Design, Comunità, Territorio (18/10/2006 @ Politecnico di Milano)

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DESIGN, COMUNIT, TERRITORIOMassimo Menichinelli18 ottobre 2006

societ e design

Dato che l'interesse per questa relazione design-territorio recente, bisogna costruire un percorso storico dei cambiamenti che hanno portato alla sua nascita.

E cio: i cambiamenti economici, sociali ed ambientali che hanno portato cambiamenti progettuali.

Il design, in ogni periodo, deriva dalle concezioni socio-economiche presenti in quel periodo.

Comprendere le principali concezioni e pratiche socio-economiche per comprendere il ruolo attuale e futuro del design.

cambiamenti nelle concezioni e pratiche economiche

cambiamenti nelle concezioni e pratiche di uso del territorio

cambiamenti nelle concezioni e pratiche organizzative sociali

cambiamenti nelle concezioni e pratiche progettuali

design, comunit, territorio

Quando ci si rivolge ad un territorio, bisogna prendere in considerazione la sua complessit.Il territorio quindi un oggetto di progettocaratterizzato da differenti elementi, integrati fra loro, la cui considerazione determina la qualit del progetto finale.

Ci implica che il design non debba prendere in considerazione singoli individui, utenti, ma reti sociali pi ampie, comunit di individui, che hanno una influenza sul territorio (e ne sono a loro volta influenzati).

singolo individuo:utente

comunit di individui:abitanti

design, territorio, comunit

societpre-industriali

RivoluzioneIndustriale

fordismo

post-fordismo

globalizzazione

sviluppo locale

sistemi distribuiti

critiche allo sviluppo

modernit

pre-modernit

post-modernit

DESIGN, COMUNIT, TERRITORIOsociet pre-industriali(pre-modernit)

il territorio pre-industriale

Per le citt (e quindi anche i territori) pre-industriali non vale il nesso causale tra sviluppo dell'economia urbana e crescita della citt (tipico delle citt contemporanee).

Il loro motore non risiedeva nell'economia ma nella politica (Vicari Haddock 2004).

In societ basate sull'agricoltura l'organizzazione politica che consente di espandere i territori sotto il controllo dell'lite cittadina, di accrescerne le risorse e di sostenere la crescita della popolazione urbana.

Il controllo del territorio assicurato dal potere politico rendeva inoltre possibili i commerci, i quali, a loro volta, alimentavano le manifatture cittadine.

la comunit locale

La dimensione sociale pre-industriale , quasi per definizione, la comunit locale. Dove i rapporti umani erano mediati dal rapporto con la terra, predominavano forme di natura comunitaria. In questa fase, le persone appartengono alla terra (e quindi territorio), non viceversa.

La relazione sociale di tipo comunitario si basa non sulla contrapposizione dei fini e degli interessi individuali ma sulla loro condivisione. Non si tratta di una relazione volontariamente instaurata in vista di un fine specifico, ma di una relazione spontanea i cui fini sono di natura diffusa e spesso i membri non ne sono neppure consapevoli.

Quanto distingue la comunit del passato dalla societ moderna la reciproca comprensione di tutti i suoi membri. Non un consenso, il prodotto di snervanti negoziati e compromessi. La comprensione di stampo comunitario non ha bisogno di essere cercata, ma precede l'accordo.(Bauman 2001)

design (o meglio: artigianato)

Nelle societ pre-industriali il design non esiste: la progettazione e produzione degli artefatti avviene su base locale dagli artigiani (o, per i committenti pi ricchi, dagli artisti).

Sono quindi dei membri della comunit locale a progettare e produrre per la comunit locale.

Si ha cos l'evoluzione di tipologie tipiche e l'utilizzo di materiali locali. Si ha gi, comunque, il commercio di beni (e quindi anche artefatti) provenienti dalle regioni pi lontane del mondo allora conosciuto (la produzione locale pu arrivare ad alte dimensioni locali e pu ricevere materiali ed influenze da essi).

