Dio è con noi E’ tempo di speranza -...

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Bollettino della Parrocchia di San Vittore Vescovo - Besurica Supplemento de “Il Nuovo Giornale” n. 45 del 14/12/2012 Redazione: Via Grazioli, 1 - tel. 0523/751318 NATALE 2012 www.sanvittorepc.net D i o è c o n n o i . . . E t e m p o d i s p e r a n z a

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Bollettino della Parrocchia di San Vittore Vescovo - BesuricaSupplemento de “Il Nuovo Giornale” n. 45 del 14/12/2012Redazione: Via Grazioli, 1 - tel. 0523/751318

NATALE 2012

w w w . s a n v i t t o r e p c . n e t

Dio è con noi...E’ tempo di speranza

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Notiziario2

HANNO COLLABORATO: Capelli Franco, Quarta Ornella, Strinati Beatrice, Mastronardo Andrea, Bianchi Laura, Magnaschi Marco, Ferrari Giulia, Oppici Silvana

visitate

il nuovo

SuperstoreStrada Agazzana, 8 - Piacenza

LUNEDÌ 17 DICEMBREalle ore 21,00 veglia penitenziale e confessione per gli adulti

GIOVEDÌ 20 DICEMBREalle ore 19,00 veglia penitenziale per gli adolescenti e i giovani

dopo la Confessione si cenerà insieme.

LUNEDÌ 24 DICEMBREdalle ore 16,30 chi lo vorrà potrà celebrare il Sacramento della Riconciliazione alle ore 23,00 celebrazione della Santa Messa di Natale

SABATO 26 GENNAIOalle ore 21 in Chiesa si terrà la tradizionale preghiera per i figli

a cui sono invitati tutti i genitori

NATALE GENEROSOLA PARROCCHIA IN QUESTO PERIODO HA USCITE MENSILI DI CIRCA € 6.000,00 (SEIMILA)DOVUTE IN PARTE AL PAGAMENTO DEL DEBITO CONTRATTO PER I LAVORI FATTI E IN PARTEALL’ORDINARIA AMMINISTRAZIONE DELLA VITA PARROCCHIALE.Sappiamo tutti che la crisi si fa sentire. Credo però che non si faccia sentire in tutte le case allostesso modo. Mi permetto di rivolgermi pertanto a chi non ha particolari difficoltà a mostrarsigeneroso anche a nome di quanti in questo momento non possono collaborare sul piano eco-nomico alla vita della comunità. SE DECIDI DI DARE UN TUO CONTRIBUTO RIVOLGITI O A DON FRANCO O ALLA SEGRETERIADELLA PARROCCHIA OPPURE ALLA FILIALE DELLA BESURICA DELLA BANCA DI PIACENZA(codice IBAN IT54V0515612604CC0260000002, motivazione: sostegno per il centro “incon-triamoci oppure sostegno delle attività parrocchiali).

Don Franco

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Editoriale 3

Carissimi, nel periodo dellʼAvvento,il tempo che ci conduce al Nataleabbiamo ricevuto forte lʼinvito a nonavere paura. Nella storia della sal-vezza – ci è stato ricordato - daAdamo ad Abramo, da Mosè a Ge-remia e agli altri profeti, da Zaccariae Maria a Maria Maddalena e agliapostoli, fino all'ultimo dei discepolichiamati dal Signore a seguirlo efino all'ultimo degli uomini cui arrivala voce dello Spirito: a tutti è statorivolto lʼinvito-comando: "non averepaura". Se questo invito è arrivato a tantaumanità è anche perché il senti-mento della paura fa parte di noi:abbiamo paura del futuro….magarianche di Dio e può succedere chesiamo addirittura noi stessi a farcipaura. E oggi più che mai le nostre per-plessità sono grandi e siamo un poʼ

intimoriti di fronte alla scelta di fedee alla missione che il Signore ci af-fida.Non è facile, si dice, essere cri-stiani-testimoni dentro la storia, nonè facile essere preti…..non è facileessere genitori coerenti, cittadini at-tenti…..non è facile vivere lo spiritodelle Beatitudini.Tra qualche giorno, nel Natale,come singoli e come comunità rivi-viamo lʼevento degli eventi: il Dio diAbramo, di Isacco, di Giacobbe, diGeremia, di Isaia si è fatto umanità,coinvolgendosi in modo definitivodentro la storia in un misterioso mareale farsi accanto allʼuomo nel suocammino.Anche in questo Natale risuoneràper ogni credente, per ogni uomo eper ogni comunità, per me e per te,questa parola-invito:”non temete:ecco, vi annuncio una grande gioia,

che sarà di tutto il popolo, oggi nellacittà di Davide è nato per voi un sal-vatore, che è Cristo Signore”. Non avere paura allora perché Dioè Emmanuele ( Dio con noi) e in luiuna luce si è levata per me, per tesulla nostra vita, sulla nostra casa,sulla nostra città; in lui si sono rea-lizzate e si realizzano le parole delprofeta: “il popolo che camminavanelle tenebre vide una grande luce”. Non avere paura perché con Lui siaccende il cuore ad una speranzanuova, con Lui e grazie a Lui si rian-nodano i fili di un'umanità dispersae immersa nella solitudine.Carissimi, da credenti allora pos-siamo dire a noi stessi e al mondoche nonostante tutto è tempo diLuce e di Speranza.

Buon Natale.

