Democratica n. 297 del 20 novembre 2018 - Governo kamikaze · tempi, e le eventuali sanzioni...

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WWW.DEMOCRATICA.COM PAGINA 2 Caos economia Spread alle stelle, risparmi degli italiani in fumo, si moltiplicano gli allarmi. Ma il governo vuole portare il Paese a sbattere n. 297 martedì 20 novembre 2018 “La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini” (Leonardo Sciascia, 8/01/1921 - 20/11/1989) P urtroppo non era un’esagerazione giornalistica. Quella proposta esiste davvero: l’articolo 49, nei commi 1,2,3, prevede la terra in cambio del terzo figlio. L’articolo comincia proprio cosi: “al fine di favorire la crescita demografica... si riserva il 50% dei terreni demaniali (statali o locali) o incolti come definiti secondo le norme in vigore (quelle che prevedono le facilitazioni per i giovani che vogliono fare gli agricoltori e nell’ambito della così detta banca della terra), ai nuclei familiari con terzo figlio nato negli anni 2019, 2020, 2021”. Ma che c’entrano terzo figlio e terra in dono? L’EDITORIALE /2 Susanna Cenni SEGUE A PAGINA 4 PAGINA 4 PAGINA 3 Il giallo del sequestro dell’Aquarius e il clima avvelenato sulle Ong Pochi dubbi, i cittadini sono a favore delle grandi opere utili MEDITERRANEO SONDAGGIO SWG D omani la Commissione Europea si esprimerà sulla (probabile) procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Resta da capire le modalità, i tempi, e le eventuali sanzioni associate alla procedura. È possibile immaginare una ampia gamma di eventuali misure sanzionatorie, che potrebbero essere introdotte gradualmente sia nei tempi che nella intensità. La procedura di infrazione era attesa. I mercati sembravano aver già scontato la decisione e incorporata nei prezzi degli assets. Ma non è stato così. Oggi lo spread si è innalzato oltre i 330 punti base. Qualcosa sembra essere cambiato. Altri elementi possono spiegare la reazione negativa dei mercati. L’asta dei BTP Italia ieri non è andata bene: buona parte dei titoli non è stata collocata. Una crisi cercata e voluta dai gialloverdi L’EDITORIALE /1 Pier Carlo Padoan SEGUE A PAGINA 2 O ggi è la Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e l’adolescenza. Per non farla restare un semplice e inutile rituale, quest’anno vogliamo chiedervi di fare una cosa concreta che non costa nulla: firmare una petizione per dare un posto al nido a ogni bambina e a ogni bambino del nostro Paese. Quota 100 per gli asili, per investire sul futuro L’EDITORIALE /3 Paolo Siani - Mila Spicola SEGUE A PAGINA 6 Governo kamikaze

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PAGINA 2

Caos economia Spread alle stelle, risparmi degli italiani in fumo, si moltiplicano gli allarmi. Ma il governo vuole portare il Paese a sbattere

n. 297martedì

20 novembre2018

“La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini”(Leonardo Sciascia, 8/01/1921 - 20/11/1989)

Purtroppo non era un’esagerazione giornalistica. Quella proposta esiste davvero: l’articolo 49, nei commi 1,2,3,

prevede la terra in cambio del terzo figlio. L’articolo comincia proprio cosi: “al fine di favorire la crescita demografica... si riserva il 50% dei terreni demaniali (statali o locali) o incolti come definiti secondo le norme in vigore (quelle che prevedono le facilitazioni per i giovani che vogliono fare gli agricoltori e nell’ambito della così detta banca della terra), ai nuclei familiari con terzo figlio nato negli anni 2019, 2020, 2021”.

“Ma che c’entrano terzo figlio e terra in dono?

L’EDITORIALE /2

Susanna Cenni

SEGUE A PAGINA 4

PAGINA 4PAGINA 3

Il giallo del sequestro dell’Aquarius e il clima avvelenato sulle Ong

Pochi dubbi, i cittadini sono a favore delle grandi opere utili

MEDITERRANEOSONDAGGIO SWG

Domani la Commissione Europea si esprimerà sulla (probabile) procedura di infrazione nei confronti

dell’Italia. Resta da capire le modalità, i tempi, e le eventuali sanzioni associate alla procedura. È possibile immaginare una ampia gamma di eventuali misure sanzionatorie, che potrebbero essere introdotte gradualmente sia nei tempi che nella intensità.La procedura di infrazione era attesa. I mercati sembravano aver già scontato la decisione e incorporata nei prezzi degli assets. Ma non è stato così. Oggi lo spread si è innalzato oltre i 330 punti base. Qualcosa sembra essere cambiato.Altri elementi possono spiegare la reazione negativa dei mercati. L’asta dei BTP Italia ieri non è andata bene: buona parte dei titoli non è stata collocata.

