella comuni-tà parrocchiale e che alla stessa dovremmooffrire il nostro servizio sia nella catechesiper adulti che nell’animazione liturgica.Si, credo proprio che ne sia valsa la pena!Abbiamo ora la possibilità, mettendo a frut-to la fatica del Sinodo, di rilanciare la pre-senza di un movimento educativo risoltoagli adulti nella Chiesa e nel Paese.

Senza pietre non c’è arco!LUIGI CIOFFIVice Segretario Nazionale

Marco Polo descrive un ponte ad arco, pietra per pietra. Ma qual è la pietra che sostiene ilponte? Chiede Kublai Kan. Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra -rispondeMarco Polo- ma dalla linea dell’arco che esse formano: Kublai Kan rimane silenzioso,riflettendo. Poi soggiunge: Perché mi parli delle pietre? E’ solo dell’arco che m’importa. Polorisponde: Senza pietre non c’è arco. (Italo Calvino, Le città invisibili)

in vista della prossima Assemblea Nazio-nale.Da una seppur frettolosa lettura dellechiacchierate, emerge il profilo di unMovimento maturo, pronto a rimettere indiscussione confortanti certezze, piena-mente consapevole che la ragion d’esseredi un Movimento di adulti scout, va cerca-ta nel suo impegno nella Chiesa e nellasocietà, e non già nel ricordo, bello manostalgico, dei tempi che furono.Dall’esperienza dei caminetti, ma credodell’intero Sinodo, emerge un Movimentoche ha la consapevolezza che, in una socie-tà nella quale vi è un deficit di speranza, equindi di volontà di futuro,• l' adulto ha una grande e insostituibileresponsabilità: iniziare senza indugio esenza remore, la costruzione di un mondopiù umano e più giusto, perché recuperi lasperanza e la volontà di futuro. Provare arestituire fiducia richiede che non si restiindifferenti di fronte alle grandi contraddi-zioni di questa società, in continua e pro-fonda trasformazione, spesso segnata daingiustizie e diseguaglianze, nella quale siassiste ancora alla morte per fame e persete

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SPECIALE SINODO DEI MAGISTER N O V E M B R E 2 0 0 9

Sono ormai le tre di notte, siamo già a sabato24 ottobre. Alle 9 dovrò essere ben sveglia perpoter presentare, insieme ai commenti delladott.ssa Collicelli, vicedirettore del Censis, irisultati dei questionari che molti adulti scoutarrivati ad Alghero hanno compilato.La mia breve notte è passata sognando nume-ri, grafici a torta, ed altri incubi statistici.Un incubo che già da aprile mi ha fatto passa-re qualche notte insonne perché la complessi-tà dell’operazione mi spaventava. Già da que-sta primavera abbiamo iniziato a pensare aduna serie di domande che potevamo porre achi sarebbe intervenuto al Sinodo. Ma chiavremmo avuto di fronte: persone che sicura-mente si sentono più motivate di altri; perso-ne che si spendono all’interno del Movimentocon ruoli di responsabilità come i Magister edi componenti del Magistero; persone che sen-tono forte il senso dell’appartenenza. Tuttoquesto, naturalmente, distorce un po’ i risulta-ti dell’indagine, ma la voglia di sfidare l’im-possibile, ci ha convinti che comunque l’ope-razione andava portata a termine. Sono stateposte domande di carattere personale, sulleesperienze pregresse nello scautismo. Si èchiesto ai partecipanti se hanno avuto occasio-ni recenti di “formazione” ed hanno partecipa-to a vari eventi nazionali e internazionali.Tutto questo un po’ per testare la loro affezio-ne allo scautismo ed al MASCI in particolare.Ci siamo poi orientati a chiedere come ilnostro Patto Comunitario sia entrato a farparte del nostro vissuto personale e comunita-rio. Ed ancora come il metodo della stradapuò diventare una proposta di vita. Attraversoalcune domande volevamo sapere come sonoentrati in contatto con lo scautismo adulto e daquanto tempo. Infine come vorrebbero la lorocomunità; quasi all’unisono la risposta “tran-quilla” è stata bocciata, infatti è stata sceltasolo dal 2% degli intervistati.Abbiamo posto anche domande riguardanti

Poi, perché l’atteggiamento dell’adulto scoutdi fronte ai problemi del mondo d’oggi è posi-tivo, al contrario del campione nazionale eritiene che la sobrietà e l’essenzialità (valoriscout per eccellenza) ci aiuteranno ad usciredall’attuale crisi. Ma la lettura e l’approfondi-mento dell’indagine, forse a breve allargata apiù censiti, saranno analisi da parte delladott.ssa Collicelli che ci aiuterà a comprenderecome l’essere adulto scout nel terzo millennio,può aiutare a vivere una realtà che per certiversi è difficoltosa.

