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Giradischi, che confusione! Succede sempre così: quando qualcosa diventa dimoda, o torna ad esserlo, le regole del buon senso vengono messe da parte e ta-luni, che di quel qualcosa nulla sanno, si elevano (in modo del tutto autoreferen-ziale) al rango di esperti. Ormai da qualche tempo c’è la moda del cosiddetto“vintage” e sovente tocca assistere a fenomeni di rimbecillimento collettivo colti-vato da certa stampa generalista che, mentre cavalca l’onda di una moda, pensagià a quale sarà la prossima vecchia novità da proporre a un pubblico che nonvede l’ora di farsi spiegare cosa deve acquistare, cosa deve indossare, mangiare,bere, ecc. per essere etichettato come “cool”. Il giradischi, purtroppo per lui, è finito dentro questo calderone, col risultato cheoggi, dire che si ascolta la musica su vinile, è un qualcosa di spendibile social-mente, magari per farsi belli durante un aperitivo; così come accadeva qualcheanno fa con i tanti presunti esperti di vino e cibo.

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AUTOMATICAMENTETHORENS

GIRADISCHI

THORENS TD 240-2

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ponendoli come capolavori assolutisolo perché realizzati nei mitici annisettanta/ottanta. O peggio: alla tra-sformazione di veicoli contempora-nei secondo i canoni tecnico/esteticidi allora. Con questo non voglio direche ciò che si è realizzato in queglianni faccia necessariamente schifo,dico solo che è necessario saper sce-gliere, nell’ambito di una produzioneindustriale vasta e variegata, ciò chein virtù di qualche peculiarità ha sa-puto e potuto resistere all’inesorabiletrascorrere del tempo. Per esercitarequesta capacità di scelta bisognaavere in mano gli strumenti adatti,ovvero la cultura rispetto ad un de-terminato argomento.

Torno al giradischi, altrimenti mi

perdo; ultimamente mi è capitatopiuttosto frequentemente di riceveredomande da persone che mi chie-dono un parere in merito a qualchevecchio giradischi, magari fermo datrent’anni e recuperato in qualchesoffitta. La premessa è sempre quella:visto che è vecchio sarà senz’altro unottimo giradischi; purtroppo non èaffatto così. Intanto stiamo trattandocon oggetti meccanici, ed è cosa notache un fermo protratto negli anni nongiova certamente al mantenimentodelle prestazioni. In secondo luogo bisogna vedere diquale giradischi stiamo parlando:buona parte della produzione nippo-nica a basso costo, ovvero quella cheandava per la maggiore in termini divendite, non era esattamente un ca-

Potrei andare avanti citando unaltro tristissimo fenomeno cheafferisce al fenomeno vintage:

ovvero quello che ha investito ilmondo, a me particolarmente caro,del motociclismo. Anche qui la ricettaè la stessa: si prendono brandelli diuna (sub) cultura complessa e deli-cata per derubricarli a moda, co-gliendone solo l’apparenza. Il cheforse può anche andare bene per l’ab-bigliamento, ma certamente non puòfunzionare con oggetti basati sullameccanica, ancorché caratterizzati dauna loro estetica. Si assiste così al “re-cupero” di motoveicoli che qua-rant’anni fa, all’epoca della loro im-missione sul mercato, facevanorabbrividire per via di prestazioni pe-nose ed un’estetica discutibile, ripro-

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Particolare del braccio con i vari meccanismi di controllo e di calibrazione. Da notare la leva che consentedi gestire l’automatismo di START e STOP e la leva che garantisce l’automatismo di funzionamento con i di-schi da 17 cm (vecchi 45 giri) e da 30 cm (o LP).

