Definizione e sviluppo delle Capacità Motorie...
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Definizione e sviluppo delle
Capacità Motorie
Postura
ed Equilibrio
III MODULO
ISTRUTTORE DI VELA 1° LIVELLO
2016
LE CAPACITA’ MOTORIEDefinizioni e caratteristiche generali
Con il termine capacità motorie s’intende l’insieme delle
caratteristiche fisiche o sportive che un individuo possiede e
che permette l’apprendimento e l’esecuzione delle varie azioni
motorie.
Le capacità motorie influenzano l’intensità e la qualità di
risposta motoria all’ambiente e si connotano come componenti
parziali delle abilità.
Le capacità sono proprie dell’individuo, in parte legate
all’ereditarietà e al patrimonio genetico, e possono modificarsi
con l’allenamento.
Le capacità motorie si trovano alla base
della prestazione fisica e si dividono in:
capacità condizionali, legate alla condizione
fisica e quindi agli aspetti energetici del
movimento (aspetto quantitativo del
movimento);
capacità coordinative, connesse alla
capacità del sistema nervoso centrale di
avviare e controllare il movimento (aspetto
qualitativo del movimento).
Le C.M. Interagiscono
Questa suddivisione è fissata
convenzionalmente poichè, in realtà, le
capacità motorie interagiscono
costantemente.
Tuttavia si è constatato che, mentre
esercitazioni volte ad allenare le capacità
coordinative migliorano anche le capacità
condizionali, non sempre così efficacemente si
verifica il contrario.
Classificazione delle
Capacità Motorie
suddivisione delle capacità motorie in:
CONDIZIONALI
COORDINATIVE
STRUTTURALI ELASTICHE
(elasticità muscolare-mobilità articolare)
Le capacità condizionali
- Determinano la durata, la quantità e l’intensità della risposta motoria ed
incidono in modo determinante sulla prestazione motorio- sportiva.
- Sono direttamente influenzate dai processi metabolici che conducono alla
produzione di energia: aerobico (sforzo ad intensità medio- bassa senza un
limite di tempo definito), anaerobico lattacido (sforzo ad intensità medio-
elevata di durata fino ad 1 minuto) ed anaerobico alattacido (sforzo ad
intensità massima di durata fino a 20 secondi) indispensabile per muoverci.
- Dipendono dal grado di sviluppo e di efficienza dei grandi apparati del nostro
corpo: cardiaco, circolatorio, respiratorio, muscolare).
- Gli effetti dell’allenamento delle capacità condizionali si traducono in un
miglioramento funzionale dei tre processi energetici precedentemente
elencati.
Le capacità condizionali sono:
FORZA
RESISTENZA
VELOCITA’
Le capacità coordinative
- Determinano la tipologia e la qualità della risposta motoria.
- Sono determinate dai processi che organizzano, controllano e
regolano il movimento.
- Dipendono dal grado di maturazione del sistema nervoso centrale e
periferico.
La coordinazione può essere definita la capacità di organizzare,
regolare e controllare il movimento del corpo nello spazio e nel
tempo per raggiungere un obiettivo, ha diverse sfaccettature che
si possono a loro volta suddividere in:
Capacità Coordinative GENERALI e SPECIALI
La coordinazione è la capacità che ci permette di
svolgere un qualsiasi movimento, semplice o complesso
che sia, più aderente possibile all’esatta immagine
motoria elaborata dal cervello; cioè permettere la
perfetta cooperazione dei vari gruppi muscolari al fine
di ottenere una sequenza fluida, nonché la precisione del
movimento mediante i riflessi, evitando qualsiasi sforzo
muscolare inutile.
Le Capacità Coordinative
Una buona coordinazione è quella che
consente di rendere il più aderente possibile
un atto motorio al suo stesso schema mentale
e, quanto più chiaro risulta quest’ultimo,
maggiore sarà la capacità di controllo e
regolazione del movimento
Le Capacità Coordinative
Le Capacità Coordinative
Le Capacità coordinative generali
sono connesse tra loro in un rapporto
circolare e sono:
Capacità coordinative generali
Capacità di apprendimento
motorio
Essa consiste nell’assimilazione
e nell’acquisizione di movimenti
o in prevalenza, di parti di
movimenti, precedentemente
non posseduti, che devono poi
essere immediatamente
stabilizzati.
