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20 N ello spazio abitato dalla leg- genda, ora c’è un rigoglioso vigneto. E in quello stesso spazio Carlo Silini, giornalista al Corriere del Ticino, ha ambientato - al- largandolo all’intero Mendrisiotto e alla vicina Lombardia - il suo primo romanzo, “Il ladro di ragazze”. È il “castello di Can- tone” a Rancate, il luogo che fu teatro, secondo i racconti popolari che tanto spaventavano i bambini, delle vicissitu- dini di un “mago” e di alcune giovanette della regione. La leggenda del mago “Una leggenda - ci spiega Silini, che lo scorso anno ha vinto lo Swiss Press Award, il più ambito premio di giornali- smo in Svizzera - che si tramanda da secoli a Rancate, Riva San Vitale e nei dintorni, la cui trama è presto detta: un losco per- sonaggio faceva rapire le ragazze, possi- bilmente belle, povere e prive di appoggi, le costringeva a giochi magici e perversi che terminavano con la loro morte e le buttava in un pozzo all’interno di una grotta nelle viscere del Monte San Gior- gio. Esistono diverse versioni di questa storia, non sempre lineari, in cui si sono mescolati, nel tempo, episodi realmente accaduti e fantasie di luoghi dalla fama si- nistra, violenze, superstizioni … Anch’io da bambino ho sentito parlare del mago di Carla Rezzonico Berri [email protected] Le strade del vino DIE WEINSTRASSEN Il Seicento rivisitato in un avvincente noir Mistero e leggenda nel Mendrisiotto. CARLO SILINI HA AMBIENTATO IL SUO PRIMO ROMANZO AL Castello di Cantone A RANCATE. TRA STORIA, MEMORIA E INVENZIONE, UN ROMANZO DA LEGGERE D’UN FIATO Giovanni Casari 21 ESTATE / SOMMER 2016 TicinoVinoWein Mistero e leggenda nel Mendrisiotto. CARLO SILINI HA AMBIENTATO IL SUO PRIMO ROMANZO AL Castello di Cantone A RANCATE. TRA STORIA, MEMORIA E INVENZIONE, UN ROMANZO DA LEGGERE D’UN FIATO Le strade del vino DIE WEINSTRASSEN

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Nello spazio abitato dalla leg-genda, ora c’è un rigogliosovigneto. E in quello stessospazio Carlo Silini, giornalista

al Corriere del Ticino, ha ambientato - al-largandolo all’intero Mendrisiotto e allavicina Lombardia - il suo primo romanzo,“Il ladro di ragazze”. È il “castello di Can-tone” a Rancate, il luogo che fu teatro,

secondo i racconti popolari che tantospaventavano i bambini, delle vicissitu-dini di un “mago” e di alcune giovanettedella regione.

La leggenda del mago“Una leggenda - ci spiega Silini, che loscorso anno ha vinto lo Swiss PressAward, il più ambito premio di giornali-smo in Svizzera - che si tramanda da secolia Rancate, Riva San Vitale e nei dintorni,la cui trama è presto detta: un losco per-

sonaggio faceva rapire le ragazze, possi-bilmente belle, povere e prive di appoggi,le costringeva a giochi magici e perversiche terminavano con la loro morte e lebuttava in un pozzo all’interno di unagrotta nelle viscere del Monte San Gior-gio. Esistono diverse versioni di questastoria, non sempre lineari, in cui si sonomescolati, nel tempo, episodi realmenteaccaduti e fantasie di luoghi dalla fama si-nistra, violenze, superstizioni … Anch’ioda bambino ho sentito parlare del mago di

Carla Rezzonico [email protected]

Le strade del vinoDIE WEINSTRASSEN

Il Seicento rivisitatoin un avvincente noir

Mistero e leggendanel Mendrisiotto.

CARLO SILINI HA AMBIENTATO IL SUOPRIMO ROMANZO AL Castello diCantone A RANCATE. TRA STORIA,MEMORIA E INVENZIONE, UNROMANZO DA LEGGERE D’UN FIATO

Giovanni Casari

21ESTATE / SOMMER 2016 TicinoVinoWein

Mistero e leggendanel Mendrisiotto.

CARLO SILINI HA AMBIENTATO IL SUOPRIMO ROMANZO AL Castello diCantone A RANCATE. TRA STORIA,MEMORIA E INVENZIONE, UNROMANZO DA LEGGERE D’UN FIATO

Le strade del vinoDIE WEINSTRASSEN

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Cantone. Quando già frequentavo l’univer-sità ho voluto andare a rivedere quel luogospeciale. Ricordo che un vecchietto mi hamostrato la grotta che si trova a poca di-stanza dal ‘castello’, come viene chiamatacomunemente la costruzione che si vedeancora oggi. In quella grotta vi è effettiva-mente un pozzo”.

