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DIALOGHI CON #LEUCO' C.PAVESE RACCOLTA DI TWEET DI @ERYKALUNA MARZO 2013

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DIALOGHI CON#LEUCO'

C.PAVESE

RACCOLTA DI TWEET DI @ERYKALUNA

MARZO 2013

Dialogo 1: la nube

“Non temere starò con te fino alla fine” Utopia volersi padroni della propria sorte: non tutte le porte si possono varcare, Issione. “Tu sei tutto nel gesto che fai”“Quassù la legge non arriva, Nefele. Qui la legge è il nevaio, la bufera, la tenebra. E quando viene il giorno chiaro e tu ti accosti leggera alla rupe, è troppo bello per pensarci ancora.”

Riscrittura

Salvare la mia sorte chinando la testa o mantenerla alzata per continuare a sognare? Il mio cuore ha già scelto, e gli occhi non guardano in basso #Leucò\1Mi parli del reale. Il mio sogno è più reale del reale stesso. Lì c’è la mia completa autenticità perchè non ci sono limiti ma solo la forza del desiderio. #Leucò\1Io sono i miei gesti. Così sopravvivo alla morte e dò vita al sogno. #Leucò 1Sono nube, e sarò il sogno che le tue mani forgeranno con le forme dei tuoi desideri. #Leucò 1Ma anche se questo dovesse finire, tu non devi temere. Io sarò con te, sempre. In ogni inizio, in ogni fine. #Leucò 1Preferisco sfidare la sorte che rinunciare ai miei sogni: essi soli sono il mio destino, la parte migliore di me. #Leucò 1Mi fermo ai sogni quando la realtà non offre sorti diverse. Allora i sogni spalancano porte, e fanno passare la notte. #Leucò1Sopravvivere a volte è sorte peggiore che la morte stessa. Gli audaci lo sanno bene. #Leucò 1

Dialogo 2: La chimera

“A quel tempo eran favole, oggi invece i destini che tocca diventano il suo”

Riscrittura

Dimmi sei sicuro che i mostri vadano eliminati? Per poi pagarne caro il sangue dopo? O forse conviverci, accettandoli.

Ognuno di noi ha chimere da guardare negli occhi e con cui fare i conti. Pesano, pesano i destini delle storie di ieri sulle trame con cui viviamo oggi. Le paure dei genitori tornano sui figli. Il sangue non perdona. Uccisa una chimera se ne sente il bisogno di un’altra da far fuori. Come la catena del desiderio. Le favole sono il catalogo che possono darsi un uomo e una donna. Calvino lo sapeva bene. Preferisco le favole ai destini. I finali sono sempre aperti. Sarai la mia chimera. E non smetterò mai di cercarti. Mi apparterrai per essere di nuovo irraggiungibile. Instancabile volerti. Ognuno di noi nasce con dei passati di sangue. Inevitabile. Ma il futuro è tutto da scrivere.

E ti cerco Chimera tra i monti che sai, portami i versi di Dino Campana che inseguendoti scolpì nel vento

Dialogo 3: I ciechi

Che degli dei si parla troppo. Esser cieco non è una disgrazia diversa da essere vivo.

E dare il nome spiegare le cose ti pare poco?

Per chi come me non ci vede tutte le cose sono un urto, non altro.

Che senso dici delle nuvole in cielo?Una presenza dentro il vuoto…

Riscrittura

Dare il nome alle cose è da dei. Viviamo umanamente, e nominiamo in modo sfuggente. Solo così paradossalmente ci sentiremo dei, perchè senza limiti.

A volte è peggio vedere che sopravvivere.

E l’amore che mi dai qui sulla mia carne, la chiami illusione? E’ illusione la traccia che lascia dentro e fuori di me? La raccolta dei brividi e dei respiri che accendi? No, non sono illusione.

Preferisco urtare nelle cose che non viverle. E anche se non le vedo con tutti gli altri sensi mi arrivano addosso.

Amo le nuvole sono la forma dei miei pensieri ne cielo vuoto.

E se anche fosse solo equivoco il sesso, io equivocherei bene con te.

Dialogo 4: Le cavalle

Le parole sono sangue.

Un uomo-dio vivrà tra le colpe e i sospiri.Riscrittura

Scalpitano parole come cavalle imbizzarrite.Le parole sono sangue, eppure i tuoi verbi sono anemici e gli istanti negli atti crollano su se stessi.

Le parole sono sangue: ti ho talmente detto di me per poterti afferrare che le mie vene sono vuote.Le parole sono sangue e il sangue non si lava. Pertanto guardami negli occhi e ricordalo prima di proferire parole come lame.

Le parole sono sangue nell’organismo di pensieri e azioni purificano e ossigenano.

Le parole sono sangue e se hanno la consistenza dell’inchiostro scritto sulla pella fa un male indelebile.

Le parole sono sangue. Ne conservo la traccia indelebile sul mio fioretto, e sulla mia carne. La firma che tu sei esistito.

Le parole sono sangue: si trasferiscono da un essere all’altro come trasfusioni non sempre compatibili. Incomprensioni.

Le parole sono sangue e anche se tu come tale le analizzassi non sempre comprenderesti tutta la vita che in esse ci sono.

Le parole sono sangue, e se non ti confesso tutto il mio amore, ora adesso subito mi scoppierà nelle vene.

E se anche dovessi viverti tra carne e sospiro, lo farò fino all’ultima goccia di sangue.

Dialogo 5: il fiore

“Si comincia e si muore nel sangue. Tu come credi di essere nato?”

Riscrittura

Sei entrato nella mia vita. Da quel momento non esisto più. Da quel momento io sono.

Durare in un mondo che passa significa, forse, collezionare attimi di gioia perfetta.