Capacità di controllo
motorio
Così si definisce la
capacità di controllare il
movimento secondo lo
scopo previsto, cioè di
raggiungere
esattamente il risultato
programmato del
movimento/esercizio.
Capacità di adattamento e
trasformazione dei movimenti
E’ la capacità di cambiare,
trasformare ed adattare il
programma motorio alla
modificazione improvvisa della
situazione o delle condizioni
esterne (diverse da quelle
abituali nelle quali si è appreso
il movimento), per cui il
risultato del movimento non
cambia o cambia solo di poco.
Capacità coordinative speciali
Coordinazione oculo-motoria globale
Coordinazione oculo-manuale e oculo-podalica
Coordinazione fine delle mani
Capacità di combinazione o dissociazione motoria
Equilibrio statico e dinamico
Lateralizzazione
Capacità di organizzazione motoria spaziale
Capacità di organizzazione motoria temporale
CAPACITA’ DI EQUILIBRIO
Definizione
E' la capacità che ci permette, attraverso aggiustamenti
riflessi, automatizzati o volontari, di mantenere una
posizione statica o di eseguire un movimento senza
cadere anticipando o reagendo prontamente ai possibili
fattori di squilibrio.
Tipologia caratteristica
Un corpo è in equilibrio quando il centro di gravità cade
all’interno della base di appoggio.
E' la capacità di mantenere o ripristinare una
posizione stabile del corpo sia da fermi che in
movimento.
Nella postura eretta, una persona è in equilibrio,
detto statico, se il centro di gravità cade
all'interno dell'area d'appoggio dei piedi.
LA CAPACITA’ DI EQUILIBRIO
Si realizza attraverso riflessi complessi, che
necessitano di una sofisticata integrazione e
coordinazione delle informazioni, provenienti da
diversi recettori, da parte del cervelletto.
L’efficacia di questo lavoro dipende in gran parte
dalle esperienze già vissute, dalla motivazione,
dagli aspetti emotivi e dalla concentrazione del
soggetto.
LA CAPACITA’ DI EQUILIBRIO
Il cervelletto riconosce la posizione del
centro di gravità attraverso:
Le afferenze vestibolari
che riconoscono la posizione
e gli spostamenti della testa nello spazio
LA CAPACITA’ DI EQUILIBRIO
Le afferenze tattili
che, abbinate a quelle pressorie,
permettono di riconoscere il livello di
aderenza o scivolamento del terreno o di un
attrezzo.
LA CAPACITA’ DI EQUILIBRIO
Le afferenze pressorie
che permettono di calibrare la
ripartizione del peso sugli
appoggi.
LA CAPACITA’ DI EQUILIBRIO
Le afferenze visive
che permettono di reperire punti di
riferimento nello spazio.
Nella stazione eretta, lavorando in stretto
collegamento con il vestibolo, svolgono un
importante ruolo di stabilizzazione della
testa sulla verticale.
LA CAPACITA’ DI EQUILIBRIO
Una volta che ha ricevuto le informazioni
sensoriali il
Cervelletto
emette subito una risposta rapida e
inconscia, fatta di spostamenti articolari e
di regolazioni muscolari per riportare il
centro di gravità sulla base d'appoggio.
LA CAPACITA’ DI EQUILIBRIO
Essendo riflessa e quindi non volontaria,
non è possibile eliminare la reazione
d'equilibrio.
Essa però può essere facilitata evitando di
assumere posizioni rigide che ostacolano
le regolazioni muscolari necessarie per il
mantenimento della postura.
In fisiologia
In fisiologia l'equilibrio è il risultato di un
complesso sistema basato su interazioni tra
diversi organi sensoriali, il sistema nervoso e le
fibre muscolari; esso va inteso come la capacità
di controllare la posizione del proprio corpo nello
spazio , sia in condizione statica, quando si è
fermi in piedi, sia in fase dinamica, quando si sta
compiendo un'azione.
