Dispense Gensini 4 2013 14

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Terza proprietà semiotica fondamentale: la articolatezza del significante

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Terza proprietà semiotica fondamentale:

la articolatezza del significante

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Segni a s.te “non articolato” e segni a s.te

“articolato” • 1. Esempio di codice con segni a s.te non articolato:

• • • il codice semaforico ha 3 segni • • • /rosso/ /verde/ /giallo/ • ---------- --------- ------------ • • “fermati” “passa” “sta per scattare il rosso” • • • I diversi toni di colore sono inanalizzabili, cioè non possono essere scomposti in

unità minori •

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Continua….

• 2. Esempio di codice con segni a s.te articolato: • • • Il sistema di cifrazione araba: 0,1,2,4,5,6,7,8,9 possono combinarsi formando

segni articolati come • • ≠123≠ ≠25≠ ≠ 18.721≠ ≠ 703 ≠ ecc. • • • Ad es. /2 5 / • ----------------------------------------------------------- • • “due volte dieci volte l’unità e cinque volte l’unità” • • • La posizione in cui gli elementi compaiono è pertinente; infatti 25 ≠ 52

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Un codice a s.te articolato: il braille

• Inventato da Louis Braille (Coupvray, 4 gennaio 1809 – Parigi, 6 gennaio 1852) • • •

• M Q G e 7 segnanumero “punto” • • • • • • •

• Il codice utilizza due elementi di base: • • il puntino in rilievo • l’assenza di puntino • • i segni vengono disposti in uno spazio con 6 possibili posizioni • • dunque il codice ammette 2 alla sesta segni, 64 segni

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Definizione di articolatezza

• • articolatezza (<- lat. Articuli, parti che compongono il

tutto): indica il fatto che il significante risulta dalla combinazione di unità minimali più piccole. L’articolatezza conferisce economia e potenza al codice.

• • • Le lingue verbali sono molto riccamente articolate;

grazie a tale proprietà esse possono, con pochi elementi, formare tutte le possibili parole.

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Il codice funziona per opposizioni

• E’ importante capire che per funzionare un codice ha bisogno di un sistema di opposizioni: perché il puntino in rilievo acquisti valore deve differenziarsi dall’assenza di puntino. Se ciò non fosse, avremmo un codice di soli 6 segni.

• Dunque gli elementi minimi che formano il s.te dei segni di un codice non devono confondersi l’uno con l’altro, pena la perdita di valore distintivo.

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L’esempio della lingua italiana

• Prendiamo l’italiano: esso consta di 28 elementi fonico-acustici minimi, detti ‘fonemi’: 7 vocali e 21 consonanti

• Grazie alla combinazione, secondo certe compatibilità, di questi elementi, possiamo formare (e capire) le 120.000 parole e più che compongono un buon vocabolario “scolastico” (ad es. lo Zingarelli, il Devoto-Oli, il De Mauro)

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Genesi dei suoni linguistici

Come si producono i suoni linguistici? L’apparato respiratorio si è nell’uomo riconvertito in apparato anche fonatorio-articolatorio. Questa è una caratteristica tipica della specie Homo sapiens e differenzia in modo decisivo gli esseri umani dai “cugini” scimpanzé e bonobo, mettendoli in grado di produrre il linguaggio verbale.

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Fonemi vocalici dell’italiano

Diversamente da quel che si dice, l’italiano ha sette vocali perché esistono una “o” aperta e una chiusa, una “e” aperta e una chiusa. Che si tratti di fonemi diversi (e non di semplici modi diversi di pronunciare lo stesso fonema) si capisce da ‘coppie minime’ come pésca (atto del pescare) vs. pèsca (frutto) bótte (recipiente) vs. bòtte (colpi)

Il cosiddetto triangolo vocalico

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Una differenza importante

• Fonema

• Ogni volta dunque che una differenza di suono distingue un significato abbiamo a che fare con un fonema

• Coppia minima è una coppia di parole distinta da un solo fonema (es. pare ~ dare)

• Allofono

• In altri casi il grado di apertura della vocale cambia liberamente (es. bósco vs. bòsco) e dipende solo da preferenze regionali

• ’Allofono’ è un ‘altro modo’ di articolare il fonema; es. véro~vèro

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Fonemi consonantici dell’italiano: si distinguono in base a (1) modo di articolaz., (2) luogo/punto di articolaz., (3) +/- sonorità (vibrazione pliche vocaliche)

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Attenzione ai segni “strani” ts come in azione t come in cena d come in giro

k come in cane ɲ come in agnello z come in rosa (fiore) s sonora s come in asino s sorda Abituiamoci a opposizioni come a ɲ ello vs. a n ello

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Un fonema consonantico italiano

• Un fonema consonantico si distingue in base a tre elementi:

• 1. modo di articolazione (occlusivo, affricato o continuo/costrittivo)

• 2. luogo o punto di articolazione (bilabiale, dentale ecc.)