Alghero: gli adulti scout si interroganoLORENA ACCOLLETTATIIncaricata Nazionale Sviluppo e Strumenti di Comunicazione

l’appetibilità del Movimento all’esterno e acome si possa adattare la proposta del Masci acomunità con differenti fasce di età che varia-no dai 25 ai 60 anni ed oltre.Interessante e sicuramente fuori dagli schemiè stata l’operazione di introdurre domande dinatura sociale da confrontare con il campionenazionale di una recente indagine Censis percapire come gli adulti scout vivono le difficol-tà di questi ultimi anni e si pongono di frontea problemi di svariata natura. L’immagine cheè venuta fuori è sicuramente incoraggiante.Prima di tutto perché l’entusiasmo che traspa-re dai risultati è visibile anche agli occhi deimeno esperti in questo tipo di elaborazioni.

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SPECIALE SINODO DEI MAGISTERN O V E M B R E 2 0 0 9

La fiera delle idee e delle esperienzeVANDA SANSOVINIIncaricata Nazionale Coordinamento Attività Regionali

Al Sinodo dei Magister ad Alghero del23-24-25 ottobre, gli elaborati realizzatisui “poli d’eccellenza”, gli argomentisui quali le Regioni si sono confrontateed hanno fatto sintesi, hanno trovato laloro collocazione presso la Chiesa di S.Francesco. I cartelloni esposti hannofatto bella mostra di sé in un piccolo esuggestivo chiostro del XIV sec., costi-tuito da due ordini di arcate a tutto sesto,una serie di archi retta da un alternarsi dicolonne e pilastri ottagonali. L'ordinesuperiore risale al XVIII secolo mentrequello inferiore, come già detto, è quat-trocentesco. La fiera delle idee la pos-siamo definire come il “traguardo dipartenza” dei Poli.

I rappresentanti regionali, infatti, hannoriconosciuto la necessità di un dialogo edi un confronto costante fra le regioni,che non si esaurisca nel tempo. Con-fronto e dialogo che devono essere pre-senti anche fra le comunità. La frase“traguardo di partenza” è stata estra-polata dalla relazione dell’incontrointerregionale del nord-ovest. Coniataper significare, appunto, l’impegno con-tinuo delle regioni a mettersi in giococon capacità e competenza per affronta-re, attraverso il confronto e la riflessio-ne, argomenti che tocchino i vari aspetti

della società: educativo, politico, socialee civile, quindi, a continuare anche illavoro intrapreso sui Poli. Il colore con-notava il percorso, che si snodava fraarchi e colonne, in base alla tematicatrattata: Rosso: storia, ambiente, città, mondiali-tà… Verde: educazione permanente...Giallo: temi religiosi, fede…

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STRADE APERTE SCRITTO DA VOI AD ALGHERO N O V E M B R E 2 0 0 9

Immaginiamo un viaggio, arduo, lungo,oneroso, una terra lontana, un mare daattraversare…Immaginiamo persone che non si lascia-no scoraggiare, non mettono freno allaloro voglia di incontrarsi, non temonogli ostacoli…Immaginiamo un raduno di oltre 500Adulti Scout Italiani in Sardegna desi-derosi di incontrarsi perché solo “insie-me si può” e perché “l’umanità è piùgrande del nostro piccolo mondo ed èessa che dobbiamo servire”…Quando crediamo ancora di sognare,riapriamo gli occhi: siamo lì ad Algheroe Lilli ci conferma che “è veramentepossibile dare un calcio all’im…possibi-le” e che era giusto e dovuto dare a que-sta Regione “pari opportunità” di potereospitare un evento nazionale dandoci ilsuo “Benvengutz”.Allora tutto diventa realtà per chi ci hacreduto, ha lavorato a lungo per realiz-zarlo, ha monopolizzato energie umane,tempo e forza di volontà. E non solo laSardegna ha saputo dimostrare di essere“instancabile” e perseverante (gli AdultiScout Sardi in servizio sembravano