Può essere definita come
Capacità di mantenere il corpo in equilibrio; oppure di
conservare o ripristinare questa condizione durante e
dopo spostamenti ampi e rapidi.
Vengono distinti due aspetti di questa capacità:
l'abilità nel mantenere l'equilibrio in posizione statica, o
nei movimenti molto lenti (Equilibrio Statico);
quella di mantenere e ripristinare l'equilibrio durante
e dopo cambiamenti di posizione ampi e rapidi che
tendono a squilibrare il corpo (Equilibrio Dinamico).
I processi fisiologici
I processi fisiologici alla base di questi due espressioni
dell'Equilibrio si distinguono nettamente.
L'E. Statico si basa sull'elaborazione dei segnali degli
analizzatori: vestibolare, cinestesico, tattile ed ottico(quelli vestibolari hanno minore rilevanza rispetto alle azioni
dinamiche).
Per gli spostamenti ampi e rapidi l'E. Dinamico, specie
nei giri del corpo, sono invece le informazioni
vestibolari a prendere il sopravvento. Esse partono
dall'apparato otolitico (canali semicircolari) che registra
le accelerazioni lineari e angolari.
Analizzatori
Ottico: I recettori di questo analizzatore vengono anche definiti “recettori
delle distanze” e informano sui movimenti propri e di persone e di oggetti (v.
centrale e periferica) - guida ottica del movimento. Statico dinamico: Si trova
nell’apparato vestibolare dell’orecchio e da informazioni sulle variazioni di
accelerazione e direzione della testa. Acustico: Questo analizzatore svolge un
ruolo subordinato in quanto il contenuto informativo dei segnali acustici
percepiti immediatamente nell’atto motorio è relativamente limitato.
Cinestetico: Sono recettori che si trovano nei muscoli e nei tendini, nei
legamenti, e nelle articolazioni ed informano sulla posizione delle estremità o
del tronco e sulle forze che agiscono su di essi. La sintonia precisa dei rapporti
spaziali e temporali necessaria in molti processi sportivi di movimento
presuppone una informazione cinestetica molto differenziata. Tattile : Questi
recettori sono localizzati nella pelle ed informano sulla forma e la superficie
degli oggetti che vengono toccati. Es: pressioni esercitate sul corpo;
scivolamento sull’acqua,la presa. Percezione del tempo: viene influenzato molto
dal nostro stato emotivo.
La capacità di equilibrio ha un'importanza fondamentale in
tutte le attività sportive.
L'Equilibrio Statico è alla base delle azioni motorie
lente, indipendentemente dal fatto che siano eseguite in
posizione eretta camminare, stare seduti ecc., orizzontale,
o a testa in giù.
L'Equilibrio Dinamico, basato sul senso delle
accelerazioni, acquista importanza nelle azioni in cui
l'allievo deve effettuare spostamenti ampi e rapidi.
La carenza di equilibrio
La carenza di equilibrio influenza
negativamente la possibilità di apprendere i
nuovi movimenti, e di perfezionare quelli
conosciuti.
Come le altre capacità coordinative anche
l'equilibrio ha una forte specificità e deve
essere formato ed allenato prevalentemente
nell'ambiente in cui si svolge l'attività
sportiva.
Classificazione Equilibrio
Equilibrio statico
Equilibrio dinamico
Equilibrio del corpo in volo
Modalità di miglioramento
Riduzione della base di appoggio attuabile in due modi:
a) delle parti del corpo che appoggiano; b) della superficie
su cui il corpo appoggia.
Instabilità della base di appoggio.
Elevazione della base di appoggio.
Variazione volontaria nell’allineamento dei segmenti
corporei.
Preclusione dell’uso della vista.
Combinazione di tutti questi fattori.
Le tre leggi
a cui obbedisce il nostro corpo nella sua globalità sono
essenzialmente:
EQUILIBRIO
ECONOMIA
CONFORT (assenza di dolore o soff erenza)
Primaria importanza
Nello schema fisiologico globale
dell'animale uomo, l'equilibrio è di
primaria importanza in ogni sua
dimensione, in esso l'adattamento
all'ambiente esterno è completo ed
indolore, l'integrazione perfetta.
