Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria...

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Giornale dell’Istituto Comprensivo “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) LA SCUOLA CHE SI RINNOVA - ANNO 6°, N. 2 Alunni redazione Laboratorio Giornalismo e Repubblica@scuola: Anna Maria Abbate, Nancy Aiello, Giorgia Alesci, Domenico Aliberti, Myrhiam Bellinvia, Beatrice Biondo, Melania Brigandì, Chiara Calabrò, Claudia Calabrò, Giuseppe Calabrò, Roberta Chillemi, Lidia Costa, Giusy Crea, Tindaro Andrea Cutugno, Maria Celeste De Pasquale, Marica Genovese, Verene Genovese, Antonino Giunta, Giusy Giunta, Caterina Grasso, Rita Isgrò, Giulia Liuzzo, Irene Maiorana, Santina Mancuso, Giorgia Mazzeo, Mirco Milone, Marco Mobilia, Maria Lucia Munafò, Giulia Palella, Domenico Pititto, Giuseppe Puglia, Elena P. Quattrocchi, Vera Raffa, Elena Rando, Carmelo Recupero, Nadine Rizzo, Sofia Sara, Sebastiano Scarpaci, Laura Siragusa, Marta Sottile, Roberta Maria Trifilò, Ramona Zangla. Tutti gli alunni del Laboratorio di Giornalismo delle classi prime. Docente Caporedattore : Prof.ssa Michaela Munafò. Hanno collaborato a questo numero anche gli alunni del Progetto “Diventare giornalisti”. Contributi anche di altri alunni della Scuola secondaria di 1° grado Stampato in proprio Maggio 2016 RICORRENZE (pag. 2-3) di Carmelo La Spada LA REDAZIONE Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliveri Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliveri TORNEO NAZIONALE DI ‘GEOMETRIKO’ All’interno Esperienza affascinante, emozionante, arricchente e altamente formativa quella provata dall'Istituto Comprensivo "Foscolo" di Barcellona Pozzo di Gotto nei giorni 6 e 7 maggio 2016 con la par- tecipazione al 1^ Torneo Nazionale di geometria denominato "Geometriko". Si tratta di gioco matematico inventato, un paio di anni fa, dal prof. Leonardo Tortelli, il quale ha pensato che le cono- scenze geometriche possono essere apprese dagli studenti anche attraverso un gioco a carte. I concorrenti, provenienti da tutte le regioni d'Italia, sono stati orga- nizzati in tavoli misti per provenienza; a ciascun concorrente sono state attribuite carte quadrilatero, carte d'attacco e flash card attraverso le quali ciascuno ha cerca- to di "rimanere in vita" fronteggiando l'at- tacco degli avversari. L'esperienza ha avuto come location il castello di Casamassella, un piccolo paese a pochi chilometri da Lecce, e ha raccolto oltre La "Foscolo" in rappresentanza della Sicilia 100 alunni provenienti da tutta Italia. Per la Sicilia quella della scuola "Foscolo" è stata l'unica delegazione ed io ho avuto la fortuna e l'onore di essere stato seleziona- to tra i partecipanti che hanno tenuto alti i colori della nostra regione. Insieme a me hanno vissuto questa bellissima esperien- za altri tre alunni delle classi seconde di scuola secondaria di 1° grado: Ketti Sottile, Annamaria Abbate e Giuseppe Bucolo. In questa straordinaria avventura siamo stati accompagnati dalle professo- resse Grazia Mazzeo e Carmen Bisignani, che ci hanno seguiti con un entusiasmo contagioso. Dopo una prima fase di semi- finali superate da ben due di noi, il gioco ci ha condotto ad un passo dalla finalissi- ma per una risposta giusta data fuori tempo massimo. Certo devo proprio dire che, secondo il mio giudizio, il prof. Tortelli ha proprio intuito bene. Mai, prima di ora, ero riuscito ad imparare divertendomi e, mentre gareggiavo, ho sentito dentro di me una grande voglia di vincere, proprio come quando, giocando una partita a calcio, mi viene quell'irrefre- nabile voglia di fare goal. Prossimamente patrocinato dall' Università "Bocconi" di Milano, sicuramente dal prossimo anno la partecipazione a "Geometriko" diventerà una consuetudine per la scuola secondaria di 1° grado "Foscolo", così come ormai i Giochi Matematici d'Autunno, i Campionati Internazionali e i Giochi di Rosi. VIVA LA MATEMATICA, allora, se affrontatata in modo così divertente e coinvolgente per noi ragazzi! IL LABORATORIO D’INCISIONE La scuola secondaria di primo grado "Foscolo" ha inaugurato quest'anno, nel plesso adiacente dove già vi è la Sala biblioteca, il Museo Didattico, dove è esposta una mostra di incisioni. Si tratta di opere realizzate da artisti provenienti da tutte le parti del mondo, tutte realizza- te con tecniche come il linoleum, la punta secca, l'acqua forte... In un'altra stanza, invece, ci sono segnalibri che hanno par- tecipato ad un concorso internazionale e che ora sono stati donati alla scuola. Da qua è nato il "Concorso del Segnalibro inciso", a cura del Professor Enzo Napoli. Questo è un concorso che ha coinvolto tanti ragazzi della scuola che, in alcuni giorni, si recano al nuovo Laboratorio d'incisione e io sono una di loro. Questo concorso si divide in due categorie: (CONTINUA a pag.8) di Vittoria Mazzeo La delegazione della “Foscolo” al Torneo Nazionale di “Geometriko” ATTUALITÀ (pag. 4-6) DALLA CITTÀ (pag. 7) DALLA SCUOLA(pag.8-14) RIFLESSIONI (pag. 15-18) RECENSIONI (pag. 19) GIOCHI (pag. 20)

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Alunni redazione LaboratorioGiornalismo e Repubblica@scuola:Anna Maria Abbate, Nancy Aiello,Giorgia Alesci, Domenico Aliberti,Myrhiam Bellinvia, Beatrice Biondo,Melania Brigandì, Chiara Calabrò,Claudia Calabrò, Giuseppe Calabrò,Roberta Chillemi, Lidia Costa, GiusyCrea, Tindaro Andrea Cutugno, MariaCeleste De Pasquale, Marica Genovese,Verene Genovese, Antonino Giunta,

Giusy Giunta, Caterina Grasso, RitaIsgrò, Giulia Liuzzo, Irene Maiorana,Santina Mancuso, Giorgia Mazzeo,Mirco Milone, Marco Mobilia, MariaLucia Munafò, Giulia Palella,Domenico Pititto, Giuseppe Puglia,Elena P. Quattrocchi, Vera Raffa, ElenaRando, Carmelo Recupero, NadineRizzo, Sofia Sara, Sebastiano Scarpaci,Laura Siragusa, Marta Sottile, RobertaMaria Trifilò, Ramona Zangla.

Tutti gli alunni del Laboratorio diGiornalismo delle classi prime.

Docente Caporedattore: Prof.ssa MichaelaMunafò.

Hanno collaborato a questo numeroanche gli alunni del Progetto“Diventare giornalisti”. Contributi anche di altri alunni dellaScuola secondaria di 1° grado St

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RICORRENZE (pag. 2-3)di Carmelo La Spada

L A R E D A Z I O N E

Direttore responsabile: Dirigente Felicia Maria OliveriDirettore responsabile: Dirigente Felicia Maria Oliveri

TORNEO NAZIONALE DI ‘GEOMETRIKO’AAllll’’iinntteerrnnoo

Esperienza affascinante, emozionante,arricchente e altamente formativa quellaprovata dall'Istituto Comprensivo"Foscolo" di Barcellona Pozzo di Gottonei giorni 6 e 7 maggio 2016 con la par-tecipazione al 1^ Torneo Nazionale digeometria denominato "Geometriko". Sitratta di gioco matematico inventato, unpaio di anni fa, dal prof. LeonardoTortelli, il quale ha pensato che le cono-scenze geometriche possono essereapprese dagli studenti anche attraverso ungioco a carte. I concorrenti, provenientida tutte le regioni d'Italia, sono stati orga-nizzati in tavoli misti per provenienza; aciascun concorrente sono state attribuitecarte quadrilatero, carte d'attacco e flashcard attraverso le quali ciascuno ha cerca-to di "rimanere in vita" fronteggiando l'at-tacco degli avversari. L'esperienza haavuto come location il castello diCasamassella, un piccolo paese a pochichilometri da Lecce, e ha raccolto oltre

La "Foscolo" in rappresentanza della Sicilia

100 alunni provenienti da tutta Italia. Perla Sicilia quella della scuola "Foscolo" èstata l'unica delegazione ed io ho avuto lafortuna e l'onore di essere stato seleziona-to tra i partecipanti che hanno tenuto alti icolori della nostra regione. Insieme a mehanno vissuto questa bellissima esperien-za altri tre alunni delle classi seconde discuola secondaria di 1° grado: KettiSottile, Annamaria Abbate e GiuseppeBucolo. In questa straordinaria avventurasiamo stati accompagnati dalle professo-resse Grazia Mazzeo e Carmen Bisignani,che ci hanno seguiti con un entusiasmocontagioso. Dopo una prima fase di semi-finali superate da ben due di noi, il giococi ha condotto ad un passo dalla finalissi-ma per una risposta giusta data fuoritempo massimo. Certo devo proprio direche, secondo il mio giudizio, il prof.Tortelli ha proprio intuito bene. Mai,prima di ora, ero riuscito ad impararedivertendomi e, mentre gareggiavo, hosentito dentro di me una grande voglia divincere, proprio come quando, giocandouna partita a calcio, mi viene quell'irrefre-nabile voglia di fare goal. Prossimamentepatrocinato dall' Università "Bocconi" diMilano, sicuramente dal prossimo anno lapartecipazione a "Geometriko" diventeràuna consuetudine per la scuola secondariadi 1° grado "Foscolo", così come ormai iGiochi Matematici d'Autunno, iCampionati Internazionali e i Giochi diRosi. VIVA LA MATEMATICA, allora,se affrontatata in modo così divertente ecoinvolgente per noi ragazzi!

IL LABORATORIOD’INCISIONE

La scuola secondaria di primo grado"Foscolo" ha inaugurato quest'anno, nelplesso adiacente dove già vi è la Salabiblioteca, il Museo Didattico, dove èesposta una mostra di incisioni. Si trattadi opere realizzate da artisti provenientida tutte le parti del mondo, tutte realizza-te con tecniche come il linoleum, la puntasecca, l'acqua forte... In un'altra stanza,invece, ci sono segnalibri che hanno par-tecipato ad un concorso internazionale eche ora sono stati donati alla scuola. Daqua è nato il "Concorso del Segnalibroinciso", a cura del Professor Enzo Napoli.Questo è un concorso che ha coinvoltotanti ragazzi della scuola che, in alcunigiorni, si recano al nuovo Laboratoriod'incisione e io sono una di loro. Questoconcorso si divide in due categorie:(CONTINUA a pag.8)

di Vittoria Mazzeo

La delegazione della “Foscolo” al TorneoNazionale di “Geometriko”

ATTUALITÀ (pag. 4-6)

DALLA CITTÀ (pag. 7)

DALLA SCUOLA(pag.8-14)RIFLESSIONI (pag. 15-18)

RECENSIONI (pag. 19)

GIOCHI (pag. 20)

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RICORRENZE

RICORDATI DI RICORDARE: MAI DIMENTICARE

Antimafia.. Che parola importante! MaAntimafia non deve essere solo quella deiconvegni o delle cerimonie commemora-tive, bensì quella di tante donne e di tantiuomini e di tante associazioni, a voltenemmeno conosciute, che hanno saputoagire, lottare... lottare e combattere questofenomeno irremovibile, che ha ucciso econtinuerà ad uccidere migliaia e migliaiadi persone: poliziotti, giornalisti, impren-ditori, gente comune...gente innocente...Beh, si potrebbe fare qualche esempiofamoso: Giovanni Falcone, PaoloBorsellino... ma di loro già si sa tanto...Vorrei parlare invece di gente che non sinomina mai ma che però ha lottato controla mafia denunciandola ai giornali, allaradio, alla televisione... e soprattuttosenza paura... Un esempio è CosimoCristina, un giovane giornalista allegro,

di Marica Genovese

Se la tocchi si sbricioladi Myrhiam Bellinvia

"La mafia è come uno scherzo, se la guar-di ti fa paura! Se la tocchi si sbriciola."Così affermava Giovanni Falcone. Ineffetti sì, la mafia è come uno scherzo.Ma cos’è la mafia? Essa non ha una verae propria identità. È celata. Come unoscherzo. Fino a quando non viene svelata,può fare paura. Uno scherzo è una finta,sai che c’è ma non dov’è o com’è. Spessoci si chiede se i mafiosi abbiano un cuore,specie quando si viene a conoscenza diomicidi. Loro si mostrano prepotentipadroni del mondo e delle persone,insomma, capaci di tutto. Si comportanocome bestie, anche se queste ultimehanno emozioni, ma in realtà i mafiosisono degli uomini. Uomini come noi. Sisentono onnipotenti e si arrogano il dirit-to di togliere la vita e di fare giustizia, mamagari anche loro hanno una famiglia,per cui lotterebbero fino alla morte. Nonsono come in realtà si mostrano. È solo unvolersi sentire più forti. Falcone affermache se la mafia viene toccata si sbriciola.Secondo me ha ragione, perché dietro imafiosi, come ogni altra persona che usala violenza per ottenere qualcosa, sinascondono persone deboli, che, appunto,usano questo scudo sociale per nonmostrarsi come sono e preferiscono farsivedere come si sono trasformati o comealtri li hanno fatti diventare. Ciò può esse-re una sete di potere, voglia di sentirsi efarsi considerare superiori. Un riscattosociale, ma formulato nel modo sbagliato.Dal semplice non voler più sentirsi vulne-rabili e inferiori, all’essere i capi. Eccopurtroppo l’altro lato della medaglia sici-liana, quella contro cui la parte onesta,unita, deve lottare per fare emergere ilbene.

gioioso, che non si abbatteva nonostantele difficoltà, sempre fermo e deciso adandare avanti, a svolgere con coraggio ilsuo lavoro:denunciare e lottare contro lamafia,specialmente quella siciliana,“senza peli sulla lingua”. Cosimo Cristinaera un giornalista che scriveva di mafiaquando ai quei tempi nessuno osava nem-meno nominarla. Fondò un settimanale,'Prospettive siciliane', e qui iniziò a con-durre inchieste e a scavare su alcuni omi-cidi di mafia, a fare collegamenti e soprat-tutto a fare dei nomi. Scrisse della mafiadi Termini Imerese e delle Madonie.Cosimo era uno di quei corrispondenti diprovincia sfruttati, privi di garanzie, dicontratto, di protezione e sotto la miramafiosa. Uno di quei cronisti che deveraggiungere un obbiettivo e riesce. Il tuttoper pochi soldi che a volte non servono apagare gli spostamenti, i viaggi, le telefo-nate. La ricompensa per lui è la firma cheappare sotto gli articoli che non piaceva-no a molte persone. E così CosimoCristina incominciò a dare fastidio.Dapprima iniziarono ad arrivare i mes-saggi trasversali, poi le minacce telefoni-che e gli avvertimenti. Infine il corpo diCosimo Cristina viene trovato al centrodei binari, nei pressi di Termini Imerese,il 5 maggio del 1960, alcuni giorni dopo

le minacce. Il caso di Cosimo venne chiu-so come suicidio, anche se la verità è unaltra: Cosimo Cristina è stato ucciso dallamafia, anzi per meglio dire "suicidato" daCosa Nostra, come 18 anni dopo accadràad un’altra voce scomoda: PeppinoImpastato. Resta il ricordo di un giornali-sta che ha svolto il proprio mestiere concoraggio e onestà, credendo nel ruolo diuna libera stampa. Tutti dovremmo pren-dere esempio da quest'uomo mai nomina-to, che ha scritto sulla mafia siciliana inun periodo in cui nemmeno si nominava.Un uomo grande e buono, ricco di corag-gio. Perchè non prendere esempio da que-sti piccoli grandi uomini che hannolasciato una profonda traccia nella storiadella lotta contro la mafia, una traccia sot-tile ma continua? Proprio loro, per primi,meritano di essere conosciuti e ricordati...

