Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria...

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Giornale dell’Istituto Comprensivo “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) LA SCUOLA CHE SI RINNOVA - ANNO 6°, N. 1 Alunni redazione Laboratorio Giornalismo e Repubblica@scuola: Anna Maria Abbate, Nancy Aiello, Giorgia Alesci, Domenico Aliberti, Myrhiam Bellinvia, Beatrice Biondo, Melania Brigandì, Chiara Calabrò, Claudia Calabrò, Giuseppe Calabrò, Roberta Chillemi, Lidia Costa, Giusy Crea, Tindaro Andrea Cutugno, Maria Celeste De Pasquale, Marica Genovese, Verene Genovese, Antonino Giunta, Giusy Giunta, Caterina Grasso, Rita Isgrò, Giulia Liuzzo, Irene Maiorana, Santina Mancuso, Giorgia Mazzeo, Mirco Milone, Marco Mobilia, Maria Lucia Munafò, Giulia Palella, Domenico Pititto, Giuseppe Puglia, Elena P. Quattrocchi, Vera Raffa, Elena Rando, Carmelo Recupero, Nadine Rizzo, Sofia Sara, Sebastiano Scarpaci, Laura Siragusa, Marta Sottile, Roberta Maria Trifilò, Ramona Zangla. Tutti gli alunni del Laboratorio di Giornalismo delle classi prime. Docente Caporedattore : Prof.ssa Michaela Munafò. Hanno collaborato a questo numero anche gli alunni del Progetto “Diventare giornalisti”. Contributi anche di altri alunni della Scuola secondaria di 1° grado Stampato in proprio Marzo 2016 RICORRENZE (pag. 2-3) di Verene Genovese LA REDAZIONE Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliveri Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliveri TANTE DONNE...TUTTE DI MIO GUSTO All’interno Giorno 15 dicembre 2015 la scuola secondaria di 1° grado "Foscolo" ha avuto l'onore e il piacere di ospitare la scrittrice Vittoria De Marco Veneziano, autrice dei libri "La farfalla dalle ali spezzate", "L’isola a forma di quaglia"e "Tante donne. Tutte di mio gusto... e altro anco- ra". Inizialmente l'autrice si è presentata e ha parlato in generale dei libri scritti e cosa l'ha portata a trattare i temi contenu- ti da quest’ultimi. Successivamente, nello specifico, ha descritto, con il supporto di slide, il suo ultimo libro“Tante Donne”, che narra le storie di tantissimi personag- gi femminili che hanno vissuto una vita ricca di emozioni e di passioni, ma anche di donne che non si sono arrese alle diffi- coltà che la vita ha loro imposto e si sono fatte forza credendo in loro stesse e non perdendo mai la semplicità e la fedeltà fondamentali per essere vere e proprie DONNE, che meritano questo nome e di essere ricordate e nominate. Perché - Incontro con la scrittrice Vittoria De Marco Veneziano come sostiene la scrittrice - solo non per- dendo mai la voglia, l’intenzione e la forza di volontà, nonostante le avversità, le preoccupazioni e i problemi, si potrà andare avanti e vivere una vita piena di emozioni e di sensazioni positive. Una volta finita la presentazione del libro - sul quale prima di un prossimo successivo incontro verrà svolto un approfondimento da parte degli alunni delle classi terze, che hanno seguito con molto interesse e atten- zione l'affascinante percorso tra alcune figure femminili che hanno lasciato il segno nella storia - Vittoria De Marco Veneziano ha lasciato spazio alle numero- se domande poste dai ragazzi, domande alle quali ha risposto con grande entusia- smo e cortesia. Sig.ra De Marco, come abbiamo saputo visitando il suo sito internet, lei ha scritto il suo primo libro, "La farfalla dalle ali spezzate", per ricordare sua figlia Maria e il suo essere una bambi- na e poi una ragazza dalle "virtù diffi- cili e speciali", come lei stessa le defini- sce. Con quest'opera ha quindi inizial- mente cercato di lasciare un messaggio di forza e speranza a tutti coloro che si trovano ad affrontare situazioni simili, ma ha anche iniziato la sua carriera di scrittrice. Che legame c'è tra questo suo primo libro, che ha per protagoni- sta una donna, e il saggio "Tante donne"? In entrambe le mie opere il filo condutto- re è il coraggio di fare, di agire, di non arrendersi mai, (CONTINUA a pag.8) ALLA RISCOPERTA DELLE TRADIZIONI di Elena Rando Gli alunni con Vittoria De Marco Veneziano ATTUALITA’ (pag. 4-6) AMBIENTE (pag. 7) DALLA SCUOLA(pag.8-13) RIFLESSIONI (pag. 14-18) RECENSIONI (pag. 19) GIOCHI (pag. 20) Un interessante progetto è quello avviato, per l'anno scolastico 2015/2016 presso la scuola secondaria di 1° grado "Foscolo", dal titolo "Impara l'arte: percorsi multidi- sciplinari tra cultura, folclore, tradizioni". Esso ha la finalità di avvicinare gli alunni delle classi terze alle proprie tradizioni attraverso diversi percorsi che si terranno nelle ore pomeridiane, ovvero il laborato- rio storico-linguistico, di cucina e artisti- co-coreutico. Ogni paese, infatti, ha il suo patrimonio culturale legato alle diverse feste popolari e folcloristiche che ogni cittadino deve conoscere per comprende- re la storia del proprio luogo di prove- nienza. Anche la nostra città, Barcellona Pozzo di Gotto, deve essere conosciuta da tutti i suoi residenti, soprattutto più gio- vani, perché anch’essa possiede numero- se memorie legate alle feste e al passato. (CONTINUA A PAG. 9 )

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Alunni redazione LaboratorioGiornalismo e Repubblica@scuola:Anna Maria Abbate, Nancy Aiello,Giorgia Alesci, Domenico Aliberti,Myrhiam Bellinvia, Beatrice Biondo,Melania Brigandì, Chiara Calabrò,Claudia Calabrò, Giuseppe Calabrò,Roberta Chillemi, Lidia Costa, GiusyCrea, Tindaro Andrea Cutugno, MariaCeleste De Pasquale, Marica Genovese,Verene Genovese, Antonino Giunta,

Giusy Giunta, Caterina Grasso, RitaIsgrò, Giulia Liuzzo, Irene Maiorana,Santina Mancuso, Giorgia Mazzeo,Mirco Milone, Marco Mobilia, MariaLucia Munafò, Giulia Palella,Domenico Pititto, Giuseppe Puglia,Elena P. Quattrocchi, Vera Raffa, ElenaRando, Carmelo Recupero, NadineRizzo, Sofia Sara, Sebastiano Scarpaci,Laura Siragusa, Marta Sottile, RobertaMaria Trifilò, Ramona Zangla.

Tutti gli alunni del Laboratorio diGiornalismo delle classi prime.

Docente Caporedattore: Prof.ssa MichaelaMunafò.

Hanno collaborato a questo numeroanche gli alunni del Progetto“Diventare giornalisti”. Contributi anche di altri alunni dellaScuola secondaria di 1° grado St

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RICORRENZE (pag. 2-3)di Verene Genovese

L A R E D A Z I O N E

Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria OliveriDirettore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliveri

TANTE DONNE...TUTTE DI MIO GUSTOAAllll’’iinntteerrnnoo

Giorno 15 dicembre 2015 la scuolasecondaria di 1° grado "Foscolo" ha avutol'onore e il piacere di ospitare la scrittriceVittoria De Marco Veneziano, autrice deilibri "La farfalla dalle ali spezzate","L’isola a forma di quaglia"e "Tantedonne. Tutte di mio gusto... e altro anco-ra". Inizialmente l'autrice si è presentata eha parlato in generale dei libri scritti ecosa l'ha portata a trattare i temi contenu-ti da quest’ultimi. Successivamente, nellospecifico, ha descritto, con il supporto dislide, il suo ultimo libro“Tante Donne”,che narra le storie di tantissimi personag-gi femminili che hanno vissuto una vitaricca di emozioni e di passioni, ma anchedi donne che non si sono arrese alle diffi-coltà che la vita ha loro imposto e si sonofatte forza credendo in loro stesse e nonperdendo mai la semplicità e la fedeltàfondamentali per essere vere e proprieDONNE, che meritano questo nome e diessere ricordate e nominate. Perché -

Incontro con la scrittrice Vittoria De Marco Veneziano

come sostiene la scrittrice - solo non per-dendo mai la voglia, l’intenzione e laforza di volontà, nonostante le avversità,le preoccupazioni e i problemi, si potràandare avanti e vivere una vita piena diemozioni e di sensazioni positive. Unavolta finita la presentazione del libro - sulquale prima di un prossimo successivoincontro verrà svolto un approfondimentoda parte degli alunni delle classi terze, chehanno seguito con molto interesse e atten-zione l'affascinante percorso tra alcunefigure femminili che hanno lasciato ilsegno nella storia - Vittoria De MarcoVeneziano ha lasciato spazio alle numero-se domande poste dai ragazzi, domandealle quali ha risposto con grande entusia-smo e cortesia.Sig.ra De Marco, come abbiamo saputovisitando il suo sito internet, lei hascritto il suo primo libro, "La farfalladalle ali spezzate", per ricordare suafiglia Maria e il suo essere una bambi-na e poi una ragazza dalle "virtù diffi-cili e speciali", come lei stessa le defini-sce. Con quest'opera ha quindi inizial-mente cercato di lasciare un messaggiodi forza e speranza a tutti coloro che sitrovano ad affrontare situazioni simili,ma ha anche iniziato la sua carriera discrittrice. Che legame c'è tra questosuo primo libro, che ha per protagoni-sta una donna, e il saggio "Tantedonne"? In entrambe le mie opere il filo condutto-re è il coraggio di fare, di agire, di nonarrendersi mai, (CONTINUA a pag.8)

ALLA RISCOPERTADELLE TRADIZIONI

di Elena Rando

Gli alunni con Vittoria De Marco Veneziano

ATTUALITA’ (pag. 4-6)

AMBIENTE (pag. 7)

DALLA SCUOLA(pag.8-13)RIFLESSIONI (pag. 14-18)

RECENSIONI (pag. 19)

GIOCHI (pag. 20)

Un interessante progetto è quello avviato,per l'anno scolastico 2015/2016 presso lascuola secondaria di 1° grado "Foscolo",dal titolo "Impara l'arte: percorsi multidi-sciplinari tra cultura, folclore, tradizioni".Esso ha la finalità di avvicinare gli alunnidelle classi terze alle proprie tradizioniattraverso diversi percorsi che si terrannonelle ore pomeridiane, ovvero il laborato-rio storico-linguistico, di cucina e artisti-co-coreutico. Ogni paese, infatti, ha il suopatrimonio culturale legato alle diversefeste popolari e folcloristiche che ognicittadino deve conoscere per comprende-re la storia del proprio luogo di prove-nienza. Anche la nostra città, BarcellonaPozzo di Gotto, deve essere conosciuta datutti i suoi residenti, soprattutto più gio-vani, perché anch’essa possiede numero-se memorie legate alle feste e al passato. (CONTINUA A PAG. 9 )

RICORRENZE

LA SHOAH E IL MALE NELLA STORIA

Il termine Shoah viene utilizzato nella lin-gua ebraica per indicare una catastrofe edè poi entrato nel linguaggio comune perdefinire la distruzione sistematica e piani-ficata della popolazione ebraica avvenutatra la fine degli Anni Trenta ed il 1945. Losterminio degli ebrei perpetrato durante la

di Giuseppe Puglia

QUANDO POTREMODIRE “MAI PIÙ”?

di Giulia PalellaIl 27 gennaio è il "Giorno della Memoria"in cui ricordiamo tutti i morti della Shoah.Esattamente settantuno anni fa sono stateaperte le porte del campo di concentra-mento di Auschwitz. Ogni anno in questadata facciamo riferimento a tutto ciò cheè accaduto durante la seconda guerramondiale a causa di un'ideologia comple-tamente sbagliata che, con l'uso dellaforza e traumatizzando la gente, è riuscitaa prendere il sopravvento. Tutto è iniziatocon una segregazione nei confronti degliebrei che, mano a mano, si è trasformatain una strage dolosa. Non ci sono paroleper descrivere ciò che è accaduto; sceneorribili, cruente, ripugnanti. Tutte le per-sone che avevano idee diverse venivanouccise o umiliate, e gli ebrei, gli omoses-suali e tutti quelli considerati "diversi"finivano nei campi di lavoro, se non diret-tamente nelle camere a gas. "Meditate chequesto è stato" afferma Primo Levi nellapoesia "Se questo è un uomo", poiché sidice che "chi non ricorda il passato meri-ta di riviverlo". Per questo ogni annodedichiamo un giorno a questo evento,perché ciò che è accaduto non deve ripe-tersi mai più nella storia: la perdita delladignità, dei diritti, della vita stessa. Poteteprendere l'aggettivo più dispregiativo diquesto mondo ma non basterà per descri-vere l'avvenimento. Bambini, uomini,donne, anziani, malati trattati peggio dellebestie. Ma ancora oggi non siamo miglio-rati tanto: in Siria l'Isis lotta contro la cul-tura occidentale uccidendo senza pietà.Dopo quasi ottant'anni ancora viviamostragi disumane. Allora fu detto "Maipiù", ma oggi, nel 2016, ancora causiamotremendi genocidi. Quando arriverà ilmomento in cui impareremo dagli errorifatti in passato?

Seconda Guerra Mondiale rappresental’apice della violenza nazista e la soluzio-ne finale della questione ebraica rappre-senta l’estremo orrore della storia umana.L’ideologia nazista si basava sull’affer-mazione della presunta superiorità geneti-ca della razza ariana e gli ebrei furonoquindi considerati un popolo inferiore edovevano essere eliminati. Il razzismo,nei loro confronti, in realtà nascondevamotivazioni di natura economica: Hitler liconsiderava responsabili delle continuecrisi economiche che affliggevano laGermania. Gli ebrei, quindi, erano un

capro espiatorio ideale, colpevoli di tutti imali. La propaganda antiebraica si con-cretizzò in forme di persecuzione semprepiù violente e con le Leggi di Norimbergadel settembre 1935 gli ebrei furono esclu-si dal diritto di voto e dagli impieghi pub-blici, dall’esercizio di professioni liberali,dal commercio ed ogni forma di vitacomune. Da lì alla deportazione e allosterminio il passo fu breve. E ancora oggi,di fronte ai genocidi orrendi che si ripeto-no, la Shoah non è un episodio della sto-ria lontano, quindi bisogna ricordarlacome monito per il futuro.

ADELE ZARAdi Irene Maiorana

Adele Zara era un’infermiera venezianadi Oriago. Unica donna che fumava ilsigaro da quelle parti, era socievole e aiu-tava tutti grandi e piccoli. Una donnainsostituibile. Nel 1943 era vedova da treanni, aveva sette figli e i nipoti e le nuoreabitavano con lei a palazzo Zara. Adele inquel periodo ha nascosto la famiglia ebreaLevi, composta dal padre Carlo, la madreElisa Loly e la figlia Fulvia, allora tredi-cenne. I Levi erano scappati da Triestedopo l'8 settembre 1943, quando dichiara-no la caccia agli ebrei. Inizialmente unaparte della famiglia Levi scappò inSvizzera mentre l’altra a Venezia. Si ripa-rano in una locanda e poi vengono inviatida Adele Zara e i tre restano in casa Zarafino alla fine della guerra. Sono spaventa-ti ma protetti. Raccontano che Adele pro-curava loro la carne e faceva le iniezionia chi stava male. Continuava a girare conla sua bicicletta e tutti la amavano e nonla denunciarono perché lei non lo avrebbefatto nel caso contrario. Adele aveva

anche un figlio e un cognato fascista, manon le dicevano nulla e gli altri suoi figliaiutavano tanto la famiglia ebrea, tenendoi collegamenti con lo zio e i nonni deiLevi a Venezia. Rimasero lì fino al giornodella liberazione. Questa storia è statascritta nel libro “Adele Zara Giusta tra leNazioni”. Adele è stata proclamata“Giusta tra le Nazioni” nel 1996 aGerusalemme e il diploma è stato conse-gnato a tutta la sua famiglia, perché lei eragià morta nel 1969. Il suo nome è statoinciso nella parete di pietra dei Giusti, pernon dimenticarci di lei. Tutti dovremmop r e n d e r eesempio daquesta grandedonna che haavuto ilcoraggio diospitare lafamiglia Levisenza alcuntimore.

