Di chi è il "merito"?

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DI CHI E' IL 'MERITO'? Considerazioni sul miglioramento delle prestazioni degli studenti di Economia successivamente all'introduzione del sistema a 3 appelli.

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Considerazioni sul miglioramento delle prestazioni degli studenti della Scuola di Economia, Management e Statistica di Bologna successivamente all'introduzione del sistema a tre appelli

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DI CHI E' IL 'MERITO'?

Considerazioni sul miglioramento delle prestazioni degli studenti di Economia successivamente all'introduzione del

sistema a 3 appelli.

INTRODUZIONE A partire dal 2009 nella Facoltà di Economia abbiamo assistito al tentativo di raggiungere i target di efficienza e di scalare le classifiche di merito nazionali e internazionali, attraverso l'introduzione del numero chiuso in tutti i corsi di laurea e la riduzione drastica del numero di appelli d'esame.

Oggi si plaude al grande successo raggiunto in termini di riduzione del numero dei fuoricorso e di media di voti. Quello che si vuole sottendere è che, obbligando gli studenti a sostenere gli esami in un'unica data per semestre, non solo aumenta la percentuale dei successi ma anche il rendimento.

Non è certo nostra intenzione minare la rilevanza di questi importanti obiettivi ma ci sentiamo in dovere di contestare la relazione univoca che - all'interno degli organi collegiali - viene tracciata tra tali risultati e la riduzione del numero di appelli.

Pensiamo, innanzitutto, che i successi ottenuti siano riconducibili a tutta una serie di fattori legati alla composizione e al livello di preparazione di chi riesce, oggi, a iscriversi ai nostri corsi di laurea. L'utilizzo massiccio dei test di ingresso come strumento di selezione all'entrata da un lato, e l'aumento delle spese connesse alla vita universitaria ( specie per gli studenti fuorisede ) dall'altro, hanno inciso fortemente sulla composizione degli studenti che riescono a iniziare e proseguire fino al termine il proprio percorso di studio.

Inoltre, pensiamo sia assolutamente riduttivo valutare l'efficacia di uno strumento solo da un punto di vista strettamente efficientista senza tenere conto dei risvolti sulla qualità dell'apprendimento degli studenti, sulla loro possibilità di arricchire il proprio percorso formativo con attività extra-universitarie o semplicemente il dover contribuire al proprio mantenimento con lavori part-time.

1. TEST DI INGRESSO E SELEZIONE ALL’ENTRATA

Preliminarmente vogliamo analizzare le dinamiche per l’accesso ai corsi di studio all’interno dei quali è stato

inserito il numero chiuso e in particolare osservare la composizione e la provenienza scolastica dei candidati

e degli iscritti a partire dall’a.a. 2009/2010. Facciamo riferimento ai documenti di qualità dei corsi di studio

redatti dai coordinatori.

I corsi di studio ai quali ci riferiamo sono le lauree di primo livello di CLEA, CLAMM, CLEF e CLABE.

In primo luogo analizziamo il rapporto tra ammessi e numero di domande:

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2010/2011 2011/2012

Rapporto domanda offerta

CLEA

CLAMM

CLABE

Notiamo come il rapporto tra le domande di accesso a tutti i corsi di studio e il numero di immatricolazioni si riduce nel corso degli anni. Ciò vuol dire che la nostra facoltà accoglie un numero sempre inferiore di studenti, ovvero che i meccanismi di selezione tendono a essere sempre più stringenti.

Sulla base dei dati sulla provenienza notiamo come la percentuale di studenti che hanno frequentato un liceo aumenta notevolmente ovvero che il test valorizza le competenze e le conoscenze acquisite durante un percorso liceale. Ora se il test è minimamente strutturato in base alle conoscenze ritenute necessarie per affrontare il corso di laurea, ciò significa che la tendenza è avere classi sempre più omogenee, composte da soggetti già in possesso delle conoscenza base per lo studio dell'economia.

Notiamo, inoltre, come sia aumentata anche la percentuale degli iscritti con un voto di diploma superiore a 80 e come sia contestualmente calata la percentuale degli studenti che hanno contratto un OFA in matematica. Dalle indagini svolte da Alma Laurea si evince che il voto di diploma è strettamente correlato ad una buona/ottima riuscita degli studi universitari.

Questo insieme di dati ci consente di affermare che i successi vantati in relazione a numero di fuoricorso e media di voti d'esame sono da mettere in relazione con il fatto che gli studenti che ora hanno accesso ai nostri corsi di studio hanno una preparazione di partenza più elevata, una formazione liceale sicuramente più conforme alle modalità di insegnamento e alle conoscenze richieste.

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2009/2010 2010/2011 2011/2012

Provenienza da licei

CLEA

CLAMM

CLEF

CLABE

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2009/2010 2010/2011 2011/2012

Voti > 80

CLEA

CLAMM

CLEF

CLABE

Infine, valutando il tasso di abbandoni, notiamo che ad oggi si tende ad abbandonare meno gli studi intrapresi. Questo può essere un ulteriore segno di migliore preparazione dei collettivi analizzati.

2. ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL PROFILO DEI LAUREATI

Valutiamo ora i dati di Alma-Laurea per i laureati dal 2009 al 2012 per avere una idea di come sia evoluta la classe sociale di appartenenza, la condizione soggettiva e la percezione dei corsi di studi degli studenti che hanno subito la riforma organizzativa.

In relazione alla classe sociale di appartenenza notiamo la percentuale di figli di liberi professionisti, dirigenti e imprenditori con almeno 15 dipendenti(definita da Alma laurea sotto il nome di borghesia, secondo lo schema proposto da A. Cobalti e A. Schizzerotto, La mobilità sociale in Italia, Bologna, il Mulino, 1994) è passata dal 29 al 34% mentre contestualmente aumentata anche la percentuale degli studenti con entrambi i genitori laureati.

Questo dato ci appare molto indicativo e ci mostra come, nei fatti, il numero chiuso e gli appelli stiano favorendo gli studenti provenienti da contesti sociali e familiari favorevoli e di come il merito e la possibilità di proseguire gli studi siano fortemente correlati con il contesto economico di partenza.

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2009/2010 2010/2011 2011/2012

Tasso abbandoni

CLEA

CLAMM

CLEF

CLABE

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2009 2010 2011 2012

Contesto familiare

entrambi con laurea

borghesia

Analizzando invece le esperienze lavorativa degli studenti notiamo come sia diminuito sia il numero di studenti che hanno esperienze lavorative continuate.

Appare chiaro come siano gli studenti lavoratori - anche a tempo parziale - a essere maggiormente penalizzati da un sistema fondato su ritmi, su un carico di studio e su una periodicità delle prove che nei fatti limitano le possibilità degli stessi di iscriversi alla nostra Scuola e svolgere contemporaneamente un’attività lavorativa.

Inoltre il problema degli studenti lavoratori sembra risolversi alla base, dato che sempre più studenti appartengono a contesti familiari benestanti e non necessitano, quindi, di lavorare per potersi sostenere.

Infine un ulteriore dato, di non marginale importanza, ci è dato dai questionari sulla valutazione della didattica, dai quali emergono i seguenti risultati in merito al grado di soddisfazione relativo al corso di studio e alla sostenibilità del carico di studi.

Il grafico evidenzia un trend decrescente dei suddetti parametri nel corso degli anni.

A margine vorremmo fare una considerazione complessiva rispetto alle barriere all'accesso sempre più spesse che l'Università di Bologna sta erigendo e che se contestualizzate a una riduzione generalizzata delle

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Studio e lavoro

con esperienzelavorative

lavoratori-studenti

tempo parziale

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Grado soddisfazione

soddisfazione corso

sostenibilità caricostudi

tutele garantite agli studenti universitari in termini di borse di studio, posti letto e mobilità stanno riducendo le reali possibilità per tutti di poter iscriversi e completare l’università.

In base allo studio sui profili di spesa condotto nel 2007 da Alma Mater risulta che la spesa media per i soli consumi legati allo studio sia di 198 euro al mese mentre aggregando la spesa complessiva risulta pari a 1070,8 euro per studenti domiciliati ( quindi fuori sede ).

Questa indagine è stata svolta per due volte, una nel 1998 e una nel 2007, e appare evidente come la stima della spesa sia raddoppiata in 9 anni(+ 53%). Se questo trend almeno non si è invertito significa che una famiglia deve affrontare una spesa addirittura maggiore della soglia di povertà per poter consentire a un figlio di avere a Bologna un tenore di vita nella media.

CONCLUSIONI

Pensiamo che tali dati facciano emergere una situazione molto grave in cui il ruolo stesso della formazione universitaria sembra essere stravolto. L'Università non sembra più essere uno strumento in grado di ridurre le disuguaglianze, di promuovere l'emancipazione e la realizzazione degli individui al di là del contesto economico di provenienza. Anzi, ci pare che i parametri in base ai quali le nostre facoltà sono giudicate spingano sempre più verso un modello classista, in cui il "premiare il merito" significa troppo spesso marcare le differenze, chiudere alcune strade senza valorizzarne altre.

Sappiamo che questa situazione è anche figlia di riforme scellerate che altro non hanno prodotto se non un progressivo taglio alle risorse destinate dallo Stato all'Università; rifiutiamo, però, di piegarci alla logica che vorrebbe Atenei e Scuole in continua competizione tra loro per scalare le classifiche di merito, migliorare i rating e accaparrarsi la più grande fetta possibile di fondi pubblici e privati.

Tutto questo, troppo spesso, avviene a danno degli studenti, dei loro percorsi formativi ma, soprattutto, quello che viene sacrificato è il ruolo sociale stesso dell'istruzione.

Saremo ingenui e forse dei non perfetti studenti di economia ma, continuare a trattare l'Università come un'azienda, gli studenti come utenti e l'organizzazione didattica come una catena produttiva, induce delle evidenti distorsioni che penalizzano le nostre esperienze e minano la capacità stessa della nostra Scuola di essere un luogo autentico di produzione di conoscenze innovative.