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anni ‘50, racchiudeva giradischi, am-pli e tuner. Ebbene, quel giradischiera automatico così come lo è il TD240-2 in prova. Questo significa che,una volta posizionato il disco, bastaazionare la levetta contraddistintadalla scritta “start”, per vedere ilpiatto avviarsi e la testina planare sulprimo solco del disco; stesso discorsoalla fine della facciata: in completoautomatismo il braccio si alza, tornaal suo posto ed il piatto si ferma. In-credibile, chi se la ricordava più unacomodità del genere? Quarant’annidi cultura audiofila mi hanno fattodimenticare il concetto di giradischiautomatico nella convinzione, peral-tro tecnicamente corretta, che tuttiquei leveraggi necessari al funziona-mento del meccanismo impediscanoal delicato sistema braccio/testina dilavorare al meglio. A tal proposito ri-cordo che, per venire incontro alleesigenze del pubblico più “purista”,esiste una versione non automatica diquesto giradischi denominata TD235. Dal punto di vista tipologico ilTD 240-2 è un giradischi a controte-laio sospeso, con trazione a cinghiapiatta e braccio dritto. La messa in funzione è assai sem-plice, specialmente se si sceglie di ac-quistarlo con la testina già montata; leuniche operazioni da fare riguardanoil collegamento del cavo di segnaleall’amplificatore, il collegamento del-l’ali mentatore da muro, di tipo ana-logo a quello che si trova abitual-mente nei telefoni cellulari, ilmontaggio della cappa parapolvereed il posizionamento del piatto veroe proprio sul perno. Riguardo a que-st’ultimo va detto che, con i suoi 650gr, dà una impressione di eccessiva

polavoro dunque non penso sia con-sigliabile affrontare la spesa necessa-ria per un restauro di tali oggetti. Ben diverso è il discorso relativa-mente alla produzione di gamma altasia giapponese che europea, costituiteda macchine spesso eccezionali, cheperò difficilmente finiranno nel cal-derone del vintage d’accatto, essendogelosamente custodite da veri inten-ditori ed appassionati. Guarda caso, tra i marchi europei ditale vecchia scuola figura proprio laThorens, ovvero l’azienda che rea-lizza (per modo di dire, poi spiegheròil perché) il giradischi protagonista

della nostra prova.

COSTRUZIONEAffronto subito il tema che mi ha in-dotto a tirare in ballo il discorso sulvintage: non l’estetica e men chemeno la bolsa retorica su quanto il vi-nile sia superiore al CD. No, qui diveramente vintage c’è l’esperienzad’uso. Questo infatti è un giradischiautomatico! Non me ne capitava unodai tempi del liceo, giusto negli annisettanta. Era lo “stereo” di casa deimei genitori, una sorta di “all in one”della Panasonic che, in un tristan-zuolo mobiletto ligneo dal design

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Il giradischi Thorens TD240-2 nella versione nero laccato con la suaprotezione antipolvere.

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vale a dire che non è necessario sol-levare il piatto per spostare la cin-ghia sulla puleggia motrice per cam-biare velocità, come invece avvienesu altri giradischi di fascia budgetquali Rega e Pro-Ject - tanto per farenomi - e per i quali il controllo elet-tronico della velocità è un optional daacquistare separatamente. Osser-vando il catalogo della Thorens ci siaccorge che tutti i loro giradischi of-frono tale caratteristica, dalla fasciabassa a quella alta, siano essi auto-matici o manuali.Ad un’analisi più approfondita diquesto prodotto non ho potuto fare ameno di notare delle somiglianzedavvero marcate con un altro giradi-schi recensito qualche anno fa sullepagine di questa rivista, ovvero ilDual CS 455-1. Ebbene, spulciandoin rete ho scoperto quanto segue: laThorens, come molti sanno, è stataoriginariamente fondata in Svizzeraed in quel paese avveniva la produ-zione. Negli anni ottanta, pur avendospostato gli impianti di produzionein Germania, la Thorens possedevaancora una società in territorio elve-tico, che si occupava di gestire leesportazioni, la distribuzione nonchéla proprietà del nome e del marchio,dei brevetti e dei progetti; invece losviluppo, la ricerca e la produzioneavvenivano in Germania. Quando ilmercato dei giradischi iniziò a con-trarsi, per via dell’avvento del Com-

