Digital Press Music #4 | Aprile 2015

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Dal 1994 Press Music è il punto di riferimento per i locali e le band che propongono musica live in Veneto.

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E fanno 21: buon compleanno Press Music!Il passato, sia esso un anno o una ventina d’anni, m’appare sempre un insieme di emozioni da rivive-re in un brevissimo istante, un ricordo reinventato in soggettiva, osservando le vicende di qualcun altro. Non so se capiti anche a voi, ma raccontar-lo nei dettagli a volte può essere difficile... a meno che non teniamo un diario. Un “luogo” in cui con-servare minuziosamente tutto ciò che accade at-torno a noi, i nostri pensieri, le nostre passioni ed emozioni.Press Music è un po’ tutto questo. Per oltre vent’anni ha raccontato l’underground della mu-sica nel Veneto e la sua evoluzione, divulgando le passioni dei suoi protagonisti e di chi ha scritto le sue pagine. PM è un diario che rappresenta un frammento della nostra storia e che ha accompa-gnando molti di voi fino agli anni della maturità.Nell’aprile del 1994 usciva il numero 1 di questa ri-vista come espressione di fantasia, voglia di esser-ci e di raccontare; nell’aprile del 2015 ci muove lo stesso entusiasmo, consapevoli di aver acquisito una maggiore esperienza: quale occasione miglio-re per “restituirvi” il nuovo PM!Come sapete, dopo l’esperimento pilota del Poster Magazine, vi abbiamo chiesto di votare l’aspetto, il vestito di questa rivista, in alcuni post apparsi sulla nostra pagina Facebook. Le preferenze hanno dato ragione ad un formato più compatto; certo, non ci siamo limitati a raccogliere i voti, ma abbiamo par-lato con molti di voi, delle vostre esigenze e gusti estetici, degli elementi e dei contenuti che ritenete indispensabili a PM.Il risultato è sotto i vostri occhi: una fusione del meglio dell’uno e dell’altro formato per inaugurare un nuovo ciclo della vita di PM.

Questo numero di PM si presenta, insomma, ricco di idee e di novità, ma anche di contenuti di cui vi voglio dare una breve sintesi.

I The Wankerss, sono l’argomento di questo mese di Mario Tio. Una band interessante, che propone un genere ispirato al punk degli anni Settanta e

all’hard rock degli anni Ottanta. Li contraddi-stingue la loro partico-lare sensibilità artistica e stilistica, dentro un continuo percorso di innovazione e speri-mentazione che attua-lizza il loro sound.

Alessandra Scalabrin, con la sua peculiare sensi-bilità e abilità, racconta le grandi donne della musi-ca, scegliendo come singer di aprile, Patti Smith, la “sacerdotessa maledetta” del rock. Dopo il pri-mo articolo su Nina Simone, vi assicuro che sono aumentati sensibilmente gli estimatori di questa grande artista a conferma delle doti di narratrice che ha la nostra Alessandra e della sua capacita di coinvolgere il lettore.

La Selected Band di aprile sono i The Wild Scre-am, un gruppo rock padovano che ha appena inci-so Horus, il loro primo disco di pezzi inediti. Horus, dio del sole, è un viaggio di ritorno alle origini, in un mondo incontaminato e di grandi spazi vuoti ac-compagnato da un sound ricercatissimo e coinvol-gente, come solo la registrazione in “presa diretta” sa fare. Edito dalla Go Down Records dovrebbe essere disponibile proprio in questi giorni.

Francesco Vettore con RadioPM continua il suo viaggio immaginario per le strade degli States, da Atlanta a Tulsa, con l’intento di farci ascoltare tutte quelle perle che in qualche misura hanno fatto la storia della musica.

New entry di questo mese, Bruno Giraldo, direttore artistico dell’Associazione Culturale OTTO. Leg-gendo gli articoli di Bruno, ma soprattutto parlando-ci insieme, si rimane colpiti dalla sua preparazione in campo musicale e dalla sua consapevolezza delle difficoltà che attraversano il mondo della musica indipendente; si potrebbe definire “una vita spesa” per la sua passione: la musica. Questo mese ci pre-senta l’Associazione di cui è co-fondatore e con la quale PM ha stretto accordi di collaborazione.

Rimane appena lo spazio per un saluto e per farvi notare, se non ve ne foste ancora accorti, che la foto della pagina accanto è quella della copertina del primo mitico numero di PM.Buon inizio di primavera, ci risentiamo con il nume-ro di maggio, oppure, a spasso nel Web.

Roberto [email protected] su www.pressmusic.it

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Villalta di Gazzo Padovano | PDBIRRERIA ROGGIA LEARDA Capo Branco | Presentazione CD

Pieve di Cadore | BLTHE SOULFINGER | Concerto di musica soulHot & Cold

Solesino | PDSPINO BAR | 329.2130396Guapo Party Dj Maxy M.T.M

Isola Mantegna - Piazzola sul Brenta | PDSOUTHERN CROSS PUB | 348.5683516Blitzer | Tributo Metallica

PadovaCRUENTA LACRYMIS | Symphonic deathGrind House - Club Arci

Bologna | Estragon - Parco NordBOLOGNA ROCKManifestazione benefica

PordenoneANDRÉ | Tributo Fabrizio De AndréApollo XIII

Villalta di Gazzo Padovano | PDBIRRERIA ROGGIA LEARDA Crampies vs. Flat Fifty | From Germany