Magari tutto questo non rientra in nessuna classifica, non può essere utilizzato per avere accesso ad alcun fondo premiale ma, forse, consente di rompere qualche schema e di ridare all'Università quella dignità e quella importanza che "merita".

Chi siamo:

LINK-Coordinamento Universitario mette in rete realtà universitarie locali di ispirazione sindacale e politica, indipendenti e autofinanziate, in grado di coniugare le proprie rivendicazioni con il movimento. Abbiamo l'obiettivo di promuovere i diritti degli studenti universitari e di affermarne il protagonismo nella costruzione di una società più giusta.

Siamo nati dall'Onda, il grande movimento dell'autunno 2008 a difesa dell'università pubblica, che cambiò profondamente il mondo delle organizzazioni studentesche e costituì una fondamentale occasione d'incontro tra realtà locali provenienti da storie e contesti diversi.

Nell'estate del 2009 iniziò il percorso di confronto e condivisione tra alcune tra le realtà più importanti del movimento, che portò il 10 e 11 ottobre, in una grande assemblea studentesca a Roma, all'avvio del percorso di LINK, primo esperimento di costruzione di uno spazio comune tra tutte le esperienze universitarie basate sui principi di autonomia, radicamento e vertenzialità, superando gli steccati tradizionali tra sindacati studenteschi, coordinamenti di collettivi e soggetti di rappresentanza e investendo sul progetto di costruire, insieme all'Unione degli Studenti, una rete dei soggetti in formazione in grado di riunire studenti medi, universitari, dottorandi e accademici.

Il percorso costituente ha attraversato le mobilitazione dell'autunno e si è strutturato nell'impegno comune, sperimentando un'organizzazione basata sull'orizzontalità, sul rifiuto dei rapporti di potere e delle gerarchie interne, sulla valorizzazione delle autonome esperienze territoriali, fino ad arrivare all'assemblea fondativa formale del 14 e 15 maggio 2010 a Roma.

Dall'articolo 2 del nostro statuto:

In particolare, gli studenti e le studentesse di LINK considerano un'università pubblica, laica e democratica, liberamente accessibile e autonomamente governata dalla comunità accademica come un luogo fondamentale per la costruzione di una coscienza di cambiamento e per il progresso economico, sociale e civile della nostra società, rifiutando le logiche del clientelismo e del profitto.

Le realtà territoriali aderenti costituiscono LINK come luogo di elaborazione e realizzazione di un'azione politica nazionale mirata ad abbattere le barriere all'accesso ai saperi per tutti e per tutte, rivendicare una didattica di qualità e una ricerca libera, conquistare un nuovo welfare universale come base dell'uguaglianza e della cittadinanza, fare della conoscenza il motore di un nuovo modello di sviluppo democratico e sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale.

Gli studenti e le studentesse di LINK si impegnano quindi per affermare il diritto allo studio per tutti e per tutte come nodo fondamentale nella costruzione di una società dell'uguaglianza, e in particolare promuovono il diritto all'abitare, alla mobilità, alle mense pubbliche, alla prevenzione e alla salute, a un reddito in grado di garantire l'autonomia dalla famiglia, a una formazione di qualità, al valore legale e reale dei titoli di studio, all'accesso ai contenuti culturali nel senso più ampio, a un sapere libero da vincoli proprietari e pubblicamente accessibile, alla formazione continua, alla ricerca e all'arte libere, come dice la Costituzione, da ogni vincolo ideologico, confessionale o economico, alle pari opportunità, alla qualità e alla dignità della vita quotidiana, a spazi e tempi di aggregazione ed espressione liberi dalle logiche del consumo mercificato, alla partecipazione democratica al governo delle università e delle città.

Per promuovere queste rivendicazioni, gli studenti e le studentesse di LINK utilizzano tutti gli strumenti democratici del protagonismo sociale, come, ad esempio, le mobilitazioni studentesche e generali, gli

organismi di rappresentanza, le vertenze locali e nazionali con le autorità accademiche e pubbliche, la costruzione di luoghi e momenti di aggregazione e mutualismo, l'informazione e la produzione culturale.

LINK è parte dei movimenti e delle lotte sociali contro il razzismo, il fascismo, il sessismo, l’omofobia, contro lo sfruttamento dell'essere umano e dell'ambiente dettato dal profitto e contro le oppressioni, le guerre e le violenze da esso generate.

Contatti:

Francesco Demitry - Portavoce - 3899642918

Federico Nolasco - Resp.Org. – 3774992619

Rappresentanti nella Scuola di Economia, Management e Statistica:

- Alessandro Caprara – Commissione Paritetica – 324/9014816 - Andrea Mari – Consiglio di Scuola – 320/3871021 - Flavia Baccari – Dipartimento di Scienze Statistiche – 388/1970878

[email protected] Pagina FB:

Link Bologna