Don Franco

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Ogni anno a Natale contempliamo il mi-stero di un Dio che è con noi!Un Dio che “...si è fatto bambino per at-tirare a sé con la tenerezza del suoamore e con la grandezza della suaumiltà. Eʼ un Dio-bambino per aprire atutti la sorgente dellʼimmensa bontà diDio”.Con queste parole il Cardinal DionigiTettamanzi si rivolge ai bambini delladiocesi di Milano per cercare di far lorointuire il cuore del mistero natalizio.Anche per noi il Natale è motivo di rifles-sioni profonde. In particolare quest'annosarà vissuto nella nostra famiglia inmodo speciale per l'arrivo del nostro se-condo bambino, Isaia, tanto atteso ma,allo stesso tempo, arrivato con modalitàdel tutto inaspettate.La nascita di un bambino è sempre unagioia immensa. Per noi la gioia era ac-compagnata da una grande appren-sione in quanto Isaia è dovuto nasceredue mesi prima del previsto. Nei giorniche precedevano il suo arrivo, quelli piùcarichi di ansie e paure, ci dava forza esperanza il nome che avevamo sceltoper lui. Isaia significa infatti "Dio è sal-vezza" o "Dio salva" e così ci siamo af-fidati a questa certezza: Dio sa cosa èbene per noi, anche se il più delle voltele sue vie non ci sono immediatamentecomprensibili. Egli sa ciò di cui abbiamorealmente bisogno più ancora di quantolo sappiamo noi perché Egli ci ha creati.Isaia ha dalle prime ore stupito tutti coloroche si occupavano di lui per la reattivitàe il grande attaccamento alla vita. I suoiprimi giorni non sono stati privi di ostacolima il suo piccolo essere sembrava gri-dare l'amore immenso per l'esistenza.Essere accanto a lui, anche solo per al-

cuni minuti, ci faceva intuirecon più forza il Mistero di unDio che è Vita e dona la vita eche è ben al di là della nostraragione e delle nostre argo-mentazioni.Noi genitori e il fratello Gio-vanni abbiamo dovuto averemolta pazienza. Avremmo vo-luto accogliere da subito il no-stro piccolino e invece per piùdi un mese è rimasto in ospe-dale. In particolare Giovanniha potuto solamente vederlo,senza poterlo toccare e coc-colare come da mesi deside-rava.Questa esperienza, a tratti

non facile, è stata però occasione di sor-prese. Tante persone amiche ci sonostate vicino, si sono dimostrate capaci divicinanza e condivisione. Abbiamo sco-perto che siamo circondati da riserve im-mense di amicizia, di solidarietà e nonci siamo mai sentiti soli. Quando i mo-menti di sofferenza sono vissuti in soli-tudine diventano drammatici, quandosono condivisi da chi dimostra affetto ecomprensione possono diventare mo-menti importanti di crescita anche spiri-tuale. Il Signore dona speranza esalvezza anche tramite le presenze ami-che e le loro azioni generose.Attraverso queste pagine ci permet-tiamo di augurare un Buon Natale spe-ciale a tutti coloro che ci hannoaccompagnati in questi mesi.Buon Natale a Don Franco che è statopresente sempre con discrezione e in-telligenza, aiutandoci nei momenti piùbelli e gioiosi come in quelli di maggiorsconforto. Quando Isaia è uscito dal-l'ospedale è una delle prime personeche ha conosciuto, come era nostro de-siderio dai giorni spensierati della va-canza in montagna.Buon Natale a tutti i parrocchiani che cihanno fatto sentire la loro vicinanza. E'bello sentirsi parte di una comunità viva,capace di tanto amore.Buon Natale a tutti i bambini che conspontaneità, attraverso biglietti, disegnie parole sincere hanno detto tutto il loroaffetto per noi e per Isaia.Buon Natale a tutto il gruppo dei cate-chisti di cui io, Laura, sento oramai di farparte, che mi è stato vicino con amicizia.Buon Natale a tutti coloro che si sonooccupati di Isaia in questi mesi, infer-miere e medici,che lo hanno accompa-

gnato con professionalità ma anche contenerezza e amore nel suo delicato ini-zio della vita.Concludiamo con un pensiero di una per-sona cara, che è stata particolarmente vi-cina a Giovanni, che ha guidato questenostre riflessioni e ci ha permesso di leg-gere le nostre esperienze da un punto divista più maturo e proficuo.“IL BUON DIO NON CI MISURA INBASE AL COEFFICIENTE DI EFFI-CIENZA, COSI', FRA L'ALTRO, POS-SIAMO AIUTARCI E CHIEDEREAIUTO, AFFIDARCI E AFFIDARE".Le prove della vita ci permettono di la-sciar cadere le nostre difese e di mo-strarci per quello che siamo. Cipermettono di avvicinare gli altri, dicreare quel clima di prossimità e solida-rietà che alimenta la nostra umanità.Non siamo infallibili, non possiamo spie-gare tutto, come uomini siamo umili e cidobbiamo affidare a chi è immensa-mente più grande e ci ha creati.Eʼ il grande mistero della vita che ognianno celebriamo.Buon Natale!!!!!

