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LA GRANDE GUERRA AEREA E NSVALE DEL 1930 KEL PACIFICO. (Previsioni d'un critico navale ameri,cano). E. Delage da resoconto nella << Revue Maritime » X. 81 di an volume dell'americano EI. C. Bywater critico ilavale gih noto per un altro precedente libro sul problema del Pacifico. I1 libro attuale intito- lato : La grande guerra del Pacifico, 5, sotto molti aspetti, un'opera d'immaginazione romanzesca, ma fondata su dati molto precisi e su una conoscenza profonda tanto delle marine giapponese ed americana ehe della marina in generale. Le nuove armi, come l'aviazione, h a n n ~ , nella visione di questa giierra un posto di estrema importanza, mentre gli attuali tipi di navi di superficie e di sottomarini vi si trovano stranamente trasformati. Ecco conie, secondo il Bywater, nel 1930 potrebbe scoppiare i'ra Stati I-niti e Giappone una giierra. DICHIUAZIONE D1 GiTERRA E IMBOTTIGLIAMENTO DEL CANALE D1 PANAMA. - IJn incidente fortuito porce nel 1930 al governo giappo- iiese il destro per dichiarare ia guerra, la quale comincia con l'imbot- tigliameiito del canale di Panania per mezzo d'uiia nale riiercantile giappoiieie carjra c1'esl)losiro. niaiiclata acl e\l)lodere iiel caiiale stesso. Per gli Statj 1-iiiti. questo ir,il)otti<rliaiiieiito del Caiiale di Panama equiralera ad uiia rera cataytrofe. Tuttal-ia. la maggior parte della loro flotta si trovava gih nel Pacifico, ma noii poteva essere raggiunta da1 rimanente ehe con una crociera di 20.000 K m al di 12 del Capa Horn. Per tutta la durata delle riparazioni del Canale, fu appunto questa rotta ehe dovettero seguire, in iin viaggio di oltre due mesi, gli approvvigionamenti, i combustihili e ie munizioni inviate aIle forze navali del Pacifico. Gli Americani possedevano nci paraggi dell'Rstremo Oriente una flotta composta di incrociatori antiquati, di uiia piccola ilare porta- velivoli. di dieci cacciatorpedi~ie~e, tre iiavi affondamiiie, dodici sot- tomarini e un certo numero di navi aiisiliarie. Essa aveva ricevuto l'or- dine di ripiegare immediatamente su ilianilla, ove doveva attendere i rinforzi americani ehe non potevano arrivare prima di tre settimane almeno. I Giapponesi decisero di regolare suhito la sorte di yuesta squadra americana del Pacifico la quale avera ripieeato sii Manilla. I1 vice am- miraglio Hiraga ricevette l'ordine di portarsi alle Filippine alla testa d'una flotta composta di 3 incrociatori cli hattaglia: il Kongo, 1'Hiyei e il KirzShillto, di sei incrociatori leggeri, cli rentiyuattro cacciatorpe-

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LA GRANDE GUERRA

AEREA E NSVALE DEL 1930 KEL PACIFICO.

(Previsioni d'un critico navale ameri,cano).

E. Delage da resoconto nella << Revue Maritime » X. 81 di an volume dell'americano EI. C. Bywater critico ilavale gih noto per un altro precedente libro sul problema del Pacifico. I1 libro attuale intito- lato : L a grande guerra del Pacifico, 5, sotto molti aspetti, un'opera d'immaginazione romanzesca, ma fondata su dati molto precisi e su una conoscenza profonda tanto delle marine giapponese ed americana ehe della marina in generale. Le nuove armi, come l'aviazione, h a n n ~ , nella visione di questa giierra un posto di estrema importanza, mentre gli attuali tipi di navi di superficie e di sottomarini vi si trovano stranamente trasformati. Ecco conie, secondo il Bywater, nel 1930 potrebbe scoppiare i'ra Stati I-niti e Giappone una giierra.

DICHIUAZIONE D1 GiTERRA E IMBOTTIGLIAMENTO DEL CANALE D1

PANAMA. - IJn incidente fortuito porce nel 1930 al governo giappo- iiese il destro per dichiarare ia guerra, la quale comincia con l'imbot- tigliameiito del canale di Panania per mezzo d'uiia na le riiercantile giappoiieie carjra c1'esl)losiro. niaiiclata acl e\l)lodere iiel caiiale stesso.

Per gli Statj 1-iiiti. questo ir,il)otti<rliaiiieiito del Caiiale di Panama equiralera ad uiia rera cataytrofe. Tuttal-ia. la maggior parte della loro flotta si trovava gih nel Pacifico, ma noii poteva essere raggiunta da1 rimanente ehe con una crociera di 20.000 K m al di 12 del Capa Horn. Per tutta l a durata delle riparazioni del Canale, f u appunto questa rotta ehe dovettero seguire, in iin viaggio di oltre due mesi, gli approvvigionamenti, i combustihili e ie munizioni inviate aIle forze navali del Pacifico.

Gli Americani possedevano nci paraggi dell'Rstremo Oriente una flotta composta di incrociatori antiquati, d i uiia piccola ilare porta- velivoli. di dieci cacciatorpedi~ie~e, tre iiavi affondamiiie, dodici sot- tomarini e un certo numero di navi aiisiliarie. Essa aveva ricevuto l'or- dine di ripiegare immediatamente su ilianilla, ove doveva attendere i rinforzi americani ehe non potevano arrivare prima di tre settimane almeno.

I Giapponesi decisero di regolare suhito la sorte di yuesta squadra americana del Pacifico la quale avera ripieeato sii Manilla. I1 vice am- miraglio Hiraga ricevette l'ordine di portarsi alle Filippine alla testa d'una flotta composta di 3 incrociatori cli hattaglia: il Kongo, 1'Hiyei e il KirzShillto, di sei incrociatori leggeri, cli rentiyuattro cacciatorpe-

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diniere e della iiave porta-velivoli Hosho. Egli possedeva, sugli Ame- ricani. la superiorita della velocitii e dell'arniamento. Le sue navi fila- vano a iion meiio di venticinque nodi ed erano provviste di venti- quattro pezzi da 350 mm., clie avevano uiia gettata di 22 km. Gli Americani non potevano opporre loro clie quattro pezzi da 253 nim. e quattro da 203 mm., la cui gettata massima era di 14 km.

