Diocesi di Imola IL PROGRAMMA 2014/2015 · metodo formativo che genera uno stile di appartenenza...

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IL PROGRAMMA dell’Ac di Imola 2014/2015 Diocesi di Imola Il ‘Seminatore uscì a seminare’ è l’imma- gine evangelica che riassume gli orien- tamenti dell’Ac nazionale per il triennio 2014-17 e ben riprende i tre verbi che sono stati consegnati da papa Francesco all’Azione Cattolica il 3 maggio scorso, al termine della XV Assemblea nazio- nale: ‘rimanere con Gesù’, ‘andare per le strade’, ‘gioire ed esultare sempre nel Signore’. Cogliamo in que- ste parole il forte invito a vivere la vocazione di laici associati evitan- do ‘la tentazione della quiete, della chiusura e dell’inti- mismo, per essere sempre pronti a vivere e diffondere la gioia del Van- gelo’. A partire quindi dalle parole del Papa, dalle ri- flessioni dell’Assemblea nazionale e dagli ambiti di vita (famiglia, lavoro, parrocchia, città) approfonditi nel nostro documento assembleare, l’Ac diocesana propone di dedicare questo primo anno del triennio alla PARROCCHIA. ANCORA LA PARROCCHIA? Il magistero del Papa e i documenti assembleari contengono un’indicazione chiara sul fatto che la parrocchia possa continuare ad essere ‘Chiesa tra le case degli uomini’. Se ben vissuta e organizza- ta, può essere un crocevia di spiritualità e di carità, luogo aperto in cui le differenze convivono e l’accoglienza è la regola in virtù del Battesimo e del riconoscere prima di tutto l’u- manità che unisce piuttosto che il peccato che divide. Animare la parrocchia significa dare vita ad una comunità gioio- sa ed attraente, in cui è bandito il pregiudizio, l’orgoglio, l’autoreferenzialità, la gestione solitaria del parroco o di una piccola élite per valorizzare le potenzialità di tutti perché si è compreso che il vero centro è l’Eucarestia, in particolar modo quella domenicale. CONFRONTO CON LA REALTÀ Questa visione della parrocchia richiede un adegua- mento flessibile per tenere conto delle domande e dei biso- gni delle persone, dei tempi di vita e di lavoro. È indispensabile trovare un equilibrio tra la realtà presente e la tradi- zione, superando la tentazione del ‘si fa così perché si è sempre fatto così”. Dobbiamo però riconoscere che tante parrocchie non corrispondo- no a questa immagine viva, ma sono segnate da stanchezza e chiusure che allontanano le persone. La fatica con cui generalmente sono vissute le unità pastorali – sia dai preti che dai laici - testimonia la necessità di un’edu- cazione a costruire la comunità che è fatta prima dalle persone e poi, certamente, dalle strutture. COSA PROPONE L’AC? Da questi bisogni e dalla lettura della realtà è scaturita l’idea di proporre come tema unitario dell’anno associativo quello della parrocchia, non certo per chia- mare le persone in centro diocesano a parlarne, ma nel senso di sostenere, ap- poggiare, accompagnare - con la presen- za e con sussidi - la vita delle parrocchie e delle persone che ci vivono. Siamo convinti che per rivitalizzare le parrocchie sia necessario un di più di Ac: non l’ampliamento di una struttura, ma il riconoscimento che l’essere associazione è un valore aggiunto. L’Ac, in quanto associazione, è metodo formativo che genera uno stile di appartenenza alla Chiesa: prendersi cura dell’insieme della vita ecclesiale, non solo del proprio pezzetto o del proprio territorio o della propria categoria, richiede una visione ampia del fine per cui si è nella Chiesa ed educa a pensarsi come un NOI, in un’ottica di comunione. In questa pro- spettiva il centro diocesano propone alle parrocchie alcune scelte per le quali sono già di- sponibili dei sussidi (vedi box): il Con- siglio parrocchiale come luogo di sin- tesi e formazione, la caritativa come completamento necessario della vita cristiana, la scelta della Messa domenicale da vivere insieme come fonte per la costruzione della comunità. A questo dob- biamo aggiungere le proposte per la formazione degli educatori/animatori di tutte le età: dalla Scuola educatori (SERA) alle varie giornate formative che, lungo tutto l’anno, accompa- gneranno nel per- corso educativo. Come dice mons. Bianchi, assistente generale dell’Ac, riprendendo un invito di papa Francesco: ‘L’Ac fa la scelta delle parrocchie per aprirne le porte e fare uscire Gesù’. IL SEMINATORE USCÌ A SEMINARE “L’Ac fa la scelta delle parrocchie per aprirne le porte e fare uscire Gesù” (mons. Bianchi)

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IL PROGRAMMA dell’Ac di Imola 2014/2015

Diocesi di Imola

Il ‘Seminatore uscì a seminare’ è l’imma-gine evangelica che riassume gli orien-tamenti dell’Ac nazionale per il triennio 2014-17 e ben riprende i tre verbi che sono stati consegnati da papa Francesco all’Azione Cattolica il 3 maggio scorso, al termine della XV Assemblea nazio-nale: ‘rimanere con Gesù’, ‘andare per le strade’, ‘gioire ed esultare sempre nel Signore’.