“Una crisi cercatae voluta dai gialloverdi

L’EDITORIALE /1

Pier Carlo Padoan

SEGUE A PAGINA 2

Oggi è la Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e l’adolescenza. Per non farla restare un semplice

e inutile rituale, quest’anno vogliamo chiedervi di fare una cosa concreta che non costa nulla: firmare una petizione per dare un posto al nido a ogni bambina e a ogni bambino del nostro Paese.

“Quota 100 per gli asili,per investire sul futuro

L’EDITORIALE /3

Paolo Siani - Mila Spicola

SEGUE A PAGINA 6

Governokamikaze

2 martedì 20 novembre 2018

Spread alle stelle: risparmi dei cittadini sotto attacco

Più il governo tira dritto inseguen-do i suoi ideologismi politici, più lo spread s’infiamma. È un refrain che va avanti ormai da settimane, se non da mesi, che si consolida inevitabilmente a po-

che ore dalla nuova bocciatura della mano-vra da parte dell’Ue (prevista per domani).

Il verdetto della Commissione europea sarà infatti determinante per il futuro della nostra economia. Ne sono ben consapevoli gli investitori, che ieri hanno praticamente disertato l’asta dei Btp italiani. Forse un po’ meno i risparmiatori, che finora non hanno fatto sentire molto la loro voce.

Il punto è che non si tratta soltanto delle sanzioni che l’Italia sarà costretta a pagare, quanto piuttosto del clima di tensione (e di rottura definitiva) che si profila all’orizzonte fra governo e Ue.

L’esecutivo continua a non mostrare alcu-na volontà di tornare sui suoi passi nonostan-te gli innumerevoli richiami di Bruxelles; continua a mostrarsi indifferente davanti agli inviti di Mattarella su un dialogo più co-struttivo; e non presta minimamente atten-zione alle ansie delle autorevoli istituzioni, italiane e internazionali.

Inoltre l’Eurogruppo di ieri, criticando in maniera unanime la manovra italiana, ha messo in risalto un elemento di novità po-

litica che la maggioranza gialloverde finora non aveva preso in considerazione, ovvero l’isolamento del governo italiano anche dai Paesi che inizialmente considerava poten-ziali alleati nella lotta contro l’Ue.

Soli contro tutti, quindi. Ed è chiaro che in un clima del genere gli investitori interna-zionali comincino a disfarsi dei nostri titoli di Stato. In mattinata, a inizio seduta, il dif-ferenziale con il bund tedesco ha superato la ragguardevole soglia dei 330 punti base con-tinuando la sua inesorabile cavalcata verso la preoccupante quota 400. È la semplice lo-gica dei mercati: perché infatti avere tra le mani qualcosa che rischia di perdere quasi completamente il suo valore (soprattutto con la spaventosa ipotesi di uscita dalla mo-neta unica)?

Ma ciò che preoccupa di più è soprattut-to l’indifferenza della maggioranza di fronte all’incedere della crisi finanziaria. In que-sto senso è arrivato stamani un monito da Confindustria: “Quando sentiamo ‘che ce ne frega dello spread’ - ha avvertito il presiden-te Vincenzo Boccia - capiamo che dobbiamo contribuire ad alfabetizzare la politica”.

E preoccupa l’allarme dell’Abi che denun-cia un aumento dei tassi dei mutui legato alla crescita dello spread.

Quindi, se davvero i gialloverdi volessero rispettare il loro slogan “prima gli italiani”, dovrebbero tenere bene in mente che con lo spread alle stelle i primi a rimetterci sareb-bero proprio gli italiani.

Economia

Stefano Minnucci CONDIVIDI SU

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Una crisi cercata e voluta dai gialloverdi

Un risultato che non si vedeva da anni sul mercato dei titoli di stato italiani, segno che il nervosismo dei mercati nei

confronti della situazione italiana sta aumentando.