L'ammiraglio ainericano Ribley, desideroso di opporsi a tutti i costi a un'invasione delle isole Filippine, prese il mare. Egli si porto, a tut ta velocita, il pih vicino possibile alle graiidi navi giapponesi, ma tiitta Ja sua squadra fu colata a picco. La via delle Filippine era duiique aperta all'invasione giapponese. I piroscafi arnerieani piu vi- rini si trovavano a 8000 km. di distünza, alle isole Havaii, mentre le autoritk giapponesi avevano da luiiga data preparata la spedizione contro le Filippine. Infatti un coiivoglio di 100 uriita, dotate di una ve!o:itii di 14 nodi, lascio il Giappone il 6 marzo alla velocitti di 12 i~odi. I1 eorpo di üpedizioiie si conipoiieva di ci~iyue divisioni, di un ef- l'ettivo al~proisimüto di 100.000 uomini. Grandi barconi a motore .e pontoni renirano trasportati a bordo della syiiadra. L-iia nave porta- velivoli, la AIIatsu.~hiwia, era cariea di reiiti apparecchi ehe, aggiunti a quelli destinati alle triippe terrestri, costituiva uii insieme di forze aeree di 180 velivoli.

I1 problerna della cooperazione delle forze terrestri e marittime aveva fatto l'oggetto di lunghe meditazioni e di studi da parte degli stati maggiori della marina e dell'esercito del Giappoiie. Ogni pollice d i terreno era stato accurataineiite studiato dagli ufficiali giapponesi, iiessuiio dei quali igriorava la posizione esatta del piii pircolo pezzo d i artiglieria destinato a difendere le Filippine.

Le forze americaiie iiori sul>ei~arano i 17.000 uomirii, di eui 8000 appartenenti all'esercito regolare, il resto iiidi~eno. Queste forze pos- sedevaiio dieci batterie da campagna, tre da iiioiita«.iia. una dozzina d i p z z i mobili da 152 mm. ; grosse batterie cli eniiiioiii da 30.5 inin. erano in posizione all'isola di Corregidor e circoiidax-aiio l7eiiti*ata alla baia. Queste batterie avevano dei rivestimenti di cenieiito arniato e forti corazzuture d'acciaio eoiltro le bombe aeree.

I superstiti della squüdra del Pacifico, yuattro cacciatorpediiiiere e dodici sottornarini, sorregliavano l'avvicinarsi del iieiiiico. dccisi a combattere fiiio all'ultimo. I1 mattino dell'21 inarzo, i reliroli an-ieri- cani segnalarono I'apparizione, a 80 km. a riord-oreit di Santa Crnz, degli iiicrociatori da battaglia Kongo e Hnt.iinn. e poi uiia grande flotta diretta verso il Capo Bolinao. Pareva dui~que ehe i Giappoiiesi volessero attaccare da du^ lati, forzando la piccola guarriigioiie a fra- zionarsi.

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~ 'RIMO SIJCCESSO üT.\PI'OKICSE : L I COSQ1:ISTA DELLE FILIP~~IXE. -

J 1 ' l l nlarzo, iiunierosi velivoli gia~)poiiesi sorvolai.oiio 17aerol)orto anie- i*ic.ailo di Dagupail, seguiti da iiicrocia1oi.i e cacciatorpedjnierc. Questtx uiiiti si avvicinarono sufficieiitemente alla terra per poter lanciare nelle 1)osizioili arnericaile gas venefiei e proiettili ad es1)losivi. Iii questo rno- iiieiito 20 vclivoli americani s'ji~nalzaroiio e, malgrado il terribile sbar- rüineiito antiaereo delle iiavi clri gueiBra ginpponesi, passarono attra- \erso gli sclieriiii fiiriiigeni dci neniico, riuscendo 1)resto a sco~)rire 24 giaaiidi ~)ii.oscafi cilriclii di soldati, clie availzavaiio leiitanieiite iii due colonnc 1)er sharcarc. Sceiideiido iii graiicli s~)iriili, gli aviatori urne- ricaiii sc~nricaiviio le 1oi.o hornl)e ad un'altezza cli solc iilcuiie ceiiti- iiaia di riictri. boiiiba di 225 kg. colpi iil pieiio il piu graiidc tra- sporto ginl)poriese, il Nu.do M n r i ~ , e ceiitiiiaia d'iioiliiiii saltaroiio in aria. Altri 10 piroscaii t'uroiio ugualmeilte colpiti e suhiroiio forti per- dite. I (:ial)l)oiiesi eb1)ci.o cosi piti di 6000 uomini uccisi, prinia tli poteib loccai-e terra. Suttavia, lo sforzo niagnifico (iegli aviatori americai~i iioii hast6 ad niarestare la rnarea giapponese chc si era sferrata contro l'isolw. I trasporti coiitiiiuavaiio a,d ;ivanzare, ripara.ti clagli scliermi i'uiiiigeiii. E1.a svcsa la notte. Da qnattro ore le triiicee e le Ijatterie ;iiriericane crano sottoposte a(l nii boriihard;iiiieiito tcrrihilc. Illillgrado il fuoco tlei caiiiioiii e tlclle iiiiti.ay1inti.ic.i. i (:itil)l)oiicsi s'inil)adroiii- i.oiio iii meiio di uii'oi.;i tlellc c1ii;itti.o liiiec tli ti.iiic.cc iiriieric.aiic. Solo 2000 iioiiiiiii eraiio riiiiasti iiic.oliiiiii. .;ii .iOOO. 11 r~oloiii~cllo aiiici~icaiit> Ahiiey decise di ri1iiegai.e i i i clirczioiir tli JLaiiilla c t l i I-;isgiiiiiger~i le forze del gviierale O'Xeill Jiciitre si svolgevaiio cliicsti avveiiiiiiciiti. ricl iioi-d dell'isola, uiia secoiida flotta giapponese coinposta di 25 tra- s l~ort i sceiidev;t liiiigo la costa orientale di Tluzon. I sottoniarini amc- iic~ani .in perliisti*azionc giiiiiscro acl alcune migliaia di nietri tlnl con- voglio giapl~onesr. Purono laiiriati quattro siluri, chc c.olpiroiio cluat- tro trasporti.

Come sull'altro I't.oilte, questi culpi, pei- cliiaiito gravi, eraiio inipo- tcnti ad arrestavc l'avanzata dci C~ial,poiiesi. Gli dmericaiii risolvet- lero tli coiiceiitrare la loro dii'csa i i C'alaiiil);~ : i (:iappoiiesi, t1ii.igeii- dosi sii Jlaiiilla, erano ohbligati acl ;itti-n\-e1.sai.e uiio strctto clefilato. IAa 101.0 difcsa, d'altroiide. f u inutile. I (-:ial)l)oiiesi iirevaiio perduto 1 5.000 uoiiiini iiel loro sbarco alle Pili1)l)iiie : ne rcstavaiio loro 80.000 ehe maiviavano su Jlaililla, parteiiclo (liil iioi.cl e clal sud. I1 gencrale 0' Neill f u ridotto n ca.pitolare pei' risy)ai~nii;iibe a Jlaiiilla gli orrori del bomhartlameiito. ;Padroni (lella citta, i (:iapponesi stabiliroiio nelle vicinanzc una stazione navale, C vi i~asaroiio una flotta sottoinariiia venuta da Sasebo. Jiioltrc, caiiicluecento velivoli furono ripartiti fra le 1)asi sti.a.tmegiclic dcll'Arcil)elago. ,111;i fiiic di iiiarzo, il Ginppoiie

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avevü duiiclue raggiunto il priiiio dei suoi scopi di gucrrü la coiiqui- sta delle Filippine, ehe gli Stati I'niti possedevailo da treiit 'aiiiii.