Fiesso D’Artico | VEJAMIROSPACE | Tributo JamiroquaiOpen Gate

Mogliano Veneto | TVOFF THE MAP | Tributo Red Hot Chili PeppersTempio della birra Pedavena (Ex Birrone)

Molvena | VIARTHEMIS+M.ANGELO+LOSTAIR | ConcertoRevolution Club

Villafranca Padovana | PdADHOC | Tributo pop rockVilla Rock

Solesino | PDSPINO BAR | 329.2130396Guapo Party Dj Maxy M.T.M

Isola Mantegna - Piazzola sul Brenta | PDSOUTHERN CROSS PUB | 348.5683516No Bar Too Far (PD) & M (TV) | Concerto rock

Villalta di Gazzo Padovano | PDBIRRERIA ROGGIA LEARDA Positiva | Rock’n’roll

Isola Mantegna - Piazzola sul Brenta | PDSOUTHERN CROSS PUB | 348.5683516Stricnina Cocktail+Revolver | Post grunge+rock

Solesino | PDSPINO BAR | 329.2130396Guapo Party Dj Maxy M.T.M

Trebaseleghe | PDJAMIROSPACE | Tributo JamiroquaiGoto Storto

APR20152GIO

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www.pressmusic.it

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Fiesso D’Artico | VEFEEDBACK | Concerto rockOpen Gate Pub

Campo S. Martino | PDRED HOT CHILI CRAKERS | Tributo RHCPBar Nazionale

Costabissara | VIADHOC | Tributo pop rockMama L’Oca

Isola Mantegna - Piazzola sul Brenta | PDSOUTHERN CROSS PUB | 348.5683516Angel Whine | Tributo O. Osbourne

VicenzaAPPLE OF SODOM | Tributo M. MansonHeineken Jammin’ Club

Villalta di Gazzo Padovano | PDBIRRERIA ROGGIA LEARDA Rolles | Cover Band

Solesino | PDSPINO BAR | 329.2130396Guapo Party Dj Maxy M.T.M

Isola Mantegna - Piazzola sul Brenta | PDSOUTHERN CROSS PUB | 348.5683516Iron Souls | Tributo Iron Maiden

Villalta di Gazzo Padovano | PDBIRRERIA ROGGIA LEARDA AB Project (FE) | Tributo Alter Bridge

San Martino di Lupari | PDROCK IN CENTROManifestazione musicaledal 30 aprile al 2 maggioVia Trento, dietro Palestra AzzurraGiovedì 30 aprile concerto conMARZAPANICERANO BRAVI RAGAZZISWEET REVENGEREADY TO FALL

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Carissimi lettori, que-sto mese dedico la pa-gina ad una band che in questi ultimi anni è riuscita a conquistare molti fans tra i rockers

Veneti e che a mio parere ha tutte le carte per portare la propria musica molto lontano, i The Wankerss.I The Wankerss nascono e iniziano l’attività live nei primi anni del Duemila proponendo un filone musica-le molto originale da loro definito “deathpunk”. Il loro sound da un lato è fortemente ispirato al più selvag-gio e veloce punk settantiano, evidente soprattutto per l’attitudine in sede live, dall’altro dalle più pesanti e oscure sonorità hard rock anni Ottanta, evidenti nella cura degli arrangiamenti di chitarra e nelle linee melodiche vocali, il tutto condito da una forte sensi-bilità artistica, stilistica e compositiva finalizzata alla sperimentazione dei suoni che rende la loro musica molto contemporanea. La loro prima produzione è un demo cd stampato nel 2005 “...Still Waiting For The Extinction” che rap-presenta il “manifesto” del percorso artistico che la band ha deciso di intraprendere dal momento della loro nascita.Nel 2010, dopo anni di live show che li rendono noti nella scena locale, esordiscono con il primo full leng-th “Tales For A Sweet Demise” che viene stampato dalla Jetglow Recordings. Il disco contiene dieci brani legati dai testi che affrontano le tematiche più amare della vita e sono caratterizzati da un sound

spiccatamente rock su basi punk valorizzate da un lavoro molto curato e definito nelle parti soli-ste delle chitarre.Negli anni successivi dall’uscita del primo full length la bands, forma-ta da Micke Lafayette alla voce e chitarra, GG Rock (Baby Ruth) ormai in pianta stabile nella band prima come produtto-re e fonico poi anche come chitarrista, Syracuse Hewitt al basso e MC Memphiss alla batteria, è impegnata in un’intensa attività dal vivo che li vede anche aprire a cult bands del filone tra cui Zeke e Warrior Soul. Questi concerti sono particolarmen-te importanti perché danno l’occasione alla band di dividere il palco con gruppi che ne hanno segnato e influenzato profondamente il sound. I The Wan-kerss da questo guadagnano una grossa esperien-za formativa che sicuramente segnerà fortemente la loro futura attività.Il 24 aprile prossimo è prevista l’uscita, sempre per Jetglow Recordings, del secondo disco dal titolo “Blackborn”. Relativamente a quest’ultimo album i The Wankerss anticipano che: “il nuovo capitolo si tinge più che mai di tinte tetre, il sound si è fatto più pesante e maturo e le nuove dodici tracce sono la suma di un modo di essere, di un modo di concepire la vita, di uno stile che serve per cercare di arrivare alla fine senza false illusioni, consci solo dei propri mezzi e delle proprie possibilità”. Per essere informati sull’attività di questa straordina-ria realtà Padovana tenete d’occhio il web site www.thewankerss.it da dove è possibile accedere ai vari social network e web stores.Vi aspetto come sempre ogni domenica dalle 20.05 su Radio Cooperativa di Padova insieme a Alessia ed Elena. Gli ospiti ad oggi fissati per aprile sono: il 12 Roberto Tiranti (ex-Labyrinth, New Trolls, Vanexa, He-adrush, Mangala Vallis, A.P.D., Stef Burns, Ken Hensley, Wonderworld e molti altri) che presenterà il suo primo album solista “Sapere aspettare”, il 19 proprio i The