Laura, Marco, Giovanni

Anche questʼanno sta per arrivare Na-tale… il giorno di Natale è forse la ricor-renza più complessa da gestire in unasituazione come la mia. Sono la mammadi due bambini che sentono ancora la“magia” del Natale ma che possono con-dividerla solo con me… purtroppo daormai 3 anni papà è “volato in cielo” e, pursentendo quotidianamente la sua man-canza, in occasione delle feste si senteancora di più!Eppure la “magia” del Natale rimane, conmolta fatica, con un groppo in gola, con lelacrime che ci si sforza di trattenere e chea volte non si trattengono…ma la “magia”rimane! E io per prima voglio che rimanga, voglioche i miei due bambini si sentano fortunati

Esperienze

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Buon Natale da... 5

Caro Babbo Natale, torniamo a scriverti una letterina dopotanti anni. Ora siamo una famiglia nonvediamo lʼora che tu possa arrivare atrovarci. Immaginiamo la tua difficoltànel scegliere i regali per tutti e allora ab-biamo deciso di scriverti per aiutarti.In questi anni siamo cambiati tanto,siamo cresciuti e diventati una famiglia,con tutte le difficoltà di questo tempo. Lacrisi economica, la mancanza di lavoro,la crisi di chiarezza nei valori. Abbiamosbagliato, siamo caduti ma ci siamosempre rialzati più forti e più fieri diprima. Siamo tanto diversi nella nostra

famiglia siamo bianchi, neri, gialli masiamo uniti nellʼamore senza calcoli.Dovremmo imparare da te. E dovrebbeessere Natale tutti i giorni. Tu negli annici hai insegnato a donare senza chie-dere nulla in cambio.Anche questʼanno proviamo a farti le no-stre richieste. Speriamo di non meritareil carbone…Ti chiediamo di regalarci la forza diamare tutti i giorni, non solo a Natale,non solo tra noi, ma anche chi non cipiace. Quello ritenuto sbagliato, diverso,sfortunato. Forse è solo un uomo chepensa in modo differente. Aiutaci adamare la diversità.Regalaci la forza di non scoraggiarci difronte alla crisi economica, aiutaci a ca-pire ciò che è importante, ciò che nonpassa mai di moda e che non diventeràobsoleto. Aiutaci a capire ciò che è ve-ramente prezioso nella nostra vita. Aiutaci a fare un passo indietro nel be-nessere economico, senza indietreg-giare mai nei valori dellʼonestà, dellamoralità, nella rettitudine.Regalarci la forza di cercare negli altriquel figlio cercato e mai arrivato. Aiutacia rompere la timidezza per tornare adabbracciare il nostro genitore, ci siamodimenticati come si fa.Regalaci il coraggio di combattere lʼegoi-smo dellʼIO. Donaci la forza di essere controcor-rente, di credere che lʼunico obiettivonon sia ottenere il piacere e la vittoriapersonale. Non esiste solo lʼoggi, esi-ste un domani per il quale lavorare,che potrebbe essere dei nostri figli edei nostri nipoti.Regalaci il tempo degli affetti, il tempodegli abbracci e delle strette di manoche non abbiamo mai dato. Speriamo dipoter trovare braccia aperte e cuori sen-sibili ad accoglierci.Se non potrai regalarci la salute per tuttiregalaci persone attorno a noi che non

ci facciano sentire soli nel dubbio, nellamalattia, nella debolezza. La prova saràcomunque difficile, ma ci sentiremoparte di una comunità che ci è vicino,sempre. Non solo nella gioia e nellafesta.Caro Babbo Natale, regalaci non solo lagioia di aprire le nostre porte ma oggiabbiamo bisogno una carica nuova.Dobbiamo trovare la spinta ad usciredalle nostre case verso lʼaltro. Speriamo tu possa ascoltare le nostre ri-chieste. Ti vogliamo bene.

Una giovane coppia della Besurica.

per aver avuto un padre meraviglioso…anche se per poco, che si sentano amatie che anche questʼanno, come sempre, vi-vano serenamente questo straordinarioevento che è la nascita di Gesù! La nascita di questo bimbo speciale alquale tutti i giorni i miei bimbi si rivolgonocon le loro preghiere, con le loro speranze,con i loro sorrisi e con la loro voglia di vi-vere seguendo la Sua parola, anche se avolte è difficile, anche se a volte si sbaglia,anche se a volte ci si lascia prendere dallosconforto… ed io posso solo ringraziare ilcielo per aver avuto lʼopportunità di vivereaccanto ad una persona come mio maritoche ha dato colore alla mia vita!Oggi più che mai sento la necessità di cre-dere nel raggio di luce che il Signore cidona e che illumina il nostro cammino, uncammino spesso difficile ma che ci dà lʼop-portunità di fare tante esperienze, di incon-trare tante persone, di vivere tantimomenti unici… Sono convinta che ci sia una luce per tutti,basta avere la forza e il coraggio di sa-perla trovare… Grazie Signore per quelloche ci dai, per la “magia” che si rinnovaogni anno durante la celebrazione dellaTua nascita!

