Il potere delle storie - UNITRE Torino · La scienza spiega perché le troviamo tanto...
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204 LEZIONE UNDICI Il potere delle storie Con le storie di Le mille e una notte Sharazad si salva la vita: ne racconta una ogni sera al re che voleva ucciderla, rimandando il finale al giorno dopo, così che lui, rapito dalla narrazione, pur di ascoltarla, la grazia per mille e una notte, fino a innamorarsi di lei. Raccontate a voce, narrate nei libri, rappresentate nei film o nelle serie tv, siamo tutti affascinati dalle storie. La scienza spiega perché le troviamo tanto irresistibili... Me la racconto Come il linguaggio, la religione e la musica, il raccontare storie è proprio degli esseri umani di qualsiasi cultura. Gran parte del nostro pensiero cosciente ha la forma di un racconto interno, nel quale cerchiamo di capire noi stessi e le nostre azioni. Raccontiamo storie per dare un senso al mondo, per comunicare e influenzare gli altri. Il neuroscienziato Michael Gazzaniga, dell'Università della California, ha dimostrato che il nostro emisfero sinistro è specializzato per interpretare sentimenti, azioni ed esperienze in forma narrativa, e che ciò consente di dare una continuità alla propria identità. Inoltre, utilizziamo la narrazione per conciliare i nostri pensieri consci e inconsci, come, ad esempio, quando facciamo scelte impulsive, basate su un ragionamento subconscio e poi ci raccontiamo storie per giustificarle e razionalizzarle. E ci narriamo storie anche per sperimentare idee e immaginare scenari futuri, come prevedere cosa potrebbe accadere come conseguenza di diversi comportamenti. Tra realtà e finzione Raccontare le nostre storie ci permette di organizzare i pensieri, di formulare un'immagine di ciò che siamo e facciamo, di dare un senso a noi stessi. Non solo. Accogliamo quelle altrui come se fossimo noi i protagonisti. Uri Hasson, della Princeton University, ha riscontrato che l'attività cerebrale di chi ascolta una storia si sincronizza con quella di chi la racconta. Il nostro cervello ci permette di sperimentare la finzione come se fosse realtà. In una ricerca condotta da Dean Mobbs, del Medical Research Council di Cambridge, in collaborazione con il Cnr di Cosenza, si è osservato, con la risonanza magnetica funzionale, che quando ci immedesimiamo in un personaggio, che sia il
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LEZIONE UNDICI
Il potere delle storie
Con le storie di Le mille e una notte Sharazad si salva la vita: ne racconta una ogni sera al re che voleva ucciderla, rimandando il finale al giorno dopo, così che lui, rapito dalla narrazione, pur di ascoltarla, la grazia per mille e una notte, fino a innamorarsi di lei. Raccontate a voce, narrate nei libri, rappresentate nei film o nelle serie tv, siamo tutti affascinati dalle storie. La scienza spiega perché le troviamo tanto irresistibili...
Me la racconto
Come il linguaggio, la religione e la musica, il raccontare storie è proprio degli esseri umani di qualsiasi cultura. Gran parte del nostro pensiero cosciente ha la forma di un racconto interno, nel quale cerchiamo di capire noi stessi e le nostre azioni. Raccontiamo storie per dare un senso al mondo, per comunicare e influenzare gli altri. Il neuroscienziato Michael Gazzaniga, dell'Università della California, ha dimostrato che il nostro emisfero sinistro è specializzato per interpretare sentimenti, azioni ed esperienze in forma narrativa, e che ciò consente di dare una continuità alla propria identità. Inoltre, utilizziamo la narrazione per conciliare i nostri pensieri consci e inconsci, come, ad esempio, quando facciamo scelte impulsive, basate su un ragionamento subconscio e poi ci raccontiamo storie per giustificarle e razionalizzarle.
E ci narriamo storie anche per sperimentare idee e immaginare scenari futuri, come prevedere cosa potrebbe accadere come conseguenza di diversi comportamenti.