Ogni anno nella Giornata della Memoriala Dirigente del nostro Istituto ci riuniscenel cortile della scuola per piantarel’Albero dei Giusti. Quest’anno si è scel-to di dedicare questo momento ad AdeleZara, una donna non ebrea che con gran-de coraggio nascose degli ebrei salvando-li da morte sicura. Per questo gesto corag-gioso le venne conferita la medaglia dei"Giusti". La notizia della celebrazionesvoltasi nella nostra scuola è stata lettaanche da Fulvia Levi, un’ebrea che oggiricorda Adele Zara e quei tragici momen-ti quando lei, ragazzina di 13 anni, fu pro-prio da questa protetta, nascosta ed infinesalvata con tutta la sua famiglia. FulviaLevi, che oggi fa parte del K.K.L. (Fondo

FULVIA LEVI RINGRAZIA LA "FOSCOLO"di Andrea Giuseppe Genovese

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Tra i “Giusti tra la Nazioni” anche una donna

Nazionale Ebraico), che mantiene vivo ilricordo della tragedia della Shoah, sbalor-dita e commossa, ha ringraziato con unatoccante lettera la nostra scuola per il pen-siero che ha avuto per Adele Zara, unadonna che operò nel Veneto, una terracosì lontana dalla nostra Sicilia.

La medaglia dei “Giusti” per Adele Zara

Come ogni anno, presso l’IstitutoComprensivo “Foscolo” il 27 gennaio si ècelebrata la Giornata della Memoria pian-tando un albero in onore di un "Giusto".In linea con il progetto legalità "Itinerariper una cittadinanza di genere.. umano" eil progetto "Pari opportunità", che hannoscelto di porre l'attenzione sul ruolo delledonne nella storia e nella società, que-st’anno si è deciso di dedicare l'albero adAdele Zara, un’infermiera italiana chesalvò i Levi, una famiglia ebrea di Trieste,dalla persecuzione e fu per questo procla-mata “Giusta tra le nazioni” dallo YadVashem a Gerusalemme il 25 febbraio1996. Per concludere il percorso di rifles-sione e approfondimento su questa paginaamara di storia, sabato 13 febbraio è statainvece organizzata una manifestazionecon testimonianze, canti, poesie in piùlingue e disegni proprio per far conoscerela voce delle donne, che venivano discri-minate e colpite in quanto generatricidella “razza ebraica”. Nel corso della pre-sentazione sono state quindi affrontatetutte le fasi di quello che è stato il più

atroce genocidio mai avvenuto nella sto-ria e che ha visto più di sei milioni diebrei morti a causa di una presunta “clas-sificazione razziale”. Si è iniziato propriodalla fase della "discriminazione", conalcune testimonianze, tra cui delle brevirighe del diario di Anna Frank in cui, non-ostante la difficoltà di quei tempi, laragazza spera comunque che tutto volge-rà al bene. Si è passati quindi alla “depor-tazione”. Durante il viaggio le condizionierano disumane e uomini, donne e bambi-ni venivano trasportati in un carico mercisenza acqua e senza nulla da mangiare,con un piccolo spazio per respirare, ma,nonostante ciò, le madri non mancavanodi accudire i loro piccoli. Una volta giun-ti nei campi di lavoro e di concentramen-to la vita si faceva molto dura e si apriva-no le porte dell'inferno. Le donne eranodenutrite e il lavoro continuava notte egiorno con doppi turni di undici ore cia-scuno, costrette subito a separarsi dai figlivedendoli andare a morire, vittime di vio-lenze e con l'incubo delle selezioni. A loronei lager fu impedito di essere madri e

Alla "Foscolo" si è celebrata la "Shoah delle donne"UN ALBERO PER ADELE ZARA

di Elena Rando

PER RICORDARE LA SHOAH di Ilaria Genovese

Il giorno 13 febbraio, per ricordare laShoah, nella scuola secondaria “Foscolo”si e svolta una manifestazione nella nuovapalestra alla quale hanno assistito tutte leclassi. Alcune ragazze di prima, seconda eterza hanno realizzato un breve spettaco-lo dal titolo “La Shoah delle donne” e traloro c’erano le mie compagne Elena eChiara. Tutte erano vestite di nero, le lorocalze erano nere e perfino lo scialle cheavevano in testa per coprire il capo eranero. Ciascuna aveva una parte ben preci-sa e sono state tutte molto brave nel reci-tare le poesie e i brani di testimonianzamolto toccanti loro assegnati. Moltosignificativi anche i canti e i balletti ese-guiti. A questo spettacolo ha assistitoanche la Dirigente, che si e complimenta-ta con tutti. Giorno 27 gennaio, invece,nel cortile avevamo già piantato un albe-ro in onore di Adele Zara, una donna che,

durante la Shoah, ha salvato alcuni ebrei equindi è stata riconosciuta "Giusto tra leNazioni", ricordando, al tempo stessoanche tutti coloro che sono stati vittimedella crudeltà e delle persecuzioni.

Un momento della cerimonia dipiantumazione dell’albero per Adele Zara

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RICORRENZE

molte di esse vennero usate come cavieumane per la sperimentazione, venendoinfettate con batteri per simulare le infe-zioni, rese sterili "come una rana d'inver-no". Proprio per sottolineare questo èstato presentato in più lingue il passodella poesia di Primo Levi che recita"Ditemi se questa è una donna..." e, attra-verso la versione in italiano, tedesco,inglese, rumeno e francese, si è volutoamplificare questa violenza subita.Successivamente si è visto ciò che ful’"amaro ritorno", dopo che le donnesopravvissute nei lager furono salvate dairussi. Esse capirono ben presto, infatti,che la gente non poteva comprendere ciòche era avvenuto, si sentivano colpevolidi qualcosa che non avevano fatto, si sen-tivano rifiutate. Ma non mancarono "lesalvate dalla solidarietà", cioè coloro che,grazie al buon cuore di tanti, riuscirono alenire il dolore di ciò che avevano passa-to. I ragazzi che hanno partecipato a que-sto complesso lavoro di testimonianza,con una maggioranza femminile, hannoper quanto loro possibile cercato di conti-nuare il messaggio di Primo Levi, ovveroa "meditare su ciò che è stato" e far cono-scere anche alle nuove generazioni l'acca-duto, invitandole a non dimenticare poi-chè "il pericolo è sempre in agguato ebisogna conoscere per non tapparsi leorecchie, per non essere indifferenti allevoci di coloro che chiedono aiuto, per nonodiare, per non rispondere alla violenzacon la violenza”. Naturalmente citandomaggiormente la donna non si è volutolasciare della Shoah un ricordo solo di"genere femminile", ma si è voluto sem-plicemente accendere un riflettore"anche" sulla donna, far conoscere ciòche esse hanno vissuto, in parte diversoda quello che hanno affrontato gli uomini,soprattutto perchè esse furono privatepersino del proprio bene più grande: ifigli e la possibilità di essere madri.

Mostra dei disegni sulla Shoah

Rimbombano le vociin urli ostacolati,tra le morti più feroci.Il fumo imputriditodelle ombre dei parenti,Di chi osserva impauritoLe ceneri viventi.Un’anima vaga tra i cuoridei bestiali soldati…Ecco Auschwitz, terra di sterminio.

di Marta Sottile

AUSCHWITZ

Un momento della manifestazione

ATTUALITÀ

GUERRA APERTA CONTRO L'ISIS

di Giulia Palella

nazionale allo stadio di Parigi, si sonosentite delle bombe, e l'Isis ha colpito inpiù posti: al "Bataclan", un locale in cui siteneva un concerto; esplosioni allo stadio,in due ristoranti, al centro commerciale, iposti più popolati, dove ci sono stati intotale oltre 130 morti. Vedere la freddez-za con cui i terroristi uccidevano senzaneanche riflettere ha portato tutto ilmondo in uno stato di paura e di shock. E'una guerra si è detto. Vedere in TV queiragazzi appesi alle finestre e alla vita, l'o-scurità di certi cuori, che colpivano lagente prima alle gambe e poi li uccideva-no, ha fatto paura. Dopo questo orrore lemisure di sicurezza sono state rinforzatee, nonostante tutto, i cittadini hanno ripre-so a vivere normalmente per dimostrareche non hanno paura degli attentatori. IlCapodanno, così, si è festeggiato più omeno normalmente nel mondo, anche secon un po' di paura. Solo la Germania eBruxelles non hanno festeggiato, perchési è saputo di alcuni kamikaze pronti afarsi esplodere e non si è voluto rischiare.E invece è accaduto di nuovo, è accadutoil 22 marzo 2016 proprio nel cuore

dell'Europa, quando all'aeroporto diBruxelles e in una stazione della metrovicino alla sede del Consiglio d'Europa edel Parlamento Europeo quattro kamika-ze si sono fatti esplodere tra la folla igna-ra che transitava senza nessuna colpa, senon quella di trovarsi al posto sbagliatonel momento sbagliato. Oltre 30 le vitti-me e quasi 300 feriti più o meno gravi,una nuova carneficina insomma, rivendi-cata anch'essa dal Califfato. E oral’Occidente si interroga preoccupatoseriamente per i rischi concreti alla sicu-rezza e alla pace di tutti noi, che non pos-siamo più spostarci con la serenità diprima. Purtroppo ormai i fatti hannodimostrato che questa È una guerra, noncome la Prima o la seconda guerra mon-dale, ma lo è ed una cosa con cui dobbia-mo convivere per speriamo non troppotempo.

di Alessia Genovese

Eletto il primo Presidente della Repubblica siciliano

di Rita Isgrò

LA VERITÀ NON SI IMBAVAGLIAPer tanto tempo la libertà di stampa e d'in-formazione sono stati vietati alla maggiorparte della popolazione, tenuta nell'igno-ranza per evitare ribellioni, e oggi abbia-mo raggiunto grandi traguardi. Nei paesipiù avanzati tutti possono scrivere e direciò che pensano, ovviamente nei limiti,senza subire conseguenze esagerate. Sipuò esprimere una propria opinione inpubblico, scrivere cosa si pensa riguardoa un accaduto, informarsi su vari giornalie siti sui fatti successi recentemente.L'articolo numero 19 della Dichiarazioneuniversale dei diritti umani dice "Ogniindividuo ha diritto alla libertà di opinio-ne e di espressione; questo diritto includela possibilità di sostenere personali opi-nioni senza interferenze e di cercare, rice-vere e diffondere informazioni e ideeattraverso qualsiasi mezzo informativoindipendentemente dal fatto che essoattraversi le frontiere", mentre l'articolo21 della Costituzione italiana afferma"Tutti hanno diritto di manifestare libera-mente il proprio pensiero con la parola, loscritto e ogni altro mezzo di diffusione".Però, purtroppo, queste leggi non sonopresenti in tutto il mondo. Ancora più di

un terzo della popolazione mondiale ècostretto a vivere con la bocca tappata.Ancora, nel 2016, esistono giornalisti chemuoiono perché hanno espresso la loroopinione o hanno parlato della situazioneattuale in cui si trovano. Ancora migliaiadi persone si ritrovano a vivere ciò che, intempi moderni come questi, dovrebbeessere un passato lontano. I giornalisti,spesso, sono considerati come una minac-cia: pubblicano storie, fatti, verità, chepossono mettere in imbarazzo le personepiù potenti; per questo spesso, nelle situa-zioni di guerra, non hanno abbastanzaprotezione e rischiano molto più deicomuni civili la morte. Ancora oggi cisono Paesi in cui si viene uccisi per averdetto la verità, per aver denunciato illega-lità. La libertà d'espressione è un elemen-to essenziale per la protezione dei dirittiumani: la privazione di sapere la verità edi parlare crea ignoranza e paura. "Nonaspettare di essere privato della libertà distampa per difenderla" afferma l'organiz-zazione Reporters sans frontières, poichétutti dobbiamo fare in modo che questodiritto non ci venga tolto o che ci vengarestituito. Una società senza libertà diespressione, senza libertà di stampa, nonè una società libera. 4

Da sempre la stampa è stata la difesa dellalibertà e della verità. Molte persone, adesempio politici, dittatori o gruppi estre-misti, non vogliono che si dica il vero sucerti argomenti scomodi e il giornalismoè capace, invece, di far scoppiare rivolu-zioni. Così molti giornalisti vengonouccisi o fatti arrestare per aver scritto sufatti scandalosi riguardo a gente impor-tante” o di cose che dovevano restaresegrete. Negli ultimi dieci anni oltre 600giornalisti sono stati assassinati, ma l’ar-ticolo 19 della Dichiarazione universaledei Diritti dice che ogni individuo ha ildiritto alla libertà di espressione, anche semolto spesso questo diritto non vienerispettato. Come è successo giorno 7 gen-naio 2015 con l’attentato a CharlieHebdo, eseguito dai terroristi dell’Isiscontro dei vignettisti che avevano osatodisegnare una vignetta su Allah che èstata considerata “immatura, immorale einumana “. Giorno 3 maggio si festeggiala "Giornata mondiale per la libertà distampa" proprio per ricordare il diritto diesprimersi liberamente. La strada è anco-ra molto lunga, però bisogna continuare alottare, se no daremo campo libero a colo-ro che vogliono farci entrare sotto unanuova dittatura mettendoci un bavaglio.

La libertà d'espressione è un diritto fondamentale

Ormai è da tanto che si sente parlare diISIS (Stato Islamico dell’Iraq e al-Sham)ma, con il tempo, questo gruppo terrori-stico ha cominciato a incutere sempre piùpaura al mondo occidentale a causa deivari attentati che si sono susseguiti e chestanno sconvolgendo anche la nostra vitaquotidiana. Non è la prima volta che ilmondo deve fare i conti con gli attentatiterroristici di matrice islamica, basti pen-sare all'attacco alle Torri Gemelle dell'11settembre 2001, tuttavia da quando, nelgennaio del 2015, ha avuto luogo l'atten-tato a Parigi alla sede di Charlie Ebdo,una redazione che esprime libertà di pen-siero attraverso fumetti che parlano anchedi religione, l'Europa e la Francia hannocominciato a temere il peggio. E il peggiosi pensava fosse accaduto il 13 novembre2015, quando è successo l'impensabile.Quella notte, durante una partita della

ATTUALITÀ

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L’immigrazione deve portare il rispetto per le culture

FUGA DALLA DISPERAZIONEdi Myrhiam Bellinvia

L’immigrazione è il fenomeno per ilquale delle persone vanno via dal lorostato-paese per trovare migliori condizio-ni di vita in un altro. Questo andare via,però, si può trasformare in una fuga, epresto in un vero e proprio esodo, se nelproprio paese ci sono dei conflitti. Moltioggi scappano dalla propria patria persfuggire alla guerra, alle persecuzionipolitiche e religiose. Alcuni vengono per-seguitati anche per cause economiche,persone povere e piene di debiti, minac-ciate da uomini crudeli e senza scrupoli,con il solo obbiettivo di arricchirsi a dis-capito altrui. Pur di non incontrare gliorrori e la sofferenza a cui andrebberoincontro rimanendo lì, queste personelasciano tutto, famiglia, casa, terreni,spendendo magari i pochi o addirittura gliultimi risparmi per salire su dei barconied essere trasportati chi sa dove; si sperasolo lontano dal luogo che potrebbe

diventare la culla della loro rovina. Eviaggiano per giorni e giorni, tuttiammassati sui barconi, con la speranza diarrivare, soprattutto vivi, dove la loro vitapotrà cambiare. Nel tragitto, però, tratempeste e quant’altro, molti, appunto,perdono la vita. Gettati in mare dagli sca-fisti, morti affogati nell’unica via dicomunicazione tra la disperazione e lanuova realtà che stava per accoglierli.Quei pochi che riescono a superare leinsidie del mare, ad arrivare in un nuovostato, possono anche non essere accettatinella nuova comunità, o addirittura nongli viene neanche fatto mettere piedenella nazione in cui approdano o cercanodi farlo. La Comunità Europea sta pen-sando di chiudere le frontiere. Ma perchédobbiamo rifiutare chi è semplicementein cerca di tranquillità impedendogli ditrovarla? Ma forse si ha un po’ paura dichi entra nei nostri paesi. Chi sono?Persone per bene? Terroristi? Ladri, senzavoglia di lavorare? Pazzi che si alzano lamattina e decidono di ucciderci tutti?Dobbiamo anche tutelare noi stessi.Perciò che fare? Passare per delle personeinsensibili e razziste, che non voglionodare un’altra possibilità a chi vuole vive-re in pace come noi? Oppure cercare diproteggere i nostri cittadini? Nessunovorrebbe uno sconosciuto in casa propria.Ma proviamo a metterci nei loro panni.