UNA RAGAZZA CORAGGIOSAdi Vera Raffa

Una delle storie meno conosciute dairagazzi della mia generazione su coloroche hanno contribuito nella lotta contro lamafia, è quella di Rita Atria, un'importan-tissima testimone di giustizia. La giovane,già componente inconsapevole di unafamiglia mafiosa, all'età di undici anniperse il padre, Vito Atria, ucciso in unattentato. Ritrovandosi con una madreparticolarmente cattiva e contro di lei,Rita si legò molto al fratello Nicola e allacognata Piera Aiello. Da Nicola, anch'eglimafioso, la ragazza raccolse molte infor-mazioni sulla mafia, che scriveva nel suodiario segreto. Successivamente anche ilfratello viene ucciso e la moglie Piera,presente all'omicidio, denuncia tutto allapolizia, divenendo testimone di giustizia.A soli 17 anni anche la giovane Rita deci-de di seguire le orme della cognata, cer-cando di trovare giustizia per l'omicidiodel padre e del fratello. Il giudice PaoloBorsellino raccolse le sue rivelazioni e illegame tra i due è talmente tanto forte chela ragazza arriva a considerarlo come unpadre. Attraverso le testimonianze di Ritae Piera, unite ad alcune deposizioni, siarrivò all'arresto di molti mafiosi.

Qualche giorno dopo l'attentato di viaD'Amelio e la morte del giudiceBorsellino, però, Rita si suicida buttando-si dal settimo piano di un palazzo diRoma dopo aver scoperto che anche ilfidanzato, ormai l'unico su cui avrebbepotuto trovare conforto, faceva parte dellacriminalità organizzata. Rita Atria vieneconsiderata oggi un'eroina per la suacapacità di rinunciare a tutto pur di con-tribuire alla sconfitta della mafia, e il suosacrificio non deve essere dimenticato. Senon fosse rimasta sola non si sarebbe fattaprendere dallo sconforto, ma i tempi allo-ra erano molto più difficili di oggi, in cuiassociazioni e leggi sostengono coloroche decidono di abbattere l'omertà e scon-fessare l'alone di invincibilità che la mafiaha sempre avuto.

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Il 23 maggio occasione per ricordare tanti “eroi” contro la mafia

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Tanti sono coloro che lottano contro lamafia, tanti quelli che muoiono per lotta-re e tanti che muoiono senza sapere ilmotivo. Ci sono persone che non si arren-dono, vanno fino in fondo, e tra questi sideve riconoscere Don Luigi Ciotti, nato aPieve di Cadore il 10 settembre del 1945."Sono solo un cittadino che sente prepo-tente dentro di sé il bisogno di giustizia" ecosì ama definirsi: un cittadino al serviziodi tutti, capace di parlare al cuore dellagente. Egli fonda nel 1966 il GruppoAbele con lo scopo di accogliere personeche vivono nel disagio e aiutare tutti colo-ro che sono tossicodipendenti, mentreanni dopo incomincia ad intervenire negliistituti di pena minorili. Nel 1982 contri-buisce attivamente alla costituzione delCoordinamento nazionale delle comunitàdi accoglienza e, nel 1986, si aprì anchealla cooperazione internazionale, nellaquale partecipa alla fondazione dellaLega italiana per la lotta contro l'AIDS. Il25 marzo del 1995 fonda "Libera.

Associazioni, nomi e numeri contro lemafie”, che ha come obiettivo lottare con-tro la mafia e ogni forma di illegalità. Treanni prima la mafia aveva uccisoGiovanni Falcone e Paolo Borsellino econ alcuni amici egli pensa che il modoper ricordare quelle persone era darsi dafare insieme per continuare il loro impe-gno contro la criminalità organizzata.Don Ciotti afferma infatti che devonoessere ricordati tutti, dalle vittime piùconosciute a quelle meno conosciute, eper fare ciò è stata scelta anche una data,il 21 marzo. Ogni anno, durante questoprimo giorno di primavera, si celebra la“Giornata della Memoria” a segno di spe-ranza e rinascita. Quest’anno la più gran-de manifestazione si è tenuta a Messina eper questo motivo, qualche giorno prima,il 17 marzo, anche nella nostra città, pres-so l’Auditorium di San Vito, le delegazio-ni di alcune scuole hanno potuto incontra-re i rappresentanti dell’Associazione eascoltare due testimoni che hanno perso i

Eroi che quotidianamente lottano per noiUN PRETE AMMIREVOLE

di Laura Siragusa

PEPPINO È VIVO E LOTTA INSIEME A NOIdi Rita Isgrò

5 gennaio 1948. In questo giorno nacqueun grande uomo, un eroe che lottò per lamafia, cambiato la vita di tutti noi:Giuseppe Impastato. Peppe nasce a Cinisida Felicia Bartolotta e Luigi Impastato, efin da ragazzo capì che i mafiosi doveva-no essere sconfitti, anche se il suo stessopadre faceva parte delle famiglie mafiosedi Cinisi. Dopo vari giornali, Impastatofondò successivamente "Radio Aut", unaradio libera dalla quale prendeva in girola mafia e i politici locali. Quando avvisa-rono suo padre di far smettere il figlio echiudere questa radio prima che lo ucci-dessero, questi non potè fare nulla se noncacciarlo di casa. Poi fu ucciso e nessunopotè più proteggere Peppino. La mattinadel 9 maggio 1978 doveva esserci ilcomizio conclusivo della campagna elet-torale per le elezioni comunali, ma non cifu nessun comizio perchè Peppino muoreesplodendo sui binari. "Si è suicidato",diranno i carabinieri e il magistrato, cheaffermano di aver trovato una frase scrit-ta da lui "Voglio abbandonare la politica e

I ragazzi delle classi terze all’incontro conLibera svoltosi il 17 marzo 2016

BEPPE ALFANOdi Elena Rando

Tra tutti coloro che negli anni hanno agitocontro le ramificazioni della mafia nellanostra quotidianità e lo hanno fatto con laforza delle parole, uno è un mio concitta-dino e non voglio sia dimenticato. Sichiamava Beppe Alfano, era un’insegnan-te di educazione tecnica e, per passione,faceva anche il corrispondente de “LaSicilia”. Era un giornalista molto attivo efaceva semplicemente il suo lavoro:informarsi e informare. Si occupava dicronaca nera ma anche di casi di mafianell’area messinese, fino a quel momentodefinita "provincia babba". Pochi giorniprima di essere ucciso aveva scoperto ilnascondiglio del boss catanese NittoSantapaola r i suoi articoli di denunciaalla mafia non piacevano, era una minac-cia per Cosa Nostra che andava zittita.Beppe Alfano non si faceva facilmentecorrompere, quindi sì optò per ucciderlo.Fu così che l’8 gennaio del 1993 vennecolpito così come tanti che hanno lottatocontro questo cancro della società, gran-di-piccoli eroi che hanno lasciato un pic-colo ma grande segno. Per anni la suamorte è stata velata di dubbi, la matricemafiosa è stata più volte depistata, si ècercato di ucciderne anche la memoria,ma i mandanti mafiosi oggi sono accerta-ti e Beppe Alfano è ufficialmente ricono-sciuto come vittima di mafia e la sua cittàlo ricorda con un piccolo monumentovicino al luogo in cui 23 anni fa è statoucciso. 3

RICORRENZE

loro cari per mano mafiosa: FrancescaManca, madre di Attilio, e DanielaMaggiore, figlia di Francesco. Alla finedell’incontro, così come avviene ogni 21marzo, i nomi delle quasi 1000 vittimericonosciute vengono scanditi nel silenzioper non dimenticarle. Io penso che DonCiotti, con il suo costante e quotidianoimpegno anche contro la criminalità e inaiuto dei deboli, sia una persona davverocoraggiosa e ammirevole, perché non siferma solo a pregare in chiesa ma operasul campo, riuscendo a portare la paroladi Dio dove più ce n’è bisogno.

Nella notte scura,come una sciagura,un telo tutto neroricopre ogni cielo.Ci son stelle dorate,tutte illuminatee la luna lassùbrilla sempre di più.Mentre i gufi volan lassù,i prati si riempion di piùdi rugiada cristallinae a volte anche di brina.Come luccicala notte magica,come una luce brillantee molto sfavillante.

di Lucrezia Lo PòNELLA NOTTE

la vita". La pista mafiosa viene esclusaper vari depistaggi e solo la tenacia dellamadre Felicia, del fratello Giovanni edegli amici costringeranno le autorità ariaprire più volte l'inchiesta e dichiararefinalmente, solo nel 1991, TanoBadalamenti mandante dell'assassinio diPeppino. Oggi, noi che abbiamo dallanostra parte il buon senso, cerchiamo dicombattere la mafia e le sue trame oscure,guidati da Peppino. Perchè lui è vivo elotta insieme a noi, le sue idee non mori-ranno mai e il suo sacrificio ha un sensosolo se non verrà dimenticato e resteràsempre un esempio per chi combatte perla legalità.

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ATTUALITÀ

NESSUNO TOCCHI CAINO!

di Verene Genovese

battute contro la pena capitale, sostenen-do che nessun uomo può decidere lamorte di un altro uomo neanche quandoquest’ultimo ha commesso un delitto.Altri, invece, hanno sostenuto questa pra-tica, affermando che solo con il timore disubire un castigo così severo molti nonavrebbero compiuto reati gravi. Oggisono ancora più di 50 i Paesi che preve-dono il ricorso alla pena di morte. Nellamaggior parte dei casi, sono Paesi nondemocratici dove spesso i condannati nonsono criminali comuni ma oppositori delregime al potere. Inoltre in questi Stativiene praticata anche la tortura per otte-nere maggiori informazioni o confessionial presunto colpevole. In alcuni di essi èprevista per i reati considerati più gravi,come l'omicidio e l'alto tradimento; inaltri, invece, la pena capitale è applicabi-le anche nel caso di commissione di altricrimini violenti, come la rapina o lo stu-pro, o legati al traffico di droga; in alcunipaesi è prevista per reati di opinione comel'apostasia e per orientamenti e comporta-menti sessuali come l'omosessualità ol'incesto. È stata abolita o non è applicata

nella maggioranza degli stati del mondo,mentre è ancora in vigore in altri, tra iquali la Cina (il paese in cui vengono ese-guite un numero maggiore di condanne amorte) e l'India, ed anche in alcuni paesidemocratici come gli Stati Uniti e ilGiappone. Molte associazioni umanitariechiedono l’abolizione della pena di mortein tutto il mondo. L’associazione più atti-va è “Amnesty International”, un’associa-zione non governativa impegnata in tuttoil mondo per la difesa dei diritti umani.Fondata nel 1961 per iniziativa dell’avvo-cato inglese Peter Benenson, oggi essaconta oltre due milioni di soci e ha rice-vuto il premio Nobel per la pace nel 1997.L’articolo 27 della Costituzione Italianaha abolito la pena di morte nel nostroPaese ma solo una legge del 1994 l’haesclusa dai codici militari di guerra. Iosono a favore delle associazioni umanita-rie che si battono contro la pena di morteperché, secondo me, uno Stato non ha ildiritto di punire un reato commettendo asua volta un omicidio. La vita è sacra etale deve restare.

di Chiara Calabrò

Ancora si susseguono nel mondo le esecuzioni capitali

di Roberta Maria Trifilò

MORIRE DI LAVOROqualche spicciolo a casa, giusto il neces-sario per poter vivere dignitosamente,devono rischiare di perdere la propria vitae lasciare i propri cari. Il 1° maggio, gior-nata internazionale dedicata ai lavoratorie alle battaglie operaie, in tutta Italia,come da vari anni ormai, si sono svolticoncerti e manifestazioni per onorarla.Uno degli spettacoli più entusiasmanti èstato quello svolto sul palco di Piazza SanGiovanni a Roma. Il fine principale del-l’organizzazione di quest’ultimo è statasoprattutto quella di informare la gente edi renderla consapevole della dura realtà,molto spesso nascosta, che tocca ilmondo del lavoro nel mondo attuale, eper questo motivo l’apertura della giorna-ta è stata soprattutto dedicata a GiulioRegeni, il giovane ricercatore italianoucciso in Egitto. Di conseguenza, trattan-do un tema così importante in una giorna-ta particolare, non si poteva non parlare diuna delle maggiori problematiche attualiche coinvolge tutto il paese, quello dellemorti che avvengono durante l’attivitàlavorativa. Bisogna quindi cercare dirisolvere, ma soprattutto di prevenire, ildramma delle "morti bianche" e non per-mettere più stragi che portano attorno a sètanto dolore, morti causate da una sotto-valutazione o distrazione nell'ambientelavorativo, che deve invece essere unodegli ambienti più sicuri e controllati.

E' incredibile come il calcio unisca lagente, come la porti a parlarsi, a socializ-zare. Ma purtroppo non è sempre così. Avolte si odia, si odiano i giocatori dellealtre squadre e i tifosi degli avversari. Edè sbagliato, perché il calcio o lo sport ingenerale siamo noi, tutti i tifosi e tutti igiocatori! Quanto sarebbe bello se allostadio non si sentissero gli insulti.Immaginate un mondo in cui il campoprofumasse di sana competitività e non diquell'odio sprezzante che lo impuzzolen-tisce, che segna l'incrinarsi della bellezza,l'inacidirsi della competitività, lo sgreto-lamento del divertimento. Il razzismo nelcalcio è come una pozza nera nel verdedel campo, gelida, deprimente, che quan-do la vedi ti intristisce l'anima. E quandola avvisti pensi: "Come sarebbe bello senon ci fosse, è tutto perfetto tranne que-sto." Ecco, sogno uno stadio in cui ci sirispetta, e quando vedi il tuo avversarionon gli sputi in faccia, non insulti chi haun colore della pelle diverso, ma lo rispet-ti, perché valiamo tutti e un colore dellapelle non deve pregiudicare una persona,il suo carattere o i suoi ideali.

