Dicembre– 12 – Newsletter – POLITICHE …...2017/01/12  · del primato degli irresistibili...

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16 Dicembre– 12 – Newsletter – POLITICHE ABITATIVE Notizie dalle categorie, dalle associazioni, dai territori..... FLAI CGIL: Denunce su sfruttamento dei lavoratori stagionali e del caporalato dopo la drammatica vicenda del ghetto dei Bulgari..............pag. 7 SUNIA: Proposte sui problemi connessi agli affitti nelle zone coinvolte dal sisma; sull'utilizzo degli alloggi sfitti e del patrimonio pubblico …..........pag. 8 Dai territori: Abruzzo: sentenza Corte costituzionale su gestione case Ater; Lazio, fondi per bioedilizia e smart building; Liguria, Consulta su barriere architettoniche e costruzioni in zone sismiche; Liguria, catasti su attestati di prestazione energetica e impianti termici; Puglia: proroga Piano casa e recupero sottotetti; Sardegna, proroga Piano casa; Toscana: Governo del territorio, regole per partecipazione; Veneto: Progetto artistico per la rigenerazione di Piazza Gasparotto a Padova...........................pag 9 Nel 2015 si stima che il 28,7% delle persone residenti in Italia sia a rischio di povertà o esclusione sociale, secondo la definizione adottata nell’ambito della Strategia Europa 2020. Il Mezzogiorno è ancora l’area più esposta, con il 46,4% di persone coinvolte. La quota aumenta anche al Centro (da 22,1% a 24%), mentre cala al Nord (da 17,9% a 17,4%). (ISTAT, Reddito e condizioni di vita) ............... pag. 4 Il CENSIS ha presentato la 50a edizione del Rapporto sulla situazione sociale del Paese, interpretando i più significativi fenomeni socio-economici nella fase di debole ripresa che stiamo attraversando. Emerge una Italia che non investe sul futuro e che, nell'anno del primato degli irresistibili flussi, sperimenta insorgenti piattaforme di relazionalità, nonostante si sia rotta la cerniera tra élite e popolo. (CENSIS, Rapporto sulla situazione sociale del Paese)..pag. 5 Esistono già strumenti per rendere le città meno inquinate: auto e furgoni elettrici, car-sharing, app che informano sul traffico, generatori di energia rinnovabile casalinghi, mezzi a guida autonoma. Sono strumenti che costano poco e in futuro costeranno ancora meno. Quello che manca è la cultura per usarli, nei cittadini e negli amministratori. (ANSA, Ce.s.i. NEV Mobility Europe (forum su Smart cities, sicurezza, mobilità di prossimità).............................pag. 6 Mobilità sostenibile nelle principali 50 città italiane: Milano al primo posto, seguono Parma e Torino. In fondo L’Aquila, Siracusa e Catanzaro. (Euromobility, 10° Rapporto sulla mobilità sostenibile ) ............................ pag. 6 Per il programma Urbact sono partite le attività del Comitato nazionale, non istituito nel precedente periodo di programmazione, presieduto dal MIT e dalla Regione Molise, cui hanno partecipato anche Anci, Regioni, associazioni e sindacati. All'interno del Comitato è stato sottolineata la presenza dell'Italia, paese europeo più presente nel programma, nelle prime call: città italiane sono presenti in 20 progetti e in 4 sono lead partner. Sono invece 9 le città presenti nella seconda call con un progetto a lead partner italiano. Il primo dicembre è stata pubblicata la terza call che riguarda le buone pratiche. .................................................................. pag. 1 La resilienza è la capacità di sistemi, comunità urbane, individui, organizzazioni, imprese, di riprendere e mantenere le loro funzioni e crescere nel periodo successivo ad uno shock o ad uno stress, a prescindere dal suo impatto, frequenza o dimensione. Il concetto solo recentemente è stata applicata in contesti di città ed è utile quando si lavora per uno sviluppo urbano integrato, in quanto aiuta a vedere la città come un sistema interconnesso e multimodale. Analizzare la resilienza dei sistemi urbani implica guardare agli aspetti sociali, economici ed ecologici, così come a quelli correlati a tecnologia, cultura e strutture istituzionali. Il programma Resilient Europe............. pag. 2 Secondo l'ISTAT il 5,4% delle famiglie in Italia nel 2015 era indietro con le rate dell'affitto o del mutuo, il peggior dato dall'inizio dal 2004. L'ISTAT nel 2015 aveva diffuso il dato delle famiglie “in difficoltà” con il pagamento delle spese per la casa: circa 3 milioni (11,7% del totale) quelle che nel 2014 hanno avuto arretrati col pagamento delle rate del mutuo, affitto o utenze domestiche. La CGIL, nel 2015, ha analizzato il peso delle spese per la casa (imposte, affitti, mutuo, utenze) sui bilanci delle famiglie, costrette a utilizzare quote crescenti del proprio reddito per farvi fronte, con punte che, in alcuni territori, hanno superato il 50%.................................... ................... pag. 3 Periodico mensile di informazione a cura di Laura Mariani - Area delle Politiche per lo Sviluppo - CGIL nazionale

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fascia in cui la

1 – 2016 Dicembre– 12 – Newsletter – POLITICHE ABITATIVE

Notizie dalle categorie, dalle associazioni, dai territori.....

FLAI CGIL: Denunce su sfruttamento dei lavoratori stagionali e delcaporalato dopo la drammatica vicenda del ghetto dei Bulgari..............pag. 7

SUNIA: Proposte sui problemi connessi agli affitti nelle zone coinvolte dalsisma; sull'utilizzo degli alloggi sfitti e del patrimonio pubblico …..........pag. 8

Dai territori: Abruzzo: sentenza Corte costituzionale su gestionecase Ater; Lazio, fondi per bioedilizia e smart building; Liguria, Consulta subarriere architettoniche e costruzioni in zone sismiche; Liguria, catasti suattestati di prestazione energetica e impianti termici; Puglia: proroga Pianocasa e recupero sottotetti; Sardegna, proroga Piano casa; Toscana:Governo del territorio, regole per partecipazione; Veneto: Progetto artisticoper la rigenerazione di Piazza Gasparotto a Padova...........................pag 9

Nel 2015 si stima che il 28,7% dellepersone residenti in Italia sia a rischio dipovertà o esclusione sociale, secondo ladefinizione adottata nell’ambito dellaStrategia Europa 2020. Il Mezzogiorno èancora l’area più esposta, con il 46,4% dipersone coinvolte. La quota aumentaanche al Centro (da 22,1% a 24%),mentre cala al Nord (da 17,9% a 17,4%).(ISTAT, Reddito e condizioni di vita) ...............pag. 4

Il CENSIS ha presentato la 50a edizionedel Rapporto sulla situazione socialedel Paese, interpretando i piùsignificativi fenomeni socio-economicinella fase di debole ripresa che stiamoattraversando. Emerge una Italia chenon investe sul futuro e che, nell'annodel primato degli irresistibili flussi,sperimenta insorgenti piattaforme direlazionalità, nonostante si sia rotta lacerniera tra élite e popolo. (CENSIS,Rapporto sulla situazione sociale del Paese)..pag. 5

Esistono già strumenti per rendere lecittà meno inquinate: auto e furgonielettrici, car-sharing, app che informanosul traffico, generatori di energiarinnovabile casalinghi, mezzi a guidaautonoma. Sono strumenti che costanopoco e in futuro costeranno ancora meno.Quello che manca è la cultura per usarli,nei cittadini e negli amministratori. (ANSA,Ce.s.i. NEV Mobility Europe (forum su Smart cities,sicurezza, mobilità di prossimità).............................pag. 6

Mobilità sostenibile nelleprincipali 50 città italiane:Milano al primo posto,seguono Parma e Torino.In fondo L’Aquila, Siracusae Catanzaro. (Euromobility, 10°Rapporto sulla mobilitàsostenibile ) ............................ pag. 6