Per amore ho anche giocato, pagandone con il sangue. Da lì nascerà il fiore di una primavera perpetua impollinato dalla mia memoria. Infondo anche quello è una porzione del nettare degli dei.

Con te giorni o un’intera esistenza meritano di essere vissuti senza contarne il prezzo. Al tuo fianco solo il tempo è relativo.

Persino il nettare degli dei odora talvolta di sangue, per amore.

La nostra vita , la nostra morte tra due gocce di sangue. E in mezzo il lento scorrere pieno di esistere.

Fiore. Ho dato alla tua memoria una forma perchè il mondo potesse continuare a parlarmi di te.

Diaologo 6: la belva

“Hai mai conosciuto persona che fosse molte cose in una, le portasse con sè, che ogni suo gesto, ogni pensiero che tu fai di lei racchiuesse infinite cose della tua terra e del tuo cielo, e parole, ricordi, giorni andati che non saprai mai, giorni futuri, certezze e un’altra tera e un altro cielo che non ti è dato di possedere?”

Riscrittura

Ed io ero già tuo. Ancora prima di saperlo.

Vorrei essere vento. Solo per passarti accanto, senza sfiorarti. Il tuo odore lo porterei con me.

Ho voglia di dormire, perchè so che lì sarai mia. E non ti toccherò: mi starai nel cuore come ogni cosa preziosa.

Amo la tua solitudine perchè non c’è cosa di te di cui io possa fare a meno.

Fai di me le cose che tocchi, il sangue che vedi. Fai di me quello che vuoi per farti sorridere una volta ancora.

Il sonno è il luogo dove ti appartengo. Per quello ora è la migliore delle vite.

Quella dolcissima belva nel cuore che mi ruggisce in fughe dentro le quali io mi perdo, e non sono più con gli altri.

E poi arrivi tu: in ogni gesto tutti i miei giorni, i miei sogni, i miei ieri, le mie terre,i miei cieli.Tutte le mie cose in una

Dialogo 7: Schiuma d'onda

“La nostra vita è foglia e tronco, polla d’acqua, schiuma d’onda. Noi giochiamo a sfiorare le cose, non fuggiamo. Mutiamo. ““Sorridere è vivere come un’onda o una foglia, accettando la sorte. È morire a una forma, e rinascere a un’altra. È accettare, accettare, se stessi e il destino.”

“Credevo che tutto finisse con l’ultimo salto. Che il desiderio, l’inquietudine, il tumulto sarebbero spenti. Il mare inghiotte, il mare annienta, mi dicevo.”

Riscrittura

Farò della parola tumulto e del tumulto schiuma d’onda. Saranno segrete lacrime liberate. E ne faremo destino.

Tu che hai trasformato ogni mio “dovevo” in splendidi “Puoi”.

Non c’è sfiorare senza mutare. E nel mutare sorridere. Questo è accettarsi. E sorridere al destino.

E anche se spigoloso ami il mio essere talvolta scoglio perchè è lì che il tuo tumulto d’onda ama infrangersi.

Forse solo chi sorride fa suo il proprio destino.

Tu che di me ami anche i mutamenti. Sorridi nel mio morire e rinascere in mille forme: sei sostanza, sei respiro dei miei mari lunari.

L’inquietudine derivante dal tedio. Ecco cosa uccide il desiderio. Spegnendolo.

Non temiamo il destino. Non ci tireremo indietro. Prima di essere schiuma saremo indomabili onde.

Tu diventi desiderio

Dialogo 8: la madre

Senza l’uomo le donne sono nulla. Ma allora perchè ci hanno ucciso? Chiedi perchè vi han fatto.

Riscrittura

Ho tizzoni nascosti nel profondo del mio cuore per accendere destini irrinunciabili.

Restano braci a bisbigliare quelle vite che avremmo voluto.E tu sei vento che le riaccende tutte insieme.

Della passione la pena più grande è la tensione che la precede. Il limbo della vita che precede il vivere, e il sopravvivere.

Il destino è inappellabile: il fuoco torna al fuoco, sempre. E il tuo pensiero mi incendia tra l’anima e la pelle.

C’è sempre una notte da scontare per la passione di qualcuno. E raccontando si inganna. Le mille e una notte.

Ricorderò quei suoi occhi: mi rendevano cenere eppure non poterne fare a meno

Io sarò capace di guardare il fuoco,tenerlo fra le mani,giocarci e saperti difenderti da me stessa.Perchè ti amo di sangue e braci.

Dialogo 9: i due

“Eravamo ricordo e nessuno sapeva” .

Riscrittura

Ho collezionato attimi con te, e attimi a forma di te. Tutto il resto era Tempo, non vita.

Tu ricorderai anche per me. In questo non c’è paura, c’è Amore.

Ho collezionato attimi con te, e attimi a forma di te. Tutto il resto era Tempo, non vita.

Quel che si ricorda si può raccontare: per questo la morte nessuno la ricorda. Sarebbe troppo facile per chi rimane sapere.

Quegli anni in cui il tempo non si ricorda, ma si vive. E basta in modo straordinario.

Entrambi siamo per l’altro la lancia e la scudo. Ci proteggiamo e ci facciamo male, colpo su colpo. #lerelazionipericolose

‘Quel che è stato sarà ancora’ Vale su due labbra mortali? O è solo meccanismo di un ciclo a cui non ci si può opporre.

Solo l’Amore come la gioventù ci fa sentire immortali. Si sorride e si combatte. Nessun rimpianto.

Sarà per te il calice e la spada, e non mi sposterò dalla tua lama .

