Demografia - aspvv.it · Demografia e salute La misura Scardamaglio A. La valutazione demografica...
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Fondamento della governance sanitaria
Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia
Demografia
Dr. Agostino Scardamaglio
Giugno, 2017
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Premessa
Scardamaglio A.
Una consolidata pratica nella programmazione dell’offertasanitaria delle aziende del SSN ha dimostrato:
• un crescente interesse per i fenomeni demografici;• la loro associazione a determinanti di malattia;• la loro associazione ai bisogni di salute della popolazione;• uno stretto rifermento alla quantità di risorse adisposizione per l’erogazione dei servizi;• il delinearsi di un nuovo scenario assistenziale costituitodal progressivo invecchiamento della popolazione, con leannesse condizioni di cronicità e fragilità, che impongono unrinnovato percorso d’integrazione socio-sanitaria.
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Aspetti evolutivi
Scardamaglio A.
In Italia, come in gran parte del mondo occidentale, siassiste a fenomeni quali:
• un drastico calo delle nascite;• un’emigrazione verso nazioni socialmente più evolute perla crisi economica perdurante che ha cancellato un grannumero di posti di lavoro;• una forte immigrazione da paesi sottosviluppati checreano problemi di integrazione e di assistenza sanitaria.
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La misura
Scardamaglio A.
La valutazione demografica consiste nell’utilizzo di procedureche permettono lo studio della popolazione residentedestinataria della tutela sanitaria.Tali operazioni consentono di descrivere, analizzare esintetizzare, in termini quantitativi riproducibili, le caratteristichedella popolazione.
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Interesse per la demografia
Scardamaglio A.
La misura dei fenomeni demografici interessa:
• a chi ha l’onere di ricercare le risorse necessarie eprogrammarne la relativa allocazione;
• a chi ha il compito di gestirle;• a chi deve organizzare i servizi;• a chi deve erogare prestazioni;• al paziente destinatario dell’assistenza
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Indici fondamentali
Scardamaglio A.
• Densità di popolazione
• Nati-mortalità
• Speranza di vita alla nascita
• Tasso di fecondità
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Concetto di popolazione
Scardamaglio A.
Per popolazione s’intende un insieme di individui,stabilmente costituito, legato da vincoli diriproduzione e identificato da caratteristicheterritoriali, politiche, giuridiche, etniche o religiose.(M. Livi Bacci, Torino, 1999)
Complessità strutturale
Scardamaglio A.
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Caratteristiche strutturali
Scardamaglio A.
• Età
• Sesso
• Stato civile
• Istruzione
• Condizione professionale
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Studio della popolazione
Scardamaglio A.
Le caratteristiche strutturali si desumono da fonti di stato ossiarilevazioni effettuate con riferimento ad un preciso istantetemporale, quali possono essere i censimenti o le indaginicampionarie.
• Popolazione residentepopolazione che dimora abitualmente in un, ossia iscritta all’anagrafe
• Popolazione legalepopolazione residente censita
• Popolazione presentepopolazione presente occasionalmente alla data delcensimento.
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Struttura della popolazione
Scardamaglio A.
I fondamentali elementi per lo studio della struttura dellapopolazione sono costituiti dall’età e del sesso dei componentila popolazione.
• EtàRappresenta la risultante del movimento naturale dellapopolazione e costituisce un elemento importante sia delladinamica demografica che della struttura della popolazione.
• SessoLa classificazione per sesso della popolazione permette diapprezzare l'esistenza di un eventuale squilibrio numerico tra idue sessi e il senso di tale eventuale squilibrio.
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Piramide dell’età
Scardamaglio A.
Sulla base delle classi annuali (o quinquennali, o decennali),si può ottenere una visione comprensiva della struttura peretà della popolazione, separatamente per i due sessi,mediante una rappresentazione grafica per istogrammi in cuii rettangoli risultano sovrapposti in senso orizzontale,anziché' affiancati, per uno spostamento di 90° degli assi.
Questa rappresentazione prende il nome di "piramide delleetà, in quanto assume la forma approssimativa di untriangolo isoscele col vertice verso l'alto e, quindi, dellafaccia di una piramide (a condizione che nella composizioneper età non vi siano alterazioni patologiche).
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Piramide (Istat Italia 2015)
Scardamaglio A.
Piramidi e dinamiche demografiche
Scardamaglio A.
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Indici di struttura per età
Scardamaglio A.
• Indice di invecchiamentoanziani per 100 abitanti
• Indice di vecchiaiaanziani per ogni 100 giovani
• Indice di dipendenza (carico sociale)persone non autonome per 100 persone che si presumedebbano sostenerle
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I processi demografici
Scardamaglio A.
Insieme di eventi che si verificano in un intervallo di tempo:si desumono da fonti di movimento quali le registrazionianagrafiche (nascite e decessi riferiti alla popolazioneresidente, iscrizioni ossia immigrazioni e cancellazioni ossiaemigrazioni) e di stato civile (nascite e decessi riferiti allapopolazione presente).
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I processi demografici
Scardamaglio A.
• Movimenti naturalinatalità e mortalità
• Movimenti migratoriimmigrazioni ed emigrazioni
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Bilancio demografico
Scardamaglio A.
• Saldo naturaleindica la differenza in valore assoluto tra i nati e i morti
• Saldo migratorioindica, in valore assoluto, la differenza tra il numero degliimmigrati e quello degli emigrati registrati in un anno
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Tassi demografici
Scardamaglio A.