SECOSDO SI-CCE:SSO GI.~P~OKES*:: L \ COKQUISTA DI ( ~ U A M , (;~i AME-

RICAXI AON POSSEC;C;OKO P ~ U BASI *D WEST DI H.\~\.AII. - Essa era, d'altroiide, prevista dagli strateghi aniericaiii. l 'uttaria, caush uiia seiisazioiie profonda iiella pubblica opiiiioiie degli Stati 17niti. Tutti i inari del sud eraiio oririai sotto il coiitiollo clella niarina gia~)~joiiese. 11 grosso si teiiera iielle isole Boniii, alle -\lai.shall, alle isole C'ai'oliiie e alle -\lariaiine; gl'iiicrociatori, i sottomariiii e gli idrovolanti piap- ponesi soi~vegliavaiio tutti cluesti paraggi. Le liiiee di c~omuiiic.azioiie (.oii il coiitirieiite asiatico, vitali per il CYia~j~joile, eiaiio al sicuro da ogiii attacco, I3ra iinpossihile ad opni fiotta nemica avvicinarsi impu- neineiite al Giappone o alle sue hasi araiizate. Esso aveva fortificato Je isole piti iingortanti, rome Jaluit, iiel gruppo delle I\larsliall o Sam- pan nelle '\lariaiine. Il'altroiidc, il (liappoiie disl>oiiera, al 1)iiiicipio clella guei-I-a, d'uii esercito eoiisiderer-ole, 1)cii alleiiato, cüpace tl'iii- terveiiire in Ciiia e di guardarsi da1 lato russo. I1e forze di prima liiieü iioii coiiiprendevaiio nieno di 800.000 eoinl)atteiiti, le riserre 1.400.000; l'aviazioiie possedeva circa 800 alq,arekchi. I1 (7iappoiie potera clunque sostenerc ugualmente la 10th a terra.

Al contrario, la guerra avera sorpreso gli Stati I-niti iii uno stato cli ~wepai-azione intierameiite iiisufticiente. La caduta delle Fi1il)piile rie eiBa uii eiempio. I1 trattaio cli Wa~hin~gtoii, strcttameiite osservato, üvevü trorüto uri'appisovazioiie voinpleta da parte della pubblica opi- noiie americana. II»iiolulu, a 5400 km. da Saii Francisco, erü la solü 1)ase iiisu1ai.c clie gli Stati ITiiiti posiedessero nel Pacifico e clove poteq- scro mantencrc iiiia graiicle t'oi'za iiaviile. (Jiiniito allo stato della flotta, SC, niiinericanieiite, essa scnibrara sciisil~iliiieiitc superiore ülla flotta gjappoiiese, con le sue diciotto uiiitk di liiiea. i siioi reiitidiic iiicro- eiütori leggieri, i suoi trecento vacviator~~etliiiiere, i siioi vciito\eiiti- ciiique sottomarini e lc siie ciiiyue graiidi ilari 1)ortareliroli. c1.a heil luiigi dall'ecluivalcre alla flotta gial~poiiese l x r In (lualit?~ (lcl .siio per- sonale. I1 40 % dci siioi 115.000 uomiiii d'erluil,acgio areraiio fatto meiio di time aiiiii di sei-vizio. (Juaiito all'csercito, I)ciicli6 i l iiuniero totale dcgli uomini suscettihili d7essere arriiolati fossc, ufficictlmente. di 24 niiliciiii. esso non superava effettiraineiite i 1110.000 uomiiii: la milizia raggiungeva appeiia 200.000. Se dopo la pei~l i ta tlelle Filii,- pine segiiisse quella di Guain, gli Americani iion 1)osseclerebbero a i i

ovest di Hawaii, iiessüna base chc poteise scrvire di punto cli partenzn. Ora, Per un'offenii~a, il probleina essenziale, cluello di 11ortai.c !a

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guerra fin nel campo dell'avversario, non poteva risolversi ehe con 1.2 precedeiite conquista di una di queste basi.

I due avversari, duilque, malgrado la distanza, tenteraiiiio tli raggiungersi e di ferirsi mortalmente. I Giapponesi tentkiiio, clappri- ma, d'impadronirsi di Guam. Gli Aniericaiii avevano avlito il teinpo, tuttavia, di prendere alcune misure di difesa e, sopratutto, di sbar- care potenti caiiiioni a trattrici, dotati di uii grande angolo di tiro. I1 governatore di Gunm, ex-professore alla scuola di guerra navale, il cap. Harper, organizzd sollecitariiente queste hatterie; ma la saa orga- nizzazione soffriva di uiia graiide lacuna: la mancanza di velivoli. Tuttavia, i pochi di cui disponeva gli segiialarono a tempo l'avvici- narsi di un'importante forza giappoiiese, composta di quattro incro- ciatori protetti e circa sedici cacciatorpediniere, una iiave porta-veli- voli e quindici trasporti. Jfalgrado una coraggiosa resistenza, le bar- terie ainericaiie di terra furono ridotte al silenzio I Giapponesi, inol- tre, stavano per diventare padroni assoluti dell'aria. Gli Americani non possedevano ehe otto apparecchi. I1 comandante li lancio all'at- tacco della nave porta-velivoli giapponese, dicendo loro: << Se riuscite a colarla a picco, potrete saiva1.e Guam ». Gli apparecchi da bombar- damento americaiio giunsero fi1io al Jlafht~shima ehe, con il suo largo ponte, offriva uii magnifico hersaglio ai loro colpi. dlcune bomhe da 270 kg. colpirono obliquameiiie 10 scaio, dailileg~iaiido la ilave. I bom- harclameiiti effettuati dai C+ial)poiiesi veilnero. iiiolti-e, gravemente ostacolati da hatterie americaiie niascherate. 11 primo attacco. clie SI

era sperato decisivo, era dunque fallito. JIa i Giappoiiesi tenevano troppo a un successo per iioii ricominciare. E il 3 aprile effettuarono un secondo tentativo, ancora con maggiore accaiiimento. Importanti contingenti di truppe riuscirono a prendere piede nel sud dell'isora. I1 cap. Harper f u costretto ad arrendersi. Questo nuovo successo g:ap- ponese produsse riegli Stati r n i t i un'intensa agitazione.