Per il programma Urbact sono partite le attività delComitato nazionale, non istituito nel precedente periodo diprogrammazione, presieduto dal MIT e dalla Regione Molise,cui hanno partecipato anche Anci, Regioni, associazioni esindacati. All'interno del Comitato è stato sottolineata lapresenza dell'Italia, paese europeo più presente nelprogramma, nelle prime call: città italiane sono presenti in 20progetti e in 4 sono lead partner. Sono invece 9 le città presentinella seconda call con un progetto a lead partner italiano. Ilprimo dicembre è stata pubblicata la terza call che riguarda lebuone pratiche. .................................................................. pag. 1

La resilienza è la capacità di sistemi, comunità urbane,individui, organizzazioni, imprese, di riprendere e mantenerele loro funzioni e crescere nel periodo successivo ad unoshock o ad uno stress, a prescindere dal suo impatto, frequenzao dimensione. Il concetto solo recentemente è stata applicata incontesti di città ed è utile quando si lavora per uno sviluppourbano integrato, in quanto aiuta a vedere la città come unsistema interconnesso e multimodale. Analizzare la resilienza deisistemi urbani implica guardare agli aspetti sociali, economici edecologici, così come a quelli correlati a tecnologia, cultura estrutture istituzionali. Il programma Resilient Europe.............pag. 2

Secondo l'ISTAT il 5,4% delle famiglie in Italia nel 2015 eraindietro con le rate dell'affitto o del mutuo, il peggior datodall'inizio dal 2004. L'ISTAT nel 2015 aveva diffuso il dato dellefamiglie “in difficoltà” con il pagamento delle spese per la casa:circa 3 milioni (11,7% del totale) quelle che nel 2014 hannoavuto arretrati col pagamento delle rate del mutuo, affitto outenze domestiche. La CGIL, nel 2015, ha analizzato il pesodelle spese per la casa (imposte, affitti, mutuo, utenze) suibilanci delle famiglie, costrette a utilizzare quote crescenti delproprio reddito per farvi fronte, con punte che, in alcuni territori,hanno superato il 50%....................................................... pag. 3

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Sviluppo urbano: integrazione,sostenibilità

il programma URBACT

Per il programma Urbact sono partite le attività del Comitato nazionale, non istituito nel precedente periodo di programmazione, presieduto dal MIT e dalla Regione Molise, cui hanno partecipato anche Anci, Regioni, associazioni e sindacati.

All'interno del Comitato è stato sottoli-neata la presenza dell'Italia, paeseeuropeo più presente nel programma,nelle prime call: città italiane sonopresenti in 20 progetti e in 4 sono leadpartner. Sono invece 9 le città presentinella seconda call con un progetto alead partner italiano.Le due call già pubblicate hanno datoun buon risultato e le nostre città stannoimplementando le azioni costruendodelle reti transnazionali di interesse. Circa lo stato di attuazione, i progettidella prima call sono in piena fase diimplementazione. La seconda call nonprevede modifiche al partenariato, ma ipartner possono migliorare la propostaprogettuale. Dall’analisi dei dati delle due call risultache sono state interessate 21 città ma

alcune sono presenti due volte nellaprima call (Torino e Genova) ed anchenella seconda (Napoli, Torino eBologna). Le regioni interessate sono8. Il primo dicembre è stata pubblicata laterza call che riguarda le buone prati-che. Questa terza call, che scade il 31marzo, ha un iter particolare. I comuniche ritengono di avere una buona pra-tica trasferibile devono candidarsicompilando il format che è scaricabiledal sito. La valutazione è affidata alsegretariato. Le proposte ritenute vali-de sono proiettate alla realizzazione dinetwork con il bando che sarà apertoa settembre. Dal segretariato, inoltre, è stata invia-ta la procedura scritta n. 7 che riguar-da la manifestazione di interesse di

città a proporre candidature per esseremembro di partenariati. Il termine per lapresentazione delle candidature èfissato al 30 dicembre 2016. Risultanopervenute 6 candidature (Anversa, Lille,Glasgow, Potenza, Preston, Bologna) L'Agenzia per la Coesione territoriale,ente ospitante del Comitato, ha sottoli-neato la necessaria interazione tra i variorgani nazionali e territoriali per lo svi-luppo del territorio, ritenendo fondamen-tale prevedere nelle riunioni dei comitatidi sorveglianza dei POR, una finestraper le attività di cooperazione e per leregioni interessate per la strategia EU-SAIR.

Nel Comitato è stata evidenziata la necessità di lavorare con programmiintegrati in riferimento ad altre iniziative che hanno ricadute in ambito urbano.

ESPON 2020 ha l’obiettivo di contribuire alla competitività, alla cooperazione territoriale e auno sviluppo equilibrato e sostenibile; è strutturato in 5 Obiettivi Specifici (1: processo conti -nuo di produzione delle evidenze territoriali attraverso le ricerche applicate e le analisi, 2:trasferimento e utilizzo della ‘conoscenza’ acquisita e supporto agli utenti, 3: miglioramentodell'osservazione territoriale e implementazione degli strumenti per le analisi territoriali, 4:maggiore disseminazione delle evidenze territoriali e dei risultati, 5: disposizioni e norme diimplementazione e gestione del programma più snelle, efficaci ed efficienti. Le risorse am-montano a 48.678.851 euro, di cui 41.377.019 euro di contributo FESRAzioni Urbane Innovative ha l'obiettivo di aiutare le città a identificare e testare soluzioniinnovative per rispondere alle crescenti sfide dei prossimi anni. Candidati ammissibili sono leAutorità urbane o associazioni/gruppi di autorità urbane di città con più di 50.000 abitanti. Itemi su cui dovranno concentrarsi i progetti sono: transizione energetica; povertà urbana, conparticolare attenzione per i quartieri più disagiati; integrazione dei migranti e dei rifugiati;lavoro e competenze nell’economia locale. Le risorse complessive ammontano a 80 milioni dieuro. I progetti selezionati potranno essere cofinanziati dal FESR fino all’80% dei loro costiammissibili. Ciascun progetto potrà ricevere un contributo di massimo 5 milioni di euro.MED ha l'obiettivo di migliorare la competitività dello spazio in modo da garantire la crescitae l'occupazione per le generazioni future (Strategia di Lisbona) e promuovere la coesioneterritoriale e la tutela dell'ambiente in una logica di sviluppo sostenibile (strategia di Göte-borg); è strutturato in 4 Assi (1: Rafforzamento delle capacità di innovazione; 2: Protezionedell'ambiente e promozione dello sviluppo sostenibile del territorio; 3: Miglioramento dellamobilità e accessibilità territoriale; 4: Promozione di uno sviluppo policentrico e integratodello spazio Med). Le risorse ammontano ad oltre 250 milioni di euro (di cui 193 di contribu -to FESR).

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Resilienza urbana applicata a sistemi di città

aspetti sociali, economici, ecologici

La resilienza è la capacità di sistemi, comunità urbane, individui, organizzazioni, imprese, di riprendere e mantenere le loro funzioni e crescere nel periodo successivo ad uno shock o ad uno stress, a prescindere dal suo impatto, frequenza o dimensione.

Anche se la resilienza è stata esplorata indiversi sistemi complessi sociali ed ecolo-gici, solo recentemente è stata applicatain contesti di città. Il concetto è utilequando si lavora per uno sviluppo urbanointegrato, in quanto aiuta a vedere la cittàcome un sistema interconnesso e multi-modale. Analizzare la resilienza dei siste-mi urbani implica guardare agli aspettisociali, economici ed ecologici, cosìcome a quelli correlati alla tecnologia, allacultura e alle strutture istituzionali.Le città resilienti Europa stanno cercandodi comprendere le vulnerabilità locali,adattare la pianificazione urbana e favori-re la collaborazione su più scale, inte-grando tutte le parti interessate nel pro-cesso di trasformazione. Le città si stan-no anche sforzando di ristabilire il contat-to con i sistemi sociali ed ecologici vitali,indipendentemente dai confini ammini-strativi, al fine di rafforzare la loro capaci-tà di adattamento e di trasformazione.La resilienza e il pensiero di transizionerappresentano una sfida per la governan-ce urbana e per la pianificazione come leconosciamo spostando l'attenzione dadecretare il cambiamento ad anticipare,sperimentare e realizzare la maggior