Wankerss che faranno ascoltare in esclusiva as-soluta il loro album, il 26 Giorgio Rovati, talentuo-so guitar master che ha fatto uscire il primo album solista qualche mese fa e il 3 maggio gli Storm Cry.

Restate sintonizzatie buon ascolto!

MATERIALERESISTENTE

Altre info:www.materialeresistente.it facebook/materialeresistente [email protected]

[email protected] su www.pressmusic.it

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Carissimi lettori, nel numero precedente vi avevo lasciato in compagnia di Nina Simone, una gran-de artista del Novecento, visionaria e di incredibile talento. Questo è solo l’inizio di un viaggio tra le grandi voci femminili e ho in serbo per voi molte altre meravigliose artiste.In questo quarto numero di PM diamo il benvenuto alla primavera tanto attesa e alla voglia di rinasce-re, insieme a una delle donne più carismatiche del rock, Patti Smith.Sarà quest’aria aprilina, ma non ho potuto fare a meno di pensare alla “sacerdotessa maledetta del rock”, la poetessa ribelle dai capelli selvaggi e dall’animo inquieto, che attraverso la sua voce e la sua musica ha predicato a lungo il rock come for-ma di comunicazione tra le anime.Patti, con quel suo viso spigoloso e lo sguardo pro-iettato perennemente al futuro, cerca ancora oggi di cambiare le regole e di salvare il mondo: quanti di noi almeno una volta nella vita abbiamo provato questo desiderio?

Patricia Lee Smith, questo il suo vero nome, na-sce a Chicago nel 1946. Da bambina non pensava assolutamente di diventare una rockstar, anzi, so-gnava di essere una cantante d’opera. Si emozio-nava e piangeva mentre ascoltava Maria Callas e avrebbe tanto voluto cantare come lei, ma il suo corpo esile e fragile di bimba malaticcia, la costrin-sero a letto per gran parte della sua infanzia: non le rimaneva che la lettura!Il suo amore per la poesia nacque allora.

Negli anni Sessanta lascia la scuola e scappa a New York: il fascino della Grande Mela la conquisterà per sempre. Tra il 1963 e il 1969, gli anni della guerra in Vietnam, delle rivolte studentesche, dei movimenti di libera-zione delle donne e degli omosessuali, Patti, già ragazza madre, vive con cinque dollari al giorno, dormendo nei posti più disparati e sbarcando il lu-nario come meglio può.

Fa la sua prima appa-rizione in pubblico nel 1969, in una commedia dal titolo Femme Fata-le, dove veste i panni di un uomo. Sempre in quegli anni, inizia a scrivere opere e testi anche per altri artisti, fino ad arrivare a spopolare nei templi dell’under-ground newyorkese. Sarà Lou Reed, affascinato dalla sua voce, dopo averla ascoltata cantare dal vivo, a metterla in con-tatto con Clive Davis, presidente dell’Arista Re-cords, che diventerà la sua etichetta storica.

Durante la sua lunga carriera, Patti scrive testi, compone musiche e canzoni rivoluzionarie che lei stessa interpreta. Il suo stile segna un solco pro-fondo nella storia del rock e il suo modo di canta-re, con quella voce spezzata, rabbiosa e dolente, a volte quasi febbrile, affonderà la tradizione del “Bel Canto”, per lasciare spazio ad una nuova interpre-tazione femminile.

PATTI SMITH

Alessandra [email protected] su www.pressmusic.it

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La sua discografia va dal 1975 al 2012 e il suo pri-mo album dal titolo Horses, l’album del debutto, contiene una cover di Van Morrison che lei stes-sa ha completamente stravolto. Questa canzone porta il titolo di Gloria e nel testo troviamo una delle frasi più significative da lei scritte: “Gesù è morto per i peccati di qualcun altro, non per i miei. I miei peccati sono solo miei e mi appar-tengono.”

Non è mia intenzione raccontare tutta la vita e le opere di Patti Smith in così poco spazio, ma sti-molarvi a volerne sapere di più su questa grande donna e artista, che ha definito migliori performer di tutti i tempi Mick Jagger, Cristo e Hitler, per la loro capacità di trascinare le masse. Una curiosità: quasi tutti conosciamo Patti Smith per la canzone Because the night: ma questo brano non è stato scritto da lei, bensì da Bruce Springsteen.Anche questa volta vi lascio con la traduzione in italiano di uno dei suoi brani. Un forte inno alla libertà e contro tutte le guerre: People have the power, scritta nel 1988 insieme al suo adorato marito Fred “Sonic” Smith, scom-parso nel 1994.