PREP.IRAZIONE \I\IERIC.\S.\ I'ER L.4 RIT.IK('WA<. RTTACCHI AERRI GIAP-

roNEsI STi S. FRANCISCO. -- Gli dmericani si rendevano conto della potenza militai-e del Giappone, dello stato di preparazione perfetta della sua flotta e della sna marina. Tuttavia, il risultato della guerra continuava ad essere dubhio. Si contenterehbe il Giappone di questi primi successi; attenderehbe a piede fermo il contrattacco aniericano, o tenterehhe di attaccare gli Stati Vniti fiiio al contineiite, o per 10 meno fino alle isole Havaii? La rcazjorie americana sembrava, del resto, poco pericolosa per il Qiappone, il quale possedeva la padronanza assoluta dei mari ehe 10 circondavano, e. per nn raggio di 3200 km., eccellenti punti d'appoggio: le Filippine. le Ilarianne. le isole Bonin,

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le isole AIarshall e le C'aroline. Esso doniiiiava, iiisomriia, tutta la stra- tegia del Pacifico occidentale. Sembrava poco probabile ehe uila forza ilavale nemica, per quanto importante, potesse azzardarsi iii quei pa- raggi senza rischiare d'essere rapidamente distrutta. F in dall'inizio delle ostilitii, il traffico ainericano con la Cina, ehe si era recentemeiite molto sviluppato, era stato completamente interrotto. I sottomarini giapponesi sgomentavailo i piroscafi americani e neutrali. Tuttavia, le autoritii navali giapponesi avevano dato ai coinandanti dei loro sotto- inarini gli ordini piii severi perche rispettassero il diritto internazionale e conducessero la guerra coii umariita. I Giapponesi, del resto, si aspet- tavano dei risultati niigliori da questa tattica prudente anziehe da una guerra sottomarina spietata. Essi cercavano di cattivarsi i neutri e speravano in nuinerose rese volontarie da parte degli equipa-' ""1 ame- ricani. Malgraido 17importanza delle loro forze iiavali, gli Stati tTniti niancavano di unitii leggiere per scortare sufficientemente nuinerosi convogli. L'ostruzione del canale di Panama aveva ridotto a Zero i1 loro traffico transoceanico. Tuttavia, mediailte storzi giganteschi, 17A- nierica andava ristabilendo a poco a poco la situazioiie.

Cib non vuol dire ehe al Giappone fossero risparmiate le diffi- coltk, sia materiali ehe economiche. Le sue principali esportazioni, Ia ~ e t a e il cotone, erano graveniente miiiacciate. Come le sue manifat- ture mancavano di matcrie prime, il Cjiappone tentb di procurarsele dalla Ciiia, dal17Australia, dall'lndia, dal17Africa del Sud e dal17Eii- ropa, ma, sotto la pressione della finanza ainericana, i mercati straiiieri non gliele rendevano c h ~ a prezzi iperbolici. Le autoritii navali giap- poneii voller0 sfruttare i loro primi successi e sopratutto t rarre partitw dall'inferioritii teinporanea in cui la mancanza di allcnamento deg1i equipaggi ainericaili mettera la flotta degli Stati Viiiti. Attacclii di velivoli, molto e.nergici, furono spiiiti fin sulla costa del Pacifico, a

Los Angeles e a San Francisco, per mezzo cli iiavi da carico utilizzaie. coine porta-velivoli. Questi attacchi non otteniiero iiaturalmeiite nessuil effetto decisivo. Essi non ebbero altro risultato che d'eccitare lo spirito bellicoso della massa americana e di incitare il gorerno alla guerrz ad oltranza. Iinmediatainente dopo la dichiarazione di guerra, il Con- gresso aveva votato un credito di 250 milioni di dollari per l'incre- meiito della mariila. Si comincib a realizzare un graiide programma di costruzioni navali e fiiroilo passate anche all'iiidustria europea ordi- nazioni per la costruzioiie di materiale bellico di ogiii specie. LTna set- timana dopo l'incursione aerea su S. Francisco. gli effettivi dell'eser- cito raggiungevano gii quasi un milione di uomiiii.

GLI -4MERIC.1SI PREPARANO C N I GRAKDE BATT-~GLAIA WlVALE ED AEREA.

- Ne1 rnese di ottobre, il governo depli Stati riliti aveva giii risoluto-

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Ji preiidere uila rigoro.;il offeiisira contro il C:iapl)oiic. li'uifieio delle opei.azioiii nav:ili al-era e1al)orato un piano di attacco contro lc isole Boiiin, pruppi di isole gial~ponesi situati a 500 miglia a suld-est di 170koharna. Ne1 perisiei*o dcllo Stato Maggiore americaiio, esse arreh- hero doruto servire di base alla flotta degli Stati ITniti. Malgratio lc pi-a\-i o1)t)iczioni sollerate, sopratutto a (>aiiSii dell'enorme disttinza, I'Ammiraglio Jlorrison fini [)er rar scegliere coine obbiettiri 1~ isole (iuaiii e Port-Lloyd. Gli strateghi americaili contarano sopratutto siilla sorpreia e sull'eft'etto d 'un gas da 1)oco scoperto e fahhricato alle ma- iiifatture d'Edgewood, che in pochi secoildi Eacera perdere i seiisi a l l ' a r~e r s~ i i~ io e reridcra In inasc.1lei.a inutile. I n segiiito all'attacco coridotto da112 flotta, 20.000 soldati scelti, doti~ti di artiglieria c di ;il>l)ro~,~igjoriarnenti, dorerano eiitrare a Porto-Lloyd. Q~lando le forze pi.iiiripali della flotta gia~ponese, raggruppate a Yokosnka fossero intei.venute, sarehhr troppo tardi e troverehhero le isole nelle man1 degli aniericani. TAO Stato i\laggiorc degli Stiiti ITniti giudicava ehe la 1)erdita ~lcllc isole Boiiiii e la trasforinazione di esse in uiia forte hase da tlove gli Stnti ITniti polessero condurre una potente offeiisiva coiit i~) le forze giaplwnesi propriariiente dcttc. dorevn presto o tartli spiiigere i Giapl)onesi acl un'azioiie iniportante. E tlui. gli ,\mericani spcravaiio di far. v;ilere In siil)ei.ioi*ith clellc 1oi.o foi-ze e di giu1igei.e alla decisioiic dclla gnrrra

1-11 eleinciito t l 'iiiccrtezzn I )csn\-ii siii ~ ) i . o ~ c t t i tlcll ';i iiiiniraglio Jlo~risoii. Di tenilw in teiiipo. tutt:i lii stliiadi'a gial)l~oiiesr si portara alle isolc ßoiiin per effettuarvi degli eaercizi tli ti1.o. Si trattara duii- yue di rinscire ad effettiinrc l'operaziorie nella sua assenza. Veiltic-in- clue piroscafi venilero adihiti nl tras[)orto del corpo di spedizione. La I-apit3itk dello shaibco eiaa stata prcparata con oriii ciii.a riegli Stnti ITniti. La scorta doveva coml)reiidere nil incroc.iatore nuovissimo, il .lli?z?lc(~,»olis, il Cotzcy~~yj ed il Jllrrr.hZ~h~trd, 30 cacr.iator~)ediniei.c e le iiari tln scorta Buffa10 e Ji f~r l t - i l l~ . Qnanto ai Gas destin:iti al homhais- claniciito tli Port-lAloyd, essi dovev:ino eswrc laneiati da 100 idroro- lnnti, tr;ispoi'tati a hordo (le1 Srrr~~toc/cl, clell'llotlston, del Ltrngley e (lellv S h ~ f t ~ r .