DESIGN, COMUNIT, TERRITORIOla Rivoluzione Industriale(modernit)

il territorio industriale

Con la Rivoluzione Industriale l'industria diventa il motore dello sviluppo territoriale e urbano: l'organizzazione della produzione struttura la citt e il territorio nei suoi rapporti politici, economici e sociali. La citt industriale il luogo che richiama ondate ripetute di popolazione che dalle campagne (il territorio circostante) si riversa in citt per trovare occupazione nelle fabbriche.

La citt industriale che si sviluppa nel XIX secolo figlia di un nuovo sistema economico basato sulla creazione di ricchezza attraverso l'uso di capitale. Non pi la terra, come nelle precedenti societ basate sull'agricoltura, ma il capitale investito in mezzi di produzione fonte di ricchezza.

Si ha quindi uno spostamento dell'importanza per l'economia dal territorio alla citt. Il territorio vede cos ridotta la propria importanza e trasformato per l'utilizzo da parte delle industrie.La dimensione politica del territorio si amplia negli Stati-nazione, creati per garantire un pi ampio mercato all'industria.

citt

popolazione:

dimensione localeo regionale

dimensione statale-nazionale

territorio:

territorio

la comunit non pi locale

Per Bauman (2001) la fine delle comunit locali preindustriali avviene con l'avvento dei mezzi di trasporto meccanici ed in seguito con i mass media. La rivoluzione nella velocit di spostamento di persone ed informazioni erode la distanza, un tempo la pi formidabile delle difese comunitarie. Il confine tra interno ed esterno non pi tracciabile, e tanto meno difendibile.

La citt offre ai nuovi imprenditori una concentrazione elevata di persone disponibili e motivate a lavorare nelle nuove fabbriche. Una volta abbandonata la campagna e le sue fonti di sussistenza, il contadino arrivato in citt dipende totalmente dalla vendita della sua forza lavoro al servizio dell'industria.

Si sono quindi cos persi i legami sociali che, nelle comunit locali, costituivano una rete di protezione del singolo individuo. Dalla comunit locale auto-sufficiente alla individualit urbana dipendente.

design industriale

In questo periodo appare la figura del designer, a tradurre per l'industria il ruolo dell'artigiano.Cos come l'artigiano progettava e producevaper comunit locali auto-sufficienti, il designer progetta per utenti (non pi comunit) non auto-sufficienti (la produzione, infatti sfugge sia agli utenti che ai designer).

Il designer traduce (e riduce) l'esperienza dell'artigiano per l'industria: non si progetta pi per materiali locali, di cui si conoscono le variazioni (questo pezzo di legno), ma per materiali astratti, validi ovunque (il legno).

Il movimento Arts and Crafts (Morris, Ruskin), rappresenta una delle prime forme di design ma in realt un esempio di tentativo di resistenza all'industria attraverso la ri-valorizzazione del lavoro artigiano (craft).

DESIGN, COMUNIT, TERRITORIOFordismo(modernit)

la modernit e il fordismo: riduzione della complessit

La razionalit deterministica del pensiero moderno attua una riduzione della complessit per rendere efficiente lo sfruttamento del gi noto. Per far ci bisognava prima di tutto neutralizzare la complessit del mondo, che minacciava la possibilit di calcolo e razionalizzazione (Rullani 2002).

Il fordismo, nel corso del Novecento, aveva poi reso pi drastica la spinta verso la razionalizzazione tecnica, inquadrando il lavoro nell'organizzazione scientifica varata da Taylor.

La programmazione della grande impresa fordista genera un ambiente artificiale a complessit ridotta, posto a disposizione del calcolo di convenienza degli attori. Nel progetto fordista di modernit, la complessit delle societ locali non era in alcun modo utilizzabile per produrre valore economico, ma era di ostacolo e di impaccio.