Dialogo 10: La strada

Edipo, abbiamo tutti una montagna dell’infanzia.Per lontano che si vagabondi, ci si ritrova sul suo sentiero. Là fummo fatti quel che siamo.Osai credere soltanto ai miei pensieri, agli istanti di tregua, ai risvegli improvvisi. Stetti in agguato. Non scampai.In quegli attimi si compì il destinoStrana cosa:per capire il prossimo ci tocchi fuggire. E i discorsi più veri son quelli che facciamo, per caso, tra sconosciuti.

Riscrittura La bambina che ero la proteggo e la amo, è così che oggi riesco a convivere con quel che sono. La strada del dolore

Perchè la vita è anche le strade a volte dolorose che si percorrono e la successiva quiete. E’ destini capovolti e nonostante questo sorridere.

Potrei dirti Edipo che i destini appartengono agli dei, e le strade all’uomo: nostri sono i modi di percorrerla.

Non temo i miei pensieri, la sospensione degli attimi,lo svegliarsi dal sonno in sobbalzo. Sono istanti, e sono miei. Sono scelte.“Si cerca una cosa e si trova tutt’altro. Anche questo è destino. ” Per questo io non ti cerco, io ti incontro.

Tu sei il mio destio, la febbre da cui non voglio guarire.

Ma alla fine non importa l’etichetta in cui siamo vissuti, importa che averla sentita davvero nostra la vita, esserne felici. Così non si smette mai di vedere.

Le cose che si trovano sono il destino, le strade che si percorrono sono la vita che si sceglie.

Dialogo 11: La rupe

I mostri non si uccidono, non muiono. Quello che muore é la paura che ti incutono’

Riscrittura

Sorrisi e lacrime. Questo è essere uomini e non dei.Ognuno ha la sua rupe con catene sangue e dolore. E l’istante prima della liberazione:alle spalle il passato e sguardi avanti. Sei un nome non altro. E sei mostro e sei divino sei fuoco rubato e rogo paura e coraggio e liberazione. La liberazione è vittoria e odora di sangue, pietà,coraggio, paura,giustizia verso altri. In ogni storia e nella Storia. #25aprileMi pesa l’istante prima delle mie liberazioni: temo sempre che prevalga la paura e non spezzi le catene. Sei Destino e saremo nella rupe. Sará sangue dolore compassione e saremo liberi. E dopo le lacrime, sorrisi.Possa essere il nome mio il tuo destino.Sfideremo fuochi rubati e catene.L’uno nell’altro.Nessun mostro temeremo insieme.Vittoria.

Dialogo 12: l'inconsolabile

Ho cercato me stesso. Non si cerca che questo.

E si scende nell'Ade a strappare qualcosa, a violare un destino.

Riscrittura

(Ti perdo mi ritrovo) Per amore solo per amore posso guardarti e andare via:solo la mia lira ti renderà Eternità.Quante volte ho cercato di violare un destino, non per sentirmi Dio, ma per sentirmi profondamente Persona.

Ma io mi volterei mille altre volte pur sapendo di perderti per sempre, un attimo solo dei tuoi occhi. Perchè niente può tornare.Di me amasti anche la mia ombra, lato oscuro, segreto e triste. Perchè in definitiva io ero l’ombra, della luce tua.‘Euridice era stata per te un ‘esistenza.’ Tu invece sei per me l’esistenza. Il destino non lo cerchiamo. Lo compiamo, noi due.Letale fu lo sguardo in ogni direzione:Orfeo Medusa Narciso. Di tutti io temo il tuo ché non é mito ma realtà#blowup #AntonioniNoi donne di Tracia non temiamo il sangue, gli occhi, la morte e le feste. E sarà per i nostri morsi che la riabbraccerai,Euridice Ciò che è stato sarà ancora. Incidere nell’incedereDel sesso&delsangue cosa é rimasto, chiedi? Musica in contrappunti melodie legature e sincopi. Tempo che suona su pelli altrui b

Dialogo 13: l'uomo lupo

“Gli dei non ti aggiungono né ti tolgono nulla, solamente di un tocco leggero ti inchiodono dove sei giunto. Quel che prima era voglia, scelta, ti si scopre destino”

Riscrittura

Io non temo il lupo dentro di me, ci corro insieme. Perchè la sua fame talvolta è l’istinto che mi salva. Intarsi. Le #donnechecorronoconilupi della estes non temono i destini. Li incontrano e li ricreano Androidi, mostri, vampiri, doppi e lupi:le metamorfosi dell’io nelle sue infinitesime temibili splendide parti di sé. Dei lupi incontrati ripasso spesso con le dita l’impronta dei loro denti: mi ricordano che si riesce a sopravvivere. Ma qsa disturba il lupo:lui non ha che 1occhio,il ragazzo ne ha2.Il lupo è a disagio.Il ragazzo fa una cosa curiosa: chiude un occhio

“Qsa disturba illupo:lui ha un occhio,ilragazzo due.Lupo a disagio.Allora ilragazzo fa unacosa curiosa:chiude1 occhio.” Pennac Sento i tuoi denti sulle mie maree mentre ululi al mio chiarore. Da quassù la tua voce é una delle più vere. Niente resta uguale

Ti aspettavo. Nessuna fuga, nessun nascondiglio.Tu che insegui l’odore del sangue, io che lo distillo nei passi. Predami. Io, con questo spirito indomabile,incapace di stare in un branco. Il contrappasso di far ululare piuttosto che di ululare. #Leucò 13

Dialogo 14: l'ospite

‘Si è sempre fatto’.Si segnano territori col sangue idee cuori ed emozioni. Non solo terre. Per paura, sempre.