Sc1 rtiso iii cui la flotta giappoiiese. coiiceiitrata a Yoiikosuka. :iresse i~ ru to sentore della cosa. la flotta tlii hattaglia dccli Stati T'iiiti a~-rehl)e dornto tenersi proiita a portarsi. :I piena velociti, alle isolc Boriiil e iid impegiiare la lotta. lia siiperioriti della sua artiglicria Ic assicurara il snccesso. Tin sl>ediziorie (101-c1.a last*iare I-Tonolulu il 00 (li- cemhre, esiere n \{Take Islarid il 2 gctiiiaio e a Port-Lloyd 1'8. T.e truppe destinate all'impresa furoilo riuiiitc ntl Havaii alla fine di iio- rernhre cc1 eseguirono iii~incrosi csercizi cli sl)ai.co. La flotta piappo-

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iicse aveva iatto l'ultirria visita alle isole Boniri ai primi di dicicmhre. Era poco prohahile clie vi ritorilasse prima di due mesi. 'J'uttavia, iilalgrado l'eccelleiite niorale delle truppe, i dirigenti della spediziom, e sopratutto l'ammiraglio I)a<lliiiger, iioii s'abhandoiiavano ad uii otti-

I iioii e~.ii iiiisixio esagerato. La padionaiiza ,dei niari in quci para,g. (legli Aniericani e il siiccesso della spedizioiie era. affitlato, in grnil parte, al caso.

r 1 IERZO SC(:CESSO (;IA~~I~ONESE. L ' L \ v ~ . \ ~ ~ ~ ~ ~ DEL «S.IR.~TOGI» SALVA I,.A

S Q C A D ~ L ~ L m ~ ~ ~ ~ ~ ~ s , \ D.IL~..\ COJI~>LE~~:I DISTRCZIOS~~. - E il caso non li fa- vuri. 17ila. terribile teriipesta disorga.nizzb il convoglio. Vi perirono 1100 uomini di truppa, e l'ammiraglio I'u sul punto di ritoriitire iildietio. L'8 geilii. le forze riiiiericane si trovavaiio a 40U kin. ad est dellc Koiiiii. Esse dovevano iiicontrarsi coil uila sqiiadra di iiavi portu-velivoli, cnc, .a\leildo avuto ancli'essa forteineiite a sofYrire da1 cattivo tenipo, ave\-:i subito un ritardo coiisiderevolc. Infine. 1'impi.esa fu sveiitata dai {Sial)-

poriesi. Non si poteva piii coiitare sulla sorpresa. Straiii iiiessaggi, iilviati in uiia iiiiguü iiideciirahile. eraiio stati iiitercrttnti sulle nai.1 nmericaiic'. 11 grosso della flotta. degli Stati I-iliti, preveiiuto, si plc- paro e si portb a 18 iiotli da Port-1,loyd. -\la presto fu segnalata la 1)reseiiza di periscopi giappunesi e fu deciso iminediataniente il ritoriio. Xlle ciiique del poineriggiu il coiivoglio arnericaiio, raggiunto final- iiieritc dalle iiavi 1)ort;r-velivoli Cinci~z,ntrfi e S(lr-ntogu, si trovava gih a 560 kni. all 'orest delle ßoiiiii. L 'aniniiraglio ainei.icailo credeva di sfuggire all'iiiscguiiiieilto del grosso dellu flotta giapponese. Ma quc- sta stava all'erta. Sirnultaiieamente, la squudra giapponese dei mari del sud, ehe si titov;iva :i 80 kni. delle isole Mai-iaiiilc e cthc com1)reii- deva t rc iilcruciatoi~i di 10.000 toiiiicllatc di receiite costruziuiic, ricc.- vette l'ordiile di tagliare la iiiarcia alle forze iienii<.lic e 1'aiiiiiiii.aglio in capo gia1)ponese favera portar la velocita clel grosso tlclln fiotta a 25 nodi. 'Vre incrociatori cli battaglia furoiio tlist:ic.c.:iti aviiiiti. nlln velucitii di 28 nodi, per ollerare il colleganieilto coii la cli\-isioiie d'iii- crociatoibi leggcri. Gli americani sciitivaiio le iii;~glic tlclla rete striii- peiesi sern1)re piii iiitorno ad essi. Graiidi idi.orol;iiit i gia 1 joiiesi i'iiroiio l)r.esto iii vista e, ])er quaiito rapidaniente tlisti.iitti tlai velivoli da caccia ainericaiii, i loro 1)iloti avevano avuto il tcii i l)~. priiiin t1ell;i loro inorte, di precisure 121 posizioire del 1reniic.o.

I)a sucl-ovest si ~)inofilnroiio iiitailto le iia.vi tlclla squaclra giappo- tiese clell'ainiiiiraglio Isomiira, ehe arrivava a tiittu vclocita. S'iiirpe- gno un comhattinieiito dispcrato. A prima vist:i lc forzc non seirihra- vano sl)i.o~)orzioiiate. Vi erano, cla ciascuii lato. ciiiattro iiicrocia.tori. Tia supci*ioriti d'artiglieria dci Giapponesi crn conipeiisat;~ da1 vaii-

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taggio ehe I'ammiraglio americano traeva da trenta cacciatorpedinierc, smza parlare del Saratoga e dei suoi velivoli. Egli aveva, pero, il grave svantaggio di aver con s& un convoglio ehe paralizzava i snoi movimenti. Sperava egli di dare ai Giapponesi un colpo mortale con i suoi velivoli. Ma i Giapponesi ricevettero rapidamente dalle isole Bonin dei rinforzi d'aviazione. E ra una parte delle squectriglie a grande raggio d 'azioile ehe avevano lasciato Y okosuka e Kure. I Giap- ponesi cercaroilo di prendere sotto un fuoco d'infilata la testa della linea americana. Le due squadre convergevano rapidamente l'uria rerso l 'altra: la distanza fra esse diiriinui fino a 8300 m. L'ainmira- glio Isoinura feee coilcciitrare il fiioco della sua artiglieria principale sul Miwneapolis, ehe fu colato a picco I'oi venne la volta del Mal-- ble'heud e del Concord. RIa, nel moineiltu in cni questi stavaiio per soocombere, gli aviatori americani eseguirono un contrattacco dispe- rato mediante bombe asfissianti. L'equipaggio del Chitose, avvolto d a nria spessa nuvola di gas tossici, f u presto messo fuori coinbattimento. I1 grande incrociatore marcio senza nessuna direzione, come un bat- tello ubriaco, e con tutta la sua artiglieria aiiimutolita, finche fu affon- dato dai silnri delle torpediniere americane. Fii 17aviazioiie del Saru. foga ehe, quando la situazionc degli Americani senibrara disperala, riusci a salvarli. JIalqrado grar i perdite, ~oyi.atutto f r a l'ecliiipaggio clel conroglio, fra cui ~i furono 4000 niorti. e ~ s i riusciroiio a sfi~ggire alla stratta giappoiieie. JIa la spedizioiie rrn fallita. L'animiraglio non riportava in porto ehe uii incrociatore. alcuiie torpediniere e iI h"ratogn iii grado di comhattere. Gli Xmericani superstiti giunsero ad Honolulu, meravigliati essi stessi di non essere rimasti tuttl in questa fatale avventura.