Aver lottato per vivere ed ora andarecomunque incontro alla morte per nonavere un tetto sopra la testa. D’altrondel’Italia, in passato, è stato il paese pereccellenza interessato dal fenomeno del-l’emigrazione verso l’America, laGermania, la Svizzera e altri stati! È forseper questo, più sensibile e disponibile nelvenire incontro alle popolazioni migranti.Secondo me l’Italia sta facendo la cosagiusta. Dietro la solidarietà, però, forse, sista nascondendo una minaccia per tutto ilpaese. Per ora continuiamo a sperare chela guerra in questi stati termini, e con essail fenomeno migratorio. L’unica cosa chenon ammetto è che spesso gli immigraticercano non solo un nuovo rifugio, maprovano ad imporsi con culture, abitudinie quant’altro cercando di cancellare lanostra, di cultura, e ancor peggio la nostrareligione! Io dico: siamo pronti ad acco-gliervi, ma abbiate rispetto nel pretenderedi vivere nel nostro paese perché, se noidovessimo venire nel vostro e non rispet-tassimo le vostre regole, non solo sarem-mo buttati fuori, ma in alcuni casi rischie-remmo anche la pena di morte! Quindiaccoglienza sì, ma rispetto soprattutto!

SCHIAVI DI IERI E DI OGGIdi Mirco Milone

La schiavitù è una condizione in cui unindividuo rimane privo di tutti i diritti dipersona libera e viene considerato pro-prietà di un altro. Nell'antichità il proprie-tario di uno schiavo aveva il diritto di vitao di morte su di esso o sulla famiglia eaveva il diritto di sfruttarlo. Uno schiavopoteva nascere in queste condizioni oppu-re poteva perdere la libertà in determinatesituazioni. Ad iniziare la tratta deglischiavi, cioè la deportazione di migliaiadi neri verso l'America, furono i porto-ghesi nel XV secolo. Era la cosiddettatratta d'Oriente e d'Occidente. Durante lalunghissima traversata nell'Atlantico nemorivano tanti e chi sopravviveva venivaesposto al mercato degli schiavi e poicostretto a lavorare nelle piantagioni ditabacco, cotone oppure industrie tessiliamericane. Le popolazioni indigene eranoconsiderate scarse al lavoro del momento,ecco perchè si preferiva deportare i neridell'Africa, che erano robusti e resistentialla fatica. Per questo dopo la traversatavenivano ripuliti e il loro corpo unto con

olio di palma per ben figurare agli occhidei mercanti. Una volta acquistati eranoimpiegati in duri lavori e annientati diogni diritto. Nel mondo nel 1948, da partedell'ONU, fu istituita la "DichiarazioneUniversale dei diritti dell'uomo" che con-danna qualsiasi forma di schiavitù. Algiorno d'oggi però questo fenomeno esi-ste ancora, soprattutto nei paesi meno svi-luppati economicamente: prostituzione,racket delle elemosine, sfruttamentominorile e anche sfruttamento dellamanodopera impiegata in agricoltura, cheritroviamo pure nel sud Italia. Purtroppomolto spesso le vittime preferite sono ibambini, più facili da controllare.Secondo me questo fenomeno è un pro-blema che nasce dalla prepotenza che èinsita in alcuni uomini, che non si fannoscrupolo di privare loro simili del dirittoalla libertà. Mi auguro soltanto che inognuno cresca la consapevolezza dell’in-giustizia che viene compiuta e si schiacciil desiderio di dominio dell'uomo sull'uo-mo.

Diritti umani ancora negati nel mondo

Molti credono che la felicità,si possa comprare,e trovare in un dono materiale.....invece si trova nel cuore di ogni persona.La felicità è un sentimento,una cosa astratta,che non va comprata..... ma conquistata.la felicità sta nelle piccole cose:in un sorriso,in una risata,in un piccolo gesto.L'amore e la felicità,esplodono dentro ognuno di noi,quando, aiutando,rendiamo felice il prossimo.Ed è il suo sorriso,che si riflette su di noi regalandoci felicità.Ma anche quando,dopo tante rinunce e sacrifici,riesci a raggiungere il tuo obiettivo,trovi la felicità!!!

di Martina Aliberti

LA FELICITA’

ATTUALITÀ

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UNA GIORNATA CONTRO I FEMMINICIDIdi Marica Genovese

no applicate da uomini, senza cuore esenza testa, che dicono di amare e si sen-tono "forti" contro le loro donne, donnevittime, vittime di violenza fisica o psico-logica, che hanno paura di agire, gridare,denunciare, e quindi soffrono per amore oa volte per i figli o per le circostanzeesterne, magari a volte sono piene di livi-di e non escono di casa, o non hanno livi-di all'esterno ma all'interno sono vuote enon hanno niente... Amore, soffrono peramore, ma l'amore non era libertà?! Èvero, io scelgo chi amare, come amare e

Violenza psicologica, insulto e disprezzo.Violenza sessuale, stalking, abuso, stu-pro, violenza economica, disprezzo perun lavoro, per non avere un lavoro. Cheparolacce, che non dovrebbero affatto esi-stere o quanto meno esistere ma nonapplicarle. Purtroppo, invece, esse vengo-

in libertà, ma in certe situazioni, quandogià si ha un rapporto da molto tempo,questi uomini vuoti ragionano cosí. “Tunon mi ami più? Non mi obbedisci? OK,tu non meriti di vivere”. Che realtà vera.Ogni 25 novembre, con la “Giornatainternazionale contro la violenza di gene-re” da qualche anno si vuole ricordare chié stata vittima di femminicidio, chi è vit-tima di violenza e chi lo sarà, e ricordarea chi è ancora in tempo di denunciare eparlare di farlo prima che sia troppo tardi.Perchè l'uomo e la donna sono diversi sol-tanto per la forza e per il sesso, non peraltro. Ricordiamo, inoltre, a tutti queiragazzi, quei bambini che hanno assistitoo assistono a queste violenze: denunciate!Recentemente anche a Barcellona Pozzodi Gotto esiste un'associazione di donnelibere, che hanno intenzione di cambiarequesta realtà di prepotenza aiutando levittime in tutte le loro difficoltà, sia lega-li che materiali. Questa associazione, chesi chiama “Verbo ONLUS”, ha creatoanche una chat anti-violenza per i giovanie organizzato un corteo per le vie dellacittà in occasione del 25 novembre per farsapere a tutti che ora ci può essere unaiuto concreto e invitando a denunciare icasi di cui si è a conoscenza. Troppe mortiinsanguinano le cronache giornalmente enon si deve più restare indifferenti oimpotenti di fronte al fenomeno.

Per non dimenticare le vittime di violenza

di Vera Raffa

PICCOLI SOLDATI IN GUERRAdi Tindaro Andrea Cutugno

Sierra Leone, Sudan e RepubblicaDemocratica del Congo sono statidell’Africa centrale che da anni sonoinsanguinati dalle guerra civile tra tribùopposte. Queste guerre sono caratterizza-te da un grande livello di violenza chenon riguarda solo adulti. Infatti, quandogli eserciti arrivano nei piccoli villaggi,dopo aver torturato gli uomini e le donne,costringono i bambini ad uccidere i proprigenitori e dopo li addestrano ai vari lavo-ri di campo e persino a combattere.Questi ribelli non fanno distinzione tra unbambino di sette anni e un sedicenne o tra

un ragazzo e una ragazza: tutti sono con-siderati come veri e propri schiavi ecostretti a svolgere tutti i lavori, anchequelli più umilianti. I piccoli prigionierivengono addestrati anche a combattere,ad uccidere le forze del governo localiche contrastano i ribelli. Qualcuno provaa scappare ma, se non vi riesce, viene tre-mendamente punito uccidendo, magari,un membro della famiglia che gli è rima-sto o ferendoli gravemente, persino tortu-randoli. In caso, però, riescano a scappa-re, avranno difficoltà a reintegrarsi perchési possono sentire sporchi e impuri percolpa di tutte le persone che possono averucciso. Si stima che ben 50 paesi

dell’Africa utilizzino i bambini-soldato e38 lo fanno attivamente; in molti paesierano moltissimi, come in Sierra Leone,dove nelle guerre finite nel 2002 si conta-vano 45000 ribelli e la metà erano bambi-ni soldato. Sembra strano, ma tutto questonon accade lontano da noi, bensì nellavicina Africa, sempre più povera e biso-gnosa di aiuto. L’ONU ha già cercato dirisolvere questo problema, ma in certipaesi, come il Sudan, la Cina con il dirit-to di veto finanzia indirettamente il mas-sacro acquistando petrolio a basso costo eimpedendo l’entrata in gioco dei CaschiBlu. Dobbiamo quindi protestare e cerca-re di fermare questo massacro che trau-matizza molti ragazzi come noi.

Ancora oggi uno dei problemi principali acui si assiste è la condizione femminilenel mondo. Fin dall'antichità la donna eravista come un oggetto debole, inutile, unpeso per l'uomo e per l'intera società.Purtroppo, però, nonostante le numerosebattaglie per l'emancipazione femminileed il passare del tempo, in alcuni paesi delpianeta la situzione della donna non èaffatto migliorata. Non tutte le donne,infatti, sono riuscite ad ottenere il rispettoe i diritti che in altri luoghi, come l'Italia,sarebbero legge. Tante bambine, princi-palmente islamiche e del Terzo Mondo,hanno la disgrazia di nascere tali... In queipaesi, infatti, la donna possiede ancora ilruolo marginale che nel mondo anticocaratterizzava il genere femminile e chelo rendeva inferiore rispetto a quellomaschile. Alle donne di questi luoghiviene vietato di mostrare il proprio corpoimponendogli il dovere di coprirlo conveli e stoffe a più strati. Devono uscireobbligatoriamente accompagnate da unafigura maschile ed hanno il solo ed unicocompito di eseguire alla lettera i comandidei loro padri e dei loro mariti, che ne

diventano padroni, apprifittandosene erendendole vittime di violenze e maltrat-tamenti. Alcune continuano a lottare perottenere quei diritti così tanto desideratima, purtroppo, molto spesso non riesconoa raggiungere i loro obbiettivi, costrette ascontrarsi con la mentalità maschile. Alcontrario, principalmente nei paesi occi-dentali, le donne hanno lottato duramenteper ottenere i diritti che erano stati lorovietati, diritti pari a quelli degli uomini,per farci avere e vivere una realtà diversae migliore. Contando su tutte le loro forzeesse sono riuscite a diventatare le eroinedi un mondo troppo ignorante per com-prendere che ogni essere umano, indipen-dentemente dal genere, possiede paridiritti e capacità. Grazie alle loro proteste,oggi le donne dei paesi più industrializza-ti sono una parte fondamentale nellanostra società, svolgono lavori comequelli maschili e sono finalmente rispetta-te e considerate, nonostante siano donne.Tuttavia a livello di mentalità ancora ilpercorso non è concluso, come dimostra-no certi episodi di violenza e pregiudizioche faticano a scomparire.

DONNE NEL MONDO

AMBIENTE

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In un mondo cheè consumatoUn fiore non appassitoÈ già passato.Una farfalla multimedialeOrmai è normale.Di una pianta rigogliosaNe puoi essere orgogliosa.Un bene naturaleDa curare e amare.Un uccello dietro le sbarrePerso tra il fumo...Il grigio cielo,Il nero prato:Un pianeta riciclato.

Il mondo è pieno di cose buone e utili checi servono e ci sono fondamentali, esso cidà tutto e noi come lo ricambiamo?Distruggendolo! Lo distruggiamo conl'inquinamento e i rifiuti tossici. L'uomonon capisce, l'uomo è così stupido chenon capisce che lui stesso vive sulmondo, l'uomo non capisce che distrug-gendo il mondo distrugge se stesso: ècome una specie di suicidio. "Uno scintil-lante gioiello azzurro e bianco": è cosìche descrisse la terra l'astronauta EdgarMitchell che la guardava avvolta nell'o-scurità dello spazio da un satellite. Dio ciha dato tutto ciò gratuitamente, perché

PERICOLO AMIANTO

Un problema sempre molto attuale perl’ambiente e la salute di tuti è quello del-l’amianto. Esso, fin dagli anni ’80, si tro-vava ovunque: ricopriva strade, case,palazzi. Attualmente è ancora in circolo,ma fortunatamente meno rispetto aglianni passati. Inizialmente era più notocon il nome di “eternit”, parola derivantedal latino che ha il significato di “eterni-tà”, anche se l’eternit ne è un derivato.“Amianto”, invece, ha un tutt’altro signi-ficato. La parola ha origine greca e il suosignificato è “inattaccabile” e indica ungruppo di minerali che sono composti dicalcio, ferro e silicato di magnesio. Cometutti i minerali, l’amianto si estrae dallecave e dalle miniere frantumando la roc-cia madre e ricavandone la fibra purifica-ta. Esso è detto anche "asbesto", cioè let-teralmente "che non brucia". Tuttavia daun po’ di tempo a questa parte, ormai,sono state svolte varie inchieste per dis-cutere sulla pericolosità di questo killersilenzioso. Un tempo infatti l’amianto eraconsiderato legale e si usava per ognicostruzione. In vari paesi a partire dal1992, invece, da quando si sono scoperti isuoi effetti letali per le vie respiratorie, è

stato reso illegale, ma ancora questa rego-la non viene sempre rispettata. Ma perchéin passato l'eternit era molto usato? Lacaratteristica di questo materiale, oltrealla duttilità e i bassi costi di produzione,è l’avere una fibra mineraria che ha lacapacità di resistere a determinate tempe-rature elevate. La sua resistenza alla tra-zione, alla corrosione a all’usura e la sualeggerezza, che lo rende facilmente lavo-rabile, ha attirato quindi molto le aziendee per questo, già dal 1911, era il materia-le più utilizzato e più diffuso soprattuttoin edilizia. Si potrebbe pensare che pertutto questo tempo non si sia saputa laverità sugli effetti dell’amianto, ma inve-ce si è fatto finta di non conoscere permolti anni perché l’attività ne traeva pro-fitto. E per colpa di tutto questo ancoraoggi ne paghiamo le conseguenze. Lanocività di tale materiale consiste princi-palmente nelle sue fibre che, con moltafacilità, si liberano nell’aria così poi daesser inalate in maniera incosciente e nonsolo nelle industrie in cui veniva lavoratoma anche nei luoghi in cui è presente.L’inalazione molto spesso è la causa divari tumori polmonari o di una malattia

specifica detta asbestosi. Il Ministerodella Salute ha certificato una media di1000 morti l’anno a causa dell’amianto,spesso operai delle fabbriche in cui essoveniva prodotto e addirittura le mogli cherespiravano le sottili polveri che impre-gnavano le loro tute. In particolare, tra il1988 e il 1997, si sono registrate 9.094morti, ma i grossi processi nei confrontidelle grande aziende produttrici, chesapevano e tacevano, sono finiti in bolledi sapone e non hanno visto riconosciutené condanne né risarcimenti per morti emalati. Oggi, che l'effetto letale di questomateriale è ormai provato, si assiste alfenomeno inverso a quello della sua enor-me diffusione: ogni manufatto in amian-to, soprattutto se deteriorato, deve venireimmediatamente segnalato alle autoritàed eliminato con le dovute attenzioni. Lapresenza di amianto nelle città, tuttavia,resta ancora massiccia e ci vorrà moltotempo prima di riuscire a bonificare total-mente l'ambiente da questo killer silen-zioso che potrebbe causare ancora parec-chi problemi alla popolazione.

di Maria Lucia Munafò e Giulia Palella

Un killer silenzioso pronto a colpire

NON DISTRUGGIAMO IL PIANETA!di Alberto De Luca

dobbiamo rovinare questo "gioiello"?L'uomo, invece, ce la sta mettendo tuttaper rovinare la cosa più bella che ci sia:lavita. Pensateci un po'... Se il mondo vienedistrutto, veniamo distrutti anche noi,quindi il più bel dono che ci sia andràperso per colpa nostra. Noi quindi privia-mo noi stessi della cosa indispensabile, ècome rinunciare alla propria vita per lapropria vita, non ha senso. L'uomo non habuon senso, non ha idea di cosa sta succe-dendo, anzi ha idea ma è come incoscien-te. Però non tutto è perduto, il mondo sipuò ancora salvare. Smettiamola allora diinquinare, di uccidere milioni di esseriviventi che, anche se non indispensabili,ci aiutano a vivere e sono utili per l'esi-stenza. Io la penso così: se le piante potes-sero decidere cosa fare e potessero vede-re cosa stiamo facendo al mondo e a loro,smetterebbero di darci ossigeno. Unmodo per salvare il mondo? Basta smette-re di gettare rifiuti tossici in mare e sottoterra, basta smettere di inquinare l'ariacon le centrali. Tutto ciò che otteniamocon le centrali si può ottenere in modidiversi e sicuramente più benevoli, sia pernoi che per il pianeta. Io spero che questo"gioiello bianco e azzurro" possa prima opoi ritornare a sorridere, ed a splendere.