essere ovunque e dovunque potevanoservire) tutte le altre regioni italianehanno voluto partecipare mandando avolte anche oltre 20 rappresentanti!Adulti scout spinti dalla voglia di stareinsieme, di condividere, di svelare quel-lo che l’altro gli può dare, lieti di cono-scersi meglio e scoprire che oltre il pro-prio orizzonte c’è di più: “Partire èanzitutto aprirci agli altri, scoprirli,farci loro incontro”.Non ci siamo lasciati intimorire dal mal-tempo, dalla dispersione forzata perovvi motivi logistici dei vari alberghi edei vari punti di incontri. Abbiamo anzipercorso le vie cittadine fino alle mura,il centro storico, il lungomare e il portocome se la cittadina ormai ci apparte-nesse, incontrandoci ad ogni angolofacilmente riconoscibili dal nostro faz-zolettone blu: “… ogni terra stranieraora ci è patria e ogni patria è terra a noistraniera ”…Un lavoro impegnativo questo del Sino-do: riportare tutte le riflessioni ed espe-rienze dei propri Poli dell’Eccellenza,“esplorare la storia” insieme con esper-ti, scoprire il nostro Movimento attra-

verso un questionario, riunirsi intorno ai21 Caminetti, momenti per scambiarsi leproprie esperienze e tracciare nuove vie… Si è spaziato dalla nostra EducazionePermanente, alla Comunità legata alMovimento, alla nostra Missione evan-gelica di testimonianza di laici credenti,al nostro impegno civile, sociale e politi-co: un richiamo forte alla nostra Identitàdi Adulti Scout. Ed è tutto questo che più di tutto ci hainterpellato: il Masci che vogliamo stadentro di noi e si esprime all’internodelle nostre Comunità: “se vuoi arrivareprima cammina da solo, se vuoi arrivarelontano, cammina insieme”, ha solobisogno di essere continuamente alimen-tato. Serve costanza, perseveranza, entu-siasmo per cogliere meglio le ricchezzedel nostro Movimento e farle nostre tra-sformandole in speranze, progetti…appunto “sogni che si realizzano” e chepossano volare sempre più in alto comehanno fatto i nostri Aquiloni ad Alghero…Perciò, non immaginiamo più il mondoche vorremmo … cominciamo insieme aviverlo !

Un Sogno non da immaginare ma… da vivere!MARIE-JOSÉ D’ALESSANDROIncaricata stampa MASCI Calabria

Se vuoi arrivare prima cammina da solo, se vuoi arrivare lontano, cammina insieme.

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STRADE APERTE SCRITTO DA VOI AD ALGHERON O V E M B R E 2 0 0 9

Ho pensato a lungo come riempire lepagine di “Strade Aperte” come France-sco mi aveva sollecitato, ma il tempodavvero esiguo che il Sinodo mi lascia-va a disposizione, non mi permetteva ditrovare la impostazione giusta.Poi, spenti i riflettori, d’un balzo mi si èpresentata, in tutta evidenza, questaintuizione, quasi una ovvietà.Mi sono riferito ad Alghero, alla magni-fica città che ci ha ospitato e non potevoche partire da lì, da quel posto stupendocosì tenacemente presentato dagliinstancabili Lilli e Gigi .Alghero aveva ogni requisito per faresintesi per le conclusioni dei lavori deicaminetti, così pure dei risultati dellostato complessivo del MASCI, comel’analisi del CENSIS aveva posto inrilievo per tutti noi.Alghero, allora come un acronimo: macerto! Venite allora a condividere conme questa riflessioni.A come AVVENTURA: saper costruirela canoa, individuare la rotta, guardareal futuro, essere in grado di rappresenta-re quella popolazione adulta che nonvive solo di nostalgie e di ricordi ma

interpreta il presente e si attrezza per ilfuturo, con tutte le incertezza che questotempo comporta.L come LEGALITA’: nel senso dellalegge che è dentro di noi ed il riferimen-to va senz’altro al primo articolo dellanostra legge che è “considerare proprioonore nel meritare fiducia”: una conce-zione del rapporto con gli altri di cui siavverte davvero un grande bisogno.G come GIOIA DI VIVERE: l’adultoscout gioisce del dono della vita, checonsidera una opportunità offertagli perrendere felici gli altri, per far sbocciaresorrisi e per suscitare emozioni positive.H come HOUMOR: un buonumoreinteso come talento per sdrammatizzareanche le cose più inquietanti e concepi-re di vivere l’esistenza in modo serio,cioè vivendola come un gioco.E come ESTOTE PARATI: l’adultoscout sa come intervenire con immedia-tezza, là dove c’è bisogno di offrire ilproprio contributo, senza esitazioni néindugi.R come RESPONSABILITA’: l’adultoscout sa essere responsabile, nel sensoche ha sempre risposte adeguate in ogni