parte del cambiamento. Per dirla inmaniera semplice, la prospettiva dellaresilienza è lontana dall'idea che larealtà attenderà fino a quando i nostripiani sono pronti. Sì, la pianificazioneurbana tradizionale è tutta focalizzatasulle strategie per i prossimi decenni, maciò che i pianificatori dimenticano spessoè che la città non aspetterà fino a quandoverrà svolto il loro lavoro.Ignorare questo può venire a caro prez-zo. Le città che non riescono ad anticipa-re le future crisi, sono spesso sottopostead una trasformazione forzata ad un co-sto socio-economico ed ecologico inac-cettabile. Ad esempio, una città che staancora oggi investendo in infrastrutturefortemente dipendente dai combustibilifossili, si troverà probabilmente ad affron-tare difficoltà nel lungo periodo, mentrequelle che promuovono sistemi decentratibasati sull’energia rinnovabile prodotta lo-calmente potrebbero essere meglio at-trezzati per il futuro.Un altro errore comune è l'ottimizzazionedi soluzioni esistenti invece di valutarecriticamente la loro efficacia. L’approccio"more of the same" (più lo stesso) au-menta il rischio di lock-in, una situazione

in cui il sistema urbano non è in grado ditrasformarsi a causa di costi sommersi,delle infrastrutture esistenti, delle pratichedominanti o delle pressioni istituzionali.Esempi comuni di giocare in maniera in-sicura includono la necessità di aggiun-gere ulteriori capacità stradale per risol-vere i problemi legati al traffico o di co-struire nuovi e più alti argini per prevenirele inondazioni.Le città sono vulnerabili a urti e sollecita-zioni che erodono le strutture sociali, eco-nomiche o tecniche esistenti. Gli shocksono improvvisi, eventi ad alto impatto,come inondazioni, terremoti o incendi,ma anche crisi non naturali, ad esempioattacchi su larga scala. Gli stress sonoprocessi a lungo termine che continuanoa indebolire il tessuto socio-economico efisico della città, ad esempio alto tasso didisoccupazione, la corruzione o il sistemainefficiente di gestione dei rifiuti.

Resilient Europe è un Network URBACT di azioni di pianificazione che riunisce11 città europee interessate alla resilienza urbana. Le città di Resilient Europe (Rotterdam - Paesi Bassi, Glasgow – Scozia, Antwerp – Belgio, Bristol – Inghilterra, Potenza– Italia, Ioannina e Thessaloniki – Grecia, Burgas – Bulgaria, Katowice – Polonia, Malmö – Svezia, Vejle – Danimarca),stanno esplorando che cosa implica la transizione verso la resilienza urbana nei differenti contesti locali e come renderequesto un processo collettivo genuino. Le 11 città partner di Resilient Europe identificano un numero di stress comuni daaffrontare attraverso il progetto.Le sollecitazioni vanno dal sociale al culturale, come la disoccupazione o la povertà urbana, attraverso aspetti socio-tec -nologici (ad esempio esclusione digitale), a (socio)ecologici, come le questioni del cambiamento climatico o di salute le -gati all'inquinamento atmosferico. Alcuni di loro sono manifestazioni locali di cambiamenti che avvengono a livello mon-diale, come la post-industrializzazione o la crisi del capitalismo. La sfida è riconoscere come diversi tipi di stress sono in-terconnessi e come affrontarne uno in modo tale da avere un impatto positivo sugli altri.Come andare avanti con un concetto complesso come la capacità di recupero urbano? Le città partner di Resilient Euro-pe inizieranno con la sperimentazione di Urban Living Labs basati sul luogo progettati per riunire i vari soggetti interessatiattorno ad un tema comune. Ciò che distingue Urban Living Labs da altri tipi di interventi di governo è la loro attenzioneper l'apprendimento e per l'innovazione in maniera aperta, tra cui la possibilità di mettere in discussione i presupposti esi -stenti, le gerarchie e le pratiche. Gli esempi seguenti illustrano come questo concetto è implementato a livello locale

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Spese per la casa: onerosità sui redditi

casa arretrati affitti e mutui

Il 5,4% delle famiglie in Italia nel 2015 era indietro con le rate dell'affitto o del mutuo. Si tratta del peggior dato dall'inizio della rilevazione dell'istituto di statistica sulle condizioni di vita degliitaliani, nel 2004.

I dati sono quelli dell'Istat, relativi al2015; si fa riferimento all'indagine sulreddito e le condizioni di vita delle fami-glie, per cui sono appena state aggior-nate le serie, e all'indagine sulla spesaper consumi, in cui viene anche eviden-ziato che sono poco più di 3,2 milioni lefamiglie che pagano un mutuo (il 17,7%di quelle che vivono in abitazioni di pro-prietà). I nuclei in affitto sono pari al18,0% del totale (circa 4,5 milioni).Asoffrire di più risulta il Sud (6,9%); piùpuntuali i debitori del Nord, in particola-re del Nord-Est, con 4,7%. Anche tra gliunder 35 la percentuale si alza e dimolto arrivando addirittura al 12%, con-tro l'1,5% degli over 65.Le spese per la casa rappre-sentano uno dei capitoli princi-pali delle uscite per le famiglieche hanno acceso un mutuo (ilcosto medio è di 586 euro men-sili) o che sono in affitto (secon-do l'ISTAT 431 euro). L'analisirileva anche che sono poche lefamiglie che riescono a rispar-miare: (per il 71,6% è impossi-bile) e che in alcuni periodidell'anno molte famiglie si sonoritrovate a non avere soldi peracquistare l'abbigliamento ne-cessario (16%), per fare fronte

a malattie (11,7%), per pagare le tasse(13,5%) per i trasporti (8,8%), permangiare (8,3%).L'ISTAT nel 2015, in occasione delleaudizioni sulla legge di stabilità, avevadiffuso il dato delle famiglie “in difficol-tà” con il pagamento delle spese per lacasa: circa 3 milioni (11,7% del totale)quelle che nel 2014 hanno avuto arre-trati col pagamento delle rate del mu-tuo, affitto o utenze domestiche. Inparticolare il 10,2% delle famiglie risul-tava in ritardo con i pagamenti dellebollette per le utenze domestiche (tra lefamiglie in affitto il 16,9%); il 6,3% dellefamiglie con il mutuo da pagare si è tro-

vato infine in arretrato con la rata.L'esposizione delle famiglie al ritardonei pagamenti delle spese per la casa,secondo l'Istat, si associava “nettamen-te all'onerosità delle spese stesse e, inparticolare, alla loro incidenza sul red-dito disponibile”. Le categorie di fami-glie maggiormente interessate sono ri-sultate quelle del quinto quintile, ovverodella fascia di reddito, più povero(29,2% sono state in arretrato con lespese per la casa, 1 milione e 505milafamiglie) e, più in generale, quelle in af-fitto (27,6%, 1 milione e 320mila) oquelle gravate da un mutuo (14,8%,561mila).

In relazione alle spese perutenze domestiche, l'Autoritàper l'energia ha comunicatol'aggiornamento delle condizio-ni economiche di riferimentoper le famiglie e i piccoli consu-matori in tutela per il primo tri-mestre 2017: dal 1° gennaio siprevede un leggero incrementoper la bolletta dell’elettricità(0,9%) ed un più marcatol’aggiustamento per la bollettagas, su cui incide anchel’aumento delle quotazioni per ilmaggior consumo legato allastagione invernale (4,7%).

La CGIL ha analizzato il peso delle spese per la casa (imposte, affitti, mutuo,utenze) sui bilanci delle famiglie, costrette a utilizzare quote crescenti delproprio reddito per farvi fronte con punte, in alcuni territori, superiori al 50%.

• Lo studio ha rilevato come nel 2015 le spese dei nuclei che vivono in case di proprietà e hanno contratto un mutuo (circail 70% di quelli che hanno acquistato un'abitazione negli ultimi anni) hanno inciso mediamente sul reddito familiare dal31,53 (Torino) al 47,46% (Napoli). Percentuali superiori al 40% si sono registrate a Roma, Bari e Palermo. Più leggero,seppur consistente, il peso su chi non ha crediti verso le banche: da un minimo dell’11,81% di Torino, a un massimo del17,44% di Napoli. Analizzando la situazione delle famiglie che vivono in affitto, il quadro è risultato ancora più drammatico.Con un contratto sottoscritto tra proprietario e inquilino a canone concordato, le incidenze sui redditi familiari si sonoattestate sul 25,66% a Genova e superano il 30% in tutti gli altri casi, raggiungendo il 38,43% a Roma e il 38,61% a Bari.Con un contratto a canone libero, le percentuali salgono ulteriormente, con una forbice che va dal 30,12% del capoluogoligure al 50,04% della capitale.