pact Disc, la parte tedesca del-l’azienda andò in sofferenza e nel2000 venne presentata istanza di fal-limento. Tuttavia la Thorens in Sviz-zera era ancora attiva, pur essendouna società che non produceva piùnulla, ma ancora con dei brevetti,progetti di giradischi e, soprattutto,canali di distribuzione. Grazie a talifavorevoli condizioni si sono fatti vividei nuovi investitori e la produzioneè ripartita, questa volta optando perevitare di costruire una nuova fab-brica, e affidandosi ad aziendeesterne ancora una volta in Germa-nia. Nel 2003 la società di esporta-zione Thorens è stata acquistata daHeinz Rohrer, che ne è ancora oggi ilpresidente e la forza trainante, ed èstata riorganizzata in Thorens Servi-ces Ltd con sede in Svizzera.L’azienda madre è la Thorens Hol-ding AG, anch’essa Svizzera, che de-tiene i brevetti, i progetti, il marchio,il logo, ecc. Bisogna osservare chel’Europa, e specialmente la Germa-nia, non è esattamente il posto piùindicato per effettuare produzionimeccaniche a basso costo. Inoltre lascelta di ottimi materiali ed un at-tento controllo della qualità contri-buiscono ad innalzare il prezzo finaledi vendita, specialmente nel caso dibassi volumi di produzione come av-viene per Thorens, che non può van-tare quote di mercato così elevatecome quelle dell’austriaca Pro-Ject,

leggerezza; inoltre bisogna ricordarsidi rimuovere i due fermi in plasticache servono a bloccare il controtelaiodurante il trasporto, altrimenti il TD240-2 diventa un telaio rigido. Comescrivevo poc’anzi il giradischi mi èstato consegnato con il fonorivelatoremontato ed il contrappeso smontato,il che mi ha costretto a fare lo zero albraccio per impostare un correttopeso di lettura. Si tratta di un’opera-zione quanto mai semplice che con-siste nel portare a zero l’antiskating,ovvero quel dispositivo che si fa ca-rico di contrastare la forza centripetache porterebbe la testina a scivolareverso il centro del piatto, bilanciare ilcontrappeso posteriore in modo che ilbraccio resti in perfetto equilibrioorizzontale, impostare il peso di let-tura più indicato per il fonorivelatoreutilizzando l’apposita ghiera gra-duata, ed infine impostare il mede-simo valore sull’antiskating. Più com-plicato da scrivere che da fare; altermine ho comunque preferito veri-ficare la correttezza dell’imposta-zione con una bilancina di precisioneriscontrando un scostamento dav-vero minimo. Nel corso di questaoperazione ho potuto apprezzare l’ot-tima realizzazione del braccio TP 19-1 a doppia articolazione con shellportatestina integrato in fibra di car-bonio. La testina è marchiata Thorens(TAS 267) ma si tratta in effetti di unaAudio-Tecnica AT95E a magnete mo-bile, un prodotto più che onesto chesvolge dignitosamente il suo compitoe per la quale il manuale d’uso sug-gerisce un peso di lettura di 1,5 gr. Te-nuto conto che il range di lavoro diquesta testina varia da 1,5 a 2,5 gr, ame è sembrato che il valore consi-gliato restituisse un suono un po’troppo aperto e privo di corpo ingamma bassa, sensazione che è spa-rita impostando un peso di 1,8 gr. cheha contribuito notevolmente a bilan-ciarne la prestazione. Sul lato sinistrodel giradischi troviamo il selettoredella velocità di rotazione che, oltre aiconsueti valori di 33 e 45 giri (nellaconfezione c’è anche il centratore inplastica, ricordo di tempi lontani) ri-porta anche il valore di 78 giri; in quelcaso è necessario dotare la testina diuno stilo particolare adatto a queltipo di dischi. Interessante notare, atal proposito, come il cambio di velo-cità sia di tipo elettronico, il che equi-

Il giradischi Thorens TD240-2 esiste in due tonalità: laccato nero elegno di faggio.