Il Castello di CantoneIl “castello”, complesso edificato sulle pen-dici del San Giorgio in posizione solitarianel luogo denominato Cantone, è stato abi-tato fino agli anni Cinquanta-Sessanta delNovecento. L’ultimo a trascorrere i suoigiorni in quella che quasi certamente erauna grande casa colonica trasformata in di-mora signorile, fu “ul Rico”, che qualcunoancora ricorda. Ora la costruzione mostratutti i segni del tempo e alcune sue partisono diroccate. “Fu probabilmente - scrivelo storico Giuseppe Martinola - in origineuna casa contadinesca medievale come nesorgevano remote dagli abitati. Poi si sa chepassò ai Della Croce di Riva, che nel 1613la vendettero al conte Francesco Secco Bo-rella di Vimercate, che, bandito dallo Statodi Milano per omicidio, si rifugiò nel 1603 aRiva (…). Il palazzo, chè tale doveva essere,restò ai Secco Borella fino al 1732, e poivenne decadendo” (G. Martinola, Inventariodelle cose d’arte e di antichità del distrettodi Mendrisio, vol I, Bellinzona 1975). Segnidi un antico splendore dovevano essere ifregi nel salone, lo stemma sopra il camino,la meridiana in facciata che ora sono prati-camente scomparsi.

C’è una grotta nel bosco...A poca distanza, fra la boscaglia, l’ingressoa una grotta, lunga una ventina di metri. Uncorridoio porta ad una prima caverna dadove si accede grazie ad alcuni gradini a unsecondo spazio in cui si trova il pozzo. Il fo-tografo Ely Riva la descrive nella rivista Vi-vere la montagna (aprile 2012) e conclude:“Il fatto che la Grotta del Mago si trovassea pochi metri dalla dimora di Cantone ali-mentò la fantasia della gente, la quale diuna misera pozzanghera o una normalecantina con tanto di acqua corrente e fre-sca per conservare i latticini ne ha fatto unpozzo profondo e un luogo malfamato. Iltempo alle volte cancella i veri ricordi ealtre invece li alimenta in maniera dramma-tica fino a trasformarli in fatti tragici cheentrano a far parte dei racconti popolari”.Il vigneto, che all’epoca dei fatti narrati daSilini non esisteva, è stato gestito dal-l’azienda Delea di Losone dal 1999 al 2013.Vi si produceva il Merlot del Mago (un ec-cellente Merlot in purezza, affinato in bar-riques nuove per 22 mesi), Tiziano (uveCabernet Franc e Sirah, maturato in bottidi rovere) e il bianco Castello di Cantone(Sauvignon, Sémillon, Chardonnay). Unterroir molto interessante che presenta inalto un terreno calcareo adatto alla coltiva-zione di uve a bacca bianca mentre nella

parte più bassa la presenza di una piccolapercentuale di argilla favorisce la produ-zione di vini rossi.Da qualche anno la cura del vigneto e lavinificazione sono state riprese dal pro-prietario.

Tra le vecchie carteCome è nata l’idea del romanzo, chiediamoa Silini. “Per la verità, non sono partito conl’idea di scrivere un testo narrativo. Misono chiesto cosa c’era di vero nelle storiesentite da bambino e ho iniziato, con la cu-riosità del giornalista, una ricerca negli ar-chivi comunali e parrocchiali delMendrisiotto e anche online. Ho trovatomateriale inedito molto interessante. Adesempio il documento del 1603 che metteuna taglia, e in concreto ne decreta l’espul-sione dal territorio dell’attuale Lombardia,nei confronti del nobile Francesco SeccoBorella. Una condanna severa (lo si vuolevivo o morto) dovuta ad atti di violenzainauditi, omicidi, prevaricazioni di ogni tipocompiute dal conte che risulta essersi poirifugiato a Rancate in zona Cantone con lasua banda di sgherri. Potrebbe esserci ar-rivato in virtù dell’amicizia che lo legava aiDella Croce, importante famigliadi Riva San Vitale. Inoltre nel-l’archivio parrocchiale diMendrisio ho potuto ve-dere l’atto di morte di ungiovane, Antonio SeccoBorella, ovvero il figlio delnobile, ucciso con un colpod’archibugio nel 1632 mentresi affacciava, si pensa vit-tima di un tranello, a unafinestra dell’attuale palazzoPollini nel centro storicodel borgo. Di poco succes-sivo l’atto di battesimo di unabimba, figlia illegittima del gio-vane, che era frate cistercense, e diuna ragazza del luogo, la giovane nobil-donna Barbara de Buziis“. La genealogia e gli stemmi nobiliari dellafamiglia Secco Borella li ha scovati inveceattraverso il web, così come l’ultimo di-scendente della casata, un’antica famigliamilanese le cui origini si perdono nel XV se-colo e il cui capostipite fu un condottiero emilitare al servizio degli Sforza che nel 1478prese parte anche alla battaglia “dei sassigrossi” a Giornico.