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Tante possono essere le cause che condi-zionano la fine della nostra vita. Possonoessere volute, inaspettate o incontrollate,ma quelle che frequentemente colpisconola sorte di moltissimi uomini sono comu-nemente chiamate “morti bianche”.Quest’ultime indicano i caduti sul lavorononché le persone decedute a causa diincidenti avvenuti durante lo svolgimentodella propria attività, per le quali l’uso deltermine “bianche” si riferisce all'assenzadi un soggetto direttamente responsabiledell’incidente. La morte delle molteplicivittime è causata principalmente dallascarsa attenzione alla sicurezza sul lavorodel sistema industriale, e maggiormentedi quello siderurgico e agricolo.Attualmente il numero di morti sul lavoroin Italia è diminuito rispetto agli anni ses-santa, ma tra il 1996 e il 2005 il nostro èrisultato il paese con il numero più alto didecessi in Europa. Moltissimi sono i casidi morte, e aggiungendo ad essi molti diquelli che non vengono denunciati perchéin nero, si arriva ad un totale di all'incirca1300 morti. Quello delle morti bianche èun argomento che quotidianamenteaffrontiamo e ormai, attraverso internet ela televisione, siamo sempre più informa-ti delle stragi e disgrazie che tolgono lavita a padri di famiglia che, per portare

La pena di morte, chiamata anche penacapitale, è l'uccisione di una persona cheha commesso un crimine grave, ordinatada un'autorità. Anche se il diritto alla vitaè considerato il primo tra i diritti fonda-mentali dell’uomo, nella storia, e ancoraoggi, molti paesi considerano legittimal’applicazione della pena di morte neiconfronti di coloro che hanno commessocrimini gravi. Per secoli la pena di mortefu considerata la punizione “naturale” pergli assassini o per chi commetteva unreato contro la sicurezza e l’ordine dellasocietà. Nel 1764 il letterato ed economi-sta Cesare Beccaria pubblicò però unlibro divenuto famoso, “Dei delitti e dellepene”, in cui per primo si esprimeva con-tro la pena di morte giudicandola inutilerispetto allo scopo che si vuole ottenere,cioè la difesa della società dai criminali.Da quel momento, molte persone si sono ANCORA VIOLENZA

NEGLI STADI

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ATTUALITÀ

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VANDALI IN AZIONEdi Caterina Grasso

In qualsiasi città oramai andiamo, piena omeno di bellezze artistiche, oppure ingrandi o piccoli paesini, possiamo notareun fenomeno ormai diffuso chiamato"vandalismo". Questo termine indica latendenza a compiere azioni di danneggia-mento o distruzione di beni, comuni o pri-vati, materiali o immateriali, senza alcunmotivo logico. Si tratta, cioè della tenden-za a compiere azioni distruttive con loscopo di rovinare un bene comune. Io michiedo, allora: perché distruggere soprat-tutto un bene cittadino, un bene di tutti?Per lo più gli autori sono ragazzi che lofanno con superficialità, non dando pesoalle proprie azioni ma solo perché in quelmomento hanno voglia di scrivere con unpennarello o una bomboletta abbastanzavisibile frasi o disegni. Scrivere sui muridei palazzi, sulle fontane o sui giochi peri bambini qualcosa di importante per ilvandalo stesso, per esternare i propri sen-timenti o lasciare qualcosa di proprio allasocietà non è sempre segno di cattiveriama piuttosto di poca consapevolezza deldanno arrecato ad altri, poco senso dellalegalità, che è anche rispetto del benecomune. Non si capisce, infatti, che oltrea rovinare la bellezza artistica, si fa ancheun danno economico perché se si rovinaun bene pubblico per poterlo risistemareil Comune deve spendere dei soldi chesono dei cittadini; ma la stessa cosaavviene se il danno viene fatto su unpalazzo o su una casa o su un auto priva-ta. Quindi tutti noi dobbiamo capire cheun bene cittadino è di "TUTTI", ed ènecessario il rispetto di ognuno ciò che cicirconda

Preoccupante diffondersi dei centri-scommesse nelle città

GIOCO PERICOLOSOdi Tindaro Andrea Cutugno

Girando per le strade delle città ci siaccorge subito di certi affollamenti neinumerosissimi centri scommesse, asso-ciazioni che si stanno facendo sempre piùnumerose, tanto che ogni giorno nenascono di nuove. Lo stupore ricadesoprattutto su un fatto ancora più strano:vedere sempre più spesso due o più diquesti centri l'uno accanto all'altro, eppu-re ugualmente tutti affollatissimi. Questofenomeno, che segnala un grave proble-ma, è in continua espansione e la possibi-lità di gioco si stanno espandendo anchesul web, permettendo ai molti utenti discommettere anche on-line. Ciò fa riflet-tere su quanto, effettivamente, sia diffusoquesto tipo di gioco d'azzardo, checomincia a colpire dai più piccoli fino aipiù anziani. Se guardiamo più accurata-mente, infatti, ci sono luoghi in cui non sifanno scrupoli a proporre scommesseanche a ragazzini, pur sapendo che èseveramente vietato. Ma tanto, chi li con-trolla? Ancor più sconvolgenti, poi, sono

le grandi somme che vanno investite eche si perdono per una partita di calcio oun incontro di basket. Sforziamoci alloraa capire cosa può provare la personamedia che gioca al calcio-scommessequando investe i propri risparmi o unabuona fetta del proprio stipendio per cer-care di moltiplicarli armato solo dellapropria fortuna. Proviamo a comprenderel'individuo che è cronicamente ossessio-nato da questa forma di gioco d'azzardo,che alcuni ritengono inoffensiva o unsemplice passatempo... In Italia, purtrop-po, sono moltissime le persone come que-ste, soprattutto giovani, che per vari moti-vi cercano di fare soldi facili: perchè nonc'è alternativa di lavoro o semplicementeperchè è più semplice che sporcarsi lemani e spezzarsi la schiena con un'onestaoccupazione. C'è gente che ha perso tuttoper provare a vincere altro ancora e anco-ra, o per recuperare una perdita, e ci sonocoloro che magari ce l'hanno fatta ecomunque continuano a scommettere per

Costruire senza regole deturpa il territorioABUSIVISMO EDILIZIO

di Giulia PalellaPer costruire un edificio bisogna attenersia norme tecniche e a precise regole legis-lative che, se non rispettate, possono por-tare all'inflizione di sanzioni penali. Lecase abusive sono costruzioni eseguite inassenza di permesso da parte delComune. Secondo il CRESME questo èun fenomeno che conta circa 20mila caseall'anno ed esse rappresentano un circoloillegale che non si limita soltanto allacostruzione inappropriata ma si estendead appalti illegali, mattoni comprati innero con soldi che vanno a finire a favoredella malavita e delle associazioni crimi-nali. L'abusivismo edilizio danneggia ilpaese su molti fattori, intanto perchè lamaggior parte di questi edifici rimaneincompleta ed è spiacevole alla vista,tanto che riescono a devastare i patrimonipiù belli del Paese; poi favoriscono lo svi-luppo dell'illegalità e l'arricchimentodella criminalità. Questi edifici privatiz-

zano spesso luoghi di proprietà pubblica esorgono nel mezzo di spiagge, letti difiumi e zone a rischio idrogeologico. Unesempio molto recente di un abusivismoedilizio che ha causato scalpore è statoquello realizzato nel parco archeologicodella Valle dei Templi ad Agrigento. Unadecina di immobili sono già stati abbattu-ti, mentre per gli altri seicento circa sidovrà ancora aspettare. Essi erano sorti inun luogo di alta importanza storica, dimi-nuendone così la bellezza paesaggistica el'autenticità. Ma non è necessario andarecosì lontano, perchè in moltissime altrecittà ci sono numerosi esempi di abusivi-smo edilizio, che hanno portato negli annipassati a costruire in luoghi a rischio difrane o alluvioni, come vicino ai torrenti,sotto le colline o sulla spiaggia. Dopoanni di indifferenza, ultimamente l'opi-nione pubblica si è sensibilizzata versoquesto problema, dando così inizio a unaserie di processi che cercano di sanare lasituazione. In più, per combattere il feno-meno, Legambiente ha istituito una cam-pagna permanente con l'obiettivo di libe-rare il Paese dalle case illegali.L'abusivismo edilizio è un fenomeno cheper molti anni è passato inosservato, conl'idea che tanto ci si abitua a tutto, anchealle brutture, per questo dobbiamo impe-gnarci perché venga eliminato prima chedanneggi troppo la bellezza delle nostrecittà e la sicurezza delle persone.

provare a vincere sempre di più. Anchechi apre questi centri è attratto da unafacile e redditizia attività. E poi c'è ilrischio delle infiltrazioni criminali...Comunque sia questo è in ogni caso ungrosso problema che ci affligge, tutti indi-stintamente come comunità, poiché ilproliferare dei centri-scommesse crea sintroppa dipendenza, soprattutto tra gli ado-lescenti e i giovani, e noi dobbiamo impa-rare a curare e a prevenire tale abitudinecattiva per rendere migliore il nostropaese, le nostre città, dove tale espansio-ne è sicuramente segno anche di un fortee preoccupante malessere sociale.

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ATTUALITÀ

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FRONTIERE DA ABBATTEREdi Beatrice Biondo

re dal 1981 e il suo scopo era di ridise-gnare i confini del Marocco sul Sahara etagliare fuori la popolazione Saharawi,che in quel periodo cercava di ottenerel’indipendenza e che oggi vive in Algeria,in campi profughi o nella terra di nessu-no. Un dei muri più famosi è poi quellotra Israele e Palestina. Essa è una tra ledelimitazioni più discusse degli ultimidecenni e viene soprannominata “murodella vergogna”, sia dalla la maggiorparte dei palestinesi che dall’opinionepubblica internazionale. Oggi esistonocomunque anche molte altre barriere,come quelle che bloccano l’ingresso deimigranti, i cosiddetti “nuovi muri”, cir-condati da tecnologie molto sofisticate,come ad esempio quelli spagnoli inMarocco. In un mondo globalizzato esenza più frontiere, che ha stabilito inmolti luoghi la libera circolazione dimerci e persone, il comportamento attua-le ci fa purtroppo essere certi che i muricontinueranno ad esserci, anche se moltoprobabilmente non saranno più fisicibensì sostituiti dalla tecnologia che per-mette il controllo senza più una barrieramateriale. La barriera che divide gli StatiUniti dal Messico, ad esempio, che ini-zialmente era molto somigliante al murodi Israele, in cemento, altissima e moltoprotetta, secondo le nuove disposizioni

Durante il corso della storia abbiamo assi-stito alla costruzione e alla distruzione dimuri che dividevano o che dividono tutto-ra con la forza paesi, popoli e culture. Nel1989, dopo la caduta del muro di Berlino,si accende la speranza di un mondo liberoe senza frontiere. Ma, anziché accorciarsi,la lista di queste delimitazioni è diventaoggi sempre più lunga. Di seguito a ciòvecchi muri continuano a resistere e nevengono perfino costruiti altri, più perfe-zionati, meglio equipaggiati e più lunghi.Molte delle barriere alzate hanno dietropaure di instabilità per quanto riguarda ilterrorismo, oppure motivi razziali, reli-giosi, economici, politici. Queste delimi-tazioni si trovano davvero ovunque, dalnord America all’Africa, Europa e Asia.Un simbolo di muro che, fin dal passato,non è mai stato superato da nessuno, è ilmuro della Corea, che è altissimo e total-mente militarizzato. Il muro più lungo delmondo è invece quello che taglia il deser-to del Sahara, che si estende per oltre2mila chilometri, è stato costruito a parti-

sarà un sistema di pattugliamento e didroni che voleranno lungo il confine.Quindi esso diventerà un "muro non visi-bile" ma molto più efficace. Tutto ciò fariflettere perchè l'umanità ancora non haimparato come fare a stringersi la mano eporre fine a un conflitto e l mondo è inve-ce chiamato una sfida: abolire tutti i muriche lo separano. A mio parere non sidovrebbe fare una distinzione radicale frai popoli e dire che un determinato gruppodi persone, per vari motivi, non debbaassolutamente mettere piede in determi-nati stati perché, così come ci sono i ter-roristi, c'è anche gente che scappa dalproprio paese per altri motivi, quali leguerre o la povertà, e non credo proprioche, se stessero bene nel luogo in cuivivono, andrebbero via dal luogo che li havisti crescere e a cui sono indubbiamenteaffezionati. Ma è pure vero che non pos-siamo accogliere tutti quanti in Europa onei paesi più ricchi, non ci sarebbe postosufficiente. Quindi, a mio avviso, primadi alzare barriere per proteggere i nostriprivilegi, si potrebbe investigare meglioper scoprire chi ha diritto o no all’asilo epoi dargli aiuto richiesto, anche se moltevolte non è semplice.

ALLA RICERCA DELLA FELICITÀdi Federica Fazio

Ricordo molto bene quel momento, unascena che mi è proprio rimasta in mente.Ero a Budapest in viaggio per visitare lacapitale e, arrivata alla stazione di Keleti,quasi scoppiavo in lacrime. Centinaia,forse migliaia erano i profughi che arriva-vano. Tutti ammassati, emarginati in unospiazzale transennato e pieno di guardie.Costretti a dormire a terra, con solo alcu-ne misere coperte. È stato allora che l'hovista, una bambina di circa 11 anni. Ed hopensato a quel punto: se fossi stata io alsuo posto? Indossava un vestitino rosa,

sporco a causa del lungo viaggio cheaveva dovuto affrontare. Poi mi sono sof-fermata alcuni istanti su una povera fami-glia di quattro persone, in fuga dagli orro-ri del paese da cui proveniva. Si tenevanoper mano dandosi conforto e cercando dirassicurarsi. Il figlio più piccolo, in brac-cio alla madre piangeva. Il padre tenevain mano una busta contenente vestiti edaltri oggetti che rappresentavano tutta laloro vita, tutto il loro passato. Ho subitopensato: come possono possedere soloquesto? Aprivo e chiudevo gli occhi noncredendo a ciò che stava accadendodavanti a me. Ma questa in effetti è larealtà, è tutto quello che sta succedendo.Pensavo fosse un incubo, ma non era ilmio, piuttosto quello di migliaia di uomi-ni, donne e bambini costretti ad abbando-nare tutto in cerca della felicità che avolte nemmeno troveranno. Perché questeVITE rovinate, infrante dalla guerra, dallediscordie tra popoli e dall'odio umano nonpossono e non devono essere consideratepedine a cui far rischiare la vita comefosse un gioco. Spero che un giorno, gra-zie alla collaborazione tra tutti i popoli,ogni uomo possa ritornare a VIVERE con

In un’Europa globalizzata si alzano di nuovo muri

SERENITÀ, ma soprattutto con DIGNI-TA'. La VITA è un DIRITTO di ogniuomo, qualunque sia il colore della suapelle, la provenienza o la fede religiosa, enessuno al MONDO può avere il poteredi distruggerla!

IL CIELOdi Chantal Coppolino

Il cielo infinitoUn pittore di notte lo dipinge di blu.Nel prato del cielofiori dipinti di un giallo coloritoCrescono sempre più.Di giorno quell'immensa distesaè vestita d’azzurroCielo, pensiero infinito di ogni persona;con un sole alcune volte bizzarroche calore sprigiona e spesso emoziona.

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DALLA CITTÀ

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Un problema che è sempre stato presentea Barcellona Pozzo di Gotto sono le peco-re che stanno sempre per le strade e moltevolte bloccano il traffico o causano inci-denti. Spesso, quando si cammina in autoo a piedi, capita di incontrare greggi inspostamento da un pascolo all'altro chenon ti permettono di proseguire fino allafine le loro passaggio. Non capita ovvia-mente in tutte le zone della città. Peresempio vicino a casa mia il pastore fapascolare le sue pecore sul prato, da dovenon possono andare in strada, così si

SALUTE A RISCHIOOrmai sempre più si sente parlare, fortu-natamente, della crescita culturale e arti-stica di Barcellona Pozzo di Gotto, lanostra piccola e ricca cittadina da troppotempo ormai denigrata e non valutatacome tale, ultimamente sempre più apertaa nuove iniziative e eventi che l'arricchi-scono notevolmente di elementi formati-vi. E' cresciuta ed è migliorata sotto mol-tissimi aspetti, ma è tuttavia sempre pre-sente qualche problema che intralcia ilsuo sviluppo sociale, come ad esempio laminacciata chiusura dell'ospedale"Cutroni Zodda". Si è parlato e discussotantissimo di questa problematica cheaffligge Barcellona, ma ancora nessunadecisione è stata presa per certa. Già daanni viviamo nella paura che, da unmomento all'altro, il nostro ospedalepossa essere chiuso e già i primi segnalisono stati percepiti con la chiusura dimolti reparti, utili per il fabbisogno dellapopolazione. Giustamente noi abitantidella città del Longano, come tutti i citta-dini di ogni città piccola o grande che sia,ci sentiamo in diritto di avere un ospeda-le tutto nostro, senza dipendere da quellodi qualche altra città, e di sapere che,entrando in una nostra struttura, un medi-co possa curarci o aiutarci nella nostra

città senza dover andare in altri luoghi,per motivi banali e futili ma anche perun'efficienza immediata in casi di patolo-gie gravi. Dunque chiediamo, come ognicittadino e contribuente, garanzie su un’a-deguata assistenza sanitaria.Recentemente, invece, sono stati chiusireparti importanti come Chirurgia, che èstato trasferito a Milazzo, ed è quasi chiu-so il Pronto Soccorso, cosa che ha portatouna grande preoccupazione e problemati-ca. Anche per i milazzesi la situazionenon è delle migliori, poichè c’è un grandeaffollamento di persone che, non potendopiù usufruire del proprio ospedale, devo-no a loro volta migrare in altri ospedalifuori città. Qualche mese fa è avvenutopertanto un incontro, a cui hanno parteci-pato il sindaco barcellonese RobertoMateria e il sindaco milazzese GiovanniFormica, per discutere le scelte organiz-zative dei nuovi "Ospedali Riuniti diBarcellona e Milazzo" poiché i verticidell’ASP hanno ribadito la volontà didare seguito alle disposizionidell’Assessorato regionale alla Sanitàsulla costituzione degli Ospedali Riuniti,con l’area medica al "Cutroni Zodda" diBarcellona e quella chirurgica al"Fogliani" di Milazzo. Tra non molto,

quindi, ci aspettiamo che al "CutroniZodda" arrivino i reparti di Pneumologiae Nefrologia, insieme alla probabilità deisei posti di Cardiologia ed i ventisetteprevisti di Riabilitazione cardiopolmona-re. Quest'ultime sono le notizie più attua-li e ormai si suppone che presto dovremoaffrontare definitivamente l'ipotesi diun'unica struttura ospedaliera con gli"Ospedali Riuniti di Barcellona eMilazzo" e non a due strutture ospedalie-re indipendenti. Detto ciò, concludo conla speranza che ogni decisione presa dauna qualsiasi autorità che abbia il compi-to di farlo rientri sempre nel migliora-mento e negli interessi di tutti i cittadini,che hanno il diritto di vivere al meglio ipropri servizi nel rispetto del diritto allatutela della loro salute. Solo cosìBarcellona Pozzo di Gotto potrà diventa-re una città veramente degna di questonome.

di Verene Genovese

Quale sarà la sorte dell'ospedale barcellonese?