Rispettare l’ambiente per salvare la Terra

IN UN MONDO CONSUMATOdi Marta Sottile

DALLA SCUOLAInteressante percorso sulle donne nella storia

ALLA SCOPERTA DI... TANTE DONNEdi Irene Maiorana

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Il 15 dicembre 2015 nella nostra scuola"Foscolo", all'interno del progetto "Pariopportunità", le classi terze hanno parte-cipato all’incontro con la scrittriceVittoria De Marco Veneziano, autrice almomento di tre libri: "La farfalla dalle alispezzate", "L’isola a forma di quaglia" e,infine, "Tante donne... tutte di mio gusto ealtro ancora". La scrittrice ci ha presenta-to proprio questo suo ultimo saggio, cheparla di diverse figure femminili impor-tanti che hanno fatto la storia, ognuna lot-tando per il suo sogno e per molte coseche oggi abbiamo e diamo per scontate.Ha iniziato parlando di SamanthaCristoforetti, la prima donna che è andatanello spazio e in seguito abbiamo parlatodi Ildegarda di Bingen, una grande mona-ca del Medioevo che dirigeva due con-venti e curava i malati con erbe. Il suosogno era di suonare l’organo in chiesa edopo tanti tentativi diventò la prima musi-cista cristiana. Ci sono state anche moltedonne che hanno lottato per ottenere ipropri diritti, e fra queste abbiamoOlympe De Gouges, una scrittrice, che èstata ghigliottinata per essersi intromessanelle faccende della Repubblica Francesee "per aver dimenticato le virtù che sonostate stabilite alle donne". La scrittrice neha nominate molte altre che inseguivanoil loro sogno, fra cui la prima donna che silaureò in ingegneria, Ellen SwallowRichards, nata da una famiglia nobile e ilcui padre le affiancò un maestro peristruirla, così continuò gli studi e si lau-reò. Destino diverso da quello di unagrande donna italiana: Grazia Deledda.

Quest’ultima, proveniente da una fami-glia povera della Sardegna, poté frequen-tare la scuola solamente per cinque anni,ma voleva continuare a studiare e così suopadre le affiancò un maestro che, quandose ne andò, le lasciò un baule di libri chelei iniziò a leggere, dopodiché cominciò ascrivere ben trentasei romanzi e, nel1926, ricevette il premio Nobel, unicadonna in Italia ancora ad oggi. Andiamo,invece, ai giorni nostri, in cui ancora cisono persone che lottano pur di realizzareil loro sogno. Fra queste abbiamo SimonaAtzori, straordinaria donna senza bracciadalla nascita ma bravissima ballerina epittrice che fa tutto con le gambe, che leichiama infatti le sue “mani basse”. E' ungrande esempio del fatto che non esistonolimiti: i limiti sono solo negli occhi di chiguarda e la diversità è la sola cosa che ciaccomuna, la diversità è bellezza. Questoè stato un bellissimo incontro, che ci hafatto capire il ruolo delle donne nella sto-ria, prima poche poi sempre di più, e l'im-portanza che esse hanno avuto nella con-quista di traguardi sociali e umani primaimpensabili. Dico quindi "grazie" allamia scuola che ci ha permesso di incon-trare Vittoria De Marco Veneziano econoscere il suo lavoro.

Vittoria De Marco Venezianodurante l’incontro

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sfide essenziali per la realizzazione diqualcosa che sembra impossibile. La scelta di scrivere una raccolta dibiografie di personaggi femminili èstata in qualche modo influenzata dallasua esperienza di donna e di madreimpegnata ad affermare la propriaforza e il proprio coraggio in una situa-zione difficile o i due libri nascono dadiverse ispirazioni? Sono due testi di ispirazione diversaanche se in entrambi prevale la capacitàdi attingere - con orgoglio e senso dellapropria dignità - alle potenzialità tipica-mente femminili: la generosità, l'intelli-genza affettiva, l'empatia, il coraggio dinon lasciarsi andare, di credere nel rispet-to di se stesse e di rinascere a vita nuovacome l'Araba Fenice dalle proprie ceneri.Cosa l'ha guidata nella scelta delle figu-re femminili contenute nel libro? Ho scelto tra quelle che amo di più.Tuttavia i profili potevano essere piùnumerosi. Il risultato sarebbe stato untomo di almeno novecento pagine, pesan-te e scomodo da leggere in posizione direlax. Tutto ciò ha comportato tagli diffi-cili che ho accettato con rammarico e dis-piacere.Lei ha scritto tre libri diversi per tipo-logia, una lunga lettera, un romanzo unsaggio. Che tipo di scrittrice è? Come sidefinirebbe? Mi definirei una scrittrice dell’anima. C’è stato un libro da lei letto da ragaz-za che le ha aperto la strada verso lascrittura?Da bambina ho letto molti libri ma quelloche più di ogni altro ho amato è stato "IlPiccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupéry e da adolescente "Siddharta" diHermann Hesse che è anche il mio autorepreferito. In seguito, da adulta, leggendosempre più, mi sono appassionata allascrittura.Ha un luogo, una stanza, delle ore par-ticolari in cui preferisce scrivere?Come sceglie il soggetto, le idee? Stilauna scaletta prima di scrivere unromanzo o un racconto o segue libera-mente l’ispirazione? Inizio a scrivere, nel mio studio, alleprime luci dell'alba. Davanti al mio bal-

cone cresce rigoglioso un pino marittimoanimato da piccole e vivaci creature.Mentre scrivo, di tanto in tanto, lo osser-vo. Per me è diventato fonte d'ispirazione.Prima d'iniziare a scrivere una nuovaopera ho un lungo percorso di maturazio-ne fatto di letture, appunti e riflessioni;dopo, mi metto a scrivere. Il libro nasce inun modo del tutto estraneo alla miavolontà, solo quando è perfettamentecompiuto.Come sceglie il titolo di un’opera? E lacopertina?A volte il titolo nasce nella mia testaprima dell'opera. La copertina è fruttodell'ingegno del grafico della mia casaeditrice.Quali sono gli autori o i libri che a suoavviso non dovrebbero mai mancarenella biblioteca di un adolescente? Equale libro non consiglierebbe mai anessuno di leggere?I libri che non dovrebbero mai mancareper un adolescente sono i classici dellaletteratura. Ci sono diversi libri che nonconsiglierei di leggere, in particolar modoquelli che non trasmettono valori.

Sulla base della sua esperienza, qualiconsigli si sente di dare a chi volesseintraprendere la strada della scrittura?Per chi volesse intraprendere questa lastrada i consigli che mi sento di daresono: leggere costantemente, esserecurioso e creativo, avere molte idee,conoscere la grammatica e consultare ilvocabolario.Che ruolo ha la fede nella sua vita dascrittrice?Un ruolo importante. La mia è una fedepensata, non bigotta, con grande ascolto eapertura verso gli altri.C’è una domanda che nessuno le hamai fatto, ma a cui avrebbe semprevoluto rispondere?Non ho mai pensato a una domanda a cuimi piacerebbe rispondere perché mi sonostate formulate domande di ogni genere. La ringraziamo moltissimo per la sua dis-ponibilità e l’attenzione con cui ha rispo-sto alle nostre domande.Ci rivedremopresto per un nuovo approfondimento sulsuo affascinante libro e per discutereinsieme ancora una volta di...grandidonne.

DALLA SCUOLA

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Alla “Foscolo” varie attività contro violenza di genereUN SEMINARIO E TANTI STRISCIONI

CONTRO I FEMMINICIDIdi Giulia Palella

Giorno 18 novembre alla scuola"Foscolo" si è svolto un incontro con l'as-sociazione "Verbo Onlus", che lotta con-tro la violenza di genere. Questa associa-zione, interamente al femminile, è un cen-tro di accoglienza per le donne soggette aviolenza domestica, un centro di politicasociale per donne e un movimento didonne libere senza pregiudizi. Il loroscopo è di dare parola ai soggetti femmi-nili che vengono costretti al silenzio o chehanno paura. La responsabile AlessndraTafuro ci ha parlato anche della loro forteconvinzione sulla parità di genere, poichél'uomo e la donna si differenziano soloper l'aspetto fisico e la forza. Ma, non-ostante questo, la donna, ma anche qual-

che volta l'uomo, è soggetta a diversi tipidi violenza domestica: violenza psicolo-gica, quando la vittima viene ogni giornoumiliata e insultata, ferendo la sua digni-tà; violenza economica, quando all'op-pressa, che non lavora e non ha reddito,vengono vietati più del minimo indispen-sabile dei guadagni; violenza sessuale,ovvero stupro, e stalking, cioè manipola-zioni mentali. Tutto questo perché la vitti-ma si è condannata il giorno stesso delsuo matrimonio per amore, ma non siaccorge che quello non è vero amore, per-chè questo è rispetto reciproco, fiducia,sentimento, affetto, ma soprattutto libertà,poichè, in qualità di essere umano, si devepoter essere liberi di scegliere ciò che sivuole. E' importante quindi valutare benese esso sia vero amore perché, in casocontrario, può arrivare a conseguenzedrammatiche. Il femminicidio non unsemplice “fenomeno”: esso è un vero eproprio omicidio e coinvolge sempre piùdonne. Per questo il 25 novembre è ilgiorno per lottare contro tutto questo e perfar parlare le donne soggette a questo, perribellarsi, perché tutto ciò è indiscutibil-mente ingiusto. E giorno 25 novembre

ALLA RISCOPERTADELLE TRADIZIONI

ALIMENTAZIONE E SALUTEdi Melania Brigandì

L’Istituto Foscolo, ormai da diversi mesi,all’interno del progetto di Educazione allaSalute, sta organizzando degli incontricon tutti gli alunni delle seconde classi discuola secondaria sui temi dell’alimenta-zione a cura di una nutrizionista, ladott.ssa Chiara Mele. Ciò è stato approva-to dalla nostra Dirigente per far conosce-re ai ragazzi i principi di una sana ali-mentazione e con lo scopo di educarci adun sano rapporto con il cibo, non usu-fruendone esageratamente. Secondo gliinsegnamenti della dottoressa Mele il ter-mine dieta non deve significare un limitenella quantità di cibo, ma una corretta ali-mentazione, basata su cibi mediterranei,come olio, pesce, ecc., mangiati conmoderazione. Nell'istruire noi giovani adun corretto stile alimentare, la dottoressa,che è anche molto giovane, ci coinvolge aseguirla nei suoi discorsi, alleggerendo lespiegazioni con qualche battuta e moltevolte parlandoci dei suoi pazienti, vittimedi sovrappeso e/o obesità. Ci illustra,inoltre, lo schema alimentare da seguire(colazione, spuntino, pranzo, merenda ecena) attraverso alcuni PowerPoint, spie-gandoci anche i limiti da rispettare e irischi da non correre. Le sue lezioni

avvengono ogni mese per due ore, iltempo necessario per renderci consapevo-li di eventuali errori che commettiamomangiando, e il suo scopo è proprio quel-lo di dare in tempo, a noi studenti, dei pic-coli suggerimenti per non rischiare gravidanni al nostro corpo, dandoci dei consi-gli sui cibi da consumare e le quantità daingerire. La dottoressa, grazie al suocarattere dolce e disponibile, riesce adincuriosirci molto e a suscitare parecchiedomande interessanti, così gli incontricon lei sono un piacevole appuntamentoper noi tutti, che cerchiamo di seguire isuoi consigli mangiando meno patatine.

Un momento del laboratorio artistico

Vari incontri con la nutrizionista sul tema dell’alimentazione

di Elena Rando

nella nostra scuola, non avendo potutomarciare contro questi omicidi che hannogià procurato troppe sofferenze, comeconsuetudine abbiamo svolto varie rifles-sioni in classe e preparato cartelloni, stri-scioni e fiocchi rossi, accompagnati dascarpe rosse e borse rosse davanti alleporte di tutte le aule. E’ questo un modo,più che per ricordare le vittime, per edu-care anche i più giovani al rispetto del-l’altro in tutte le forme.

(CONTINUA DA PAG.1) Così il laboratorio storico-linguistico,diretto dalla professoressa Maria GraziaDi Salvo, offre l’opportunità ai ragazzi diinnanzitutto documentarsi facendo ricer-che relative all’argomento proposto eopportune interviste o indagini per poi,infine, maturare un’idea che porterà allacomposizione di un resoconto del percor-so svolto. Il laboratorio di cucina, invece,coordinato dalla professoressa CarmenBisignani, propone ai ragazzi di riscopri-re le tradizioni alimentari che caratteriz-zano, sia ora ma soprattutto in passato, lanostra terra focalizzandosi prevalente-mente sulle ricette in uso durante le festi-vità, come ad esempio la “cuddura” perPasqua, ma anche dolci di altro genere(come i cupcake). Inoltre esso si proponedi sviluppare le capacità manuali e culi-narie dell’alunno. Infine il laboratorioartistico-coreutico, supervisionato dalleprofessoresse Paola Formica e SantinaIudicello, si propone di omaggiare le tra-dizioni del luogo avvalendosi dell’arte,della musica e della danza. Per quantoriguarda l’aspetto artistico, in particolare,gli alunni saranno incentivati a produrremanufatti e prodotti artigianali tipici,mentre la parte coreutica del laboratoriodarà agli studenti la possibilità di cono-scere le danze folcloristiche accompagna-te dalle musiche che caratterizzano lanostra terra. Quello che la scuola ci staoffrendo, dunque, è un’opportunità unicada non perdere, che ci servirà sia comeconoscenza personale delle tradizioni,che spesso vengono ignorate, sia a riem-pire il nostro bagaglio culturale per ilfuturo.