Ornella

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L’anno della Fede6

“Abramo, Abramo!»: a rivolgersi cosìad Abramo è la voce del Signore, diquel Dio che ha accompagnato e se-gnato tutta la sua vita di patriarca. Lafigura di Abramo, di cui si narra nellibro della Genesi, è ricca e varia, maa ragione S. Paolo (insieme all'autoredella Lettera agli Ebrei) ha potuto sin-tetizzare la sua vicenda proprio indi-cando nel patriarca l'uomo della fede.Abramo compare alla fine del c. 11 diGenesi, e subito, all'inizio del capitolosuccessivo, il Signore si rivolge a luiper invitarlo a lasciare la sua terra«verso la terra che indicherò» (Gen12,1). Abramo, settantacinquenne,va. È qui che inizia la sua vicenda dibenedizione e di incontro sempre piùricco e fecondo con il Signore, ed ini-zia a manifestarsi la sua fede. È sin-golarissima la vicenda di Abramo, eci dice soprattutto un'amicizia strettae unica di quest'uomo anziano con ilsuo Dio. Per contro, ci dice la dispo-nibilità di Dio a una relazione strin-gente con noi, con l'uomo, con unpopolo. A questa disponibilità,Abramo risponde con la fede. Fedeche è quindi suscitata da Dio, ma incui Abramo persiste, anche quandola promessa già ricevuta sembra per-dersi nell'impossibilità e nella cadu-cità umana: come Dio potrà donareuna discendenza, se l'uomo è vec-chio e la donna è sterile? Ma, comedice Paolo, anche in questa occa-sione Abramo mon vacillò nella fede»e mon esitò per incredulità» (cf. Rm4,18-20); nella visita che il patriarcariceve, insieme alla moglie Sara, allequerce di Mamre (Gen 18), si mani-festa tutta la misteriosa vicinanza diDio a quest'uomo..Ma la vicenda di Abramo giunge alsuo culmine nell'episodio ricordatonel titolo, in cui Abramo non esita acondurre il figlio Isacco - il figlioamato, il figlio della promessa almonte indicato da Dio per il sacrificio.In questo c. 22 della Genesi si rivelala vera statura di Abramo e della suafede, che ancora si manifesta - comequando lasciò la sua terra - nell'obbe-

dienza. Ora il dono di Dio si fa donoper Dio, il frutto della promessa si faconsegna fiduciosa. Il gesto che Diopermette, quell'alzare la mano ar-mata verso il figlio legato, rendeAbramo capace di donare lui stessoqualcosa a Dio, quasi a ricambiare ildono del figlio già ricevuto. Dio con-sente al patriarca di esporsi in modoradicale e di compiere un'azione de-finitiva, che mostrerà per sempre lasua fede. Di un Dio così, sembra dirciAbramo, ci possiamo fidare.Ma anche in questo episodio, tutto èpartito dall'iniziativa di Dio, che -come tante volte già prima - ha chia-

mato Abramo a sé con quel nomeche lui stesso gli aveva assegnato:«Abramo, Abramo!». Questa chia-mata segna, sempre, !'inizio dellafede. Anche per noi, nel percorso diquesto anno della fede, è impor-tante mantenere questo puntofermo: la fede inizia laddove Dioprende l'iniziativa nei nostri con-fronti. La fede inizia per una chia-mata, inizia quando è pronunciatoil nostro nome (cfr Rito del Batte-simo!). Anche per il cristiano di oggi, comeper Abramo, il punto di partenza è ilriconoscimento di un Dio disponibileall'incontro. Un Dio che viene a me,che interpella la vita. Senza dimen-ticare, da ultimo, un aspetto di novitàche emerge dal Nuovo Testamento:secondo Paolo, la fede di Abramo èofferta a tutti gli uomini, e non soloal popolo dell'alleanza, della circon-cisione e della terra (di cui pureAbramo è padre). La fede, cioè, è of-ferta da Dio non soltanto al popoloebraico, ma ad ogni uomo. E natu-ralmente, ogni uomo è per controchiamato alla fede nel Dio di Gesù.In qualche modo, il Nuovo Testa-mento afferma che Abramo rimanecome "modello" di fede per ogni cri-stiano, ma è "superato" da Gesùstesso, che - difatti - si dichiara aper-tamente più grande di Abramo (cf.Gv 8,58). Non a caso S. Paolo, lad-dove presenta ai Romani la figura diAbramo come modello e padre dellafede, termina la sua perorazione conla celebre affermazione secondo laquale «giustificati dunque per fede[la fede di Abramo], noi siamo inpace con Dio per mezzo del Signorenostro Gesù Cristo» (Rm 5,1). Figli di Abramo, certo, ma ancorpiù figli nel Figlio: ecco la condi-zione del cristiano che è chiamatoa vivere la sua fede nella novità delfiglio di Dio fatto uomo per noi,«Gesù, colui che dà origine allafede e la porta a compimento» (Eb12,2).

Abramo, il padre di tutti i credentiIL PERCORSO DI MEDITAZIONE SULLE FIGURE BIBLICHE PER LʼANNO DELLA FEDE NON POTEVA CHE CO-MINCIARE CON ABRAMO, «IL QUALE È PADRE DI TUTTI NOI» (RM 4.16), E PROPRIO IN VIRTÙ DELLA FEDE,COME PIÙ VOLTE RICORDA PAOLO NELLE SUE LETTERE.