Muscoli Antigravitazionali:
La postura è una funzione (legata oltre a fattori ereditari e
meccanici, anche alla personalità del soggetto, alle sue attività di
lavoro e sportive) di stabilizzazione, consolidamento e
mantenimento dell'equilibrio.
L'equilibrio si raggiunge quando la perpendicolare passante per il
baricentro del corpo cade all'interno del piano di appoggio, delimitato
dal margine esterno dei piedi. Questa condizione è definita come
“pendolo invertito”, nel quale cioè la massa oscillante è più alta del
piano oscillante. Nel caso specifico si trova a livello delle articolazioni
tibio-tarsiche e tutto il corpo funge da asse oscillante.
Il rachide
Uno dei più importanti mezzi di
stabilizzazione posturale è rappresentato dal
rachide che è dotato di curvature fisiologiche
che equilibrano il rachide stesso e di
legamenti oltre i muscoli che hanno la funzione
di bloccare elasticamente la traslazione
reciproca delle unità funzionali della colonna
ma anche quella di favorire il ritorno elastico
nella posizione di equilibrio.
Rispondere alle oscillazioni
Il sistema posturale dell'uomo è in grado di
rispondere alle oscillazioni del baricentro date da
forze minime con una forza adeguata e contraria
che consente il mantenimento della stazione
eretta. Questa risposta è legata a stimoli riflessi
(un esempio sono gli aggiustamenti del tono
muscolare atti a riequilibrare la colonna) e a
proprietà meccaniche estrinseche dei muscoli.
ATTIVITA’ TONICA
Assicura il mantenimento dell’equilibrio ed è il
basamento di ogni azione differenziata.
TONO DI RIPOSO: stato di tensione permanente
sempre presente nel muscolo.
TONO POSTURALE: tensione di atteggiamento
contratto ed armonizzato dal gioco dei riflessi
antigravitari.
TONO DI RIPOSO e TONO POSTURALE
Il primo rappresenta il substrato sul quale si
realizzano le attività posturali, il secondo
rappresenta il substrato sul quale si realizzano le
attività motorie. Grazie a tali meccanismi si possono
assumere atteggiamenti, fissare posizioni, preparare
movimenti. “La funzione tonica produce uno stato di
preparazione della muscolatura che la rende atta a
molteplici forme di attività. Il tono è modellato e
mantenuto attraverso i riflessi di stiramento di
origine midollare: riflesso mio tattico da stiramento.”
La postura
La postura è la posizione del corpo umano nello
spazio e la relativa relazione tra i suoi segmenti
corporei.
La postura può essere: in stazione eretta
(monopodalica o bipodalica), da seduto, in
decubito (prono, supino, laterale).
Fenomeno Attivo
Non bisogna pensare che la postura sia un fenomeno
passivo!
La postura è un fenomeno attivo realizzato dalla
regolazione del tono dei muscoli posturali che si
oppongono all'azione della gravità mediante
contrazioni e rilasciamenti.
La Corretta Postura può definirsi
sinteticamente come:
Deformazione Coerente della Gravità, in altre
parole la corretta postura altro non è che la
posizione più idonea del nostro corpo nello
spazio per attuare le funzioni antigravitarie con
il minor dispendio energetico sia in
deambulazione che in stazionamento; ad essa
vengono a concorrere vari fattori (neurofisiologici,
biomeccanici, emotivi, psicologici e relazionali).
La postura è vissuto
La postura di un individuo è frutto del vissuto della
persona stessa nell'ambiente in cui vive,
determinato anche da stress, traumi fisici ed
emotivi, posture professionali scorrette ripetute e
mantenute nel tempo, respirazione scorretta,
squilibrii biochimici derivati da una scorretta
alimentazione, ecc..
Da quanto detto si evince che la postura dell'uomo
è in costante e progressiva modificazione.
Retrazione muscolare
I fattori precedentemente elencati incidono a livello
muscolare determinando un aumento dello stato di
contrazione che si aggiunge al tono basale preesistente.
Questo permanente stato di eccitazione con il passare del
tempo crea stati di accorciamento muscolare permanente,
tecnicamente definiti retrazione muscolare.