situazione in cui è chiamato a misurarsied a testimoniare la parola del Vangelo,nella sua forma più autentica: in questosenso è un “contro corrente” come ciinvitava ad essere Giovanni Paolo II.O come ORGOGLIO DI APPARTE-NENZA: l’adulto scout è orgogliosodelle sue radici, della sua pista, della suaconcezione di vita, ma non per farnemotivo di vanto, come se fosse un requi-sito da condividere fra soci di ristretteélites o di esclusivi sodalizi. L’orgogliodell’essere scout deriva dalla consapevo-lezza che lo scoutismo ha saputo inter-pretare una concezione dell’Uomo chetrova possibilità di modellarsi con tuttele stagioni della vita: questa è la sua realeforza.Essere scout non significa “trascorrereliete ore di tempo libero in un modocome in un altro” ma vuol dire daresenso e significato ad una esistenza chedefinisce l’Io integrale, nella sua visionecristiana e di accoglimento del modellodi vita che Gesù ci ha lasciato, in unaadesione consapevole, perché fortementemeditata e quindi maturata.

A.L.G.H.E.R.O.ERNESTO ALBANELLOS.R. Abruzzo

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Il MASCI in tourPINO AGOSTINIComunità Verona Mario Mazza

Dopo l’intenso e gratificante Sinodo deiMagister, svoltosi ad Alghero in provin-cia di Sassari da venerdì 23 a domenica25 ottobre 2009, ben 43 adulti scouthanno continuato a beneficare della lucee dell’aria della Sardegna, partecipandoal Masci-tour predisposto con la massi-ma cura e competenza da Gigi Di Russo,incaricato dell’organizzazione e dei ser-vizi anche per il convegno nazionale. Ipartecipanti erano membri di comunitàMasci di tutta Italia: da Torino e daComo a Palermo, passando per altrelocalità della Lombardia, il Veneto, ilFriuli-Venezia Giulia, l’Emilia-Roma-gna, le Marche, il Lazio e l’Abruzzo.Per sette giorni hanno condiviso viaggi,preghiere, conviti, canti, frizzi, qualcheambascia (poche) e tanta gioia. Dopo lavisita dei dintorni di Alghero, un nucleocatalano in terra sarda, comprendenteCapo Caccia e la sorprendente Grotta di

Nettuno, il tour ha compiuto una sostastupita alla Basilica della SantissimaTrinità di Saccargia, non lontana da Sas-sari, e un’altra alla reggia nuragica diSantu Antine. Ha poi toccato Cstelsardo,Santa Teresa di Gallura e Palau, da dovesi è spostato a visitare l’Arcipelago dellaMaddalena con l’isola di Caprera, doveGaribaldi aveva fissato la sua dimora.Una capatina è stata fatta anche a PortoCervo in Costa Smeralda, totalmentedeserta dopo i frastuoni dell’estate, perpoi spostarsi nel Supramonte di Dorgalialla Grotta di Ispinigoli, che custodisceal suo interno una enorme colonna distalattite-stalagmite alta 38 m, e a Nuoroper visitare il Museo del Costume, dov’èesposta la cultura materiale della sardi-tas, e il Monte Ortobene. Nell’ultimogiorno il tour ha fatto tappa nell’areaarcheologica della suggestiva Tharros,una città fenicia di quasi 3.000 anni fa,

poi romana: passeggiando nella tranquil-lità di quelle antiche rovine, sembrava direspirare ancora l’aura della vita quoti-diana e dei traffici di tanti secoli fa, comese quelle strade fossero ancora animatedalle grida dei bambini e dal vociare diuomini e donne. Dopo una breve sosta aBosa, perché non si poteva non assaggia-re la squisita Malvasia del luogo, il rien-tro ad Alghero è avvenuto nella contem-plazione d’un tramonto mozzafiatolungo la strada costiera. Momenti scauti-sticamento molto intensi del tour sonostati gli incontri con le comunità Mascidi Sassari 1 e 2, di Nuoro e di Alghero,che ha organizzato anche l’ultimo fuocodi bivacco nella organizzatissima basescout.