LE PERSONE HANNO IL POTERE | Patti Smith

Ero immersa nei miei sogni, di una apparenzabrillante e corretta

E il mio sonno è stato interrottoMa il mio sogno rimaneva chiaro, sotto forma

di vallate luminose Dove si sente l’aria limpida ed i miei sensi

si riapronoMi svegliai al grido che le persone hanno il potere

di redimere l’opera dei folli fino alla mitezza Alla pioggia della grazia

È stabilito, è la gente che guida! Le persone hanno il potere

Gli atteggiamenti vendicativi diventano sospettiE rannicchiarsi come per ascoltareE gli eserciti smisero di avanzare, perché la gente

fu ascoltataE i custodi e i soldati, giacciono sotto le stelleScambiando ideali e abbassando le bracciaPer disperdere nella polverePer diventare come vallate splendenti, dove l’aria

pura si percepisceE i miei sensi sono di nuovo aperti al mondo

Mi sono svegliata piangendoDove c’erano deserti, ho visto fontaneL’acqua sgorgava come crema e noi andavamo

a spasso là assiemeE non c’era nulla di cui ridere o da criticareE il leopardo e l’agnelloDormivano assieme realmente abbracciatiIo speravo nella mia speranza, di riuscire

a ricordare quello che avevo trovatoIo sognavo nei miei sogni, Dio sa cosa,

una visione ancora più puraFino a che non ho ceduto al sonnoAffido il mio sogno a teIl potere di sognare, di dettare le regole,

di lottare per cacciare dal mondo i folliÈ promulgata la legge della gente

Ascolta:Io credo che tutto quello che sogniamo,

può arrivare per farci arrivare alla nostra unioneNoi possiamo rivoltare il mondoNoi possiamo dare il via alla rivoluzione sulla terraNoi abbiamo il potereLe persone hanno il potere

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Paolo Tocco è un cantautore, discografico e promo-ter. “Il mio modo di ballare”, il suo nuovo lavoro, l’ho ascoltato e mi ha subito conquistata. Paolo guida as-sieme a Giulio Berghella la Protosound Polyproject. Insieme producono e promuovono molti artisti e hanno messo insieme una squadra di bravi musicisti, alcuni dei quali hanno contribuito alla realizzazione di questo disco.

“Il mio modo di ballare” è un disco davvero bello, bene arrangiato e curato in ogni particolare. Me-rito tuo e della squadra che hai messo insieme?Grazie, sono lusingato. Ho imparato che un buon lavo-ro nasce sempre dal buon rapporto dei suoi genitori. In altre parole, le mie canzoni in mano ad “amici fra-terni”, più che colleghi di lavoro, hanno permesso al disco di diventare un gran disco...

Ascoltandoti cantare è impossibile non notare nella tua voce sfumature che ricordano De Gre-gori e Fossati. Ti ispiri a loro?Sicuramente i nomi più immediati da fare sono loro. Ma io direi anche Gianmaria Testa; un certo folk ame-ricano non riconducibile solo al grande Dylan ma anche a Jackson Brown; c’è il viaggio mediterraneo; ci sono i Sigur Ross, i Beatles, i REM... insomma, c’è tanto altro e spero che arrivi. Ora metterai un po’ da parte il lavoro di produt-tore per dedicarti ai concerti?No, anzi, il contrario. Fare il cantautore per mestiere significa anche e soprattutto un certo modo di vivere

e di lavorare. Io sono un discografico, lavoro di comunicazione e passo le mie giornate a media-re tra artisti e giornalisti. Non è il mio lavoro girare l’Italia per fare concerti. Questo disco per me si-gnifica un punto di sosta nel mio lungo viaggio, significa un momento di rifles-sione, un momento in cui fermarsi e dare un occhio allo zaino per vedere cosa ho raccolto.

Il tuo primo disco “Anime sotto il cappello” ha sfiorato il premio Tenco. Con questo disco pen-si di riuscire a portartelo a casa finalmente? Mi hai anticipato. Sarei il bambino più felice del mondo. Quest’anno gareggio per la categoria “Mi-glior disco” del 2015, ma mi sembra abbastanza esagerato e presuntuoso da parte mia sperarci e convincermene. C’è davvero tantissima grande mu-sica in giro. Però sognare non fa mai male... anzi.

I Social, ormai, assorbono gran parte delle no-stre giornate. Come si rapportano con il tuo lavoro di produttore e musicista?Sono l’essenza, il sangue delle nostre vene. Senza i Social direi che il lavoro e lo sviluppo di questo mestiere farebbero un passo indietro lungo una ge-nerazione. Oggi i click dei Social ci permettono di arrivare ovunque in tempi velocissimi. È doveroso però, saperne fare un uso corretto e intelligente.

In una tua foto ho visto che tieni in mano un mazzo di carte. Come mai? Cosa significano per te?Eh! Io sono un prestigiatore. Ho studiato ben 12 anni la magia delle carte. Ho scritto giochi di pre-stigio che poi sono stati pubblicati sulla rivista nazionale di magia, ho tenuto conferenze e ho inse-gnato... tutto questo perché ho avventurato il mio scibile alla conquista delle stranissime tecniche del grande maestro belga Lennart Green. Un mazzo di carte, una moleskine nera, magari la chitarra e un cappello, non mi serve altro per uscire di casa.