LE ‘PEEECORE’ A SPASSO PER BARCELLONAdi Rita Isgrò

dovrebbe fare, anche se è un po' anomaloche, ancora oggi, gli ovili possano esiste-re nei centri abitati con tutti i problemi aloro legati: cattivo odore, soprattutto d'e-state, sporcizia, aiuole e giardini "divora-ti" per sbaglio, ecc. Invece mi è capitatodi incontrare in altre zone pecore che sispostavano sulla strada, intralciando leauto, e ho dovuto aspettare un bel po’ ditempo prima di continuare il mio percor-so. Secondo me, se proprio non si voglio-no vietare gli ovili in città, si dovrebberocreare delle zone e delle strade, deI prati,

Strane transumanze attraversano giornalmente la città

solo per far pascolare le pecore e le capre,oppure dovrebbe essere fatta una multasalata a chiunque porta le greggi in strada.Sarebbe una cosa molto più bella e civileda fare, e non creerebbe alcun problema,renderebbe Barcellona una città ancorapiù sicura e, sicuramente, più dignitosa-mente progredita e degna del 21° secolo.

materiale con cui sono fatti, per impedireuno spreco di materie prime e per inqui-nare il meno possibile l’ambiente intornoa noi. Anche nella nostra città, BarcellonaPozzo di Gotto, già da qualche tempo sipratica la raccolta differenziata. Essariguarda molte tipologie di rifiuti: carta ecartoni, rifiuti ed imballaggi di plasticaoppure di vetro, bombolette spray, farma-ci scaduti, accumulatori e pile, alluminio,rifiuti di acciaio e ferro. Ma è ancheimportante che i cittadini separino in

LA RACCOLTA DIFFERENZIATAdi Elena Pia Quattrocchi

maniera corretta i vari tipi di rifiuti erispettino calendario ed orari di raccolta,affinché il servizio offerto dal Comunepossa essere svolto nel miglior modo pos-sibile. La raccolta porta a porta, purtrop-po, non è ancora praticata in tutta la città,il nostro auspicio è che presto si possaestendere a tutte le vie e i quartieri, epoter così rendere Barcellona sempre piùpulita ed accogliente.

Al giorno d’oggi sono molte le città in cuiviene praticata la raccolta differenziata,un sistema di raccolta dei rifiuti che liraggruppa in diverse categorie in base al

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DALLA SCUOLAGrande attività per Museo Didattico “Foscolo”

ALLA SCOPERTA DELL’ARTE INCISORIAdi Lucia Munafò, Giulia Palella e Elena Rando

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Nel plesso accanto alla nostra scuolasecondaria "Foscolo", presso il "CentroPolifunzionale S. Antonino", il nostroIstituto ha spesso l'onore di ospitare variemostre di incisioni, ricche di opere siainternazionali sia appartenenti al MuseoDidattico "Foscolo", curate tutte dal pro-fessor Enzo Napoli, docente di graficapresso l'Accademia delle Belle Arti diPalermo. Il professore, che in passato hainsegnato nella nostra scuola, vi ha pureideato e diretto un importante progettod'arte. Cogliendo l'occasione della suapresenza a Barcellona Pozzo di Gotto inoccasione dell’apertura della "VRassegna Internazionale del SegnalibroInciso", lo abbiamo intervistato chieden-dogli informazioni su quest'esperienzaprogettuale e laboratoriale con gli alunni.Il professore ci ha raccontato in mododettagliato che, nel periodo in cui stavafacendo apprendere ai suoi - quelli cheora sono ex-alunni, le tecniche di incisio-ne parlò ad essi di alcune opere mai pub-blicate, e così nacque un progetto. Tra lafine degli anni '90 e l'inizio del 2000 ènato quindi questo laboratorio dall'esi-genza di fare qualcosa di più rispetto a ciòche si svolge nelle ore curricolari, qualco-sa - come ha dichiarato lo stesso profes-sore - "fuori dal normale". In questo labo-ratorio di grafica gli studenti hanno avutola possibilità di sperimentare le tecnichedell'incisione a rilievo, seguendo obiettivie percorsi individuati insieme ai docentidi classe presenti nell'ambito del progettostesso. Gli alunni, grazie all'interesse ealla loro creatività, si sono dimostrati dasubito capaci di determinare il soggetto esuccessivamente andare a svilupparlo.Nel corso degli anni, poi, il laboratorio siè incrementato, cominciando a svolgereanche esperienze esterne e ricevendo visi-te dai colleghi delle varie Accademie. Inquest'intervista il prof. Napoli ci ha citatoil museo "Mandralisca" di Cefalù, dalquale alcune opere, donate da importantiincisori internazionali e che non eranomai state esposte, sono state richieste da

lui stesso grazie all'idea avuta dai suoialunni. Oltre alle opere sono stati donati aquello che oggi è diventato il "MuseoDidattico Foscolo" anche vari segnalibriincisi che, in tutto, oggi arrivano a quasi1500. L’idea consisteva nel raccoglierneil più possibile ed esporli, in modo tale dadare l'opportunità ad altri di visionarli.Così nasce nel 2000 un Laboratorio ine-rente al progetto di diffusione e fruizionedel patrimonio artistico in dotazione alMuseo. Esso si è evoluto, e tutt’ora sievolve, nel tempo grazie alla presenza dimolteplici alunni interessati all’argomen-to. Ovviamente la disciplina comportaanche una preparazione certamente nonindifferente, dato che è importante cono-scere le tecniche e bisogna avere almenouna certa predisposizione e creatività. IlLaboratorio, comunque, è andato avantied è cresciuto grazie anche al fatto chequesta determinata disciplina, con glianni, è sempre più capita, apprezzata ediffusa. Oggi essa comporta degli obietti-vi diversi, come l’aprirsi alla collettività,mentre precedentemente era principal-mente punto di riferimento per i giovanidel quartiere e della città. Il professore

Napoli afferma, a questo riguardo, cheattualmente lo scopo previsto è quello difare in modo di ospitare anche altre per-sone all’interno della nuova strutturasituata accanto all’Istituto Comprensivo"Foscolo", sottolineando anche il fortelegame tra il Laboratorio di Incisione e ilMuseo Didattico. L'uno, infatti, cresce dipari passo rispetto all’altro e, se da unaparte si offre la possibilità di sviluppare econoscere le tecniche incisorie, dall'altrosi ha invece la presenza permanente diopere di alto libello internazionale dapoter ammirare e da cui trarre ispirazione.In fin dei conti l’esperienza è stata ed ètutt’ora davvero unica e consigliabile atutti gli amanti dell’arte e dell’incisione,non solo del comprensorio barcellonesema di tutta Italia.

Il Laboratorio d’incisione presso il MuseoDidattico “Foscolo”

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quella in cui partecipano le persone conmeno di 18 anni e quella in cui partecipa-no persone con più di 18 anni, quindianche più professioniste. Il tema per farequesto segnalibro è libero, basta che siaqualcosa ideata da te e infatti ci vuoledavvero tanta creatività. Dopo aver fattoil bozzetto, il disegno si riporta su unalastra di linoleum, dove poi viene scavatocon degli attrezzi chiamati sgorbie.Quando si fa il disegno si deve disegnarenel lato opposto, perché la stampa verràspeculare. I professori che seguono illavoro che si svolge nel Laboratorio sonoEnzo Napoli, Paola Formica, SabinaBruzzese e Antonino Parisi, che aiutano,osservano e consigliano tutti i ragazzicoinvolti. Il segnalibro verrà stampato 30volte e l'incisore dovrà firmare ogni sin-golo lavoro. Prima di passare direttamen-te dal concorso, dei professori bravissiminel loro lavoro sceglieranno solo quellipiù belli, mentre a chi non verrà sceltosarà restituito il segnalibro e la quotapagata. Chi invece verrà selezionato saràdentro il concorso e potrà vincere premiabbastanza consistenti. Poi tutti i parteci-panti del concorso faranno un altro boz-zetto, sempre a tema libero, lo incideran-no su una lastra più grande di linoleum everrà esposto ad una mostra d'incisione.E' molto bello fare questo laboratorio,dove si imparano tantissime cose e si atti-va la creatività. Sono contenta perciò diavervi preso parte .

GUERRA IN CIELOdi Federica Fazio

Piove, piove tanto,e il vento ulula, come in un canto,la terra tace, arriva un tuono,e si sente un grande frastuono.Un lampo illumina la terra, ed è così che inizia la guerra.Piove, piove sempre di più,ed il temporale viene giù.

Gli alunni all’opera presso il Laboratoriodi Incisione

Un momento dell’intervistaal Prof. Enzo Napoli

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DALLA SCUOLA

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Ancora soddisfazioni per la redazione di ‘FoscoloNews’

PRIMO POSTO AL CONCORSO"24 LIVE SCHOOL"

di Antonino GiuntaAnche quest’anno gli studenti della scuo-la secondaria e primaria “Foscolo” hannoavuto la possibilità di partecipare, per ilterzo anno consecutivo, al concorso gior-nalistico "24liveSchool" promosso, con ilsupporto del Rotary Club, dalla redazionedi 24live.it, la testata online di BarcellonaPozzo di Gotto in cui vengono trattati,oltre alle notizie di cronaca locale, anchei diversi avvenimenti e le problematicheche si verificano in città. Noi studentiabbiamo avuto così modo di partecipare,anche grazie ai nostri insegnanti, scriven-do ciascuno un articolo su tematiche loca-li o manifestazioni che si sono svoltenelle scuole nel corso degli ultimi mesi. Inostri lavori poi sono stati progressiva-mente pubblicati on-line con le foto cor-relate e per ognuno era già una soddisfa-zione vederli sul giornale web o sullapagina Facebook di 24live.it. Venerdì 13maggio 2016 tutti coloro che avevanopartecipato sono stati infine invitatiall'Auditorium del Parco Urbano

“Maggiore La Rosa” per la premiazionedegli articoli più belli e la consegna degliattestati di partecipazione. È stata propriouna manifestazione molto interessante,anche perché noi ragazzi abbiamo avutomodo di interagire con il sindaco per dis-cutere sulle varie problematiche dellanostra città, cercando anche insieme dellepossibili soluzioni. Dopo l'intervista alnostro primo cittadino, tutti i partecipantisono stati chiamati, in base all'ordine discuola, e gli è stato dato l’attestato di par-tecipazione da parte del direttore di24live.it Giuseppe Puliafito e del capore-dattore Flaviana Gullì. A premiare, inve-ce, gli articoli vincitori delle scuole pri-marie e secondarie di primo e secondogrado sono stati i rappresentanti delRotary Club di Barcellona Pozzo diGotto, che hanno valutato tutti i lavori.Per quanto riguarda le scuole secondariedi 1° grado al primo posto si è classifica-ta, ed è stata premiata con un tablet, lamia compagna di classe Elena Rando con

I 18 alunni di scuola secondaria partecipanti al Concorso 24live School

"VOCI DI DONNE"di Laura Siragusa

Venerdì 29 aprile 2016 alcune ragazzedella scuola secondaria dell’IstitutoComprensivo "Foscolo" hanno partecipa-to ad una performance ideata dalle pro-fessoresse in occasione dell’incontro conl'autrice Vittoria De Marco Veneziano. Leragazze hanno così interpretato diversefigure femminili presenti nel suo libro"Tante donne, tutte di mio gusto…e tantoaltro ancora…". Da Cristine de Pizan alledonne durante la Resistenza, dalle MadriCostituenti alle Gelsominaie della Pianadi Milazzo, dalle giornaliste alle più gran-di pittrici. Donne che hanno lottato e nonsi sono arrese, donne forti. Prima dell’ini-zio della performance si è esibito il corodella scuola e successivamente tre ragaz-ze hanno animato la carrellata di ritratti

con un balletto. Durante le interpretazionidelle alunne sono stati proiettati anchevideo e canzoni che hanno supportato letestimonianze con efficacia e creatività.Alla fine la scrittrice si è complimentatacon i professori e le ragazze dicendo chesi era commossa. Era presente anche laDirigente, la quale è rimasta molto sor-presa ed entusiasta per l’impegno dimo-strato. Hanno assistito alla performance,insieme alle classi terze della scuolasecondaria, anche due classi quinte delLiceo delle Scienze Umane diCastroreale. È stato molto bello vederedelle ragazze immedesimarsi perfetta-mente nei ruoli di donne del passato eperciò penso che i professori e le alunnesiano state davvero bravissime.

Nuovo incontro con l’autrice Vittoria De Marco Veneziano

Il solestella più luminosa dell'universoabbraccia la terracon i suoi grandi raggidà luce a tutti gli uominiperfino arrivando i loro cuori a riscaldare.

l’articolo intitolato “Alla Foscolo sifesteggia la shoah delle donne” e questorende molto onore alla nostra scuola,anche perchè seconda per le scuole pri-marie è risultata un'altra alunna del nostroIstituto Comprensivo, Noemi Pelleriti. Inconclusione si può dire che sia stato anco-ra una volta davvero molto importantepartecipare a questo concorso - che spe-riamo continui negli anni - perché, attra-verso questi articoli, noi ragazzi possiamoesprimere non solo la nostra creatività ecapacità di esprimere le nostre idee, maanche la nostra opinione riguardo le varieproblematiche che ci circondano comedei veri giornalisti.

AMICIZIAdi Santina Mancuso

L'amicizia è un sentimentoraro e inestimabile...Ti aiuta a superaregli ostacoli della vita,ti sorregge nei momenti di sconfortoperchè gli amicisi aiutano a vicenda..Si condividonoRancori, dolori e opinioniGli amici sono preziosicome diamanti rarie sono le personeche illuminano il cuore.

Noemi Pelleriti e Elena Randodurante la premiazione

IL SOLEdi Giulia Bellantone

Le alunne coinvolte nella performance conl’autrice Vittoria De Marco Veneziano

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DALLA SCUOLA

Le classi prime incontrano l’Arma dei CarabinieriINCONTRO CON L’UNITÀ CINOFILA

di Aurora La RosaNe fanno parte anche la squadra ippica,cioè i cavalli addestrati per fare i carabi-nieri, e la squadra cinofila, ovvero deicani carabinieri. Durante il video si argo-mentava anche della presenza di due bri-gate: la prima è formata da undici perso-ne che si occupano delle necessità pubbli-che, la seconda brigata è stata fondata ilquindici settembre 2001 ed è costituita dacarabinieri paracadutisti. Ci sono, inoltre,i carabinieri per la sanità e per il rispettoambientale. In Italia la sede centrale sitrova a Roma ma da qui si possono spo-stare, a seconda delle esigenze, in tuttaEuropa e nel mondo, soprattutto in mis-sioni di pace. Dopo la proiezione delvideo e dopo che anche il comandantePino ha finito di parlare, un altro carabi-niere, addestratore delle unità cinofile, hainiziato ad approfondire il discorso. Ci haspiegato che il servizio dei carabinieridelle unità cinofile è stato istituito nelnove aprile, con sede a Firenze, e cheogni cane carabiniere è addestrato perfare una specifica attività in base alle suecaratteristiche. Possono essere impiegatiad esempio per localizzare e seguire trac-

ce dei ricercati, oppure rintracciare ogget-ti, armi o indumenti nascosti o svolgereoperazioni di soccorso. Un'informazioneinteressante ed importante è che la coppiacane-carabiniere viene chiamata unitàcinofila ed unità vuol dire uno anche sesono due, proprio a sottolineare che lorosono un'unica cosa. Dopo essere stati inbiblioteca siamo andati nel cortile eabbiamo assistito all'attività di un canecarabiniere, Edich, un pastore tedesco.Mentre lui era dentro hanno nascosto unostraccio con dentro odore di droga in unposto non a vista e poi hanno fatto venireil cane che guidava il suo addestratore acontrollare ogni angolo del cortile e infi-ne trovare l'oggetto. Come ricompensa glihanno dato un gioco di stoffa nuovo.Questa esperienza per me è stata una dellepiù belle che ho vissuto quest'anno con lascuola, quindi non mi rimane altro checongratularmi con tutti coloro che cihanno dato la possibilità di svolgere que-st'attività e ci hanno fatto conoscere l'im-portante ruolo che svolgono questi cani ei Carabinieri in generale per il bene dellacollettività.