• In generale, la Cgil ha stimato che per oltre 3 milioni di famiglie l'incidenza sul reddito delle spese legate alla casa superail 40%, e va quindi oltre la soglia critica per la tenuta dei bilanci familiari.

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Istat: condizioni di vita e di redditoNel 2015 si stima che il 28,7% delle persone residenti in Italia sia a rischio di povertà o esclusione sociale, secondo la definizione adottata nell’ambito della Strategia Europa 2020.

L’indicatore corrisponde alla quota dipopolazione che sperimenta almeno unadelle seguenti condizioni: rischio dipovertà, grave deprivazione materiale,bassa intensità di lavoro.La quota di persone a rischio di povertào esclusione sociale rimane sostanzial-mente stabile rispetto al 2014 (era al28,3%), a sintesi di un aumento degli in-dividui a rischio di povertà (da 19,4% a19,9%) e del calo di quelli che vivono infamiglie a bassa intensità lavorativa (da12,1% a 11,7%); resta invece invariatala quota di persone che vivono infamiglie gravemente deprivate (11,5%).Il Mezzogiorno è ancora l’area piùesposta al rischio di povertà o esclu-sione sociale: nel 2015 la stima dellepersone coinvolte sale al 46,4%, dal45,6% dell’anno precedente. La quota èin aumento anche al Centro (da 22,1% a24%) ma riguarda meno di un quartodelle persone, mentre al Nord si registraun calo dal 17,9% al 17,4%.Le persone che vivono in famiglie concinque o più componenti sono quelle piùa rischio di povertà o esclusione sociale:passano a 43,7% del 2015 da 40,2% del2014, ma la quota sale al 48,3% (da39,4%) se si tratta di coppie con tre opiù figli e raggiunge il 51,2% (da 42,8%)nelle famiglie con tre o più minori.Nel 2014, escludendo gli affitti figurati-vi, si stima che il reddito netto medioannuo per famiglia sia di 29.472 euro(circa 2.456 euro al mese).

Considerando l’inflazione, per la primavolta nel 2014 il reddito medio rimanesostanzialmente stabile in termini realirispetto al 2013, dopo il calo registratodal 2009 (complessivamente -12%, ma-10% se si considera l’aggiustamentoper dimensione e composizione familia-re, cioè il reddito equivalente).

La metà delle famiglie residenti in Italiapercepisce un reddito netto non supe-riore a 24.190 euro l’anno (circa 2.016euro al mese), sostanzialmente stabilerispetto al 2013; nel Mezzogiorno scen-de a 20.000 euro (circa 1.667 euromensili).Fra le famiglie che hanno come fonte

principale il reddito da lavoro, una sudue dispone di non più di 29.406 eurose si tratta di lavoro dipendente, e dinon più di 28.556 euro nel caso di lavo-ro autonomo. Per le famiglie che vivonoprevalentemente di pensione o trasferi-menti pubblici la somma scende a19.487 euro.

Includendo gli affitti figurativi, si stimache il 20% più ricco delle famiglie per-cepisca il 37,3% del reddito equivalentetotale, il 20% più povero solo il 7,7%.Dal 2009 al 2014 il reddito in terminireali cala di più per le famiglie apparte-nenti al 20% più povero, ampliando ladistanza dalle famiglie più ricche il cuireddito passa da 4,6 a 4,9 volte quellodelle più povere.

L’indagine campionaria “Reddito e condizioni di vita” (EU SILC), condotta nel 2015, rileva indicatori delle condizionieconomiche delle famiglie, insieme ai redditi netti familiari e alla condizione lavorativa per mese di calendario riferiti al 2014.Sulla base di tali informazioni, l’Unione europea calcola gli indicatori ufficiali per la definizione e ol monitoraggio degli obiettividi politica economico-sociale perseguiti dalla Strategia Europa 2020, che si propone di ridurre di 20 milioni gli individui espostial rischio di povertà o esclusione sociale a livello Ue entro il 2020. Tradotto per il nostro Paese l’obiettivo è di far uscire 2,2 milioni di persone da talecondizione rispetto al valore registrato nel 2008 (ultimo dato disponibile quandol’impianto strategico Europa 2020 fu impostato). In Italia, nel 20indi12.882.000 unitàentro il 2020. Nel 2015 gli obiettivi prefissati sono ancora lontani: la popolazioneesposta a rischio di povertà o esclusione sociale è infatti superiore di 4.587.000unità rispetto al target previsto.

Studi e ricerche4

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CENSIS: rapporto sulla situazione sociale del PaeseIl CENSIS ha presentato la 50a edizione, del Rapporto sulla situazione sociale del Paese, interpretando i più significativi fenomeni socio-economici del Paesenella fase di debole ripresa che stiamo attraversando.

Il Rapporto sottolinea come stiamo vi-vendo una “seconda era del sommer-so”, non più pre-industriale, ma post-terziario. Nel silenzioso andare del tem-po, la società continua a funzionare nelquotidiano, a ruminare gli input esterni,a cicatrizzare le sue ferite. Ma, nel pa-rallelo rintanamento chez soi di mondopolitico e corpo sociale, emerge la crisiprofonda delle istituzioni. Dal Rapportoemerge una Italia rentier che noninveste sul futuro e che, nell'anno delprimato degli irresistibili flussi, spe-rimenta insorgenti piattaforme di rela-zionalità, nonostante si sia rotta la cer-niera tra élite e popolo.

Una sintesi del capitolo “Territorio e reti”.Il posizionamento delle aree urbaneitaliane nel contesto del policentri-smo urbano europeo. Sono molti iPaesi europei in cui la capitale conden-sa in misura straordinaria popolazionee soprattutto ricchezza. Stoccolma,Bruxelles, Vienna, Lisbona, Praga pe-sano per oltre il 30% della rispettiva ric-chezza nazionale. Milano e Roma, purcon il loro primato nazionale, pesanociascuna per poco meno del 10% delPil italiano. Il tasso di natalità delle no-stre aree metropolitane è molto basso,pari a circa 8-9 nati ogni 1.000 abitanti,valori ben lontani da quelli dell'area pa-rigina (15,2 nati ogni 1.000 abitanti) olondinese (13,9). Ma tassi di natalitàelevati connotano anche molte altrearee urbane del Centro-Nord Europacome Stoccolma (13,5), Bruxelles eManchester (12,8), Marsiglia (12,3). Trale aree metropolitane con più di 2 milio-ni di abitanti, il più alto indice di vec-chiaia (183,9) si registra in quella di To-rino, dove gli anziani rappresentano ol-tre il 24% della popolazione e i bambinitra 0 e 15 anni appena il 13%. Quellopiù basso si registra nell'Ile de France(70,7), dove gli anziani sono appena il14% e i bambini di 0-15 anni il 20%. Il