Grazie Paolo per aver condiviso con i lettori di Press Music la tua storia e la tua musica.Grazie a te e alla redazione. Tornando al mestiere di discografico è giusto che si sappia quale grande ricchezza rappresentano chi, come voi, concede parole, spazi e fotografie agli artisti... Buon ascolto.

IL MODO DI BALLAREDI PAOLO TOCCO

Silvia Spadonwww.blogdellamusica.eu

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Parco di Villa Bembiana dal 3 al 12 luglio 2015

Giorgio “Fico” Piazza lo ha definito “L’evento che aspettavamo da 30 anni”, Martin Barre dei Jethro Tull lo ha considerato il Woodstock Ita-liano. Possiamo dire di essere sulla buona strada, allora... grazie per questi apprezzamenti.

PIANETA WOODSTOCK

Roberto AngioniPresidente comitato “Again And Now”

Proseguiamo la no-stra storia...Questa pagina è de-dicata alle band più significative che hanno partecipato a questo evento. Sono conside-razioni fatte “a caldo”, scritte con il cuore.Dedichiamo questa prima uscita ai DefCon1, il tri-buto Italiano ai Led Zeppelin e Deep Purple.

“19 luglio 2014, ore 21,05. Palco del Woodstock Vil-lage. Gli Shaman Blues stanno chiudendo la loro performance con il secondo bis richiesto da un sottopalco che non vuole tornare indietro, fuori dai Cancelli della Percezione. Il Doors sound abbraccia l’aria calda del tramonto estivo. Guardo le casse dell’impianto Wem Vintage, le lucine delle valvole del mio Ampeg che è lì dal primo giorno e continua a creare bolle profonde di basso e penso a molti altri concerti, altre estati, stessi sapori densi di rock poetry.Tocca a noi, ai DefCon1. Ho appena salutato Gior-gio Piazza, schiaffeggio la mano sudata del bassi-sta degli Shaman: “Tutto Ok?”.La gente sotto il palco è sfinita e molti stanno pen-sando che è ora di mangiare finalmente qualcosa. Li guardo. Mi guardano. Li sento.Capiscono. Sorridono. Accordo. Vanno a prendere qualcosa allo stand o meglio ci provano. È un andi-rivieni caotico e colorato quello che mi passa sot-to. Nuovi spiriti danno presenza al palco. Non so spiegarlo. Sta per succedere qualcosa. Non si può più attendere. Parte Immigrant Song. Rocciosa. La gente sorride. Mi guarda interrogativa. Il basso parte dopo. Non lo sa o non l’ha mai vista suona-re così come va fatta. L’Ampeg aspetta sornione.

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Ecco Laa-Miiiiiii. Un sound incredibile conquista lo spazio e corre per tutto il parco saturando di groo-ve il crepuscolo. Ci siamo. Così deve cominciare un concerto rock. Così. Così !!Sento il feedback della gente. Corrono sotto il pal-co. Appoggio lo stivale sulla spia. Volitivo. Vi volevo. Mi volete? Si!Il tempo mi accorgo che scorre perchè le luci sul palco diventano più invadenti e ogni tanto scia-bolano intorno a me e sulla gente delle prime file. Il cantante, il grande Aldo Garrone Garrons sembra uno sciamano che propone strani riti. Le sue braccia disegnano nel vapore delle luci. È già a torso nudo e dappertutto sul palco. Io mi muovo molto e ogni tanto devo schivarlo o evitare di de-capitarlo col manico del basso. Vado verso Roby Angioni. La sua Gibson sunburst è uno schizoide di umori: grida, piange, ulula, stentorea, assatana-ta, verginella, spiega e reimpacchetta dondolando sui riffs. Rido. Ma è ghigno di piacere. Vedo anche Roby Drum Artuso vibrare assieme a noi, ai suoi piatti che vorrebbero staccarsi dai supporti e vo-lare alti, mentre caschiamo sugli stacchi sentiti senza guardarci.Il trittico (Immigrant, Hearthbreaker e Black Dog) è andato. Sono un essere di sudore e felicità. Toc-ca ai Deep. Guardo Alessandro Scandurra che inizia e penso al concerto della California. Che

sound ragazzi! Che ta-stierista! Tocca a Daze. Garrons è steso sul palco. Una ibernazione al contrario. Riesco a non inciamparlo. Sta parlando d’amore con il suo R’n’R e si ma-terializza presente e miagolante la ragione

per cui tutti noi siamo lì. Il R’n’R che ci ha stregati fin da piccoli. Scorrono gli altri pezzi della scaletta in un oceano di consapevolezza e di “mi ero scor-dato di dirtelo che suonavamo così.”Ultimo pezzo ennesima ovazione. Siamo tutti stravolti, noi e anche la gente. Scendo la scaletta del palco. Incontro Giorgio Piazza che sta per salire: “E adesso come faccio a suonare dopo una cosa del genere?” Credo stia scherzando e invece lo vedo stranamente serio. “Giorgio, così suonano i Def e così è il loro pubblico, la gen-te di Woodstock, e tu sei una leggenda della storia del rock italiano. Vai e fallo vedere”. Le nostre mani si stringono forte. Le nostre storie si toccano in dimensioni diverse quarant’anni dopo. Quarant’anni da Woodstock che non sembrano mai passati.”

Paolo Polonio, bassista DefCon1

Woodstock sarà anche tutto questo... Eliminare il distacco tra la musica di palco e il pubblico.Riprendiamoci la nostra musica “Again And Now”.