IL GRANDE SFORZO ATvIERICdNO: L'OPIKIONE PUBBLIC.1.1'ER LA GUERR.4

SENZZ QUARTIERE; PRIMI SUCCESSI AMERICANI. - LO seacco americagg ebbe per effetto r3i sollevare tutta la pubhlica opinione degli Stati ITniti e di convertirla ad una guerra senza quartiere. Venne iniziata iinmediatamente la costruzioiie di nuove navi da gilerra: 6 inerocia- tori da 12.000 tonnellate a motore Diesel. 4 navi porta-velivoli, tor- ~iediniere, sottomarini, eoc. I piii grandi piroscafi americani, f r a cui iI Leviathan, veilnero trasforiiiati in incrociatori ausiliari. Tutte qqeate i'orze avevano per missioiie di distruggere il traffico giapponese nel I'acifico e sugli altri teatri d'operazioni. Lo Stato Maggiore amerieano elahoro, in collegarnento con le forze di terra. diie piani, ehe consi- cleravano la conqilista di hasi, da tlove niuovere all'offensiva aontro

Guam o le Filippine: iiua in Hokkniclo. l'iuola piu settentrionale cjei Giappone, I'altra a Poilape, nella parte est ciel gruppo delle Caroline.

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I1 primo piano fk diviiIgats ad arte, perchi2 la difensiva giapponese venisse concentrata su q d puntcr rer~ata. Gli a m b k & i afticiali giap- ponesi cominciarono a preoccuparsi deli rapporti ehe rieevevano co- stantemente sull'attivitii americana nell'dlaska. Quanto al secondo piano, 1'Arnmiragliatc arnericano decise di stabilire un punto d'ap- poggio a Truk e non a Ponape, punto situato a 720 km. ad ovest di Ponapc. L'attacco americano doveva essere lanciato da Tutuila, il punto piu lontano in possesso degli Americani e le truppe prelevate dalle guarnigioni di Hawaii.

Durante i mesi di feblbraio e marzo 1932, gli Americani presero una brilllante rivincita nei paraggi 'di Samola e distru8sero a Rotumah una squadra giapponese. I Giapponesi vi perdettero quattro incrocia- tori, dieci torpediniere e trasporti; gli Americani, un solo incrocia- tore e cinquc torpediniere. La notizia di questo scacco, per quanto il governo giapponese tentasse di soffocarla, scosse profondaniente l'opi- nione pubblica del Giappone.

I Giappoiiesi. sempre preoccupati dall'idca di un possibile peri- colo proveniente dall'dlaska, iiiviaroiio in ricogiiizioiie 12idrorolanti da bombardamento, trasportati dalla nave porta-velivoli Bosho, ad una velocita di 25 nodi, con 10 scopo d i distruggere quante piu instal- lazioni americane fosse possibile a Dutch Harbour e riportare delle notizie precise sulle forze ehe vi sarebbero concentrate. E ' con infinite difficolti ehe la squadriglia si apri un paissaggio attraverso le tempe- ste di neve e le brunie opache. Dieci apparecchi giapponesi furono distrutti o perduti. 11 terribile clima del rnare di Behring era stato il miglior alleato della ransa ainericana.

Gli Arnericani, da1 loro canto, avevano organizzato seriarnente la lotta contro il traffico giapponese nelle acque europee, e. mancando d'incrociatori leggieri, avevano irasformato in tali i loro piroscafi pii3 rapidi, come il Moz~n l V e ~ n o n , il George II'nshington. ecc.

Iina spedizione arnericana, lanciata rontro Truk. era riuscita ad impadroiiirsene E ra questa per il Giappone uiia mii~accia inolto gra- ve; gli Americani vi avrebbrro stabilito uiia potente base di opera- zioni, situata ancora a una grwiide distanza dalIe isole, ma gia molto inquietante per Guam. Di l i , la strada sarebbe aperta senza ostacoli fino alle Filippine e forse allo stesso Giappone. I1 successo degli Ame- ricani a Truk fu possibile grazie al modo coii cui si era saputo trarre in inganno le autorita navali giapponesi : le spie americane, secondate da u11 gran numeru di Cinesi al loro soldo, spargevano nel Giappone Je notizie piii contraddittorie.

E ' in questo moinento ehe 10 Stato Ilaggioie generale giapponese decise per la prima volta d i ricorrere ai suoi grandi sottornarini di

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crociera, di cui giA sei erano pronti a prendere il mare. Ciasruiio di essi aveva Uno spostamento di 7000 toiinellate, portava duc pezzi d a 203 mm., tubi lancia-siluri e artiglieria leggera. Uno di essi, il lVugoy~, giuiise al largo di Truk, appeiia quindici giorni dopo ehe gli Ameri- caiii iie avevano preso possesso. Esso affond6 u n cacciatorpediniere americano, ne niise fuori combattimento un serondo, ne avariij u n terzo. Ma bei1 presto -Cu dato l'nllarme e cominciij unn raccia spietatn d a parte di velivoli, d'incrociatori e da navi da caccia rontro sotto- marini. I1 runiore enorriie dei suoi motori elettrici, le proi'onditii in- sondabili dei paraggi dell'isola ehe gl'impedivano di posarsi sul fondo, tutto favori l a sua pronta distruzione. Esso f u silurato nel momento in cui si sforzava d'immergersi.