Un noir del SeicentoSilini racconta che ne voleva fare una seriedi articoli per il Corriere del Ticino, ma letroppe lacune non permettevano una rico-struzione seria ed efficace dal punto divista giornalistico. “D’altronde non sonouno storico - continua -. È stato allora cheè nata l’idea di colmare i vuoti della storiacon una narrazione libera, seppur docu-mentata nella visione dei luoghi, dei co-stumi e delle tradizioni”. Ne è nato unvolume di quasi 500 pagine edito da Ga-

briele Capelli nel 2015 che si legge d’unfiato, sospeso tra storia e fantasia e vivacenelle descrizioni, nei dialoghi e nell’incastrodelle vicende. Tra conventi e osterie, palazzinobiliari e campagne assolate si muovonocontadini, banditi, nobili, poveracci, par-roci, landfogti, frescanti, nobildonne… Pre-sentato qualche settimana fa alle Giornateletterarie di Soletta, “Il ladro di ragazze” èin procinto di essere pubblicato anche inItalia, dalle edizioni Baldini & Castoldi, coltitolo “L’ombra della paura”. E Silini sembraessere deciso a dedicarsi nuovamente allanarrativa con un secondo romanzo; “sì,un’idea ce l’ho già - ammette -“.

Le strade del vinoDIE WEINSTRASSEN

LOCARNO

BELLINZONA

LUGANO

Rancate

C.S.

C.S.

Da leggere:

Silini Carlo,Il ladro di ragazze,Gabriele Capelli Editore,Mendrisio 2015

Passato e presenteIl “castello di Cantone” fa parte di unaproprietà privata e pertanto non è solita-mente visitabile; lo si scorge dall’auto-strada tra le vigne collinari. Invece levicende che si svolsero (forse) tra le suemura si rivivono leggendo le pagine del“Ladro di ragazze” e assistendo alla pro-cessione storica del Venerdì santo a Men-drisio. È lì che prende avvio il romanzo,con Maddalena, la giovane di cui si è tro-vato l’atto di battesimo, che assiste al pas-saggio della statua della Vergine dei SetteDolori che ha le sembianze della propriamadre.

Un’immagine del vecchio “castello”,in basso l’entrata della grotta. A destra palazzo Pollini a Mendrisio,dove fu ucciso Antonio SeccoBorella, e vigneti a Rancate

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Am Ort, an dem sich die Legendeabspielt, gibt es heute einen üp-pigen Rebberg. Dort –  und imganzen Mendrisiotto bis in die be-

nachbarte Lombardei hinein – hat Carlo Si-lini, Journalist beim Corriere del Ticino,seinen ersten Roman, “il ladro di ragazze”,angesiedelt. Er handelt von den seit jeherKindern erzählten Schreckensgeschichtenüber Untaten eines “Zauberers” und einigejunge Mädchen aus der Gegend, welchesich im Castello di Cantone in Rancate zu-trugen.

Die Legende des Zauberers“Die Legende wird seit Jahrhunderten inRancate, Riva San Vitale und Umgebungweitergegeben”, erklärt Silini, der vergan-genes Jahr den Swiss Press Award ge-wonnen hat, den prestigeträchtigstenJournalistenpreis der Schweiz. “Die Ge-schichte ist schnell erzählt: Eine finsterePerson liess Mädchen, bevorzugt schöne,arme und hilflose, entführen, um sie zu ma-

gischen und perversen Spielen zu zwin-gen, die mit ihrem Tod endeten, worauf ersie in einen Schacht einer Höhle im Innerendes Monte San Giorgio warf. Die Ge-schichte gibt es in verschiedene Variatio-nen, die nicht immer übereinstimmen undin denen sich mit der Zeit tatsächlich Ge-schehenes mit Phantasien über unheimli-che Orte, Gewalttaten und Aberglaubenvermischt haben. Auch ich hatte als Kindvom Zauberer von Cantone gehört. Als ichbereits die Universität besuchte, wollte ichden speziellen Ort wiedersehen. Ich erin-nere mich daran, wie mir ein alter Mann dieGrotte unweit des “Schlosses” – wie dasheute noch existierende Gebäude bezeich-net wird – zeigte. In der Höhle gibt es tat-sächlich einen Schacht.”