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Parlare di se stessi in maniera obiettiva non è sempre facile. C’è il rischio di sopravvalutarsi o sottovalutarsi. Nonostante ciò, se siamo qui ora, è perché abbiamo deciso di metterci in gioco. Presentiamoci dunque. Siamo l’Associazione Culturale OTTO, nata dalla passione di tre amici che si conoscono da vent’anni, ognuno con il proprio bagaglio di esperienze ma-turate dentro gli immensi campi dell’Arte e della Cultura. Arte e Cultura in generale sì, ma soprattutto musi-ca. La passione per questa musa è il motore della nostra associazione; una passione che certamen-te, nel territorio in cui viviamo, trova difficoltà ad attecchire: non tanto perché manchino le band, le canzoni o le idee, ma perché mancano le situazio-ni, i locali e le persone che credono nella musica originale.Al nostro interno abbiamo più volte confrontato e discusso le nostre idee, pianificato programmi e azioni, qualche volta ribaltato il piano d’intervento per ricominciare daccapo. Dopo i primi esperimen-ti, alcuni riusciti, altri meno, abbiamo individuato la linea guida e il progetto che definiscono l’obiet-tivo di OTTO.

Anche se può sembra-re utopico, l’obiettivo è quello di riuscire a cre-are una rete che coin-volga pariteticamente, in un’ottica di recipro-co scambio, locali con i propri gestori, band, sponsor e addetti ai la-vori: una rete fondata sulla sinergia, sulla partecipa-zione, sul sostegno e sulla condivisione.Una rete in cui possano attingere le band per trovare ulteriori spazi dove suonare, e i gestori per aumen-tare l’affluenza del pubblico nel proprio locale. Una valida strategia che utilizziamo spesso, se possibile, è quella di affiancare band molto cono-sciute a band locali, in modo da creare attrattività per l’evento ed esperienza e conoscenza per le band “emergenti”.

Non pretendiamo di salvare il mondo, né di fare proselitismo. Noi dell’Associazione OTTO, siamo convinti che la musica e l’arte in generale siano il fulcro di una leva che ha un’importanza straordi-naria, anche dal punto di vista sociale ed etico. C’è, senza dubbio, il bisogno di tornare alla bellezza e alla sana curiosità di esplorare situazioni nuove, per scoprire qualcosa che non si conosce; c’è bi-sogno di quella emozione e movimento che, cre-diamo, nulla meglio della musica può dare. Poi, che sia metal o reggae, poco importa: ogni palato ha i suoi gusti. Andare ad un concerto può diventare un atto rivoluzionario.

Molti danno per finita la scena underground, ma noi, invece, crediamo che le difficoltà della musica emergente e indipendente siano per lo più legate alla cattiva organizzazione: di band che hanno vo-glia di suonare ce ne sono; di locali a cui piace (o piacerebbe) fare suonare band dal vivo ce ne sono; di pubblico che ha voglia di ascoltare musica sana e originale pure. È necessario creare un punto d’incontro ragio-nevole tra le parti: l’Associazione Culturale Otto tenta di fare proprio questo! Vi invitiamo dunque a seguirci nelle nostre inizia-tive, che seppure coi passi ancora traballanti di un bambino, sono mosse dalla stessa voglia di correre.Questo spazio sulle pagine di PM, suggella per così dire, la nostra partnership con questa storica rivi-sta: ci impegneremo ad usarlo in maniera interes-sante e con i migliori contenuti possibili.

Vi aspettiamo!

ASSOCIAZIONE CULTURALE OTTO

Bruno “Mantra” GiraldoDirettore artistico Associazione Culturale OTTO

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Pubblicazione mensileAnno XXII - Numero 4 (246) - Aprile 2015

Autorizzazione del tribunale di Padova n. 1404 del 24 febbraio 1994. Una pubblicazione di Ideal Look. Redazione e direzione: Ideal Look, viale del-la Scienza, 25, 45100 Rovigo, [email protected], www.pressmusic.it. Stampa: Tipografia Artestam-pa, Rovigo. Distribuzione gratuita.

Direttore responsabile Marco Crimi Direttore edito-riale Roberto Pratt Redazione Andrea Messidor (coordinamento) Collaboratori Francesco Vetto-re, Alessandro Carpentieri, Mario Tio Tiozzo, Alessandra Scalabrin, Silvia Spadon, Lorenzo “Mountain King” Vettorello, Monia Chinaglia Grafica e impaginazione Mattia Iommi Web edi-tor Valentina Hilgert Distribuzione province di Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Vicenza.

Linea diretta

Direzionerobertopratt@[email protected] | [email protected] | 393.8602099Pubblicità[email protected] | 329.5959056Graficagrafica@pressmusic.itInternetwww.pressmusic.itwebmaster@pressmusic.itFacebookwww.facebook.com/pressmusicmagazine

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Siete di nuovo sulle frequenze di RadioPM per ri-scoprire, insieme a me, i grandi della musica ame-ricana. Ricordando che potete ascoltare i brani contrassegnati dal simbolo , collegandovi al sito www.pressmusic.it, vi invito a scrivermi la vostra opinione sui brani che ho selezionato per voi nelle varie puntate di questa rubrica.

Ci eravamo lasciati mentre abbandonavamo New York per continuare il nostro giro negli States...