Il livello di conflittualità tra Gover-no e Commissione sta crescendo. Vero, il Governo ha recentemente proposto alcune novità nell’ambito della poli-tica di bilancio, ma non tali da poter far cambiare idea alla Commissione. Rimane una stima di crescita da tutti ritenuta irrealistica. Rimane quindi il dubbio sulla effettiva dimensione dello squilibrio di bilancio, che sareb-be ampliato da una crescita più bassa. Il governo propone due correttivi. Un meccanismo automatico di correzione della spesa qualora il deficit crescesse troppo. Una operazione di privatizza-zioni e vendite immobiliari per 18 mi-liardi di euro (un punto percentuale di Pil).

Il primo strumento, i tagli di spesa, ha una forte caratteristica prociclica. Rischia di comprimere la crescita ul-teriormente, finendo per peggiorare il quadro di finanza pubblica. Il secondo strumento è a dir poco irrealistico vi-sta la effettiva difficoltà a valorizzare il patrimonio immobiliare verificata in passato. E vista anche la contraddi-zione con i numerosi annunci del go-verno gialloverde (ma soprattutto dal lato cinquestelle) di non voler toccare “i gioielli della corona”.

I passi più recenti del Governo sem-brano quindi smentire nei fatti la di-chiarata volontà di proseguire nel dialogo. Ma anche nel dialogo ci sono apparenti cambiamenti. Il linguaggio del ministro Tria nei confronti dell‘Eu-ropa è venuto assumendo toni sempre più omogenei alla linea sovranista di altri membri del governo, togliendo argomenti a quanti fin qui avevano individuato nel ministro una posizio-ne dialogante (appunto).

La domanda che ci dobbiamo por-re, e che molti si stanno ponendo, è: Come si può andare avanti cosi? Nei prossimi mesi ci dobbiamo aspettare un inasprimento delle conflittualità con l’Europa? Ma soprattutto quando e come si potrà verificare una perdi-ta di controllo della situazione, e di conseguenza, quando e come si potrà verificare un vero e proprio shock fi-nanziario, confezionato in casa? Cosa pensa di fare il Governo in caso di shock? Siamo di nuovo di fronte allo spettro del Piano B? Un piano B che sarebbe cercato e non semplicemente imposto dagli eventi.

La linea suicida del governo sta portando l’Italia a sbattere contro un muro

Pier Carlo PadoanSegue dalla prima

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La metamorfosi di Tria, da tecnico a sovranista

Doveva essere il tutore dei conti pub-blici, un ministro che ricordasse in qualche modo una figura come quel-la di Carlo Azeglio Ciampi. Una per-

sonalità che avrebbe tutelato il nostro Paese da pericolosi attacchi speculativi. Invece il mi-nistro Tria, giorno dopo giorno, si sta sempre più salvinizzando, assumendo i tratti di un ag-guerrito sovranista. La prima metamorfosi è venuta fuori quando ha ceduto il passo al duo gialloverde sul rapporto deficit/Pil: promise di non superare il 2%, oggi dice di non voler scendere sotto il 2,4%.

Tria ha provato inutilmente a far leva sul-la diplomazia, provando a convincere i suoi colleghi dell’Eurogruppo. Ma la sua imposta-zione è rimasta rigida e di rottura, soprattutto nel momento in cui ha dichiarato che i nume-ri della manovra rimarranno gli stessi.

Un approccio che è piaciuto molto al duo gialloverde, tanto che uno dei due sovranisti, il vicepremier Di Maio, è arrivato perfino ad elogiarlo pubblicamente: “Veramente devo fare i complimenti al ministro Tria - ha detto - che sta combattendo come un leone”. (S.M.)

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3 martedì 20 novembre 2018

Gli italiani dicono sì alle grandi opere

Evidentemente la piazza di Torino, che tanto ha fatto parlare di sé, non è un unicum, anzi. Secondo l’ultima indagine di Swg, il 54 per cento degli italiani è favorevole alla Tav, con un 22 per cento di

contrari e un 24 per cento di indecisi.L’istituto triestino ha raccolto anche indicazioni importanti su quali

siano le preferenze in termini di infrastrutture necessarie per il Paese: con due possibilità di risposta a testa, il 60 per cento ritiene che la prima cosa su cui investire sia la fibra ottica, per superare il digital

divide che ancora colpisce una fetta troppo grande della popolazione; il 46 per cento pensa che i lavori di modernizzazione debba riguardare la rete ferroviaria, il 36 per cento quella autostradale, il 29 per cento gli aeroporti.