Il Maresciallo Pino con gli alunni delleclassi prime e quinta primaria

Giorno 21 aprile 2016 nella scuola "UgoFoscolo" si è svolto un incontro moltointeressante di due ore dedicato aiCarabinieri e alla loro attività cinofila.Alle ore nove ci hanno avvertito che stavaper avere inizio l'incontro e, in manieraordinata, siamo andati nella bibliotecadella scuola. Il primo a parlare è stato ilcomandante Pino, che già da 36 annisvolge questo lavoro. Dopo essersi pre-sentato ci ha fatto visionare un filmatoche parlava di come è articolata l'attivitàdei Carabinieri in tutta Italia e nel mondo.Hanno fatto vedere qual è e com'è la lorosede e le vetture che utilizzano. Oltre aiCarabinieri semplici ci sono anche imarescialli e i comandanti, che svolgonola loro attività con grande professionalità.

Giovedì 21 aprile alla media "Foscolo"abbiamo potuto assistere all'incontro coni Carabinieri. All'inizio si sono gentilmen-te presentati e il comandante, facendosiavanti, ci ha fatto un breve discorso primadi farci vedere un filmato sulla formazio-ne dell'Arma dei carabinieri. Essi sonoun'unità molto importante per la comuni-tà perché, grazie a loro, noi possiamouscire di casa senza temere nessun peri-colo. In certi casi, però, come per trovaredegli spacciatori o cose simili fanno usodell'Unità cinofila. Questa è un'altra partefondamentale dell'Arma dei Carabinieri.L'Unità cinofila è sempre formata da uncarabiniere che ha uno stretto legame conun cane, la maggior parte delle voltepastori tedeschi o labrador. Dopo la spie-gazione e molte domande, siamo passatialla dimostrazione pratica: il ritrovamen-to di uno straccio impregnato di odore didroga. Di seguito alla missione svolta ilcane ha diritto al gioco con il propriocarabiniere, perché per loro il gioco conproprio padrone è una cosa molto impor-tante. Alla fine della spiegazione di ognu-na di queste unità noi ragazzi avevamodiritto a delle domande, che potevanochiarire i nostri dubbi, e ne abbiamo vera-mente poste parecchie, anche interessanti.A me questo incontro è servito molto per-ché mi hanno fatto capire quant'è impor-tante salvaguardare la convivenza nellasocietà rispettando le leggi.

Da vari anni ormai nella nostra Scuolasecondaria “Foscolo” si svolge un proget-to, chiamato “Pari Opportunità”, che pre-vede delle attività in collaborazione conl’associazione no-profit di volontariato“Matumaini”, grazie alla quale è nato ungemellaggio con una scuola dellaRepubblica Democratica del Congo.Solitamente, in occasione di questo even-to, oltre alle festicciole nei vari plessi perraccogliere fondi grazie alla vendita didolci, si realizzano anche dei cartelloni odisegni da inviare ai bambini in Africainsieme al materiale scolastico acquistatoper loro. Quest’anno, tuttavia, le nostreinsegnanti hanno deciso di fare qualcosadi diverso e speciale. È stato creato infat-ti un coro, il “FosCORO”, che ha cantatoalcune canzoni significative da registrare

di Elena Ferrara

e poi inserire in un CD da mandare aibambini in Congo. Prima di registrarequesta compilation il gruppo canoro si èesibito giorno 10 dicembre nel corso dellatradizionale "Festa del colore e del Pane"alla presenza di alunni, professori e diCarmen Falletta, presidentessa dell’asso-ciazione "Matumaini". Finita l’esibizioneCarmen, entusiasta della bravura dimo-strata in così poco tempo dai ragazzi, hainvitato il coro ad una conferenza dal tito-lo "Africa: ricchezza e povertà" alla qualeavrebbe partecipato anche una sua caraamica, Chiara Castellani. È per questoche gli alunni del “FosCORO”, giorno 28dicembre, si sono ritrovati, accompagnatida alcuni docenti, all’”Eolian Inn” aMilazzo. Chiara è una donna coraggiosis-sima che è diventata, e tutt’ora è, una dot-toressa specializzata per fare nascere ibambini che opera a Kingasha, nellaRepubblica Democratica del Congo.Dopo aver parlato della sua vita, la dotto-ressa Castellani ha poi approfondito variargomenti e risposto alle domande sullasua attività di medico in quei luoghi diffi-cili. A conclusione dell'incontro è stato ilturno dell'esibizione del “FosCORO”, chesi è prodotto con soddisfazione in unapiccola performance concludendo così ilmeraviglioso pomeriggio in cui i ragazzihanno avuto l'opportunità di conoscere edascoltare una grande donna.10

SOLIDARIETÀ E MUSICAdi Maria Lucia Munafò

Incontrando una donna speciale al servizio dell'Africa

Gli alunni posano con la squadradell’Unità Cinofila di Nicolosi

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Ancora alunni della ‘Foscolo’ in finale a MilanoGIOCHI MATEMATICI ALLA BOCCONI

di Giuseppe CalabròIl 14 maggio 2016, nella famosa universi-tà "Bocconi" di Milano, si sono svolte lefinali dei Campionati Nazionali di GiochiMatematici. Questi, organizzati dal"Centro Pristem" dell'Università, hannoricevuto più di 50000 adesioni ma solouna piccola percentuale, in base alla cate-goria, si è sfidata a Milano. I finalistidella categoria C1 erano circa 2500 e solo5 hanno superato la selezione, rappresen-tando l'Italia alla finalissima internazio-nale a Parigi che si svolgerà a fine agosto.Per la categoria C1 (prima e secondamedia) alle 14:00 sono state aperte le aulee letti i regolamenti e, alle 14:15 in punto,sono stati presentati i quesiti da risolvereentro 90 minuti. Questi ultimi in sé nonnecessitavano la conoscenza di nessunaformula o teorema geometrico, ma sibasavano sulla pura logica perchè, non acaso, il motto del "Centro Pristem" è"Logica, intuizione e fantasia". I quesiti

presentati, leggermente più complessirispetto a quelli delle semifinali, sonostati poi corretti alle 16:15 nel Foyerdell'Aula Magna da Giorgio Dendi. Inmeno di un'ora i professori dell'universitàhanno corretto le schede e, alle 17:00,sono stati proclamati i vincitori di questaventitreesima edizione di campionatinazionali. Oltre ai primi cinque sono statipremiati anche i coloro che si erano clas-sificati entro i 200 con vari premi, più chealtro simbolici. Io e la mia compagna diclasse Ramona abbiamo vissuto insiemequesta esperienza, di sicuro fantasticagrazie anche a un'organizzazione chelascia tutti di stucco, e credo che non ladimenticheremo per molto tempo. Sonocontento che il nostro paese ospiti deicampionati così importanti e così beneorganizzati, e spero che coloro cheandranno a Parigi a rappresentarci faccia-no valere il nome della nostra Nazione.

Dopo le selezioni a livello provinciale, il14 maggio, presso la prestigiosaUniversità "Bocconi" di Milano, alunni ditutta l'Italia si sono riuniti, ognuno indiverse aule, a svolgere dei veri e proprigiochi basati sulla matematica e sullalogica. Tra questi “geni matematici”anche io e il mio compagno di classeGiuseppe, che abbiamo cercato di fare delnostro meglio. Arrivato l’orario previsto,i partecipanti,in base alle categorie e alnome, hanno svolto le prove nel tempoprevisto, poi, una categoria per volta, essisi sono riuniti in una grande sala dove ilprofessore Giorgio Dendi, uno deiresponsabili, mostrava le risposte dei quizcon gli adeguati ragionamenti. Dopo avercontato le proprie risposte giuste venivasubito annunciata l'attesissima classifica,che mostrava soltanto 200 nomi, dei qualii primi cinque andavano di diritto aiGiochi Matematici Internazionali diParigi. Successivamente il professoreDendi ha proponeva di risolvere alcuniquiz logici presentati anche negli showtelevisivi e poi i vari gruppi lasciavano lasala per dare spazio alle altre categorie. Aldi là del risultato, partecipare alla finalenazionale dei Giochi Matematici è un'e-sperienza che non si riesce a descrivere enon la dimenticherò.

Un nuovo gioco matematico per imparare divertendosiIL TORNEO DI "GEOMETRIKO"

di Anna Maria Abbate

Esperienza meravigliosa e istruttiva èstata quella che quattro di noi alunni dellaclassi seconde hanno vissuto nei giorni 6-7 maggio con i rispettivi docenti GraziaMazzeo e Carmen Bisignani avendo ilpiacere di partecipare al primo torneonazionale di "Geomentriko", gioco creatodal prof. Tortorelli con lo scopo di coin-volgere gli studenti di tutta Italia. A rap-presentare la Sicilia siamo stati proprionoi della scuola secondaria di primogrado "Foscolo" di Barcellona Pozzo diGotto, svolgendo dei giochi matematicisui quadrilateri e sulla geometria piana.Questo torneo si è svolto nel castello diCasamassella in provincia di Lecce e siarticolava in tre livelli: partecipanti scuo-la primaria, partecipanti scuola seconda-ria di primo grado e partecipanti scuolasecondaria di secondo grado. Per me, cosìcome credo per tutti i ragazzi coinvolti, èstata veramente un'occasione fantasticapoter giocare con rappresentanti di tuttaItalia, parlando, creando nuove amicizie escambiandoci i vari numeri di telefono. E'stato bello confrontarsi con altri ragazzidi altre scuole e vivere due giorni di garema anche momenti di divertimento insie-me. Sono veramente contenta di averpotuto partecipare a questa gara e micomplimento sempre più con il profTortorelli per l'idea avuta di avvicinarenoi ragazzi alla geometria divertendoci.

PROGETTARE PER MIGLIORARE IL FUTURO

di Ramona Zangla

Giorno 13 aprile 2016 io e la mia classeabbiamo partecipato all'incontro conclu-sivo di un progetto che è durato per diver-si mesi e ha visto diversi momenti diapprofondimento e di laboratori. Il titoloera "Il quartiere dopo il cantiere" e si pro-poneva di trovare idee per migliorare lanostra città, cioè Barcellona Pozzo diGotto, e in particolare il quartiere in cuisorge la nostra scuola, cioè S.Antonino,rivolgendosi agli alunni delle classiprime. La mia classe è scesa in cortile,secondo i turni, alle 14:15 per visionare ilterritorio da migliorare e i promotori del-l'iniziativa, tra cui un'educatrice e unarchitetto, ci hanno mostrato delle mappesulle quali noi potevamo pensare di riva-lutare la città. Dopo aver controllato lecartine, noi ragazzi abbiamo osservato la

Giuseppe Calabrò e Ramona Zanglaall’Università Bocconi

piazza di S. Antonio di Padova antistantela scuola e i suoi difetti e, insieme all'e-ducatrice, io ed alcuni compagni abbiamodato dei consigli su come migliorare unluogo molto frequentato con l'aggiunta diuna pista ciclabile lungo il perimetro dellapiazza e una migliore manutenzione perle aiuole. L'architetto ci ha poi consiglia-to di non pensare solo a grandi opere maanche a piccole strutture più utili per lacittà e credo abbia ragione. Le attività diquesto progetto, che nei diversi incontricon noi classi prime ha saputo coinvol-gerci, sono state sicuramente molto inte-ressanti, perchè hanno spinto noi piccoli apreoccuparci della vivibilità del nostroquartiere e della nostra città.

La squadra della ‘Foscolo’ con il Prof. Tortorelli

di Giovanni Crisafulli

Interessante progetto per avvicinare i giovani alla città

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Conclusi dei nuovi interessanti percorsi formativi

CORSO DI TRADIZIONI CULINARIE

È stata un’interessante novità, per que-st’anno scolastico, l’inizio presso la scuo-la secondaria di 1° grado “Foscolo” del"Laboratorio culinario", diretto dalla pro-fessoressa Carmen Bisignani e inerente alprogetto “Impara l’arte: percorsi multidi-sciplinari tra cultura, folclore e tradizio-ni”. Il percorso ha avuto lo scopo non solodi avvicinare i ragazzi al mondo dellapasticceria, ma anche di riscoprire le pro-prie tradizioni che, al giorno d’oggi, ven-gono spesso dimenticate. I dodici alunni

delle classi terze che sono stati coinvoltisi sono cimentati nella produzione didolci tipici di alcune ricorrenze, come adesempio la “cuddura cull’ova”, un dolcemolto diffuso in Sicilia durante le festivi-tà pasquali. Ma i novelli pasticceri hannoaffrontato anche la pasticceria moderna,preparando ad esempio i “cup cake”,dolci molto venduti in America. I ragazzihanno dovuto inoltre affrontare sfide dif-ficili, come rivestire interamente in pastadi zucchero piccoli modellini di polistiro-lo ricreando un ambiente marino o terre-stre, ma allo stesso tempo, all’ultimoincontro, si sono divertiti con la prepara-zione e la degustazione delle famose “cre-pes” farcendole con la nutella o con varitipi di marmellata. In quest’ultima espe-rienza si sono ritrovati a servire gli inse-gnanti, quel pomeriggio presenti, e ciò siè rivelato un’enorme successo. Il proget-to, così come previsto, ha quindi offertoagli studenti l’opportunità di apprendere eavvicinarsi più a fondo al folclore dellanostra città, Barcellona Pozzo di Gotto.Tutto ciò è veramente di grande aiuto per-ché ultimamente i giovani tendono aignorare il patrimonio culturale della pro-

pria terra, presi dalle maglie della globa-lizzazione culturale, e riuscire ad avvici-narli con la preparazione di dolci caratte-ristici è stato molto ingegnoso da partedell’Istituto Comprensivo “Foscolo”.Allo stesso tempo, però, ha fornito unabase per chi, in futuro, vorrà intraprende-re questo percorso di vita. Per l’ultimoappuntamento, fissato giorno 7 giugno2016, i ragazzi prepareranno da soli acasa un dolce già sperimentato durante ladurata del corso, per poi portarlo a scuolae ricreare una sorta “buffet” come rinfre-sco per la manifestazione conclusiva.