IL GIBPPOKE HA UN NUOVO NEMIC'O: LA NA. L'OPINIONE PCBBLICA

GIAPPONESE COIVIINCIA AD AGITARSI ED IL C(OM.~PIDO SUPREMO VUOL TEN- TARE UXA BATTAGLIA DECISIVA. - La guerra non accennava a finire. L 'opinione giapponese, d 'abitudine cosi inipassibile, tenuta rigida- mente al buio degli eventi coii uiia censura üleverissiriia, comincia~a ad agitarsi. Riunioni pacifiste si teiinero segretamente a Yokohama, ad Osaka e a Kob6, come pure in u n certo numero di centri industriali. L'inquietudine rrebbe all'annuiizio della dichiarazione di guerra della Cina. I1 generale cinese TVang-Tsu era alla testa d 'nn esercito di 400.000 uornini, abbastanza ben allenati. Per cliiniito esso niancasse di un equipaggiamento moderno, esso poteva, pur nonrlimeiio, creare gravi imbarazzi al Giappone. Dietro la pressione clell'opinione pub- blica, decisa di ottenere ad ogni costo nn successo, il Consiglio Su- premo giapponese diede allo Stato Maggiore della Marina l'ordine di preparare u n combattimento decisivo. Le squadre dovevano essere concentrate rapidamente, 17intiera flotta pronta a prendere il marc al primo segnale. I1 17 setteinbre essa fece rotta, al completo, per le isole Bonin. Ancora una volta, i Giapponesi furono ingannati dalle notizie diffuse ad arte dallo Stato Ilaggiore americano. Lo Stato klag- giore generale giapponese era persuaso ehe una grande spedizione americana, partita da Truk, aveva Gnam per obbiettivo, ed 6 qui ehe sperava di dar battaglia alla flotta avversaria.

I n realtA, gli Americani non aveyano nessuna intenzione di mi- nacciare Guani. La squadra segnalata al comandante in capo giappo- nese non era composta ehe di piroscafi mercantili vuoti, mascherati, destinati a dar l'impressione di una spedizione diretta realrnente contro le isole Pelew. L'astuzia riusci perfettaniente; gli Americani poterono sbarcare, il 6 ottobre, 8000 iiomini di t ruppa nelle isole e. in meno d'una settirnana, preniunirsi contro ogni attacco per mare.

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graeie alla installazione di batterie d'artiglieria leggiera e d 'un aero- dromo.

I1 Giappoile non poteva sperare cii scacciare gli Americani dalle isole Pelew ehe rnediante una potente azione sul mare, dove rischiara, U'altronde, di perdere la flotta. AlIa il Comando Supremo giapponese, sempre piu convinto della necessita di portare un colpo mortalle alla fiotta ainericana, decise d'agire, e scelse Cavite, sulla baia di Manilla, come basc di questa grande offensiva.

E ra naturale ehe 10 Stato Naggiore giapponese volesse uscire ad ogni costo da yuesta situazione TAO stato dclla sua flotta poteva dargli delle speranze. Le nuove costruzioni navali avevano proceduto con ardente attivita. L'artiglieria americana era superiore a quella giap- ponese, ma i giapponesi avevailo il vantaggio d'nna maggiore velocita.

L0 STRATTAGEMM.1 AMERICANO PER ATTIRARE L A SQLT4DRA GIAP-

POKESE LONTANA DALLE S T ~ E BASI. - LO Stato RIaggiore americano concepi un'astuzia per attirnre i Giapponesi in alto mare. F u decisa una spedizione a Yap a 4S0 km. a nord-est di Angaur. Ancora una rolta, la. syuadra di unitii di linea, mas~herate, dovera avere una parte importante in questa operazione. F u costituita una flotta con false unita di liiiea, accompagnate, tuttavia da un in~rociatore vero, il Flol-idn, c da una dozzina di navi da carico ehe dovevano figurare romc trasporti. Essa era scortata da una divisione d'incrociatori e di cacciatorpediniere. I1 suo compito era quello di puntare su Yap; av- vicinarsi a portata di tiro e far credere ai Giapponesi ehe stava per aver luogo Uno sbarco. I cannoni da 305 del Flol-idn dovevaiio hom- bardare il porto e i cannoni leqgieri delle navi noii inascherate parte- cipare al tiro. Tuttavia, il Florida evitereljbe di esporsi seriamenie. Cili Ainericani contavano che yuesto tcntatiro di sbarco sarebhe aii- ilunziato siibito al quartier generale giapponese di Jlanilla. T a p posse- dera, infatti, una stazione di T S. F. di grande potenza, di rui gli Americ7ani si erano guardati bene di ostacolare le emissioni.

Senza alcun dubbio, tutta la flotta giapponese stara precipitan- dosi a tutta velocita al soccorso di Yap. I>nrailte questo tenipo, le forze dell'ammiraglio comandante in capo della flotta ainericana, partireb- bero da Truk il 15 noveinbre, marciando verso ,inganr. Esse dovevano trovarsi in una posizione situata a 110 km. ad est di Yap: i l loro ar- rivo coin~iderebbe col grosso della flotta dell'amniiraglio Hiraga. Ona ~rentina di sottomarini americani, avrebbero esplorato il mare lungo una linea a 240 km. ad ovest di Yap, e annuiiziere1)bero l'approssi- marsi dei Giapponesi. Questo stratagemma, impiegato per attirare i Giapponesi su Yap, ebbe sopratutto per risultato di fa r combattere le forze giapponesi lontano dalle loro basi.

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Gli Aniericani possederar!~ 16 navi di linea : i Giappoiiesi iioii ne attribuivano loro ehe 13, credendo effettivameiite ehe le altre fossero state affondate. Ma la superioritk americana non era schiacciante, perche i Giapponesi avevano 12 iiavi di linea pih rapide. Gli Arneri- cani contavano sulla superiorita della loro artiglieria e sulle navi porta-velivoli Lexiryton e Suratoga, ehe non avevano il loro equiva- lente nella flotta giapponese.

~ r ~ l o r e Quaiido tutte le disposizioni furono prese da110 stato ma„' americano, il corpo di spedizione di Yap, comandato da1 contramnii- 'aglio Hubbard, parti da Angaur il 17 riovernbre, alle ore 7 del niat- tirio, mentre l'amrniraglio Templeton. a 160 km. ad est, si accingeva a condurre la sua flotta al punto fissato nei paraggi di Yap. Dei mes- saggi iiitercettati rivelarono bei1 presto l'arrivo della flotta giappo- iiese nella direzione di y a p L'arnmiraglio Hubbard, secondo le pre- scrizioiii ricevute, comincio l'attacco contro l'isola. Tre trasporti si avvicinarono alla riva e furono gravemente danneggiati dall'artiglie- ria terrestre. Tutto si svolse nel modo previsto dagli Americaiii. La guarr~igione giapponese di Yap, sentendosi minacciata, coiitinuava a chiainare in suo ainto le forze giapponesi di alt0 mare. Tuttaria, il Plo~*ida, insieme a sei cacciatorpediniere, fu richiainato. secoiido qnanto era stato drcisc, da1 cornandarite iii calw delle forze americnne. per .congiungersi alia massa principale clclla flotta, clic doxera 1)oi.taisi

f r a P a p e le isole Clnrhi. per tngliare la ritirata alla flotta gisp- ponese.