Infine, il 62 per cento dei cittadini ritengono che le grandi opere debbano essere “realizzate se davvero utili per i cittadini e a basso impatto ambientale”, il 24 per cento pensano che “debbano essere fatte comunque” perché “lo sviluppo economico e i servizi per i cittadini sono una priorità assoluta”. Solo il 14 per cento ritiene a priori che le grandi opere vadano “evitate”, dato che “il paesaggio nel nostro Paese è già stato troppo cementificato e deturpato”.

Democratica

Cittadini favorevoli alla Tav. Chiedono infrastrutture efficienti, utili e a basso impatto ambientale

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Sondaggio Swg

Agli italiani non piace lo stopalla realizzazione del progetto

Fibra ottica e ferroviele infrastrutture su cui investire

Devono essere utilie a basso impatto ambientale

Secondo lei, l’ipotesi di bloccare la TAV Torino-Lione, è molto, abbastanza, poco o perniente giusta?

Lei ritiene molto, abbastanza, poco o per niente necessario un intervento straordinarioper affrontare i problemi dei cambi climatici?

Le infrastrutture sono sia un fattore di sviluppo economico sia uno strumento perconnettere i territori. Le grandi opere pubbliche hanno però anche un certo impatto dal punto di vista ambientale. Secondo lei le grandi opere pubbliche andrebbero...

NOTA INFORMATIVA: valori espressi in %. Dati Archivio SWG. Date di esecuzione: 7-9 novembre 2018. Metodo di rilevazione: sondaggio CATI-CAMI-CAWI su un campione rappresentativo nazionale di 1.000 soggetti maggiorenni.

NOTA INFORMATIVA: valori espressi in %. Somma delle risposte consentite. Dati Archivio SWG. Date di esecuzione: 7-9 novembre 2018. Metodo di rilevazione: sondaggio CATI-CAMI-CAWI su un campione rappresentativo nazionale di 1.000 soggetti maggiorenni.

NOTA INFORMATIVA: valori espressi in %. Dati Archivio SWG. Date di esecuzione: 31 ottobre-5 novembre2018. Metodo di rilevazione: sondaggio CATI-CAMI-CAWI su un campione rappresentativo nazionale di 1.000 soggetti maggiorenni.

TAV FUTURO DEL PAESE INFRASTRUTTURE

Appendino non sa più che fare, sulla Tav cede ai ricatti dei “suoi” consiglieri

La questione settentrionale Così il Nord produttivo volta le spalle al governo

La stessa onda che ha con-tribuito a farla eleggere a sorpresa, ormai due anni e mezzo fa, oggi ri-

schia di travolgerla. Succede così quando costruisci il tuo consenso sulla propaganda fine a se stessa, lisciando il pelo ai contestatori di professione, che non hanno alcu-na soluzione per il Paese, se non, nel migliore dei casi, una visione utopica di un mondo che non è mai esistito, e, nel peggiore ma ahinoi più comune, l’unico obiet-tivo di distruggere alla radice ogni possibilità di sviluppo.

E quindi Chiara Appendino, completamente in balia degli eventi, è ora sotto ricatto dei suoi stessi consiglieri comunali, che l’hanno sostanzialmente obbliga-ta a delegare il vicesindaco di To-rino Guido Montanari a parteci-

pare alla manifestazione No Tav in programma il prossimo 8 di-cembre. Quella che, nelle inten-zioni degli organizzatori, dovreb-be essere la risposta alla piazza torinese pro-Tav dello scorso 10 novembre.

In principio la sindaca ave-va garantito che non ci sarebbe stato il gonfalone del Comune in piazza con i manifestanti, ma poi ha dovuto cedere alle pressioni. E così Montanari sfilerà con la fascia tricolore, simbolo di tutta la città, che prende una posizio-ne di parte. L’aspetto peggiore di una vicenda già triste di per sé, è che si dice che la Appendino non parteciperà non tanto per senso di responsabilità istituzionale, quanto più per evitare le conte-stazioni dei militanti No Tav. E’ la chiusura del cerchio. E, come si augurano molti torinesi, anche del breve ciclo grillino alla guida della città.