DALLA SCUOLA

Nella nostra città, Barcellona Pozzo diGotto, alla biblioteca "Oasi" domenica 29novembre si è concluso un progetto chia-mato "Merenda francese" strutturato intre incontri in cui si è avuta la possibilitàdi imparare il francese in modo alternati-vo e relazionandosi con ragazzi di altrescuole primarie, medie e superiori. Inquesti tre incontri si sono svolti giochi equiz esclusivamente in francese, dandol'opportunità di approfondire la conoscen-za di questa lingua. In modo alternativo eoriginale, professoresse del liceo e licealisono riusciti a farci apprezzare un po' dipiù il predetto linguaggio che, magari, trai banchi di scuola può sembrare noioso e

MERENDA FRANCESE

Gli alunni di scuola primaria con laProf.ssa Tindara Martina de Pasquale

difficile. In più si è provato a far familia-rizzare i bambini delle elementari giocan-do con qualche parolina francese per pre-pararsi a quando lo studieranno.L'incontro si è concluso con degli assaggidi specialità della nazione e una gara asquadre a colpi di termini francesi. E'stata un'esperienza che non si dimentiche-rà facilmente poiché ci ha permesso diconoscere qualcosa di più sulla linguasenza tenere il naso su libri e dizionari,qualcosa di straordinario e divertente.Sono sicuramente molto soddisfatta diaver preso parte a questa attività e sperodi parteciparvi anche il prossimo anno.

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Il francese alla primaria come un gioco

di Giulia Palella

Imparare il francese in modo alternativo

La consegna degli attestati presso l’”Oasi”

IMPARIAMO IL FRANCESEdi Noemi Pelleriti

scuole e, diverse studentesse facenti partedel liceo linguistico, del liceo scienzeumane e del commerciale turistico. Nellasettimana precedente, noi bambini delleclassi quinte, siamo stati impegnati nellenostre rispettive scuole di appartenenza, asostenere una lezione ludica in linguafrancese. Questa iniziativa è stata pro-mossa dall’ANILS, a cui aderiscono inse-gnanti di lingua straniera, appunto colfine di far conoscere la cultura e la tradi-zione francese. In classe, e all’oasi, abbia-mo cominciato a parlare di questa lingua,iniziando con l’imparare qualche parola:abbiamo imparato i colori e i diversi modidi poterli pronunciare, i frutti, i numeri, e,poi siamo stati coinvolti a partecipare tra-mite piccole gare tra di noi, alle fine sivincevano piccole medaglie di cartone.Durante la festa abbiamo ballato, giocatoal gioco della staffetta e assaggiato la tra-dizionale merenda francese “Le GouterFrancais”, a base di crepes, gaufres,

madeleines, e pain et nutella. Io mi sonomolto divertita e sono davvero entusiastaall’idea di conoscere altre culture, tradi-zioni e lingue oltre la mia. Perché, poterdisporre di un vasto bagaglio culturale,non vuol dire soltanto potersi aprire anuovi orizzonti, ma soprattutto poteraccedere a diversi sbocchi lavorativi. Lelingue sono il futuro della nostra società esenza queste iniziative, resterebberointrappolate in un mondo non aperto allenovità, fermandosi nel tempo e facendoun passo indietro non progredendo versotecnologie e possibilità di accedere ad unmondo pieno di innovazioni, in quanto,noi, come giovani, siamo il pass per acce-dere a questo mondo innovativo chedovrebbe essere al passo con i tempi e lenuove tecnologie. E’ proprio tramite que-ste lingue che possiamo contribuire allosviluppo della nostra società riuscendo acomunicare tra noi collaborando e var-cando nuove soglie.

Un momento della Festa del Pane

Giorno 10 dicembre alla scuola seconda-ria di primo grado Foscolo si è svolta la"Festa del colore e del dolce" che si tieneogni anno per il progetto "Pari opportuni-tà" e grazie al quale noi studenti teniamoun gemellaggio con la scuola di Amadi

Nuove iniziative per il gemellaggio con i bambini africani

UNA FESTA DI COLORI E CANTIdi Laura Siragusa

nella Repubblica Democratica del Congo.Questo progetto si svolge, però, solo gra-zie alla presidentessa dell’associazioneMatumaini e alla nostra dirigente. La diri-gente, infatti, permette ogni anno a tuttele classi di fare dei lavoretti da mandare aibambini in Africa. Quest’anno, però, sisono aggiunte altre attività. Oltre allacreazione di cartelloni, disegni e cosevarie, si è svolta infatti l’esibizione delcoro "FosCORO" e la consumazione dipane e Nutella. Gli orari per ogni classesono stati differenti: le prime hanno assi-stito all’esibizione del coro la terza ora, le

seconde la quarta e noi di terza l’ultimaora. Sono state fatte delle riprese per poifarle vedere ai bambini della scuola delCongo e insieme a queste saranno portateanche le nostre creazioni, che speriamorenderanno felici i bambini. È stata un’e-sperienza fantastica e spero che questafesta continui a rimanere negli anni futurialla scuola "Foscolo".

Un momento della Festa del Colore

Nei locali dell’oasi di Barcellona pozzo diGotto si è svolta una festa legata ad unprogetto di lingua francese, il cui tema era“Le Gouter Francais”. Lo scopo è statoquello di invogliare i bambini delle diver-se scuole della cittadina barcellonese,attraverso una piccola merenda e con tantigiochi e divertimento, ad accostarsi econoscere meglio questa lingua neolatina.Hanno presieduto la festa alcuni docentidi lingua francese appartenenti a diverse

DALLA SCUOLA

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La ‘Foscolo’ sul podio ai Campionati regionali di pesisticaUN GIORNO DI SPORT

di Mirco MiloneLo sport è passione, crescita, stare beneinsieme. Nella vita di tutti è molto impor-tante, specialmente in quella dei ragazziperchè grazie ad esso si fanno nuove ami-cizie, si provano nuove sensazioni edemozioni. Esso ti insegna a vivere rispet-tando regole e competizioni in manieraleale e disciplinata. Io amo lo sport diogni tipo e ne pratico alcuni a livello ago-nistico. La mia scuola partecipa ognianno ai "Giochi Sportivi Studenteschi"promossi dal CONI e quest'anno io, insie-me ad altri ragazzi di varie classi, abbia-mo avuto il piacere di rappresentarel'Istituto Comprensivo "Foscolo", la scuo-la a cui appartengo. Dopo una serie diallenamenti specifici condotti con serietàe impegno dalla mia professoressa di Ed.fisica Domenica Di Bartola, mercoledì 17marzo, presso la palestra dell'I.C."Bastiano Genovese", ci siamo confronta-

ti con altre squadre provenienti da variistituti della zona. E' stata un'esperienzabellissima perchè c'erano gli arbitri e igiudici della Federazione. In un primomomento ero emozionato e teso ma,quando abbiamo cominciato il riscalda-mento, all'emozione si è sovrapposta lacompetizione che c'è in me. Mi sono con-centrato su ciò che dovevo affrontareascoltando i consigli della Prof. e, quandomi hanno chiamato, ho cercato di dare ilmassimo pensando sicuramente a diver-tirmi ma soprattutto di rappresentare ilnome della mia scuola nel modo migliorepossibile portando un premio. Così èstato. Alla fine della giornata di gare cisiamo aggiudicati il 3° posto del"Campionato Regionale di Pesistica" por-tandoci a casa una coppa e premi indivi-duali di categoria, tra cui il mio. La sod-disfazione è stata grande e ancora di più ilgiorno dopo, quando siamo andati dalnostro Dirigente Scolastico, la Prof.

Felicia Oliveri, a consegnargli il nostromeritato premio che ha fatto onore allascuola

Il "Pi-greco day" si rinnova alla "Foscolo" GIOCARE CON LA MATEMATICA

di Antonio Giunta

Come ogni anno il 14 marzo nella nostrascuola secondaria "Foscolo" è la giornatadedicata al pi greco, cioè il "Pi-grecoDay". Viene scelto questo giorno perchèla data richiama proprio questo numero -il 3,14 - scrivendola alla maniera anglo-sassone 03/14. La manifestazione consi-ste sempre in una mattinata di gare mate-matiche e quest'anno anche sportive. Lagiornata è quindi iniziata con le gare dimatematica, che si sono svolte per classiparallele, cioè le prime con le prime, leseconde con le seconde e le terze con leterze. La competizione consisteva nellosvolgere dei quesiti di logica elaborati daivari docenti di matematica che hannoorganizzato la giornata. Le squadre erano

formate da cinque persone per ogni classescelte dai propri professori, ogni squadraaveva a disposizione 30 minuti per svol-gere più quesiti possibili e vinceva chiaveva dato il maggior numero di rispostecorrette; in caso di pari merito si andava aconsiderare il tempo. Dopo aver svolto legare si è tornati in classe per fare ricrea-zione ma, al posto di mangiare il solitopanino, ognuno di noi ha portato un dolcea tema di Pi-Greco, come ad esempiotorte e biscotti. In seguito, dopo aver con-sumato ciò che avevamo preparato, si èdato inizio alle gare sportive, tenutesisolo nella palestra a causa del maltempo.Queste gare consistevano in: staffettalunga, staffetta breve, torneo di volley etorneo di basket. Si potrebbe pensare chele gare sportive non c'entrino niente con ilpi greco ma non è così, perchè le variecompetizioni richiamavano il 3,14. Infattinella staffetta breve il percorso era di eradi 3,14 decametri, nel basket e nel volleyle squadre erano formate da tre giocatoriche per vincere dovevano fare 14 punti;infine c'era la staffetta lunga che dovevaessere di 314 metri ma, proprio a causadel cattivo tempo, non si è potuta svolge-re. A tutte le gare sono stati presenti a fareil tifo anche i ragazzi delle varie classiche non erano impegnati nei giochi.Infine, al termine delle competizioni siamatematiche che sportive, a mezzogiornosi sono fatte le premiazioni di tutte levarie attività che si erano svolte durante ilcorso della mattinata. Alle premiazioni

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era presente la nostra Dirigente, che harilasciato un attestato di partecipazionealle squadre vincitrici e ha premiato sia ivincitori delle "Gare del Pi greco" chequelli dei "Giochi Matematici d'Autunno"promossi dall'Università Bocconi diMilano. Ormai alla "Foscolo" il Pi-grecoDay è diventato una tradizione ma sicura-mente non ci si annoia mai, anche perchéogni anno ci sono sempre nuove stimo-lanti gare e novità che rendono vivacequesta giornata all'insegna del "numerodel delirio".

La squadra vincitrice del 3° posto

La squadra di pesistica della ‘Foscolo’

Giorno 17 marzo, nella biblioteca dellascuola secondaria "Ugo Foscolo" si èsvolto un incontro nell'ambito della"Settimana del libro", promossa dalCESV di Messina, a cui hanno partecipa-to tutte le classi prime dell’Istituto.All’ingresso c’erano esposte varie scenedel libro intitolato “Tutti sulla stessabarca”, scritto dall'architetto Michela DeDomenico. Un'altra signora, di nomeAntonia Ragusi, ci ha poi parlato del con-corso “Io ho un sogno”, al quale i mieicompagni hanno partecipato, raccontandodi come si è evoluto questo concorso edopo ha ceduto la parola all'architettoMario Benenati. Questi ha esposto il pro-getto Fumettomania Factory e il libro“Tutti sulla stessa barca”, mostrandoci unvideo riferito alle immigrazioni. Il videoera un trainer che mostrava molte personedisperate, tra cui una madre che avevavisto salire a bordo di un treno il suo bam-

DALLA SCUOLA

bino ma ormai non poteva fare niente perimpedirlo perché era troppo tardi.Quando è finito l’architetto Benenati ci haparlato delle migrazioni, che assomiglia-no agli stermini degli ebrei; inoltre ha rac-contato di molte migrazioni che ci sonostate nel mondo, parlandoci dei suoiparenti e aggiungendo anche che inArgentina molti anni fa i barcellonesiemigrarono numerosi. Nel frattempo l’au-trice del libro ci ha mostrato delle imma-gini di varie mostre riguardanti l'immi-grazione che si sono svolte a Barcellona,a Messina, a Catania, a Cremona, aLemenzia Terme e in molti altri posti. Cihanno mostrato delle immagini con dellefrasi riferite sempre all’immigrazione euna frase che mi è rimasta impressa raffi-gurava strumenti musicali dove c'erascritto:” Diversi suoni, diversi colori,contribuiscono alla composizione diun’unica colonna sonora”.Successivamente gli organizzatori dell'in-contro ci hanno mostrato delle immaginifatte da artisti sul tema dell’immigrazionee una di queste l’ha disegnata MaurizioGemelli che, prendendo le figure dellaBibbia, mette gli apostoli sulla barcafacendoli diventare migranti. Subito dopoha iniziato a parlare l’autrice del libroMichela De Domenico, esprimendo il

Interessante visita al “Museo dello Sbarco” a Catania

"TUTTI SULLA STESSA BARCA"di Ilaria Genovese

motivo per cui l’ha scritto, dicendo chequesta tragedia l’ha colpita molto e così siè messa a lavorare su questo testo. Ci hapoi raccontato di un fumetto sulla vita diuna donna di nome Aisha, il cui nomesignifica "vita". La donna era incinta esuo marito era immigrato in Italia, così leisi imbarcò per l'Italia per cercarlo, ma,avendo camminato al lungo, si stancò,così chiuse gli occhi e incominciò asognare tante vacche in segno di ricchez-za. Nel sogno Aisha immagina lei con suomarito di fronte a un bambino gigante,immaginandosi una vita bella. Dopo lastoria l’architetto ha chiesto alla professo-ressa Sabina Bruzzese di spiegare i varidisegni che i ragazzi di terza avevano rea-lizzato esponendoli all’ingresso. Poi lasignora Ragusi ha ringraziato tutti noi, lenostre insegnanti e i suoi collaboratori.Infine, prima di ritornare ognuno nelleproprie classi, la professoressa Bisignanie la professoressa Triolo, insieme allasignora Ragusi, ci hanno donato duepenne con un blocchetto. Questa giornataè stata molto importante per me perché hoapprofondito un argomento molto interes-sante come quello delle migrazioni.

Un momento dell’incontro conFumettoMania Factory

“Per essere felice nel tempo e nell’eternità”di Myrhiam Bellinvia

Giorno 15 ottobre 2015 è ricorso il 10°anniversario della morte di FeliceAlessandro Giunta, un ragazzo decedutoa causa di una lite con un compagno chesi è successivamente trasformata nel suoterribile epilogo. Proprio perchè il suoricordo sia sempre vivo la Parrocchia diSan Francesco di Paola a cui apparteneva,la Comunità di sant’Egidio e i suoi geni-tori hanno indetto un concorso rivolto atutte le scuole, medie e superiori. Glialunni che volevano partecipare potevanoinviare disegni, racconti, poesie, riflessio-

ni inerenti alla vita di Felice, in particola-re riflessioni sulla felicità in riferimentoall’allegria con cui lui affrontava le suegiornate. “Per essere felice nel tempo enell’eternità” era il titolo di questo con-corso. Il tema centrale era appunto la feli-cità di vivere, l’importanza della vita e dinon sprecarla. La nostra scuola ha aderitocon slancio e numerosi lavori all'iniziati-va e, in particolare, le classi secondehanno partecipato con un libro realizzatocon la tecnica del pop-up. Gli alunni coin-volti hanno lavorato per diversi giorni percreare il libro, che era formato da tanticartoncini colorati dai quali risaltavanodei disegni realizzati con la predetta tec-nica. Sui cartoncini erano incollate rifles-sioni e poesie scritte dagli alunni stessi eanch’io ho partecipato, insieme a dellemie compagne, con dei pensieri e la rea-lizzazione di una pagina. La nostra fatica,però, è stata ripagata. Grazie al nostrolavoro la scuola si è aggiudicata il primoposto al concorso. L’anniversario dellamorte di Felice, ogni anno, è particolar-mente sentito alla "Foscolo" in quanto ilragazzo viveva nel quartiere e aveva fre-quentato proprio la nostra scuola, che gli

ha intitolato tempo fa l'aula informaticadove è stata realizzata, in suo ricordo, unapiccola bacheca con delle sue foto e unaraccolta di pensieri e riflessioni a lui dedi-cati. Questo progetto è stato una bellaesperienza che, nonostante la spiacevolecircostanza che abbiamo ricordato, ci hafatto riflettere sulla vera felicità, che nonè legata alle cose materiali, ma alle picco-le cose sotto il quale si possono nascon-dere le grandi gioie della vita.