Das Schloss von CantoneDer erwähnte Gebäudekomplex im Canto-ne genannten Gebiet, einsam am Fussedes San Giorgio gelegen, war bis in die1950er- und 60er-Jahre bewohnt. Als letz-ter verbrachte in dem wohl vom Bauern-zum Herrschaftshaus umgebauten Gebäu-de “ul Rico” seine Tage, an den sich einige

noch erinnern. Inzwischen nagt der Zahnder Zeit, einige Hausteile sind zerfallen.Wie der Historiker Giuseppe Martinolaschreibt, handelte es sich “ursprünglichwahrscheinlich um ein mittelalterliches Ge-höft, wie sie abseits von Dörfern entstan-den. Bekannt ist, dass es in den Besitz derDella Croce aus Riva gelangte, die es 1613an Graf Francesco Secco Borella aus Vi-mercate verkauften, welcher wegen einesTötungsdeliktes aus dem Staate Mailandverbannt worden war und 1603 nach Rivaflüchtete (...). Der Palast, zu dem es gewor-den war, gehörte bis 1732 dem Geschlechtder Secco Borella, und verfiel danach” (G. Martinola, Inventario delle cose d’arte edi antichità del distretto di Mendrisio, vol I,Bellinzona 1975 ). Überbleibsel des altenGlanzes sind die Ornamente im Salon, dasWappen über dem Kamin, die Sonnenuhrauf der Fassade, die fast nicht mehr zu er-kennen sind.

Die Höhle im Wald...Unweit davon, mitten im Dickicht, der Ein-gang einer rund 20 Meter langen Grotte;ein Korridor führt zu einer ersten Höhle, von

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Carla Rezzonico [email protected]

Rätsel und Legende aus dem Mendrisiotto.Das 17. Jahrhundert in einem spannendenKrimi aufgearbeitet

CARLO SILINI LÄSST SEINEN ERSTEN ROMAN IM Castello di Cantone IN RANCATE SPIELEN.EIN IN EINEM ZUG ZU LESENDER ROMAN ÜBER DIE GESCHICHTE, ERINNERUNGEN UND ERFUNDENES

Die WeinstrassenLE STRADE DEL VINODie WeinstrassenLE STRADE DEL VINO

Archivio Delea

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der aus man über einige Stufen in einenzweiten Raum gelangt, in dem sich derSchacht befindet. Fotograf Ely Riva be-schreibt sie in der Zeitschrift “Vivere la mon-tagna” (April 2012) und kommt zumSchluss: “Dass sich die Grotte des Zaube-rers wenige Meter neben dem Wohngebäu-de Cantone befindet, hat die Fantasie derLeute angeregt, sodass aus einer beschei-denen Pfütze oder einem normalen Kellermit Wasserzufluss, um Milchprodukte zu la-gern, ein tiefer Schacht und verrufener Ortwurde. Erinnerungen an echte Ereignisseverschwinden manchmal mit der Zeit, ande-re werden in geradezu dramatischer Weiseaufgebauscht, bis sie zu tragischen Ereig-nissen und zu Überlieferungen des Volkeswerden.”Den Rebberg gab es zu den Zeiten von Sili-nis Geschichte noch nicht. 1999 bis 2013bewirtschaftete ihn die Weinkellerei Delea inLosone. Aus den Trauben entstanden derMerlot del Mago (ein ausgezeichneter, rein-sortiger Merlot, 22 Monate in neuen Barri-ques ausgebaut), der Tiziano (CabernetFranc und Syrah, der in Eichenholzfässernreifte) und der weisse Castello di Cantone(Sauvignon, Sémillon, Chardonnay). Einsehr interessantes Terroir, das im oberen Teilüber für weisse Trauben geeignete Kalkbö-den verfügt, während der kleine Anteil anLehm unten die Rotwein-Produktion be-günstigt. Seit einigen Jahren kümmert sichder Besitzer wieder um Rebberg und Wein-bereitung.