La questione settentriona-le sta esplodendo nelle mani del governo, della Lega in particolare. E’

quanto fotografa, oggi, la bella inchiesta di Repubblica firmata da Roberto Rho, che testimonia come, sempre chi ci sia mai stata, la luna di miele tra gli imprendi-tori del Nord e l’esecutivo gial-lo-verde sia terminata (e male) con ampio anticipo.

Sono tanti, troppi, i fattori che, per dirla con le parole di Carlo Bonomi, leader di Assolombar-da, fanno “intravvedere la volon-tà di affossare il Nord”. Che per un partito nato con istanze for-temente settentionaliste come la Lega sarebbe una contraddizio-ne in essere.

“Se in Consiglio dei ministri sono appassionati di poker o

blackjack - dice a Roberto Rho il proprietario di un’azienda della Valcamonica - vadano a giocare al casinò, non sulla pelle delle aziende”. L’insofferenza, nei ter-ritori dove il settore manifattu-riero non ha nulla da invidiare alla Germania, cresce di ora in ora. Il decreto dignità di Di Maio sta cominciando a fare danni, la congiuntura è grigia e le aziende, in crescita da tre anni, sono ora in frenata.

L’incertezza che si respira in Italia, i rapporti con l’Europa, i rischi sui costi e l’agibilità del settore bancario, il lavoro e le politiche sociali, gli stimoli agli investimenti privati, le politiche fiscali. La somma di tutto que-sto, con l’aggravante dello stop alle infrastrutture e la scompar-sa di ogni ipotesi di cuneo fiscale - conclude l’inchiesta di Repub-blica - è il senso della questione settentrionale.

Stefano Cagelli S.C.CONDIVIDI SU CONDIVIDI SU

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INDUSTRIALI LUNA DI MIELE FINITA

4 martedì 20 novembre 2018

Il giallo del sequestro dell’Aquarius e il clima avvelenato sulle Ong

La procura della Repubblica di Ca-tania mette sotto inchiesta la ong Medici Senza Frontiere con l’ac-cusa di “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti” e subi-to la questione migranti torna ad

essere occasione di propaganda politica da parte di Salvini. L’indagine ha fatto scattare il sequestro preventivo della nave Aquarius (attualmente nel porto di Marsiglia) e di 460 mila euro nei conti correnti di Msf. Si tratte-rebbe di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, scaricati in maniera indiffe-renziata nei porti italiani come se fossero ri-fiuti urbani: in pratica i vestiti dei migranti soccorsi, gli scarti alimentari e i rifiuti delle attività mediche di Msf.

Fin qui le accuse, mossa da una procura non nuova a porre sotto particolare atten-zione le attività delle ong. Senza attendere il giudizio definitivo dei tribunali, il solito Sal-vini si è avventato contro Msf: “Ho fatto bene – scrive su twitter - a bloccare le navi delle Ong, ho fermato non solo il traffico di immi-grati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti”.

Immediata la reazione di Medici Senza Frontiere che, in una nota, “condanna con

forza la decisione delle autorità giudiziarie italiane”, “una misura sproporzionata e stru-mentale – evidenzia Msf - tesa a criminalizza-re per l’ennesima volta l’azione medico-uma-nitaria in mare”.

“Tutte le nostre operazioni in porto, com-presa la gestione dei rifiuti - puntualizza Kar-line Kleijer, responsabile delle emergenze per MSF - hanno sempre seguito procedure standard”.

Anche il presidente del Pd Matteo Orfini rimarca il rischio che tutto si risolva in una operazione anti-ong: “Qualcuno alla procu-ra di Catania – scrive - sembra aver deciso

che le ong sono un pericolo per la sicurezza del paese. E quindi le si accusa di qualunque cosa. Poi tutto viene archiviato, ma il danno è fatto. Resto dell’idea che chi lotta per salvare vite umane vada ringraziato”.

Su Facebook, il senatore Pd Franco Mira-belli, evidenzia come “gettare materiale sa-nitario usato per curare le persone salvate dal mare è un errore e un reato. Ma dare a questa vicenda una visibilità e una attenzio-ne raramente riservata a chi traffica rifiuti di ogni tipo via mare e via terra è davvero in-comprensibile”.

Migranti e politiche sociali

Giovanni Belfiori CONDIVIDI SU

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La procura di Catania indaga Medici Senza Frontiere e Salvini parte con la propaganda

Ma che c’entrano terzo figlio e terra in dono?