Tra realtà e finzione
Raccontare le nostre storie ci permette di organizzare i pensieri, di formulare un'immagine di ciò che siamo e facciamo, di dare un senso a noi stessi. Non solo. Accogliamo quelle altrui come se fossimo noi i protagonisti. Uri Hasson, della Princeton University, ha riscontrato che l'attività cerebrale di chi ascolta una storia si sincronizza con quella di chi la racconta. Il nostro cervello ci permette di sperimentare la finzione come se fosse realtà. In una ricerca condotta da Dean Mobbs, del Medical Research Council di Cambridge, in collaborazione con il Cnr di Cosenza, si è osservato, con la risonanza magnetica funzionale, che quando ci immedesimiamo in un personaggio, che sia il
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protagonista di un film, di un racconto, di un reality o di un quiz televisivo, si attivano le stesse aree cerebrali coinvolte quando siamo noi a vivere quell'esperienza in prima persona. Risultati simili sono stati ottenuti da Jeffrey Zacks, della Washington University di St. Louis, che ha monitorato il cervello di persone che stavano leggendo una storia o guardando un film: immaginare o vedere un personaggio fittizio affrontare determinate situazioni, o vivere circostanze equivalenti nella vita reale, attiva le stesse regioni del cervello.
Come una dipendenza
Ma allo stesso tempo le storie altrui ci allontanano momentaneamente da noi stessi. Il neuroscienziato israeliano Rafi Malach ha visto che i film possono sopprimere l'attività di regioni del cervello che, in genere, sono attive quando pensiamo a noi stessi, al nostro presente, passato e futuro. Questa depressione neurologica indica che le storie consentono di "perdersi" in ciò che viene narrato, allontanando dall'autoriflessione. Ma c'è di più. Le storie aumentano il livello di ossitocina, un ormone associato al rilascio di neurotrasmettitori come dopamina e serotonina, connessi'alle ricompense, al piacere e alla sensazione di benessere. Paul Zak della Claremont Graduate University, in California, ha riscontrato che guardare un video che racconta una storia emotivamente coinvolgente, stimola la produzione di questo ormone più di qualsiasi altra situazione da lui testata nei suoi esperimenti, che pur ne aumenta il rilascio, come ad esempio sperimentare un rapporto di fiducia con un estraneo. Read Montague, della Virginia Tech University, e William Casebeer della US Defense Advanced Research Projects Agency, di Arlington, in Virginia, hanno osservato cosa succede, mentre le persone ascoltano una storia, nei centri del piacere cerebrali, aree che normalmente rispondono ad esperienze come sesso, cibo e droga. E che sono anche associate alla dipendenza
. I ricercatori hanno concluso che, dal punto di vista neurobiologico, certe storie danno effetti simili a una piccola dose di stupefacente. Capire i meccanismi attraverso cui le storie agiscono sul nostro cervello può avere applicazioni pratiche. Hasson, ad esempio, ha trovato che lo stesso film attiva i medesimi schemi di attività neurale in persone diverse, e ha coniato il termine "neurocinematica" per riferirsi all'applicazione di questo filone di ricerca alla realizzazione di film. Ha rilevato che alcuni stili di regia sono particolarmente efficaci nel sincronizzare l'attività neurale fra gli spettatori. Il migliore in questo senso è risultato Hitchcock, un vero maestro nell'assorbire e manipolare la mente del suo pubblico.
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La musica e il nostro cervello Fatti di musica - La scienza di un'ossessione umana (Daniel J. Levitin, Codice). Perché alcune melodie sono più orecchiabili e hanno più successo di. altre? Perché particolari associazioni di ritmo producono emozioni e restano impresse nel nostro cervello? Lo spiega in queste pagine un ricercatore in neuroscienze e scienze cognitive, che vanta anche una carriera da musicista.
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ESERCITAZIONI PRATICHE
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211 TROVA LE 10 DIFFERENZE
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216 LA TELA DI PENELOPE
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SOLUZIONE LEZIONE 10
181 L’anfora
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CATENE DI PAROLE Catena spezzata 1: Robinson Crusoe, Venerdì, Giorno, Memoria, Vuoto, Pieno, Benzina, Spia, Satellite, Luna, Marea, Bassa, Lega, Carroccio, Martinella. Catena spezzata 2: Botta, Risposta, Domanda, Lavoro, Nero, Occhio, Retina, Capelli, Angelo, Custode, Palazzo, Giustizia, Bilancia, Piatti, Bicchieri. Catena spezzata 3: Silvestro, Gatto, Persiano, Tappeto, Volante, Cervo, Corna, Tradimento, Giuda, Denari, Carte, False, Vere, Anelli, Saturno.