La retrazione muscolare è reversibile solo attraverso
tecniche di fibrolisi del tessuto connettivale che avvolge i
muscoli e con applicazioni di stretching globale attivo.
Postura Inquinata
Gli effetti di una postura inquinata e quindi della
retrazione muscolare si manifestano a livello
articolare sotto forma di compressione,
rotazione assiale e traslazione, determinando
modificazioni della struttura scheletrica
(scoliosi, iperlordosi, ipercifosi, valgismo e
varismo delle ginocchia, ecc.) e possono evolvere
in disordini posturali importanti fino a vere e
proprie patologie.
Postura Inquinata
Gli effetti di una postura inquinata e quindi della
retrazione muscolare si manifestano a livello
articolare sotto forma di compressione,
rotazione assiale e traslazione, determinando
modificazioni della struttura scheletrica
(scoliosi, iperlordosi, ipercifosi, valgismo e
varismo delle ginocchia, ecc.) e possono evolvere
in disordini posturali importanti fino a vere e
proprie patologie.
PARAMORFISMI E DISMORFISMI
L'Età evolutiva è caratterizzata da un continuo sviluppo corporeo, sia dal punto di vista osseo e
della mobilità articolare, sia relativamente all'ampliarsi dei tendini e dei muscoli.
L'accrescimento di queste parti costringe il corpo ad assumere posizioni nuove talvolta scorrette per ricercare nuovi equilibri, che possono alla lunga
tradursi in atteggiamenti sbagliati dello scheletro.
PARAMORFISMI E DISMORFISMI
Si parla in questi casi di Paramorfismi, indicando contale espressione tutto ciò che, pur determinandoun'alterazione della forma corporea, è correggibile.
Useremo la parola Dismorfismi quando le alterazionidello scheletro si sono ormai cronicizzate e nonpossono essere modificate con la cinesiterapia.
Riassumendo, possiamo distinguere le alterate modificazioni corporee nelle seguenti forme:
Statiche: sono quelle forme che restano invariatedurante l'età evolutiva, vale a dire quelle sindromiche non regrediscono né evolvono e che non mutanocon il divenire adulto del soggetto.
Involutive: sono quelle forme che regredisconospontaneamente e sono tipiche di un particolareperiodo della vita di un individuo (età evolutiva).
Evolutive: sono quelle forme che evolvono, peggioranoe si aggravano (dismorfismi).
Il paramorfismo...
... è uno scorretto atteggiamento posturale ai danni dellamorfologia corporea dell'organismo.Esso ha origine da squilibri muscolari-legamentosidovuti prevalentemente ad uno stile di vita sedentario,a malsane abitudini posturali, ad una scarsa conoscenzadi sé o, più raramente, ad un fatto di genetica, che,protratti nel tempo, in un organismo non giunto amaturità ossea, tendono a diventare delle irreversibilialterazioni strutturali, i dismorfismi, sovvertendoanche il normale accrescimento osseo.
Cause di formazione dei Paramorfismi ...
… la maggioranza dei Paramorfismi viene a formarsi in etàscolastica, spesso per una errata postura nel stare nel propriobanco o per un eccessivo carico di zaini e cartelle.
I Dismorfismi si generano per una mancata attenzione verso iParamorfismi, inoltre questi ultimi, se rilevati fin dai primianni di scuola, possono essere eliminati facilmente attraversola ginnastica correttiva.
I paramorfismi più comuni sono:
Scoliosi
Cifosi
Lordosi
Piede piatto
Ginocchio valgo
I Paramorfismi più facilmente riscontrabilipossono riguardare
il dorso e gli arti inferiori
I primi si dividono a sua volta in simmetrici o asimmetrici, a seconda seagiscono sul piano sagittale o su piano frontale.
La colonna vertebrale presenta sul piano sagittale quattro curve fisiologiche,di cui due a concavità posteriore o lordosi, nel tratto cervicale e lombare, edue a concavità anteriore o cifosi, nel tratto dorsale e sacrale.