Quindi metà del patrimonio demaniale assegnabile per favorire l’imprendito-ria giovanile in agricoltura, o tramite vendita o tramite affitto, verrebbe inve-

ce assegnato gratuitamente ai nuclei familiari che vivono o forse decidono di andare a vivere in ambito rurale per non meno di 20 anni.

La stessa assegnazione a titolo gratuito av-verrebbe nei confronti di società costituite da giovani agricoltori qualora, la stessa società riservasse il 30% della quota societaria ai pro-lifici nuclei famigliari in oggetto. Ai medesimi nuclei verrebbe dato, a tasso zero, un mutuo fino a 200000 euro per l’acquisto della prima casa nei pressi del terreno.

Ecco. La mia prima domanda sincera è: per-ché?

Ci sono temi serissimi che riguardano le aree rurali, interne e montane come la cresci-ta demografica o anche le questioni legate ai servizi. Lavorare la terra in aree in cui i servizi sono pochi, dove mancano i trasporti, gli uffi-ci postali e le banche sono lontani o non c’è la banda larga è faticoso. Le terre abbandonate, come vediamo anche in queste settimane, si-gnificano anche mancanza di cura e si trasfor-mano in tragedie davanti a fenomeni meteoro-logici sempre più violenti. Non c’è dubbio che bisogna pensare a strumenti per far tornare o per far trasferire le persone a vivere in queste

aree. È importante supportare uomini, donne e famiglie che restano o che scelgono di torna-re a coltivare la terra.

Cosi come sono serie le difficoltà dei giova-ni che decidono di iniziare una nuova attività agricola. Servono credito, macchinari, mer-cati, semplificazione. Anche per questo sono state attivate delle misure per provare a in-centivare, aiutare e sostenere. Lo hanno fatto differenti governi, lo hanno fatto Regioni con norme anche importati, come la Toscana e il Piemonte.

Ma cosa diavolo c’entrano il terzo figlio e la terra in dono? Perché mettere in relazione queste due dimensioni, quella che ci racconta-no alcuni documentari dell’Istituto Luce della vita nelle campagne prima della guerra? Le donne in quelle aree non stavano benissimo ed erano per lo più destinate a fare figli, tanti e possibilmente maschi, perché nelle campagne servivano braccia. È la storia di buona parte del nostro Paese, fatta di fatica e di stenti. Fate-vi un approfondimento normativo sui concetti di agricoltura familiare e di agricoltura con-tadina Fatevi un approfondimento anche sul concetto di sviluppo rurale e scoprirete che in questi anni, forse anche qualche decennio, con le risorse dello sviluppo rurale sono state fatte cose molto importanti nelle aree più complica-te. Certo non è mai abbastanza e si può sempre migliorare.

Parlateci con i giovani che hanno deciso di restare o di tornare, magari a ricostruire mu-retti distrutti e coltivare olivi, seminativi, alle-

vare capi che si stavano estinguendo, recupe-rando biodiversità. Io stessa ho avuto modo di ascoltare molte di queste storie anche poche settimane fa a Pontremoli.

E con le donne in agricoltura ci avete parla-to? Quelle donne che qualche volta hanno le unghie rovinate, ma sappiatelo, spesso hanno una laurea o anche due e quel lavoro lo hanno scelto ostinatamente, spesso arrampicandosi tra mille difficoltà.

Vi racconteranno della fatica, dei problemi, della rabbia per la burocrazia, per la rete che non va e rende più difficile tutto. Ma vi raccon-teranno anche di come sono riuscite nelle loro imprese, del perché fanno biologico, di come provano a fare rete e del significato che ha per loro l’agricoltura sociale.

Ci sarebbero moltissime cose da fare anco-ra. Molte. Su alcune ci stiamo anche lavorando in piccole proposte di legge.

E invece, avete pensato al terzo figlio in cambio della terra. Che idea di società e anche di sviluppo rurale avete in quel Governo? Che idea delle donne? Quella del Senatore Pillon o del Ministro Fontana?

Noi intanto cosa si può fare ve lo abbiamo scritto in un emendamento che prova a can-cellare questa vergogna ed a mettere in fila ciò che servirebbe davvero. Molte altre cose ve le stanno dicendo le donne italiane. Ve lo hanno detto riempiendo le piazze del Paese contro il ddl Pillon e ve lo ripeteranno in tante attraver-sando Roma il 24 novembre.