12Il libro pop-up realizzato dalle classi

seconde

DALLA SCUOLA

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IL MUSEO REGIONALE DI MESSINAdi Nancy Aiello

ad arrivare in cima, e la guida, man manoche salivamo, ci spiegava il significato dicosa rappresentavano le opere d'arte. Mihanno affascinato di più i sette carri cherappresentavano i giorni della settimana ele stagioni della vita, dall'infazia allamorte. Quando siamo arrivati lassù un po'mi spaventavo perche eravamo molto inalto ma per fortuna siamo stati poco. Poisiamo entrati in un museo, il "tesoro delDuomo", e c'erano cose molto belle. Tuttii reperti erano in oro, argento o pietre pre-ziose, ma la cosa più bella era la statua diMaria e Gesù. Successivamente abbiamoaspettato che fosse mezzogiorno pervedere l'orologio in movimento. All'inizioabbiamo sentito il leone ruggire per duevolte, poi il gallo e alla fine una rondinein movimento. Dopo aver pranzato cisiamo recati al Museo Regionale, doveera allestita anche una mostra di pitturafuturista. La guida ci ha spiegato che ifuturisti facevano quadri che rappresenta-vano il movimento con colori forti come

Giorno 13 novembre 2015 tutte le classiseconde della Scuola secondaria di 1°grado “Foscolo” sono andate a Messinaper una visita guidata. Siamo partiti dascuola verso le otto e arrivati a Messina cisiamo fermati in un luogo stupendo che siaffaciava sul mare e la guida ci ha dettoche eravamo di fronte allo Stetto. Poi cisiamo diretti verso il Duomo e, arrivati inpiazza, abbiamo ammirato la fontanad'Orione. Una volta entrati in chiesasiamo saliti all'interno dell'orologio, fino

il rosso, il giallo ecc.. Al Museo eranopresenti opere di artisti importanti comeAntonello da Messina e Caravaggio. Inmodo particolare sono rimasta incantatada due quadri: uno rappresentava unadonna con in mano suo figlio con lo sfon-do di colore nero, l'altro invece rappre-sentava Gesù mentre compie un miracolo.La guida ci ha spiegato che, fino ad uncerto periodo, avevano fatto risaltareGesù, poi i pittori fecero risaltare l'uomo,e infatti in quel quadro Gesù non è al cen-tro ma al centro c'è l’uomo e in ombra sivedeva la mano di Gesù che lo salvava.Finita la visita siamo ritornati a casa. E'stata una bellissima esperienza.

Interessante visita al “Museo dello Sbarco” a CataniaALLA SCOPERTA DELLA STORIA

sono immedesimata in tutte quelle perso-ne che hanno vissuto la guerra, ma cheper loro non era una simulazione. Dopo diciò siamo usciti dal rifugio e veramentemi è venuto un colpo allo stomaco: lestesse case di prima erano tutte distrutte,incendiate, diroccate... un vero incubo adocchi aperti. La guida ci ha spiegato, aquesto proposito, che la gente, persa lacasa, non aveva più niente, e ciò era vera-mente brutto. Successivamente abbiamovisto un filmato che rappresentava lasituazione della Sicilia durante quellafase della guerra e in alcuni spezzoni sivedevano bombe che cadevano dagliaerei e che distruggevano interi territori.Finito il filmato la guida ci ha detto chepotevamo andare in giro soli per il museoe noi abbiamo continuato il percorso conle nostre insegnanti di storia, che ciaccompagnavano e che avevano organiz-zato quella visita didattica. Cartelloni efilmati continuavano a narrare quello chefu. Mentre salivamo le scale c'erano moltialtri filmati che illustravano benissimocome avvenne lo sbarco dei soldatiAlleati nella notte tra il 9 e 10 luglio del1943 sulla costa sud occidentale dellaSicilia per strapparla ai nazifascisti. Alsecondo piano si trovano, invece, dellevetrine piene di divise e uniformi dei sol-dati; alcune erano orribili, piene di fango,altre sporche di sangue. Il reparto seguen-te è comunque il più crudele perchè gliarmamenti sono la cosa più brutta: eranoenormi, pesanti, brutali…Camminando

Giorno 16 dicembre 2015 noi alunni delleclassi terze della scuola secondaria di 1°grado "Foscolo" ci siamo recati a visitareil "Museo dello Sbarco" presso il centro"Le Ciminiere" di Catania. Eravamo elet-trizzati dal fatto di vedere in modo inte-ressante come si era svolta la SecondaGuerra Mondiale. Abbiamo atteso un po’,giusto il tempo di fare i biglietti, e poifinalmente è giunto il grande momento...varcare quella soglia, che fungeva da“barriera” tra noi e il passato. La guida ciha spiegato inizialmente che negli anni'40la guerra era l'unica preoccupazione per icittadini italiani e, dopo di ciò, ci ha fattoentrare nel "cuore" del museo. Sembravatutto normale: casette, musica d'epocarilassante... un'atmosfera tranquilla. Poi,dopo un giretto tra le abitazioni, siamoentrati in un luogo sotterraneo chiamato"rifugio antiaereo". Era tutto al buio e,dopo esservi entrati, ci siamo seduti e laporta si è chiusa. Si cominciavano a sen-tire rumori penetranti, il pavimento tre-mava un pochino e si sentivano dellevoci. Erano quelle delle persone che sirinchiudevano a quei tempi nei rifugiantiaerei per sfuggire alle bombe lanciatedall'alto. La paura della gente si capivasia dal modo in cui parlavano sia dalmodo di respirare. Ad un certo punto sisono sentiti degli aerei sopra la testa,come se ti stessero per arrivare addosso, edopo i muri e il pavimento hanno comin-ciato a tremare fortissimo, la stanza simuoveva... Durante entrambi i boati mi

per un lungo varco e salendo per unascala, si arriva infine al terzo piano eanch’esso non scherza. Posti in piedi,davanti a noi, le statue di cera di Hitler,Mussolini, Vittorio Emanuele III ed altrinoti personaggi. Sembravano veri! Dopole cere e altre ricostruzioni storiche, comela firma dell'armistizio di Cassibile, ilmuseo si chiude ricordando le vittimecadute su un monitor inserito davanti allosfondo dei tanti cimiteri inglesi e ameri-cani sparsi in Sicilia e con un messaggiodi pace. Noi ragazzi, lasciandolo, abbia-mo riflettuto molto su ciò che avevamoappena visto e un po' tutti, durante lasimulazione nel rifugio antiaereo, cisiamo immedesimati a tal punto da crede-re che fosse tutto vero, oppure abbiamopensato a tutti coloro che quelle situazio-ni le hanno veramente vissute e a chiancora le vive in altre parti del mondo. E'stata quindi una visita molto istruttiva permolti aspetti, sia perché ci ha dato mododi conoscere in modo diverso una paginadella nostra storia, sia perché ci ha fattoriflettere sul pericolo delle guerre anchenel presente.

di Maria Celeste De Pasquale

Gli alunni in visita al ‘Museo dello Sbarco’

ADOLESCENZA E DINTORNI

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UNA SECONDA NASCITAdi Tindaro Andrea Cutugno

quel punto non ci si riesce più a fermareperché ci si vede sempre più grassi, conti-nuando a rifiutare il proprio corpo mentrea poco a poco si diventa molto sottopesoe quasi senza forze. La bulimia, invece, sidirama in due generi: entrambe sonocaratterizzate da abbuffate compulsiveche ti fanno divorare tutto quello checapita in frigo e che poi portano a nume-rosi sensi di colpa. Questa malattia sidivide in due perché da un lato fa sempli-cemente ingrassare, mentre dall’altro sivomita anche questa volta in modoautoindotto. Un altro problema moltograve è il fumo, che spopola tra i giovanigià da molti anni. Si può iniziare a fuma-re una sigaretta per sentirsi grandi davan-ti agli amici che te la offrono, certe voltemolto più anziani di te, così si entra in uncircolo vizioso che ti porta a fumare efumare sempre di più, e in questo modo sipossono riscontrare problemi molto gravial fumatore. Invece le droghe tra i giova-ni sono meno diffuse del fumo, ma ilnumero di adolescenti che ne fanno uso ècomunque preoccupante. Infatti, sia leg-gere che pesanti, non è difficile trovarlenelle tasche di ragazzi e ragazze che,avvolti da quel misterioso fascino che la

L’ETÀ DELLE SCELTEdi Alessia Genovese

L’adolescenza è stata definita una “secon-da nascita” che, in tempi più o meno lun-ghi e con varie problematiche di tipoaffettivo psicologico e fisico, porta alasciare la propria parte “bambina” ediventare “finalmente” adulti. Questoperiodo molto faticoso può portare a varieproblematiche nella persona che vive inquesto passaggio e tra queste ci sono prin-cipalmente disturbi alimentari, fumo edroghe. I disturbi alimentari sono moltofrequenti tra le ragazze, ma si stannomolto sviluppando anche tra gli uomini,sono vere e proprie malattie psicologichee tra le più frequenti ci sono anoressia ebulimia. L’anoressia consiste nel rifiutar-si di mangiare: si comincia perché ti puoisentire a disagio pensando che sei gras-so/a, così si inizia a non mangiare rima-nendo a digiuno e, per dimagrire di più, sivomita in modo spesso autoindotto. A L'adolescenza è quel periodo più difficile

della vita perchè è una fase di transizionedall'essere bambini al diventare adulti.Questa fase di vita può essere un periodomolto complicato perche caratterizzato daun succedersi di insicurezze, inquietudini,ribellioni associate a incomprensionisoprattutto con i genitori. Il rapporto conla famiglia si fa sempre più ostile e con-flittuale, giorno dopo giorno aumenta ildesiderio di essere indipendenti ma allostesso tempo si è incapaci di ottenerlo.Ecco allora che si cerca aiuto nei coeta-nei, nella voglia di far parte di un gruppocon il quale condividere emozioni e delu-sioni. Alcune volte succede, però, che ilnostro migliore amico ci deluda e questoci può rendere tristi e può farci chiuderein noi stessi. Per questo non bisogna affe-zionarsi troppo, perche prima o poi lagente a cui vuoi bene ti ferirà. In questoperiodo si avvertono cambiamenti nonsolo a livello fisico ma anche psicologico.Il corpo cresce, a volte non come voglia-mo noi, perche non rispecchia il modellodei nostri idoli e ciò influisce sulla nostraautostima e ci fa sentire spesso inferioririspetto agli altri. E' l'età di importantiscelte e interrogativi; ci si chiede chi si èe chi si vuole essere. Ad esempio difficileè la scelta della scuola superiore che, sesbagliata, può ripercuotesi negativamentesulla nostra esistenza. Tutto ciò non devespaventarci ma, seguendo i nostri sogni,dobbiamo costruire il nostro percorso perfar sì che diventi realtà.

UN PERIODO DI CAMBIAMENTIdi Caterina Grasso

L’adolescenza è un periodo di crescita,durante il quale tutti i ragazzi o ragazzesubiscono dei cambiamenti fisici e psico-logici. Fisici perché il corpo cambia, sisviluppa, ad esempio si diventa più alti,ma non sempre esso cresce come noivogliamo. Questo porta anche a voleressere come le modelle che oramai tro-viamo in tv, riviste, cosa che spesso indu-ce, soprattutto le ragazze, a diventare ano-ressiche o bulimiche. Cambiamenti psico-logici perché, a livello caratteriale, iragazzi non ascoltano più i genitori e sifanno contagiare da scelte di coetanei oamic più grandi. È molto importante che,in questo periodo, essi possano capirecosa sia realmente giusto fare, quindisaper fare le proprie scelte. Molti adole-scenti, però, si fanno condizionare e que-sto molte volte li porta a fumare, drogar-si, partecipare a cose illegali o berealcool. Durante il periodo adolescenzialei ragazzi o le ragazze iniziano a cercare lalibertà. Essere indipendenti, non solo dalpunto di vista economico, ma anche poteruscire con amici e non più con i proprigenitori. Ma, ovviamente, questo nonriguarda tutti i ragazzi: alcuni si vergo-gnano ed altri, invece, sono felici di usci-

re e stare insieme alla propria famiglia.Oltre questo l’adolescenza è anche unperiodo di smarrimento, d’incertezza, incui i ragazzi sono spaventati, e questo avolte può portare anche all’autolesioni-smo. Essi non hanno più fiducia e autosti-ma in se stessi, diventano insicuri e hannopaura, ma non solo per quanto riguarda sestessi anche perché non riescono aresponsabilizzarsi e credono che ogniostacolo che incontrano sia insuperabile.Infine anche l’ambito scolastico è causadi insoddisfazioni. Infatti spesso l’adole-scente vuole studiare per raggiungere ipropri obiettivi, ma poi la mancanza diinteresse per alcune materie porta a risul-tati non soddisfacenti. Quindi possiamodire che l’adolescenza è un periodo affa-scinante e unico, ma allo stesso tempodifficile da superare perché i vari cambia-menti creano incertezza.

droga proietta nelle loro menti, comincia-no con lo spinello. Non è sempre detto,però, che si cominci con le droghe legge-re, perchè non sono pochi i casi di adole-scenti che cominciano con “il buco”,ovvero l’eroina iniettata direttamente nelbraccio grazie ad un ago. Leggere opesanti le droghe sono un grande proble-ma che porta a gravi conseguenze cele-brali e a molti altri organi e, come ogniproblema, deve essere affrontato, perciòla cosa migliore che ragazzi e ragazzepossono fare quando gli propongono ladroga è rifiutare immediatamente. Questipericoli non vanno ignorati perché in que-sto difficile momento è semplice caderein una di queste problematiche, quindi èbene fare attenzione. Infatti, se si vuolematurare davvero bene, in questo periodosi devono ignorare le provocazioni, gliinsulti perché sei grasso o perché nonvuoi provare a fumare o addirittura a dro-garti. Per andare avanti devi avere soprat-tutto il coraggio di dire NO!

L'adolescenza, periodo affascinante ma problematico

ADOLESCENZA E DINTORNI

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ressia vi è un accadimento doloroso,come la morte di una persona cara, ilrifiuto o l’abbandono amoroso, una sepa-razione e altro. Altre cause possono esse-re determinate dalla situazione familiare esociale, come la mancanza di dialogo ol’eccessiva severità da parte dei genitori oanche di amici. Quindi esprimere i proprisentimenti ed emozioni e sentirsi capiti eamati rappresenta una possibile cura allamalattia dell’anoressia e bulimia. Unacura può essere anche la terapia che, seaffrontata da medici esperti, può fare tor-nare ad una vita normale e guarire total-mente. Il compito del medico è far capireal paziente che avere un corpo snello eamare il cibo non sono in contrasto e,osservando un’alimentazione correttaassieme ad un’attività fisica, si riesce adottenere ciò che si vuole. Anche le fami-glie devono essere vicine alla personamalata, perché solo con l’affetto e la sere-nità si può riuscire a affrontare il graveproblema dell’anoressia.