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L’anno della Fede 7

LA PROFESSIONE DI FEDE: CREDO IN DIO PADRE"Figli nel Figlio", così recita la liturgia battesimale. Quando viene pronunciata questa espressione siamo ricondottia momenti decisivi e commoventi della nostra esistenza."Abramo, Abramo!": la vicenda di Abramo inizia qui, nel vibrare della voce di Dio che lo chiama per nome. Quiprende forma la sua storia, qui la sorpresa e l'incanto di un incontro iniziano a definire le trame della sua vicenda.Proprio nel vibrare del suo nome, in quell'appello, in quella convocazione, vive la promessa del suo Signore, quelloche sarà il suo futuro, lʼinaspettato e l'inatteso entro i cui confini i suoi giorni tesseranno un gioco di benedizione.Anche la nostra fede inizia quando viene pronunziato il nostro nome: nella voce di nostro padre e di nostramadre che sulla soglia di una chiesa nel dire il nostro nome invocano Dio per noi e lo invocano come una be-nedizione dall'alto, come un incontro d'amore che accompagnerà i nostri passi. Commuove questo inizio, questonostro iniziare la vita sotto lo sguardo di Dio: che cosa sarà, infatti, il nostro futuro, che cosa sarà di noi, chi in-contreremo, chi ameremo, quali saranno i tratti profondi e discreti del nostro vivere? E che cosa sarà di noi in-nanzi a Dio? Ci allontaneremo? Gli saremo fedeli e vicini? Non lo sappiamo. Quel giorno però sappiamo cheDio starà sempre con noi: come un Padre, come una mano benedicente e accogliente, come una parolad'amore, come un gesto che scrive la nostra memoria, come acqua che ristora e sempre ci rinnova, come lacertezza di un volto d'amore che come tale chiede di essere sempre riconosciuto."Figli nel Figlio" così recita la liturgia battesimale e qui forse, la commozione vive il suo apice: non "gettati"nel mondo, ma desiderio di amore, figli amati da uno stesso Padre, tutti raccolti in un'unica vicendad'amore. "Uno solo è il Padre vostro, quello del cielo..." ci dice, appunto Gesù: Credo, quindi, in Dio Padre.

Via F. Coppalati, 15 - PIACENZA Fraz. Le MoseTel. 0523 577511 (r.a.) - Fax 0523 66779 - 0523 590864

Telex 530357

la redazione augura alla Comunità un Natale di luceed un anno nuovo vissutonella fiducia oltre le paure

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La festa patronale è stata vissuta inmodo articolato.Il venerdì precedente ci siamo ritro-vati in Chiesa per la CelebrazioneEucaristica durante la quale ab-biamo aperto ufficialmente lʼannodella fede nella nostra parrocchia.Il sabato ci ha visti insieme per unmomento conviviale che ci è stato diaiuto anche sul piano economico.La Domenica ci ha visti impegnati indue momenti: la presentazione allacomunità dei bambini che in maggioparteciperanno alla Messa di PrimaComunione e il rinnovo della promessada parte ci otto coppie di sposi.

A proposito della loro presentazione i bambini– interpellati dalle catechiste - si sono espressiin modo entusiasta dicendo da una parte isentimenti contraddittori che hanno provato edallʼaltra i messaggi che durante la celebra-zione hanno ricevuto.Riprendiamo alcune delle loro testimo-nianze che sono riassuntive del vissuto ingenerale un poʼ di tutti.“Domenica scorsa, durante la celebra-zione della Messa, ho provato timidezza,felicità e ansia. Timidezza perché non mipiace stare davanti alla gente; felicità per-chè mi sono presentato alla comunità:ansia perché ero un poʼ preoccupato”.“Domenica ho provato molta felicità,molta gioia e molto entusiasmo perchénon vedevo lʼora di andare allʼaltare adire il mio eccomi, di passare con i ce-stini per la raccolta delle offerte e difare il canto finale davanti a tutta lacomunità ma soprattutto davanti aigenitori e davanti a Gesù”.“Di quella giornata ricordo il mo-...anche il coro giovani-adulti si sta allargando con la presenza

di nuovi coristi e strumentisti. La loro presenza è un aiuto im-

portante per assemblea domenicale.

I bambini che fanno parte del coro e i chierichetti hanno un belsenso di appartenenza e sono un gruppo ormai consolidato. Qualche Domenica fa si sono ritrovati per fare festa insieme...

8 Vita parrocchiale

la nostra

Festa

Patronale

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Vita parrocchiale 9

mento in cui abbiamo cantato perchéquando siamo usciti dalla Chiesa miamamma mi ha detto che sono statobravissimo”.“Domenica sono stata emozionataperché volevo cantare la canzonevolevo anche leggere. Sono statacontenta perchè ci hanno fatto i com-plimenti tutti ma soprattutto mamma epapà”. “Ho provato emozioni diverse: felicità,gioia, vergogna, ma è stata una sen-sazione bella. Ero contenta perchétanti genitori e tanta gente sono ve-nuti a vederci. Sono stata contenta so-prattutto perché cʼerano i miei genitori.Quasi sempre infatti mi accompagnamia nonna”. Ci viene da porre una domanda:siamo consapevoli di quanto sono im-portanti gli adulti e in particolare i ge-nitori nel cammino di crescita nellafede dei bambini? Ci sembra che i no-stri bimbi ci offrano messaggi degni diattenzione.

Sposi e bambini insieme davanti al Signore nel loro “ECCOMI”

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Mondo giovani10

Domenica 28 ottobre il nostro gruppogiovani ha avuto lʼoccasione di incon-trare un testimone davvero speciale;speciale è la sua storia, specialelʼemozione con cui ce lʼha raccontata,speciale è infine Alessandra, una gio-vane donna, madre di una bambina di10 anni, che, mostrando grande disin-voltura e simpatia, ha dato inizio allʼin-

contro chiedendoci lei stessa un ap-plauso e ci ha lasciati, dopo aver ce-nato insieme a noi, mandandoci deibaci volanti come una diva, mentrenoi la applaudivamo senza più averbisogno del suo incoraggiamento.La sua autoironia e spigliatezza sonole prime cose che noti incontrandola,sentendola fare delle battute per ri-

ESSERE GIOVANIOVVERO

IL CORAGGIO DI SCELTE

CONTRO ORRENTEAlessandra parla con chiarezza eserenità del non facile camminoche l’ha portata a porsi e sentirsisulla strada di Gesù.