Scendiamo verso sud, facendo tappa ad Atlanta, dove incontriamo una giovane cantautrice, che mi ha molto convinto con i suoi lavori: Cat Power e il brano che vi propongo è la bellissima ballata piani-stica Maybe Not .

Arrivati a Tucson incontriamo una grande band, che fonde musica folk, country e tex-mex come pochi altri sanno fare. Se ancora non l’avete capito, sto parlando dei Calexico e il brano che voglio far-vi ascoltare porta il titolo di Splitter.

Cavalchiamo l’onda country e troviamo sulla nostra strada il freschissimo album del “Boss” Bruce Springsteen uscito nel 2006, We Shall

Overcame. Vi faccio ascoltare la versio-ne live dell’omonimo brano, vero inno alla pace, con il fido Little Steven in un concerto tenuto a Oslo nel 2012 .

Torniamo ancora in Texas per ascoltare le sonorità post rock degli Explosion in the Sky. Il brano che ho scelto per voi è Your Hand in Mine.

Prossima tappa, il Missouri, dove troviamo Pat Metheny, una leggenda del jazz e della chitarra. And I Love Her è l brano “rigorosamente” live che ascoltiamo .

Ho sempre amato la chitarra acustica ed è per questo che ci troviamo ad Athens in un fumoso club ad ascoltare, a bocca aperta, le mirabolanti peripezie tecniche di Leo Kottke, un “mostro sa-cro”, appunto, della chitarra acustica. Per deliziare le vostre orecchie, ecco a voi una bellissima Med-ley .

Siamo giunti a Seattle, la patria del grunge. La band che ho scelto per voi sono gli Alice in Chains e il brano che gira sul piatto è Heaven Beside You .

Chiudiamo la puntata di Aprile a Tulsa dove incon-triamo la cantautrice St. Vincent, che ho avuto la fortuna di vedere dal vivo con un certo David Byr-ne. Ascoltiamola in Marrow in ACL .

Arrivederci alla prossima puntata.

Per ascoltare RadioPMvai su www.pressmusic.ite clicca sulla pagina dedicata.

Francesco [email protected] su www.pressmusic.it

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The Wild Scream è un gruppo musicale rock di origini padovane-veneziane formatosi nell’estate del 2011. Il gruppo nasce da un’idea di Fabio Joe Shamano, che dopo una lunga esperienza con i Shaman’s Blues, importante cover band veneta dei Doors, raduna alcuni bravi musicisti per dar vita alle proprie canzoni. Dopo le prime sessioni in acustico, che permet-tono al gruppo di farsi conoscere ed apprezzare, arriva la svolta elettrica con l’inserimento di una sezione ritmica, subito affiatata e in perfetta coe-sione con chitarra e voce.Ma la vera svolta per i TWS avviene quando Max Ear, dell’etichetta discografica Go Down Records, li fa debuttare alla V edizione del Maximum Festi-val con quattro brani inediti. Da questo momento si moltiplicano le attività e le proposte della band, offrendosi a numerosi live e registrando presso il Cheap Studio di Treviso nel 2013, un ep-demo con tre nuovi brani inediti.

Nel giugno dell’anno successivo al Red Moon Festival, sono la band di apertura al concerto della storica band inglese The Pretty Things.Nel dicembre del 2014 la band è final-mente matura per incidere il disco di debutto, Horus per la Go Down Records, che lo metterà in distribuzione proprio in questi giorni.La formazione attuale è composta da Fabio Joe Shamano (voce e chitarra), Redy Michieletto (chitarra), Nicolò Masetto (basso), Alessandro Bon (tastiere), El Ciga (batteria) e Gianni Bordin (percussioni).

In questa intervista risponde alle mie domande Fabio Joe Shamano, portavoce della band, che con molto entusiasmo si è fin da subito reso di-sponibile a far conoscere i TWS ai lettori di Press Music.

Fabio, quanto ha pesato nella stilistica dei The Wild Scream la tua precedente esperienza nei The Shaman’s Blues e quanto incidono, inve-ce, le diverse personalità musicali dei compo-nenti della band nella scelta dei brani?In The Wild Scream ho cercato di essere me stes-so, ho cantato con la mia voce e la mia personalità anche se i paragoni con il passato saranno inevita-bili, il che, ti dico la verità, non mi dispiace affatto. L’esperienza con The Shaman’s Blues mi è servita molto per trovare, insieme alla band, la giusta di-mensione on stage; abbiamo fatto oltre duecento performance live in giro per il Veneto, dai piccoli baretti ed osterie fino ad arrivare a palchi più im-

Andrea [email protected] su www.pressmusic.it

Nome: The Wild ScreamLuogo di origine: Padova - Venezia - ItaliaGenere musicale: RockInizio attività: 2011Social: FacebookContatti: [email protected]: 347.1460199

NomeFabioNikJoe ShamanoStrumentoVox - Acoustic guitarsMi piaceL’arte in tutte le sue formeContatto personale:Fbk Fabio Joe Shamano

NomeRedy MichielettoNikMick RedyStrumentoElectric acoustic& slide guitarsContatto personale:Fbk Redy Michieletto

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portanti: questa esperienza ci ha reso più sicuri di noi stessi. Ognuno di noi ascolta cose diverse tra loro: nella musica di TWS siamo liberi di metterci quello che vogliamo. Tuttavia, le influenze sono molte: rock, blues, jazz e psichedelia. Sono quelle che sentirete in Horus, il nostro disco di debutto.