Nella società di oggi il problema cheaccomuna gran parte degli adolescenti èl’uso delle droghe. I motivi che li spingeall’assunzione di queste sostanze possonoessere molti. Le cause più comuni posso-no essere: per inserirsi in un determinatogruppo, per rilassarsi, per scappare daipropri problemi, per noia, per sembrarepiù grandi, per sperimentare, per proble-mi nell'ambito familiare, per la scarsafiducia, per pura curiosità, per solitudine,per difficoltà di comunicare con i propricoetanei, ecc. La droga è costituita dasostanze chimiche che, una volta intro-dotte nel corpo, producono un'azioneeccitante o calmante che crea dipendenza.Questa, inizialmente, dà uno stato dibenessere o eccitazione che aumenta laresistenza fisica e regala una visione posi-tiva delle cose. Però quando l’effetto fini-sce si cade in depressione spingendo l’in-dividuo ad assumerne altre dosi creandocosì un circolo vizioso in cui, una voltaentrati, è molto difficile uscire. Questocausa infatti danni psichici e lesioni agliorgani vitali e tale abitudine, o per megliodire vizio, viene chiamato tossicomania.Molti tossicodipendenti affermano di avercominciato semplicemente fumando lecosiddette "droghe leggere" come mari-juana e hashish ma, non essendo soddi-sfatti delle “leggere” sensazioni che que-ste davano, sono passati all’assumere dro-

L’adolescenza è il periodo più difficile, ilpiù delicato che ogni essere umano deveaffrontare. Questo perché il corpo e lamente cambiano e spesso è complicatoaccettare tali manifestazioni. In tutto que-sto periodo si è sempre a disagio con sestessi e con gli altri. Con il tempo, diven-tando più sicuri e più forti, il disagio èsolo di passaggio; in alcuni casi però puòdiventare molto grave fino all’anoressia.Questa è un disturbo alimentare che sicaratterizza con la mancanza di appetitoperché si è decisi di dimagrire a tutti icosti. Questo fenomeno interessa soprat-tutto le ragazze, che non riescono adaccettare il proprio corpo e vogliono unfisico più snello come quello delle model-le, delle ballerine che ci vengono propo-

ghe più pesanti come eroina e cocaina.L'ecstasy fa parte delle droghe più pesan-ti in assoluto. Questo è un farmaco pro-dotto artificialmente, un miscuglio trasimpamine e LSD e si può trovare spessoin discoteche sotto forma di pasticche.Viene usata soprattutto in questi luoghiperché, a causa dei suoi effetti stimolanti,consente alla gente di poter ballare perlunghi periodi di tempo. Ma, dopo cheperde l’effetto, lascia la persona in unastato depressivo o di paranoia, e può capi-tare anche di peggio, come collassi car-diocircolatori o addirittura ictus. Di solitole droghe “leggere” e legali, come l’alcole il fumo, vengono sottovalutate, ma biso-gna dire che negli ultimi anni il numero digiovanissimi che usufruisce di questi èaumentato di molto. Essi, durante l’adole-scenza, vengono infatti attratti dai cosid-detti taboo, cioè da tutto ciò che è proibi-to, e infatti l’alcol e il fumo vengono visticome una sostanza proibita di cui si usu-fruisce per sentirsi più grandi e, per i timi-di, per avere qualcosa in mano che fa sen-tire più proprio agio. Non si riesce a capi-re che non è avendo una sigaretta tra ledita che si è più grandi, anzi, in realtà sidimostra di essere più immaturi e di farsitrascinare dalla massa. Dire di “no” quan-do qualcuno offre una sigaretta può sem-brare difficile perché si pensa che si puòfinire per essere umiliati perché non si fa

ciò ce fanno gli altri. Ma è proprio questala cosa bella! Il saper ragionare con lapropria testa dimostrando di avere ragio-ne. Al posto di cercare di pensare di risol-vere i propri problemi fumando, bevendoalcol e drogandosi sarebbe molto megliose i problemi di risolvessero con l’aiutodegli amici e delle persone vicine.Durante l’adolescenza chi fuma, fa uso dialcol o si droga di sente più grande, manon è assolutamente così. In questo modonon si fa altro che firmare la propria con-danna a morte. La vita non è per nessunorose e fiori. Tutti hanno dei momenti incui cadono in crisi ma è proprio dopoquesti periodi che ci si rialza più forti diprima. Per questo inviterei chiunque sitrovasse tra lo scegliere di essere diversodalla massa e il firmare la propria con-danna a morte di pensarci due volte per-ché non è così che ci si può considerare“normali” in un gruppo sicuramente pocopositivo.

di Beatrice BiondoIL TUNNEL

Rischi e problemi dell’adolescenza

PROBLEMI ALIMENTARIdi Giorgia Mazzeo

ste dai mezzi di comunicazione. In unprimo momento si manifesta la voglia didimagrire e si segue una dieta per poterarrivare al proprio peso forma. Una voltaottenuto il risultato la ragazza, invece,decide di continuare perché, guardandosiallo specchio, si vede ancora “grassa”. Lamancanza di appetito in realtà non esisteperché la persona anoressica spesso haattacchi di bulimia, cioè divorare tutto ilcibo che trova per poi pentirsi di ciò cheha fatto e per rimediare procurandosi leistessa il vomito. La persona bulimica, adifferenza della persona che soffre di ano-ressia, ha meno forza di volontà, perchéanche il bulimico desidera essere magro.Inizialmente la persona anoressica non siaccorge subito del dimagrimento, ma solodopo aver perso la muscolatura; anche gliorgani interni vengono danneggiatisoprattutto l’apparato genitale con lascomparsa del ciclo, poi pian piano anchela forza e l’energia diminuiscono fino adiventare apatici, malinconici con la ten-denza a isolarsi dagli altri. Le cause dellamalattia sono generalmente di caratterepsicologico e spesso all’origine dell’ano-

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L'adolescenza è un periodo di crescita e dirapido sviluppo, nel quale alcuni soggettipossono trovarsi in situazioni di disagio eincoscienza. Questo periodo comportadiversi cambiamenti che possono esserefisici e psicologici per il cambiamento diesigenze, come quelle di stare con i coeta-nei, di essere indipendenti e più liberi maanche con il cambiamento di gusti e lanascita di nuove paure e preoccupazioni.Io sono appena entrata in questa nuovafase ancora per me un po' incomprensibi-le; infatti non capisco come da un annoall'altro tante cose possano cambiare innoi. In questo periodo penso di non averebisogno di niente perchè ho gia tutto gra-zie all'appoggio dei miei genitori, ma avolte mi rendo conto che non è realmentecosì. Sento il bisogno di giustizia, pace,libertà e di felicità che in alcuni momenti,soprattuto nel mondo di oggi, non perce-pisco. Sento il bisogno di stare in compa-

gnia, di parlare, di esprimere le mie idee,i miei sentimenti, i miei problemi e le mieemozioni e soprattutto di condividerlecon le persone a cui voglio più bene e nonopprimerle per paura che non possanopiacere agli altri. Sento il bisogno di esse-re indipendente, assecondata e capita nelmodo giusto. Sento il bisogno di essereunica, anzi di essere tutti unici, con gustidiversi, stili diversi ma soprattutto pensie-ri diversi non essendo discriminati perchèpiace il nero e non il bianco. Sento il biso-gno di essere spensierata non pensando atutti i problemi e disagi che purtropponascono dal malcontento dell'uomo. Lemie esigenze, come penso quelle di qual-siasi altro della mia età, sono create dallemancanze del mondo attuale dovute a unasbagliata percezione della vita, perchènon si capisce che il regalo più grande èproprio quello di poterla vivere serena-mente e senza grandi problemi.

di Verene Genovese

UN FUTURO IN CUI CREDEREdi Giulia Palella

sicuro più giustizia di qua. In Italia, infat-ti, se non hai buone conoscenze non riesciad assumere posizioni di rilievo e nonraramente capita che qualcuno che non sanemmeno mettere l'h al posto giusto abbiaun lavoro sicuro con uno stipendio piùche sufficente mentre qualcuno che è dav-vero istruito e si impegna si ritrova dietrola cassa di un supermercato. Tutto questorende l'Italia sempre meno accettabile eaffidabile... Si parla della fuga di cervellima non gli si dà l'opportunità di sfruttarele proprie competenze e capacità nel pro-prio paese. Ormai noi giovani d'oggi nonabbiamo più certezze, non sappiamo se

avremo un futuro, se saremo benestanti oci ridurremo a vivere sotto un ponte, seriusciremo a dimostrare quanto valiamo ose le troppe ingiustizie ci sopraffaranno.Per quanto possiamo essere ottimisti, nonpossiamo negare che non è un caso se lepersone più preparate cercano lavoroall'estero... L'Italia non offre abbastanzapossibilità e con questo non ci dà un futu-ro in cui credere. Per questo la maggiorparte dei nostri sogni sono ambientati inpaesi stranieri e affascinanti. Vorrei poterdire che ho bisogno che il mio paesecreda in me, ma credo che sia più logicodire che ho bisogno di speranza.

I ragazzi riflettono su bisogni e speranze

Al giorno d'oggi i giovani, in procinto diabbandonare la scuola per entrare nelmodo del lavoro, si trovano davanti solostrade sbarrate e non hanno certezze ditrovare un lavore decente anche se sonopreparatissimi e hanno sempre studiato.Spesso, per assicurarsi un futuro, sonocostretti ad andare all'estero, dove c'è di

Questa che mi si pone è una grandedomanda: di cosa ho bisogno?All'apparenza niente, ma in realtà hobisogno di un qualcosa di cui un po' mivergogno: ho bisogno del coraggio. Manon di quel coraggio che ti porta a fare unqualcosa di pericoloso per poi vantartene,ho bisogno di quel coraggio che ti fa pen-sare al futuro senza timore perché, quan-do sai che accadrà qualcosa che in realtànon vuoi che accada, la temi. Puoi aver

di Giorgia AlesciPer la mia vita avrei bisogno di molto... Acominciare da stima, sincerità, sostegno,affetto, amore... Però soprattutto avreibisogno del sostegno morale della miafamiglia durante i momenti difficili, adesempio quando sono giù... E' complicatal'adolescenza: i primi amori, le primeuscite, i litigi, lo studio vero e proprio(non come alle elementari), i cuori spez-zati.... In pratica di tutto e di più. Si habisogno quindi di molta autostima! Nellamia vita desidero inoltre amore ed affetto,perchè io sono così, sono molto sensibile,al primo "ti lascio" mi trasformo in uncadavere... Purtroppo sono così. "Ma miaccetto per come sono?": questa è unadelle tante domande che mi pongo...Adesso mi rispondo "no". "Perchè?" Nonme lo spiego nemmeno io.. Non sono aposto con me stessa insomma. Forse hosoprattutto bisogno di sicurezza e fiduciain me stessa, ecco.

QUELLO DI CUI HO BISOGNO...di Tindaro Andrea Cutugno

ADOLESCENZA E DINTORNI

paura di un evento che sai che stravolge-rà la tua vita e che in realtà non è nulla perle persone che hai accanto o che coinvol-gerà anche loro. Puoi aver paura di uncambiamento anche se ti porterà nuoviamici e nuove speranze, ma hai paura diesso perché sai che, tu lo voglia o meno,quel cambiamento ci sarà. Puoi averepaura di parlare perché pensi di dire cosepoco sensate. Puoi aver paura di farenuove amicizie o di perderne anche solouna che conta molto per te. In realtà que-ste non sono vere e proprie "paure", sonoquasi timori che io possiedo e che porte-rebbe qualcuno a pensare che sono unragazzo timido, quando invece tra lagente sono tutto il contrario. Purtroppo ioso di avere questi timori e so anche che, inrealtà, sono cose di cui agli altri nonimporta nulla.. Ma io ho ugualmente que-sta paura. Ho paura di quando cambieròscuola e lascerò i miei amici, ho paura che

quando arriverò agli esami, dopo anni distudio, non saprò dire nulla, ho paura deilitigi e ho paura di non piacere a personeche mi stanno molto simpatiche. Però, permia fortuna, so che i miei compagni diclasse non se ne andranno con le mediema che rimarranno come compagni divita. So che, se mi impegnerò, andròbenissimo non solo agli esami ma anchein tutto quello che farò. So anche che, sesi chiuderanno amicizie, se ne aprirannodelle altre e che le persone a cui sto anti-patico non mi meritano. Questo mi conso-la e non vedo l'ora che arrivi un altro gior-no da affrontare e... da vivere.

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di Helen Germanò

Alcuni cercano di raggiungere la felicitàcercando tanti soldi, gloria e potere, masecondo me questa non è una vera felicitàche potrà durare, perché, anche se avessitutte queste cose, prima o poi mi stanche-rei, vorrei sempre di più e forse per averecose in più perderei pure le persone a cuivoglio bene. E per me questa non è felici-tà. Ma allora come si può essere felici persempre? Secondo me la vera felicità èstare insieme a persone che ti rendonofelice e che ti fanno stare bene, stareinsieme agli amici, passare bei momentiin famiglia, ricevere soddisfazioni a scuo-la, fare un viaggio con la tua famiglia econ gli amici. Ecco, queste cose mi hannoreso felice, e sono ancora felice, perchè ioho in piccolo segreto che vi voglio fareconoscere per essere sempre felice..Ovvero a ogni attimo o momento bello misono goduta ogni attimo e, quando vado arivedere le foto di quei momenti stupendi,mi scappa sempre un sorriso, sono vera-mente felice e lo sarò sempre. Perchè perme la felicità è il saper amare gli altri equindi chi ama gli altri è felice.

COMUNICARE NEL MONDO MODERNOdi Maria Lucia Munafò e Giulia Palella

Al giorno d’oggi comunicare ha assuntodelle caratteristiche particolari. Un tempotrasmettere informazioni era molto diffi-cile: esisteva solo il telefono fisso e, sedovevi chiamare qualcuno mentre eri perstrada, dovevi cercare qualche cabinatelefonica. Soprattutto un tempo moltodiffuse erano le lettere e non gli schermidigitali. Oggi, invece, comunicare èmolto semplice e veloce: con una facilespolliciata hai già informato la tua amicasulla festa che terrai per il tuo complean-no. La tecnologia, però, si deve sapersfruttare e non riuscendoci si rischia difarne un uso sbagliato. Essa sta infattipian piano contribuendo a ingrandire l’a-socialità. Spesso si crede di essere stati incompagnia di decine di persone per tuttoil giorno e invece effettivamente si è statitutto il tempo sdraiati sul divano da soli.Mandarsi messaggi, dopo tutto, nonriuscirà mai ad eguagliare una conversa-zione faccia a faccia. Ovviamente tuttociò ha delle sfaccettature positive e nega-tive. In parte è positivo perché moltevolte attraverso i social molti soggetti chesi trovano in luoghi diversi e moltodistanti riescono a comunicare. Grazie adessi informarsi ed informare è diventatopiù veloce. Ma tutti questi siti possonoanche essere strumento di cyberbullismo

La felicità è uno stato d'animo e per que-sto motivo può essere diverso da personaa persona, perchè è un sentimento sogget-tivo. Ne consegue che per ognuno la feli-cità è un qualcosa che varia, non solo daun individuo all'altro, ma anche nellediverse fasce d'età. Per esempio per unbambino essa può essere rappresentata daun gioco tanto desiderato, un abbraccioda un genitore, mentre per un adolescenteda una gita, dalla libertà di uscire, da ilmotorino nuovo, dal primo amore. In unapersona adulta può essere il lavoro, ilmatrimonio, i figli, i viaggi... Ne conse-gue che per molte persone la felicità è ilpossedere beni materiali oppure soddisfa-re i propri desideri, qualsiasi essi siano eil non poter soddisfare queste vogliedeterminano l'infelicità, uno stato dimalessere. Molte persone soffrono per ilfatto di vivere senza avere l'approvazionedel gruppo a cui appartengono, quindi,per non rimanere da soli, spesso imitano iloro pseudo amici cambiando il loro stes-so carattere. Ciò, pian piano, è fonte didolore perchè ci si rende conto di non

di Giorgia MazzeoCOS’È LA FELICITÀ?

essere liberi di pensare e di comportarsiper quello che in effetti è il proprio mododi sentirsi. Secondo me la felicità non èqualcosa di materiale, ma è una sensazio-ne, un incontro,una persona,una soddisfa-zione. Per essere felici, principalmente,bisogna stare bene con sè stessi, accettar-si così come si è, essere soddisfatti diquello che si ha e di quello che si è, senzabisogno di essere critici sul proprio aspet-to. Felici si è quando si è sereni con sestessi e con gli altri, quando si aiutano glialtri meno fortunati. Naturalmente la feli-cità non è continua e ci sono esperienzenegative ma che fanno parte della vita,come momenti tristi e la perdita di unapersona cara con cui hai vissuto momentibelli, che rimangono nella memoria e soloricordandoli ti rendi conto di essere statofelice. E col tempo ci si rende conto chequei momenti che sembravano "normali"invece erano momenti "felici". Perchè lafelicità equivale ad un sorriso, ad unabbraccio che significa affetto, amore,amicizia. La felicità sta nelle nelle picco-le cose quotidiane e non nel possederetanti soldi, perchè è vero che possono farevivere una vita migliore, ma non la ren-dono veramente felice.

e possono creare dipendenza e distacco dauna vita sociale. Inoltre stare troppo difronte ad uno schermo elettronico puòcausare danni alla vista. In poche parole ilmondo d’oggi è un mondo interconnesso,in cui parlarsi è facile e veloce, ma sirischia di rimanere isolati dalla verasocietà per rimanere in una realtà virtua-le, in una realtà in cui non si può prende-re niente per vero poiché tutti sono nasco-sti dietro una tastiera, una realtà in cuiquelli che ci si ostina a chiamare “amici”possono essere i peggiori bugiardi slealiche ci potrebbero rovinare la vita. Il pro-blema in sé, quindi, non sta nelle nuovetecnologie, ma nel modo in cui si usano.Accettiamole, prendiamone il meglio manon dimentichiamo mai i veri rapportiumani.