Tali curve rivestono un elevata importanza perché hanno la funzione discaricare i colpi e i contraccolpi che altrimenti si ripercuoterebbero sulcervello qualora le articolazioni delle vertebre e dei dischi non attenuassero,frazionandone l'effetto, gli agenti d'urto.
Esse svolgono inoltre l'azione di incrementare la resistenza della colonnavertebrale . Verranno analizzati ora i Paramorfismi più diffusi dedicandoparticolare attenzione, dove sia possibile, ad esercizi correttivi.
Portamento rilassato o abito astenico
Il portamento rilassato o abito astenico è dovutoall'incapacità del corpo di opporsi alla forza di gravità, che nealtera la forma.
Il soggetto si presenta con capo inclinato in avanti, addomeprominente, spalle cadenti, piedi piatti ecc. In seguito siinstaurano atteggiamenti scoliotici.
L'abito astenico è considerato la causa principale dei variparamorfismi, tutto ciò che pur determinando un’ alterazionedella forma corporea, è correggibile e non provoca dolore.
Dismorfismi quando le alterazioni dello scheletro si sono ormaicicatrizzate quindi sono incorreggibili e provocano dolore.
Scoliosi
La colonna vertebrale di fronte deve presentarsi perfettamente rettilinea, pertanto ogni deviazione di quest'ultima sul piano frontale prende il nome di scoliosi.Cause:
1. atteggiamenti scorretti nella vita quotidiana
2. fattori ereditari
3. pesi molto elevati sorretti
Come rilevare un’ atteggiamento scoliotico:
radiografia, osservazione linea spalle che devono essere alla stessa altezza,osservazione busto flesso in avanti e presenza di gibbosità, sproporzione triangolidella taglia (spazio det. dal margine interno del braccio e dal busto) Trattamento: -Fino a 30°:esercizio fisico ed auto controllo - Da 30° a 60°:trattamento fisico eduso di supporti ortopedici - Oltre 60°:intervento chirurgico....
IL SISTEMA DELL'EQUILIBRIO
E’ un sistema molto complesso formato da organi
periferici: l’orecchio interno (il labirinto), la
vista, l’apparato muscolo-scheletrico il cui
funzionamento è coordinato e regolato dal
sistema nervoso centrale. Interagisce con
l’ambiente circostante e garantisce una
straordinaria sensibilità spaziale al nostro corpo
permettendoci di mantenere la stazione eretta e
di compiere i movimenti più delicati e complessi di
cui siamo capaci.
Ciascuna delle posizioni assunte dal corpo per
adattarsi alle caratteristiche dell’ambiente,
sopravvivere e svolgere le proprie attività viene
definita postura.
La postura è espressione di un compromesso tra leggi
fisiche, esigenze ambientali, forza di gravità,
situazione osteo - muscolare e stato psicologico.
L’equilibrio è il rapporto ottimale tra soggetto ed
ambiente circostante determinato da posture ideali.
Postura ed Equilibrio non sono sinonimi
Questo rapporto ideale tra soggetto ed ambiente può essere
funzionale ad un determinato momento = EQUILIBRIO
STATICO oppure funzionale a specifici programmi motori
determinando quindi l’ EQUILIBRIO DINAMICO.
Postura ed Equilibrio non sono sinonimi e se una postura
corretta è indispensabile per un buon equilibrio, una postura
scorretta non implica necessariamente un disturbo
dell’equilibrio.
Un disturbo dell’equilibrio produce sempre posture statiche e
dinamiche non corrette poichè il sistema nervoso centrale
riceve informazioni alterate e produce output sbagliati.
Lo studio del sistema dell’equilibrio deve
pertanto tener conto della funzione dei singoli
organi periferici in particolare dell’organo
dell’equilibrio (il labirinto contenuto nell’orecchio
interno) ma deve valutare anche le funzioni
centrali di integrazione e le risposte agli stimoli:
oculomotricità e postura statica e dinamica.