RiscritturaSangue, sangue fresco a fiotti serve per benedire la terra. Niente che sia straniero strano estraneo straniante la calpesti Indubbiamente a Quentin T. questa lettura piacerebbe tanto. In particolare qsto’ l’ospite’ #pulpleucò #killlitierseIn definitiva ci sfamiamo di pane quotidiano macchiato di sangue innocente. Come la guerra. É certo che il nettare di certi Dei non é solo miele, ma anche sangue. Lo sanno bene Eros e Thanatos. Ma ogni volta raccolgo atti e espressioni di libertà e sentonel retrogusto l’odore’ resistente’ delsangue:morirono anche per me

Raccogli e ti cibi delle mie spighe dimenticando i tagli con cui, dissanguandomi, nutristi la stessa terra. Ma ogni volta raccolgo atti e espressioni di libertà e sentonel retrogusto l’odore’ resistente’ delsangue:morirono anche per me Continuerò a ospitare tra le mura di casa e del cuore:ci sarà sempre un posto per i viaggianti, senza contare eventuali perdite Ti ho ospitato nelle miepieghe raccogliendo sangue e lacrime.sulla pelle la tua falce recise raccolti.Io ti aspetterò,ancora qui

Dialogo 15: il fuoco

Figlio mio chiedi degli immani sacrifici.Di qsti tempi fingiamo di non sapere:stiamo bruciando libri.Ancora sangue. #Fharenheit451

Riscrittura

Sento ancora l’odore acre di un antico femminicidio al fuoco:condannata per gli occhi neri, fantasiosi poteri.Donna e strega.

Un fuoco tremolante che danza. Arde dei nostri sogni: lì abbiamo immolato i nostri cuori, bruciano con l’aria dell’Impossibile.Tu sei. Colui che dalle ceneri dei miei fuochi rinasce sempre e più forte come Araba Fenice. E se bruciassimo tutte le schede, tutte le tv, tutte le proiezioni, e dalla cenere ricominciassimo? Sogno altro paese. Fuoco cammina con me. Il regista di qsto capitolo é David Lynch. Indiscutibilmente. Sullo schermo:tanti falò delle vanità e fuochi.il cinema che brucia se stesso x salvare la Storia é sublime #bastardisenzagloria

Dialogo 15: l'isola

Quello che cerco l'ho nel cuore, come te.

Immortale è chi accetta l'istante, chi non conosce più domani.

Se non rinunci ai tuoi ricordi e ai tuoi sogni,se non deponi la smania e non accetti l'orizzonte, non uscirai da questo destino che conosci.

RiscritturaDi istanti vivono gli amanti. Per questo sono immortali.Preferisco essere il tuo orizzonte che la tua isola; voglio che tu mi sconfini, non che mi abiti. Ognuno ha la sua isola perfetta dove fuggire, per ripartire. La mia ha sabbia nera e roccia, sciara del fuoco, libri, case bianche, sorrisi accoglienti, amori di celluloide. #Stromboli

Non lo temo l’orizzonte, lo sfido. Lì non finisce, ma inizia ancora l’onda imperfetta di quel che cerco. Sono le vite che rimpiango,quelle vissute,l’isola che porto in me,l’irrequietezza di varcare orizzonti, l’audacia di cercare nel mio cuore.E di amare anche questa smania. #ChatwinSalvezze umane e dei in imbarazzo, tematica splendida in cui l’isola è inserita. Nota di Pavese. registi 3Immortale è chi accetta l’istante, chi non conosce più domani.Tu stessa hai detto che l’isola la porto con me.Quello che cerco l’ho nel cuore come te. Nel mioarcipelago l’isola che preferisco è sommersa,negli abissi:tutto si può lì. Garantisco che c’è più aria là sotto che altrove Cuore:Tempeste, abissi, planisferi rovesciati sirene e in mezzo la mia isola ,Te. Lì, al contempo: Prendo fiato, e me lo togli “Non mi si può imprigionare, non sei la meta, tu stessa sarai il mio viaggio” E allora viaggiami. #salparadiseTra i flutti tu sai sempre in quale insenatura ti accoglierò. In fondo sono terra che aspetta solo di essere bagnata. La tua isola Potrei cercarti in ogni spiaggia o aspettarti. Ma nessuna onda cancella tutto ciò che ho avuto il privilegio di vivere con te

Dialogo 17: il lago

‘Queste co se so come le nuvole,erranti eterne del mattino e della sera,guardiane degli orizzonti, figure dell’Ade.’

Riscrittura

Io ho bisogno de “Il posto delle fragole”, il mio. Per sentirmi splendidamente terrena, per sentirmi essere. Mi illudevo di varcare ma era lo specchio delle nuvole. Non eri mare eri lago, per questo non esco da dentro di te. Nella città dei viventi la vera morte è non avere memoria. Individuale e di massa. Ciò che è stato nella circolarità del tempo. Il tuo ricordo odora di sangue che rimiscola sempre se stesso come in quel lago: gli occhi,specchiandosi, ritrovano pe zzi di me. Spietata,odore di sangue a caccia di attimi, niente ricordi nèdestino.Una faccia della luna.Svelami l’altra me ed io vorrò,con te.

Più forte del dare nome è il destino. Ed il mio sei Tu.