tasso di occupazione vede in alto (convalori superiori al 70%) non solo le ric-che città del Centro-Nord Europa, maanche alcune capitali dell'Est (Praga eVarsavia), mentre restano in grande dif-ficoltà le città del Mediterraneo: Marsi-glia, Atene e soprattutto Napoli.La difficile strada dell'autonomia abi-tativa dei giovani italiani. In Italia lagenerazione dei millennials ha un pesodemografico scarso: i giovani di 20-34anni rappresentano appena il 16,4%della popolazione totale, la percentualepiù bassa tra i Paesi dell'Unione euro-pea. E sono in diminuzione: oggi nonarrivano a 11 milioni (erano quasi 15milioni nel 1991), mentre la popolazio-ne anziana (13,4 milioni) è in costantecrescita. Anche le nostre grandi areeurbane, se paragonate a quelle del re-sto del continente, risultano le menogiovani: la quota di popolazione tra 20e 34 anni si attesta al 15-16% a Roma,Milano e Torino. I giovani di 18-24 anniancora in famiglia in Italia sono il92,6%, nella fascia di età 25-34 anni laquota scende al 48,4%: dati molto ele-vati rispetto alla media dell'Ue(rispettivamente, 78,9% e 28,9%)..Il presidio montano della qualità ter-ritoriale. La ricerca realizzata dal Cen-sis in collaborazione con TrentinoSchool of Management evidenzia chenelle aree montane il consumo mediodi suolo è del 2,7% della superficie to-tale, mentre nel resto del Paese sale al9,7%. Quasi un terzo dei comuni total-mente montani è oggi collocatoall'interno del perimetro di un parco na-turale (la percentuale cresce fino al36,8% includendo anche i comuni par-zialmente montani e in molte regioni sisupera il 50%). Nelle aree non monta-ne questa percentuale scende al18,7%. Del club dei «Borghi più bellid'Italia» fa parte il 3,6% dei comunimontani (con punte del 36,4% nel casodell'Umbria e del 19% per le Marche),mentre nei comuni di pianura questapercentuale scende all'1,6%. Le «Ban-diere Arancioni» (marchio istituito dalTouring Club Italiano nel 1998 e cheraccoglie le piccole località che si di-stinguono per un'offerta di tipicità e dieccellenza ambientale, e per la culturadell'ospitalità) comprendono il 2,1% deicomuni interamente montani a fronte

dell'1,2% dei non montani.L'auto sta cambiando: un'opportuni-tà per il governo delle aree urbane.L'automobile continua a ricoprire unruolo centrale nelle scelte di mobilitàdegli italiani: si usa nel 60,8% deglispostamenti quotidiani, con un aumen-to nell'ultimo decennio del 2,1%. Peròsi riducono le emissioni: quelle di CO2sono passate dai 144,3 grammi per kmdelle auto immatricolate nel 2008 ai114,8 gr/km di quelle immatricolate nel2015, come risulta dall'indagine Cen-sis-Unrae. Oltre alla recente progres-sione delle vendite di vetture ibride edelettriche (sono passate dallo 0,3%dell'immatricolato nel 2011 all'1,6% nel2015), cresce l'attenzione degli italianiper queste soluzioni: il 65,1% si dichia-ra interessato e la percentuale sale al78,3% nella fascia d'età 18-24 anni. Il38,5% degli italiani maggiorenni è forte-mente interessato anche al car sharinge al car pooling oppure è già utente diquesti servizi. Tra i giovani si sale al55,8%.La voglia di Spid (Sistema pubblicodi identità digitale) degli italiani.L'indagine realizzata dal Censis per ilRapporto Cotec-Chebanca! sulla cultu-ra dell'innovazione evidenzia che gliitaliani, pur essendo poco inclini a rico-noscere il ruolo del governo e delle am-ministrazioni pubbliche nella promozio-ne e nel sostegno dell'innovazione, ri-tengono che queste funzioni debbanoessere al centro dell'azione amministra-tiva nei Paesi avanzati. L'identità digita-le del cittadino è al primo posto tra gliinterventi ritenuti fondamentali (49,1%).Segue al secondo posto la banda ultra-larga e il wifi pubblico (47,3%), al terzola sanità digitale con i fascicoli sanitarielettronici, le prescrizioni mediche digi-tali, ecc. (43,3%). del parco edilizio, avantaggio di tutti.

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ANSA: Smart cities, sicurezza, mobilitàEsistono già gli strumenti per renderele nostre città meno inquinate e caotiche: auto e furgoni elettrici, car-sharing, app che informano in tempo reale sul traffico, generatori di energia rinnovabile casalinghi, mezzi a guida autonoma. Sono strumenti che oramai costano poco, e in futuro costeranno ancora meno. Quello che manca è la cultura per usarli, nei cittadini e negli amministratori.

E' questo lo scenario emerso al forumorganizzato da ANSA, Ce.s.i. (Centrostudi internazionali) e NEV Mobility Eu-rope, l'associazione europea per lamobilità elettrica, La parola chiave per rendere le città piùvivibili è "mobilità di prossimità”, ovvero,

la mobilità con mezzi piccoli e non inqui-nanti fra quartieri residenziali e desti-nazioni piu' frequenti (uffici, servizi, fer-mate dei mezzi pubblici). La mobilità diprossimità è un concetto nato negli StatiUniti negli anni Settanta e arrivato in Eu-ropa solo ora.Il 54% degli italiani si dice disposto a la-sciare l'auto a casa. Occorre individuare"centri di aggregazione" e studiare deisistemi di sharing mobility per le esi-genze specifiche di sanitari o avvocati.Anche la logistica delle merci devecambiare, servono invece veicoli elettricidi piccole dimensioni.L'alternativa è inquietante: nel 2025 i co-sti da congestione del traffico arriveran-no a 42 miliardi di euro a Londra, 8,4 aRoma, 3,3 a Milano".Su questi temi, tuttavia, senza un inter-

vento del Parlamento non succede nul-la. L'inquinamento da veicoli costa 2 mi-liardi di euro all'anno in Italia. Eppurenella finanziaria non è stato messo uneuro per la mobilita' elettrica. Il modelloda seguire secondo esperti intervenuti alForum, è quello del Comune di Milano,che da febbraio permetterà l'ingresso incentro dalle 8 alle 10 solo ai veicoli diprossimità e non farà pagare l'accessoai veicoli elettrici: sono piccole scelteche non richiedono finanziamenti e checostringono il mercato a muoversi. Maserve cultura, serve che se ne parli.

Euromobility: Rapporto sulla mobilità sostenibileEuromobility sulla mobilità sostenibile nelle principali 50 città italiane. Milano al primo posto, seguono Parma e Torino. In fondo alla classifica, L’Aquila, Siracusa e Catanzaro

Nel 10° Rapporto sulla mobilità sosteni-bile di Euromobility, Milano conquista laprima posizione, aggiudicandosi così iltitolo di città più "eco-mobile" d'Italia.Vince non solo perché capitale della co-siddetta sharing mobility, ma anche per-ché favorita dalla politica dei parcheggi,di scambio e a pagamento, da una ele-vata offerta di trasporto pubblico, da uncontenuto indice di motorizzazione euna elevata percentuale di veicoli a bas-so impatto, ma anche da una bassamortalità sulle strade.Sul podio anche quest’anno tutte cittàdel nord, con il secondo posto a Parmae il terzo a Torino; poco sotto Venezia alquarto posto e Padova al quinto. Nella"top ten" si confermano anche Brescia alsesto posto e Bologna al settimo, men-tre Roma è soltanto al quindicesimo po-sto. Chiudono la “top ten” Reggio Emiliaall’ottavo posto, Ferrara al nono e Nova-ra al decimo. In fondo alla classifica del-la mobilità sostenibile L’Aquila, Siracusae Catanzaro. Prato è la città che conqui-sta più posti in classifica.

Il Rapporto "Mobilità sostenibile in Italia:indagine sulle principali 50 città", vieneelaborato da Euromobility, con il Patroci-nio del Ministero dell’Ambiente e dellaTutela del Territorio e del Mare. Secondoil Rapporto, aumenta ancora, seppur dipoco (+0,1%), il tasso di motorizzazionenelle principali 50 città italiane (coeren-temente al dato nazionale, che segnalaun incremento ancora superiore,+0,6%), anche se aumenta il numero diveicoli a basso impatto, soprattutto GPLe Metano, che raggiungono complessi-vamente l’8,6% del parco nazionale cir-colante, e quelli ibridi ed elettrici che au-mentano del 37,6%.Continua l’affermazione della cosiddettasparring mobilita tra i cittadini italiani: ri-spetto al 2014, nel 2015 gli utenti deiservizi di bile sparring sono cresciuti diquasi 26 punti percentuali e quelli deiservizi di ca sparring convenzionale dioltre 25, raggiungendo questi ultimi unaquota di oltre 35.000, ai quali si aggiun-gono gli utenti dei servizi di ca sparringcosiddetti free floating, pari a oltre630.000.Questo decimo Rapporto conferma chesiamo ben lontani da una mobilità vera-mente sostenibile nonostante gli sforzidelle amministrazioni e l’affermazionedella cosiddetta sparring mobilita. Il2015, infatti, ha segnato un netto peg-

gioramento della qualità dell’aria nellecittà, da attribuire anche alla crisi atmo-sferica iniziata proprio in questo periodoe che ha portato poi il Ministerodell'Ambiente a emanare un piano dicontenimento. Complice l'alta pressionee le perduranti condizioni di stabilità at-mosferica, che impediscono la disper-sione dei gas di scarico delle auto, delleemissioni delle industrie e quelle degliimpianti di riscaldamento. Il problema,non può che essere affrontato con unaseria programmazione e pianificazione.Qualche amministrazione lo ha capito,prime fra tutte Milano, Parma, Prato eTorino che hanno già adottato il famosoPUMS, Piano Urbano della Mobilità So-stenibile. L’auspicato cambio delle abitu-dini dei cittadini e l’affermazione di unnuovo modello di mobilità non sonoun’utopia e un impulso potranno darloanche le azioni e gli interventi per la mo-bilità casa-scuola e casa-lavoro del pro-gramma sperimentale nazionale di mo-bilità sostenibile gestito già da qualchemese dal Ministero dell’Ambiente.

