Demografia storica a Sassello nel periodo napoleonico

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The demographic movement in a little village of Ligurian Republic during the french revolution and under the napoleonic rule.

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Cavanna Lorenzo

Convegno Sassello 15 settembre 2001

Sassello e le valli del Beigua nell’età napoleonica

La demografia del Sassellese nel periodo rivoluzionario e napoleonico

Considerazioni preliminari

In assenza di cronache ufficiali la ricerca demografica è un valido

strumento d’indagine per ricostruire l’impatto che i grandi eventi storici hanno

prodotto sulla vita e sui costumi delle piccole collettività locali

La principale fonte di informazioni demografiche per i periodi che

precedono l’istituzione degli uffici di stato civile è costituita dagli atti di

matrimonio, di battesimo e di sepoltura annotati nei registri delle parrocchie.

Ad ogni evento sacramentale è associata una precisa valenza demografica

corredata, in molti casi, da notizie ed informazioni sulla società del tempo.

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Nelle registrazioni degli atti di matrimonio, battesimo e sepoltura accanto

agli elementi previsti dal “Ritualis Sacramentorum Romanorum” di Papa

Gregorio XIII° (che costituiscono la vera e propria base dati di carattere

demografico) ne troviamo altri di carattere variabile dipendenti

dall’informazione del compilatore, dal momento storico e dalle disposizioni

ricevute a seguito di visite pastorali.

E’ da queste annotazioni che spesso si ricavano notizie di carattere

storico, economico, sociale e di costume. Le tecniche di registrazione e la

qualità del dato demografico subiscono mutamenti radicali e profondi con

l’introduzione del Codice Napoleonico e con l’entrata in vigore negli Stati Sardi

delle Regie Patenti del 20 giugno 1837 a norma delle quali i parroci assumono

la veste di ufficiali di stato civile.

Un esempio di tali annotazioni è quello che si rinviene nel primo atto di matrimonio

dell’anno 1806 celebrato il 5 giugno nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista in cui si

legge: “ ……. premissa etiam celebrationem coram Ufficiali Stato Civile paescripto a Codice

Napoleone, hodie 5 junii in matrimonium coniunxi ….. “. Con due anni di ritardo rispetto alla

promulgazione del Codice Napoleonico viene celebrato a Sassello il primo matrimonio alla

“francese”, che negli anni successivi entrerà definitivamente nella legislazione e nel costume degli

stati moderni.

Analisi dei dati demografici dal 1790 al 1819

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Non esistendo censimenti ufficiali, le uniche indicazioni sulla

consistenza numerica della popolazione sassellese si rilevano dagli “stati delle

anime” o censimenti ecclesiastici che, pur riferendosi a periodi precedenti o

successivi rispetto a quello di indagine, consentono di stimare in 3.500 unità la

popolazione presente a Sassello nel periodo napoleonico. Il dato è confermato

dalle analisi sul movimento demografico rilevato dai registri delle due

parrocchie sassellesi di San Giovanni Battista e della SS.ma Trinità.

Le seguenti tabelle contengono per gli anni dal 1790 al 1819 la sintesi

della rilevazioni effettuate:

PARROCCHIA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

ANNO MATRIMONI BATTESIMI SEPOLTURE SALDO NATURALE1790 21 70 47 231791 17 50 30 201792 13 66 52 141793 16 65 45 201794 9 55 32 231795 7 54 33 211796 10 60 59 11797 14 64 51 131798 14 66 25 411799 12 72 44 281800 3 45 125 -801801 11 36 31 51802 14 51 28 231803 14 65 22 431804 8 45 54 -91805 13 58 27 311806 12 35 49 -141807 6 52 19 331808 12 63 30 331809 27 72 37 351810 12 62 30 321811 3 50 26 241812 18 52 28 241813 25 70 46 241814 9 70 35 351815 13 62 47 15

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1816 8 55 37 181817 7 66 51 151818 11 41 41 01819 16 61 22 39

PARROCCHIA S.S. TRINITA'

ANNO MATRIMONI BATTESIMI SEPOLTURE SALDO NATURALE1790 21 107 71 361791 32 109 77 321792 16 118 97 211793 13 117 68 491794 15 101 70 311795 12 87 94 -71796 17 79 140 -611797 16 106 117 -111798 19 107 68 391799 12 117 109 81800 10 66 194 -1281801 36 87 78 91802 13 73 90 -171803 22 86 72 141804 26 102 72 301805 21 88 59 291806 10 84 97 -131807 20 110 41 691808 28 89 46 431809 24 76 39 371810 13 88 46 421811 7 68 56 121812 22 76 44 321813 43 76 53 231814 11 95 47 481815 20 87 70 171816 18 84 45 391817 9 67 65 21818 17 75 58 171819 14 112 48 64

TOTALE PARROCCHIE DI SASSELLO

ANNO MATRIMONI BATTESIMI SEPOLTURE SALDO NATURALE1790 42 177 118 591791 49 159 107 521792 29 184 149 351793 29 182 113 691794 24 156 102 541795 19 141 127 14

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1796 27 139 199 -601797 30 170 168 21798 33 173 93 801799 24 189 153 361800 13 111 319 -2081801 47 123 109 141802 27 124 118 61803 36 151 94 571804 34 147 126 211805 34 146 86 601806 22 119 146 -271807 26 162 60 1021808 40 152 76 761809 51 148 76 721810 25 150 76 741811 10 118 82 361812 40 128 72 561813 68 146 99 471814 20 165 82 831815 33 149 117 321816 26 139 82 571817 16 133 116 171818 28 116 99 171819 30 173 70 103

Le serie storiche evidenziano una forte incidenza sulle dinamiche

demografiche prodotta dai fatti d’arme della II° campagna d’Italia. Nel 1800 si

registrano, per battesimi e matrimoni, i valori più bassi del trentennio oggetto

d’indagine che risultano addirittura inferiori a quelli della guerra di successione

d’Austria. Per il 1800 la somma delle sepolture nelle parrocchie sassellesi è di

319 decessi a fronte di 169 nel 1746, 289 nel 1747 e 164 nel 1748. Inoltre,

proprio negli anni 1800 e 1801 l’indice di mortalità per classi d’età presenta il

valore massimo per la fascia dai 15 ai 46 anni con 46 e 22 decessi. Il dato

rappresenta un picco anomalo sull’andamento del periodo la cui causa è

imputabile agli eventi bellici che hanno interessato il Sassellese.

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I disagi causati alla popolazione civile dalla presenza di truppe straniere

e dalla conseguente crisi alimentare si rilevano anche dall’alto numero dei

battesimi impartiti “in subsidium” (al soccorso e cioè in punto di morte) e non

confermati. Questi eventi sono in molti casi assimilabili ad aborti o parti

prematuri provocati dagli stenti e dalle vessazioni inflitte alla popolazione. Il

fenomeno si manifesta con una certa concentrazione negli anni dal 1790 al

1804 con un massimo di 9 mancate conferme nel 1800. Sempre in tale anno

ben 9 sono i neonati “esposti” (cioè abbandonati alle pubbliche cure) con

entrambe i genitori ignoti a fronte di due o tre per anno in periodi normali. Ciò

significa che anche chi riusciva a nascere correva il rischio di essere “esposto”

cioè abbandonato davanti alla porta di una chiesa. Per questi neonati il

battesimo seguiva una procedura particolare ed il sacramento era

amministrato “sub conditione”; e cioè a condizione che non fosse già stato

validamente impartito.

Un ulteriore indice di disagio sociale si rileva dal numero dei battesimi

impartiti a figli di coppie non sposate. In periodi normali il fenomeno non

supera i dieci atti per decennio, mentre dal 1791 al 1806 si registrano 129 figli

“spuri” (impuri) nati “ex illegittimo ac damnatu coito”. La spiegazione più

plausibile di tale anomalia è da ricercarsi nella grande miseria indotta dalla

guerra che non consentiva ai fidanzati di affondare le spese per la cerimonia

nuziale.

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Il tasso di mortalità per classi d’età è un ulteriore indice che consente di

rilevare la gravità delle crisi alimentari provocate dagli eventi bellici. Nel corso

del XVIII° secolo la mortalità infantile, nella fascia d’età tra 0 e 4 anni, si

attesta su valori intorno al 20% delle nascite. Dal 1802 al 1811 si registrano

picchi del 29% nel 1804, del 40% nel 1806. Poiché dagli atti di sepoltura non

si rilevano notizie di epidemie o di una particolare recrudescenza di malattie

infantili endemiche quali il morbillo o la rosolia, è lecito supporre che un

grande numero di decessi in tenera età possa essere imputato ad un regime

alimentare inferiore al livello minimo di sussistenza. In alcune registrazioni del