Cogliamo in que-ste parole il forte invito a vivere la vocazione di laici associati evitan-do ‘la tentazione della quiete, della chiusura e dell’inti-mismo, per essere sempre pronti a vivere e diffondere la gioia del Van-gelo’.

A partire quindi dalle parole del Papa, dalle ri-flessioni dell’Assemblea nazionale e dagli ambiti di vita (famiglia, lavoro, parrocchia, città) approfonditi nel nostro documento assembleare, l’Ac diocesana propone di dedicare questo primo anno del triennio alla PARROCCHIA.

• ANCORA LA PARROCCHIA? •

Il magistero del Papa e i documenti assembleari contengono un’indicazione

chiara sul fatto che la parrocchia possa continuare ad essere ‘Chiesa tra le case degli uomini’. Se ben vissuta e organizza-ta, può essere un crocevia di spiritualità e di carità, luogo aperto in cui le differenze convivono e l’accoglienza è la regola in

virtù del Battesimo e del riconoscere prima di tutto l’u-manità che unisce piuttosto che il peccato che divide.

Animare la parrocchia significa

dare vita ad una comunità gioio-sa ed attraente, in cui è bandito il pregiudizio, l’orgoglio, l’autoreferenzialità, la gestione solitaria del parroco o di una piccola élite per valorizzare le potenzialità di tutti perché si è compreso che il vero centro è l’Eucarestia, in particolar modo quella domenicale.

• CONFRONTO CON LA REALTÀ •

Questa visione della parrocchia richiede un adegua-mento flessibile per tenere conto delle domande e dei biso-gni delle persone, dei tempi di vita

e di lavoro. È indispensabile trovare un equilibrio tra la realtà presente e la tradi-zione, superando la tentazione del ‘si fa così perché si è sempre fatto così”.

Dobbiamo però riconoscere che tante parrocchie non corrispondo-

no a questa immagine viva, ma sono segnate da stanchezza e chiusure che allontanano le persone.

La fatica con cui generalmente sono vissute le unità pastorali – sia dai preti che dai laici - testimonia la necessità di un’edu-cazione a costruire la comunità che è fatta prima dalle persone e poi, certamente, dalle strutture.

• COSA PROPONE L’AC? •

Da questi bisogni e dalla lettura della realtà è scaturita l’idea di proporre come tema unitario dell’anno associativo quello della parrocchia, non certo per chia-mare le persone in centro diocesano a parlarne, ma nel senso di sostenere, ap-poggiare, accompagnare - con la presen-za e con sussidi - la vita delle parrocchie e delle persone che ci vivono.

Siamo convinti che per rivitalizzare le parrocchie sia necessario un di più di Ac: non l’ampliamento di una struttura, ma il riconoscimento che l’essere associazione è un valore aggiunto.

L’Ac, in quanto associazione, è metodo formativo che genera uno stile di appartenenza alla Chiesa: prendersi cura dell’insieme della vita ecclesiale, non solo del proprio pezzetto o del proprio territorio o della propria categoria, richiede una visione ampia del fine per cui si è nella Chiesa ed educa a

pensarsi come un NOI, in un’ottica di comunione.

In questa pro-spettiva il centro diocesano propone alle parrocchie alcune scelte per le quali sono già di-sponibili dei sussidi (vedi box): il Con-siglio parrocchiale come luogo di sin-tesi e formazione, la caritativa come completamento necessario della vita cristiana, la scelta della Messa domenicale da vivere insieme come fonte per la costruzione della comunità.

A questo dob-

biamo aggiungere le proposte per la formazione degli educatori/animatori di tutte le età: dalla Scuola educatori (SERA) alle varie giornate formative che, lungo tutto l’anno, accompa-gneranno nel per-corso educativo.

Come dice mons. Bianchi, assistente generale dell’Ac, riprendendo un

invito di papa Francesco: ‘L’Ac fa la scelta delle parrocchie per aprirne le porte e fare uscire Gesù’.

IL SEMINATORE USCÌ A SEMINARE

“L’Ac fa la scelta delle parrocchie per aprirne le porte e fare uscire Gesù” (mons. Bianchi)

Vivere l’Acr da protagonisti significa mettersi in cammino accanto a Gesu´, facendo parte di una comunità viva e accogliente che stimoli gli acrini e li aiuti a crescere nella fede. Ma riuscia-mo realmente a realizzare il progetto di vita pensato per noi? Noi educatori siamo chiamati ad accompagnare i ragazzi in questa scoperta, a scaldare loro il cuore e a dare testimonianza della bellezza dell’incontro vissuto con Cristo. Sperimenteremo insieme la gioia del camminare come fratelli, vivendo in comunione. Affidandoci a Lui, troveremo una gioia piena che non muore.

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