I disturbi dell’equilibrio
I disturbi dell’equilibrio sono molto comuni e almeno il
20% della popolazione ne ha avuto esperienza
soprattutto con l’avanzare dell’età. Si calcola che da
1/4 ad 1/3 dei soggetti sopra i 65 anni abbia sofferto
di qualche forma di squilibrio e per questo quasi la
metà sono caduti a terra procurandosi traumi anche
importanti. Negli Stati Uniti, ma probabilmente
queste cifre sono valide anche in Italia, i disturbi
dell’equilibrio sono la causa principale di consulto
medico sopra i 75 anni.
Esercizi con la tavola propriocettiva di Freeman
per i velisti...........
Sono esercizi di grande valenza: l'attrezzo è
costituito da una superficie sferica di diametro
variabile dai 40/80 centimetri a cui sotto è unita una
mezza sfera del diametro di circa 8 centimetri.
Questo attrezzo, spesso utilizzato dai fisioterapisti
nella riabilitazione della caviglia e del ginocchio,
offre al possibilità di migliorare la “propriocezione”
delle articolazioni con cui la si utilizza.
Il metodo più utilizzato è quello di rimanere in piedi in equilibrio
con entrambi i piedi sulla pedana e, una volta esperti, con uno solo.
In questo modo possiamo migliorare l'equilibrio e la “sensibilità”, o
propriocezione, dei piedi, caviglie e ginocchia riducendo
fortemente il rischio di infortuni in barca dovuti ad una perdita di
aderenza improvvisa di appoggio sulla barca.
…......tavola propriocettiva di Freeman
per i velisti...........
Un altro modo di utilizzare la pedana di Freeman è quella diposizionarla su di una sedia e di sedervisi sopra.
In questo modo la ricerca del mantenimento dell'equilibriomigliorerà la propriocezione delle anche, glutei e del trattolombare della colonna vertebrale.
Oltre al miglioramento della sensibilità di queste zone,indispensabili per il timoniere ma ugualmente valideanche per altre posture, come quella da seduti in
falchetta, permette di ottenere due vantaggi moltoimportanti:
Vantaggi molto importanti
Miglioramento della sensibilità e della velocità di
adattamento posturale al continuo mutamento
dell'asse del piano di appoggio. Questo comporta un
aumento di sensibilità “alla barca” a livello di
anche e glutei, aumentando la possibilità di
“compensare” da parte della muscolatura posturale
con innegabili vantaggi sulla riduzione dello stress
muscolo-articolare della zona lombare.
Allenamento specifico della zona lombare alle
variazioni del piano di appoggio che si presentano
costantemente in barca.
Il dolore lombare dovuto a posture tenute per
molto tempo, spesso con un'inversione della curva
lombare, è favorito anche da una mancanza di
allenamento specifico di questa zona. La tavola di
freeman può essere un mezzo di allenamento
interessante, di grande vantaggio e di semplice
utilizzo con un ottimo rapporto tempo di utilizzo
– risultati, sia in termini agonistici, sia di
prevenzione che di riduzione di infortuni.
Swiss Ball
Un altro attrezzo molto vantaggioso per la preparazione
specifica ed esercizi di prevenzione. Questo attrezzo
costituito da una palla dal diametro di 80 centimetri circa
permette di praticare molti esercizi per rendere più
stabile e forte il tronco, la muscolatura profonda
addominale e il pavimento pelvico oltre alle
articolazioni degli arti superiori e inferiori. L'instabilità
propria dell'attrezzo permette un'ampia gamma di
esercitazioni sulle aree più importanti in base al proprio
obiettivo e alle priorità del periodo di allenamento in
corso.
Swiss BallAmpia gamma di esercitazioni sulle aree più importanti
È possibile svolgere lavori di rinforzo articolare a varie
intensità, propriocezione su bacino, colonna e arti
superiori e inferiori, miglioramento dell'equilibrio statico.
Inoltre in base a quale parte del corpo sarà in appoggio a
terra e quale quella a contatto con la palla; potremo
allenarci a intensità anche molto alte con vantaggi
qualitativi e quantitativi sul “reclutamento nervoso” delle
fibre muscolari, ovvero il numero di unità motorie attivate
simultaneamente.
Migliora i tuoi addominali. Le ballerine hanno addominali molto forti proprio perché sanno che, impegnando i
muscoli addominali, si migliora l’equilibrio