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Mondo giovani 11

chiamare lanostra atten-zione, poi,ascoltando lasua storia, co-nosci il suocoraggio, lasua determi-nazione e lasua grandefede.A lessandranon è il nomeche le hannodato i suoi ge-nitori, ma èquello che leiha scelto ilgiorno in cuiha ricevuto ilsacramentodel battesimo,della comu-nione e dellacresima, ilgiorno in cuiha detto il suodefinitivo sìalla religione

cattolica, sebbene si sia avvicinata adessa sin da quando era una ragazza,ai tempi in cui si recava, tra qualchedifficoltà, dalle suore di madre Teresache stavano vicino a casa sua.Dopo averci parlato del suo paese,Alessandra ha iniziato a raccontarcidella sua difficile adolescenza, delsuo rapporto con una famiglia piutto-sto chiusa, dove aveva poca libertà diesprimersi; una famiglia da cui, a di-ciassette anni, ha deciso di scappare,ribellandosi ad una consuetudine chelʼavrebbe costretta a sposarsi giova-nissima, rinunciando alla sua pas-sione per lo studio, e a tutti i suoiprogetti, che, a quellʼepoca, non com-prendevano il matrimonio.

La scelta di andarsene è stata difficilee davvero coraggiosa: Alessandranon sapeva a cosa sarebbe andataincontro ma qualunque cosa, per lei,sarebbe stata meglio del matrimonioforzato; così è scappata di casa, al-lʼinsaputa dei genitori; destinazioneItalia, che in televisione appariva unpoʼ come il paese “della cuccagna”.Ma una volta arrivata in Italia ha tro-vato una situazione diversa che hadeluso le sue aspettative: lʼItalia nonle è parsa pronta ad accoglierla, adaiutarla, ma lei non poteva più tor-nare indietro.Così ha avuto inizio il suo complicatopercorso: era giovanissima, sola e di-sperata e si è subito trovata davantiad un bivio: poteva scegliere lastrada più facile, così Alessandra lʼhachiamata, che era anche la più peri-colosa e che avrebbe sicuramenterovinato tutto quello per cui stava lot-tando e tutti i suoi progetti, oppurescegliere unʼaltra strada, sconosciutama sicuramente migliore, e così hafatto.

Ha trovato ospitalità presso una fa-miglia del suo paese che viveva evive tuttʼora qui a Piacenza e si èdata da fare per trovare dei lavoretti;ha incontrato il padre di sua figlia, hadeciso, a ventʼanni, di intraprendereuna gravidanza, proprio lei che erascappata di casa per evitare di diven-tare moglie e madre a diciassetteanni. Una decisione, quella della maternità,che però si inseriva nel suo progettodi realizzare una sua famiglia, unadecisione che ha portato alla nascitadi sua figlia, la gioia della sua vita.Nel giro di tre anni però, in difficoltànel suo rapporto con il padre di suafiglia, Alessandra si è ritrovata a dover cre-scere da sola una bambina piccola e

intanto farsi sei chilometri a piediogni giorno per andare a lavorare, econ un desiderio sempre più grandedi realizzare il progetto del batte-simo.Così si è messa a cercare qualcunoche la potesse aiutare, avendo ormaicapito quanto fosse importante tro-vare il coraggio di chiedere conumiltà il sostegno e la solidarietà al-trui, senza pretenderli, lasciando daparte lʼorgoglio, senza paura di mo-strare la propria debolezza.A 25 anni ha trovato Don Franco e haparlato con lui del suo grande pro-getto: da questo importante incontroha avuto inizio un percorso che le haaperto la porta ad un mondo pienodʼamore, di speranza e di umiltà e leha permesso di rafforzare la suafede, il dono più grande della sua vita,con il quale non si è mai sentita sola.Alessandra, una volta realizzato ilsuo grande sogno, ha fatto battez-zare anche sua figlia, con la quale haun rapporto davvero bello e profondo,frutto anche della loro abitudine adirsi tutto, a parlare di qualsiasi cosa:Alessandra ha capito e ci ha volutotrasmettere lʼimportanza del dialogonel rapporto tra genitori e figli, grazieal quale lei è riuscita a conquistarsilʼamore e la gratitudine di sua figlia ea riconciliarsi con la madre, rimastavedova poco dopo la sua fuga.La testimonianza di Alessandra ha si-curamente colpito ognuno di noi perla determinazione con cui questadonna ha difeso la sua libertà, anchea costo di scontrarsi con le personeche amava; la sua non è una storiatriste, perché lʼha portata, dopo tantedifficoltà, a conoscere la gioia del-lʼamore, ad essere felice, e ha sicu-ramente tanto da insegnare aciascuno di noi.