Ma un territorio senza complessit un territorio senza qualit.

standardizzazione

automatismo

operazioni

prodotti

mercato

riduzionecomplessit

produzione

un territorio funzionale

Con il fordismo le teorie tradizionali dello sviluppo, fondate sulla crescita economica illimitata, hanno considerato e impiegato il territorio in termini riduttivi: il produttore/consumatore ha preso il posto dell'abitante, il sito quello del luogo, la regione economica quella della regione storica e della bioregione.

Il territorio da cui ci si progressivamente liberati grazie anche allo sviluppo tecnologico, stato rappresentato e utilizzato come un puro supporto tecnico di attivit e funzioni economiche (un mero foglio bianco), che sono localizzate secondo razionalit sempre pi indipendenti da relazioni con il luogo e le sue qualit ambientali, culturali, identitarie.

La societ industriale nella sua fase matura non ha progettato pi citt, ma siti ai quali stata attribuita una funzione (Magnaghi 2000).

progetto e modernit

La riduzione della complessit del pensiero moderno pu essere rinvenuta anche nelle discipline progettuali (architettura, urbanistica, design).

Nello sviluppo di un progetto non vengono pi prese in considerazione le tradizioni locali (materiali, tipologie, tecniche), considerate obsolete, e nemmeno le condizioni locali (clima, cultura, disponibilit dei materiali, ecc.).

Un progetto applicabile ovunque, indifferentemente.

Anche la complessit della societ viene ridotta: ogni progetto viene indirizzato verso un uomo medio, astratto e standardizzato, indifferenziato.

La riduzione della complessit anche nel progetto per comunit (esempio: Brasilia). Una capitale per il Brasile progettata ex novo da Oscar Niemeyer: la costruzione dal nulla di una comunit locale.

DESIGN, COMUNIT, TERRITORIOPost-fordismo(post-modernit)

riduzione della complessit e crisi del fordismo

La riduzione della complessit del fordismo si trovata di fronte ad un limite, e non a caso si parla ora di post-modernit e post-fordismo.

Ora il mercato non pi in continua crescita, ma pi stabile; la domanda sempre pi differenziata in prodotti poco standardizzati e dal ciclo di vita molto breve. L'organizzazione fordista e il modello economico e concettuale che proponeva diventano quindi obsoleti.

Le imprese quindi apprendono la flessibilit e la decentrazione, primi passaggi verso una lenta accettazione e comprensione della complessit della societ (e del territorio).

riduzione complessit

crisi economica

crisi ambientale

maggiore attenzionealla complessit

fordismo/modernit

post-fordismo/post-modernit

territorio e design: i distretti industriali

Con il post-fordismo ritorna un interesse verso la dimensione locale e la sua complessit, che lentamente stata presa in considerazione. Uno dei primi casi importanti a tal fine stato il fenomeno dei distretti industriali.

Un primo riconoscimento che il design pu avere una influenza sulla dimensione locale viene dal successo dei distretti industriali e dal loro legame con il design (soprattutto in Italia).

Ad un livello pi profondo il design infatti una espressione delle caratteristiche locali, i giacimenti di competenze (competenze, conoscenze e capacit sedimentate nel tempo sul territorio), ma di cui non si interessa e che influenza solo indirettamente.

L'unica dimensione locale qui quella del mercato di distribuzione o produzione: il design quindi un vantaggio competitivo da esportazione (ad esempio, si pensi alla fama del "design italiano", o del "Made in Italy").

DESIGN, COMUNIT, TERRITORIOGlobalizzazione(post-modernit)

il territorio tra locale e globale

Processi di lungo corso portano alla stretta interconnessione mondiale che viene nominata globalizzazione: viaggi, comunicazioni e soprattutto commerci collegano le diverse dimensioni locali, ma su una scala globale.

L'economia appare cos sempre pi sradicata da singoli luoghi, sempre pi mobile nello spazio: si ricercano occasioni d'investimento di capitali, di produzione di beni e servizi, o di vendita di prodotti, in luoghi molto lontani. anche vero per che la maggior parte della produzione ha ancora origine e destinazione dentro i confini nazionali, e che il fenomeno sia volutamente enfatizzato.