Susanna CenniSegue dalla prima

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5 martedì 20 novembre 2018

Congresso Pd: la settimana prossima la data delle primarieMaddalena Carlino CONDIVIDI SU

Il primo passo formale sulla strada che porterà il Parti-to Democratico ad avere una nuova guida è stato

compiuto. Oggi la commissione congresso si è insediata eleg-gendo il proprio presidente. Gianni Dal Moro sarà a capo del gruppo che proporrà il regola-mento che dovrà poi essere ra-tificato dalla Direzione Pd. “La-voreremo a tamburo battente”, ha promesso Dal Moro spiegan-do che la prossima riunione è già stata fissata per giovedì e che c’è in programma di rive-dersi anche a ritmo quotidiano. L’obiettivo della Commissione è quello di arrivare a definire il regolamento delle primarie ai primi giorni della prossima settimana.

La commissione dovrà fissa-re regole, tempi e modi che l’as-sise dem dovrà assumere per proseguire nel percorso con-gressuale. Martedì, infatti, o al più tardi mercoledì dovrebbe tenersi la Direzione nazionale che darà il via formale alle re-gole del Congresso. Nella riu-nione di oggi della Commissio-ne non si è fatto cenno alla data delle primarie nazionali: “E’ la conseguenza di tutto il resto, non il principio”, ha spiegato Dal Moro. Tra i temi toccati al Nazareno, le date dei congressi locali, il tesseramento, il tetto di spesa per i candidati.

Sicuramente la commissione dovrà valutare i suggerimenti che i candidati hanno espresso. Da Nicola Zingaretti che chiede di abolire i 2 euro per votare alle primarie a Marco Minni-ti che vorrebbe che nella sede del Pd ogni candidato abbia una propria stanza, affinché il Nazareno sia una casa comune per tutti. Poi c’è Matteo Richet-ti che vorrebbe che il tessera-mento fosse fatto on line per una questione di trasparenza.

Tra le proposte spicca quel-la che arriva dall’ex ministra Valeria Fedeli: “Se nessuno ot-tiene il 51%, il segretario del Pd sia comunque chi ha preso più voti dagli elettori delle pri-marie. Solo così superiamo il rischio correntismo in assem-blea” è la proposta che la sena-trice renziana ha lanciato via twitter, dopo essersi schierata con Marco Minniti.

Intanto continua il posiziona-mento di deputati, senatori, ex membri del governo e ammini-stratori a sostegno dei diversi candidati. Finora ad attrarre maggior interesse sono stati Zingaretti e Minniti, ma ancora non è stata ufficializzata la can-didatura di Martina che potreb-be cambiare gli equilibri del confronto, rendendo più diffici-le per uno dei due raggiungere il 50% dei voti ai gazebo.

Verso il

Congresso

“Il PD deve essere un partito

#aporteaperte, una rete di

persone libere. C’è

tanta gente da ascoltare, facciamolo insieme

per strada ogni giorno. Apriamo il tesseramento on line e saremo

ancora il partito di tutti”.

“L’economia giusta è una nuova missione da dare al Pd. Condividiamo e sosteniamo la proposta dell’Asvis di

inserire il principio dello sviluppo sostenibile nella Costituzione, così come hanno fatto il Belgio, la Francia, la Norvegia e la Svizzera”.

Francesco Boccia

Matteo Richetti

Nicola Zingaretti

“Esplode lo #spread, aumenta il debito. E così, gli unici a pagare l’incapacità Lega-5stelle

sono gli italiani. A rischio non c’è il reddito di cittadinanza o la flat tax. Ma stipendi, pensioni e risparmi delle famiglie”

La voce dei candidati

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6 martedì 20 novembre 2018

“Quota100xgliAsili”: un posto al nido per tutte le bam-bine e per tutti i bambini, perché, se un Paese ha in-tenzione di contribuire allo sviluppo umano della sua

popolazione e offrire migliori opportunità ai cittadini del futuro, dovrebbe desti-nare una buona parte di risorse proprio ai primi anni di vita dei bambini e pre-cisamente ai primi mille giorni.