Rondine delle vette

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Quelli che… il vaucerVALERIA MINARDIComunità Faenza 1

“Questa avventura, queste scoperte levoglio viver con te…”.Appena arrivati ad Alghero, sotto piog-gia e vento, viene chiesto a questi intre-pidi adulti scout il vaucer, con gentileconcessione di consegnarlo il mattinoseguente. Sorridono.Appena chiusa la porta dell’ascensoredavanti a loro, si guardano pensosi.Ebbene sì, si aspettavano la lente ed iltelescopio (tra l’altro dovevano finiredi compilare le otto pagine di questio-nario per introspezionare se stessi, lapropria Comunità e la società in cuivivono), i caminetti, la bussola e perfi-no gli aquiloni da fare volare. Ormai iPoli di Eccellenza non avevano piùsegreti. Ma il vaucer proprio non era mai statoricordato né su Strade Aperte, né sul

sito. Non era stato chiesto durante le“isole della responsabilità” all’Argenta-rio ed a Villa Buri, ma neanche a Cese-na, Loreto, Assisi, insomma tutti luoghiin cui come Adulti Scout si erano for-mati. La porta dell’ascensore si apre. In camera, un caldo pazzesco, ma fuoridal balcone, pioggia e vento univano iloro suoni alle onde del mare in burra-sca. Che fare? Il questionario.Il frigobar è pieno di bevande fresche(più o meno), si guarda anche lì dentro,che non ci sia il vaucer, non si sa mai!In compenso mezzo litro di acqua costa2 euro e, dato che “lo scout è econo-mo”, beve la potabile del rubinetto.Fuori i suoni naturali, ma anche nellecamere si odono emissioni auditive diorigine russatoria. Arriva il mattino.All’accoglienza danno una sportina di

tela con tutto il necessario ed il pubbli-citario, ma il vaucer?Passando davanti alla reception, si odeun urlante richiamo: “Lei, mi dia il vau-cer!”. “Lo scout sorride anche nelle dif-ficoltà”. Ignorando però se si fosserivolto a lui, in fondo c’erano decine dipersone, prosegue il suo cammino fin-ché si sente bloccato dalla gentile signo-rina che afferra la borsa e gli strappa unfoglio svolazzante: quello era il vaucer!Dato che “lo scout è fratello di ognialtro scout e guida”, pensa bene dicomunicare ai suoi compagni di regionetale scoperta, facendoli felici e menoignoranti. Ma l’ “uomo del Monte Tita-no” sapeva e dall’alto sorride ancora. Il vaucer era il voucher, ma non era…scoutese!

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Tu chiamale emozioni…GABRIELLA DE APOLLONIAComunità di Sacile

Caro direttore vorrei poter condividerealcune emozioni provate durante il Sinododei Magister ad Alghero. Avrei voluto ini-ziare senza preamboli quanto in seguito tiandrò a dire, ma mi è parso giusto un pic-colo commento introduttivo. Non ho cono-scenze approfondite su tematiche storico-politiche-etiche, e quindi non mi sentirei diportare argomentazioni su tali settori cosìben sviluppati da esperti durante il sinodo,e come questi temi possano approfondirela mia idea di Educazione Permanente, maquello che io ricavo da questi incontri èuna crescita personale che passa attraversoil mio conoscermi e ri-conoscermi innuove situazioni e stati emotivi e questo midà una grande gioia poiché stare bene consé stessi aiutandoci a crescere, ritengo sia ilprimo passo per stare bene con gli altri edespandere a cerchi sempre più ampi unasituazione relazionale positiva. Eccotiquindi ciò che mi ha colpito in questi tregiorni ad Alghero, a seguire alcune impres-

sioni dopo il Tour della Sardegna.Dalle Dolomiti ai Nuraghi,un lungoviaggio tra leggenda sogno e realtà Una pianticella di Mirto...Uno scoglio che non può fermare il mareLa luna che scende all’orizzonte e che ilmare inghiotte...Una strada a ciottoli che invita a passeggia-re e che è ricordo di manualità ormaidimenticate...Ed ancora costumi importanti, regali, ador-nati da gioielli simbolicamente significati-vi… e i passi di danza che fanno vibrare eallontanano dai pensieri quotidiani.Poi s’alzano le voci, l’armonia viene pro-posta intrecciando come in un artigianalecesto,suoni diversi ad accompagnare lavoce solista che racconta cose forse ormaiinusuali,ma che rimangono protette nelprofondo del cuore...Bigliettini lanciati che racchiudono paroleprofetiche a suggello del nostro percorso…libertà… speranza… luce… Ed ancora

tanti attimi condivisi da ricordare…Non poteva essere che un espandersi diemozioni l’incontro di Alghero dato la bel-lezza dell’ambiente e l’importanza dell’av-venimento... una continuazione del sognoiniziato con lo sfondo dei “Monti Pallidi”,divenuti come per magia protagonisti,durante il campo-vacanze “Dolomiti 2009”.Lo sfondo che diventa primo piano come inun percorso interiore dove l’intimo si fondecon il paesaggio e l’uno trae nutrimentodall’altro. E questo sogno iniziato lassù amolti km. di distanza, è continuato nella suadimensione onirica, ad Alghero creandouna unione che ci fa sperare ed attendereuna nuova possibilità… il sogno conti-nua… e si espande magicamente assiemead un volo di aquiloni…Masci Tour post convegno da “appunti diviaggio”ovvero attimi di condivisione.Rincontrarsi e ritrovare volti amiciI ricordi sormontano le vecchie abitudiniOgnuno porta con sé un po’ del proprio pas-sato Lo sguardo riconosce profili già vistiLa luce del sorriso saluta il ricordoCon gioia riviviamo assieme momenti tra-scorsi in altri luoghiSiamo sempre noi, il tempo disegna i suoiarabeschie ci permette di scoprire nell’altro nuovi