Si assiste quindi alla nascita della concorrenza non solo tra imprese, ma tra territori, che si contendono gli investimenti delle imprese, specialmente delle multinazionali. Dal marketing di prodotti e servizi al marketing urbano e territoriale.

competizione tra imprese per assicurarsi quote dimercato

prima

ora

competizione tra citt e tra territori per assicurarsi gliinvestimentidelle imprese

marketing di prodotti e servizi

marketingurbano

marketingterritoriale

la comunit tra locale e globale

Le comunit chiuse (selettive), rappresentano una conseguenza della globalizzazione e della facilit di spostamento, con la perdita dalla dimensione locale e la conquista di una cultura omogenea, in cui si prima membri di una comunit globale (l'lite) che della comunit locale in cui si vive. una comunit globale selettiva (perch rende difficile l'accesso), distribuita in comunit locali chiuse.

Le comunit aperte (elettive), rappresentano una conseguenza dell'aumento di connettivit, con la perdita della dimensione locale (comunit virtuali), ma dove le relazioni, seppur fragili e cangianti, sono pi simili alle comunit tradizionali. Sono quindi delle comunit globali elettive, aperte, ma non stabili come le comunit locali.

Le comunit multilocali rappresentano quei casi di comunit locali in grado di connettere reti locali con reti globali con successo (Manzini 2004).

design e corporate identitylocale

Considerazioni recenti riconoscono una importanza del disegno industriale come influenza dello sviluppo di determinate aree geografiche, in base alla sua capacit di fornire un vantaggio competitivo ad attivit economiche. Il design comincia ad essere utilizzato per influenzare la dimensione locale nei decenni '80 e '90, attraverso programmi di marketing urbano e di city corporate identity.

In questo senso il design riveste un ruolo per la la valorizzazione e comunicazione dell'identit urbana come veicolo per l'attrazione di capitali esterni. In questo caso l'identit diventa un bene da vendere: identity as a commodity. La dimensione locale viene quindi valorizzata attraverso la progettazione del suo brand.

Tuttavia questo approccio pu essere altamente riduttivo per la dimensione locale, che molto pi complessa e stratificata rispetto ad un normale prodotto da vendere.

DESIGN, COMUNIT, TERRITORIOLa dimensione locale al centro(prospettive attuali e future)

lo sviluppo locale

All'immagine di un'economia sradicata dai luoghi, (alimentata dalla globalizzazione), negli ultimi anni se ne affiancata un'altra che si muove in direzione opposta: lo sviluppo locale. Si ha qui attenzione per lo sviluppo di territori e citt che mostrano segni di particolare dinamismo.

Ci che caratterizza lo sviluppo locale la capacit dei soggetti istituzionali locali di cooperare per avviare e condurre percorsi di sviluppo condivisi che mobilitino risorse e competenze locali.

il protagonismo dei soggetti locali favorisce lo sviluppo di un territorio quando riesce ad attrarre in modo intelligente risorse esterne, sia di tipo politico (investimenti pubblici qualificati) che economico e culturale (legate a decisioni di investimento o di localizzazione di soggetti privati); e quando riesce a cogliere le opportunit che l'allargamento dei mercati offre per nuove strategie di produzione di beni o servizi che valorizzino specifiche competenze e beni comuni.

capacit di usare le risorse esterne (globali) per valorizzare quelle interne (locali)

crisi fordismo

globalizzazione

sviluppo locale

legare la dimensione locale con reti globalia largo raggio, in modo di utilizzarle per migliorare le condizioni locali.

critiche allo sviluppo e soluzionilocali

La crisi della modernit e del fordismo, e dei modelli di crescita economica basati su uno sviluppo illimitato, ha portato anche alla nascita di movimenti e proposte individuali in aperta critica con il concetto di sviluppo (e con la sua influenza sulla globalizzazione).

L'importanza della conoscenza di queste critiche/proposte sta nel fatto che anche loro propongono la dimensione locale non solo come la dimensione pi adatta per l'azione ma anche come l'unica dove sia possibile ottenere dei risultati promettenti.