Cifre assolute che esprimono la frequenza dei vari eventi checoncorrono a determinare la dinamica demografica (nascite,morti, immigrazioni, emigrazioni)
• Tasso generico annuo di natalitàrapporto tra i nati vivi di un anno e la popolazione media dellostesso anno
• Tasso generico annuo di mortalitàrapporto tra morti di un anno e la popolazione media dellostesso anno
Sono generici in quanto si riferiscono all’intera popolazione.
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Tassi demografici specifici
Scardamaglio A.
Poiché sia la nascita che il rischio di morte è influenzato dauna serie di caratteri, come il sesso, l’età, lo stato civile, laprofessione, ecc., per poter procedere a confronti corretti trapopolazioni diverse (nello spazio o nel tempo) occorrecalcolare dei rapporti di derivazione specifica (tassi specifici),operando la specificazione rispetto a quei caratteri la cuiinfluenza si vuole eliminare.
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Tassi standardizzati
Scardamaglio A.
Poiché il tasso generico di mortalità dipende non solo dallamortalità specifica per età ma anche dalla composizione peretà della popolazione (più elevata è la proporzione di anzianipiù elevato è il tasso generico di mortalità), per poterconfrontare il livello della mortalità di due o più popolazioni ènecessario “controllare” l’influenza della composizione per etàcalcolando dei tassi standardizzati:La standardizzazione direttatasso che una data popolazione avrebbe se la sua strutturaper età fosse la stessa di quella della popolazione assuntacome tipo.La standardizzazione indirettaE’ il tasso che una data popolazione avrebbe se la suamortalità specifica fosse quella assunta come standard.
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Tavola di mortalità
Scardamaglio A.
Dalla distribuzione delle probabilità di morte alle diverse età è possibileottenere altre funzioni biometriche separatamente per i due sessi:
lx: sopravviventi all’esatto compleanno x.dx: morti tra l’età x e l’età x+1px : probabilità di sopravvivenza tra due compleanniLx: anni vissuti da coloro che sono in vita tra il compleanno x e il compleanno x+1Px: probabilità prospettive di sopravvivenzaTx: anni complessivi vissuti da tutti coloro che sopravvivono dopo avere compiuto l’età x ex: speranza di vita o vita media, anni che mediamente restano da vivere a tutti coloro che hanno raggiunto il compleanno xΠx: vita probabile o vita mediana, anni residui che un sopravvivente al compleanno x ha una probabilità pari al 50% di vivere;vita modale: non è identificata da alcun simbolo: età alla quale corrisponde la più elevata frequenza di morti (età modale di morte).
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Transizione demografica
Scardamaglio A.
La transizione demografica segna il passaggio da un regimedemografico tradizionale, caratterizzato da alta natalità ed altamortalità, ad uno moderno dove a bassi tassi di natalitàcorrispondono contenuti tassi di mortalità. La teoria dellatransizione demografica distingue tre stadi che corrispondonoa regimi demografici differenti.
1) Antico. Alti tassi di natalità compensati da alti tassi di mortalità. Famiglia antica tradizionale.
2) Transizione. La mortalità mentre la natalità è ancoraelevata. Iniziale miglioramento delle condizioni di vita.
3) Moderno. Il tasso di natalità scende fino ad eguagliarequello di mortalità.
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Transizione epidemiologica
Scardamaglio A.
La transizione demografica si è accompagnata ad un altrofenomeno che va sotto il nome di transizione epidemiologica.Quest’ultimo indica il passaggio (transizione) da unasituazione caratterizzata da un’elevata prevalenza di malattieinfettive ad una caratterizzata da un’elevata prevalenza dimalattie non trasmissibili e cronico-degenerative.
1) Le malattie non trasmissibili 2) La sedentarietà ed errati stili di vita (alimentazione,
fumo, droghe, farmaci ad uso ricreativo)
Saranno a breve la più importante causa di malattie di morte.
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Malattie e stili di vita
Scardamaglio A.
Malattie associate ai cambiamenti dello stile di vita:
• Cardiopatie ischemiche• Ictus• Obesità• Diabete tipo II• Cancro del colon colon-retto• Ansia e stress• Osteo-artrite• Osteoporosi• Lombalgie
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Transizione nutrizionale
Scardamaglio A.
Il fenomeno indica il passaggio ad un’alimentazione costituitaprincipalmente da cibi raffinati e da prodotti caseari e a base dicarne.
La transizione nutrizionale, frutto della globalizzazione, si staverificando, quindi, in modo sempre più rapido anche neiPaesi a medio e a basso reddito, con conseguente aumento diobesità e malattie non trasmissibili.
I livelli di obesità nelle donne sono superiori a quelli degli USAnel Medio Oriente e in Nord Africa e quasi uguali nell’Europadell’Est e in America latina.
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Obesità globalizzata
Scardamaglio A.
Il processo di urbanizzazione si accompagna a cambiamentinella dieta, alla penetrazione della televisione e dei dispositividigitali connessi ad internet nelle case e alla marcata riduzionedell’attività fisica.
Negli U.S.A. solo il 38% dei pasti consumati sono “fatti incasa” .
Un pasto medio al ristorante fornisce tra le 1000 e le 2000calorie (fino al 100% dell’apporto calorico per un per un adultosano).
Il 75% degli adulti e 91% dei bambini consumano uno snackalmeno una volta al giorno.
L’obesità ha cessato già di essere associata ad uno statosocio economico più elevato e sta diventando un marker dipovertà, come nei paesi industrializzati.
Ambiente obesogenico
Scardamaglio A.
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Il crollo demografico, gli stili di vita errati e l’ambiente degradato
costituiscono
il più grosso rischio per il futuro del mondo
occidentale
Grazie Dr. Agostino Scardamaglio
Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia