Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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1 Best practice nellʼutilizzo di strumenti Web 2.0 nelle charity USA 1 Paolo Magosso Riassunto Nelle pagine seguenti saranno proposte delle best practice per l’utilizzo degli strumenti Web 2.0 da parte delle organizzazioni non-profit. Gli esempi che seguiranno intendono mostrare come alcune charity statunitensi utilizzano al meglio gli strumenti quali social network, blog, micro-blogging, video e photo sharing. Tramite gli esempi riportati si cercherà di sottolineare il modo migliore di utilizzare gli strumenti in questione. Indice BEST PRACTICE NELL’UTILIZZO DI STRUMENTI WEB 2.0 NELLE CHARITY USA ............................................................................................... 1 Blog Best Practice ......................................................................................................................................... 2 Web Feed Best Practice ............................................................................................................................. 12 Twitter Best Practice ................................................................................................................................. 19 Facebook Best Practice .............................................................................................................................. 32 Flickr Best Practice .................................................................................................................................... 56 YouTube Best Practice .............................................................................................................................. 67 1 Questo documento è estratto dalla tesi di laurea magistrale in Teoria e Tecnologia della comunicazione di Paolo Magosso: "Il Web 2.0 per le organizzazioni non-profit: best practice delle charity statunitensi", Università degli studi di Milano Bicocca, Relatore: Prof. Roberto Polillo, Contro-relatore: Prof.ssa Alessandra Agostini A.A. 2008 - 2009. Il testo di questo documento è reso disponibile con licenza Creative Commons “attribuzione, non commerciale, condividi allo stesso modo”: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/legalcode. La licenza non si estende alle immagini (screen shot dei siti Web citati, e altro), i cui diritti sono in capo ai rispettivi proprietari.

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Questo documento descrive alcune best practices tratte dai siti delle charity statunitensi, con riferimento alle sezioni tipiche di tali siti. Questo documento descrive alcune best practices tratte dai siti delle charities statunitensi, relative all’utilizzo di strumenti Web 2.0 (social network, blog, micro-blogging, video e photo sharing). Questi documenti sono estratti dalla tesi di laurea magistrale in Teoria e Tecnologia della comunicazione di Paolo Magosso: “Il Web 2.0 per le organizzazioni non-profit: best practice delle charity statunitensi”, Università degli studi di Milano Bicocca; relatore: Prof. Roberto Polillo, contro-relatore: Prof.ssa Alessandra Agostini, A.A. 2008 – 2009

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Best practice nellʼutilizzo di strumenti Web 2.0 nelle

charity USA1 Paolo Magosso

Riassunto

Nelle pagine seguenti saranno proposte delle best practice per l’utilizzo degli

strumenti Web 2.0 da parte delle organizzazioni non-profit. Gli esempi che

seguiranno intendono mostrare come alcune charity statunitensi utilizzano al meglio

gli strumenti quali social network, blog, micro-blogging, video e photo sharing.

Tramite gli esempi riportati si cercherà di sottolineare il modo migliore di utilizzare

gli strumenti in questione.

Indice

BEST PRACTICE NELL’UTILIZZO DI STRUMENTI WEB 2.0 NELLE CHARITY USA ............................................................................................... 1

Blog Best Practice.........................................................................................................................................2

Web Feed Best Practice .............................................................................................................................12

Twitter Best Practice .................................................................................................................................19

Facebook Best Practice..............................................................................................................................32

Flickr Best Practice ....................................................................................................................................56

YouTube Best Practice ..............................................................................................................................67

1 Questo documento è estratto dalla tesi di laurea magistrale in Teoria e Tecnologia della comunicazione di Paolo Magosso: "Il Web 2.0 per le organizzazioni non-profit: best practice delle charity statunitensi", Università degli studi di Milano Bicocca, Relatore: Prof. Roberto Polillo, Contro-relatore: Prof.ssa Alessandra Agostini A.A. 2008 - 2009. Il testo di questo documento è reso disponibile con licenza Creative Commons “attribuzione, non commerciale, condividi allo stesso modo”: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/legalcode. La licenza non si estende alle immagini (screen shot dei siti Web citati, e altro), i cui diritti sono in capo ai rispettivi proprietari.

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Blog Best Practice

Charity: One

Website: www.one.org/us

Mission: ottenere un cambiamento delle condizioni di povertà diffuse nel mondo.

Controllare e ricordare ai leader mondiali gli accordi che hanno stipulato per

combattere l’estrema povertà globale e far si che tali patti vengano rispettati.

Il sito web istituzionale della charity statunitense mette in evidenza il collegamento al

proprio blog sin dalla home page. Infatti è presente un duplice collegamento: uno nel

menu principale di navigazione e l’altro in un box dedicato.

Come si può notare dall’immagine sovrastante, per ogni post sono proposte anche

informazioni circa l’autore del titolo e la data della pubblicazione del contenuto.

Lo spazio in home page dedicato al blog e il numero di informazioni messe a

disposizione per ogni contenuto fa comprendere che la charity ritiene l’utilizzo del

blog estremamente importante.

Ecco come si presenta il blog di One.

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Il blog è interno al sito web della charity. La frequenza degli aggiornamenti per

questo spazio è quotidiana, gli autori dei post sono diversi e non tutti appartenenti alla

charity, infatti nel blog di One scrivono anche operatori di altre organizzazioni.

Una volta letto il contenuto proposto l’utente può condividerlo tramite i più diffusi

strumenti di social networking come ad esempio Facebook e Twitter. Il blog propone

anche una rassegna mensile di post ordinati in base alla popolarità che hanno riscosso

presso l’utenza.

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La popolarità dei contenuti è

misurata attraverso il numero di

commenti riguardanti un

determinato post.

Per lasciare un commento non è necessaria alcuna registrazione al sito. È sufficiente

compilare un breve form nel quale, oltre al proprio nome, è necessario inserire un

indirizzo e-mail.

Durante la navigazione nel blog il menu principale del sito rimane sempre visibile:

sono presenti utili collegamenti ad alcune sezioni rilevanti del sito, come ad esempio

lo store on-line della charity dove è possibile acquistare prodotti marchiati One a

sostegno delle iniziative promosse.

Charity: Engender Health

Website: www.engenderhealth.org

Mission: garantire condizioni sicure per il parto in modo tale che non comporti rischi

per la vita della partorente e del partorito.

La charity propone il collegamento al proprio blog attraverso l’omonima voce

presente nel menu dell’header del sito istituzionale.

Il blog di Engender Health (engenderhealthblog.blogspot.com) è implementato

attraverso la piattaforma gratuita Blogger di Google. I post sono scritti dalla charity.

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Le caratteristiche del blog in questione sono quelle implementabili tramite l’utilizzo

di Blogger. Sono presenti label, commenti e categorie dove sono raccolti i post a

seconda della loro etichettatura. Per postare un commento l’utente non necessita di

particolari credenziali poiché Blogger mette a disposizione differenti possibilità per la

firma del proprio commento (incluso l’anonimato). Nella pagina del blog della

charity trovano posto anche i collegamenti ai social site utilizzati dalla charity.

La charity propone in maniera intelligente anche un collegamento alla sezione del sito

dedicata alle donazioni on line. Il link è evidente e quindi facilmente individuabile e

cliccabile.

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Charity: Oxfam America

Website: www.oxfamamerica.org

Mission: combattere la fame nel mondo.

Il collegamento al blog di questa charity statunitense è presente nel menu principale

del sito ed è raggiungibile da ogni sezione. Oltre a questo link è presente anche un

box in home page dove sono riportati gli ultimi post del blog.

Il blog è interno al sito e gli autori dei post fanno parte dell’organizzazione. Nel blog

è presente una sezione intitolata “about this blog” in cui Oxfam America spiega

all’utenza di che cosa tratta lo spazio e in cui si incoraggiano gli utenti a partecipare

attivamente alla vita del blog attraverso i commenti. In questa sezione sono riportate

anche le condizioni per il trattamento dei dati sensibili e anche un indirizzo e-mail

utilizzabile nel caso di dubbi circa i contenuti del blog.

I post possono essere commentati anche attraverso i Re-Tweet di Twitter. Inoltre, i

contenuti possono essere condivisi dall’utente tramite il social button Share This.

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Charity: Greenpeace USA

Website: www.greenpeace.org/usa

Mission: fermare i cambiamenti climatici, proteggere le foreste, difendere gli oceani,

fermare la produzione di OGM, eliminare le scorie tossiche, lavorare per la pace e il

disarmo, incoraggiare un’economia sostenibile.

Il sito dell’organizzazione ecologista mette in primo piano sulla home page i

contenuti caricati sul blog della charity.

L’utente può accedere al blog cliccando uno dei

contenuti riportati in home page o scegliendo l’apposita

voce “blogs” contenuta nel menu principale.

Mostrare in home page gli ultimi contenuti del blog fa

sì che l’utente possa visitarlo non a scatola chiusa ma

spinto dall’interesse di leggere per intero un post.

Il blog di Greenpeace è uno spazio a disposizione di

molti. Infatti, tutti gli attivisti della charity sono invitati

ad aprire un proprio blog da cui provengono i post contenuti nel blog istituzionale

della charity.

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Ogni post può essere condiviso tramite i più diffusi social site. Per commentare i

contenuti è possibile scegliere due modi: il commento classico o il Re-Tweet. Per

usufruire del primo è necessario essere registrati al sito e ciò vale anche per poter

leggere i commenti scritti da altri utenti.

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Charity: Join Red

Website: www.joinred.com

Mission: fare in modo che il potere collettivo di acquisto possa trasformarsi in una

forza economica in grado di aiutare le persone affette dal virus del HIV in Africa.

Red propone il collegamento al proprio blog nel menu principale del sito web

istituzionale.

Per il blog (blog.joinred.com) la charity statunitense ha deciso di utilizzare la

piattaforma gratuita di Google, Blogger. I post sono scritti dall’organizzazione.

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La veste grafica del blog richiama quella del sito web istituzionale della charity. I

colori utilizzati sono due: il bianco e il rosso, quindi gli stessi utilizzati nel sito.

Red propone la propria missione nell’header del blog. Tale scelta è da ritenersi

corretta poiché l’utenza potrebbe raggiungere questo spazio web by-passando

completamente il sito istituzionale.

Sulla pagina del blog trovano posto anche i collegamenti per i social media.

Lʼutilità del blog per le organizzazioni non-profit Il blog con la sua semplicità di utilizzo, i suoi costi contenuti, le sue funzionalità per

tutti si è imposto, da diversi anni, come nuovo modo di fare internet. Grazie a queste

caratteristiche è divenuto una realtà globale che è riuscita a catturare l’attenzione del

mondo, uno strumento di pubblico dibattito e al tempo stesso di espressione

individuale. Nelle pagine precedenti è stata fatta una breve rassegna di alcuni modi di

utilizzare il blog da parte delle charity statunitensi. Ciò che appare evidente è che il

blog si presta bene ad essere utilizzato dal mondo del non-profit. La diffusione di

strumenti gratuiti per la messa in opera dei blog fa sì che anche il mondo più povero

(dal punto di vista tecnologico) delle charity possa usufruire delle potenzialità del

mezzo.

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Infatti, grazie alla sua semplicità di utilizzo, qualsiasi organizzazione può servirsene

per parlare di sé, dei propri progetti, del proprio lavoro, accrescendo al tempo stesso il

dibattito attorno al mondo del non-profit. Spesso questo settore non riesce a trovare

uno spazio ben definito all’interno dei media tradizionali (come TV, carta stampata,

ecc.) ed è proprio per questo motivo che un blog può fare la differenza. Questo può

creare una vetrina poco costosa, potenzialmente molto ben esposta, tramite la quale

accrescere il dibattito attorno ai temi cari alla charity, informare e far conoscere da

vicino il lavoro dei volontari e i bisogni di quel mondo che troppo spesso rimane

nascosto o poco conosciuto.

Il blog non ha solo potenzialità comunicative. Entrare a far parte della blogosfera

significa aprire le porte a un mondo cooperante, a una rete collaborativa in cui

ognuno può dare un contributo significativo per la propria causa e per quella altrui. Il

blog di un’organizzazione non-profit diventa un nodo all’interno della blogosfera che

a sua volta è un nodo di tutta la rete Internet. Tale organizzazione ipertestuale non

può che generare maggiore conoscenza e consapevolezza.

Quello che non è monitorabile, nemmeno a livello empirico, ma che avviene

inevitabilmente ogni giorno, è la conoscenza del mondo che, scambio dopo scambio,

milioni di persone costruiscono e approfondiscono. Il weblog, a differenza dei

modelli a noi più familiari come il quotidiano o la rivista, non ha nessuna pretesa di

essere esaustivo, di proporre un’esperienza di lettura circoscritta e potenzialmente

coerente. Anzi, al contrario un blog tende quasi per definizione a portare fuori da sé il

lettore, dirigendolo verso altre fonti. Il risultato è che quasi nessuno legge un blog

soltanto, poiché si tratta di un singolo nodo in un’opera collettiva e ipertestuale che

tende a configurarsi come un sistema di contenuti.2

2 Cfr. G. Granieri, Op. cit., p. 36.

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Web Feed Best Practice

Charity: Greenpeace USA

Website: www.greenpeace.org/usa

Il sito istituzionale della charity ecologista mette a disposizione dell’utente la

possibilità di abbonarsi ai feed. L’icona che consente di attivare l’abbonamento alle

news della charity è proposta nella sezione “Follow Us” insieme ai social button di

Facebook, Twitter e YouTube. Di seguito è proposto uno screenshot esemplificativo.

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Cliccando sull’icona dei Web feed l’utente è collegato alla seguente pagina:

Questa pagina web offre la possibilità di abbonarsi ai contenuti pubblicati dalla

charity. Inoltre, l’utente può scegliere il reader/aggregatore attraverso il quale

usufruire del servizio.

L’abbonamento ai feed di Greenpeace USA consentirà all’utente di rimanere

aggiornato sui contenuti caricati nella sezione “News” del sito, nel Blog della charity

e, in generale, su tutte le azioni intraprese dalla charity on-line.

Charity: Save The Children

Website: www.savethechildren.org

Mission: difendere e promuovere i diritti dei bambini in tutto il mondo.

Save The Children pone in home page l’icona dei Feed RSS che consente di

abbonarsi alle news caricate sul sito web della charity.

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Cliccando sul bottone che permette di accedere alla sezione per l’abbonamento alle

news della charity, l’utente è indirizzato a una pagina dedicata all’approfondimento

circa l’utilità e l’utilizzo dei feed.

Fornire informazioni di questo tipo può rivelarsi molto utile poiché proporre una

spiegazione sull’utilizzo dei feed può avvicinare al servizio anche gli utenti che non

ne conoscono l’utilità.

Nel caso in cui l’utente sia già a conoscenza delle caratteristiche relative al tool in

questione può decidere di by-passarle cliccando su “subscribe to news”.

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Charity: Water.org

Website: www.water.org

Mission: garantire l’accesso a fonti d’acqua potabile nei paesi in via di sviluppo.

Come è possibile notare nello screenshot sottostante, la pagina d’apertura del sito web

istituzionale di Water.org mette a disposizione dell’utente tre tipi di news. Per ognuna

di queste è possibile abbonarsi ai feed.

Ecco come si presentano le pagine di collegamento ai web feed di water.org per le

diverse news. L’utente non è costretto a sottoscrivere un abbonamento a tutti i

contenuti di Water.org ma solo a quelli che incontrano il suo interesse.

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Charity: Kiva

Website: www.kiva.org

Mission: fornire micro prestiti ai piccoli imprenditori dei paesi in via di sviluppo.

Kiva mette a disposizione della propria utenza la sottoscrizione ai web feed nel suo

sito istituzionale e non solo. Infatti, anche nella sezione “News” della pagina

Facebook della charity è possibile abbonarsi ai feed dell’organizzazione.

Cliccando “subscribe via RSS” l’utente è collegato alla pagina che gli consente di

attivare l’abbonamento alle news dell’organizzazione.

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Kiva utilizza il proprio sito web anche come vetrina per i piccoli imprenditori dei

paesi in via di sviluppo ai quali è possibile destinare del denaro in forma di micro-

prestiti.

Cliccando sull’icona che compare nella barra degli indirizzi del browser utilizzato per

la navigazione in Internet, è possibile sottoscrivere un abbonamento ai web feed

dedicati alle nuove proposte imprenditoriali che vengono pubblicizzate sul sito di

Kiva.

Anche Twitter mette a disposizione la possibilità di sottoscrivere un abbonamento ai

tweet di una pagina. In questo caso le notizie che compariranno nel proprio lettore di

feed saranno gli aggiornamenti riguardanti una determinata pagina Twitter, ad

esempio quella di Kiva.

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Lʼutilità dei web feed per le organizzazioni non-profit L’uso dei web feed può essere di grande valore per il mondo del non-profit. Questo

strumento può essere utilizzato in diversi modi ma l’obiettivo finale rimane uno solo:

permettere all’utenza di rimanere aggiornati, in maniera semplice, riguardo al mondo

della charity. Non è più necessario visitare un sito e le sue sezioni in cerca di novità: a

questo ci penserà il lettore/aggregatore di feed. Potenzialmente, questo consente

all’utente di restare in contatto con più charity e quindi di approfondire la sua

conoscenza su ciò che accade nel mondo del non-profit. Dal punto di vista delle

charity, questo strumento consente alle organizzazioni di pubblicare dei contenuti

affinchè questi ricevano attenzione da parte dell’utenza. Infatti, il lettore di feed li

troverà automaticamente e li riporterà all’utente.

La maggior visibilità delle notizie può assumere un ruolo decisivo per il mondo del

non-profit. Un esempio rilevante potrebbe essere quello di una charity che opera in

condizioni di assoluta emergenza in seguito al verificarsi di un disastro naturale. In

questo caso, la pubblicazione di richieste di aiuto (per esempio il reperimento di

viveri, medicinali per il primo soccorso, sangue per le trasfusioni, ecc.) può

raggiungere l’utente in modo automatico.

Utilizzare un tool come i web feed significa rendere disponili i contenuti in maniera

semplice, con la garanzia che questi vengano visualizzati sul lettore di feed di chi ha

sottoscritto l’abbonamento e, al tempo stesso, raggiungano la sua sfera attentiva con

probabilità di gran lunga superiori rispetto ai contenuti che non utilizzano i feed.

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Twitter Best Practice

Charity: American Red Cross

Website: www.redcross.org

Mission: offrire aiuto a tutte le vittime di conflitti e disastri naturali.

La home page del sito di American Red Cross propone il collegamento ad alcuni

social site in fondo alla pagina, tra i quali troviamo Twitter.

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Ecco come appare la pagina Twitter dell’organizzazione:

È possibile notare che tramite i tweet America Red Cross rende partecipe in tempo

reale i suoi follower di quelle che sono le emergenze e le esigenze della charity. Ad

esempio fa capire che anche un piccolo aiuto economico può essere importante. Oltre

a sensibilizzare il suo audience, tramite twitter si cercano volontari per emergenze in

determinate zone, si informano i follower su quelle che sono le attività in primo in

piano e si cerca di fornire informazioni utili su questioni riguardanti la salute. Non

mancano link al sito istituzionale dell’organizzazione e ad altri correlati con le attività

della charity, come ad esempio il collegamento a un sito di previsioni del tempo che

riporta notizie riguardanti un uragano per il quale America Red Cross ha disposto lo

stato di emergenza.

Twitter si rivela senz’altro uno strumento molto utile per la charity, basti pensare alle

innumerevoli situazioni d’emergenza che l’organizzazione si trova spesso ad

affrontare.

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I follower di American Red Cross sono sia organizzazioni non-profit che persone

comuni. Non mancano le associazioni di medici e follower operanti nel settore del

pronto soccorso.

Charity: Greenpeace

Website: www.greenpeace.org/usa

Il collegamento al profilo twitter di Greenpeace USA è disponibile sin dalla home

page del sito web istituzionale:

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La pagina Twitter di Greenpeace si presenta così:

Tramite il microblogging, Greenpeace tiene aggiornati i propri follower in tempo

reale su quel che riguarda le sue azioni e il suo attivismo in tutto il mondo. Sono

presenti molti link, alcuni rimandano direttamente al sito web istituzionale, altri sono

collegamenti ad articoli di giornale o a profili di attivisti.

I tweet non mirano tanto a sensibilizzare i seguaci dello spazio twitter

dell’organizzazione, quanto a fungere da denuncia sulle questioni per cui

l’organizzazione si batte.

È interessante la veste grafica adottata dall’organizzazione per la propria pagina

Twitter, infatti sullo sfondo è rappresentato il progressivo scioglimento dei ghiacci

artici.

Tra i follower della pagina Twitter di Greenpeace vi sono sia organizzazioni che

hanno a che fare con l’attivismo ambientale che persone comuni.

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Charity: Save the Children

Website: www.savethechildren.org

Ecco come si presenta la porzione di home page dell’organizzazione dove sono

presenti i collegamenti a tool Web 2.0 quali ad esempio Twitter:

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Per Save the Children l’utilizzo di Twitter è un valido aiuto per sensibilizzare i propri

follower sulle tematiche che stanno più a cuore all’organizzazione. Nello screenshot

sopra riportato si può notare come il tweet in primo piano inviti a sottoscrivere la

petizione per la giornata mondiale contro la polmonite. Oltre alla sensibilizzazione

dei propri follower, tramite la pagina Twitter l’organizzazione propone costantemente

molti link che rimandano sia al sito istituzionale che ad altre pagine Twitter che

trattano tematiche care a Save the Children. I tweet riportano anche delle cifre molto

significative riguardanti il tasso di mortalità di alcune malattie che nel mondo

occidentale sono facilmente curabili.

Tra i follower della charity sono presenti sia persone comuni che organizzazioni

aventi scopi connessi a quelli di Save the Children.

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Charity: Charity Water

Website: www.charitywater.org

Mission: un sesto della popolazione del pianeta non ha accesso ad acqua pulita e

potabile. L’organizzazione intende far sì che gli abitanti dei Paesi in via di sviluppo

possano utilizzare acqua potabile per il sostentamento quotidiano.

Nella sezione “Contact” del sito sono presenti diversi button che mettono in evidenza

l’utilizzo di diversi strumenti tipici del Web 2.0, tra i quali Twitter.

Nella pagina Twitter dell’organizzazione viene ribadito il fatto che per molte persone

l’accesso a fonti di acqua potabile è un problema. Oltre a questo, la maggior parte dei

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tweet riporta collegamenti ad altri profili Twitter che trattano tematiche connesse con

la missione dell’organizzazione.

I follower di Charity Water sono per lo più persone comuni.

Charity: World Vision

Website: www.worldvision.org

Mission: costruire un mondo migliore per i bambini.

L’organizzazione World Vision sin dalla home page mette in evidenza il

collegamento alle pagine Twitter, Facebook e YouTube sulle quali è possibile seguire

il lavoro svolto dall’organizzazione.

Nello screenshot è riportata solo una porzione di home page ma le icone che

rimandano ai social media sono ripetute sia all’inizio che alla fine della pagina web.

Questa può essere una buona soluzione per porre in evidenza i canali di

comunicazione alternativi al sito web. Infatti, così facendo l’organizzazione è

praticamente sicura che l’utente non potrà fare a meno di notare la presenza di queste

icone.

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Ecco come si presenta la pagina Twitter di World Vision:

Tramite i tweet vengono pubblicizzate le campagne di beneficenza a favore della

charity. Ad esempio, si citano concerti dove parte dei ricavati sarà devoluta

all’organizzazione e si propone il link alla pagina dell’evento. Inoltre, sono riportate

informazioni riguardanti temi d’attualità, discorsi di personalità di spicco, eventi

connessi con aziende che operano nel sociale.

Tra i follower dell’organizzazione troviamo sia persone comuni che organizzazioni

operanti nel settore del non-profit.

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Charity: One

Website: www.one.org/us

In fondo alla home page si trovano i collegamenti ai social media dove la charity è

presente, tra i quali Twitter.

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Attraverso l’utilizzo di Twitter One riporta diverse notizie. Tra queste troviamo

numerosi promemoria che riguardano la partecipazione della charity a conferenze

inerenti agli accordi economici per il sostentamento delle popolazioni in via di

sviluppo.

Quello che appare evidente è che ogni post è pensato e scritto per generare maggior

consapevolezza su quelle che sono le condizioni in cui si trovano costretti a versare

diverse popolazioni del mondo. I follower della charity sono tanti e tra loro si trovano

sia persone comuni che altre organizzazioni.

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Charity: Oxfam America

Website: www.oxfamamerica.org

La home page presenta collegamenti ai vari strumenti Web 2.0 utilizzati

dall’organizzazione, tra i quali Twitter. Di seguito viene proposto lo screenshot di una

porzione della pagina web e quello del Twitter della charity.

Attraverso l’utilizzo di Twitter Oxfam America rende partecipi i propri follower sugli

aggiornamenti del blog dell’organizzazione. Oltre a questo, sono presenti anche

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messaggi che hanno come scopo la sensibilizzazione riguardo ai problemi che

affliggono i paesi in via di sviluppo come ad esempio la scarsità delle risorse idriche.

Inoltre, vengono messe in evidenza le partnership che l’organizzazione stipula con

aziende, gruppi musicali e spettacoli, al fine di sponsorizzare le diverse raccolte fondi

messe in atto.

Tra i follower dell’organizzazione troviamo charity e persone comuni.

Lʼutilità di Twitter per le organizzazioni non-profit Twitter può essere uno strumento importante per le organizzazioni non-profit. Il suo

utilizzo è gratuito e consente di creare in maniera facile un canale di comunicazione

in grado di raggiungere un audience di ampie dimensioni. Coinvolgere in maniera

diretta un vasto numero di persone, in discussioni riguardanti emergenze e bisogni,

può fare in modo che si riesca a ottenere più attenzione e spazio rispetto all’uso del

solo sito web istituzionale.

Infatti Twitter, oltre a offrire un servizio di microblogging, è un social network in

grado di mettere in contatto migliaia di utenti che possono generare flussi

comunicativi molto ampi.

Il potenziale di uno strumento come Twitter appare indubbio. L’utilizzo di questo

sistema di microblogging va messo in evidenza sin dalla home page del sito

istituzionale dell’organizzazione che desidera utilizzarlo o che già ne fa uso. Un

modo molto efficace è quello di riportare l’icona di Twitter in modo che sia

facilmente individuabile.

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Facebook Best Practice

Charity: World Vision

Website: www.worldvision.org

World Vision rende visibile sin dalla home page la propria presenza su Facebook

tramite un collegamento (evidenziato con un quadrato rosso nell’immagine) che

invita l’utente a seguire l’organizzazione anche sulla pagina del social network.

La pagina dell’associazione su Facebook è pubblica, chiunque può vederla e

chiunque può diventare fan.

Optando per un gruppo è probabile che gli utenti siano portati a riflettere di più sulla

propria iscrizione e appartenenza a questo.

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Ecco come si presenta la pagina Facebook di World Vision:

La pagina Facebook della charity si apre di default alla sezione “Info”. Qui è riportata

una breve descrizione dell’organizzazione insieme alla missione della charity.

Entrambe sono sintetiche ma efficaci nel far capire al visitatore l’ambito d’intervento

di World Vision.

Nella bacheca Facebook della charity troviamo post di questo tipo:

I tre messaggi riportati raccontano tre situazioni diverse: c’è chi vuole aiutare, chi ha

raggiunto World Vision sul campo e chi vuol rendere pubblica la propria gioia

nell’aver adottato un bambino e quindi aver sposato la causa della charity.

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Nella “Bacheca” non mancano post scritti da World Vision:

In questo post l’organizzazione riporta una notizia importante: la nascita di un

bambino non sieropositivo da una madre affetta da HIV.

Tramite la pagina Facebook è possibile anche pubblicare delle note. Queste possono

essere paragonate ai post di un blog. Infatti, nella sezione dedicata di Facebook, le

note sono riportate in ordine cronologico inverso come nei blog, e per ognuna di

queste è possibile inserire dei commenti.

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I contenuti postati possono essere condivisi dall’utente che visita la pagina sul proprio

profilo personale, garantendone così la fruizione agli appartenenti del proprio

network. Questo tipo di servizio può essere considerato fondamentale per una charity.

Infatti, esso permette di raggiungere un audience di vaste dimensioni. In questo modo

è possibile comunicare in maniera diretta, semplice e immediata e, allo stesso tempo,

sapere che ciò che si dice potrebbe raggiungere anche persone che non seguono in

maniera diretta l’organizzazione.

Sulla pagina Facebook della charity si trova anche un box

dedicato alle “pagine preferite”. Le pagine in questione

appartengono o a World Vision o ad altre organizzazioni

operanti nel settore non-profit. Le altre pagine di World Vision,

messe in evidenza in questa sezione, riguardano temi specifici.

Ad esempio, la pagina “World Vision – Workplace Giving

Team” invita le aziende a sponsorizzare la charity tramite regali

personalizzati.

Gli altri link presenti nella pagina, che rimandano a temi e

organizzazioni in cui World Vision non è direttamente coinvolta, mettono in evidenza

una possibilità interessante. Infatti, tramite la pubblicità reciproca da parte delle

charity sulle proprie pagine Facebook, è probabile che si vada a creare un network di

organizzazioni non-profit.

Nella pagina di World Vision è presente anche una sezione “Foto” in cui la charity

carica degli album fotografici.

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Un altro servizio interessante messo a disposizione dalla pagina Facebook di World

Vision è la possibilità di iniziare delle discussioni. Ecco come appare la sezione della

pagina dedicata a questo tema.

Nella sezione “Discussioni” vengono riportate informazioni che permettono di sapere

quanto è recente la discussione, quante persone vi stanno partecipando e a quando

risale l’ultimo post. Tale funzionalità potrebbe essere paragonata a quella di un

Forum. Secondo la mia opinione, la differenza è che uno strumento come Facebook

genera un grado di coinvolgimento maggiore rispetto a un forum tradizionale. Dietro

un unico accesso si trovano differenti possibilità di interazione con gli altri, tra cui

appunto le discussioni. Parteciparvi è immediato e non richiede sforzi particolari e,

grazie alle notifiche di aggiornamento che vengono visualizzate sul profilo utente,

risulta comodo tenere traccia delle discussioni e delle attività in cui si è coinvolti.

Page 37: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

37

Sulla pagina Facebook di World Vision è presente anche una sezione “Eventi” dove

sono proposti avvenimenti connessi alle attività di World Vision e al mondo del non-

profit in generale.

Un’altra sezione molto utilizzata da World Vision è quella dei “link”. Qui vengono

condivisi articoli e notizie riguardanti il mondo del non-profit.

Dall’immagine sotto riportata è possibile notare che dal menù a tendina della pagina è

possibile accedere ad altre sezioni, quali “Video”, “Note”, “Riquadri” e “YouTube”.

Nella sezione “Video” sono presenti filmati caricati dalla charity direttamente sulla

propria pagina Facebook. Questa sezione non è da confondersi con la sezione

“YouTube” dove i filmati sono caricati sul canale del sito di video sharing e vengono

linkati alla pagina del social network.

Page 38: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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Charity: CEDPA – The Center for Development and Population Activity

Website: www.cedpa.org

Mission: migliorare i livelli di scolarizzazione e le opportunità per le giovani, creare

condizioni sicure per il parto, aumentare le abilità delle donne dei paesi in via di

sviluppo in modo che possano diventare leader delle proprie comunità e delle proprie

nazioni.

Il sito di CEDPA sin dalla home page mette in evidenza il collegamento alla pagina

Facebook:

Il collegamento a facebook è rappresentato direttamente con il logo del sito per

intero, una soluzione che sicuramente non fa passare inosservato l’utilizzo del social

network da parte di CEDPA.

Page 39: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

39

Ecco come si presenta la pagina Facebook dell’organizzazione:

Rispetto alla pagina di World Vision, analizzata in precedenza, la pagina CEDPA

sembra fatta più ad hoc per l’organizzazione. Infatti il menu della pagina Facebook è

più personalizzato. In bacheca è possibile visualizzare due tipi di post: quelli di

CEDPA e quelli dei fan. Come si nota l’organizzazione mette in evidenza link ad

articoli e news presenti sul sito istituzionale.

Page 40: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

40

Ecco invece alcuni esempi di ciò che scrivono i fan della charity:

Gli utenti esprimono solidarietà e incoraggiamento al lavoro svolto

dall’organizzazione.

Nella sezione “Info” si trovano informazioni sintetiche ma esaurienti su ciò che

riguarda la mission di CEDPA. Inoltre nella stessa pagina è presente il link al sito e al

canale YouTube dell’organizzazione.

Page 41: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

41

Nella sezione “Keep Informed” la charity propone l’iscrizione alla newsletter tramite

l’inserimento dell’indirizzo e-mail dell’utente nell’apposito modulo.

La sezione “Send E-Card” consente di mandare una cartolina virtuale. Per farlo la

pagina Facebook di CEDPA rimanda al sito istituzionale dove è possibile destinare

l’immagine scelta a un indirizzo e-mail.

Page 42: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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La sezione “CEDPA TV” presenta il collegamento al canale YouTube della charity.

Per accedervi è sufficiente cliccare su play.

Nella sezione “Note” sono presenti testimonianze sia di volontari dell’organizzazione

che di persone operanti nel settore del non-profit.

Page 43: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

43

Charity: Greenpeace

Website: www.greenpeace.org/usa

Come già sostenuto nei paragrafi precedenti, Greenpeace sponsorizza, in maniera

evidente e consigliabile, i canali di comunicazione tipici del Web 2.0, tra questi

compare anche Facebook.

Page 44: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

44

Ecco come si presenta la pagina della sezione americana di Greenpeace:

Il collegamento presente sul sito istituzionale porta alla bacheca della pagina

Facebook dell’organizzazione. Anche in questo caso i post sono divisi in base a chi li

ha pubblicati. Infatti, è possibile visualizzare solo quelli dei fan di Greenpeace o solo

quelli pubblicati dalla charity.

Come nel caso analizzato in precedenza, anche il menu della pagina Facebook di

Greenpeace USA è personalizzato.

Nella sezione “Info” sono presenti informazioni circa l’organizzazione e i suoi scopi.

Nella sezione “Get Involved” è possibile compilare un piccolo form che consente di

ricevere la newsletter della charity.

Page 45: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

45

Nella sezione “Foto” sono presenti album fotografici e fotografie. I primi sono

caricati esclusivamente da Greenpeace mentre le fotografie sono caricate anche dai

fan.

In “YouTube Box” si trovano i collegamenti ai video che la charity ha caricato sul

proprio canale YouTube. Questa sezione della pagina Facebook di Greenpeace USA

prende il nome dall’applicazione utilizzata dalla charity per gestire i video caricati sul

social network.

Page 46: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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Come per le pagine Facebook delle charity analizzate in precedenza, sulla pagina di

Greenpeace USA è presente una sezione dedicata alle “Note”.

Un altro box presente è quello dell’applicazione

Causes. Tramite questa è possibile ricercare e

sostenere, anche economicamente, delle cause. Tale

funzionalità sembra utile per il reclutamento di nuovi

membri ma non altrettanto per la raccolta di fondi,

come si può notare dal box riportato a sinistra del testo.

L’applicazione Causes è messa a disposizione da Facebook affinché le organizzazioni

non-profit e gli utenti comuni possano proporre delle cause per le quali raccogliere

adesioni e fondi. Un’applicazione di questo tipo può essere molto utile per una

charity. Infatti, grazie al bacino di utenza di Facebook è possibile, e probabile,

Page 47: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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raggiungere un ingente numero di persone. La possibilità di raccogliere fondi tramite

Facebook non appare utopica, almeno per il futuro. L’opportunità di utilizzare un tool

come quello in questione viene definita senza precedenti dal social network stesso e

molto probabilmente è così.

Tramite l’utilizzo di Causes ogni utente di Facebook può proporre una causa e

richiedere al proprio network di amicizie di sostenerla, non solo aderendovi, ma

anche tramite un supporto economico reale. Il social network definisce questa

possibilità come opportunità di attivismo egualitario. L’attivismo, secondo Facebook,

dovrebbe essere democratico e consentire a chiunque di generarlo e parteciparvi in

maniera semplice, ecco perché il social network ha deciso di rendere disponibili degli

strumenti che possano dare manforte a chiunque voglia proporre un cambiamento in

positivo. È possibile raccogliere denaro in maniera diretta attraverso il supporto di

cause delle charity americane e canadesi registrate che utilizzano il tool. La

donazione viene processata in maniera diretta attraverso la carta di credito. I risultati

sono conteggiati automaticamente e riportati sotto forma di statistiche all’interno

della pagina della causa.

Ecco alcune delle charity che utilizzano questa applicazione:

L’applicazione Causes dispone di un motore di ricerca che consente di rintracciare

cause specifiche. Inoltre, è possibile monitorare le cause alle quali si è aderito, vedere

quali sono quelle migliori secondo Facebook e creare una propria causa.

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Ecco come si presenta la pagina dell’applicazione:

Come possiamo vedere, sulla pagina delle cause ritenute migliori dal social network

viene messa in evidenza la chiusura di una competizione, chiaramente a scopo

benefico. La gara, intitolata “America’s Giving Challenge”, consiste nel premiare con

50 mila dollari la causa che ha ottenuto il maggior numero di donazioni in 30 giorni.

Le cause che secondo tale criterio si sono classificate al secondo e al terzo posto della

particolare classifica ricevono a loro volta 25 e 10 mila dollari. Oltre a questa

competizione mensile sono indette anche gare giornaliere che premiano a loro volta,

con somme di minor entità, le cause che hanno ottenuto più donazioni giornaliere.3

3 Per maggiori informazioni sul funzionamento di “America’s Giving Challenge” consultare la pagina http://www.causes.com/agc/help#after .

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Di seguito sono proposti alcuni esempi dell’utilizzo dell’applicazione Causes da parte

di charity statunitensi.

Save Darfur è una coalizione che raccoglie più di 180 charity statunitensi che cercano

di sensibilizzare gli Stati Uniti e i suoi rappresentati politici sul genocidio che investe

il Darfur chiedendo una risposta a questa emergenza umanitaria.

Nella pagina iniziale della causa vengono riportati sia il numero di sostenitori, sia la

cifra raccolta a sostegno di essa.

Oltre a mostrare quanti soldi sono stati raccolti a favore della causa, nella pagina

d’apertura dell’iniziativa sono mostrati anche dati più dettagliati che riportano le

donazioni di singoli con la cifra donata. Tale scelta di rendere pubbliche anche le

donazioni degli utenti può apparire in linea con l’utilizzo stesso del social network.

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Secondo Joe Green (uno dei fondatori di Berkeley California Based Causes che ha

raccolto 7 milioni di dollari su Facebook) “le persone diventano più altruiste quando

ottengono una ricompensa sociale per quel che han fatto. Questa ricompensa sarebbe

mostrare sul proprio profilo quanti volontari hai reclutato o quanto denaro sei riuscito

a raccogliere tramite la causa che hai proposto”.4

La sezione “membri” della pagina della causa mostra chi vi ha aderito e a quali altre

cause ha partecipato.

Interessante la presenza di una “Hall Of Fame” che propone una top list divisa per tre

categorie.

La pagina della causa propone anche una sezione denominata “impact” dove è

presente un grafico che mostra due tipi di andamenti: uno riguardante l’acquisizione

di membri da parte della causa, l’altro l’andamento delle donazioni.

Le charity che utilizzano Causes sono molte, ma va detto che questo strumento non

sempre è utile per la raccolta fondi più di quanto possano esserlo strumenti

tradizionali come ad esempio la posta, eventi dedicati o sollecitazioni postali per

avere contributi monetari.

Nei primi due anni d’utilizzo di questa applicazione solo una piccola percentuale

delle 179 mila charity che hanno utilizzato Causes è riuscita ad ottenere delle somme

4 The Washington Post “To Nonprofits Seeking Cash, Facebook App Isn't So Green”, by Kim Hart and Megan Greenwell, April 22, 2009. www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2009/04/21/AR2009042103786.html.

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di denaro. Stando alle statistiche riportate sul sito degli sviluppatori dell’applicazione

la media dei fondi raccolti per ogni charity è di poco più di 29 dollari.5

Nonostante il bacino di utenza sia potenzialmente molto esteso, i sostenitori di cause

che effettuano versamenti monetari sono poco più dell’1%.6

Questo non deve di certo scoraggiare l’utilizzo dell’applicazione in questione.

Tenendo conto di quanto fin qui considerato è probabile che un’applicazione come

Causes sia destinata ad avere successo nel tempo tramite un suo largo utilizzo

all’interno del social network.

5 Per riscontri statistici più precisi e aggiornati si consulti http://developers.facebook.com/cases/?causes. 6 The Washington Post “To Nonprofits Seeking Cash, Facebook App Isn't So Green”, by Kim Hart and Megan Greenwell, April 22, 2009. www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2009/04/21/AR2009042103786.html.

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Charity: Kiva

Website: www.kiva.org

Ciò che colpisce visitando il sito della charity statunitense è l’elevato numero di

partnership che questa ha stabilito con diverse aziende. Tra queste è presente anche

Facebook.

Cliccando sui diversi supporter viene spiegato più specificatamente in cosa consiste la

partnership.

La partnership tra social network e charity consiste nel rendere possibile il contatto

tra le centinaia di community che Kiva costruisce nel mondo, il tutto utilizzando le

applicazioni Causes e Beacon disponibili su Facebook. Nelle pagine precedenti è già

stato spiegato in cosa consiste Causes. Approfondiamo ora la conoscenza di Beacon.

Questo strumento fa parte del sistema pubblicitario di Facebook e permette a

contenuti esterni al sito di essere visualizzati sul social network come messaggi

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pubblicitari. Ciò che rende l’applicazione interessante è il fatto che la pubblicità possa

essere targettizzata a seconda delle proprie necessità.7 Questo fa sì che Kiva, tramite i

suoi utenti e fan e attraverso il proprio network di contatti, possa diffondere il proprio

operato.

Ecco come si presenta la pagina Facebook di Kiva:

La pagina Facebook di Kiva si apre sulle news dell’organizzazione. Sono interessanti

sia la possibilità di condividere con il proprio network la pagina di Kiva, sia

l’opportunità di sottoscrivere i Feed RSS.

Nel menu della pagina di Kiva sono presenti due voci che finora non abbiamo avuto

modo di incontrare, ovvero “Youtube”, “Twitter” e “Poll”.

La sezione “YouTube” utilizza l’omonima applicazione Facebook e contiene i video

che la charity ha caricato sul proprio canale.

La sezione “Twitter” collega il social site dedicato al microblogging con la pagina

Facebook della charity e nella sezione “Poll” è presente un breve questionario.

7 Per informazioni più dettagliate sul’applicazione consultare en.wikipedia.org/wiki/Facebook_Beacon.

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Kiva, oltre ad utilizzare l’applicazione Causes, usa anche un’applicazione proprietaria

intitolata con il nome stesso della charity.

Ecco come si presenta l’applicazione Kiva:

Tramite il suo utilizzo la charity si propone di offrire uno strumento a coloro che

fanno già parte della comunità Kiva e a coloro che ne vogliono far parte. Infatti,

attraverso l’uso dell’applicazione è possibile vedere i micro-prestiti effettuati dagli

utenti e far sì che i membri del proprio network possano venire a conoscenza

dell’opportunità di sostenere la charity, attraverso l’utilizzo dell’applicazione in

questione.

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Lʼutilità di Facebook per le organizzazioni non-profit Facebook, con i suoi 300 milioni di utenti, è diventato uno dei social media più

utilizzati al mondo. Migliaia di organizzazioni e aziende stanno usando Facebook per

trovare e rimanere in contatto con i propri supporter. Per il settore del non-profit

questo social network offre l’opportunità di promuovere la propria charity, e non

solo.

Il numero di utenti registrati deve far riflettere le charity sulle potenzialità di questo

strumento. Anche il ventaglio di possibilità prese in esame nelle pagine precedenti

meritano un’attenta riflessione da parte del mondo del non-profit.

La prima opportunità è quella di creare un network di contatti che consente di

condividere informazioni, immagini, video e news, il tutto senza possedere

conoscenze informatiche particolari. Tramite la pagina Facebook la charity può

aumentare il proprio auditorio e far crescere l’attenzione su temi importanti e

funzionali alla propria missione, il tutto a costo zero. L’interazione con i membri del

proprio network è diretta, loro possono scrivere sulla bacheca della charity e questa

può far sì che i propri aggiornamenti compaiano sulla bacheca dei propri fan.

Facebook può essere di grande utilità non solo per la sensibilizzazione ma anche per

soddisfare necessità impellenti che molte charity si trovano ad affrontare operando

spesso in situazioni difficili.

Grazie ad applicazioni su misura, o fornite dal social network stesso, è possibile

anche indire raccolte di fondi in maniera semplice e senza restrizioni.

È importante avere una pagina Facebook poiché la condivisione delle informazioni

non può che essere un aspetto fondamentale, e un valore aggiunto, per il mondo del

volontariato.

Grazie a strumenti come i social network si possono instaurare contatti con migliaia

di persone in maniera semplice, supportare lo scambio costruttivo di informazioni e

generare conoscenza e consapevolezza su temi spesso sfuggenti ai tradizionali mezzi

di comunicazione, aumentando così le chance per le donazioni on-line.

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Flickr Best Practice

Flickr Group Charity: The Nature Conservancy

Website: www.nature.org

Mission: Proteggere la natura, le terre e l’acqua per il pianeta e per le persone.

Al di sopra del footer del sito web istituzionale è presente il collegamento alla pagina

Flickr della charity.

La scelta di mettere in evidenza la presenza dell’organizzazione su Flickr tramite il

logo del sito di photo-sharing è ottima. Molte charity sono su Flickr ma nonostante

questo non ne fanno cenno sul sito istituzionale dell’organizzazione, perdendo così

una potenziale fetta di audience.

Page 57: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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Lo spazio di The Nature Conservancy sul sito di photo sharing è un gruppo.

(www.flickr.com/groups/thenatureconservancy)

I gruppi di Flickr possono essere considerati un sistema interessante di

partecipazione attiva e sociale. Infatti, con il gruppo, si istituisce un unico tema che

funge da soggetto dei singoli scatti fotografici. Chiunque può fondare un gruppo in

qualsiasi momento e gestirne i suoi contenuti. I livelli di privacy del gruppo sono

decisi dall’amministratore al momento della sua creazione e possono comunque

essere modificati in seguito.

I membri del gruppo di The Nature Conservancy sono più di 15 mila8. Solo chi è

iscritto può caricarvi fotografie.

Sulla pagina Flickr la charity spiega di cosa si occupa e invita chiunque abbia

fotografie naturalistiche o chiunque sia interessato al tema della salvaguardia

ambientale ad unirsi al gruppo.

8 Dato aggiornato al Dicembre, 2009.

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L’organizzazione attraverso l’utilizzo di Flickr ha anche bandito un concorso

fotografico chiamato “The Grand Prize Winner” che proclamerà il suo vincitore nel

Febbraio 2010.

Per l’organizzazione, le immagini caricate dagli utenti possono essere utilizzate per

raccontare le diverse facce dei luoghi dove The Natural Conservancy opera.