Dialogo 18: Le streghe

‘L’uomo mortale non ha che questo di immortale.Il ricordo che porta e il ricordo che lascia. Nomi e parole sono questo.’ “Troppe cose ricordi di lui. Non l’hai fatto nè lupo nè maiale, l’hai fatto ricordo.” Riscrittura Tu non sei una formula magica, né amnesia perché io ti tocco, Ulisse. Adoro la Circe di Leucò:moderna,autorionica,emancipata,innamorata, meravigliosa per i giorni ns.Ah.Perfetta analista coinugaleAh Ulisse pensavo fosse gelosia escludere da me i tuoi compagni,ma era salvarli la vita.E io che credevo si sapere tutto. Saper fare della propria (dolorosa) esperienza un’opportunità :Leucotea e il counseling nelle relazioni d’aiuto.;) Filmografia fittasu donnechesiraccontanouomini,ma lui Almodovar insuperabile.Il film x #Leucò/18 é’ donne sull’orlo di una crisi di nervi’Me le cerco.Per sedurlo ho cantato vicino al telaio.Si é emozionato:non per me, pensava a Penelope. Mi bastò? #donnecheamanotroppo Quell’umanità di riti al tavolo, pasti,figli,routine,esserci e dare insieme il nome alle cose.Persino a un cane. Invidiabile.Ulisse scegli:cheio sia il ricordo che lasci,il ricordo che porti o ciò che é in mezzo.Fammi essere per te. Sceglimi.Ulisse. Circe:’Ulisse tu mi hai stregato accendendo la mia carne prima, e i ricordi ora. ‘ Diciamolo che il capitolo’ Le streghe’ ha una posizione perfetta nei dialoghi per ritmo stile temi profondità e leggerezza. Apice.Ulisse mi haitolto i sorriso, risposto ai tarocchi con gli scacchi, dato un ricordo. Ti ho amato pur bruciandomi. E lo rifarei. Difficile vivermi, persino per me. Oscillo perennemmente tra Circe e Penelope e in mezzo tutte le altre. Le mille e una donna. Come strega Circe avresti disposto di mille rimedi xcurarti l’anima, ma scelse il migliore: raccontarsi. Antico,sempre efficace.Ti insegnerò a ballare anche con la spada. Tu, Ulisse, insegnami il gioco della vita. Che il gioco è la cosa più importante. Il fatto è che io sono come te Ulisse, vivo di attimi e scacchi per sentirmi viva, come posso rinfacciarti l’andare e il venire? Per un attimo da mortale con te misi in scena il gioco delle parti. Per amore barattiamo troppa anima, talvolta. Sorridere al destino non solo all’inzio o alla fine, ma anche durante é uno scacco matto cari dei. Ballando dimenticherai, sorridendo ti sedurrò e la mia voce ti vincerà. Poi ti specchierai negli occhi, lì il vero. E saprai. ChiamAMI con altri dieci cento nomi che nella solitudine si elemosinano parvenze. Tutto sarà effimero tranne i ricordi.

Nei risi abbiamo abbiamo sovvertito il mondo:il mio assente, il tuo presente. Passione é rompere la catena dei consueti destini. Cara Circe,Io Leucò ti ascolto con attenzione,rielaboro sintetizzo. Ma sappiamo bene che io non cerco risposte. Io cerco domande.Leucò le tue domande:precise affilate esatte, brevi, incalzanti. Sono gli aghi intorno al quale ho cucito un ricordo, rammentando. Buon viaggio Ulisse.Tu nelle onde io nelle vele’ spiegate’ dentro dal tuo incedere. Anche io infondo tesso trame di ricordi.

Dialogo 19: il Toro

Ma serenamente imita l’Olimpo dentro il tuo cuore. Gli dèi sono dèi perché non si pensano. Fernando Pessoa Beviamo al passato.Bella è ogni cosa abbandonata e ritrovata”.

Nell’isola si diventa ciò che si uccide.

Riscrittura

Teseo, meglio abbandonare che perdere? Per un’eventuale possibilità di ritrovare. Fosse così facile come fai tu: non voltandosi. Io bellissima alla fine. Se si diventa ciò che si uccide, per paura o troppo amore, si fanno fuori anche le cose troppo belle. Rinuncio ai miei dei, a me, e scelgo te. Per salvarti. E tu, via, via da me. #iotisalverò film del capitoloPensavo che quel filo fosse Amore, e lo era. Era amor proprio, per te stesso, mio caro Teseo. Ho imparato che è più importante essere fedeli a se stesse che a un uomo, Teseo. Il tuo egoismo non offuscherà la mia autenticità. Evidente anche dal Toro che Pavese amasse profondamente le donne come individui: le conosce, le rispetta, le canta,quasi sacro. Teseo:Certo che sono un uomo di azione e non di parole. Scelgo, io scelgo, di coniugare tutto in prima persona singolare.

Noi donne di mare che sappiamo accogliere, non barattiamo.Offriamo senza chiedere niente in cambio. Tulo chiami caos,io grandezza. “Solamente le donne han coraggio nell’isola” Lelego togli pure le ultime due parole, con l dovute eccezioni;) Il sangue non si rinnega:si porta dentro addosso scorre vitale. Ed io ero il tuo sangue. Andrai lontano, ma non scamperai, Teseo. Inutile addormentarmi,Teseo.Del tuo sangue sarò la parte guasta,la macchia, il filo rossodi ciò che sei nei labrinti dei tuoi ego.Un rosso di verso,rosso di_vino: berrò consolerò dimenticherò.Diademi in cielo eaccenderò Corone Boreali. Non ti ricorderò, Teseo.

Dialogo 20: in famiglia

"Ha messo il mare fra sè e noi".

Riscrittura

Donne.Col sangue macchiamo amori storie e guerre:portiamo dentro di noi il mistero della vita. E anche quello è una seduzione.

Amerò colui che nei miei occhi vedrà la bambina e l’ammaliatrice e non teme le guerre che dentro al cuore ruggiranno almio sorriso

Seduzione e bellezza.Armi improprie talvolta, fardello femminile cherichiede l’innocenza dell’infanzia,l’armatura della guerriera

Ho collezionato pretendenti, scatenate guerrre e rapimenti,la passione chemiporto addosso. Ed io volevo solo un posto dentro di te

Capitano Bellezza e Sensualità addosso, negli occhi, nell’anima ed è tutto un gioco di equilibri su confini sfumatissimi.

Famiglia sono quelli sguardi dentro ai quali non cresci mai troppo. E anche quello è una forma di amore, di sangue, di complicità.

Così difficile uscire dai copioni che la famiglia ci cuce addosso tanto da crederci. Peggio di un teneace scrittore.

Fa male la mano fraterna che abusò non solo dei miei occhi. Mormorano sensi di colpa.Mea culpa:ero troppo bella?Destino Nonsolo

Basta una mano sbagliata per togliere l’innocenza dell’infanzia. E il bambino che fummo non smetterà mai di chiedere aiuto.Nonsolo

Il danno?Il sangue del mio sangue che doveva difendermi odorava solo di Reato. Oltraggiata mi darò senza molta importanza.

Omertà é ancora più dannosa dell’abuso stesso.Gli occhi di Elena lo sanno ma non trovarono mai protezione solo conquiste.

E se sarà la fuga a salvarmi, fuggirò. E sarà coraggio, non codardia.

la messa della famiglia con i riti e i copioni al posto di conoscenza e autenticitá? #lamessaèfinita #moretti

Dialogo 21: gli argonauti

C’é una verginità delle cose che fa paura più del rischio

Riscrittura

Triste morire per una passione un’arte un’incantesimo specialmente senza magia. #seduzioniabbandoni‘Si fa male per essere grandi’ La pochezza dell’ uomo. Pensavo tu fossi croco sbocciato tra le mie dune dei mari violati. Eri colchico. E fu veleno nei miei passi. Violare i mari

é un po’ morire. Cè sempre un abisso di troppo che ci chiama e in cui non resistendo ci perdiamo. Ma tu di me amasti anche i prati di fiori velenosi:polline di fiele a tuo rischio e pericolo. La vera magia è osare, non salvarsi

Resta con me. Non sono una dea, nè una maga. Solo l’infinitesimo essere umano. Ti regalerò la magia del quotidiano.

Un dualismo ricorrente anche qui: una donna lontana divina che beffa e una umana vicina rassicurante. Donna Fatale, Donna Fetale.

Il tradimento é prima di tutto verso se stessi. Tradendo l’altro si tradiscono i propro ideali. Si respira morte si sparge morte. Nel tempio del desiderio se autentici siamo tutti al contempo splendidamente Divini e meravigliosamente Umani. Fuocosacro. Quel mare pieno di prodigi rischi e lacrime,quel mare che ti somoglia io nonostante lo Amo. Lei? Lei. Non pianse mai, sorrise una volta. L’indifferenza é la morte che miete più vittime. ‘Si fa male per essere grandi, per essere dei. ‘ ‘Perché la vittima é sempre una donna?’ #avanguardieattualiOgni guerra é sempre sporca. Ogni. Guerra. Personale e non.Per sentirsi Dio.E miete soprattutto sangue innocente di donne e bimbi. Gli uomini han bisogno di sentirsi dei ed eroi. Le donne no. Le donne già lo sono.

Dialogo 22: la vigna

Finchè il cuore non ti scoppierà, non latrerai come una cagna e vorrai spegnerti nel mare come un tizzo, non potrai dire di conoscere il dolore.Gli dei sono il luogo, sono la solitudine, sono il tempo che passa.

Riscrittura

Senza di te saprò esistere? Quanto dolore servirà per far posto ad altro? Nemmeno non andare posso dire, già sei via.Noi donne di mare sappiamo bene distinguere le lacrime dagli schizzi. Salmastri diversi che lasciano sale sulle nostre parti esposte, anche interiori.Donne che piangono troppo, anche da sole, anche se nessuno le ascolta. Donne che piangono dentro, anche senza lacrime, anche senza far rumore.Leucò: abile ascoltatrice che si pone al livello di chi ha difronte o cinica per troppo specchiarsi in Arianna?La conoscenza del dolore è volersi spegnere per lasciare spazio ad altro che ci attende.Piegarsi, piangere, bruciarsi, affogarsi, addormentarsi. E rinascere.Cosa di me parte con le tue vele nere? Il miraggio di un amore, che tale non era se non sa restare.Ti comporti come un dio e non lo sei. Io profondamente umanaTe ne sei andato, e ancora ti voglio. Perverso desiderio di te.E sarò calice di stelle.Colline.Solamente le mie sono scabre e striate di vigne faticose sul suolo bruciato. -Vigne ambivalenti ossessive Lavorarestanca Come per la terra dei vigneti le donne: inseguirne l’odore e scavare a mani nude. E arrivare a essenze intime e divine. Tutta me stessa. E non bastava. Non svegliarmi.Mi avvinghierò a te, e tu sarai il mio tralcio. Ci (con)fonderemo e insieme crescendo sfioreremo il sole per essere nettareE’ comodo andarsene nel sonno, io ho sempre preferito guardare negli occhi. Anche negli addi. Anche nel tortoE poi tu: ebrezza dimenticanza calici di stelle dove volerò.Scopro ancora acini di me ricchi di succo che tu berrai.Vita divina.Ti prego non svegliarmi. Regalami ancora il sonno dell’amore perchè possa ancora sentirti qui, con meDal.labirinto al sonno e poi il dolore e il risveglio delle proprie parti selvagge. Cammini di donne, Arianna.

Dopo tutto questo immane dolore solo una cosa voglio essere per te Dionisio: la tua estasi suprema.