Che si voglia seguire le teorie economiche dominanti, sia quelle minoritarie ed in formazione, la dimensione locale rimane sempre l'unica dimensione d'azione per il futuro.

localizzazione(Vandana Shiva2006)

localismo e decrescita(Serge Latouche2005)

dimensionelocale

...

sistemi distribuiti: una strada possibile?

Nelle ultime decadi l'aggettivo distributed ('distribuito') stato utilizzato con una frequenza crescente in relazioni a differenti sistemi socio economici: information technologies e distributed computing (calcolo distribuito), sistema energetico e distributed generation (generazione distribuita), sistema produttivo e distributed manufacturing (produzione distribuita). Ma anche altri processi come distributed innovation, distributed creativity, distributed knowledge. Infine, anche un nuovo modello economico, la distributed economy.

Ci che il termine distributed aggiunge l'idea di una rete di elementi dispersi geograficamente ma interconnessi, capaci di operare autonomamente. Si ha l'esistenza di una architettura sistemica orizzontale in cui attivit complesse vengono svolte parallelamente da un numero elevato di elementi connessi, che possono essere sia artefatti (distributed generation) che esseri umani (distributed creativity).

DESIGN, COMUNIT, TERRITORIODesign per la dimensione locale

Spark! Design and localityhttp://www2.uiah.fi/virtu/spark/index.html

Il primo programma di ricerca, "SPARK! DESIGN AND LOCALITY", ideato nel settembre 2001 e terminato nel 2004 nel contesto dell'associazione Cumulus (European Associations of Universities and Colleges of Art, Design and Media), una iniziativa basata sulla progettazione per comunit.

In questo progetto sono stati organizzati cinque workshop in cinque differenti localit europee, al fine di promuovere un nuovo tipo di creativit nei designer enfatizzando il crescente ruolo della cultura nello sviluppo socio-economico di comunit e municipalit locali. Queste cinque localit -Forssa (Finlandia), Valdambra (Italia, AR), Narva-Jesuu (Estonia), Cray Valley (UK) e Nex (Danimarca)- sono state proposte da altrettante cinque universit europee: University of Art and Design (Helsinki); Estonian Academy of Arts (Tallin); Politecnico di Milano; Ravensbourne College of Design and Communication in Chislehurst (London); Aarhus School of Architecture.

ME.Design

ME.Design stata una ricerca (action-research) multidisciplinare durato due anni e che ha coinvolto pi di 90 ricercatori della rete SDI | Sistema Design Italia, centinaia tra cittadini, designer, amministrazioni locali, enti, associazioni ecc.

L'obiettivo principale della ricerca stato quello di analizzare le potenzialit del design (sia in termini di capacit e strumenti, sia in termini di attivit e specifiche) al servizio dello sviluppo locale.

Per la prima volta a livello nazionale, si voluto indagare il tema del design per lo sviluppo locale. La ricerca ha esplorato tale relazione a partire da contesti territoriali ben precisi, ovvero quelli che hanno una relazione sociale e culturale con il Mediterraneo; per fare ci sono stati avviati sette workshop realizzati in altrettanti contesti territoriali a livello nazionale: Valdambra (AR), San Remo (IM), Mantova, Morcone (BN), Ustica (PA), Reggio Calabria, Napoli.

DOTT-Designs of the timewww.dott07.com

L'interesse per una relazione pi stretta tra design e dimensione locale non si esaurita con i programmi di ricerca SPARK! e ME.Design. ora in fase di preparazione DOTT (Designs Of The Time), un programma di 10 anni per la promozione del design a livello regionale nel Regno Unito, organizzato dal Design Council. Il punto centrale di questo programma supportare ed incoraggiare il design come punto centrale del successo economico e sociale futuro del Regno Unito, attraverso processi partecipatori. Ogni due anni il Design Council collaborer con una regione o nazione differente all'interno del Regno Unito, con l'obiettivo di migliorare la vita della nazione attraverso il design. Il primo evento, nel 2007, riguarder la regione dell'Inghilterra del nord-est, e sar costituito da tre elementi:Commissioni Pubbliche di Design (per la votazione pubblica dei progetti), un programma educativo aperto a tutti e un un programma di eventi di promozione del design, come esposizioni e concorsi.