1796 l’economo della SS. Trinità Antonio Maria Gavotti da notizia di morti

provocate da “carestia”. In anni di “rincarimento dei viveri e della scarsezza di

questi” l’economo Gavotti affida a questa perifrasi la descrizione della morte

per fame di Maria Buschiazzo, bambina di Pontinvrea recatasi a Sassello per

procurarsi cibo “… infirmata, dum in hoc oppido sibi victum querebat, et ad

nosocomio delata ibi heri mortua est …”. Sempre ad opera dello stesso

Gavotti, divenuto successivamente parroco, abbiamo notizia per gli anni 1810

e 1811 di autunni talmente piovosi da impedire ogni tipo di semina, con la

conseguenza di una “famis canina” protrattasi per oltre un biennio.

Notizie indirette sui fatti d’arme si ricavano anche dalla registrazioni dei

decessi avvenuti in ospedale. In anni normali, il numero dei morti in ospedale

non supera quasi mai le 5 unità; si tratta in genere di casi gravissimi affidati

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alle cure del chirurgo oppure di viandanti estranei alla comunità. Nel periodo

napoleonico il numero dei decessi in ospedale raggiunge la considerevole

cifra di 164 con un massimo di 45 nel 1800. Purtroppo, dalle registrazioni si

rilevano solo generici riferimenti alla guerra quali: “ … vulneratus heri ictu

sclopi obiit…. “ senza alcuna notizia che possa ricondurre alla nazionalità del

defunto o all’esercito di appartenenza.

Anche l’analisi del saldo naturale conferma una forte incidenza negativa

sulle dinamiche demografiche prodotta dalla guerra. Il saldo esprime la

differenza tra i battesimi e le sepolture ed il suo segno, positivo o negativo,

fornisce indicazioni sulla diminuzione o sull’aumento della popolazione. I valori

rilevati dimostrano che la fame e gli eventi bellici hanno colpito in misura

maggiore la popolazione del centro rispetto a quella residente nelle Ville Alte

di Palo e Piampaludo dipendenti dalla parrocchia di San Giovanni Battista.

Nella parrocchia della Santissima Trinità la crisi alimentare del 1795 si

ripercuote sul biennio successivo con saldi negativi nel 1796 e 1797; mentre

nella Parrocchia di San Giovanni, pur in presenza di una forte contrazione

delle nascite, il saldo si attesta sempre su valori positivi. Per la popolazione

nel suo complesso i valori più bassi si registrano del 1796 con un’eccedenza

di 60 sepolture sui battesimi, nel 1800 con un’eccedenza di 208 (massimo

valore negativo del periodo) e nel 1806 con un saldo negativo di 27 decessi.

Dal 1807 si registra un trend positivo con valori nell’ordine delle cento unità

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annue che producono un sensibile incremento demografico destinato ad

alimentare i flussi migratori verso le americhe e verso la Francia già in atto nei

primi decenni del XIX secolo.

SEGUONO GRAFICI A COMMENTO

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Notizie e curiosità presenti negli atti di battesimo, matrimonio e sepoltura

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Nel commento dei dati demografici si è accennato alla prassi dei

battesimi al soccorso impartiti nel caso di aborti spontanei, parti prematuri e

parti difficili. In questi casi la dottrina e la tradizione cattolica ammettono che il

battesimo possa essere validamente impartito da chiunque purché sia

rispettata la forma rituale con l’uso delle parole prescritte, vi sia la reale

intenzione di impartire il sacramento ed il neonato si trovi in vita nel momento

in cui viene battezzato. Tenendo presenti le credenze religiose sul Limbo e la

prassi in allora vigente di escludere i non battezzati dal seppellimento in terra

consacrata alla stessa stregua degli inconfessi e dei pubblici peccatori, si

comprende come la maggior preoccupazione delle ostetriche e di coloro che

assistevano al parto fosse quella di battezzare i nascituri in pericolo di vita e di

far figurare come nati vivi bambini che in realtà non lo erano. Molti battesimi al

soccorso risultano impartiti “in brachio” oppure “in manu” e, considerata

l’importanza dell’argomento, i parroci descrivono con dovizia di particolari

l’operato dell’ostetrica o del chirurgo al fine di certificare la validità del

sacramento impartito. Per completare il discorso si deve accennare anche

all’esistenza di particolari strumenti che servivano ad agevolare il compito nei

casi più disperati. In un atto dell’8 giugno 1771 il Prevosto della SS. Trinità,

Francesco Antonio Ramognino, descrive con queste parole il battesimo al

soccorso impartito al figlio dei coniugi Richebono: “ ….. Intra uterum una cum

instrumentum vulgo dicto la siringa dum vivus adhuc erat baptizatus fuit …”.