Dialogo 23: gli uomini

Un tempo le cose accadevano. Adesso invece c’è una legge e c’è una mente

“La parola dell’uomo, che sa di patire e si affanna e possiede la terra, rivela a chi l’ascolta meraviglie”

Riscittura

Irrinuncibile. Non temetelo ma gustatelo il sapore del mondo che gli dei ci invidiano: imprevisto scoperta e destini da sfidare

Mi fai sentire divina perchè con te il mondo non è mai scontato, sei meraviglia stupore scoperta e voglia di cambiare sorti.

Nell’intimità non occorre che siate divini. Basta che vi comportiate da uomini. Zeus insegna;)

Più sacri gli ulivi terreni annaffiati con sangue e lacrime che la ns ambrosia, Dei

Siamo dei quando infrangiamo le leggi che noi stessi ci imponiamo.

Tra gli uomini e gli dei la donna:il luogo di incontro dove gli uni si sentono gli altri. Volontariamente.Un destino anche questo.

Zeus:Morte é ciò che vi distingue. Per questo voi godete di attimi consci che l’eternità non vi appartiene. E vi invidio.

Capisco Zeus:io stessa su tw sono attratta da coloro che sanno di vero con splendidi limiti e virtù. Altro che Dei.

Zeus:il primo esempio di autore di legge ad personam. E poi.Il gusto di farlextrasgredirle.Politicanti che si comportano da Dei.

Fra la terra e il cielo scelgo ancora e sempre terra. Perché ha il sapore del mondo, del mio mondo che sei tu.

Nella parola che meravigliamo gli dei: gonfia di vita dolori terra si fa poesia e vola più inalto degli dei, profondamente umana.

Ciò che non é divino muta e non è mai uguale a se stesso per questo é avvincente e fa scalpitare.

Dialogo 24: il mistero

“Questi mortali sono proprio divertenti. Noi sappiamo le cose e loro le fanno.”“Tutto quello che gli uomini toccano diventa tempo, azione, attesa, speranza. Anche il loro morire è qualcosa. Un modo di nominare se stessi e le cose che arricchisce la vita…Dapertutto dove gli uomini spendono fatiche e parole nasce un ritmo, un senso, un riposo.” “Insegnare agli uomini che ci possono eguagliare al di là del dolore e della morte. Dargli questo racconto. Insegnargli un destino che si intrecci col ns ”“Dapertutto dove gli uomini spendono fatiche e parole nasce un ritmo, un senso, un riposo.” “Si direbbe che vedi il futuro. Come puoi dirlo? ” “Basta aver veduto il passato”.

Riscrittura

Esistiamo perchè siamo raccontati. Nelle parole altrui siamo rinominati, tratteggiati, rivelati:infinitesime parti di sè.Ti vivo ti tocco e farò di te musica e poesia, gli attimi di meraviglia che fanno invidia agli Dei. Nominando le cose ti chiamai Amore. Ciò non arricchì la vita. Ciò fu la Vita.Quegli amori che hanno fatto di me racconto. Scolpire il tempo e rivelarmi contornandomi con altri punti di vista. E siamo l’uno per l’altro pane e vino. Il cibo per non avere fame,le gocce per inebriarsi. Ed entrambi richiedono dedizione.Lo sai.Noi terra per spighe e acini annaffiati con le lacrime, cresciuti fra le nostre dita.Nel racconto continueremo a esistere. Voglio poter raccontare del mio destino col tuo: l’intreccio e la trama. Demetra femminile materna, Dioniso maschile più cinico. Maschile e femminile non opposti, ma parte entrambi di ciascuno di noi.“Gli uomini hanno un modo di nominare se stessi e le cose che arricchisce la vita.” La poesia che eccelle gli uomini.

Dialogo 25: il diluvio

“Le salvezze più straordinarie gli uomini le trovano alla cieca,quando sono già ghermiti e schiacciati dal destino. Non hanno tempo di pagare il capriccio. Sanno soltanto di pagare di persona.” ” Noi che sappiam, non abbiamo preferenze. E loro che vivono istanti imprevisti, unici, non ne conoscono il valore”Perchè non imparano a vivere il capriccio come un attimo eterno nella loro miseria? Perchè non capiscono che proprio la loro labilità li fa preziosi? “Trattano ildestino e l’avvenire comefosse un passato.Questovuol dire speranza,dare un nomeal destino” che nomi gli avete dato? Gli uomini vivono di istanti imprevisti, unici non ne conoscono il valore.

Riscrittura

Guardare sapere e non sapersi rassegnare. E infondo è la forza del cinema. Da sempre. Tra gli uomini e gli dei.

Tu:improvvisazione,destino che scelgo anche alla cieca,speranza dei sogni, unicità dell’istante il mio favoleggiare il mio vivere.

I diluvi si sa, ristorano sempre tutto anima e corpo. Rigenerano equlibri, nelle portate di acqua.

Guardare sapere e non sapersi rassegnare. E infondo è la forza del cinema. Da sempre. Tra gli uomini e gli dei. Timing e eternità.

Favoleggiare e fantasticare non sono le armi con cui schiacciati dal destino ci si salva la vita cercando exit?;) #Sherazade

Vivo gli attimi anche come capricci:tra consapevolezza e improvvisazioned degli istanti fragili brividi di eternità. Si riesce sempre a combattere nelle situazioni, e l’arte dell’improvvisare è ciò che gli dei ci invidiano. Lo sai? Piove sull’acqua.Stillami di te gocce rugiade e lacrime nelle mie maree. Sarà apnea, inabissarsi insieme, e riemergere al nuovo. ‘Quando piove sul mare ogni goccia é perduta, come il vento su qste colline che cerca foglie e non trova che pietre’ lavstanca Dare lo stesso nome al ricordo,al destino e alla speranza.Non mi verrebbe a noia,neppure a me che vivo l’arte di improvvisare.

“ora ha messo una mano nell’acqua e la lascia schiumare e m’ingombra anche il fiume”. Da lavorare stanca Ascolto piovere,mi illudo che non sia rassegnazione, mi illudo che il destino sia nuovo inizio. Non mi racconto fiabe ma speranze. Amo gli attimi che non hanno nè prima nè dopo. Amo dare a quegli attimi il Tuo nome. Tu sei la mia festa, senza dei, senza calendari, senza stagioni. Una festa che sfida acqua fuoco terra e sa rinnovarsi

Dialogo 26: Le Muse

Dici un nome ed è per sempre.

Per un attimo il tempo si ferma e la cosa banale te la senti nel cuore come se il prima e il dopo non esistessero più. Quell'attimo ha reso la cosa un ricordo, un modello. Cosa altro è il ricordo se non una passione ripetuta? Capiscimi bene.Tu dai i nomi alle cose che le fanno diverse, inaudite, eppure care e familiari come una voce che da tempo taceva.Giorno e notte non avete un istante nemmeno il più futile , che non sgorghi dal silenzio delle origini.“Ho molti nomi:Aglaia,Egemone,Faenna secondo il capriccio dei luoghi”.Le Muse ipermoderne,con tanto di Avatarda “la voce della luna”: “Come mi piace ricordare, meglio che vivere”L’amore comincia nell’istante in cui la donna si iscrive con la sua prima parola nella ns memoria poetica. Kundera.”Dici un nome e la cosa è per sempre.Tu dai i nomi alle cose che le fanno diverse, inaudite, eppure care e familiari come una voce che da tempo taceva.

RiscritturaLa parola collega traccia visibile a cosa invisibile,assente,desideratatemuta,un fragile ponte difortuna gettato sul vuoto.CalvinoQuanti nomi ancora dovrò darti nelle parole spezzate o indossi solo quello di in reato, Amore, sotto spoglie volubili?Poesia che sei indefinibile che hai un nome per ogni poeta, un nome per ogni lettoreSe gli istanti della poesia sono il sollievo dal tedio, tu sei il ritmo di ogni versoCristalizzati nel verso per viversi l’impossibile, senza consumarsi. Questo noi siamo.E poi quelle cose che facciamo poesia per viverle, senza mai definirli fino in fondo per non farle svanire. Legature.Ti fermo nell’attimo. E sarai unico. E sarai per sempre.Ti cristallizzo in parole ma poi troppo labili i modelli per incastonarti, sono effimeri. E allora ti rinvento. Nuova mente.Divine oppure donne. Talvolta coesistono, spesso. Poesia eterna o attimi esultanti. Potendo scegliere preferisco la secondaNominare le cose: il poeta e il bambino che si inventano linguaggi, per comunicarsi, per esistere, per trattenereL’alfabeto dei ricordi è pieno di nomi. Il tempo poi modella i relativi aggettivi. Ma i nomi, quelli, restano.Nel ricordo si sopravvive ed é nel momento in cui si vive. Per questo.renderò ogni colore dei miei giorni memorabile.Quei ricordi che ci danno la forza per altri giorni, per altri ricordi. Infinito

E nel ricordo di te tutto impallidisce. Ma i ricordi son anche promesse di un vivere miglioreSiamo la rispettiva mancanza l’uno dell’altra. Divenimmo Parola quindi ricordo.Per poterci incontrare ogni volta che desideravamo.

Gli dei

“Credo in ciò che ogni uomo ha sperato e patito”” Ma in ogni luogo abbandonato resta un vuoto, resta un’attesa”

“Quei loro incontri”

RiscritturaImporta che si siano visti davvero? O importa l’essersi raccontati?Ci siamo spogliati dello stampatello,e persino dei nomi.Ora ci stiamo seplicemente guardando senza filtri. Non ne abbiamo bisogno.Venne prima la parola o la cosa? La parola abitava in me, ma fu incontrandoti che la scelsi fra mille“Dategli un nome, un modo di chiamarlo quando ancora è nel vostro grembo. Il nome è il passaporto per la realtà”Non erano favole. Era ricordarsi,capire, era dare un nome alle paure per poterle guardare gli occhi e vivere, non sopravvivere.Io credo a tutti quegli incontri che sono avvenuti senza toccarci, senza guardarci. Io ci credo perchè la mia anima ne parla.Ho abbandonato diversi luoghi, e non pensavo mai di aver lasciato lì delle attese.Cianciare del vero,spiegarsi le cose,dare nomi,infondo è lottare, raccontare e non dimenticare. E’ vivere,ritornareRacconto e ricordo e il tempo sono cerchi, non lineeIncorniciami in nomi e ricordi:io so di avere ali per scegliere di volare.Ogni incontro della mia vita l’ho amato anche se maledetto. E altrettanto amo i miei disincontri. Anche essi in ciò che ora sono.In sogno fra la schiuma e le braci nella polvere e fra i colori come vorrai io ci sarò tra il tuo ovunque e il sempre

Ricordare è tornare, tornare è ricominciare. E finchè lo racconteremo nienten di nessuno di noi andrà perdutoIllusione imbalsamare i ricordi ad aspettare la vita:sono presente nei ns respiriRipasso gli incontri come si sfoglia un album di foto, ma tu non eri un incontro. Eri l’incontro. In te ho trovato la mia anima.Ti incontrerò ancora e nuovamente,ne sono certa.Nel frattempo intesserò trame sogni e attimi per prossimi ricordi. Ci riconosceremo. Perchè già siamo.

#Leucò è un progetto a cura di www.twitteratura.it – Gennaio/Marzo 2013