ricamiRivedere un volto amico con la certezza diessere riconosciuto Accompagnato da una nuova profonditàche suggella vecchi ricordi e apre le bracciaa nuove esperienzeQuando si incontrano vecchi amici,c’è lagioia di rivedersi e la curiosità di scoprirenuovi legami.Camminare assieme, assaporando suoni ecolori che ci circondano e mano nella manocorrere incontro al domani…Le montagne solcate dal tempo, i fiumi che

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STRADE APERTE SCRITTO DA VOI AD ALGHERON O V E M B R E 2 0 0 9

scorrono tra valli intriganti riscoprono pen-sieri sconosciuti certi di aver varcato lasoglia del domani con la consapevolezza diquanto vissuto assiemeRivedo il passato… raccolgo un pensiero ene seguo lo snodarsi tra mille ricordi. Atti-mi intensi che in un collage colorato risuo-nano di frasi ormai dimenticate. Un voltosi allontana, un paesaggio spunta dal nulla,un fiore mi dice chi sei e con gioia risentosuoni e risate, rivedo angoli mai dimentica-ti ma solo assopiti nel groviglio dei sensi.La porta si apre ed intravedo una luce, miindica un percorso che snodandosi tracolori seducenti mi chiama, invitandomi aseguirlo.

P.S. Grazie a Strade Aperte che permetteanche a noi “poveri peones” di vedersipubblicati dandoci la possibilità di costrui-re ponti con chi ci legge anche da moltolontano. Ancora

ritrovarsi in un abbraccio

che non può e non vuole

finireal confine

di un progetto

senza fine.

La parola

protagonista

si ferma a maturare

nella notte

un impegno che si fa

vita.Nel chiacchiericcio

del giorno

il Tuo silenzio ci confonde.

No, non ho paura

dello tsunami

né dell’atto terroristico.

Ho paura che la

Tua Parola

si intrufoli

e trovi spazio

nelle nostre insensatezze

e improvvisamente

il nostro caotico indaffararci

divenga il Tuo progetto.

“Ambra”

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SPECIALE RIUNIONE DEL MEDITERRANEO N O V E M B R E 2 0 0 9

XIII encontro mediterrânico Tavira,PortugalTONI CECCHINISegretario Internazionale

Mi piace pensare che la mongolfiera, che abbiamo fatto salire in alto nel cielo ad Acireale aconclusione dell’Incontro del Mediterraneo del novembre 2006, spinta verso ovest da un belvento di Levante, sia giunta fino in Portogallo, per atterrare sulla sua sponda meridionaleaffacciata sull’oceano Atlantico.Così scrivevo in un articolo pubblicato nelnumero 2 di Strade Aperte (febbraio 2009),intitolato “E’ ancora tempo di MED”, pre-sentando appunto il XIII Incontro delMediterraneo organizzato dai fratelli por-toghesi nella città di Tavira. E a Tavira cisiamo andati dall’8 al 13 ottobre scorso. Lanostra delegazione era composta da 21 AS,presidente Riccardo in testa, con MarioSica - membro del World Committee del-l’ISGF - aggregatosi alla nostra compagi-ne; a conti fatti la nostra è stata la delega-zione più numerosa al MED. A Riccardo è stato chiesto di presiedere ilavori della conferenza; Riccardo nell’am-bito internazionale è molto stimato, direiquasi che nei suoi confronti c’è deferenza,che si è conquistata lavorando nel Comita-to mondiale. Anche Riccardo, nel suo mes-saggio di apertura che in questo numeroviene pubblicato, ha ricordato il volo della

mongolfiera idealmente atterrata in Porto-gallo. Il tema della conferenza era: “Uniti dalmare – sentiero di culture, creatività edinnovazione”. Di taglio culturale è stato ilprimo intervento di un professore di storiache ci ha fatto riconoscere le affinità archi-tettoniche tra le culture cristiana e mussul-mana nella struttura delle città che, nelMediterraneo, sono organizzate in modosimile.Altro tema trattato riguardava la salute,con particolare riferimento all’alimenta-zione.Ma abbiamo anche giocato, con il senso dileggerezza che la dimensione del gioco rie-sce a dare.Eravamo stati invitati a presentarci con uncopricapo originale, perché ci sarebbe statala “festa delle teste” : noi da casa ci siamoportati solo dei cartoncini, della carta cre-