La charity suggerisce agli utenti quali tag utilizzare per indicizzare le fotografie

caricate.

Flickr Page Charity: Oxfam America

Website: www.oxfamamerica.org

Nella home page di Oxfam America sono presenti una serie di link per seguire

l’organizzazione attraverso canali di comunicazione diversi dal sito istituzionale, tra

cui Flickr.

Rendere disponibile sin dalla home page un collegamento diretto alla pagina Flickr

della charity è una buona scelta.

Page 59: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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Oxfam America utilizza un account PRO su Flickr:

Su una pagina Flickr solo l’intestatario dell’account può caricare fotografie le quali

sono organizzate principalmente in raccolte o set. Oxfam America le organizza in set,

una cartella dove le fotografie sono ordinate manualmente attorno a un tema

specifico. Per ogni set è solitamente presente un testo descrittivo che contestualizza

gli scatti presenti.

La charity non utilizza la sezione “Galleria” dove è possibile racchiudere 18 scatti

significativi (anche non proprietari) per l’intestatario dell’account.

Per un’organizzazione non-profit come Oxfam America, impegnata nel contrastare e

combattere le condizioni di povertà e ingiustizia diffuse nel mondo, avere uno spazio

di archiviazione delle immagini illimitato è molto utile. Flickr è un tool molto

utilizzato dalla charity e ciò è evidente sia per la quantità delle foto presenti che per la

loro organizzazione in set specifici.

Page 60: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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Il potere delle fotografie per un’organizzazione come Oxfam America è indubbio. Le

immagini sono un mezzo efficace per mostrare e creare consapevolezza sulle

condizioni di povertà e ingiustizia che affliggono parte della popolazione mondiale.

Charity: Lance Armstrong Foundation - LIVESTRONG

Website: www.livestrong.org

Mission: lotta ai tumori.

Nella sezione “Get Involved” si trova la sottovoce “Stay Connected” dove sono

presenti link a vari strumenti Web 2.0 utilizzati dalla charity, tra i quali Flickr. Nel

seguito è riportata una sezione della pagina citata.

Livestrong è presente su Flickr con un account PRO. Le immagini caricate sono

molte e ritraggono, nella maggior parte dei casi, i volontari impegnati in diverse

manifestazioni per la raccolta di fondi e la sensibilizzazione sulla lotta ai tumori.

Colpisce anche la frequenza degli aggiornamenti dello spazio Flickr della charity.

Infatti, si ha subito l’impressione che questo sia estremamente vivo e rinnovato

continuamente nei suoi contenuti.

Anche Livestrong non utilizza la “Galleria”.

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Di seguito uno screenshot della sezione “set” della pagina Flickr della charity:

I set presenti sono davvero molti. Questo sta a significare che la charity di Lance

Armstrong crede molto nella condivisione delle fotografie. Queste sono utilizzate

come testimonianza diretta del coinvolgimento dei diversi sostenitori della charity

nelle manifestazioni che la riguardano.

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Flickr – Raccolte Fotografiche Charity: Action Against Hunger

Website: www.actionagainsthunger.org

Mission: salvare vite attraverso la prevenzione, la ricerca e la cura della mal

nutrizione, specialmente durante e dopo le emergenze, come situazioni di conflitto,

guerre e disastri naturali.

Il sito di Action Against Hunger utilizza diversi strumenti Web 2.0, tra i quali Flickr.

Per trovare il collegamento al sito di photo sharing è necessario seguire il percorso

“Get Involved” > “Support Our Work” > “Social Networking”.

La charity sul proprio spazio Flickr utilizza le raccolte che sono dei contenitori di set.

Ecco come si presenta la sezione “Raccolte” dello spazio Flickr della charity:

Page 63: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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Attraverso l’organizzazione dei set la charity raccoglie e divide gli scatti in base al

continente di provenienza. Per ogni raccolta i set presenti sono divisi per nazione.

In pratica una raccolta non è altro che una cartella contenente delle sotto cartelle.

Anche Action Against Hunger non utilizza la sezione “galleria”.

Flickr Gallery La “gallery” non è una sezione molto utilizzata dalle charity. Probabilmente questo

deriva dal fatto che le organizzazioni non hanno capito appieno le potenzialità di

questa sezione Flickr. Infatti, attraverso la galleria personale è possibile racchiudere

18 tra scatti e video che sono ritenuti significativi dall’utente intestatario dell’account.

Una charity, attraverso questa galleria virtuale, potrebbe mettere in mostra ciò che

ritiene più importante per far capire meglio il proprio lavoro e il proprio modo di

vedere le cose.

Le immagini possono dire molto di più delle parole.

Flickr Geotagging Charity: Action Against Hunger

Website: www.actionagainsthunger.org

Action Against Hunger ci fornisce un ottimo esempio dell’utilizzo delle funzionalità

messe a disposizione da Flickr: il Geottagging. Questo strumento è utilizzato in

apertura dello spazio Flickr della charity.

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Cliccare su uno dei riferimenti presenti nella mappa porta all’ingrandimento di una

delle fotografie. Ogni fotografia, una volta selezionata, rimanda a una didascalia che

indica la zona della mappa a cui fa riferimento.

Oltre che dalla cartina, le immagini

possono essere selezionate direttamente

dalla striscia orizzontale contenente i vari

scatti.

Cliccando sull’immagine è possibile

visualizzarla in maniera più estesa e

leggere gli eventuali commenti legati alla

fotografia. Inoltre, è possibile visualizzare il set fotografico al quale appartiene lo

scatto.

Page 65: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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Flickr Photostream Charity: Greenpeace USA

Website: www.greenpeace.org/usa

Sul sito di Greenpeace si trova un utilizzo molto interessante di Flickr. Infatti, nella

sezione “photos” del sito è utilizzato il servizio di photo-streaming offerto da Flickr.

Tale servizio consiste nel far apparire sul proprio sito web le immagini caricate

sull’account Flickr sottoforma di galleria fotografica. Il sito di photo-streaming

fornisce all’utente il codice HTML da inserire nel proprio sito web per far comparire

le fotografie di Flickr. L’utilizzo di questo tool è in tipico stile Web 2.0. Infatti, le

foto sono su un server esterno rispetto al sito che le utilizza.

Tramite la funzionalità di visualizzazione delle immagini in streaming offerta da

Flickr è anche possibile far scegliere all’utente quale album fotografico visualizzare.

Page 66: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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Lʼutilità di Flickr per le organizzazioni non-profit Gli esempi precedentemente citati possono essere considerati delle best practice

nell’utilizzo di Flickr. Infatti, le charity citate fanno un buon uso degli strumenti

messi a disposizione dal sito di photo-sharing (tranne per quel che riguarda l’utilizzo

della sezione “gallery”). Utilizzare Flickr per caricare e condividere le proprie

fotografie è un ottima soluzione, sia dal punto di vista dell’archiviazione sia per

quanto riguarda le dinamiche di interazione che possono crearsi attraverso lo

strumento. Infatti, grazie alla funzione dei commenti, è possibile relazionarsi con gli

utenti su temi specifici e cari alla charity.

Inoltre l’opportunità di creare gruppi tematici consente la partecipazione attiva

dell’utenza, tramite il caricamento di scatti su un tema specifico.

Anche la funzionalità del geotagging è da ritenersi significativa per il mondo del non-

profit. Grazie a questa, è possibile trovare fotografie localizzate geograficamente,

magari vicino alle zone d’intervento della charity. Inoltre, grazie alla possibilità di

taggare le foto caricate, è possibile far sì che esse siano facilmente rintracciabili, sia

su Flickr che sul Web, rispetto alle foto caricate sul sito istituzionale.

Il sito di photo-sharing mette a disposizione anche strumenti che consentono di

alleggerire le pagine del proprio sito web. Ad esempio, grazie all’utilizzo di una

galleria di immagini in streaming da Flickr, è possibile rendere il processo di

navigazione più leggero sotto il punto di vista dei byte che devono essere caricati per

ogni pagina del sito.