DESIGN, COMUNIT, TERRITORIOSviluppo locale auto-sostenibilee risorse locali

sviluppo locale e capitale territoriale

Secondo la ricerca ME.Design, loggetto del progetto del design a scala locale il capitale territoriale, il complesso degli elementi (materiali e immateriali) a disposizione del territorio, che possono costituire punti di forza o veri e propri vincoli a seconda degli aspetti presi in considerazione.La crescita e lo sviluppo del capitale nella sua totalit si definisce nel complesso sistema di connessioni e interazioni che quel capitale in grado di attivare e sostenere con altri capitali territoriali, nodi di una rete articolata che mette in relazione i vari territori. In ME.Design si scelto di visualizzare il capitale territoriale attraverso la metafora di un insieme di layer sovrapposti. Non pu esserci sviluppo locale se non vi una integrazione tra le risorse, una sorta di avvicinamento progressivo tra i piani. A partire da una risorsa chiave per il territorio, identificata come porta di accesso, attraverso un progetto strategico possibile avviare un processo di integrazione progressiva di tutte le risorse disponibili.

il capitale territoriale

01) il know-how e le competenze, cio la padronanza delle tecnologie e le capacit di ricerca e sviluppo, la cultura e l'identit, i valori condivisi, gli interessi comuni ecc.;02) le risorse umane, gli uomini e le donne che risiedono nel territorio, gli emigrati e coloro che lo abbandonano, le caratteristiche demografiche, le attivit e le imprese (dimensione delle imprese, filiere, ecc.);03) le risorse fisiche e la loro gestione, in particolare le risorse naturali (rilievi, sottosuolo, suolo, flora e fauna, costa, entroterra, ecc.), gli impianti e le infrastrutture, il patrimonio storico e architettonico;04) le forme di governance, le politiche, gli operatori collettivi e la gestione degli affari pubblici del territorio;05) i mercati e le relazioni con l'esterno, in particolare la presenza di prodotti locali sui diversi mercati, la partecipazione delle imprese a reti promozionali o di scambio, la creazione di network in grado di amplificare le potenzialit locali ecc.

uno sviluppo locale auto-sostenibile

Un'altra proposta progettuale molto interessante viene da Alberto Magnaghi (Il progetto locale, 2000), indirizzata verso la sostenibilit dei processi di sviluppo locale.

Affinch lo sviluppo sia veramente duraturo, questo deve essere autosostenibile ossia deve ricercare "regole insediative (ambientali, urbanistiche, produttive, economiche, ecc.) che risultino di per s produttive di omeostasi locali e di equilbri di lungo periodo fra insediamento umano e sistemi ambientali". Per Magnaghi la ricostruzione della comunit l'elemento essenziale dello sviluppo autosostenibile: la comunit che "sostiene se stessa" fa s che l'ambiente naturale possa sostenerla nella sua azione" (Magnaghi 2000).

sviluppo localeautosostenibile

omeostasilocali

ricostruzione comunit

lo sviluppo locale autosostenibilee il patrimonio territoriale

Magnaghi utilizza un concetto differente da quello di capitale territoriale, il patrimonio territoriale.

Ogni territorio ha un suo patrimonio di valori territoriali, eredit della sua storia sociale e naturale. Sono questi valori associati con le caratteristiche dell'ambiente fisico (ecosistemi modificati nel tempo dall'intervento umano), l'ambiente costruito (eredit storica, infrastruttura, sistemi produttivi e loro prodotti e reti di servizi) a l'ambiente antropico (ad esempio il tessuto sociale e le sue forme organizzative, visione condivise e know-how produttivi).