spa colorata e… la nostra fantasia. SoltantoGino aveva infilato nel suo bagaglio unabambolina dalle gonne larghe, con la qualeha realizzato un copricapo a dir poco stra-vagante. Abbiamo lavorato tutti assieme perrealizzare in loco i nostri cappelli con forbi-ci, cucitrice, nastro adesivo, colla. Risulta-to: su tre premi in palio, due li abbiamovinti noi.Siamo stati invitati a presentare un videoinerente lo scautismo adulto nel nostroPaese: il video oltre a descrivere le originidel nostro Movimento, è servito per lancia-re la World Conference di Como del 2011.Abbiamo distribuito gli adesivi con il logodell’evento che anche qui riproduciamo.Abbiamo anche trovato il modo di presen-tare il video del nostro intervento nel terre-moto d’Abruzzo, molto apprezzato.Abbiamo rivisto molti fratelli e sorelleconosciuti ad Acireale e a Vienna, altri dinuovi ne abbiamo incontrati in Tavira. Ilprossimo appuntamento internazionale saràa novembre 2010 nell’ Isola di Cipro, adAgia Napa per la Conferenza Europea.

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Discorso di Riccardo Della Roccaalla Cerimonia di apertura del XIII Incontro del Mediterraneo

Care sorelle e cari fratelli,

sicuramente tutti noi ricordiamo i giorni di Acireale, e in particolare la mongolfiera che volò in cielo con il nostro mes-

saggio di pace.Oggi quel messaggio è atterrato in Portogallo.Durante questi tre anni molte cose sono accadute nella vita dello Scoutismo internazionale, nel mondo, nei nostri

Paesi, cose che hanno segnato le nostre vite.Due anni fa gli Scout del mondo hanno celebrato il Centenario dello Scautismo. Molti di noi adulti scout si sono incon-

trati con i giovani scout al Jamboree, sotto il motto “un mondo, una promessa”.

Il mondo ha subìto la peggiore crisi economica e finanziaria degli ultimi anni ed ancora non ne è fuori. La crisi ha ori-

gini nell’egoismo umano, in una concorrenza selvaggia, in un mercato senza regole.

La nostra unica speranza è riposta nell’instaurazione di una governance mondiale basata sui principi di amicizia e soli-

darietà e su una strenua battaglia contro le disuguaglianze: tutti principi contenuti nella Legge Scout.

Tutti noi possiamo riferire sui principali eventi accaduti nei nostri rispettivi paesi durante questi tre ultimi anni. In Ita-

lia siamo ancora sotto shock per i disastri naturali che hanno colpito così duramente la nostra terra nel corso dell’anno pas-

sato: il terremoto in Abruzzo e i recenti allagamenti in Sicilia. Noi li chiamiamo disastri naturali, ma questi eventi affon-

dano le loro radici nelle responsabilità umane e politiche. Il MASCI ha fatto tutto quanto ha potuto per sollevare coloro

che stanno soffrendo per queste situazioni. Nell’estate scorsa, in Abruzzo, diversi gruppi di Adulti Scout hanno vissuto in

alcune tendopoli nei campi dove erano alloggiati i cittadini colpiti dal sisma. Una sorta di gemellaggio si è instaurata tra il

MASCI ed un piccolo centro totalmente distrutto, gemellaggio che continuerà nel futuro.

In tutti i Paesi del Mediterraneo la terra trema spesso, a volte in modo catastrofico. La protezione e prevenzione civi-

le potrebbero diventare una missione comune delle Amicizie Nazionali dell’area del Mediterraneo.

Questo Incontro potrebbe dare inizio ad una riflessione su questo tema e forse all’assunzione di compiti comuni.

Lo scoutismo, gli eventi mondiali e nazionali, ci dicono tuttavia che esiste una sfida vecchia, ma ancora nuova, la sfida

per l’educazione degli adulti. Le domande su “cosa essere” vengono prima di quelle su “cosa fare”. Dovremmo riflettere

a fondo su questo tema, iniziando da qui e continuando sulle rive del lago di Como alla prossima Conferenza Mondiale.

In Italia stiamo lavorando sodo per accogliervi a quella Conferenza e siamo certi che sarà un’occasione di gioia per

gli Adulti Scout del mondo.