Le charity americane si dimostrano preparate all’utilizzo di un canale comunicativo

come Flickr. Molte ne fanno uso non solo caricandovi le fotografie ma anche

alimentando discussioni che nascono a partire dagli scatti stessi.

Come già sottolineato nelle pagine precedenti, un’immagine può dire molto di più

delle parole. Uno strumento come Flickr può aiutare a raccontare il mondo con gli

occhi della charity e delle persone impegnate nelle attività caritatevoli, in modo serio

e impegnato. Il mondo del non-profit spesso non trova spazi per dire la sua e mostrare

il proprio punto di vista: il sito di photo-sharing è un’ottima opportunità per far

sentire la propria voce e far vedere con i propri occhi.

Page 67: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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Flickr stesso sembra essere consapevole delle proprie potenzialità per il settore del

non-profit e lo dimostra mettendo a disposizione delle charity 10.000 PRO account

annuali.

YouTube Best Practice

YouTube Videostream Gallery & Channel Charity: Greenpeace

Website: www.greenpeace.org/usa

Sin dalla home page del sito dell’associazione ecologista, è possibile individuare

l’utilizzo di video in streaming dal canale YouTube. Oltre a questo, come per gli altri

strumenti Web 2.0 fin qui analizzati, l’organizzazione rende disponibile il

collegamento al proprio canale YouTube direttamente in home page.

Page 68: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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La sezione “Videos” del sito dell’organizzazione ecologista propone una video

gallery i cui filmati sono caricati in streaming dal canale YouTube.

Ecco come si presenta il canale YouTube della charity ecologista:

Page 69: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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Come si può notare, il layout del canale e i caratteri verdi che titolano i video

presenti, richiamano i colori istituzionali dell’organizzazione. Il canale YouTube di

Greenpeace USA mantiene quindi una coerenza grafica che evita di generare

smarrimento nell’utente.

Nella pagina di apertura del canale YouTube di Greenpeace USA sono riportate le

informazioni biografiche della charity e alcune statistiche.

Per ogni filmato è presente una breve descrizione. Oltre a ciò, non mancano le

consuete funzioni di YouTube che permettono di commentare il filmato, di

aggiungerlo tra i preferiti, di condividerlo attraverso i più diffusi strumenti di social

networking, di aggiungerlo alla propria playlist (nel caso in cui si possieda un account

personale sul sito) e segnalarlo a YouTube nel caso in cui violasse le condizioni di

utilizzo del servizio.

Page 70: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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YouTube Videostream & Channel Charity: Oxfam America

Website: www.oxfamamerica.org

Il sito web di questa charity statunitense presenta in home page gli strumenti Web 2.0

tramite i quali rimanere in contatto con l’organizzazione. Tra questi non manca

YouTube.

I video presenti nella sezione dedicata del sito istituzionale sfruttano la visione in

streaming dei filmati dal canale YouTube di Oxfam America.

Di seguito uno screenshot della sezione “Video” del sito web:

Page 71: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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Il canale YouTube presenta un layout coerente con quello del sito web istituzionale.

Le caratteristiche non differiscono da quelle dei canali delle organizzazioni fin qui

prese in esame.

Nel header della pagina è presente il bottone “Join Now” che consente di registrarsi

alla newsletter dell’organizzazione tramite un collegamento alla pagina web del sito

istituzionale dedicata al sostegno economico.

Nella pagina iniziale del canale YouTube della charity è presente la bacheca dove

sono riportati i commenti degli utenti.

Page 72: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

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Charity: American Red Cross

Website: www.americanredcross.org

Sul sito istituzionale di American Red Cross i collegamenti ai social media utilizzati

dalla charity sono sponsorizzati in home page in modo evidente.

Il collegamento a YouTube, come del resto quello agli altri canali di comunicazione

esterni al sito, è messo bene in evidenza.

Alcuni siti web di charity statunitensi affidano il link al canale YouTube e ad altri

social media a button poco identificabili. Questa scelta è sbagliata poiché ciò che va

fornito all’utente è uno strumento che sia facilmente riconoscibile, anche da chi non

ha dimestichezza con i social site tipici di Internet 2.0.

American Red Cross fa capire sin dalla home page l’utilizzo di YouTube, non solo

tramite il social button dedicato, ma anche attraverso la presenza di un video

collegato in streaming con il canale della charity.

Page 73: Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

73

Vediamo ora come si presenta il canale YouTube dell’organizzazione:

Nelle sue funzionalità il canale della charity non differisce da quelli precedentemente

analizzati.

Va notato come l’header richiami quello del sito istituzionale. Infatti, la grafica dello

spazio YouTube è semplice ma allo stesso tempo efficace nel far riconoscere

all’utente un canale di comunicazione ufficiale di American Red Cross. Cliccando

sulla scritta “join us” presente nell’header l’utente viene collegato al sito web della

charity.

Una funzionalità interessante implementata da America Red Cross sul canale

YouTube è la possibilità di effettuare donazioni tramite il circuito Google Checkout.

Infatti, nella pagina iniziale dello spazio YouTube è presente il bottone di Google per

le donazioni.

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Charity: Concern Worldwide

Website: www.concernusa.org

Mission: operare nei paesi più poveri del mondo per sconfiggere le condizioni di

indigenza presenti.

La home page del sito istituzionale presenta in maniera evidente i collegamenti agli

strumenti Web 2.0 utilizzati. Navigando nel sito, la posizione di questi link cambia

variando da destra a sinistra ma i bottoni di collegamento rimangano sempre ben

visibili durante il processo di navigazione.

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Ecco come si presenta il canale YouTube della charity:

Ogni video presente sul canale di Concern Worldwide è accompagnato da una

descrizione e nella pagina iniziale del canale YouTube non mancano le informazioni

descrittive riguardanti la charity.

L’organizzazione mette a disposizione degli utenti del canale un link attraverso il

quale effettuare donazioni. Il collegamento porta alla sezione del sito web

istituzionale preposta alla raccolta fondi on-line. Oltre a questo collegamento, ne è

presente un altro che invita a iscriversi a un form presente sul sito web.

Nella lista degli iscritti al canale YouTube sono presenti utenti individuali,

organizzazioni e altre charity.

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Lʼutilità di YouTube per le organizzazioni non-profit YouTube è uno strumento che consente di vedere, caricare e condividere filmati. Tali

caratteristiche lo rendono un tool dalle elevate potenzialità per il mondo del non-

profit. Basti pensare a quanto costerebbe per una charity avere un proprio canale dove

trasmettere i propri video su un media di vecchia generazione come la televisione. I

costi sarebbero insostenibili per la maggior parte delle organizzazioni.

YouTube permette di raggiungere un auditorio dalle vaste dimensioni in maniera

economica (il sito è gratuito), relativamente semplice e veloce.

Ciò che si può fare con YouTube è riportare testimonianze dirette del lavoro della

charity, di quello che sta succedendo laddove sta operando, documentare in maniera

tangibile il proprio lavoro rendendo consapevole l’utenza di ciò che l’organizzazione

si trova ad affrontare, di come opera nei territori di riferimento, ecc. Tutto questo non

farà altro che aumentare le possibilità di coinvolgere direttamente le persone.

Gli strumenti forniti da YouTube consentono di generare conoscenza e

consapevolezza attorno ai temi cari alla charity.

Per creare conoscenza basta una macchina da ripresa qualunque, anche un telefono

cellulare. Per caricare il filmato è sufficiente una connessione internet. Gli strumenti

necessari per riportare testimonianze dirette sono pochi mentre i vantaggi che si

possono ottenere moltissimi e alla portata di tutti.

YouTube non è solo video. Come riportato nelle analisi precedenti, il canale diventa

una piattaforma per lo scambio di opinioni grazie alla funzionalità dei commenti.

Questa caratteristica non può che essere funzionale al mondo delle organizzazioni

non-profit. Inoltre è possibile inserire all’interno del canale un bottone per le

donazioni on-line.

YouTube è potenzialmente una vetrina che si affaccia su una piazza dove il numero

elevato di passaggi garantisce un ritorno sicuro dell’investimento fatto nel creare e

mantenere vivo il canale.