In questi miei tre anni scolastici la scuolaha proposto a noi studenti molte attivitàintegrative e progetti. Tra quelli a cui hopartecipato, quello che mi è piaciuto dipiù è il Laboratorio di musica. Prima cheil progetto iniziasse il professoreGiuseppe Zanghì è passato per le varieclassi a chiedere chi avrebbe voluto parte-cipare al corso. Successivamente si sonotenuti, durante le ore curriculari, dei pro-vini nel corso dei quali il professore haaccompagnato ad uno ad uno nella stanzadi musica tutti coloro a cui faceva piacerefar parte del progetto e lì ha fatto cantaree suonare alcune melodie per vedere,essendo in tanti, chi fosse più portatomusicalmente ed inserirlo nel gruppo ade-guato. In questo incontro ha chiesto anchecosa si preferisse imparare tra chitarra,pianoforte, percussioni e coro. Io ho scel-

to chitarra. Martedì 23 febbraio il labora-torio ha avuto inizio e nel primo incontroil professore Zanghì ci ha illustrato cosaavremmo fatto negli appuntamenti suc-cessivi. Ci ha suddivisi in cinque gruppida due persone per ognuno: il primo grup-po dedicato ai percussionisti, il secondoai bassisti e gli ultimi tre ai chitarristi. Maanche se all'interno del progetto ci sonostate queste suddivisioni tutti i parteci-panti hanno ugualmente frequentatodurante lo stesso oraro pomeridiano per-chè, mentre i compagni facevano lezione,gli altri ripassavano gli esercizi assegnati.Per partecipare a questo percorso chi pra-tica la chitarra doveva inoltre portare ilproprio strumento, mentre per chi pratica-va il basso e la batteria li metteva natural-mente a disposizione la scuola. Per ciòche riguardava invece i libri su cui studia-re, il professore ha passato ad ognunodegli alunni, sulla pennetta USB, delmateriale utile per rafforzare ciò che siimparava durante le lezioni. Inizialmenteè stato un po' difficile per chi era la primavolta che teneva in mano lo strumentomusicale prescelto ma, man mano che si èandati avanti, è venuto sempre più natura-le e semplice. A me è piaciuto molto que-sto laboratorio perchè trovo sia bello con-frontarsi con altri che hanno il tuo stessoscopo, cioè imparare a suonare.

PASSIONE PER LA MUSICAdi Beatrice Biondo

di Andrea Giuseppe GenoveseLa mia partecipazione al Laboratorio diIncisione che si svolge da quest'annopresso la scuola secondaria di 1° grado"Foscolo" di Barcellona Pozzo di Gotto ècominciata quando mia mamma, tornata acasa, mi ha riferito che una sua collega leaveva parlato di un concorso di incisioneche si sarebbe svolto nei locali adiacentialla nostra scuola. Il professor EnzoNapoli, docente presso l'Università diPalermo Facoltà di Belle Arti, avevainfatti proposto alla nostra Dirigente diavviare il corso di incisione che è iniziatoquasi subito dopo l'allestimento delnuovo "Laboratorio". Poichè sono appas-sionato di questo tipo di arte creativa hochiesto a mia mamma di iscrivermi e l’hofrequentato con molto interesse. Duranteil primo incontro il professore ci ha spie-gato in che cosa consisteva il lavoro cheavremmo dovuto svolgere e cosa avrem-mo realizzato. Innanzi tutto ci siamo pro-curati un disegno di 5x15 cm per unsegnalibro e io ho scelto un disegno sim-metrico che ho riportato su carta lucidacon la carta carbone. In seguito ho ripas-sato i segni sul linoleum e infine ho sca-vato, seguendo le linee che avevo ricalca-to, con degli arnesi di nome sgorbie.Dopo aver realizzato i solchi sul linoleumil professore ha ritirato i lavori per stam-parli tutti insieme con un torchio piùgrande e li ha riportati stampati. Eranobellissimi. Certo si tratta di un'attivitàmolto creativa ma molto difficile, tuttaviaspero di continuare a frequentare il labo-ratorio anche il prossimo anno e per poterdare vita ad altre mie creazioni.

LABORATORIO DIINCISIONE

di Elena Rando

Gli alunni partecipanti al progetto

Un momento del laboratorio di cucina

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TRA CASTELLI E CATTEDRALIdi Chantal Coppolino

contenitori bianchi con bordi azzurri, unferro da stiro a carbone... E qui, in questabotteguccia, si possono acquistare confet-ture locali e gadget. Dopo siamo andati avisitare il castello, tra l'altro uno dei piùgrandi d'Europa. Lì si respira un'atmosfe-ra di altri tempi e, grazie alla guida esper-ta che ci ha accompagnato, abbiamo com-preso al meglio la storia del castello, detto"impenetrabile" perché le sue scalinate,insieme agli arcieri e al ponte levatoio,servivano a rallentare i nemici. La guidaci ha anche spiegato che, inizialmente,esso è nato come una fortezza per difen-dersi dagli assedi dei nemici ma poidivenne una dimora per le nobili famigliesiciliane. Tuttavia il castello conserva uncerto fascino perchè, oltre alla sua mae-stosità, offre una veduta panoramica spet-tacolare. Oltre il castello abbiamo visitatoanche la Chiesa Madre del paese, dove c'èun campanile che sembra altissimo rispet-to alla Chiesa. Esso ha due colori: la partesuperiore è giallastra, quella sotto grigia.In realtà era una vecchia torre di avvista-mento esterna nel castello ed essa conclu-deva con una raffigurazione. Poi con un

fulmine crollo e fu costruito un campani-le, ed ecco perché è alto.Successivamenteabbiamo visto anche la Chiesa delleAnime Sante del Purgatorio, in cui pos-siamo trovare le catacombe ed è moltosuggestiva per i teschi incisi nella parete.Infine, nel pomeriggio, ci siamo recati aCefalù, dove basta arrivare nella piazza eci si trova di fronte a uno spettacolo chelascia senza parole: "il Duomo", con unascalinata che dà accesso alla Chiesa recin-tato e ornato da statue, incorniciato tradue torri gemelle tra i quali è posto il son-tuoso portale con decori in marmo. Tuttociò è meraviglioso, come le pareti inmosaico ritraenti figure dei Santi e ilCristo Benedicente che si trovano all'in-terno. Dovevamo anche incontrare il sin-daco ma, visto che non c'era, abbiamoparlato a lungo con un assessore sulbenessere della città e alla fine, stanchima fieri e soddisfatti della giornata tra-scorsa in mezzo alle meraviglie, siamoritornati a casa, perché no, sognando diessere ancora tra le mura del castello diCaccamo.

Le classi prime alla scoperta di Caccamo e Cefalù

SICILIA DA SCOPRIREdi Chiara Calabrò

verso la meta. Tutti emozionati, frenetici.Tutti mi capivano. Quell'autobus era gre-mito di felicità allo stato puro. Niente dipiù bello di scorgere l'hotel dove avrem-mo soggiornato per quei giorni. Si vede-va, era bellissimo. Posate le valige ci disiamo diretti verso Noto, bellissima cittàdal magnifico stile barocco, i cui monu-menti ornavano le strade. La guida eramolto brava e ci ha spiegato la storia e l'e-stetica di moltissime strutture. Abbiamovisto il maestoso palazzo Nicolaci, lachiesa di San Corrado e altri monumentitutti dallo stile barocco. Nel pomeriggiosiamo andati a Modica dove, oltre a dammirare le sue splendide chiese, abbia-mo potuto assaggiare lo squisito cioccola-to fondente preparato con l’antica ricettamaya. Davvero ottimo! Stanchissimi cisiamo diretti all'hotel dove abbiamo pas-sato la notte e la giornata successiva èstata dedicata a Ragusa Ibla, dove abbia-mo potuto ammirare il duomo di SanGiorgio e quello di San Pietro, gioielli delbarocco siciliano, scoprendo le loro storieinsieme a quelle degli antichi palazzinobiliari. La giornata è trascorsa moltovelocemente e tutti ci siamo molto diver-titi. Alle 21.30 circa siamo tornati a casa,

Giorno 7 maggio 2016 noi ragazzi dellascuola "Ugo Foscolo", accompagnati dainostri insegnanti siamo andati a visitare ilcastello di Caccamo, le Chiese diCaccamo e, nel pomeriggio, il Duomo diCefalù. Inizio col dire che non ci sonoparole per descrivere imponenza e lamaestosità di tutto ciò che abbiamo visi-tato. Basti pensare che prima di arrivare alcastello di Caccamo ci siamo soffermatinella cosidetta "la Bottega della roccia",una caratteristica abitazione d'epocacostruita da contadini a fianco del costoneroccioso, ossia ai piedi del castello. Quic'è una vecchia cucina, resa particolar-mente suggestiva dalle antiche mattonelleblu e bianche e dalle pareti in roccia.Sugli scaffali fanno bella mostra: piatti,

Nei giorni 22 e 23 aprile le classi secondedella mia scuola sono state nelle città diRagusa Ibla, Noto e Modica per un viag-gio d'istruzione. Tutto è iniziato intornoalle 5 del mattino del 22 aprile. La frene-sia della gita ha fatto dissolvere quel pocosonno che avevo, erano le cinque di mat-tina ed ero più energica che mai! Prenderela borsa, la valigia, prepararmi.. E' acca-duto tutto in un nanosecondo. Non vede-vo l'ora di andare. Ancora qualche lun-ghissimo minuto e poi l'autobus è partito,lasciandosi Barcellona alle spalle. Ognimetro che percorrevamo era un passo

Gli alunni davanti al Castello diCaccamo

con una nuova esperienza nel cuore ecerti di avere ammirato dei luoghi dellanostra bella Sicilia che il mondo ci invidiae spesso noi sconosciamo..

Gli alunni davanti al panorama diRagusa Ibla

Il barocco di Noto e Ragusa meta delle classi seconde

CIELO BLUdi Federica Fazio

Oh, meraviglioso cielo blu,quanto sei grande tu;sei come un lenzuolo che ricopre tutto il suolo.Dal sole sei illuminato, e ci lasci tutti senza fiato.Quando inizia la notte, di stelle,ne arrivano a flotte,ed ecco qui la grande luna,che illumina la notte bruna.

Gli alunni davanti al Duomo di Cefalù

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FIRENZE MON AMOUR di Claudia Calabrò

mo dedicato ben due giornate. La miacittà preferita, tuttavia, é stata Pisa, dovesiamo stati in Piazza dei Miracoli, cheraccoglie Cattedrale, Battistero e Torrependente. Mi é piaciuta più delle altreanche perché aveva tutti i monumenticoncentrati in una piazza, quindi poteva-mo vedere tutto insieme senza dovercispostare o camminare troppo, cosa che ioodio e che, purtroppo, abbiamo dovutofare negli altri luoghi dove siamo andati.La Torre pendente é stata la cosa che mi épiaciuta di più perché abbiamo avuto l'op-portunità anche di salirvi in cima, anchese è stato un po' faticoso. Dalla sua som-mità si vedeva tutta la città e, anche se iomi spaventavo tantissimo, era un panora-ma bellissimo. Dopo avere visitato perben cinque giorni le principali città dellaToscana, compreso un veloce tour allestoriche Terme del luogo che ci ospitava,Montecatini, quando la sera tornavamo inhotel, finito di cenare, nonostante la stan-

PERLA DI SICILIAdi Caterina Grasso

Dall’11 al 16 aprile io e gran parte deglialtri alunni delle classi terze della miascuola secondaria "Foscolo" diBarcellona Pozzo di Gotto ci siamo reca-ti in viaggio di istruzione in Toscana. E’stato bellissimo. Con le mie compagnefacevamo il countdown da circa due mesie la mattina della partenza eravamo emo-zionatissime. Abbiamo attraversato quasitutta l’Italia in una giornata e, quandosiamo arrivati in hotel, stremati, era giàora di cena. Nei giorni seguenti abbiamovisitato Firenze, Pisa, Siena, Lucca e SanGimignano. A Firenze, oltre ai più impor-tanti monumenti, come Palazzo Pitti e ilGiardino di Boboli, Ponte Vecchio,Palazzo Vecchio e il Duomo con la splen-dida cupula di Brunelleschi, abbiamoavuto anche l’opportunità di visitare duemusei che il mondo ci invidia: la Galleriadegli Uffizi e l’Accademia delle BelleArti con l’originale del David diMichelangelo. A Firenze, del resto, abbia-

Il 7 aprile 2016 noi alunni delle terze E eB della scuola "Foscolo" siamo partiti inviaggio a Siracusa accompagnate dalleprofessoresse Zocco, Di Salvo e Triolo.Questa città ha una storia molto anticaessendo stata fondata intorno al 734-733a.C. dai Corinzi. Durante il viaggio laguida ci ha parlato di tutta la storia dellaSicilia, di tutti i suoi colonizzatori e nonsolo, dando anche una spiegazione geo-grafica. Appena arrivati siamo andatisubito a visitare il Parco archeologicodella Neapolis, un'area naturale dove sitrovano resti archeologici greci e romani.

La prima opera monumentale che abbia-mo visto è stata l’ara di Ierone II, un alta-re sacrificale realizzato dalla civiltàgreca, forse dedicato a Zeus Eleutherios,dove si celebrò l'espulsione dell'ultimotiranno dei Dinomenidi, con il sacrificiodi 450 tori. Subito dopo abbiamo visitatoil teatro greco, dove si trovava l’anfitea-tro, che è una delle costruzioni più rap-presentative della prima età imperialeromana. Realizzato dai greci e poi succes-sivamente ristrutturato dai romani, i grecilo utilizzavano sotto un profilo religiosoma anche per rappresentare scene tragi-che, drammatiche accompagnate da coroe arricchite con dialoghi, mentre i romanirappresentavano combattimenti tra gla-diatori o gladiatori contro bestie ferocisolo per divertimento. Ma in entrambe leciviltà la partecipazione era obbligatoria,dai nobili seduti vicino al palco aglischiavi seduti negli ultimi posti. Sopral’anfiteatro si trovavano le latomie, chesono delle cave di pietra, ed esse, anchese sembrano naturali, sono state scavatenel tempo. In particolare la più visitata èl’Orecchio di Dionisio. A dare questonome è stato Caravaggio che, intorno al1608 si ferma a Siracusa e, quando vedequesta caverna, decide di darle il nome“Orecchio di Dioniso”. Dioniso era untiranno di Siracusa e siccome aveva fattosettemila prigionieri pare che li avessedistribuiti in queste latomie e quindiCaravaggio, data la forma particolare e

Una giornata a Siracusa per due classi terze

L’affascinante Toscana visitata delle classi terze

Gli alunni davantial Duomo di Firenze

chezza a volte facevamo delle passeggia-te nel centro di Montecatini, altre voltestavamo in camera con i nostri compagnie, in ogni caso, ci divertivamo moltissimoe stavamo sempre tutti insieme, anchecon i ragazzi delle altre classi. Forse éstata questa la cosa che mi é piaciuta dipiù in tutta la gita: poter vedere una regio-ne bellissima insieme a tutti i miei amicie farmene di nuovi. É stata un'esperienzabellissima, istruttiva e divertente, in unasola parola: INDIMENTICABILE!

Gli alunni a Pisa

l’eco che si forma al loro interno, siinventò questa leggenda che dice cheDionisio, dall'alto di questa caverna dovec’era un lupo, spiasse i suoi prigionieriper scoprire i piani che facevano per eva-dere. Usciti dal parco siamo andati a visi-tare il santuario della Madonna delleLacrime, realizzato in ricordo della mira-colosa lacrimazione che raffigura il CuoreImmacolato di Maria. Infine ci siamorecati sull'isola di Ortigia, dove ci siamofermati per il pranzo al ristorante e nelpomeriggio abbiamo visto il tempio diApollo, fatto costruire sempre daDionisio, e poi quello più importante diAtena, che è stato trasformato dapprimain Duomo a partire dal periodo bizantino,poi in moschea in periodo arabo e infineristrutturato per diventare nuovamenteDuomo. Dopo aver visitato il centro diSiracusa con la Fonte Aretusa, siamo allafine ripartiti contenti di aver potuto cono-scere una delle perle della nostra splendi-da Sicilia.

Gli alunni davanti al Duomo diSiracusa

Gli alunni al Teatro greco

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ADOLESCENZA E DINTORNI

Generazioni sempre più tecnologicheCOMUNICARE NEL MONDO MODERNO

Al giorno d'oggi noi giovani, ma nonsolo, per comunicare utilizziamo moltimezzi, come i giornali, whatsapp, mes-sanger, tv, telegiornale, facebook, Skypeecc. Grazie a questi possiamo tenerciaggiornati su quello che succede al difuori delle nostre case e in altre parti delmondo e veniamo informati con moltomeno tempo, soprattutto guardando di piùla televisione, tanto che oramai l'uso diandare a prendere il giornale la mattinanon è più frequente. Noi adolescenti, tut-

tavia, ci teniamo informati non molto conla tv, i telegiornali o i giornali, ma soprat-tutto con i social network e le app.Messanger e WhatsApp, ad esempio,sono applicazioni che permettono dicomunicare gratuitamente per messaggi,mentre con Instangram e Facebook, oltrea vedere ciò che fanno i tuoi amici indeterminati momenti, puoi scoprire anchele più recenti notizie e informazioni dalmondo. Skype, infine, viene utilizzatosoprattutto per comunicare con personelontane poiché, oltre alle chiamate nor-mali, permette anche video-chiamate gra-tuite in tempo reale. Tutti questi sonostrumenti per comunicare molto utili,anche nel mondo del lavoro, ma non dob-biamo sottovalutarli perchè, soprattutto

di Giorgia Mazzeo

per i molto giovani, molto spesso posso-no anche provocare danni, come un calodella vista oppure stancare molto veloce-mente la mente e fare perdere la cogni-zione del mondo esterno. Secondo mequeste innovazioni dovrebbero essereusate con più responsabilità e facendoconto di tutti i rischi che potrebbero pro-vocare. Quindi è necessario evitare siusarli 24h su 24h e vivere anche la vita aldi fuori della tecnologia.

TROPPA TV FA MALE? di Vittoria Mazzeo

Io penso che la TV sia un oggetto nondico indispensabile, ma quasi. Comunqueritengo che possa decidere tu se vuoi farlodiventare un oggetto dannoso o unoistruttivo, pensando di guardare i soliticartoni inutili o dei documnentari chepossono riguardare anche argomenti sco-lastici. Alcune volte, quando torno dascuola, mi sento stanca, ma ormai so chela cosa migliore in quei casi è dormire,perchè se mi sdraio a guardare un po' ditelevisione mi bruciano subito gli occhi.Infatti, se si sta troppe ore davanti al tele-visore, fa male e poi penso venga sponta-neo dire "basta" e dedicarsi a giochi all'a-perto o riposarsi un pochino. Stare a guar-dare la TV è anche un mezzo che ti per-mette di ricevere notizie riguardanti tuttal'Italia, il mondo, di ascoltare musica, diosservare e saperne di più su animali, per-sone o oggetti. Ma bisogna sapersi con-trollare e, ad un certo punto, spegnere laTV e fare altro.

IL TELEFONO CELLULAREdi Melania Brigandì

Il telefono cellulare rappresenta uno stru-mento tecnologico di crescente utilizzoche, come volutosi dimostrare da alcunistudi, crea una vera e propria forma didipendenza. Inizialmente esso era unostrumento essenziale, alla portata dipochi, mentre oggi viene utilizzato quoti-dianamente per futili motivi. Dopo alcunisondaggi sono riemersi dei dati che affer-mano che oltre il 90% dei ragazzi di terzamedia possiede un cellulare già da diver-si anni: magari ricevuto in occasione dellaPrima Comunione, della prima gita scola-stica... il quale viene utilizzato, dallamaggior parte dei ragazzi, anche 12 ore algiorno. Alcuni di loro arrivano a inviareanche 100 messaggi nell’arco di una gior-nata. Uno degli scopi principali di questistrumenti sono i videogiochi online, uti-lizzati circa quattro ore nei giorni feriali eotto in quelli festivi, inoltre un ragazzo suquattro si avvale di questi cellulari perfare nuove amicizie, magari trascurando ipropri conoscenti. Per non parlare deisocial network, frequentati da tutti i gio-vani, anch’essi molto pericolosi per ilfuturo di molte persone che, non abba-stanza consapevoli dei rischi che possono

correre, rilasciano informazioni private achiunque: sulle proprie abitudini, su quel-le delle proprie famiglie, arrivando così adelle vere e proprie persecuzioni. I van-taggi di questi apparecchi sono molteplicie forse è proprio questo che gli si dà cosìtanta importanza: permettono di comuni-care con gli amici senza la necessità ditelefonare e risparmiando molto denaro;ci danno la possibilità di inserirli ovun-que, poiché abbastanza piccoli, in unaborsa, in una tasca... e inoltre rappresen-tano una grande sicurezza per i genitori,che a qualsiasi ora e in qualsiasi momen-to riescono a rintracciare i loro figli.Molti studi scientifici descrivono i cellu-lari futuri come degli apparecchi autosuf-ficienti, capaci di includere un GPS,sostituire la carta di credito, avere tutte lefunzioni per essere usati come macchinefotografiche o telecomandi. Secondo meil cellulare espone a molti rischi, ma allostesso tempo è un oggetto indispensabileper i ragazzi delle nuove generazioni. Ènecessario, dunque, utilizzarlo con mode-razione, usufruendone quotidianamentepoche ore al giorno per evitarne i rischipossibili e soprattutto la dipendenza.

INTERNET INDISPENSABILE O NO?di Domenico Aliberti

Il lato positivo è che il web rappresentaun modo per documentarsi, per comuni-care e per godere di molti servizi; quellonegativo, invece, si sta manifestando inquesti ultimi anni. L’uso frequente creainfatti nei ragazzi, ma anche in moltiadulti, una vera e propria dipendenza eportare a isolandosi dal mondo che cir-conda. Inoltre internet può diffonderepornografia, pedofilia, terrorismo, ed

essere usato come veicolo di cyberbulli-smo. Secondo me internet è stata un’in-venzione dal valore immenso che, però, sideve saper controllare e saper usare.Infatti esso non è indispensabile nella vitadi tutti i giorni. Certamente rende la vitapiù semplice, però i nostri genitori o inostri nonni sono sopravvissuti anchesenza.

Internet oggi è uno dei più grandi mezzidi comunicazione di massa che permettealle persone, di qualsiasi parte del mondo,di comunicare tra di loro. Esso offreanche servizi e una vasta serie di materia-le informativo. La sua diffusione ha rap-presentato una vera e propria rivoluzionenon solo socio-culturale ma anche tecno-logica. Grazie a tutto ciò in pochi secondisi può contattare una persona che abitamolto lontano o si possono cercare infor-mazioni senza il bisogno di dover consul-tare grandissime enciclopedie. Questagrande invenzione però ha i pro e i contro. 15

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Nella vita molte ragazzi si scontrano con-tro la sicurezza e la determinazione. Nonhanno il coraggio di credere in se stessi,pensano di essere inutili. È un drammavedere le modelle sulle riviste, con capel-li bellissimi, con un fisico "bestiale", per-sone con un alto livello d’intelligenza...Guardando ciò si entra totalmente in unostato di crisi e ci si vede come un "buonoa nulla". Ci sono coloro che però riesconoa sconfiggere la paura e che riescono adottenere ciò che vogliono, a credere in sestessi. Taylor Swift, Emma Watson, KatyPerry...chi l’avrebbe mai pensato cheragazze qualunque avrebbero avuto unsuccesso del genere? Nessuno, ma non-ostante alcune demotivazioni non si sonoscoraggiate. Hanno superato i propri limi-ti, hanno tralasciato problemi inutili e, aldi là delle critiche, sono diventate dei verie propri talenti.Questo significa saperSOGNARE. Se uno non crede in se stes-

so non potrà mai riuscire a far diventarerealtà il proprio sogno. Perchè la vita èdiversa dalle favole, una zucca non sipotrà mai trasformare in una carrozzasenza alcun sacrificio, una bacchettamagica non potrà mai sostituire l’acquacon il vino, non potrà mai crearci una vitafelice. Questa è pura fantasia, e la fantasianon corrisponde alla realtà. Spesso si èancora più scoraggiati perché molti tidemotivano, per gelosia cercano di con-vincerti a non fare determinate cose. Ilmio sogno è quello di diventare farmaci-sta, ma molti cercano di farmi cambiareidea. Sperano che io non riesca a crederein me stessa,per invidia.È in quei momen-ti che si dovrebbero far sparire tutti costo-ro con uno schiocco di dita. Ma, d’altron-de, la vita è questa e non c’è altra via discampo se non saper lasciare andare lecose, non ascoltare coloro che ti deprimo-no e, anzi, continuare a credere in noi.

di Laura Siragusa

L'AUTOSTIMA È UN'ARMA VINCENTEdi Giulia Palella

a credere in sé stessi. Vedo spesso perso-ne che non si applicano, che non provano,per il semplice motivo che sono sicuri percerto che non ci riusciranno, che nonriusciranno mai in niente. Non è questo ilmodo giusto di pensare. Io credo cheognuno abbia le sue capacità, i suoi puntiforti e che tutti abbiano il diritto di prova-re e di fare ciò in cui sono bravi. Se lotti,se continui, nonostante tutto, prima o poiriuscirai ad ottenere qualche profitto. Nonaccadrà mai che nessuno ti andrà contro,ci sarà sempre qualcuno a criticarti, ma èproprio dalle critiche che si cresce. Seavessi solo complimenti, sì, ti indurrannoa fare di più, ma non ti direbbero comemigliorare, come cambiare in meglio.Alla fine pure le critiche hanno una loro

parte positiva. Prendi tutto positivamente,credi in te stesso, impegnati e riusciraidavvero a fare tanto. Se ci pensiamo nes-suno dei personaggi più celebri è cosìfamoso per caso: ognuno ha la sua strada,con le sue sofferenze e i suoi momenti didebolezza. Il loro titolo, la maggior partedei casi, se lo sono sudati e se lo sono sof-ferti. Se loro, da persone normali, sonoarrivati a quel punto, pure noi possiamo.Ognuno applicando ciò che sa fare bene.In poche parole, se credi in te sei già ametà dell'opera.

Credere in se stessi è importante

Credere in sé stessi è uno dei problemimaggiori delle persone di tutte le età. Noncredere per niente nelle proprie capacitàcrea insicurezza e, alle volte anchedepressione, mentre credere troppo in séstessi causa arroganza e vanità.L’autostima è l’elemento principale perriuscire nei propri intenti poiché troveraisempre delle persone che ti diranno di fer-marti, che non vai bene, che sei assoluta-mente inopportuno, ma bisogna imparare

Io ho sempre creduto nei miei sogni e hosempre creduto in me. Non mi sono maifatta condizionare da quelle persone che tibuttano giù, che ti demoralizzano e che tifanno credere che i tuoi sogni sono irrea-lizzabili. Accanto a me ci sono semprestate e ci saranno, persone che mi aiutano,che mi sostengono e che mi incoraggianodicendomi:- Ce la puoi fare, non è impos-sibile-. Ci sono volte che proprio mi buttogiù da sola e che penso che non riusciròmai a fare quello che desidero. Ma poi michiedo: perché? Perché non posso riuscir-ci? Se ci credi veramente in qualcosa, saràpiù facile che essa si realizzi, perché il tuoimpegno e la tua volontà saranno al mas-simo. La fatica e le difficoltà che si pos-sono incontrare saranno allora superatedal pensiero di poter realizzare il propriosogno e per questo è fondamentale crede-re in sè. Non si deve mai pensare che unadeterminata cosa sia impossibile, o di nonessere all'altezza della situazione e perde-re le speranze. Bisogna invece semprecredere che arriverà quel momento in cuidirai:- Cavolo, ce l'ho fatta!- In un libro,anzi un manuale, ho letto questa frase:-Niente è impossibile, la parola stessa lodice, "I'm possible".

NIENTE ÈIMPOSSIBILE

di Sara Sofia

dalle opinioni altrui. Perché, quando tuttiti dicono che è impossibile, che non ce lapotrai mai fare e non credono in te, tu tidevi impegnare al massimo, prima ditutto per dimostrare a te stessa di cosa seiin grado di fare e dopo dimostrare aglialtri che credere nei miracoli non è mai unerrore. E forse è lì che si arriva all'apicedella soddisfazione: quando tutti credonoche non ti potrai mai rialzare e invece seilì, più forte e determinata di prima, con lavoglia di andare avanti. Certo però sem-pre nella massima semplicità e umiltà, enella accettazione dei propri limiti e leproprie aspirazioni, non cercando diriuscire in qualcosa in cui non siamo por-tati e che non fa per noi. Credere in noistessi umilmente è quindi il giusto rime-dio per vivere una vita ricca di emozionie soddisfazioni.

Credo in me stessa? Beh, bella domanda.Mi chiedo spesso se per la società sonoabbastanza, se dovrei migliorare e sedovrei fare qualcosa in più per entrare afar parte delle persone utili che sovrasta-no il paese. Credere in me stessa non èforse (anzi senza forse) il mio migliorpregio ma credo che si possa fare sempredi più e impegnarsi al massimo. La miaautostima non è delle migliori, ma so percerto che credere nelle proprie passioni,nelle proprie capacità e nei propri deside-ri, sia il miglior modo per raggiungere ciòche ci si è imposti di fare, dando il giustopeso alle parole altrui, ascoltando sì, mafacendo in modo che questo non cambi ipropri obbiettivi. Forse in questo sonobrava perché, come dice la mia mamma,non mi faccio influenzare sulle mie scelte

di Verene Genovese

RIFLESSIONI

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EMOZIONI IN NOTEdi Giusy Crea

Se devo parlare del mio rapporto con lamusica posso solo dire che essa è semprestata, fin da quand'ero bambina, moltoimportante per me. Ogni qualvolta chec'era o c'è qualche problema (di famigliao altro ancora) il mio "rifugio" è semprelì, nella mia playlist su Spotify. Ricordoancora la prima volta che ho cercato unacanzone su Youtube: ero molto piccola eil mio canale preferito, in Tv, era DisneyChannel, mentre la mia seria preferita eraHannah Montana: quanto ne adoravo lacolonna sonora e tutte le sue canzoni!Così, un pomeriggio, chiesi a mio fratellodove potevo ascoltarle e lui mi fece cer-care la parola "Youtube" al computer. Perrendere le cose un po' esagerate possodire che la mia vita da quel momento ècompletamente cambiata, in meglioovviamente. Stavo sempre lì, i pomeriggi,a cantare a squarciagola. Negli anni il mioamore per la musica si è amplificato a dis-misura e non c'è un giorno che passasenza che ascolti una canzone. Per moltiragazzi, come anche per me, è un’osses-sione, ci fa sentire bene. Non è molto dif-ficile: basta schiacciare play, la canzoneinizia e, automaticamente, ci si perdenella voce del cantante, si entra in unmondo magico da cui non si vorrebbe maiuscire. È così, si chiama “musica”. Unasemplice parola che racchiude un’esplo-sione di emozioni.

LA MUSICA NEL CUOREdi Serena Siracusa

La musica mi sta molto a cuore poichè visono molto legata, è la mia vita. Ma non èsempre stato così. Quando ho ascoltatoper la prima volta una canzone, infatti,essa non mi ha trasmesso niente, mi sem-bravano solo parole messe a caso ascolta-te alla radio. Nessuna emozione, nessuninteresse. Mi sono invece avvicinata allamusica quando ho iniziato a ballare e acapire che essa non è solo note e parolemesse a caso ma una melodia bellissimache riesce a trasmettere l'emozione di chisuona o canta. Essa ora accompagna lamia danza e, quando sono sul palco, nonmi fa sentire sola. Credo che senza lamusica al mondo mancherebbe quel pocodi dolcezza e di tranquillità che ogni tantocapita. Essa ha tanti stili quanti gli statid’animo umani, stili che parlano ognunodi cose diverse, anche non belle, comealcune nei video che parlano di guerra. Io

Che cos'è la musica? Mi chiedi che cos'èper me la musica? Beh.. è una melodiameravigliosa, inventata di proposito perme, ecco cosa ti rispondo. La musica èvita, la musica è una parte del mio cuore,è gioia, è malinconia, è debolezza....inpoche parole è tutto per me. Si ascolta inogni momento della giornata per ralle-grarsi, per ricordarsi di qualcuno, per pen-sare, per lavorare.. Io, almeno, la uso pertutto, è come un'ispirazione, di solito perstudiare, per ballare e, sembra fatto appo-sta, la sto ascoltando anche adesso! Essami dà una compagnia particolare, è comeun figlio che sta sempre al tuo fianco neimomenti a te opportuni. Io addiritturaparlo con la musica attraverso la danza,perchè queste due arti sono strettamente

di Alice SiragusaLA MUSICA VIVE CON ME

legate fra loro, come delle sorelle. Unacoreografia senza una base musicale nondà "sapore", non trasmette emozioni, èsenza un nesso logico. E anche un artistadialoga con la musica, perchè attraverso ilsuono riesce ad esprimere ciò che nonriesce a tirar fuori con le parole. Ognunodà alla musica un proprio titolo, un titoloche rappresenta il proprio essere, il pro-prio stato d'animo. Quella che preferiscoascoltare è quella classica: non so specifi-catamente il perchè, forse per il dolcesuono che arriva alle mie orecchie. Oforse per l'insieme degli strumenti classi-ci, come il pianoforte, il violino e la tradi-zionale chitarra, che fanno pulsare il mio

penso che la musica sia la cosa che piùaccomuna gli esseri viventi e, anche indiverse lingue o solo suonata, riesce a tra-smettere qualcosa perché il suo linguag-gio è universale. Essa è potente ed entranel cuore delle persone per rimanervi.Proprio come quando mi sono avvicinataa lei la prima volta.

cuore. Tutto con lei è molto più semplice,le cose complicate le trasforma in banalied è per questo che ringrazio con tutta lamia anima coloro che, nella notte deitempi, hanno inventato la musica. GRA-ZIE PER AVER RESO LA MIA VITAPIU' SCORREVOLE E CON MENOOSTACOLI!