L'ammiraglio giapponese Hiraga credette realmente Yap assalita da forze importanti, e prese il 1iinr.e con tutta la sua flotta: le grandi uiiiti, in tre colonne, precedute dalle navi porta-velivoli, protette dagli ~ncrociatori e dai cacciatorpediniere. I Giapponesi noii eraiio piii ehe a 450 km. dall'isüla, quando un radio li iiiformo ehe il nemico si riti- rava verso il mare. L'arnmiraglio Hiraga ile concluse ehe gli dmeri- cani, swraggiati, rinunziarano all ' iriipresa. Ma decise di spingersi fino all'isola, dove le siie uilita lepgiere si sarebhero rifornite di com- bustibile. Ad uii tratto, corne uri colpo di fulmiiie, scoppia la iiovella ehe uiia flotta nemica 6 stata segnalata. non gia dove si suppoiieva rhe aqya fosee, ad alcuiie ceiitinaia di km. verso l e s t , ina a 160 km. ad ovest.

LA G R I N D E BATTAGLIA NAVALE E D AEREA VOIJTJTA DA1 GI.\Pl->OXESI 2 VINTA DAGLI AMEK~CAXI. - RICONQU~STA DI GUAM E DELLE FILIPPITE. - FINE DEL,LA GUERRA. - L'ammiraglio iilvia iii qnesta diiiezione i suoi velivoli p i i ~ rapidi e si prepara al conihattimcnto. Alle tre del ponie- riggio, egli conlprende ehe sta pe; srolgrrsi una battaglia decjsirn. P

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ehe se ailche avesse voluto evitarla, non ne avrebbe ormai avuto il modo. Le due flotte s'avanzavano ora l 'una contro l'altra, alla velocitii to- tale di 40 nodi, precedute dai loro velivoli da osservazione.

F u infatti una violenta offensiva aerea ehe apri il combattimento ilei due campi. L'ammiraglio anlericano volle dapprima approfittare della sua superiorita d'artiglieria, per mettere fuori di combattimeiito uii certo numero di unitk di liiiea giapponesi. Alle 3,20 del pomeriggio 50 apparecchi, per la maggior parte da bombardamento e laiicia-siluri ciecollarono da1 ponte de1 Lexington e del Saragota. Essi avevano l'ordine di concentrare i loro attacchi sull 'unit?~ di linea che guidava la prima coloiina. I n 40 minuli essi furono in vista della flotta giap- ponese e si precipitarono su di essa. Ma uiia potente squadriglia di veliroli iiemici era in vedetta a quote superiori e picchib su di essi, tentando di tagliar loro la ritirata. F i n da1 primo minuto di questa mischia, una dozzina di apparecchi caddero in mare. Gli aviatori giap- poiiesi iion esitavano a spero:lare gli americani, prefereiido suicidarsi cosi piuttosto ehe veder delle bonilx amwicane raggiungere le loro navi. Jlalgrado tutto, quasi Za meta degli apparecchi aniericani attra- versarono 10 sbarramento; essi furono ricevuti dai giapponesi con u n uragano di fuoco: ma probabilmente avrebbero raggiunto 10 scopo se non fosvero stati circondati da altri sei apparecchi giapponesi, ehe lan- ciaroiio una nuvola di fumo giallastra, la quale intossieb gli aviatori americaiii. Questi avevano dimeiiticato di portare le loro maschere contro i gas e precipitaroiio in mare. Queslo attacco costb agli ameri- cani 50 relivoli, senza dare ehe risultati trascurabili. Da1 loro lato i Giappoilesi avevano lanciato un'offeiisiva analoga coiitro la flotta ame- ricaiia e iion erano stati piii fortunati. L'arma aerea si era rivelata incapace di provocare una decisione.

Alle 1,30 del pomeriggio, gl'incrociatori erano a coi~tatto e co- minciarono il combattimento, mentre le niiita di liiiea araiizarano a tutta velocitii. Benche ancora non riiiscissero a T-edersi l 'un l'altro, i due arversari aprirono il fuoco. I1 nuniero clei proiettili che rag,' criun- gevano il bersaglio era estremaniente piccolo. ma i pochi colpi ehe vi pervenivano causavano deyli effetti di distruzione terribili, perche penetrarano ad un angolo elevato attrarerso i ponti e scoppiavano nell 'iilterno della nave. I1 tiro era regolato da11 'aviazione. L 'ammira- plio in capo americano riusci a portarsi a 1.5 kni. da! centro della linea neinica, aprendo su di essa Uno spaventerole fuoco. Invano l7ammira- glio Hiraga cercava di sfuggire a questo uragano, forzando la velocitj per mettersi fuori tiro. I colpi ricevuti da parecchie delle sue ilavi ~ I C arevano di molto ridotto la velocitii.

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Quanldo scese la riotte, era impossibile precisare le perdite giap- poiiesi, ma esse erario state terribili. La flotta giapponese non costi- ~ u i v a pi6 un fattore strategico importante. Su dodici un i t i d i linea, cinque eraiio state colate a picco; le altre sette erario gravemente ava- riate. Gli Americani non avevano perduto che due unita di liriea, tre incrociatori e ventitre cacciatorpediniere. Queste perdite, per quaritc! sensibili, non bastavano ad impedire agli Stati Uniti di conservarc, firio alla fine della guerra, la padronanza del mare. La situazione n.iti

tard6 a diventare grave per il Giappone. Considerevoli forze cinesi avp- vano distrutto un esercito giapponese in Rilanciuria. Gli Americani ripresero Guam, malgrado una difesa d i s~e ra t a della sua guarnigione, e poi sbarcarorio alle Pilippirie. La superioriti della loro aviazione da bombardamento fu un elemento di successo decisivo. L'8 gennaio capi- tol6 IIariilla. Tutto indicava prossima la firie della guerra. La Cina si era completamente emancipata dalla iuteln giapponese. La Corea mi- riacciava di seguire questo esempio. Sakhaline aveva dovuto essere coil- segnata ai Russi per evitare il loro iritervento nella guerra. La disfatta della flotta giapponese a P a p lasciava gli Americarii liberi di distrug- gere a loro agio il traffico giapponese sugli Oceani. Ln'intensa pro- pagarida di demoralizzaziorie veniva condotta nel Giapporie, grazie al- l'aviazioile americana che eopriva le grandi citta giapponesi di mani- Eesti sovversivi. I due arversari sepilarono l'armistizio e la Pace di Shaiighai il 15 maggio. I1 C+iappoiie rinuiiziava al suo mandato sulle isole ex-tedesche del Pacifico a nord dell'Equatore. I due paesi s'im- pegnavano a vicenda a rinunziare ad ogni controllo politico sulla Cina. Gli Stati IJniti ricuperavano i loro possedimenti del Pacifico occitie~i- tale: le Caroline, le Marianne, le isole Marshall, ma si astenevan, dar domandare la minima indenniti al Giar)pori?.

I due paesi uscivano dalla gilerrn f~saul-iti E ~ s a non avera por- tat0 il minimo beneficio a nessuno di essi.