Nel caso di parti difficili il chirurgo Giovan Battista Garbarino, per l’occasione

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anche ministro del battesimo, era solito battezzare il nascituro mentre ancora

si trovava nell’utero materno con l’aiuto di una siringa. Il battesimo al soccorso

era considerato un rito incompleto sotto il profilo liturgico e, in caso di

sopravvivenza del neonato, in sacramento doveva essere confermato nella

chiesa parrocchiale entro otto giorni pena la scomunica.

Nel periodo napoleonico numerosi sono i battesimi impartiti a figli di

coppie non sposate. In tali casi l’esigenza di un rigido controllo sui costumi

della popolazione prevaleva su ogni considerazione di tipo caritativo. Negli atti

troviamo infatti perifrasi del seguente tenore: “ … natus est … ex illegittimo ac

damnatu coito … “. Ma l’Arciprete di San Giovanni Battista va ben oltre e, con

una prassi di tipo inquisitorio, esige che la madre dichiari, sotto giuramento, il

nome del presunto padre che viene registrato. Questi atti, contrassegnati a

lato dal termine “spurio”, sono esclusi dalla numerazione progressiva. Una

prassi analoga si ritrova nei registri della SS. Trinità per l’anno 1745 in cui

un’alta percentuale di presunti padri è costituita dal soldati corsi di stanza nel

castello della Bastia Sottana. Quanto fossero sincere le ragazze madri in

questi giuramenti non e dato sapere, ma le indagini avevano come scopo

quello di esercitare pressioni sul presunto padre affinché si decidesse a

regolarizzare con il matrimonio una situazione degna della pubblica

riprovazione ed in ultima analisi per evitare che il bambino venisse “esposto”

ed affidato alle pubbliche cure.

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Il problema delle coppie non sposate si riallaccia a quello dei bambini

abbandonati ed a quello più generale della moralità pubblica di cui i parroci

erano ferrei custodi.

Dall’esame delle relazioni redatte dai Visitatori apostolici della Curia di

Acqui Terme non si ha notizia di grossi scandali che potessero turbare la vita

sociale e religiosa del paese. Anche le liste degli in confessi e dei pubblici

peccatori trasmesse periodicamente dai Parroci al Vescovo non contengono

un gran numero di nomi. Comunque, dall’esame di certi atti di battesimo, si ha

notizia dell’esistenza di alcuni comportamenti anormali in tema di morale

sessuale. Durante la reggenza del prevosto Giacomo Ricci nei registri della

SS. Trinità si trovano annotazioni che potrebbero far pensare all’esistenza del

fenomeno della prostituzione. Negli atti di battesimo dei figli di un certo

Giovanni Laiolo si trova la seguente annotazione: “… ex multiplicis cognationis

illegittimo commercio …” da cui si può pensare che la moglie del Laiolo si

prostituisse ed il marito, consenziente, ne ricavasse un illecito guadagno.

Numerosi sono inoltre i figli “spuri” di ragazze madri dai soprannomi pittoreschi

quali “la bucchin d’oro” o la “lasagna”; queste fanciulle, non avendo a

disposizione raffinate tecniche di contraccezione, generalmente non si

limitavano a mettere al mondo un solo figlio illegittimo.

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In merito alle notizie rilevabili dagli atti di sepoltura, le registrazioni dei

decessi per i fatti d’arme della guerra di successione d’Austria riportano il

nome del soldato deceduto, quello del suo comandante e del relativo

reggimento. Non altrettanto completi sono gli atti di sepoltura relativi ai soldati

morti nel periodo napoleonico. Infatti, accanto alla qualifica di “miles” in

qualche raro caso troviamo indicata la causa del decesso “… ex diuturna

infirmitate proveniente ex vulneratione .. “; ciò lascia supporre che il ricovero

sia durato a lungo poiché si rilevano di sepolture riferite a “miles” anche

parecchi mesi dopo i fatti d’arme che hanno interessato direttamente il

territorio di Sassello.

Grazie per la cortese attenzione.

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