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La drammatica vicenda del ghetto dei Bulgari ha scatenato indignazioni e polemiche su un tema ripetutamente denunciato dalla Lai Gilè, da sempre vicina alle vicende legate allo sfruttamento dei lavoratori stagionali e del caporalato.

Il Segretario Generale della FLAI CGI Puglia, in un'intervista rilasciata al “Manifesto”, ha ribadito come l'organizzazione dasempre contesti l’assenza della politica su questa tematica. Dopo il protocollo firmato lo scorso mese di maggio con laRegione («Cura-legalità-uscita dal ghetto»),infatti, non si è mosso nulla e si continuano a registrare da parte della politica soloannunci cui non seguono fatti concreti.Il ghetto dei Bulgari è stato definito una “cloaca a cielo aperto”. A differenza degli altri ghetti, manca anche l’acqua corrente. Cisono 200 stanziali, tra cui moltissimi bambini e donne: una situazione disumana, assolutamente vergognosa. L’idea, chespesso resta sulla carta, è quella di trasferirli proprio in questo periodo dell’anno quando gli abitanti dei ghetti sono menonumerosi. A seconda delle stagioni e delle produzioni, infatti, i braccianti aumentano e diminuiscono. La FLAI CGIL ha denunciato la circostanza che ogni qual volta si parli ti trasferimenti e di abbandono dei ghetti si verifichinoeventi dolosi: questo lascia ipotizzare che più di qualcuno non voglia che i ghetti scompaiano, ma che continuino ad essereluoghi di schiavitù per gli interessi della criminalità organizzata e non solo. A livello organizzativo FLAI CGIL e Gilè Puglia simuoveranno perché i temi dell’accoglienza sono gestiti a livello regionale. Ma sui territori interessati, in primi quello dellaprovincia di Foggia, il sindacato è tornato a svolgere un compito di pressione nei confronti delle istituzioni locali, provinciali eregionali affinché sulle vergognose vicende dei ghetti venga scritta la parola fine una volta e per tutte. La Lai Gilè denunciada anni queste realtà ma purtroppo la politica è ancora troppo sorda a tali istanze.

I progetti della Prefettura per il Ghetto dei BulgariIl cosiddetto ‘Ghetto dei Bulgari’, accampamento di fortuna che sorge a pochi chilometri da Foggia e che ospita un numeroconsiderevole di minori, è stato al centro di una riunione che ha visto impegnati il prefetto di Foggia, il presidente del Tribu -nale per i Minorenni e il Procuratore della Repubblica del Tribunale per i Minorenni. Durante l’incontro sono state definite, nel rispetto delle competenze deglienti deputati alle politiche attive, le linee di governane per il gradualesuperamento delle criticità connesse all’insediamento abusivo alle porte diFoggia, connotato da una elevata presenza di minori. All’incontro, oltre ai vertici dell’Autorità Giudiziaria Minorile, hannopartecipato il sindaco di Foggia, il sindaco di Manfredonia, il questore, ilcomandante provinciale dei carabinieri, un rappresentante dell’ASL diFoggia e della Carrista in rappresentanza delle associazioni che operanonell’insediamento, il Console Onorario di Bulgaria.Nel dettaglio, è stato deciso di costituire un tavolo, che sotto la regia e ilcoordinamento della Prefettura, d’intesa con la Magistratura Minorile,avrà il compito di monitorare e sollecitare l’attuazione di interventi afavore dei cittadini rom ancora presenti nel campo volti a prevenirel’insorgenza di problematiche sanitarie, a promuovere la legalità e lasicurezza nei rapporti di lavoro nonché ad attivare percorsi diintegrazione, anche abitativa, e di inclusione sociale soprattutto a favoredei minori, ma anche di accompagnamento per il rientro volontario nelpaese di provenienza.Nel corso dell’incontro è stato condiviso un percorso di lavoro teso aresponsabilizzare i soggetti competenti (o coinvolti per la funzionesvolta) mediante la condivisione degli obiettivi e degli interventi daattuarsi, nel breve, medio e lungo periodo, prevedendo anche il ricorso abandi europei per il sostegno a progetti nazionali e transazionali sullanon-discriminazione e integrazione della comunità rom.Una riunione tecnica in Prefettura, coordinata dal Prefetto, monitorerà gliimpegni assunti per favorire nell’immediato condizioni di vita piùdignitose almeno ai più piccoli, che potranno fruire di un servizio mensae di attività parascolastiche.L’incontro è stato preceduto da una riunione con i rappresentanti dellaCarrista, di Emma, di Alfano, di Solidaria, che hanno offerto concreteforme di concorso alla soluzione della tematica garantendo sostegnonella ricerca di soluzioni abitative, con garanzia anche economica e diiniziative per favorire l’allontanamento volontario.

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Il Coordinamento dei responsabili regionali SUNIAdi Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, ha esaminato i problemi connessi agli affitti nelle zone coinvolte dal sisma

Nell’ambito del Comitato Direttivo Nazionale del S.U.N.I.A, svolto il 2 dicembre 2016, il Coordinamento dei responsabiliregionali di Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, ha esaminato i problemi connessi agli affitti nelle zone coinvolte dal sismadell’estate/autunno 2016, con particolare riferimento a quanto previsto dal Decreto Legge 189 all’esame del Parlamento perla definitiva conversione in legge.La formulazione dell’art. 43, che deroga alla normativa generale sulla durata dei contratti, desta preoccupazione perchéespressa in maniera confusa; sarà quindi necessario che il Commissario straordinario, i Comuni e tutte le autorità competenti,nei loro successivi provvedimenti attuativi, emanino misure che diano certezze ai proprietari e agli aspiranti inquilini di questicontratti di affitto “provvisori” e contengano la sfrenata corsa al caro-affitti, che purtroppo si è già manifestata nelle zoneinteressate e nei comuni limitrofi. In particolare vanno assicurati:• la priorità ai contratti concordati (art. 2 comma 3 della legge 431/1998), che consentono agevolazioni fiscali ai proprietari

e garanzie di un affitto controllato;• la possibilità di sottoscrivere i contratti previsti dall’art. 43 del decreto sia per gli alloggi reperiti dai Comuni che per quelli

direttamente individuati dagli interessati per una autonoma sistemazione;• il coinvolgimento delle associazioni della proprietà immobiliare e degli inquilini per pervenire a rapide definizioni di

accordi locali in materia;• il coinvolgimento degli enti gestori dell’Edilizia Residenziale Pubblica per la verifica dei riflessi di questa emergenza sugli

alloggi dagli stessi gestiti e delle possibilità di utilizzo del loro patrimonio materiale, professionale e tecnico nella gestionedell’emergenza.

Il Coordinamento ha inoltre impegnato tutte le strutture territoriali del SUNIA ad aprire confronti con le rispettiveorganizzazioni della proprietà per un monitoraggio dell’evoluzione dell’emergenza sisma.

Il SUNIA, sull'emergenza sisma, aveva già sollecitato l'utilizzo degli alloggi sfitti presenti nei Comuni non colpiti dalsisma più vicini al cratere, per le famiglie colpite dal terremoto. Di seguito le proposte.Al fine di incentivare i proprietari di questo patrimonio ad offrire gli alloggi sarebbe auspicabile prevedere l’applicazione dellacedolare secca al 10% anche per i contratti transitori stipulati per questo scopo a fronte di un canone di affitto concordato trale rappresentanze sindacali di proprietari ed inquilini. Con le norme attuali questa possibilità è esclusa e, nel caso non fosseregolamentato il mercato delle locazioni per questa area, potremmo assistere a fenomeni speculativi come già avvenuto, adesempio, in occasione del terremoto de L’Aquila. Sul fronte dell’edilizia pubblica bisogna ricordare che, secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture, sono oltre 100 glialloggi sfitti delle province di Ascoli e Rieti sui quali si stanno effettuando lavori di ripristino finanziati recentemente. Anchequesti alloggi, che dovrebbero essere ultimati in tempi brevissimi, possono essere messi a disposizione per l’emergenza. Nella ricostruzione andranno previste le garanzie di rientro nelle originarie abitazioni dei nuclei familiari in affitto subordinandoi contributi ai proprietari di queste abitazioni al ripristino dei contratti di locazione alle condizioni precedenti.Nei Comuni colpiti dal sisma insistono anche alcune decine di alloggi di edilizia popolare che dovranno rapidamente esserericostruiti o messi in sicurezza per essere riconsegnati alle famiglie.

Sull'utilizzo del patrimonio edilizio pubblico, la Regione Umbria ha deciso chei bandi per l’edilizia residenziale sociale restino fermi per almeno sei mesi, perconsentire le finalità di accoglienza delle popolazioni terremotate. La deliberadello scorso 14 novembre, di fatto sospende il concorso emanato nel 2016 per glialloggi attualmente disponibili. Il SUNIA dell'Umbria ha commentato in una nota: “Si tratta di una decisioneassolutamente condivisibile, che porterà però a delle conseguenze molto rilevantiper le persone che si trovano in difficoltà abitativa e soprattutto quelle sottopostea sfratto esecutivo (circa mille secondo l’ultimo conteggio in Umbria), personeche in alcuni casi sono già fuori dagli alloggi e in attesa di nuova collocazione”. Il SUNIA ha chiesto alle prefetture di Perugia e Terni di tenere in considerazionequesta situazione eccezionale e di calibrare di conseguenza la risposta dellaforza pubblica nell’esecuzione degli sfratti. Al contempo, il Sonia ha invitato tutta la cittadinanza interessata a nonpresentare le domande fino al ripristino dei bandi, per evitare di perdere l’importodella marca da bollo (16 euro).

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Abruzzo: sentenza Corte costituzionale su gestione case AterLa Corte costituzionale, con sentenza 273/2016, affronta il tema delle competenze di Stato e Regioni in materia di coordi -namento della finanza pubblica e l'ipotesi di contrasto tra la legge regionale dell'Abruzzo 10/2015 e il DL 47/2014. La Leg -ge regionale stabilisce che le Iter dovranno utilizzare i proventi della attività assegnando l'80% alla manutenzione e valo -rizzazione degli alloggi e il 20% al ripiano dei deficit finanziari delle società. La legge nazionale, invece, stabilisce che «lerisorse derivanti dalle alienazioni degli immobili di proprietà dei comuni, degli enti pubblici anche territoriali, nonché degliIstituti autonomi per le case popolari, comunque denominati, devono essere destinate esclusivamente a un programmastraordinario di realizzazione o di acquisto di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica e di manutenzione straordinariadel patrimonio esistente». La quota dedicata a ripianare i debiti contrasterebbe con questa previsione.La Corte, nella sentenza, spiega che questo contrasto viola i principi fondamentali di coordinamento della finanza pubbli -ca, potere attribuito allo Stato centrale. Per i giudici costituzionali «l'art. 3, comma 1, lettera a), del D.L. 47/2014,nell'imporre la destinazione esclusiva dei proventi delle alienazioni degli alloggi ERP a un programma straordinario di rea -lizzazione o di acquisto di nuovi alloggi e di manutenzione straordinaria del patrimonio esistente, esprime una scelta di po -litica nazionale di non depauperamento del patrimonio ERP, diretta a fronteggiare l'emergenza abitativa e, al tempo stes -so, la crisi del mercato delle costruzioni». Si tratta di una scelta che si colloca «nell'ambito di un più ampio disegno di poli -tica economica nazionale delineato dal legislatore». Queste scelte, allora, sono proprie della competenza del Governo. Euna norma regionale «che consente agli enti di gestione di destinare parte dei proventi delle alienazioni degli alloggi di edi -lizia residenziale pubblica a un diverso fine contrasta con il principio dettato dalla norma di riferimento e invade, in questomodo, la competenza concorrente dello Stato nella materia coordinamento della finanza pubblica». Quindi, si configurauna violazione dell'art. 117 della Costituzione: la legge regionale dell'Abruzzo, nella parte che riguarda le Iter, è illegittima.

Lazio: fondi per edilizia e start buildingIl Lazio ha pubblicato il bando “Edilizia e start building”, destinato a professionisti, imprese e organismi di ricerca, che stanzia7,26 milioni di euro per l’edilizia bip e start. Obiettivo è favorire la riqualificazione settoriale, lo sviluppo delle filiere e rafforzarela competitività del tessuto produttivo con particolare attenzione alla Green Economy, raggiungibile con l’innovazione neimateriali e l’adozione di sistemi intelligenti di progettazione e gestione delle infrastrutture che garantiscano una maggioresostenibilità ambientale di edifici e costruzioni. Sono ammessi progetti semplici, presentati da professionisti e piccoleimprese, di importo tra 50mila e 500mila euro, da realizzare entro dodici mesi dalla concessione dell’agevolazione.

Liguria: Consulta su barriere architettoniche e costruzioni in zone sismicheGli art. 20, comma 1, e 22 della L.R. Liguria 12/2015 (Disposizioni di adeguamento della normativa regionale) sono costitu-zionalmente illegittimi. Lo ha stabilito la Consulta nella sentenza 272/2016.L’art. 20, comma l, ha inserito il comma l-bis all’art. 5 della L.R. 15/1989 (Abbattimento delle barriere architettoniche evocalizzatile), che recita: «In caso di opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento, ristrutturazioneedilizia anche parziale di edifici non già adeguati alle norme sul superamento delle barriere architettoniche che siano sedi diattività aperte al pubblico, le medesime opere non devono determinare un peggioramento delle caratteristiche originarie diaccessibilità delle unità immobiliari interessate dalle stesse». Secondo la Corte costituzionale, “limitandosi a prescrivere unobbligo di non peggioramento delle «caratteristiche originarie di accessibilità» per la realizzazione di opere edilizie sugli edificiesistenti, la norma regionale impugnata invade l’ambito riservato alla potestà legislativa esclusiva statale di determinazionedei livelli essenziali delle prestazioni rese in favore delle persone portatrici di handicap, alterando la delicata graduazione diinteressi rimessa, nel sistema di tutela delle persone disabili, al legislatore statale.”L’art. 22 della legge regionale impugnata ha sostituito il comma l dell’art. 6-bis della L.R. 29/1983 (Costruzioni in zone sismi-che - Deleghe e norme urbanistiche particolari) e recita: «Nei comuni individuati ai sensi dell’art. 83, commi 2 e 3, del d.P.R.380/2001 e successive modificazioni e integrazioni, la Provincia rilascia la preventiva autorizzazione sismica, di cui all’art. 94del d.P.R. 380/2001 e successive modificazioni e integrazioni, ai fini dell’avvio dei lavori relativi agli interventi di nuova edifica-zione, di sopraelevazione di cui all’art. 90, comma 1, del citato decreto ed agli interventi sul patrimonio edilizio esistente indi -viduati ai sensi dell’art. 5-bis della presente legge, soggetti a permesso di costruire e a denuncia di inizio attività (DIA) di cuiagli artt. 23 e 24 della L.R. 16/2008 e successive modificazioni e integrazioni, fermo restando anche per gli interventi ricadentinel campo di applicazione dell’art. 21-bis della L.R. 16/2008 e successive modificazioni e integrazioni il rispetto della normati-va statale in materia di norme tecniche per le costruzioni e di costruzioni in zone sismiche. Restano quindi esclusi dalla pre-ventiva autorizzazione sismica gli interventi sul patrimonio edilizio rientranti nel campo di applicazione del predetto art. 21-bisdella L.R. 16/2008 e successive modificazioni e integrazioni, che sono trasmessi alla Provincia con le modalità di cui all’arti-colo 6, comma 3, della presente legge e sui quali la Provincia esegue controlli a campione». La modifica comporta, tra l’altro,che gli interventi soggetti a SCIA sono sottratti all’obbligo di preventiva autorizzazione sismica. La Consulta osserva che talenorma, “escludendo dalla preventiva autorizzazione sismica gli interventi sul patrimonio edilizio soggetti a SCIA, contrastacon il principio fondamentale secondo cui, nelle zone sismiche, l’autorizzazione scritta del competente ufficio tecnico della re-gione condiziona l’effettivo inizio di tutti i lavori, nel senso che in mancanza di essa il soggetto interessato non può intrapren-dere alcuna opera, pur se in possesso del prescritto titolo abilitativo edilizio”.

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Liguria: catasti su attestati di prestazione energetica e impianti termiciÈ stata pubblicata nel bollettino ufficiale della Regione Liguria 23 /2016 parte prima la Legge regionale 32/2016 recante “Mo-difiche alla legge regionale 29 maggio 2007, n. 22 (Norme in materia di energia) e al relativo regolamento di attuazione.” Lalegge interviene sulla normativa in materia di rendimento energetico nell’edilizia, al fine di adeguarne i contenuti alle nuove di-sposizioni intervenute a livello nazionale, in attuazione della direttiva 2002/91/CE in materia, e in coerenza con gli obiettivi dicui alla legge regionale sulla crescita. Il provvedimento interviene sulla legge regionale 22/2007 disponendo, innanzitutto, ilrinvio alla normativa nazionale per le definizioni di riferimento in materia e facendo venire le meno le competenze regionalipassate in capo alla quella statale, anche abrogando le disposizioni idonee a generare conflitti in tal senso o dubbi interpreta-tivi o applicativi. Vengono, inoltre, disciplinate le banche dati regionali operanti rispettivamente nel settore degli attestati diprestazione energetica degli edifici (SIAPEL) e in quello degli impianti termici della Regione (CAITEL). Le altre disposizioniintervengono sul contributo dovuto in relazione al rapporto di controllo di efficienza energetica trasmesso alla banca dati dellaRegione, prevedendone anche la relativa norma finanziaria, e sugli accertamenti e le ispezioni di competenza dei Comuni.

Puglia: proroga Piano casa e recupero sottotetti nei condominiÈ stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia la Legge Regionale 37/2016: "Modifiche alla L.R. 14/2009 (Mi-sure straordinarie e urgenti a sostegno dell'attività edilizia e per il miglioramento della qualità del patrimonio e edilizia residen-ziale ) e alla L.R. 33/2007 (Recupero dei sottotetti, dei porticati, di locali seminterrati esistenti e di aree pubbliche non auto-rizzate)”. La nuova legge proroga al 31 dicembre 2017 il termine del Piano casa entro cui è consentita la presentazione diistanze abilitative in materia edilizia, al fine di assicurare i benefici delle disposizioni normative del Piano casa (L.R.14/2009)anche ai cittadini che per motivi congiunturali non siano stati in condizioni di avanzare la propria istanza progettuale.

Sardegna: proroga del Piano casa al 31 dicembre 2017Il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato la proposta di legge che prevede la proroga al 31 dicembre 2017 deitermini e degli incrementi volumetrici del piano casa, in scadenza il 31 dicembre 2016. La legge regionale 6 dicembre 2016apporta alla legge regionale 23 aprile 2015, n. 8 (Norme per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materiaurbanistica ed edilizia e per il miglioramento del patrimonio edilizio), le seguenti modifiche: a) al comma 1 dell'articolo 37 leparole "e comunque non oltre il 31 dicembre 2016", sono sostituite dalle seguenti: "e comunque non oltre il 31 dicembre2017"; b) al comma 1 dell'articolo 43 le parole "31 dicembre 2016" sono sostituite dalle parole "31 dicembre 2018". La leggeentra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).

Toscana: Governo del territorio, regole per la partecipazione dei cittadiniE' stato approvato il regolamento che disciplina l'attività del Garante per la comunicazione sul paesaggio, che garantiràl'informazione e la partecipazione dei cittadini e dei soggetti interessati ai processi per la definizione degli atti di governo delterritorio. La legge n. 65/2014 della Regione Toscana per il governo del territorio, infatti, stabilisce che "la Regione promuovee sostiene l'informazione e la partecipazione dei soggetti interessati al governo del territorio" e per questo prevede l'istituzionedi figure garanti dell'informazione e della partecipazione a tutti i livelli: comunale, provinciale e regionale. Il Garante regionale,che ha come funzione principale quella di garantire l'informazione e la partecipazione di cittadini singoli e associati e di tutti isoggetti interessati ai processi per la definizione degli atti di governo del territorio, si occuperà anche del coordinamento e delmonitoraggio dell'attività svolta dagli altri garanti, fornendo anche supporto metodologico.In attuazione della Lr n. 65/2014, la Giunta regionale della Toscana ha quindi approvato il regolamento che disciplina l'attivitàdel Garante per la comunicazione sul paesaggio. "Questo regolamento – come spiegato dal'assessore regionaleall'urbanistica Vincenzo Ceccarelli - è lo strumento per mettere il garante nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio ruolo,che è essenziale per la partecipazione e l'informazione dei cittadini nei procedimenti che riguardano l'assetto del territorio."

Veneto: Progetto artistico per la rigenerazione di Piazza Gasparotto PadovaHa preso il via il 14 dicembre in Piazza Gasparotto a Padova “PIAZZA+”, un progetto artistico di rigenerazione urbana chevede l’avvio di una residenza per artisti italiani under35 e l’ideazione di un programma di workshop per rigenerare un’areadella città e dare voce a nuove modalità di pensare e osservare la città. PIAZZA+ è ideato e realizzato da ArtMusicEvent,EST/CO+, Mela di Newton, Upgrade, Xearte, Gioco Anch'io/HUB, Nairi Onlus e sostenuto dalla Fondazione Cassa diRisparmio di Padova e Rovigo nell'ambito del bando Culturalmente 2015. Il progetto conta inoltre la partnership dell'ufficioProgetto Giovani – area creatività del comune di Padova. 3 collettivi per 4 mesi avranno a disposizione uno spazio che siaffaccia sulla piazza in cui lavorare e incontrare esperti di vari settori; durante questo percorso realizzeranno 3 progettiartistici pensati per lo spazio pubblico che dialogheranno con il quartiere, gli abitanti e le persone che ogni giorno vitransitano. PIAZZA+, grazie al lavoro degli artisti, contribuirà a trasformare piazza Gasparotto in uno spazio pubblico dacondividere, diventando parte di un più ampio processo di rigenerazione urbana e sociale.Il programma di workshop si articolerà durante i mesi di residenza. Per info sul programma aggiornato: www.piazzapiu.it

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Page 12: Dicembre– 12 – Newsletter – POLITICHE …...2017/01/12  · del primato degli irresistibili flussi, sperimenta insorgenti piattaforme di relazionalità, nonostante si sia rotta

Fonti e utilizzate per questo numero:Agenzia per la Coesione economica, Adnkronos, ANCI, ANSA, CENSIS, Ce.S.I, Euromobility, ISTAT, NEV Mobility Europe,Ministero dell'Ambiente, Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Unione Europea.

Siti internet: casa e clima, edilizia e urbanistica, edilizia e territorio, Governo, Regioni.

Contributi di:FLAI CGIL, SUNIA.

Dicembre - 12 - Newsletter - POLITICHE ABITATIVEPeriodico mensile di informazione e approfondimento Area delle politiche per lo Sviluppo - CGIL nazionale

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