La felicità è il sentimento più preziosoche esista. E' un misto di entusiasmo,amicizia, amore e allegria. Per me la verafelicità è riuscire a capire cosa ci fa starbene e realizzarla. Purtroppo non tuttiriescono a coglierla nel suo vero signifi-cato e pensano che essa sia data dalla ric-chezza, dalla bellezza o dal potere, cheinvece sono cose che distolgono l'atten-zione dalla vera felicità, che non è diver-sa per una persona ricca da una povera, dauna anziana a una giovane, da una diun'etnia a una di un'altra. La felicità èuguale per tutti, è uno di quei sentimentiche accomunano persone che all'apparen-za potrebbero sembrare diverse. A volte,invece, c'è qualcuno che strappa la felici-tà agli altri pensando di aumentare la pro-pria, invece, non fa altro che trasformarsiin un ladro egoista e crudele che negaanche a se stesso la felicità. Non so se èfacile raggiungere la felicità nella suaessenza, ma sono sicura che non si ottie-ne togliendola agli altri.

RIFLESSIONI

Tanti pensieri su cosa significhi essere felici

di Claudia Calabrò

RIFLESSIONI

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condizionati dalle persone che ti sonovicine, ma nello stare in libertà con essi.Perché se ci si vuole bene bisogna rispet-tare l’altro. Nella storia dell’Italia moltegenerazioni hanno lottato per essere libe-re da ogni cosa e giorno dopo giorno cisono riusciti. Il nostro compito è quello dilottare ancora per la libertà, perché secon-do me, in questo paese, non siamo liberidel tutto, anche se è un paese democrati-co, e dobbiamo pensare alle generazionifuture, per arrivare prima o poi alla veralibertà. I condizionamenti ci vogliono, masolamente in alcuni posti e più che altro alivello di regole, come a scuola, a casa..mentre tra amici dobbiamo far capire allepersone che si sottopongono a comandodegli altri, a dire di no, a rinunciare lecose che i propri compagni gli impongo-no. Un giorno ci riusciremo. La libertà èun diritto di tutti.

La parola libertà significa esser liberi difare ciò che si vuole. Liberi possiamoessere in vari posti, come ad esempio fraamici, in famiglia... La libertà è una con-dizione facile da apprendere ma, alcunevolte, ci sono persone che non ti permet-tono di farti prendere questa parola nellagiusta maniera. Qui entrano in gioco icondizionamenti. Il condizionamento siha quando non si è pienamente liberi nelleproprie idee e opinioni perché c’è qualco-sa o qualcuno che pilota le scelte. I condi-zionamenti subentrano a scuola, però nonsono condizionamenti di sottomissione,ma sono come delle regole da rispettare.Spesso vedo dei ragazzi e delle ragazzeche si fanno condizionare dai propri amicie neanche lo capiscono, pensano che iloro compagni gli vogliono davvero benee così si mettono al loro comando. Lavera amicizia, invece, non sta nell’essere

di Irene Maiorana

LIBERTÀ E CONDIZIONAMENTI

"Ognuno è un genio. Ma se giudichi unpesce dalla sua abilità di scalare un albe-ro, vivrà la sua intera vita credendo diessere stupido" (Albert Einstein). E' unafrase su cui riflettere molto. Nessunoinfatti deve considerarsi inferiore ad unaltro, ognuno di noi è bravo a fare qual-cosa in particolare, che magari un altronon sa fare. Dio ad ognuno di noi ha datoun dono, basta scoprirlo e svilupparlo.Ma, come dice appunto Einstein, un pesceche vive in acqua non può scalare unalbero. Quindi, se a me la matematica nonpiace, non sarò mai bravissima nel capir-la e nessuno deve costringerci a fare ciò

che non ci piace, così come nessuno devedirci che siamo stupidi, perché magarialtri non sono bravi in italiano quindianche noi, volendo, possiamo considerar-li "stupidi". Mai giudicare le persone daquello che sanno fare o chiedere loro coseimpossibili. Mi è capitato di incontraredelle compagne più brave in qualchemateria che lasciavano in disparte glialtri, ma queste sono cose che non sidevono assolutamente commettere, per-chè nessuno deve sentirsi inferiore rispet-to ad un altro e la sua diversità va valo-rizzata come unicità. Distruggere l'auto-stima di un individuo è un delitto.

di Rita Isgrò

TUTTI SIAMO IMPORTANTI

La felicità tu mi chiedi ciò che sia,non è semplice... ci vuole fantasia.Quando ti senti pieno d'amore, in ogni grigio ci vedi un colore!

di Serena SiracusaLA FELICITÀ

La felicità èun fiore sbocciatocon una corolla meravigliosa,una corolla aperta e splendenteche nessuno può odiare né strappare.È un cielo sereno, immensocon un colore profondo, quietoche emana pace e tranquillitàe nessuno può vietare.La felicità èun campo di un verde smeraldoche luccica con la brina,una brina che fa risplendereancora di più ogni fiore,speciale perché pieno di gioia e felicità,che solo i più buonipossono ammirare.Un sentimento profondo di mille coloriChe in tanti modi si può trovareE quando arriva si deve afferrarePer non farlo scappare.

di Chantal Coppolino

FELICITÀ È...

La felicità è un emozione molto forte,la felicità è un tramonto in piena estate,la felicità è volersi bene e aiutare chi èin difficoltà, chi è in cerca d'aiuto.La felicità è quando stai con un amico ate caro,quando prendi un bel voto a scuola.La felicità è quando ricevi o doni unregalo;sei felice quando fai pace con chi haiperdonatoper qualcosa che ti aveva fatto.La felicità è un sorriso inaspettato.Là felicità sta nelle piccole cose,in un gesto, in una parola, in un sguardo.

UN MONDO PIÙBUONO

di Maria Celeste De PasqualeUn mondo più buonoUn mondo migliore.Un perdonoA ogni cuore.Un mondo più affettuosoSarà più gioiosoUn mondo all'unanimitàPiù pace avrà.Un mondo senza luceTristezza produceUn mondo pieno d’amoreDesiderato in ogni cuore.Un mondo migliore per quelli che..Stanno soffrendo come te.Un mondo vivacePer un pensiero di pace.Regaliamo al cuoreQuell’espressione che tutti conosciamoMa che spesso dimentichiamo...L’AMORE!

AMICIZIA

di Santina Mancuso

di Giulia LiuzzoCome stelle nel cielo Insieme noi staremo. Mai una lacrima versata Da quando ti ho conosciutaCon te mi sento viva e il mio cuore sempre si apriva Amiche ieri, amiche oggi, Amica mia sempre mi appoggi.

RECENSIONI

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domande esistenziali: “Chi sono?”,“Dove sono?”, “Dove vado?”. Moltevolte non si riesce a rispondere a questedomande però si ha la certezza che nelviaggio della vita si porterà il nostroamore in innumerevoli strade fino allafine. L’autore afferma che esistono duesensi di intendere la morte: la gioia dellamorte vera e propria per smettere di sof-frire e il morire dentro, che può arrivare inqualsiasi momento, come ad esempioosservando un tramonto oppure quandodurante un pomeriggio sonnolento e fre-sco all'improvviso la pioggia.. Questacanzone è molto significativa perché facomprendere che la vita è unica, per que-sto bisogna viverla al massimo, sia neimomenti felici che in quelli tristi, donan-do amore e non facendosi abbattere daiattimi malinconici.

LA VITA È ADESSOdi Beatrice Biondo

Il brano “La vita è adesso” è stato com-posto da Claudio Baglioni, sia per quantoriguarda il testo che la musica. Questa èuna delle canzoni più conosciute del can-tautore, ma oltre che canzone può ancheessere definita una poesia perché piena difigure retoriche, come "prati che si liscia-no come gattini" perché dà l’idea di praticosì lisci e morbidi che somigliano al pelodi un gattino, o "stelle che si appiccicanoai lampioni” ecc. In questa canzone l’au-tore vuole lanciare il messaggio che “lavita è adesso” quindi bisogna viverla almeglio, cogliendo ogni attimo della suabellezza e non fermandosi davanti agliostacoli, trovando la felicità soprattuttonelle piccole cose. I poeti come Foscolo,Dante, Leopardi ecc. adesso hanno lascia-to il posto a poeti moderni, cioè i cantan-ti che, come essi, si pongono le tipiche

"L’ATTIMO FUGGENTE" INSEGNA A CRESCEREdi Giulia Palella

"L'attimo fuggente" è un film diretto daPeter Weir ed interpretato da RobinWilliams, uscito nel 1989 negli USA. Ilfilm parla di un professore di lettere, JohnKeating, trasferito nel collegio maschileWelton. Qui insegna con metodi travol-genti e incita i ragazzi a vivere la propriavita correndo rischi, ma anche essendocauti, secondo il detto "C'è un tempo peril coraggio e un tempo per la cautela". Masoprattutto gli insegna a cogliere l'attimo,"Carpe diem", per non sprecare occasionipoiché nulla accadrà due volte nella vita.Il suo modo di insegnare originale e fuoridagli schemi coinvolge molti studenti,tanto che alcuni di loro decidono diincontrarsi la notte fuori dalla scuola perleggere e inventare poesie. Grazie ai suoiinsegnamenti un ragazzo, Neil, riesce adandare contro il volere del padre per inse-guire i suoi sogni, riuscendo a prendereparte a una commedia di Shakespeare. Un

insegnamento particolare del professoreKeating, chiamato anche "Capitano", èche lascia ragionare gli studenti sul fattodi guardare la stessa cosa da prospettivediverse, soprattutto quando si crede diconoscere perfettamente ciò di cui si statrattando. Però la lezione più significativasi svolge in cortile, dove i ragazzi, attra-verso la ricerca del proprio modo di mar-ciare, familiarizzeranno con il conformi-smo, ovvero il saper ragionare con la pro-pria testa senza badare al giudizio deglialtri. Questo, a parer mio, è un insegna-mento molto importante perché servirà adandare avanti nella vita, nonostante tuttoe tutti, e a crearsi la propria personalità. Ilmomento più significativo del filmcomunque è la scena finale, in cui il pro-fessore, a causa di un tradimento, vieneespulso dalla scuola e alcuni alunni losalutano dimostrando il loro rispettoverso di lui salendo sul banco e recitando

STORIA DI UNA LADRA DI LIBRIMolto spesso i libri hanno quello stranopotere di coinvolgerti a tal punto da nonriuscire a smettere di leggerli. Questo èquello che più o meno succede a mequando leggo "Storia di una ladra dilibri". E' la storia di una bambina di nomeLiesel che vive nel periodo del nazismoraccontata dalla morte in persona! Questaè una delle caratteristiche per cui mipiace: è una storia diversa, originale.Liesel è una bambina tedesca e la suafamiglia è estremamente povera e perse-guitata a tal punto da doverla affidare adun'altra famiglia. All'inizio la ragazzinanon si abitua facilmente a quelli che perlei erano estranei, anche perchè qualchegiorno prima le era morto fra le braccia

suo fratello e dal quel momento continuaa rivivere quell'istante tutte le notti, ma ilpadre adottivo riesce a tranquillizzarlasuonando la fisarmonica. Passano gli annie Liesel comincia a farsi anche degliamici. Il titolo di questo libro è "Storia diuna ladra di libri" perché, crescendo, laprotagonista inizia ad amare i libri purnon sapendo leggere. Infatti solo in segui-to imparerà ma già prima salvava i libridalla distruzione dei nazisti e li custodivacome un tesoro. Particolare è lo stile nar-rativo che, nella sua sua semplicità, riescead essere originale per la scelta della tec-nica narrativa con la personificazionedella morte, al tempo stesso voce narran-te e spettatrice.

di Sofia Giorgianni

la frase "O Capitano, mio Capitano" difronte al preside. Non tutti gli alunni losalutano in questo modo poiché è statoproprio questi a costringere i ragazzi a fir-mare l'espulsione del professor Keating,gli danno ragione e vogliono che il pro-fessore se ne vada per una loro tranquilli-tà. Consiglio a tutti di vedere questo filmperché fa riflettere sui valori della vita einsegna come vivere la vita a pieno, poi-ché essa è una sola e ogni momento èunico e irripetibile. E' davvero uno deicapolavori più belli di tutti i tempi.

Nell'immenso cuore lucente,mi perdo nella tua mente.I tuoi occhi mi illuminanodi gioia e serenità.

Sei amata e adorata da tutti,sei irraggiungibile.Sei bella come il solee brilli d'amore.

Sei un angelo capace di trasmettereun amore tutto spirituale.Sei una donna pura, raffinatache splendidi sentimenti suscita.

di Roberta Chillemi

DONNA

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GIOCHI

RICORDATE!Potete leggere que-sti ed altri articolisulla pagina di

Repubblic@Scuolae su NOI MAGAZINEdella Gazzetta del

Sud

Direttore ResponsabileFelicia Maria Oliveri

EditoreI.C. “Foscolo” di

Barcellona Pozzo di Gotto

RedazioneAlunni della Scuola

Secondaria “Foscolo” diBarcellona P.GNumero chiuso il 30/03/2016

DEFINIZIONI:1. Cura i malati2. Lavora il legno3. Insegna a leggere e a scrivere4. Idea e disegna i vestiti5. Lo chiami quando si rompono le tubature6. Aggiusta l’impianto di illuminazione7. Si occupa di far rispettare i doveri civili

8. Quando hai una carie ti risolve il problema

CRUCIVERBA LAVORATIVO

CRUCIVERBA SPORTIVO

CRUCIVERBA “NUTRIENTE”

di Claudia Calabrò, Lidia Costa e Elena Rando

di Giusy Crea, Giusy Giunta e Caterina Grasso

di Beatrice Biondo, Giorgia Mazzeo,Maria Lucia Munafò e Giulia Palella

DEFINIZIONI:1. Sport in cui si svolgono i «100m stile libero»2. Attività praticata in squadra con la rete3. Luogo in cui si svolgeranno le Olimpiadi 20164. Tappeto su cui si svolgono le arti marziali5. Sinonimo di attività fisica6. Gioco in cui si usano le racchette7. …artistica8. Tipo di arte marziale 9. Le Olimpiadi sono un evento…

DEFINIZIONI:1. Delizia dolce prediletta da Homer Simpson.2. Pasta di forma cilindrica mangiata soprattutto la domenica.3. Pesce azzurro che finisce sotto sale.4. Arancione e gustoso allieta l’estate.5. Pezzo forte del buffet. 6. Frutta esotica che ha buccia giallo-verde o rossa.7. Contorno verde o misto.8. Conserva alimentare di vari tipi di frutta.9. Specialità napoletana.10. Si cucina ripieno in America per una festività importante.11. Torta ricoperta da marmellata o crema sul quale si stende stri-scioline incrociandole.12. Frutta secca con il guscio.13. Erba aromatica che va dappertutto.