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PAROLE NASCOSTE Caso è forse lo pseudonimo di Dio quando non voleva firmare. (Anatole France) 1. Ei fu. Siccome immobile 2. canzoni, fiori, festival, casinò 3. matteria, maritate, meritata, tramiate 4. Focus, Abitare, Linus 5. briscola, scopa, bestia, poker, ramino, asino, bridge 6. solennità, ricorrenza, vacanza, ricevimento, anniversario 7. fresco, grattato, raffermo, stantio, azzimo 8. uova, burro, canditi, uvetta 9. trotto, galoppo, passo, ambio, canter 10. Emilia, Serenissima, Verdemare, Adriatica, Aurelia, Appia, Jonica, Flaminia.
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Il re dell'universo No, perché all'inizio della frase è scritto che il re "non ti ordina" di fare quello che dice dopo, quindi qualsiasi cosa sia la puoi ignorare.
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A CIASCUNO IL SUO Asterismo E, Cartiglio G, Dionea A, Elitra L, Fondaco D, Lasco I, Maggiolata C, Popeline F, Radicolite B, Specimen H.
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Tondo e quadro Manca un cerchio azzurro in H4, così da avere due cerchi azzurri e due quadrati arancioni in ogni riga e in ogni colonna dello schema.
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PENSIERO LATERALE 1. Si tratta della città di Niagara Falls dove, se non fosse per il forte afflusso di turisti attratti dalle cascate, l'acqua potrebbe essere deviata in apposite condotte per generare corrente elettrica.
2. Giulia presenta ad Osvaldo un vassoio di cioccolatini. Lui ne sceglie uno: per mangiarlo deve prima scartarlo.
3. Si tratta di un pilota giapponese kamikaze in procinto di far schiantare l'aereo contro un obiettivo nemico, durante la seconda guerra mondiale.
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GEMELLI DIVERSI BRISTOL (2 = Re; 3 = Iperbole; 4 = Sindaco; 5 = Taglia; 6 = Orzata; 7 = Lama).
190 UN QUIZ …sull’arena
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LA PAROLA MAGICA 1. luogo (il L. pubblico è quello nel quale tutti possono accedere; il L. comune è
un argomento usato da tutti, una frase fatta; "in primo lo" equivale a dire "anzitutto"; il luogotenente è chi fa le veci di un'alta carica militare; il L. del delitto è il posto ove si è svolto un fatto di rilievo; fuori L. è tutto ciò che risulta inopportuno).
2. brodo (il B. di carne; "tutto fa B." è un modo di dire, equivale a "tutto serve"; il B. di coltura è la sostanza in cui si fanno sviluppare microrganismi; il dado da B.; il B. ristretto; "lasciar cuocere qualcuno nel suo B." vuoi dire lasciarlo fare a modo suo).
3. tenda (il teatro T. è un tendone da circo impiantato stabilmente; il Colle di T. è un valico alpino tra l'Italia e la Francia; la T. a ossigeno; la T. viene applicata alle finestre; la T. da campeggio è composta da teli; la T. alla veneziana è un serramento composto di stecche in alluminio).
4. fiume (la piena del F.; l'impresa di F. è uno storico avvenimento di cui fu protagonista Gabriele D'Annunzio; il letto del F.; "versare un F. di lacrime" significa piangere copiosamente; "una seduta F." è quella che dura moltissimo; il F. Azzurro è il principale corso d'acqua della Cina).
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La sequenza – Il pentagono D. Gli altri sono sempre la medesima figura, ma ruotata in modi differenti.
197 PAROLE A METÀ
AssoMiglio - BarbaGianni - BoccaPorto - CaraColiare - CantaRide - ConDominio - FranciaCorta - LettoRe - MonteCarlo - RetiCelia.
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La banca inespugnabile": Ci sono in tutto 7 serrature. Le chiamiamo A, B, C, D, E, F, G; Il direttore ha tutte le chiavi tranne 1, ovvero A, B, C, D, E, F; le guardie hanno tutte la chiave G, più altre 3 chiavi: Guardia n.1: A, B, C, G; Guardia n.2: A, D, E, G; Guardia n.3: B, D, F, G; Guardia n.4: C, E, F, G.
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