In alten UnterlagenWir fragen Silini, wie die Idee zum Romanentstand: “Eigentlich ging es zu Beginnnicht darum, eine Erzählung zu schreiben.Ich hatte mich nur gefragt, was an den alsKind gehörten Geschichten dran war undbegann mit der Neugierde des Journalistenin Archiven von Gemeinden und Kirchen imMendrisiotto sowie online zu recherchieren.Ich habe viel interessantes, unveröffentlich-tes Material gefunden. Zum Beispiel ein Do-kument von 1603, in dem eine Belohnungausgesetzt und konkret die Ausweisung desAdligen Francesco Secco Borella aus demGebiet der heutigen Lombardei verfügtwird. Eine strenge Strafe (man suchte ihn totoder lebendig) wegen Verbrechen von un-glaublicher Gewalt, Tötungsdelikten, Miss-brauch jeder Art, begangen durch den Gra-fen, der mit seinen Schergen nach Rancateins Gebiet Cantone flüchtete. Er könnte auf-grund der Freundschaft mit den Della Crocedorthin gelangt sein, einer wichtigen Familieaus Riva San Vitale. Ausserdem konnte ichim Archiv der Kirchgemeinde Mendrisio denTotenschein eines jungen Mannes, AntonioSecco Borello, einsehen, den Sohn des Ad-

ligen. Er wurde 1632 mit dem Schuss auseiner Hakenbüchse getötet, wohl als Opfereiner Falle, als er sich am Fenster des heuti-gen Palazzo Pollini im historischen Zentrumdes Ortes zeigte. Kurz darauf erfolgte dieTaufe eines Mädchens, einer unehelichenTochter des jungen Mannes, der Zisterzien-ser-Mönch war, sowie einer jungen Frau ausdem Ort, der Adligen Barbara de Buziis.”Die Genealogie der Adelswappen der Fami-lie Secco Borella hat er hingegen im Webaufgespürt, wie den letzten Nachkommendes Geschlechts. Die Ursprünge der altenMailänder Familie verlieren sich im 15. Jahr-hundert. Stammvater war ein Feldherr undSoldat im Dienste der Sforza, der 1478 auchbei der Schlacht der “Sassi Grossi” in Gior-nico teilnahm.

Ein Krimi aus dem 17. Jahrhundert Silini wollte das Material zu einer Artikelseriefür den Corriere del Ticino verarbeiten, dochgab es zu viele Lücken, was aus journalisti-scher Sicht keine seriöse und wirkungsvolleRekonstruktion erlaubte. “Anderseits bin ichkein Historiker”, fährt er fort. “Also entstanddie Idee, die historischen Lücken mit frei Er-fundenem zu füllen, wobei Orte, Gewohn-heiten und Traditionen dargestellt wurden,wie sie aus Dokumenten hervorgehen.” Eswurde ein Buch mit fast 500 Seiten, 2015beim Verlag Gabriele Capelli erschienen,das sich in einem Atemzug liest. ZwischenGeschichte und Fantasie, mit lebhaftenSchilderungen, Dialogen und gut verknüpf-

ten Begebenheiten. Vom Kloster in die Knei-pe, von den Palästen der Adligen bis zumsonnenbeschienen Land, belebt von Bau-ern, Banditen, Adligen, Armen, Pfarrern,Vögten, Freskenmalern, Edeldamen.... Vondem vor einigen Wochen an den Solothur-ner Literaturtagen vorgestellten Buch “Il la-dro di ragazze” erscheint demnächst beiBaldini & Castoldi unter dem Titel “L‘ombradella paura” auch eine Italien-Ausgabe. UndSilini scheint sich schon mit einem zweitenRoman zu befassen: “Ja, eine Idee habe ichschon“, gibt er zu.

Vergangenheit und GegenwartDas “Castello di Cantone” gehört zu einemprivaten Besitz und ist daher üblicherweisenicht zugänglich; von der Autobahn auskann man es im Rebhang ausmachen. Hin-gegen leben die Ereignisse, die sich – viel-leicht  – in dessen Gemäuern abspielten,wieder auf, wenn man “Ladro di ragazze”liest oder die historische Karfreitags-Pro-zession in Mendrisio besucht. Denn genaudort beginnt der Roman über jene Maddale-na, deren Taufschein gefunden wurde: Siewohnt der Prozession mit der HeiligenJungfrau bei, welche der eigenen Mutterähnelt.

Zu Nachlesen/Lesestoff:Silini Carlo,Il ladro di ragazze,Gabriele Capelli Editore,Mendrisio 2015

Die WeinstrassenLE STRADE DEL VINO

Die Statue der Madonna Addolorata(Kirche San Giovanni Battista in Mendrisio),

die im Buch von Silini beschrieben wird.

CER/

crb