Ancora una volta, i più sinceri auguri per questo Incontro del Mediterraneo, che – ne sono certo – rimarrà una pietra

miliare nella marcia dell’ISGF verso il futuro.

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SPECIALE SINODO DEI MAGISTER N O V E M B R E 2 0 0 9SO M M A R IO

SPECIALE SINODO DEI MAGISTERIncubo, sogno e realtà Lilli Mustaro 1“Alzati e mangia, perché ancora lungo è il cammino” Riccardo Della Rocca 3Per te un milione di volte Alberto Albertini 8Senza pietre non c’è arco! Luigi Cioffi 9Alghero: gli adulti scout si interrogano Lorena Accollettati 10La fiera delle idee e delle esperienze Vanda Sansovini 11Un Sogno non da immaginare ma… da vivere! Marie-José D’Alessandro 12A.L.G.H.E.R.O. Ernesto Albanello 13Il MASCI in tour Pino Agostini 14Quelli che… il vaucer Valeria Minardi 15Tu chiamale emozioni… Gabriella de Apollonia 16Ancora Ambra 17

STAMPA DI ALGHERONotiziario Sinodo Autori vari 18

SPECIALE RIUNIONE DEL MEDITERRANEOXIII encontro mediterrânico Tavira, Portugal Toni Cecchini 22Discorso di Riccardo Della Rocca 23Sommario 24

FACCIAMO CONOSCERE IL M.A.S.C.IDiffondiamo la nostra Rivista tra i nostri amici, i nostri Parroci, i genitori degli scout e delle guide,i Capi dei gruppi dello scoutismo giovanile nel nostro territorio. Il momento non può essere più propizio, infatti se state pensando ad un regalo di Natale, regalate unabbonamento annuale a Strade Aperte; se volete che tutti coloro che vorrebbero saperne di più sullanostra realtà, sappiano cosa leggere, proponete loro di abbonarsi per un anno a Strade Aperte.Solo per questa iniziativa, il prezzo “speciale” dell’abbonamento annuale a Strade Aperte peril 2010 è di Euro 15.Il versamento si effettua sul: ccp. n° 75364000 - intestato a: Strade Aperte, coop a. r.l. – viaPicardi, 6 – 00197 – Roma - con causale: abbonamento a Strade sempre più AperteLa fotocopia della ricevuta di versamento va inviata alla sede centrale per posta:MASCI - Via Picardi, 6 - 00197 Roma o via FAX 06/8077047

Strade sempre più aperte

STRADE APERTEN° 11 • ANNO 51 • NOVEMBRE 2009ISCRITTO AL TRIBUNALE DI ROMAal n° 6920/59 del 30/05/1959CONTIENE I.R.Spedizione in a.p. 45% art. 2 comma20/b legge 662/96 dal C.M.P. PadovaPERIODICO MENSILE DEL MASCI(MOVIMENTO ADULTI SCOUT CATTOLICIITALIANI) DI EDUCAZIONE PERMANENTE,PROPOSTA E CONFRONTO

PRESIDENTE NAZIONALE:Riccardo Della RoccaSEGRETARIO NAZIONALE:Alberto AlbertiniDIRETTORE RESPONSABILE:Pio CerocchiDIRETTORE:Francesco MarchettiVia Piave 1ª Traversa, 688046 Lamezia TermeTel. 0968.27445 – Cell. 339.6133506E-mail: [email protected] IN REDAZIONE:Giorgio ArestiSalvatore BevilacquaRomano ForleoMario MaffucciFranco NerbiMaurizio NoceraMario SicaGiovanni SosiPROGETTO GRAFICO EIMPAGINAZIONE: Egidio ImperiSTAMPA:T. Zaramella Real. Graf. s.n.c.Caselle di Selvazzano (PD)E-mail: [email protected], AMMINISTRAZIONE EPUBBLICITÀ:Strade Aperte Soc. coop. a.R.L.,via Picardi, 6 – 00197 Roma,tel. 06/8077377 – fax 06-8077047Iscritta al Registro Registro deglioperatori di comunicazione al n. 4363ABBONAMENTO ORDINARIO A 11NUMERI E 3 QUADERNI DI STRADEAPERTE:Euro 20,00 da versare sul ccp. n.75364000INTESTATO:Strade Aperte, coop a.r.l. Via Picardi, 600197 RomaASSOCIATO ALL’U.S.P.I.TIRATURA: Copie 5.000QUESTO NUMERO È STATO SPEDITODALL’UFFICIO POSTALE DI PADOVACENTRALE IN DATA: 15/12/2009