Tra i tanti investimenti che un Paese può fare per migliorare le condizioni di vita dei suoi cittadini negli anni a venire, quello nell’educazione dei più piccoli è certamen-te il più strategico. Nella passata legislatura è stata varata una legge che stabilisce che il sistema dei servizi integrati per l’infanzia da zero a sei anni non venga più visto come un servizio sociale ma come parte integrante del percorso educativo, di cui costituisce il primo fondamentale tassello (D.Lgs. N° 65/17 sul “Si-stema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni” a norma dell’art. 1 commi 180 e 181 lettera e) della legge n° 107/15). A questo sistema sono state attribuite nuove risorse, che devono essere confermate e rafforzate. Nello stesso tempo, è necessario stabilire livelli essenziali di prestazione vali-di su tutto il territorio nazionale, definiti sul

fabbisogno delle singole regioni, destinandovi risorse adeguate e conseguenti, nonché defi-nire delle aree a priorità educativa nelle zone marginali del Paese, investendovi in modo mirato e diretto risorse nazionali e comuni-tarie destinate all’infanzia. Purtroppo, ana-lizzando il testo della Legge di Bilancio 2019, sono stati cancellati i bonus per il nido. L’unico intervento in favore del-le famiglie è quello introdotto al fine di favorire lo svilup-po socioeconomico delle aree rurali, il cosiddetto bonus terzo figlio. Tolto questo provvedimento, nonostante il tema dei nidi fosse uno dei punti del contratto di Governo firmato da Lega e M5S, non viene fatta menzione di altre misure per incenti-vare le nascite, sempre più in calo nel nostro Paese (nel 2017 abbiamo raggiunto il record negati-vo di 7,6 nascite ogni 1.000 abitanti). Eppure il nido non è solo un sostegno alle coppie che lavorano, ma è soprattutto una forma di “in-vestimento” sui bambini che può fornire delle carte in più a chi ha meno mezzi. È anche per questo che nel 2010 l’Europa si è data come obiettivo quello di far raggiungere agli Stati membri un’assistenza all’infanzia per almeno il 90% dei bambini tra i 3 e i 6 anni e il 33% per quelli da 0 a 3. In questo lasso di tempo l’Italia

ha fatto passi notevoli: ha superato il primo obiettivo, ma è molto lontana dal raggiungere il secondo. Siamo colpevolmente indietro in questo settore: l’offerta degli asili nel nostro Paese è insufficiente e diseguale. Gli utenti dei nidi pubblici hanno raggiunto il 12-14% in media negli ultimi anni, ma se nelle aree del Nord si supera anche il 25%, regioni come Puglia, Calabria, Sicilia e Campania non rag-giungono nemmeno l’obiettivo minimo con una copertura del 6%. Questa forte disparità riflette anche le differenze di sviluppo territo-riale e al contempo può esserne una causa. La frequenza al nido rappresenta uno degli stru-menti più efficaci nella lotta contro la povertà educativa e contro le diseguaglianze che da quella povertà hanno origine. Il premio Nobel per l’Economia James Heckman lo ha dimo-strato chiaramente, in particolare riferendosi all’infanzia più svantaggiata, quella cioè che vive in un contesto familiare o territoriale

pe-nalizzante. Se dovessi sforare il pat-to con l’Europa lo farei investendo

risorse sugli asili nido perché è certo che un asilo nido rende

più di un bond. Ferma restando l’impor-

tanza fondamentale della famiglia nello sviluppo del bambino, molte ri-cerche mostrano come la frequenza dei servizi per l’infanzia produca un

effetto positivo sulle com-petenze cognitive e sui ri-

sultati scolastici, in particolar per i bambini di famiglie con si-

tuazioni di svantaggio e che, quindi, beneficiano di minori risorse in ambito fami-liare. Uno studio condotto in Italia utilizzando dati sui test Invalsi ha stimato che l’aumento dell’1% nel numero di posti negli asili nido pubblici accresce dello 0,85% (una deviazione standard) i risultati nei test in italiano nella seconda classe primaria, e aumenta dell’1,3% la probabilità che la madre lavori.

Urge intervenire subito. Prima che sia dav-vero tardi.

Quota 100 per gli asili per investire sul futuro

Paolo Siani Mila SpicolaSegue dalla prima

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Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e l’adolescenza

Siamo colpevolmente

indietro sull’offerta degli asili nido:

insufficiente e diseguale

Firmare una petizione per dare un posto al nido a ogni bambina e a ogni bambino del nostro Paese

7 martedì 20 novembre 2018

In redazioneCarla Attianese, Patrizio Bagazzini,Stefano Cagelli, Maddalena Carlino, Roberto Corvesi, Francesco Gerace,Stefano Minnucci, Agnese Rapicetta

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