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quenza, sia in basso che in alto, eduna gamma media che si fa apprez-zare per intelligibilità ed equilibrio.Buona la levigatezza del suono ca-ratterizzato da una grana tutto som-mato accettabile. Dove mi sentirei dimuovere qualche critica è rispettoalla timbrica generale, un po’ ap-prossimativa, e all’ampiezza dellascena che resta sempre costretta tra idiffusori senza mai riuscire a riem-pire lo spazio dell’ambiente diascolto. Sono altresì convinto chequesti limiti, messi in evidenza da unsetup sicuramente troppo impegna-tivo, possano essere superati facil-mente con l’adozione di un fonori-velatore migliore, magari a bobinamobile.

CONCLUSIONIAvrete forse notato che sinora nonmi sono sbilanciato su considerazionidi natura estetica rispetto a questogiradischi. Lo faccio ora nelle con-clusioni, dicendo che il Thorens TD240-2 è piuttosto bello sia nella ver-sione nera, che ho avuto in prova, siain quella in legno chiaro che ho vistoin fotografia. E’ un oggetto che tra-smette un senso di qualità e cura purnon costando uno sproposito. E’ benrifinito e non da l’idea di essere unprodotto entry level. Credo che po-trebbe rendere soddisfatto un analo-gista di ritorno o un esordiente, moltopiù di quanto potrebbe fare un vec-chio rottame recuperato in soffitta bi-sognoso di cure.

che peraltro effettua la sua produ-zione in Repubblica Ceca e Slovac-chia. Inoltre Pro-Ject utilizza per isuoi giradischi entry level progettimolto semplici e collaudati ancorchéottimamente funzionanti. I Thorensdestinati alla fascia di mercato piùalta, come il TD-350, sono macchinemoderne e innovative ma certamentenon economiche; ritengo dunqueprobabile che alla Thorens abbianodeciso di non voler competere diret-tamente nel mercato entry level, con-centrandosi con i propri progetti sulsolo segmento alto, mentre per il mer-cato entry level abbiano deciso di of-

frire giradischi che vanno interpre-tati, a mio parere, come upgrade diprogetti Dual già esistenti.

ASCOLTODunque, come suona questo giradi-schi? Beh, se mi avete seguito sin qui,avrete certamente compreso le pre-messe con le quali ho approcciato altest di ascolto che è avvenuto nel miosolito impianto costituito dal pream-plificatore Lamm LL2.1, dai finaliMastersound 845 e dai diffusori Ma-gneplanar 1.7 con stand Mye Sound ecrossover esterni autocostruiti. Comepre phono ho utilizzato un Pro-JectPhono Box USB V. Il cablaggio di se-gnale, potenza ed alimentazione, èNeutral Cable della serie Fascino eReference. Devo dire che l’automati-smo, che mi aveva lasciato inizial-mente piuttosto perplesso, si è dimo-strato ben funzionante e, pur nonavendone una controprova, non misembra abbia penalizzato la presta-zione complessiva che si è attestatasu ottimi livelli, tenuto conto dellafascia di prezzo. Ovviamente non sipuò pretendere che un giradischi dacirca ottocento Euro tutto compresosuoni come il mio riferimento, ahimè,ben più costoso. Però, facendo deiconfronti a memoria con alcuni gira-dischi di analoga fascia di prezzo, di-rei che le prestazioni sono grosso-modo allineate. Colpisce positivamente la buona ar-ticolazione della gamma bassa edun’apprezzabile estensione in fre-

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CARATTERISTICHE TECNICHE

THORENS TD 240 MKII BLACKGiradischi con braccio TP 19-1 Modalità di funzionamento:Completamente automaticoTrazione: a cinghia piatta Telaio: semi flottante Velocità: con controllo elettronico Velocità selezionabili: 33/45/78 Alimentatore: esterno Testina: Thorens TAS 267 e dustcover in dotazione Finitura:nero laccato, legno di faggio

Prezzo: Euro 1.050,00 (IVA incl.)

Distributore:MPI ElectronicTel. 02 9361101 E-mail: [email protected]