RIFLESSIONI

di Chantal Coppolino

LA MIA VITA

I giovani e il loro rapporto con la musica

La musica è sempre esistita ed ha accom-pagnato ogni generazione sin dall’originedell’evoluzione umana. Tutto il mondo èmusica: il canto degli uccelli, il vento, leonde del maree, il pianto di bambini, leurla della mamma. Nella mia vita la musi-ca è importante ed essa per me ha un suofascino, mi aiuta a distrarmi, mi portaallegria, ma anche sa ispirarmi. Mi piacefischiettarla, canticchiarla, mi dà la forzaper affrontare la giornata. E, diciamolopure, a volte faccio i compiti tenendo lamusica di sottofondo. Ogni giorno micapita di sentire qualche canzone che mirappresenta, o che parla di me, delle mieesperienze, del mio modo di pensare. Lecanzoni, del resto, leggono i nostri stati

d’animo, sono vere e proprie poesie.. sì,la poesia della “vita”. Grazie alla mia pro-fessoressa di musica, inoltre, ho imparatoanche a suonare e ad amare la pianola,attraverso la quale mi abbandono alla dol-cezza delle note per poi farle diventaremusica. Creare io stessa musica mi fasentire viva, libera. E credo, anzi sonoconvinta, che il mondo senza musicasarebbe triste, nero, cupo. Perchè essa èlibertà, arte, passione, emozioni, ed è unbene da custodire gelosamente. Io nonpotrei mai stancarmi di ascoltarla, poichéper me è “Vita”. La musica fa parte di mee senza non potrei vivere, così comecredo anche la maggior parte degli esseriumani, o almeno i più sensibili.

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RIFLESSIONI

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si capisce l'importanza della musica nellapropria vita ma per me essa è moltoimportante, anche perché non per forza sideve ascoltare o cantare, si può anchesemplicemente ballare. Tuttavia la musicanon è solo prendere il nostro mp3 e sce-gliere la playlist, ma è anche quella che siascolta dal vivo. E non solo andare in unconcerto per ascoltare il cantante preferi-to, ma anche quando vai in un teatro eascolti un'orchestra suonare. Molte volteda noi giovani la musica suonata dalleorchestre è etichettata come noiosa, maspesso la verità è che non si prova nean-che ad andarla ad ascoltare, non capendoche ogni musica deve essere sentita primadi etichettarla. Quindi ascoltiamola sem-pre con il cuore e capiremo quante emo-zioni essa riesce a suscitare in noi.

Niente mi dà un senso di libertà come lamusica. Libertà perché tu la puoi ascolta-re in qualsiasi modo, libertà perché, men-tre si ascolta un brano, la nostra mente vaa ricordare momenti per noi importanti,libertà perché può trasmetterci energia.La musica è emozione! A chi non è capi-tato almeno una volta di ascoltare unacanzone ed emozionarsi? A me sì, e que-sto succede perché molte a volte essa ci faricordare una persona, un luogo o unavvenimento. Ma non solo... Anche l'e-mozione che si prova quando si inizia asuonare uno strumento è indimenticabile.Io il primo strumento che ho suonato èstato il flauto. Inizialmente non era moltofacile, ma con volontà dopo tre anni sonoriuscita a suonare brani che mi sembrava-no davvero complicati. Spesso, però, non

di Caterina Grasso

PENSIERI IN LIBERTÀ

La vita non è come le fiabe, in cui si rea-lizza tutto con facilità. La vita è sacrificioe bisogna lottare per raggiungere un tra-guardo. Per questo, secondo me, sidovrebbe vivere come nella famosa fiabache tutti i bambini amano, quella diCenerentola, che non si è mai arresa, non-ostante tutti i supplizi subiti dalla matri-gna e dalle sorellastre, e ne è uscita vin-cente, ha “realizzato il suo sogno nonvolontario” sposando il principe. Quindi“mai smettere di sognare, credi nei tuoisogni”... Tutti abbiamo un sogno, chi piùchi meno, un percorso che vorremmo rea-

lizzare, e ci sono moltissimi ragazzi cheogni giorno cercano di inseguire il pro-prio traguardo nel migliore dei modi. Mapurtroppo a volte sono gli altri che credo-no che quel sogno sia inutile, che nonpotrà mai realizzarsi soltanto perché nonpiace a loro, loro che non hanno sicura-mente un traguardo e non lo fanno averenemmeno a chi ha una meta da raggiun-gere e deridendolo, prendendolo in giro,lo fanno sentire triste, fallito. Ignoriamoquindi chi non crede in noi e andiamoavanti per la nostra strada. I have a dream:io ho un sogno... e lo realizzerò!

di Marica Genovese

MAI SMETTERE DI SOGNARE

L'amicizia è una cosa speciale, da preservare,da amare, e mai dimenticare.

Un'amica ti fa compagnia, e non se andrà mai via,l'amicizia ti dona felicità,e starà con te per l'eternità.

di Federica Fazio

L’AMICIZIA

Ognuno di noi osserva il mondo circo-stante con i propri occhi e non si rendeconto del valore che possiedono glioggetti, gli animali ed anche le persone.Noi giudichiamo le persone per le loroazioni ma non per i loro sentimenti, statid'animo ed emozioni perchè tutti hannoun lato nascosto che non vogliono rivela-re a nessuno... Ma spesso questo latonascosto può essere piacevole ad altri edinoltre può condizionare le azioni ed icomportamenti. Dobbiamo imparare aguardare il mondo con occhi diversi,quelli del cuore, perchè sono molto spe-ciali ed il loro potere è di scoprire la veraidentità di una persona.

di Ayrton Scolaro

COGLIEREL’ESSENZIALE

La magiaNon è pura fantasiaMa è anche la magia del NataleChe rende tutto più speciale.La magia della primaveraChe dal burbero inverno ci libera.La magia dei fioriChe rallegra i cuori.Insomma la magia non è qualcosa diirrealeMa una sensazione bellissima e vitale, che nessuno la può proibirepoiché è fatta per stupire.

di Chantal CoppolinoLA MAGIA PRIMAVERA

di Lucrezia Lo Pò

E' arrivata la primavera,che ha creato un'atmosferaunica e gioiosa,proprio come una rosa.Ha portato in tutto il pratodei colori mozzafiato:rosa, giallo, rosso, e blu,non finivano mai più.E' arrivata la primavera,che non finisca mai più si spera.Ha portato tanta allegriain qualsiasi posto in cui tu sia!

Il mio paesino sui monti, sopra una distesa di prato verdino,attorno tante montagne innevatepini alti, alti, che arrivano nel cielo infini-to.Poche casette, quello che basta, una grande cascata,un sole gigante, che illumina un luogo infinito, il mio mondo tanto carino!

IL MIO PAESINOdi Maria Antonia Siracusa

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RECENSIONI

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EMMA MARRONEdi Irene Maiorana

Non si arresta il successo travolgente checonferma Emma tra le voci più importan-ti del panorama musicale italiano in barbaagli scettici, prevenuti nei confronti deitalent show. Emma Marrone, nata il 25maggio 1984 a Firenze, tra il 2009 e il2010 vince infatti la nona edizione di"Amici" e, nel 2010, pubblicato il suoprimo album da solista, "A me piacecosì". Nel 2011 partecipa al Festival diSanremo con i Modà cantando "Arriverà"e il 28 luglio 2011 viene resa nota lacopertina del suo disco "Sarò libera". Nel2012 ripartecipa da solista nel Festival diSanremo con la canzone "Non è l'infer-no", raggiungendo la vittoria con grandesoddisfazione. E' del 2013 il terzo albumintitolato "Schiena", mentre nel 2015Carlo Conti la sceglie come valletta nel

Festival di Sanremo insieme ad Arisa e aRocio Munez Morales. Nello stesso anno,il 23 ottobre, è pubblicato il suo disco"Arriverà l'amore" e, quattro giorni dopo,è annunciato il quarto album "Adesso",composto da 13 brani. Insomma, dallavittoria ad “Amici” la carriera di Emmanon si è più fermata, nonostante le moltedifficoltà personali affrontate e l’opposi-zione di chi non credeva in lei. Proprio lasua grinta e determinazione la rendono lamia cantante preferita. Mi piacciono lesue canzoni e il suo modo di fare perchèriescono a trasmettermi tante emozioni,come credo a molti altri. La sua forza è unesempio di coraggio che molte ragazzevorrebbero avere e questo fa di lei nonsolo una grande cantante ma anche unagrande donna.

ALVARO SOLERdi Maria Celeste De Pasquale

Da ormai due anni sembra essere emersonel panorama musicale internazionale unnuovo esponente della musica latina:Àlvaro Soler, cantante di nazionalità spa-gnola nato a Barcelona nel 1991. Soler hafatto il suo debutto nell’estate 2015 con lacanzone "El mismo Sol" e le sue canzonisono di genere pop. Il suo nuovo singolo,da poco uscito, si intitola "Sofia" ed è unacanzone pronta ad anticipare il suo nuovoalbum "Eterno Agosto". Sinora ha pub-blicato un solo album e tre singoli: "ElMismo Sol" e "Agosto nel 2015", "Sofia"nel 2016. Tuttavia il musicista dimostragrande talento. Sa suonare il pianoforte,la chitarra e lo xilofono. Inoltre partecipe-rà come giudice a "X Factor 2016". Altresue canzoni sono: Tengo Un Sentimiento,Volar, Lucìa, Mi Corazon, Esta Nocheecc. Ospite speciale ad Italia’s Got Talent2016, Soler ha inoltre partecipato e vintola seconda puntata del "Coca ColaSummer Festival". Il suo ritmo coinvol-gente e la melodia latina delle sue canzo-ni, del resto, ben si prestano a diventarepresto dei "tormentoni". È accaduto con"El mismo Sol" e chissà se lo sarà anche"Sofia"? Prepariamoci.

LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATEdi Giusy Giunta

Il film “La mafia uccide solo d’estate” èl'opera prima di un giovane regista emer-gente nel cinema italiano, PierfrancescoDiliberto più noto come Pif, che lo hadiretto e interpretato. In esso l'autore rac-conta la visione dei tragici fatti di Cosanostra a Palermo visti all’inizio con gliocchi di un bambino, Arturo il protagoni-sta, in seguito diventato adolescente einfine giovane che vorrebbe poter cam-biare le cose. Fin da piccolo questi haseguito la sua passione per il giornalismoe la continuerà anche da grande, interes-sandosi di politica e, vivendo a Palermo,purtroppo anche di mafia. Il giovaneArturo racconta infatti che, sin da quandoera piccolo, questa ha sempre avuto unruolo importante nella sua vita, ma nonperché la sua famiglia o lui ne facesseroparte, bensì perché, ogni volta che lamafia faceva qualcosa, era lui il primo apagarne le conseguenze. Ad esempio lapersona di cui si innamora da bambino, edalla quale ne resterà per sempre, è la pic-cola Flora, figlia di un ricco banchiere,che vive nello stesso palazzo di un magi-strato, Rocco Chinnici, che viene ucciso ilgiorno della partenza della bambina per laSvizzera. E come Chinnici, anche altrefigure che animano la Palermo degli anni

'80 incrociano la vita del piccolo Arturo.Il suo unico amico è un giornalista, cheabita sotto casa sua e che, capite le suecapacità, lo invoglia a diventarlo da gran-de. Così il ragazzo, ormai cresciuto, faparte del programma palermitano“Bonsuar” come pianista, ma quello stes-so giorno, quando doveva esserci il suodebutto in TV, incontra dopo anni Flora,ritornata dalla Svizzera, e si dimentica iltesto. La ragazza, però, lo aiuta e lo fadiventare il giornalista che seguirà, nel-l’arco delle elezioni l’onorevole SalvoLima, anche lui ad un certo punto trucida-to dalla mafia. Dopo una serie di peripe-zie alla fine Arturo e Flora riescono afidanzarsi, in seguito sposarsi e infineavere un bambino. E insieme cercherannodi far parte di quella parte sana della cittàdi Palermo che lotta contro la criminalitàe la corruzione. Questo film, anche secomico, ha un significato molto profondo,che fa riflettere su cosa ha fatto la mafia,su come abbia condizionato e condizionila vita dei palermitani da decenni e sucosa noi dobbiamo e possiamo fare, sucosa è giusto o sbagliato. Tra un sorriso eun momento di commozione la lezioneche Pif ci trasmette è che è nostro doverecombattere la mafia, denunciarla e nonaverne paura, perché spaventandoci fac-ciamo solo sì che essa diventi ancora piùforte e le diamo il potere di vincere con-tro di noi e contro lo Stato.Sfortunatamente molte delle persone chesi sono ribellate alla criminalità sono stateuccise, ma non è sempre così. Oggi è piùfacile combatte e restare vivi perchè si èpiù uniti e lo Stato protegge di più. E filmcome questo contribuiscono a diffonderela speranza in un futuro migliore.

È nata una nuova stella delpop latino?

Quando un film può fare ridere e riflettere

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GIOCHI

RICORDATE!Potete leggere

questi ed altri articolisulla pagina di

Repubblic@Scuolae su NOI MAGAZINEdella Gazzetta del

Sud

Direttore ResponsabileFelicia Maria Oliveri

EditoreI.C. “Foscolo” di

Barcellona Pozzo di Gotto

RedazioneAlunni della Scuola

Secondaria “Foscolo” diBarcellona P.GNumero chiuso il 24/05/2016

DEFINIZIONI:1. Sta in cielo di giorno 2. Ha le acque salate3. Si crea sotto un albero e dà sollievo al caldo4. Colorazione della pelle dovuta al sole5. Si intravedono nel mare all’orizzonte6. Stabilimento balneare7. Ti rinfresca nelle giornate calde8. La prendi quando stai troppo sotto il sole9. Si pratica in piscina o al mare10. Si desidera quando fa troppo caldo

CRUCIVERBA ESTATE

CRUCIVERBA CITTÀ

CRUCIVERBA GIORNALISMO

di Salvina Mallemaci e Simona Romano

di Sofia Bagnato e Elena Ferrara

di Giovanni Crisafulli, Ilaria Genovese, GabrieleMaggio, Simona Recupero, Paolo Zingales

DEFINIZIONI:1. Viene definita la Grande Mela.2. Capitale della Spagna.3. Possiede una grande ruota panoramica.4. Capitale dell’Irlanda.5. E’ in Spagna e ha l’acquario più grande d’Europa.6. Città natale di Federico II di Svevia.7. In Galles vi si trova il Castell Coch.8. Fa parte del triangolo industriale d’Italia.9. Città con Beverly Hills e il Getty Museum.10. Il muro la divideva.11. Vi si trova l’università più importante del mondo.12. La capitale del cinema mondiale.

DEFINIZIONI:1. Scritto destinato ad un giornale o una rivista.2. Notiziario trasmesso in TV.3. Colui che vende i giornali.4. Luogo in cui si crea il giornale.5. La Buonamici giornalista del TG 5.6. Registro in cui si annotano notizie di vario tipo .7. Commentatore qualificato sulla stampa o in TV8. Lavora per una redazione9. Giornale che esce ogni giorno.10. Pubblicazione periodica 11. Fatto, avvenimento del giorno o recentissimo.13 Selezione giornalistica che tratta eventi tragici.