Ciascuno di voi lavora anche individualmen-te in altri progetti musicali: come conciliate tutti questi impegni “esterni” con la necessi-tà di consolidare l’attività dei TWS?Già, tutti lavoriamo in altri progetti: Nicolò, Alessan-dro e Francesco suonano spesso in jam session jazz tra Padova, Venezia e Rovigo e, inoltre, in Coffee Spot Band e Sunday Morning Breakfast; Gianni ha appena registrato un disco con Vino del Mar e da molti anni suona con i Ritmatti, insieme al maestro Costantino Borsetto; Redy è già al secondo disco solista con Groovers. Nonostante tutti questi impegni riusciamo comunque a trovarci, anche se non è sempre così facile. D’altra parte il nostro grado di affiatamento è molto alto. Quando jammiamo qualcosa di nuovo ci piace entrare ed esplorarlo fino in fondo; basta una semplice nota od un accordo, dopo il primo imput si cerca di proseguire nalla giusta direzione.

Come nascono i testi delle vostre canzoni e cosa volete comunicare a chi li ascolta?I testi contengono un immaginario di paesaggi in-contaminati e grandi spazi vuoti, strade dissesta-te, montagne sacre e città senza nome. Nascono da un’impostazione blues: poche parole e ben pre-cise poi, piano, piano, le sviluppo cercando di dare un senso. Nella ballata blues “Dancing Moonlight”, per esempio, mi son fatto aiutare da Valli Henry Boldini e si sente. Mi viente in mente una bellissi-ma citazione di Mata Hari, “La danza è una poesia in cui ogni parola è un movimento”.

Qual’è il rapporto della band con il pubblico?Dobbiamo tutto a loro. Abbiamo un rapporto spe-ciale con il nostro pubblico, molto ravvicinato ed amichevole. Per noi è sempre un grande onore e piacere vedere ai nostri concerti tanti amici e, nel prossimo tour di lancio del disco, speriamo di incontrarne di nuovi. La Musica fa questo no? Fa incontrare le persone.

Sta per uscire Horus, il vostro primo disco edito dalla Go Down Records di Max Ear. Per un artista della musica, l’incisione di un nuo-vo disco è paragonabile alla pubblicazione di un libro di ricordi e di esperienze vissute, oppure, una raccolta di poesie personali: con-dividete questa idea?Assolutamente sì. Il disco contiene una raccolta di emozioni tradotte in musica e parole, dove l’ascol-tatore si lascia trasportare. La scelta di collaborare con Go Down Records non è casuale. Attiva da molti anni in Italia e in Europa nel circuito rock e hard rock, ci sta dando i giusti consigli, sia per quanto riguarda la distribuzione del disco, che per i concerti live, offrendoci la pos-sibilità, cosa molto importante per noi, di esibirci in palchi anche fuori dal Veneto.

Questo disco rappresenta il culmine della vo-stra ricerca musicale o ne è un nuovo inizio?Beh, visto che è il nostro disco di debutto direi sicu-ramente un nuovo inizio: il bambino in copertina ne è la conferma. Per realizzare questo disco abbiamo fatto una ricerca molto accurata sugli strumenti uti-lizzati, tutti rigorosamente vintage, e un’attentissima ricerca del “sound”. Anche il fatto di aver registrato in presa diretta (come i Beatles) è stata una scelta ben mirata. Per le registrazioni abbiamo deciso per gli studi “Officine Undreground” di Montebelluna (Treviso) perché cercavamo una stanza molto gran-

NomeAlessandro BonStrumentoKeyboards - Piano RodhesMi piaceLa jam session jazzContatto personale:Fbk Alessandro Bon

NomeNicolò MasettoNikNikStrumentoBasso - ContrabassoMi piaceLa jam session jazzContatto personale:Fbk Nicolò Masetto

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NomeEl CigaStrumentoDrumsMi piaceLa jam session jazzContatto personale:Fbk Ciga InTheSky

NomeGianni BordinStrumentoRumori e percussioniMi piaceSuonare qualsiasi cosaContatto personale:Fbk Gianni Rit

de, dove potevamo suonare tutti assieme, seguiti dal prezioso lavoro di Edoardo “Dodi” Pellizzari.

Credo che vostri progetti immediati ruotino attorno al lancio del nuovo disco ma, per il fu-turo cosa ci riserveranno i The Wild Scream?Certamente, attualmente ci godiamo il disco e il tour promozionale che sta per partire con buone date sia in Veneto che fuori: non vediamo l’ora di salire on stage. Poi ci fermeremo per il secondo disco; abbiamo già buone idee in testa per non ripeterci e per evolverci, con l’obiettivo di dare un seguito coerente a “Horus”.

Grazie di essere stato con noi, Fabio e di aver condiviso le tue passioni e quelle dei The Wild Scream con i lettori di Press Music. Per con-cludere esprimi un desiderio...Vorrei che ci fosse più musica nelle nostre città, nelle scuole, negli eventi sportivi e perché no, an-che in chiesa. Tantissimi cantanti famosi come, J. Brown, R. Charles, ecc., lo sono diventati grazie alla base che hanno ricevuto cantando e suonan-do fin da piccoli proprio in chiesa o nelle comunità religiose. Purtroppo la vedo ancora molto dura qui, la mentalità in generale è ancora molto chiusa. Peccato!!!

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