Giulia

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DINA BERGAMINI e “I proverbi d’ca nossa”

Esordisce con successo il primo in-contro dellʼiniziativa: “Tè in biblio-teca”.La dott.ssa Bergamini graditissimaospite presso la biblioteca del CentroIncontriamoci. Scambio di emozioni e intensa parte-cipazione hanno caratterizzato lʼin-

contro in biblioteca con la dott.ssaDina Bergamini,insegnante,direttricedidattica e scrittrice.La Dina, come ama essere chiamata,ha accompagnato i partecipanti,affa-scinati dalle sue parole,in un viaggionel passato fra le nostre montagne,dove la vita di ciascuno scorreva po-vera fra mille fatiche,dove le personecolte venivano ascoltate con molto ri-spetto e dove i momenti più significa-tivi dellʼesistenza erano commentatida brevi detti popolari,da proverbi,dasintetiche espressioni che non lascia-vano spazio a sentimentalismi, mache ponevano ciascuno di fronte allarealtà della vita.Eʼ stato un tuffo nella cultura analfa-beta, frutto di attenta osservazione dieventi e fenomeni, di rispetto delletradizioni e di regole immutate neltempo e considerate immutabili,espresse in quella grande varietà les-sicale che caratterizzava paesi anchemolto vicini fra loro.Dal quadro di questa realtà povera esemplice, è sgorgato il racconto delle

prime esperienze scolastiche diDina,della figura del padre che laspronava a studiare, della povertàche la induceva a chiudersi in sestessa e finalmente della stesuradelle prime opere legate ad unmondo che va scomparendo, a valoridimenticati, ad ambienti caratterizzatidallʼincuria per tutto ciò che un tempoli rendeva unici e che ora resta solonel cuore di chi in essi aveva vissuto.Proprio perché espressione di ri-cordi,di passione per la sua terra eper la gente che la abitava, ladott.ssa Bergamini non vende i suoilibri, li dona agli amici ;amici sonostati considerati anche tutti coloro chevorranno frequentare la biblioteca delCentro Incontriamoci a cui ha donatoalcune delle sue opere più recenti.Grazie di cuore a Dina, non solo peri testi che ci ha regalato, ma ancheper la grande umanità e la passioneche si sprigionano da ogni sua parolae che arricchiscono tutti coloro che laascoltano.

Silvana

Vita parrocchiale12ce

ntro

il centro INCONTRIAMOCI è aperto tutti i giorni dalle ore 15,30alle ore 18,30 per gli adulti che desiderano incontrarsi.

VIA FIORUZZI, 3 - Besurica - Piacenza - tel. 0523 753353VIA GENOVA, 3 - Piacenza - tel. 0523 452344

PANE EDOLCI

Tra esperienze diverse il cammino del Centro Culturale prosegue

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Vita parrocchiale 13

ADOLESCENTI E DIPENDENZE

Sul tema ci hanno intrattenuti Gio-vanni Marchioni, Donatella Peroni edue collaboratori.Davanti a diversi genitori gli animatoridella serata hanno intrattenuto i pre-senti dando uno sguardo attento allacondizione degli adolescenti rispettoalle caratteristiche della loro età e alleattuali condizioni di vita. Si è fondamentalmente detto che unaparola deve essere ben presente allavita dei genitori e degli educatori ingenerale nel loro rapportarsi con gliadolescenti ed è la parola ascolto chesignifica un esserci accanto a chi stacrescendo in un atteggiamento di as-soluta gratuità.Successivamente è stato affrontato ilproblema delle dipendenze degliadolescenti e sono state offerte stati-stiche e riflessioni assolutamentedegne di nota e della massima atten-zione. A certe cose purtroppo si stafacendo lʼabitudine e questo è moltograve.Va ricordato per esempio che quandosi parla oggi di dipendenze non ci siriferisce più soltanto a quelle dalledroghe, ma anche a quelle dal cibo,dal gioco e dai vari strumenti che oggivengono offerti dalla tecnologia. Anche in questa occasione il mondodegli adulti è stato invitato ad essereattento nel tentare di cogliere i mes-saggi che gli adolescenti lanciano.

LA CANNABIS e i suoiderivati: la necessità difare chiarezza

Un intervento del Dipartimento politi-che antidroga

Innanzitutto va chiarito che la Canna-bis e i suoi derivati (hascisc, olio di ha-scisc ecc.) sono sostanze stupefacentitossiche e pericolose per l'organismoed in particolare per le alterazioni chesono in grado di creare sulle funzionineuropsichiche, i processi cognitivi, iriflessi, la vigilanza e il coordinamentopsicomotorio. I principi attivi della can-nabis infatti sono in grado di produrrenel tempo alterazioni della memoria,delle funzioni cognitive superiori qualil'attenzione, compromettendo quindil'apprendimento e i tempi di reazione.Queste sostanze, tanto più se usateprecocemente e costantemente, sonoin grado di compromettere inoltre il fi-siologico sviluppo del cervello negliadolescenti.Sono state immesse nel mercato ille-gale varietà di Cannabis che hannouna maggiore capacità di indurre di-pendenza, che compromettono inmodo più marcato le funzioni cogni-tive e la memoria e che facilitanomaggiormente l'insorgenza di sintomipsicotici in individui vulnerabili. Il lorouso infatti si è dimostrato in grado diincrementare i rischi di comparsa diimportanti disturbi psichiatrici. L'incre-mento del rischio di ammalarsi di undisturbo psicotico, quale la schizofre-nia, anche a distanza di tempo, è si-gnificativamente correlato all'uso dicannabis durante l'adolescenza. Vasottolineato che questo periodo dellavita è caratterizzato da una fase disviluppo delle strutture cerebrali eche le modificazioni neuro-chimicheindotte dall'uso di cannabis incre-mentano significativamente la possi-bilità di manifestazioni psicotiche insoggetti vulnerabili anche per la pre-senza di altri fattori di rischio.La cannabis inoltre induce un au-mento del rischio di incidentalità stra-dale. L'uso di queste sostanze, ancordi più se prolungato o vicino o addi-rittura durante l'attività lavorativa, puòessere causa di aumentato rischio diinfortuni per il lavoratore e per per-sone terze, soprattutto in attività