Ad ogni modo, questi valori territoriali non sono ancora risorse, nel senso che non sono ancora in grado di dare luogo a strategie di sviluppo.

Affinch ci accada questi beni devono essere riconosciuti come risorse.

ambiente fisico

ambiente costruito

ambienteantropico

patrimonio territoriale

patrimonio territoriale e risorse

La consapevolezza di un determinato bene territoriale come una risorsa potenzialmente utilizzabile deve crescere all'interno della comunit locale.

Ogni risorsa territoriale quindi una entit complessa basata su due componenti fondamentali: un patrimonio e la capability delle comunit locali, ossia il riconoscimento delle risorse potenziali e l'abilit di renderle tali. Per poter esistere nel tempo, una risorsa deve essere scoperta, valorizzata e appropriatamente coltivata in modo sostenibile.

Deve cio produrre nuovi beni senza consumare il capitale iniziale e senza causare la deteriorazione del bene territoriale su cui si basa.

patrimonioterritoriale

capability

risorse territoriali

patrimonio territoriale, risorsee comunit

La valorizzazione di una risorsa locale un processo di apprendimento collettivo attraverso cui una comunit pu divenire consapevole delle proprie possibilit ed imparare a riconoscere ed utilizzare le sue risorse in modo sostenibile.

Per Ezio Manzini (2004) questo processo di apprendimento un'ampia attivit di design i cui protagonisti sono gli attori sociali che operano nel territorio. Il suo obiettivo quello di costruire una strategia per la valorizzazione e la rigenerazione delle risorse locali. La scoperta, la valorizzazione e la coltivazione delle risorse rappresentano la fase fondamentale di un processo pi ampio che pu essere definito come costruzione sociale di un progetto di sviluppo locale. Ne consegue che il primo passo che una comunit deve effettuare per poter dare luogo ad un processo di sviluppo locale quello di riconoscersi come una risorsa, un potenziale agente di cambiamento. La comunit e il progetto co-evolvono condizionandosi a vicenda.

comunit

risorseterritoriali

progetto

DESIGN, COMUNIT, TERRITORIOConclusioni

bibliografia

Magnaghi A., (2000), Il progetto locale, Bollati Boringhieri, Torino

Manzini E., (2004), Un localismo cosmopolita. Prospettive per uno sviluppo locale sostenibile ed ipotesi sul ruolo del design, In Fagnoni, Gambaro, Vannicola (2004)

Rullani E., Il distretto industriale come sistema adattativo complesso, in Quadrio Curzio A., Fortis M., (a cura di), (2002), Complessit e distretti industriali : dinamiche, modelli, casi reali, Il Mulino, Bologna

Trigilia C., (2005), Sviluppo locale. Un progetto per l'Italia, Laterza, Roma-Bari

Shiva V., (2006), Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano

Verwijnen, J., Karrku, H. (edited by), (2004), Spark! Design and Locality, UIAH Publications, Helsinki

Vicari Haddock S., (2004), La citt contemporanea, Il Mulino, Bologna

Bauman Z., (2001), Voglia di comunit, Laterza, Roma-Bari

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Castelli A., Villari B., (2003), STAR | Sistema Topologico Argomentativo della Ricerca. Costruire l'organizzazione della conoscenza. Il caso ME.Design, Edizioni POLI.Design, Milano

Domus n. 891, aprile 2006, Progettare oggetti nell'era della globalizzazione

Fagnoni R., Gambaro P., Vannicola C., (a cura di), (2004), Medesign_forme del Mediterraneo, Alinea, Firenze

Friedman, T.L., (2006), Il mondo piatto, Mondadori, Milano

Latouche S., (2005), Come sopravvivere allo sviluppo, Bollati Boringhieri, Torino

grazie

Se invece siete interessati alla mia tesi,

Reti collaborative. Il design per una auto-organizzazione Open Peer-to-Peer

potete trovarla sul sito http://www.openp2pdesign.org

Potete contattarmi al seguente indirizzo:

[email protected]

Grazie.