• 3. presenza o meno di sonorità (= vibrazione delle corde vocali)

• Basta un solo elemento a modificare il fonema, ad es.

• • P-ere B-ere (la p è sorda, la b

sonora) • • Oppure •

• F-ilo F-iglio (attenzione: foneticam. è ‘f i o )

• • La “l” (consonante laterale) si

oppone a “” che è diversa solo perché articolata come palatale, anziché prepalatale

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Altri casi

• Ma naturalmente le parole possono diversificarsi per due elementi, ad es.

• B- ordo vs. T – ordo • Infatti

• B è occlusiva + bilabiale + sonora • T è occlusiva + dentale + sorda

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O per tutti e tre gli elementi, ad es. F – reno D – reno (voce del verbo “drenare”) F è costrittiva + labiodentale + sorda D è occlusiva + dentale + sonora

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Due sole eccezioni alla norma del 3

• In italiano di norma i tre tratti distintivi bastano per differenziare tutte le parole, con due sole eccezioni, in cui occorre un quarto tratto – la nasalità

• • B/M • • D/N • • Sono infatti identiche, tranne per il tratto “nasalità” • • Cfr. M – ARE vs. B- ARE • • D – ETTO vs. N – ETTO

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Concetto di ‘sistema’

• IL ‘SISTEMA FONEMATICO’ SI REGGE SU OPPOSIZIONI A RETICOLO DI CIASCUN ELEMENTO CON TUTTI GLI ALTRI. QUESTO GENERA UNA ‘STRUTTURA’, CIOè UN INSIEME DI ELEMENTI LEGATI DA OPPOSIZIONI DIFFERENZIALI.

• OGNI FONEMA SI DEFINISCE “PER DIFFERENZA” DA TUTTI GLI ALTRI. NEI TERMINI DI SAUSSURE “NELLA LINGUA VI SONO SOLO DIFFERENZE”.

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M

B D

T

P R

G F

L K N ʎ

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Definizioni dell’articolatezza linguistica

II articolazione: fonema

• Definizione di ‘fonema’: il più piccolo elemento del significante linguistico, non dotato di significato, ma necessario per distinguere i significati. Lo chiameremo ‘unità di seconda articolazione’ …..

I articolazione: monema

• …. per distinguerlo (ad es.) dalle unità minime che sono ancora dotate di significato: ad es. cavall- , - iamo, trem-, dis-, libr- e simili

• cavall- e libr – sono monemi lessicali:

• - iamo e dis- sono monemi grammaticali

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Analisi di una parola

• II articolazione

• C/A/V/A/L/L/O

• 2 occorrenze di A e L

• 1 occorrenza di C,V,O

• I articolazione

• CAVALL – O

• Infatti

• /Cavall-/ ~ «cavallo»

• /-o/ ~ «maschile singolare»

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Un altro esempio linguistico

• #DISOCCUPATO# • • Dal punto di vista della 2nda articolazione questa

parola è analizzabile come: 1/d, i, s, u, p, a, t; 2/o, c • • Ma è analizzabile anche in I articolazione • • /DIS/ + /OCCUP/ + /AT/ + /O/ • ------ ------------ ------ ----- • “NON” “OCCUPARE” “PART. “MASCH.

PASS” SING.”

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Esempi da altri codici

• Nell’aritmetica abbiamo unità di I articolazione

• le unità minime dell’aritmetica che non sono ulteriormente riducibili, ma sono dotate di significato: 3, 5, 9 ecc. sono dunque unità di ‘prima articolazione’

• Infatti / 3 / • ------ • “tre volte l’unità”

• Nel Morse e nel Braille abbiamo unità di II articolazione, infatti né i puntini in rilievo né gli impulsi elettrici portano, da sé, significato. Solo la loro connessione genera «senso»

• … --- …