come la guida di autoveicoli su stradao in azienda, o in mansioni che richie-dono attenzione e adeguati tempi direazione. L'uso di queste sostanzeinoltre può facilitare la comparsa dicomportamenti antisociali e criminali.Studi approfonditi molto recentihanno evidenziato un rischio di can-cro del polmone associato al fumo dicannabis venti volte superiore oltrealla presenza di altre importanti pato-logie respiratorie. La pericolosità diqueste sostanze è attualmente moltosottovalutata in relazione anche allafunzione "gateway" e cioè di sensibi-lizzazione cerebrale, che possonoprodurre rendendo più vulnerabile edisponibile l'individuo ad utilizzaresuccessivamente sostanze stupefa-centi quali l'eroina e la cocaina.L'uso continuativo di cannabis puòdare dipendenza e può indurre ungrande potenziale d'abuso ed evolu-tivo verso dipendenze da eroina e co-caina in persone vulnerabili. L'usoprecoce e prolungato inoltre producefenomeni di neuroplasticità con altera-zione dello sviluppo micro strutturaledella sostanza grigia e della sostanzabianca cerebrale con associata altera-zione funzionale dei recettori cerebralidel sistema endocannabinoide. L'uso dì queste sostanze è incompa-tibile con la guida e lo svolgimento dimansioni lavorative a rischio per terzi.

Nel prossimo numero:L’IMPRESSIONISMO,

OVVERO LA GIOIA DI VIVERE

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Vita oratoriale14

Lʼoratorio è partito da due mesi ormaie giorno dopo giorno i bambini arri-vano ricchi di entusiasmo e pronti agiocare e divertirsi insieme. Abbiamopensato così di chiedere ai bambinicosa li spingesse a venire ogni setti-mana in oratorio, cosa preferisserodei momenti passati insieme e cosali facesse divertire come pazzi ognivolta. Nasce così “lʼeco dei bambini”,uno spazio di questo giornalino dedi-cato proprio a loro che, in prima per-sona raccontano le loro esperienzealla comunità. Per questo primo ap-puntamento, come avrete già capito,lʼargomento è lʼoratorio. Pronti?!!

IRIS“Mi piace venire in oratorio; è un mo-mento bello per stare insieme, in co-munità. Ogni volta qui trovo le mieamiche e i miei amici, giochiamo in-sieme, ma soprattutto ci piace guar-dare i film dal proiettore: è unmomento di tranquillità in cui sembradi essere tutti insieme al cinema!”

TOMMASO“Lʼoratorio è bello perché ci sono tuttii miei amici e non si lavora come ascuola. Mi piace trovarmi con gliamici e giocare insieme ai giochi pro-posti dagli animatori, ma soprattuttonel momento di gioco libero.”

GIULIA“Lʼoratorio è bello perché qui mi di-verto a giocare con i miei amici.”

ANDREA“Lʼoratorio è bello perché a me piacestare insieme agli altri e qui possofarlo. La cosa che preferisco dellʼora-torio è il nuovo campo da calcio sin-tetico dove posso giocare insieme aimiei amici.”

SOFIA“Lʼoratorio mi piace. Mi piace guar-dare i film, giocare, fare i lavoretti.Qui ho conosciuto nuovi amici enuove amiche. Gli animatori mi sonotutti simpatici. La cosa che preferiscodellʼoratorio è poter stare insieme aglialtri.”

SIMONE“Mi piace giocare con gli amici chenon vedo spesso, perché non sono inclasse con me. Mi piace giocare a “in-dovina chi” e con la palla.

MIRIAM“Lʼoratorio per me è un posto in cui ciincontriamo e giochiamo insieme. Mipiace soprattutto fare il gioco in-sieme, tipo palla prigioniera, canguri,e anche giocare con le mie amiche.”

ALICE“Lʼoratorio è un posto dove si pos-sono fare nuove esperienze e intra-prendere nuove amicizie. Mi piaceperché riesco a stare con i miei amicisenza le preoccupazioni della scuola.La cosa che preferisco è stare con ibambini e giocare con loro.”

EL.AN. Shoppingvia Martini, 7 - Besurica (Piacenza) - tel. 0523 759544

Intervista ai bambini che partecipano alla vita dellʼoratorio

L’ECO DEI BAMBINI

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“Grazie a tutti voi che mi aiutate, vi au-

guro delle buone festee spero che stiate tutti

bene. Buon Natale.”

Sofia

Vita oratoriale 15

AUGURI DI NATALE

“Spero che possiate festeggiare il Natale

felicemente.” Miriam

“Auguro buon Natale a

tutta la comunità.” Andrea

“Tanti auguri a tutti di un

buon Natale.” Iris

“Auguro felici feste a tutte le famiglie

e alla comunità perché il Natale

porti tanta serenità a tutti.”

Alice

“Buon Natale a tutti.” Giulia

“Buon Natale a tutti.”

Tommaso

“Buon Natale mamma e papà, tanti bacioni.”

Simone

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